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La ripresa passa attraverso La solidarietà tra le religioni l ......cando che le parti hanno anche...

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 195 (48.519) Città del Vaticano venerdì 28 agosto 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +"!"!:!?!{! Le credenziali del nuovo ambasciatore di Australia Nella mattina di giovedì 27 agosto Papa Francesco ha ricevuto in udienza Sua Eccellenza la signora Chiara Porro, nuovo Ambasciatore di Australia, in occasione della presentazione delle Lettere con cui è stata accreditata presso la Santa Sede Accordo tra Oms ed Fmi sulla necessità di aiutare soprattutto i paesi più poveri La ripresa passa attraverso l’accesso universale al vaccino Documento del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e del Wcc La solidarietà tra le religioni al servizio di un mondo ferito NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza la Signora Chiara Porro, Ambasciatore di Au- stralia, per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: l’Eminentissimo Cardinale Willem Jacobus Eijk, Arcive- scovo di Utrecht (Olanda); Sua Eccellenza Monsignor Pierbattista Pizzaballa, Arci- vescovo titolare di Verbe, Am- ministratore Apostolico “sede vacante” del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Dottor Maximino Caballero Ledo, Segretario Generale della Segreteria per l’Econo- mia, con la Consorte. LABORATORIO DOPO LA PANDEMIA Per superare le fragilità sanitarie Un nuovo approccio etico FRANCESCO SAVINO A PAGINA 3 Uno sguardo cristiano alle persone affette da demenza Con la lente dell’amore PAUL JAMES MASON A PAGINA 3 Stoltenberg sostiene l’autonomia del paese Nato: nessun intervento in Bielorussia PAGINA 2 Donne e uomini nella Chiesa/3 Nessuno è escluso dalla grazia di Dio GIORGIA SALATIELLO A PAGINA 6 Storia di al Ghazali, il più grande monastero cristiano della Nubia Passato che ritorna ROSSELLA FABIANI A PAGINA 7 ALLINTERNO Teheran autorizza l’accesso dell’Aiea a due siti nucleari TEHERAN, 27. L’Iran e l’Agenzia internazionale per l’energia ato- mica (Aiea) hanno pubblicato ie- ri una dichiarazione congiunta per annunciare che le parti han- no concordato l’accesso degli ispettori dell’Agenzia a due siti nucleari iraniani. «L’Iran fornisce volontariamente all’Aiea l’accesso a due siti indicati dall’Agenzia» si legge nel comunicato, specifi- cando che le parti hanno anche concordato le date delle ispezioni e delle attività di verifica nei siti. L’accordo è arrivato al termine della visita a Teheran del diretto- re generale dell’Aiea, Rafael Ma- riano Grossi. L’Agenzia aveva chiesto da tempo l’accesso ai due siti. L’accordo, inoltre, arriva in un momento molto delicato sul piano internazionale, con gli Usa che hanno chiesto all’Onu nuove sanzioni contro Teheran. Francia, Gran Bretagna e Germania han- no contestato l’iniziativa Usa perché — a loro dire — mina la realizzazione dell’accordo sul nu- cleare del 2015. Due morti negli scontri per il ferimento di Jacob Blake Guerriglia urbana nel Wisconsin Monica e Agostino discepoli del Maestro interiore Nella scuola del cuore Nelle Confessioni sant’Agostino ri- corda la sollecitudine di Monica per estinguere le inimicizie e le contese e scrive: «Mia madre faceva proprio questo, istruita da te, il maestro in- teriore, nella scuola del cuore». Agostino lo afferma della madre e a ragione potrebbe affermarlo anche di se stesso. RO CCO RONZANI A PAGINA 8 Silenzio grembo della Parola «Silenzio, polifonia di Dio» è la sfida paradossale di un convegno, di cui escono ora gli atti, nato per rispondere a un appello intimo e profondo, insito nel cuore della Chiesa, quello di dar voce alla pre- ghiera tacita, all’ascolto di Dio in un mondo sommerso dalla prevari- cazione del rumore. PAGINE 4 E 5 Tampome anti-covid a Mombai in India (Afp) GINEVRA, 27. L’accesso al vaccino contro il covid-19 deve essere uguale per tutti, soprattutto per i paesi più poveri e in difficoltà: solo così è possibile garantire la ripresa econo- mica. Questo il punto sul quale hanno concordato, in un colloquio avvenuto ieri, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, e il numero uno del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva. «Con il Fondo monetario abbiamo conve- nuto che il miglior stimolo per l’economia globale sarà un accesso equo ai vaccini contro il covid-19» ha scritto in un tweet Adhanom Ghebreyesus, commentando il collo- quio avuto con il vertice del Fmi. «È fondamentale — ha sottolinea- to il direttore generale dell’Oms — sostenere l’iniziativa Act-Accelerator, lanciata a livello globale per accele- rare lo sviluppo di strumenti contro il covid-19». I vertici del Fondo mo- netario si sono detti tutti d’accordo nell’aumentare i finanziamenti per la ricerca del vaccino e per la sua futura distribuzione. Intanto, in base agli ultimi bilan- ci, sono oltre 24 milioni i casi di contagio da coronavirus nel mondo. Le persone guarite sono 15,8 milio- ni. Gli Stati Uniti sono in testa fra i paesi più colpiti per numero di con- tagi con 179.735 morti e oltre 5,82 milioni di casi positivi, seguiti da Brasile (3,71 milioni di contagi e 117.600 decessi) e India (3,31 milioni di contagi e oltre 60mila morti). Al quarto posto vi è la Russia (968.297 contagi e 16.638 morti), mentre al quinto troviamo il Sud Africa (615.701 contagi e oltre 13.500 mor- ti). Il Perú è al sesto posto (607.000 casi e oltre 28mila morti), mentre il Messico è settimo fra i paesi più colpiti con 573.888, ma arriva terzo per il numero di morti (62.076). All’ottavo posto si situa la Colom- bia (oltre 572.000 positivi e più di 18mila morti). La Spagna è nona, unico paese Ue fra i primi dieci, con 419.849 contagi e 28.971 morti. Intanto, la Commissione Ue ha annunciato che il vice presidente Valdis Dombrovskis assumerà ad in- terim la carica di commissario euro- peo al commercio, in attesa di tro- vare un sostituto al dimissionario Phil Hogan. Questi ha deciso di la- sciare l’incarico dopo le accuse di aver violato le norme anti-covid du- rante un suo recente viaggio in Ir- landa. «Sta diventando sempre più chia- ro che la controversia sulla mia re- cente visita in Irlanda sta diventan- do una distrazione dal mio lavoro di Commissario Ue e avrebbe mina- to il mio lavoro nei mesi chiave a venire» ha dichiarato in una nota. «Sono profondamente dispiaciuto per quanto accaduto» ha aggiunto. Servire un mondo ferito nella solida- rietà interreligiosa. Una chiamata cri- stiana alla riflessione e all’azione du- rante il covid-19 e oltre è il titolo del documento congiunto che il World Council of Churches (Wcc) e il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso (Pcid) hanno elabora- to allo scopo di incoraggiare le Chiese, le comunità e le organizza- zioni cristiane a riflettere sull’impor- tanza della collaborazione tra le reli- gioni in un mondo ferito dalla pan- demia. Il documento — diffuso nella mattina di giovedì 27 agosto — vuo- le offrire una base cristiana alla “solidarietà interreligiosa” capace di ispirare e confermare l’impegno al servizio di un’umanità che porta i segni della crisi provocata dal virus e di molte altre ferite. La pubblica- zione è concepita per essere utile anche a coloro che professano altre religioni e che di fronte all’emer- genza hanno dato risposte analo- ghe a partire dalle proprie tradizio- ni di fede. Il punto di partenza del testo è il riconoscimento dell’attuale contesto della pandemia come occasione per scoprire nuove forme di solidarietà e per ripensare il mondo post-covid- 19. Suddiviso in cinque sezioni, il documento riflette in generale sulla natura di una solidarietà sostenuta dalla speranza e offre in particolare una base cristiana alla “solidarietà interreligiosa”, individuando alcuni principi chiave e indicando una se- rie di raccomandazioni per tradurre la riflessione in azione concreta e credibile. Il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pcid, ha ri- cordato in proposito che il servizio e la solidarietà cristiani in un mon- do ferito fanno parte dell’agenda del Pontificio Consiglio e del Wcc fin dallo scorso anno. La pandemia non ha fatto altro che dare impulso a questo progetto e a incoraggiare l’elaborazione di «una risposta ecu- menica e interreligiosa tempestiva». Questa crisi, ha spiegato il porpora- to, «ha messo a nudo le ferite e la fragilità del nostro mondo, rivelan- do che le nostre risposte devono es- sere offerte in una solidarietà inclu- siva, aperta ai seguaci di altre tradi- zioni religiose e alle persone di buo- na volontà, tenendo conto della preoccupazione per l’intera famiglia umana». Da parte sua, il segretario genera- le ad interim del Wcc, Ioan Sauca, ha affermato che il dialogo interreli- gioso è vitale per guarire dalle ferite e per prendersi cura gli uni degli al- tri a livello globale. «Di fronte alla pandemia covid-19, i membri della famiglia umana stanno facendo fronte insieme a una chiamata senza precedenti per proteggersi vicende- volmente e per guarire le nostre co- munità», ha detto. «Il dialogo inter- religioso — ha aggiunto — non solo aiuta a chiarire i principi della no- stra fede e della nostra identità di cristiani, ma allarga anche la nostra comprensione delle sfide e delle so- luzioni creative che altri potrebbero avere». Il documento — l’ultimo in ordine di tempo a essere prodotto insieme dal Pontificio Consiglio per il dialo- go interreligioso e dal Wcc — segue la pubblicazione di Educazione alla pace in un mondo multireligioso: una prospettiva cristiana elaborato nel maggio 2019. WASHINGTON, 27. Notte di sangue a Kenosha, la cittadina del Wisconsin da giorni teatro di violenti proteste contro la polizia, accusata di bruta- lità e razzismo per il caso dell’afroa- mericano Jacob Blake. Dopo ore e ore di scontri e taffe- rugli, con lancio di sassi e bottiglie da una parte e gas lacrimogeni e proiettili di gomma dall’altra, sull’asfalto sono rimaste due vittime, mentre una terza persona versa in gravi condizioni in ospedale. A spa- rare con un fucile semiautomatico contro i manifestanti sarebbe stato un diciassettenne ripreso dai video di alcuni testimoni. Il ragazzo, Kyle Rittenhouse, si è dato alla fuga ed è stato poi arrestato ad Antioch, la sua città di residenza nel vicino Illi- nois. È accusato di omicidio volon- tario, mentre le indagini vanno avanti per scoprire se nella sangui- nosa vicenda siano coinvolte altre persone. Le immagini infatti mo- strano un gruppo di persone armate davanti a una stazione di servizio apparentemente intenzionate a di- fendere alcune proprietà da possibili atti vandalici. Adesso la paura è che la rabbia montata nelle ultime ore possa de- generare in una situazione fuori controllo. Finora, infatti, a nulla è servito il coprifuoco varato dalle au- torità cittadine dopo i primi disordi- ni seguiti al ferimento di Blake, che era in auto con i suoi tre figli e a cui un agente ha sparato ben sette colpi di pistola alla schiena, feren- dolo gravemente (l’uomo, dicono i medici, rimarrà paralizzato) e susci- tando una nuova ondata di proteste dopo la morte di George Floyd. L’agente di polizia è stato intanto identificato. Al momento, l’attorney general del Wisconsin non ha an- nunciato alcuna accusa nei confronti degli agenti coinvolti, che provaro- no a fermare Blake anche con il ta- ser. L’afroamericano ha ammesso agli investigatori che era in possesso di un coltello. In segno di protesta lo sport a stelle e strisce ha deciso di incrocia- re le braccia: il basket professionisti- co maschile e femminile ha rinviato le partite di mercoledì. Nello stesso giorno sono state posticipate anche tre partite della Major league base- ball e cinque sfide della Major lea- gue soccer, dopo il rifiuto dei gioca- tori di scendere in campo. La campionessa giapponese Nao- mi Osaka non disputerà la semifina- le degli Open Usa di tennis. «Pri- ma di essere un’atleta, sono una donna afroamericana», ha detto.
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    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

    Unicuique suum

    POLITICO RELIGIOSO

    Non praevalebunt

    Anno CLX n. 195 (48.519) Città del Vaticano venerdì 28 agosto 2020

    .

    y(7HA

    3J1*QS

    SKKM(

    +"!"!:!?

    !{!

    Le credenzialidel nuovo ambasciatore di Australia

    Nella mattina di giovedì 27 agosto Papa Francesco ha ricevuto in udienzaSua Eccellenza la signora Chiara Porro, nuovo Ambasciatore di Australia,

    in occasione della presentazione delle Lettere con cui è stata accreditata presso la Santa Sede

    Accordo tra Oms ed Fmi sulla necessità di aiutare soprattutto i paesi più poveri

    La ripresa passa attraversol’accesso universale al vaccino

    Documento del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e del Wcc

    La solidarietà tra le religionial servizio di un mondo ferito

    NOSTREINFORMAZIONIIl Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza SuaEccellenza la Signora ChiaraPorro, Ambasciatore di Au-stralia, per la presentazionedelle Lettere Credenziali.

    Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza:

    l’Eminentissimo CardinaleWillem Jacobus Eijk, Arcive-scovo di Utrecht (Olanda);

    Sua Eccellenza MonsignorPierbattista Pizzaballa, Arci-vescovo titolare di Verbe, Am-ministratore Apostolico “sedevacante” del Patriarcato diGerusalemme dei Latini.

    Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza ilDottor Maximino CaballeroLedo, Segretario Generaledella Segreteria per l’Econo-mia, con la Consorte.

    LABORATORIODOPO LA PA N D E M I APer superare le fragilità sanitarie

    Un nuovo approccioetico

    FRANCESCO SAV I N O A PA G I N A 3

    Uno sguardo cristianoalle persone affette da demenza

    Con la lentedell’a m o re

    PAU L JAMES MASON A PA G I N A 3

    Stoltenberg sostiene l’autonomiadel paese

    Nato: nessun interventoin Bielorussia

    PAGINA 2

    Donne e uomini nella Chiesa/3

    Nessuno è esclusodalla grazia di Dio

    GIORGIA SA L AT I E L L O A PA G I N A 6

    Storia di al Ghazali, il più grandemonastero cristiano della Nubia

    Passato che ritorna

    ROSSELLA FABIANI A PA G I N A 7

    ALL’INTERNO

    Teheran autorizzal’accessodell’Aiea

    a due siti nucleari

    TEHERAN, 27. L’Iran e l’Agenziainternazionale per l’energia ato-mica (Aiea) hanno pubblicato ie-ri una dichiarazione congiuntaper annunciare che le parti han-no concordato l’accesso degliispettori dell’Agenzia a due sitinucleari iraniani. «L’Iran forniscevolontariamente all’Aiea l’accessoa due siti indicati dall’Agenzia»si legge nel comunicato, specifi-cando che le parti hanno ancheconcordato le date delle ispezionie delle attività di verifica nei siti.

    L’accordo è arrivato al terminedella visita a Teheran del diretto-re generale dell’Aiea, Rafael Ma-riano Grossi. L’Agenzia avevachiesto da tempo l’accesso ai duesiti. L’accordo, inoltre, arriva inun momento molto delicato sulpiano internazionale, con gli Usache hanno chiesto all’Onu nuovesanzioni contro Teheran. Francia,Gran Bretagna e Germania han-no contestato l’iniziativa Usaperché — a loro dire — mina larealizzazione dell’accordo sul nu-cleare del 2015.

    Due morti negli scontri per il ferimento di Jacob Blake

    Guerriglia urbana nel Wisconsin

    Monica e Agostino discepoli del Maestro interiore

    Nella scuola del cuore

    Nelle Confessioni sant’Agostino ri-corda la sollecitudine di Monica perestinguere le inimicizie e le contesee scrive: «Mia madre faceva proprioquesto, istruita da te, il maestro in-teriore, nella scuola del cuore».Agostino lo afferma della madre e aragione potrebbe affermarlo anchedi se stesso.

    RO CCO RONZANI A PA G I N A 8

    Silenziogrembo della Parola«Silenzio, polifonia di Dio» è lasfida paradossale di un convegno,di cui escono ora gli atti, nato perrispondere a un appello intimo eprofondo, insito nel cuore dellaChiesa, quello di dar voce alla pre-ghiera tacita, all’ascolto di Dio inun mondo sommerso dalla prevari-cazione del rumore.

    PAGINE 4 E 5

    Tampome anti-covid a Mombai in India (Afp)

    GINEVRA, 27. L’accesso al vaccinocontro il covid-19 deve essere ugualeper tutti, soprattutto per i paesi piùpoveri e in difficoltà: solo così èpossibile garantire la ripresa econo-mica. Questo il punto sul qualehanno concordato, in un colloquioavvenuto ieri, il direttore generaledell’Organizzazione mondiale dellasanità (Oms), Tedros AdhanomGhebreyesus, e il numero uno delFondo monetario internazionale(Fmi), Kristalina Georgieva. «Conil Fondo monetario abbiamo conve-nuto che il miglior stimolo perl’economia globale sarà un accessoequo ai vaccini contro il covid-19»ha scritto in un tweet AdhanomGhebreyesus, commentando il collo-quio avuto con il vertice del Fmi.

    «È fondamentale — ha sottolinea-to il direttore generale dell’Oms —sostenere l’iniziativa Act-Accelerator,lanciata a livello globale per accele-rare lo sviluppo di strumenti controil covid-19». I vertici del Fondo mo-netario si sono detti tutti d’a c c o rd onell’aumentare i finanziamenti perla ricerca del vaccino e per la suafutura distribuzione.

    Intanto, in base agli ultimi bilan-ci, sono oltre 24 milioni i casi dicontagio da coronavirus nel mondo.Le persone guarite sono 15,8 milio-ni. Gli Stati Uniti sono in testa fra ipaesi più colpiti per numero di con-tagi con 179.735 morti e oltre 5,82milioni di casi positivi, seguiti daBrasile (3,71 milioni di contagi e117.600 decessi) e India (3,31 milionidi contagi e oltre 60mila morti). Al

    quarto posto vi è la Russia (968.297contagi e 16.638 morti), mentre alquinto troviamo il Sud Africa(615.701 contagi e oltre 13.500 mor-ti). Il Perú è al sesto posto (607.000casi e oltre 28mila morti), mentre ilMessico è settimo fra i paesi piùcolpiti con 573.888, ma arriva terzoper il numero di morti (62.076).All’ottavo posto si situa la Colom-bia (oltre 572.000 positivi e più di18mila morti). La Spagna è nona,unico paese Ue fra i primi dieci,con 419.849 contagi e 28.971 morti.

    Intanto, la Commissione Ue haannunciato che il vice presidenteValdis Dombrovskis assumerà ad in-

    terim la carica di commissario euro-peo al commercio, in attesa di tro-vare un sostituto al dimissionarioPhil Hogan. Questi ha deciso di la-sciare l’incarico dopo le accuse diaver violato le norme anti-covid du-rante un suo recente viaggio in Ir-landa.

    «Sta diventando sempre più chia-ro che la controversia sulla mia re-cente visita in Irlanda sta diventan-do una distrazione dal mio lavorodi Commissario Ue e avrebbe mina-to il mio lavoro nei mesi chiave avenire» ha dichiarato in una nota.«Sono profondamente dispiaciutoper quanto accaduto» ha aggiunto.

    Servire un mondo ferito nella solida-rietà interreligiosa. Una chiamata cri-stiana alla riflessione e all’azione du-rante il covid-19 e oltre è il titolo deldocumento congiunto che il WorldCouncil of Churches (Wcc) e ilPontificio Consiglio per il dialogointerreligioso (Pcid) hanno elabora-to allo scopo di incoraggiare leChiese, le comunità e le organizza-zioni cristiane a riflettere sull’imp or-tanza della collaborazione tra le reli-gioni in un mondo ferito dalla pan-demia.

    Il documento — diffuso nellamattina di giovedì 27 agosto — v u o-le offrire una base cristiana alla“solidarietà interreligiosa” capace diispirare e confermare l’impegno alservizio di un’umanità che porta isegni della crisi provocata dal viruse di molte altre ferite. La pubblica-zione è concepita per essere utileanche a coloro che professano altrereligioni e che di fronte all’e m e r-genza hanno dato risposte analo-ghe a partire dalle proprie tradizio-ni di fede.

    Il punto di partenza del testo è ilriconoscimento dell’attuale contestodella pandemia come occasione perscoprire nuove forme di solidarietà eper ripensare il mondo post-covid-19. Suddiviso in cinque sezioni, ildocumento riflette in generale sullanatura di una solidarietà sostenutadalla speranza e offre in particolareuna base cristiana alla “solidarietài n t e r re l i g i o s a ”, individuando alcuniprincipi chiave e indicando una se-rie di raccomandazioni per tradurre

    la riflessione in azione concreta ec re d i b i l e .

    Il cardinale Miguel Ángel AyusoGuixot, presidente del Pcid, ha ri-cordato in proposito che il servizioe la solidarietà cristiani in un mon-do ferito fanno parte dell’agendadel Pontificio Consiglio e del Wccfin dallo scorso anno. La pandemianon ha fatto altro che dare impulsoa questo progetto e a incoraggiarel’elaborazione di «una risposta ecu-menica e interreligiosa tempestiva».Questa crisi, ha spiegato il porpora-to, «ha messo a nudo le ferite e lafragilità del nostro mondo, rivelan-do che le nostre risposte devono es-sere offerte in una solidarietà inclu-siva, aperta ai seguaci di altre tradi-zioni religiose e alle persone di buo-na volontà, tenendo conto dellapreoccupazione per l’intera famigliaumana».

    Da parte sua, il segretario genera-le ad interim del Wcc, Ioan Sauca,ha affermato che il dialogo interreli-gioso è vitale per guarire dalle feritee per prendersi cura gli uni degli al-tri a livello globale. «Di fronte allapandemia covid-19, i membri dellafamiglia umana stanno facendofronte insieme a una chiamata senzaprecedenti per proteggersi vicende-volmente e per guarire le nostre co-munità», ha detto. «Il dialogo inter-religioso — ha aggiunto — non soloaiuta a chiarire i principi della no-stra fede e della nostra identità dicristiani, ma allarga anche la nostracomprensione delle sfide e delle so-

    luzioni creative che altri potrebberoa v e re » .

    Il documento — l’ultimo in ordinedi tempo a essere prodotto insiemedal Pontificio Consiglio per il dialo-go interreligioso e dal Wcc — seguela pubblicazione di Educazione allapace in un mondo multireligioso: unaprospettiva cristiana elaborato nelmaggio 2019.

    WASHINGTON, 27. Notte di sangue aKenosha, la cittadina del Wisconsinda giorni teatro di violenti protestecontro la polizia, accusata di bruta-lità e razzismo per il caso dell’a f ro a -mericano Jacob Blake.

    Dopo ore e ore di scontri e taffe-rugli, con lancio di sassi e bottiglieda una parte e gas lacrimogeni eproiettili di gomma dall’altra,sull’asfalto sono rimaste due vittime,mentre una terza persona versa in

    gravi condizioni in ospedale. A spa-rare con un fucile semiautomaticocontro i manifestanti sarebbe statoun diciassettenne ripreso dai videodi alcuni testimoni. Il ragazzo, KyleRittenhouse, si è dato alla fuga ed èstato poi arrestato ad Antioch, lasua città di residenza nel vicino Illi-nois. È accusato di omicidio volon-tario, mentre le indagini vannoavanti per scoprire se nella sangui-nosa vicenda siano coinvolte altre

    persone. Le immagini infatti mo-strano un gruppo di persone armatedavanti a una stazione di servizioapparentemente intenzionate a di-fendere alcune proprietà da possibiliatti vandalici.

    Adesso la paura è che la rabbiamontata nelle ultime ore possa de-generare in una situazione fuoricontrollo. Finora, infatti, a nulla èservito il coprifuoco varato dalle au-torità cittadine dopo i primi disordi-ni seguiti al ferimento di Blake, cheera in auto con i suoi tre figli e acui un agente ha sparato ben settecolpi di pistola alla schiena, feren-dolo gravemente (l’uomo, dicono imedici, rimarrà paralizzato) e susci-tando una nuova ondata di protestedopo la morte di George Floyd.

    L’agente di polizia è stato intantoidentificato. Al momento, l’attorney

    general del Wisconsin non ha an-nunciato alcuna accusa nei confrontidegli agenti coinvolti, che provaro-no a fermare Blake anche con il ta-ser. L’afroamericano ha ammessoagli investigatori che era in possessodi un coltello.

    In segno di protesta lo sport astelle e strisce ha deciso di incrocia-re le braccia: il basket professionisti-co maschile e femminile ha rinviatole partite di mercoledì. Nello stessogiorno sono state posticipate anchetre partite della Major league base-ball e cinque sfide della Major lea-gue soccer, dopo il rifiuto dei gioca-tori di scendere in campo.

    La campionessa giapponese Nao-mi Osaka non disputerà la semifina-le degli Open Usa di tennis. «Pri-ma di essere un’atleta, sono unadonna afroamericana», ha detto.

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 venerdì 28 agosto 2020

    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

    Unicuique suumPOLITICO RELIGIOSONon praevalebunt

    Città del Vaticano

    o r n e t @ o s s ro m .v aw w w. o s s e r v a t o re ro m a n o .v a

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    L’Ue sospendele missioni civili e militari in Mali

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    Soluzione urgenteper la crisi dei rohingya

    BA M A KO, 27. L’Alto rappresentanteper la politica estera e di sicurezzadell’Unione europea, Josep Borrell,ha confermato la sospensione tem-poranea delle missioni di addestra-mento in Mali dopo il colpo di Sta-to militare del 18 agosto che haestromesso il presidente IbrahimBoubacar Keita.

    «Le nostre missioni in Mali, quel-la civile e quella militare, sono tem-poraneamente sospese, ma sono an-cora lì e riprenderanno a lavorare ilpiù presto possibile» ha detto Bor-rell, nel corso di una conferenzastampa congiunta con la ministradella Difesa tedesca, AnnegretKramp-Karrenbaue, al termine dellariunione informale dei ministri dellaDifesa Ue, che si è tenuta ieri a Ber-lino.

    Con la giunta militare al poteredopo il golpe condannato a livellointernazionale, diventa impossibileper le due missioni europee — EutmMali, impegnata nella lotta al terro-rismo, e Eucap Sahel Mali, in soste-gno alle forze di polizia — continua-re l’attività di addestramento delleforze di sicurezza al fine di garantirela stabilità del paese. «Si tratta di at-tività cruciali, l’Ue ha investito mol-to in Mali e non vogliamo che que-sto lavoro vada perduto», ha ag-giunto il capo della diplomazia eu-

    ropea, ribadendo la condanna delgolpe da parte dell’Ue.

    Ora la priorità, ha sottolineato, èsostenere gli sforzi della Comunitàeconomica degli Stati dell’Africa oc-cidentale (Ecowas) e dell’Unioneafricana, per «trovare una soluzionealla crisi, in accordo con le aspira-zioni del popolo maliano» e arrivarea formare rapidamente un governodi transizione. L’Ecowas ha negatoogni forma di legittimità ai golpistiesigendo «il ristabilimento immedia-to dell’ordine costituzionale» e la li-berazione immediata del presidentee di tutti gli altri esponenti del go-verno.

    «Abbiamo oltre 400 militari cheaddestrano l’esercito maliano, prove-nienti da oltre 10 paesi europei» pro-segue Borrell. «Non possiamo pre-tendere di avere stabilità in un Paesecome il Mali senza avere capacitàmilitare da parte del governo», haaggiunto, precisando però che nes-suno dei quattro leader del golpe èstato addestrato dalle missioni Ue.«Uno di loro, il più importante, èstato addestrato in Russia, gli altriin Gran Bretagna e negli Usa. Nonaddestriamo i militari perché diven-tino golpisti» ha concluso. Il Mali èun paese strategico per il monitorag-gio delle migrazioni verso l’E u ro p a ,per il traffico di droga e per la lottacontro il terrorismo jihadista.Il colonnello Ismael Wague portavoce della giunta militare in Mali (Epa)

    NEW YORK, 27. Il segretario gene-rale dell’Onu, António Guterres,ha chiesto di dare «maggiore ur-genza alla crisi dei rohingya, af-frontando le cause profonde delconflitto e creando le condizioniper il ritorno sicuro, volontario, di-gnitoso e sostenibile di tutti i rifu-giati» in Myanmar.

    In una nota da New York, ilportavoce di Guterres ha spiegatoche «la responsabilità ultima» è incapo alle autorità del Myanmar,che si sono impegnate ad attuare leraccomandazioni della Commissio-

    ne consultiva sullo Stato del Ra-khine. «E al di là delle soluzioniper le sofferenze umanitarie imme-diate, tale responsabilità è un im-perativo per la riconciliazione alungo termine», ha aggiunto il por-tavoce. Guterres ha ribadito che leNazioni Unite continueranno a es-sere «solidali con tutte le personecolpite dalla crisi e si impegnano alavorare con tutte le parti interessa-te, compresi gli attori regionali,verso un futuro di sviluppo soste-nibile, diritti umani e pace».

    In Libiail governoannuncia

    il coprifuoco

    TRIPOLI, 27. Non si placano le ten-sioni in Libia. Piazza dei Martiri aTripoli è stata per la quarta seraconsecutiva teatro di proteste popo-lari. Il gruppo di giovani del Movi-mento del Popolo, che manifesta dagiorni chiedendo migliori condizionidi vita e le dimissioni del Governodi accordo nazionale (Gna) accusatodi corruzione, è stato disperso a col-pi di arma da fuoco da parte di for-ze di sicurezza del governo di Tripo-li. Lo riporta il «Libya Review».

    Nel frattempo i manifestanti han-no sfidato il coprifuoco generale de-cretato, ieri sera, dal Consiglio presi-denziale del Gna per quatto giorni,al fine di limitare la diffusione delcoronavirus. Il coprifuoco di 24 ore,che secondo diversi osservatori sa-rebbe un modo per bloccare sul na-scere nuovi episodi di rivolta, rimar-rà in vigore anche venerdì e sabato.La prima fase sarà poi seguita dadieci giorni di coprifuoco notturnodalle 21 alle sei del mattino.

    L’annuncio arriva dopo la notiziadiffusa da «Libya Observer», secon-do il quale un gruppo di manife-stanti ha attaccato la notte scorsa laresidenza di al-Serraj. Il portale rife-risce che a seguito dell’episodio ilministero dell’Interno ha sollecitatogli organizzatori delle proteste achiedere l’autorizzazione alla dire-zione della sicurezza. Intanto ieri al-Serraj ha presieduto una riunioneorganizzata dal Gna per discuteresulle proteste antigovernative che dal23 agosto scorso stanno interessandola capitale libica e altre città dellaTrip olitania.

    Sulla crisi nel paese nord africanoe sul cessate il fuco recentementeconcordato tra le parti si è espressanuovamente l’Unione europea.«L’operazione Irini, che sorveglia ilrispetto dell’embargo sulle armi allaLibia, ha dimostrato la sua utilità, ilsuo valore e la sua imparzialità se-guendo il mandato dell’Onu», haaffermato l’Alto rappresentante Ue,Josep Borrell, al termine della riu-nione informale dei ministri dellaDifesa europei a Berlino. Borrell hainoltre auspicato che il cessate il fuo-co in Libia possa durare ed ha assi-curato che Bruxelles «lavorerà da vi-cino con la missione Onu» nel pae-se. «Sappiamo che abbiamo già unamissione civile in Libia e un’op era-zione militare in mare: vedremo sepossiamo fare di più», ha concluso.

    Stoltenberg sostiene l’autonomia del paese per la soluzione politica della crisi

    Nato: nessun intervento in Bielorussia

    Il segretario della Nato Stoltenberg (Afp)

    Pence accetta la candidaturadei repubblicani alla vicepresidenza

    Partono i colloquitra Argentina ed Fmi

    Il nuovoa m b a s c i a t o redi Australia

    Sua Eccellenza la signora ChiaraPorro, nuovo ambasciatore di Au-stralia presso la Santa Sede, è natail 30 luglio 1984. È sposata e hadue figli.

    Laureata in Politica, Filosofiaed Economia (University of York,Gran Bretagna, 2005) e ha ottenu-to un master in Relazioni interna-zionali e diplomatiche (Universityof Leiden, Paesi Bassi, 2007).

    Ha ricoperto i seguenti incari-chi: funzionario presso il ministe-ro degli Affari esteri e del Com-mercio (MAE) (2009); secondo se-gretario, High Commission, India(2011-2014); executive officer perl’Africa Est e Centrale, MAE(2014); executive officer, EbolaTaskforce, MAE (2014-2015); vicedi-rettore, sezione di Bilancio e Pro-grammazione delle risorse finan-ziarie, MAE (2015-2016); consiglie-re, sezione Internazionale, Gabi-netto del primo Ministro (2016-2018); vice console generale pressoil Consolato generale a Nouméa,Nuova Caledonia (2018-2020); di-rettore, sezione di Collegamentoministeriale, MAE (2020).

    A Sua Eccellenza la signoraChiara Porro, nuovo ambasciatoredi Australia presso la Santa Sede,nel momento in cui si accinge aricoprire il suo alto incarico, giun-gano le felicitazioni del nostrogiornale.

    MINSK, 27. «Osserviamo molto at-tentamente gli sviluppi in Bielorus-sia. Una crisi che avviene ai nostriconfini. Ovviamente spetta al po-polo bielorusso decidere del suo fu-turo. Tutti i partner della Nato so-stengono una Bielorussia indipen-dente». Questo il punto nodaledell’intervento, ieri a Berlino, delsegretario generale della Nato, JensStoltenberg, al termine dell’incon-tro con il cancelliere tedesco AngelaMerkel. Un incontro incentrato sul-la crisi bielorussa scoppiata dopo ilvoto per le presidenziali del 9 ago-sto scorso.

    «Non c’è alcun pretesto per mi-sure dall’esterno, che sarebbero deltutto ingiustificate» ha ribaditoStoltenberg. «Seguiamo molto davicino la situazione in Bielorussia.Siamo vigili e siamo pronti a pro-teggere e difendere tutti gli alleati,ma non c’è alcun rafforzamento mi-litare Nato nella regione. Quindiqualsiasi tentativo da parte del regi-me di usare la Nato come pretestoper reprimere i manifestanti nel pro-prio paese è assolutamente ingiusti-ficato». Tutti gli alleati «rispettanola sovranità, l’integrità, e l’indip en-denza della Bielorussia. E la Natoresta un’alleanza difensiva».

    L’Europa, intanto, continua amantenere alta la pressione sul go-verno di Minsk accusato di repres-sione violenta delle manifestazionidi protesta contro l’esito del voto,che ha visto la riconferma, per lasesta volta consecutiva, di Alexan-

    der Lukashenko. «Sulla Bielorussiaci saranno sanzioni mirate per chia vario titolo è responsabile perquanto accade in Bielorussia» hadetto ieri l’Alto rappresentante Ueper la politica estera e di sicurezzacomune, Josep Borrell, al terminedel vertice tra i ministri della difesa

    Ue a Berlino. Intanto, ieri, Merkele il premier polacco Mateusz Mo-rawiecki hanno espresso il loro so-stegno alla possibile mediazionedell’Osce (Organizzazione per lacooperazione e lo sviluppo econo-mico) nel dialogo tra governo edimostranti in Bielorussia.

    BUENOS AIRES, 27. L’Argentina hainiziato oggi i colloqui formali conil Fondo monetario internazionale(Fmi) per negoziare un nuovo ac-cordo di prestito per sostituirequello firmato a metà del 2018 co-me parte di un piano di salvatag-gio di 56 miliardi di dollari Usa.

    Il presidente argentino AlbertoFernández e il suo ministro del-l’economia Martín Guzmán hannoavuto un colloquio con il direttoredell’Fmi Kristalina Georgieva «periniziare i negoziati volti a raggiun-gere un nuovo accordo» si legge

    in un comunicato. L’Argentina hariconosciuto di aver bisogno delsostegno, ma allo stesso tempo «ilpresidente Fernández ha sottoli-neato la necessità che il futuroprogramma di pagamento tra l’Ar-gentina e l’Fmi rispetti gli obiettividel governo per la ripresa econo-mica e la soluzione dei problemisociali». Il governo ha anche indi-rizzato una lettera a Georgieva,firmata dal presidente della Bancacentrale argentina, Miguel Pesce,in cui si delinea l’attuale situazio-ne fiscale del paese

    Si riaccendonole tensioni militari

    tra Cina e Usa

    PE C H I N O, 27. Si riaccendono letensioni militari tra Pechino e Wa-shington nelle acque intorno allaCina. Alla rilevazione nella no-flyzone di un aereo U-2 statunitense,l’esercito cinese ha risposto lan-ciando due missili balistici.

    L’azione è stata interpretata su-bito come un avvertimento ad unainterferenza degli Stati Uniti. Pe-chino ha infatti denunciato losconfinamento del velivolo-spiaamericano durante alcune esercita-zioni navali a Bohai. Si tratta diuna parte dell’oceano Pacificoparticolarmente calda e fulcro diuna disputa territoriale tra la Cinae altri Paesi della regione.

    Entrambi i missili sono cadutiin mare, in un’area tra la provinciadi Hainan e alcune isole chiuse al-la navigazione per le esercitazionimilitari cinesi, iniziate lunedì eche si concluderanno sabato.

    «Questa — hanno dichiaratofonti dell’esercito di Pechino — èla risposta della Cina ai rischi po-tenziali portati dalle frequenti in-trusioni di aerei da guerra statuni-tensi e navi militari» nella zona dimare. Le forze armate di Washin-gton hanno replicato che il volodell’U-2 rientra «nell’ambito dellenorme e dei regolamenti interna-zionali accettati» e che il persona-le dell’aeronautica del Pacifico«continuerà a volare e a operareovunque il diritto internazionalelo consenta».

    WASHINGTON, 27. Il vicepresidentedegli Stati Uniti, Mike Pence, haaccettato formalmente la nomina-tion da parte del Partito repubblica-no a correre come vice di Trump al-le presidenziali di novembre.

    Nel suo discorso alla conventiondel Grand Old Party in North Ca-rolina, Pence ha detto che «l’Ameri-ca ha bisogno di altri quattro annidi Donald Trump». «Il presidentee io sosterremo sempre il diritto de-gli americani di protestare pacifica-mente, ma tumulti e saccheggi nonsono proteste pacifiche», ha ag-

    giunto. «Avremo legge e ordinenelle strade di questo Paese, perogni americano, di qualsiasi razza,credo e colore», ha proseguito. «Leviolenze devono finire — ha ancoradetto —, ma noi non toglieremo maii fondi alle forze dell’o rd i n e » .

    Intervenendo alla convention,Pence ha pesantemente attaccato ilcandidato alla presidenza dei demo-cratici, Joe Biden, definendolo un«cavallo di Troia della sinistra radi-cale». «Non sarete mai sicuri conuno come Biden», ha concluso.

  • L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 28 agosto 2020 pagina 3

    LABORATORIOD OPO LA PA N D E M I A

    «Per chi è responsabile la domanda ultima non è: come me la cavo eroicamente in quest’a f f a re ,ma: quale potrà essere la vita della generazione che viene» (D. Bonhoeffer)

    Per superare le fragilità sanitarie

    Un nuovo approccio eticodi FRANCESCO SAV I N O *

    Parafrasando un antico assiomadi Voltaire si dice che «il gra-do di civiltà di un popolo lo sivaluta dal trattamento riservato aipiù indifesi e deboli». L’assistenzaagli anziani, specialmente se non au-tosufficienti, è una delle questionipiù dibattute del Servizio sanitarionazionale, in particolare di quellocalabrese. E l’invecchiamento flut-tuante della popolazione è destinatoad avere un forte e crescente urtonei vari settori della società e, inparticolar modo, sulla domanda diservizi e strutture extraospedalierededicate. Per sopperire a questo bi-sogno, a metà degli anni Novanta,sono nate in Italia le Rsa, acronimoche sta per Residenze sanitarie assi-stenziali ovvero strutture non ospe-daliere, a carattere sanitario, che ac-colgono a tempo imprecisato perso-ne anziane non autonome.

    Un approccio fenomenologico se-rio al mondo della sanità non puònon constatare che estese criticità in-vestono anche queste strutture. Unabassa responsabilità delle istituzioninei confronti dei bisogni di salutedel territorio ha generato l’accumulodi tante criticità strutturali. La saluteè divenuta uno dei nodi cruciali del-la cultura contemporanea. Tuttoquesto produce agitazioni che fannodel mondo sanitario uno spazio assaiconflittuale. L’epidemia di coronavi-rus non ha fatto altro che portare al-la ribalta squilibri che rappresentanole debolezze di un sistema sanitario,già febbricitante come quello italia-no, di cui si parla e si dibatte poco,se non quando sopraggiungonoscandali e indagini, ma che ora do-vrebbe imporre alla politica novelleregole e scelte di discontinuità con il

    passato. A questo punto, in relazio-ne alla recente strage pandemica chesi è abbattuta sulle Rsa — il 50 percento dei decessi da covid-19 è avve-nuto in strutture per anziani e il nu-mero dei contagiati fra il personalesanitario ha superato quota 10.000 ei medici morti oltre 160 (un prezzotroppo elevato pagato sia dagli an-ziani sia dai sanitari, lasciati moriresul campo senza adeguate protezio-ni) — mi chiedo se le cose sarebberoandate diversamente con un sistemasanitario più efficiente e non dan-neggiato da continui tagli e da ca-renza permanente di personale me-dico e paramedico.

    Sin dagli anni Ottanta, infatti, siapprezza un processo di deeticizza-zione del mondo sanitario. Il piane-ta sanitario si è come secolarizzato,anzi addirittura ha cercato di affran-carsi da ogni ancoraggio etico. Nonè solo un problema di deterioramen-to morale (“tangentop oli”) ma dicrescente difficoltà a barbicare lamedicina sull’etica a causa del dila-gante pluralismo dei valori, che ren-

    de sempre più arduo scorgere un ter-reno comune. E come Chiesa nonpossiamo non denunciare questo sta-to di cose. Partendo da un’afferma-zione di Winston Churchill («lecritiche non saranno piacevoli masono necessarie»), sento di dire checriticare è facile, invece fare una cri-tica costruttiva è un’arte che pochipadroneggiano. Quello che serve og-gi è una valutazione su ciò che nonè andato, su ciò che è necessario faree su ciò che sarà essenziale fare nelfuturo perché tutto questo nondebba più capitare. L’epidemia hafatto emergere le nostre pseudo sicu-rezze, le nostre consuetudini, l’abba-glio di essere sani in un mondo af-franto da egoismo e puntellato uni-camente su parametri economici. Iprocessi di secolarizzazione e di glo-balizzazione in atto hanno generatonel nostro tempo un’ischemia verti-cale non solo dei valori cristiani maanche del senso religioso ed eticodella vita. La ristrettezza di risorsenon deve mai riflettersi sulla popola-zione più debole «così da penalizza-re nelle cure sanitarie alcune stagionidella vita, come la vecchiaia» (Gio-vanni Paolo II).

    Il soggetto del servizio sanitario èla persona, non l’istituzione. Non èconsentito passare oltre di fronte achi è provato dalla malattia. Occorrepiuttosto fermarsi, chinarsi sulla suainfermità e condividerla generosa-mente, alleviandone i pesi e le diffi-coltà. Da qui la drammatica urgen-za, in questo inizio del XXI secolo,della “questione persona”. L’a g g re s -sione all’uomo non avviene più perla via, barbara e crudele, dei fornicrematori, ma mediante quella mor-bida e seducente di una scienza on-nicomprensiva e di una struttura so-ciale fatta di uomini e di donne ete-

    rodiretti. Una persona sistematica-mente confutata da più parti è ricor-rentemente oggetto di tentativi di(presunto) “sup eramento”, ma cherimane il necessario fondamento diogni antropologia.

    La vita biologica, fragile e deboleper costituzione, necessita di esserecustodita e curata. Le cure sanitarieoggi si devono armonizzare con il ri-spetto dei diritti della persona. Equesta è la grande responsabilità ditutti coloro che sono preposti allatutela della salute nei ruoli più di-versi, come afferma Papa Francescoquando dice che «proprio il rispettoper il valore della vita, e, ancora dipiù, l’amore per essa, trova un’attua-zione insostituibile nel farsi prossi-mo, avvicinarsi, prendersi cura di chisoffre nel corpo e nello spirito: tutteazioni che caratterizzano la pastoraledella salute». L’evangelizzazione, acui la fede chiama la Chiesa e il cri-stiano, passa ineludibilmente attra-verso la promozione della società edella città dell’uomo. L’agire per lagiustizia e partecipare alla trasforma-

    Dal Regno Unito uno sguardo cristiano alle persone affette da demenza

    Con la lente dell’a m o rePubblichiamo una nostra traduzionedell’articolo del vescovo ordinario mili-tare di Gran Bretagna, responsabiledella salute e dell’assistenza sociale inseno alla Conferenza episcopale di In-ghilterra e Galles, uscito il 19 agostosul settimanale cattolico britannico«The Tablet».

    di PAU L JAMES MASON

    Il marito della signora BarbaraWindsor, Scott Mitchell, ha re-centemente parlato del doloreche ha provato nel lasciare la mo-glie, malata di Alzheimer, in una ca-sa di cura a causa del peggioramen-to delle sue condizioni. Alla Bbc hadetto: «Mi sento su un ottovolanteemotivo. Vado in giro cercando ditenermi occupato, poi scoppio in la-crime. Sembra un lutto». Questasensazione di lutto si è accentuatadurante la pandemia di covid-19 permigliaia di persone che hanno par-tner, familiari e amici con demenzache vivono in case di cura. Manmano che le restrizioni si sono atte-nuate, i membri più vulnerabili del-la società hanno potuto riguadagna-re alcuni dei legami umani fonda-mentali che sembravano così lontanial culmine del blocco. Se siamo unpaese seriamente intenzionato a pre-venire una crisi nell’ambito della sa-lute mentale all’indomani del covid-19, ora è il momento di iniziare aparlare onestamente e apertamentedel settore dell’assistenza e di cometrattiamo i pazienti con demenza.Non possono essere lasciati indie-t ro .

    Come cattolici il nostro punto dipartenza è che siamo tutti ugual-mente fatti a immagine di Dio. Ilvalore umano non è una misura del-la nostra capacità mentale o fisica,della nostra funzione sociale, dellanostra età, della nostra salute o diqualsiasi altra valutazione qualitati-va. Dio ha creato ciascuno di noi ecosì facendo ha dato a tutti noiuguale dignità e valore. È l’a m o redi Dio e l’amore di coloro che cicircondano che assicurano che taledignità non vada perduta in alcunmomento, specialmente durante lamalattia e la morte. Le persone chesoffrono di demenza sono tra le piùvulnerabili nella nostra società emeritano tutto l’amore e le cure chepossiamo offrire. C’è il rischio chele loro esigenze di assistenza possa-no essere trascurate. Una ridotta ca-pacità di comprendere nuove situa-zioni o di ricordare può sembrareincoerente con la grande profonditàdi sentimenti che le persone con de-menza possono conservare per tuttala loro malattia. Tuttavia è stato di-mostrato che, quando qualcuno

    convive con la demenza, interazioniumane significative possono incide-re fortemente riguardo al tasso diprogressione di questa malattia.

    Secondo Julia Jones e Nicci Ger-rard, della «John’s Campaign»(campagna per l’estensione dei di-ritti di visita per i familiari assistentidi pazienti con demenza negli ospe-dali del Regno Unito, fondata il 30novembre 2014 dagli scrittori NicciGerrard e Julia Jones, ndr), oltre il70 per cento delle 440.000 personeche vivono in case di cura soffre didemenza e la maggior parte è in etàavanzata. Mentre la durata media diuna degenza in strutture residenzialisi avvicina a due anni e mezzo,nell’assistenza infermieristica la me-dia è di tredici mesi. Avere persocinque mesi di tempo così preziosoè estremamente doloroso, soprattut-to quando non c’è una solida spe-ranza di riprendere i contatti, alme-no fino a quando la persona amatanon sta morendo e sarà consentitauna visita.

    Non si può negare l’impegno cheil personale delle case di cura ha di-mostrato ai propri ospiti. Molti assi-stenti sono diventati ospiti loro stes-si, con alcuni che hanno lasciato lapropria famiglia per settimane o ad-dirittura mesi, per prendersi cura diquelli che erano loro affidati. Rico-nosciamo che si tratta di grandi sa-crifici, per i quali ringrazio ognisingolo membro del personale nellecase di cura. Continuiamo a pregareper le anime di coloro che, coi lorogesti altruistici, hanno tragicamenteperso la vita a causa del covid-19.

    Sebbene il personale delle case dicura si sia assunto tanto lavoro inpiù negli ultimi cinque mesi, nonpossiamo aspettarci che sia in gradodi ricoprire ogni ruolo nella cura diun paziente. Gli impegni stretti eintensi non concedono a molti assi-stenti il tempo di sedersi a lungocon un malato, di parlare o leggerecon lui, di tenergli la mano. Questaera la tipica assistenza fornita daparenti amorevoli, spesso quotidia-namente. Se i familiari non possonovisitare i loro cari nelle case di curaper periodi prolungati, rischiamo diaccelerare l’aggravamento e, nelpeggiore dei casi, la morte di perso-ne che avrebbero potuto avere mesidi cure significative e amorevoli finoalla fine naturale della loro vita.

    Methodist Homes for the Aged(il più grande fornitore di servizicaritatevoli nel Regno Unito, ndr) èstato fra i primi a riconoscerlo negliultimi tempi e ha formulato unanuova politica, More Than Just aV i s i t o r, che mira a implementare taliconsiderazioni. La politica definisceun assistente familiare essenziale co-me «un parente o un amico di unpaziente la cui cura è un elementofondamentale per il mantenimentodella sua salute mentale o fisica.Senza questo input è probabile cheun malato subisca un’afflizione si-gnificativa o costante». Riconoscereche la cura dei parenti non può es-sere sostituita dimostra che l’a m o reè una parte decisiva della cura. IlCompendio della dottrina socialedella Chiesa spiega che «per rende-re la società più umana, più degna

    della persona, occorre rivalutarel’amore nella vita sociale — a livellopolitico, economico, culturale — fa-cendone la norma costante e supre-ma dell’agire» (582).

    Il governo, le autorità locali e ilsettore dell’assistenza riconosconoche c’è un sottile equilibrio da rag-giungere tra la protezione delle vitevulnerabili da un lato e il manteni-mento di un senso di dignità e discopo per coloro che vivono conuna malattia a lungo termine comela demenza. Forse ora è il momentodi chiederci se questa linea di equi-librio è al punto giusto. Un mag-giore incoraggiamento per le case dicura a seguire l’esempio di Metho-dist Homes for the Aged e facilitarele visite familiari, per esempio, sa-rebbe un primo passo verso un at-teggiamento più amorevole nei con-fronti delle persone con demenza.Durante il lockdown, i rischi di unapossibile crisi di salute mentaleglobale sono stati citati dall’O rga-nizzazione mondiale della sanità, daimportanti enti di beneficenza perla salute mentale e da altre orga-nizzazioni. Jones e Gerrard osserva-no: «Il distacco dall’amore del pa-rente di riferimento è effettivamenteun distacco dal sé interiore». Que-sta profonda verità si applica siaagli ospiti delle case di cura sia ailoro parenti all’esterno. La salute eil benessere mentale di una personacon demenza è fondamentale per lasua esperienza di vita con questamalattia.

    Il dottor Donald Macaskill, ceodi Scottish Care, ha scritto di espe-rienze di persone affette da demen-za in case di cura che muoiono dicrepacuore a causa della mancanzadi contatto con i propri cari. L’amo-re che forma i legami in una rela-zione va nei due sensi e la continuaseparazione delle persone dai lorofamiliari nelle case di cura non è insintonia con la nostra attenzionenazionale e globale al miglioramen-to della salute mentale. Veniamomeno al nostro dovere fondamenta-le di amore e cura quando iniziamoa trattare i malati e i morenti comese potessero essere scartati o vales-sero meno di coloro che sono sani.C’è un confine tra la legittima tute-la degli altri da un lato e, dall’a l t ro ,ciò che in primo luogo è il finedell’essere vivi. Col passare del tem-po, quella linea include inevitabil-mente più di questo secondo aspet-to. Quando la scelta è tra morire diuna malattia degenerativa a lungotermine o di crepacuore, dobbiamoguardare a coloro che vivono con lademenza nelle case di cura attraver-so la lente dell’a m o re .

    zione del mondo ci appaiono chiara-mente come una dimensione costitu-tiva della predicazione del Vangelo,cioè della missione della Chiesa perla redenzione del genere umano e laliberazione da ogni stato di cose op-pressivo. Adoperarsi per una societàpiù armonica nella libertà e nellagiustizia è dunque annuncio testimo-niante di una fede liberante.

    La Chiesa, che nasce dal misterodella redenzione nella Croce di Cri-sto, è tenuta a cercare l’incontro conl’uomo in modo particolare sulla viadella sua sofferenza. In un tale in-contro l’uomo «diventa la via dellaChiesa» ed è, questa, una delle viepiù importanti. Oggi la politica nonrincorre più grandi progetti ideali enon offre più scopi di vita e «si ma-nifestano dubbi verso tutte le formedei movimenti di liberazione» (Jose-ph Ratzinger, La via della fede, Mi-lano, 2005, pagina 15). Si avvertesempre più l’esigenza di un ritornoall’etica, sola capace di far recupera-re alla politica e alla medicina il co-stitutivo potenziale umanizzante.Ancora una volta viene così all’evi-denza che la morale è all’origine di

    ogni male e ogni bene per l’uomo.In questo senso l’etica diviene unasorta di campo neutro che non puòessere assorbito né dalla fede né dal-la politica, ma ha legami profondicon le due: dalla fede riceve nuoviimpulsi, che raggiungono la politicasenza alterarne i contorni, e dallapolitica stimoli nuovi. L’etica, dun-que, conferisce alla politica il suosenso ultimo, la orienta al fine che leappartiene: vale a dire il servizio in-tegrale dell’uomo e dell’intera fami-glia umana. Nella convinzione che sitratti di un’occasione per avviarsisulla strada di una leale collabora-zione si chiede alla politica unamaggiore attenzione verso l’universopersona. È la risignificazione cristia-na della persona, il vero antidoto al-le ideologie, perché è a partire dacome pensiamo la persona umana eil modo in cui dovrebbe vivere checostruiamo, per quanto ci è possibi-le, un certo tipo di società che ciconsente di contrastare efficacementele distorsioni evidenziate.

    *Vescovo di Cassano all’Jonio

  • pagina 4 venerdì 28 agosto 2020 L’OSSERVATORE ROMANO venerdì 28 agosto 2020 pagina 5

    Tu parlianche quando taci

    L’o re c c h i odel monaco

    Come oggi lo Spirito chiama

    di MICHELINA TENACE

    La vita monastica iniziapresto nella storia del cri-stianesimo come vocazio-ne a «vivere in Cristo»,adottando i mezzi che ri-velano la forza trasformatrice del do-no del battesimo. La radicalità delbattesimo è tutto ciò che un cristia-no vuole vivere nella vita monasticaai suoi inizi, cioè nell’arco del III-IVsecolo. Tratterò dunque il tema delsilenzio nella vita monastica in quel-lo che sono state le caratteristichedelle prime generazioni di monaci.

    Tutta la tradizione monasticadell’Oriente e dell’Occidente si rico-nosce nell’esortazione che san Bene-detto ha messo nel Prologo della suaRegola: «Ascolta figlio»! Questa pa-rola è come una «immagine verbale»del comandamento dell’ascolto checostituisce l’identità del popolo diDio (vedi per esempio D e u t e ro n o m i o6, 4-5). L’ascolto della Parola deter-mina anche l’identità del cristiano.

    Il silenzio nella vita monastica èdunque prima di tutto «un modo didisporsi dell’orecchio». Fa parte diquella atmosfera spirituale che costi-

    di ANTONELLA LUMINI

    Da molto tempo, in ambitocattolico, nonostante lagrande tradizione mona-stica, è andato affievolen-dosi il richiamo al silen-zio. Ha assunto sempre più importan-za l’azione, rispetto alla contemplazio-ne. La meditazione silenziosa, la pre-ghiera interiore, non solo non sono in-

    tuisce la vita monastica, quindi laspiritualità del monaco di ogni tem-p o.

    Verso la Parola di Dio è orientatol’orecchio del monaco e verso la sualegge il cuore, per cui può dire conil salmista: «Verso Dio vibra di silen-zio l’anima mia» (traduzione possi-bile del versetto 2 del Salmo 61). Ilsilenzio del monaco è in funzionedell’ascolto della Parola che lo nutree lo fa vivere.

    Questo legame fra ascoltare e vi-vere è fondamentale nella fede: chisa ascoltare la voce della Parola, vi-vrà. È stato e sarà così. «I mortiudranno la voce del Figlio di Dio equelli che avranno ascoltato vivran-no» (Giovanni 5, 25). Ecco alloral’invito dell’evangelista Luca: «Fateattenzione a come ascoltate» (Luca8, 18). Da come ascolta, si capisce achi il monaco obbedisce e di chi èlaparola di cui vive. Non c’è dubbio:l’ascolto della Parola è il primo co-

    mandamento della vita monastica eil silenzio costituisce la sua «fisiono-mia interiore». Il silenzio «è moltopiù di un semplice non-parlare: èuna fisionomia interiore, è qualcosache dà il tono a tutta la vita mona-stica, per cui la povertà, l’obb edien-za, il servizio hanno il colore, il vol-to del silenzio. Infatti cos’è la pre-ghiera se non l’anteporre Dio e faretacere l’idolo che è il proprio “io”».(...) Sant’Efrem scrive: Dio è «il Si-lenzio che non viene percepito, è iltacere che non viene sentito». Il si-lenzio è lo stile dell’agire di Dio.Negli eventi della salvezza Dio siesprime secondo la «musica» di duearpe, «una silenziosa e l’altra elo-quente. E la predicazione del silen-zio dell’una non era compresa da co-loro che chiacchieravano. L’arpa si-lenziosa insegnava tramite l’azione,mentre quella parlante lo faceva conla voce. Con parole e azioni, tutt’edue insieme, proclamavano il Signo-re di tutto».

    È così particolare di Dio l’a g i renel silenzio, che è quanto il diavolonon può comprendere. Sant’Ignaziodi Antiochia fa questa dichiarazione:«Il principe di questo mondo haignorato la verginità di Maria, il suoparto come anche la morte del Si-gnore: tre misteri di alta voce chefurono fatti nel silenzio». Ed Efremcommenta: «Le parole di questo si-lenzio sono degne di lode».

    Scrive Rowan Williams, che nellostile di Dio, il silenzio permette«che ciò che è sia ciò che è» e ricor-da: «Esiste un documento cristianodel II secolo, noto come il P ro t o v a n -gelo di Giacomo, in cui troviamo unadescrizione del momento della nasci-ta di Gesù. Giuseppe è uscito a cer-care una levatrice, Maria è semprenella grotta. Mentre Giuseppe cam-mina nel villaggio, all’i m p ro v v i s otutto si ferma. Egli stesso raccontadi aver visto un pecoraio nel campomentre intingeva il suo pane nellapentola e la sua mano bloccata amezza via verso la bocca; un uccelloin mezzo al cielo fermato mentre vo-lava. Per un momento tutto rimaneimmobile, poi i movimenti ricomin-ciano e Giuseppe sa che la nascita èavvenuta in quell’istante di silenzioassoluto».

    Il silenzio è costitutivo dello stiledi vita del monaco, del modo di vi-vere, del modo di pensare, del mododi relazionarsi. Questo stile di vita sipuò riassumere intorno alla parola«sobrietà», nepsis. Per esempio, nellostile di vita di monaci delle primegenerazioni non c’è solo una sobrie-tà di parole nelle relazioni: persinodi Dio si deve parlare e discuterepoco. I monaci di Solesmes hannostudiato con il computer i detti deiPadri del deserto e sono arrivati aduna costatazione sorprendente: «DiDio non si parla molto, e neanche diCristo e della Vergine Maria».Nell’età matura del monaco, le «vi-sioni» sono piuttosto «voci» di inco-raggiamento, di consolazione, oppu-re esortazioni alla vigilanza. Perciòle prime generazioni di monaci nonparlano di Dio ma della loro espe-rienza di Dio che salva, di Cristoche vince, trasmettono cioè la loroesperienza di salvezza per aver«ascoltato la parola» e obbedito.Quel narrare uno all’altro l’esp erien-za di salvezza genera comunità dicredenti, il padre spirituale narrandola salvezza genera un figlio spiritualee insieme generano una comunitàche testimonia e glorifica Dio. Ilmonaco è perciò parola incarnatapiù che parola pronunciata. Ecco al-lora un interessante aspetto della vi-ta monastica nelle sue prime genera-zioni: una preferenza per la via apo-fatica in teologia. Che significa? Laconoscenza di Dio non può identifi-carsi con i concetti o le immagini,ma raggiunge la sua verità nel silen-zio o nell’adorazione.

    L’ascolto è molto piùdi un semplice non-parlareÈ qualcosa che dà il tonoa tutta la vita conventuale

    di MASSIMO GRILLI

    E n arche en ho Logos / in principioera la Parola, recita il Prologo diGiovanni. Ma qui, come il Fa u s tdi Goethe, dovremmo forse giàtrattenere il respiro. «Sono giàb ell’e fermo — dice appunto il Fa u s t . Chi miaiuta a proseguire? È impossibile che io stimila “p a ro l a ” in modo così alto...». Ecco, dun-que, posto il problema. È la Parola che rivelaDio oppure è il Silenzio? Una domanda —questa — simile a tante altre che riguardanoDio: è la potenza che rivela Dio oppure l’im-potenza? Dio si manifesta nella luce che ab-baglia o nella notte del mistero?

    Non è un caso che, a livello lessicale, lalingua ebraica parli del Volto non al singola-re, ma al plurale. In ebraico Volto è espressoda Panim, un plurale singolarissimo, ma sug-gestivo, perché dice che il Volto è uno e mol-teplice, edito ed inedito, conosciuto e scono-sciuto... Il Volto è alterità e relazione, parolae silenzio...: concessione, ma anche sottrazio-ne di sé. Il Volto di Dio (come quellodell’uomo fatto a sua immagine) rappresentala cifra inconfondibile dell’identità personale,ma anche, il suo mistero... Questo significache ogni definizione di Dio è inadeguata eche quanto si può dire sulla Parola di Dio vanon coniugato solo con il suo corrispettivoche è il Silenzio, ma anche con il mistero cheogni parola e ogni silenzio racchiudono.Questo significa che di Dio potremo cono-

    scere soltanto le tracce, mai la faccia, il Vol-to, Panim!

    Quali sono allora le tracce che ci permet-tono di comprendere il silenzio di Dio nellaBibbia? Perché Dio tace? (...) Ecco una pri-ma seria ragione del silenzio e dell’assenza diDio: Dio tace perché l’uomo, nella sua arro-ganza, lo ha messo a tacere! Dio tace perchél’uomo non lo lascia parlare! Nella storia diIsraele sono stati anzitutto i profeti a denun-ciare il peccato come motivo dell’assenza diDio. «Ascoltate voi capi di Giacobbe, voiche governate Israele...», denuncia il profetaMichea. Ed ecco l’accusa: «Mangiano la car-ne del mio popolo, gli strappano la pelle didosso, gli spezzano le ossa, li fanno a pezzicome ciò che si trova in una pentola, come lacarne dentro il calderone...» (Michea 3, 1-4).Il profeta Michea rimprovera qui i responsa-bili della nazione di un peccato gravissimo:dovrebbero essere pastori e invece sono can-nibali: dovrebbero aver cura delle pecore einvece le divorano, ignorando la giustizia ecalpestando il diritto. Ed ecco la punizione:«... grideranno a JHWH, ma egli non ri-sponderà, nasconderà loro la faccia perché leloro azioni sono state malvagie!». Qui si fariferimento al silenzio di Dio nel periododell’esilio, al momento della perdita della ter-ra e della sicurezza... Dio tace e i responsabi-li, nel momento in cui hanno perso tutto,tornano a cercare il Dio tappabuchi, sicuri ditrovarlo nel momento di bisogno. «Ma eglinon risponderà!» è la sentenza apodittica del

    profeta. È lo stesso motivo che si ritrova al-trove nel profetismo: «Oh, squarciassi tu icieli, e scendessi! [...] Non adirarti finoall’estremo, o Signore! Non ricordartidell’iniquità per sempre... Sion è un deserto,Gerusalemme è una desolazione... Davanti aqueste cose te ne rimarrai impassibile, o Si-gnore? Te ne starai in silenzio...?» (Isaia 64,1.9-12). Di fronte a questa denuncia profetica,non possiamo non riconoscere che spesso ilsilenzio di Dio, oggi come ieri, è dovuto allamalvagità e all’idolatria dell’uomo che cercala salvezza negli idoli «sordi e muti», chenon hanno nessuna capacità di parlare:«Hanno bocca e non parlano, hanno occhi enon vedono, hanno orecchie e non odono...»(Salmo 115, 4ss.). Quando l’uomo si affidaagli idoli, antichi e moderni, allora se ne stazitto anche Colui-che-Parla e ha creato l’uni-verso con la Parola della sua bocca.

    Una grande porzione del male e del dolo-re che esiste nel mondo e nella Chiesa è ri-conducibile al silenzio di un Dio che è statocacciato, messo a tacere dalla prevaricazionee dall’arroganza. Dio tace perché ormai iltempio è divenuto una spelonca di ladri, ifalsi profeti hanno l’ultima parola, il popoloè diventato «non-popolo-mio» e l’amata si èprostituita (Osea 1-2).

    Eppure questo schema interpretativo delsilenzio e dell’assenza di Dio non è sufficien-te, perché non tutte le calamità che si abbat-tono sul mondo sono attribuibili alla degene-razione umana. Di fronte a tante malattie e

    sofferenze, la soluzione che fa risalire tutto alpeccato dell’uomo è sostanzialmente insoddi-sfacente e inadeguata. Penso in questo mo-mento allo scrittore algerino Albert Camus ilquale, a diciassette anni, vedendo morire unabambina sotto un camion, con l’indice rivol-to verso il cielo, dice a un amico: «Tu vedi,vedi! Quello tace!».

    È lo stesso motivo che ritroviamo nel gridoespresso dal poeta italiano Giuseppe Unga-retti: «Sono un uomo ferito... Sono stanco diurlare... E compiangici dunque, crudeltà...».È la voce del salmista orante del Salmo 35 edi tanti altri Salmi: «Anche tu hai visto, oJHWH; non tacere! ... Svegliati... difendi lamia causa» (Salmo 35, 22-23). «Destati! Per-ché dormi?» (Salmo 44, 24), «Fino a quan-do?» (Salmo 13, 2).

    Quando la voce innocente viene soffocata,quando il diritto tace e solo la violenza trovaparola, quando la verità viene ammutolitadalla menzogna, il silenzio di Dio diventauno scandalo! Quante volte, donne e uominiinnocenti hanno lamentato il Suo silenzio:dovrebbe gridare e se ne sta zitto. Giobbe,Geremia, i disperati che vivono la notte degliulivi, l’agonia del sangue... Ed ecco allora ilsecondo tentativo delle Scritture Sacre di tro-vare una ragione del Silenzio di Dio.

    La pedagogia del silenzio è un temasuggestivo e affascinante. Siamo soliti consi-derare l’educazione come un programmalegato alla parola e alla gestualità, ma si ri-flette poco sulla pedagogia del silenzio. Èl’esperienza magnificamente espressa in queltesto sublime che racconta la vicenda di Elia(1 Re 19). Dopo la schiacciante vittoria ripor-tata sui profeti di Baal, Elia si mette in viag-gio dal Carmelo a Bersheba e poi da Bershe-ba all’Horeb. È un viaggio esperienziale piùche geografico. E non basta dire che Elia in-

    traprende questo viaggio per mettersi in sal-vo da una regina malvagia che cerca di ucci-derlo.

    Elia si mette in viaggio per ritrovare unDio che gli parli e lo rassicuri. (...) Il Dioche Elia conosce è il Dio della Parola che uc-cide, guerriero implacabile, spada affilata...:«perché i figli d’Israele hanno abbandonatoil tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, ehanno ucciso con la spada i tuoi profeti; so-no rimasto solo, ed essi cercano di togliermila vita» (1 Re 19, 14). Il Dio che Elia cerca èil Dio dell’esodo, che vendica i suoi fedelicon la sua Parola implacabile. (...) E invece?Il Signore passò. Un vento forte, impetuoso,schiantava i monti e spezzava le rocce... mail Signore non era nel vento. E, dopo il ven-to, un terremoto; ma il Signore non era nelterremoto. E, dopo il terremoto, un fuoco;

    ma il Signore non era nel fuoco. E, dopo ilfuoco, la voce di un silenzio sottile. QuandoElia lo udì, si copri la faccia con il mantello,andò fuori ... della spelonca (1 Re 19, 11-13).

    Qol demamah daqqah / la voce di un silen-zio sottile: un’espressione ebraica estrema-mente problematica, su cui si sono versatifiumi di inchiostro. La LXX e la Vulgatal’hanno trasformata traducendo «un ventoleggero», forse per evitare l’apparente con-traddizione tra voce e silenzio. Ma il testodice proprio che Dio si trova nella voce diun silenzio leggero, tenue... Il senso non de-ve essere lontano da quello che un misticotedesco esprime con questa suggestiva peri-frasi: «È, e nessuno sa cosa. È qui, è là, èlontano, è vicino, è profondo, è alto! Ma no!Ho mentito: no, non è né questo né quello»(Conrad Immendorfer). Un Dio lontano daicanoni della concezione teologica di Elia eradicalmente diverso da quello che aveva ser-vito fino a quel momento. Il Dio che Elia in-contra sull’Horeb non è più quello di untempo, e non è certamente quello del Carme-lo! Elia, il fanatico devoto, deve ora rimetterein discussione la sua immagine di Dio, radi-cata nella tradizione e sulla propria personaleesperienza. Perché il vero incontro con Dionon si ciba di parole. Il rischio della parolanon è il silenzio, ma la banalità, il logocen-trismo, che non cerca altro che sé stesso. Eliadeve imparare che Dio non va anzitutto det-to, ma cercato, perché il suo Nome non èpronunciabile e perché la parola ha sensoquando sgorga dalla radicalità di un’esp e-rienza. Elia dunque deve soffrire l’assenzadel Dio edito, di cui conosceva la voce, perimparare a conoscere il Dio inedito, che sinasconde e si manifesta nella Voce di un Si-lenzio sottile. Dio, che si era svelato ai Padricon una voce terribile, da far tremare la mon-tagna del Sinai, ora si presenta come qol de-mamah daqqah. Lo dice poeticamente SørenKierkegaard, in questo suggestivo poemetto:«Padre celeste! In molti modi tu parli ad unuomo: / Tu, l’unico che hai sapienza e intel-ligenza... / Tu parli anche quando taci; / per-ché parla anche colui che tace, per provarel’amato; / parla anche colui che tace, / affin-ché l’ara del capire sia tanto più intima /quando essa verrà».

    coraggiate, ma guardate con sospetto,come pericolose per derive sincretisti-che, se non apertamente consideratenew age. Si teme che il silenzio porti auna preghiera intimistica, rivolta allaricerca del proprio benessere, chiusaagli altri. In realtà il silenzio invita aldeserto, spoglia, fa crollare schemi,pregiudizi, ideologie. Svuota.

    Agevola l’azione dello Spirito santotesa a smantellare l’assetto psichico

    che è come il fortino in cui si annidalo spirito del mondo, la volontà egoi-ca che si insinua nell’anima. Dal mo-mento in cui le relazioni sono forte-mente in crisi e i rapporti interperso-nali sempre più difficili, cresce il sensodi smarrimento e di vuoto. La solitu-dine, vissuta per lo più come fallimen-to, sta in realtà venendo incontro co-me opportunità, come segno profeticoche richiama verso l’interiorità e difatto molte persone, proprio partendoda disagi esistenziali, si sono messe incammino alla ricerca di percorsi spiri-tuali. Dove c’è avidità, egoismo,l’amore non fluisce, occorre tornare adattingere al profondo e qualcuno devepur incominciare. Pertanto il richiamoal silenzio, sta divenendo sempre piùemergente, senza però trovare corri-spondenze nelle realtà cattoliche esi-stenti. Di fronte alla crescente soffe-renza psichica, al vuoto dilagante, leforme tradizionali non vengono rece-pite come riferimenti idonei a intra-prendere percorsi di trasformazione.

    Eppure il primo comandamento bi-blico, «ascolta Israele!», richiede silen-zio, solitudine, introspezione (...) Difatto mentre monasteri e conventi sistanno svuotando, cresce l’esercito dicristiani battezzati che fanno yoga e sirivolgono a pratiche di meditazioneorientale. C’è bisogno di una relazionediretta con Dio, di una preghiera cheinvesta la parte profonda. Per ripren-dere la famosa citazione di Sant’Ago-stino in interiore homine habitat veritas.È dunque urgente chiedersi perchéquei cattolici che sentono il richiamoal silenzio siano costretti a rivolgersiad altre tradizioni. Questo fenomenodeve interrogare le gerarchie. La pre-ghiera recitata, ripetitiva, corrispondesempre meno alla sensibilità spiritualedi oggi. Nel nostro tempo, in cui il si-lenzio sta divenendo imprescindibileanche per la salvaguardia psicofisicadella persona, è sempre più necessarioriscoprirne il valore di mezzo essenzia-le che apre all’esperienza interiore, alrapporto intimo con Dio. Purtroppola Chiesa, non avendo dato continuitàalla pratica della preghiera interiore,ne ha interrotto anche la trasmissioneobbligando ad attingere altrove. Èquindi sempre più necessario ricreareil ponte con la grande tradizione pa-tristica, non tanto come fatto accade-mico e intellettuale, bensì per riatti-varne la trasmissione incoraggiandonein ogni modo l’esperienza. In effetti,alcune importanti figure del secolo

    servono atti di volontà, ma quel cedi-mento della volontà che permetta diaffidarci completamente all’azione del-lo Spirito santo.

    Per secoli la scelta radicale si è ca-ratterizzata con la fuga mundi. Padri emadri del deserto, anacoreti, monaci,pellegrini hanno posto al centro delloro cammino la solitudine e il distac-co dai beni materiali e oggi, senzadubbio, è innanzitutto necessario dive-nire consapevoli dell’assuefazione chegenera il mondo attraverso forze nonsolo materiali, ma soprattutto psichi-che e spirituali.

    L’ingranaggio è sempre più perver-so e difficile da smascherare, e quindi

    scorso, quali il monaco trappista Tho-mas Merton, il benedettino JohnMain, ma anche, per rimanere in Ita-lia, padre Giovanni Vannucci dell’or-dine dei Servi di Maria, ispirandosiall’esperienza di Evagrio, Cassianoecc. e indagando l’immenso patrimo-nio spirituale cristiano, non hannoavuto timore a sperimentarlo in primapersona e a confrontarlo con le cono-scenze di altre tradizioni. Il silenzio èun grande strumento di consapevolez-za. Pacificando, apre l’anima alla lucedello Spirito. Cominciare da se stessi èil primo passo per ritrovare un rap-porto autentico con Dio, per risveglia-re la fede, ma allo stesso tempo per

    Avendo l’azione assunto più importanzarispetto alla contemplazionela meditazione silenziosa e la preghiera interioresono guardate con sospettocome pericolose derive sincretistiche

    Mistici del ventunesimo secolo

    SILENZIO, GREMBO DELLA PAROLA

    Valentina Grilli, «Silentium» (2015)

    Arcabas (Jean-Marie Pirot), «Annonce faite à Marie» (1980, particolare)

    O bb edienzasenza bisogno di parole

    Polifonia di DioPubblichiamo stralci di alcuni degli interventi contenuti nel libro Silenzio, polifonia diDio a cura di Barbara Aniello e Dariusz Kowalczyk (Roma, Pontificia UniversitàGregoriana, 2020, pagine 218, euro 35). Il volume raccoglie gli Atti dell’omonimoconvegno che si è svolto a Roma e Civita di Bagnoregio dal 7 al 9 marzo 2019.Parlare, pensare, guardare, pregare il silenzio sono state le “sezioni” in cui si èarticolato il pensiero e il dibattito degli incontri, disegnati secondo il meto dodelineato dalla Veritatis gaudium all’insegna della transdisciplinarietà.

    di FR. PAT R I C E -MARIE

    Come parlare del silenzio di sanGiuseppe, senza sciuparlo? Per-mettetemi di rispondere con que-ste parole di Padre TheodossiosMaria della Croce, Fondatoredella Fraternità della Santissima Vergine Ma-ria: «Per ricevere almeno un poco il messag-gio di san Giuseppe il quale non ha lasciatoné scritti né parole, è necessario entrare nellalibertà interiore, scrutare la vita attraverso ta-le silenzio che non è pesante, silenzio che al-leggerisce tutta la storia perché ci dà la spe-ranza di una vita molto diversa da quella cheviviamo quaggiù, sia nella Chiesa, sia nelmondo. Se entriamo in questo silenzio inte-riore, comprenderemo il verbo eterno; e avre-mo una parola più vicina al Verbo Creatoreche al parlare senza fine del mondo» (Le pro-fondità della Parola di Dio, Roma 1996, p.153). Si sa ben poco di colui che Gesù chia-ma padre, senonché è un uomo giusto, unuomo che teme Dio e aspetta la venuta delMessia. Il suo sposalizio con la Vergine Im-macolata è concepibile solo come l’incontro el’amore reciproco di due santi timori e di dueardenti attese, e la sua paternità di Gesù, ilFiglio di Dio, come frutto di questo sposali-zio castissimo.

    San Giuseppe è il padre silenzioso. Nonattribuiamo questo silenzio solo al fatto che,nel Vangelo, non sia riportata nessuna frasedi lui. Il silenzio di san Giuseppe è di un al-tro ordine; è un silenzio che parla, che vive eche ci svela una realtà immensa, al di là deinostri orizzonti umani. Che cosa ci svela?Questo è il tema della nostra meditazione.Non si tratta tanto di parlare del silenzio disan Giuseppe, ma piuttosto di lasciare che il

    suo silenzio ci introduca nel Mistero che egli,uomo giusto, ha accolto e custodito fedel-mente: Mistero del Figlio di Dio fattosi uo-mo, Figlio della Vergine Madre e Figlio suo,per la salvezza del mondo. (...) Bossuet, nelsuo Primo Panegirico di san Giuseppe (capito-lo XXXIII), dirà: Tra tutte le vocazioni nelleScritture ne noto due che sembrano diame-tralmente opposte: la prima, quella degliapostoli, la seconda, quella di Giuseppe. Ge-sù è rivelato agli apostoli per essere annun-ciato in tutto l’universo; è rivelato a Giusep-pe per essere taciuto e nascosto. Il silenzio disan Giuseppe è lo scrigno che nasconde eprotegge il Verbo Incarnato e la Vergine Ma-dre. Dopo l’annuncio dell’Angelo il silenziodi san Giuseppe cambia natura: non è piùsemplice timore davanti al Mistero, diventasilenzio custode del Mistero stesso. Per pene-trare un po’ il silenzio di chi Gesù chiamapadre, il nostro sguardo interiore deve andareverso questa realtà ineffabile: la paternità tra-scendente di Dio, paternità che Giuseppe hamissione di esercitare presso il Figlio. Questapaternità, Giuseppe l’assume senza capirlatotalmente; egli compie un autentico itinera-rio di fede, insieme a Maria. Ricordiamoci ilritrovamento di Gesù al tempio, in cui suaMadre, per l’unica volta, chiede: «Perché?»,e lo fa in nome suo e di Giuseppe. Figlio,perché ci hai fatto questo? (Luca 2, 48); conla risposta e la conclusione che conosciamo:«Non sapevate che io devo occuparmi dellecose del Padre mio?». Ma essi non comprese-ro ciò che aveva detto loro. San Giuseppe èuno sposo e un padre unico in tutta la storiaumana, e il suo silenzio anche è unico. Nonè il silenzio di chi, non capendo tutto, prefe-risce stare zitto. È un silenzio amante.

    stabilire un rapporto amorevole con ilprossimo. Preghiera interiore, silenzio,solitudine, più radicano nella comu-nione con Dio, più aiutano a svilup-pare rapporti di comunione con gli al-tri. La carità è Dio stesso, e la si cono-sce sperimentandola nell’intimo. Sepermettiamo a Dio di guarirci, la rice-viamo facendone esperienza. Il puntodunque non è tanto fare la carità,bensì essere carità. Non c’è niente dadover mostrare, c’è da incarnare loSpirito di amore. L’amore c’è, o nonc’è. Il silenzio è mezzo efficace, acce-lera i tempi escatologici, tempi dellatrasformazione spirituale, e oggi,proprio per le grandi minacce che in-combono sull’umanità, non è più tem-po di aspettare. Il silenzio apreall’ascolto del Verbo inciso nel profon-do del cuore. L’atto creativo che ci hagenerati desidera agire anche attraver-so di noi. Serve una fede matura, me-ditazioni e testimonianze sul silenziocapace di dare una risposta libera econsapevole che si riverberi nelle co-scienze.

    Non è più tempo di moralismo, didover essere, è tempo di essere. Co-minciare dal qui ed ora, da quello chesiamo, sperimentare. Il monachesimonasce come esperienza diretta di Dioda parte di solitari e anacoreti. Non

    senza appartenere al mondo. Gesùnon dice di fuggire dal mondo, bensìdi far crescere il Regno.

    La salvezza evangelica agisce persradicare dal profondo dell’anima lospirito del mondo, consumare la di-smisura tessuta dal tempo. Non chie-de di combattere il mondo, bensì disvuotarlo dal di dentro accettando dipatirne la contraddizione attraverso laforza dello Spirito santo che è amore.La liberazione non avviene attraversoatti di volontà, bensì attraverso l’ab-bandono all’opera dello Spirito santoche crea gli universi e che attraversa lanostra vita per rigenerarla. La creazio-ne è sempre in atto. L’atto creativo èla perfetta misura della bellezza, in-scritta nel profondo, ma come obliata.

    Questa misura è l’amore. La paurache incombe sull’umanità è vuotod’amore ed è molto pericolosa perchépuò generare odio. C’è una urgenzache chiede di allertarci, di svegliarci.Silenzio, solitudine, deserto, sono imezzi che oggi, come alle origini e neipassaggi forti, si offrono per risponde-re radicalmente all’annuncio.

    Il salto nel vuoto di cui parla la mi-stica, non è tanto il distacco dalle cosemateriali, dalle passioni, il punto di-scriminante è il distacco dall’ego col-lettivo.

    che si vada in cima auna montagna, oppurea nascondersi chissà do-ve, in qualunque luogoci porteremo dietroquello che abbiamodentro. Non ci si puòdistaccare dal mondo selo spirito del mondo èradicato dentro di noi.Il vangelo in realtà chie-de di stare nel mondo,

    di FABIO COLAGRANDE

    Ho avuto la possibilità di portarela mia piccola testimonianzasulla creazione, in Italia, di una«Rete» dedicata alla «preghierasilenziosa» nell’ambito del con-vegno «Silenzio, Polifonia di Dio» svoltosipresso la Pontificia Università Gregoriana nelmarzo 2019. Credo che la scelta del tema diquesto incontro di studi sia stata quasi «profe-tica». La Facoltà di Teologia di questo ateneopontificio ha infatti affrontato il tema del si-lenzio secondo un approccio che confrontavaletture teologiche, bibliche, filosofiche, storico-artistiche, ma anche musicali e spirituali. Lamia esperienza di giornalista, curioso della vitaecclesiale, mi ha insegnato però che il tema ri-guarda le sfide della pastorale e della prassi«spirituale» dei credenti del duemila. Esisto-no, difatti, da tempo in Italia numerose realtàcattoliche che vivono in modo autonomo la

    pratica della preghiera silenziosa sotto formadi meditazione, preghiera contemplativa o in-teriore. A volte sono comunità strutturate, al-tre volte gruppi più improvvisati che s’incon-trano sotto la guida di un sacerdote, un reli-gioso o un laico. Sono esperienze in cui sipratica e vive la preghiera silenziosa come ac-cesso privilegiato all’incontro con sé stessi equindi con Dio.

    Decentramento, apertura, ascolto, supera-mento del proprio ego, affidamento, ricongiun-gimento con un principio divino sia via indero-gabile per coltivare la propria vita spirituale ein particolare vivere la fede in Cristo. Eppure,questa pratica silenziosa, che ha in realtà radiciprofonde nella tradizione monastica e misticadel cristianesimo orientale, è ancora spesso con-siderata nell’ambito ecclesiale una consuetudinespirituale elitaria o eccentrica. C’è soprattuttoun paradosso fra la diffusione di queste espe-rienze nella realtà del territorio ecclesiale e l’as -senza di un loro riconoscimento pubblico e isti-

    tuzionale che permetterebbe un allargamentodelle possibilità di accesso a questa forma dipreghiera. La sete di silenzio è sempre più dif-fusa, in Italia sono ormai numerose le comunitàcattoliche che praticano questo tipo di preghie-ra, ma in ambito ecclesiale la via del silenzio èandata formalmente quasi scomparendo e laChiesa fatica a dare risposte standard a chi è incerca di questa dimensione per ritrovare Dio.L’assenza di vie d’accesso istituzionali alla pre-ghiera silenziosa appare ancora più sorprenden-te se si pensa che il recente magistero papale hasottolineato più volte la necessità di un approc-cio orante silenzioso. C’è da chiedersi quantoquesto magistero del silenzio sia stato assorbitoa livello delle gerarchie e comunità ecclesiali.Sembra esserci un vuoto da colmare fra l’inse -gnamento dottrinale e le pratiche pastorali, dauna parte, e dall’altra la sete di silenzio espressacon sempre maggiore urgenza dal Popolo diDio. Proprio con l’intenzione di colmare questivuoti pastorali e diffondere la conoscenza della

    preghiera silenziosa, è nata nel febbraio 2018 aRoma la «Rete sulla via del silenzio». È un’ini -ziativa ecclesiale nata per aggregare persone egruppi che già praticano da tempo, anche secon modalità diverse, la preghiera e la medita-zione silenziosa. Scopo della Rete non è unifor-mare queste esperienze diverse, ma favorire lacondivisione per accrescere la conoscenza reci-proca e approfondire la riflessione sulla dimen-sione mistica della fede. Il gruppo ha dato fi-nora vita ad alcuni incontri, «a porte chiuse»,in diverse città italiane, con l’obiettivo dichiara-to di «Rompere il silenzio sul silenzio». Nel2019 la «Rete sulla via del silenzio» ha messoin cantiere il progetto di un primo incontroaperto al pubblico organizzato a Roma. Un’o c-casione per mettere in luce una realtà ecclesialeframmentata, e dunque spesso invisibile, masempre più crescente in Italia. Quasi a confer-ma di quanto affermava il teologo Karl Rahner:«Nel nuovo millennio il cristiano sarà un misti-co o non sarà».

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 venerdì 28 agosto 2020

    Nessuno è escluso dalla grazia di DioChiesa e omosessualità

    In Guinea-Bissau il “patto educativo” fra le missionarie dell’Immacolata e gli abitanti di alcuni villaggi

    Il futuro in un sorriso

    Documento dell’episcopato polacco sul catechismo

    Ruolo decisivodi scuole e parrocchie

    VA R S AV I A , 27. L’insegnamento dellareligione negli istituti scolastici e lacatechesi nelle parrocchie sono ele-menti fondamentali nella formazio-ne degli alunni: è il pensiero espres-so dalla Commissione per l’educa-zione della Conferenza episcopalepolacca in un documento firmatodal suo presidente, Marek Mendyk,vescovo di Świdnica, e diffuso perl’inizio dell’anno scolastico. Nel te-sto, dove sono ricordati i trent’annidel ritorno dell’insegnamento dellareligione nelle scuole dopo la cadu-ta del regime comunista, si manife-sta riconoscenza verso i genitori perla loro collaborazione e per il lorosostegno in questi anni, sottolinean-do, con le parole di Giovanni PaoloII nell’esortazione apostolica post-sinodale Christifideles laici, come essisiano stati «i primi e insostituibilicatechisti dei loro figli» e sianochiamati a un ulteriore supporto infuturo segnalando eventuali irrego-larità attraverso i dicasteri diocesani,gli uffici catechistici e gli enti edu-cativi. In tale periodo, puntualizzala Commissione episcopale, il pro-cesso di formazione degli educatoriè stato costante e molto approfondi-to, in linea con i modelli educativiprofessionali che hanno portato alcontinuo aggiornamento dei pro-grammi didattici e dei libri di testo,adattandoli ai destinatari, e creandoinsegnanti alla base di un valido si-stema scolastico di educazione cat-tolica. Il tutto rafforzato dalla maiinterrotta comunicazione tra catechi-sti e genitori che mantiene sempreviva una realtà comunitaria dovecrescere seguendo sani principi.

    «Con il ritorno della religionenelle scuole — si legge nel docu-mento — i genitori hanno ricevutosostegno nella loro missione di pri-mi catechisti, e continua a esserecosì ancora oggi. Le lezioni sonoorganizzate principalmente per co-loro che si identificano con unaspecifica comunità di fedeli; tutta-via “possono parteciparvi anche inon credenti”; esse servono inoltread approfondire la conoscenza reli-giosa, aiutano a plasmare atteggia-menti ispirati al Vangelo, e in unacerta misura preparano anche ai sa-cramenti», cosa che si realizza pie-namente nella catechesi parrocchia-le. Il ritorno dell’insegnamento cat-tolico, viene precisato, «non è statoaffatto dovuto all’indebolimento delruolo catechistico della parrocchia»ma anzi «ha dato la possibilità a unpubblico più vasto di accedere allelezioni di religione».

    Riferendosi alla differenza tra in-segnamento di religione a scuola ecatechesi in parrocchia, la Commis-sione episcopale ha inoltre eviden-ziato il loro stretto legame reputan-doli entrambi necessari in quanto«il rapporto che esiste tra di loro èun rapporto di complementarietà edifferenziazione. Il modo in cui so-no organizzate le lezioni a scuola —osservano i presuli polacchi — lerende un’offerta diversificata pertutti». Esse infatti, viene spiegato,oltre a dare la possibilità agli stu-denti di porre domande e trovarerisposte, permettono ai credenti diacquisire le informazioni necessarie,affinché la loro fede «sia saldamen-te radicata»; al contempo, sonoevangelizzatrici per i non credenti eli aiutano a trovare e comprenderegli aspetti religiosi nella storia enella cultura.

    «A fianco della famiglia e in col-legamento con essa, la scuola offrealla catechesi possibilità non trascu-rabili»: queste le parole di KarolWojtyla, ancora ricordato in conclu-sione del testo, espresse al punto 69dell’esortazione apostolica Catechesitradendae che il Pontefice scrisse il16 ottobre 1979. E queste possibilitàsono proprio le lezioni di religione,precisa la Commissione per l’educa-zione.

    Donne e uomini nella Chiesa/3

    di CRISTINA UGUCCIONI

    Lietamente, e non senza sacrifi-ci, ogni giorno nel mondo cisono uomini e donne che de-cidono di allearsi, di unire le forze ele loro qualità migliori per assicurare

    educazione e scuola alle giovani ge-nerazioni. Accade anche in Guinea-Bissau, piccolo stato africano di1.800.000 abitanti, il 15 per centodei quali è di fede cristiana, il 46 difede islamica, mentre il rimanente èseguace della religione tradizionale.Qui, dove il tasso di analfabetismo èancora elevato, centinaia di bambinie bambine possono studiare e co-struire un futuro buono grazie allafelice alleanza nata tra dodici suoremissionarie dell’Immacolata, gli abi-tanti dei villaggi, lo Stato e la dioce-si di Bissau; è un’alleanza che rap-presenta una significativa declinazio-ne di quell’«ampia alleanza educati-va» di cui Papa Francesco ha sotto-lineato la necessità e l’urgenza an-nunciando l’incontro mondiale inti-tolato «Ricostruire il patto educati-vo globale» (rinviato al prossimo ot-tobre a causa della pandemia).

    Tutto ha inizio nei primi anni No-vanta quando le missionarie dell’Im-macolata, recandosi nei villaggi in-torno alle cittadine di Mansôa e Bis-sorã, cominciano a sensibilizzare lapopolazione sull’importanza dimandare i bambini a scuola e deci-dono di offrire un sacco di riso aidocenti delle scuole statali (poche)che non ricevono con regolarità lostipendio dallo Stato. Gli abitantidei villaggi, comprendendo pianpiano l’importanza di assicurare unabuona istruzione ai propri figli ini-ziano a chiedere che si aprano nuo-ve scuole. Così avviene: nel corsodegli anni sorgono sedici “scuole inautogestione”. Sono gli abitanti deivillaggi a costruirle dopo aver repe-rito almeno una parte del materialenecessario e aver assicurato che an-che alle bambine sarà data la possi-bilità di studiare: da parte loro lesuore missionarie dell’Immacolataforniscono il materiale mancante(cemento e fogli di zinco per la co-pertura del tetto) all’edificazione, sioccupano della selezione e della for-mazione degli insegnanti e le gesti-scono dopo aver stipulato, insiemealla diocesi di Bissau, un accordocon lo Stato, che paga lo stipendiodegli insegnanti. Attualmente questesedici scuole — ciascuna compren-dente il ciclo delle elementari e dellemedie — possono contare su ottanta

    hanno scelto di diventare insegnantie oggi lavorano nelle scuole dei vil-laggi dove un tempo hanno studia-to», racconta suor Alessandra Bon-fanti, missionaria dell’Immacolata,65 anni, impegnata nell’attività for-mativa, nella commissione diocesanaper la catechesi e alla radio SolMansi. «Ricordo che quando giunsiin Guinea-Bissau, ventinove anni fa,le bambine che andavano a scuolaerano un numero molto esiguo: ve-nivano preparate a diventare solomogli e madri e si riteneva chel’istruzione non fosse necessaria perloro. Oggi la situazione è mutata eun numero sempre crescente di don-ne studia e partecipa alla vita pub-blica: tuttavia molto lavoro resta dacompiere per assicurare alle donne ilpieno rispetto della loro dignità». InGuinea-Bissau esiste la pratica deimatrimoni forzati e si effettuano an-

    cora le mutilazioni genitali femmini-li nonostante siano vietate da unalegge del 2011.

    Nelle scuole le missionariedell’Immacolata curano la formazio-ne degli insegnanti con corsi perio-dici (recentemente uno è stato dedi-cato alla violenza domestica) e ten-gono lezioni e laboratori anche aglialunni su alcune tematiche (a esem-pio, il valore e la dignità della per-sona, la pace e la giustizia, il rispet-to della natura, i diritti umani).Obiettivo, sottolinea suor Alessan-dra, è assicurare la formazione inte-grale delle persone ossia la forma-zione di ragazzi e ragazze che ab-biano non solo una buona istruzionema solidi valori, che siano capaci diassumersi responsabilità, di porre alservizio degli altri i loro talenti mi-gliori e costruire comunità fraterne.

    Riflettendo sul discorso con ilquale Papa Francesco ha annunciatol’incontro mondiale dedicato a «Ri-costruire il patto educativo globale»,suor Alessandra osserva: «Mi sonosentita a casa leggendo le parole delSanto Padre: sono parole prezioseche orientano, rilanciano, incorag-giano l’opera educativa. L’alleanzache egli invoca è indispensabile: lenostre sedici scuole testimoniano cheper educare un bambino serve dav-vero un villaggio, la comunione diintenti di molti adulti che diventanocomplici operosi per il bene dei piùpiccoli. L’educazione, dice il Papa,non è impresa individuale: in Africa,che è afflitta da molti problemi manon è ancora malata di individuali-smo come molte società occidentali,questa verità è più facile da capire eda proporre. Ed è capace di generaresorrisi grati, quelli dei nostri alunni,che sono indimenticabili».

    Togi, «L’a b b ra c c i o »

    I vescoviriuniti in plenariaa Częstochowa

    CZĘSTO CHOWA, 27. I corsi di re-ligione a scuola, la lotta controgli abusi sessuali nella Chiesa,l’attività della Caritas, gli obbiet-tivi pastorali a seguito della crisisanitaria, la figura del cardinaleWy s z y ński: sono alcuni dei temiche figurano nel programmadell’assemblea plenaria dellaConferenza episcopale polaccache si è aperta stamattina aCzęstochowa. L’evento è stato ri-mandato più volte a causadell’emergenza coronavirus e deicasi di contagio riscontrati pres-so la segreteria dell’episcopato.Ieri sera i vescovi hanno celebra-to la messa in occasione dellamemoria liturgica della Madon-na Nera di Częstochowa. I lavoridureranno fino al 29 agosto.

    Tra i temi principali affrontatidai presuli, come detto, c’è l’inse-gnamento della religione nellescuole, nel trentesimo anniversa-rio del ritorno di questi corsi nelprogramma scolastico, dopo cheerano stati soppressi per decennidalle autorità comuniste, e la ca-techesi nelle parrocchie. I vescovidiscuteranno inoltre gli obiettivipastorali della Chiesa in Polonia:«Dopo un periodo di restrizionidovute al coronavirus — ha preci-sato il segretario generale, ArturGrzegorz Miziński, vescovo ausi-liare di Lublin — i fedeli tornanonelle chiese, ma a seconda dellediocesi la situazione epidemica èdiversa. Per questo è importantescambiare esperienze e discutereargomenti comuni legati alla curapastorale, insieme alle future sfi-de, non solo in rapporto al coro-navirus». I presuli parleranno an-che della pastorale dei migranti,nonché delle attività della Caritasp olacca.

    Le discussioni sul tema dellaprotezione dei bambini e deigiovani contro gli abusi sessualinella Chiesa saranno guidate dalresponsabile di questo settore,monsignor Wojciech Polak, arci-vescovo di Gniezno. Dal cantosuo il cardinale Kazimierz Nycz,arcivescovo di Varsavia, parleràdella beatificazione del cardinaleStefan Wyszyński, rinviata a cau-sa della crisi sanitaria. La plena-ria sarà inoltre occasione di evo-care la ripresa dei lavori di rifaci-mento del Pontificio collegio po-lacco a Roma, sospesi durante lapandemia. Infine, i vescovi vote-ranno su alcuni degli incarichi dirilievo.

    di GIORGIA SA L AT I E L L O

    Un recentissimo libro di Lu-ciano Moia — cap oredattoredel mensile di «Avvenire»,«Noi famiglia e vita» — con prefa-zione-intervista del cardinale MatteoMaria Zuppi (Chiesa e omosessualità.Un’inchiesta alla luce del magistero diPapa Francesco, Cinisello Balsamo,San Paolo, 2020), induce a portarel’attenzione sulla urgente e ampia-mente inedita questione dei rapportidel mondo ecclesiale con le personedi tendenza omosessuale. Tutto ilvolume, che raccoglie affermazionidi Papa Francesco e dodici intervi-ste, più la testimonianza di un cre-dente con tendenza omosessuale, èattraversato da un “filo rosso” costi-tuito dalle parole del Papa, contenu-te nell’ottavo capitolo di Amoris lae-titia con riferimento alle situazioniconiugali irregolari, nella convinzio-ne che esse siano applicabili anchealle persone con tendenza omoses-suale.

    Il criterio fondamentale, a partiredal quale si apre tutta una serie diproblematiche, è quello dell’acco-glienza che si articola come accom-pagnamento, discernimento e inte-grazione, nella tensione tra irrinun-ciabile fedeltà alla dottrina e attentaapertura alla concreta esistenza dellepersone. La riflessione si snoda sutre livelli: antropologico, teologico epastorale e in ognuno di essi si av-vale, indicandolo come indispensa-bile, dell’apporto di ricerche interdi-sciplinari con acquisizioni tanto del-le scienze biologiche, quanto diquelle umane. L’obiettivo del libronon è, e non può essere, quello difornire facili soluzioni a problemiestremamente complessi, ma quellodi favorire uno sguardo che non siasemplicisticamente riduttivo e chemetta sempre al centro l’ideale evan-gelico e l’attenzione alla persona.Per questo, il primo passo è quello

    dell’indagine antropologica che rap-presenta l’indispensabile premessa diqualsiasi affermazione su ogni sog-getto umano, compresi, ovviamente,quelli con tendenza omosessuale.

    Il concetto di natura umana con-serva tutta la sua validità, ma devecontinuamente essere riletto per sco-prirne, sempre più in profondità, ladimensione originariamente relazio-nale che impedisce di considerarel’individuo come una monade isola-ta. Da qui si articola la prospettiva

    teologica, sviluppata alla luce dellasacra Scrittura, con la volontà dicomprendere sempre meglio il mes-saggio cristiano su tutti gli esseriumani, inclusi quelli con tendenzaomosessuale che sono sempre rag-giunti dalla misericordia e dall’amo-re di Dio.

    Il terzo livello, quello pastorale, è,senza dubbio, quello più problema-tico, perché solleva interrogativi aiquali non è possibile dare facili ri-sposte superficiali. Come attivare,

    nella concretezza delle diverse realtàecclesiali, l’integrazione delle perso-ne con tendenza omosessuale, tenen-do conto della diversità di contestie, ancora prima, delle singolaritàdelle persone e delle loro storie?Oggi nel mondo ecclesiale ci sonovarie situazioni nelle quali l’integra-zione è già sperimentata ed essepossono servire come esempi pernuove forme di accoglienza che sap-piano tenere insieme le esigenze spi-rituali dei soggetti con tendenzaomosessuale e la sensibilità delle co-munità. In questo senso, non si trat-ta di voler relativizzare le norme, madi saperle applicare con misericor-dia, considerando che nessuno èescluso dalla grazia di Dio e chequello verso il bene possibile è uncammino lento e graduale.

    L’attenzione alla questione deicristiani con tendenza omosessuale,infine, offre una preziosa occasioneper considerare la differenza tral’uomo e la donna, voluta da Diofin dal principio come un bene e unvalore da proteggere. Spesso, pur-troppo, tale distinzione è irrigiditain schemi e stereotipi che la mortifi-cano leggendola secondo la logicadi una cultura materialistica ed edo-nistica, lontana dal disegno origina-rio di Dio che l’ha creata in vista diuna relazione sponsale caratterizzatada fedeltà e indissolubilità. La diffe-renza sessuale è, senza dubbio, laprima tra le differenze che sussisto-no tra le persone, ma non può fardimenticare le diversità individualiche esistono anche tra due donne odue uomini. L’esigenza di porre alprimo posto la persona, con la suasingolarità unica e irripetibile, creatada Dio per amore e chiamata, a suavolta, a donare amore, non deve far-ci dimenticare che, nel disegno diDio creatore, la vita viene trasmessanella bellezza e nella fecondità dellarelazione t


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