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La società informazionale, quale lavoro

Date post: 15-Dec-2014
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Presentazione di Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca
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La società informazionale, quale La società informazionale, quale lavoro lavoro Paolo Ferri Paolo Ferri Università degli Studi Milano Bicocca Università degli Studi Milano Bicocca www.unimib.it www.unimib.it www.paoloferri.net www.paoloferri.net [email protected] [email protected] 1. Le trasformazioni economiche 2. Le trasformazioni sociali e culturali 3. Le trasformazioni del mercato della formazione
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Page 1: La società informazionale, quale lavoro

La società informazionale, quale lavoroLa società informazionale, quale lavoro

Paolo FerriPaolo FerriUniversità degli Studi Milano BicoccaUniversità degli Studi Milano Bicocca

www.unimib.itwww.unimib.it

www.paoloferri.netwww.paoloferri.net

[email protected]@unimib.it

1. Le trasformazioni economiche2. Le trasformazioni sociali e culturali3. Le trasformazioni del mercato della formazione

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Il circuito dell’editoria mass nell’età dei mass media

• Il contesto della comunicazione è nazionale e fortemente condizionato dalla lingua

Autori/Istituzioni cultullturalidi validazione/Sistema Universitario

Editoria libraria, Quotidiani, Periodici, Radio, Televisione

fruitori

fruitori

fruitori

fruitori

CENTRO

PERIFERIA

UNO

MOLTI

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Convergenza divergenza Convergenza divergenza digitaledigitale

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La rivoluzione La rivoluzione digitaledigitale

- - che cos’è?che cos’è?- dati sulla rivoluzione digitale- dati sulla rivoluzione digitale

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1. La rivoluzione 1. La rivoluzione digitaledigitale

• La "rivoluzione digitale" , secondo Negroponte si fonda su tre cardini fondamentali:

• 1) digitalizzazione• 2) diffusione di Internet e delle reti

telematiche• 3) trasformazione economica e

sociale

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Rivoluzione Digitale Rivoluzione Digitale

1. Digitalizzazione1. Digitalizzazione

• a ) La progressiva e globale digitalizzazione e convergenza digitale di tutte le informazioni

– un’unica piattaforma digitale che possa veicolare la totalità dei media (musica, immagini, testi, comunicazioni telefoniche, radiofoniche e televisive) all'interno di un unico vettore digitale.

• b) Computer sempre più potenti e veloci

– - ogni 5 anni X10 velocità e prestazioni /10 i costi– - oggi: 200.000.000 di computer nel mondo – - nel 2002 500.000.000

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Rivoluzione digitaleRivoluzione digitale

2. Internet e reti 2. Internet e reti telematichetelematiche

• La realizzazione di reti di comunicazione che mettano in connessione individui e istituzioni– comunicazione a rete e bidirezionale

– interattività

– bassi costi di alfabetizzazione/ gestione

– elevato ritorno in termini di comunità

– Internet è solo l'inizio: bassa velocità trasmissione dati

– Internet 2 che dovrebbe moltiplicare per 1000 la possibilità di trasmissione dati attuale: reale interattività multimediale

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Rivoluzione digitaleRivoluzione digitale

3. Rivoluzione sociale3. Rivoluzione sociale• la trasformazione tecnologica è

accompagnata da una trasformazione economica e sociale

– da società della produzione a società dell’informazione

– da società verticale a società a rete– da società dei mass media a società dei

personal media

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2. La “New economy”: 2. La “New economy”: l’età dell’accessol’età dell’accesso

- che cos’è - che cos’è - gli interpreti e le tendenze- gli interpreti e le tendenze

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La New economyLa New economy Le premesseLe premesse

• a) accelerazione del progresso tecnologico:

– raddoppio di potenza in milioni di istruzioni per secondo - MIPS - e dimezzamento del prezzo ogni 18 mesi

• b) esplosione delle connessioni nel cyber-spazio

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La New economyLa New economy I fondamenti I fondamenti

• 1. L'economia nei suoi settori di punta tende a passare dalla legge della scarsità alla legge della molteplicità. – non un bene vale di più quanto più è raro – ma un bene vale di più tanto più è diffuso e

quanti più servizi veicola– il valore si misura in accesso a servizi

(Rifkin)– il valore è nel servizio: il bene può anche

essere distribuito gratuitamente

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2. 2. La New economyLa New economy Le conseguenzeLe conseguenze

J. Rifkin: dal tradizionale concetto di concorrenza tra imprese alla costruzione di reti di produttori per la creazione interdipendente del valore

non più produttori e acquirenti di beni ma fornitori (server) e utenti (client) di servizi

obsolescenza del concetto di proprietà dei beni: leasing, serivizi in abbonamento al posto dell’acquisto materiale

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La New economyLa New economy

I fondamenti I fondamenti

• 2. Jeremy Rifkin solo la fase preliminare dei cambiamenti in corso: da Bit a atomi

– il cambiamento in corso investirà cioè anche il campo dei beni materiali

– applicazione dell’informatica alle biotecnologie, ingegneria genetica: fase successiva del processo

– Circa 6.000.000.000 di chip negli oggetti di tutti i giorni

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La New economyLa New economy I fondamentiI fondamenti

• 3. società, imprese e organizzazioni a rete e non più piramidali

– da società della produzione di beni materiali a società dell’informazione o dell’accesso, cioè società del capitalismo culturale

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La New economyLa New economy

Le conseguenze Le conseguenze • 1. La nuova economia server – client (fornitore

– utente) un potrà offrire un numero elevato di servizi per l'utente finale correlati anche a “vecchi” prodotti (auto e grande distribuzione)

• 2. riduzione del lavoro necessario (per operatori e per utenti) in migliaia di punti di transazione: – reti di vendita– negozi al dettaglio– sportelli bancari– pompe di benzina

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La New economy La New economy

Le conseguenzeLe conseguenze

• 3. settori strategici coinvolti: la logistica– logistica del denaro– logistica delle informazioni– logistica delle merci

• 4. creazione di nuovo lavoro nei seguenti settori:– ricerca e formazione – marketing (con funzione di mediazione

culturale verso il mercato) – servizi alla persona (sociali o di mercato)– nuove tecnologie

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La New economyLa New economy Le conseguenzeLe conseguenze

• 5. nuova classe dei “Knowledge workers” – sempre più importanti coloro che producono, diffondono,

divulgano sapere e informazione– società dell’accesso– capitalismo culturale– l’esperienza si trasforma in merce e viceversa

• 6. fine delle politiche nazionali nel campo del lavoro e dell’economia

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La New economyLa New economy

Le interpretazioniLe interpretazioni

• 1. pessimisti: fine del lavoro. – Pochi privilegiati; molti sotto occupati

• 2. ottimisti: free friction capitalism– tecnologia = sviluppo per tutti

• 3. realisti: problemi e opportunità

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1980 1990 2000 2010

Hardaware

Software

NetworkingBanda Larga

Contenuti

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Main frameMain frame• A partire dagli anni sessanta e settanta,

la creazione del valore nel settore Hi-tech è stata guidata dalle case produttrici di Hardware, come dimostrava ad esempio la posizione leader di IBM nel settore.

• Era l’epoca pionieristica dei “grandi calcolatori” ai quali vengono connessi decine di “terminali stupidi” (i main frame. Univac, Cray, IBM), e solo a partire dalla fine degli anni settanta, cominciarono a comparire prima sul mercato i primi personal computer.

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Personal ComputerPersonal Computer• Quando Steve Jobs and Steve Wozniak

fondano, intenzionalmente il primo di aprile (Foll’s day) del 1976, la Apple Computer Company, per commercializzare il primo “personal computer” (l’Apple 1).

• Dinisce l’era dei main frame e si apre l’Hyper cycle del personal computer che chiude la sua fase propulsiva ed entra nel suo plateau of productivity intorno ai primi anni ottanta.

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SoftwareSoftware• Per questo, tra negli anni ottanta fini alla metà

degli anni novanta, mentre i personal computer si diffondono in tutto mondo, il testimone dell’innovazione e della creazione del valore passa progressivamente alle aziende che “producono”, o meglio scrivono, righe immateriali di software

• In particolare sistemi operativi e prodotti per l’office automation, sono gli anni dell’ascesa dei “cavalieri digitali” del software, Bill Gates tra tutti, ma non solo: prosperano e si sviluppano oltre a Microsoft (fondata nel 1975), la Oracle di Larry Allison (fondata nel 1977, leader nei data base) e Computer Associate (fondata nel 1976).

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Web e new economyWeb e new economy• Nel 1993, dopo la creazione al Cern di Ginevra da parte

di Tim Berners Lee (Berners Lee, 1999) dell’infrastruttura dell’odierno web, e cioè la creazione della triade fondamentale delle comunicazioni digitali, il linguaggio Html, il protocollo Http e il protocollo www, comincia l’era della “new economy”.

• Tra il 1995, data di rilascio del primo browser Internet (Mosaic e successivamente Netscape ed Explorer), si avvia l’Hypercycle delle tecnologie di rete e del web design.

• Sono state perciò le aziende che offrono accesso e quindi tecnologie di rete: di connettività (Aol), le infrastrutture, i router (Cisco, Lucent) e i browser (Netscape e la stessa Microsoft), i primi portali che offrono servizi generalmente di orientamento, e ricerca nel web (Web Crowler, Yahoo, Altavista), così come poche imprese di e-commerce (Amazon.com) o e-commerce community (Ebay) a produrre valore.

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Net economyNet economy• Tra il 2000 e il 2001 anche l’Hypercycle

di avvio della “net/new economy”. • Per concludere questa breve storia degli

Hypercycle successivi dell’hi-tech, possiamo affermare che tra la fine degli anni settanta e il duemila si è costruita la struttura materiale/virtuale della rivoluzione digitale, si sono create, ingegnerizzate, implementate, commercializzate e diffuse, le infrastrutture, che l’hanno resa possibile.

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Net economyNet economy• Oggi, nel 2003, con qualche ragionevole

approssimazione possiamo ritenere che due saranno i drive fondamentali dello sviluppo, gli Hypercycle che vanno a svilupparsi nell’evoluzione di quella che Carlini definisce come la terza internet (Carlini, 2002, pp. 55-72).

• Il primo è un drive “tradizionale” dello sviluppo hi-tech, si tratta cioè di un trigger tecnologico, la banda larga e la sua estensione “senza fili” (wireless).

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Content economyContent economy• Il secondo e sicuramente il più innovativo

ed imprevedibile nei suoi sviluppi ed accelerazioni è un drive di sviluppo che si affaccia per la prima volta all’orizzonte della catena del valore delle nuove tecnologie, un asset decisamente immateriale e di natura strettamente informazionale, culturale e sociale: il mercato e la sfera pubblica digitale dei contenuti.

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Content economyContent economy• Tecnologie della banda larga e del wi-fi, cioè la

possibilità di estendere la capacità di trasporto dati delle reti, e contenuti, quindi e contenuti.

• Sono proprio i contenuti (testi, immagini fisse, immagini in movimento, musica, animazioni e progetti di comunicazione e formazione) a rendere il mondo della comunicazione, dell’informazione e della formazione – il settore economico dell’industria culturale e dell’editoria - uno dei due nodi strategici per lo sviluppo della “società in rete”.

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Le sfide della content economyLe sfide della content economy• Vincerà cioè, in questo settore, chi sarà

in grado di sfruttare a pieno la tecnologia, per diffondere contenuti adeguati qualitativamente alle esigenze del target prescelto, efficaci, altamente interoperabili e il più possibile “divergenti” nel senso che abbiamo delineato nella prima parte di di questo corso.

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Le sfide della content economyLe sfide della content economy• Più in dettaglio, i player di questo settore e gli

stessi player sono cambiati o destinati a cambiare.

• Oltre ai soggetti tradizionali editoria mass mediali

• sono già entrati in questo mercato operatori della telefonia, Internet Service Provider, e aziende Hi-tech

• i colossi dell’informatica, così come i “tycoon” della rete, che dovranno abituarsi a nuove regole del gioco,

• dovranno, cioè, avere la capacità di ridefinire le loro linee di business, secondo le tre linee di tendenza che abbiamo individuato.

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Content economyContent economy• 1) La capacità delle imprese “Brick and Mortar”

nel campo dell’editoria analogica di infrastrutturarsi e ridefinire la propria offerta commerciale all’interno del nuovo scenario “Click and Mortar” che abbiamo delineato (ci occuperemo in particolare del caso di Britannica on-line, e per quanto riguarda l’Italia di Mondadori Editore);

• 2) la capacità delle imprese “click”, in particolare dei colossi dell’informatica e delle aziende che offrono connettività, (Aol Time Warner tra tutte) di infrastrutturarsi nel campo avanzato del content providing (ci soffermeremo in particolare sul caso Amazon e per quanto riguarda l’Italia il Caso Fastweb/Ebismedia).

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Content economyContent economy• 3) La capacità delle Università e degli

Istituti di formazione superiore (graduate e post-graduate) di infrastrutturarsi come player del content provider globale;, analizzeremo il caso della Luvit, spin-off della svedese University of Lund e dell’Università del Maryland.

• Si tratta di una partita che coinvolge tutta la catena del valore delle imprese delle imprese del capitalismo culturale e investe l’intero settore dell’economia della conoscenza globale.

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Lezione 3Lezione 3

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IL NUOVO MODELLO

UNA RETE DI PARTNER AFFIATATA E INTERCONNESSA

Tipo di relazione: partnership non più modello dal centro alla periferia

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Capitalismo informazionale e capitalismo Capitalismo informazionale e capitalismo culturale: l’era informazione dei contenuti culturale: l’era informazione dei contenuti veloci e personalizzati veloci e personalizzati

– Una configurazione che tende nel medio periodo a rendere obsoleti e/o a relegare alla spazio dello specialismo gli strumenti del comunicare della fase precedente.

– la sfida definita dalla co-evoluzione di questo nuovo modello tecno-sociale, è radicale. L’età del libro è durata quasi cinquecento anni, quella dei mass-media circa un secolo.

– Oggi dobbiamo porci il problema di analizzare la nascita di un nuovo paradigma, nella accezione forte, che Thomas Khun (Kuhn, 1979) dava a questo termine.

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Sulla faglia di Sulla faglia di un salto di paradigmaun salto di paradigma– Rimediazione e mutamento di ruolo dei differenti

media - Mediadiamorfosi– Noi, ancora “figli del libro” e della televisione,

dobbiamo: immaginare uno scenario della comunicazione sociale, per restringere il campo al nostro oggetto di indagine, completamente differente

• Castells: “Abbiamo lasciato la Galassia Gutenberg, alcuni anni fa” (Castells, 1999, p. 61), e non viviamo più nell’epoca dei mass-media, ma siamo immersi in una costellazione e in un flusso dissonante di simboli e di segni. Un universo ipermediale di comunicazione audiovisuale che scorre, si deposita e si aggiorna continuamente attraverso la rete mondiale dell’informazione e dell’intrattenimento digitale”.

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De Kerckhove De Kerckhove il cervello ciberneticoil cervello cibernetico

• Derrick de Kerckhove. Lo studioso canadese, infatti, nel suo saggio Brainframes, introduce la nozione di “cervello cibernetico”, che ora analizzeremo; ecco le parole di de Kerckhove:

• “Il cervello cibernetico accentua l’interazione cibernetica permanente del cervello umano con il mondo esterno. Noi cambiamo il mondo e il mondo cambia noi. (…) Prima non si poteva semplicemente pensare una cosa e vedersela realizzata davanti agli occhi come per magia. (…). Oggi, la velocità di interazione è aumentata fino all’immediatezza[1]”.

• [1] D. de Kerckhove, Brainframes. Mente, tecnologia, mercato, cit., p. 98.

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Un nuovo brainframe: Un nuovo brainframe: uno spazio della comunicazione a uno spazio della comunicazione a dimensioni multipledimensioni multiple

– un ambiente cognitivo a dimensioni multiple; in questo mutato contesto gli strumenti tradizionali della lezione frontale e dell’apprendimento individuale o di gruppo devono fare i conti con i nuovi codici.

– elementi linguistici, grafici, visivi e sonori si intersecano in una struttura a rete (network), in spazi collaborativi di interazione in presenza o a distanza.

– un tale ambiente cognitivo prevede, inoltre, una tipologia di interazione tra i diversi media che presenta caratteristiche molto differenti da quel minimo livello di multimedialità (l’accoppiamento di testo e immagine) che può essere contenuto in un testo di natura tradizionale o nella multimedialità intransitiva e non interattiva di una proiezione video.

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Internet in ItaliaInternet in Italia

Figura 1. “Utenti”internet in Italia 1997-2005. Numeri in migliaia. E’ da rilevare, e questa è una peculiarità italiana, come le connessioni home siano nettamente superiori a quelle dal posto di lavoro e come le connessioni nelle scuole siano ampiamente al di sotto delle medie europee. Eurisko, Nielsen Net Ratings

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Utenti Italia per tipologia Utenti Italia per tipologia d’usod’uso

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L’Italia e L’Italia e l’Europa Mondol’Europa Mondo

dati riferiti al 2004 del rapporto 2005 dell’European Information Technology Observatory – riferita a dieci paesi europei più Stati Uniti e Giappone. L’Italia

Figura 2. La figura riporta il numero degli utenti che utilizzano Internet almeno tre volte al mese per cento abitanti.

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La nuova frontiera:La nuova frontiera:banda larga e mobilitàbanda larga e mobilitànegli USAnegli USA

– I dati Pew Internet & American Life Project [1] - una ricerca basata sui risultati di interviste condotte fra il 3 febbraio e il 1 marzo 2004, su un campione di 2.204 adulti - dimostra la diffusione della banda larga

• il 39% degli utenti possiede una connessione a banda larga a casa; a novembre del 2003 il dato raggiungeva il 31%

• 48 milioni di adulti americani si è quindi collegato a banda larga nel mese di febbraio 2004,

• uno sviluppo del 60% dal marzo 2003 in cui furono raggiunti i 30 milioni di collegamenti a banda larga.

– I dati 14 Ottobre 2004 di Nielsen/Netratings confermano la tendenza:

• sono 49,5 milioni, ovvero il 38% del totale degli utenti domestici Internet collegati a banda larga

• la crescita registrata è stata del 27%, • da maggio 2003 a novembre 2003 si è infatti passati da 38,957 milioni di

utenti a 49,465 milioni • resta invece a crescita 0% la banda stretta che mantiene comunque il primato

con 69,6 milioni di utenti www.nielsennetratings.com, 14 ottobre 2004

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La nuova frontiera:La nuova frontiera:banda larga e mobilitàbanda larga e mobilità in Italia in Italia

• Osservatorio Banda Larga [1]- promosso da Beetween e Comitato Esecutivo per la Larga Banda dei ministri Stanca e Gasparri - emerge la forte crescita anche in Italia degli utenti domestico broadband. – Nel 2003, ormai 1,7 milioni di famiglie (cioè circa,

3.400.000 utenti, su 14.000.000 circa) hanno viaggiato in rete con connessione veloce;

– più di 250 mila famiglie dispongono già di collegamenti ad oltre 2 Mbit/s, un tempo riservati alle aziende;

– circa la metà di questi usa anche i servizi video

• L’Osservatorio e stato realizzato dalla società Beetwen collaborano al progetto: il Ministero delle Comunicazioni, il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Albacom, Alcatel, Confservizi, Elitel, Fastweb, Centri Regionali di Competenza-Formez, Italtel, Netsystem, Postecom (Gruppo Poste Italiane), Rai Way, Regione Emilia Romagna, Sielte, Siemens, Telecom Italia, Teledife, Unioncamere, Wind. Dati rilevati dal sito http://www.osservatoriobandalarga.it/, 14 ottobre 2004

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Cross medialità: un ambiente mediatizzato Cross medialità: un ambiente mediatizzato esteso di fruizione dei contenutiesteso di fruizione dei contenuti

– Il passaggio al Broad band, ma soprattutto alla Banda Larga veloce (sopra i 100 mbit/sec.), permette invece di fruire a pieno di quello che Forrester Research definisce, appunto, come comunicazione conversational content

– da un punto di vista più teorico possiamo definire un “ambiente mediatizzato e esteso” nel quale situare comunicazione, formazione e il content providing.

– Per “ambiente mediatizzato esteso” o conversational content intendiamo un ambiente mediatico digitale all’interno del quale, le informazioni, e la comunicazione grazie alla convergenza ditale (Ferri, 1998, p. 12-15; Greenblat, 2003) costruiscono un vero e proprio spazio sociale ed individuale tridimensionale della comunicazione e della mediazione dei contenuti formativi ad alta interattività.

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Connettività Velocita Applicazioni

Banda Larga Banda Larga veloceveloce

Banda LargaBanda Larga

Banda strettaBanda strettaModem

ISDN

ADSL

Cable / T1

Servizi per Servizi per tipologia di connessionetipologia di connessione

- Video e TV in qualità DVD

- Interattività piena sul PC

- Ipermedialità piena

- Video a bassa qualità su PC

- Interattività media

- Ipermedialità media

- Fruizione Testo

- Immagine

- Bassa interattività PC

- Ipermedialità bassa

56 Kb/s

128 Kb/s

640 Kb/s

10 Mb/s

1,5 Mb/s

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Il ciclo delle tecnologie di GartnerIl ciclo delle tecnologie di Gartner

Page 47: La società informazionale, quale lavoro

Hype cycle della tecnologiaHype cycle della tecnologia• L’ “hype cycle” inizia nel momento in cui una

nuova tecnologia attrae l’attenzione dei media e di coloro che investono. Esso è molto utile per esemplificare il ciclo di vita di una tecnologia, dalla sua prima apparizione sul mercato siano a quando la tecnologia stessa raggiunge un buon grado di maturità.

• La prima teorizzazione del ciclo, da parte degli analisti del Gartner Group, prevede due variabili:– in ascissa il tempo trascorso;– in ordinata il successo e la visibilità sul mercato della

tecnologia presa in considerazione;

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Hype cycle della tecnologiaHype cycle della tecnologia• technology trigger: si tratta la “prima

apparizione”, del primo lancio, di solito accompagnato da un robusta “reteorica di lancio” finalizzata a attrarre l’attenzione dei decisori, delle industrie e del circuito della comunicazione.

• peak of inflated expectations: se la prima fase è coronata da successo e la tecnologia supera il primo vaglio degli esperi, la disseminazione virale della notizia e la “retorica dell’innovazione” genera una fase di “entusiasmo”, spesso di euforia e di previsioni non realistiche, durante la quale viene data particolare enfasi alle prodigiosi effetti economici e sociali della tecnologia (a volte raggiunti solo perché la tecnologia stessa è stata spinta ai limiti, o utilizzata in contesti protetti).

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Hype cycle della tecnologiaHype cycle della tecnologia• through of disillusionment: man mano che la

tecnologia viene, per così dire, “digerita” dal circuito della comunicazione e perde il suo carattere di novità, anche se il suo successo applicativo è molto elevato, il suo fascino mediatico si appanna. In genere, poi, si avvia un ciclo della disillusione dal momento che le aspettative ingenerate dalla “retorica di lancio” non corrispondono quasi mai alle reali capacità applicative.

• Una tecnologia appena nata, per quanto innovativa ed efficace, raramente può sviluppare a pieno le sue potenzialità, anzi generalmente esse emergono nel tempo;

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Hype cycle della tecnologiaHype cycle della tecnologia• slope of enlightenment: è la fase della

comprensione della reale applicabilità della tecnologia, la fase in cui si riesce a formulare una prima valutazione sui suoi costi e i suoi benefici.

• Inoltre, in questa fase, man mano vengono messe a punto le sue metodologie di implementazione nei differenti contesti produttivi o istituzionali, e vantaggi o i servizi che essa veicola cominciano a divenire disponibili ad un certo numero di utenti.

• Se la tecnologia ha successo è in questo momento che comincia ad avviarsi lo sviluppo delle sue applicazioni su scala più ampia;

Page 51: La società informazionale, quale lavoro

Hype cycle della tecnologiaHype cycle della tecnologia• plateau of productivity: è la fase della

prima maturità. I reali vantaggi dell’innovazione sono orami consolidati e accettati a livello del corpo sociale allargato.

• Le implementazione e metodologie di applicazione cominciamo a consolidarsi, in modo tale da permettere alle imprese produttrici di avviare un ciclo di investimenti teso a sviluppare una seconda generazione di prodotti e servizi basati sui punti forti della tecnologia presa in esame.

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Convergenza Convergenza Divergenza digitaleDivergenza digitale

Page 55: La società informazionale, quale lavoro

La cross medialità è La cross medialità è una scelta obbligatauna scelta obbligata

• Nel caso della mediazione semantica del libro, dei giornali e delle riviste essi si metamorfoseranno progressivamente a favore “ambienti multicodicali per la comunicazione cross mediale”.

• Ambienti cioè che integrino, in una prospettiva multicanale libri, comunicazioni che avvengono attraverso – i cellulari – siti dedicati che integrino nello spazio della comunicazione

sociale della classe (Rivoltella, 2003) – le classe virtuale (Ferri, 2002, pp. 217-230)

• Ad esempio integrati all’interno di – un Learning Management sistem del sito web per l’e-learning, – TV digitale, – sistemi mobili per la fruizione di videogiochi,– e- Book

Page 56: La società informazionale, quale lavoro

Le criticità e le opportunità Le criticità e le opportunità economiche della fase di transizione economiche della fase di transizione da Gutenberg a Internetda Gutenberg a Internet– Lo spazio cross-mediale si affianca e integra i

precedenti spazi della comunicazione (Bolter, 1993, 2001).

– Minus

• Raddoppio dei canali e raddoppio dei costi: gli editori e i contenti provider devono mantenere il doppio canale

• Maggior portabilità dell’informazione:riduzione tendenziale del saggio del profitto per gli editori

– Plus

• Revamping dei contenuti• Possibilità di gestire su più supporti i contenuti• Abbattimento dei costi di distribuzione e dei costi industriali• Micropagamenti e successivamente tariffe flat

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Lezione 4Lezione 4

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Castells Castells capitalismo informazionalecapitalismo informazionale– La “società informazionale”

• una “società dei flussi”:le nostre istituzioni globali sono costituite da un costante scambio di flussi di informazioni e procedure che si creano e si aggiornano all’interno della rete di aziende, istituzioni e entità sopranazionali del nostro mondo globalizzato.

– La convergenza dell’evoluzione sociale e delle tecnologie digitali ha creato le basi materiali per questa strutturazione della società che attraverso le tecnologie di rete scavalca:• i confini degli stati• delle istituzioni e delle imprese nazionalie impone al corpo sociale ed economico una nuova

“strutturazione”, ma non un “nuovo ordine” o nuove “regole” globali.

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La società dei La società dei flussi e delle retiflussi e delle reti• Le reti di flussi informazionali, riplasmano, infatti, la

società contemporanea operando almeno a tre livelli:– La rete globale dei flussi informazionali organizza

la posizione degli attori, delle organizzazioni e delle istruzioni all’interno della società e dell’economia.

– La dinamica sociale e i rapporti tra i nodi della rete sono sempre più legati alla capacità di un sistema sociale di “pesare” all’interno dei flussi informazionali

– La logica dei flussi nella nostra società è globale e universale ma non omnicomprensiva. Non esiste il “grande fratello”. Impossibile ridurre all’uniformità la molteplicità.

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Una società Una società dell’impredittibilitàdell’impredittibilità

– La Società in rete è una “società del rischio” e della impredittibilità

– la logica dei flussi informazionali globali tende ad entrare in rotta di collisione con l’affermazione delle “identità”, individuali, locali, etniche e di genere

– il potere degli individui e delle organizzazioni dipende sempre più dalla loro capacità di accesso alla conoscenza, e dalla loro capacità di generarne di nuova, reimmettendola nella rete globale, per questo viviamo nella “società della conoscenza”

Page 61: La società informazionale, quale lavoro

Le caratteristiche del Le caratteristiche del paesaggio competitivopaesaggio competitivo

• Più in generale il complesso delle tendenze illustrate si può ricondurre ai tratti caratterizzanti del “paesaggio” competitivo odierno:

• 1. la tendenza ad affermarsi a livello globale, all’interno delle società avanzate, di quella che potremmo considerare come una nuova “forma evolutiva” delle società contemporanee, che con Manuel Castells possiamo definire “società ed economia informazionale” (Castells, 1996, 1997, 2000);

• 2. la correlata inclinazione del “capitalismo informazionale” a inglobare e ricomprendere la conoscenza, la cultura e l’esperienza all’interno della catena della generazione del valore, quello che è stato definito da Jeremy Rifkin, come “capitalismo culturale” (Rifkin, 2000) o “capitalismo dell’esperienza”, una tendenza che abbiamo già analizzata nell’analisi del caso Ducati;

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Le caratteristiche del Le caratteristiche del paesaggio competitivopaesaggio competitivo

• 3. il trend verso l’affermazione di un modello che potremmo chiamare Click and Mortar (Ferri, 2004), cioè la rapidissima infrastrutturazione ICT di tutte le realtà produttive, anche quelle più tradizionali – si pensi, per esempio, al settore della gomma e dei cavi (Pirelli) e dell’automotive (Iveco), e la correlata tendenze delle imprese “ex-new-economy” come per esempio Amazon, a infrastrutturarsi nel mondo reale (Ferri, 2004).

• 4. il crescere del valore della conoscenza e della formazione all’interno delle istituzioni e il loro divenire un fattore strategico come leva del cambiamento e dell’innovazione (Grant, 1991; Recchioni, 2001). Si pensi a questo proposito a tutte le tematiche correlate al tema del Knowledge Management e al suo nesso con le strategie di formazione (Vergeat e Cesaria, 2001) .

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I mercati come I mercati come conversazioniconversazioni

• Nello scenario ora delineato le istituzioni sociali, fra cui le imprese, tendono a caratterizzarsi sempre più come “luoghi dell’interazione e della comunicazione e della formazione”. Quindi, come sostengono provocatoriamente gli autori di The Cluetrain manifesto (Levine, Locke, Searls, Weinberger, 2000) nella nostra epoca, assai più di un tempo: “i mercati divengono conversazioni”.

• Gli estensori del Manifesto citato fondano questa loro posizione sulla convinzione che gli attori dell’economia “Click and Mortar” stiano evolvendo verso uno stadio di sviluppo che si orienta, sempre più, verso modalità di generazione del valore nuove, fondate su rapporti di “partnership ibrida”

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Istituzione e Imprese Istituzione e Imprese cognitivecognitive

• Questi si fondano sia sulla comunicazione, lo “scambio simbolico”, la cooperazione e la condivisione di valori che sulla competizione, la concorrenza.

• Se si accetta questa prospettiva ci si rende conto che nell’era attuale la conoscenza, l’informazione e lo stesso immaginario costituiscono il vero motore dell’innovazione per cui quest’ultima diviene ”un’impresa cognitiva di gruppo fondata sulla cooperazione”(Ciborra e Lanzara, 1999).

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Le caratteristiche dell’agire Le caratteristiche dell’agire organizzativo contemporaneoorganizzativo contemporaneo

• Questo perché l’’”agire organizzativo” contemporaneo si qualifica sempre più come una forma di “agire comunicativo”, ovvero un insieme di azioni sociali che non tendono solamente all’ottenimento di obiettivi di natura “strumentale” o “strategica” (Habermas, 1981).

• L’“azione strumentale” e quella “strategica” sono, secondo Habermas, esclusivamente orientate all’ottenimento di un risultato materiale (rispetto a oggetti) o al raggiungimento di finalità e obiettivi coerenti con lo scopo razionale dell’organizzazione,indipendentemente dai mezzi, dagli strumenti e dalle azioni e interazioni

sociali con cui questi scopi vendono ottenuti.

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Agire cooperativoAgire cooperativo• L’”agire comunicativo” nell’ambito delle organizzazioni tende, per

contro, a integrare questa prospettiva, che potremmo definire tipica del capitalismo industriale sviluppato, con un peculiare orientamento alla ricerca di “norme consensuali” che definiscano le aspettative reciproche riguardo al modo in cui, in una situazione data, operano gli attori della “relazione organizzativa”.

• La visione neoclassica della competizione viene perciò progressivamente integrata da forme di cooperazione. Questo orientamento presuppone l’esistenza di un “orizzonte della pre-comprensione” comune, e cioè di un retroterra di valori, prassi, comportamenti e credenze comuni e condivisi, ed è proprio in questa direzione che si muovono gli studi relativi alla “cultura organizzativa” e alla natura simbolica del comportamento organizzativo” (Lyytinen:

1992).

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Innovazione e impresa post-Innovazione e impresa post-modernamoderna

• Dunque per potere avere successo in un mondo in cui l’innovazione è il fattore strategico, le istituzioni e le aziende devono ripensare in chiave di comunicazione interattiva il loro “agire organizzativo”. Ne consegue che in questo scenario i confini fra le funzioni dedicate alla formazione e quelle che presidiano la comunicazione strategica (sia interna che esterna) tendono a divenire sempre più porosi.

• Infatti, mentre nel capitalismo industriale sviluppato era la stessa “localizzazione” fisica di un’impresa, ovvero il “genius loci” di Detroit o di Mirafiori, a generare implicitamente e spesso involontariamente uno spazio culturale ovvero un terreno di relazioni sociali, oggi questo compito è affidato soprattutto all’”immaterialità pesante” delle comunicazione digitali.

• E ciò è tanto più vero quanto più gli assetti organizzativi delle imprese divengono “leggeri”, delocalizzati e improntati alla metafora dell’ecosistema di partnership, più che a quella tradizionale gerarchica.

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Comunicazione formazione Comunicazione formazione e sfera del simbolicoe sfera del simbolico

• Dunque la comunicazione e la formazione abilitate dalle tecnologie rappresentano sempre più spesso il veicolo e il vettore per la creazione di una sfera simbolica comune. A questo riguardo esistono almeno tre punti di attenzione:

• 1. La “convergenza digitale” ha fatto sì che sempre più spesso l’orientamento strategico di un impresa, così come gli strumenti di gestione, verifica degli obiettivi e dei risultati, comunicazione e formazione siano veicolati dallo strumento digitale.– In questo senso molto concretamente l’”agire comunicativo” si

è già trasformato in agire organizzativo e produttivo. Le relazioni produttive, comunicative e formative, sono, cioè, sempre più spesso veicolate dal medium comunicativo digitale e non solo dai contatti e dalle relazioni in presenza.

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Capitalismo informazionale Capitalismo informazionale e formazione continuae formazione continua

• 2. L’innovazione continua di prodotto e di processo, generata dall’affermarsi del “capitalismo informazionale”, rende necessaria una sempre più robusta “iniezione” nella rete organizzativa di una grande quantità di “informazione condivisa” e “formazione continua”, finalizzata ad abilitare al cambiamento e alle sfide dello scenario competitivo l’”ecosistema aziendale”, costituito sia dalla sfera più interna dei collaboratori, sia da quella allargata dei partner e dei fornitori.

• Un flusso informativo e formativo che sempre più spesso nelle imprese a rete contemporanee è veicolato attraverso il vettore digitale: dal corporate portal come agli strumenti di e-learning e blended learning (Nacamulli, 2003).

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Comunicazione formazione Comunicazione formazione e creazione del valoree creazione del valore

• 3. La formazione e la comunicazione, mediate dagli strumenti digitali e interattivi, assumono in questo modo una funzione critica nelle imprese contemporanee:– a) nei processi di generazione del valore, dove le “funzioni”

formazione e comunicazione si avvicinano sempre più alla value chain, dato il carattere sempre più knowledge intensive di ogni produzione;

– b) nei processi di generazione, costruzione e consolidamento di una visione strategica condivisa dell’impresa: la base comune di prassi e valori, che costituisce l’identità sempre più immateriale e deterritorializzata delle istituzioni contemporanee (caso Cisco);

– nei processi di change management che vengono sempre più spesso progettati, gestiti e accompagnati da azioni di formazione e comunicazione veicolate attraverso un mix di strumenti

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Nuovi strumenti e Nuovi strumenti e metodologiemetodologie

Virtual Classroom eCommunity Computer-Based Training Web-Based Training Instructor-Led Training

Definizione:

On-line training.

discussioni, bulletin board.

CBT CD-ROM.

WBT CBT sul WEb

Aula. (faccia a faccia)

Adatto a : Application sharing, training su sistemi,

2-8 persone per classe.

Information sharing, best practices.

2-2000 persone per classe.

Contenuti statici, ampia distribuzione

Skills tecniche e qualche soft skill

Ampia distribuzione

Audience locale, contenuto dinamico, role plays, dimostrazioni complesse. 1-20 persone per classe

Benefici per l’azienda

Training su sistemi per più persone in meno tempo e con costo ridotto

Riduce le spese di viaggio Aumenta I follow up.

Migliora la comunicazione di best practices.

Condivisione efficiente di informazioni

Training efficace per grandi numeri di persone.

Ritenzione viene misurata. Riduce le spese di viaggio

(docenti)

Sempre e dovunque attraverso Internet.

Just-in-time training

Mentoring istantaneo.

Riduce le spese di viaggio

Interazione personale. Altamente interattivo Esperti in tempo reale

Costi Costo del software Costo docenti

Costi di sviluppo del sito e di management.

Costi fissi di sviluppo e di implementazione.

Ampia scelta di corsi standard a prezzi ragionevoli

Materiali, progettazione, erogazione

Interazione Istruttore-allievo: Allievo-contenuto: Allievo-allievo:

Alta Alta Media

Bassa Media Alta

Bassa Alta Bassa

Bassa Media * Bassa

Alta Alta Alta

Commenti Interattivo, meno flessibile Necessita di molta energia da parte del facilitatore per essere sostenuta proficuamente

Niente interattività. Rigidità dei moduli

Da corsi interattivi a semplici pagine web. Si può costruire più flessibilmente del CBT

Flessibile nei modi e metodi. Necessita di luogo fisico e tempi coordinati per i partecipanti

Page 72: La società informazionale, quale lavoro

Orientamento per UniversitàOrientamento per Università• http://www.almalaurea.it/

Page 73: La società informazionale, quale lavoro

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