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La sindrome fibromialgica - nadirex.com · somatosensoriali che conduce ad alterazione del sistema...

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LA SINDROME FIBROMIALGICA Mariaeva Romano Reumatologia IRCCS Policlinico San Matteo 15 Aprile 2016
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LA SINDROME FIBROMIALGICA

Mariaeva Romano

Reumatologia

IRCCS Policlinico San Matteo

15 Aprile 2016

CHE COS’È LA FIBROMIALGIA?

Sindrome dolorosa complessa e

multidimensionale, classificata nell’ambito dei

reumatismi extra-articolari.

Manifestazioni principali:

dolore muscolo-scheletrico diffuso

astenia

disturbi del sonno

alterazioni cognitive

sintomi ancillari

EPIDEMIOLOGIA

La prevalenza della FM nella popolazione generale è compresa tra 0,1% e 3,3%, con una spiccata prevalenza nel sesso femminile (F:M=9:1) senza distinzioni di età.

Tra le patologie muscolo scheletriche, la prevalenza della FM è seconda solo all’osteoartrosi.

Wolfe F et al. Arthritis Rheum 1995

La fibromialgia è una patologia controversa,

la cui diagnosi è spesso misconosciuta

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI FM

1903, Sir William Gowers: dolore diffuso, stanchezza, disturbi del sonno.

Fibrosite legata a proliferazione ed infiammazione del tessuto fibroso

All’inizio degli anni 70 il reumatologo canadese Smythe, descrisse nel

dettaglio il dolore della fibrosite e la sua associazione con un livello

inusuale di stanchezza , astenia e rigidità articolare. Negli stessi anni lo

psichiatra Moldofsy descrisse alterazioni del sonno non REM in pz affetti

da fibrosite.

Nel 1976 Smythe e Moldofsky pubblicarono Two contribution to the

understanding of the “fibrositis” Syndrome in cui proposero il primo set

di criteri diagnostici. Con la riproduzione delle anomalie EEGgrafiche e

la descrizione di specifici punti dolorosi , i cosiddetti tender points la

fibrosite acquisto interesse e credibilità nella comunità scientifica

Nel 1977 il dottor Kahler Hench propose il termine fibromialgia per

descrivere un reumatismo non articolare

La FM è stata riconosciuta ufficialmente come patologia

dall’OMS solo nel 1990 e la attuale definizione è stata

formulata nel corso del II Congresso Mondiale sul dolore

miofasciale e fibromialgia nel 1992, la Dichiarazione di

Copenaghen Quintner J, et al “Fibromyalgia: the Copenaghen Declaration” Lancet 1992

Nel 1990 l’ACR (American College of Rheumatology) ha

formulato i primi criteri classificativi, che sono stati modificati

recentemente (2010). Wolfe F et al, Arthritis Rheum 1990

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI FM

QUADRO CLINICO: IL DOLORE

diffuso a tutto il corpo

continuo

ad intensità variabile con esacerbazioni periodiche

Lancinante

Pungente

Urente

Crampiforme

Dolore riferito principalmente a livello muscolare, talora a livello

articolare in assenza di segni di tumefazione

Circa il 40% dei pazienti lamenta crampi agli arti inferiori e

parestesie (EMG e ENG negativi)

Il dolore frequentemente si associa a rigidità (sensazione di

difficoltà nel movimento) che compare al mattino, dopo periodi di

inattività, ma spesso anche al termine dell’attività lavorativa.

Sintomatologia aggravata da freddo, umidità, eventi stressanti, fase

pre-mestruale, periodi di inattività o sovraccarico funzionale,

mentre il riposo, le condizioni di rilassamento e il calore sono

considerate di aiuto

Bellamy N, et al, J Rheumatol 2004

QUADRO CLINICO: IL DOLORE

Il 75-90% dei pazienti lamenta astenia e uno stato generale di affaticamento (fatigue)

Sensazione di sentirsi esausti già al risveglio a causa di una inadeguata qualità/quantità del sonno

Decondizionamento muscolare causato dall’inattività che peggiora ulteriormente il dolore

Astenia motivazionale nelle attività della vita quotidiana che spesso si associa ad uno stato depressivo Comprende sia la sfera fisica che emozionale

Vincent A et al, Arthritis Res Ther 2013

QUADRO CLINICO: L’ASTENIA

Il 75% dei pazienti con FM riferisce disturbi del sonno: insonnia

iniziale, tardiva e centrale, ipersonnia, risvegli frequenti, sonno

leggero con riposo diurno irregolare, sonno poco ristoratore o

ritmi di sonno caotici.

Gli studi di polisonnografia hanno mostrato la presenza di

alterazioni delle fasi profonde del sonno, fondamentali per la sua

funzione ristoratrice.

Maggiore frequenza di disordini del sonno come sindrome delle

apnee ostruttive notturne e restless legs syndrome.

La presenza di alterazioni del sonno correla con aumento del

dolore, della fatigue e della severità dei sintomi percepiti

Spaeth M,et al, Pract Res Clin Rheumatol 2011

QUADRO CLINICO: I DISTURBI DEL SONNO

Disturbi neuro cognitivi nel 70% dei pazienti

I. ridotta capacità di concentrazione

II. riduzione della memoria a breve termine

III. inabilità nel compiere più azione contemporaneamente.

I pazienti lamentano una sorta di confusione mentale, a volte

presentano dislessia, difficoltà nello scrivere, nel leggere e nel

compiere operazioni matematiche, non riescono a seguire un

discorso o a processare informazioni

QUADRO CLINICO: FIBRO-FOG

Ridotta performance ai test neurocognitivi

Studio RM: maggiore perdita di materia grigia rispetto ai controlli sani della stessa età

Disturbi non progressivi e

non associati a sviluppo

precoce di demenza

Howard M et al, Rheumatol Int 2015

QUADRO CLINICO: FIBRO-FOG

Sintomatologia depressiva legata al dolore cronico e alla sensazione di

essere considerati malati immaginari

Manifestazioni autonomiche e neuroendocrine: aritmie cardiache,

ipotensione ortostatica, fenomeno di Raynaud,instabilità vasomotorie,

sindrome “sicca” (secchezza degli occhi e della bocca), disturbi respiratori

aspecifici, formicolii, vertigini, nausea, dolore toracico, dolori addominali e

pelvici, minzione dolorosa e spasmi vescicali, alterazioni del gusto,

ipersensibilità al caldo/freddo, visione offuscata…

Nordhal HM et al, Ann Gen Psychiatrr 2007

QUADRO CLINICO:

altre manifestazioni

SINDROMI

DA SENSIBILIZZAZIONE CENTRALE

Yunus MB.et al, Semin Arthritis Rheum 2007

Disturbo della processazione degli stimoli

somatosensoriali che conduce ad alterazione del

sistema nocicettivo

La sensibilizzazione centrale è causata da un

aumento dell’eccitabilità dei neuroni del

sistema nervoso centrale (midollo spinale), cosicché

stimoli che di per sè avrebbero breve durata

vengono trasformati in stimoli continui.

LA SENSIBILIZZAZIONE CENTRALE

LA SENSIBILIZZAZIONE CENTRALE

La sensibilizzazione delle vie del dolore si manifesta con:

1. Allodinia - la soglia dolorifica si abbassa fino al punto che

stimoli normalmente non in grado di dare origine al dolore

lo inducono

2. Iperalgesia - aumentata risposta agli stimoli dolorosi, che

inducono un dolore superiore a quello evocato dallo stesso

stimolo in precedenza.

Il soggetto viene “sensitizzato” a stimoli che di solito non

causano dolore o lo suscitano in modo più intenso dell’atteso.

Cassisi G et al, Reumatismo 2014

ALTERATO METABOLISMO DEI

NEUROTRASMETTITORI

Alterazione dei neurotrasmettitori in grado

di favorire o inibire la comparsa del dolore Aumento dei neurotrasmettitori eccitatori (sostanza P e livelli di

glutammato nell’insula)

Aumentata concentrazione di SP nel liquido cerebrospinale nei pazienti

FMS rispetto ai controlli

Fluttuazioni dei livelli di SP in relazione ai sintomi dolorosi nella FMS

Bassi livelli di neurotrasmettitori inibitori (serotonina e noradrenalina) nelle

vie discendenti spinali antinocicettive ed evidenza ridotti livelli in sieri e nel

liquido cefalo-rachidiano in FM

Alterata attività analgesica endorfinica in zone cerebrali implicate nella

modulazione del dolore

Becker S et al, Pain Res Treat 2012

FATTORI SCATENANTI

Traumi fisici (colpo di frusta, interventi

chirurgici)

Traumi psichici (violenza, mobbing)

Stress (lutto, divorzio, cambio di lavoro)

Infezioni (Parvovirus, EBV, Malattia di Lyme)

Sindromi dolorose periferiche

Wolfe F et al, J Rheumatol 2014

L’intensità e la durata dell’impulso e quindi del dolore,

richiesti per determinare la sensitizzazione centrale nella FM

non sono noti

Esiste una predisposizione familiare: i principali geni

studiati sono quelli coinvolti del trasporto, attivazione e

reuptake dei principali neurotrasmettitori (gene del trasporto

della serotonina, gene del recettore della dopamina)

Di conseguenza, ciò che costituisce un evento innocuo per la

maggior parte della popolazione, determina lo sviluppo della

FM nel 2-4 % degli individui Ablin JN, et al, Nat Clin Pract Rheumatol 2006

FATTORI SCATENANTI

RISPOSTA ALLO STRESS:

ASSE IPOTALAMO-IPOFISI-SURRENE

Esordio ed acuzie di FM spesso correlate con

momenti di stress

Eccessiva secrezione di ACTH in risposta a

stress fisiologici (ipoglicemia, esercizio fisico) ,

non associato ad un adeguato aumento del

cortisolo

Perdita del normale ritmo circadiano del

cortisolo (elevate concentrazioni serotine):

ridotta risposta allo stress

Di Franco M et al, Ann NY Acad Sci 2010

RISPOSTA ALLO STRESS:

SISTEMA NERVOSO AUTONOMO

Studi condotti analizzando la variabilità della

frequenza cardiaca: sistema nervoso simpatico

persistentemente iperattivo, ma iporeattivo allo

stress (desensibilizzazione e downregolazione dei

recettori beta adrenergici)

L’iperattività simpatica può spiegare l’incapacità di

rispondere agli stressors e alcuni sintomi, mediati

dalle catecolamine (disturbi del sonno, ansia,

sindrome sicca, raynaud, irritabilità intestinale)

Iperattività simpatica come attivatore dei

nocicettori

Di Franco M,, NY Acad Sci 2010

CITOCHINE

Similitudine fra i sintomi del “sickness behaviour”e

della FM

Citochine come molecole di comunicazione tra il

sistema immunitario e il sistema nervoso

Nel siero di pazienti con FM aumentati livelli di

citochine proinfiammatorie TNFα, IL-1, IL-8

coinvolte nella regolazione del HPA e del SNA

Effetti neuropsichiatrici del TNF: fatigue e anoressia

Ridotta produzione di serotonina

Bazzichi L. et al Clin Exp Rheumatol.2007

ALTERAZIONI MUSCOLARI

Alterazione del numero e della forma dei mitocondri e ridotta attività degli enzimi della catena respiratoria: ridotta resistenza alla fatica

Disfunzione mitocondriale si associa ad attivazione dell’inflammasoma, con produzione di citochine pro-infiammatorie (TNF alfa, IL beta) che correlano positivamente con il dolore

Anomalie del microcircolo capillare identificato alla biopsia muscolare: ipossia localizzata che determina ridotto flusso di ossigeno, particolarmente durante lo sforzo fisico , e quindi dolore

Le Goff P et al, Joint Bone Spine 2006

Componente nervosa periferica nel dolore della FM

“Small fiber neuropathy” coinvolge le fibre A delta, mielinizzate, e le fibre C non mielinizzate, che innervano la cute e i muscoli involontari

Responsabili del dolore, della termocezione e delle funzione autonomiche

Danneggiamento o riduzione delle fibre somatiche: dolore, bruciore, formicolio, intorpidimento che coinvolge gli arti

Danneggiamento fibre autonomiche: xeroftalmia/xerostomia, incontinenza urinaria, disfunzioni sessuali, alterazioni sudorazioni, alterazioni cute

ENG/EMG nella norma, a meno di coinvolgimento delle grosse fibre

Caro XJ et al, Curr Pain Headache Rep 2015

SMALL FIBER NEUROPATHY

Punch biopsy: densità delle fibre nervose a livello della

giunzione dermo-epidermica (ENFD). Riduzione < 5°

percentile dei valori misurati in controlli sani è patologica

Evidenza di ridotta ENFD in pazienti fibromialgici

Caro XJ et al, Arthritis Rheumatol 2014

SMALL FIBER NEUROPATHY

MODELLO PATOFISIOLOGICO

Lawson K. Neuropsychiatr Dis Treat. 2008

CRITERI ACR 1990

1. Dolore diffuso (metà dx e sx del corpo,

sopra e sotto il punto vita, scheletro assiale)

presente da almeno 3 mesi

2. Dolore evocato alla palpazione di 11 su 18

Tender Points (pressione < 4Kg/cm2)

Escludere altre patologie che potrebbero

giustificare i sintomi

Wolfe F et Al, Arthritis Rheum 1990

TENDER POINTS

CERVICALE: bilaterale, al versante

anteriore degli spazi

intertrasvesari C5-C7

SECONDA COSTA: bilaterale, al lato della

2^giunzione costo-condrale,

sul margine superiore della

costa

EPICONDILO

LATERALE: bilaterale,situato a 2 cm

distalmente all’epicondilo

GINOCCHIO: bilaterale, in corispondenza

del cuscinetto adiposo

mediale del ginocchio

prossimalmente alla rima

articolare

OCCIPITALE: bilaterale, all’inserzione del

muscolo suboccipitale

TRAPEZIO: bilaterale, al punto mediano

del amrgine superioredel

muscolo

SOVRASPINATO: bilaterale, all’origine del

muscolo sovraspinato, al di

sopra della spina scapolare

GLUTEO: bilaterale,nel quadrante

supero esterno della natica

GRANDE

TROCANTERE: bilaterale, posteriormente alla

prominenza trocanterica

LIMITI DEI CRITERI ACR 1990

Conta dei TP non standardizzata, spesso

influenzata dal rapporto medico –pz e da

altre patologie muscolo-scheletriche

La valutazione del dolore e dei TP non

permette di valutare altri sintomi chiave

della FM, quali l’astenia e i disturbi del sonno

CRITERI ACR 2010 Un paziente soddisfa i criteri classificativi per la fibromialgia se

risponde alle 3 condizioni seguenti:

1. Indice per il dolore diffuso (WPI) > o uguale a 7 e

punteggio scala severità sintomi (SS) > o uguale a 5 oppure

WPI 3-6 e SS > o uguale a 9.

2. Sintomi presenti con la stessa intensità da almeno 3 mesi

3. Il paziente non ha un’altra patologia che potrebbe spiegare

il dolore

Wolfe F et al, J Rheumatol 2011

WIDESPREAD PAIN INDEX -WPI

Mascella dx

Mascella sx

Collo

Torace

Addome

Braccio dx

Braccio sx

Avambraccio dx

Avambraccio sx

Coscia dx

Coscia dx

Gamba dx

Gamba sx

Cingolo scapolare di dx

Cingolo scapolare di sx

Parte superiore della

schiena

Parte inferiore della

schiena

Gluteo dx

Gluteo sx

Nessuna delle aree

precedenti

WPI: il numero delle aree in cui il paziente ha avuto dolore nell’ultima settimana

(punteggio 0-19):

SCALA SEVERITÀ DEI SINTOMI (SS)

Valutazione Severità dei Sintomi dei seguenti items:

Astenia

Sonno poco ristoratore

Disturbi cognitivi

Indicare per ognuno dei 3 sintomi il grado di severità

nell’ultima settimana (punteggio 0-12)

0 – nessun problema

1 – problemi lievi-moderati, generalmente intermittenti

2 – problemi moderati, considerevoli, spessi presenti

3 – problemi severi, penetranti, continui, che compromettono la vita

Aggiungere il numero dei disturbi presenti negli ultimi 6 mesi:

MAL DI TESTA, DOLORI ADDOMINALI, DEPRESSIONE

La diagnosi di FM è esclusivamente clinica

tuttavia…

In caso di debolezza muscolare e/o di alterazioni

neurologiche all'esame obiettivo potrebbe risultare

utile uno studio della conduzione nervosa.

RX ossa per escludere alterazioni morfostrutturali

DIAGNOSI

emocromo, VES, PCR, funzionalità

epatica e renale,TSH, CPK

ANA, ENA anticorpi anti CCP o fattore

reumatoide se la clinica suggerisce la

presenza di

una artrite cronica e/o una connettivite

sistemica)

Artrosi polidistrettuale

Polimialgia reumatica

Artrite reumatoide e spondiloartriti sieronegative

Connettiviti (lupus eritematoso sistemico,

sindrome di Sjogren, polidermatomiositi)

Ipotiroidismo

Miopatie

Infezioni croniche (HBV, HCV, HIV ecc)

Neoplasie

Disturbi psichiatrici (es disturbo algico) Russel IJ et al, CNS Specrt 2008

DIAGNOSI DIFFERENZIALE

FIBROMIALGIA SECONDARIA

CONNETTIVITI Lupus Eritematoso Sistemico (30%)

Sindrome di Sjogren (50%)

ARTRITI INFIAMMATORIE Artrite reumatoide (25%)

Spondiloentesoartriti (14%)

MALATTIE ENDOCRINOLOGICHE Tiroidite autoimmune (20%)

Atzeni F. et al, Best Pract Res Clin Rheumatol 2011

TERAPIA

Terapia farmacologica

Antidepressivi

Antiepilettici

Analgesici

Miorilassanti

Terapia non farmacologica

Esercizio aerobico

Terapia cognitivo –

comportamentale

Balneoterapia

Agopuntura

APPROCCIO MULTIMODALE E PERSONALIZZATO

Carville SF et al, Ann Rheum Dis 2008

OBIETTIVI DELLA TERAPIA

ASPETTI SOMATICI (dolore:

esordio,localizzazione, tipo,durata,fatigue…)

ASPETTI EMOZIONALI ( disturbi dell’umore,

stato di ansia)

AMBIENTE (contesto sociale, relazioni del

paziente)

ASPETTI COGNITIVI (strategie di coping,

credenze riguardo al dolore)

LINEE GUIDA EULAR

Carville. SF et al, Ann Rheum Dis 2008

ANTIDEPRESSIVI

Ripristinano adeguati livelli di neurotrasmettitori (5 HT e NE)

Modulano espressione recettoriale a livello ipotalamico, normalizzando

iperattività dell’asse HPA e SNA

Modulano attività proinfiammatoria delle citochine

Inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradranalina-SNRI (duloxetina,

venlafaxina, milnacipram)

Inibitori della ricaptazione della serotonina-SSRI (fluoxetina, paroxetina, sertralina,

citalopram)

Antidepressivi triciclici- TCAs (amitriptilina, trazodone)

Uceyler N et al, Arthritis Rheum 2008

ANTIEPILETTICI

Pregabalin, Gabapentin: bloccano la subunità alfa2delta dei canali

del calcio

Limitano l’eccitabilità neuronale

Riducono il rilascio di alcuni neutrotrasmettitori (tra cui la

sostanza P e il glutammato) e potenziano rilascio di GABA

Miglioramento sul dolore cronico

Riduzione di allodinia e iperalgesia

Miglioramento sulla qualità del sonno

Bhusal S et al, Clinical Drug Healthc Patient Saf 2016

Non indicazione all’utilizzo di FANS

Paracetamolo se vi è evidenza di una fonte di dolore periferico (per esempio osteoartrosi)

Oppiodi: risultati contrastanti e scarsa efficacia. In uno studio (Harris et al J Neuroscience 2007) pazienti FM hanno ridotta concentrazione dei recettori mu per gli oppioidi

Tramadolo - Agonista debole del recettore mu degli oppioidi e ha una debole azione come inibitore del reuptake della serotinina e noradrenalina

Migliora la sintomatologia dolorosa

Russell IJ et al, J Clin Rheumatol 2000

ANALGESICI

Non indicazione a FANS, steroidi, oppiodi

forti

Negli USA la Food and Drugs Administration

ha approvato l’uso di duloxetina, pregabalin e

milnacipram nella FM

In Europa l’European Medicines Agency non

ha approvato nessun farmaco

TERAPIA

TERAPIA NON FARMACOLOGICA Esercizio Fisico

Terapia Cognitivo Comportamentale

Educazione del paziente e self-management

Terapie di combinazione

Strength training

Agopuntura

Ipnoterapia

Balneoterapia

Stimolazione Elettrica Transcraniale

Chiropratica

Massoterapia

Ultrasonografia

Hasset L et al, Best pract Reserch Clin Rheumatol 2011

Nuove terapie

Yoga,Tai-Chi, Danza del Ventre

ESERCIZIO FISICO

o L’attività motoria di tipo aerobico riduce la

sintomatologia dolorosa, migliora le performance fisiche

o Migliora il tono dell’umore e del benessere soggettivo

favorendo il rilascio di endorfine

o Interrompe il circolo vizioso inattività-dolore-inattività

o Eseguito quotidianamente, iniziando con 10 minuti di

allenamento fino a 30 minuti nell’arco di 6 settimane

CONFERMA DELLA DIAGNOSI

Conferma dei criteri ACR 2010

Individuare i sintomi associati e /o le comorbidità

Lavorare in team (reumatologo, gastroenterologo,

ginecologo, neurologo…)

TAKE HOME MESSAGE 1

EDUCARE IL PAZIENTE ALLA MALATTIA E ALLE

STRATEGIE TERAPEUTICHE DISPONIBILI

TAKE HOME MESSAGE 2

TERAPIA FARMACOLOGICA individualizzata in base al sintomo maggiormente invalidante

per il paziente

Per ogni farmaco iniziare dal dosaggio più basso e titolarlo

lentamente per evitare effetti collaterali: start low, go slow

Terapia di combinazione

TERAPIA NON FARMACOLOGICA ED EVENTUALI

TERAPIE COMPLEMENTARI

TAKE HOME MESSAGE 3

GRAZIE PER L’ATTENZIONE


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