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La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro · La strage di Capaci raccontata da Tina...

Date post: 19-Aug-2020
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La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, uno dei tre uomini di scorta che viaggiavano nella prima delle tre macchine che, il 23 maggio del 1992, riaccompagnavano il magistrato Giovanni Falcone dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, presso Capaci. Nell'esplosione, i tre agenti morirono immediatamente. Antonio aveva 30 anni e lasciava la moglie Tina e due figli, Gaetano di 4 anni e mezzo e Giovanni di appena un anno e mezzo. Tina da allora gira l'Italia per parlare agli studenti del sacrificio di suo marito e della necessità della lotta alla mafia. Io penso che il signor Antonio sia stato un uomo molto coraggioso perché, pur con la consapevolezza che ogni giorno sarebbe potuto morire, lasciando sua moglie vedova e i suoi due figli senza un padre, ha scelto e voluto continuare a svolgere il suo lavoro perché credeva negli ideali di Falcone, un uomo che ha lottato tutta la vita contro la mafia e che, come lui, quel giorno di maggio è deceduto, lasciando orfana un’ intera nazione. Secondo me, la signora Tina è una donna coraggiosa quanto Antonio perché, nonostante la sua morte le abbia sconvolto totalmente la vita, ha la forza di continuare a girare l’Italia per ricordare la memoria di suo marito e di quegli uomini che, come lui, hanno perso la vita in modo eroico, perché credevano negli ideali di giustizia e legalità. Fosca Sobrino, III L Una delle cose che mi hanno colpito di più è quando ci ha detto che ancora oggi, quando passa per quella strada, ripensa non solo ai colpevoli, ma anche a quelle persone che sicuramente sapevano o hanno visto, ma non hanno parlato. Giorgia III H
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Page 1: La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro · La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, uno dei tre uomini di scorta che viaggiavano nella prima delle tre macchine che, il 23 maggio del 1992, riaccompagnavano il magistrato Giovanni Falcone dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, presso Capaci. Nell'esplosione, i tre agenti morirono immediatamente. Antonio aveva 30 anni e lasciava la moglie Tina e due figli, Gaetano di 4 anni e mezzo e Giovanni di appena un anno e mezzo. Tina da allora gira l'Italia per parlare agli studenti del sacrificio di suo marito e della necessità della lotta alla mafia.

Io penso che il signor Antonio sia stato un uomo molto coraggioso perché, pur con la consapevolezza che ogni giorno sarebbe potuto morire, lasciando sua moglie vedova e i suoi due figli senza un padre, ha scelto e voluto continuare a svolgere il suo lavoro perché credeva negli ideali di Falcone, un uomo che ha lottato tutta la vita contro la mafia e che, come lui, quel giorno di maggio è deceduto, lasciando orfana un’ intera nazione.

Secondo me, la signora Tina è una donna coraggiosa quanto Antonio perché, nonostante la sua morte le abbia sconvolto totalmente la vita, ha la forza di continuare a girare l’Italia per ricordare la memoria di suo marito e di quegli uomini che, come lui, hanno perso la vita in modo eroico, perché credevano negli ideali di giustizia e legalità.

Fosca Sobrino, III L

Una delle cose che mi hanno colpito di più è quando ci ha detto che ancora oggi, quando passa per quella strada, ripensa non solo ai colpevoli, ma anche a quelle persone che sicuramente sapevano o hanno visto, ma non hanno parlato.

Giorgia III H

Page 2: La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro · La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova

Per far saltare in aria quel pezzo

di autostrada i mafiosi hanno

utilizzato 500 kg di tritolo, si

pensa che ci sia stato qualche

testimone oculare, ma per paura

o sudditanza non ha parlato: se

tutti ci impegnassimo e non

avessimo paura di denunciare, la

mafia e l’atteggiamento mafioso

potrebbero essere sconfitti…

Pietro III H

La mafia non è solo al SUD, ma si sta diffondendo pure al NORD:

la mafia può essere sconfitta non solo avendo il coraggio di parlare

contro la mafia, ma rispettando ogni giorno la legge.

Eduard III H

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Dopo quel 23 maggio Palermo la città si trovò completamente blindata e c’era

molta tensione, ma le persone scesero in strada, nelle piazze, come non era

mai successo, per protestare e denunciare la mafia.

Marta III H

Quando parla del marito, la signora Tina non

lo definisce un eroe, perché non avrebbe

potuto salvare Falcone da quell’attentato,

ma un “ragazzone” (era molto alto) che fu un

“GRANDE UOMO”, per il suo coraggio, un

“GRANDE MARITO”, fiero del lavoro che

stava facendo.

Antonio aveva deciso di scortare il giudice

Giovanni Falcone perché credeva in lui, nelle

indagini che stava facendo insieme al

giudice Paolo Borsellino.

Alice e Chirstine III H

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La signora Montinaro ci ha detto: ”La vita è fatta di scelte” e suo marito

aveva fatto la scelta di combattere contro qualcosa che, in confronto a lui

era qualcosa di enorme, ma aveva scelto di proteggere la legge, la legalità.

Per la signora Montinaro è scioccante il fatto che i mafiosi non pensino a

chi uccidono: loro vogliono solo il controllo del territorio, senza che

nessuno “intralci” i loro affari.

Lorenzo B. III H

Quelle poche volte che il marito era a casa, il signor Antonio si

dedicava completamente ai suoi figli, giocando con loro e non parlava

mai né del suo lavoro né di quello che succedeva quando era di turno.

Chi vuole fare il lavoro di poliziotto di scorta sa che mette a

disposizione la propria vita fino alla morte.

Alice e Lisa III

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A causa della mafia sono morti molti uomini dello stato come poliziotti, agenti, giudici, ma anche cittadini, che si opposero al” pizzo”, e uomini della Chiesa come Pino Puglisi, che nei quartieri difficili di Palermo si occupava di togliere i ragazzi dalla strada e quindi dalla criminalità.

Pino Pugliesi fu una di quelle persone che si diede da fare per far capire che la vita non è fatta solo di violenza e degrado; rappresentò una alternativa alla mafia. Fu ucciso nel 1993.

Rebecca e Ilenia III H

Fra le molte domande rivolte alla signora Tina, c’è stata questa:

“La mafia sarà mai sconfitta?”.

Risposta: “Io forse non vedrò la fine della mafia, ma voi sì la potrete vedere se vi metterete d’impegno, se saprete fare le vostre scelte…”

Gaia III H


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