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2. Tipologie di DPI, norme tecniche specifiche, criteri di scelta, marcatura di riconoscimento
Dott.ssa Daniela Bellomo
Ing. Roberto Li Causi
I DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
La scelta e l’uso dei dispositivi diprotezione individualeSeminario d’aggiornamento in materia disicurezza sul lavoroINAIL - Confindustria SiracusaSiracusa, 31 ottobre 2014
Programma
→Criteri per l'individuazione e l'uso dei DPI: norme tecniche per la protezione individuale
• mani• piedi• vie respiratorie• udito• occhi• corpo (indumenti)• testa
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http://www.agricoltura-responsabile.it/GuideLines_Appendix_1.aspx
DPI SpecificiPrima parte
• mani• piedi• vie respiratorie• testa
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NORME TECNICHE - DPI
• selezione (classificazione dei DPI, livelli di protezione, marcaturadi certificazione di conformità appropriata, parametri specifici, ad es.attenuazione sonora, comfort, ambiente lavoro e attività, T °C eumidità, … compatibilità con altri dispositivi, adeguatezza eidoneità, fattori confort e accettabilità …)
• uso• cura• manutenzione
Criteri per l’individuazione e l’uso dei DPI:
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Documenti guida
Riunione periodica (art. 35 D.Lgs. 81/08)
Il datore di lavoro sottopone all’esame dei partecipanti (RSPP, MC, RLS):
a) il documento di valutazione dei rischi;b) l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza sanitaria;c) i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di protezione individuale;d) i programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori ai fini della sicurezza e della protezione della loro salute.
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GUANTI
• Norma di riferimento UNI EN 420 (2010) - Guanti di protezione. Requisiti generali e metodi di prova
• Tipo di Protezione (anche combinata):
• rischio meccanico UNI 11115, UNI EN 388• freddo UNI EN 511• calore e fuoco EN 407 • rischio chimico EN 374-1:2003• rischio biologico EN 374-1:2003• rischio elettrico CEI EN 60903• vibrazioni UNI EN ISO 10819: 1998
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GUANTI
• Rischi di natura meccanica (UNI 11115:2004)
Il danno può essere causato da:- abrasione;- accumulo di cariche elettrostatiche;- strappo;- perforazione;- taglio da impatto;- taglio da lama.
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GUANTI
• Possibili cause di rischio derivanti dall’uso dei guanti di protezione (UNI 11115:2004)
- germi patogeni;- cattivo adattamento della mano;- scarsa traspirazione;- scarsa flessibilità;- scelta inadeguata del guanto.
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PRINCIPALI TIPOLOGIE DI GUANTI DI PROTEZIONE
→ Rischio meccanico: tipologie di guanti (UNI 11115:2004)
• Guanti di pelle/cuoio (materiale animale)buona resistenza all’abrasione, allo strappo, alla perforazione;discreta resistenza al taglio da lama, confort per l’utilizzatore, § 5.1
• Guanti di fibre tessili, tessuti con telai o a magliacotone, poliammide, polietilene, poliestere, amide e para amide,§ 5.2, prospetto 1 con fibre e proprietà meccaniche e fisiche
• Guanti sinteticilattice naturale, policloroprene, gomma a base di nitrile butadiene,cloruro di polivinile PVC, butile, § 5.3, prospetto 2 con materiali eproprietà meccaniche e fisiche
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GUANTI• Tipologie di lavorazione per cui è richiesto il ricorso all’uso di
guanti di protezione per rischi meccanici
- manipolazione di semilavorati o lavorati in lamiera e/o metallici (stampaggio, lastratura, ecc.);
- manipolazioni particolari di stampati di materia (freddi);- manipolazione semilavorati o lavorati di fonderia (freddi);- manipolazione materiali da costruzione (mattoni, piastrelle, tegola, ecc.);- manipolazione semilavorati o lavorati di legno o derivati;- manipolazione semilavorati o lavorati di vetro (freddi);- attività correlate ai servizi di nettezza urbana (escluse quelle che possono
comportare rischi di natura chimico/biologica);- manipolazione di merci e/o imballaggi vari;- attività di montaggio di componenti (anche di precisione);- manipolazione di materiali scivolosi;- attività correlate alla macellazione di carni e lavorazione del pesce;- attività correlate alle industrie elettroniche.
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GUANTI
• Caratteristiche dei guanti di protezione dal rischio meccanico da considerare ai fini della scelta:
- innocuità dei materiali (attenzione a parti a diretto contatto con l’utilizzatore)
- costruzione del guanto- dimensioni e taglie- destrezza (requisito facoltativo)
- permeabilità e assorbimento del vapore acqueo
- resistenza all’abrasione- resistenza al taglio da lama- resistenza allo strappo- resistenza alla perforazione- resistenza al taglio da impatto (requisito facoltativo)
- proprietà antistatiche (requisito facoltativo)
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GUANTI
→ Requisiti e Livelli di prestazioni (per tipo dirischio)
Rischio di natura meccanica (UNI 11115:2004, UNI EN
388:2004): 5 caratteristiche di resistenza :
Abrasione (livelli di prestazione da 1 a 4)Taglio da lama (livelli 1-5)Strappo (livelli 1-4)Perforazione (livelli 1-4)Taglio da impatto (facoltativo, no livelli)Antistaticità (facoltativo, no livelli)
Più è alto il numero che esprimeil livello di prestazione, maggioreè la protezione offerta
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MARCATURA→ Marcatura di conformità: CE→ Marcatura di riconoscimento: fabbricante, tipo, misura,
simbologia specifica (quando richiesta da norme…), normaarmonizzata (se del caso), eventuale data obsolescenza
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GUANTI
CRITERI DI SCELTA• La scelta del guanto di protezione deve mirare alla
migliore combinazione possibile tra le due esigenze fondamentali richieste dalla legislazione vigente:
- l’idoneità a compiere normalmente l’attività che lo espone al pericolo;
- la protezione appropriata al massimo livello possibile.
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Importante individuare la categoria di appartenenza, secondo la legislazione vigente. I guanti di protezione per rischi meccanici possono essere generalmente individuati nella prima (rischi minori) o nella seconda categoria (responsabilità del fabbricante).
GUANTI
→ Requisiti e livelli di prestazioni (per tipo dirischio)
Freddo (UNI EN 511): 3 tipologie di prestazione
Freddo convettivo (livelli di prestazione - isolamentotermico - da 1 a 4)
Freddo di contatto (livelli di prestazione - resistenzatermica - da 1 a 4)
Impermeabilità all’acqua (livelli di prestazione 0-1)
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GUANTI
→ Requisiti e livelli di prestazioni (per tipo di rischio)
Calore e fuoco (EN 407): 6 prestazioni termiche
Comportamento al fuoco (infiamm.) (livelli da 1 a 4)Calore per contatto (livelli da 1 a 4)C. Convettivo (livelli da 1 a 4)C. radiante (livelli 1-4)Piccoli spruzzi di metallo fuso (livelli 1-4)Grandi spruzzi di metallo fuso (livelli di prestazione da 1 a 4)
AbrasioneResistenza allo strappo (livelli di prestazione da 1 a 4)
Requisiti generali
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MARCATURA
Rischio calore e fuoco
• pittogrammi principale “calore e/o fuoco”
• indicazione del numero della norma specifica (EN 407)
• indicazione dei livelli prestazionali con sequenza di numeri o X (X significa che il guanto non è stato progettato per l’uso cui si riferisce la prova (ad es. 3 2 1 X X X)
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→ Conformità ai requisiti norma EN 420
*
* Requisito non soddisfatto
GUANTI
→ Requisiti e livelli di prestazioni (per tipo dirischio)
Rischio chimico (EN 374-1:2003)Permeazione (livelli di prestazione - tempo di passaggio - da 1 a 6, almeno 2 con prova con 3 prodotti chimici)
Rischio biologico (EN 374-1:2003):Penetrazione microorganismi (liv. prest. 1-3, almeno 2)
Requisiti comuni per entrambi i rischi:
Lunghezza minima a tenuta
Resistenze meccaniche: abrasione, taglio da lama, strappo, perforazione
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MARCATURA
Rischio chimico • due pittogrammi possibili, mai
insieme• indicazione del numero della norma
specifica (EN 374)• indicazione delle lettere codice
identificative delle tre sostanze di prova (elenco in appendice A norma, ad es. A D F)
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Conformità ai requisiti norma EN 420
Non ha superato entrambe le prove
CALZATURE
• Norma di riferimento UNI/TR 11430 (2011) – Calzature … criteri per la scelta, l’uso, la cura e la manutenzione
Calzature antinfortunistiche: 3 categorie di marcatura
di Sicurezza UNI EN ISO 20345:2008 di Protezione UNI EN ISO 20346:2008 da LavOro UNI EN ISO 20347:2008
+
-
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liv.prot.
Calzature S e P : dotate di puntali di protezione contro urti e compressioni
Calzature antinfortunistiche specifiche
• Norma di riferimento UNI/TR 11430 (2011)
• calzatura antistatica UNI EN ISO 20344:2008• calzatura conduttiva UNI EN ISO 20344:2008• calzatura isolante CEI EN 50321:2000
• calzatura da lavoro relativa a professioni specifiche (vigili del fuoco, r. taglio di sega a catena) UNI EN ISO 20345:2008
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-
+
CALZATURE
Modelli di calzatureA Calzatura bassaB Calzatura alla cavigliaC Stivale al polpaccioD Stivale al ginocchioE Stivale alla coscia1 Estensione variabile che può essere adattata all’utilizzatore
Gli elementi protettivi sono incorporati nella calzatura in modo da non potere essere rimossi senza danneggiarle
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CALZATURE
Rischi da cui proteggono le calzature antinfortunis tiche:
- meccanici (schiacciamento, urto, scivolamento, perforazione, ecc.)- elettrici- termici- chimici- igrometrico
Rischi derivanti dall’uso delle calzature antinfort unistiche non adeguate o deteriorate:
- disagio, interferenza con l’attività lavorativa- infortuni e rischi per la salute- protezione inadeguata- ecc.DPI 31 ottobre 2014 dott.ssa Daniela Bellomo
CALZATURE
→ Requisiti (per categoria di marcatura S, P, O)
1. di base2. supplementari
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CALZATURE DI SICUREZZA
1. Requisiti di base
• puntali resistenti a urti di almeno 200 J (l’energia della caduta di 20 kg da 1 m) e contro la compressione di almeno 15 kN (circa 1,5 t).
• tutti i requisiti di cui al prospetto 2 UNI EN ISO 20345:2008• uno dei 5 requisiti di cui al prospetto 3 UNI EN ISO 20345:2008
caratteristiche costruttive complessive o dei plantari e di resistenza
Simbolo marcatura SB (S1, 2, … 5, con i requ. supplem.)
• resistenza allo scivolamento (almeno una delle tre condizioni di prova previste su suolo e con lubrificanti diversi)Simboli marcatura SRA, SRB, SRC (SRA+SRB)
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CALZATURE DI SICUREZZA
2. Requisiti Supplementari (in base ai rischi presenti sul luogodi lavoro)
Simboli di marcatura :- P perforazione- C, A e I caratteristiche elettriche (conduttive, antistatiche e isolanti – I
solo calzature con classificazione II)- HI e CI resistenza ambienti aggressivi (isolamento calore e freddo)- E assorbimento di energia nella zona del tallone- WR resistenza all’acqua (solo calzature con classificazione I)- M protezione del metatarso- AN protezione caviglia- WRU penetrazione ed assorbimento di acqua del tomaio- CR resistenza al taglio- HRO resistenza al calore per contatto
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CALZATURE DI SICUREZZA→ 6. Categorie di marcatura (UNI/TR 11430)
Combinazioni più utilizzate dei requisiti base e supplementari
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-
+
+ eventuali altri req. suppl.
CALZATURE DI PROTEZIONE
• Le calzature di protezione sono identiche a quelle di sicurezza,con l’unica eccezione che la punta è protetta contro rischiminori , cioè i puntali devono conferire resistenza agli urti di 100J ed alla compressione di 10 kN
→ Requisiti (sostanzialmente come per calzature di sicurezz a)
1. di base Simbolo marcatura PB (P1, 2, 3 … con i requ. suppl. )resistenza allo scivolamento Simboli marcatura SRA, SRB, SRC (SRA+SRB)
2. supplementari Simboli P, C, A, I, HI, CI, E, WR, M, AN, WRU, CR, HRO
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CALZATURE DI PROTEZIONE→ Categorie di marcatura (UNI/TR 11430)
Combinazioni più utilizzate dei requisiti base e supplementari
Ctg. Classificazione Requisiti
PB I o II Tutti i requisiti di base
P1 I Zona del tallone chiusaCaratteristiche antistatiche (A)Assorbimento di energia nella zona del tallone (E)
P2 I Come P1 piùPenetrazione ed assorbimento di acqua del tomaio (WRU)
P3 I Come P2 piùResistenza alla perforazione (P)Suola con rilievi
P4 II Caratteristiche antistatiche (A)Assorbimento di energia nella zona del tallone (E)
P5 II Come P4 piùResistenza alla perforazione (P)Suola con rilievi
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-
+
+ eventuali altri req. suppl.
CALZATURE DA LAVORO
• Le calzature da lavoro, a differenza delle tipologie di calzaturesopra descritte, non sono fornite di puntale di sicurezza o diprotezione
→ Requisiti (eccetto puntale , sostanzialmente come percalzature di sicurezza e di protezione)
1. di base Simbolo marcatura OB (O1, 2, … 5 con i requ. suppl.)resistenza allo scivolamento Simboli marcatura SRA, SRB, SRC (SRA+SRB)
2. supplementar i Simboli P, C, A, I, HI, CI, E, WR, AN, WRU, HRO, FO *
(*) Mancano M protezione del metatarso, CR resistenza al taglioIn aggiunta FO resistenza agli idrocarburi (suola)
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CALZATURE DA LAVORO→ Categorie di marcatura ( UNI/TR 11430)
Combinazioni più utilizzate dei requisiti base e supplementari
Ctg. Classificazione Requisiti
OB I o II Tutti i requisiti di base e in aggiunta, uno o più requisiti dalprospetto 2 del presente rapporto tecnico: P, C, A, I, HI, CI,E, WR, AN
O1 I Zona del tallone chiusaCaratteristiche antistatiche (A)Assorbimento di energia nella zona del tallone (E)
O2 I Come O1 piùPenetrazione ed assorbimento di acqua del tomaio (WRU)
O3 I Come O2 piùResistenza alla perforazione (P)Suola con rilievi
O4 II Caratteristiche antistatiche (A)Assorbimento di energia nella zona del tallone (E)
O5 II Come O4 piùResistenza alla perforazione (P)Suola con rilievi
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-
+
+ eventuali altri req. suppl.
CALZATURE
Marcatura della calzatura
Tutte le calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro devono essere chiaramente e permanentemente marcate con:
a) la marcatura b) la tagliac) il nome oppure il marchio di identificazione del fabbricanted) il codice articoloe) l’anno ed il mese (o almeno il trimestre) di fabbricazionef) il numero e l'anno della norma di riferimento, per esempio UNI EN
ISO 20345:2008g) i simboli adeguati alla protezione fornita e/o, dove applicabile, la
categoria appropriataNota : le marcature di f) e g) dovrebbero essere adiacenti l'una all'altra; la taglia e la data di fabbricazione possono essere poste sulla suola
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CALZATURE
Marcatura della calzatura
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HRO - resistenza al calore per contatto
CALZATURE
7. Scelta delle calzature antinfortunistiche (UNI/TR 11430)
7.1.3 Caratteristiche ergonomiche
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- forme, pressione del puntale, imbottiture (collare, linguetta),- caratteristiche antimicrobiche di fodera e sottopiede, - uso di materiali accoppiati con elevata permeabilità vapore acqueo,- corretta igiene piede e cambio quotidiano calze,- corretto adattamento al piede per calzature tipo I, - uso strettamente personale
Nella scelta delle calzature va considerata la migliore protezione possibile in rapporto alle caratteristiche ergonomiche.
CALZATURE7. Scelta delle calzature antinfortunisticheI punti da 7.2.1 a 7.2.8.2 del rapporto tecnico UNI/TR 11430: esempi che aiutano nella scelta delle calzature antinfortunistiche, ma che non sostituiscono l’analisi del rischio.
7.2.1 Rischi meccanici7.2.1.1 Protezione dall’urto e dalla compressione
Esempi di destinazione d’uso Protezione e marcatura
Quando è presente il rischio di caduta di gravi e di schiacciamento delle dita.Esempio: Imprese edili, industrie metallurgiche, lavori agricoli, demolizioni di fabbricati.
Puntali di protezione e di sicurezza(SB, da S1 a S5, PB, da P1 a P5)
Per proteggere la parte metatarsale del piede ove esistano pericoli di caduta gravi.Esempio: Lavori in miniere e cave, demolizioni di fabbricati.
Protezione metatarsale (M)
Per proteggere la caviglia da urti derivanti dall'impatto contro un ostacolo.Esempio: Lavori in miniere e cave, demolizioni di fabbricati.
Protezione della caviglia (AN)
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Es.
CALZATURE
7.2.1 Rischi meccanici7.2.1.2 Protezione da taglio, perforazione e oggetti appuntiti
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Es.
CALZATURE
Pittogrammi
Pittogramma indicante calzature con protezione elettrostatica di dispositivi elettronici sensibili(EPA - Electrostatic Protected Area)
Pittogramma indicante le calzature isolanti per lavori elettrici (sino ad un certo voltaggio)
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Sfondo di colore giallo
CALZATURE
Pittogrammi
Pittogramma indicante le calzature di sicurezza resistenti al taglio della sega a catena (III ctg. DPI)
Pittogramma indicante i tipi e la protezione per le calzature per vigili del fuoco (III ctg. DPI)
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CALZATURE
8. Uso delle calzature antinfortunistiche (UNI/TR 11430)
8.3 Durata dell’uso
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Scadenza: vedere la nota informativa Es. data obsolescenza: S1P suola gomma: 10 a.
Ispezione visiva
9. Cura e manutenzione delle calzature antinfortunist iche
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Criteri per valutare le caratteristiche della calzatura.
E’ necessario sostituire la calzatura in caso di qualsiasi segno di usura identificato nella figura 13 (A rotture, B abrasioni, C deformazioni…, D rotture suola o separazioni parti, E riduzione spessore suola, F danni interni…)
Figura 13
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
• Norma di riferimento UNI EN 529 (2006) - Dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Raccomandazioni per la selezione, l’uso, la cura e la manutenzione. Documento guida
[sostituisce la UNI 10720:1998]
• I DPI per le vie respiratorie rientrano tra quelli di TERZA CATEGORIA (D. Lgs. 475/92)
• addestramento uso e manutenzione: obbligatorio
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Addestramento
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Quando: all’inizio e almeno annuale per il DPI scelto (EN 529)Importante la verifica del corretto indossamento
Un facciale (quarto di maschera, semimaschera e maschera intera e semimaschera filtrante) non fornisce ottime prestazioni se la tenuta non è buona. Le perdite possono derivare da un cattivo adattamento sul viso o da difetti del facciale, quali valvole di espirazione sporche o tenuta facciale danneggiata.
Addestramento
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• Fit Test o prova di tenuta (iniziale): metodo che consente di verificare la buona tenuta fin dall’inizio della protezione di dispositivi filtranti. Permette una verifica dell’adattamento del dispositivo al portatore a garanzia dell’adeguatezza alla protezione respiratoria richiesta. Da ripetere in caso di significative variazioni di peso o di caratteristiche facciali che possono compromettere la tenuta. Kit FT.
• Controllo di tenuta: ogni qual volta l’utilizzatore indossa un dispositivo di protezione (dettagliatamente descritto nelle istruzioni per l’indossamento)
DPI DELLE VIE RESPIRATORIE - APVR
a) Dispositivi filtranti : purificano l'aria ambiente da respirare utilizzando filtri in grado di rimuovere le sostanze contaminanti nell'aria
b) Respiratori : forniscono al portatore aria respirabile (per esempio, aria compressa), o gas respirabile (per esempio, ossigeno compresso) da una sorgente incontaminata
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Due componenti principali:• facciale e filtro (i), oppure• un facciale e un mezzo di alimentazione di aria o gas respirabili
incontaminati
Classificazione: due metodi per fornire protezione
I particolari dei diversi tipi di dispositivi sono riportati nell'appendice A.
DPI DELLE VIE RESPIRATORIE - APVR
• Il facciale dirige aria o gas incontaminati respirabili all'area del naso e della bocca del portatore. Può essere una maschera, un facciale filtrante (FF), un cappuccio, un elmetto, una tuta, ecc. *
• Il flusso d'aria attraverso il/i filtro/i può essere assistito o non assistito.
• Il mezzo per fornire gas respirabile può essere composto di bombole a pressione, sistema di linee ad aria compressa, sistema di alimentazione di aria esterna o un altro sistema di alimentazione idoneo.
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Classificazione APVR
UNI EN 133 (2002)
I dispositivi filtranti possono proteggere solo contro gamme di concentrazione limitate di inquinanti noti presenti nell’aria ambiente.Non danno protezione contro insufficienza di ossige no .
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Classificazione APVR
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D.M. 2 maggio 2001 , mod.
Respiratori
Non Autonomi Autorespiratori
Ad aria esterna
Ad adduzione di aria compressa
Ad aria compressa
A produzione di ossigeno
Ad ossigeno compresso
(Assistiti, non assistiti)
DISPOSITIVI FILTRANTI
→ Purificano l'aria ambiente che il portatore deve respirare utilizzando filtri in grado di rimuovere le sostanze contaminanti nell'aria. Filtro e facciale.
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Tipi:• non assistito o dispositivo a pressione negativa (sfrutta
l’azione respiratoria dell’utilizzatore)
• assistito (l’aria entra nel filtro con metodo meccanico)
FACCIALI
Ermetici : • Facciali filtranti FF• Quarti di maschera• Semimaschera• maschere intere
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→ dirigono aria o gas incontaminati respirabili all'area del naso e della bocca del portatore: TIPI
Prevedono una buona tenuta tra maschera e viso del portatore
Da fornire un quantitativo sufficiente di aria per impedire perdite nel facciale quando il portatore respira o si muove. Utilizzati solo su dispositivi filtranti a motore o con respiratori idonei
Non ermetici:• Cappucci• Caschi• Schermi visivi• Giubbotti, tute
Facciali (es.)
Facciali filtranti senza o con valvola
Casco elettroventilato
(a conchiglia)
Semimaschere
(pieghevoli)
http://www.puntosicurezzaar.com/sites/default/files/pdf/272.pdfhttp://www.agricoltura-responsabile.it/GuideLines_Appendix_1.aspx
Maschera intera
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Casco elettroventilato con cappuccio
Quarto di maschera
DISPOSITIVI FILTRANTI
→ FILTRI: tipi• vanno adattati al tipo di sostanza da cui proteggere• proteggono sino a certe gamme di concentrazioni
(indicazione del fabbricante)
Protezione:• contro particelle (filtri antipolvere) EN 143, EN 12941, EN 12942• gas/vapori (filtri antigas) EN 14387• contro particelle e gas/vapori (filtri combinati) EN 14387, EN 12941,
EN 12942
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MARCATURA FILTRI
- la marcatura- Il tipo e la classe di protezione (sostanza ed efficienza/capacità protettiva)
- il codice colore- l'identificazione del fabbricante, per esempio, il nome e il marchio difabbrica
- il numero (i numeri) della norma europea (EN), dove appropriato- la durata, se appropriata- "vedere le istruzioni per l'uso" o pittogrammi equivalenti, qualsiasi ulteriore marcatura pertinente per tipi.
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I filtri non dovrebbero essere condivisi tra i portatori.
→ include
FILTRI ANTIPOLVERE
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• marcati con "P" e solitamente di colore
Classificazione e identificazione : lettera e colore
bianco
La resistenza respiratoria del filtro aumenta considerevolmente con l’intasamento
• tre classi, sulla base della loro efficienza filtrante : P1, bassa efficienza (80%)P2, media efficienza (94%) P3, elevata efficienza (99,95%)
• nei dispositivi filtranti con motore o assistiti con motore: oltre alla marcatura P è presente l'indicazione S (filtro aerosol solido) o SL (aerosol solidi e liquidi)
FILTRI ANTIGAS
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• contro 1 o più inquinanti gassosi/vapore (f. multipli)• marcati con una lettera (A, B, E,…) e di colore diverso
(marrone, grigio, giallo…) a seconda della sostanza
Classificazione e identificazione : lettere e colore
1: Bassa capacità2: Media capacità3: Alta capacità
• tre classi (1, 2, 3), sulla base del quantitativo di gas o vapori trattenuto dal filtro:
Potere filtrante
+
FILTRI ANTIGAS A, B…
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→ Capacità
• La capacità del filtro è funzione della quantità di materiale adsorbente contenuto nel filtro.
• Per scegliere il filtro idoneo occorre valutare la concentrazione di inquinante e la durata d’indossamento.
Filtri
http://www.tecno2000.it/catalogo_sperian.pdf
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Per la scelta della filtrazione considerare:
FILTRI COMBINATI
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• Filtri combinati: comprendono uno o più filtri antigas e un filtro antipolvere.
Un filtro antigas può essere combinato con qualsiasi filtro antipolvere, ad eccezione dei filtri costruiti per l'utilizzo contro mercurio e ossido di azoto, che sono sempre combinati con filtri P3 o ad alta efficienza per i dispositivi motorizzati o assistiti della classe
DURATA DEI FILTRI(raccomandazioni)
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• Indicata come “ termine della durata di vita”
Non vi è una regola semplice su quando si dovrebbero cambiare i filtri. Dipende da molti fattori (… concentrazione…)
• Filtri antipolvere o respiratori a filtro con semimaschera: alcuni progettati per usarli 1 volta sola (turno)
• I filtri con dispositivi a pressione negativa: in linea generale, la durata di vita è raggiunta quando si percepisce un aumento della resistenza respiratoria
• In linea generale, i filtri antipolvere non sono progettati (o sottoposti a prova) per la pulizia o la disinfezione
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• Filtri antigas: è difficile potere fornire una regola generale per una sicura durata di impiego (durata di vita)…” Usati algoritmi di calcolo dai fabbricanti per sostanza e condizioni d’uso
• respiratori a filtro con semimaschera: alcuni progettati per usarli 1 volta sola (turno)
• i filtri AX (composti organici con punto di ebollizione ≤ a 65 °C): consigliato monouso o se c’è riutilizzo conservare secondo informazioni del fabbricante
• filtri di tipo A (composti organici con punto di ebollizione ≥ a 65 °C): a rischio di una rottura spontanea dopo un determinato periodo di conservazione
• filtri di tipo SX (contro sostanze specifiche): da usare solo contro i gas il cui nome è stato marcato dal fabbricante (per la durata: guida del fabbricante)
DURATA DEI FILTRI(raccomandazioni)
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• Filtri combinati: riferimento alle raccomandazioni generali ed a quelle dei filtri antigas
DURATA DEI FILTRI(raccomandazioni)
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DPI DELLE VIE RESPIRATORIE
Lavori edili, polveri saldatura FFP3, verniciatura, prelievo e preparazione campioni amianto(es.)
Bonifica amianto, polveri di saldatura in spazi semi/confinati (TH3P) (es.)
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→ Dispositivi filtranti (e norme EN corrispondenti )
MARCATURA Dispositivi filtranti
→ Semimaschere filtranti antipolvere (EN 149)
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• Identificazione del fabbricante,• Tipo, Norma riferimento (numero e anno)• Classe dispositivo: FFP1, FFP2, FFP3 (3 massima protezione) in base
a efficienza filtrante e perdita di tenuta verso l’interno totale massima, a seguire
• NR non riutilizzabile (uso per 1 solo turno lavorativo) o R (es. FFP2 R)• D, se appropriata, conformità a prestaz. intasamento (es. FFP2 R D) *
Sull’imballaggio va anche: almeno l’anno di scadenza;la frase "Vedere le informazioni fornite dal fabbricante ";le condizioni d’immagazzinamento (T °C, umidità…).Pittogrammi
ES. designazione: Semimaschera… EN 149:2001 FFP1 NR D
* obbligatoria per le semimaschere riutilizzabili
MARCATURA (es.)
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Semimaschere filtranti antipolvere
FFP2
FFP3
Nome produttore8835 M/LEN149:2001 FFP3 D
0086 Marchio CE e cod. identificativo del sistema qualità (DPI III ctg.)
Identificativo del tipo
taglia
Norma tecnica
Classificazione
Prestazione intasamento
MARCATURA Dispositivi filtranti
→ Semimaschere filtranti antigas o antigas e antipolvere con valvole (EN 405)
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• Identificazione del fabbricante, Tipo • Simboli in conformità al tipo e alla classe, per es., FFA2• Norma riferimento (numero e anno)• Eventuali codice colore, per il filtro, conformi alla EN 14387• Marcatura del filtro antipolvere (ad es. P3 NR D)
Sull’imballaggio va anche: almeno l’anno di scadenza;la frase "Vedere le informazioni fornite dal fabbricante ";le condizioni d’immagazzinamento (T °C, umidità…).Pittogrammi
ES. designazione: Semimaschera f… con v… EN 405:2001 F FA2P3 NR D
MARCATURA (es.)
Semimaschere filtranti antigas e antipolvere con valvole
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MARCATURA Dispositivi filtranti
→ Dispositivi filtranti assistiti (uso con filtri gas, vapori, particelle o combinati)
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1. Elettrorespiratori a filtro completi di maschere (UNI EN 12942)• Classificazione: TM1x, TM2x o TM3x; dove x fa riferimento al tipo e
alla classe del/i filtro/i; TM3 offre il più alto livello di protezione
Attenzione: 2. non proteggono quando l'alimentazione di aria si interrompe
2. Elettrorespiratori a filtro che incorporano un casco o un cappuccio (UNI EN 12941)
• Classificazione: TH1x, TH2x o TH3x; dove x fa riferimento al tipo e alla classe del/i filtro/i, dove TH3 offre il più alto livello di protezione
Dispositivi filtranti assistiti (a motore)
Ventilazione assistita con cappuccio o maschera
http://www.tecno2000.it/catalogo_sperian.pdf
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Dispositivi filtranti assistiti (a motore)
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Legenda:
1: facciale ; …; 3: tubo direspirazione; 5: portafiltro; 6: filtroantipolvere; 7: ventilatore ; 8:batteria ; 9: cintura di sostegno…
Legenda:
1: filtro antipolvere; 2: prefiltro;3: ventilatore ; 4: schermovisivo ; …; 7: batteria ; 8: cinturadi sostegno…
con elmetto e filtri THP
con maschera intera e filtro TMP
Elettrorespiratori
Percentuali di tenuta delle particelle
Dispositivi assistiti con maschera intera TM1-3P
• TM1P: trattiene il 95% particelle
• TM2P: trattiene il 99,5% particelle
• TM3P: trattiene il 99,95%particelle
Dispositivi assistiti con casco o cappuccio TH1-3P
• TH1P: trattiene il 90% particelle• TH2P: trattiene il 98% particelle• TH3P: trattiene il 99,8%
particelle
APVR
→ Requisiti1. di prodotto:
• UNI EN 136 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie -Maschere intere - Requisiti, prove, marcatura
• UNI EN 140 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie -Semimaschere e quarti di maschera - Requisiti, prove, marcatura
• UNI EN 141 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Filtri antigas e combinati - Requisiti, prove, marcatura
• UNI EN 142 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie -Boccaglio completo - Requisiti, prove, marcatura
• UNI EN 143 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Filtri antipolvere - Requisiti, prove, marcatura
• ecc.
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APVR - Elementi fondamentali per la scelta e il calcolo della protezione
→ Requisiti2. di utilizzo
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Il DPI deve essere Adeguato e Idoneo (UNI EN 529)
ADEGUATEZZA : se è in grado di ridurre ad un livello accettabile l'esposizione del portatore ad un pericolo (per esempio, per soddisfare i valori limite di esposizione professionale)
Adeguatezza
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Per valutare l’adeguatezza bisogna conoscere la concentrazione peggiore possibile del contaminante disperso nell'aria e calcolare la protezione minima richiesta (di seguito Pmr):
* Valore limite d’esposizione VLE o frazione
*Pmr
Adeguatezza
• Il Pmr ottenuto va confrontato con i fattori di protezione assegnati FPA (in Italia FPO), applicabili a livello nazionale, dove definiti, per i diversi tipi di dispositivi –Appendice C norma
• Se FPA (o FPO) è > Pmr: dispositivo adeguato
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Nota: FPO - fattore di protezione operativo (Italia)
Fattore di protezione assegnato (FPA)
→ Il FP esprime, in generale, l’entità della protezione che l’APVR offre
• Il FPA: livello di protezione delle vie respiratorie che, in maniera realistica, si può prevedere di ottenere nel posto di lavoro da parte del 95% dei portatori, adeguatamente istruiti e controllati, cheutilizzano un dispositivo di protezione delle vie respiratorie adeguatamente funzionante e correttamente adattato e si basa sul 5° percentile dei dati del fattore di protezione sul posto di lavoro (WPF, Workplace Protection Factor).
• In parole povere, numero che esprime di quante volte viene ridotta la concentrazione dell’inquinante presente all’esterno del DPI
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Idoneità
→ IDONEITA’ : idonei per l'uso previsto e in grado di fornire un'adeguata protezione per la durata dell'indossamento
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La valutazione dell’idoneità tiene conto dei seguenti punti:
a) essere marcato CE b) essere adeguatoc) essere compatibile con l'ambiente, il compito, il portatore e altri
dispositivi di protezione individuale utilizzatid) essere in buone condizioni di funzionamento (ad esempio non
intasato)
La norma fornisce le indicazioni/fattori per valutare le idoneità di cui al punto c)
SEGNALETICA
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• DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE OBBLIGATORI
STOP
DOMANDE?
http://www.gavorchio.it/626-Web-Respiratorie.htm
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PROTEZIONE DELLA TESTA
→Tipi di rischi (pericolo di lesioni alla testa)
• Rischi di natura meccanica e termica (proiezione di frammenti o detriti, caduta di gravi, penetrazione di corpi taglienti o appuntiti, collisione con oggetti statici nonché con spruzzi di materiale fuso; fiamme)
• Rischi di natura elettrica (accidentali contatti con elementi in tensione)
• Rischi di natura chimica (da spruzzi o colate)
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PROTEZIONE DELLA TESTA
• Copricapo antiurti per l’industria UNI EN 812
• Elmetti di protezione per l’industria EN 397
• Elmi per vigili del fuoco UNI EN 443
• Elmetti ad elevate prestazioniper l’industria UNI EN 14052
• DPI Elmetti di protezione Guida per la selezione UNI 11114 (2004)
…
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PROTEZIONE DELLA TESTA
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Copricapo antiurto ed elmetti di protezione:formati da una calotta e da una bardatura interna ancorata alla calotta (non è a contatto con il capo)
Funzioni calotta : 1. impedire la penetrazione di oggetti fino alla testa attraverso la cavità protettiva del casco; 2. forma, tale da deviare gli oggetti che vi urtano in modo che solo una parte dell’energia d’urto venga assorbita dall’elmetto; 3. ammortizzare l’energia d’urto grazie a deformazione elastica e plastica.
Funzione della bardatura : mantenere il dispositivo in posizione sul capo, ammortizzare, insieme alla calotta, gli urti.
COPRICAPO ANTIURTO
• Norma di riferimento UNI EN 812 (2003) –Copricapo antiurto per l’industria
→ Protezione della testa contro lesioni causate da urti contro oggetti duri e immobili
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COPRICAPO ANTIURTO
→ RequisitiFisici
materiali e costruzione - appendice A, componenti, ventilazione,accessori. Attenzione: durevoli, leggeri, massima regolazione percomfort; dotati di mezzi capaci di assorbire l’energia impatto;tenuta con dispositivi
Prestazionali:1. Obbligatori: protezione contro urti, resistenza alla penetrazione
(prova con punta percussore), ancoraggi del sottogola (pr. rottura)
2. Facoltativi: T °C molto bassa (prove res. urti/penetr. -20 °C o -30 °C), resistenza alla fiamma, proprietà elettriche (protezionecontro contatti accidentali di breve durata sino a 440 V c.a.)
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COPRICAPO ANTIURTO
Marcatura
Ogni copricapo antiurto conforme alla norma deve avere una marcatura durevole con le seguenti informazioni:
a) numero della norma b) nome oppure marchio di identificazione del fabbricante c) anno e trimestre di fabbricazioned) tipo di copricapo (marcato su calotta e su bardatura, se prevista)e) taglia o gamma taglie in cm (marcato su calotta e su bardatura, se prevista)
[dimensioni di ogni lettera non < a 8 punti]
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COPRICAPO ANTIURTOInformazioni supplementari
Etichetta durevole sul copricapo con la scritta:
“AVVERTENZA: QUESTO NON E’ UN ELMETTO DI PROTEZIONE DELL’INDUSTRIA”“ Questo copri capo antiurto non protegge dagli effetti della caduta o del lancio di oggetti, né da carichi sospesi o in movimento. Non dovrebbe essere utilizzato al posto di un elmetto di protezione per l’industria come specificato nella EN 397. (…)”
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Etichetta con i requisiti facoltativi (stampati o impressi, o et. autoadesiva)
COPRICAPO ANTIURTO
Altre informazioni supplementari
Indicazioni circa i limiti previsti per l’impiego del copricapo in funzione dei rispettivi rischi
Informazioni utili sulla data o periodo di scadenza del copricapo e dei suoi componenti
(…)
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ELMETTI DI PROTEZIONE PER L’INDUSTRIA
• Norma di riferimento UNI EN 397 (2001) –Elmetti di protezione per l’industria
→ Copricapo, di seguito denominato "elmetto", il cui scopo primario è quello di proteggere la parte superiore della testa dell'utilizzatore contro lesioni che possono essere provocate da oggetti in caduta
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ELMETTI DI PROTEZIONE PER L’INDUSTRIA
→ RequisitiFisici:
materiali e costruzione - appendice A, componenti, ventilazione,accessori. Attenzione: durevoli, leggeri, massima regolazione percomfort; dotati di mezzi capaci di assorbire l’energia impatto;tenuta con dispositivi
Prestazionali:1. Obbligatori: protezione contro urti, resistenza alla penetrazione,
resistenza alla fiamma, ancoraggi del sottogola, etichetta (dopocondizionamento)
2. Facoltativi: T °C molto bassa (-20 °C o -30 °C) e molto alta(+150 °C), proprietà elettriche (protezione contro contattiaccidentali di breve durata sino a 440 V c.a.), deformazionelaterale, spruzzi di metallo fuso
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Copricapo ed Elmetti→ Identificazione dei requisiti di prestazione: confron to
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CE
E C
ELMETTI DI PROTEZIONE PER L’INDUSTRIA
MarcaturaOgni elmetto dichiarato conforme ai requisiti della presente norma deve riportare una marcatura stampata o impressa con le informazioni seguenti:
a) numero della presente normab) nome o marchio di identificazione del fabbricantec) anno e trimestre di fabbricazioned) tipo di elmetto (designazione del fabbricante). Questo deve essere marcato sia sulla calotta sia sulla bardaturae) taglia o gamma di taglie (in centimetri). Questo deve essere marcato sia sulla calotta sia sulla bardaturaf) abbreviazione del materiale della calotta in conformità alla ISO 472 (per esempio, ABS, PC, HDPE ecc.).
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MARCATURA (es.)
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Nome fabbricantePlastimecMarcatura
(Codice articolo) 0159 EN 397440 V
T. 52-61
Anno e mese fabbricazione
ELMETTI DI PROTEZIONE PER L’INDUSTRIA
Etichetta durevole sull’elmetto con la scritta:
"Per un'adeguata protezione, questo elmetto deve essere adattato o regolato alla taglia della testa dell'utilizzatore.L'elmetto è realizzato in modo da assorbire l'energia di un urto tramite la distruzione o danno parziale alla calotta e alla bardatura, e anche se tale danno può non essere immediatamente visibile, qualsiasi elmetto sottoposto a un grave urto dovrebbe essere sostituito.(…)”
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Informazioni supplementari
Etichetta con i requisiti facoltativi (stampati o impressi, o et. autoadesiva)
ELMETTI DI PROTEZIONE PER L’INDUSTRIA
Altre informazioni supplementari
Indicazioni relative ai limiti previsti per l’impiego del copricapo in funzione dei rispettivi rischi
Linee guida relative alla data e al periodo di scadenzadell’elmetto e dei suoi componenti
(…)
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ELMETTI DI PROTEZIONE PER L’INDUSTRIA
Limitazioni d’uso. → Gli elmetti non devono più essere usati:• dopo un urto violento di un oggetto contro l’elmetto o dopo una
caduta su terreno duro da un’altezza elevata anche se l’elmetto non mostra danni evidenti.
• se l’elmetto è stato danneggiato in modo evidente e sono presenti, ad esempio, fessurazioni superficiali, sfibrature, punti di rottura, sfaldature, infragilimenti. In questo caso l’elmetto va reso inutilizzabile.
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Sono soggetti a invecchiamento (materiale termoplastico) e di conseguenza ad una diminuzione della loro efficacia protettiva. Elmetti di protezione con difetti visibili o elmetti molto usati vanno resi inutilizzabili .
SEGNALETICA
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• DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLA TESTA OBBLIGATORI