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La rilevanza economica dell’industria grafica in Svizzera · 4.2 Rinnovamento della formazione...

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La rilevanza economica dell’industria grafica in Svizzera Studio per conto di viscom Ottobre 2017
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La rilevanza economica dell’industria grafica in Svizzera

Studio per conto di viscom

Ottobre 2017

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Committente

viscom – swiss print & communication association

Editore

BAK Economics AG

Referenti

Mark Emmenegger

Responsabile di progetto

T +41 61 279 97 29, [email protected]

Michael Grass

Direzione, responsabile area di mercato Analisi d’impatto

T +41 61 279 97 23, [email protected]

Marc Bros de Puechredon

Direzione, responsabile Marketing e comunicazione

T +41 61 279 97 25, [email protected]

Redazione

Mark Emmenegger

Michael Grass

Alexis Bill-Körber

Traduzione

Stefano Gazzaniga

[email protected]

Copertina

BAK Economics/viscom

Copyright

Tutti i contenuti del presente studio, in particolare i testi e i grafici, sono protetti da

diritto d’autore. Il diritto d’autore è di proprietà di BAK Economics AG. Lo studio può

essere citato previa indicazione della fonte («fonte: BAK Economics»).

Copyright © 2017 by BAK Economics AG

Tutti i diritti riservati

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Indice

1 Introduzione ............................................................................................................. 5

2 Definizione di industria grafica............................................................................. 6

3 Analisi d’impatto macroeconomica .................................................................... 8 3.1 Approccio di analisi ............................................................................................. 8 3.2 Effetti diretti ..................................................................................................... 11 3.3 Effetti in altri settori ......................................................................................... 18

4 Analisi prospettica degli sviluppi futuri ............................................................ 22 4.1 Trasformazione innovativa del settore ........................................................... 22 4.2 Rinnovamento della formazione professionale di base ................................ 27

5 Riepilogo ............................................................................................................... 28

6 Appendice ............................................................................................................. 30

7 Bibliografia ........................................................................................................... 34

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Indice delle tabelle

Tab. 3-1 Effetti diretti dell’industria grafica (2016): valore aggiunto lordo e

occupazione ................................................................................................ 11 Tab. 3-2 Effetto complessivo dell’industria grafica (2016): valore aggiunto

lordo e occupazione ................................................................................... 19

Indice delle figure

Fig. 2-1 Ripartizione e classificazione statistica dell’industria grafica .................... 7 Fig. 3-1 Analisi di impatto economico: panoramica generale .................................. 8 Fig. 3-2 Industria grafica e settori di confronto selezionati (2016): valore

aggiunto lordo e occupazione .................................................................... 12 Fig. 3-3 Industria grafica e aggregati selezionati (2016): produttività del

lavoro nominale .......................................................................................... 13 Fig. 3-4 Struttura dell’industria grafica (2016): quota di valore aggiunto

lordo dei sotto-settori ................................................................................. 15 Fig. 3-5 Struttura dell’industria grafica (2016): quota di occupazione (FTE)

dei sotto-settori ........................................................................................... 16 Fig. 3-6 Produttività dell’industria grafica (2016): sotto-settori in base alla

produttività del lavoro nominale ................................................................ 17 Fig. 3-7 Effetto complessivo dell’industria grafica (2016): valore aggiunto

lordo (mln. CHF) .......................................................................................... 20 Fig. 3-8 Effetto complessivo dell’industria grafica (2016): occupazione

(FTE) ............................................................................................................. 20

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1 Introduzione

L’industria grafica sta attraversando da tempo una fase di complessi cambiamenti

strutturali. La digitalizzazione sta prendendo piede nel settore non solo sul fronte

della produzione, ma anche su quello della distribuzione, come ad esempio

nell’industria discografica e cinematografica. In molti mercati di sbocco dell’industria

grafica si sta assistendo a un passaggio dai supporti fisici a quelli digitali, siano essi il

quotidiano elettronico sul mercato dei media e della comunicazione, la pubblicità

online nel mondo dell’advertising, l’e-book nell’editoria o l’e-mail nella comunicazione

aziendale. Alla digitalizzazione si aggiunge la forte pressione sui prezzi frutto della

concorrenza nazionale e internazionale, ulteriormente accentuata dalla valuta elveti-

ca forte.

I complessi cambiamenti strutturali incidono anche sull’opinione pubblica, incline a

percepire l’industria grafica come un settore in crisi.1 Vi sono due circostanze, tutta-

via, di cui spesso non si tiene adeguatamente conto in questo frangente: la prima è

che nel 2016 l’industria grafica rappresenta ancora un fattore economico importan-

te, la seconda è che le imprese del settore – a fronte di piani innovativi e di una con-

giuntura favorevole – possono operare con successo sul mercato anche in futuro.

Dinanzi a tale scenario, lo studio si propone l’obiettivo di definire la rilevanza econo-

mica dell’industria grafica nell’ambito di un’opportuna analisi d’impatto, evidenzian-

done le ricadute sull’occupazione e sul valore aggiunto lordo. A tale proposito si con-

siderano sia gli effetti direttamente collegati all’attività produttiva dell’industria grafi-

ca sia gli effetti che si manifestano altrove nell’economia a seguito della domanda di

prestazioni preliminari, investimenti e consumi del settore.2 Oltre all’analisi di impatto

economico, si esaminano in prospettiva anche gli sviluppi in corso nell’industria gra-

fica che si riveleranno cruciali per la sopravvivenza futura del settore.

Lo studio è strutturato come segue: il capitolo 2 riporta una definizione articolata e

completa di industria grafica, in linea con l’immagine che il settore ha di sé stesso,

con cui quantificare gli effetti di natura economica. Al capitolo 3 si procede a una

quantificazione di questi ultimi mediante l’applicazione di un modello d’impatto ma-

croeconomico. Il capitolo 4 si focalizza, in prospettiva, sugli sviluppi innovativi del

settore e sulle conseguenze che essi avranno sulla formazione. Il capitolo 5, infine,

riepiloga i principali risultati dello studio.

1 A titolo esemplificativo l'articolo del Blick (16.05.2017): «Ungebrochene Talfahrt der grafischen Industrie der Sch-

weiz» (L’inarrestabile caduta libera dell’industria grafica in Svizzera)

2 Dal punto di vista tecnico, nello stabilire la rilevanza economica di un settore è possibile distinguere tra effetti sul

fronte della domanda (o congiunturali) ed effetti sul fronte dell’offerta (o catalitici / strutturali). I primi si traducono

in occupazione e valore aggiunto lordo connessi all’attività economica del settore (direttamente nel settore e, a

seguito della domanda di prestazioni preliminari, di investimenti e di consumi, anche in altri comparti). Per quanto

concerne i secondi, invece, si tratta delle funzioni catalitiche del settore con cui si agevolano altri attori

dell’economia svizzera globale nell’erogare prestazioni economiche più efficienti, il che si ripercuote positivamente

sulle potenzialità congiunturali e sulla crescita strutturale dell’economia generale. Il presente studio è volto a de-

terminare gli effetti sul fronte della domanda.

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2 Definizione di industria grafica

Secondo l’associazione viscom, l’industria grafica comprende «sia aziende stampatri-

ci classiche sia ditte che operano nei settori dell’ideazione, progettazione, produzione

e diffusione di informazioni visibili elaborate».3 Questa descrizione che il settore fa di

sé stesso evidenzia come l’industria grafica racchiuda al suo interno imprese appar-

tenenti tanto al settore secondario quanto a quello terziario. Con questa definizione

si supera pertanto la classica dicotomia tra industria e servizi – dinamica sempre più

diffusa anche a livello aziendale per effetto della tendenza alla servitizzazione4.

Al fine di determinare, nel capitolo seguente, la rilevanza economica dell’industria

grafica, occorre trasformare la suddetta definizione qualitativa in una definizione

statistica. La base di riferimento in tal senso è la Nomenclatura generale delle attività

economiche (NOGA 2008) a cura dell’Ufficio federale di statistica (UST), con cui

l’economia svizzera viene suddivisa a 5 livelli in settori via via sempre più dettagliati.

Dal punto di vista statistico, nel presente studio l’industria grafica viene definita co-

me un conglomerato di produzione industriale, da un lato, e servizi alle imprese,

dall’altro. Sul fronte dell’industria dei beni di consumo, l’aggregato settoriale «Stampa

e riproduzione su supporti registrati» (codice NOGA a 2 cifre 18) attribuisce la divisio-

ne «Stampa e servizi connessi alla stampa» (codice NOGA a 3 cifre 181) all’industria

grafica, mentre ne scorpora la «Riproduzione su supporti registrati» (codice NOGA a 3

cifre 182). Sul fronte dei servizi alle imprese, l’aggregato «Altre attività professionali,

scientifiche e tecniche» (codice NOGA a 2 cifre 74) aggiunge all’industria grafica la

divisione «Design grafico e comunicazione visiva» (codice NOGA a 6 cifre 741002).5

Alla fine si ottiene, a livello statistico, la ripartizione e classificazione rappresentata

nella figura sottostante: l’industria grafica si articola nei rami «Stampa e servizi con-

nessi alla stampa» e «Design grafico e comunicazione visiva». Mentre quest’ultimo

ambito non può essere ulteriormente suddiviso con la classificazione dell’UST, è pos-

sibile operare una differenziazione per quanto riguarda la stampa. Essa si compone

di quattro sotto-settori: «Stampa di giornali», stampa di prodotti diversi dai giornali

(«Altra stampa»), «Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media» e «Rilegatura e ser-

vizi connessi». Due di essi possono essere ulteriormente affinati: nella stampa di pro-

dotti diversi dai giornali si effettua una distinzione anche in base alla tecnica di

stampa, mentre il sottogruppo «Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media» può

essere suddiviso in «Attività preliminari alla stampa» e «Altre attività connesse alla

stampa». Nell’appendice è riportato un estratto di una pubblicazione a cura dell’UST,

nella quale vengono definiti i singoli settori e aggregati settoriali dell’industria grafica.

3 www.viscom.ch 4 Il termine servitizzazione indica un modello di business con cui le aziende di produzione offrono, oltre ai beni di loro

realizzazione, anche (i relativi) servizi. 5 Sebbene le aziende operanti nel ramo del design grafico e della comunicazione visiva possano essere considerate

parte dell’industria grafica, esse sono spesso organizzate in maniera indipendente dall’associazione di settore vi-

scom.

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Fig. 2-1 Ripartizione e classificazione statistica dell’industria grafica

Note: tra parentesi è indicato il codice NOGA del settore o dell’aggregato settoriale.

Fonte: BAK Economics

Sovrapposizione tra industria grafica ed editoria

Le attività editoriali (codice NOGA a 2 cifre 58) includono, secondo la Nomenclatura gene-

rale delle attività economiche dell’UST (2008), l’edizione (pubblicazione) di giornali, riviste,

libri, opuscoli e numerosi altri prodotti in forma stampata, digitale o audio. Sebbene sul

piano statistico l’attività di stampa non rientri tra le attività editoriali in sé, tra l’editoria e

l’industria grafica – che stampa, tra l’altro, prodotti di natura editoriale – sussiste una certa

sovrapposizione, soprattutto perché grandi case editrici come Tamedia e Ringier hanno

tipografie di proprietà. Poiché l’approccio statistico utilizzato nel presente studio considera

le tipografie delle case editrici parte integrante dell’editoria e non nell’industria grafica, la

definizione qui illustrata descrive l’industria grafica in senso stretto. Se si includessero gli

elementi dell’editoria sopra elencati, il settore sarebbe ancora più vasto di quanto qui in-

dicato.

Ind

ustr

ia g

rafi

ca

Stampa e servizi connessi alla stampa

(181)

Stampa di giornali (1811)

Altra stampa (1812)

Stampa offset (181201)

Serigrafia (181202)

Eliografia e riprografia (181203)

Altra stampa (181204)

Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media

(1813)

Attività preliminari alla stampa

(181301)

Altre attività connesse alla stampa

(181302) Rilegatura e servizi connessi (1814)

Design grafico e com. visiva

(741002)

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3 Analisi d’impatto macroeconomica

3.1 Approccio di analisi

Sulla base della definizione statistica di industria grafica riportata al capitolo prece-

dente, si procede ora a determinare la rilevanza economica del settore mediante

un’opportuna analisi di impatto. In questo capitolo si illustrano la metodologia

dell’analisi di impatto e i dati utilizzati, mentre in quello successivo si presentano i

relativi risultati.

Analisi di impatto

Fig. 3-1 Analisi di impatto economico: panoramica generale

Note: VAL: valore aggiunto lordo, FTE: full-time equivalent (equivalente a tempo pieno).

Fonte: BAK Economics

Nell’analisi di impatto si esaminano gli effetti economici a tre livelli: il primo livello di

impatto consiste negli effetti direttamente risultanti dall’attività economica delle

aziende operanti nell’industria della stampa, nel design grafico e nella comunicazio-

ne visiva. Essi vengono misurati in termini di valore aggiunto lordo e di occupazione

(cfr. riquadro seguente per il calcolo del valore aggiunto lordo).

Ra

cco

lta e

an

alis

i de

i da

tiM

od

ello

di

inp

ut/

ou

tpu

t

Effetti (VAL, FTE) in altre

imprese in seguito

all’attività di investimento

Attività economica dell’industria grafica

(investimento e produzione)

Domanda di investimenti in

altre imprese

Domanda di

consumi degli

addetti

Domanda di p. in altre

imprese

live

llo d

i im

pa

tto

live

llo d

i im

pa

tto

Effetti diretti (VAL, FTE) nelle

imprese dell’industria grafica

live

llo d

i im

pa

tto

Effetti (VAL, FTE) in altre imprese in seguito

all’attività produttiva

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Retroscena metodologico: valore aggiunto lordo

Il valore aggiunto lordo (VAL) è uno dei principali parametri utilizzati per la misurazione del-

la performance economica di un’impresa o di un settore. Esso può essere calcolato e in-

terpretato da due punti di vista.

Dal punto di vista della sua creazione, il valore aggiunto lordo rappresenta il valore aggiun-

to economico che l’impresa o il settore genera per effetto della realizzazione di un prodot-

to o della fornitura di un servizio. Esso si calcola quindi come differenza tra il valore lordo

della produzione e i costi delle prestazioni preliminari. Il valore lordo della produzione è

dato dalla somma tra i ricavi delle vendite e le variazioni di magazzino valorizzate. Le pre-

stazioni preliminari comprendono tutti i fattori di produzione esterni, ossia tutti i beni e i

servizi acquistati da aziende esterne che influiscono sulla produzione quali fattori di input

esterni (ad es. carta, mezzi di stampa, energia, noleggi, servizi ICT ecc.).

Se lo si interpreta dal punto di vista del suo utilizzo, invece, il valore aggiunto lordo misura

l’ammontare disponibile, al netto degli ammortamenti, per la remunerazione dei fattori di

produzione interni (manodopera, capitale proprio e di terzi). In questo caso, il valore ag-

giunto lordo è dato dalla somma tra la retribuzione del fattore manodopera (salari e sti-

pendi), la retribuzione del fattore capitale (utili e interessi) e gli ammortamenti.

Al secondo livello di impatto si rilevano i flussi di pagamenti generati dall’attività eco-

nomica dell’industria grafica. Con ciò s’intendono innanzitutto le commesse assegna-

te ad altre imprese (domanda di prestazioni preliminari) nel quadro dell’attività pro-

duttiva dell’industria grafica. A esse si aggiungono le spese, commisurate al reddito,

per i consumi degli addetti che lavorano in aziende dell’industria grafica (domanda di

consumi). Infine si considerano anche le uscite medie annue per gli investimenti in

costruzioni e impianti da parte di aziende del settore grafico e della stampa (doman-

da di investimenti). Per tutti questi flussi di pagamenti viene specificato il settore di

appartenenza dei fornitori e la quota acquistata a livello nazionale.

Il terzo livello di impatto evidenzia infine gli effetti economici risultanti su altre impre-

se (spesso anche chiamati effetti «indiretti» o «indotti») per effetto dei flussi di do-

manda generati. A tal fine si utilizza, a seconda del perimetro di impatto desiderato,

un modello di input/output regionale o nazionale con cui calcolare le ripercussioni

economiche dei diversi flussi di pagamenti sotto forma di valore aggiunto lordo e di

posti di lavoro. Per l’analisi della rilevanza dell’industria grafica si utilizza un modello

nazionale (cfr. riquadro seguente relativo all’idea di base del modello).

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Retroscena metodologico: idea di base di un modello di input/output

Un modello di input/output è un modello strutturale che tiene conto delle molteplici inte-

razioni tra i singoli settori e definisce il nesso tra domanda finale, produzione interna e im-

portazioni di beni.

Attraverso un modello di input/output è possibile esaminare l’influsso che un incremento

della domanda di beni da parte di uno o più settori esercita sull’economia globale. Nel ca-

so di specie, ciò riguarda innanzitutto i settori che, nell’ambito dell’attività produttiva

dell’industria grafica, fungono da fornitori e soddisfano la domanda di consumi degli ad-

detti operanti nella medesima. In più vanno considerati i settori che rivestono il ruolo di

contraente nei progetti d’investimento dell’industria grafica. In tal caso, con la soddisfa-

zione della domanda generata si creano valore aggiunto e occupazione.

Con questo effetto di fase 1, tuttavia, non si tiene conto dell’intero impatto sulla catena di

valore. A loro volta, infatti, anche i fornitori, i contraenti e i produttori di beni di consumo

acquistano prestazioni preliminari presso altri settori, e così via. In linea di principio si ha

un’infinità di effetti a catena, la cui entità va via via diminuendo.

L’idea di base di un modello di input/output consiste dunque nel considerare tanti effetti a

catena quanti sono necessari affinché il modello converga in una situazione di equilibrio.

All’esito di ciò si ottiene un’integrazione verticale virtuale di tutti gli effetti lungo l’intera ca-

tena di valore.

Base di dati

Nel presente studio, l’analisi di impatto economico si fonda su un’ampia base di dati.

Per quanto concerne l’analisi degli effetti diretti, l’impatto sull’occupazione viene

determinato utilizzando la statistica strutturale delle imprese (STATENT) dell’UST. La

quantificazione degli effetti sul valore aggiunto lordo da parte dei singoli segmenti

dell’industria grafica, invece, si fonda sul modello settoriale di BAK Economics, con

cui è possibile determinare il valore aggiunto lordo per i segmenti NOGA ai livelli più

bassi della classificazione. L’approccio metodologico si basa sulla stima del differen-

ziale di produttività rispetto al settore immediatamente superiore, il cui valore ag-

giunto è noto da statistiche ufficiali o dalla banca dati regionale di BAK. Di principio si

tratta di una regressione edonica, nell’ambito della quale si utilizzano – tra i vari rife-

rimenti – i dati primari della rilevazione della struttura dei salari e della rilevazione

strutturale del censimento federale a cura dell’UST. Nell’analisi degli effetti diretti

confluiscono altresì vari dati tratti dall’universo di modelli sviluppati da BAK.

Nell’analisi degli effetti presso altre imprese trovano applicazione, oltre alla gamma

di modelli BAK, diverse statistiche secondarie: da un lato varie tabelle di input/output

relative alle interazioni economiche tra i settori, ma dall’altro anche i risultati contabi-

li delle imprese svizzere a cura dell’UST, con cui si possono calcolare, tra l’altro, le

spese d’investimento medie annue.

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3.2 Effetti diretti

Effetti diretti sul valore aggiunto lordo e sull’occupazione

Dalla statistica strutturale delle imprese (STATENT) a cura dell’UST è possibile ricava-

re il numero di addetti (equivalenti a tempo pieno) operanti direttamente

nell’industria grafica – così come sopra definita (cfr. capitolo 2). Il modello settoriale

di BAK, invece, è utile a stimare il valore aggiunto lordo generato direttamente dalla

medesima. Tale esercizio può essere compiuto non solo per l’industria grafica nel

suo insieme, ma anche per i singoli ambiti del settore. I relativi risultati sono indicati

nella tabella seguente.

Nel 2016 l’attività economica dell’industria grafica in Svizzera ha generato diretta-

mente un valore aggiunto lordo pari a 2.3 miliardi di CHF e/o circa 25'100 posti di

lavoro. Di essi, 1.7 miliardi di CHF di valore aggiunto e/o 18'000 posti di lavoro erano

imputabili alla stampa e ai servizi connessi alla stampa, e circa 0.5 miliardi di CHF di

valore aggiunto e/o 7200 equivalenti a tempo pieno al settore del design grafico e

della comunicazione visiva.

Tab. 3-1 Effetti diretti dell’industria grafica (2016): valore aggiunto lordo e occupazione

Fonte: BAK Economics

Settore

Stampa e servizi connessi alla stampa 1'748 17'922

Stampa di giornali 147 1'345

Altra stampa 1'310 13'536

Stampa offset 975 10'022

Serigrafia 120 1'256

Eliografia e reprografia 44 551

Altra stampa 171 1'706

Lavoraz. prel. alla stampa e ai media 194 1'965

Attività preliminari alla stampa 153 1'552

Altre attività connesse alla stampa 41 413

Allestimento e servizi connessi 97 1'075

Design grafico e com. visiva 539 7'193

Totale industria grafica 2'288 25'115

Occupazione

[FTE]

Valore aggiunto lordo

[mln. CHF]

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Classificazione dei risultati

Come si può classificare l’ordine di grandezza di questi effetti che l’industria grafica

ha generato direttamente sul valore aggiunto lordo e sull’occupazione?

Rispetto all’economia generale, l’impatto dell’industria grafica sul valore aggiunto

lordo e sull’occupazione è stato minimo, inferiore all’1 percento. Ciò dicasi, tuttavia,

anche per molti altri settori, eccezion fatta per giganti quali l’industria farmaceutica, il

commercio al dettaglio e le banche.

Dal confronto diretto con settori selezionati, emerge invece che gli effetti

dell’industria grafica hanno un ordine di grandezza tutt’altro che trascurabile, forse

persino sottostimato dall’opinione pubblica (cfr. grafico sottostante).

Fig. 3-2 Industria grafica e settori di confronto selezionati (2016): valore aggiunto lordo e occupazione

Fonte: BAK Economics

A livello di valore aggiunto lordo, ad esempio, l’industria grafica ha un peso quasi 4

volte superiore a quella tessile che, come la prima, fa parte dell’industria dei beni di

consumo. Essa è circa 1.5 volte maggiore rispetto alle attività metallurgiche e leg-

germente più grande del settore Fabbricazione di altri mezzi di trasporto, entrambi

facenti parte dell’industria MEM. La fabbricazione di altri mezzi di trasporto com-

prende, tra i vari ambiti, la fabbricazione di velivoli (ad es. da parte dell’impresa Pila-

tus) e di treni (ad es. da parte di Stadler Rail). Infine, l’industria grafica ha un peso

pari a circa 2/3 dell’aggregato settoriale Editoria e media, che rappresenta il suo

principale mercato di sbocco.

A livello di occupazione, il peso dell’industria grafica risulta maggiore rispetto a quello

in termini di valore aggiunto lordo, essendo la produttività del lavoro nell’industria

grafica inferiore alla media.

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

Industria

tessile

Attività metal-

lurgiche

Fabbricazione

altri mezzi trasp.

Industria

grafica

Editoria

e media

0

5'000

10'000

15'000

20'000

25'000

30'000

Va

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de

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(FTE

)

Beschäftigung Bruttowertschöpfung

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13

Nel grafico sottostante è rappresentato il livello di produttività del lavoro nominale

(valore aggiunto lordo per posto di lavoro a tempo pieno) dell’industria grafica e di

diversi altri aggregati, selezionati in base al «principio della cipolla»: innanzitutto si è

selezionato per entrambe le componenti dell’industria grafica (Stampa e servizi con-

nessi alla stampa e Comunicazione visiva) il rispettivo aggregato di livello superiore

(rispettivamente Legno, carta, stampa e Pubblicità e attività professionali); tale pro-

cesso è stato ripetuto in modo tale da abbracciare l’industria dei beni di consumo e i

servizi alle imprese; da ultimo si è incluso anche l’intero settore di business (ossia la

porzione di economia globale destinata al mercato) quale aggregato apicale. 6

Fig. 3-3 Industria grafica e aggregati selezionati (2016): produttività del lavoro nominale

Note: produttività del lavoro nominale = valore aggiunto lordo nominale per posto di lavoro a tempo pieno. Sono stati

considerati unicamente comparti del settore di business (= attività di mercato)

Fonte: BAK Economics

La produttività del lavoro nell’ambito della stampa e dei servizi connessi alla stampa

è pari a 98'000 CHF, un valore più elevato rispetto a quello dell’aggregato settoriale

superiore del legno, della carta e della stampa, ma inferiore a quello dell’industria dei

beni di consumo. Per quanto concerne il design grafico e la comunicazione visiva, la

produttività – pari a 75'000 CHF – è inferiore di circa un terzo a quella della stampa e

dei servizi connessi alla stampa. A livello di produttività, il settore Design grafico e

Comunicazione visiva si classifica pertanto alle spalle degli aggregati di confronto

superiori Pubblicità e attività professionali e Servizi alle imprese. Se si accorpano i

due ambiti dell’industria grafica, la produttività del lavoro raggiunge i 91'000 CHF –

un valore inferiore ai 149'000 CHF dell’intero settore di business.

6 L’industria può essere suddivisa a grandi linee in industria chimico-farmaceutica, industria dei beni d’investimento

e industria dei beni di consumo. Secondo la definizione qui utilizzata, l’industria dei beni di consumo comprende

l’industria alimentare, l’industria tessile e dell’abbigliamento e l’industria del legno, della carta e della stampa.

0 40'000 80'000 120'000 160'000

Servizi alle imprese

Totale settore di business

Industria dei beni di consumo

Stampa e servizi connessi alla stampa

Industria grafica

Legno, carta, stampa

Pubblicità e attività professionali

Design grafico e com. visiva

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La produttività inferiore alla media dell’industria grafica è motivata da diversi fattori.

In primo luogo, da anni la saturazione delle capacità tecniche e di personale

nell’industria grafica risulta in genere inferiore rispetto a quella dell’industria nel suo

complesso (viscom 2016; KOF 2011), il che significa che nelle aziende grafiche il

parco macchine e le risorse di personale disponibili vengono impiegati con minore

intensità rispetto alla media del settore.

In secondo luogo, rispetto ad altri comparti l’industria grafica beneficia meno di even-

tuali effetti di scala (economie di scala), cosa che si riflette nelle dimensioni propor-

zionalmente ridotte delle sue imprese.7 Mentre in un’azienda grafica media risultano

impiegate a tempo pieno 3.0 persone, nel settore di business globale sono 6.6 per-

sone. Sono soprattutto il design grafico e la comunicazione visiva a essere caratteriz-

zati da un panorama di piccole imprese, aventi una media di 1.2 addetti, mentre nel

settore della stampa e dei servizi connessi alla stampa si contano 7.3 addetti. Ri-

spetto ad altri rami industriali, tuttavia, quest’ultimo non è un valore particolarmente

elevato; l’industria dei beni di consumo, infatti, arriva a 8.3 e l’industria nel suo com-

plesso a 14.3 addetti per azienda.

7 Come criterio per la dimensione media delle imprese si utilizza, in questo caso, il numero di addetti (equivalenti a

tempo pieno) per luogo di lavoro. I valori sono stati calcolati per l’anno 2014.

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15

Struttura del settore dell’industria grafica

Sulla base del valore aggiunto lordo e dell’occupazione è possibile illustrare ancora

più dettagliatamente la struttura dell’industria grafica.

In essa, la maggior parte del valore aggiunto è imputabile alla stampa (63%): nello

specifico, la quota preponderante – ossia il 57 percento – è generata nel sotto-settore

Stampa di prodotti diversi dai giornali («Altra stampa») e solo il 6 percento nella

stampa di giornali. Per quanto concerne la stampa di prodotti diversi dai giornali, la

quota di valore aggiunto della stampa offset è quella più elevata, seguita da serigra-

fia, eliografia e riprografia e da altre forme di stampa (cfr. tab. 3-1). Nel sottogruppo

Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media viene generato il 9 percento del valore

aggiunto, nella Rilegatura e servizi connessi il 4 percento. Il rimanente 24 percento

del valore aggiunto è imputabile al settore Design grafico e Comunicazione visiva. Il

rapporto tra la componente industriale dell’industria grafica e la componente dei

servizi – se si considera la questione soltanto sulla base dell’appartenenza delle im-

prese ai rispettivi settori – è dunque pari a circa 3/4 su 1/4.

Fig. 3-4 Struttura dell’industria grafica (2016): quota di valore aggiunto lordo dei sotto-settori

Note: VAL = valore aggiunto lordo

Fonte: BAK Economics

6%

57%

9%

4%

24%

Stampa di giornali

Altra stampa

Lavorazioni prel. alla stampa e ai media

Allestimento e servizi connessi

Design grafico e com. visiva

VAL

2016

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Nel complesso, la struttura dell’industria grafica a livello di occupazione è molto simi-

le a quella che emerge sul fronte del valore aggiunto lordo. Dal punto di vista

dell’occupazione, tuttavia, la quota imputabile al settore del design grafico e della

comunicazione visiva è lievemente più alta a fronte di una quota della stampa e dei

servizi connessi alla stampa leggermente più bassa – dinamica dovuta al fatto che

nel primo settore citato la produttività del lavoro è inferiore a quella del secondo.

Fig. 3-5 Struttura dell’industria grafica (2016): quota di occupazione (FTE) dei sotto-settori

Note: FTE = Full Time Equivalents

Fonte: BAK Economics

5%

54%

8%

4%

29%

Stampa di giornali

Altra stampa

Lavorazioni prel. alla stampa e ai media

Allestimento e servizi connessi

Design grafico e com. visiva

FTE

2016

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Il grafico seguente fornisce una panoramica dei diversi livelli di produttività del lavoro

che contraddistinguono i segmenti dell’industria grafica. Come si è visto in preceden-

za, la produttività del lavoro nell’intera industria grafica è pari a poco più di 91'000

CHF, con il settore Stampa e servizi connessi alla stampa che, con i suoi 98'000 CHF,

supera il comparto Design grafico e Comunicazione visiva (75'000 CHF). Tale diffe-

renza di produttività tra i due rami dell’industria grafica non sorprende: innanzitutto

la dimensione media delle imprese tipografiche (7.3 addetti per azienda) è maggiore

rispetto a quella delle imprese grafiche (1.2), il che in genere dà origine a effetti di

scala (economie di scala). In secondo luogo, nei settori industriali la dotazione di ca-

pitale per posto di lavoro (intensità di capitale) è tipicamente superiore rispetto a

quella dei settori dei servizi, il che si ripercuote positivamente sulla produttività. Per

gli stessi motivi, sorprende anche poco il fatto che a guidare la classifica della pro-

duttività (110'000 CHF) sia la stampa di giornali, un ambito a forte intensità di capita-

le e con una dimensione media delle imprese di 26.9 addetti.

Fig. 3-6 Produttività dell’industria grafica (2016): sotto-settori in base alla produttività del lavoro nominale

Note: produttività del lavoro nominale = valore aggiunto lordo nominale per posto di lavoro a tempo pieno.

Fonte: BAK Economics

0 40'000 80'000 120'000

Stampa di giornali

Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media

Stampa e servizi connessi alla stampa

Altra stampa

Industria grafica

Allestimento e servizi connessi

Design grafico e com. visiva

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3.3 Effetti in altri settori

Effetti dovuti alla domanda di prestazioni preliminari, di investimenti e di consumi

Considerando unicamente gli effetti diretti, pari a 2.3 miliardi di CHF di valore aggiun-

to lordo e/o 25'100 posti di lavoro, si sottostima l’effettiva rilevanza dell’industria

grafica. Affinché essa possa esercitare la propria attività economica, in regime di

operatività occorre provvedere alle prestazioni preliminari, come ad esempio procu-

rarsi materiali da stampa ed energia; sono inoltre necessari investimenti periodici in

attrezzature (macchine tipografiche, impianti ICT ecc.) e immobili; da ultimo, anche le

spese per i consumi degli addetti dell’industria grafica contribuiscono a far riconfluire

nel circuito dell’economia una fetta del valore aggiunto generato. Una parte di questi

beni viene acquistata all’estero; la maggioranza, tuttavia, è di provenienza svizzera.

Se si considerano tutti questi effetti che l’attività economica dell’industria grafica

produce in altri settori del nostro Paese, si ottiene un quadro completo della catena

di valore aggiunto virtualmente integrata dell’industria grafica svizzera. Qui di seguito

si esaminano uno dopo l’altro i tre flussi di domanda e gli effetti risultanti in altri set-

tori.

Dietro ogni franco di fatturato dell’industria grafica si celano, in media, 52 centesimi

di costi esterni per prestazioni preliminari. Ciò significa che la quota di prestazioni

preliminari (ossia la quota di consumo intermedio nel valore aggiunto lordo) è pari al

52 percento – 48 percento nella stampa e nei servizi connessi alla stampa, 60 per-

cento nel design grafico e nella comunicazione visiva. Tra i principali settori intermedi

si annoverano l’editoria e i media, l’industria della carta, il commercio e il settore

Pubblicità e attività professionali. Vi sono tuttavia anche numerosi altri rami

dell’economia, come la logistica, la chimica e l’energia, che beneficiano della do-

manda dell’industria grafica. Al netto della quota di domanda che esce dai confini

nazionali, in Svizzera la richiesta di prestazioni preliminari dell’industria grafica gene-

ra complessivamente circa 1.4 miliardi di valore aggiunto lordo e/o 11'100 posti di

lavoro.

Oltre alle prestazioni preliminari, l’industria grafica investe costantemente in attrez-

zature e immobili, per un totale medio annuo di circa 280 milioni di CHF.8 Ad appro-

fittarne sono soprattutto l’edilizia (inclusi architetti e ingegneri), l’industria MEM, il

commercio e il settore ICT. Se si considerano soltanto le commesse ad aziende sviz-

zere, gli investimenti dell’industria grafica generano a loro volta circa 170 milioni di

CHF di valore aggiunto lordo e/o 1400 posti di lavoro all’anno.

Un impatto positivo si rileva anche per il commercio e l’artigianato, che beneficiano

del fatto che gli addetti dell’industria grafica spendono parte del loro reddito da lavo-

ro in consumi. Alla luce di ciò, risulta che tra le imprese svizzere di altri settori si ge-

nerano circa 290 milioni di CHF di valore aggiunto lordo, a cui corrispondono circa

2500 posti di lavoro.

8 Gli investimenti medi annui sono stati calcolati sulla base degli anni 2012-2014 alla luce degli ultimi «Risultati

contabili delle imprese svizzere» attualmente disponibili a cura dell’Ufficio federale di statistica (UST). Il sondaggio

KOF tra le aziende dell’industria grafica (cfr. viscom 2016a) evidenzia come in questi tre anni non vi siano eccezioni

di particolare rilevanza.

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Effetti complessivi sul valore aggiunto lordo e sull’occupazione

Nella tabella e nei grafici seguenti vengono riportati gli effetti complessivi che

l’industria grafica genera sul valore aggiunto lordo e sull’occupazione, risultanti dalla

somma tra gli effetti diretti e gli effetti prodotti in altri settori.

Tab. 3-2 Effetto complessivo dell’industria grafica (2016): valore aggiunto lordo e occupazione

Note: FTE = Full Time Equivalents

Fonte: BAK Economics

Oltre agli effetti diretti sul valore aggiunto lordo, pari a 2.3 miliardi di CHF, i flussi di

prestazioni preliminari, di investimenti e di consumi prodotti dall’industria grafica

generano a loro volta circa 1.9 miliardi di CHF di valore aggiunto in altri ambiti

dell’economia svizzera. Ne risulta un effetto complessivo sulla catena di valore pari a

4.2 miliardi di CHF. Per ogni franco di valore aggiunto prodotto dall’industria grafica si

generano dunque altri 80 centesimi circa in altri settori dell’economia svizzera (mol-

tiplicatore del valore aggiunto di 1.8).

Valore aggiunto lordo [mln. CHF] Stampa e servizi

connessi alla stampa

Design grafico e com.

visiva

Totale industria

grafica

Effetti diretti 1'748 539 2'288

Effetti in altri settori 1'224 681 1'905

per la domanda di prest. prelim. 896 542 1'438

per la domanda di investimenti 125 48 174

per i consumi degli addetti 203 91 293

Totale 2'973 1'220 4'193

Moltiplicatore 1.7 2.3 1.8

Occupazione [FTE] Stampa e servizi

connessi alla stampa

Design grafico e com.

visiva

Totale industria

grafica

Effetti diretti 17'922 7'193 25'115

Effetti in altri settori 9'280 5'649 14'929

per la domanda di prest. prelim. 6'589 4'500 11'089

per la domanda di investimenti 989 382 1'371

per i consumi degli addetti 1'702 767 2'469

Totale 27'202 12'842 40'044

Moltiplicatore 1.5 1.8 1.6

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Fig. 3-7 Effetto complessivo dell’industria grafica (2016): valore aggiunto lordo (mln. CHF)

Fonte: BAK Economics

Tale situazione si riflette anche sul fronte dell’occupazione. Ai 25'100 posti di lavoro

direttamente collegati all’industria grafica se ne aggiungono ulteriori 14'900 in altri

settori dell’economia svizzera per effetto dei tre flussi di domanda. Nel complesso,

quindi, l’impatto dell’industria grafica sull’occupazione è pari a circa 40'000 equiva-

lenti a tempo pieno. In altre parole, a ciascun posto di lavoro a tempo pieno

nell’industria grafica corrisponde un impiego al 60% in un’impresa di un altro settore

(moltiplicatore dell’occupazione di 1.6).

Fig. 3-8 Effetto complessivo dell’industria grafica (2016): occupazione (FTE)

Note: FTE = Full Time Equivalents

Fonte: BAK Economics

2'973

1'220

4'193

1'748

539

2'288

1'224

681

1'905

Stampa e servizi connessi alla

stampa

Design grafico e com. visiva Totale industria grafica

Totale Effetti in altri settori Effetti diretti

27'202

12'842

40'044

17'922

7'193

25'115

9'280

5'649

14'929

Stampa e servizi connessi alla

stampa

Design grafico e com. visiva Totale industria grafica

Totale Effetti in altri settori Effetti diretti

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Le modellazioni sono state effettuate separatamente per la stampa e i servizi con-

nessi alla stampa e per il design grafico e la comunicazione visiva, onde tener conto

del fatto che questi due settori sono legati in modo diverso alla restante parte

dell’economia. Ad esempio (come sopra illustrato), le quote di prestazioni preliminari

nel settore Stampa e servizi connessi alla stampa sono inferiori a quelle del settore

Design grafico e Comunicazione visiva. Questo, in ultima analisi, è anche il motivo

principale per cui i moltiplicatori riferiti alla stampa (1.7 per il valore aggiunto e 1.5

per l’occupazione) sono più bassi di quelli applicati al settore dei servizi (rispettiva-

mente 2.3 e 1.8).

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4 Analisi prospettica degli sviluppi futuri

4.1 Trasformazione innovativa del settore

L’industria grafica sta attraversando una fase di complessi cambiamenti strutturali,

di cui il progresso tecnologico è uno dei fattori trainanti. Tale progresso, tuttavia, offre

allo stesso tempo alle aziende grafiche anche la possibilità di apportare innovazioni

fondamentali a livello di produzione (innovazioni di processo), di prodotti offerti (inno-

vazioni di prodotto) e di modello di business. Con un breve excursus si illustrano ora,

a titolo esemplificativo, alcune di queste innovazioni che potrebbero aiutare le azien-

de grafiche, in futuro, ad affermarsi con successo sul mercato.

Innovazioni di processo

Industria 4.0

L’Industria 4.0 (a volte chiamata anche «Industrial Internet» o «Fabbrica digitale») è

l’ultima di una serie di rivoluzioni che hanno consentito il progresso dell’economia a

partire dal XVIII secolo (Schwab 2015): la prima rivoluzione industriale ha portato le

macchine alimentate ad acqua e vapore, la seconda rivoluzione la produzione in se-

rie alimentata dall’elettricità (produzione in catena di montaggio), la terza rivoluzione

l’automazione basata sull’elettrotecnica e sull’informatica.

La quarta rivoluzione industriale va oltre la terza poiché digitalizza il processo di fab-

bricazione, con conseguente creazione di sistemi produttivi cyber-fisici integrati lungo

l’intera catena di valore. In definitiva, l’obiettivo è dar vita a una rete di macchine

intelligenti che, in base a una molteplicità di input di dati, ottimizzano il processo

produttivo sotto tutti i punti di vista (tempo, costi, qualità, flessibilità, affidabilità,

consumo di energia e di risorse). I miglioramenti attesi in termini di efficienza sono

elevati. Da un’indagine condotta tra le imprese a livello internazionale, PwC stima

(2016) che nel quinquennio 2016-2020 l’efficienza delle imprese industriali aumen-

terà ogni anno del 4.1%.

Alla stregua di tutti gli altri settori manifatturieri, il modello di Industria 4.0 rimescole-

rà le carte anche nell’industria grafica. Considerati il livello tecnologico e di istruzione

elevati, la disponibilità di risorse da destinare agli investimenti, l’alto grado di accet-

tazione nei confronti del cambiamento tecnologico e un quadro generale privo di

stravolgimenti, vi sono buone possibilità che in Svizzera le potenzialità della quarta

rivoluzione industriale troveranno terreno fertile.

Le tecnologie su cui si fonda l’Industria 4.0 sono in parte già mature, altre ancora in

divenire. Un esempio ben noto e diventato già oggi realtà sono gli album di fotografie

creati dai consumatori: al PC di casa si può disegnare un album fotografico, inviare i

dati online a una tipografia, la quale stamperà l’album in maniera pressoché automa-

tica e lo invierà al cliente. Alla Drupa 2016 (la più grande fiera mondiale dei print

media) diversi produttori di macchine per la stampa hanno presentato i loro progetti

di impianti in grado di compiere un ulteriore passo avanti e funzionare in maniera

completamente automatica. In futuro sopraggiungeranno altre soluzioni, come ad

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esempio il PreMaintenance, con cui i processi di riparazione e manutenzione di una

macchina vengono ottimizzati tramite la trasmissione di dati perfezionati sulla loro

funzionalità per mezzo di sensori, il salvataggio di tali dati nel cloud, la loro analisi

mediante algoritmi previsionali e un feedback automatico alla macchina.

Sharing Economy

Secondo Jeremiah Owyang (2014), il fondatore di Crowd Companies Council, il mo-

vimento della Sharing Economy (o Collaborative Economy) si fonda su tre pilastri: (1)

la mobilizzazione di risorse inutilizzate, (2) lo sfruttamento anziché il possesso di

risorse (on demand) (3) l’individuazione delle risorse e la regolamentazione

dell’accesso tramite la tecnologia.

Nella percezione collettiva, la Sharing Economy trova applicazione prevalentemente

in ambito B2C (servizi dalle imprese ai clienti), con Uber e Airbnb tra gli esempi più

noti. Anche nel B2B (servizi dalle imprese alle imprese), tuttavia, sono numerose le

nuove possibilità che offre in linea di principio. Basti pensare alla logistica, quando si

può affittare uno spazio a bordo di un camion con un certo percorso. O in produzione,

quando i software o le macchine vengono utilizzate in un’ottica collaborativa.

Quest’ultimo esempio evidenzia come non tutto nella Sharing Economy sia una novi-

tà. È da tempo, ad esempio, che le aziende agricole utilizzano in comune macchine

che non varrebbe la pena acquistare singolarmente.

Per l’industria tipografica svizzera, la Sharing Economy potrebbe rivelarsi particolar-

mente interessante. Dall’analisi, al capitolo 3, delle motivazioni che spiegano il basso

livello di produttività del settore è emerso che quest’ultimo si trova a lottare contro

una saturazione delle capacità inferiore alla media e ad effetti di scala (economie di

scala) proporzionalmente ridotti. Da questo punto di vista, i modelli di Sharing Eco-

nomy potrebbero essere d’aiuto. Da un lato possono contribuire a migliorare la satu-

razione delle capacità, essendo l’accesso a queste ultime «on demand» in un conte-

sto di Sharing Economy. Dall’altro si possono contemporaneamente contrastare i

bassi effetti di scala (economie di scala) che caratterizzano l’industria grafica. Attra-

verso l’accesso on demand a risorse concepite per un elevato grado di saturazione,

infatti, si sfruttano le economie di scala legate a tali risorse.

Innovazioni di prodotto

Internet of Things

L’Internet of Things (IoT, internet delle cose) rappresenta in un certo senso

l’equivalente dell’Industria 4.0 al di fuori della fabbrica: se l’Industria 4.0 è incentrata

sul collegamento in rete degli impianti di produzione, con l’IoT si tratta di collegare in

rete oggetti di vita quotidiana. L’obiettivo è connettere a internet beni di consumo

fisici attraverso una serie di interfacce dati. Le possibilità che offrono questi sistemi

cyber-fisici sono numerosissime. Dalle case intelligenti, i frigoriferi intelligenti, i wea-

rable ai sensori medicali impiantati sotto pelle, sono molte le soluzioni in fase di svi-

luppo e alcune di esse sono già in uso.

Per quanto concerne l’industria grafica, questa tendenza apre le porte a nuove pos-

sibilità. Rispetto ad altri supporti, la carta stampata possiede vantaggi tattili, visivi ed

estetici specifici. Attraverso il collegamento tra la carta stampata e il mondo ciberne-

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tico si possono sfruttare anche i vantaggi dei media digitali, dando vita a un mix che,

in un certo senso, offre il meglio dei due mondi.

Un esempio che è già realtà è l’utilizzo di questo mix nella pubblicità (Fischer 2016).

La carta stampata è uno strumento valido per invogliare all’acquisto, ma ha lo svan-

taggio di non consentire un’attuazione diretta della decisione. Un rimedio potrebbe

essere, ad esempio, l’uso di QR-code o di iBeacon via Bluetooth, che permettano

tramite lo smartphone di ordinare immediatamente un dato prodotto.

In futuro si potrebbe pensare anche ai libri intelligenti (Fischer 2006). Il libro intelli-

gente non solo conosce il proprio lettore e sa a che punto del libro si trova, ma cono-

sce anche l’ambiente di lettura ed è in grado di interagire con esso. Può ad esempio

regolare l’intensità di luce o avere accesso all’impianto stereo, creando nuove espe-

rienze di lettura.

Printed Electronics

Nella Printed Electronics (elettronica stampata) i componenti e le applicazioni elet-

troniche vengono realizzati con la tecnica della stampa (Moosheimer 2016). Al posto

degli inchiostri da stampa si utilizzano vernici elettricamente conduttive, spesso in

materiale organico.

Uno svantaggio della Printed Electronics rispetto all’industria dei semiconduttori tra-

dizionale è l’impossibilità di raggiungere la medesima risoluzione, per cui, visto che

quest’ultima è correlata alla velocità e alla capacità di memorizzazione, i componenti

elettronici stampati sono molto meno efficienti dei loro equivalenti in silicio

(Moosheimer 2016). La Printed Electronics offre tuttavia anche numerosi vantaggi: si

può stampare su una molteplicità di substrati (basi), anche flessibili e trasparenti.

Essa si addice inoltre alla stampa su grandi superfici, è rapida ed economica. Come

tecnologia per il futuro, la Printed Electronics ha un enorme potenziale di mercato

non in sostituzione, ma a complemento dell’elettronica dei semiconduttori.

L’associazione oe-a (2013) vede possibili applicazioni in molti settori: celle fotovoltai-

che organiche stampate, illuminazione OLED stampata, display OLED flessibili e arro-

tolabili, componenti elettronici stampati (supporti di memorizzazione dati, batterie,

antenne, serpentine degli impianti di riscaldamento), sistemi intelligenti integrati. Con

questi ultimi si chiuderà il cerchio del sopraccitato internet delle cose, ad esempio

nel momento in cui vi saranno sensori stampati integrati negli indumenti che invie-

ranno segnali al telefono cellulare.

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Nuovi modelli di business

Mass Customization

La Mass Customization (produzione in serie personalizzata) unisce i vantaggi della

produzione in serie con il desiderio dei clienti di avere prodotti personalizzati. Soprat-

tutto nei mercati maturi, le aziende avranno un asso nella manica se saranno in gra-

do di cavalcare l’onda della personalizzazione.

L’idea di base del modello di business è la seguente: l’Industria 4.0 e la conseguente

riorganizzazione della catena di valore genera, in produzione, una flessibilità sinora

sconosciuta – fino alla piccola serie o addirittura al singolo pezzo – consentendo una

personalizzazione dell’offerta. L’espressione chiave, in questo caso, è «grandezza

lotto 1». I prodotti personalizzati possono quindi essere realizzati a costi pressoché

identici a quelli dei prodotti standard. Tuttavia, visto che il cliente può definire alcune

caratteristiche fondamentali (ad es. dimensioni, colore, combinazione di features) in

base alle proprie esigenze concrete, il valore del prodotto da lui percepito aumenta e

conseguentemente anche la sua disponibilità di spesa. Tutto ciò genera un margine a

beneficio dei produttori.

L’applicazione sistematica e completamente automatica di questa strategia di mar-

keting e di produzione è uno degli obiettivi dell’Industria 4.0 sopra illustrata. Ci sono

elementi di Mass Customization che si sono ormai affermati in alcuni settori.

L’industria automobilistica, ad esempio, propone modelli di veicoli che il cliente può

configurare a proprio piacimento – dal colore alla potenza del motore, agli interni ecc.

L’esempio precedente dell’album fotografico personalizzato evidenzia come lo svi-

luppo stia già prendendo piede anche nell’industria grafica.

Prolungamento della catena di valore

Secondo un’indagine sul mondo delle imprese a cura di BAK Economics/Deloitte

(2015), circa la metà delle aziende industriali svizzere considera l’ampliamento della

gamma di servizi una strategia di crescita fondamentale. Sono numerose le possibili-

tà a cui anche l’industria grafica può attingere per integrare la catena di valore con

ulteriori servizi e penetrare nuovi mercati.

Un esempio potrebbero essere le visualizzazioni in ambito Big Data (cfr. Riedl 2016,

Fischer 2016). Nei Big Data, non è solo l’analisi dei dati a essere decisiva: il valore

aggiunto dell’analisi, infatti, spesso è dato soltanto a fronte di una comunicazione

visiva mirata dei risultati. Viste le nutrite esperienze e competenze di cui dispone

l’industria grafica in questo campo, si potrebbe pensare ad ampliare l’attività

nell’ottica delle visualizzazioni dei Big Data, anziché limitarsi alla semplice stampa

delle medesime.

Un altro esempio di prolungamento della catena di valore potrebbero essere i servizi

logistici. Attualmente l’industria grafica stampa, per conto di imprese di altri settori,

prodotti che successivamente saranno consegnati da queste o altre aziende ai clienti

finali. La presa in carico della consegna e di eventuali servizi correlati (come ad

esempio la selezione dei destinatari rilevanti in base all’analisi dei Big Data) potrebbe

rappresentare per alcune aziende grafiche un’evidente possibilità di ampliare il pro-

prio business.

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Big Data

Il principio dei Big Data consiste nel ricavare dai dati a disposizione quante più infor-

mazioni possibili, utilizzandole in maniera rilevante per il proprio business. Alla luce di

questa definizione, i Big Data hanno una rilevanza per l’industria grafica sotto molti

punti di vista e, in un modo o nell’altro, rivestono un ruolo importante anche per la

maggior parte delle innovazioni sopra descritte. Si pensi ad esempio al processo pro-

duttivo, quando nelle soluzioni basate sul modello di Industria 4.0 i dati provenienti

dai sensori vengono utilizzati per ottimizzare la performance delle macchine da

stampa. O al prolungamento della catena di valore, sotto forma di possibili servizi nel

campo delle visualizzazioni dei Big Data.

In questo frangente, tuttavia, occorre sottolineare un altro aspetto dei Big Data. La

mole di dati, relativi a clienti e consumatori, a disposizione delle aziende grafiche è in

aumento. Questa tendenza è destinata a crescere ulteriormente in seguito ad inno-

vazioni quali la combinazione tra carta stampata ed elementi digitali. Una possibilità,

ad esempio, potrebbero essere i materiali pubblicitari stampati che consentano al

consumatore di esprimere automaticamente il proprio feedback. Questa mole di dati

rappresenta una forma di capitale. Per l’industria grafica, dunque, è fondamentale

riuscire a sviluppare soluzioni con cui mettere a frutto questo capitale in maniera

produttiva.

Sostenibilità come criterio di differenziazione

Un numero crescente di imprese sta cercando di tenere maggiormente in considera-

zione l’apprezzamento che i clienti manifestano nei confronti di catene di valore so-

stenibili e organizzate in un’ottica responsabile. Attività in tal senso rappresentano

per l’industria grafica non solo una possibilità di assumersi ed esercitare la respon-

sabilità sociale d’impresa (Corporate Social Responsibility), ma anche di distinguersi

dalla concorrenza internazionale.

Per incentivare questo tipo di iniziative, viscom ha introdotto un label di sostenibilità.

Per ottenerlo, le imprese candidate devono soddisfare una serie di criteri, che sono

stati definiti insieme all’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica (UFCL). Nella

valutazione si considera, tra i vari fattori, l’impegno volontario delle imprese, per cui

ad esempio la definizione di un piano di smaltimento dei rifiuti, la stampa a impatto

neutro sul clima o la certificazione FSC. Il label prevede anche alcuni elementi obbli-

gatori, tra cui – ad esempio – l’adesione al codice etico «printed in Switzerland», il

rispetto del contratto collettivo di lavoro e l’attività didattica in seno all’azienda.

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4.2 Rinnovamento della formazione professionale di base

Per sfruttare le potenziali innovazioni è fondamentale poter contare su collaboratori

ben preparati. L’industria grafica svizzera sta pertanto provvedendo ad adeguare,

oltre al proprio sistema di perfezionamento professionale, anche la propria offerta

formativa di base alla luce delle mutate esigenze, attualmente con l’introduzione

delle figure professionali «tecnologo dei media AFC» (attestato federale di capacità) e

«allestitore alla stampa AFC» (viscom 2017).

Le figure professionali del tecnologo di stampa e dell’operatore postpress sono state

inserite rispettivamente nel 2006 e nel 2008. Come illustrato al capitolo precedente,

il settore grafico sta attraversando una fase di sviluppo tecnologico repentino. Nuovi

macchinari, sistemi di stampa, applicazioni IT e nuove esigenze della clientela esigo-

no, ad esempio, tirature sempre più ridotte e complesse, nonché una crescente digi-

talizzazione di tutti i processi lungo l’intera catena di valore e un’automatizzazione

dal ricevimento dell’ordine alla sua conclusione. Ne consegue, per il personale addet-

to, la necessità di acquisire nuove competenze che non sono incluse, in tale forma,

nelle figure del tecnologo di stampa e dell’operatore postpress. Alla luce di ciò, con il

progetto «Medienmacher 2020» l’associazione di settore viscom si è fatta promotrice

di un’iniziativa per la riorganizzazione dell’intero sistema formativo di base nel setto-

re della stampa. Le aziende grafiche svizzere, infatti, potranno rimanere competitive

sulla scena internazionale soltanto se potranno contare su specialisti in grado di la-

vorare in maniera più flessibile, migliore e attenta al mercato rispetto ai colleghi di

lavoro esteri a più basso costo.

Le misure adottate nel quadro del progetto di formazione professionale «Medienma-

cher 2020» sono le seguenti:

Introduzione di una formazione quadriennale per tecnologi dei media AFC con

i 3 indirizzi stampa, reprografia e serigrafia, e introduzione di una formazione

triennale per allestitori alla stampa AFC incentrata sulla legatura artigianale e

industriale.

La stampa digitale sarà opportunamente integrata in entrambi i percorsi for-

mativi.

L’eventuale introduzione di un primo anno didattico comune a tutti gli indirizzi

della figura di tecnologo dei media sarà oggetto di attenta analisi.

I profili delle qualifiche professionali e i piani formativi dei diversi indirizzi sa-

ranno adattati alle esigenze future e in conformità alle indicazioni aggiornate

della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI).

Gli indirizzi saranno eventualmente accorpati, le competenze non più attuali

cancellate o rinnovate e quelle mancanti integrate; in altre parole, i profili del-

le qualifiche professionali saranno rivisti minuziosamente.

I documenti di base (come ad es. il piano formativo e l’ordinanza sulla forma-

zione) saranno sottoposti a revisione alla luce dei nuovi testi di riferimento

della SEFRI.

La procedura di conseguimento della qualifica professionale sarà verificata e

ridefinita (ad es. attività pratiche individuali anziché prestabilite, voti

sull’esperienza anziché sulle conoscenze professionali).

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5 Riepilogo

Da alcuni anni, ormai, l’industria grafica sta attraversando una fase di complessi

cambiamenti strutturali, per cui spesso agli occhi dell’opinione pubblica viene perce-

pita come un settore in crisi, il che non di rado sminuisce la rilevanza economica del

settore e mette in ombra le sue potenzialità future.

L’obiettivo del presente studio, pertanto, è stato quello di evidenziare la rilevanza

economica dell’industria grafica nell’ambito di un’opportuna analisi di impatto. In

prospettiva, si sono esaminati anche gli sviluppi all’interno del settore che si rivele-

ranno cruciali per la sua sopravvivenza futura.

In una prima fase si è proceduto a una ripartizione statistica del settore in linea con

l’immagine che l’industria grafica ha di sé stessa. In concreto, l’industria grafica vie-

ne considerata un conglomerato costituito dai settori «Stampa e servizi connessi alla

stampa» (codice NOGA 181) e «Design grafico e comunicazione visiva» (codice NOGA

741002). Il primo ramo rientra nel settore secondario, il secondo in quello terziario.

Successivamente, mediante un’analisi di impatto economico sono stati calcolati gli

effetti generati dall’industria grafica in termini di valore aggiunto lordo e occupazione

per l’anno di riferimento 2016. Gli esiti principali di tale disamina sono i seguenti:

All’industria grafica sono direttamente collegati circa 2.3 miliardi di CHF di va-

lore aggiunto lordo e/o 25'100 posti di lavoro. Circa 3/4 di essi sono imputa-

bili alla stampa e ai servizi connessi alla stampa, mentre 1/4 è riconducibile

al design grafico e alla comunicazione visiva.

A livello di valore aggiunto lordo, quindi, l’industria grafica ha un peso circa 4

volte superiore all’industria tessile, è 1.5 volte maggiore rispetto alle attività

metallurgiche, leggermente più grande del settore Fabbricazione di altri mezzi

di trasporto (costruzione di navi, locomotive e materiale rotabile ferro-

tranviario, aeromobili e veicoli aerospaziali) e comunque più grande di ben

2/3 rispetto al suo mercato di sbocco principale, l’editoria e i media. Dal con-

fronto con alcuni settori selezionati, emerge quindi come l’impatto

dell’industria grafica abbia un ordine di grandezza tutt’altro che trascurabile,

e probabilmente sottostimato.

Considerando unicamente gli effetti diretti, tuttavia, si sottovaluta l’effettiva

rilevanza dell’industria grafica, dal momento che con la sua attività si gene-

rano flussi di prestazioni preliminari, investimenti e consumi di cui beneficia-

no altri settori dell’economia svizzera.

Oltre agli effetti diretti sul valore aggiunto lordo, pari a 2.3 miliardi di CHF, i

flussi di prestazioni preliminari, di investimenti e di consumi generano a loro

volta circa 1.9 miliardi di CHF di valore aggiunto in altri settori svizzeri, per cui

l’impatto complessivo dell’industria grafica sulla catena di valore si attesta a

4.2 miliardi di CHF. Per ogni franco di valore aggiunto prodotto dall’industria

grafica si generano dunque altri 80 centesimi circa in altri settori

dell’economia svizzera. Analogamente, ai 25'100 addetti dell’industria grafi-

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ca vanno aggiunti, per effetto della domanda generata, altri 14'900 posti di

lavoro in altri settori, per cui all’industria grafica sono legati complessivamen-

te circa 40'000 equivalenti a tempo pieno. A ciascun posto di lavoro

nell’industria grafica corrisponde un impiego al 60% in un’impresa di un altro

settore.

Si sono esaminati infine, in prospettiva, gli sviluppi che potranno garantire la soprav-

vivenza futura dell’industria grafica e quindi la sua continua rilevanza economica.

Se da un lato il progresso tecnologico acuisce il cambiamento strutturale

nell’industria grafica, dall’altro offre anche la possibilità alle aziende del set-

tore di apportare innovazioni fondamentali in diversi settori: innovazioni di

processo nell’ottica dell’Industria 4.0 e della Sharing Economy; innovazioni di

prodotto nell’ambito dell’Internet of Things e della Printed Electronics, nonché

nuovi modelli di business come Mass Customization, prolungamento della ca-

tena di valore, modelli di Big Data e differenziazione attraverso la sostenibili-

tà.

Per poter valorizzare queste potenziali innovazioni, è fondamentale poter

contare su un personale in possesso delle competenze necessarie.

L’industria grafica svizzera sta pertanto provvedendo ad adeguare, oltre al si-

stema di perfezionamento professionale, anche la propria offerta formativa di

base alla luce delle mutate esigenze.

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6 Appendice

Note esplicative inerenti alla stampa e ai servizi connessi alla stampa

Quanto segue è una copia della «Nomenclatura generale delle attività economiche,

note esplicative» a cura dell’Ufficio federale di statistica (UST 2008), in cui si defini-

sce il settore «Stampa e riproduzione su supporti registrati» (codice NOGA 18) e i rela-

tivi sottogruppi. Mentre il settore «Stampa e servizi connessi alla stampa» (codice

NOGA 18) è considerato parte integrante dell’industria grafica, la «Riproduzione su

supporti registrati» (codice NOGA 182) non lo è.

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Note esplicative inerenti al design grafico e alla comunicazione visiva

Quanto segue è una copia della «Nomenclatura generale delle attività economiche,

note esplicative» a cura dell’Ufficio federale di statistica (UST 2008), in cui si defini-

sce il settore del design grafico e della comunicazione visiva (codice NOGA 741002),

anch’esso parte integrante dell’industria grafica.

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7 Bibliografia

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UST (2008): NOGA 2008, Nomenclatura generale delle attività economiche, Introdu-

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KOF (2011): Branchenstrukturbericht Grafische Industrie, studio a cura del Centro di

ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo.

Moosheimer, U. (2016): Die Zukunft mit Printed Electronics, in: viscom (2016): studio

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Schwab, K. (2015): The Fourth Industrial Revolution, What it Means and How to Re-

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viscom (2016): Zahlen und Fakten 2016, fact sheet a cura dell’associazione di setto-

re viscom.

viscom (2017): «Medienmacher 2020» – Windmühlen bauen, articolo comparso nella

pubblicazione Focus dell’associazione di settore viscom.

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