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La teoria critica (Scuola di Francoforte) La teoria ... Slide B - Teorie media.pdf · Il contributo...

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Marco Bruno, 2019, Sintesi teorie della comunicazione. Materiali del corso di Sociologia della Comunicazione | Slide B 03/10/19 1 Marco Bruno, 2019, Sintesi teorie della comunicazione. Materiali del corso di Sociologia della Comunicazione Slide B |Materiali aggiuntivi per l’esame di Sociologia della Comunicazione (canale A-L prof. Bruno) 1 1. La teoria critica (Scuola di Francoforte) 2. La teoria culturologica (Edgar Morin) Il contributo dei media alla costruzione sociale della realtà 3. Teoria dell’agenda setting 4. Teoria della coltivazione 1. Principale riferimento bibliografico: S. Bentivegna, G. Boccia Artieri, Le teorie della comunicazione di massa e la sfida digitale, Roma-Bari, Laterza, 2019. Materiali elaborati a partire dal testo e dai materiali di lezione (slide) del docente e del prof. G. Boccia Artieri. La teoria critica (Scuola di Francoforte) La teoria culturologica (Edgar Morin)
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Marco Bruno, 2019, Sintesi teorie della comunicazione. Materiali del corso di Sociologia della Comunicazione | Slide B

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Marco Bruno, 2019, Sintesi teorie della comunicazione. Materiali del corso di Sociologia della Comunicazione

Slide B |Materiali aggiuntivi per l’esame di Sociologia della Comunicazione (canale A-L prof. Bruno)1

1. La teoria critica (Scuola di Francoforte)2. La teoria culturologica (Edgar Morin)Il contributo dei media alla costruzione sociale della realtà3. Teoria dell’agenda setting4. Teoria della coltivazione

1. Principale riferimento bibliografico: S. Bentivegna, G. Boccia Artieri, Le teorie della comunicazione di massa e la sfida digitale, Roma-Bari, Laterza, 2019. Materiali elaborati a partire dal testo e dai materiali di lezione (slide) del docente e del prof. G. Boccia Artieri.

La teoria critica (Scuola di Francoforte)

La teoria culturologica (Edgar Morin)

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Teoria critica vs. ricerca amministrativa

di tipo mediacentrico; si mette al servizio dei bisogni delle organizzazioni mediali e dei suoi dirigenti

analizza i media all’interno dei contesti sociali, economici, politici e culturali

Ricerca amministrativa

Ricerca critica

Lazarsfeld -Bureau of Applied Social Research, Columbia University

Horkheimer, Adorno – Scuola di critica sociologica di Francoforte

• Contesto: Stati Uniti, anni ‘40 – ’50; crescita della ricerca empirica. • Oggetto di studio: le espressioni mediali connesse alle modalità di consumo.

Caratteristiche che differenziano la ricerca critica da quella amministrativa:

Teoria critica

1. Comunicazione intesa come processo sociale

2. Istituzioni mediali come parte del più ampio contesto sociale

3. Struttura, organizzazione, professionalità e partecipazionepunto di vista all’esterno delle organizzazioni mediali; scopo: definire policy che le regolino

natura socio-centrica, focalizzazione su come i media affrontano questioni pubbliche e sociali

media come istituzioni sociali all’interno del contesto socio-culturale: temi come la proprietà e il controllo tecnologico

Ricerca amministrativa: interessata all’efficacia e efficienza dei media più che al cambiamento sociale

Ricerca amministrativa: analisi degli individui; come finalizzare i media per soddisfare scopi istituzionali

Ricerca amministrativa: dipendente dalle organizzazioni mediali e dai loro obiettivi (natura commerciale)

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Come sono organizzati e controllati i media? In che modo si manifesta la tendenza alla centralizzazione, alla standardizzazione e alla pressione promozionale? In che forma, per quanto mascherati, stanno minacciando i valori umani?

Rispondono a domande diverse che partecipano a ricomporre un quadro unitario:

Ricerca amministrativa Ricerca critica

Chi sono le persone esposte ai diversi media? Quali sono le loro preferenze specifiche? Quali sono gli effetti dei diversi metodi di presentazione?

L’Istituto per la Ricerca Sociale o Scuola di Francoforte

ØHerbert Marcuse : critica sia nei confronti del marxismo che della società capitalistica americana

ØErich Fromm: prosegue nell’interpretazione di Sigmund Freud e nella teoria critica della società contemporanea

ØWalter Benjamin: oggetto di studio l’opera d’arte

ØAdorno e Horkheimer: nascita e affermazione dell’industria culturale

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• Il programma di ricerca viene definito dal direttore dell’istituto Max Horkheimer (1937) in cui distingue la «teoria tradizionale» dalla «teoria critica»

Ø Analizzare la direzione del cambiamento sociale a partire dalle contraddizioni interne alla società.

Ø Evidenziare e affrontare le ingiustizie sociali con il contributo della critica dell’ideologia.

Sviluppare una «ricerca sociale» al di là di ambiti di competenzedistinti; il campo di studio è società intesa nel suo complesso(totalità)

Ø Denunciare la «falsa coscienza»: errata percezione che il sé sia autonomo. Accanto ad ambiti di dominio capitalistico come la tecnologia e la fabbrica, la teoria critica riconosce un potere egemonico alla cultura, nei

meccanismi dell’«industria culturale» (Horkheimer e Adorno 1947, trad. it. 1966)

• Complesso di organizzazioni che trasformano la creatività in merce. • Cultura intesa non come sottoprodotto del processo di industrializzazione

ma come agente attivo al servizio delle istituzioni e i cui meccanismi di asservimento devono essere «illuminati» e svelati.

La definizione di INDUSTRIA CULTURALE per i francofortesi

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L’industria culturale e la nascita dei generi

«fabbrica del consenso» che haeliminato la funzione critica dellacultura attraverso la costruzione diun vero e proprio sistema dei mediagovernato istituzionalmente

Trasformazione tecnologica della cultura nelle forme folcloristiche e totalitarie del nazismo e in quelle commerciali e di omologazione delle masse degli Stai Uniti.

«industria culturale» vs di cultura di massa

formazione spontanea di cultura popolare o una qualche forma di democratizzazione della cultura.

Walter Benjamin L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1936, trad. it, 1966)

Concetto di «aura»Un’opera d’arte originale possiede un’esistenza unica, immersa nella tradizione, nel rituale e condizionata da un’autenticità e un’autoritàin qualche modo magiche

L’era della riproduzione tecnica ne demolisce queste condizioni, l’hic et nunc.

L’arte diviene accessibile e disponibile attraverso le diverse (ri)produzioni mediali di massa, come nella produzione infinita di copie consentite da fotografia e cinema.

mentre svaluta il valore culturale produce una vicinanza attiva del pubblico a contenuti che divengono più familiari nell’esperienza e che impara a elaborare e valutare in un processo di disimpegno

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Lo spirito dei tempi e la teoria culturologica

Alla base della fondazione della teoria troviamo Edgar Morin, autore del volume L’esprit du temps (1962, trad. it. 1963)

• cultura nazionale • culture classiche (umanistica e religiosa)• cultura di massa – termine equivalente

a «industria culturale» – nata da stampa, cinema, radio e televisione

Corpo di simboli, miti e immagini concernenti la vita pratica e quella dell’immaginario. Un sistema di proiezioni e identificazioni prodotte nelle forme della fabbricazione industriale di massa

Via di fuga dalla contraddizione: attingere allastruttura dell’immaginario, che si fonda attorno adalcuni archetipi, «modelli-guida dello spiritoumano»

Ø «strutture esterne»: generi e le convenzioni

Ø «strutture interne»: situazioni tipo e personaggi tipo. Gli archetipi si traducono in stereotipi.

L’obiettivo dell’industria culturale è creare unprodotto di massa per un pubblico di massa, chericonosca e apprezzi gli stereotipi proposti

i meccanismi della cultura di massa devono superare la contraddizione fondamentale fra le sue strutture burocratiche e l’originalità (individualità e novità) che il prodotto deve fornire

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cultura del Loisir

svago di massa entro i tempiliberi dal lavoro ma anche ilconsumo dei prodotti chediviene autoconsumo dellavita individuale

La cultura di massa riempie il loisirattraverso due meccanismi:ØProiezione: «funzione evasiva», si

vive una realtà immaginaria per procura

ØIdentificazione: «funzione integrativa» della vita reale suggerendo modelli di comportamento

Gli immaginari mediali alimentano i nostri bisogni insoddisfatti, consentendoci di consumare attraverso i media ciò a cui non accediamo per via materiale. Allo stesso tempo nutrono la nostra immaginazione di nuovi immaginari rendendoci insoddisfatti di come siamo

Il contributo dei media alla costruzione sociale della realtà

Teoria dell’agenda setting

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Il contributo dei media alla costruzione sociale della realtà

Ciò che sappiamo della nostra società, ed in generale del mondo in cui viviamo, lo sappiamo dai mass media» (Luhmann, 1996, trad. it. 2000). secondhand experiences:abbiamo bisogno del sistema dei media per accedere a esperienze, mondi e realtà che difficilmentepotremmo conoscere personalmente

Public Opinion (Walter Lippmann 1922, trad. it. 1964)

Ø I mass media consentono ai cittadini di conoscere eventi e argomenti estranei alla loro realtà attraverso lacostruzione di «stereotipi» che contribuiscono a creare uno pseudo-environment

Ø offrono elementi conoscitivi in base ai quali i soggetti reagiscono allo pseudo-environment loro offerto

Ø costruiscono un ponte tra «the world outside and the pictures in our heads»

L’ipotesi dell’agenda setting«what to think about»

Il fulcro dell’ipotesi risiede in questa affermazione“La stampa può non riuscire per la maggior parte del tempo nel dire alla gente a cosa pensare, ma essa riesce in modo formidabile nel dire ai propri lettori riguardo a che cosa pensare” (Cohen 1963, p. 13).

Successivamente sistematizzata come teoria da McCombs e Shaw.I media impostano l’agenda, l’ordine del giorno, l’elenco dei temi «importanti». Come teoria degli effetti: il pubblico condivide la medesima agenda.

Agenda setting

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I postulati dell’agenda setting-Selezione: “la gente tende a includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto” (Shaw 1979, p. 96)

-Gerarchizzazione: “il pubblico inoltre tende ad assegnare a ciò che esso include un’importanza che riflette da vicino l’enfasi attribuita dai mass media agli eventi, ai problemi, alle persone”(ibid.)

Agenda setting

Teoria dell’agenda-setting

capacità dei media di formare l’opinione pubblica grazie all’influenza esercitata dalla rilevanza dei temi nell’agenda pubblica

• potere dei media di determinare e di ordinare gerarchicamente la presenza dei temi nell’agenda

• costruzione dell’agenda degli individui come

conseguenza di ciò che è presente nell’agenda

dei media.

passaggio di salienza dai media agli individui

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Agenda setting

Agenda setting anche come insieme di vincoli

Il pubblico non è necessariamente considerato passivo; tuttavia, quando costruiscono attivamente le proprie immagini della realtà, le persone sono vincolate alla disponibilità di informazioni veicolate dai media.E soprattutto alle priorità in termini di temi (issues) individuate dai media secondo la propria logica.

Agenda setting: la dimensione empirica

•Determinanti di contesto della ricerca sui media:Ipotesi e teoria che nasce soprattutto all’interno dello studio della comunicazione politica e delle campagne elettorali: strettamente legata alla fase (anni sessanta e settanta, negli Usa) di professionalizzazione, figure quali consulenti e spin doctor, attenzione per i sondaggi e la ricerca sull’opinione pubblica. Intorno all’agenda setting si coagula una “comunità scientifica”, ma anche molte critiche incrociate tra i vari studiosi.

Nodi problematici in vari punti di ogni disegno di ricerca. Es. problema time lag(Bentivegna 1994), dopo quanto tempo è possibile «misurare» un possibile effetto di agenda? Si tratterebbe di un effetto a breve o medio termine?

Agenda setting

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Schema metodologico basilare: comparazione tra le agende, quella del pubblico e quella dei media (eventualmente confronto con «realworld indicators»).

Esempio ipersemplificato:

Agenda setting

Registrare l’agenda dei media (temi):Es. primi tre temi (titoli tg, titoli quotidiani)

1. Politica interna2. Economia3. Cronaca nera

Rilevare l’agenda per i pubblico (temi):Es. primi tre temi ritenuti importanti

1. Politica interna2. Economia3. Cronaca nera

Sì: è presente un effetto di agenda

È possibile rilevare diversi effetti di agendaEffetto di agenda completo, parziale per selezione, parziale per gerarchizzazione, inesistente (Marini, 2006, p. 5).

Agenda setting

Agenda dei media (temi):1. Politica interna2. Economia3. Cronaca nera

Agenda del pubblico (temi):1. Politica interna2. Economia3. Cronaca nera

Agenda dei media (temi):1. Politica interna2. Economia3. Cronaca nera

Agenda del pubblico (temi):1. Politica interna2. Economia3. Sport

Agenda dei media (temi):1. Politica interna2. Economia3. Cronaca nera

Agenda del pubblico (temi):1. Economia2. Cronaca nera 3. Politica interna

Agenda dei media (temi):1. Politica interna2. Economia3. Cronaca nera

Agenda del pubblico (temi):1. Politica estera2. Sport3. Spettacolo

Completo

Parziale per selezione

Parziale per gerarchizzazione

Inesistente

Esempio

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La dimensione empirica: due approcciI risultati variano molto

1.AggregatoSi aggregano le agende dei vari media per sintetizzare una agenda e una «media» dei temi prioritari per il pubblicoQuadro semplificato dell’effettoI media presenterebbero effetto sistemicoConcretamente produce più conferme all’ipotesiFiducia nella correlazione statistica

2.Disaggregato o individualeSi considerano le differenze tra i diversi media e e i consumi mediali differenziati del pubblicoFattori intermedi ed effetti differenziatiConcretamente produce meno conferme all’ipotesiAttenzione alla rilevanza percepita

Agenda setting

Agenda setting: sviluppi e derivazioni

•Livelli di agenda: temi e sottotemiBenton-Frazier (1976)Studi sull’intensità, sulla profondità dell’effetto di agendaScomposizione delle issues e grado di conoscenza (issues, subissues e conoscenza delle diverse posizioni)Es.

tema Economiasottotema Fisco e bilancio dello Stato

diverse posizioni Patrimoniale vs Taglio spesa

Agenda setting

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Agenda setting: sviluppi e derivazioni

• PrimingFiske-Taylor 1984; Iyengar-Kinder 1987; (prima, Weaver 1977)Capacità dei media di “imbeccare”, “innescare”: giudizi a partire dai temi Teaching function dei media: trasferimento non tanto della rilevanza ma dei criteri di rilevanza.

Agenda setting

Dall’agenda dei media all’agenda del pubblico: il primo livello dell’agenda-setting

Elementi centrali della teoria

Natura dei temi Caratteristiche dei media

Caratteristiche del pubblico

Natura dell’agenda

• cosa si intende con agenda del pubblico

• fattori di omogeneità o differenziazione

• effetto di agenda può essere maggiore o minore a seconda delle caratteristiche dei temi?

• diverso potere di agenda esercitato dai singoli mezzi

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Affinché un tema entri nell’agenda del pubblico è necessario che esso sia a «soglia bassa» attraverso una debita azione di copertura da parte dei media

• Chaim H. Eyal (1981):

«centralità» dei temi, ovvero essere più omeno coinvolgenti. Attraverso esperienzedirette con i temi il potere di agenda deimedia può essere ridotto o enfatizzato

• Kurt e Gladys Lang (1981b, trad. it. 1994):

- temi a «soglia alta»: temi che risultanolontani dalla vita quotidiana dei soggetti

- temi a «soglia bassa»: vicini ai soggetti o peresperienza diretta o perché già entrati a farparte delle questioni di cui si dibatte

ØNatura dei temi

ØCaratteristiche dei media

• Benton & Frazier (1976, trad. it. 1994): individuare il diverso livello di informazione offerto dalla stampa e dalla tv

• convergenza e l’ibridazione mediale• ricchezza di offerta• diversificazione delle modalità di

consumo mediante numerosi dispositivi

Necessità di un nuovo approccio considera gli effetti diagenda-setting come il risultato cumulativo deinumerosi canali che affollano l’ambiente mediale degliindividui e che assume come variabile intervenientel’interesse per la dimensione informativa

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Ø Caratteristiche del pubblico

Fattori di omogeneità o differenziazione

Grado di interesse Conversazioni intorno ad argomenti presenti nei media

Bisogno di «orientamento»

Coerenza con interessi e predisposizioni personali che governano le esposizione ai media

ØNatura dell’agenda

Cosa si intende con agenda del pubblico?

In passato oggi

§ Agenda derivante da risposte degli individui ai tradizionali sondaggi di opinione

§ moltiplicazione delle agende McCombs, Shaw e Weaver (2014) :

- prioritized agenda: si costruisce grazie ai media verticali e alle conversazioni sui temi proposti- agenda-melding: elementi provenienti da agende verticali e orizzontali; riorganizza e mette in relazione i temi a partire dagli interessi degli individui e/o da quelli del network di appartenenza

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Chi costruisce l’agenda?

«la costruzione dell’agenda è un processo collettivo con un certo grado di reciprocità» (Lang, Lang, 1981b, trad. it. 1994, p. 174).

Ø Lo studio della costruzione dell’agenda dei media riguarda la sfera pubblica intesa come spazio di discussione nel quale i temi acquistano rilevanza e visibilità

risultato finale di un processo che vede coinvolti altri soggetti e altri temi

realtà esterna

logica della selezione delle notizie e costruzione di un tema nell’ambito dei media

rapporti di potere esistenti tra soggetti (media e fonti)

«Who sets the media’ agenda?»

McCombs (2004):insieme delle relazioni tra l’agenda dei media e tutte le altre

1 - le fonti principali che forniscono le informazioni alla base della copertura giornalistica 2 - le altre testate giornalistiche e di informazione; 3 - le norme e le tradizioni proprie del giornalismo

«intermedia agenda»

Weaver e Choi (2017):spazio alle conseguenze della presenza dei social media

1- fonti autorevoli e dotate di potere 2- altri media 3 - norme e tradizioni giornalistiche 4 - eventi inattesi 5 - le audience mediali

Poter segnalare intorno a quali temi vogliono pensare rovesciando l’assunto di base dell’agenda-setting

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«search agenda»:utilizzare un motore di ricerca intorno a un argomento

«reverse agenda» Intenso flusso conversazionale intorno a un tema sui social media come precisa volontà di imporre al centro del dibattito quella particolare tematica

I social media si sono trasformati per i giornalisti in un «ambient journalism» (Hermida, 2010) nel quale intercettare umori e opinioni dei

cittadini da utilizzare nella propria professione. Possono acquisire visibilità e esercitare un’influenza sull’agenda dei media

Tra tema e frame: il secondo livello dell’agenda-setting

• aspetti – categoria generale di attributi

• temi centrali – categoria specifica di attributi che definiscono la prospettiva dominante rispetto all’oggetto

McCombs (1996):

Ø prospettive e frame che i giornalisti e i membri del pubblico utilizzano per pensare e parlare degli oggetti fanno sì che l’attenzione si focalizzi su alcuni attributi e che si allontani da altri

Ø ciascun oggetto ha numerosi attributi che completano e articolano la sua immagine

prospettiva prevalente rispetto a un oggetto, definito da una serie di attributi

§ approccio allo studio dell’influenza dei media esteso alla dimensione persuasiva che ipotizza una valutazione di un soggetto o tema a partire dalle caratteristiche ad esso associate

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Networked agenda: il terzo livello dell’agenda-setting

Ø 1° livello dell’agenda-settingi media sono in grado di influenzare l’agenda delpubblico selezionando alcuni temi.

Ø 2° livello dell’agenda-settingcapacità dei media di dirci anche come pensareintorno ad alcuni temi grazie all’uso degli attributiriferiti ad essi

Ø 3° livello dell’agenda-settinginfluenza sull’associazione tra gli stessi temi e tradi essi e gli attributi, in grado di attivare unnetwork di relazioni

Network Agenda Setting:insieme delle relazioni che intercorrono tra gli elementi dell’agenda dei media e l’agenda del pubblico (Guo 2014).

Ø Ciò che si trasferisce da un’agenda all’altra non è più soltanto una lista di temiordinata gerarchicamente ma un insieme di relazioni tra temi e attributi

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Il contributo dei media alla costruzione sociale della realtà

Televisione e Teoria della coltivazione

Tv e storytelling

riconoscimento della vocazione di storytelling della tv, a cui si accompagna il desiderio di tutti noi di ascoltare storie.

la televisione offre ai suoi telespettatori storie ripetitive che sono ritualisticamente consumate (Gerbner 1977)

funzione «affabulatoria» funzione «bardica»capacità del mezzo televisivo di

raccontare le storie della comunitàla televisione stimola l’immaginario dei soggetti, soddisfa il loro bisogno di evasione, ne incarna le

fantasie realizzandole in storie vicine alla loro quotidianità

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• articolare le linee principali dell’interpretazione culturale della realtà.• coinvolgere i singoli membri nel suo sistema di valori dominanti, mediante la condivisione di messaggi tesi a rafforzarne l’ideologia sottesa. • celebrare, spiegare, interpretare e giustificare le azioni dei singoli in relazione al mondo esterno.• rassicurare la cultura in generale della sua adeguatezza pratica• svelare le inadeguatezze pratiche della cultura in modo tale da farle riorientare • convincere i membri dell’audience che il loro status e la loro identità sono garantiti dalla cultura stessa.• trasmettere un senso di appartenenza attraverso sicurezza e coinvolgimento

Funzioni della tv secondo Fiske e Hartley (1978)

Approccio di Gerbner

Ø considera l’insieme dei messaggi televisivi in grado di dare una forma a «una cultura comune attraverso la quale le comunità coltivano nozioni condivise e pubbliche circa i fatti, i valori e le contingenze dell’esistenza umana»

Ø teoria socioculturale interessata a individuare il nesso tra media e percezioni, credenze, attitudini e valori dei soggetti

Interesse verso l’influenza complessiva esercitata daimessaggi sul pubblico, inteso come persone esposte aimessaggi dei media nel corso della loro vita

Teoria della coltivazione (Cultivation Theory)

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«Cultural Indicators Project» e lo studio della violenza

Studiare la natura e le conseguenze della presenza della violenza nel mezzo televisivo

Ø prende le mosse negli Stati Uniti negli anni 1967-68 con uno studio per la Commissione Nazionale sulle cause e la prevenzione della violenza

definizione di violenza• qualsiasi espressione di forza fisica contro se stessi o altri

con l’obiettivo di ferire o uccidere• forme accidentali di violenza o catastrofi naturali, in grado

di provocare un numero elevato di vittime• ogni atto che può provocare effetti gravi, pur se collocato

in contesti fantastici o, addirittura, umoristici

doppio binario metodologico:analisi del sistema dei messaggi veicolato dal mezzo televisivosurveys condotte sul pubblico.

• variabili demografiche: sesso, età, razza, istruzione, reddito, orientamento politico, area di residenza

• esposizione televisiva: individuazione di spettatori deboli, medi e forti

Ipotesi di ricerca: 1) i telespettatori forti sono portatori di una visione del mondo come un luogo triste e squallido, descritto con termini riconducibili a condizioni di depressione e alienazione; 2) individuare l’esistenza del mainstreaming, la condivisione di punti di vista comuni tra i forti telespettatori

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Risultati/1

Programmazione televisiva• per ogni dieci protagonisti di

sesso maschile che commettono violenza, vi sono undici vittime;

• per ogni dieci donne che commettono violenza, vi sono sedici vittime;

• le minoranze e le donne straniere sono le più penalizzate

• Prevalenza femminile tra i vari gruppi che hanno le maggiori probabilità di subire violenza.

Surveys• i telespettatori forti ritenevano di

avere maggiori probabilità di essere coinvolti in episodi di violenza, di avere una percezione esagerata del pericolo e di avere una visione distorta circa il tasso di criminalità nel paese.

• non si è mai troppo cauti nelle relazioni con il prossimo

• ciascuno pensa a se stesso • gli addetti alle forze dell’ordine

del paese erano molto più numerosi di quanto riportato dalle statistiche ufficiali

Risultati/2

violenza rappresentata tramite attori e ruoli bendefiniti (donne vittime, uomini e minoranzeattori della violenza), dando corpo al fenomenodel mainstreaming al centro dello studio dellacoltivazione

riflette e dà corpo a inquietudini dei soggettipotenzialmente vittime (perché donne o perchéresidenti in zone a rischio), producendorisonanza: rispecchiamento tra ciò che vivononella realtà e ciò che vedono rappresentato

Ø La ricostruzione del tema della violenza che emerge dall’insieme delle ricerche presenta una duplice caratteristica

Effetto di coltivazione: i forti consumatori elaborano «risposte televisive», ovvero una sovrapposizione tra realtà televisiva e mondo reale

Le interviste sono state confrontate con i dati reali relativi alla popolazione vittima di violenza, che indicavano una percentuale molto contenuta

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Sfumature di coltivazione

Gerbner (1973): «Lo studio della coltivazione non può che prendere le mosse dallo studio delle istituzioni che consentono un sistema di produzione di messaggi per poi andare oltre e «investigare i contributi che questi sistemi e le loro funzioni simboliche offrono alla coltivazione di opinioni circa la vita e il mondo» (p. 567).

Istituzioni mediali Messaggi Effetti§ forme organizzative e

le relative evoluzioni; rapporti e gli equilibri di poter; processi interni alle stesse istituzioni

§ pattern di significato veicolato, a prescindere dal singolo messaggio o prodotto

§ conseguenze dei sistemi di messaggi veicolati dai media, in grado di influenzare le credenze e i valori degli individui.

Ø concetto di mainstream: condivisione di punti di vista sul mondo da parte dei forti consumatori di televisione all’interno di gruppi con caratteristiche socio-demografiche diverse

Ø concetto di risonanza: i telespettatori che esperiscono situazioni simili a quelle rappresentate dal mezzo televisivo saranno maggiormente sensibili al contenuto del messaggio.

«doppia dose» di significato che coniuga

esperienze reali e televisive

consumo televisivo posto in relazione con altre

variabili e fattori di socializzazione

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Coltivazione e nuovo sistema mediale/1

Øofferta che viaggia su strade diverse (cavo, satellite, internet), gestita da imprese attive su più piattaforme (Netflix, Amazon, YouTube, etc.), che si specializza rispetto ai contenuti proposti (canali con offerta di sport, cartoni animati, musica, medicina, bellezza, moda, etc.) e che consente l’accesso on demand ai prodotti desiderati.

Coltivazione e nuovo sistema mediale/2

Modalità di consumo

• mediante smart television

• tramite internet – in modo legale o meno –predisponendosi alla visione sul computer o sullo smartphone

Tempi di consumo

• Selezionare contenuti da una library e visionarli in un momento successivo

• programmare la visione di un’intera serie televisiva nel corso di una serata

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Una coltivazione o tante coltivazioni?

Approccio di Gerbner Validità della ricerca empirica La teoria all’interno di un sistema mediale mutato

• Approccio macrosistemicoscomparso nel tempo

• Concentrazione su singoli generi televisivi (talk show, serie mediche, programmi di bellezza) e sui meccanismi della memoria attivati nel fornire le riposte agli item utilizzati per misurare la coltivazione

• imprecisione dell’analisi del contenuto dei messaggi e della misurazione del consumo televisivo

• ambiguità della costruzione delle risposte televisive vs le risposte provenienti dal mondo reale

• natura spuria di alcuni nessi causali stabiliti tra consumo televisivo e risposte televisive.

• difficoltà ad analizzare il contenuto dei messaggi moltiplicati in modo esponenziale e a misurare l’esposizione al mezzo televisivo, distribuita su più dispositivi e in momenti diversi della giornata


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