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LA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO: STORIA ......sull'acqua Mi sono accoccolato vicino ai miei panni...

Date post: 04-Oct-2020
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LUMSA Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria Insegnamento di DIDATTICA DELLA LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA a.a. 2017-18 Primo modulo, ottobre-dicembre 2017 Prof.ssa Caterina Verbaro LA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO: STORIA, ISTITUZIONI E USI DIDATTICI NELLA SCUOLA PRIMARIA DISPENSA DI TESTI POETICI E MATERIALI DIDATTICI
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Page 1: LA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO: STORIA ......sull'acqua Mi sono accoccolato vicino ai miei panni sudici di guerra e come un beduino mi sono chinato a ricevere il sole Questo è I'Isonzo

LUMSA

Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria

Insegnamento di DIDATTICA DELLA LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA

a.a. 2017-18

Primo modulo, ottobre-dicembre 2017

Prof.ssa Caterina Verbaro

LA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO:

STORIA, ISTITUZIONI

E USI DIDATTICI NELLA SCUOLA PRIMARIA

DISPENSA DI TESTI POETICI E MATERIALI DIDATTICI

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?Auzzesc1l

CHI SONO?

forse un poeta?No, certo.Non scrive che una patola, ben strana,

la penna dell'anima mia:

"folliatt.Son dunque uri Pittore?Neanche.Non ha che un colorela tavalazza delltanima mia:

trmalinconiatt.

Un musico, allora?Nemmeno.Non ctè che una notanella tastiera delltanima mia:

ttnostalgiatt.

Son dunque... che cosa?

Io metto una lentedavanti al mio cuoreper fado vedere alla gente.

Chi sono?Il saltimbanco delltanima mia

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Fqrnuz Zscut

tossisce,Clof, clop, cloch, Clo{, clop, cloch,

cloffete,cloppete,ciocchete.chchch...

ciop, cloch,

Biu',nel cortile.

poverami fa

spasimo! pocobene,tanto..."

ossl§ce, Che lagno!Ma Habel!tossisce,Vifforia!Andate,correte,chiudeteIa fonte,mi uccidequel suoeterno tossire!Andate,mettetequalcosaper farlafinire,magari...

pocoLAL,l . "..

di nuovo.

poverafontana,il male

haiil cuore

preme.i tace,

gettanulia.

Si tace,magaris'ode

di sorla

morire.Madonna!Gesù!forse...

forse Non più!

sia morta?C)rrore

Non più.

no"

Mia poverafontana,

R.ieccoancora

eol rnaleche hai.

uccidi

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GTUSEPPE UNGARETTI

I fiuni

Cotici iI 16 agosto 1916

Mi tengo a quest'albero mutilatoabbandonato in questa dolinache ha il languoredi un circoprima o dopo lo spettacoloe guardoil passaggio quietodelle nuvole sulla luna

Stamani mi sono distesoin un'urna d'acquae come una reliquiaho riposato

Lllsonzo scomendomi levigavacome un suo sasso

Ho tirato suIe mie quattr'ossae me ne sono andatocome un'acrobatasull'acqua

Mi sono accoccolatovicino ai miei pannisudici di guerrae come un beduinomi sono chinato a ricevereil sole

Questo è I'Isonzoe qui megliomi sono riconosciutouna docile fibra

dell'universo

Il mio supPlizioè ouando,ron mi credo in armonia

Ma quelle occultemaniche m'intridonomi regalanola rarafeiicità

Ho ripassatole epochedella mia vita

Questi sonoi miei fiumi

Questo è il Serchioal ouale hanno attintoduèmil'anni forsedi gente mia camPagnolae Àio p"dre e mia madre

Questo è il Niloche mi ha vistonascefe e cresceree ardere d'inconsaPevolezzanelle estese Pianure

Ouesta è la Senna

e-in quel suo torbidomi soìo rimescolatoe mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumicontati nell'Isonzo

Questa è la mia nostalgiache in ognunomi traspareora ch'è notteche la mia vita mi Pareuna corolladi tenebre

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G. Ungarettir ll porto sePoltoMariano il 19 giugno 1916

Vi arriva il poetae poi torna alla luce con i suoi

e li disperde

Di questa poesiami restaquel nullad' inesauribile segreto

U. Saba, Trieste

Ho attraversata tutta la città.Poi ho salita un' ert4popolosa in principio, in 1à deserta,

chiusa da rur muricciolo:un cantuccio in cui solosiedo; e mi pare che dove esso termina

termini la cirè.

Trieste ha una scontrosagazia. Se piace,è come [r'ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azrurne mani troppo grandi

per regalare un fiore;come un amore

con gelosia.Da quest'erta oglu chies4 ogni suaviascopro> se mena all'ingombrata spiaggia

o alla collina cui, sulla sassosa

cima una casa I'ultima s'aggrappa.

Intomocircola ad ogni cosa

un'aria stran4 un'aria tormentosa,

l'aria natia.

ta mia città che in ogru Parte è viva,

ha il cantuccio a me fatto, allamiavitapensosa e schiva.

(Umberto Saba, daTrieste e una danna,1910-

12)

canti

G, Ungarettr, Comruiato

Gentile Ettore Serrapoesiaè il mondo I'umanitàla propria vitafioriti dalla parola

la limpida meravigliadi un delirante fermentc

Quando trovoin questo mio silenziouna parolascavata è nella mia vitacome un abisso.

G. Ungaretti,Itfrlia

Sono un poetaun gndo unanimesono ur grumo di sogni

P. Jahier, Giorni

che la minima buona azione

vale 1a più bella Poesia.

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qlnfienro Sq gA, &. %t*"-:v

5. GoaI

Ii portiere caduto a1la difesauitima vana, contro terra celala faccia, a non veder l'amara luce.Ii compagno in ginocchio che l1nduce,con parole e con mano, a rilevarsi,scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La iolla - unita ebbrezza - par trabocchinel campo. Intorno a.l. vincitore stanno,al suo collo si gettano i frateili"Pochi momenti come questo belli,a quanti lbdio consuma e l'amore,è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete invioiata iI portiere- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,con la persona vi è rirnasta sola.La sua gioia si fa una capriola,si fa baci che manda rdi lontano.Deila festa - egli dice - anch'io son parte.

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Mi nasconda la notte e il dolce vento'

Da casa mia cacciato e a te venuto

mio romantico antico flume lento'

Guardo il cielo e le nuvole e le luci

degli uomini laggiù così lontani

r.Àpt* da me. Ed io non so chi voglio

amare ormai se non il mio dolore'

La luna si nasconde e Poi riaPPare

- lenta vicenda inutilmente mossa

sovra il mio capo stanco di guardare'

(S. Penna, rn Poesie,1939)

;leRtÉLL f N\ s(A

di tuttc quesis niente. qliesis nicqteaddosso. corne un {ùrso. queste vesae

che stinge. sciupa. sm*gi&r fra le lesteungi:ie .*egi!. a*ni. qil*esie iuci spente

inescra'bilmenre. questa *:entetar:ata e queruia. rii turte quesieoie rincorse a fa.-ae specchio e ae§te

Btrr le irascsrse e i§]rl1e.rse ' resia r:iente.come la §pug*a tutto §i contleae.

si sputa. si riassorbe . menire il sieroehe ei s*mme;ge itgr*ssa. e al dcpc vie*e

un dal:o. uil *iente ai niente. iir-rcité interoierrio sovviene i1 gusto deii'insieme.r.restice eicec. che anirr:a il psrlsiero

e\xoLlI,'ASSIUOLO

Dov'era la luna? ché il cielo

.roi*" in un'alba di-Perla'ed ersersi il mandorlo e L[ melo

;;;;?;" a meglio vederla'

' V.ìi.rano soffi di lamPi. .

à^ "" ".t" di nubi laggi6;

,r".ri.r" una voce dai camPi:chii...

Le stelle lucevano rare

'o tra mezzo alla nebbia di latte:sentivo il cullare del mare,

t."tl"" un fru fru tra le fratte;ta"ii"" nel cuore un sussulto'."À'..o d'un grido che fu'

t' Sonava lontanò il singulto:cbiù...

Su tutte le lucide vettetremava un sosPiro di vento:souassavano le cavallette

' finissimi sistri d'argento(tintinni a invisibili Porlg -

che forse non s'aProno Ptu /"')ie c'era quel Pianto di morte"'cbii...

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SANDRO PENNA

Non è latimidezza che tu celi forse un sogno

confuso degli dei?

Amore, amore,

lieto disonore

f)itcmi, grandi albcri sogflarlti,a, voi noà baftc il cuofc ,:1uanclo zmolefa caniat la cicala, quanilo il sole

sorprende e lascia ir"nmobiXc ncl temixiil bàtticuorc alla tenera lucertolapetduta fra due n-rani in un dolce far niente ?

Anchc a me batte il cuore, e pul: rlon sono

io clel far,rciullo vittima innocente.

I .c 1>tlt'lc ,-1ul n ru>tltit t llolì s'J!lno-l

clic ftrori 1t piorirSia lc ccro:a'

Le ccrca. l,e ccrut. Paeicnte

si ncrdc, ritortlrr. l,t Itrcc

,r,rt ," jcllt pit,guit. l-e Pioggian0r1 sa dclla luce. Lc Port.e,lc p,trtc c.lul tlronclti son chiuse:

serrxtc xllfl. 1)lo!i,q11,serl'ate alLa Iuce-

r

Scuola

NeElli azzurri rnattinilc fi1c s'u,clfc c rlcrcclei collcgiati. Cìhinisu libr:i poi, l3tnclicrt:cli nostalgia campcstrcgii alÌ:er:i allc fincstrc.

trl tteno tarder') di almeno u$'ora'L'atqrte clcl mal"c si fe piir turchilta'

Sul Àur.r calcin:rto ii crrlpr'nellocasalirrqo non sutìlla. Lt panchina

rli fctr5 scotta al sole' 'l'e cicalc

sono Ie sole Pa<lrone detrl'ola'

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CorradoGovoni,inArrnoniaingrigioetinsilenzio'1903

Le cose che fanno la domenìca

L'odore catdo del pane che si cuoce dents il forno'

I1 canto del gallo nelPollaio.I1 gorgheggio dei canarini alle finestre'

r,'ittJO.iJ"cchi contro ilpozza e il cigolìo de1la puleggia'

La biancheria distesa nel Prato.Il sole sulle soglie.La tovaglia nuova nella tavola'

GIi specchi nelle camere.

I fiori nei bicchieri.Il girovago che fa piangere la sua armonica'

I1 grido de1lo sPazzacamino.

L'elemosina.La neve.Il canale gelato.

Il suono delle camPane.

Le donne vestite di nero.

Le comunicanti.Il suono trianco e neto del pianoforte'

Le suore bianche bendate eome ferite'

I preti neri.I ricoverati grigi.L'azzttrto del cielo sereno.

Le passeggiate dei malati.Lo stormire degli alberi.

I gatti bianchi contro i vetri'Il prillare delle rosse ventarole'

Lo sbafiere delle finestre e de1le porte'

Le bucce d'oro degli aranci sul selciato'

I bambini che giuocano nei viali al cerchio'

Le fontane aPerte nei giardini'

Gli aquiloni librati sulle case'

I soldati che fanno la manovra azz1lr:tà'

I cavalli che scalpitano su1le pietre'

Le fanciulle ehe verrdono le viole'

I1 pavone che apre la ruota §opra la scalèa rossa'

Le colornbe che tubano sul tetto'

I mandorli fioriti nel convento'

Gli oleandri rosei nei vestiboli'Le tendine bianche che si muovono al vento'

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Govolot,W

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Mario Lazi,Avorìo

Parla il cipresso equinoziale, oscttro

e montuoso esulta il caPriolo,

dentro le fonti rosse le criniere

dai baci adagio lavan le cavalle.

Giù da foreste vaporose immensi

alle eccelse città battono i fiumilungamente, si muovono in un sogno

affettuose vele verso OlimPia.

Correranno le intense vie d'Oriente

ventilate fanciulle e dai mercati

salmastri guarderanno ilari il mondo'

Ma dove attingerò io la mia vita

ora che il hemebondo arnor§ è morto?

Violavano le rose I'orizzonte,

esitanti città stavano in cielo

asperse di giardini tormentosi,

laiua voce nell'aria era una roccia

deserta e incolmabile di fiori'

:::-._----=:-.a:--':--::

I itmpi de.ilct tcignolict

Vorrei che i vostri occhi potesserc veder'e

questo cielo sereno che si è aperto,

1à caima delle tegole, la dedizione

del rivo d'acqua che si scalda'

La parola è questa: esiste la primavera,

la perfezione congiunta aif imperfetto'

11 fianco della barca asciutta beve

I'olio della vernice, il raglo tt'otta'

Diremo più tardi quello che deve essere detto'

Per ora guardate la bella curva dell'oieandro'

i iampi deltra magnolia.

(Franco Fortini, daPaesaggio con serpente' 1984)

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M. Luzi, o'Vola alta, Parola"

Vola alta, parolq cresci irr profonditàtocca nadir e zenith della tua significazione,giacché talvolta 1o puoi - sogno che la cosa esclami

ne1 buio della mente -però non separartida me, non arrivaxe,

ti prego, a quel celestiale appuntamento

da sola, senza il caldo di me

o almeno il mio ricordo, sii1uee, non disabitata traspareilza. . .

La cosa e la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?

E. Montale, «Forse un mattino"

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,

arida, rivolgendomi, vedrò compirsi i1 miracolo:

il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro

di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto

alberi case colli per f inganno consueto'

Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto

tra gli uomini che non si voltano, col mio segteto'

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E, YoPTA LL-

Ti tibero [a fronte dai ghiaccioti

che raccogtiesti traversando ['attenebutose; hai te Penne laceratedai cictoni, ti desti a soprassatti'

Mezzodì: attunga nel' riquadro i[ nespoto

l'ombra nera, i'ostina in cieto un sole

freddotoso; e t'attre ombre che scantonano

net vicoto non sanno che sei qui'

I NASCOhIDIGT,I

Quando non sono certo di essere viyola cettez,za è a due passi n"la costa penaritrov'arli gli oggetti, una pipa, il cagnucciodi,legno rli mia rn,cglie, un necrotrogiodel fratello di lei, tre o quattrcl occhialidi lei ancora!, un tappo di bottigiiache colpì la sua fronte in rr.ln lontanocotillon dì capodanno a sitrs lV[ariae aitre carabattole. Mrutano alloggio, entrancrnei buchi più nascosii, ad ogni c,rahanuo rischiato il secchio deXla spazzatura.Con:ph:ttamdo tra Ioro si sono organizr.ateper sostenermi. sanno più di rneil fìlo che le lega a chi vorrebbee non osa disfarserre. Piil prossimonegli an*i il Grabelin automatico tentadi aggregarvisi, sernpre rifìutato.Lo comprantmo a Lucerna e trei dissepiove troppo a Lucerna non funzionerà mai.E infatti...

reeidere, forbiee, quel volt-o I

nella meraoria che si sfolIa,far deI grande suo viso in ascolto

la mia nebbia di senPre'

freddo cala... Duro iL colpo swetta'I'a.cacia ferita da sé scrollaguscio di ci-calala crj.ma be]-]-etta di Noveabre'

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C ongda det viagg iobte ceri m on ioso

Amicucredo chesia

meglio Per me cominciare

atirar giù ta valigia'

Anche i. oot so bene l'ora

d'arrivo, e neppureconosca quali stazioni

nrecedano Ia mia,

sicuri segni mi dicono,

J, ou"nto m'è giunto all'orecchio

di questi luoghi, ch'io

vi dowò Presto lasciare'

Vogliatemi Perdonarequel Po' di disturbo che reco'

Con voi sono stato lietodalla Partenza, e moltovi sono grato, credetemi,per llottima comPagnia'

Ancora vorrei conversare

a lungo con voi' Ma sia'

Il luogo del trasferimentolo ignoro. Sentop"iò .h" vi dovrò ricordare

ip"tto, nella nuova sede'

Àentre il mio occhio giàvede

dal finestrino, oltre il fumo

umido del nebbioneche ci awolge, rosso

il disco della mia stazione'

Chiedo congedo avoisenza Potervi nascondere'

lieve, una costernazione'Era così bello Parlareinsieme, seduti di fronte:

così bello confonderei volti (fumare,scambiandoci le sigarette)'

e tutto quel raccontaredi noi [quell'inventarefacile, nel dire agli altri)'fino a poter confessare

quantò, anche messi alle strette'

mai avremmo osato un istante

[Per sbaglio) confidare'

(scusate' E' una valigia Pesante

anche se non contiene gran che:

tanto ch'io mi domando Perché

l'ho recata, e quale

aiuto mi Potrà darepoi, quando lavrò con me'

Ma pur la debbo Porhre',oo fott" che Per seguire l'uso'

l.asciatemi, vi Prego, Pas§are'

Ecco. Ora ch'essa è

nel corridoio, mi sento

più sciolto. Vogliate scusare)'

Dicevo, che era bello stare

insieme. Chiacchierare'

Abbiamo avuto qualche

diverbio, è naturale'Ci siamo - ed è normale

anche questo - odiatisu più d'un Punto, e frenati

soltanto Per cortesta'

Ma cos'importa' Sia

come siatornoa dirvi, e di cuore, grazle

per lottima comPagnia'

Congedo a lei, dottore'

e alla sua faconda! dottrina'

Congedo ate,ragazzina,*iÉ", e al tuo lieve afrore

di ricreatorio e di Pratosul volto,la cui tintamite è sì lieve sPinta'

Congedo, o militare(o marinaio! In terraàome in cielo ed in mare)

alla Pace e alla guerra'

Ed anche a lei, sacerdote'

congedo, che m'ha chiesto s'io

1scÉrzava!) ho avuto in dote

ài credere al Yero Dio'

Congedo alla saPienza

e congedo all'amore'Congàdo anche aIIa religione'

Orrnai sono a destinazione'

Ora che Più foÉe sento

sffidere il freno, vi lascio

dawero, amici' Addio'

Di questo, sono certo: io

son giunto alla disPerazione

calma, senza sgomento'

Scendo' Buon Proseguimento'

fGiorgio Caproni, Congedo del viaggiatore

cerimonioso e altre prosapopee' 1965J

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tr..itania

Gcnova rnia cirtà inrcra.6:eranio. prilaeriwa.

(ìcnova di fr.rrt.l .; rìr.i:r,nna /at.a,;n,t, treilt rit.

Gcnova crmà pulira.

. l]rczza a /uce in .wlìta.Gcnova ,ircrficalc,

uertigi.n4 aria,,tca/e.

(ìcnova ncra c bianca.(.,acir tt; r ur. [ ) rI,t n ;, t -(ìcnova doirc 1-10r-ì ,1r..,,»tìrL norue, v.r tan I iut.

Gr:rirtya mio rirnario.paerizta. Si/laba io.

(ìclrrtya rnia rradrta,titntr_ro di tutta /a yita.

Gr:nova in cornitiya.Gttl,lo Attittt,t t ìu,t

C'cnova cii soliruclinc..rtr*/ucult, ùriet udine

Genoya di limone.Di $ecdcio. l)i cannone.

Gcnova da inravedcre,mattoni, ghiai a, scrsgltere.

Genova grigia e celeste.

^ Ragazze. Bofiiglte. G:te.Genova di rufo e sole,

rincorse, sa.rsaiole.

Gennva mffa tetto.Maceyie. CastelLetto.

Genova d'aerci fa,ti,Albàro, Rorgoratti.

Genova che rni srruggi.Inteilini. Caruggi.

Genova e così sia,mare in un'asteria.

Genova illividita.Inaemo nelle dita.

Gcn<-rva mcrcantrilc,industriale, riuile

Gcnova d'uornini destri.Arnaldo. San Giorgio. Sestri.

Genova di banchina,trantatlantico, lnna.

Genova tutta canfiere.Bisagruo. khtetlere.

Gcnor,a di canarino,

,ùersiana mrde, zercÌt i no.

Genova di torli hianche.Di fuuri. Di ltalawhe.

Genova in saiamoi:t,drEud. fft{.}rtd di woia.

Genova etri niala voce.Mia dtlixia, klia mtce.

Genova d'Oregina,larniera, uenla, brina.

Genova nnme b.arbaro.Carnpana. .Mon tale. S fsarbaro.

Genova di casarnenrilunghi, miei tormenti.

Genova rli scntina,Di lata\u,;ts. Ì-atrina.

Genova di petrolier,*,s t rxggimen ta, s mgli era "

Genova cli tramontana,"Di tanfo" Di sailana.

Genova d'acquama:ina,area, l,udtina.

Genova c:li luci ladre.ITiglirili. FaCre, tuIadr*

Genova vecchia e fagazza.)pazzia, ad.sz, lewdzzd..

Genova rli Soziglia.{uniaila. pollamt. Trigli a.

Genova d'aglio e di rose,di Prà, di Fontane fuIarose.

Genova di Caricarnenro-Di [,/okri. I)i sgomruta.

Gcnova del I'Acquasolalda lc i.r s i m a, u.r i gn ola.

Genova fufta colore.Bantli era. Ri march i ato ye.

Genova viva e cl,ilerta,. salino, orto, spùlleild.

Genova di llarile.

t\ (,auolica. Atqua d aprile.\rcnoyL Cip.mun$ru,

brtrci o{i la., trmp i s t a.

Genova cli Corso Odcione.Mtt reggiata. Spin tone.

Gcnova di piovasco, '

"follia, Faganrrui, Magrarco "

Genova che non mi lascia.

^ Mia fidanzatu. Bagascia.Genova ch'ò'turto dire

rcspiro da non-j"truire

LTCTIOVA quarta COfdA.

Sirma che non si scorda"Genova ctr'ascfnsorfi,

pttteffiq .rlretta al cu*re-

Genova mio petrorale.fu{i o fatsetto. Crinale.

(ienova illurnirrata,ttotl u w tt, ar^ni du, alz ata.

Genov* di mio fratello.(a,aedral . Bord.ello.

Genova cli violino,di topo, di rwino"

Gcnovadi mta xLrelfa,\ospiro. futrarit Stella"

Genova p,ortuale,ilnese, Silllltrdle.

Genova di Sottoripa.Fmporio, Sesso' Jjt$a.

Genova di ltorta Soprana,

d'angelo e di Pattarta"

Genova di coltello.ilti Pesce" tr)i wanteltrt"

Genova di larripionea gas, costcrna.znn€'

Genova di Raibetta'Di Gatta ALrtra. trn tta'

Gencrva della Strega,straPiornbi che i d'mzti alkga'

c'enova che non si dice'

Di barrhe. Dì aerni«'

Genova balrt,eare,

d'arl:i da nln stttrd,are'

Genova di «Faok: & I-eie».

D'i smgli. Itwonbard'o' Vele'

Genova di Villa Quartara,duue li am,oru s' imPara'

G'enova di casertta.Di latteria. Di .rltewa'

Gcnova mia di Srulla,che anaYa xel sangwe m'i urla'

(ienova d'argcnto e stagno'I)i zanzara. I)i sca'gno'

Genova di rnagro fieno,mn i le,- M aras'r i, St aglzen o'

Genova di grige mura.Dis*ato' Lt Pawra'

(ienova dell'enmoterra,ndssi rossi, ln guerra'

(ìcnova di cosc tritc'l.tt'tnarle' tr a neft"i te'

(it'nor'.t bi:tntl c 't rt:llt'.iP(r"t lt::d' I t:lt({tt' I tl d'

(ìenttva chc si r:isc;ttta''1-etkti a. Azzu tn.i' {-,a l t d "

Genova scmi)rc u tTl';ln''l'

Prtseil te' Part t gt atta'

(icnuva dclla rnia lìina'l/ al trebhia' Aria fitta'

( llnr.rvrt lt'Lt'st' tli {ilulic' i,.ttt.,.' cÌ"i''' lu' fsrttrt tttt'''1[ic'

Clcnova scllìPrcì nuova'

l;jtt, l.r ri ril rt,t,t-(ìtnova iunglr t iorlt'ìtìl'

P"ttì'tìt 'ltlla tttrt Sjlttttt't

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(lcntlv lr 1'rlltr lti t:itl tt:'

)Vi, ,,,rn'. ùlir, bullautt

Cicnova mio ilomicilio,tkn'e ru'e nato ,4ttilirt'

(icn ova dr:l1'Actluavcr<'lc'Àrlio Patlr"t the 'Yi si Percle '

(icnova di singtuozzi.ntia tùdrt, l'-ia Htt"ttitt'titnL 51ru:::ii'

Gcnova cli larrrenti.ilrtea,, IfurnùardarneYt ti.

Genova clisperata,inuano da me intPlorata'

Genova detrla Spezia.

lnfanzia che si srrezia.

Genova di lJvorno,parlenza smza rilotYo-

Genova di tutta Ia vita.Mia litania infinita.

(ì'enova di stoccafisso'e di garofana, fxob*rs eg li o c{rtr,' e itrc I i n ala runriine: la rima.

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Qricsta ilot[c,{i:a }c hotti ormai sccchcd'una cantit-la abtranclonala<lo,',c il silcnzio si cl<lndola

su ailachc di ragnat,tic,Ì)uss1,,

1a rnia girttil,ìl:l pa rtorittr t rc Slttirri trcri.Non irn;rorta a ncssllno, ht [)ussy'rlrbi;r Ilrtorito.a ncssuno vicnc in rxìentc

di rncttcrc lrocchi su11'usrcio.

L incliffcrcnza vcrso cio che èin{'criorc,ìnt:olla ruìanno sul votto clcgii uornini"Ma. intanto, Pussy t fclicc,offrc itr suo sc1l0 ,.;onfìoa trc bocchc affamatec inscgna alla supcrbiadc,gli inclifferentichc ciarc la vita ò'acccndcrcuna lucc cli gioia. scmprc,anchc ncl br-rio di ilna cantina abbandonata.

Vr v rax L,q trnllc*iu r_,

A1 piccione invcsriro tl D -j -2A0j,a i\{ilano in via mipare Lorenteggio

Qualc csca ciualc scli-risita briciolatr ha chiarnato vicnrivieni, sci sccsoc{al rnarciapicdi vispo comc;:,cnsairclcr' che qiornrifortunato o5;gi, stai l(sclraiato colltc r;n s<lldatoinsanguinato, ti frcrlaancora viva rri,il'el.r trrrr 1ri11111;g

grigio-arqcnto (o malgari òin vcnto?).

( ì,nrlint rrt.L,q M,{t"tr't'I

(1,,n. t "tt"

nrir.: canc

cenc di cantoc occl:i ,li stcllcti,i,*ci il pargolo unito vividoalla i:riu. sah,'ezza

rnimaie anima tu inclcnnc <-1a maic

c,,rnclorc c can,iicloiri Lapcr

i-'c !:111 iì11 clltc,]lno re P(jrtr::ni ucsto lllio u l)cr nrie ctlPlt

tii tr-tostrazionc clell'esscrc onnivago

, ire trri trci'.:.t, chc tni l)r(\'ictìr: "

ircntrc tu, é{cncroso, oh, LaPo

chc pa:ricnti c cla urolti nrorbi

clist,::gli

sci lucc c laccio nrioftancir-rl[o pcr ]a vitairl r,ita.

gttt-c-o'1/s X-t-\Goczk, ZDoj J

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A,{a nm Lurs,t Splzr,,rNr

In Coniglici

11 C,oniglio è il contrario di un eroc.ltressuna sccna di battagnie c assecline [a un protagonista: la cautela<lcl suo sguardo guiarclingo, nn 1:o'vctroso,c qtrci passerti c salti alla Charlot...fiiascica I'e rba, rr:mina, risucchia.trou Iìr rrrrii rrlt ro. Lo possierno anrlre ?

lv{a è bell,: quanrlo è ritto. venrrc lucido<la tcicra r:incse , c soprattuttope r lc stupcni-lc orccchic. antcnnc {issea captarc mcssaggi cla un suro cicio.Ecccl una fresca dàrscna dl vcleiltalcnanri in giochi di iibeccio,ccco sciami di Iìgli, conigliettiIriunchi c rosati strl vcr.l.. clcl praro., tilt'gra sic'p.'. luiilrrlil I <;rcstadi ciclarnini che non appassiscono.

Varsxrnvo Zsrcrml+

Giancr

Sfoglio l'albumdel bianco e nero:sta in bella posanella foto ricordoi}ftrrl:o cacciatore;un merlo, Lrn topo, un geco,tutte prede d'unL giornodetr rnio gatro Giano.Vado ancora a ritrosoed ecc<l chi ti ritrovo:un altro aniinale caro,il mio cavallo a dondolo.

Grusr V'itrutnHc1

La rondine

L, l'ansia dcll'arri,,ro* rncrnoria cli altr:i cieligià solcati d'aurlrnnoc abbandonati omai pcr stanco amorc --chc folgora la roncline sfrcmatasulla notta d'arrirro?

0 non ò il dubbiochc il viaggio onniri conciusonon sia r:hc il punto ncrochc conrpcnclia la curva c la rcstringe{ìno ali'rpicc cstrcilìo <lclla rcsa}

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h.; Sr;;ino i{nuor}iiÉ?à il?*zg'*reffa"

La iuce lieneIa notte ci lasciatoglie la sua l,estensra da sera

e nìerre un abirc ceiestinocon un taschinocclor del martino.

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LA POESIA ITALIANA (1877- 1971)

CRONOLOGIA ESSENZIALE

1877 – Carducci, Odi barbare (poi 1882 Nuove odi barbare e 1889 Terze odi barbare) 1891 – Pascoli, Myricae* (poi varie edizioni fino al 1903) 1893 – D’Annunzio, Poema paradisiaco 1897, Pascoli, Poemetti (poi 1904 Primi poemetti e 1909 Nuovi poemetti) 1903 – Govoni, Le Fiale* 1903-1904 – D’Annunzio, primi tre libri delle Laudi (in particolare 1903, Alcyone) 1905 – Palazzeschi, I cavalli bianchi* 1907 – Gozzano, La via del rifugio* 1910 – Palazzeschi, L’incendiario 1911 – Govoni, Poesie elettriche Gozzano, I colloqui Saba, Poesie* Sbarbaro, Resine* 1913 – Rebora, Frammenti lirici* 1914 – Campana, Canti orfici* 1916 – Cardarelli, Prologhi* Ungaretti, Il Porto Sepolto* 1919 – Ungaretti, Allegria di naufragi 1920 – Sbarbaro, Trucioli 1921 – Saba, Il Canzoniere 1925 – Montale, Ossi di seppia 1929 – Bertolucci, Sirio* 1930 – Quasimodo, Acque e terre* 1931 – Ungaretti, L’Allegria 1932 – Gatto, Isola* Quasimodo, Oboe sommerso Betocchi, Realtà vince il sogno* 1934 – Bertolucci, Fuochi in novembre

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1935 – Luzi, La barca* 1936 – Ungaretti, Il Sentimento del tempo Quasimodo, Erato e Apollion Caproni, Come un’allegoria* Pavese, Lavorare stanca* Sinisgalli, Diciotto poesie* 1937 – Gatto, Morto ai paesi 1938 – Penna, Poesie* Caproni, Ballo a Fontanigorda Luzi, Avvento notturno Sinisgalli, Poesie 1939 – Montale, Le occasioni Gatto, Poesie Sinisgalli, Campi elisi 1940 – Quasimodo, Lirici greci 1941 – Sereni, Frontiera* Parronchi, I giorni sereni* Caproni, Finzioni 1942 – Quasimodo, Ed è subito sera Sereni, Poesie Bigongiari, La figlia di Babilonia* Pasolini, Poesie a Casarsa* 1943 – Montale, Finisterre Caproni, Cronistoria 1945 – Saba, Il Canzoniere (2° ed.) 1946 – Fortini, Foglio di via* Quasimodo, Con il piede straniero sopra il cuore Govoni, Aladino 1947 – Ungaretti, Il dolore Quasimodo, Giorno dopo giorno Sereni, Diario d’Algeria Luzi, Quaderno gotico Sinisgalli, I nuovi campi elisi 1948 – Sinisgalli, Quadernetto della polevere Risi, L’esperienza* 1950 – Ungaretti, La Terra promessa Gatto, Nuove poesie 1951 – Zanzotto, Dietro il paesaggio*

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Erba, Linea K* Saba, Il Canzoniere (3° ed.) Bertolucci, La capanna indiana Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi 1952 – Ungaretti, Un grido e paesaggi Luzi, Primizie del deserto Caproni, Stanze della funicolare Sinisgalli, La vigna vecchia Saba, Cose leggere e vaganti 1953 – Quasimodo, Il falso e il vero verde Giudici, Fiorì d’improvviso* 1954 – Pasolini, La meglio gioventù Gatto, La forza degli occhi Pagliarani, Cronache e altre poesie* 1955 – Sinisgalli, Quadernetto 54-55 1956 – Montale, La bufera e altro Penna, Una strana gioia di vivere Caproni, Il passaggio d’Enea Saba, Preludio e fughe Sanguineti, Laborintus* 1957 – Pasolini, Le ceneri di Gramsci Luzi, Onore del vero Zanzotto, Vocativo Penna, Poesie 1958 – Penna, Croce e delizia Pasolini, L’usignuolo della chiesa cattolica Bigongiari, Le mura di Pistoia 1959 – Fortini, Poesia e errore Caproni, Il seme del piangere 1960 – Sbarbaro, Scampoli Ungaretti, Il Taccuino del vecchio 1961 – Gatto, Poesie del 1929-1941 Betocchi, L’estate di San Martino Pasolini, La religione del mio tempo AA. VV., I Novissimi Raboni, Il catalogo è questo* Sanguineti, Opus metricum 1962 – Zanzotto, IX Ecloghe Pagliarani, La ragazza Carla e altre poesie 1963 – Giudici, L’educazione cattolica

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1964 – Rosselli, Variazioni belliche* Luzi, Nel magma Pasolini, Poesie in forma di rosa 1965 – Sereni, Gli strumenti umani 1966 – Caproni, Il congedo del viaggiatore cerimonioso e altre prosopopeee 1968 – Zanzotto, La beltà 1971 - Montale, Satura Luzi, Su fondamenti invisibili Bertolucci, Viaggio in inverno Pasolini, Trasumanar e organizzar

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TESTO POETICO E RIUSO DIDATTICO

• La funzione poetica • I livelli di analisi del testo poetico

(metrica e retorica) • Istituzioni poetiche: definizioni ed

esempi • Gli obiettivi didattici • I giochi di parole • L’osservazione didattica sul testo

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JAKOBSON, ATTI COMUNICATIVI

• CONTESTO • circostanze esterne, contesto •

• MESSAGGIO • EMITTENTE testo DESTINATARIO • Chi parla chi ascolta

• CANALE • mezzo materiale utilizzato •

• CODICE • sistema di segni utilizzato

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Sul testo poetico e il suo riuso didattico

• La funzione poetica • I livelli di analisi del testo (metrica e retorica

del testo poetico) • Gli obiettivi del testo poetico • Giocare con le parole • Esempio di Osservazione didattica sul testo

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JAKOBSON, LE FUNZIONI DEL LINGUAGGIO

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I LIVELLI DELL’ANALISI DEL TESTO POETICO

• Il testo stratificato • Reticolo • Isotopia • Il significato nasce dall’integrazione dei diversi

livelli testuali • Livelli: Strofico-strutturale Sillabico-metrico Ritmico-prosodico Ritmico-fonico Sintattico Semantico

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LIVELLO STROFICO-STRUTTURALE

I VERSI sono generalmente raggruppati in STROFE I raggruppamenti strofici possono essere • Regolari/Irregolari • Liberi /Codificati (Strofe a schema fisso sono: monostico, distico, terzina,

quartina, sestina, settima rima, ottava, nona rima)

• Le più importanti forme strofiche codificate della tradizione italiana sono Canzone (5 strofe dette “stanze”) e Sonetto (14 versi, 2 quartine + 2 terzine)

• Haiku = componimento giapponese 3 versi 7/5/7 sillabe

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LIVELLO SILLABICO-METRICO

• Sillaba: unità di misura del verso • Quante sillabe metriche compongono un verso? • Nel computo delle sillabe metriche incidono alcune

figure metriche : • SINALEFE (fusione di vocale finale e iniziale di due parole)

Es: Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono (Petrarca)

• DIALEFE (mancata fusione sillabica) Es: Là onde il Carro già era sparito (Dante, Purg.)

• Metaplasmi: fusioni o mancate fusioni all’interno di una parola (ELISIONE, AFERESI, SINCOPE, APOCOPE)

Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge (Foscolo, Alla sera)

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LIVELLO RITMICO-PROSODICO • PROSODIA = studio delle regole metriche • Il più importante elemento prosodico è l’ACCENTO (Altri

elementi: TIMBRO, DURATA, INTENSITA’, INTONAZIONE) • L’accento del verso si chiama accento prosodico, o ICTUS • Individuare gli accenti prosodici primario (´´) secondario (``) • In base al computo sillabico-metrico e alla collocazione

dell’ictus primario, si definiscono i possibili tipi di versi: trisillabo, quadrisillabo, quinario, senario settenario, ottonario, novenario decasillabo, endecasillabo, dodecasillabo, martelliano (detti

“ennesillabici”)

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ENDECASILLABO • Ictus primario 10° sillaba • Quante sillabe nel verso? Se l’ultima parola è PIANA avrà 11 sillabe Se l’ultima parola è SDRUCCIOLA avrà 12 sillabe Se l’ultima parola è TRONCA avrà 1O sillabe

• Due emistichi (= metà verso) in una delle due seguenti

combinazioni: 1. Settenario + quinario (ictus secondario sulla 6° sillaba)=

ENDECASILLABO A MAIORE 2. Quinario + settenario (ictus secondario sulla 4° sillaba) =

ENDECASILLABO A MINORE

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ESEMPI DI ENDECASILLABI

• Mi nasconda la notte e il dolce vento (Penna)

• E vi rivedo, o gattici d’argento (Pascoli)

• I turbini sollevano la polvere (Montale)

• E la vita, sapessi a me che fu (Sbarbaro)

• Giù da foreste vaporosi immensi (Luzi)

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LIVELLO RITMICO-FONICO

• Figure foniche: • RIMA e sue varianti: ASSONANZA • CONSONANZA • QUASI RIMA • RIMA EQUIVOCA • RIMA IPERMETRA • RIMALMEZZO • Altre figure foniche: • ALLITTERAZIONE • PALINDRONO • PARANOMASIA • ONOMATOPEA • • Disposizione codificata delle rime: • BACIATA (AA BB) • INCATENATA (ABA BCB CDC) • ALTERNATA (ABAB) • INCROCIATA (ABBA)

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LA RIMA

• “Perfetta identità di suono dell’uscita del verso a partire dall’ultima vocale tonica” (Elwert)

• La poesia del 900 predilige le sue variazioni e tende a essere imperfetta. Inoltre evita gli schemi codificati delle rime (baciata, incatenata, alternata, incrociata)

• È più frequente tra le uscite piane, più rara tra le sdrucciole. • Ha anche una funzione mnemonica (filastrocche, canzoni,

proverbi). • Oltre a una funzione fonica, ha un’importante funzione

semantica, perché segnala un nesso tra due termini (magari apparentemente distanti).

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LIVELLO SINTATTICO

• Disposizione degli elementi sull’asse sintagmatico. • Frequente la non corrispondenza con l’ordine

versale • Figure retoriche ricorrenti: • ENJAMBEMENT • ANASTROFE O INVERSIONE • ANAFORA/EPIFORA • ANADIPLOSI • Qualche esempio: (…) e il mondo è un grande/ deserto./Nel

deserto/ io gurado (…) (Sbarbaro) (enjambement e anadiplosi) • Questa/ bella famiglia d’erbe e d’animali (Foscolo)

(enjambement e anastrofe)

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LIVELLO SEMANTICO • Figure retoriche semantiche (che incidono sul significato): SIMILITUDINE (L’Isonzo scorrendo/ mi levigava/ come un sasso, Ungaretti) METAFORA (Forse un mattino andando in un’aria di vetro, Montale) METONIMIA SINEDDOCHE • Figure retoriche logiche (che modificano il senso dell’espressione): OSSIMORO (la morte che vive, Montale) ANTITESI ( Pace non trovo, e non ho da far guerra, Petrarca) LITOTE (Don Abbondio non era nato con un cuor di leone, Manzoni) RETICENZA, IRONIA, ALLEGORIA, IPERBOLE (più frequenti nella

narrativa)

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LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA

• METAFORA – Spostamento di significato in cui si confrontano due termini che hanno tra di loro un rapporto di somiglianza, estrinseco, cioè paradigmatico (capelli biondi/oro= capelli d’oro). Il termine intermedio è taciuto (es. giallo-biondo).

• Può riguardare tutte le parti del discorso, verbo sostantivo aggettivo (più comune).

• Per sciogliere la metafora ci si deve riferire al contesto della poesia.

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LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA

• METONIMIA – Figura retorica di trasferimento semantico che utilizza un termine al posto di un altro (letterale e traslato), laddove, a differenza che nella metafora, tra i due vi è un rapporto di contiguità spaziale o temporale, intrinseco, sintagmatico.

• Anche nella SINEDDOCHE c’è un rapporto ‘interno’ tra i due termini, ma di misura, maggiore o minore estensione.

• La SIMILITUDINE è invece una comparazione esplicita tra due termini (spesso mediante l’avverbio «come»)

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LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA

• Rapporti di METONIMIA: • causa per effetto e viceversa; • materia per oggetto; • astratto per concreto e viceversa; • mezzo per persona.

• Rapporti di SINEDDOCHE: • parte per il tutto e viceversa • genere per specie e viceversa; • singolare per plurale e viceversa. • La sineddoche può essere particolarizzante o generalizzante

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LAVORARE COL TESTO POETICO: PRINCIPALI OBIETTIVI

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AVVICINAMENTO AL TESTO E AL LINGUAGGIO POETICO

• Educare al gusto e al giudizio estetico • Ascoltare e cogliere il senso del testo • Cogliere gli elementi enigmatici del testo • Cogliere le immagini del testo • Osservare la modalità di costruzione del testo • Riflettere sulla peculiarità della struttura poetica • Notare gli elementi metrici basilari • Contestualizzare il testo

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COGLIERE IL RITMO E FAVORIRE L’ASCOLTO DELLA MUSICA

• Cogliere musicalità e ritmo attraverso rime e accenti

• Abbinare musica al testo poetico • Tradurre il testo in musica • Riprodurre mediante percussioni il ritmo del

testo • Riprodurre le parole con strumenti musicali

(es. onomatopee)

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ARRICCHIRE IL LESSICO E ACCENTUARE LA FAMILIARITA’ CON LE PAROLE

• Conoscere nuove parole ed espressioni • Fare ricerche su nuove parole • Cercare sinonimi • Giocare con le parole (anagrammi,

metagrammi, scarti, zeppe) • Comporre calligrammi/acrostici/anagrammi • Trovare parole in rima

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SVILUPPARE COMPETENZE TESTUALI

• Riflettere sulla punteggiatura • Stimolare l’uso del linguaggio figurato e della

metafora in particolare • Comprendere e utilizzare la similitudine • Riconoscere e produrre le figure foniche di

base (rima, allitterazione, onomatopea)

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ACCOSTARE LA POESIA AD ALTRE FORME TESTUALI

• Confrontare il testo ad altri testi poetici (es. filastrocche)

• Confrontare più poesie sullo stesso tema • Accostare la poesia a cartoni animati/ film/

fumetti/ quadri/ canzoni

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TRADURRE LA POESIA IN ALTRE FORME TESTUALI

• Trasformare la poesia in fumetti • Trasformare la poesia in disegno/ sequenza di

disegni • Trasformare la poesia in una rappresentazione

grafica • Trasformare la poesia in una partitura

musicale

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LAVORARE SULLE IMMAGINI • Rappresentare il testo in forma visiva • Tradurre in disegno • Tradurre in immagini pittoriche • Associare parole e immagini • Tradurre in immagini le emozioni suscitate dal

testo • Produrre collage di immagini ispirati al testo • Produrre fotografie partendo dal testo • Produrre semplici video partendo dal testo

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UTILIZZARE CORPO E MOVIMENTO

• Sviluppare l’uso dei sensi • Tradurre in danza/ drammatizzazione • Produrre una semplice coreografia

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ATTIVARE COMPETENZE INTERDISCIPLINARI

• Veicolare contenuti storici e geografici • Sviluppare attività matematiche • Sviluppare attività di disegno e musica • Attivare conoscenze di L2

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SCRIVERE TESTI • Sperimentare la scrittura poetica guidata

mediante variazioni testuali • Scrivere le proprie esperienze • Produrre frasi a partire da una parola • Scrivere brevi testi descrittivi • Scrivere testi argomentativi semplici e guidati • Scrivere testi narrativi • Scrivere testi poetici

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RIFLETTERE SUI CONTENUTI • Favorire l’osservazione della natura e del

mondo circostante • Sviluppare empatia verso il mondo circostante • Riflettere sui mutamenti storici • Riflettere sui mestieri e sui modi di vivere • Riflettere sulle diverse culture e sulle relative

festività/ cibi / abitudini/ abbigliamenti/ lingue / religioni/ rituali

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ACQUISIRE CONSAPEVOLEZZA DI SE’

• Esprimere i propri sentimenti, emozioni, paure

• Relazionarsi al proprio vissuto • Diventare consapevoli della propria

soggettività • Sviluppare empatia verso gli altri e il

mondo circostante

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FAVORIRE LA COOPERAZIONE • Imparare a lavorare in gruppo • Imparare a lavorare in coppia • Riconoscere i propri errori mediante il confronto con

gli altri

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I draghi locopei 1 • Anagramma = comporre altre parole o frasi

con le stesse lettere in diversa posizione cosa/caso, roba/baro/bora • Scarto/Zeppa = togliere/inserire una lettera o

sillaba per modificare la parola: Rape/ape; rumore/more; tappeto/tappe Ciglio/cigolio

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I draghi locopei 2

• Cambio di lettera Ballo/bello; agile/abile • Metagramma = passaggio progressivo da una

parola a un’altra mediante cambi di una lettera per volta

Casa/ cala/ sala/ sale/ sole

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I draghi locopei 3

• Catene di parole = costruire frasi di senso compiuto le cui parole siano legate da uguale sillaba alla fine/all’inizio:

Il sorriso soffice celava vari ritorni

• Acrostici = frasi costruite con parole le cui iniziali costituiscono un’altra parola

Andiamo naturalmente navigando ancora

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I draghi locopei 4

• Lipogramma = testo in cui viene tralasciata una certa lettera (vocale) dell’alfabeto

• Calligramma = scrittura che riproduce una data forma (vedi dispensa)

• Il nome della forma = assegnare un nome inventato a diverse forme di oggetto (es. foglie)

• Vignette = aggiungere fumetti alle immagini

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Parodie Parodia di Rio Bo di Aldo Palazzeschi Pozza Ro Sei capanne Di tetti di paglia, Un arido deserto, Un’oasi straripante: Pozza Ro, Una palma dormiente: Minuscolo villaggio, è vero, Un villaggio da nulla, però… Continuamente un fuoco, Un enorme, gigante sole, Spunta insicuro, Bruciando l’intera palma Di Pozza Ro. Un timido sole innamorato? Chissà che bei Fusti in città! Anna Laura Fioribello II^Alst

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Un esempio di Osservazioni didattiche: Trieste di U. Saba

Il testo, proposto in relazione ad altri testi che focalizzano un’immagine di città, può servire a comparare diverse modalità di rappresentazione di uno stesso oggetto (la città, l’habitat, il rapporto con lo spazio). L’importanza didattica principale della poesia risiede nella stimolazione di una riflessione sul proprio rapporto col luogo di vita e sulla propria capacità di osservazione meditativa.

Il testo appare piuttosto impegnativo a livello lessicale, e necessita di un lavoro di chiarimento lessicale e semantico (es. perché l’uso delle parole alterate). Tale caratteristica può dare luogo a un lavoro sul lessico e sulla grammatica. Appaiono idonei obiettivi legati all’uso e alla conoscenza delle parole.

Non appare invece di particolare rilievo l’aspetto fonico-ritmico, anche per questo la poesia non è adatta alle prime classi.

Il testo si presta all’osservazione delle caratteristiche formali essenziali del testo poetico, quali l’isotopia in ambito lessicale, sintattico, ritmico, fonico.


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