LUMSA
Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria
Insegnamento di DIDATTICA DELLA LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA
a.a. 2017-18
Primo modulo, ottobre-dicembre 2017
Prof.ssa Caterina Verbaro
LA POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO:
STORIA, ISTITUZIONI
E USI DIDATTICI NELLA SCUOLA PRIMARIA
DISPENSA DI TESTI POETICI E MATERIALI DIDATTICI
?Auzzesc1l
CHI SONO?
forse un poeta?No, certo.Non scrive che una patola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
"folliatt.Son dunque uri Pittore?Neanche.Non ha che un colorela tavalazza delltanima mia:
trmalinconiatt.
Un musico, allora?Nemmeno.Non ctè che una notanella tastiera delltanima mia:
ttnostalgiatt.
Son dunque... che cosa?
Io metto una lentedavanti al mio cuoreper fado vedere alla gente.
Chi sono?Il saltimbanco delltanima mia
Fqrnuz Zscut
tossisce,Clof, clop, cloch, Clo{, clop, cloch,
cloffete,cloppete,ciocchete.chchch...
ciop, cloch,
Biu',nel cortile.
poverami fa
spasimo! pocobene,tanto..."
ossl§ce, Che lagno!Ma Habel!tossisce,Vifforia!Andate,correte,chiudeteIa fonte,mi uccidequel suoeterno tossire!Andate,mettetequalcosaper farlafinire,magari...
pocoLAL,l . "..
di nuovo.
poverafontana,il male
haiil cuore
preme.i tace,
gettanulia.
Si tace,magaris'ode
di sorla
morire.Madonna!Gesù!forse...
forse Non più!
sia morta?C)rrore
Non più.
no"
Mia poverafontana,
R.ieccoancora
eol rnaleche hai.
uccidi
GTUSEPPE UNGARETTI
I fiuni
Cotici iI 16 agosto 1916
Mi tengo a quest'albero mutilatoabbandonato in questa dolinache ha il languoredi un circoprima o dopo lo spettacoloe guardoil passaggio quietodelle nuvole sulla luna
Stamani mi sono distesoin un'urna d'acquae come una reliquiaho riposato
Lllsonzo scomendomi levigavacome un suo sasso
Ho tirato suIe mie quattr'ossae me ne sono andatocome un'acrobatasull'acqua
Mi sono accoccolatovicino ai miei pannisudici di guerrae come un beduinomi sono chinato a ricevereil sole
Questo è I'Isonzoe qui megliomi sono riconosciutouna docile fibra
dell'universo
Il mio supPlizioè ouando,ron mi credo in armonia
Ma quelle occultemaniche m'intridonomi regalanola rarafeiicità
Ho ripassatole epochedella mia vita
Questi sonoi miei fiumi
Questo è il Serchioal ouale hanno attintoduèmil'anni forsedi gente mia camPagnolae Àio p"dre e mia madre
Questo è il Niloche mi ha vistonascefe e cresceree ardere d'inconsaPevolezzanelle estese Pianure
Ouesta è la Senna
e-in quel suo torbidomi soìo rimescolatoe mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumicontati nell'Isonzo
Questa è la mia nostalgiache in ognunomi traspareora ch'è notteche la mia vita mi Pareuna corolladi tenebre
G. Ungarettir ll porto sePoltoMariano il 19 giugno 1916
Vi arriva il poetae poi torna alla luce con i suoi
e li disperde
Di questa poesiami restaquel nullad' inesauribile segreto
U. Saba, Trieste
Ho attraversata tutta la città.Poi ho salita un' ert4popolosa in principio, in 1à deserta,
chiusa da rur muricciolo:un cantuccio in cui solosiedo; e mi pare che dove esso termina
termini la cirè.
Trieste ha una scontrosagazia. Se piace,è come [r'ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azrurne mani troppo grandi
per regalare un fiore;come un amore
con gelosia.Da quest'erta oglu chies4 ogni suaviascopro> se mena all'ingombrata spiaggia
o alla collina cui, sulla sassosa
cima una casa I'ultima s'aggrappa.
Intomocircola ad ogni cosa
un'aria stran4 un'aria tormentosa,
l'aria natia.
ta mia città che in ogru Parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, allamiavitapensosa e schiva.
(Umberto Saba, daTrieste e una danna,1910-
12)
canti
G, Ungarettr, Comruiato
Gentile Ettore Serrapoesiaè il mondo I'umanitàla propria vitafioriti dalla parola
la limpida meravigliadi un delirante fermentc
Quando trovoin questo mio silenziouna parolascavata è nella mia vitacome un abisso.
G. Ungaretti,Itfrlia
Sono un poetaun gndo unanimesono ur grumo di sogni
P. Jahier, Giorni
che la minima buona azione
vale 1a più bella Poesia.
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5. GoaI
Ii portiere caduto a1la difesauitima vana, contro terra celala faccia, a non veder l'amara luce.Ii compagno in ginocchio che l1nduce,con parole e con mano, a rilevarsi,scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La iolla - unita ebbrezza - par trabocchinel campo. Intorno a.l. vincitore stanno,al suo collo si gettano i frateili"Pochi momenti come questo belli,a quanti lbdio consuma e l'amore,è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete invioiata iI portiere- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,con la persona vi è rirnasta sola.La sua gioia si fa una capriola,si fa baci che manda rdi lontano.Deila festa - egli dice - anch'io son parte.
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Mi nasconda la notte e il dolce vento'
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico antico flume lento'
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
r.Àpt* da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore'
La luna si nasconde e Poi riaPPare
- lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare'
(S. Penna, rn Poesie,1939)
;leRtÉLL f N\ s(A
di tuttc quesis niente. qliesis nicqteaddosso. corne un {ùrso. queste vesae
che stinge. sciupa. sm*gi&r fra le lesteungi:ie .*egi!. a*ni. qil*esie iuci spente
inescra'bilmenre. questa *:entetar:ata e queruia. rii turte quesieoie rincorse a fa.-ae specchio e ae§te
Btrr le irascsrse e i§]rl1e.rse ' resia r:iente.come la §pug*a tutto §i contleae.
si sputa. si riassorbe . menire il sieroehe ei s*mme;ge itgr*ssa. e al dcpc vie*e
un dal:o. uil *iente ai niente. iir-rcité interoierrio sovviene i1 gusto deii'insieme.r.restice eicec. che anirr:a il psrlsiero
e\xoLlI,'ASSIUOLO
Dov'era la luna? ché il cielo
.roi*" in un'alba di-Perla'ed ersersi il mandorlo e L[ melo
;;;;?;" a meglio vederla'
' V.ìi.rano soffi di lamPi. .
à^ "" ".t" di nubi laggi6;
,r".ri.r" una voce dai camPi:chii...
Le stelle lucevano rare
'o tra mezzo alla nebbia di latte:sentivo il cullare del mare,
t."tl"" un fru fru tra le fratte;ta"ii"" nel cuore un sussulto'."À'..o d'un grido che fu'
t' Sonava lontanò il singulto:cbiù...
Su tutte le lucide vettetremava un sosPiro di vento:souassavano le cavallette
' finissimi sistri d'argento(tintinni a invisibili Porlg -
che forse non s'aProno Ptu /"')ie c'era quel Pianto di morte"'cbii...
SANDRO PENNA
Non è latimidezza che tu celi forse un sogno
confuso degli dei?
Amore, amore,
lieto disonore
f)itcmi, grandi albcri sogflarlti,a, voi noà baftc il cuofc ,:1uanclo zmolefa caniat la cicala, quanilo il sole
sorprende e lascia ir"nmobiXc ncl temixiil bàtticuorc alla tenera lucertolapetduta fra due n-rani in un dolce far niente ?
Anchc a me batte il cuore, e pul: rlon sono
io clel far,rciullo vittima innocente.
I .c 1>tlt'lc ,-1ul n ru>tltit t llolì s'J!lno-l
clic ftrori 1t piorirSia lc ccro:a'
Le ccrca. l,e ccrut. Paeicnte
si ncrdc, ritortlrr. l,t Itrcc
,r,rt ," jcllt pit,guit. l-e Pioggian0r1 sa dclla luce. Lc Port.e,lc p,trtc c.lul tlronclti son chiuse:
serrxtc xllfl. 1)lo!i,q11,serl'ate alLa Iuce-
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Scuola
NeElli azzurri rnattinilc fi1c s'u,clfc c rlcrcclei collcgiati. Cìhinisu libr:i poi, l3tnclicrt:cli nostalgia campcstrcgii alÌ:er:i allc fincstrc.
trl tteno tarder') di almeno u$'ora'L'atqrte clcl mal"c si fe piir turchilta'
Sul Àur.r calcin:rto ii crrlpr'nellocasalirrqo non sutìlla. Lt panchina
rli fctr5 scotta al sole' 'l'e cicalc
sono Ie sole Pa<lrone detrl'ola'
CorradoGovoni,inArrnoniaingrigioetinsilenzio'1903
Le cose che fanno la domenìca
L'odore catdo del pane che si cuoce dents il forno'
I1 canto del gallo nelPollaio.I1 gorgheggio dei canarini alle finestre'
r,'ittJO.iJ"cchi contro ilpozza e il cigolìo de1la puleggia'
La biancheria distesa nel Prato.Il sole sulle soglie.La tovaglia nuova nella tavola'
GIi specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.Il girovago che fa piangere la sua armonica'
I1 grido de1lo sPazzacamino.
L'elemosina.La neve.Il canale gelato.
Il suono delle camPane.
Le donne vestite di nero.
Le comunicanti.Il suono trianco e neto del pianoforte'
Le suore bianche bendate eome ferite'
I preti neri.I ricoverati grigi.L'azzttrto del cielo sereno.
Le passeggiate dei malati.Lo stormire degli alberi.
I gatti bianchi contro i vetri'Il prillare delle rosse ventarole'
Lo sbafiere delle finestre e de1le porte'
Le bucce d'oro degli aranci sul selciato'
I bambini che giuocano nei viali al cerchio'
Le fontane aPerte nei giardini'
Gli aquiloni librati sulle case'
I soldati che fanno la manovra azz1lr:tà'
I cavalli che scalpitano su1le pietre'
Le fanciulle ehe verrdono le viole'
I1 pavone che apre la ruota §opra la scalèa rossa'
Le colornbe che tubano sul tetto'
I mandorli fioriti nel convento'
Gli oleandri rosei nei vestiboli'Le tendine bianche che si muovono al vento'
Govolot,W
I1l/r'/*s-À-*t.*d
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Mario Lazi,Avorìo
Parla il cipresso equinoziale, oscttro
e montuoso esulta il caPriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumilungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso OlimPia.
Correranno le intense vie d'Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo'
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il hemebondo arnor§ è morto?
Violavano le rose I'orizzonte,
esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
laiua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori'
:::-._----=:-.a:--':--::
I itmpi de.ilct tcignolict
Vorrei che i vostri occhi potesserc veder'e
questo cielo sereno che si è aperto,
1à caima delle tegole, la dedizione
del rivo d'acqua che si scalda'
La parola è questa: esiste la primavera,
la perfezione congiunta aif imperfetto'
11 fianco della barca asciutta beve
I'olio della vernice, il raglo tt'otta'
Diremo più tardi quello che deve essere detto'
Per ora guardate la bella curva dell'oieandro'
i iampi deltra magnolia.
(Franco Fortini, daPaesaggio con serpente' 1984)
M. Luzi, o'Vola alta, Parola"
Vola alta, parolq cresci irr profonditàtocca nadir e zenith della tua significazione,giacché talvolta 1o puoi - sogno che la cosa esclami
ne1 buio della mente -però non separartida me, non arrivaxe,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii1uee, non disabitata traspareilza. . .
La cosa e la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?
E. Montale, «Forse un mattino"
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi i1 miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per f inganno consueto'
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segteto'
E, YoPTA LL-
Ti tibero [a fronte dai ghiaccioti
che raccogtiesti traversando ['attenebutose; hai te Penne laceratedai cictoni, ti desti a soprassatti'
Mezzodì: attunga nel' riquadro i[ nespoto
l'ombra nera, i'ostina in cieto un sole
freddotoso; e t'attre ombre che scantonano
net vicoto non sanno che sei qui'
I NASCOhIDIGT,I
Quando non sono certo di essere viyola cettez,za è a due passi n"la costa penaritrov'arli gli oggetti, una pipa, il cagnucciodi,legno rli mia rn,cglie, un necrotrogiodel fratello di lei, tre o quattrcl occhialidi lei ancora!, un tappo di bottigiiache colpì la sua fronte in rr.ln lontanocotillon dì capodanno a sitrs lV[ariae aitre carabattole. Mrutano alloggio, entrancrnei buchi più nascosii, ad ogni c,rahanuo rischiato il secchio deXla spazzatura.Con:ph:ttamdo tra Ioro si sono organizr.ateper sostenermi. sanno più di rneil fìlo che le lega a chi vorrebbee non osa disfarserre. Piil prossimonegli an*i il Grabelin automatico tentadi aggregarvisi, sernpre rifìutato.Lo comprantmo a Lucerna e trei dissepiove troppo a Lucerna non funzionerà mai.E infatti...
reeidere, forbiee, quel volt-o I
nella meraoria che si sfolIa,far deI grande suo viso in ascolto
la mia nebbia di senPre'
freddo cala... Duro iL colpo swetta'I'a.cacia ferita da sé scrollaguscio di ci-calala crj.ma be]-]-etta di Noveabre'
C ongda det viagg iobte ceri m on ioso
Amicucredo chesia
meglio Per me cominciare
atirar giù ta valigia'
Anche i. oot so bene l'ora
d'arrivo, e neppureconosca quali stazioni
nrecedano Ia mia,
sicuri segni mi dicono,
J, ou"nto m'è giunto all'orecchio
di questi luoghi, ch'io
vi dowò Presto lasciare'
Vogliatemi Perdonarequel Po' di disturbo che reco'
Con voi sono stato lietodalla Partenza, e moltovi sono grato, credetemi,per llottima comPagnia'
Ancora vorrei conversare
a lungo con voi' Ma sia'
Il luogo del trasferimentolo ignoro. Sentop"iò .h" vi dovrò ricordare
ip"tto, nella nuova sede'
Àentre il mio occhio giàvede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbioneche ci awolge, rosso
il disco della mia stazione'
Chiedo congedo avoisenza Potervi nascondere'
lieve, una costernazione'Era così bello Parlareinsieme, seduti di fronte:
così bello confonderei volti (fumare,scambiandoci le sigarette)'
e tutto quel raccontaredi noi [quell'inventarefacile, nel dire agli altri)'fino a poter confessare
quantò, anche messi alle strette'
mai avremmo osato un istante
[Per sbaglio) confidare'
(scusate' E' una valigia Pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch'io mi domando Perché
l'ho recata, e quale
aiuto mi Potrà darepoi, quando lavrò con me'
Ma pur la debbo Porhre',oo fott" che Per seguire l'uso'
l.asciatemi, vi Prego, Pas§are'
Ecco. Ora ch'essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare)'
Dicevo, che era bello stare
insieme. Chiacchierare'
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale'Ci siamo - ed è normale
anche questo - odiatisu più d'un Punto, e frenati
soltanto Per cortesta'
Ma cos'importa' Sia
come siatornoa dirvi, e di cuore, grazle
per lottima comPagnia'
Congedo a lei, dottore'
e alla sua faconda! dottrina'
Congedo ate,ragazzina,*iÉ", e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di Pratosul volto,la cui tintamite è sì lieve sPinta'
Congedo, o militare(o marinaio! In terraàome in cielo ed in mare)
alla Pace e alla guerra'
Ed anche a lei, sacerdote'
congedo, che m'ha chiesto s'io
1scÉrzava!) ho avuto in dote
ài credere al Yero Dio'
Congedo alla saPienza
e congedo all'amore'Congàdo anche aIIa religione'
Orrnai sono a destinazione'
Ora che Più foÉe sento
sffidere il freno, vi lascio
dawero, amici' Addio'
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disPerazione
calma, senza sgomento'
Scendo' Buon Proseguimento'
fGiorgio Caproni, Congedo del viaggiatore
cerimonioso e altre prosapopee' 1965J
tr..itania
Gcnova rnia cirtà inrcra.6:eranio. prilaeriwa.
(ìcnova di fr.rrt.l .; rìr.i:r,nna /at.a,;n,t, treilt rit.
Gcnova crmà pulira.
. l]rczza a /uce in .wlìta.Gcnova ,ircrficalc,
uertigi.n4 aria,,tca/e.
(ìcnova ncra c bianca.(.,acir tt; r ur. [ ) rI,t n ;, t -(ìcnova doirc 1-10r-ì ,1r..,,»tìrL norue, v.r tan I iut.
Gr:rirtya mio rirnario.paerizta. Si/laba io.
(ìclrrtya rnia rradrta,titntr_ro di tutta /a yita.
Gr:nova in cornitiya.Gttl,lo Attittt,t t ìu,t
C'cnova cii soliruclinc..rtr*/ucult, ùriet udine
Genoya di limone.Di $ecdcio. l)i cannone.
Gcnova da inravedcre,mattoni, ghiai a, scrsgltere.
Genova grigia e celeste.
^ Ragazze. Bofiiglte. G:te.Genova di rufo e sole,
rincorse, sa.rsaiole.
Gennva mffa tetto.Maceyie. CastelLetto.
Genova d'aerci fa,ti,Albàro, Rorgoratti.
Genova che rni srruggi.Inteilini. Caruggi.
Genova e così sia,mare in un'asteria.
Genova illividita.Inaemo nelle dita.
Gcn<-rva mcrcantrilc,industriale, riuile
Gcnova d'uornini destri.Arnaldo. San Giorgio. Sestri.
Genova di banchina,trantatlantico, lnna.
Genova tutta canfiere.Bisagruo. khtetlere.
Gcnor,a di canarino,
,ùersiana mrde, zercÌt i no.
Genova di torli hianche.Di fuuri. Di ltalawhe.
Genova in saiamoi:t,drEud. fft{.}rtd di woia.
Genova etri niala voce.Mia dtlixia, klia mtce.
Genova d'Oregina,larniera, uenla, brina.
Genova nnme b.arbaro.Carnpana. .Mon tale. S fsarbaro.
Genova di casarnenrilunghi, miei tormenti.
Genova rli scntina,Di lata\u,;ts. Ì-atrina.
Genova di petrolier,*,s t rxggimen ta, s mgli era "
Genova cli tramontana,"Di tanfo" Di sailana.
Genova d'acquama:ina,area, l,udtina.
Genova c:li luci ladre.ITiglirili. FaCre, tuIadr*
Genova vecchia e fagazza.)pazzia, ad.sz, lewdzzd..
Genova rli Soziglia.{uniaila. pollamt. Trigli a.
Genova d'aglio e di rose,di Prà, di Fontane fuIarose.
Genova di Caricarnenro-Di [,/okri. I)i sgomruta.
Gcnova del I'Acquasolalda lc i.r s i m a, u.r i gn ola.
Genova fufta colore.Bantli era. Ri march i ato ye.
Genova viva e cl,ilerta,. salino, orto, spùlleild.
Genova di llarile.
t\ (,auolica. Atqua d aprile.\rcnoyL Cip.mun$ru,
brtrci o{i la., trmp i s t a.
Genova cli Corso Odcione.Mtt reggiata. Spin tone.
Gcnova di piovasco, '
"follia, Faganrrui, Magrarco "
Genova che non mi lascia.
^ Mia fidanzatu. Bagascia.Genova ch'ò'turto dire
rcspiro da non-j"truire
LTCTIOVA quarta COfdA.
Sirma che non si scorda"Genova ctr'ascfnsorfi,
pttteffiq .rlretta al cu*re-
Genova mio petrorale.fu{i o fatsetto. Crinale.
(ienova illurnirrata,ttotl u w tt, ar^ni du, alz ata.
Genov* di mio fratello.(a,aedral . Bord.ello.
Genova cli violino,di topo, di rwino"
Gcnovadi mta xLrelfa,\ospiro. futrarit Stella"
Genova p,ortuale,ilnese, Silllltrdle.
Genova di Sottoripa.Fmporio, Sesso' Jjt$a.
Genova di ltorta Soprana,
d'angelo e di Pattarta"
Genova di coltello.ilti Pesce" tr)i wanteltrt"
Genova di larripionea gas, costcrna.znn€'
Genova di Raibetta'Di Gatta ALrtra. trn tta'
Gencrva della Strega,straPiornbi che i d'mzti alkga'
c'enova che non si dice'
Di barrhe. Dì aerni«'
Genova balrt,eare,
d'arl:i da nln stttrd,are'
Genova di «Faok: & I-eie».
D'i smgli. Itwonbard'o' Vele'
Genova di Villa Quartara,duue li am,oru s' imPara'
G'enova di casertta.Di latteria. Di .rltewa'
Gcnova mia di Srulla,che anaYa xel sangwe m'i urla'
(ienova d'argcnto e stagno'I)i zanzara. I)i sca'gno'
Genova di rnagro fieno,mn i le,- M aras'r i, St aglzen o'
Genova di grige mura.Dis*ato' Lt Pawra'
(ienova dell'enmoterra,ndssi rossi, ln guerra'
(ìcnova di cosc tritc'l.tt'tnarle' tr a neft"i te'
(it'nor'.t bi:tntl c 't rt:llt'.iP(r"t lt::d' I t:lt({tt' I tl d'
(ìenttva chc si r:isc;ttta''1-etkti a. Azzu tn.i' {-,a l t d "
Genova scmi)rc u tTl';ln''l'
Prtseil te' Part t gt atta'
(icnuva dclla rnia lìina'l/ al trebhia' Aria fitta'
( llnr.rvrt lt'Lt'st' tli {ilulic' i,.ttt.,.' cÌ"i''' lu' fsrttrt tttt'''1[ic'
Clcnova scllìPrcì nuova'
l;jtt, l.r ri ril rt,t,t-(ìtnova iunglr t iorlt'ìtìl'
P"ttì'tìt 'ltlla tttrt Sjlttttt't
(lcntlv lr 1'rlltr lti t:itl tt:'
)Vi, ,,,rn'. ùlir, bullautt
Cicnova mio ilomicilio,tkn'e ru'e nato ,4ttilirt'
(icn ova dr:l1'Actluavcr<'lc'Àrlio Patlr"t the 'Yi si Percle '
(icnova di singtuozzi.ntia tùdrt, l'-ia Htt"ttitt'titnL 51ru:::ii'
Gcnova cli larrrenti.ilrtea,, IfurnùardarneYt ti.
Genova clisperata,inuano da me intPlorata'
Genova detrla Spezia.
lnfanzia che si srrezia.
Genova di lJvorno,parlenza smza rilotYo-
Genova di tutta Ia vita.Mia litania infinita.
(ì'enova di stoccafisso'e di garofana, fxob*rs eg li o c{rtr,' e itrc I i n ala runriine: la rima.
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su ailachc di ragnat,tic,Ì)uss1,,
1a rnia girttil,ìl:l pa rtorittr t rc Slttirri trcri.Non irn;rorta a ncssllno, ht [)ussy'rlrbi;r Ilrtorito.a ncssuno vicnc in rxìentc
di rncttcrc lrocchi su11'usrcio.
L incliffcrcnza vcrso cio che èin{'criorc,ìnt:olla ruìanno sul votto clcgii uornini"Ma. intanto, Pussy t fclicc,offrc itr suo sc1l0 ,.;onfìoa trc bocchc affamatec inscgna alla supcrbiadc,gli inclifferentichc ciarc la vita ò'acccndcrcuna lucc cli gioia. scmprc,anchc ncl br-rio di ilna cantina abbandonata.
Vr v rax L,q trnllc*iu r_,
A1 piccione invcsriro tl D -j -2A0j,a i\{ilano in via mipare Lorenteggio
Qualc csca ciualc scli-risita briciolatr ha chiarnato vicnrivieni, sci sccsoc{al rnarciapicdi vispo comc;:,cnsairclcr' che qiornrifortunato o5;gi, stai l(sclraiato colltc r;n s<lldatoinsanguinato, ti frcrlaancora viva rri,il'el.r trrrr 1ri11111;g
grigio-arqcnto (o malgari òin vcnto?).
( ì,nrlint rrt.L,q M,{t"tr't'I
(1,,n. t "tt"
nrir.: canc
cenc di cantoc occl:i ,li stcllcti,i,*ci il pargolo unito vividoalla i:riu. sah,'ezza
rnimaie anima tu inclcnnc <-1a maic
c,,rnclorc c can,iicloiri Lapcr
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In Coniglici
11 C,oniglio è il contrario di un eroc.ltressuna sccna di battagnie c assecline [a un protagonista: la cautela<lcl suo sguardo guiarclingo, nn 1:o'vctroso,c qtrci passerti c salti alla Charlot...fiiascica I'e rba, rr:mina, risucchia.trou Iìr rrrrii rrlt ro. Lo possierno anrlre ?
lv{a è bell,: quanrlo è ritto. venrrc lucido<la tcicra r:incse , c soprattuttope r lc stupcni-lc orccchic. antcnnc {issea captarc mcssaggi cla un suro cicio.Ecccl una fresca dàrscna dl vcleiltalcnanri in giochi di iibeccio,ccco sciami di Iìgli, conigliettiIriunchi c rosati strl vcr.l.. clcl praro., tilt'gra sic'p.'. luiilrrlil I <;rcstadi ciclarnini che non appassiscono.
Varsxrnvo Zsrcrml+
Giancr
Sfoglio l'albumdel bianco e nero:sta in bella posanella foto ricordoi}ftrrl:o cacciatore;un merlo, Lrn topo, un geco,tutte prede d'unL giornodetr rnio gatro Giano.Vado ancora a ritrosoed ecc<l chi ti ritrovo:un altro aniinale caro,il mio cavallo a dondolo.
Grusr V'itrutnHc1
La rondine
L, l'ansia dcll'arri,,ro* rncrnoria cli altr:i cieligià solcati d'aurlrnnoc abbandonati omai pcr stanco amorc --chc folgora la roncline sfrcmatasulla notta d'arrirro?
0 non ò il dubbiochc il viaggio onniri conciusonon sia r:hc il punto ncrochc conrpcnclia la curva c la rcstringe{ìno ali'rpicc cstrcilìo <lclla rcsa}
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LA POESIA ITALIANA (1877- 1971)
CRONOLOGIA ESSENZIALE
1877 – Carducci, Odi barbare (poi 1882 Nuove odi barbare e 1889 Terze odi barbare) 1891 – Pascoli, Myricae* (poi varie edizioni fino al 1903) 1893 – D’Annunzio, Poema paradisiaco 1897, Pascoli, Poemetti (poi 1904 Primi poemetti e 1909 Nuovi poemetti) 1903 – Govoni, Le Fiale* 1903-1904 – D’Annunzio, primi tre libri delle Laudi (in particolare 1903, Alcyone) 1905 – Palazzeschi, I cavalli bianchi* 1907 – Gozzano, La via del rifugio* 1910 – Palazzeschi, L’incendiario 1911 – Govoni, Poesie elettriche Gozzano, I colloqui Saba, Poesie* Sbarbaro, Resine* 1913 – Rebora, Frammenti lirici* 1914 – Campana, Canti orfici* 1916 – Cardarelli, Prologhi* Ungaretti, Il Porto Sepolto* 1919 – Ungaretti, Allegria di naufragi 1920 – Sbarbaro, Trucioli 1921 – Saba, Il Canzoniere 1925 – Montale, Ossi di seppia 1929 – Bertolucci, Sirio* 1930 – Quasimodo, Acque e terre* 1931 – Ungaretti, L’Allegria 1932 – Gatto, Isola* Quasimodo, Oboe sommerso Betocchi, Realtà vince il sogno* 1934 – Bertolucci, Fuochi in novembre
1935 – Luzi, La barca* 1936 – Ungaretti, Il Sentimento del tempo Quasimodo, Erato e Apollion Caproni, Come un’allegoria* Pavese, Lavorare stanca* Sinisgalli, Diciotto poesie* 1937 – Gatto, Morto ai paesi 1938 – Penna, Poesie* Caproni, Ballo a Fontanigorda Luzi, Avvento notturno Sinisgalli, Poesie 1939 – Montale, Le occasioni Gatto, Poesie Sinisgalli, Campi elisi 1940 – Quasimodo, Lirici greci 1941 – Sereni, Frontiera* Parronchi, I giorni sereni* Caproni, Finzioni 1942 – Quasimodo, Ed è subito sera Sereni, Poesie Bigongiari, La figlia di Babilonia* Pasolini, Poesie a Casarsa* 1943 – Montale, Finisterre Caproni, Cronistoria 1945 – Saba, Il Canzoniere (2° ed.) 1946 – Fortini, Foglio di via* Quasimodo, Con il piede straniero sopra il cuore Govoni, Aladino 1947 – Ungaretti, Il dolore Quasimodo, Giorno dopo giorno Sereni, Diario d’Algeria Luzi, Quaderno gotico Sinisgalli, I nuovi campi elisi 1948 – Sinisgalli, Quadernetto della polevere Risi, L’esperienza* 1950 – Ungaretti, La Terra promessa Gatto, Nuove poesie 1951 – Zanzotto, Dietro il paesaggio*
Erba, Linea K* Saba, Il Canzoniere (3° ed.) Bertolucci, La capanna indiana Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi 1952 – Ungaretti, Un grido e paesaggi Luzi, Primizie del deserto Caproni, Stanze della funicolare Sinisgalli, La vigna vecchia Saba, Cose leggere e vaganti 1953 – Quasimodo, Il falso e il vero verde Giudici, Fiorì d’improvviso* 1954 – Pasolini, La meglio gioventù Gatto, La forza degli occhi Pagliarani, Cronache e altre poesie* 1955 – Sinisgalli, Quadernetto 54-55 1956 – Montale, La bufera e altro Penna, Una strana gioia di vivere Caproni, Il passaggio d’Enea Saba, Preludio e fughe Sanguineti, Laborintus* 1957 – Pasolini, Le ceneri di Gramsci Luzi, Onore del vero Zanzotto, Vocativo Penna, Poesie 1958 – Penna, Croce e delizia Pasolini, L’usignuolo della chiesa cattolica Bigongiari, Le mura di Pistoia 1959 – Fortini, Poesia e errore Caproni, Il seme del piangere 1960 – Sbarbaro, Scampoli Ungaretti, Il Taccuino del vecchio 1961 – Gatto, Poesie del 1929-1941 Betocchi, L’estate di San Martino Pasolini, La religione del mio tempo AA. VV., I Novissimi Raboni, Il catalogo è questo* Sanguineti, Opus metricum 1962 – Zanzotto, IX Ecloghe Pagliarani, La ragazza Carla e altre poesie 1963 – Giudici, L’educazione cattolica
1964 – Rosselli, Variazioni belliche* Luzi, Nel magma Pasolini, Poesie in forma di rosa 1965 – Sereni, Gli strumenti umani 1966 – Caproni, Il congedo del viaggiatore cerimonioso e altre prosopopeee 1968 – Zanzotto, La beltà 1971 - Montale, Satura Luzi, Su fondamenti invisibili Bertolucci, Viaggio in inverno Pasolini, Trasumanar e organizzar
TESTO POETICO E RIUSO DIDATTICO
• La funzione poetica • I livelli di analisi del testo poetico
(metrica e retorica) • Istituzioni poetiche: definizioni ed
esempi • Gli obiettivi didattici • I giochi di parole • L’osservazione didattica sul testo
JAKOBSON, ATTI COMUNICATIVI
• CONTESTO • circostanze esterne, contesto •
• MESSAGGIO • EMITTENTE testo DESTINATARIO • Chi parla chi ascolta
• CANALE • mezzo materiale utilizzato •
• CODICE • sistema di segni utilizzato
Sul testo poetico e il suo riuso didattico
• La funzione poetica • I livelli di analisi del testo (metrica e retorica
del testo poetico) • Gli obiettivi del testo poetico • Giocare con le parole • Esempio di Osservazione didattica sul testo
JAKOBSON, LE FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
I LIVELLI DELL’ANALISI DEL TESTO POETICO
• Il testo stratificato • Reticolo • Isotopia • Il significato nasce dall’integrazione dei diversi
livelli testuali • Livelli: Strofico-strutturale Sillabico-metrico Ritmico-prosodico Ritmico-fonico Sintattico Semantico
LIVELLO STROFICO-STRUTTURALE
I VERSI sono generalmente raggruppati in STROFE I raggruppamenti strofici possono essere • Regolari/Irregolari • Liberi /Codificati (Strofe a schema fisso sono: monostico, distico, terzina,
quartina, sestina, settima rima, ottava, nona rima)
• Le più importanti forme strofiche codificate della tradizione italiana sono Canzone (5 strofe dette “stanze”) e Sonetto (14 versi, 2 quartine + 2 terzine)
• Haiku = componimento giapponese 3 versi 7/5/7 sillabe
LIVELLO SILLABICO-METRICO
• Sillaba: unità di misura del verso • Quante sillabe metriche compongono un verso? • Nel computo delle sillabe metriche incidono alcune
figure metriche : • SINALEFE (fusione di vocale finale e iniziale di due parole)
Es: Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono (Petrarca)
• DIALEFE (mancata fusione sillabica) Es: Là onde il Carro già era sparito (Dante, Purg.)
• Metaplasmi: fusioni o mancate fusioni all’interno di una parola (ELISIONE, AFERESI, SINCOPE, APOCOPE)
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge (Foscolo, Alla sera)
LIVELLO RITMICO-PROSODICO • PROSODIA = studio delle regole metriche • Il più importante elemento prosodico è l’ACCENTO (Altri
elementi: TIMBRO, DURATA, INTENSITA’, INTONAZIONE) • L’accento del verso si chiama accento prosodico, o ICTUS • Individuare gli accenti prosodici primario (´´) secondario (``) • In base al computo sillabico-metrico e alla collocazione
dell’ictus primario, si definiscono i possibili tipi di versi: trisillabo, quadrisillabo, quinario, senario settenario, ottonario, novenario decasillabo, endecasillabo, dodecasillabo, martelliano (detti
“ennesillabici”)
ENDECASILLABO • Ictus primario 10° sillaba • Quante sillabe nel verso? Se l’ultima parola è PIANA avrà 11 sillabe Se l’ultima parola è SDRUCCIOLA avrà 12 sillabe Se l’ultima parola è TRONCA avrà 1O sillabe
• Due emistichi (= metà verso) in una delle due seguenti
combinazioni: 1. Settenario + quinario (ictus secondario sulla 6° sillaba)=
ENDECASILLABO A MAIORE 2. Quinario + settenario (ictus secondario sulla 4° sillaba) =
ENDECASILLABO A MINORE
ESEMPI DI ENDECASILLABI
• Mi nasconda la notte e il dolce vento (Penna)
• E vi rivedo, o gattici d’argento (Pascoli)
• I turbini sollevano la polvere (Montale)
• E la vita, sapessi a me che fu (Sbarbaro)
• Giù da foreste vaporosi immensi (Luzi)
LIVELLO RITMICO-FONICO
• Figure foniche: • RIMA e sue varianti: ASSONANZA • CONSONANZA • QUASI RIMA • RIMA EQUIVOCA • RIMA IPERMETRA • RIMALMEZZO • Altre figure foniche: • ALLITTERAZIONE • PALINDRONO • PARANOMASIA • ONOMATOPEA • • Disposizione codificata delle rime: • BACIATA (AA BB) • INCATENATA (ABA BCB CDC) • ALTERNATA (ABAB) • INCROCIATA (ABBA)
LA RIMA
• “Perfetta identità di suono dell’uscita del verso a partire dall’ultima vocale tonica” (Elwert)
• La poesia del 900 predilige le sue variazioni e tende a essere imperfetta. Inoltre evita gli schemi codificati delle rime (baciata, incatenata, alternata, incrociata)
• È più frequente tra le uscite piane, più rara tra le sdrucciole. • Ha anche una funzione mnemonica (filastrocche, canzoni,
proverbi). • Oltre a una funzione fonica, ha un’importante funzione
semantica, perché segnala un nesso tra due termini (magari apparentemente distanti).
LIVELLO SINTATTICO
• Disposizione degli elementi sull’asse sintagmatico. • Frequente la non corrispondenza con l’ordine
versale • Figure retoriche ricorrenti: • ENJAMBEMENT • ANASTROFE O INVERSIONE • ANAFORA/EPIFORA • ANADIPLOSI • Qualche esempio: (…) e il mondo è un grande/ deserto./Nel
deserto/ io gurado (…) (Sbarbaro) (enjambement e anadiplosi) • Questa/ bella famiglia d’erbe e d’animali (Foscolo)
(enjambement e anastrofe)
LIVELLO SEMANTICO • Figure retoriche semantiche (che incidono sul significato): SIMILITUDINE (L’Isonzo scorrendo/ mi levigava/ come un sasso, Ungaretti) METAFORA (Forse un mattino andando in un’aria di vetro, Montale) METONIMIA SINEDDOCHE • Figure retoriche logiche (che modificano il senso dell’espressione): OSSIMORO (la morte che vive, Montale) ANTITESI ( Pace non trovo, e non ho da far guerra, Petrarca) LITOTE (Don Abbondio non era nato con un cuor di leone, Manzoni) RETICENZA, IRONIA, ALLEGORIA, IPERBOLE (più frequenti nella
narrativa)
LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA
• METAFORA – Spostamento di significato in cui si confrontano due termini che hanno tra di loro un rapporto di somiglianza, estrinseco, cioè paradigmatico (capelli biondi/oro= capelli d’oro). Il termine intermedio è taciuto (es. giallo-biondo).
• Può riguardare tutte le parti del discorso, verbo sostantivo aggettivo (più comune).
• Per sciogliere la metafora ci si deve riferire al contesto della poesia.
LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA
• METONIMIA – Figura retorica di trasferimento semantico che utilizza un termine al posto di un altro (letterale e traslato), laddove, a differenza che nella metafora, tra i due vi è un rapporto di contiguità spaziale o temporale, intrinseco, sintagmatico.
• Anche nella SINEDDOCHE c’è un rapporto ‘interno’ tra i due termini, ma di misura, maggiore o minore estensione.
• La SIMILITUDINE è invece una comparazione esplicita tra due termini (spesso mediante l’avverbio «come»)
LE FIGURE DI SOSTITUZIONE SEMANTICA
• Rapporti di METONIMIA: • causa per effetto e viceversa; • materia per oggetto; • astratto per concreto e viceversa; • mezzo per persona.
• Rapporti di SINEDDOCHE: • parte per il tutto e viceversa • genere per specie e viceversa; • singolare per plurale e viceversa. • La sineddoche può essere particolarizzante o generalizzante
LAVORARE COL TESTO POETICO: PRINCIPALI OBIETTIVI
AVVICINAMENTO AL TESTO E AL LINGUAGGIO POETICO
• Educare al gusto e al giudizio estetico • Ascoltare e cogliere il senso del testo • Cogliere gli elementi enigmatici del testo • Cogliere le immagini del testo • Osservare la modalità di costruzione del testo • Riflettere sulla peculiarità della struttura poetica • Notare gli elementi metrici basilari • Contestualizzare il testo
COGLIERE IL RITMO E FAVORIRE L’ASCOLTO DELLA MUSICA
• Cogliere musicalità e ritmo attraverso rime e accenti
• Abbinare musica al testo poetico • Tradurre il testo in musica • Riprodurre mediante percussioni il ritmo del
testo • Riprodurre le parole con strumenti musicali
(es. onomatopee)
ARRICCHIRE IL LESSICO E ACCENTUARE LA FAMILIARITA’ CON LE PAROLE
• Conoscere nuove parole ed espressioni • Fare ricerche su nuove parole • Cercare sinonimi • Giocare con le parole (anagrammi,
metagrammi, scarti, zeppe) • Comporre calligrammi/acrostici/anagrammi • Trovare parole in rima
SVILUPPARE COMPETENZE TESTUALI
• Riflettere sulla punteggiatura • Stimolare l’uso del linguaggio figurato e della
metafora in particolare • Comprendere e utilizzare la similitudine • Riconoscere e produrre le figure foniche di
base (rima, allitterazione, onomatopea)
ACCOSTARE LA POESIA AD ALTRE FORME TESTUALI
• Confrontare il testo ad altri testi poetici (es. filastrocche)
• Confrontare più poesie sullo stesso tema • Accostare la poesia a cartoni animati/ film/
fumetti/ quadri/ canzoni
TRADURRE LA POESIA IN ALTRE FORME TESTUALI
• Trasformare la poesia in fumetti • Trasformare la poesia in disegno/ sequenza di
disegni • Trasformare la poesia in una rappresentazione
grafica • Trasformare la poesia in una partitura
musicale
LAVORARE SULLE IMMAGINI • Rappresentare il testo in forma visiva • Tradurre in disegno • Tradurre in immagini pittoriche • Associare parole e immagini • Tradurre in immagini le emozioni suscitate dal
testo • Produrre collage di immagini ispirati al testo • Produrre fotografie partendo dal testo • Produrre semplici video partendo dal testo
UTILIZZARE CORPO E MOVIMENTO
• Sviluppare l’uso dei sensi • Tradurre in danza/ drammatizzazione • Produrre una semplice coreografia
ATTIVARE COMPETENZE INTERDISCIPLINARI
• Veicolare contenuti storici e geografici • Sviluppare attività matematiche • Sviluppare attività di disegno e musica • Attivare conoscenze di L2
SCRIVERE TESTI • Sperimentare la scrittura poetica guidata
mediante variazioni testuali • Scrivere le proprie esperienze • Produrre frasi a partire da una parola • Scrivere brevi testi descrittivi • Scrivere testi argomentativi semplici e guidati • Scrivere testi narrativi • Scrivere testi poetici
RIFLETTERE SUI CONTENUTI • Favorire l’osservazione della natura e del
mondo circostante • Sviluppare empatia verso il mondo circostante • Riflettere sui mutamenti storici • Riflettere sui mestieri e sui modi di vivere • Riflettere sulle diverse culture e sulle relative
festività/ cibi / abitudini/ abbigliamenti/ lingue / religioni/ rituali
ACQUISIRE CONSAPEVOLEZZA DI SE’
• Esprimere i propri sentimenti, emozioni, paure
• Relazionarsi al proprio vissuto • Diventare consapevoli della propria
soggettività • Sviluppare empatia verso gli altri e il
mondo circostante
FAVORIRE LA COOPERAZIONE • Imparare a lavorare in gruppo • Imparare a lavorare in coppia • Riconoscere i propri errori mediante il confronto con
gli altri
I draghi locopei 1 • Anagramma = comporre altre parole o frasi
con le stesse lettere in diversa posizione cosa/caso, roba/baro/bora • Scarto/Zeppa = togliere/inserire una lettera o
sillaba per modificare la parola: Rape/ape; rumore/more; tappeto/tappe Ciglio/cigolio
I draghi locopei 2
• Cambio di lettera Ballo/bello; agile/abile • Metagramma = passaggio progressivo da una
parola a un’altra mediante cambi di una lettera per volta
Casa/ cala/ sala/ sale/ sole
I draghi locopei 3
• Catene di parole = costruire frasi di senso compiuto le cui parole siano legate da uguale sillaba alla fine/all’inizio:
Il sorriso soffice celava vari ritorni
• Acrostici = frasi costruite con parole le cui iniziali costituiscono un’altra parola
Andiamo naturalmente navigando ancora
I draghi locopei 4
• Lipogramma = testo in cui viene tralasciata una certa lettera (vocale) dell’alfabeto
• Calligramma = scrittura che riproduce una data forma (vedi dispensa)
• Il nome della forma = assegnare un nome inventato a diverse forme di oggetto (es. foglie)
• Vignette = aggiungere fumetti alle immagini
Parodie Parodia di Rio Bo di Aldo Palazzeschi Pozza Ro Sei capanne Di tetti di paglia, Un arido deserto, Un’oasi straripante: Pozza Ro, Una palma dormiente: Minuscolo villaggio, è vero, Un villaggio da nulla, però… Continuamente un fuoco, Un enorme, gigante sole, Spunta insicuro, Bruciando l’intera palma Di Pozza Ro. Un timido sole innamorato? Chissà che bei Fusti in città! Anna Laura Fioribello II^Alst
Un esempio di Osservazioni didattiche: Trieste di U. Saba
Il testo, proposto in relazione ad altri testi che focalizzano un’immagine di città, può servire a comparare diverse modalità di rappresentazione di uno stesso oggetto (la città, l’habitat, il rapporto con lo spazio). L’importanza didattica principale della poesia risiede nella stimolazione di una riflessione sul proprio rapporto col luogo di vita e sulla propria capacità di osservazione meditativa.
Il testo appare piuttosto impegnativo a livello lessicale, e necessita di un lavoro di chiarimento lessicale e semantico (es. perché l’uso delle parole alterate). Tale caratteristica può dare luogo a un lavoro sul lessico e sulla grammatica. Appaiono idonei obiettivi legati all’uso e alla conoscenza delle parole.
Non appare invece di particolare rilievo l’aspetto fonico-ritmico, anche per questo la poesia non è adatta alle prime classi.
Il testo si presta all’osservazione delle caratteristiche formali essenziali del testo poetico, quali l’isotopia in ambito lessicale, sintattico, ritmico, fonico.