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LA VALTENNA DELLE ECCELLENZE
E’ un progetto promosso dal Comitato per la Promozione e la Valorizzazione della Valle del Fiume Tenna, con sede
a Servigliano
Edizione aprile 2014
«Spunti per approcciare la ValTenna»
LA VALTENNA DELLE ECCELLENZE A parlare di ValTenna erano in tanti ma la ValTenna non aveva dei confini, non si sapeva dove iniziasse e dove terminasse. Abbiamo cominciato il percorso con una perizia idro-geo-morfologica che chiarisse le idee una volta per tutte su quale fosse la Valle del Tenna.
E’ emerso subito che la realtà che ci si poneva davanti non era una realtà esclusivamente fermana ma fermano-maceratese, per poi scoprire che sono ben 24 i comuni che gravitano attorno all’asse fluviario del Tenna. Ebbene, come scopriremo assieme in queste slides, in questo territorio c’è davvero di tutto e si può trovare soddisfazione di centinaia di diverse curiosità ed attrattività. Un territorio che in gran parte possiamo definire inesplorato, ma che forse proprio per questo riesce ancora a fornire, a chi si nutre di ricerca e di conoscenza, l’entusiasmo dell’esplorazione, dell’appartenenza e dell’essere «hic et nunc», qui ed ora, in un contesto che vede l’individuo come protagonista in prima persona, sovvertendo le comuni dinamiche che la globalizzazione ci propina in ogni angolo del mondo.
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Il Comitato
E’ una forma associativa no-profit nata nel 2010 per permettere ai residenti e ai turisti di conoscere e vivere la ValTenna, valorizzandone tutte le peculiarità e non si prefigge uno scopo unico ma la promozione a 360° di tutte le bellezze e le bontà che il nostro territorio custodisce e spesso purtroppo nasconde.
Il nostro territorio
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L’Alta ValTenna
Monte San Martino e Penna San Giovanni sono sotto il territorio provinciale di Macerata, i restanti Comuni sono sotto il territorio della provincia di Fermo
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L’Alta ValTenna
Penna San Giovanni Santa Vittoria in M
Amandola
Montefortino
Monte San Martino
Montefalcone Appennino Smerillo
N. abitanti
1302
1466
3827
1285
820
520
394
Dati approssimativi di anni precedenti
La Media ValTenna
Provincia di Fermo
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La Media ValTenna
Rapagnano
Montegiorgio
Torre San Patrizio Magliano di Tenna
Grottazzolina
Falerone
Belmonte Piceno
Servigliano
Massa Fermana Montappone Monte Vidon Corrado Ponzano di Fermo
N. abitanti
1974
6978
2126 1368
3355
3442
663
2354
976 1753
768 1732
La Bassa ValTenna
Provincia di Fermo
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La Bassa ValTenna
Porto Sant'Elpidio Porto San Giorgio Sant'Elpidio a Mare
Fermo
Monte Urano
N. abitanti
24755
16367 16573
37760
8333
Il Progetto
Il Progetto nasce dalla consapevolezza che il territorio in cui viviamo è ricchissimo di peculiarità che, confrontate con le altre attrattività a livello nazionale ed internazionale, si attestano sempre come eccellenze di prim’ordine e come tali devono essere oggetto della nostra attenzione, delle nostre cure e della nostra attività di promozione.
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I settori progettuali Il Progetto «LA VALTENNA DELLE ECCELLENZE» è pensato per mantenere in connessione e collaborazione continua i diversi settori presenti ed operanti nel nostro territorio, che sono:
- L’ENOGASTRONOMIA - LA MANIFATTURA - LA CULTURA - L’ACCOGLIENZA - IL TEMPO LIBERO ED IL RELAX - I PERCORSI - AMBIENTE - VIVERE IL PAESAGGIO - STORIE E LEGGENDE
L’enogastronomia
Il nostro territorio è storicamente vocato a questo settore. Ogni casa un tempo era una piccola fattoria, in cui si svolgeva il rito, fra gli altri, della «pista del maiale», in cui i prodotti del campo erano raccolti e trasformati da tutti i componenti del nucleo famigliare e nella società moderna queste realtà si sono evolute, dando vita a tante aziende che riescono a trasmettere alle giovani generazioni le competenze e le conoscenze accumulate nelle generazioni precedenti, alle quali i ragazzi fanno sempre riferimento.
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L’enogastronomia La tradizione artigianale
enogastronomica dei nostri nonni si riperpetua seguendo le tecniche
antiche di produzione e garantendo a chi degusta i nostri unici elaborati che
il tutto è NATO, TRASFORMATO E CONFEZIONATO qui, nel nostro
territorio. E noi gradiremmo sempre di più accompagnare turisti e visitatori
dentro le nostre aziende agricole per dare loro la certezza della nostra
cortissima filiera, che si può osservare dall’inizio alla fine, dalla nascita della
materia prima al suo confezionamento
L’enogastronomia
I prodotti tipici del nostro territorio sono rappresentati concretamente da chi per professione, con competenza, li crea mantenendo altissimi gli standard qualitativi e non scendendo a patti con la grande distribuzione, preferendo un mercato di
nicchia e garantendo la massima genuinità dell’alimento, adatto e consigliato per l’alimentazione di tutti.
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L’enogastronomia
Prodotti tipici:
- Tutte le lavorazioni possibili della carne di maiale
- Vini Falerio Pecorino, Rosso Piceno, Passerina
- Tutti i prodotti derivati dall’apicoltura
- Olio Extravergine di Oliva
- Formaggio Pecorino
- Mela Rosa dei Monti Sibillini e sue confetture
L’enogastronomia
Sono prenotabili presso il Comitato per la Promozione e la Valorizzazione della ValTenna le visite guidate all’interno delle
Aziende Agricole con i Produttori Enogastronomici che
istruiscono coppie, gruppi o singoli circa le fasi di
produzione. I visitatori sono accolti come se fossero parte
della nostra famiglia e vengono riservate loro tutte le attenzioni
secondo i gusti e le necessità richieste.
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L’enogastronomia
Il KNOW HOW, ovvero l’abilità del saper fare, ci permette l’utilizzo di ausili meccanici e tecnologici per la produzione che aumentano la quantità rispetto a quella che potevano produrre i nostri nonni ma non intaccano in alcun modo la qualità e la genuinità dell’elaborato che porta dentro la confezione tutti gli aromi, la freschezza ed il succo vero della nostra terra.
L’enogastronomia Il Piantone di Falerone: la coltivazione dell'olivo e la
molitura delle olive nella regione ha origini antichissime. Troviamo menzione dell'olio di oliva a partire dal 1228 quando, alle navi marchigiane che dovevano approdare sul Po, era richiesto un pedaggio consistente in venticinque libbre di olio. Anche i veneziani erano grandi estimatori dell’ “olio della Marca” , che rivendevano ad un prezzo superiore in virtù dell’aroma e del sapore. Descrizione: Albero di media vigoria, a portamento assurgente; chioma voluminosa ad elevata densità. Rami con numerose ramificazioni, internodi corti, foglie strette ed allungate, di colore verde scuro nella pagina superiore e verde chiaro in quella inferiore.
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La pianta entra in produzione precocemente. La drupa è di medie dimensioni (2-2,5 g), di forma tendenzialmente cilindrica, con una resa in olio medio-elevata e inolizione precoce. L'invaiatura è tardiva e contemporanea, con colore dei frutti dal verde chiaro al nero violaceo. Cascola precoce ed abbondante, periodo ottimale di raccolta: entro la metà di novembre. L'olio è di un fruttato medio - leggero, dal gusto inizialmente dolce, leggermente piccante e con un retrogusto piacevolmente amaro, di colore verde tendente al giallo, con contenuto in polifenoli piuttosto elevato.
Territorio: Cultivar diffusa nella provincia di Fermo, in un'area limitata compresa tra i comuni di Falerone e Montegiorgio, ed in zone interne della provincia di Macerata, fino ad elevate altitudini. Viene comunemente e tradizionalmente chiamato "Piantone".
Preparazione: La raccolta avviene manualmente o con l'ausilio di agevolatore (pettine). La frangitura delle olive, per evitare lo scadimento qualitativo del prodotto, deve avvenire entro le 24 ore seguenti la raccolta. L'olio viene conservato al buio in ambienti aventi una temperatura massima di 15° C, in recipienti di vetro o di acciaio inossidabile. Il trasporto delle drupe raccolte avviene utilizzando cassette preferibilmente in plastica forata. Si utilizzano i comuni macchinari per la lavorazione delle drupe ed il condizionamento dell'olio.
Un po' di storia: I fertili territori della Valtenna, centuriati ed assegnati da Ottaviano Augusto ai veterani, furono la Prefettura di Amandola, la Colonia di Fermo e la Colonia di Falerone. Il territorio posto sotto la giurisdizione di Falerone era grandissimo, seppur inferiore a quello di Fermo e comprendeva, molto probabilmente, i seguenti attuali Comuni: Francavilla d'Ete, Montegiorgio, Magliano di Tenna (almeno la parte occidentale), Belmonte Piceno, Servigliano, Falerone, Monte Vidon Corrado, Montappone, Massa Fermana, S. Angelo in Pontano, Penna S. Giovanni, Monte S. Martino ed alcuni lembi territoriali di altri Comuni (S. Vittoria in Matenano, Montefalcone, Smerillo).
Al centro di tale territorio per ordine di Ottaviano nasce Falerio Picenus (29 a.C.), piccola e opulenta città materialmente e giuridicamente somigliante a Roma, confluenza di strade strategicamente importanti, terra ferace, cuore della produzione di ottime uve e cereali, ricca di ulivi. La produzione d'olio d'oliva nell'area è documentata dai rinvenimenti di Torcularia e relativi Dolii (contenitori per olio) nelle numerose ville rustiche sparse sul territorio. E' documentato ancora nel 1500 un grande commercio del prodotto (Notai di S. Elpidio a Mare) che invece quasi scomparve tra il 1600 ed il 1800 tanto che Napoleone (1808 - 1816) stabilisce premi per coloro che avessero coltivato ulivi e Pio VIII (1829) ne concede incentivi alla coltura. Con l'avvento della mezzadria la coltivazione degli ulivi riassume notevole rilevanza, ma nelle mense dei contadini l'olio è scarso, se non del tutto assente in quanto il padrone pretende la quasi totalità della produzione fino ai primi decenni del Novecento, quando si attua la vera mezzadria (da "mezzo") con la quale ai contadini viene concessa la metà dei prodotti agricoli. Solo da allora i coltivatori hanno potuto iniziare ad apprezzare il sapore, il gusto, l'ottima qualità dell'olio che producevano, quell'olio dal sapore piacevolmente amaro, leggermente piccante, frutto di tante fatiche cui oggi non sanno assolutamente rinunciare, ma che, anzi, sono intenzionati a valorizzare: l'olio della varietà "Piantone di Falerone". (Fonte: www.comunefalerone.it)
Istruzioni: Ottimo su arrosti, verdure oltre che su primi piatti e bruschette. Le sue caratteristiche si sposano su pietanze dal profumo delicato dove non si vogliono coprire gli aromi.
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L’enogastronomia
FASI DELLA PRODUZIONE DELL’OLIO EXTRAVERGINE
DI OLIVA IN VALTENNA
Il Tartufo
L’enogastronomia
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Enogastronomia: tipi di Tartufo
Grazie a tale diffusa presenza, in questo territorio è possibile avere tartufo fresco tutto l’anno. E’ importante sottolineare che alla produzione spontanea si affianca quella derivante dalle tartufaie coltivate con piante micorizzate, per quanto concerne il tartufo nero pregiato e quello estivo. I comuni più vocati per il bianco pregiato sono Amandola e Montefortino, per il nero pregiato, Montefortino, Montefalcone e Comunanza. Il tartufo raccolto nel territorio dei Sibillini, a giudizio di esperti e ristoratori, è tra i migliori che si possano rintracciare sul mercato.
La fascia a ridosso del versante orientale dei Monti Sibillini è straordinariamente ricca di tartufi. Qui si possono raccogliere tutte le specie consentite dalla legge ed in particolar modo ì quattro tartufi più apprezzati sui mercati: il Tartufo Bianco Pregiato (Tuber magnatum Pico), il Tartufo Nero Pregiato (Tuber melanosporum Vittadini), il Tartufo Estivo (Tuber aestivum Vittadini e la sua forma uncinatum), il Tartufo Bianchetto (Tuber borchii Vittadini).
TARTUFO NERO PREGIATO
Tuber Melanosporum Vittadini 1831
Dopo il tartufo bianco è considerato il più pregiato a livello commerciale ed è
sicuramente uno dei protagonisti della cucina internazionale.
Il Tartufo Nero dei Sibillini ha generalmente un aspetto tondeggiante piuttosto regolare
ed omogeneo in quanto i terreni di crescita sono molto sciolti e sabbiosi, ma in altre
situazioni può assumere un pronunciato aspetto bitorzoluto ed irregolare. Ha una
superficie nera con zone rugginose e verruche poligonali non molto pronunciate.
Gleba bruno nerastra che ricorda il cacao, con venature bianche sottili che all’aria si
ossidano, virando all’ocra. Odore intenso ma non pungente, aromatico e fruttato con
caratteristico sentore di miele che persiste anche all’assaggio. Vive in simbiosi
soprattutto con querce, carpini e noccioli e viene raccolto da dicembre a marzo in
versanti ben esposti al sole.
Vicino all’albero dove cresce il tartufo nero l’erba è molto rada o bruciata a causa
dell’azione di una sostanza emessa dal micelio creando così il classico ‘pianello’ o
‘posta’. E’ una delle specie la cui coltivazione sta riscuotendo un notevole successo
anche nell’area dei Sibillini.
L’enogastronomia
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TARTUFO BIANCO PREGIATO Tuber Magnatum Pico 1788 E’ considerato il tartufo per antonomasia in quanto riveste una notevole importanza commerciale. Ha un aspetto globoso e irregolare e può raggiungere facilmente le dimensioni di una grossa arancia, superando spesso i 200-300 grammi di peso. La superficie esterna è liscia e leggermente vellutata con un colore che varia dall’ocra pallido al crema scuro fino al verdastro. La sua carne o gleba si presenta chiara, giallo grigiastra, rosata o bruno tenue con sottili venature bianche. Il suo profumo fortemente complesso ma piacevolmente aromatico, seppur con componenti agliacee e di gas metano, è unico ed inconfondibile. Vive in simbiosi principalmente con querce, salici e pioppi che ne determinano il colore della gleba e l’intensità dell’aroma. Il Tartufo Bianco dei Sibillini matura dalla tarda estate all’inverno su terreni soffici ed umidi ricchi di calcio in special modo nei versanti che ‘guardano Loreto’.
BIANCHETTO O MARZUOLO Tuber borchii Vittadini 1831 Dal punto di vista gastronomico è sicuramente un tartufo in forte espansione e viene oggi commercialmente apprezzato molto più di quanto avveniva in passato. Di modeste dimensioni, raramente può raggiungere la grandezza di un uovo, ha forma globosa e superficie liscia di colore giallo ocra aranciato con tonalità anche bruno scure. Gleba decisamente bruna a maturità con venature bianche spesse e molto evidenti. Odore forte e penetrante con una decisa componente agliacea. Vive in simbiosi con numerose essenze arboree sia di latifoglia che di conifera non disdegnado piante erbacee. Matura da fine autunno ad inizio primavera su tutti i terreni con ogni esposizione.
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TARTUFO NERO ESTIVO
Tuber aestivum Vittadini 1831 e forma uncinatum (Tuber uncinatum Chatin)
E’ un tartufo con un vasto areale di crescita, molto diffuso ed usato soprattutto per produzione di salse e conservati in generale.Talvolta raggiunge dimensioni notevoli fino al peso di 600-700 grammi.
Ha una superficie da grigio scuro a nero con verruche piramidali molto pronunciate che gli fanno attribuire il nome volgare di ‘Scorzone’.
La gleba bianca negli esemplari immaturi raggiunge successivamente tonalità nocciola e l’odore tenue ricorda quello fungino.
Le piante simbionti sono soprattutto querce, carpini e pini. Matura nei mesi caldi dell’anno, mentre la forma Uncinatum matura in autunno conservando così un profumo più intenso ed una gleba più scura.
Nella legge il Tuber Uncinatum è elevato a rango di specie, pur non avendo, secondo molti autori, caratteristiche morfologiche e microscopiche che lo differenziano con sicurezza dal Tuber Aestivum.
L’enogastronomia: altri tartufi
Tartufo nero ordinario - Tuber mesentericum Vittadini 1831
Tartufo nero d'inverno - Tuber brumale Vittadini
Tartufo nero moscato - Tuber brumale Vitt. fo. moschatum
Tartufo nero liscio - Tuber macrosporum Vitt.
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L’enogastronomia Specie/varietà Nome comune periodi
Tuber magnatum Pico tartufo bianco pregiato dal 1 ottobre
al 31 dicembre
Tuber melanosporum Vittad. tartufo nero pregiato dal 1 dicembre
al 15 marzo Tuber brumale var. moschatum De Ferry
tartufo moscato dal 1 gennaio al 15 marzo
Tuber aestivum Vittad. tartufo nero d'estate o scorzone
dal 1 giugno al 31 agosto - dal 1 ottobre
al 31 dicembre Tuber aestivum fo. uncinatum o Tuber uncinatum Chatin
tartufo uncinato o scorzone invernale dal 1 ottobre
al 31 dicembre
Tuber brumale Vittad. tartufo nero d'inverno o trifola nera dal 1 gennaio al 15 marzo
Tuber albidum Pico o Tuber borchii Vittad.
bianchetto o marzuolo dal 15 gennaio
al 30 aprile
Tuber macrosporum Vittad. tartufo nero liscio dal 1 ottobre
al 31 dicembre
Tuber mesentericum Vittad. tartufo nero ordinario o di Bagnoli dal 1 ottobre al 31 gennaio
L’enogastronomia
Come lo mangiamo? Le Ricette a base di Tartufo
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Bruschette al tartufo estivo Ingrendienti per 4 persone: 50 g. di tartufo estivo, quattro fette di pane, un dl. di olio extravergine di oliva, uno spicchio d’aglio, sale. Preparare una salsa con l’olio, il tartufo grattato e lo spicchio d’aglio svestito, regolando di sale. Lasciare riposare almeno 4 – 5 ore prima di consumarla. Tostare il pane e cospargere con abbondante salsa. Uova e guanciale al tartufo estivo Ingrendienti per 4 persone: 50 g. di tartufo estivo dei Sibillini, 6 uova, 100 g. di guanciale, tre cucchiai di olio extravergine di oliva, sale. Tagliare il guanciale a tocchetti (dal macellaio ne acquisterete una fetta dello spessore di un millimetro circa) e soffriggerlo in olio caldo per un minuto. Aggiungere le uova precedentemente battute e aggiustate di sale, cuocendole al massimo due minuti, mescolando frequentemente per evitare che prendano la consistenza di una frittata. Le uova dovranno rimanere molto morbide. A fine cottura spolverare con un’abbondante grattata di tartufo estivo. Mezzemaniche al tartufo estivo Ingrendienti per 4 persone: 60 g. di tartufo estivo, 360 g. di mezzemaniche, 1 dl di olio extravergine di oliva, uno spicchio d’aglio, sale. Preparare una salsa con la metà del tartufo (circa 30 g.), l’olio e lo spicchio d’aglio svestito, aggiustando di sale. Far riposare per almeno 4 – 5 ore prima di consumarla. Cuocere la pasta al dente e ripassarla per un minuto in una padella dove avrete scaldato la salsa al tartufo preparata precedentemente. Disporre sui piatti, spolverando con un’abbondante grattata di tartufo estivo. Agnello dei Sibillini al tartufo nero pregiato dei Sibillini Ingrendienti per 4 persone: 50 g. di tartufo nero pregiato dei Sibillini, un chilo e duecento grammi di agnello dei Sibillini da fare in spezzatino, un d l di olio extravergine di oliva, un dl. di vino bianco, due spicchi d’aglio, sale. Soffriggere a fuoco basso i due spicchi d’aglio svestito nell’olio e aggiungere l’agnello tagliato in spezzatino. Cuocere per un’ora e mezza circa bagnando con il vino quando l’agnello inizierà ad asciugarsi. Aggiungere il tartufo grattato cinque minuti prima di spegnere e servire caldo.
Uova su crostone di pane al tartufo bianco pregiato dei Sibillini Ingredienti per 4 persone: 50 g. di tartufo bianco pregiato dei Sibillini, 4 fette di pane, 4 uova, 2 dl. di brodo di gallina, 20 g. di burro, poco olio extravergine di oliva, sale. Preparare un brodo con la gallina, aggiungendo a fine cottura il burro. Cuocere le uova in una padella antiaderente con poco olio, facendo in modo che il tuorlo rimanga molto morbido. Bagnare le fette di pane, precedentemente tostate, nel brodo, adagiando sopra ogni fetta un uovo. Coprire le uova con un’abbondante quantità di tartufo affettato a velo. Tagliatelle al tartufo bianco pregiato Ingredienti per 4 persone: 60 g. di tartufo bianco pregiato dei Sibillini, 350 g. di tagliatelle all’uovo, 3 litri di brodo di gallina, 40 grammi di burro, sale. Preparare il brodo di gallina aggiungendo a fine cottura il burro. Togliere la gallina e cuocere la pasta nel brodo. Scolare la pasta lasciandola piuttosto umida. Disporre nei piatti di servizio aggiungendo un’abbondante quantità di tartufo affettato a velo. Frittata al tartufo marzuolo Ingredienti per 4 persone: 40 g. di tartufo marzuolo dei Sibillini, 6 uova, due cucchiai di olio extravergine di oliva, sale.Battere le uova aggiustando di sale, aggiungendo… Rigatoni al guanciale e tartufo marzuolo Ingredienti per 4 persone: 50 g. di tartufo marzuolo dei Sibillini, 350 g. di rigatoni, 100 g di guanciale, due cucchiai di olio extravergine di oliva, sale. cucchiai di olio extravergine di oliva, sale.
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L’enogastronomia L’Alta ValTenna è un luogo in cui la tradizione delle castagnate ogni anno riavvicina attorno al focolare e nei vicoli dei piccoli borghi di montagna giovani ed anziani. Il marrone, più che la castagna, è un frutto tipico di questo territorio e con esso vengono prodotti molti dolci grazie all’elaborazione della pasta di marroni o castagne, con la quale sono farciti. Smerillo, Montefalcone Appennino, Amandola, Penna San Giovanni, facciamo alcuni nomi delle località più rinomate anche se sappiamo che tutto il panorama sibillino è ricco di questo frutto che piace ai bambini come ai nonni. Per mangiarlo venite in ValTenna nel periodo di Ottobre
L’enogastronomia
Tipicità dolciarie: Lu Serpe (Falerone) Li Caciù (Montegiorgio)
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Confezionato tradizionalmente l’8 dicembre nel giorno dell’Immacolata, Lu Serpe ha una forma caratteristica di una serpe attorcigliata, per ricordare appunto la Madonna che con il suo piede schiacciò la testa del serpente. “Lu serpe” ha inoltre una storia vecchia di 400 anni, come specificatamente certificato dalla De.Co approvata il 26 maggio 2006. Furono le monache Clarisse a tramandarne nel tempo la ricetta da quando nel 1610 si stabilirono a Falerone in seguito alla ricca donazione di Pietro Antonimi che trasformò la sua abitazione in un monastero dedicato a San Pietro, dove le monache si trasferirono definitivamente verso la fine dell`800. Ricoperto di glassa e cioccolato, ha una particolare forma a serpente che cela un dolce ripieno di mandorle, pinoli e cacao.
«Lu Serpe» Dolce tipico Di Falerone
L’enogastronomia
La letteratura specializzata definisce questo dolce tipico di Montegiorgio come “caciunittu” per distinguerlo da prodotti similari. E’ un dolce povero, formato da ingredienti facilmente disponibili anche nelle umili case contadine come la fava, i ceci, la farina e le uova ma la confezione e il consumo non riguardavano solo il mondo contadino ma erano un patrimonio comune di tutta la cittadinanza. E’ un tipico prodotto pasquale, specificamente della domenica delle Palme, preparato in tutte le famiglie montegiorgesi con varianti minime delle quali ogni massaia è gelosa. Negli ultimi tempi la produzione di questo dolce è stata riproposta in ogni ricorrenza festiva costituendo il tipico dolce delle feste montegiorgesi sempre molto apprezzato sia dai paesani che dagli ospiti. Un simpatico “trattato” sui “caciù” lo ha scritto Giovanni Capecci, detto Nannì de Capiccittu, poeta dialettale, che dimostra il radicamento del prodotto tra i cittadini montegiorgesi.
I Calcioni di Montegiorgio «Li caciù»
L’enogastronomia
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Enogastronomia costiera
L’enogastronomia - Il Pesce
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L’enogastronomia Il Pesce
Grande è la quantità di vongole consumata nel mercato locale e
preparata per le vendita nei grandi mercati nazionali
L’enogastronomia
“ La Padella Gigante dell’Adriatico” così, oltre 50 anni fa, i suoi ideatori hanno voluto chiamare questo enorme padellone. Sono infatti cinquanta anni che a Porto San Giorgio esiste questa “padella” e si possono contare sulle dita di una mano gli abitanti di questa bella città che non hanno mai partecipato, per un verso o per l’altro, alla “Festa del Mare”. Si è voluto iniziare questa tradizionale festa della terza domenica di Luglio, ricordando uno sciopero effettuato dal pescatori Sangiorgesi verso il finire del diciottesimo secolo per contrastare gli aumenti del prezzo esagerato di cereali e frumentone, ebbero l’aiuto dei bottegai e dei paesani che li sostennero in ogni maniera I pescatori, dopo essere stati per più di 40 giorni senza uscire a pesca, ripresero la loro attività e la sera, al ritorno delle imbarcazioni, la popolazione festeggiò l’avvenimento facendo una grande frittura.
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L’enogastronomia
“La padella” ha delle misure fuori dal comune, ci azzarderemo a dire da “Guinnes dei primati”; il manico misura circa 8 metri; il diametro del fondo è di 4 metri mentre l’orlo misura 6 mt; all’interno vengono versati 1000 litri di olio che viene portato alla temperatura di 180° da 32 becchi di cento fuochi ognuno che sviluppano 360.000 Kcal/h; in circa 3 ore vengono fritti oltre 1000 Kg. di calamaretti della migliore qualità ed occorrono 35 persone per in funzionamento (infarinatura- friggitura - distribuzione). La padella ha viaggiato molto; è stata in Germania, Austria, Svizzera e in molte località italiane quali, Roncone nel Trentino, Amelia, Fano, Ascoli Piceno, Ladispoli, Fiumicino, Staffolo, Ancona, Senigallia, Colmurano, Roseto degli Abruzzi, Riccione, Bastia Umbra (Pg) in occasione della“FieraAgriUmbria” Nel dicembre del 2006 è stata una della attrattive nella trasmissione in diretta Theleton, rappresentando degnamente le Marche.
L’enogastronomia
Partecipiamo alle fiere più importanti del settore enogastronomico nel nostro territorio e nelle città più grandi d’Italia dove, alla degustazione gratuita, segue sempre un entusiasmo sollecito nell’acquisto
dei prodotti.
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La manifattura
La ValTenna presenta al suo interno due grandi distretti caratterizzati dall’artigianalità nella produzione, che hanno sempre dato lavoro alla maggior parte della popolazione locale:
• il distretto calzaturiero (Bassa e Media ValTenna)
• il distretto del cappello (Media ValTenna)
Il nostro territorio è conosciuto in tutto il mondo per queste due abilità artigiane.
La manifattura Il distretto Calzaturiero è principalmente insediato nei comuni di Sant’Elpidio a Mare, Porto Sant’Elpidio, Monte Urano, Montegiorgio, ma nei tempi in cui l’industria ebbe il suo sviluppo più imponente ogni casa della media e bassa valle era formata da un laboratorio al piano terra e dall’abitazione al primo piano. Chiunque aveva in casa donne che cucivano e facevano orli per le scarpe, mentre l’uomo lavorava in fabbrica. Le insegne pubblicitarie dimostrano ancora oggi, nonostante la crisi, la grande presenza di tante realtà che lavorano per la creazione di componenti della scarpa, quali fondi, tomaie, suole, tacchi… I personaggi dello spettacolo adorano le nostre calzature. In foto Claudia Koll affianco al manufatto calzaturiero papale
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La manifattura Il distretto del Cappello si trova in
Media ValTenna e comprende i comuni di Montappone, Massa
Fermana e Monte Vidon Corrado. Alcuni inseriscono anche Falerone tra questi comuni. Si è sviluppato grazie all’abilità nell’intrecciare la paglia con la quale anticamente si facevano i cappelli. Oggi il lavoro
viene svolto dalle macchine abilmente usate con tecniche
ancora artigianali dall’uomo, ma sono richiestissime alle
manifestazioni le signore anziane, vestite con abiti di un tempo, che rievocano la tradizione manuale dell’intreccio che, a poco a poco,
sta scomparendo.
La cultura
Si rimandano i lettori alla lettura della «Guida della ValTenna»
In uscita prevista per l’estate 2014
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La cultura - Le rievocazioni
La cultura - Le rievocazioni
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La cultura - Le rievocazioni
La cultura - Le rievocazioni
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La cultura di questo territorio si palesa in gran parte, come nel resto d’Italia, grazie all’arte e alla
storia dedicate al culto cattolico.
Pertanto è essenziale conoscere il territorio nella sua geografia diocesana per capirne
l’organizzazione.
Si vuole sottolineare inoltre come l’intelligenza dei cartografi e degli amministratori ecclesiastici sia
stata lungimirante.
Si noti infatti che l’Arcidiocesi di Fermo nella sua interezza raggruppa tutta la Valle, nessun comune
escluso, nonostante si estenda oltre.
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La cultura Lo Staff del Comitato per la Promozione e la Valorizzazione della Valle del Fiume Tenna, per i percorsi da esso promossi in luoghi pubblici, si avvalora esclusivamente della collaborazione di guide turistiche, speleologiche, […] autorizzate all’espletamento di tale funzione dagli organi preposti a conferire la qualifica (la Prov. FM per il suo territorio, quella di MC per il suo).
L’accoglienza
Chi intende soggiornare nel nostro territorio può
scegliere di prenotare la camera in Alta, Media o
Bassa ValTenna, trovando alcune differenze
sostanziali nel tipo di ospitalità. Salvo rari casi, solitamente l’accoglienza verso la costa avviene in
alberghi piuttosto grandi. In media valle ci sono grandi
alberghi ma anche bed and breakfast, che la fanno
però da padrone nell’alta valle.
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L’accoglienza E’ un’accoglienza non impattante con il territorio, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, che consente il riposo, la visita dei luoghi, la ristorazione di Marca, fortemente vocata per uno «Slow Tourism», che mette al centro dell’attenzione il visitatore, con le sue esigenze e le sue aspettative, con dietro uno staff come il nostro, pronto ad assecondare il turista in tutte le sue curiosità
L’accoglienza
In ValTenna sono benvenuti anche gli amici a quattro zampe, che non devono restare a casa. Esistono infatti dei servizi speciali a noi convenzionati come Dog Hotel e Pet Sitter che si prenderanno cura di loro durante le vostre attività culturali e ricreative.
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Il tempo libero ed il relax
Nel tempo libero ti piace fare sport? In ValTenna puoi farlo! Ecco le strutture sportive e gli sports: - Campo da Golf - Aviosuperficie - voli turistici - Paracadutismo - Equitazione - Maneggio - Campo da calcio (anche a 5) - Poligono di tiro - Pesca - Rugby - Canottaggio - Escursionismo leggero ed
estremo - Speleologia - Nuoto (mare e piscina) - Tennis
- Palestra
- Passeggiate
- Circuito auto/motomodellismo
- Percorsi Quad e molto altro…
- Se non c’è il tuo sport chiedi info
- Non ancora pronto ma esistenti ed operativi
Percorsi
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Storie e leggende
• Sibille
• Guerrin Meschino
• Sette Chiese e Sette Sorelle
• San Ruffino e la cura dell’ernia
• Il terremoto de L’Aquila ed i rospi del lago
quando sarai ospite da noi te le racconteremo di persona, dietro un buon bicchiere di vino
«Lu Trinittu» - AFA - La vecchia Ferrovia Adriatico - Fermo - Amandola
Informazioni dettagliate sulla «Guida della ValTenna» In prossima uscita gratuita su valtenna.net
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Il tempo libero ed il relax Numerosi sono i locali notturni con animazione e DJ che fanno ballare i giovani il sabato sera ed invitano ospiti di richiamo a livello nazionale. Il divertimento notturno non è relativo solo al weekend ma anche in altri giorni della settimana vengono organizzate serate a tema. - Serate di moda locale e non con
sfilate - Serate dedicate ai concorsi di bellezza
e premiazioni - Serate con ospiti di richiamo
nazionale - Serate in collaborazione con altre
grandi realtà della Riviera del Conero (Ancona e dintorni) e della Riviera delle Palme (San Benedetto del Tronto e dintorni)
Il tempo libero ed il relax
Sempre più negli ultimi anni giovani ragazze stanno iniziando con successo attività private (estive e non) sullo stile delle antiche colonie. Questo consente alla clientela adulta locale (e non) di potersi prendere dei momenti di relax sapendo che i bambini
sono al sicuro e si stanno divertendo in compagnia dei loro coetanei.
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Il Brand ValTenna è in costruzione con pazienza, mattone dopo mattone…
Ai visitatori: dopo essere stati nel nostro Territorio
lasciateci foto, consigli e idee per migliorare il nostro
lavoro.
Per tutti i residenti: ne questa che state vedendo, ne la prossima «Guida della ValTenna» sono opere complete e terminate. Sono degli
«incipit» che il Comitato ValTenna deve fornire per partire a raccontare il nostro territorio, come dice Maurizio Marinozzi, per iniziare a scrivere una carta di identità dello stesso. Pertanto, se
qualcuno di voi ha suggerimenti, modifiche, idee da apportare non deve fare altro che chiamarci o inviarci il suo materiale.
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Comitato per la Promozione e la Valorizzazione
della Valle del Fiume Tenna
Sede: Borgo Leopardi n.9 - Servigliano (FM) Tel: 345-3025731 Web: www.valtenna.net Email: [email protected] Facebook: «ValTenna Turismo Italia» Canale YouTube: «ProgettoValTenna»
Presidente: Dott. Simone Menin Giornalista, laureato in Biologia
applicata all’Ambiente
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