Maria Elisa BERGAMASCHINI Associazione Culturale «Il Rischio Educativo»
LA SCIENZA NEL LABORATORIO
La conoscenza del mondo attraverso le scienze Summer school, Napoli 13-16 luglio 2014
LA SCIENZA NEL LABORATORIO
“[…] ci vuole coraggio per essere un innovatore sia nell’arte che nella scienza. Entrambe le discipline, entrambi i mezzi di conoscenza, esigono che si esca dal letargo e si guardi il mondo come se fosse la prima volta.”
John C. Polanyi (1929 -..…)
“La storia della scienza naturale può essere riassunta come l’elaborazione di occhi sempre più perfetti entro un cosmo nel quale c’è sempre qualche cosa di più da vedere.”
Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955)
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LA PAROLA SCIENZA
L’esperienza del fare scienza: - esperienza di incontro e conoscenza della realtà naturale - esperienza di grande profondità umana
Non ha bisogno che si aggiunga qualche cosa d’altro, è un’esperienza umana nella sua essenza
le sue caratteristiche intrinseche di rigore, universalità, oggettività
non escludono le caratteristiche personali e soggettive
dello scienziato-ricercatore
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La parola laboratorio: labor - lavoro
Il lavoro: incontro dell’uomo con una realtà anche materiale per plasmarla secondo un desiderio di realizzazione che nasce da una domanda di senso
La sfida: - che la scuola possa essere un luogo di lavoro - che la disciplina scientifica possa essere il terreno su cui docente e discente si mettono al lavoro
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LE DOMANDE CHE ILLUMINANO
«…le domande che illuminano aiutano a far crescere le idee, e queste costruiscono la conoscenza. Gli studenti di ogni età hanno bisogno di sviluppare quel tipo di libero spirito investigativo che Jennie Rabi
incoraggiava nel figlio.» [A. Penzias, Come vivere in un mondo High-Tech, Bompiani 1989]
Oggi nella scuola la sapienza si perde dietro alle informazioni, ai tecnicismi e ai formalismi che costituiscono lo sterile orizzonte in cui l’insegnante di materie scientifiche si trova a operare.
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IL MAESTRO
Esigenza / necessità di un maestro
che sappia ciò di cui si parla
Il maestro mette in gioco tutto ciò che conosce con una consapevolezza critica continuamente rinnovata e approfondita in ogni gesto Una consapevolezza che riguarda sé in relazione alla disciplina che insegna e alla categorialità dei suoi alunni
Condizione perché la scuola possa essere a misura d’uomo è che sia essenzialmente una relazione docente-allievo coinvolti entrambi in una esperienza di conoscenza
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LA PAROLA LABORATORIO
Il luogo fisico dove il ricercatore è al lavoro, cioè vive la dimensione sperimentale, sintesi di operazioni pratiche e teoriche Un pezzo di mondo in cui il ricercatore vede accadere fenomeni degni di essere indagati e in certi casi lo fa, riproducendoli in forma semplificata in uno spazio fisico, che si suole chiamare laboratorio, in una diversa accezione
Questi significati vanno conservati nella trasposizione didattica
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Il prato, il bosco, la volta celeste, un angolo della classe in cui si raccolgono strumenti e materiali vari, fino all’accezione galileiana del luogo in cui si riproduce il fenomeno o una parte di esso in modo semplificato per poterne studiare meglio i meccanismi profondi il cosiddetto laboratorio didattico
LA PAROLA LABORATORIO A SCUOLA
Il significato del termine laboratorio, non deve essere ridotto a una metodologia di natura didattica, separandolo dalla dimensione sperimentale
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Ogni forma di sapere particolare è caratterizzata - da un contenuto particolare - da un metodo - da un linguaggio
LO STATUTO PROPRIO DI OGNI FORMA DI SAPERE
Caratteristiche distinte ma non separabili, pena la riduzione: - del contenuto a informazione - del metodo a tecniche magari raffinate - del linguaggio a procedure formalizzate
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osservare e descrivere ciò che vedo per mettere
a fuoco il fenomeno
formulare domande significative
con linguaggio adeguato
selezionare le risposte in base ai dati osservativi
fare previsioni non contenute nei
dati osservativi noti
progettare un esperimento per riprodurre
il fenomeno semplificato
tornare a osservare il fenomeno per comprendere
più in profondità
IL METODO DELLE SCIENZE SPERIMENTALI
mettere alla prova le previsioni
con osservazioni in condizioni ottimali
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IL LINGUAGGIO DELLE SCIENZE DELLA NATURA
- é fatto di parole e significati : lessico specifico 1 - corrisponde alla esigenza fondamentale di dare un nome alle cose 2 - denominare e classificare sono le prime fondamentali azioni dell’esperienza scientifica
- è fatto di concetti, di categorie, e si struttura con rigore e in modo adeguato al contesto specifico di indagine
La confusione dei linguaggi è pura evasione dalla realtà, non è scienza
- può essere di tipo iconografico e/o grafico
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«FARE SCIENZA» A SCUOLA
In che cosa consiste l’esperienza del “fare scienza”? In un’ avventura di natura conoscitiva che nasce dall’incontro e dal riconoscimento della realtà naturale di cui tutti noi siamo parte
Quali implicazioni didattiche? Fondare le proprie scelte didattiche sul confronto consapevole e serio con le caratteristiche strutturali del sapere scientifico
Si può essere certi che ciò che è storicamente corretto è anche didatticamente adeguato
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PERCHÉ ESPLORARE IL MONDO NATURALE?
Perché il mondo c’è
Risposta dettata dalla percezione più elementare di cui è capace la ragione umana - percezione dell’esistenza della realtà naturale - curiosità per spiegare come funzionano le cose
Atteggiamento tipico dell’uomo che si pone in rapporto con il mondo
e quindi anche dello scienziato
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LE DIMENSIONI DEL SAPERE SCIENTIFICO
Ogni forma di sapere scientifico si struttura secondo • una dimensione conoscitiva (fenomeni naturali) • una dimensione sperimentale • una dimensione storica
Dimensioni distinte ma non separabili, pena la riduzione • della dimensione conoscitiva a cognitivismo • della dimensione sperimentale a didattica laboratoriale • della dimensione storica ad aneddotica
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UNA SEQUENZA DI «AZIONI» SPECIFICHE DELLA RICERCA NELLE SCIENZE SPERIMENTALI
con valenza formativa trasversale
• guardare • vedere – osservare • riconoscere • rappresentare (descrivere, narrare)
• Ogni fase risulta più o meno adeguata ai diversi livelli scolari in base agli strumenti linguistico/concettuali posseduti dagli alunni
• Tutte le fasi sono presenti al livello delle scuole superiori, dove vanno esplicitate dal docente perché gli studenti ne facciano esperienza in modo via via più consapevole
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OSSERVARE
• dal guardare al vedere • dal vedere all’osservare guidati da una domanda • il particolare osservato è colto come indizio di una ricchezza di
contenuto da svelare
RICONOSCERE
• nessi con il già noto
• un ordine, relazioni qualitative o quantitative, e relazioni concettuali di tipo geometrico e/o formalizzabili in termini matematici
Per acquisire conoscenze e per formulare domande nuove si mette in campo una ragione sintetica
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RAPPRESENTARE : DESCRIVERE E NARRARE
La descrizione scientifica: •utilizza diverse tipologie di linguaggio •mantiene un nesso concreto con i dati di realtà •torna sui passi compiuti per dare ordine cronologico e/o logico •crea un «ordine gerarchico» in relazione allo scopo
Un cartellone, una relazione scritta o orale, un dialogo stringente, rigoroso relativo a una attività sperimentale sono punti chiave di un modo di «fare scienza a scuola» che vale la pena di essere raccontato e può effettivamente esserlo Esercizi preziosi in quanto hanno una valenza argomentativa, un primo passo verso l’esperienza narrativa
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[…] Nella metafora dell’esploratore, il compito dell’insegnante è fornire al ragazzo la mappa dell’isola da esplorare, ossia la mappa del sapere, ma poi è il ragazzo stesso che deve mettersi in cammino perché l’avventura è rischio personale. L’insegnamento allora diventa coinvolgimento in un’esperienza. Il momento in cui l’insegnante fornisce la mappa è il momento della comunicazione: gli studenti ascoltano e l’insegnante parla; sono due azioni che si incrociano, altrettanto impegnative, altrettanto esigenti in termini di risorse e di energie. Nell’ascolto della mappa l’avventura è vissuta in termini di premessa e di promessa, non come esperienza in atto. La tensione verso qualche cosa che accade dopo dà senso all’ascolto.
La bottega della scienza, Intervista a Eddo Rigotti, in Emmeciquadro n.15, dicembre 2002
LA METAFORA DELL’ESPLORATORE
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Se la lezione contiene questa tensione • attività sperimentale svolta in un secondo tempo come sintesi di un percorso anche esclusivamente teorico
• diventa esperienza condivisa dagli studenti e dal docente
• può essere narrata
PER TORNARE AL TERMINE LABORATORIO…
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MARTINA E LA SCIENZA
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INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE E SITOGRAFICHE
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• AA. VV., La cultura scientifica nella scuola, a cura di M. Gargantini, Marietti 1820, Genova-Milano 2006
• T.F. Arecchi, I. Arecchi, I simboli e la realtà, Jaca Book, Milano 1990
• M.E. Bergamaschini, Molto poco e molto bene. Le scienze sperimentali nel primo ciclo di istruzione, in Annuario n. 1,
2006/2007, Ass. “Il rischio educativo”
• M.E. Bergamaschini, Fare scienza o parlare di scienza, Convegno I nuclei fondanti dell’istruzione nel primo ciclo,
settembre 2012 www.ilrischioeducativo.it
• M.E. Bergamaschini e M.C. Speciani, Le scienze della natura nella scuola primaria, in Annuario n. 2, 2007/2008, Ass. “Il
rischio educativo”
• M. Bersanelli, Conoscenza scientifica e coscienza della realtà, Convegno L’educazione scientifica nella scuola, gennaio
2006 www.ilrischioeducativo.it
• G. Dieci, La scienza del ‘900: uno sguardo nuovo sui viventi, Summer School. “Il novecento. Alla ricerca del soggetto”,
Roma 2012 www.ilrischioeducativo.it
• O. Grassi, Gioco, studio, lavoro: l’esperienza della realtà, 25 gennaio 2003, in Annuario 2006/2007, n. 1, Ass. “Il rischio
Educativo”
• R. Manara, La matematica e la realtà, Marietti 1820, Genova-Milano 2002
• R. Manara, L’educazione scientifica nella scuola dell’infanzia, in Annuario n. 1, 2006/2007, Ass. “Il rischio educativo”
• P. Marazzini, M.E. Bergamaschini, L. Mazzoni, Fenomeni, leggi, esperimenti, Minerva Scuola, Milano 2012 (licei
scientifici)
• P. Marazzini, M.E. Bergamaschini, L. Mazzoni, Ipotesi, leggi, esperimenti, Minerva Scuola, Milano 2012 (licei umanistici)
• P. Musso, La scienza e l’idea di ragione, Mimesis, Udine 2011
• E. Rigotti, Conoscenza e significato. Per una didattica responsabile, Mondadori Università, Milano 2009
• M.C. Traini, Il libro della natura e la conoscenza scientifica, in Annuario n. 3 - 2008/2009, Ass. “Il rischio educativo”
• M.C. Traini, Guardare/vedere: imparare dall’esperienza, in Quaderni della Sussidiarietà n.5, Ass. “Il rischio educativo”
• A. Strumia, La scienza oltre il riduzionismo, Summer School “Il novecento. Alla ricerca del soggetto”, Roma 2012,
www.ilrischioeducativo.it
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Anno Scolastico 2014 – 2015
Classe «Le Onde»
Scuola dell’infanzia “L. Cislaghi” – Milano
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Anno Scolastico 2014 – 2015
Classi Va e Vb
Scuola Primaria “A. Mandelli” – Milano
Maestre M. Teresa Carabelli e Anna Fantinato
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LA LUNA • Non ho capito come si è formata la Luna. (Luca) • Un giorno ho guardato la Luna ed era rossa. Perché? (Gabriel) • Non ho capito bene la questione del movimento della Luna, come fa a dare
sempre la stessa faccia alla Terra? (Sara)
STELLE • Perché le stelle si vedono rosse e azzurre? (Tommaso) • Come è stato scoperto il nucleo del Sole? (Tommaso) • Le stelle si muovono? (Pietro) • Come fanno le stelle e la luna a stare sospese? (Giada)
DOMANDE DEI BAMBINI
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COMMENTI DEI BAMBINI
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LE NOSTRE PAROLE DAVANTI ALLA VIA LATTEA
• Via di nuvole trapuntata di lucciole • Collana di diamanti celesti • Esplosione luminosa di stelle • Porta verso le stelle • Zucchero sparso nel cielo • Arcata immensa • Taglio che apre il cielo • Striscia di polvere • Sfumature • Nube stellata
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