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La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

Date post: 20-Mar-2016
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laSettimana Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 20 - Una copia 1,10 - Domenica 18 maggio 2014 - (Esce il giovedì) SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO EDITORIALE Prime comunioni di dolcezza Maggio è il mese di tante cose e vogliamo credere tutte belle: i colo- ri intensi che rianimano giardini e prati, il vocia- re dei bimbi finalmente all’aperto, i fioretti e le prime comunioni che animano piccole e grandi comunità cristiane. Le cit- tà, i treni, il traffico tutto si muove come sempre e non fanno ormai più par- te di una presa di coscien- za generale questi aspetti che possono sembrare amori e sentimentalismi di un tempo tramontato, forme di romanticismo fuori luogo e decadente. Eppure il ritorno ad una vita buona, ad una esistenza riconciliata con il mondo, è qualcosa di atteso e di desiderato da molti se non da tutti. Tartassati dalle solite di- sastrose analisi politiche e finanziarie si desidera - almeno come sogno - un vivere diverso. Tra tutte le cose bellis- sima che maggio ci por- ta vi sono - si diceva - le prime comunioni. Bambi- ni e bambine con le vesti bianche tra il tripudio dei fiori immacolati, si acco- stano all’eucaristia, fan- no il loro primo incontro con il Signore Gesù. Eccoli partire in pic- coli cortei, attraversare le chiese seguiti dagli sguardi commossi dei genitori per arrivare a prendere posto al banco con il drappo bianco. I loro sguardi sono di stu- pore; avvertono - si può dire - a modo loro la stra- ordinarietà di questo che sta accadendo nella loro vita che ora ha compiuto solo i primi passi. Se siamo attenti co- gliamo in questo mo- mento religioso un rife- rimento di valore sociale ed umano di speranza e di fiducia. Guardiamo a loro, alla loro fanciullezza, al loro fervore imparato dalla catechista, e non possia- mo non andare con la mente al mondo lì attor- no. Passano allora nella nostra mente i titoli dei giornali che ogni giorno parlano di morte e di vio- lenza. Ogni giorno i notizia- ri sono pregni di tragedie orrende, di guerre, di sfruttamenti delle perso- ne, uomini, donne, bam- bini. E’ semplicistico dire che la società dovrebbe essere come i bambini della prima comunione invece di azzannarsi tutti i giorni in tutti i modi. E’ sbagliato derivare in tal modo patetico il parallelo contrastante tra la dolcez- za e il sopruso, ma guar- dando alle nostre prime comunioni nelle parroc- chie, viene da piangere perché in realtà abbiamo perso nel nostro vivere quasi tutto. E non lo di- cono solo i vecchi o solo chi vorrebbe più serietà, più onestà, più rispetto nella società. Lo dicono anche tanti che la vita ha stremato dalla paura di essere aggrediti, deruba- ti, imbrogliati, dalla insi- curezza che deriva dalle burocrazie che si dice sempre che dovrebbero essere semplificate e non lo si fa mai, dall’informa- zione malata di un prota- gonismo feroce che tutto stritola alla ricerca di una forma di emozione o di attenzione. Che cosa si può fare di fronte a tanta quotidiana barbarie? Ecco che dei piccoli danno un speranza. Con la loro innocenza e la loro debolezza. Non tutto è negativo, certo, ma sugli scenari che contano, quelli che delineano le fisionomie della società, non c’è mai chi fa semplicemente il bene, chi cerca di servi- re il prossimo, chi cerca di vivere onestamente. Questi si dice che sono la “maggioranza silen- ziosa” o la parte “non fanatica o non violenta”, ma intanto questi sono degli apolidi, dei tutti e nessuno che non contano nulla. Abbiamo perso quasi tutto e ancora non ce ne siamo resi conto, al di là del fatto - più di moda che di sostanza - che tutti dicono che “non ci sono più i valori”. BRUNO CAPPATO Diaconato e Presbiterato in Duomo dal Vescovo Lucio Consacrati per servire Nomine tra il Clero Mons. Vescovo, in data 12 maggio 2014, ha nomi- nato: Fantinati Don Gabriele Amministratore Parroc- chiale di Sant’Antonio di Padova in Rovigo; Mantovani Don Valore Amministratore Parrocchiale di San Michele arcangelo in Canda (Rovigo). Un “caro fratello che ha servito con gioia il Vangelo e ha amato teneramente la Chiesa”. Così Papa Francesco defini- sce il cardinale Marco Cè, patriarca eme- rito di Venezia, morto all’età di 88 anni. Nel telegramma di cordoglio indiriz- zato a monsignor Francesco Moraglia, patriarca della diocesi lagunare, il Papa rammenta “con gratitudine” l’opera in- stancabile profusa dal card. Cè “dappri- ma a Crema sua diocesi di origine, poi a Bologna al fianco del cardinale Poma, in seguito nell’Azione cattolica italiana, infine come mite e saggio pastore di codesta Chiesa veneziana”. Il Pontefice ne ricorda inoltre il “generoso servizio” reso “alla Parola di Dio mediante la predicazione di giornate di spiritualità al clero e ai giovani, come pure il fervido impegno nell’attuazione di un autenti- co spirito liturgico”. Il Patriarca Francesco Moraglia, i sacerdoti e i diaconi, i consacrati, le consacrate e i fedeli laici della Diocesi di Ve- nezia annunciano che lunedì 12 maggio il card. Marco Cè, Patriarca emerito di Venezia, ha raggiunto la Casa del Pa- dre. La morte è avvenuta alle ore 20.15 all’Ospedale Ss. Gio- vanni e Paolo di Venezia dove era ricoverato dal 19 marzo scorso per le conseguenze della frattura del femore. La sera della Domenica delle Palme (13 aprile) aveva chiesto e ricevuto, dal Patriarca Francesco Moraglia, il sa- cramento dell’unzione degli infermi. Le sue condizioni di salute si erano poi ulteriormente e definitivamente aggra- vate nelle ultime ore. Proprio ieri sera, inoltre, il Patriarca Francesco aveva confessato il card. Cè impartendogli l’asso- luzione e l’indulgenza plenaria e ricevendo da lui un ultimo “grazie”. Nella mattina di mercoledì 14 maggio, alle ore 11.00, il feretro del card. Cè – è stato accolto al Molo di S. Marco in particolare dal Patriarca Francesco e dal Capitolo della Cattedrale, insieme ad altri sacerdoti e ai seminaristi, e poi accompagnato processionalmente nel- la basilica marciana dove la salma del Cardinale resterà esposta, fino al pome- riggio di venerdì, per essere salutata e venerata dai fedeli. I funerali del Patriarca emerito di Ve- nezia card. Marco Cè si terranno la mat- tina di sabato 17 maggio alle ore 10.00 nella basilica di S. Marco a Venezia. Il suo corpo sarà, in seguito, tumulato nel- la cripta della stessa cattedrale. Il card. Cè era nato a Izano, in provincia di Cremona e diocesi di Crema, l’8 luglio 1925. Compì gli studi teologici presso la Pontificia Università Gregoriana e il Pontificio Isti- tuto Biblico conseguendo la laurea in teologia dogmatica e la licenza in Sacra Scrittura; fu ordinato sacerdote 65 anni fa, il 27 marzo 1948 a Crema, e nella sua diocesi di origine fu, per molti anni, prima vicerettore e poi rettore del Semi- nario. Il 22 aprile 1970 venne eletto vescovo da Paolo VI e nominato ausiliare del card. Poma nella diocesi di Bologna. il 30 aprile 1976 fu nominato, dallo stesso Paolo VI, assisten- te ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana. Gio- vanni Paolo II lo chiamò quindi - era il 7 dicembre del 1978 - a reggere il Patriarcato di Venezia di cui prese possesso canonico il 1° gennaio 1979 mentre il suo ingresso in città risale al 7 gennaio successivo, allora solennità dell’Epifania. Fu creato cardinale, sempre da Giovanni Paolo II, il 30 giu- gno 1979. Dopo 23 anni di governo pastorale della diocesi lagunare, dal 5 gennaio 2002 era divenuto Patriarca emerito di Venezia continuando, sino a pochi mesi fa, ad esercitare in pieno il suo ministero occupandosi soprattutto della cura spirituale delle persone e, in particolare, degli esercizi spiri- tuali diocesani. Venezia - E’ morto di Card. Marco Cè Un Pastore ed un Padre Figura luminosa, colta e sensibile di sacerdote e vescovo Contiene I.R.
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Page 1: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

la SettimanaPoste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO

Anno CXIV - N. 20 - Una copia € 1,10 - Domenica 18 maggio 2014 - (Esce il giovedì)

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

EDITORIALE

Prime comunioni di dolcezza Maggio è il mese di

tante cose e vogliamo credere tutte belle: i colo-ri intensi che rianimano giardini e prati, il vocia-re dei bimbi finalmente all’aperto, i fioretti e le prime comunioni che animano piccole e grandi comunità cristiane. Le cit-tà, i treni, il traffico tutto si muove come sempre e non fanno ormai più par-te di una presa di coscien-za generale questi aspetti che possono sembrare amori e sentimentalismi di un tempo tramontato, forme di romanticismo fuori luogo e decadente.

Eppure il ritorno ad una vita buona, ad una esistenza riconciliata con il mondo, è qualcosa di atteso e di desiderato da molti se non da tutti. Tartassati dalle solite di-sastrose analisi politiche e finanziarie si desidera - almeno come sogno - un vivere diverso.

Tra tutte le cose bellis-sima che maggio ci por-ta vi sono - si diceva - le prime comunioni. Bambi-ni e bambine con le vesti bianche tra il tripudio dei fiori immacolati, si acco-stano all’eucaristia, fan-no il loro primo incontro con il Signore Gesù.

Eccoli partire in pic-coli cortei, attraversare le chiese seguiti dagli sguardi commossi dei genitori per arrivare a prendere posto al banco con il drappo bianco. I loro sguardi sono di stu-pore; avvertono - si può dire - a modo loro la stra-ordinarietà di questo che sta accadendo nella loro vita che ora ha compiuto solo i primi passi.

Se siamo attenti co-gliamo in questo mo-mento religioso un rife-rimento di valore sociale ed umano di speranza e di fiducia.

Guardiamo a loro, alla loro fanciullezza, al loro fervore imparato dalla catechista, e non possia-mo non andare con la mente al mondo lì attor-no. Passano allora nella nostra mente i titoli dei giornali che ogni giorno parlano di morte e di vio-

lenza. Ogni giorno i notizia-

ri sono pregni di tragedie orrende, di guerre, di sfruttamenti delle perso-ne, uomini, donne, bam-bini. E’ semplicistico dire che la società dovrebbe essere come i bambini della prima comunione invece di azzannarsi tutti i giorni in tutti i modi. E’ sbagliato derivare in tal modo patetico il parallelo contrastante tra la dolcez-za e il sopruso, ma guar-dando alle nostre prime comunioni nelle parroc-chie, viene da piangere perché in realtà abbiamo perso nel nostro vivere quasi tutto. E non lo di-cono solo i vecchi o solo chi vorrebbe più serietà, più onestà, più rispetto nella società. Lo dicono anche tanti che la vita ha stremato dalla paura di essere aggrediti, deruba-ti, imbrogliati, dalla insi-curezza che deriva dalle burocrazie che si dice sempre che dovrebbero essere semplificate e non lo si fa mai, dall’informa-zione malata di un prota-gonismo feroce che tutto stritola alla ricerca di una forma di emozione o di attenzione.

Che cosa si può fare di fronte a tanta quotidiana barbarie?

Ecco che dei piccoli danno un speranza. Con la loro innocenza e la loro debolezza.

Non tutto è negativo, certo, ma sugli scenari che contano, quelli che delineano le fisionomie della società, non c’è mai chi fa semplicemente il bene, chi cerca di servi-re il prossimo, chi cerca di vivere onestamente. Questi si dice che sono la “maggioranza silen-ziosa” o la parte “non fanatica o non violenta”, ma intanto questi sono degli apolidi, dei tutti e nessuno che non contano nulla.

Abbiamo perso quasi tutto e ancora non ce ne siamo resi conto, al di là del fatto - più di moda che di sostanza - che tutti dicono che “non ci sono più i valori”.

Bruno Cappato

Diaconato e Presbiterato in Duomo dal Vescovo Lucio

Consacrati per servire

Nomine tra il CleroMons. Vescovo, in data 12 maggio 2014, ha nomi-

nato: Fantinati Don Gabriele Amministratore Parroc-

chiale di Sant’Antonio di Padova in Rovigo;Mantovani Don Valore Amministratore

Parrocchiale di San Michele arcangelo in Canda (Rovigo).

Un “caro fratello che ha servito con gioia il Vangelo e ha amato teneramente la Chiesa”. Così Papa Francesco defini-sce il cardinale Marco Cè, patriarca eme-rito di Venezia, morto all’età di 88 anni. Nel telegramma di cordoglio indiriz-zato a monsignor Francesco Moraglia, patriarca della diocesi lagunare, il Papa rammenta “con gratitudine” l’opera in-stancabile profusa dal card. Cè “dappri-ma a Crema sua diocesi di origine, poi a Bologna al fianco del cardinale Poma, in seguito nell’Azione cattolica italiana, infine come mite e saggio pastore di codesta Chiesa veneziana”. Il Pontefice ne ricorda inoltre il “generoso servizio” reso “alla Parola di Dio mediante la predicazione di giornate di spiritualità al clero e ai giovani, come pure il fervido impegno nell’attuazione di un autenti-co spirito liturgico”.

Il Patriarca Francesco Moraglia, i sacerdoti e i diaconi, i consacrati, le consacrate e i fedeli laici della Diocesi di Ve-nezia annunciano che lunedì 12 maggio il card. Marco Cè, Patriarca emerito di Venezia, ha raggiunto la Casa del Pa-dre. La morte è avvenuta alle ore 20.15 all’Ospedale Ss. Gio-vanni e Paolo di Venezia dove era ricoverato dal 19 marzo scorso per le conseguenze della frattura del femore.

La sera della Domenica delle Palme (13 aprile) aveva chiesto e ricevuto, dal Patriarca Francesco Moraglia, il sa-cramento dell’unzione degli infermi. Le sue condizioni di salute si erano poi ulteriormente e definitivamente aggra-vate nelle ultime ore. Proprio ieri sera, inoltre, il Patriarca Francesco aveva confessato il card. Cè impartendogli l’asso-luzione e l’indulgenza plenaria e ricevendo da lui un ultimo “grazie”.

Nella mattina di mercoledì 14 maggio, alle ore 11.00, il feretro del card. Cè – è stato accolto al Molo di S. Marco

in particolare dal Patriarca Francesco e dal Capitolo della Cattedrale, insieme ad altri sacerdoti e ai seminaristi, e poi accompagnato processionalmente nel-la basilica marciana dove la salma del Cardinale resterà esposta, fino al pome-riggio di venerdì, per essere salutata e venerata dai fedeli.

I funerali del Patriarca emerito di Ve-nezia card. Marco Cè si terranno la mat-tina di sabato 17 maggio alle ore 10.00 nella basilica di S. Marco a Venezia. Il suo corpo sarà, in seguito, tumulato nel-la cripta della stessa cattedrale.

Il card. Cè era nato a Izano, in provincia di Cremona e diocesi di Crema, l’8 luglio 1925. Compì gli studi teologici presso la Pontificia Università Gregoriana e il Pontificio Isti-tuto Biblico conseguendo la laurea in teologia dogmatica e la licenza in Sacra Scrittura; fu ordinato sacerdote 65 anni fa, il 27 marzo 1948 a Crema, e nella sua diocesi di origine fu, per molti anni, prima vicerettore e poi rettore del Semi-nario. Il 22 aprile 1970 venne eletto vescovo da Paolo VI e nominato ausiliare del card. Poma nella diocesi di Bologna. il 30 aprile 1976 fu nominato, dallo stesso Paolo VI, assisten-te ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana. Gio-vanni Paolo II lo chiamò quindi - era il 7 dicembre del 1978 - a reggere il Patriarcato di Venezia di cui prese possesso canonico il 1° gennaio 1979 mentre il suo ingresso in città risale al 7 gennaio successivo, allora solennità dell’Epifania. Fu creato cardinale, sempre da Giovanni Paolo II, il 30 giu-gno 1979. Dopo 23 anni di governo pastorale della diocesi lagunare, dal 5 gennaio 2002 era divenuto Patriarca emerito di Venezia continuando, sino a pochi mesi fa, ad esercitare in pieno il suo ministero occupandosi soprattutto della cura spirituale delle persone e, in particolare, degli esercizi spiri-tuali diocesani.

Venezia - E’ morto di Card. Marco Cè

Un Pastore ed un PadreFigura luminosa, colta e sensibile di sacerdote e vescovo

Contiene I.R.

Page 2: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

Sabato 3 maggio 2014 nella Parrocchia di Baricet-ta si è celebrata la festa del Perdono per 7 fanciulli gui-dati con zelo dalla catechi-sta Lucia.

Nei loro volti tanta emozione ma anche attenzione e compostezza. Nell’accostar-si al sacerdote hanno avuto modo di speri-mentare sacra-mentalmente la Misericordia del Padre che, come dice Papa Fran-cesco, «sempre ci aspetta e sempre perdona». Dopo la confessione ciascuno di loro

ha – simbolicamente – ap-peso un fiore colorato a un alberello secco e smorto a significare che la Grazia di Dio rende nuova ogni cosa, la risveglia, la colora, dà vita. Ed è questo che accade

a ciascuno di noi nel sacra-mento della Riconciliazio-ne, un incontro col Padre rinnovabile ogni volta.

I fanciulli hanno rice-vuto in dono un crocifisso e un’acquasantiera, prose-

guendo poi la serata con una cena con le famiglie presso il centro civico, mo-mento di condivisione e di cordialità.

Le tre letture di questa domenica ci mettono davanti le tappe di svilup-po della missione della Chiesa.

Il Vangelo ci mostra che, dopo il trionfo shoccante della risurrezione di Cristo e l’accoglienza e relazione rinnovate da parte dei discepoli con il Risorto, sopraggiungono altri pas-saggi difficili: l’annuncio dell’ascen-sione scopre il bisogno nei discepoli di approfondire ancora l’identità di Gesù e la missione che ad essi spetta.

Gli Atti degli apostoli ci dicono che, quando, dopo l’ascensione, la missio-ne si avvia feconda, comincia qualche malumore nell’integrazione delle di-verse etnie di discepoli e per i servizi che richiedono nuovi operatori per l’esercizio della Parola, della Preghie-ra e della Carità, ministeri fondamen-tali nella missione della Chiesa.

La lettera di Pietro ci parla della comunità che cresce, ma la crescita comporta nuove sfide: una comuni-tà soggetto della missione e non sol-tanto oggetto, nella consapevolezza di una scelta e di carismi diversi che la favoriscono e che tutti mobilita in una maturità di fede forte, autorevole e testimoniale.

Il Vangelo ci riferisce i discorsi che Gesù pronunzia nel cenacolo l’ultima sera della sua vita terrena; ora presen-ta la meta verso cui egli è proteso, cioè il ritorno al Padre. Tommaso, uno dei discepoli, chiede al Maestro di indi-care la via per seguirlo e ottenere un posto nella casa celeste di Dio.

La risposta di Gesù è una poten-

te esaltazione della grandezza del Figlio e della sua missione di “via, verità e vita”, cioè di rivelatore e sal-vatore. Un’altra interpellanza, questa volta di Filippo, vorrebbe invece che Gesù svelasse il volto del Padre. La domanda permette a Gesù di riba-dire la profonda unità e intimità tra lui e Dio Padre. Le sue parole e le sue opere di salvezza sono animate e so-stenute dal Padre, che parla e opera nel Figlio.

Ma Gesù va oltre e annunzia che egli ha comunicato agli apostoli il po-tere di compiere le opere miracolose da lui manifestate, anzi, di compier-ne di maggiori continuando la sua presenza visibile, ora che egli lascia il mondo. Si ha, quindi, la continuità dell’azione di salvezza e della pre-senza di Gesù attraverso la Chiesa. In questa luce deve orientarsi la preghie-ra della comunità cristiana: chiedere a Cristo di poter continuare la glorifi-cazione del Padre proprio nelle opere che egli concede di fare. Si ha, quindi, un vincolo stretto tra Dio, Gesù e i discepoli, e questo tema ritornerà più avanti nelle parole di Gesù.

Gli Atti degli apostoli ci dicono che l’annunzio evangelico ha spazio per diffondersi. Nella comunità ormai allargata anche a Ebrei di lingua gre-ca della diaspora, oltre che agli Ebrei palestinesi, cominciano le prime ten-sioni. Esse riguardano soprattutto la distribuzione dei beni che era il fiore all’occhiello della comunità cristia-na. Le vedove i lingua greca erano,

infatti, trascurate, data la prevalenza di Ebrei convertiti nella Chiesa delle origini. Gli apostoli, ribadendo che la loro missione primaria era quella della preghiera e della predicazio-ne, decidono di affidare la gestione dell’attività caritativa a un collegio di sette saggi, i cui nomi di origine gre-ca rivelano la loro provenienza. Luca non attribuisce ad essi la definizione di “diaconi” (“servi”, “ministri”), che sarà usata da Paolo. Un breve som-mario delinea la diffusione della pa-rola di Dio proclamata dai missionari cristiani: essa fa breccia anche nella classe sacerdotale, inizialmente così ostile.

Pietro ci offre ora la vita cristia-na in modo sistematico in tutto il suo sviluppo. Essa è raffigurata con il simbolismo edilizio. Cristo è la “pietra viva” che costituisce il basa-mento indispensabile; noi siamo le altre “pietre vive” che compongono il tempio spirituale che è la Chiesa. Pietro ricorre a una serie di citazio-ni bibliche. Quella fondamentale è desunta da Esodo 19, 5-6, allorché ai piedi del Sinai si descriveva il popolo di Dio e lo si definiva: “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa”.

Ebbene, la Chiesa si sente ora ere-de di questa comunità consacrata: attraverso il battesimo, è uscita dalla tenebra della schiavitù e ha ottenuto questa grande dignità sacerdotale, così da annunziare al mondo intero la verità e la salvezza di Dio.

d. Dante

La programmazionePOPOLO DI DIO IN MISSIONE

2 la Settimana domenica 18 maggio 2014comunità

La pubblicazione della Evangelii Gaudium, avvenu-ta alla fine di novembre 2013, due giorni dopo la fine dell’Anno della Fede, si inserisce di diritto fra i fatti più rilevanti del Pontificato di Papa Francesco. Questo do-cumento, infatti, è chiaramente di natura programmati-ca e indica alla Chiesa e ai singoli fedeli il cammino da percorrere nella società del terzo millennio. In sostanza potremmo dire che con l’Anno della fede abbiamo risco-perto la bellezza e l’importanza della fede stessa. Con l’Esortazione apostolica di Papa Bergoglio, siamo chia-mati a viverla tutti i giorni. Perciò il documento ci offre le coordinate di questo nuovo impegno.

Si tratta di una “Esortazione” pastorale, non di una “Enciclica” dottrinale o progetto risolutivo: un docu-mento di natura programmatica per un cammino da per-correre nella società del terzo millennio.

Lo slogan emergente riassuntivo più ricorrente è “Con il Vangelo nelle periferie esistenziali”. Ma la sfida sta nel come (n.198: “Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri”) e nel perché (n. 198: Essi hanno molto da inse-gnarci”).

Chi ha alle spalle molti anni può non trovare novità nella intuizione: la periferia era in passato il mondo con-tadino tradizionale, povero, dove la fede veniva trasmes-sa dalla tradizione; ma trova anche choccante novità: le periferie oggi sono diverse (urbane, culturali, etniche, multi-religiose, secolarizzate).

Evitarle e chiudersi in una pastorale ad intra o aprirsi alla missione? Questa è la provocazione forte che ci viene dalla Esortazione apostolica.

Il n. 20 propone il cambiamento verso una Chiesa in uscita: “Nella Parola di Dio appare costantemente que-sto dinamismo di ‘uscita’ che Dio vuole provocare nei credenti. Abramo accettò la chiamata a partire verso una terra nuova. Mosè ascoltò la chiamata di Dio: «Va’, io ti mando » e fece uscire il popolo verso la terra promessa. A Geremia disse: «Andrai da tutti coloro a cui ti manderò». Oggi, in questo “andate” di Gesù, sono presenti gli sce-nari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizza-trice della Chiesa, e tutti siamo chiamati a questa nuova “uscita” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunità di-scernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Van-gelo”.

Il n.192 propone un sogno che vola più in alto: “Deside-riamo però ancora di più, il nostro sogno vola più alto. Non parliamo solamente di assicurare a tutti il cibo, o un «decoroso sostentamento», ma che possano avere «pro-sperità nei suoi molteplici aspetti». Questo implica edu-cazione, accesso all’assistenza sanitaria, e specialmente lavoro, perché nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità del-la propria vita. Il giusto salario permette l’accesso ade-guato agli altri beni che sono destinati all’uso comune”.

La grande insistenza sulla Chiesa povera e per i pove-ri non è necessariamente da mettere in contrapposizione con una pastorale della cultura. Anzi si potrebbe dire che in queste pagine Papa Francesco disegna un vero e pro-prio “progetto culturale” che mira ad influire sul modo di pensare e sulle decisioni che contano in materia econo-mica e politica. Il cristiano non deve solo non avere una faccia da funerale, ma deve anche continuare a pensare la fede. Del resto da un gesuita non ci si poteva aspettare altro. Solo bisogna tener conto che nella formazione ge-suitica grande cultura e grande concretezza di vita van-no necessariamente insieme. Come Papa Francesco ci sta mostrando fin dall’inizio del suo Pontificato.

Alla luce dei nostri percorsi pastorali siamo chiamati ad approfondire questo interrogarsi, accettando la sfida di incarnare il Vangelo in tempo di crisi ed accogliendo la responsabilità di essere portatori della profezia come popolo di Dio in missione, in grado di leggere il tempo pre-sente e di rintracciare in esso i segni di Dio e di futuro.

In qualche modo siamo chiamati ad essere uomini e donne del sogno, disponibili a seguire una stella, con cuore aperto, docile alla novità, in grado di mettersi in viaggio da un centro verso le molteplici periferie esisten-ziali e geografiche dell’umanità.

Don Dante Bellinati

Domenica 18 maggio: Ore 11 - Co-sta: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Ore 17 - Lusia: celebra la S. Messa e ammi-nistra il sacramento della Cresima.Lunedì 19 maggio: Ore 10.30 - Roma, Conferenza Episcopale Ita-liana: partecipa alla riunione della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi. Ore 17 - Roma, Città del Vaticano, Aula del Sinodo: partecipa all’apertura della 66ª Assemblea della CEI.Martedì 20 – Giovedì 22 maggio: Roma, Città del Vaticano, Aula del Sinodo: parteci-pa alla 66ª Assemblea della CEI. Soggiorna in Vaticano nella “Domus Sanctae Martae”.Venerdì 23 maggio: Ore 9 - Rovigo, Vesco-vado: riceve in udienza. Ore 16 - Rovigo, Accademia dei Concordi: partecipa all’aper-tura del Festival Biblico: “La Bibbia istoriata tra parola e immagine”. Ore 21 - Rovigo, La Rotonda: partecipa alla presentazione mu-

sicale de “Il Vangelo di Marco in scena”.Sabato 24 maggio: Ore 9.30 - Rovi-go, Ridotto del Teatro Sociale: par-tecipa all’incontro biblico-culturale sul tema: “Custodia o abuso del creato?” (Relatore: don Carlo Mo-rali). Ore 11 - Rovigo, Provincia:

partecipa all’incontro della 14ª Giornata del Maestro del Lavoro. Ore 16.30 - Rovigo, Chiesa S. Domenico: partecipa a una lettura spirituale su alcuni brani biblici del profeta Isaia; Ore 18 - Pincara: celebra la S.Messa e amministra il sacramento della Cresima. Ore 21 - Rovigo, Piazza G. Matteotti: parte-cipa al concerto Gospel del Festival Biblico.Domenica 25 maggio: Ore 9 - Adria, S. Maria Assunta: celebra la S. Messa e am-ministra il sacramento della Cresima. Ore 11 - Villadose: celebra la S.Messa e ammini-stra il sacramento della Cresima. Ore 18.30 - Villanova del Ghebbo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima.

Attività del Vescovo

Carmelo di RovigoLectio divina

Domenica 25 maggio 2014, alle ore 16, nella Cappella del Carmelo di Rovigo, suor Maria Gra-zia terrà il consueto in-contro mensile con una lectio divina.

La Chiesa: comunità soggetto della missioneAtti 6,1-7; 1Pietro, 2, 4-9; Giovanni 14, 1-12

V Domenica di Pasqua - A

Baricetta

Festa del PerdonoLa confessione di sette fanciulli

Diocesi Pellegrinaggio

al SantoAnche quest’anno,

nel quadro della Novena in preparazione alla festa di S. Antonio il 13 giugno 2014, alla nostra Diocesi è stato assegnato il mer-coledì 11 giugno alle ore 18.00. Al Santo, cui la nostra gente ricorre con fiducia, diamo tutta la nostra venerazione ed a lui eleviamo la preghie-ra perchè faccia scendere copiose le benedizioni di Dio, sull’intera nostra Chiesa. Sarà il nostro Vescovo mons. Lucio Soravito a presiedere la solenne concelebrazione dell’Eucaristia, in Basili-ca a Padova come negli scorsi anni.

Avviso ai rev.di Sacerdoti

Scadenze Fiscali del 2014 • MODELLO 730: Presentazione al CAF: entro il 3 Giu-

gno 2014; •UNICO Persone Fisiche: Versamento saldo ed even-

tuale acconto: entro 16 Giugno 2014. Presentazione modello: per via telematica entro 30 Settembre 2014.

•UNICO Persone Giuridiche (Parrocchie): Versamen-to saldo ed eventuale acconto entro 16 Giugno 2014. Presentazione Modello: per via telematica entro 30 Set-tembre 2014

•Modello 770 (per chi nel 2013 si è avvalso di professio-nisti ed ha versato ritenuta d’acconto). Presentazione del Modello: per via telematica entro il 31 Luglio 2014

•IRAP versamento: entro 16 Giugno 2014. Presentazio-ne del Modello: per via telematica entro il 30 Settembre 2014

•TASI per prima e seconda casa: versamento acconto entro il 16 Giugno 2014 .

L’Ufficio Economato è a Vs. disposizione.

Page 3: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

3la Settimanadomenica 18 maggio 2014 attualità

Stella dell’Evangelizzazione e un ben titolo che è fiorito nella riflessione ecclesiale sul necessa-rio rinnovamento dell’annunzio evangelico. Potrebbe sembrare una bella, affettuosa esaltazione della Madre di Gesù, fine a se stessa: invece evidenzia un ruo-lo strettamente connesso con la missione del Figlio di Dio e Fi-glio di Maria, Cristo Gesù. Nel

capitolo quarto della lettera ai Galati (v v. 4-5) è scritto: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge, perché ricevessimo l’ado-zione a figli”. Gesù, è quindi doveroso concludere, è il Primo Inviato, è il Grande Missionario che dà volto e caratteristica a chiunque viene a Lui. La Madre sua, la donna in cui Cristo s’in-carna, è così resa partecipe della missione del Figlio e diventa la prima missionaria dopo il Figlio suo. Lo è innanzitutto nell’acco-gliere il progetto di Dio, nel ren-dersi totalmente disponibile alla volontà dell’Altissimo, facendo-si “serva” che, come il “Servo di Dio” di cui narra il grande Isaia, accetta di collaborare, anche con il sacrificio, ai disegni di Dio. Tut-to questo perché Ella ha creduto,

si è fidata del suo Signore, si è la-sciata plasmare dallo Spirito. E’ inoltre da segnalare, fra molti al-tri passaggi, la visita alla cugina Elisabetta da parte della Vergine Maria. Va in fretta, spinta da un moto profondo dello spirito. Si sente chiamata, ed obbedisce, a comunicare il Dono ricevuto, il Figlio di Dio che porta in grem-bo, l’inizio della salvezza che si sta compiendo. Con la cugina Elisabetta celebra le meraviglie di Dio, le cose grandi che l’Altis-simo in Lei e per suo mezzo ha compiuto. La spinge un’ardente carità per essere umile ancella accanto alla Santa Parente, per esprimere la vivezza della fede che diviene carità esercitata. Le virtù essenziali che vediamo risplendere nella prima “usci-ta”, o missione, della Vergine Santissima sono proprio la fede

e la carità che restano il motivo primo e lo scopo determinante di ogni impegno missionario. La storia dell’evangelizzazione ci può narrare tante cose, pagi-ne di eroismo e di fede, di amo-re a Dio e ai fratelli veramente grandi, che restano stupenda memoria per tutti i secoli. Ma bisogna riconoscete che anche l’annunzio del Vangelo è stato compromesso ed usato per fini di conquista e di potere da parte di chi mirava a ben altre finali-tà. Non è il caso di ricordare le non poche ombre che si possono registrare nel corso della storia: anche lo spazio non lo consente: degli errori commessi anche in questo campo S. Giovanni Paolo II ha chiesto perdono. Soltanto ricordiamo, e comportiamoci di conseguenza, che l’unico motivo della missione e di ogni evange-

lizzazione è la fede in Colui che il Padre ci ha mandato. E’ soltanto l’amore di Lui e per Lui che deve spingere la Chiesa, in tutti i suoi componenti, dal Papa all’ulti-mo, il più sconosciuto cristiano, a portare a tutti e ovunque il “lieto annunzio” che il Padre ci ha amato e ci ha donato il Figlio Suo. E sarà sempre indispensa-bile vedere che la carità motiva, anima e sostiene ogni impegno di evangelizzazione per rispon-dere a Chi per primo ci ha ama-to. Tutto è utile, il linguaggio, gli atteggiamenti, le risorse umane e i mezzi economici; sempre e comunque deve in ogni caso ri-spondere che tutto facciamo per Lui, Cristo Gesù, perché ci fi-diamo di Lui, ci affidiamo a Lui e vogliamo rispondere al suo amore senza limiti per ognuno e per tutti.

Stelladella

Evangelizzazione

Vittorio

De Stefani

«Popolo di Dio in Missione» - Domenica, 18 maggio 2014

Ti annuncio quel Gesù che ha dato senso e speranza alla mia vita

Omelia per la 5ª Domenica di PasquaNella terza domenica di ogni

mese, i sacerdoti sono invitati a celebrare la S. Messa nello spiri-to della missione; sono invitati cioè a far riscoprire ai fedeli che la fede non va vissuta in manie-ra muta, privata e invisibile, ma va testimoniata e annunciata.

A questo scopo il Vescovo Lucio invita i sacerdoti ad of-frire ai fedeli, con l’omelia della terza domenica di maggio, una riflessione sul primo modo di svolgere la missione: la visita alle famiglie.

Il Vangelo della quinta do-menica di Pasqua propone alla nostra meditazione l’identità di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno arriva al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,8).

“Io sono la via”: Gesù ci porta all’incontro con il Padre, per vi-vere in comunione con Lui per sempre. Anzi, Gesù “va davanti a noi a prepararci un posto nella casa del Padre e quando ce lo avrà preparato, verrà a prenderci” (cf. Gv 14,2-3). Non siamo in questo mondo per rimanerci per sem-pre, ma per prepararci all’incon-tro con il Signore.

“Io sono la verità”, continua Gesù. “Io sono l’unico che può rivelare il volto di Dio, perché io e il Padre siamo una cosa sola. Io sono nel Padre e il Padre è in me (cf. Gv 14,10-11). “Se volete conoscere il Padre, guardate me. Ed essendo l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, sono l’unico in grado di rivelare anche il vero volto dell’uomo”.

“Io sono la vita”: Gesù ci an-nuncia che egli vive nella comu-nione piena con Dio Padre, fonte della vita e per questo può parte-cipare anche a noi la vita di Dio. Anzi, Gesù è venuto per questo: “perché abbiamo vita e l’abbiamo in abbondanza!” (Gv 10,10).

Di fronte a questo bellissimo annuncio, cosa dobbiamo fare? E’ necessario che conosciamo di più Gesù e il suo Vangelo e che entriamo in comunione con lui, che è Via, Verità e Vita.

E’ necessario che ascoltiamo la sua parola, la leggiamo, la me-ditiamo, la facciamo diventare vita della nostra vita. Questo in-vito ce lo raccomanda anche san Pietro nella seconda lettura: “Av-vicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio

santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cri-sto” (cf. 1 Pt 2,4-5).

Il Signore ci chiama alla pie-na comunione tra di noi e con lui, “pietra viva”. Grazie a questa comunione tra di noi e con lui, noi diventiamo un riflesso del volto di Dio Padre: “Chi crede in me, anche egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste”. Noi mostriamo il volto di Dio Padre quanto siamo uniti tra di noi, fino a formare un solo “edificio spirituale”.

Questa profonda comunio-ne con Dio e tra di noi cristiani ci stimola a portare l’annuncio dell’amore di Dio anche alle per-sone non praticanti o scivolate nell’indifferenza.

Infatti il Signore ci chiede di portare l’annuncio del suo amore a tutte le famiglie della parrocchia: «Dio ti ama. Cristo è venuto per te. Per te Cristo è via, verità e vita» (ChL 34).

Il Signore ci manda ad incon-trare i nostri fratelli sulle strade della vita, negli ambiti vitali, a partire dall’ambito più vicino che è la famiglia. Ci invita ad incontrare le famiglie, a diventa-re loro “compagni di viaggio”, ad ascoltare “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uo-mini d’oggi” (GS 1) e a portare loro la nostra esperienza di fede, in un clima di partecipazione e di condivisione gratuita, come ha fatto Pietro: “Non ho né oro, né argento, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù il Nazareno, cam-mina!” (At 3,6).

Noi cristiani siamo chiamati a portare questo annuncio: “Non ho soluzioni per risolvere i tuoi problemi, ma ti annuncio quel Gesù che ha dato senso e speran-za alla mia vita, perché anche tu, nonostante le difficoltà in cui ti trovi, ti apra al futuro con fiducia e con speranza”.

Il Signore invita tutti gli uo-mini a riscoprirlo, a non aver paura di Lui, ad aprirgli le porte

del cuore, a scoprire il suo po-sto nella loro vita e nella storia dell’umanità, a riscoprire il suo Vangelo. Egli sta in mezzo a noi “perché abbiamo vita e vita abbon-dante” (Gv 10,10).

Attraverso noi cristiani cre-denti e praticanti, Gesù Cristo dice a tutti: “Dio vi ama e vuole stabilire un rapporto personale con voi; vi invita a riprendere e ad approfondire il vostro rap-porto con Lui e a lasciarvi guida-re dalla luce del suo Spirito”.

Perché noi cristiani creden-ti e praticanti siamo chiamati a portare l’annuncio dell’amore di Cristo alle singole famiglie? I motivi sono molti; ne richiamo alcuni.

- E’ il Signore che ci manda ad annunciare l’amore di Dio a tutti gli uomini.

- E’ il Signore che chiede a noi cristiani praticanti di dare una testimonianza esplicita del-la nostra fede nel primo ambito vitale, che è la famiglia.

- E’ il Signore che vuole rin-novare la nostra attenzione e l’attenzione della comunità ec-clesiale alle famiglie e ai loro problemi.

- Il Signore ci chiede di por-tare un annuncio di speranza alle famiglie, perché esse sono le “cellule vitali” della comunità ecclesiale e civile.

- Il Signore vuole risvegliare nelle famiglie l’attenzione alla dimensione religiosa della vita e vuole far riscoprire che lui “dice bene” della famiglia.

- Il Signore vuole offrire a tutte le famiglie la possibilità di riscoprire lui e il suo Vangelo, in stretto rapporto con i problemi della vita quotidiana.

Portare il Vangelo “di casa in casa” significa gettare il seme della parola di Dio su tutti i ter-reni, proprio come ci ha insegna-to Gesù: sui sassi, sulla strada, sul terreno buono, tra i rovi, con la certezza “Dio fa crescere la vita delle piante”. L’agricoltore semi-na, ma ci pensa Dio a far germo-gliare il seme e a far crescere la pianta.

Carissimi fratelli e sorelle credenti e praticanti: portate l’annuncio dell’amore di Dio alle famiglie che stanno vicino a voi. E’ il Signore che vi affida que-sta missione! Accogliete questo “mandato” e svolgete la vostra “missione”.

Rovigo, 14 maggio 2014+ Lucio Soravito, vescovo

D o n Gabriele Fantina-ti e don Giuliano Zat tar in sono tor-nati dalla “Missio-ne dioce-sana in Brasile”. Il loro ri-torno si lega ad una stagione assai importan-te per la nostra Chiesa. I vari sacerdoti inviati sono stati il dono prezioso della fede dei polesani. Sono stati sostenuti non solo con la preghiera e la carità, ma anche con l’impegno di seguirli con spirito di fede, perché con la testimonianza e l’annuncio brillasse la nostra Chiesa; era ed è carità.

Lunghi anni di comunione che sono stati anche scambio di ricchezze spirituali e di vita cristiana: tanti sono andati in Brasile, numerosi brasiliani sono stati ospiti in Polesine.

L’interscambio ricco di doni divini è stato lievito e fermen-to di iniziative e di confronti. Il sacrificio che la Chiesa che è in Adria – Rovigo ha fatto, ha fruttato grazie e benedizio-ni del Signore che la fede di ognuno fa trovare in noi.

Popolo di Dio in MissioneIl ritorno di don Gabriele e

di don Giuliano cade proprio mentre la nostra Chiesa sta vi-vendo la stagione che il Vesco-vo ha chiamato del “Popolo di Dio in Missione!”. Siamo qui e per la “comunione dei Santi” anche la Missine diocesana in Brasile è arricchita del nostro vivere come cristiani. Papa Francesco nella Evangelii Gau-dium scrive: “… in virtù del battesimo ricevuto, ogni mem-bro del Popolo di Dio è dive-nuto discepolo-missionario. Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chie-sa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori quali-ficati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recetti-vo delle loro azioni. La nuova evangelizzazione deve impli-care un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati”.

Battezzati protagonistiQuesta convinzione si tra-

sforma in appello diretto per ogni cristiano, perché nessuno rinunci al proprio impegno di evangelizzazione, dal momen-to che, se uno ha realmente fat-to esperienza dell’amore di Dio che lo salva, avverte anche da subito la urgenza di andare ad annunciarlo. Non può atten-dere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istru-zioni. Ogni cristiano è missio-nario nella misura in cui si è in-contrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù. Non diciamo più che siamo “discepoli” e “mis-sionari, ma che siamo sempre “discepoli – missionari”!

Se non ne siamo convintiSe non siamo convinti, guar-

diamo ai primi discepoli che immediatamente dopo aver conosciuto lo sguardo di Gesù andavano a proclamare pieni di gioia: “Abbiamo incontrato il Messia” (Gv 1,41).

La Samaritana, non appena terminato il suo dialogo con Gesù, divenne missionaria, e molti samaritani cedettero in Gesù “per la parola della don-na” (Gv 4,39). Anche San Pa-olo, a partire dal suo incontro con Gesù Cristo, “subito an-nunciava che Gesù è il figlio di Dio (At 9,20). E noi cosa aspet-tiamo?

Il ritorno dei nostri “in-viati” ci impegni tutti a non dimenticare che ora ciascuno di noi e tutti, dobbiamo esse-re missionari nel cuore e nello spirito, perché in Dio possiamo realizzare l’annuncio che Cri-sto crocifisso e risorto è l’unico salvatore del mondo!

Il Signore ci sostenga nel seguire le indicazioni e gli inse-gnamenti del Successore degli Apostoli per fare di tutti noi dei veri “discepoli-missionari” e un Popolo di Dio in Missione.

Gianni Azzi

Don Gabriele e don Giuliano

Popolo di Dio in Missione

Sono rientrati dal Brasile

Page 4: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

Nel vivere lo sport, quello vero, praticato con gioia, con amore e amici-zia, l’atleta si con-fronta, compete con gli altri atleti, mai però con violenza e cattiveria, è questo lo sport che tutti so-gnano, ma che molto spesso è difficile da sperimentare, questa realtà di uno sport nuovo, diverso, lo si potrà vivere prossi-mamente nella bella città di Venezia, che ospiterà nei giorni di fine maggio 2014 la XXX° edizione dei Giochi Nazionali Esti-vi Special Olympics Italia nelle discipline sportive di: pallacanestro, bocce, canottaggio, equitazione, golf, nuoto e tennis. Alla manifestazione sportiva sono attesi circa 1400 atleti con disabilità intellettiva, provenienti da ogni parte dell’Italia. Special Olympi-cs, è stato fondato da Eu-nice Kennedy, sorella di JFK, in America, oggi il programma è di carattere internazionale diffuso nel mondo in 180 Paesi.

Grazie a questo pro-gramma oltre 4.000.000 atleti con disabilità intellet-tiva, attraverso la regolare pratica di una disciplina sportiva, compiono quoti-dianamente passi impor-tanti verso una reale inclu-sione sociale costruendo contemporaneamente un fondamentale percorso di crescita e di autonomia. In Italia Special Olympi-cs Italia si presenta come un’organizzazione di uti-lità sociale e senza scopo di lucro riconosciuta come Associazione Benemerita dal CONI e dal CIP, le cui manifestazioni nazionali godono dell’Alto Patroci-nio della Presidenza della Repubblica, del Presidente della Camera dei Deputati e del Presidente del Sena-to. L’esperienza dei Giochi sono per gli atleti come per tutti coloro che vi parteci-pano, una straordinaria

opportunità per vivere importanti valori quali: l’accoglienza, l’incontro tra diversità, l’inclusione, nelle pratiche educative e scolastiche e nei percorsi di crescita di tutti i ragazzi. L’esperienza dei Giochi è preceduto dal Torch Run, evento importante che pre-cede i Giochi e li annuncia, cosi tutto il territorio del Veneto vedrà il passaggio della torcia olimpica, il suo cammino per le stra-de venete è iniziato lo scorso 30 aprile da Vene-zia per farvi ritorno l pros-simo 26 maggio, quando sarà accolta in Piazza San Marco per l’apertura uffi-ciale dei Giochi Nazionali. La provincia di Rovigo e il Polesine vedrà transitare la Torcia olimpica martedì 20 maggio, con un inten-so programma, al mattino nella città di Badia Polesi-ne , mentre nel pomeriggio la Fiaccola sarà nella città di Rovigo. Ad organizza-re l’evento del passaggio della Torcia Olimpica a Rovigo e nel Polesine, è l’Associazione “La Tenda ONLUS”, con la collabo-razione dalla “Polispor-tiva Terraglio” di Mestre organizzatrice dei Giochi, con la quale da anni è im-pegnata in attività sociali. L’Associazione “La Tenda ONLUS”, si avvale della collaborazione di diver-se altre realtà, tra queste: Associazioni Sportive, di

Volontariato, Ceod, Scout, Enti che si occupano di di-sabili, le scuole di tutto il territorio polesano parte-cipano attraverso incontri conoscitivi. Il Torch run. Gode inoltre del Patroci-nio della Provincia di Ro-vigo, del Comune di Badia Polesine e del Comune di Rovigo.

Il programma prevede che il passaggio della Fiac-cola Olimpica per alcune vie del centro di Badia Po-lesine e di Rovigo. A Badia Polesine il punto di incon-tro sono gli impianti spor-tivi mentre a Rovigo nella Piazza centrale della città.

In questi luoghi si svol-geranno momenti di gioco, musica e iniziative varie, A Monica Crivellaro, Diret-tore Provinciale Special Olympics Italia chiedia-mo di illustrarci il percor-so della Fiaccola Olimpica che vedrà coinvolti i volon-tari della Polizia di Stato che porteranno la fiaccola, i volontari della Protezione civile, della Croce Rossa, degli Enti Locali coinvolti dal passaggio della fiac-cola che percorrerà tutto il tragitto da Badia Polesi-ne a Rovigo passando per Lendinara, Villanova del Ghebbo, Fratta Polesine, Costa di Rovigo. Il Diret-tore Provinciale Special Olympics Italia, osserva che l’obiettivo principale del Turch Run, è quello di sensibilizzare tutti sull’op-portunità di integrazione sociale che offre lo sport e di far conoscere le attività e iniziative che ogni territo-rio offre. L’associazione La Tenda Onlus, vuole inoltre essere punto di partenza perché si possano realizza-re iniziative di aggregazio-ne e di incontro tra le varie realtà del territorio affinché iniziative di questo genere non rimangano eventi oc-casionali ma offrano spun-to di ritrovo e confronto costanti per migliorare e sfruttare al meglio le risor-se presenti. Da parte del Direttore Provinciale Spe-cial Olympics Italia, un grazie a tutti coloro che si stanno adoperando per la buona riuscita dell’evento e un invito a partecipare in forza proprio della stra-ordinaria opportunità che l’evento rappresenta per ri-affermare il valore dell’ac-coglienza, dell’incontro tra diversità, dell’inclusione, nelle pratiche educative e scolastiche e nei percorsi

di crescita di tutti i ragazzi e della co-munità sociale.

Programmadettagliato

ore 9.00 Partenza della fiaccola dalla sede della Polstrada di Badia Polesine e Percorso all’interno di Badia Polesine a “raccogliere” tutti gli studenti delle Scuole primarie e Secondarie di 1° e 2° grado; ore 10.30-11.30 Arrivo presso gli impianti sportivi di via Martiri di Vil-lamarzana a Badia

Polesine con l’accensione del tripode, torneo di cal-cetto con i ragazzi disabili e festa con i ragazzi fino alle ore 13.00; ore 11.30 la torcia riparte alla volta di Rovigo passando per ore 12.30 Lendinara; ore 13.00 Villanova del Ghebbo; ore 13.30 Fratta Polesine, ore 14.30 Costa di Rovigo, ore 16.00 Rovigo Viale Tre Martiri, ore 16.30 Arrivo in Piazza Vittorio Emanuele II con l’accensione del tri-pode e festa fino alle ore 20.00.

Settimio Rigolin

4 la Settimana domenica 18 maggio 2014società

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Rovigo

Agevolazioni Tari per famiglie Monogenitoriali o numerose monoreddito

Anche quest’anno le famiglie monogenitoriali con figli minori o numerose monoreddito con almeno tre figli minori, potranno accedere ad una riduzione dell’80% della tassa sui rifiuti (Tari). Lo ha annun-ciato l’assessore ai Servizi sociali Antonio Saccardin, spiegando che gli uffici di viale Trieste sono incaricati di raccogliere le domande per produrre un elenco di nominativi, che nel caso di disponibilità finanziarie, potrà essere utilizzato anche per un contributo econo-mico.

Le domande dovranno essere presentate agli uf-fici dei Servizi sociali in viale Trieste, 18, dal lunedì 12 maggio fino alle ore 12.30 del 16 giugno, su ap-posito modulo reperibile presso la sede dei Servizi sociali o all’Urp.

Tra i requisiti richiesti: 1) famiglie costituite da un solo genitore con uno o più figli in minore età con in-dicatore Isee inferiore a 7.500 euro; 2) famiglie mono-reddito con tre o più figli minori con indicatore Isee inferiore a 7.500 euro. Altri requisiti richiesti: residenza nel Comune di Rovigo da almeno un anno; situazione famigliare rilevabile anagraficamente; per le famiglie numerose, condizione accertabile di inoccupazione da almeno un anno della madre o del padre.

Gli aventi diritto, ha spiegato l’assessore, oltre alla domanda ai servizi sociali, dovranno fare domanda anche all’ufficio Tributi.

Lo scorso anno, le famiglie che hanno ricevuto agevolazioni sono state complessivamente 2.290, di cui 157 rientranti tra le monogenitoriali o numerose monoreddito che hanno usufruito dell’80% di ridu-zione sulla tassa rifiuti. L’impegno dell’amministra-zione è stato di circa 200 mila euro.

Negli ultimi due anni per contributi economici, sono stati inseriti a bilancio: nel 2012, 75 mila euro per circa 149 famiglie; nel 2013 50 mila euro per 184 fami-glie.

Cinque minuti di lega-lità. Questo è il titolo che il Centro di formazione pro-fessionale Enaip di Rovigo e l’Associazione nazionale polizia penitenziaria, han-no voluto dare ad una serie di incontri rivolti agli stu-denti nei quali poter dare loro informazioni utili sui danni causati da alcool e droghe, sul corretto utiliz-zo di internet e dei social network e sulla situazione delle carceri in Italia. Due mattinate interamente ai ragazzi delle classi prime e seconde, durante le quali il cav. Roberto Tramace-re, presidente A.N.P.PE, la Dott.ssa Franca Zuolo dell’Ulss 18, il sovr.te Po-lizia penitenziaria Daniele Morganti e gli avvocati Chiara Cavaliere e Melissa Sartori, hanno discusso con

i ragazzi che, molto interes-sati agli argomenti trattati, si sono soffermati con i re-latori rivolgendo loro le più svariate e curiose doman-de. “Un mestiere molto difficile il nostro – afferma il presidente Tramacere – fatto di impegno e grandi responsabilità. L’A.N.P.Pe. nasce dalla volontà del per-sonale in quiescenza, già appartenente al disciolto

Corpo degli Agenti di Cu-stodia e al Corpo di Poli-zia Penitenziaria, il quale intende continuare ad of-frire il suo contributo ma-nifestando solidarietà ed amicizia ai colleghi ancora in servizio evitando, così, di sentirsi definitivamente esclusi dall’attività del Cor-po. Il nostro impegno è an-che quello di far conoscere alle nuove generazioni cosa siamo stati e cosa faremo per la Polizia Penitenzia-ria.” Grande interesse han-no destato tra i ragazzi, gli argomenti trattati e i consi-gli dati loro durante i due incontri e i giovani studenti sapranno sicuramente far-ne tesoro.

Alessandro Caberlon

Venezia 2014

XXX Giochi Nazionali Estivi

Venezia - XXX Edizione

Giochi Nazionali Estivi Special Olympics Italia La Fiaccola Olimpica passerà per alcune vie del centro di Badia Polesine e di Rovigo

Rovigo - Centro Don Bosco

5 minuti di legalità

Orazio Cappellari

Nuovo presidente Del Sindacato della RotondaE’ Orazio Cappellari il nuovo

presidente del Sindacato del Tem-pio della Beata Vergine del Soc-corso. La nomina è avvenuta con decreto sindacale, a seguito delle dimissioni di Giovanni Boschetti e con un altro decreto sindacale è stato nominato Luciano Zanforlin componente dello stesso Sindaca-to.

Cappellari, dottore agronomo, libero professionista, dirigente d’azienda, è giornalista-pubbli-cista e vanta numerose collabo-razioni con testate giornalistiche locali, in particolare con Il Gazzettino e con La Settimana e la Nuova Scin-tilla, organi rispettivamente della Diocesi di Adria-Rovigo e della Diocesi di Chioggia. E’ componente del Consiglio direttivo dell’associazione culturale Minelliana, co-fondatore dell’UCID rodigina (Unione cristiana imprenditori, dirigenti e professionisti), so-cio UCSI – sezione di Rovigo, componente Consiglio affari economici della Diocesi di Adria-Rovigo, è im-pegnato nel mondo del volontariato.

Page 5: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

5la Settimanadomenica 18 maggio 2014 polesine

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Sabato 10 maggio, papa France-sco ha incontrato la scuola italiana. Ha veramente incontrato la scuola italiana, perché in Piazza San Pietro e in Via della conciliazione c’erano stipate 300mila persone tra studen-ti, insegnanti, personale della scuo-la, genitori e tanti altri che ancora amano la scuola. In piazza c’erano tutte le scuole, di ogni ordine e gra-do, persino bambini piccoli delle scuole dell’infanzia. Fianco a fian-co, appartenenti alla scuola pub-blica e alla scuola privata, ministro della pubblica istruzione e docenti ancora precari, e c’eravamo anche noi dell’A.GE. (Associazione geni-tori) Rovigo. A tutti è arrivato, al termine della giornata, l’appello commovente del papa “per favore, per favore, non facciamoci rubare l’amore per la scuola”. E’ stata una festa grande. L’organizzazione probabilmente non si aspettava tutta la gente che si è presentata a San Pietro. E nemmeno i parteci-panti si aspettavano tanti interven-ti di introduzione che hanno allun-gato la giornata, già appesantita da un’organizzazione che sicuramen-te sarà rivista nei prossimi eventi. L’incontro doveva iniziare alle 16.00, ma già alle 11.00 piazza San Pietro, era troppo piena e veniva dato l’ordine di chiuderla, e far si-stemare chi doveva ancora arriva-re fuori dalla piazza. Alla fine c’era gente fino al Tevere. E il papa che voleva incontrare tutti ha allunga-to il giro esterno fino quasi a Castel Sant’Angelo. La giornata iniziava con la canzone dei Queen “Some-body to love”, e vedere attorno a te gli insegnanti che cantano insieme “qualcuno da amare”, fa un certo effetto. Chiudere l’incontro con il papa sulle note della canzone “Happy”, con molti in piazza che si mettono a ballare battendo le mani (Sono felice, batti le mani con

me se senti come se la felicità fosse la verità. Sono felice, batti le mani con me se senti come se la felicità sia per te. Sono felice, batti le mani con me se ti senti come se questo fosse ciò che vuoi fare) … sincera-mente non me l’aspettavo proprio. Come non mi aspettavo che fosse papa Francesco a citare un pezzo di uno degli interventi di apertura, precisamente quello di Yuri Chechi “è sempre più bella una sconfit-ta pulita, che una vittoria sporca” e non solo la citava, ma la faceva ripetere due volte a tutta la piaz-za. Durante l’intervento del Papa, tutta la piazza, persino i bambini più piccoli, si sono messi all’ascol-to. Tanti sono stati i messaggi che il papa ha voluto depositare nel cuore di tutti noi. Richiamandoci alla grande responsabilità che ab-biamo ha detto: “L’educazione non può essere neutra. O è positiva, o è negativa; o arricchisce o impove-risce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromper-la”. Inoltre ci ha ricordato che “la scuola è apertura alla realtà” che occorre “educare al vero, al bene al bello” ad “imparare ad impara-re” e quest’ultima frase l’ha ricor-data soprattutto agli insegnanti in quando solo chi non smette mai di imparare viene riconosciuto dagli studenti come figura importante

nella scuola. Ai genitori presenti ha ricordato che “La famiglia e la scuola non vanno mai contrappo-ste! Sono complementari, e dun-que è importante che collaborino, nel rispetto reciproco”. Personal-mente la frase che tengo più stretta nel cuore di tutto l’incontro è stata “La scuola deve far crescere le tre lingue che armoniosamente una persona matura deve saper parla-re, la lingua della mente, la lingua del cuore, e la lingua delle mani, cioè pensare quello che tu senti e quello che tu fai, sentire bene quel-lo che tu pensi e quello che tu fai e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti”. Credo che se la scuola, fa sua questa lezione sarà difficile, qualsiasi situazione pos-sa capitare, perdere l’amore per la scuola.

Vincenzo Cominato

Consultorio Familiare Diocesano

Un corso di formazione per consulenti familiari

Accettare pienamente l’altro, entrare in punta di piedi all’interno del suo vissuto cercando di portare tenerezza, sono i punti cardine su cui si basa il corso triennale di formazione per consulenti familiari, che avrà inizio solo se si raggiungeranno le iscrizioni. Il corso è organizzato dal consultorio di Rovigo in collaborazione con il consultorio “La famiglia “ di Roma, l’obiettivo è formare dei professionisti nell’ambito della rela-zione d’aiuto alla persona, che si impegnino poi in futuro nella consulenza familiare, al volontariato oppure che desiderino mettere a frutto i tre anni di conoscenza e crescita personale nel-la loro professione di educatori. Il corso è altamente qualificato per il livello dei docenti. E’ un cammino finalizzato non solo alla consulenza familiare, ma anche all’attività di prevenzione ed educazione” soprattutto oggi giorno in cui i nuclei familiari sono sempre più fragili; il consulente familiare è un facilitatore della relazione e la relazione non può portare che all’amore. Le iscrizioni sono ancora aperte: scadenza il 24 Maggio 2014.

Per informazioni contattare la segreteria 0425/422500 o in-viare una mail a [email protected] .

Serra Club Rovigo

TestimonianzePresso la sala convegni del Centro don Bosco si è tenuto

l’incontro dei soci del Serra Club Rovigo sabato 10 maggio 2014. Alla conferenza è stata tenuta da tre noti professionisti rodigini: il dr. Renzo Moro, il dr. Renato Sichirollo e il dr. An-tonio Nonni, che hanno portato la loro testimonianza di fede, di amore e di apertura verso il prossimo sul tema “esperienza mariana nei santuari: luoghi di fede, sofferenza e speranza”. L’ing. Renzo Moro e il dr. Renato Sichirollo da diversi anni partecipano in qualità di barellieri e/o medico di guardia al pellegrinaggio che la grande famiglia dell’Unitalsi effettua a livello nazionale in settembre: esperienza iniziata per entram-bi su “spinta” dei coniugi Gianna e Nico Rigon. Il valore del pellegrinaggio svolto nel servizio al prossimo in condizioni di “privilegiati” in mezzo a tanti malati fa riflettere e rende consapevoli della forza della fede dei partecipanti non nel-la speranza di una miracolosa guarigione, anche se talvolta avviene, ma nella luce d’amore e di fiducia che sprigiona dai volti sorridenti dei malati, dei fratelli nei quali si riconosce Cristo. L’esperienza del dr. Antonio Bononi rivelata in chiave filosofica – psicanalitica è stata particolarmente coinvolgente per le forti emozioni trasmesse al numeroso pubblico presen-te in sala. Un caloroso ringraziamento ai tre relatori dai nu-merosi soci del Serra Club per la ricchezza di contenuti della loro testimonianza.

Roma

Un’ «aula immensa» per FrancescoIn 300 mila a San Pietro per la scuola

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6 la Settimana domenica 18 maggio 2014polesine

Tra gli oltre 300mila tra studenti e insegnanti che hanno invaso pacificamen-te piazza San Pietro, era presente anche il centro di formazione Professionale Enaip di Roviago, che ha partecipato all’evento We care” organizzato dalla CEI a sostegno della scuo-la. Una grande festa di in-contro con papa Francesco il quale ha voluto avvici-nare tutti i presenti, giun-gendo fino in fondo a via conciliazione.

La festa, iniziata alle 15 circa con canzoni, anima-zione e testimonianze di allievi e insegnanti prove-nienti da tutta Italia. Dopo l’arrivo del papa sono in-tervenuti molte autorità civili e religiose che hanno portato la loro testimo-nianza e il loro ricordo del mondo della scuola. Lo stesso Bergoglio ha rac-contato la sua esperienza: “Ho una immagine del mio primo insegnante che mi ha aiutato a crescere, quella maestra che mi ha preso a sei anni al primo livello della scuola, mai ho potuto dimenticarla, lei mi ha fatto amare la scuola e poi sono andato a trovarla per tutta la via e sono an-dato a trovarla fino a che è

mancata a 98 anni, è lei che mi ha insegnato ad amare la scuola”.

“La cosa che più mi ha colpito – racconda Lisa Bertipaglia, insegnante del centro di Rovigo - è stato il clima di festa. La gioia traspariva dai volti dei presenti, nonostante il di-sagio nell’essere in mezzo a migliaia di persone. Si è percepita la gioia di papa Francesco e il suo deside-rio di incontrare e abbrac-ciare ognuno e impressio-nante è stato il boato che si levato dalla piazza quan-do è apparsa la papamobi-le sugli schermi”. Nel suo discorso, il Santo Padre ha

voluto sottolineare l’im-portanza dell’istruzione e di come la missione della scuola sia quella di svilup-pare il senso del bene, del vero, del bello. “Spesso anche noi educatori – con-clude l’insegnante - fac-ciamo fatica a riconoscere questo e a trasmetterlo, soprattutto quando siamo un po’ scarichi. La frase principale,che non dob-biamo dimenticare mai nel nostro lavoro è quella pro-nunciata dal Papa: ‘non dobbiamo lasciarci rubare l’amore per la scuola no-nostante le difficoltà’”...parole sante.

Alessandro Caberlon

“I flussi commerciali delle materie prime prove-nienti dall’estero per la pro-duzione alimentare italiana saranno finalmente resi pubblici dal ministero della Salute.

Sembra una notizia di poca rilevanza per il nostro territorio, ma anche i pole-sani pranzano tutti i giorni ed anche in Polesine arriva-no materie prime estere che saranno confezionate dalle nostre imprese agroalimen-tari private”.

E’ quanto dichiara il di-rettore di Coldiretti Rovigo, Silvio Parizzi nel commen-tare l’annuncio del ministro della Salute, Beatrice Lo-renzin, la quale ha accolto le richieste del presidente nazionale di Coldiretti, Ro-berto Moncalvo.

“Da anni ci battiamo per la trasparenza dell’origine dei prodotti – aggiunge il direttore Parizzi – e grazie all’ultima azione dimostra-tiva, che anche noi di Coldi-retti Rovigo abbiamo realiz-zato al Brennero, lo scorso dicembre, andando a verifi-care i tir che attraversavano il confine, un primo impor-tante passo si è ottenuto.

Lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’in-dicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero ora dovrebbe essere completato con l’ob-bligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”.

Le importazioni agro-alimentari in Italia hanno raggiunto la cifra record di 40 miliardi di euro nel 2013: più 20 per cento rispetto all’inizio della crisi nel 2007. Contestualmente sono più che triplicate le frodi: più 248 per cento di cibi e be-vande sequestrati dai Nas,

perché adulterate, contraf-fate o falsificate.

“Sono crimini partico-larmente odiosi – commenta Parizzi - si fondano sull’in-ganno e colpiscono soprat-tutto le persone che, a causa della crisi, hanno meno di-sponibilità di reddito e per risparmiare cercano alimen-

ti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, uso di ingre-dienti di minore qualità o metodi di produzione alter-nativi sui quali è importante garantire la trasparenza”.

“La trasparenza dei flus-si – conclude Parizzi - è im-portante per evitare le truffe agroalimentari, informare correttamente i consumatori e sostenere le nostre imprese agricole sottoposte ad una continua concorrenza sleale: circa un terzo (33 per cento) della produzione comples-siva dei prodotti agroali-mentari venduti in Italia ed esportati col marchio Made in Italy, contiene materie prime straniere all’insaputa dei consumatori e in danno delle aziende agricole”.

Diocesi di Adria-Rovigo

Rinnovamento nello Spirito Santo IL ROVETO ARDENTE

Domenica 25 maggio 2014 al Centro MarianoIl Rinnovamento nel-

lo Spirito Santo animerà la preghiera di Adorazione, di Lode e di ringraziamento con il ROVETO ARDENTE di preghiera nella Chiesa della Beata Vergine Addo-lorata, via dei Cappuccini a Rovigo, Domenica 25 mag-gio 2014 alle ore 16,00.

L’iniziativa del “Roveto Ardente di preghiera” è stata raccomandata da Papa S. Giovanni Paolo II° nell’Omelia dei Vespri solenni della Vigilia di Pentecoste 2004. E’ nel cuore del Rin-novamento Diocesano aderire a questa preghiera di “Adorazione incessante” per la Chiesa, per l’unità dei cristiani e per la pace.

L’invito alla preghiera è rivolto a tutti.

L’Azienda Speciale per i Mercati orto-frutticoli di Lusia e Rosolina, della Camera di Commercio di Rovigo ha partecipato, nell’ambito della collettiva veneta, con un proprio spazio, alla manifestazione interna-zionale “CIBUS”, che si è tenuta a Parma, dal 5 al 8 maggio 2014. L’area opzionata è stata messa a disposizione delle ditte che hanno aderito alla proposta di partecipazio-ne ovvero: Nogalba, Pasta Bononi, Distille-rie Mantovani, Consorzio Tutela Aglio Bian-co Polesano, Risicoltori Polesani, Ghisetti.

Esse hanno potuto illustrare i propri prodotti, fissare appuntamenti con i propri clienti, acquisire numerosi contatti durante

la manifestazione, che ha visto una notevole affluenza di pubblico, composto soprattutto di operatori commerciali. L’esperienza, an-che quest’anno gestita dall’Azienda Mercati nell’ambito dell’attività promozionale a so-stegno dei prodotti polesani ed in particola-re dei prodotti DOP e IGP, è stata senz’altro positiva ed ha contribuito a fare conoscere ed apprezzare le nostre aziende ed i loro prodotti al pubblico. L’Azienda, di concerto con Unioncamere del Veneto, sta già pro-grammando la partecipazione polesana alla manifestazione denominata TUTTOFOOD 2015, che si svolgerà a Milano nell’ambito di EXPO 2015.

Coldiretti Rovigo - Silvio Parizzi

Stop al segreto sui flussi agroalimentari“Trasparenza, contro le frodi, l’inganno ai consumatori e il danno alle imprese agricole”

Rovigo

Anche l’Enaip in piazza San Pietroda Papa Francesco

“Con le “larghe intese” verreb-bero riproposte le stesse premesse di aggregazione che hanno portato alla situazione vergognosa e paludosa di oggi, sarebbero sempre le fazioni politiche a farla da padrone e non sarebbe una risposta adeguata né da un punto di vista pragmatico né come prospettiva politica”. Con questa premessa di Andrea Bor-gato vice presidente del Bachelet e consigliere comunale si è aper-to l’incontro voluto dal gruppo cattolico democratico davanti ad una sala piena nonostante la concomitanza di altri importan-ti eventi in città e la campagna elettorale per le Europee. Una valutazione politica condivisa anche dagli altri relatori, Gio-vanni Nalin esponente della li-sta Tsipras e Graziano Azzalin, consigliere regionale che all’ultimo ha sostituito, l’on. Diego Crivellari precettato a Roma per l’ap-provazione del decreto sul lavoro.

Sullo sfondo la critica all’amministrazio-ne Piva anche se l’incontro volutamente è stato impostato sulle prospettive politiche. “Una breve cronaca con i titoli di giornale - ha detto Borgato - basta e avanza per disegnare il discredito e perfino il ridicolo che vediamo.” In mezzo però anche la preoccupazione per la situazione in cui versa il Pd e che indeboli-sce l’attuale opposizione.

“E’ tempo che il PD ed il suo gruppo dirigen-te decida cosa intende fare per il futuro della città di Rovigo, - ha sottolineato Nalin .- soprattutto se pensa di ragionare su un programma volitivo ed ambizioso”. E non si è sottratto nemmeno Azzalin per il quale “Il PD deve rapidamente risolvere le sue situazioni di stallo interne, deve rinnovare i suoi organi dirigenti non a colpi di tessere ma valorizzando meriti e competenze, per diventare quella forza di interlocuzione e di ag-gregazione del centrosinistra capace di proporre il cambiamento in città.”

Ma non bastano le possibili alleanze per-ché “Ci vuole una proposta di qualità che metta insieme idee positive ed innovative ma anche una squadra di persone competenti e motivate. – ha detto Nalin - .Per fare ciò deve essere chiaro e condiviso anche con le altre forze del centrosini-stra il perimetro attorno al quale costruire l’al-leanza alternativa che vorrà concorrere a ricon-quistare il governo della città, evitando qualsiasi compromesso successivo”.

Una impostazione sostanzialmente con-divisa da Azzalin che ha sottoscritto per intero l’introduzione politica del gruppo Bachelet e che ha confermato la necessità di passare attraverso le primarie di coalizione, avendo l’avvertenza di non incorrere negli errori che si sono registrati in alcune realtà importanti come Padova dove candidati alle primarie hanno poi dato origine a liste diverse. Quindi favorevole a “primarie sono da valorizzare come un sistema di far politica e

non come strumento per affermare i numeri o posizioni personali.” D’altronde secondo Az-zalin l’attuale Amministrazione Comunale, “oltre alla disastrosa gestione ha anche la grave responsabilità di allontanare i cittadini dalla po-litica e di aumentare ulteriormente sentimenti di sfiducia e malcontento”.

La sintesi è nell’appello che a nome del Gruppo Bachelet ha fatto Borgato al Pd: “Coraggio, le elezioni si possono vincere ecco-me, con un progetto che aggreghi a partire dal centrosinistra e rappresentando al meglio un desiderio di pulizia, di novità di impegno per tutti, facendo tesoro degli errori della precedente competizione elettorale.” Un appello indiretta-mente accolto anche nel messaggio inviato dall’on. Crivellari: “O si costruisce un progetto serio e credibile, o si rischia di essere travolti da un discredito generalizzato”. E supportato dal saluto della Commissaria Anna Maria Miraglia quando scrive che il Gruppo Bachelet “ha preso una ferma posizione merita l’apprezzamento e la riconoscenza di tutta la città”.

La necessità di costruire un progetto al-ternativo nella chiarezza, pur in un contesto di analisi ampia e diversificata, è stato poi nella sostanza confermato nei molti inter-venti che sono seguiti fra i quali quelli di Giammario Scaramuzza del Psi, del consi-gliere comunale Vittorio La Paglia e di Vanni Destro, che hanno lasciato entrambi recen-temente il M5S, nonché della vicesegretaria regionale del Pd, Raffaella Salmaso.

Francesco Milan, presidente del Bache-let, in conclusione ringraziando i convenuti ha sottolineato che “ad una valutazione legit-tima ma per noi non adeguata, abbiamo risposto con un’altra seria analisi a partire dal desiderio di un vero e profondo cambiamento, senza de-monizzare chi non la pensa come noi ma argo-mentando le ragioni per cui riteniamo un errore proporre per il futuro di Rovigo accordi di vertice e basati su un modo di fare politica che non ci convince e che soprattutto non risponde al de-siderio da parte dei cittadini di una politica più seria e più onorevole”.

Cammino verso me Ho scritto / per sciogliere grovigli / dipinto sprazzi di gioia / sperato sognato /

disperatamente cercato / coerenze impossibili / nell’ingenuo tentare / la connessione di spazio / tempo colore musica emozioni.

Eppure sublimi attimi / alla vetta / più volte e più volte mi hanno portata.Là, dove tutto è chiaro / il senso è compiuto / la sterile materia / la banalità quotidia-

na / tutto scompare / di fronte al Disegno Vero. Puro. Unico.da “Acque Nuove – poesie, racconti e disegni” di Antonella Montagner, Ponte di Piave (Tv).La poesia non è l’espressione di un’opinione: è un canto che si leva dall’anima, ebbra

di lacrime e di sorrisi, durante il suo quotidiano peregrinare. Così le parole sono chiodi che si fissano sulla parete bianca della memoria e aiutano a scalare la montagna per rag-giungere l’Unico capace di dare un senso alla nostra umanità.

(Ludovica Mazzuccato)

Iniziativa del Gruppo V. Bachelet

A Rovigo serve un vero cambiamentoPartecipato convegno sul governo della città

Rovigo - Azienda Speciale Marcati di Lusia e Rosolina

Presenti alla “Cibus” di Parma

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7la Settimanadomenica 18 maggio 2014 polesine

Dalla Scuola di TeologiaFestival biblico e scuola di teologia

Quando negli scorsi anni abbiamo partecipato al Festi-val Biblico di Vicen-za, mai avremmo potuto immaginare che un giorno la no-stra Scuola sarebbe stata parte attiva dell’evento e che tale evento si sareb-be svolto proprio qui a Rovigo.

Ed invece, dopo Verona e Padova, per il Decennale, anche Rovigo diventa città del Festival e grazie a don Andrea Varliero che ci ha coinvolti nell’avven-tura, la Scuola diocesana di formazio-ne teologica darà proprio contributo alla manifestazione proponendo quat-tro diversi approfondimenti.

Sabato 24 maggio alle 9.30, presso il Ridotto del Teatro Sociale, avrà luogo il primo incontro proposto dalla SDFT in collaborazione con il gruppo Paro-le Buone; si tratta di un approfondi-mento biblico del tema “ Custodia od abuso del creato?”, tenuto dal teologo don Carlo Molari, che sviluppa temi di confine tra teologia ed ecologia, scien-za e fede, antropologia ed economia.

Don Carlo Molari è docente eme-rito presso la Pontificia Università Ur-baniana. Attualmente i suoi interessi sono rivolti soprattutto alla ricerca di modelli teologici che rispondano alle necessità spirituali dell’uomo di oggi, all’incidenza della svolta linguistica della cultura sulla formulazione della dottrina di fede e ai rapporti fra teolo-gia e scienze.

La seconda proposta della Scuola, in collaborazione con il Centro Maria-no Beata Vergine Addolorata, si terrà sabato 24 alle 16.30, presso la chiesa di S. Domenico e ha per titolo “Guarda-te alla cava da cui siete stati estratti (Is

51,1)”. E’ una lettu-ra spirituale evoca-tiva di alcuni brani del libro del profeta Isaia, che mette in luce il tema dell’esi-lio, tra crisi di fede e memoria delle pro-prie radici.

La meditazione sarà condotta da sr. Maria Cristina Caracciolo smr, bi-blista, con la sotto-lineatura musicale

dell’arpista E.M. Letizia Piva.Sempre sabato 24, presso il Ridot-

to del Teatro Sociale alle 17.00, terza proposta della SDFT: un approfon-dimento di carattere sociale sul tema carcerario, dal titolo: “Ricordatevi dei carcerati, come foste loro compagni di carcere (Eb 13,3)”. L’intervento è a cura di Livio Ferrari, direttore del Centro Francescano d’Ascolto, e si propone di mettere in evidenza la situazione dei carcerati e del carcere in Italia.

Domenica 25 maggio, sempre al Ridotto del Teatro Sociale, la propo-sta della Scuola, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Bibliodram-ma, sarà un laboratorio per favorisce un incontro autentico e personale con la Parola di Dio, attraversando attiva-mente la narrazione del brano bibli-co di Luca: “Zaccheo (Lc 19,1-10)”. I” facilitatori” dell’Associazione Nazionale Bibliodramma che guideranno il laborato-rio saranno:Frida Cesaretto, Presiden-te dell’Associazione e studente della nostra Scuola, Monica Marin, Daniele Poli e Cinzia Roberti.

Con l’augurio che le nostre pro-poste e l’intera offerta del Festival Bi-blico vengano accolte da un pubblico numeroso, vi aspettiamo venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 nelle piazze della nostra città.

Dal 31 maggio al 1 giugno, arriva la p r i m a edizione di “Rovi-goraccon-ta” tra li-bri, musi-ca e teatro il centro storico si affollerà.

D u e giorni per undici incontri con i più importanti scrittori e artisti della scena nazionale, tra cui Andrea Vi-tali, Nicola Lilin, Arrrigo Cipriani e Andrea Scanzi.

La presentazione della prima edizione della kermesse culturale con a tema “il viaggio” è avvenuta nei giorni scorsi presso la sede del-la Fondazione Banca del Monte di Rovigo, da parte del suo presidente Luigi Costato insieme al presidente dell’Accademia dei Concordi Enri-co Zerbinati.

La rassegna è stata illustrata dal direttore artistico del Festival Mat-tia Signorini con il sindaco Bruno Piva, gli assessori alla cultura Paola Nezzo e Laura Negri, oltre ai rap-presentanti degli enti promotori e realizzatori della manifestazione.

Grazie al sostegno della Fon-dazione Banca del Monte e Banca Credem, Rovigoracconta è il nuo-vo festival di libri, musica e teatro che sabato 31 maggio e 1 giugno si svolgerà nei più suggestivi spazi del centro storico della città come: l’Ac-cademia dei Concordi, la Sala della

Gran Guardia, il Palazzo Roncale, il Salone del Grano, il Caffè Borsa e il giardino di Palazzo Nagliati.

Il festival diretto da Mattia Si-gnorini è interamente composto da under 35 di fama nazionale. La comunicazione visiva dell’evento è stata affidata a Sara Bacchiega, l’or-ganizzazione della logistica a Mau-rizio Martelli e lo sviluppo web a Riccardo Turcato. Il programma prevede che durante i giorni del Festival, i ragazzi delle scuole su-periori accompagnino gli artisti e il pubblico.

Nel corso dei due giorni del fe-stival a tutti i visitatori l’ingresso alla mostra “L’Ossessione nordica” sarà proposto al costo di 1 euro pur-chè muniti di coupon, disponibile dalla mattina di sabato 31 maggio nell’Infopoint del Festival che sarà allestito in Accademia dei Concor-di.

Inoltre, per gli ospiti che verran-no da fuori città, Rovigoracconta ha stretto un accordo con gli alberghi e i ristoranti del centro.

s.f.

Difficile im-maginare una chiesa in zona industriale! Ep-pure se si per-corre Viale della scienza fino al civico 33 si sco-pre che in mez-zo ai capannoni della nostra economia ro-digina si trova una chiesa or-todossa romena facilmente rico-noscibile dalla croce e dall’ico-na esterne.

Si è svolto qui, venerdì 2 maggio, il se-condo incontro di formazione degli insegnan-ti di religione che quest’anno stanno appro-fondendo la conoscenza del mondo ortodosso. L’acco-glienza da parte del parroco p. Claudiu Savin è stata mol-to calorosa. Ci ha invitato ad accomodarci nella sua chiesa in cui risuonava una musica celestiale. Subito gli occhi si sono posati sulle molte icone dell’iconostasi che separa la parte dei fedeli dall’altare.

Nell’introduzione il mo-deratore Prando Mauro ha sottolineato come stavamo vivendo una doppia e reci-proca accoglienza: da parte nostra, il desiderio di cono-scere, per accogliere i fratelli ortodossi che incontriamo soprattutto nelle nostre aule e, da parte ortodossa, la pos-sibilità di accoglierci per fare formazione “in casa loro”. Scopo del percorso, avvia-to già da alcuni anni, è sta-to quello di maturare una “mentalità ecumenica,” che ci aiutasse a cogliere le dif-ferenze come ricchezze che arricchiscono l’incontro e re-lativizzano la propria tradi-zione di appartenenza.

La parte più consistente dell’incontro è stata la pre-sentazione di p. Claudiu. Ha descritto la chiesa ricavata all’interno di un capannone, non senza una punta di po-lemica rispetto alle aspetta-tive disattese di accoglienza in una chiesa della diocesi. I locali prevedono, oltre che lo spazio per il culto, altri spazi annessi per il gioco dei bam-bini, l’ufficio parrocchiale e una cucina utilizzata ogni do-menica dopo la Divina Litur-gia. Ha presentato alcune ca-ratteristiche dell’Ortodossia (che significa “retta dottrina” in contrapposizione a eresia) con le diverse chiese autoce-fale, le sei diocesi di Romania e le tre metropolie romene di Occidente. Se la Romania è stata un tempo in posizione di vertice fra le potenze mon-diali, i cinquant’anni di co-munismo hanno impoverito il paese, costringendo molte persone ad emigrare. Molti vescovi e sacerdoti sono stati perseguitati e uccisi ed ora il neocomunismo rischia di essere ancora peggiore. Ed è stato proprio l’arrivo di molti romeni ortodossi in Italia che ha fatto nascere l’esigenza di garantire anche un servi-zio pastorale organizzato.

Gli ortodossi in Italia, pur vivendo a contatto con i cat-tolici, nel loro paese si sono trovati senza struttura eccle-siale propria e molti hanno chiesto di poter continuare la loro tradizione spirituale, pur non disdegnando con-tatti con le parrocchie catto-liche sul nostro territorio. Ci ha spiegato p. Claudiu che il fedele ortodosso è abituato a chiese più piccole e intime, alla presenza delle icone che accompagna tutti i momenti del fedele fin dalla fanciul-lezza, essendo la base della trasmissione della fede. Non esistono, infatti, il catechismo e i sacramenti dell’iniziazio-ne cristiana in età scolare che sono invece amministrati al neonato nel momento del battesimo. P. Claudiu ci rac-contava anche di altre diffe-renze, forse marginali, ma che dicono la diversa sensi-bilità: il digiuno quaresimale di 40 giorni per coinvolgere tutto il corpo nel percorso di avvicinamento alla Pasqua, la durata delle liturgie che non prevedono la partecipa-zione dell’assemblea, ma che sono una finestra, insieme alle icone, nel mistero della Trinità. Un’altra differen-za, sottolineata da p. Savin, è stata la quasi assenza del celibato fra i preti di parroc-chia. Questo può aiutare a capire meglio i fedeli, ma ha lasciato intendere, con una battuta, che può essere anche impegnativo organizzare i diversi impegni: “il matri-monio è come un castello: - da detto - chi è fuori vuole entrare e chi è dentro vuole uscire”. Nel servizio pastora-le ha un ruolo importante la moglie del parroco, chiamata “presbitera”, che ne condivi-de la dignità e che in alcuni casi può avere una prepara-zione teologica di base.

L’intervento successivo è stato di due fedeli della par-rocchia, la romena Mariana e la moldava Nicoletta, che ci hanno raccontato del loro arrivo in Italia, dei disagi vissuti lontano della loro ter-ra e della fatica a inserirsi in un ambiente che, per quanto accogliente, è pur sempre estraneo. Spesso si sono sen-tite straniere; questa fatica è stata lenita dalla possibilità

di partecipa-re alla Divina Liturgia nella propria lingua, prima a Padova e ora a Rovigo, e di incontra-re la comunità dei fratelli nella fede.

L’intervento finale è stato di p. Roberto Gi-raldo, frate mi-nore e preside dell’Istituto di Studi Ecumeni-ci. Ha reagito a questi interven-ti, riprendendo anche il prece-dente incontro del 5 marzo scorso. Ha ri-cordato come sia fondamen-tale ascoltare cosa gli altri pensano di noi: in questo caso,

tre ortodossi, che hanno det-to qualcosa di noi cattolici e delle nostre comunità eccle-siali. Il preside dell’ISE ha ri-badito con forza che cattolici e ortodossi appartengono ad un’unica religione e che dob-biamo sempre mettere in pri-mo piano il fatto che credia-mo nell’unico Gesù Cristo e nella stessa Trinità. Molte delle differenze sono di ca-rattere storico e culturale, mentre ci unisce il riferimen-to all’unico Dio e il messag-gio dell’amore, ed è questo che deve prevalere. Secon-do p. Roberto la scuola sta vivendo una sfida decisiva nella costruzione della socie-tà futura e l’accoglienza deve diventare lo stile della stessa istituzione scolastica. Noi in-segnanti dobbiamo crescere nella capacità di cogliere e comprendere le paure degli stessi immigrati che temono di perdere la loro identità e di essere solo assorbiti dalla so-cietà italiana. E questo è vero in modo particolare per gli immigrati romeni che han-no punti in contatto con la nostra cultura latina. Nell’in-contro fra cristiani di diversa confessione non si può stare solo nel piano dell’idealità che è in genere ben espresso dalle liturgie e dalle dottrine, ma è sempre più importante incontrarsi nella quotidiani-tà dove le diversità culturali emergono ed è necessario ri-scoprire l’essenza della fede. Facendo riferimento ai santi patroni delle due confessioni cristiane possiamo dire che S. Pietro e a S. Andrea non sono antagonisti ma fratelli e che è sempre più importante ascoltare come gli altri ci ve-dono e ci percepiscono.

P. Giraldo ha concluso il suo intervento ricordando come papa Francesco asso-ci la crescita della mentalità ecumenica alla crescita della misericordia capace di acco-gliere ogni fratello oltre e a partire dalle sue differenze.

L’incontro si è conclu-so con una bibita e qualche stuzzichino, offerto in modo fraterno, e con le foto di rito, da cui è emerso in modo for-te il desiderio di incontrarsi ancora in futuro e di cono-scersi di più.

Mauro Prando

Cultura in città

“Rovigoracconta”Rovigo - Chiesa ortodossa romena

Esperienza ecumenica Incontro di aggiornamento degli insegnanti di religione

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8 la Settimana domenica 18 maggio 2014polesine

Ficarolo - 40 anni fa!Quaranta anni fa, il 22 maggio era vigilia dell’Ascensio-ne, e don Emilio Cecchettin concludeva nel pomeriggio, mentre si apprestava a portarsi in chiesa, la sua giorna-ta terrena. Don Emilio era nato a Beverare il 24 giugno 1911, era stato ordinato prete l’8 settembre 1935 da S.E. Domenico Mezzadri, vescovo di Chioggia. Dal 1949 era arciprete di Ficarolo. Nel 1958 era stato nominato canonico onorario della Cattedrale. Negli anni 1967-70 fu delegato vescovile generale della Diocesi. Dal 1972 fu vicario foraneo di Stienta. “… oltre alle risorse della mente facevano spicco in lui quelle del cuore grande, la ricchezza di una umanità delicata e cordiale …”.Sariano - … 22 anni fa … “Ventidue anni fa concludeva il suo cammino tra noi, don Onorio Grossi, a 73 anni. Don Onorio era parroco di Sa-riano dal novembre del 1956. Del paese e della comunità fu l’anima evitando che la sua gente vivesse solo immer-sa nell’orizzonte paesano. Seguì e fece seguire il divenire dei grandi eventi della Chiesa e dell’Italia. Sariano gli ha dedicato la piazza e l’Ostello per non dimenticarlo.Bari - SovvenireDal 13 al15 u.s. gli incaricati diocesani della Chiesa ita-liana si sono ritrovati a Bari, ospiti dell’Hotel Parco dei Principi , per fare il punto sulla situazione. Tema del con-vegno nazionale è stato “Chiesa povera e solidale per evangelizzare”. Mercoledì 14, presieduta dal S.E. mons. Francesco Cacucci vi è stata una solenne concelebrazio-ne nella basilica di San Nicola. Le intense giornate di stu-dio hanno esposto ai numerosi partecipanti di ogni parte d’Italia, la reale situazione sul “sostegno economico alla Chiesa”. Folta la delegazione delle Chiese del Triveneto. Signorile l’ospitalità.Polesine - Il “pane”Torna a ricuperare il suo posto nella dieta dei Polesani, il pane! Ecco alcuni versi che i negozi della città han-no fatto stampare nei contenitori con cui lo avvolgono: “Amate il pane / cuore della casa / profumo della men-sa / gioia dei focolari. Onorate il pane / gloria dei campi / fragranza della terra / festa della vita.Rispettate il il pane / sudore della fronte /orgoglio del lavoro / poema di sacrificio. Non sciupate il pane / ricchezza della pa-tria / il più santo premio alla / fatica umana”.S. Apollinare - Ricordo per sr BarbarinaAd un mese dal giorno della sepoltura di Suor Maria Barbarina Zeni, la comunità di S. Apollinare si è raccolta, domenica 11 maggio, in preghiera per suffragare la santa Religiosa che per oltre 20 anni è stata sorella di miseri-cordia per tanti del paese. Suor Barbarina cadenzava la sua giornata tra la preghiera, la materna e i fratelli e le sorelle ammalati, donando a tutti parole di conforto, di sostegno e di fede. Suor Barbarina ha lasciato in tutti una grande testimonianza evangelica.Diocesi - Festa per S. AntonioSono in festa il prossimo 13 giugno per la ricorrenza litur-gica di S. Antonio di Padova, le comunità di Castelnovo Bariano e di Rovigo Commenda Nord le cui chiese sono dedicate al Santo. Visitando le due chiese è possibile lu-crare l’indulgenza plenaria. Ma sono pure in festa i fedeli di Arquà Polesine, Bergantino, Bornio, Calto, Gognano, Granzette, Lendinara San Biagio, Lusia, Cà Bernarda di Pincara, Salvaterra, S. Maria in Punta e l’Opera di Don Guanella a Trecenta. In tali località sono stati elevati al Santo graziosi e antichi oratori presso i quali la gente si raccoglie per la preghiera, le celebrazioni dell’Eucaristia e la preghiera mariana del Rosario oltre che per il 13 giu-gno di ogni anno. A S. Antonio la gente del Polesine è molto devota anche come riconoscenza per l’opera del “Pane di S. Antonio” attraverso cui ha imparato a rice-vere e a fare la elemosina.22 maggio S. Rita - La benedizione delle”rose”Il 22 maggio ricorre la festa di S. Rita da Cascia. La chia-mano la “Santa degli impossibili”. E’ spesso raffigurata coronata di rose e con il Crocifisso in mano da cui parte una spina che va a conficcarsi nella fronte della Santa. Da vari anni va diffondendosi la consuetudine di por-tare nelle chiese, il 22 maggio, fasci di rose perché ven-gano benedette e poi offrirle agli amici. E’, il dono della rosa, una occasione per comprendere che nella vita di ciascuno la compresenza di gioia e di dolore, è la nostra partecipazione all’opera di Cristo che con la sua croce ha redento il mondo.

Adria - Sabato 24 maggio

Incontro Corale MarianoOrganizzato dalle associazioni di volontariato impegnate in Siria

Dopo i numerosi impe-gni della settimana santa e della Pasqua e dopo aver offerto il proprio canto, sa-bato 3 maggio scorso, nel duomo di Cavarzere, nel “Concerto per la Pace”, organizzato dalle associa-zioni di volontariato par-ticolarmente impegnate in Siria, il Coro Polifonico della Cattedrale è al lavoro per l’allestimento dell’or-mai tradizionale “Incontro Corale Mariano”, quest’an-no giunto alla 22^ edizione, che avrà luogo sabato 24 maggio, con inizio alle ore 21.15, presso la Cattedrale di San Giovanni.

Questa particolarissima manifestazione corale, nata nell’ormai lontano 1992 per iniziativa del Coro della Cattedrale e dallo stesso Coro sinora sempre curata, grazie al crescente consenso

del pubblico è oggi entrata a pieno titolo nella tradizio-ne della Chiesa Cattedrale e della Città di Adria, po-tendo anche fregiarsi del patrocinio della Civica Am-ministrazione.

Essa trova principal-mente origine nella sentita intima esigenza di porge-re un filiale omaggio alla Madonna, in conclusione del mese ad Ella dedicato,

nonché nel desiderio di proporre al pubblico pagi-ne dei più grandi Composi-tori di musica sacra di tutti i tempi, dall’epoca d’oro dei grandi Polifonisti alla mu-sica contemporanea.

Nel perseguire questa duplice finalità, il Coro ha sempre inteso aprirsi al confronto con gruppi corali di altre città, mai con spirito di competizione ma sempre

ricercando, nell’incontro fe-condo di stili e sensibilità differenti, il reciproco ar-ricchimento, spesso anche allacciando veri e duraturi rapporti di amicizia.

Oltre al Coro della Cat-tedrale, diretto da Antonel-la Cassetta, che si avvarrà della collaborazione orga-nistica di Graziano Nicolasi e Alberto Voltolina, anime-rà quest’anno l’“Incontro” il Coro “Armonia Mundi” di Noventa Padovana, di-retto da Paolo Tietto, con la collaborazione organistica di Gianni Brandalese e la partecipazione dei solisti Giancarlo Dalan, tenore, e Sebastiano Contesso, bari-tono.

Saranno eseguite mu-siche di Arcadelt, Lotti, Mozart, Faurè, Bruchner, Lopez, Perosi, De Marzi, Bedetti, Concesa, Frisina.

Prosegue con successo la ras-segna “Concerti di primavera al S. Rocco” di Gri-gnano Polesine, promossa dal coro “Monte Pa-subio Rovigo Banca”. Ospite della manifestazione, sabato 17 maggio alle 21, sarà il coro “Melos” (nella foto) di Rovigo, diretto dal m° Roberto Spremulli. Il concerto, si terrà nella chiesa parrocchiale di Grignano Polesine.

Nato nel 1977 dalla fusione dei cori femminile “Melos” e maschile “Cantoria Rhodon”, il coro polifonico “Melos” è diretto da sempre da Roberto Spremulli, che si avvale della collaborazione artistica di Daniela Borgato. Il reperto-rio spazia dal gregoriano alla polifonia rinascimentale, ba-rocca, romantica e contemporanea. L’attività concertistica registra la partecipazione ai più importanti concorsi corali in Italia e all’estero, con riconoscimenti e consensi in ogni

occasione. Per la produzione di opere con organi-co strumentale, il coro collabora con i giovani profes-sionisti dell’”Or-chestra Melos” e,

per il repertorio monodico, con la “Schola Gregoriana Rho-digium”, diretta dal maestro Spremulli. In collaborazione con la “Fondazione Banca del Monte” di Rovigo, da sei anni il gruppo “Melos” organizza il Festival “Jesu Dulcis Memoria”.

Il programma del concerto è il seguente: breve antolo-gia di canti popolari del coro promotore “Monte Pasubio Rovigo Banca”, diretto da Pierangelo Tempesta; a seguire, il gruppo “Melos” eseguirà, nell’ordine: “Ave Maris Stel-la” (gregoriano), “Ave Maris Stella “(Felice Anerio), “Jesu mi dolcissime” (Felice Anerio), “Christus factus est” (Fe-lice Anerio), “Gloria-RV 589” (Antonio Vivaldi), “Laeta-

tus sum-RV 607” (Antonio Vivaldi), “Ave Verum-K618” (W.A.Mozart), “Laudate Dominum-KV 339” (W.A.Mozart), “Kyrie” (G.Rossini), “Cum Sancto Spiritu” (G.Rossini), “Parole dal salmo XXXI” (B.M.Furgeri). Assieme al coro, si esibiranno il soprano Lisa Castrignanò, il pianista Martino Fedini, l’organista Federico Montoncello, il gruppo d’archi “Melos”. L’ingresso è libero.

Nella foto, il coro Polifonico “Melos”

Cinquanta anni di vita matrimoniale, da cinquanta anni insieme come sposi e genitori, vivendo ogni gior-no il sacramento del loro matrimonio, nell’amore, nella fedeltà, nella propria famiglia, nella generosità, nell’accoglienza reciproca, nella fede. E’ questo il cam-mino e l’esperienza matri-moniale di Adriano Azzi e Anna Avanzi, che hanno vo-luto ricordare in questi gior-ni questa importante tappa della loro vita, nella preghiera, nell’eucaristia, nell’amicizia, ri-conoscenti per questo grande dono, attorniati dai loro tre figli, Barbara, Andrea e Nicola, i tanti nipoti, parenti e amici, l’eucare-stia è stata celebrata nella bella chiesa parrocchiale di Fratta Po-lesine, presieduta dal fratello di Adriano, don Gianni e dal parro-co don Gastone.

Fratta Polesine è divenuta la loro comunità, qui si sono trasfe-riti ancora giovani sposi, da subito inseriti nella comunità cristiana e civile, Adriano, per tutti il maestro, ha svolto il suo lavoro come segreta-rio della locale Scuola Media, nello stesso tempo si è impegnato nel vo-lontariato, nella politica, nella cultu-ra e soprattutto nelle diverse attività pastorali della parrocchia. Un ruolo importante appare l’amore, la devo-zione che si è fatta impegno di Adria-no e Anna verso l’Opera Beato Luigi Guanella, la Casa Sacra Famiglia, Adriano, animato da vero spirito guanelliano, da sempre cooperatore della Casa, si è sempre impegnato nel promuovere le diverse iniziative promosse dall’Opera don Guanella di Fratta e in alcune occasioni anche di Trecenta. Così nella gioia e nella fede sono trascorsi gli anni giovanili

del loro matrimonio, benedetto dal dono dei figli, però ecco che ad un certo momento del loro cammino si fa strada una nuova e forte espe-rienza, ad Adriano e Anna il Signo-re chiede di accogliere la croce della sofferenza, della malattia, del dolo-re. La signora Anna, ancora giova-ne, si ammala di sclerosi, una croce non facile da accogliere, da portare ogni giorno, con il trascorrere degli anni la malattia ha compromesso l’autonomia di Anna, ma è proprio immersi in questa dura esperienza che appare sempre più luminosa la loro unione matrimoniale, divenen-do giorno dopo giorno autentica te-stimonianza di vita e di fede. Anna nella sua malattia ha quotidiana-mente accanto Adriano che la aiuta, la incoraggia, manifestando così tut-

to il suo amore di marito e di cristiano. Nonostante le difficoltà causate da questa triste esperienza Adriano e Anna hanno saputo rita-gliare, tra le sofferenze e la tristezza i loro momenti di serenità, di amore, di pace, di gioia.

Ammirevole è la testi-monianza di Adriano, che con intelligenza vive il suo impegno nel volontariato, nella cultura, nella comu-nità, così questo suo essere

nella comunità è stato di grande aiuto anche per Anna. Un impe-gno, quello di Adriano, che si è esteso anche oltre Fratta Polesi-ne, come ad esempio per l’As-sociazione provinciale Sclerosi multipla. L’impegno sociale di Adriano Azzi è stato recente-mente riconosciuto con la nomi-na di Cavaliere.

Per la comunità di Fratta, gli sposi Adriano e Anna sono una testimonianza vivente, un gran-

de esempio che diventa scuola di vita di come si può vivere pienamente il sacramento del matrimonio, e dire soprattutto ai giovani che veramen-te se una copia di sposi è fortemente unita dall’amore e dal sacramento, tutta potrà accadere ma nulla potrà distruggere quella casa perché co-struita sulla roccia che è Gesù e la sua Parola.

Ai coniugi Adriano e Anna è per-venuta la benedizione di Papa Fran-cesco e del Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi. Ad Adriano e Anna, da sempre as-sidui lettori de La Settimana, della quale Adriano è stato collaboratore, tantissimi auguri di lunga vita e il grazie per la loro bella e coraggiosa testimonianza.

Settimio Rigolin

Grignano Polesine - Chiesa Parrocchiale

“Concerti di Primavera”Sabato 17 maggio con il coro Melos

Fratta Polesine - Festa per i coniugi Adriano Azzi e Anna Avanzi

Anna e Adriano: cinquant’anni di vita insieme

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9la Settimanadomenica 18 maggio 2014 polesine

P i a z -za Vittorio Emanuele di Rovigo ha celebrato in contem-poranea con altre 68 piaz-ze d’Italia il Csi Day, i 70 anni di p r e s e n z a sul territorio del Centro S p o r t i v o Italiano.

Sin dalla prima matti-nata il listo-ne è stato preso d’assalto da atleti, dirigenti, tecnici “per fare e proporre nel salotto buono della città – come ha ricordato il presi-dente provinciale Antonio Pizzo - quanto quotidiana-mente viene svolto all’in-terno dei nostri gruppi e nei nostri campi di gioco”.

Pallavolo, pallacane-stro, calcetto e tennis tavo-lo, delimitati gli spazi sulla piazza, hanno subito at-tratto l’attenzione. La gio-vane età dei partecipanti, il loro entusiasmo, le loro grida sono stati il collante indiretto con i ragazzi che a qualche decina di metri tiravano di scherma o con i dirigenti del nordik wal-king spiegare ai passanti i benefici di un’attività all’aria e ovunque pratica-bile.

Una barca a vela posta all’inizio del listone sta-va ad indicare l’attività di vela che ha diversi anni il Csi rodigino effettua per tutta l’estate nell’isola di Albarella. Nel gazebo vi-cino spazio al nuoto disa-bili, altra attività svolta da anni e per tutti i giorni con

l’azienda Ulss 18 Rovigo. Un metro ancora e si entra in contatto con la valuta-zione funzionale, il nuovo progetto promosso dal Csi per monitorare l’attività e la preparazione fisica de-gli atleti utilizzando test che saranno poi elaborati a computer. Infine un an-golo dove alcuni operatori sagomavano dei palloncini per gli occasionali visitato-ri e ricordare il progetto Fantathlon che da anni si sviluppa alla mattina nelle scuole ed infine l’anima-zione estiva che quest’an-no partirà dal 9 giugno per concludersi al 12 settembre

dopo aver giocato, fat-to gite, notti in tenda, p r a t i c a t o tantissimi sport e stu-diato anche.

Così tra ali di gente incuriosita dalla festa e grida dei ragazzi si

arrivava al primo stop del-le 13.

Alle 15 la ripresa delle attività con l’aggiunta del-la kick boking e l’arrivo del Mc Donalds per col-mare qualche “buco” di stomaco.

Al Csi Day erano pre-senti: Volley Api Melara, Copparo Volley, Polispor-tiva San Pio X Rovigo, Giovane Bosarese, B.V.S. Volley, BEAT Boara Vol-ley, Nordic Walking Smi-le, Tennis Tavolo, Pianeta Handicap, Kick Boxing, Polisportiva Marzana Granzette, Polisportiva Grignano, CFS Basket.

Operatori: Nuoto: Bagatin Beatrice, Do-negà Monica, Rando Serena,Gregnanin Marco, Gabban Alice

Vela: Cupini Elena, Ver-za Marta, Pozzetti Matteo, Tenan Filippo, Nalin Ele-na, Novago Abouna Alain, Verza Paolo

CSI: Stecca Silvia, Con-tiero Anna, Bizzi Sara, Pilati Annalisa, Donatoni Marta, Dainese Vittoria, Tosi Laura, Lisa Castri-gnanò, Riccardo Sacchetto, Cinzia Negrello, Giuseppe Piccolo, Daniele Bellinello, Claudio Boreggio, Nicola Golinelli, Matteo Cecchet-tin

I volontari della cate-goria Open Pallavolo

Poi le premiazioni.A Rovigo il Centro

Sportivo Italiano muove i primi passi nel 1954 sotto la guida di Franco Steva-nin affiancato da Carlo Ga-sperotto e Milo Raimondi, Nel 1957 il primo congres-so con l’elezione di Carlo Cibotto alla presidenza. Da allora ad oggi in tanti hanno giocato ed imparato e le varie discipline i colori rosso e blu.

Oggi alle sue attività partecipano una trentina di società, per oltre 4 mila tes-serati che dal 1° gennaio al 31 dicembre testimoniano il presente e futuro di un modello sportivo costrui-to per mettere al centro la persona, educare ai valori della vita, al rispetto e con-dividere momenti impor-tanti di cultura, socialità e benessere.

“Domenica 27 aprile per la prima volta nella mia vita mi sono cimentato in questa impresa chiamata Canonizzazione. Di questa esperienza ricorderò tre cose: le corse, le persone e la gioia. La sveglia è suonata molto presto quella notte e da subito le gambe si sono messe in movimento, prima per rag-giungere la metropolitana che ci avrebbe portato in Vaticano e poi per entrare in Via della Conciliazione nel tentativo di avvicinarci alla Piazza. Intorno a me tante persone di nazio-nalità diverse: polacchi, angolani, spagnoli, francesi e italiani. Ognuno si preparava alla Celebrazione secondo la propria tradizione e la propria fede, creando una strana ma dolce con-fusione: i fedeli polacchi da subito hanno cominciato a recitare il rosario per ringraziare la Vergine tanto cara a San Giovanni Paolo II, i pellegrini francesi cantavano mentre gli spagnoli mostravano a tutti il proprio legame alla nazione, salutando con calore l’ingresso del re e della regina in Piazza San Pietro. Di noi italiani e degli africani ricordo l’attesa silenziosa. La gioia infine. La presenza di quattro pontefici in un’unica occa-sione, di cui due presenti in carne e ossa, fatto più unico che raro. Il segno della pace dato a persone sconosciute, alle quali dicevi: “Pace”, e loro ti rispondevano: “Pokój”. Vedere che il primo Papa di cui hai sentito parlare nella tua vita e che tante volte ti ha fatto emozionare con le sue parole è diventato san-to. La fatica e la stanchezza è stata molta, viste anche le tante ore in piedi, ma non esserci stato mi avrebbe stancato ancora di più il cuore per un’occasione persa. Per fortuna una sana follia non mi ha fermato”.

Andrea Sgualdo

“Era ancora il 2013 quando le prime notizie sulla canonizza-zione cominciavano a circolare e a prendere posto in qualche tele-giornale, in articoli di giornale, e da subito mi sono ripromessa che sarei andata, che non avrei potuto mancare ad un grande evento di spiritualità, e forse anche per l’affetto verso il Papa Giovanni Paolo II ora San Giovanni Paolo II! Infatti eccomi là, in quella lunghissima e gremitissima Via della Conciliazione, attorniata da persone che pro-venivano da ogni parte del mondo e una quantità di bandiere colo-rate che sventolavano lungo quella Via che non sembrava finire mai alla fine della quale potevo vedere Piazza San Pietro, tanto lontana, ma nello stesso tempo vicinissima. Le ore passavano e la stanchezza si faceva sentire perchè l’alzata era stata alle tre del mattino. Tutti fermi, in piedi, ad attendere l’inizio della celebrazione liturgica. Non nego che dopo quattro ore in piedi in un minimo spazio vitale, mi ha colto lo sconforto e ho cominciato a pensare che non sarei riusci-ta a rimanere per altre cinque ore in piedi. E’ stato proprio in quel momento che un signore polacco vicino a me mi ha ceduto il suo seggiolino e ho potuto così sedermi un po’ di tempo, un tempo che ho usato per riposarmi almeno un po’ e poi per comprendere che se ero lì era giusto vivere fino in fondo un’esperienza indimenticabile, anche facendo un po’ di fatica! Alle nove abbiamo iniziato a pregare ed era fantastico condividere la preghiera insieme a tante persone, e poi l’arrivo del papa emerito Benedetto XVI, accolto da un caloroso e affettuoso applauso, ed ecco, dopo tutti i diversi capi di stato e auto-rità, l’arrivo di Papa Francesco. E là, sulla facciata della Basilica di San Pietro, campeggiavano le gigantografie di San Giovanni Paolo II e di San Giovanni XXIII. La celebrazione liturgica ha così avu-to inizio e subito il momento della canonizzazione, tanto aspettato. Una gioia immensa ha pervaso il mio cuore e ho ripensato alla vita di Giovanni Paolo II, alla sua gioia e al suo coraggio nella sofferenza e di Giovanni XXIII ho ricordato il famoso discorso alla luna! Non è facile da spiegare a parole tutto ciò che ho provato, la gioia provata è stata tanta, ma è stato anche qualcosa di più che però non si può tradurre, nemmeno con pagine e pagine! Però una cosa posso invece dire che mi rimarrà nel cuore, quanto ho visto, quanto ho provato, la bellezza della preghiera insieme ad altre persone, la bellezza della preghiera che unisce. A chi mi chiede ora come sia stata l’esperienza della canonizzazione, dico subito, bellissima e straordinaria, e spero di poter conservare per trasmettere e donare alle persone che mi cir-condano la GIOIA di comunità che ho sperimentato”.

Serena Cirella

“La Canonizzazione di S. Giovanni XXIII e di S. Giovan-ni Paolo II segna un passaggio storico per tutta la Chiesa cat-tolica. Ha richiamato quasi un milione di fedeli, che si sono raccolti tutti insieme nella Piazza della Basilica di San Pietro a Roma a pregare e a ricordare i gesti immensamente grandi di questi Santi. Io c’ero e oggi desidero condividere con altri ciò che ho vissuto e portato con me, quando la celebrazione e il clamore sono terminati e i canti, il vociare della folla han-no lasciato spazio al silenzio e ai pensieri. Di quella giornata, iniziata alla tre del mattino, per riuscire a prendere posto, mi porto la fatica: sembra una cosa negativa, ma in realtà è per me estremamente importante, perché mi permette, a distanza di qualche giorno, di rivivere precisamente le emozioni e la com-mozione che ho provato. Ora la stanchezza si sta dissolvendo come la nebbia al sorgere del sole per rendere più intenso il ricordo della gioia vissuta quando è apparso Papa Francesco sul sagrato di Piazza San Pietro per dare inizio alla celebrazio-ne. Di quel giorno mi porto la convinzione che la fede è un dono che entra nella concretezza della vita: le scelte operate da questi Santi della Chiesa hanno cambiato il corso della storia, non solo della Chiesa stessa, ma del mondo intero. Hanno di-mostrato che stare in Gesù e uscire a raccontarLo al mondo ha un effetto rinnovatore per ogni uomo. Infine, mi porto con me il loro coraggio e la loro semplicità, come monito e memoria: San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II hanno avuto il co-raggio della fede, capace di cambiare il volto della Chiesa, con uno stile umile e semplice, perché tutti ne prendessero par-te. Oggi mi piace pensare che quel giorno ogni uomo e ogni donna, di qualsiasi età o estrazione sociale, in piazza o a casa, abbia rivissuto dentro di sé, intimamente, la propria storia, ac-costando le vicende personali a una parola, a un discorso, a un gesto di questi uomini che si sono abbandonati totalmente alla guida dello Spirito Santo. Questo è un miracolo!”. (fine)

Silla Marzola

Parrocchia “S. Sofia” di Canaro (2)

Esperienza indimenticabileLa canonizzazione di S. Giovanni Paolo ii e di S. Giovanni xxiii

Rovigo - Domenica 11 maggio

CSI DAYFesta per i 70 anni di attività a favore della crescita dei ragazzi e dei giovani

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10 la Settimana domenica 18 maggio 2014attualità

L’invito è per tutti. Tre giorni di festa e cultura e società attorno al fuoco della Parola, mostrandosi Rovigo come sempre con quel sorriso accogliente e disponibile che ogni polesano porta con sé. Il Festival Biblico si farà esperienza in città attraverso parole e silenzi, testimonianze e musica, meditazioni e giochi, aperitivi e mercato, visite guidate e mostre, incontri e dibattiti. Scegliendo, ognuno potrà trovare un po’ di se stesso nei giorni del Festival.

Dal 23 al 25 maggioil Festival è anche a Rovigo

Liberi di crederciA VICENZA, VERONA, PADOVA, ROVIGO200 EVENTI E TANTI PROTAGONISTI

Provincia di RovigoDIOCESI DI

ADRIA-ROVIGO Comune di RovigoAccademia dei Concordi

22 maggio - 2 giugno

Rovigo città del Festival Biblico. Le proposte in calendario

Stefano, Nicola, Benedet-to ora sono rispettivamente presbitero e diaconi della Chiesa di Adria-Rovigo, a loro si è aggiunto Antonio della Comunità Monastica Olivetana di san Giorgio in Ferrara. La liturgia di Ordinazione diaconale e presbiterale ha avuto luogo sabato 10 maggio 2014 pre-so il duomo basilica concat-tedrale di Rovigo. A presie-dere l’eucarestia il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lu-cio Soravito de Franceschi, a concelebrare con il Pa-store della Diocesi l’Abate della comunità monastica Olivetana della Madonna del Pilastrello in Lendinara, dom Cristoforo Zielinski, il Vicario Generale della Dio-cesi mons. Claudio Gatti, il Rettore del Seminario diocesano di Rovigo mons. Antonio Donà, molti poi i presbiteri e religiosi che si sono uniti nella preghiera. All’inizio della celebrazio-ne il Vescovo ha ricordato che l’ordinazione avveniva in unione con la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, sottolineando la gioia di tutta la Chiesa per questo momento cosi grande quale segno di amo-re e di speranza. Dopo la

proclamazione del Vangelo ha avuto inizio la liturgia di ordinazione dei diaconi Nicola, Benedetto e Anto-nio seguita dall’Ordinazio-ne presbiterale di Stefano. L’Abate dom Cristoforo e il Rettore del S e m i n a r i o hanno pre-sentato al Ve-scovo e alla Chiesa dio-cesana, don Nicola Rene-sto originario della comu-nità di Lama, alunno del Se-minario dio-cesano, dom B e n e d e t t o Maria Toglia del Monaste-ro di Lendi-nara, e dom Antonio Ma-ria Bellantone

don Stefano Certossi, alun-no del Seminario Vescovile di Rovigo, sottolineando il loro personale cammino vocazionale e spirituale che li ha guidati al momento

dell’Ordinazione. Momento centrale del

rito di ordinazione è l’an-tichissimo gesto dell’impo-sizione delle mani da parte del Vescovo e la preghiera di ordinazione , altro mo-mento molto toccante e di intensa preghiera è stata la preghiera delle litanie dei santi, mentre tutti gli ordi-nandi stesi a terra in segno di profonda preghiera . Il rito di ordinazione si è con-cluso con la vestizione degli abiti diaconali e presbitera-le, e l’abbraccio del Vesco-vo in segno di fraternità e di accoglienza nel presbite-rio della Chiesa diocesana. Domenica 11 maggio come pure nei giorni successivi i nuovi ordinati hanno svol-to il servizio di diaconi e di presbitero.

Nell’omelia il Vescovo ha osservato che seguire la vocazione al diaconato e al presbiterato è un segno di grande amore, di servi-zio ai fratelli nella Chiesa e nella comunità, il ministero di diacono, ha osservato il Vescovo è animatore della vocazione di servizio nella Chiesa in comunione con il Vescovo e con i presbiteri. Riguardo poi al ministero del presbiterato mons. So-ravito ha osservato che esso è di cooperatore del Vesco-vo nella guida del popolo di Dio, cosi il ministero del presbitero è strettamente congiunto al ministero del Vescovo.

Settimio Rigolin

Ordinazioni in Duomo a Rovigo

Dal Diaconato e dal Presbiterato un grande servizio d’amore ai fratelli

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Il Festival Biblico è ormai alle porte, manca-no pochi giorni all’inizio del grande evento in pro-gramma a Rovigo da ve-nerdì 23 a domenica 25 maggio 2014. Il Festival si presenta come una com-plessa macchina orga-nizzativa e molte sono le persone che a vario titolo lavorano per la buona ri-uscita dell’evento. Ci sono poi gli esperti, i teologi, i biblisti, i pastoralisti, gli esperti di ecclesiologia, gli studiosi dell’arte, del teatro, della letteratura, della storia, personalità del mondo della cultu-ra, della Chiesa ed altri ancora. Regista di tutto questa complessa realtà è il giovane sacerdote don Andrea Varliero, direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Adria-Rovigo. Il settimanale diocesano La Settimana in questi mesi ha più volte dato voce al Festival Bibli-co di Rovigo, realizzando interviste, testimonianze e servizi.

In questa nostra inter-vista diamo la parola a Roberta Rocelli che, nella organizza-zione del Fe-stival Biblico, segue l’area “ s v i l u p p o organizzati-vo e raccolta fondi”, men-tre nella vita privata si oc-cupa di rac-colta fondi e innovazione sociale.

D - Dal suo punto di vista, con quali parole si può definire il Festi-val Biblico?R - Il Festival biblico è

una sorta di alfabeto uma-no che, anzitutto, cerca di essere espressione della narrazione dell’Uomo attraverso il Libro dei Li-bri: la Bibbia. Sono le pa-role a caratterizzare ogni esperienza culturale del Festival, facendone luo-go di pensiero, apertura, incontro e confronto, sco-perta: di comunità, per lo più. Andando alla scoper-ta degli alfabeti della più viva tradizione culturale ebraico-cristiana il Festi-val riesce ad incontrare le parole di una rinnovata sete di spiritualità.

D - Per la prima volta questo straordinario evento raggiunge la città di Rovigo, la sua Chiesa il suo territo-rio, cosa di questa no-vità? Quali vantaggi da questa presenza?R - Ho camminato lun-

go il territorio rodigino per conoscere i luoghi più adeguati ad ospitare gli appuntamenti del Festival Biblico e, in questo modo, ho attraversato relazioni, volti e idee, locali commer-ciali e piazze antiche, spazi frutto di accurato restauro e organizzazioni disposte a “rischiare” sostenendo una proposta così nuova per Rovigo. Rovescerei, pertanto, la domanda e mi chiederei quali potes-

sero essere i vantaggi per il Festival Bi-blico ad avere un soggetto come la co-munità dioce-sana di Adria – Rovigo tra gli organizza-tori. E’ il Fe-stival Biblico ad arricchirsi di una voce e di una pro-spettiva cul-turale inedita: la diocesi di Adria–Rovigo ha il merito di aver allesti-to una 3 giorni (dal 23 al 25 maggio 2014) certamente gradevole dal punto di vista artistico, ma soprat-tutto capace di un ostinato spazio al confronto laico, interreligioso e scientifico. Aggiungere soggetti orga-nizzatori significa proten-dere insieme (quindi con Verona, Padova e Vicen-za oltre a Rovigo) ad una manifestazione culturale a movente regionale ed è solo attraverso una forma che non tende a confinarsi, ma ad accogliere che ogni uomo e donna possono

sperimentare la fecondità di pensiero della Bibbia e di quanto da essa è possi-bile declinare dal punto di vista culturale.

D – Veramente oggi, in questa nostra so-cietà ci sono ancora persone interessate a conoscere la Parola di Dio, a prender in mano la Bibbia?R - Ci sono persone

“interessate”. Punto. Sem-plicemente donne e uo-mini assettati di scoprire, di poter approfondire at-traverso voci autorevoli, di entrare nel merito del senso più profondo di una pagina biblica così come di apprezzare la pace di un’armonia che ospita e affianca conversazioni ecumeniche. E tra gli inte-ressi, c’è anche e ancora la Bibbia capace di affascina-re perché riguarda l’uomo nella sua interezza e per questo difficilmente è un libro estraneo: nella stes-sa lunghezza d’onda, la Bibbia è comunque argo-mento e radice, specchio e conversione, tensione alla prossimità e presa di posi-zione. Per tutto questo, la Bibbia “viene ancora pre-sa in mano”.

D - Lei pensa che an-che tra i giovani, tra le famiglie ci sia il desi-derio di scoprire il te-sto sacro della Parola del Signore?R - Questa è una do-

manda complessa che richiede una riflessione congiunta tanto è vero che

in molti stanno cercando di offrire un contributo su questo versante: intel-lettuali, teologi, sacerdoti, educatori, eventi dedicati. La personale sensazione è quella di essere tutti – adulti e giovani, credenti e non – immersi e coinvolti da una medesima esigen-za di sconfinamento e rin-novamento. Da un lato, l’esigenza manifesta di fratturare con alcuni sche-mi ritenuti da molti come “rigidi”; dall’altro lato il desiderio di una prima-vera relazionale che, però, non siamo attrezzati a ge-stire. La Bibbia è, anzitut-

to, un luogo di centratura intima e di confronto. E’ già un con-fine con cui misurarsi. E per sconfina-re, per creare qualcosa di nuovo, è ne-cessario ave-re metri di

misura: una cultura oriz-zontale che si muove per geometrie variabili, non più – forse – per progetti fissi e ampi, ma accettan-do di abitare un clima di provvisorietà che preten-de sistemi di condivisione anche economici e sociali, per reggere e raggiungere una felicità di urbane di-mensioni.

D - Il Festival Biblico di Rovigo quali obiet-tivi si pone?R - Il Festival Biblico

di Rovigo ha certamen-te il fine di realizzare un programma culturale di qualità e ben organizzato e di lavorare in armonia con le proposte delle altre città coinvolte. In primis, però, l’obiettivo è quella di abitare la città di Ro-vigo favorendo un clima culturale, vivace, creativo, accogliente e che ponga gli stessi cittadini rodigini (e non solo!) come opera-tori attivi della manifesta-zione. Il Festival Biblico “appartiene” alla città di Rovigo: non il viceversa!

D - E volgendo lo sguardo al dopo Festi-val cosa sperare?R - L’ambizione mette

radici nella speranza che il Festival Biblico sappia generare un moto di ener-gia spirituale e civica nel-la pianura rodigina. Un albeggiare culturale, un primo moto che ripristini una ricarica in termini di bellezza e amore per lo sviluppo di comunità.

Settimio Rigolin

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Giovanni Paolo II”

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11la Settimanadomenica 18 maggio 2014 polesine

• ore 9,00 Accoglienza

• ore 9,50 Tutti in sala!Maschile e feMMinile:iMpronte di uManità Dr. Dario Seghi, psicologo e psicoterapeuta

a luMe di candelaSessualità e benessere nella coppia riflessione sulla parola ed esperienzadei coniugi davide e nicoletta oreglia - diocesi di Mondovì

• ore 13,00 Pranzo condiviso

• ore 14,30 Concerto: “Alza le braccia, apri il tuo cuore”Gruppo famiglie della parrocchia di santa sofia«accordi di luce»in alternativa, per chi vuole, scambio di esperienzee riflessioni sul tema della festa con i relatori

• ore 16,30 Santa Messa presieduta dal Vescovo Lucio

• ore 17,30 Conclusione

ArriVederCi AL 2 giugno 2015!

Programma della giornata

Per informazioniAl mattino: ufficio famiglia diocesano

Via sichirollo, 18 - rovigo- tel. 0425.209621

Ore serali: fam. pizzo - tel. 0425.476639

fam Boldrini - tel. 0425.360825

13a

rOvigO

Sessualità:

FESTA Diocesana delle Famiglie

Censer Rovigo FiereViale Porta Adige, 45

lunedì 2 giugno 2014

relazionee dono

Diocesi di Adria - rovigo UfficiO fAmigliA DiOcesAnO

L’informazione...

...con occhi diversi

Ordinario € 40,00Semestrale € 21,00Per l’estero € 100,00Amico € 50,00Sostenitore € 260,00

c.c.p. n˚121459 - C.P. 191 45100 Rovigo

Abbonamenti 2007

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Rovigo - Festival Biblico

La Bibbia: un incontro rivolto a tuttiIntervista a Roberta Rocelli

Page 12: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

12 la Settimana domenica 18 maggio 2014

Cerchiamo un progetto serio, che porti il sorriso tra la gente.Partecipa al concorso ifeelCUD, puoi vincere fino a 29.500€ per un progetto di solidarietà.Scopri come su www.ifeelcud.it

Il concorso è organizzato dal Servizio C.E.I. per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica in collaborazione con il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della C.E.I. e con i Caf Acli.

Partecipare è semplicissimo. Insieme al tuo parroco, crea una squadra, raccogli leschede allegate ai modelli CUD e scrivi un progetto che abbia come obiettivo quello dimigliorare la vita della tua parrocchia. Potrai vincere un contributo fino ad un massimodi 29.500€ per realizzare il tuo progetto di solidarietà. In più, se presenti anche unvideo, potrai ricevere un bonus del 10% sulla somma vinta. Partecipando, porterai unsorriso tra le persone a cui vuoi bene e contribuirai a sostenere anche i tanti progettiche la Chiesa cattolica porta avanti in Italia e nel Mondo.

Page 13: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

13la Settimanadomenica 18 maggio 2014 polesine

Dopo l’ordinazione diaconale e presbitera-le avvenuta nel Duomo di Rovigo il 10 maggio e conferita dal Vescovo, S. E. Mons. Lucio Soravito de Franceschi, si è tenuta domenica scorsa a Castel-massa, nella Chiesa di San-to Stefano Protomartire, la prima Santa Messa presie-duta dal nuovo Presbitero Don Stefano Certossi.

Erano presenti alla Ce-rimonia, oltre ai famigliari di don Stefano, il Sindaco, dott Eugenio Boschini, il vicesindaco, dott.ssa Bar-bara Bernardoni, il retto-re del Seminario S. Pio X di Rovigo, Don Antonio Donà, il nuovo Diacono Don Nicola, alcuni semina-risti, preti giovani e meno giovani che hanno operato in paese e l’Arciprete, Don Stefano Marcomini, che ha accolto il neo Presbitero con un caloroso abbraccio all’ingresso della Chiesa.

La solenne celebrazio-ne allietata dalla corale, ha riservato non pochi momenti di intensa com-mozione: l’omelia affidata dal neo Presbitero all’Arci-prete, come da antica tra-dizione, che ha ricordato gli stessi momenti da lui vissuti 25 anni prima; l’of-ferta dei doni nelle mani di Don Stefano da parte di mamma Carla, dal fratello e dalle sorelle; lo scambio del segno della pace, che ha visto Don Stefano scio-gliersi in un affettuoso ab-braccio con i propri fami-gliari; la consegna dei ca-lorosi auguri dei bimbi del catechismo con un grande biglietto il cui francobollo era rappresentato da “su-per Stefano” a ricordare che il sacerdote è anche cintura nera di judo.

Non ultimo e molto in-tenso il momento del bacio nelle mani di Don Stefano, consacrate il giorno prima dal Vescovo.

Al termine della cele-brazione Don Stefano ha ringraziato chi, durante il suo cammino gli è stato

accanto e gli ha permesso di raggiungere questo im-portante traguardo, conse-gnando ai presente un’im-magine a ricordo della giornata della sua ordina-zione. In serata poi Don Stefano ha accolto i Presbi-teri, i famigliari, le autorità e gli amici nel salone par-rocchiale per un momento di convivialità, preparato dai volontari della Parroc-chia, che ha visto come protagonisti i nuovi ani-matori dell’Unità Pasto-rale che hanno prodotto un video con interviste ai

parrocchiani e immagini dell’infanzia di Don Stefa-no un po’ umoristico ma che ha messo in evidenza la sua grande umanità e la capacità di intessere rela-zioni. “…Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della Croce di Cristo Signore..”.

Ecco il nostro migliore augurio a te, Don Stefano Certossi dalla nostra Uni-tà Pastorale.

È stato un 6 maggio 2014 tutto speciale per don Stefano Marcomi-ni che in tale giorno ha festeggiato il suo 25° anniversario di vita pre-sbiterale. Un cammino che il prete, nativo di San Pietro Polesine, ha iniziato alle ore 16 del 6 maggio 1989 nella chie-sa della Commenda in Rovigo pronunciando il suo “sì” alla chiamata di Dio e aderendo in tal modo alla Sua volontà. Un cammino che nel tempo lo ha visto impegnato in varie comunità. Dopo le esperienze di vicario parrocchiale in quelle di Castelmassa e di Villadose, è stato nominato parroco di Ba-ruchella, Giacciano e Zelo. Dal dicembre 2010 è arciprete di Castelmassa. Il gregge a lui affidato è via via cresciuto. Nel no-vembre del 2012 è stato infatti nominato anche arciprete di Ceneselli e parroco di Calto. Non solo. Don Stefano è coordina-tore dell’Unità pastorale di Castelmassa composta da cinque parrocchie (Castel-massa, Calto, Castelnovo Bariano, Cene-selli e San Pietro Polesine) e dal gennaio di quest’anno Vicario foraneo della Vica-ria di Castelmassa. Per ricordare questo intenso quarto di secolo speso a servizio della Chiesa e intonare l’inno di lode e di ringraziamento all’Unico ed Eterno Sa-cerdote che l’ha costituito presbitero, don Stefano ha presieduto una solenne cele-brazione eucaristica nella chiesa di Ca-stelmassa. Attorno alla Mensa del Signore e al festeggiato si sono stretti la mamma, i parenti, le suore di Castelmassa e di Baru-chella, i confratelli don Alex Miglioli, don Michele Samiolo, don Cristian Malanchin, don Alberto Rimbano, don Paolo Cesta-rollo, i fedeli provenienti dalle varie par-rocchie ove ha prestato il suo servizio, le Confraternite del Santissimo Sacramento di Ceneselli e di San Pietro. Una vicinanza che ha manifestato affetto e gratitudine. Venticinque anni di fedele e fecondo sa-cerdozio ministeriale sono infatti per tutti segno, grazia, esempio di un vissuto in totale comunione con e per gli altri, invito alla perseveranza nella fede in Dio.

Visibilmente commosso, don Stefano ha ricordato nell’omelia il perché del-la sua scelta esordendo con un grazie al Signore “per 25 anni di vita sacerdotale, quella vita che dopo un lungo discerni-mento ho capito essere la mia vita per rispondere alla volontà di Dio e far frutta-re il mio battesimo”. Frequente il ricorso

a santo Stefano, figura grazie alla quale coglia-mo che “per essere veri discepoli e testimoni del Risorto bisogna prima di tutto assomigliare a Lui nell’essere testimoni del-la verità senza paura del-le conseguenze, sapendo che lo Spirito dona forza e coraggio”. Come Ste-fano, imitando Gesù, ha donato la propria vita per gli altri, così don Ste-fano ha scelto di seguire

il Signore con un preciso obiettivo: “fare della mia vita un dono per Lui e per i fratelli”. “Dopo 25 anni”, ha proseguito, “posso dire che, pur nella fatica di vivere un modello di prete che è completamente cambiato da quando ho detto il mio ‘sì’, ho sempre nel cuore la grazia del gran-de dono che il Signore mi ha fatto e che rinnovo ogni giorno”. Dal 6 maggio 1989 don Stefano fa quotidianamente sue le parole scelte il giorno dell’ordinazione: “Non c’è amor più grande che dare la vita per i propri amici” (cfr. Gv 15,13). Il cammino affrontato in questi 25 anni non è stato sempre facile, ha evidenziato, “ma nel cuore non è venuta mai meno la cer-tezza di essere per il Signore e per il mio popolo”. Ricordando le parole pronuncia-te dal santo patrono prima di morire, “Si-gnore non imputare loro questo peccato”, don Stefano ha poi sottolineato il grande dono che ha ricevuto con il Sacramento dell’Ordine: “la grazia di amministrare i sacramenti”. L’ultima parte dell’omelia è stata riservata ai ringraziamenti.

Don Stefano ha ripetutamente espres-so la propria gratitudine a tutti coloro che gli sono stati e gli sono a fianco comin-ciando dai confratelli sacerdoti dell’Unità don Alex e don Michele, le suore, i colla-boratori che operano nei diversi settori della pastorale. “La figura di santo Ste-fano, mio patrono, e patrono di questa comunità, ci aiuti a essere Chiesa aperta, missionaria e gioiosa nel vivere la propria fede”. L’arciprete ha ringraziato di cuore i fedeli presenti “per il tanto affetto dimo-strato” in questo particolare compleanno presbiterale. Don Stefano ha concluso con un affidamento a Maria “perché possia-mo come lei rinnovare ogni giorno il no-stro sì al Signore nel costruire il suo regno non mantenendo delle tradizioni ma, gui-dati dal fuoco dello Spirito, costruendo la comunione e la missionarietà nelle nostre comunità”.

Gabriele Antonioli

Don Stefano Certossi

Prima Messa a CastelmassaGli auguri dall’Unità Pastorale

Castelmassa - Don Stefano Marcomini

Sacerdote da 25 anni“Non c’è amor più grande che dare la vita per i propri amici”

“Cristo. Luce che indica la rotta”, questo il tema del-la Veglia diocesana di preghiera per le vocazioni, che ha avuto luogo venerdì 9 maggio 2014 presso il duomo Concattedrale di Rovigo, momento di preghiera in pre-parazione alla 51 ° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni.

L’incontro si è svolto in due momenti, nel primo la riflessione e le testimonianza, nel secondo l’adorazione del Santissimo Sacramento, a presiedere l’incontro il Vescovo Lucio, accanto a lui don Daniele Spadon, Animatore del Semi-nario diocesano, incaricato diocesano per la Pastorale Vocazionale.

Nel corso dell’incontro è stata proposta la lettura di vari brani tratti dalla Bibbia e dal Nuovo Testamento, dal Magistero del-la Chiesa e di Papa Francesco.

Molto toccanti le tre testimonianze offer-te dai nuovi ordinati, don Stefano Certossi e don Nicola Renesto alunni del Seminario di Rovigo, e di dom Benedetto Maria To-glia della Comunità Monastica Olivetana del Santuario della Madonna del Pilastrel-lo in Lendinara. Entrambi hanno narrato la loro personale storia di giovani che si sono resi disponibili a rispondere con il loro si alla chiamata del Signore.

Il Vescovo nella sua riflessione ha sottolineato che anche oggi il Signore chiama giovani a seguirlo, nella vita di presbiteri, di consacrati, di missionari, osservan-do che la preoccupazione per le vocazioni deve riguar-dare tutti, fedeli e pastori insieme, perché la presenza di sacerdoti, di religiosi, di missionari è un grande dono per tutta la Chiesa e per il mondo.

S.R.

51° GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni

“ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto”

At 27, 25

“quel Dio al quale appartengo e che servo” At 27, 23

VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 DUOMO DI ROVIGO – ORE 21.00

CRISTO, LUCE CHE INDICA LA ROTTA

Ufficio Diocesano Per la Pastorale delle Vocazioni

Diocesi di Adria

Rovigo

CON LA TESTIMONIANZA DI DON STEFANO CERTOSSI NICOLA RENESTO

DOM BENEDETTO TOGLIA

Rovigo - Duomo Concattedrale - Veglia di preghiera per le vocazioni

“Cristo, Luce che indica la rotta”Per la 51a Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

Page 14: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

Oggi la percentuale degli europei che non han-no fiducia nel parlamen-to comunitario supera di 8 punti quella di coloro che invece ne hanno. Solo qualche anno fa gli estima-tori erano oltre il 30% in più dei detrattori. Ancora più accentuata è la perdi-ta di fiducia nei confronti della Commissione, del Consiglio e soprattutto della Banca centrale.

Eppure a Bruxelles si decidono le sorti di mezzo miliardo di cittadini di 28 paesi. Scegliere una lista e individuare un candida-to da votare, quindi, non possono essere atti stanchi e inconsapevoli.

Il voto del prossimo 25 maggio è lo strumen-to – l’unico – in nostro possesso per indicare un

nuovo percorso, per in-camminarci sulla strada di un’altra Europa: quella dell’eguaglianza, dei beni comuni, dell’accoglienza, della pace.

Per questo, come rivi-ste missionarie, riteniamo che i rappresentanti eletti a Strasburgo e Bruxelles debbano avere a cuore al-meno cinque grandi tema-tiche: gli Epa (Accordi di partenariato economico);

la pace e il commercio delle armi; l’emigrazione e l’immigrazione; la coo-perazione internazionale e il volontariato; la libertà religiosa.

1. Con gli Accordi di partenariato economico, l’Ue chiede ai paesi Acp (Africa, Caribi, Pacifico) di eliminare le barriere pro-tezionistiche in nome del libero scambio. Le nazioni africane, togliendo i dazi e aprendosi alla concorren-za, permettono all’agricol-tura europea, che vende i suoi prodotti a basso costo perché sostenuta da dena-ro pubblico, di invadere i loro mercati, con conse-guenze potenzialmente drammatiche. Sono per-tanto accordi da rivedere.

2. Per uscire dalla crisi, Bruxelles vuole sostenere lo sviluppo delle capacità militari continentali, con l’obiettivo di fare dell’in-dustria armiera un volano economico.

Una scelta intollera-bile per chi ricerca le vie del dialogo e del disarmo per risolvere situazioni di tensione e ostilità. Ci vuole un nuovo model-lo di difesa che trasformi l’Europa in una potenza di pace, a cominciare dalla costituzione dei Corpi Ci-vili di Pace europei, come forza d’intervento tesa alla prevenzione e ricom-posizione nonviolenta dei conflitti. I casi della Siria e dell’Ucraina sono un mo-nito per tutti.

3. Sui temi dell’immi-grazione, è urgente una riforma del regolamento di Dublino: introdotto nel 2003 per chiarire le com-petenze dei singoli stati sulle domande di asilo politico, si è rivelato uno strumento inadeguato e in contrasto con il principio

di protezione dei rifugiati. Più in generale, l’Europa deve dimostrare che quel-lo dell’accoglienza è tra i suoi principi fondativi.

4. A ciò contribuirebbe l’omogeneizzazione del-le legislazioni nazionali in tema di cooperazione. L’Europa, tramite i suoi paesi, è il primo donatore per l’Africa.

Ma spesso le sue azioni sono dispersive, non lega-te a un progetto comune, e quindi poco efficaci.

La cooperazione deve diventare lo strumento principe per una politica di pace che voglia garan-tire la convivenza e il be-nessere, nel rispetto dei di-ritti fondamentali di tutti i cittadini e valorizzando il contributo gratuito e vo-lontario della società civi-le.

5. Infine, c’è il tema della libertà religiosa: parrebbe un diritto garan-tito e tutelato nel Vecchio Continente. Invece ha bi-sogno di un buon restauro perché l’Europa non è im-mune da casi di violazione della libertà di credo, di attacchi a membri delle minoranze religiose sulla base delle loro convinzio-ni, e di discriminazioni per motivi religiosi. La stessa attenzione che chiediamo alle istituzioni europee nei confronti dei paesi non europei, la chiediamo an-che nei confronti dei paesi membri dell’Ue.

I candidati parlamen-tari attraverso i loro pro-grammi che manifestino sensibilità su questi temi, i cittadini attraverso la scel-ta di tali candidati, posso-no far imboccare all’Ue la strada del cambiamento.

Federazione Stampa Missionaria Italiana

(da Fesmi - maggio 2014)

14 la Settimana domenica 18 maggio 2014missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Un addio agli amici

D o -menica 11 m a g g i o , giornata del Buon Pastore, si è conclu-sa l’espe-r i e n z a missiona-ria di pa-dre Giu-liano Zattarin in terra brasiliana. La messa, presieduta dal vesco-vo Dom Ricardo, ha avuto come concele-branti padre Manoel Queiroz, attuale am-ministratore parrocchiale di Condeúba e futuro parroco di Cordeiros, padre Manoel Pais, parroco di Licinio di Almeida, padre Waldech, futuro parroco di Brumado e attualmente in Cordeiros, padre Lely, amministratore parrocchiale di Piripà, padre Mario, italiano di Pinerolo, parroco di Tremedal e pa-dre Ediberto direttore del progetto COTEFAVE di Vitória da Conquista, iniziativa che aiuta alcuni giovani a uscire dalla dipendenza chimica. La gente ha partecipato numerosa alla celebrazione nello spazio della grotta di Nossa Senhora Apa-recida, dove la maggior parte dei collaboratori della parroc-chia e molte persone delle comunità rurali hanno potuto salu-tare padre Giuliano e prestargli l’omaggio di gratitudine per aver guidato i fedeli di Condeúba in questi ultimi nove anni. Alla fine della celebrazione, infatti, il primo a cominciare i rin-graziamenti è stato padre Waldech, cancelliere diocesano, che ha ricordato il percorso di padre Giuliano come missionario straniero in terra brasiliana. Certamente non sono state poche le difficoltà incontrate, ma con la grazia di Dio è riuscito ad arrivare al termine della missione affidatagli dal vescovo di Adria Rovigo, missione che lui non ha esitato ad abbracciare con molta volontà e determinazione. Sono seguiti gli omaggi del Consiglio pastorale Parrocchiale, con il discorso emozio-nato di Agnerio Evangelista e delle CEBs, comunità ecclesiali di base, attraverso la rappresentante Marli.

In questi anni padre Giuliano si è impegnato a valorizza-re i laici, soprattutto con iniziative culturali e di formazione umana e cristiana. Ha continuato a seguire la vicaria, contri-buendo ad aumentare la partecipazione dei fedeli delle quat-tro parrocchie - Condeúba, Cordeiros, Piripà e Tremedal - agli incontri diocesani in Caetitè. Le sue visite alle comunità sono state molto frequenti, sia le sue personali che di laici da lui scelti per il lavoro di evangelizzazione. Moltissimi sono stati gli incontri organizzati con esperti chiamati dai quattro angoli del Brasile, formando i laici perchè potessero essere a loro vol-ta formatori nella parrocchia. Un’attività continua che lascia, certamente un segno indelebile, tanto che molti fedeli della parrocchia di Condeúba dicono che non sarà possibile avere un altro parroco così dinamico, che possa continuare le rea-lizzazioni che padre Giuliano ha offerto alla città e al muni-cipio. Per molti saranno indimenticabili anche le camminate per la pace, quelle della catechesi, le camminate ecologiche e le salite alla montagna di Condeúba conosciuta come morro da Feirinha, nome della comunità che si trova alla sua base. Infine, per alcuni – preti della diocesi e laici di Condeúba - sarà difficile dimenticare il grande dono di un viaggio in Italia offerto generosamente da padre Giuliano per far conoscere il Bel Paese. La comunità parrocchiale di Condeúba ha infine organizzato due serate con omaggi preparati, canti e poesie.

A tutti resta la certezza che il missionario un giorno arri-va e un altro riparte per una nuova missione; la tristezza del-la partenza cede il passo alla gioia dell’arrivo. La comunità aspetta il futuro parroco certamente con spirito di accoglien-za e ringraziamento nei confronti del vescovo che, sensibile alla situazione della parrocchia, nonostante le difficoltà per la mancanza di preti, ha promesso che manderà un sacerdote in breve.

Missionarie della Redenzione in Brasile

Verso le elezioni europee

Una bussola per L’Europa Editoriale comune di tutte le riviste missionarie

Parole di Vangelo

Discepoli-missionariNell’esortazione apo-

stolica Evangelli gaudium di papa Francesco, leggiamo: “In virtù del Battesimo ri-cevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr Mt 28,19). Ciascun battez-zato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione del-la sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazio-ne e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente re-cettivo delle loro azioni. La nuova evangelizza-zione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati. Questa convinzione si tra-sforma in un appello diret-to a ogni cristiano, perché nessuno rinunci al proprio impegno di evangelizza-zione, dal momento che, se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo, non può attendere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istruzioni. Ogni cristiano è missionario

nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missiona-ri”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari” Se non siamo convinti, guardiamo ai primi disce-poli, che immediatamente dopo aver conosciuto lo sguardo di Gesù, andava-no a proclamarlo pieni di gioia: «Abbiamo incontra-to il Messia)) (Gv 1,41). La samaritana, non appena terminato il suo dialogo con Gesù, divenne missio-naria, e molti samaritani credettero in Gesù «per la parola della donna» (Gv 4,39). Anche san Paolo, a partire dal suo incontro con Gesù Cristo, «subito annunciava che Gesù è il figlio di Dio» (At 9,20). E noi che cosa aspettiamo?” (n. 120).

Fatta questa importan-te premessa, ripercorriamo brevemente alcuni passi del Nuovo Testamento, per evidenziare come, pur nel comune impegno di annunciare il vange-lo, nella comunità ci sono sempre stati alcuni, che, per grazia di un carisma speciale o per un man-dato particolare, si sono

coinvolti maggiormente nella missione della chiesa nel proclamare il vangelo alle genti e sono diventati punti di riferimento. Gesù stesso, tra la folla dei suoi discepoli, ne scelse alcuni - quelli che lui volle - perché avessero un ruolo di guida all’interno della comunità cristiana nascente. I Do-dici sono innegabilmente il nucleo fondante della Chiesa. Quelli che Paolo chiama le colonne della Chiesa di Gerusalemme - Pietro, Giacomo e Gio-vanni - erano riconosciuti come persone di spicco, a partire dal loro più stretto legame a Cristo. Quando fu radunato il concilio di Gerusalemme, per affron-tare lo scabroso argomen-to della circoncisione, alla fine di quel confronto, per rendere edotte le comu-nità delle conclusioni di quell’importante raduno ecclesiale, “gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa de-cisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Barnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sua, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli” (cfr. Atti 15,22-27). Nella comunità di Antiochia, dove i credenti in Gesù

furono chiamati per la pri-ma volta cristiani, furono scelti Paolo e Barnaba, su ispirazione dello Spirito Sato, per la missione del-la quale erano destinati di annunciare cioè il Vange-lo alle genti, pur avendo sperimentato loro stessi, gli abitanti di Antiochia, la preziosità del passa parola da credenti senza speciali ruoli. …

Rimane comunque vero quanto scrive ancora papa Francesco nell’Evan-gelii Gaudium, quando af-ferma: “In ogni caso, tutti siamo chiamati a offrire agli altri la testimonianza esplici-ta dell’amore salvifico del Si-gnore, che al di là delle nostre imperfezioni ci offre la sua vi-cinanza, la sua Parola, la sua forza, e dà senso alla nostra vita. Il tuo cuore sa che la vita non è la stessa senza di Lui, dunque quello che hai scoper-to, quello che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza, quello è ciò che devi comunicare agli altri. La nostra imperfezione non dev’essere una scusa; al contrario, la missione è uno stimolo costante per non ada-giarsi nella mediocrità e per continuare a crescere” (EG n. 121).Giandomenico Tamiozzo

(da Noticum)

Centro Missionario Diocesano

Quale missione di fronte alle tragedie di questi giorni?

Le nostre parrocchie unite nella preghiera e fratellanzaIl dramma del MediterraneoLe stragi di migranti sulle rotte di morteCentinaia e naufraghi, decine di dispersi nel de-

serto. Che fare? Per evitare queste tragedie occorro-no permessi temporanei e biglietto pagato, afferma Mons. Mogavero, delegato dei Vescovi siciliani per le migrazioni. Inoltre occorre portare aiuti nei Paesi d0o-rigine.

In Nigeria il ricatto do Boko Haram, per le trecento giovani rapiteI fondamentalisti islamici chiedono uno scambio di

prigionieri. Preghiamo perché queste ragazze devono tornare ad essere libere, semplicemente e veramente libere. Devono poter tornare a sedere ai loro banchi di scuola senza minacce, né imposizioni.

Per il C.M.D.Don Silvio

Page 15: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

15la Settimanaradio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Ponte Radio - “Il Veneziano” un romanzo storico

Un ponte tra Rovigo e CiproAspettando il Festival Biblico

Alle porte del Festival Linea di Meta Di nuovo

on air

Polesine Coast to Coast

L’Università della voce

“Il Venezia-no” è un bellis-simo romanzo, ambientato tra Cipro e Rovigo edito da Alberto Brigo e scritto proprio da una autrice cipriota, Lina Ellina. Lo presentiamo al pubblico di Ra-dio Kolbe, nelle rubrica Ponte Radio che ha vi-sto come ospiti per que-sta puntata, l’assessore provinciale alle Pari Op-portunità e al Lavoro, Gu-glielmo Brusco, la giorna-lista che ha tradotto l’ope-ra dall’inglese all’italiano, Milena Furini e l’editrice Elena Brigo.

«Questo romanzo è nato un po’ per caso – ha detto l’assessore Gugliel-mo Brusco – perchè mi trovavo a Cipro ed ho in-contrato il Console di Ar-naka che si chiama Man-tovani di cognome, e che mi ha rivelato che la sua famiglia di origine viveva proprio in Polesine ed è emigrata nell’isola attor-no al 1680. Questa cosa l’ho raccontata a Lina El-lina, una donna manager che conosce sette lingue e scrittrice per passione, questa storia le è piaciuta ed ha ricavato da questo incontro casuale la voglia di scrivere una storia che vede sullo sfondo, Cipro, Rovigo e Venezia. Il tutto ha dato origine a questo romanzo piacevole e di cui io ricevo continua-mente attestazioni di gra-dimento Spero ci aiuti ad incrementare la nostra co-noscenza di Cipro e anche

del nostro Polesine che qui è descritto con pregi importanti». Milena Furi-ni nel corso della puntata ha letto alcuni brani del libro che nel 2012 è sta-to scelto per l’European Book Prize. Il Veneziano è l’intreccio di due storie, vissute in due secoli dif-ferenti, il XV ed il XXI se-colo e trova la sua sintesi nell’incontro dei destini di due componenti della stessa famiglia, gli Zanet-ti. Nel 1400 Marin, giova-ne commerciante di stoffe, lascia la laguna veneziana alla volta di Cipro, ignaro delle sorprese che l’iso-la gli riserva. Lorenzo, rinomato chef rodigino, compie lo stesso viaggio seicento anni dopo, spin-

to dal bisogno di chiarire il mistero legato ad un suo antenato. Sullo sfon-do le vicende politiche dell’epoca e le immagi-ni rievocate dalla penna dell’autrice, da Venezia al tempo della Serenissima, a Rovigo in epoca con-temporanea, alla splen-dida isola di Cipro con la sua affascinante storia e le sue contraddizioni. “Tra-sferirsi a Rovigo è stata una decisione consapevo-le… - si legge nel testo – Rovigo può stregarti con il suo stile di vita sereno da città di provincia”. Il li-bro si può ordinare diret-tamente presso l’Alberto Brigo Editore al numero: 3351487556 o mandan-do una mail all’indirizzo [email protected] e poi per chi è di Rovi-go è disponibile in tutte le librerie.

r. g.

Sopra da sinistra, Gugliel-mo Brusco, Elena Brigo e Milena Furini. Al centro Milena mentre legge un

brano dal libro

Si avvicina l’appunta-mento con il Festival Bi-blico, in programma dal 23 al 25 maggio. A conclu-sione della serie di punta-te intitolate “Aspettando il Festival biblico” che abbiamo realizzato in col-laborazione con gli amici dell’emittente evangelica rodigina “Radio Voce nel Deserto”, abbiamo avuto come ospiti in studio il coordinatore del Comita-to organizzatore del Fe-stival, Don Andrea Var-liero ed il Coordinatore degli eventi del Festival Fiorenzo Scaranello. Alla richiesta di Nazzareno e Luciana di fare il punto della situazione a pochi giorni di distanza don Andrea dice: «stiamo vivendo la sana tensione che caratterizza le atte-se di un grande evento. L’impianto organizzativo sta reggendo e devo rin-graziare le persone che si sono impegnate in questa splendida avventura.

Dobbiamo un grazie anche alle istituzioni che si sono state sensibili e at-tente alla nostra proposta, facendo di Rovigo una città alla pari con le altre». Scaranello ha ricordato come è nata l’idea del fe-stival: «era da un po’ di tempo che con gli ami-ci del Centro Culturale Edith Stein stavamo pen-sando alla opportunità di fare un evento di questo tipo, sulla base anche dei festival che già venivano organizzati in altre città: il

Festival della Letteratura a Mantova, il Festival del-la Filosofia di Modena, quello dell’Economia di Trento. Secondo appun-to questa nuova moda-lità di proporre i saperi oggi, una modalità che va incontro alle persone nei luoghi dove queste lavorano o dove vivono. Inizialmente puntavamo a qualcosa di nicchia, sul-la base anche delle espe-rienze che avevamo come centro culturale, si pensa-va ad un festival dedicato al rapporto tra religione e fede. Poi Don Claudio Gatti in un giorno caldis-simo del luglio 2013, fu il primo a lanciare la propo-sta di raccordarci con il Festival Biblico di Vicen-za che quest’anno celabra la decima edizione, visto anche il raccordo già esi-stente con l’Università cattolica del Sacro Cuore.

Abbiamo poi coinvol-to don Andrea, perché è giovane e poi è dotato di una intelligenza pastorale da valorizzare e da soste-nere. Ed infine anche per-ché è direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano».

r. g.

E’ ripreso l’appun-tamento settimanale “Linea di meta, la ru-brica dedicata a Rugby e condotta da Andrea Nalio. Ospite di questa settimana è stato Paolo Romagnolo, giornalista de Il Gazzettino di Ro-vigo. Con lui Andrea ha iniziato facendo il punto della situazione del Rugby Rovigo Delta, che si prepara a giocare i play off. «Adesso ci sarà la doppia sfida con Mo-gliano – ha detto Paolo – prima fuori casa e poi al Battaglini. Rovigo è arri-vata seconda nella rego-lar season con un largo margine sul terzo. Mo-gliano l’anno scorso ha strappato lo scudetto al Prato allenato da Frati e De Rossi e con molti gio-catori che oggi militano nel Rovigo. Saranno due derby regionali, Moglia-no – Rovigo e Viadana – Calvisano. Il Rovigo si è classificato molto presto. C’è stata un po’ di fles-sione nelle ultime parti-te ma d’altra parte c’era da aspettarselo perché quando sono venuti a Rovigo, hanno trovato una ambiente a terra e la stagione a detta degli stessi allenatori è stata improntata proprio per dare il massimo all’ini-zio della stagione.»

Sopra Paolo Roma-gnolo. La rubrica è in onda lunedì alle 21.30 e alle 22.15, martedì alle 11.00 e mercoledì alle 23.00

Ospiti questa set-timana a Polesine Coast to Coast sono i ragazzi della Voice University di Rovigo. Si tratta è una scuola di formazione vocale, punto di riferimento per tutti coloro che si vogliono approccia-re all’uso sano della voce sia a livello pro-fessionale che perso-nale. E’ possibile avere maggiori informa-zioni visitando il loro sito web: www.voiceuniversity.it op-pure visitando la loro pagina Facebook.

domenica 18 maggio 2014

La rubrica è in onda su Radio Kolbe il mar-tedì alle 17.05, il merco-ledì alle 10.00, il sabato alle 17.15, la domenica alle 22. Su Radio Voce nel Deserto (87.700 e 87.800 mhz) al mercole-dì alle 16 e alle 19.00E’ tornata a trovar-

ci a Radio Volontariato Elisabetta Amato, edu-catrice che collabora con l’associazione Pianeta Handicap nel progetto Gruppo Appartamen-to. Questa volta però ha portato con sé due dei giovani che stanno vi-vendo questa esperien-za in prima persona, Marika e Marcello. «Il gruppo appartamento – spiega Elisabetta – è un progetto che consen-te a persone con lievi disabilità di gestirsi in autonomia. Prima si svolgeva solo nel fine settimana men-tre adesso si svolge dal lunedì al venerdì. Marcello e Marika hanno descritto le at-tività che svolgono: «Mi dedico al teatro da dieci anni ormai – ha spiegato Marika – e sono reduce da una rappresentazione teatrale svoltasi al Teatro Studio di Rovi-go dal titolo “Pin Occhio”. La cosa che più mi piace fare in appartamento è lava-re i piatti”. Marcello invece di dedica alla pulizia dell’appartamento: “Passo l’aspi-rapolvere, lo strofinaccio, e poi da poco

tempo ho iniziato ad usare il computer”. In tutto a vivere nell’appartamento sono tre maschi e due femmine che sono as-sistiti da due educatori, Elisabetta e Giampaolo, due tirocinanti che studiano all’Università e tre volontarie: Valentina, Daria e Sara che ha assistito dalla regia alla registrazione della puntata.

Sopra da sinistra: Francesco, Marcello, Sara, Marika ed Elisabetta

La rubrica Radio Volontariato è in onda ogni lunedì alle 21.15, ogni giove-dì alle 18.20 e il venerdì alle 11.00.

In onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 ed il martedì alle 21.30

Radio Volontariato e Pianeta Handicap

Il Gruppo appartamento

Page 16: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

La gioia della propria vocazione

Pace e bene caris-simi lettori, ben ritrova-ti. Quando una perso-na comincia a rivedere a fondo la propria vita, entra in crisi; non può essere diversamente. Si accorge del molto che c’è da cambiare, della fragilità delle proprie forze, delle zone d’ombra. E spesso prende paura e vorrebbe tornare indietro. Anche il giovane Francesco attraversò questa fase. Fu la luce a fargli superare la crisi: - la luce viene dal Crocefisso, davanti al quale pregava; e la luce del Vangelo, paro-la sicura per ogni uomo, lo illuminò -. Sottraendosi al chiasso e alle baldorie della gente, Francesco supplica-va il Signore che gli mostrasse cosa dovesse fare. Spinto dall’impulso dello Spirito Santo, entrò nella Chiesetta di san Damiano e pregò fervidamente davanti all’im-magine del Crocifisso: “Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. E dammi fede retta, speranza certa e carità perfetta, sapienza e conoscenza. Signore, che io fac-cia la tua santa e verace volontà. Amen”. La vocazione, ogni vocazione, è dono gratuito di Dio, che comporta l’impegno a diventare ciò che si è chiamati a essere. Si tratta di scoprire sempre più che Gesù è l’unico tesoro, il vero bene, in modo che il cuore sia totalmente libero per Lui. Francesco afferma che per conformarsi a Cristo non occorre costruirsi un proprio ambito di sicurezza, una certezza umana, procurarsi mezzi confortevoli su cui contare, fosse pure nell’intendimento di meglio intraprendere e svolgere i doveri del proprio stato di vita. È interessante notare come il Signore abbia coin-volto Francesco a ripensare “alla sua voglia di libertà” nell’indicargli la strada di un’ambizione santa, proiet-tata sull’infinito: “Chi può essere più utile: il padrone o il servo?”,. fu la domanda che egli si senti risuonare nel

suo cuore. È come dire: perché accontentarsi di stare alle dipendenze degli uomini, quando esiste un Dio pronto ad accoglierci nella sua casa, al servizio regale? Francesco sente la voce di Cristo e sceglie di mettersi al servizio dei fratelli, soprattutto i più poveri. Toccato dalla grazia, gli apre il cuore sicché la grazia comincia a plasmare il nostro fratello, tanto da renderlo sempre più capace di fissare lo sguardo sul volto di Cristo e di ascoltarne la voce. Egli poteva realmente dire come san Paolo: “Per me vivere è Cristo. Infatti, come ebbe a dire papa Benedetto XVI: “Francesco si spogliò di tutto e scelse la povertà. Il motivo di tutto questo è Cristo e solo Cristo. Gesù è stato il suo tutto!”. Francesco, come vero imitatore e discepolo del Salvatore, vuole vivere secondo il Vangelo: “Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”(9,57). Queste parole indicano la povertà, la so-litudine del cuore, le difficoltà che è destinato a incon-trare chi ha scelto di non appartenersi, di non avere ap-poggi umani ma di confidare, per fede, nel Signore. Gli è di esempio la povertà di Gesù. Il padrone del mondo non ha posseduto una casa propria, ma nacque in una capanna e morì su una Croce. Egli, venendo al mondo, non trovò abito più degno della povertà. Come una spo-sa, la povertà segue fedelmente il Cristo durante tutta la sua vita e lo accompagna anche sul Golgota. Per questo Francesco sceglie la povertà come compagna della sua vita, la cerca con sollecitudine, l’accetta con amore. In Francesco la povertà diviene una forma di vita che gli permette di gustare la gioia di non avere nulla, per pos-sedere tutto con il suo Gesù Cristo. Il lieto e amoroso dono di sé, rende, il nostro Santo, come lo sposo che ha finalmente conquistato la sposa. Egli ci insegna che il cuore deve ancorarsi soltanto a Dio per cui si rendono indispensabili la spogliazione e la libertà del cuore, così da vivere come discepoli che rispondono senza riserve e senza esitazioni, appoggiandosi sulle parole di Colui che è fedele. Francesco con la sua vocazione, è il santo della povertà come pegno dell’eredità futura: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” ( MT 5,3) Solo in chi sente questa vocazione di povertà, Dio può donarsi, stabilire una dimora. Sforziamoci, dunque di vivere da poveri, con la grazia di Dio, per seguire, come Francesco, il Cristo povero, umile e crocefisso.

Oriana

16 la Settimana domenica 18 maggio 2014rubriche

In campagna

Solidarietà all’amico allevatore

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a

causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1

TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-Trecenta

ilGiovedìdalleore15alle17C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•

CASTELMASSA - 2°Mercoledìdi ognimesedalleore15alle17CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Pare che il meteo abbia mes-so giudizio. Dopo i disastri delle settimane scorse ci attendiamo la normalità come reclama la sta-gione più bella dell’anno con le lunghe e piacevoli giornate che maggio sa offrire.

L’amico coltivatore afferma: “ quando canta il cucco c’è da fare da per tutto … da un sole all’al-tro”, cioè dall’alba al tramonto.

Lasciamolo lavorare per spo-stare l’attenzione su cosa succe-de in giro per le varie contrade. In ambito europeo il Parlamento ha chiuso con gli ultimi atti in vista del suo rinnovo con le elezioni del 25 maggio p.v.

L’amico di prima sostiene che non ricorda mai una campagna elet-torale così fiacca e la giustifica con la crisi economica che coinvolge quella istituzionale.

L’Unione europea deve farsi an-cora strada per radicarsi nella cultu-ra dei popoli del Continente.

Ma non bisogna darsi pensiero più di tanto perché il progetto dei padri fondatori nella sua istituzio-ne a partire dal 1951 si è dimostrato vincente, ha retto alle sfide, intempe-

rie politiche, sociali ed economiche assicurando un periodo di pace e prosperità al vecchio continente non riscontrabile nella storia.

Segno evidente di come la “casa europea” sia stata costruita su solide fondazioni. Ora ci vorrà qualche re-stauro.

I 28 stati membri dell’Unione sono impegnati ad organizzare gli atti amministrativi relativi all’appli-cazione pratica della PAC per quan-to di loro competenza.

La nostra burocrazia è al lavoro e, secondo quanto riferito da fonti regionali, è a un buon punto per cui non dovrebbero insorgere ostacoli.

Ritorniamo in campo aperto, que-sta volta nella stalla dove fanno bella

mostra vitelloni da carne delle razze Limousin e Charolaise.

L’allevatore mi rileva la dif-ficoltà che sta attraversando il comparto della carne bovina a livello europeo, un settore por-tante della nostra economia. Il Copa-Cogeca (organizzazione che rappresenta tutti gli agri-coltori) afferma in una nota che “…dall’inizio dell’ anno, i prezzi delle carni bovine sono diminui-ti in media del 5 per cento”.

Pure le attese nel lungo periodo non sembrano incoraggianti in fat-to di consumi. Aumentano i costi di produzione in generale.

Va rilevato che gli allevatori eu-ropei rispettano norme igienico-sanitarie considerate le più severe al mondo, dove gli antibiotici e altre diavolerie nell’alimentazione sono bandite da decenni a garanzia della salute del consumatore.

Con l’amico di prima, diamo soli-darietà all’amico allevatore attestan-do la bontà della sua produzione con una gustosa costata ai ferri innaffiata da “…on goto de fliularo”.

Alla prossimaOrazio Cappellari

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dal 18 al 24 maggio 2014

Domenica 18 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovi-go; Comunale n. 4 Boara Polesine.Lunedì 19 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Martedì 20 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo - “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Mercoledì 21 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano.Giovedì 22 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine.Venerdì 23 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo.Sabato 24 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo; pomeriggio: Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.

Farmacie di turno

Comune di Rovigo

Informazioni dall’Ufficio TributiAGEVOLAZIONI SOCIALI TARI ANNO 2014: Con

deliberazione n. 10 del 15.04.2014, il Consiglio Comunale ha approvato le agevolazioni sociali sulla TARI (nuova tassa sui rifiuti) per l’anno 2014. Le domande potranno essere presentate all’ufficio tributi di viale Trieste n. 13 entro lunedì 30 giugno 2014, utilizzando l’allegato modulo di richiesta, disponibile anche sul sito internet del Comune www.comu-ne.rovigo.it – guida ai servizi – tributi – modulistica.

NUOVI ORARI SPORTELLO UTENTI TARI: Si in-formano i gentili utenti che lo sportello del servizio TIA-TARES-TARI (nuova tassa sui rifiuti) di Via Dante Alighieri n. 4 (presso la società Ecoambiente srl) si è trasferito nella nuova sede di Via della Resistenza n. 4 (quartiere San Borto-lo - dietro la chiesa) presso l’azienda AS2 srl, con i seguenti nuovi orari di apertura al pubblico e recapiti telefonici: lu-nedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 9 – 12,30; martedì e giovedì ore 15,15 – 17,30; telefono 0425/420191; fax 0425/420195; e-mail: [email protected]

NUOVA MODULISTICA TARI: Si avvisa che sul sito internet comunale www.comune.rovigo.it – guida ai servizi – tributi sono pubblicati i nuovi moduli di denuncia ai fini della tassa sui rifiuti (TARI), unitamente al Regolamento comunale di istituzione ed applicazione della nuova tassa, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 9 del 15.04.2014.

AGGIORNAMENTO REGOLAMENTO IMU: Si av-visa che con deliberazione del Consiglio Comunale n. 11 del 15.04.2014 è stato approvato il Regolamento di disciplina dell’imposta IMU, aggiornato con le nuove disposizioni in vigore dal 1° gennaio 2014; il testo è disponibile sul sito in-ternet comunale www.comune.rovigo.it – guida ai servizi – tributi – regolamenti.

DISTRIBUZIONE MODELLI 730/2014: Si ricorda che presso l’ufficio tributi di viale Trieste n. 13 e presso la porti-neria e l’ufficio URP di Piazza Vittorio Emanuele II sono in distribuzione i modelli 730/2014.

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

RovigoDuomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00.SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i catto-lici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato).Rovigo Commenda: Fe-stive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00.Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno saba-to ore 16.45).S. Pio X: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefe-stiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Fe-stiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30.S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Fe-riale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigura-zione: Festiva: 8.00 - Feria-le: 7.30.Ancelle della SS.ma Tri-nità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Page 17: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

17la Settimanadomenica 18 maggio 2014 cultura

Il secondo incontro del corso per volon-tari ospedalieri, sul tema “Aspirazioni e ricerca della felicità” è stato aperto dal presi-dente del CSV Remo Agnoletto (nella foto al centro), il quale ha evidenziato come il vi-vere frenetico non ci fa assaporare pienamente gli stati d’animo positi-vi che viviamo e come sia da evitare l’aggre-gazione alle scelte di massa che sono spesso fuorvianti, considerato che il meglio non sta sempre dalla parte dei più. Citando Epicuro, Agnoletto ha quindi raccomandato quanto importante sia coltiva-re amicizie e stringere salde e durature rela-zioni interpersonali e per questo ha lodato l’opera della San Vincenzo tesa a superare situazioni di disagio e sofferenza e l’im-pegno dei volontari accan-to a chi soffre in ospedali o case di riposo.

È quindi seguita la rela-zione, tenuta dalla psicolo-ga Silvia Donati (nella foto a lato), consacrata, del mo-vimento “I Ricostruttori”, gruppo che si è affermato in quanto molte persone, sempre più, cercano forme particolari di spiritualità, che ha come obbiettivo fon-damentale quello di diffon-dere la pratica della medita-zione attraverso un metodo cristiano radicato nella tra-dizione biblica: l’esicasmo, che ha per scopo la ricerca della pace interiore in unio-ne con Dio e in armonia con il creato perché, se si ha l’umiltà di abbandonarsi, nel raccoglimento interiore la Provvidenza da i lumi e le forze per muoversi con equilibrio nel mondo ester-no.

La relatrice ha esordito affermando che anche se non ce ne rendiamo conto, la ricerca della felicità è al centro di ogni nostra preoc-cupazione e di ogni nostra attività. La politica, l’econo-mia, la medicina, lo sport, la seduzione, la scienza, la religione.. sono tutti tentati-vi di portare un po’ più di felicità nella vita dell’indi-viduo e/o della collettività.

Possiamo compiere sforzi enormi per raggiungerla, fare sacrifici per essa, tutta-via non sappiamo con esat-tezza in cosa consista que-sto fine. L’uomo ricorre ad un enorme dispiegamento di mezzi per trovare la fe-licità, ma compie pochissi-mi sforzi per definire il suo obiettivo.

Il dizionario definisce la felicità come uno stato di completa soddisfazione, ma anche come “circostan-za favorevole, gioia, piace-re”. È in queste parole che si manifesta l’equivoco insito nel concetto di felicità, in cui essa viene assimilata e inte-sa in modo interscambiabi-le col concetto di piacere. In realtà la felicità e il piacere non sono la stessa cosa, altrimenti la sofferenza sa-rebbe sinonimo d’infelicità e quindi il povero, il malato non avrebbero diritto alla felicità. I recenti sviluppi delle scienze del comporta-mento, delle scienze cogni-tive e delle neuroscienze, ci dicono infatti che il piacere e la felicità hanno radici di-verse e portano frutti diver-si. Il piacere si basa su sen-sazioni ed emozioni, dipen-de da uno stimolo esterno e genera una tendenza alla ripetizione che porta assue-fazione allo stimolo stesso, con conseguente calo della quota di piacere associato. La felicità sembra invece

generarsi attraverso al-tri meccanismi.

Nella teoria psico-fisioanalitica di Henri Laborit, il piacere è una risposta prodotta dalle parti più primitive del nostro cervello, ovve-ro il rettiliano e il lim-bico, rispettivamente incaricati di garantire la sopravvivenza (sod-disfazione dei bisogni primari) e dell’istinto gregario (accettazione di sé da parte del clan). La felicità sarebbe inve-ce generata dal buon funzionamento della parte più evoluta del nostro cervello, ovvero la corteccia prefronta-le. Essa si occupa dello sviluppo della perso-nalità e della piena re-alizzazione personale di ognuno attraverso le specifiche qualità

(creatività, organizzazione, senso pratico, capacità di calcolo...).

A differenza dei due cervelli inferiori, questo si attiva in assenza di emozio-ni forti, ed è perciò aiutato dalla quiete e dal raccogli-mento. Favorisce e stimola un pensiero evoluto, rifles-sivo, elastico ed aperto a critiche e revisioni. Rende più fluida la comunicazio-ne e naturalmente genera un maggior stato di benes-sere globale.

Ciò che facilita il suo corretto funzionamento è la preghiera e tutti gli stati di concentrazione e racco-glimento ma anche mettere se stessi a disposizione del prossimo attraverso un ser-vizio generoso.

In altre parole, mentre la ricerca del piacere non dà la felicità e allontana dal piacere stesso, impegnarsi nell’utilizzo delle proprie potenzialità, mettendole al servizio di qualcosa di più grande, dona felicità e otti-mizza e aumenta notevol-mente l’accesso al piacere.

A seguire numerosi in-terventi hanno permesso ulteriori approfondimenti delle tematiche trattate con-siderate le risposte puntua-li, chiare della relatrice alla quale sono state esternate espressioni di apprezza-mento e gratitudine.

Giuseppe Amato

Pochi oggi ricordano, salvo i vecchi parrocchiani di Ca’ Emo, don Giuseppe Tinello, per tanti anni guida pastorale di quella comuni-tà. Così come pochi ricor-dano il prof. Don Giuseppe Tinello, docente di storia dell’arte del Liceo classico “Carlo Bocchi” negli anni quaranta del secolo scorso. Ma chi l’ha conosciuto ne ha conservato una memo-ria affettuosa per il carattere aperto, talora gioviale, sem-pre disponibile alla com-prensione pur tradotta in quel suo gergo un po’ rude e contadino. Così sapeva na-scondere una cultura solida certificata dagli studi severi all’Università di Padova, dove conseguì la laurea in lettere. Proprio risalendo a questi studi, la Biblioteca Comunale di Adria, gra-zie alla disponibilità del dr. Maurizio Tinello, pronipote di don Giuseppe e alla col-laborazione del Servizio Ar-chivio Generale di Ateneo dell’Università di Padova, è riuscita a recuperare la tesi di laurea di don Giuseppe composta nel lontano 1935

discutendo un tema quanto mai oggi attuale “Luigi Gro-to, il cieco d’Adria”. Si tratta di un percorso che assieme ai dati biografici essenziali fornisce notizie e valutazio-ni critiche sulle opere princi-pali del personaggio con al-cune intuizioni critiche che saranno più recentemente riprese da altri studiosi. Nato ad Adria il 17 settem-bre 1541, cieco subito dopo una settimana sviluppò una cultura vastissima espressa in ambiti diversi, dall’orato-ria, alla poesia (più di 1300 i suoi componimenti riaccolti nelle Rime), al teatro con le famose sue commedie, alle quali si ispirò certamente anche Shakespeare. Rag-giunse una fama vastissima tanto da essere considerato già nel 600 il massimo rap-presentante del Manierismo letterario rinascimentale. Morì a Venezia il 13 dicem-bre 1585 e fu poi sepolto nella chiesa Cattedrale di Adria. La Biblioteca Co-munale presenterà la tesi di don Tinello lunedì 19 mag-gio prossimo alle ore 17,30 nella Sala Cordella (Corso

Vittorio Emanuele II) con l’intervento introduttivo di Mara Bellettato, consigliere comunale per la cultura e la relazione di Antonio Lodo, già preside del Liceo Classi-co “Carlo Bocchi”.

Sabato 17 mag-gio alle 20:45, pres-so l’auditorium del Liceo Scientifico Pa-leocapa di Rovigo, il Coro della Joska, laboratorio musica-le d’istituto, atten-de le famiglie degli studenti, i docenti e il personale, nonché chiunque fosse in-teressato, per l’otta-va rassegna di fine anno scolastico.

Ospiti della se-rata saranno, due formazioni che si esibiranno dopo la Joska: il Coro Voci del Delta di Ta-glio di Po e il Delta Gospel Choir di Rovigo (nelle foto dall’alto).

Il Coro Voci del Delta è un coro maschile con un organico di circa 30 ele-menti, nato nel 1979 per iniziativa del maestro Egi Pregnolato. La formazione ispirata inizialmente dalle composizioni di De Mar-zi e Malatesta, si è presto distinta come interprete originale delle musiche e delle tradizioni del Basso Polesine, grazie alla creati-vità del primo maestro Egi

Pregnolato, che ha lasciato le redini del coro nel 2010 al direttore Marco Ruzza.

Il Delta Gospel Choir è invece una formazione a quattro voci miste, sor-ta a Rovigo nel 2004 con il nome di Delta Gospel Kim Choir, dal nome del suo primo maestro, Kim Hyun Gil. Il coro, composto da circa 30 membri, rappre-senta una realtà originale nel panorama culturale e

musicale rodigino. Attualmente diret-to da Barbara For-tin la loro proposta, sta nella capacità di raccogliere e fon-dere differenti tec-niche, esperienze musicali e culturali differenti, prove-nienti dalla musica corale, classica e pop in una grande cornice Gospel.

Il Coro della Joska è una forma-zione di studenti ed ex-studenti di età compresa tra i 14 e i 35 anni, tra le più giovani in Ita-lia a interpretare i brani e le musiche della tradizione popolare. Fonda-

ta nel 1994 e inizialmente ispirato, ad opera del prof. Claudio Garbato, al coro Monte Pasubio, ne è oggi una formazione del tutto emancipata sia per propo-sta sia per biografia. Dirette da 12 anni da Davide Dai-nese, ex corista, le 50 voci miste della Joska hanno alle spalle già tre tournée internazionali e due primi premi a concorsi per cori studenteschi.

Aperture straordinarie e visite guidate gratuite al Museo Grandi Fiumi e alla chiesa della Rotonda. Il Comune di Rovigo ade-risce alla “Notte Europea dei Musei”, in programma sabato 17 maggio, metten-do a disposizione due dei gioielli cittadini.

Museo dei Grandi Fiu-

mi - apertura straordinaria dalle 21 alle 23. Ore 21 vi-sita guidata animata con la partecipazione del gruppo di animatori “Latin Lo-vers”. Gratuità del bigliet-to e della visita guidata.

Tempio della Beata Vergine del Soccorso – apertura straordinaria dal-le 21 alle ore 23. Ore 21.30

e 22.30 visita guidata te-matica “Il ‘600 a Rovigo tra luci e ombre: i tenebrosi nel Tempio della Beata Vergine del Soccorso”.

Gratuità dell’ingresso e della visita guidata.

Si ricorda che il Museo dei Grandi Fiumi è presen-te in Facebook e in Tripad-visor.

Rovigo - Sabato 17 maggio

“Notte Europea dei Musei”Aperture straordinarie per il Museo Grandi Fiumi e la Rotonda

Rovigo - Auditorium del Liceo Scientifico Paleocapa

Coro della JoskaLaboratorio musicale d’istituto

Adria

In memoria di don Giuseppe Tinello2° Incontro del Corso per Volontari Ospedalieri

“Aspirazioni e ricerca della felicità”Relatrice la psicologa Silvia Donati

Page 18: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

18 la Settimana domenica 18 maggio 2014caritas

!! L’altra faccia della povertà Ma non c'è solo la povertà subita: c'è anche quella scelta, ma prima ancora ascoltata, che fa da paradigma della libertà e della fraternità non sovvertita. Che è la via del Vangelo e quella che ci ricorda oggi con forza Papa Francesco. I poveri sono lo specchio nel quale ci guardiamo e vediamo che siamo 're nudi' e dunque sono un luogo di verità. Ciò ci comunica una sapienza misteriosa attraverso di loro: “Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci. Oltre al partecipare al sensus fidei con le proprie sofferenze conoscono il Cristo sofferente. E' n e c e s s a r i o c he t u t t i c i l a s c i amo evangelizzare da loro” (EG 198). Le parole 'poveri' e 'povertà' compaiono ben 86 volte nella Evangelii Gaudium. Gesù dice “i poveri li avrete sempre con voi”, non per spingere alla rassegnazione fatalistica, ma come specchio rovesciato della nostra miseria che, se abbiamo il coraggio di guardare, ci restituisce la nostra libertà. I poveri sono il volto di Cristo, che ci interpella mettendo alla prova la nostra umanità. A noi rispondere come Caino o nel modo opposto.

Chiara Giaccardi

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PRIMO PIANO - Da Caritas aiuti e nuovo appello per fermare le stragi in Sudan e Sud Sudan!

Sudan e Sud S.: fermare le stragiIn Sud Sudan è in atto un nuovo, drammatico genocidio. Sotto gli occhi attoniti e inermi dell’Unione Africana, delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, si sta compiendo una strage di civili innocenti, vittime degli scontri tra Governo e milizie ribelli e d e l l e u c c i s i o n i m o t i v a t e dall’appartenenza etnica, realizzate

“casa per casa”. Donne e bambini sono t rasc inat i fuor i dal le loro capanne e dalle scuole, e uccisi. Le radio locali trasmettono messaggi di i n c i t a m e n t o a l l ’ o d i o e t n i c o , incoraggiando uccisioni e stupri di massa. Con l’inizio della stagione delle piogge, che impedisce gli s p o s t a m e n t i n e l P a e s e , e i

combattimenti tuttora in corso, si fa sempre più concreto il rischio della più grave carestia del continente africano. Continuano al contempo gli scontri nel la Repubbl ica del Sudan, in particolare nelle regioni del Darfur e dei Monti Nuba. Il 1 maggio aerei m i l i t a r i d i K h a r t o u m h a n n o bombardato l ’ospedale cat tol ico Mother of Mercy, che fornisce cure e assistenza a oltre 150.000 pazienti l’anno, in una regione fortemente colpi ta dalla guerra. I l Vescovo emerito di El Obeid ha lanciato un forte appello a “risparmiare le vite dei civili innocenti, che non hanno nulla a che fare con il conflitto. L’attacco ai pazienti ricoverati negli ospedali è una violazione dei basilari principi umanitari, e della sacralità della vita umana”. Caritas Italiana ha sempre rilanciato con forza gli appelli al dialogo ed è impegnata, insieme alla rete Caritas, nella risposta all’emergenza, offrendo sostegno ai profughi e agli sfollati e provvedendo a cibo, acqua e servizi essenziali in Sud Sudan, in Darfur e nei Monti Nuba. Negli ultimi anni Caritas Italiana ha sostenuto nella regione anche progetti di sviluppo agricolo e sicurezza alimentare, p romoz ione de i d i r i t t i , pace e riconciliazione, progetti sanitari e di educazione e progetti di assistenza all’infanzia. Solo nel 2013 sono stati realizzati interventi per circa 300.000 euro.

Caritas Italiana

Sono ragazzini e vorrebbero giocare a calcio. Vorrebbero partecipare ai tornei ufficiali in cui gareggiano molti loro coetanei. Ma devono rinunciare perché la legge del calcio lo vieta. Sono i tantissimi adolescenti tagliati fuori dalle competizioni della Figc (Federazione italiana gioco calcio) perché i loro genitori non hanno il permesso di soggiorno. Centinaia in tutta Italia, alcuni nati nel nostro Paese. Su questo punto le regole della Federcalcio sono chiare: i calciatori stranieri minorenni che richiedono il tesseramento per una società della Lega Nazionale Dilettanti, devono presentare “il certificato di residenza anagrafica attestante la residenza in Italia e il permesso di soggiorno che dovrà avere scadenza non anteriore al 31 gennaio dell’anno in cui termina la stagione sportiva per la quale il calciatore richiede il tesseramento”. Il permesso di soggiorno a cui si fa riferimento è quello dei genitori, visto che la regolarità in suolo italiano del minore straniero dipende dalla posizione giuridica della madre e del padre. Una norma che ricalca il regolamento internazionale della Fifa e che intende essere fedele a l le leggi s ta ta l i sull’immigrazione irregolare, ma che spesso finisce per condannare i bambini, tutti quei bambini che avrebbero diritto allo sport ma che non

possono giocare a causa

della situazione legale dei genitori. Una norma che è finita al centro del mirino di numerose società calcistiche, spesso costrette a rifiutare tesseramenti di adolescenti stranieri ma perfettamente integrati in Italia, e di varie associazioni tra cui l’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), la quale p a r l a e s p l i c i t a m e n t e d i “discriminazione”. Secondo Alberto Guariso dell’Asgi, “la Figc nega il diritto allo sport dei minori, v i o l a n d o l a C o n v e n z i o n e internazionale sui diritti del fanciullo, secondo la quale nessun minore può essere trattato diversamente in relazione allo status giuridico dei genitori”. Secondo Guariso “la Figc dovrebbe adeguarsi agli altri settori della società italiana come la scuola e la sanità, dove qualsiasi minore ha diritto allo studio e alle cure mediche, indipendentemente dalla regolarità dei genitori in territorio italiano”. Tanto più che, aggiunge Guariso, “i minorenni non possono essere espulsi dall’Italia in base all’articolo 19 del Testo Unico. Un paradosso – precisa l’avvocato – visto che il minore può restare in Italia ma contestualmente non può praticare sport”. Un principio su cui sostanzialmente si è espressa anche la magistratura. Nello specifico il tribunale di Lodi, che nel 2010 aveva accolto il ricorso presentato da un calciatore togolese richiedente

asilo in Italia. In questo caso la m a g i s t r a t u r a h a d i c h i a r a t o discriminatorie le norme della Figc che impongono ai cittadini stranieri che richiedono il tesseramento, il possesso di un permesso di soggiorno valido fino al termine della stagione sportiva corrente. Il tribunale di Lodi aveva tra l’altro affermato come il diritto alla pratica sportiva costituisca un diritto fondamentale perché attraverso di essa trova espressione la personalità dell'individuo e l'attività sportiva costituisce certamente uno strumento di integrazione sociale così come una possibilità di fonte di reddito e di accesso al lavoro. E proprio in base a questi principi, risulterebbero esclusi dai tornei ufficiali anche i minori non accompagnati, quelli cioè presenti in Italia senza genitori e non ancora adottati. Anche in questo caso, esiste una sentenza del tribunale di Pescara datata giugno 2011 che giudica discriminatorio il rifiuto del tesseramento a una società calcistica del minore straniero non accompagnato affidato in Italia. In questo caso si trattava di un minore senegalese in affido ad una coppia di italiani in attesa di regolarizzarsi.

Redattore Sociale

Calcio negato a i minori stranieri se i genitori non hanno il permesso

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➡ Centro di Ascolto ➡ Accompagnamento alla gestione del reddito

(Microcredito, Fondo di solidarietà, Antiusura, Prestito della speranza)

➡ Supporto alla ricerca del lavoro ➡ Ritiro e consegna mobili usati ➡ Docce e igiene personale ➡ Lavanderia ➡ Ambulatori

Diario • 19-21 maggio, Roma, Formazione permanente. • 20 maggio, Zelarino (VE), Delegazione direttori Caritas Veneto. • 21 maggio, Padova, Gruppo ristretto OsCar. • 21 maggio, Rovigo, incontro di chiusura annuale del progetto

“Adotta uno scolaro”.

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Page 19: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

Siamo ormai prossi-mi alla ennesima tornata elettorale.

Non si possono sottacere tantissimi altri elementi legati all’effica-cia all’efficienza della burocrazia e della pubblica amministrazione. La burocrazia dovrebbe essere mes-sa nei programmi elettorali come mission ideale. Una sorta di deca-logo dovrebbe caratterizzare ogni programma politico amministrativi si a locale che europeo. Ecco la proposta dove ognuno può attin-gere, se crede, secondo le proprie competenze. 1. Necessità di riorganizzazione territoriale degli enti locali (fusio-ne, unione, associazionismo dei comuni).2. Nuovo rapporto tra Regione ed Enti Locali e Stato anche a seguito della soppressione delle “provin-ce”; (rivisitazione e assegnazione delle competenze).3. Il tema della comunicazione e informazione (facilitare tutti gli enti la nascita dell’Ufficio Stampa, porta voce e pubbliche relazione favoren-do forme associative).4. Il processo di informatizzazione in atto (semplificazione e non tra-sposizione del cartaceo in softwa-re).5. Sburocratizzazione del linguag-gio (fine del burocratese).6. Maggior coinvolgimento degli enti territoriali nel processo di inte-grazione europea; (concreto utilizzo dei fondi europei con aiuto agli enti di piccole dimensioni per l’iter pro-cedurale).7. Valutazione della pubblica am-ministrazione e quindi premialità della dirigenza e della burocrazia in generale agganciata a strumenti di macro-economia.8. Diritto dell’Utente (customer satisfaction, clima organizzativo, time work, leadership, etc… e col-legamento delle percentuali fisse a parametri macroeconomici). 9. Nuova sussidiarietà orizzontale e verticale (con particolare attenzio-ne e riconsiderazione istituzionale dell’associazionismo).10. Eliminazione enti inutili (esi-stono doppioni che andrebbero eliminati ma con attenzione alla redistribuzione delle competenze fra enti).

Come intervenire?Vorrei tracciare un percorso

ideale partendo anzitutto dall’inter-no della p.a. cioè su come intrec-ciare il fondamentale rapporto tra gestione e amministrazione. Sul piano teorico questo passaggio è stato teorizzato da tutti gli studiosi di scienza dell’amministrazione. Già negli USA il Presidente Americano Woodrow Wislon (1856-1924) è intervenuto autorevolmente in tale proposito, affermando, infatti, che l’Amministrazione deve rimanere al di fuori della sfera Politica: “Le domande dell’amministrazione non sono le domande della politica…”. I politici sono incaricati di fissare

gli obiettivi per i dirigenti e non dovrebbero interferire con la loro attività.

Continuando nel mio ideale percorso, ho notato, poi, che la chiarezza dei ruoli è sempre porta-trice di “produttività” e di serenità. La responsabilità deve essere chia-ra e costituire la nuova immagine su cui si deve stampare la carta d’identità dell’operatore pubblico (sia esso amministratore che diri-gente o semplice dipendente). Un ulteriore conseguente aspetto è poi il rapporto con il cittadino. Una vol-ta chiarito il ruolo dell’operatore in-terno, il cittadino sa con chi rappor-tarsi e magari confrontarsi. Si tratta di una partecipazione sussidiaria unica, ma non utopistica, e va ri-condotta alle scelte che comunque vanno fatte dall’organo preposto sia locale sia centrale. In quest’ambito, importante è anche il linguaggio e la trasparenza. Pertanto analisi e sintesi delle proposte vanno fatte con strumenti chiari e leggibili. Si pensi quanto importante sia ren-dere accessibile a tutti la lettura di uno strumento urbanistico o di un bilancio ma anche di una semplice delibera. Questo è un esempio di partecipazione dal basso (che va nella logica della Costituzione e in particolare del titolo V). Il proces-so di informatizzazione, andrebbe rivisto; strumenti e metodi in atto, attraverso procedure di software, spesso complicano e comunque non agevolano l’operatore ma soprattutto non sempre comuni-cano con l’utente. A volte si tratta di trasposizione del cartaceo nei programmi e questo va nella dire-

zione opposta alla semplificazione. Mi sovviene la vecchia raccoman-data consegnata all’ufficio postale sempre efficace. Oggi se si sbaglia qualche inserimento di dati si ri-schia di essere esclusi, per esem-pio, da qualche concorso. In ogni caso dal processo informatico non si può prescindere ma va ordinato e semplificato.

Fondamentale è poi il rapporto trasversale con gli enti sovraordina-ti e/o comunque diversi e superiori per competenze e finanziamenti. Al-ludo all’intreccio, a volte si tratta di una vera e propria giungla, tra enti locali, Regioni, Stato ed Europa. Non si può trascurare, a riguardo, il rapporto di parità oltre che di “differenziazione, sussidiarietà, e adeguatezza “ (art 118 Costituzione sul quale andrebbe inserita anche la parità fra enti).

Per attuare questo sarebbe, per esempio, utile che gli Statuti dei co-muni, nell’ambito del nuovo titolo V che si andrà a modificare, avessero “forza di legge” nel rispetto della gerarchia delle fonti e di materia.

Per quanto attiene al delica-to aspetto della valutazione della burocrazia, soprattutto in questa fase di crisi, è imprescindibile agganciarsi anche a criteri macro-economici, poiché la pubblica amministrazione. non produce reddito. Inoltre, prima di valutare il dirigente, sarebbe equo valutare l’ente. Ovviamente se l’ente è inutile va soppresso. (Non mi dilungo sul tema, anche se sappiamo tutti che esistono enti che potrebbero essere ridimensionati e magari soppressi). Una piccola trasposizione dall’eco-

nomia reale dove l’azienda privata paga la produttività in base ai risultati eco-nomici conseguiti. Nella pubblica amministra-zione bisognerà pensare

dunque ad altri parametri, oltre agli obiettivi che la pubblica ammini-strazione assegna ai suoi dirigenti occorrerà individuare obiettivi per la pubblica amministrazione medesima. Servirà poi fare molta attenzione al conferimento degli in-carichi. Si tratta di una fase delicata che va ponderata . Ricordo questo perché, dopo l’euforia tutto il pub-blico è brutto e il privato è bello, mi sembra si siano messi nel cassetto anche aspetti di funzionalità che il processo normativo ha posto in essere.

Tutti i punti, del succitato de-calogo, meriterebbero un’attenta e appropriata analisi. Non è lo sco-po del mio contributo, che rimane quello di favorire un processo il più possibile adeguato e semplifi-cato. Non cito, infatti, la necessità di intervenire su fonti normative già collaudate (si pensi alla legge 241/90). Le leggi esistono e direi anche molteplici, ed è fisiologico intervenire con modifiche, comun-que queste sono pur sempre solo strumenti. Ciò che occorre cambia-re è la cultura e il modo di intendere la pubblica amministrazione.

Il tutto non può prescinde-re dalla partecipazione dal basso (solidarietà verticale) ma per fare questo è necessario che la demo-crazia sia uno strumento facile e comprensibile a tutti.

Su questi temi si giocherà il futuro di una pubblica ammini-strazione efficace ed efficiente che contribuirà a portare il nostro paese sulla scia dello sviluppo integrale e globale a favore dei cittadini.

Giovanni Dainese

19la Settimanadomenica 18 maggio 2014 rubricheVado Sicuro 2014

200 ragazzi a scuoladi sicurezza stradale

All’auditorium Paleocapa

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

“Una volta che avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo perché è là che siete stati ed è là che vorrete tornare”. É questa una delle più famose ci-tazioni di Leonardo da Vinci e come dargli torto? Se anche voi avete voglia di “spiccare il volo”, il posto giusto sono le Piccole Do-lomiti Lucane, costoni rocciosi erosi dagli agenti atmosferici, dai nomi fantasiosi come l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta. Con l’avvicinarsi dell’estate, “apre i battenti” il Volo dell’Angelo, in Basilicata.

Appesi ad un filo, protetti da un’imbra-catura e in tutta sicurezza, si è “lanciati” a forte velocità, lungo un carrello, che scorre lungo un cavo d’acciaio collegato alle due estremità opposte dei due borghi più belli di Italia Castelmezzano e Pietrapertosa. Il primo è stato, di recente, inserito da Lonely Planet Italia tra i “panorami top”: il paese - definito anche “città-natura” - è adagiato ad una parete di guglie e picchi. La leggenda vuole che il primo nucleo urbano sia sta-to fondato da Paolino, un pastore deciso a nascondersi tra le montagne per sfuggire alle frequenti incursioni saracene. La radice latina del nome, “Castrum”, ne indica pro-prio un luogo fortificato. Si scopre poi che la storia è legata ai Cavalieri Templari: tracce della loro presenza si riscontrano nella topo-nomastica delle strade e nello stesso stemma comunale che riproduce il sigillo dell’ordine del Tempio (due cavalieri, di cui uno moro, su un unico cavallo alla volta della prima Crociata.

Pietrapertosa (il nome deriva da una roccia forata, detta in dialetto “pertusa”) si caratterizza, invece per il suo quartiere ara-bo, detto “Arabata”, un susseguirsi di piccole case addossate alla parete rocciosa nella par-te più elevata del paese. Furono i Saraceni a stabilirsi qui per primi, intorno all’anno Mil-le, costruendo nella parte alta del paese una fortificazione, poi ampliata dai Normanni. Ancora visibili i resti del torrione e una scali-nata che conduce ad un belvedere su tutta la Valle del Basento.

Il “volo dell’angelo” è uno straordinario “viaggio” per sfiorare le nubi, sognare ad occhi aperti e guardare il mondo e la natura circostante dall’alto in basso, proprio come “gli angeli”. Un modo sorprendente per sen-

tirsi come uccelli, emulando il falco pellegri-no o il nibbio reale che da queste parti sono di casa. Si tratta dell’unico impianto italiano a moto inerziale e il più grande di Europa. Due le stazioni di “partenza e arrivo”, posi-zionate a diversa altitudine, rispettivamente di 118 e 130 metri.

La prima, detta di San Martino, parte da Pietrapertosa (la stazione di lancio è quasi nel cuore del paese, a metà della scalinata che porta al castello arabo-normanno e la quota di partenza supera i 1000 metri) e arri-va a Castelmezzano (quota di arrivo 859 mt) dopo aver percorso 1415 metri e raggiun-gendo una velocità massima di 110 Km/h.

La linea Paschiere, invece, permette di lanciarsi da Castelmezzano (il punto di partenza si raggiunge con una camminata di 20 minuti, in un ambiente selvaggio e in-contaminato; quota di partenza 1019 metri) e arriva a Pietrapertosa (quota di arrivo 888 metri), su una distanza di 1452 metri!

Si può volare da soli (gli avventurosi devono avere almeno 16 anni) per sentir-si come Icaro, realizzare una piccola follia o ricaricarsi con una bella dose di adrena-lina (uniche precauzioni: pesare dai 35 ai 130 chilogrammi e non soffrire di cuore). I più romantici possono volare in coppia, in parallelo perfettamente allineati, così da potersi guardare negli occhi, scambiarsi un bacio e, perché no, dichiararsi promesse di eternità, il cui eco si confonde con un legge-ro venticello. Per i bambini che si librano in aria insieme a mamma o papà l’età minima consentita è di 12 anni.

Info:www.volodellangelo.com

Alla scoperta delle piccole Dolomiti Lucane… volando

Anche quest’anno la Provincia di Rovigo promuove il programma per il rispetto delle regole sulla strada come nella vita. Sabato scorso, 200 ragazzi delle scuole rodigi-ne, dalle primarie alle superiori, hanno ascoltato esper-ti di sicurezza, rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine al auditorium del Liceo Paleocapa.

L’incontro coordinato dall’assessore provinciale alle politiche giovanili Leonardo Raito si è posto come obiet-tivo quello di offrire un’esperienza educativa intensa e forte, per la crescita personale dei giovani in qualità di cit-tadini consapevoli dell’importanza di determinati com-portamenti, sulla strada e non, come persone responsabili verso la vita e il suo valore. “L’obiettivo di questi incontri – ha spiegato l’assessore Leonardo Raito - è quello di offri-re ai ragazzi un momento di vera crescita, una esperienza da portare a casa come bagaglio di informazioni, ma so-prattutto di emozioni. Vogliamo cioè dare ai giovani qual-cosa che loro possono apprezzare e fare proprio, non solo parole, regole o ammonimenti. Ci siamo messi nei loro panni e abbiamo costruito un programma di interventi coinvolgenti e interessanti. L’esperienza degli anni scorsi ci ha insegnato che questa è la strada giusta per attirare l’attenzione dei ragazzi e per farli riflettere”. All’incontro con i ragazzi e il corpo docente sono intervenuti tra gli altri Paolo Marchioni, istruttore federale di guida sicura della Federazione motociclisti Italia, Alessandro Bozzolan ex pilota Porsche e Annaluce Santini, sorella di Riccardo, un ragazzo poco più che ventenne che tre anni fa ha su-bito un gravissimo incidente stradale, che ha sconvolto la sua vita e di tutti coloro che lo circondano. “L’incidente ha lasciato su Riccardo tracce indelebili - ha spiegato An-naluce Santin i- non sono qui per parlale di Riccardo. Ho accettato di intervenire perché credo che le morti e le in-validità provocati dagli incidenti stradali vadano in qual-siasi modo fermati. Una morte improvvisa e prematura – prosegue - è un’esperienza devastante. Come è deva-stante per i sopravvissuti la disabilità che spesso si ritro-vano ad affrontare come loro nuova condizione di vita! Lo è sia per chi la vive sulla propria pelle e sia che per chi lo circonda”.

Durante la mattinata i ragazzi hanno seguito con in-teresse gli interventi dei vari rappresentanti delle varie discipline sportive come Femi-Cz Rugby Rovigo Delta, la Federazione italiana rugby, Beng Volley Rovigo e di mo-tociclismo che unanimemente hanno lanciato il messag-gio che: “La pratica sportiva è disciplinata da regole ferree che tutti sono tenuti a rispettare con rigore”.

Vado Sicuro gode del sostegno di molti partner come ASM Set, Centro Commerciale La Fattoria, Rovigo Ban-ca, Italveneta Didattica e del settimanale della diocesi di Adria-Rovigo “La Settimana”. Main sponsor del concorso è Adriatic Lng.

s.f.

In una biblioteca ‘Car-lizzi’ riempita in ogni ordi-ne di posto, l’associazione culturale ‘Renzo Barbujani’ ha accolto Romana Bonven-to, che ha presentato la sua ultima opera ‘Emozioni e Parole’, un’intensa raccol-ta di poesie. Presentata da Giuliano Visentin e Roberta Fava, responsabili del labo-ratorio di scrittura creativa per la Barbujani, la scrittrice Bonvento ha letto ai presen-ti diverse poesie tratte dalla sua pubblicazione, spazian-do tra temi quali amore, rac-conti di vita, dialoghi con la propria anima. “Ho sempre scritto ciò che mi diceva il cuore – così Romana, nel presentare le sue poesie – e solo in un secondo tempo diverse persone mi hanno fatto capire che c’era mol-

to di personale nei miei scritti”. Visen-tin, oltre a ricordare la presenza della Bonvento al corso di scrittura, ne ha lodato le doti arti-stiche, così come Roberta Fava, che ha spiegato il si-gnificato nasco-sto degli scritti di Romana. Tanti gli applausi spontanei nati al termine di ogni lettura, a con-ferma delle intense emozio-ni che la scrittrice rodigina ha saputo raccontare con la sua penna delicata.

Mercoledì 14 maggio alle ore 16.30, sempre alla biblioteca ‘A. Carlizzi’ in via Corridoni, 40, nuovo ap-puntamento con “La ninna

nanna del Fuhrer” – musica e cultura nel Terzo Reich - di Francesco Toso presentata da Natalia Periotto e Giulia-no Visentin.

Per tutti gli incontri in programma, l’ingresso è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza.

Rovigo - Incontri con l’Autore

Romana Bonvento racconte le sue ‘Emozioni e Parole’ Quinto appuntamento della rassegna

Verso le elezioni

Il decalogo della buona amministrazione

Page 20: La Settimana n. 20 del 18 maggio 2014

messaggio redazionale

VenetoConciliazione con i tempi del lavoro, asili nido, “bonus”:così la Regione supporta le famiglie venete

a misura di famiglia

Una regione “a misura di famiglia”, dovepolitiche, servizi, alleanze pubblico-pri-vato sono finalizzati al sostegno della

famiglia nel suo ruolo sociale, educativo edeconomico. E’ l’obiettivo dell’assessorato aiServizi Sociali della Regione del Veneto, me-diante una politica integrata che intende pro-muovere il soggetto famiglia nelle sue

Audit Famiglia&Lavoro per aiutare le aziende nella conciliazione familiare

Prima in Italia (preceduta solo dalla Provinciaautonoma di Bolzano), la Regione del Venetonel 2011 ha stipulato con la Fondazione diFrancoforte Berufundfamilie GmbH un con-tratto di licenza d’uso del marchio europeoAudit Famiglia&lavoro. L’audit famigliaelavoro, da una parte valutale politiche di conciliazione già presenti inazienda, dall’altra propone modalità innova-tive di applicazione, anche mediante incen-tivi e servizi aggiuntivi. La finalitàdell’iniziativa promossa dall’assessorato aiServizi sociali è di promuovere e diffondereuna nuova cultura nel mondo del lavoro. Nel corso dell’Audit vengono analizzate e do-cumentate in modo sistematico le misure afavore della conciliabilità famiglia lavoro giàpresenti nell’impresa e alla luce del catalogodei criteri sono individuati gli strumenti, lemisure e i programmi possibili per un miglio-ramento ed un incremento di queste misure. Il catalogo dei criteri comprende i seguentiambiti di analisi: 1. orario di lavoro; 2. processi e organizza-zione del lavoro; 3. luogo di lavoro; 4. infor-mazione e comunicazione; 5. competenzadirigenziale; 6. sviluppo del personale; 7.componenti della retribuzione e fringe bene-fits; 8. servizi per la famiglia.

molteplici articolazioni e potenzialità.Conciliazione famiglia-lavoro, asili nido, con-tributi ad hoc, anche mediante percorsi inno-vativi, sono alcuni dei filoni tracciati in questocontesto, nell’ambitodi una valorizzazionedelle diverse funzioniche la famiglia as-solve nella società.La famiglia al centro,supportata e agevo-lata anche nella sferalavorativa, medianteil progetto Audit Fa-miglia e Lavoro: il progetto, avviato nel 2011(vedi box), prevede interventi nell’orario di la-voro e nell’organizzazione, favorendo e age-volando quelle aziende che adottano modalitàdi conciliazione.Fondamentale, in questo senso, l’ausilio degliasili nido il cui numero di posti disponibili ètriplicato dal 2000 al 2012: erano infatti 8813e oggi sono saliti a 28053. Un dato che sommaasili nido tradizionali (12.326 posti), nidi inte-grati (7602 posti), centri infanzia (3673 posti),micronidi (4375 posti) nidi aziendali (575posti). Il dato, confrontato con il numero deibambini da 0-2 anni, comporta una coperturadel 19,6%, con punte sopra la media regionalenelle province di Padova, Rovigo e Verona. E’una percentuale di copertura che pone la Re-gione del Veneto tra le prime posizioni a livello

nazionale nel campo dei servizi alla prima in-fanzia. Nella fascia d’età 3-6 anni grande rilievo vieneassunto dal servizio offerto dalle scuole pari-

tarie, dal momentoche due bambini su trein Veneto frequentanouna scuola dell’infan-zia paritaria: l’alleanzapubblico-privato trovaqui una delle sueespressioni più con-crete. A sostegno della fami-

glia non solo servizi, ma anche un supportoeconomico laddove si renda necessario. In par-ticolare l’assessorato ai Servizi Sociali ha isti-tuito un fondo per le famiglie con quattro opiù figli o con parti trigemellari. Il primo anno,nel 2011, il fondo ammontava a un milione dieuro ed erano arrivate 3883 richieste, di cuierano state soddisfatte 1355, mentre giàl’anno successivo (passando il fondo a 2,5 mi-lioni) le famiglie che hanno beneficiato delbonus sono salite a 3856 su 4803 domande.Oggi il bonus viene così ripartito: 900 euro perfamiglie con parti trigemellari, mentre per lefamiglie con quattro o più figli vengono desti-nati 125 euro per figlio. Nel 2013 è stato inoltreistituito un fondo per la concessione di prestitia favore di famiglie, con figli, in condizione didisagio economico a seguito di separazione.

Triplicati in dieci annii posti negli asili nido, che oggi

sono 28 mila: il Veneto è tra le prime regioni per percentuale

di posti disponibili rispetto alle domande

20 la Settimana domenica 18 maggio 2014


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