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La velocità è il mio mestiere · copertina 2 Il Nuovo Maurizio Vitali va forte da una vita: prima...

Date post: 24-Jul-2020
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Maurizio Vitali va forte da una vita: prima comepilota, poi come assistente tecnico di Max Biaggi edal 1997 nel team del “dottor” Valentino Rossi.

La velocità è il mio mestiere

di Emanuele Polverelli

In tanti avranno notato che spes-so, presso l’accesso al parco del Gel-so da via Orazio, è parcheggiato lìuno strano auto-articolato (vedibox). Le forme filanti e l’inconfon-dibile colore grigio metallizzato,richiamano tecnologia, velocità ecarattere competitivo.Ebbene quello strano “camper” è illaboratorio mobile di Maurizio Vi-tali, bordonchiese doc, ex motoci-clista velocissimo e di successo, edora assistente di Valentino Rossi perla AGV, azienda produttrice di ca-schi.Maurizio Vitali è ben noto agli abi-tanti autoctoni di Bellaria Igea Ma-rina. Tutti ci si era appassionatialle sue imprese sportive. Velocis-simo in pista aveva strappato alledifficoltà oggettive proprie di chiparte da solo, senza troppi soldi emezzi, la possibilità di arrivare trai primi e di sognare l’avventuramondiale. Lo abbiamo incontratonella sua casa di Bordonchio, doveperò risiede per pochi giorni almese essendo sempre impegnatonei vari appuntamenti per il mon-diale.Come è nata la voglia di corre-re in moto?La passione per le moto è di sem-pre, ma c’è stato un episodio che haavuto il significato di una folgora-zione. A 15 anni guardavo alla tvuna gara di motomondiale. Ero ri-masto rapito dalla guida dei piloti.Ero così entusiasta e affascinatoche, finita la gara, sono corso aprendere di nascosto il motorino dimia mamma e mi sono messo a cor-rere. Ricordo che sono pure cadu-to!E poi?Sapevo di un’officina a Bellariadove la sera alcuni amici prepara-vano le moto per correre. Tra glialtri c’erano Giorgio Antolini, pro-prietario dell’officina e pilota, eSauro Pazzaglia. Andavo lì tutte lesere e guardavo cosa facevano,come intervenivano sul mezzo. Adun certo punto vedendomi lì, cosìpreso e attento, mi chiesero se vo-levo entrare ad aiutarli. Ne è nataun’amicizia che mi ha introdottonel mondo delle corse.Quando le prime gare?Un amico aveva acquistato una Mi-narelli 50 per correre ma cadde su-bito. Così la voleva vendere. Lo con-vinsi a non farlo e quella divenne

la mia prima moto. Quindi, quasiper caso, nel 1976 (avevo 19 anni,oggi sarebbe impossibile iniziarecosì tardi!) partecipai al campiona-to italiano juniores. Alle prove diImola, a sorpresa, mi sono qualifi-cato. Mi sono scoperto veloce e stu-pii tutti. Il problema è che non ave-vamo i mezzi e i soldi, per cui spes-so la moto ci mollava a metà gara.Nel 1977 sono passato alla 125 enel 1978 c’è stata la partecipazio-ne al Trofeo Aspes, grazie all’aiutodi Antolini. Partecipare ad un tro-feo poteva parere un passo indietro

rispetto al campionato che già ave-vo fatto, ma l’obiettivo era vince-re, perché in palio c’era una motoda gran premio. Ed infatti arrivaiprimo.Di lì il salto?Sì ma non subito. Purtroppo Anto-lini in quell’anno morì e mi ritro-vai in difficoltà. Per me fu unoshock. Ero senza esperienza mecca-nica e con i mezzi sempre limitati.Andavo forte ma la moto non tene-va. Intanto avevo rilevato l’offici-na di Antolini. Mi trovai a fare tut-to da solo: guidavo il camion negli

spostamenti, mettevo a punto lamoto e poi guidavo in gara! Dopoarrivarono diversi amici e poi an-che i mezzi ma c’è stato un lungoperiodo in cui davvero si facevatutto da soli. Tra gli amici ricordoPaolo Baiocchi che mi seguiva sem-pre. C’era anche sua moglie cheveniva portandosi dietro i disegnie il lavoro da architetto. Un perio-do appassionante e bellissimo, ma imezzi erano pochi. Occorreva unosponsor.Arrivò?Il primo fu Valisi, produttore dinoccioline americane di Longiano,ma i fondi erano limitati. Invecedecisivo fu l’aiuto di Franco Bo-schetti, di Bordonchio, proprieta-rio della Blu Beverage, che mi pro-curò la sponsorizzazione della Stel-la Artois. Negli anni ’80 arrivaro-no vittorie e soddisfazioni. Diciamo

Maurizio Vitali cavalca la mitica 500a due tempi di Valentino Rossi.

“Un gioiello tecnologico - ci racconta -una moto eccezionale, insuperata

e non facile da guidare rispettoai quattro tempi di oggi.

Su questa moto Valentinofaceva ancor di più

la differenza”.

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che quando la moto teneva, arri-vavo sempre sul podio. Così la Ga-relli, che allora era imbattibile, mivolle come pilota ufficiale per la250. Gareggiavo insieme al gran-de Angel Nieto. Furono anni in cuicambiò tutto. Ero in una squadraufficiale, tutto divenne più facile.Tuttavia i primi anni in cui si fa-ceva tutto da sé, anche se era unafatica tremenda, furono indimen-ticabili.Quando hai chiuso la carrieradi pilota?Dopo la Garelli, quando questa fal-lì e venne rilevata, tornai ad unamoto artigianale, la italiana Gaz-zaniga, e poi il passaggio alla Hon-da. Ma lì alcune sfortune, cadute eincidenti vari, mi hanno costrettoa fermarmi.Poi si è aperto un nuovo capito-lo…Dopo due anni di pausa mi chiama-rono per l’assistenza tecnica ai pi-loti. In particolare mi chiamaronoper assistere Max Biaggi. L’AGV,ditta fornitrice di caschi da gara,capì che per assistere i piloti occor-reva un uomo con l’esperienza dipilota. Ci sono aspetti molto delica-ti, tensioni incredibili, che solo chiha corso può capire. Dopo quattroanni, nel 1997 è arrivato Valenti-no Rossi.Come è lavorare con Rossi?Per me è stato davvero incredibile,perché lo conosco da quando aveva4 o 5 anni. Già da bambino era uni-co. Ero amico di suo padre, Grazia-no, anche lui pilota, e ai ritrovic’era questo bambino che era sem-pre tra i piedi, perché chiedevatutto, voleva sempre sapere! E’ ri-masto così. Valentino non è maisoddisfatto e vuol capire tutto quel-lo che si fa. Analizza la moto conuna meticolosità incredibile, chie-de a tutti la loro opinione, così daacquisire più conoscenze possibili.

Il Palmares di Maurizio Vitali è notevole. A partire dal 1981 ha vinto 4 campionatiitaliani con moto differenti: con la MBA 125, con la MBA 250, con la Garelli 250 e laGazzaniga 125. Inoltre è sempre stato competitivo al mondiale, dove vanta due vitto-rie. Il grande cruccio è l’aver avuto spesso moto non del tutto competitive.Nella foto Vitali insieme a Lavado prima di una gara nel 1989.

Quello che vedete nella foto è il cam-per con il quale Maurizio Vitali se-gue i suoi piloti. L’autoarticolato èstato ideato dallo stesso Vitali. “Ave-vamo un normale camper, quando adun gran premio ho visto gli ameri-cani arrivare con un mezzo che po-

Vitali in gara con la sua moto. Spicca lo sponsor della Stella Artois e di Looza,procurati da Franco Boschetti di Blu Beverage. “Boschetti mi ha dato fiducia e la suasponsorizzazione mi ha permesso di fare il grande salto”.

Valentino Rossi all’interno del Camper AGV di Maurizio Vitali. Di Valentinoci dice Vitali: “Dopo averlo conosciuto da piccolo ci siamo persi di vista per un po’,quando suo padre smise di correre. Non sapevo invece che avesse iniziato a farloanche lui. A Misano ero ad assistere una gara e, mentre il gruppo ancora scorreva,vedo un ragazzino passare tutti, prendendo la curva della quercia con una sicurezzae velocità incredibile. Era passato come se avesse un sacco di spazio ma questo nonc’era! Chiesi a Reggiani, un comune amico, chi fosse quel ragazzo e mi rispose: “E’ ilfiglio di Graziano”. Poi un team Aprilia ingaggiò Valentino e il proprietario, Gianpie-ro Sacchi, mi chiese di visionarlo e dargli un giudizio. Gli dissi “questo qui devi soloriuscire a tenerlo fermo!” Andava già velocissimo! I curvoni veloci li prendeva comefossero nulla.”

Sa imparare sempre. E’ davverounico.E’ unico per questa sua cura?Lo chiamano il dottore vero?Sì ma non solo. Valentino è unicoperché unisce un talento eccezio-nale ad una capacità incredibile dilavoro. Ha talento. Infatti a lui ba-sta imbracciare la moto per otte-nere risultati incredibili. Anchequando ci sono difficoltà o non c’ètempo per prove più attente, è ve-locissimo. Eppure non si acconten-ta. Vuole sempre di più. Per questolavora di continuo, ricerca il mas-simo. Ricordo un episodio, quandoal Mugello entrò nel paddok allequattro e mezza della mattina perprovare la moto. Fece prove tuttala mattina e vinse quella gara. Inol-tre è sempre disponibile a provaremateriale, gomme. Davvero lavo-rare con lui è piacevole. Una pro-fessionalità altissima con un carat-tere sempre disponibile e positivo.Ma cosa rende un pilota velo-ce?Un insieme di aspetti. Occorrel’agonismo, la rapidità delle rea-zioni, la tranquillità e la padro-nanza in ogni situazione, l’equili-brio, il non avere mai paura e l’es-sere sempre disposti a buttarsi. Maè una cosa naturale, un qualcosache ci si trova dentro. In sintesi sipuò dire che la velocità è data dal-l ’essere tanto presenti in quelloche si fa che ti senti in piena sicu-rezza. Solo poi viene l’allenamen-to e l’esperienza.Un’ultima domanda. Che cosasi prova a correre? Cosa dà sod-disfazione nell’essere in gara?Per me è proprio la guida veloce.Portare la moto a primeggiare,chiederle il massimo. Non amavola messa punto e l’avere un mezzoperfetto, ma la guida pura. Anda-re forte con quello che hai sottomano.

teva allungarsi, sviluppando una pe-dana. Così ho convinto l’AGV a in-vestire in un mezzo più funzionale.L’ho ideato io ed è venuto fuori pro-prio come volevo. Ogni tanto lo guar-do e mi dico: che bello il nostro ca-mion!”

Pilota e inventore: il camion “allungabile”

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il fatto 4 Il Nuovo

L’assessore diBellaria Monte

Buenos Aires no duerme, Bellaria me mata

di Antonella Barberini

Il minuto d’aria

Appena insediato Zavatta annuncia progetti peril quartiere che lo ha eletto. A Donegallia e nellacentralissima via Tibullo continuano ad allagarsi.

La “movida” portena ha due cuo-ri: il primo pulsa nell’avenidaCorrientes, il secondo è nei docksa Puerto Madero, sul Lungofiu-me. I portenos sono gente elegan-te, “fighetta”, che ricorda il bel-lariese in piazza con le scarpe delladomenica, e sono i primi abitan-ti di Buenos Aires, città portualeche conta nella sua regione (gran-de come l’Italia) 14.000.000 diabitanti. Erano gli italiani emi-

grati con il “passaporto rosso”, do-cumento che poteva significarela fine di una vita di fame nellavecchia patria, ma anche la col-locazione definitiva – nella nuo-va – al gradino più basso dellascala sociale. Quelli del quartie-re La Boca, con le case coloratefatte con gli avanzi e le vernicidelle navi. Quelli con l’aria di ita-liani d’Argentina sospesi nellospazio e nel tempo, come se lanave che doveva condurli a de-stinazione non potesse mai arri-vare e neanchemai tornare. Laprima ondatadell’esodo risaleagli anni intor-no al 1880. Era-no braccianti li-guri, piemonte-si e laziali, ingrande maggio-ranza analfabe-

ti, quelli che sbarcavano daglienormi piroscafi con tutto il loromondo racchiuso in una copertaannodata come in certe foto d’epo-ca.Più tardi vennero anche sicilianie calabresi, veneti e friulani; sitrasformarono nei manovali checostruirono le prime strade e fer-rovie, nell’estremo Sud della Pa-tagonia, e al nord fino al confinecon il Brasile. Furono poi i mura-tori che costruirono la Baires diinizio secolo, il suo quartiere ele-

gante di Pa-lermo e le casepittoresche diSan Telmo.L ’ e m i g r a n t eitaliano è de-scritto come“ignorante ea m b i z i o s o ,preoccupatosolo di – lesi-

nando sul cibo – metter da partequalche soldo per tornare al suopaese”. Oggi nella capitale nes-suno ricorda più i tempi della “ce-sta sulle spalle”: se non nei circo-li italiani della provincia, là doveancora il ritratto di Garibaldi do-mina sulle vecchie caffettiere na-poletane dietro il banco e sui bi-liardi in stile anni Cinquanta. C’èstato il boom industriale che haportato a bordo di enormi Boeing737 Raul Gardini, Luciano Be-netton e Giovanni Rana, Pirelli,Montedison e Fiat. Ma in qual-che modo lo spirito del “passapor-to rosso” fiammeggia ancora neinipoti di quei primi coraggiosi: èl’apertura al nuovo, il gusto delrischio. Così leggendo con preoc-cupazione il quadro curioso diuna nuova nostra realtà di ‘fra-zione albanese’ mi è venuto spon-taneo il paragone.

Teatro parrocchiale di Bellaria Mon-te, 25 settembre. Il sindaco Scenna eil neoassessore ai lavori pubblici Ales-sandro Zavatta (nella foto), hanno in-contrato i cittadini e il Comitato dizona ai quali hanno presentato il “pia-no per la sistemazione della rete sco-lante di Bellaria Monte”. Un privile-gio, quello del quartiere che sorge nel-la campagna bellariese, di cui nongodono tutti i quartieri della città.Nel comunicato stampa diffuso dal-l’amministrazione comunale dopo l’in-contro, si legge che “la riunione hapermesso di raccogliere utili suggeri-menti da parte dei cittadini in ordineagli interventi da eseguire sulle fossecomunali ed interpoderali per poterrisolvere in maniera definitiva il pro-blema degli allagamenti nel periodoinvernale”. I cittadini hanno postoanche il tema “della sistemazione del-le due fosse consortili: Fossa della Pa-squazza e Fossa Prati, le quali sono dicompetenza del Consorzio di Bonificadel Savio e del Rubicone con il quale ilComune sta avendo incontri per otte-nere interventi anche su queste cherappresentano snodi importanti del si-stema degli scoli.”Il Comune ha impegnato 95 mila europer “lavori di sistemazione della retecomunale, che comprendono sia losfalcio di tutti i fossi che la risagoma-tura dei canali che negli anni si sono

ostruiti rendono difficoltoso il passag-gio delle acque.” Tutto bene. BellariaMonte merita di non allagarsi, cosìcome tutti i cittadini di questa cittàdovrebbero avere le stesse garanzie.Invece la giunta comunale sceglie dispendere una somma importante perla campagna bellariese, ma da anni sidimentica di una zona turistica cen-trale di Igea Marina, quella di via Ti-bullo. Addirittura facendo sparire dalbilancio somme già stanziate e dimen-ticandosi delle promesse fatte. Così,residenti e operatori commerciali divia Tibullo, il 15 settembre hannopresentato una petizione in Munici-pio, con allegate fotografie, per denun-ciare una situazione da periferia de-gradata che si allaga ogni volta chepiove un po’ più della norma. Se n’è

fatto portavoce, nel consiglio comu-nale del 21 settembre, Gianluca Me-dri Ottaviani, e l’assessore Zavatta harisposto così: “Via Tibullo è in una si-tuazione di difficoltà sia dal punto divista della rete fognaria, sia delle in-frastrutture stradali, ed anche per ilnocumento provocato a chi in quellavia ci vive ed ha delle attività com-merciali.” Sì, però, questo si sapevagià. Il problema è un altro: cambial’assessore e si deve ricominciare tut-to daccapo: “Ho necessità di prenderecontatto con gli uffici, di avere il tem-po di poter verificare cosa è stato fattoe che previsioni c’erano, al momentonon sono in grado di dare delle tem-pistiche certe, però posso assicurareche mi farò carico personalmente diquesta problematica”, ha spiegato

Zavatta. L’assessore ha promesso checercherà di intervenire già nella“stesura del prossimo piano trienna-le, nel tempo si avranno degli incon-tri per capire che soluzione poter tro-vare per questa zona.” Per Igea Ma-rina deve informarsi, per BellariaMonte non si è ancora insediato chegià è in grado di annunciare il “pia-no per la sistemazione della rete sco-lante”. A Donegallia (le interpellan-ze in consiglio comunale si spreca-no, l’ultima è stata di Roberto Mag-gioli) sono anni che si allagano. Lavia Cassandra è ancora non asfalta-ta. L’illuminazione di via Fornace èstata deliberata tre settimane fa.Forse per risolveri i loro problemiquesti cittadini hanno solo un modo:annettersi a Bellaria Monte.

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Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a:I.R.F.A. Confartigianato - Via Marecchiese, 22 – Rimini

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Animatore per attività turistichee del tempo libero

Corso gratuito - Iscrizioni entro il 27/10/2006

Destinatari: 18 giovani diplomati/qualificati (fino a 25 anni) e/o laureati (fino a 29 anni) in cerca di occupazione, in possesso di conoscenza basedella lingua inglese e dell’informatica (word, excel, internet, posta elettronica) e di capacità comunicativa.

Durata e periodo di svolgimento: 500 ore (di cui 200 di stage e 30 di project work), da ottobre 2006 a giugno 2007.

Contenuti principali: Gestire l’informazione sui servizi di territorio e strutture – Creare e definire servizi di animazione e del tempo libero –Accogliere il cliente e relazionarsi - Applicare e combinare tecniche di animazione.

Profilo e inserimento occupazionale: La figura professionale è in grado di organizzare attività di svago e divertimento, di fornire informazioni perorientare la scelta dei clienti e di gestire la relazione con gli ospiti di una struttura ricettiva favorendo la socializzazione attraverso eventi specifici.Trova occupazione presso villaggi turistici, alberghi, agenzie di animazione, tour operator, operatori di spiaggia, parchi divertimento, ludoteche, babye mini club.

Selezione: test di lingua inglese, prova pratica di informatica, colloquio.

Attestato rilasciato: Certificazione di qualifica per Tecnico dei servizi di animazione e del tempo libero previo superamento esame finale.

Il corso è realizzato in collaborazione con Verdeblù srl, società di promozione turistica diBellaria-Igea Marina che al termine del corso realizzerà l’inserimento lavorativo dei partecipanti

Animatori turistici per una offerta di qualitàPuntare alla qualità nell’offer-ta turistica significa anche di-sporre di figure di animatoriprofessionalmente preparati,in grado di rispondere alle di-verse esigenze di chi trascorrele vacanze nella nostra locali-tà.E’ questo l’obiettivo che ha spin-to Verdeblù, società di promo-zione e commercializzazione diBellaria Igea Marina, a collabo-rare alla realizzazione del cor-so gratuito di “animatore perattività turistiche e del tempolibero” di cui vengono fornititutti i dettagli in questa pagi-na.

La figura dell’animatore ha as-sunto un ruolo centrale a diver-si livelli: nell’organizzare atti-vità di svago e divertimento suisette chilometri di arenile diBellaria Igea Marina così comenei villaggi che propongono at-tività di fitness, relax e sport(Polo Est, ad esempio, nella foto),nell’orientare le scelte dei clien-ti, nel gestire le relazioni con gliospiti di una struttura ricetti-va, nell’organizzare eventi chefavoriscano la socializzazione.Sempre più la vacanza assume iconnotati di una ricerca di be-nessere che è il risultato di unmix di relazioni, emozioni, di-

vertimento e incontri. Ecco per-ché è diventata fondamentaleuna figura come quella dell’ani-matore, dotato di una gamma dicompetenze assai ampia. Non acaso è questa la figura ideale peri diversi segmenti turistici,quali: villaggi, alberghi, agen-zie di animazione, operatori dispiaggia, parchi divertimento,ludoteche, baby e mini club.La città turistica, fatta di acco-glienza e professionalità deisuoi operatori, ha oggi uno stru-mento in più per continuare acrescere ed essere all’altezzadelle sfide impegnative che tro-va davanti a sè.

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Nella foto la sede di Orientaexpress difianco alla stazione di Bellaria. Qui sotto lachiesa di Igea Marina.

l’inchiesta 6 Il Nuovo

Gli albanesi utilizzanopoco i servizi che il Co-mune mette a disposi-zione degli immigrati.

di Elisabetta Santandrea

L’integrazione? Possibile. Anzi,tangibile. E parte quasi sempre daipiù giovani, dalle amicizie chenascono, dagli interessi che si con-dividono. Uno dei contesti impor-tanti - oltre alla scuola e altri puntid’incontro come il Centro Giovani- è quello parrocchiale: un piccoloesempio, ma che vale per tutti,quello della parrocchia di IgeaMarina, luogo dove si incontrauna piccola parte della comunitàalbanese residente. Ce la raccon-ta Marianna, educatrice del grup-po giovanile parrocchiale. “Quel-lo che avvicina i bambini è unprocesso naturale, anche perchéormai molti sono nati qui, e quin-di è impossibile continuare a faredelle distinzioni di provenienza.Nelle famiglie è soprattutto il sen-so di disponibilità e di ospitalità acolpirti, l’importanza data allerelazioni umane all’interno delloro gruppo e l’apertura verso glialtri, cosa che li fa apparire ai no-stri occhi come una grande fami-glia allargata. La scorsa settima-na si è tenuta nella zona colonie laconsueta “ligaza” dei quartieri cheprecede la festa della parrocchia:su circa 80 persone presenti, 17erano adulti albanesi, più bambi-

ni al seguito”. Un buon numero.“Fra i ragazzi che frequentano laparrocchia attivamente impe-gnandosi in attività come il corodei giovani e l’Acr - continua l’edu-catrice - se ne contano circa unadecina di etnia albanese, alcuni inparrocchia da ormai 6-7 anni.” Eanche crescendo non abbandona-no. “Infatti, è una soddisfazionevedere che anche le ragazze di 17-18 anni continuano a frequenta-re. Pensavamo che la parrocchiapotesse essere un mezzo da utiliz-zare i primi tempi per costruirelegami, per ambientarsi e che,una volta raggiunto l’obiettivo, iragazzi mollassero”. Invece le ami-cizie, oltre l’etnia, l’apparenza e ledifferenze culturali, si sono dimo-strate qualcosa di fondamentale.“Anzi, i ragazzi si frequentanomolto anche fuori dal cotesto par-rocchiale perché si sa, poi senza gliadulti si sentono ancora più libe-ri”. Un forte segnale di apparte-nenza alla nuova comunità è datoanche dalla celebrazione del bat-tesimo, cui molti giovani si sonoaccostati. “Tre anche la scorsa set-timana – conclude Marianna –due bambini di 8 anni e uno di10”. (E.S.)

293 immigrati entrati ad Orienta-express da gennaio a luglio 2006,contro i 255 rivoltisi al medesimoservizio in tutto il 2005. Numeri chelievitano: un boom di presenze do-vuto in larga parte alla richiesta disupporto per la predisposizione del-le pratiche per l’ottenimento delpermesso di soggiorno da parte de-gli stranieri irregolari, la cui sca-denza era fissata al marzo scorso. Epercentualmente, il maggior nume-ro di domande poste dall’utenza delservizio sono appunto suddivise frail permesso di soggiorno (11%), il la-voro stagionale, che occupa con il55% il primo posto nelle richiestedegli immigrati, il lavoro annuale(21%) e percentuali più esigue percarta di soggiorno e ricongiungi-menti familiari (entrambi al 4%),la casa (3%), l’equiparazione dei ti-toli di studio ed espulsione, entram-bi all’1%.“I servizi fondamentali offerti attra-verso il progetto area immigrati -spiega l’assessore Rosanna Rizzo -sono costituiti dalla mediazione cul-turale e dallo sportello legale la cuigestione è affidata all’associazione2000 Giovani, e attraverso i qualiavvengono azioni di individuazionee analisi dei bisogni dei cittadiniimmigrati, nonché informazione econsulenza legale e occupazionale”.Quale l’incidenza della comunitàpiù numerosa, quella albanese, nel-le richieste di cui sopra? “Prescin-dendo dal fatto che per poter essereseguiti è fattore indispensabile ilpossedimento della residenza, la co-munità albanese non incide moltis-simo nella percentuale delle richie-ste pervenute. Del resto – specificala Rizzo – il nostro è un servizio chenon è indirizzato a gruppi specifici,ma indistintamente a tutti gli im-migrati, sia comunitari che extra-comunitari”. Un dato specifico,quello dello sportello legale, dove su28 richieste di consulenza 6 sonopervenute da soggetti di nazionali-tà albanese (a quota 8 i moldavi, 6

gli ucraini, 2 i bielorussi, slavi ebulgari, solo una richiesta a testada parte di russi e peruviani). In-somma, effettuare monitoraggi at-traverso il servizio immigrazione,che abbiano come soggetto una co-munità come quella albanese, purnumerosa e dall’identità molto de-finita e forte, è praticamente impos-sibile. Anche se alcune considera-zioni generali sull’utenza del servi-zio vengono giocoforza e sono purinteressanti. “Alta è la percentualedi donne provenienti dall’est a ri-chiedere il riconoscimento di titolidi studio a livelli accademici – rac-conta l’assessore – così come si rico-nosce un rapporto difficile con lacomponente femminile di religionemussulmana: ho spinto molto perarrivare a costituire un’associazio-ne legata al mondo femminile e al-l’immigrazione, volta all’alfabetiz-zazione e agli scambi culturali, mal’idea non ha purtroppo avuto pre-sa.” Altro nodo cruciale, che ci ri-porta al mondo degli adolescenti: ilrapporto con i genitori nella scuola.“Un rapporto difficile – sottolineala Rizzo – anche perché la scuola èuno dei problemi maggiori, datoche è frequentata, oltre che dai re-sidenti, anche dai figli di soggior-nanti ed illegali”. Insomma, il ser-vizio non si preclude a nessuno, magli adeguamenti, per forza, urgono.Ci ‘consoliamo’ sapendo dalla Rizzo– ma lo sapevamo già – che su scalaprovinciale “siamo i favoriti, fra iprimi ad essere scelti dai flussi mi-gratori”. (2-continua)

L’integrazione sotto il campanileLa comunità albanese partecipa alla vita della parrocchia di Igea

Una comunitàimpenetrabile

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Il Nuovo8primo piano

VIA TEANO, 26VIA TEANO, 26VIA TEANO, 26VIA TEANO, 26VIA TEANO, 2647813 BELLARIA IGEA MARINA RN47813 BELLARIA IGEA MARINA RN47813 BELLARIA IGEA MARINA RN47813 BELLARIA IGEA MARINA RN47813 BELLARIA IGEA MARINA RN

Super HeroIn vendita il primo Cd delgruppo bellariese

Ettore BoariPersone da non dimenticare.

Una poesia, un pensiero, un ricordo.Per riannodare i fili della memoria e creare un

ponte fra le vecchie e le nuove generazioni.

Ultimissimi giorni per seguire l’attuale mostra fotografica diSilvio Canini, il quale ha portato a Milano i suoi “venditorid’ombra” e con loro un pezzo di Bellaria Igea Marina, vistadavvero con occhi speciali.Presso la Galleria Bel Vedere di Milano, in Via Santa MariaValle 5 (info: 0245472468), si sta svolgendo dal 20 settembree si concluderà il 15 di ottobre la mostra “Silvio Canini, ilvenditore di ombre”. Curata da Mariateresa Cerretelli, lamostra si propone di rendere omaggio all’opera dell’artistabellariese, il quale si sta imponendo a livello nazionale inmaniera sempre più convincente e matura. Informazioniulteriori si possono rintracciare sul sito dell’associazione(http://www.belvedereonlus.it), navigando nella sezione“mostre” e selezionando la mostra in corso (nella foto).

Silvio Canini in mostra a Milano

I Super Hero, dopo una lunga attivi-tà di concerti, sono giunti alla pro-duzione del loro primo Cd. “The tri-cks of the tales”, questo il titolo, èprodotto dalla Dabliu Sound e con-tiene undici brani tra i quali duecover, mentre i rimanenti sono scrit-ti e musicati da Leonardo Polverelli(nella foto).Il Cd, registrato presso lo studio Axiosdi Rimini è acquistabile fin da subi-to. Per ogni chiarimento e per ulte-riori particolarità, (interessante lapossibilità di ascoltare in mp3 tren-ta secondi del brano) rimandiamo alnuovo sito dove è presentata l’atti-vità creativa di Leonardo Polverelli(www.leonardopolverelli.com). Al-l’interno del sito è possibile consul-tare la sezione dedicata al già notolibro pubblicato lo scorso anno (Lacasa del bambino che grida), quellarelativa al nuovissimo fumetto, ispi-rato sempre al racconto, e quella re-lativa al recente Cd.Sempre sul sito è presente un qua-dro completo dei progetti e dell’atti-vità del gruppo. In cantiere vi è unsecondo Cd e una favola per bambi-ni (Web & spiders).

Costanza Palmitessa, già nota alNuovo per la sue attività artistichecon i bambini, presenta una nuovainiziativa: martedì 24 ottobre alleore 15, nella sede di Bellaria del “Po-sto delle Fragole”, presso il Circolo18 a Bellaria Cagnona, verrà lan-ciato un nuovo servizio rivolto alledonne e finalizzato al confronto edalla condivisione di vissuti e proble-matiche al femminile.La dott.ssa Palmitessa curerà l’atti-vazione di uno “sportello” chiamato“Spazio donna. Centro di ascolto psi-cologico”, ovvero un servizio di con-sulenza psicologica, al quale ci si po-trà rivolgere gratuitamente per unprimo colloquio orientativo.Per contatti e chiarimenti: 338-3563250.

Il nuovo libro di Arnaldo Gobbi, daltitolo “Da borgata a città”, viene pre-sentato il 22 ottobre alle ore 10,30(saletta al piano terra del Palazzo delTurismo) dalla giornalista bellarieseDonatella Gori, che lavora a RadioRai, e da Alfonso Vasini. Il libro, 146pagine, si compone di questi otto ca-pitoli: I Pionieri del nostro turismo;Leo Gori (Squarcia); Il Miramare edil suo dancing; Addio, mitico “ChezVous”; C’era una volta l’Azienda diSoggiorno; Gli anni ruggenti dell’Of-fshore (Giulio Torroni); Quando i tre-ni andavano a vapore; Spigolature(alcune considerazioni su fatti curio-si di cronaca).L’ultimo lavoro di Gobbi è in venditaa 8 euro presso la libreria “Papiro” ele edicole di Bellaria-Igea Marina.

L’emarginaéL’emarginaé un’é snò l’andicapaé,

uié dla zenta che sa e fat su,e pur esend unest e inteligint inven cunsidaré parché in ha fat isuld. Quei chi capes in cù, ié snò

quei ch’ià fat i quatroin; i venossequié, riveroi e ié sempra preunta dae pareir aenca quant i né gra doi.

As’lamantem de mond d’incù, maste mond a l’avem vlou naun.

Quand la zenta la perd i su valeur,nus lamantema ad quel cla da; le

snò e frot dla su viltà: l’omertàla impera sempra piò e cumé e bùche porta e zug sotumes da l’om, ad

maen sta pora zenta la farà la stesa fein.Ettore Boari

L’emarginatoL’emarginato non è solo l’handicappato,

c’è della gente che sa il fatto suo, e pur essendo onesti e intelligentinon vengono considerati perché non hanno fatto i soldi.

Quelli che capiscono oggi, sono solo quelli che hanno fatto i quattrini;vengono ossequiati, riveriti e sono sempre pronti

a dare pareri anche quando non sono graditi.Ci lamentiamo del mondo d’oggi, ma questo mondo

l’abbiamo voluto noi.Quando la gente perde i suoi valori, non lamentiamoci di quello

che dà; è solo il frutto della sua viltà:l’omertà impera sempre più e come il bueche porta il giogo sottomesso dall’uomo,

domani questa povera gente farà la stessa fine.Ettore Boari

Nasce “spazio donna”

Viene presentato il 22ottobre il nuovo librodi Arnaldo Gobbi

Ettore Boari (nella foto) ènato nel 1916 ed è morto il 13

novembre 1983. E’ stato consi-gliere comunale a Bellaria Igea

Marina dal 1956 al ‘60 e poi dal1964 all’80 per il Psdi. Fra gliincarichi che ha ricoperto c’èanche quello di presidente del-

l’Azienda di Soggiorno, dal1972 al 1977 e di consiglieredella Camera di commercio diForlì. La sua azione pubblica è

stata segnata da una grande pas-sione per la crescita della città.

Amava essere a servizio piutto-sto che farsi servire e così ha

vissuto anche la politica.Ringraziamo Salvatore

Magnani per averci inviatoquesto scritto di Ettore Boari.

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Il Nuovo9primo piano

Bravi, bene, bis

LA CITTÀ A PORTATA DI NUMERO

MunicipioP.zza del Popolo, 1

Tel. 0541.343711

Iat Informazioni turisticheBellaria: Via Leonardo da Vinci, 2

Tel 0541.344108 fax [email protected]

marina.rn.it

Polizia MunicipaleVia Leonardo da Vinci, 10

Tel. 0541.343811

Pronto InterventoPiazza del Popolo, 1 - Tel. 0541.327152

Pubblica Assistenza Croce BluVia Ricci, 9

Tel. 0541.333222

CarabinieriVia Giovanni Pascoli, 60

Tel. 0541.344104

OrientaexpressP.zza Gramsci,4

Tel. (e fax) 0541.340144

Biblioteca ComunaleViale Paolo Guidi, 108

Tel. 0541.347186

Nursing ExpressAssistenza infermieristica domiciliare

Via Virgilio, 84 Igea MarinaTel. 0541.333653

Centro GiovaniTel. 0541.333220

CUPTel. 0541-327153

Hera (Nettezza Urbana)Tel. 0541.361361

Protezione CivileTel. 0541.331148

InformahandicapTel. 0541.343782

Taxi Bellaria (servizio diurno enotturno) Tel. 0541.343132

Gelso Sport

I riferimenti per iscriversial Centro che sta per aprire

E’ bello poter cancellare quel “non”dalla nostra rubrica “la bellezza nonabita qui”. Lo facciamo volentieri se-gnalando un piccolo ma importanterisultato raggiunto dall’ammini-strazione comunale. Da qualche set-timana sono comparsi dei “cappuc-ci” a ricoprire la segnaletica strada-le che viene oscurata nel periodo in-vernale. Prima, lo ricorderete tutti,veniva usato un sacco della spazza-tura e il nastro adesivo da pacchi(quello marrone). Uno spettacoloorribile che dava l’idea della trascu-ratezza e della poca attenzione ai pic-coli ma decisivi dettagli che rendo-no bella una città.Iniziammo la nostra rubrica “la bel-lezza non abita qui” sul Nuovo del 9febbraio 2006 invitando i lettori adinviarci fotografie per segnalare pic-cole e grandi brutture. “Una denun-cia”, scrivemmo allora, “nella spe-

La bellezza abita qui

ranza che chi ha responsabilità pub-blica intervenga”. Pensammo ad unservizio, un contributo a rendere piùbello e vivibile il nostro paese. E laprima bruttura ad essere bollata fuproprio quella della segnaletica co-perta coi sacchi della spazzatura.Pubblicammo due fotografie (in bas-so): una scattata sul lungomare diIgea Marina ed una a Rimini dove icopricartelli in stoffa erano già statiinaugurati e scrivemmo queste pa-role: “Ma quanto mai costerà prepa-rare delle coperture dignitose, ma-gari con il marchio del Comune,come hanno fatto a Rimini?” Final-mente è successo e ne siamo felici.La nostra rubrica, “La bellezza nonabita più qui”, rimane attiva nellasperanza di poter essere di stimolo amigliorare. Nel frattempo continua-te a segnalarci brutture ma anche,se ne avete, cose belle.

Dopo l’uscita del numero scorso delNuovo, con l’articolo sul “GelsoSport”, siamo stati subissati di tele-fonate: “Come contattare la struttu-ra?”Domanda più che pertinente. Ecco al-lora i riferimenti: tel. 348.8052384,email [email protected]. Per iscriver-si direttamente presso la struttura, gliorari sono i seguenti: dal lunedì al ve-nerdì dalle 9,30 alle 12,30 e dalle15,30 alle 19, il sabato dalle 9,30 alle12,30.La “città dello sport”, costruita dallaCMV di Sauro Nicolini, viene inaugu-rata il 28 e 29 ottobre. Dopo il tagliodel nastro la struttura sarà a disposi-zione per tantissime attività. Con 35euro, grazie alla promozione validafino a fine dicembre, si può accedere atutta la gamma dell’offerta “GelsoSport” per un anno. E la scelta è eccel-lente: tre piscine, una da 25 metri,un’altra per bambini e la terza per leimmersioni (cinque metri di profon-dità), con istruttori della Federazioneitaliana nuoto. E poi il “Baby club”,speciali piscine per il recupero funzio-nale, ambulatori medici e fisioterapi-ci per la riabilitazione sportiva. Ter-marium con idromassaggio, docceprofumate ed emozionali, sauna, ba-gno turco e zona relax, una grandepalestra per mantenersi in forma, at-tività fisica di gruppo con basi musi-cali e tanto altro ancora.

Il Comune di Bellaria Igea Marinaha nominato Roberto Sancisi nel con-siglio di amministrazione della Fon-dazione Nuova Famiglia in sostitu-zione del dimissionario (per motivifamiliari) Piero Ottaviani.La Fondazione è una onlus, fondatanel 1997, che opera per portare aiu-to concreto alle famiglie che hannoal loro interno figli disabili e non au-tonomi.

Poltrone

Roberto Sancisi nel cda dellaFondazione Nuova Famiglia

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Sole, mare e NenaVerdeblù osa

Il Nuovo10turismo

Lo scorso anno l’immagine turisticadella città di Bellaria Igea Marinaera quella di una spiaggia innevata:“Mare di silenzio”. La fotografia, so-bria, spoglia, carica di una poeticasolitudine, portava la firma di Sil-vio Canini. L’idea inaugurata daVerdeblù, con la collaborazione diRomagna Est, è quella di proporreogni anno un manifesto da regalareagli ospiti di Bellaria Igea Marina.Da appendere in casa o in ufficio, dafar circolare, per legare il nome del-la nostra città ad uno scatto d’auto-re.Per il 2007 si cambia radicalmente.La spiaggia, seppure quella di finesettembre, torna ad essere associataalla bellezza femminile. La scelta ècaduta sulla modella di origine ser-bo-svizzera Nena Ristic che nel nu-trito panorama dei calendari griffatisi è guadagnata quello di Fox 2006.Il fotografo che l’ha immortalata èMaurizio Polverelli. La location delset fotografico è stata la spiaggia diBellaria Igea Marina. Centinaia di“clic” per la bella Nena che, giuranocoloro che hanno visto coi loro occhi,riesce a far risaltare anche un marenon proprio da sogno quale è il no-stro.Le immagini fissate nell’obiettivo daMaurizio Polverelli finiranno in undvd che raccoglierà il backstage del-l’intero servizio fotografico. Sarebbestato uno spreco, infatti, ricavare dauna simile occasione solo la foto daincorniciare nel manifesto.Maurizio Polverelli, di Igea Marina,lavora come fotografo nel campo del-la moda e della pubblicità dal 1985.La sua storia l’abbiamo raccontatasul Nuovo n.6/2006. Ha collabora-to con importanti aziende italiane re-alizzando servizi che gli hanno per-messo di approdare anche suprestigiose riviste di settore come Still

life e Portraits. Da alcunianni il suo lavoro si è ri-volto principalmente ver-so il fitness, settore nelquale ha creato uno stu-dio fotografico (Fitshot) aRimini.Nel 2000 ha realizzato il

Il manifesto turistico di Bellaria Igea Marina, edizione2007, sfoggia la modella Nena Ristic. Dicono sia riuscitaa rendere molto bella anche la nostra spiaggia.

In questa foto e sopra al titolo, alcuni scatti del backstage del servizio fotografico diMaurizio Polverelli per l’immagine che promuove la spiaggia di Bellaria Igea Marina. Nelriquadro, Nena Ristic.

calendario Multipower,ha collaborato in diverseedizioni del Festival delFitness di Rimini e nel2006 è uscito il suo libroedito da Damiani Editore“Sculptures”.

di Luigi Mercadini

Il nostro “ficcanaso” Cristian Sca-gnelli (nella foto), ha colpito an-cora. E questa volta alla grande.Da curioso e attento osservatorequale è, ma anche da bravo scout,ha scritto a Striscia la notizia persegnalare un clamoroso errore diStudio aperto. Il tg di Italia1 hainfatti trasmesso un servizio suMaria, la bambina bielorussa chei coniugi Giusto hanno tenuto alungo nascosta, mostrando le im-magini di un quadernetto sulquale la piccola ha disegnato unlupo e ha scritto la promessascout, commentando così: “L’han-no costretta a copiare una promes-sa agghiacciante: prometto di faredel mio meglio nel migliorare mestesso, nell’aiutare gli altri, nel-l’osservare la legge del branco.”Con una mail al programma diAntonio Ricci, il nostro “ficcana-so” ha spiegato che quella scrittada Maria non è altro che la pro-messa dei lupetti scout. E così EzioGreggio e Michelle Hunziker a“Striscia” del 26 settembre han-no chiarito tutto.

Lo scoopdel ficcanaso

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Il Nuovo11il racconto

Una bella darsena, immersa in un meravigliosoambiente naturale: Porto Levante. Ma qui nonc’è traccia di motore immobiliare.

Una gita alla foce del PoE la sorpresa che non t’aspetti

Non tutte le darsene portano in dotemontagne di appartamenti. Quella di

Porto Levante, ad esempio, è nata senzamotore immobiliare. Lì hanno saputo

“risparmiare” l’ambiente pur dotandosi diuna struttura moderna con tutti

i servizi per la nautica.Nella foto in basso, il gruppo di bellariesi

che il 28 settembre ha compiuto il viaggiomolto istruttivo e non ha potuto fare a

meno di confrontare ciò che ha visto conil progetto di darsena che invece è stato

deciso per Bellaria Igea Marina.

Giovedì 28 settembre, ore 8,00 inpunto, dal piazzale della Chiesa delSacro Cuore di Gesù è in partenza ilpulmino di Ivo Forlazzini con a bordo,oltre che lo stesso Ivo che è alla guida,i fratelli Guidone, Gianpiero ed EnzoGori, Gilberto Gori, Albino (Gigi) Goried il sottoscritto.E’ la gita alle foci del Po che organiz-ziamo da qualche anno, in questo pe-riodo di fine stagione, allo scopo di ri-lassare il fisico e la mente dopo le fati-che dell’estate, ma soprattutto alloscopo di rinsaldare la nostra anticaamicizia.Se, poi, il giorno si presenta climatica-mente generoso, come quello di oggi,la gita assicura anche il godimentodello spettacolo offerto dai paesaggi chefiancheggiano gli argini del grandefiume fino alla foce e che conservanointatto il loro fascino primitivo pur inpresenza dell’opera modernizzatricedell’uomo.Il pulmino viaggia veloce mentre noisiamo allegri, ci sentiamo come libe-rati dal peso delle preoccupazioni quo-tidiane, parliamo di tutto e di più e,parlando, rievochiamo i tempi passa-ti. Quando indossavamo i calzoni cor-ti e calzavamo gli zoccoli, ma erava-mo sani e spensierati; oggi abbiamo icapelli bianchi, molte rughe solcano inostri visi, siamo assillati dai disturbidell’età e siamo, purtroppo, meno se-reni, ma constatiamo con sollievo chenon è mutato il sentimento di frater-na amicizia che ci unisce da allora.Percorrendo la via Romea superiamorapidamente Porto Garibaldi, il Lagodelle Nazioni, Po di Volano, Bosco Me-sola e raggiungiamo Goro dove sostia-mo un momento per sgranchirci lemembra e per bere un buon caffè; poivia, fino a Gorino ed ancora più giùverso il mare per ammirare il Faro ela vicina isola dell’Amore.Attraversiamo i centri abitati che di-radano in casolari isolati e lontani che

spuntano aimargini del-le valli untempo palu-dose ed invi-vibili.Anche leimpenetra-bili pineteche avvol-gono la cir-costante na-tura sfolti-scono a poco a poco per fare posto adistese di piante acquatiche e, più ol-tre e fino al mare, ai tamerischi cheondeggiano al soffio della brezza ma-rina.Eccoci quindi a Po della Donzella o Podella Gnocca, a Scardovari, la cui sac-ca è ricca di allevamenti di mitili, aIsola Camerini, su cui svetta l’enor-me torre della centrale elettrica postaal servizio della regione del Veneto edell’Emilia e Romagna.A Pila, ci fermiamo al porticciolo perfare acquisto di alcuni sacchetti divongole, appena raccolte dai pescato-ri del posto.E’ ormai mezzogiorno inoltrato ed uncerto languore allo stomaco ci solleci-ta a fermarci a mangiare: pranziamonel piccolo ristorante di Boccasette,

gestito da unconoscentedi Guidone,degustandole specialitàlocali tra cuila gustosaa n g u i l l aalla brace.Dopo il pran-zo, percor-rendo gli ar-gini asfalta-

ti del Po, passiamo da Po di Maistra,da Ca’ Venier per giungere alle vallidi Cavallari dove ammiriamo i suoiallevamenti traboccanti di orate,branzini ed anguille, regno indistur-bato di eleganti aironi, chiassose ana-tre selvatiche e superbi cigni.Ma è a Porto Levante che ci attendeuna sorpresa alla quale non eravamopreparati.Guidone, che conosce bene il luogo, ciinvita a seguirlo per andare a vedereuna cosa che, a suo dire, ci interesseràmoltissimo. Lo seguiamo incuriositi edopo avere percorso un breve trattodi argine appare davanti ai nostri oc-chi una darsena, ben costruita, dota-ta di centro direzionale, servizi nauti-ci, bacino di carenaggio, ristorante ebar con annessi terrazza e giardino fio-

rito e quant’altro utile e necessario perl’esercizio di un approdo moderno edefficiente.Alla darsena sono ormeggiate alme-no un centinaio di barche di ogni tipoe tonnellaggio, tra cui fa bella mostradi sé un catamarano d’altura lungo15 metri che Enzo, da esperto qual è,assicura essere adeguatamente at-trezzato per le traversate atlantiche.Su tutto il complesso regna un ordineperfetto ed un silenzio quasi surreale,appena violato dal batter d’ali di bian-

chi gabbiani che volano fin qui dalmare a compiere le loro allegre evolu-zioni.Una darsena che nulla ha da invidia-re a quelle pretenziose che sorgono lun-go la costa fino a Rimini ed oltre, unmiracolo compiuto dall’uomo dentroil miracolo della natura che ci stupi-sce e ci fa meditare.Ci chiediamo come sia stato possibiledare vita ad una struttura del generein questa valle sperduta e volgiamoistintivamente lo sguardo per vederedove sorgano i quattrocento e passaappartamenti che dovrebbero costitu-ire quel motore immobiliare che pareessere il “normale” contrappeso allarealizzazione di simili opere, ma, an-cor più stupiti, non scorgiamo nulladi tutto ciò.La darsena è li, adagiata in beata soli-tudine ai margini di quel tratto divalle protetta, rifugio sicuro e discre-to per chi viene dal mare.A questo punto il nostro pensiero cor-re istintivamente al progetto delladarsena bellariese e la sua assurditàci appare ancor più evidente al co-spetto della darsena di Porto Levante.Il viaggio di ritorno è un po’ agitatoper via dei commenti provocati daquesto argomento e forse saranno fi-schiate le orecchie a qualche ammi-nistratore del nostro Comune, ma chis-sà che il breve racconto della nostragita non induca chi ci amministra afare qualche ulteriore riflessione pri-ma di assumere decisioni che potreb-bero essere castranti per Bellaria IgeaMarina.

di Alfonso Vasini

Riviera Bio

Via Tibullo, 21B - Igea Marina

Telefono e fax 0541.333685

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12 Il Nuovoattualità

“La Teresina con lo stemma di Cucco”Il bragozzo sfila sulla Quinta Strada senza nes-sun richiamo a Bellaria Igea Marina. Perché far-gli fare questo viaggio? Parla Adriano Barberini.

Il sindaco Gianni Scenna; Daniel Nigro, comandante dei Vigili del Fuoco di New York ai tempidell’attentato alle torri gemelle; Luciano Boscolo Cucco e Vincent Tummino, attuale coman-dante dei Vigili del Fuoco di New York. Il quartetto si è ritrovato a Venezia il 14 settembre inoccasione della conferenza stampa di presentazione del viaggio della Teresina in America.

La Teresina viene caricata sul camion per il lungo viaggio. Il bragozzo impacchettato parte per il porto di Genova.

“La Teresina è, fra le barche stori-che che ho restaurato, quella che miha occupato più tempo: 14 anni.”Adriano Barberini, presidente del-l’Associazione Barche sull’Adriatico,oltre al bragozzo Teresina ha ripor-tato in vita quattro lance e una bat-tana, battezzata “Bugiarda”.La Teresina oggi è di proprietà delComune anche se Barberini conti-nua a considerarla la sua creaturaprediletta. Ed è per questa barca sto-rica che è avvenuta la rottura fral’associazione che da anni lavora alrestauro e alla cura delle nonne delmare, e la giunta comunale. “Sonostato il primo ad essere investito delproblema, cioè della richiesta di por-tare la Teresina in America”, rac-conta Adriano. “Ho dato la mia di-sponibilità totale, ad un patto però:gestire in prima persona la parterelativa alla sicurezza del viaggio edel trasferimento della barca.”Perché questa richiesta?Perché solo io conosco la Teresina. Sodove ho piantato i chiodi e come sonointervenuto, so come prenderla,come issarla, come tirarla giù, comemuoverla. E’ stato scritto che chi siè preoccupato di portare il bragozzoin America ha trasportato ancheLuna Rossa… Ma Luna Rossa è unguscio in carbonio, se la butti giù daun monte quando arriva a valle nonsi è rovinata. Ecco perché il parago-ne non regge.Ma lei che garanzie aveva chie-sto per il viaggio della Teresina?A mio parere serviva un containerspeciale per la Teresina. Invece mi è

stato detto che non era possibile, pro-babilmente perché costava troppo.A quel punto mi sono interessatopresso i cantieri di Cesenatico e diCattolica e ho chiesto dei preventiviper poter costruire un invaso su mi-sura per metterci sopra la barca. Lastruttura della Teresina mi è notaalla perfezione e volevo fare in modoche non “soffrisse” più di tanto. An-

che perché non si parlava di un viag-getto qualunque ma di portarla ne-gli Stati Uniti.E la barca a suo parere soffriràin questo viaggio?Eccome! Solo quando tornerà si ve-drà in che stato è. Io che la uso dasempre so che mi soffre per andare aCattolica: ha tantissimi anni, è sta-ta restaurata da amatori, ci capia-

mo no? Come si può pensare che qual-cosa non succeda? Io spero di no e co-munque mi auguro che non sia qual-cosa di irreparabile, ma la barca sof-frirà.Ma il costo per farla viaggiarecome avrebbe voluto lei, eratroppo alto?Non più di 5-6 mila euro. Non misembra una cifra proibitiva.Però la barca è stata assicuratadalla ditta Dragaggi quindi setorna con qualche acciacco qual-cuno pagherà.E chi lo stabilirà se ci saranno gliacciacchi? Se io dovessi rilevare qual-che danno, chi mi crederebbe?L’avrei potuto pretendere questo seavessi fatto il responsabile e se aves-si seguito la barca. Ma da casa non loposso fare. La Teresina l’hanno cari-cata su di un camion appoggiandolasu due pezzi di legno che hanno adat-tato con lo scalpello.Cosa ha fatto precipitare le cosee rompere i rapporti fra l’Asso-ciazione e il Comune?A seguito della richiesta che la dittaDragaggi ha presentato all’ammini-strazione comunale di far partecipa-re la Teresina al Columbus Day, lagiunta ha stabilito di concederla.Nella delibera (si veda nella paginaa fianco) ha scritto che si avvale del-la collaborazione dell’AssociazioneBarche sull’Adriatico. Siccome nonè per niente vero che noi eravamodisposti a collaborare in una decisio-ne che non abbiamo condiviso, il 31agosto abbiamo fatto una assembleastraordinaria decidendo di uscire

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Il Nuovo13attualità

Il NuovoGiornale di Bellaria Igea Marina

Quindicinale

Direttore responsabile:Claudio Monti

Registrazione:Tribunale di Rimini n. 12/2004

Direzione e Redazione:via Orazio n. 101

Tel. e Fax: 0541-33.14.43

E-mail: [email protected]

Stampa:La Pieve Poligrafica Editore

Villa Verucchio srl(Villa Verucchio)

Società Editrice:Editoriale Nuova Comunicazione srl

Pubblicità: Tel. 0541-33.14.43Tiratura: 7000 copie. Chiuso in

tipografia il 9.10.2006

Ecco la delibera che autorizzail viaggio del bragozzo in AmericaIl testo, approvato il 22 agosto dalla giunta comunale (assentiColombari, Reali e Franciosi), assegna un ruolo di “tutela” e“controllo” alla Associazione Barche sull’Adriatico. La quale,però, si è chiamata fuori: chi ha svolto quel compito?

A chi è servito il viaggio a New York?

immediatamente dal comodato gra-tuito col quale l’amministrazione ciaveva dato in gestione la barca. Ab-biamo voluto lasciare libera l’ammi-nistrazione comunale di fare ciò cheriteneva giusto ma allo stesso tempoci siamo sentiti in dovere di non far-ci tirare in ballo su una decisione chenon dava le garanzie che avevamochiesto.Si dice che anche altre città del-la costa romagnola abbianoavuto la richiesta di inviareuna barca storica ma abbiano

“Premesso che il Comune di BellariaIgea Marina è proprietario l’imbar-

cazione storica denominata “Tere-sina”;che con deliberazione di Giunta Co-munale n. 162 del 08/11/2004 si èstabilito di concedere all’Associazio-ne “Barche sull’Adriatico di BellariaIgea Marina” in gestione gratuita ilbragozzo sottoscrivendo il contrattorep. Atti privati n. 806 del 27/05/2005;Visto la richiesta avanzata con notan.s. prot.n. 23618 del 22/08/2006dalla ditta La Dragaggi s.r.l. con sedein Marghera per l’utilizzo del Bra-gozzo Teresina al fine della sua par-tecipazione alla cerimonia del Co-lumbus Day di New York del 9 otto-bre p.v. (…);Visto l’importanza internazionaledella manifestazione ed il riscontroin termini di promozione dell’imma-gine e della pubblicità della città diBellaria Igea Marina che ne derive-rebbe;Ritenuto di autorizzare la partecipa-zione del bragozzo Teresina alla ma-nifestazione denominata ColumbusDay di New York del 9 ottobre p.v. acondizione che l’operazione non ab-bia costi per il Comune e che venga-no adottate tutte le cautele per tute-lare il bene storico di proprietà co-munale avvalendosi il Comune atale fine della collaborazione dell’As-sociazione Barche sull’Adriatico diBellaria Igea Marina. (...)Concede l’uso del natante alle condi-zioni:1) la ditta si farà carico di tutte leoperazioni necessarie al trasporto, alriarmo e disarmo e movimentazio-ne in terra e mare del bragozzo assu-mendo tutti gli oneri economici, inparticolare:- Realizzazione dell’invasatura neces-saria per il trasporto via mare e ter-ra del bragozzo.- Trasferimento via terra della bar-

La Teresina nel porto di Bellaria Igea Marina il giorno dell’inaugurazione.

ca da Bellaria al porto di imbarco.- Nolo mare sulla tratta Italia N.Y.- Operazioni doganali- Stipula polizza assicurativa per iltrasporto vettore e RC terzi interna-zionale per il periodo di movimenta-zione ed esposizione a N.Y.- Spese per trasporto e pernottamen-to per il personale dell’equipaggiosegnalato dall’Associazione Barchesull’Adriatico;2) la ditta adotterà tutte le cautelenecessarie per tutelare il bene stori-co di proprietà comunale avvalen-

dosi il Comune della collaborazionedell’Associazione Barche sull’Adria-tico di Bellaria Igea Marina;3) la ditta assumerà la completa re-sponsabilità della custodia del bra-gozzo Teresina per tutta la duratadell’operazione (partenza da e ritor-no a Bellaria) sottoscrivendo all’uo-po con l’Associazione Barche sul-l’Adriatico verbali di consegna e ri-consegna da cui consti l’inventarioe lo stato degli arredi che armanol’imbarcazione;4) la ditta assumerà la completa re-

declinato.Risulta anche a me. Così come mirisulta che la Teresina sfilerà con leinsegne della Repubblica Venezianaperché è una associazione venezia-na che ha organizzato la cosa men-tre Bellaria Igea Marina non appa-rirà.Si è detto che ci sarà il nome di Bel-laria Igea Marina sulla barca.Vedremo dalle foto della sfilata checi porteranno. Di certo sulle vele del-la Tersina è stato dipinto lo stemmadella famiglia Boscolo Cucco.

sponsabilità per danni causati alBragozzo e per danni verso terzi esen-tando il Comune di Bellaria IgeaMarina;5) la ditta garantirà che l’invaso checontiene l’imbarcazione è adatto altrasporto e al movimento della bar-ca presentando apposita dichiarazio-ne del cantiere di costruzione;6) la ditta individuerà un responsa-bile che sia il referente del Comuneper tutta la durata dell’operazione;7) la ditta garantirà che la barcasarà armata e disarmata per il ri-torno, nonchè condotta in loco dapersonale idoneo di gradimento delComune; a tale fine i nominatividovranno previamente essere comu-nicati al Comune il quale nell’espri-mere il proprio assenso si avvarràdella consulenza dell’AssociazioneBarche sull’Adriatico di Bellaria IgeaMarina;8) le operazioni di partenza, compre-sa la collocazione nell’invaso ed il ri-torno dovranno avvenire nel Comu-ne di Bellaria Igea Marina in mododa pubblicizzare l’evento. (...)

Aspettiamo che tornino i membri del-la spedizione americana, ma poi sa-remmo contenti di sapere dal sinda-co cosa ci abbia guadagnato Bella-ria Igea Marina da questo viaggio.Perché sia valsa la pena trasporta-re la “vecchia” Teresina sull’altrasponda dell’Atlantico. Sì, perché ilbragozzo restaurato da AdrianoBarberini, non è - almeno ci sembra- la barchetta di cui il sindaco possadisporre come meglio crede. E’ unabarca, costata anni e anni di lavoroad Adriano Barberini e a un pugnodi appassionati che l’hanno restau-rata e “donata” alla comunità di Bel-laria Igea Marina. Oggi è un bene di

tutti e in quanto tale è giusto vengautilizzato per “l’interesse” della città,per vere finalità di promozione di Bel-laria Igea Marina. Così non ci sembrasia stato in questa occasione. La Te-resina, almeno da quanto si è vistodalla diretta su “Rai International”, hasfilato sulla Quinta Strada senza il mi-nimo riferimento a Bellaria Igea Ma-rina, senza alberi e senza vele (forseper nascondere uno stemma che nul-la ha a che vedere con la nostra mari-neria?). Uno spettacolo modesto quel-lo che abbiamo offerto. La Teresina siè vista per qualche secondo e poi èscomparsa, oscurata in Tv dai magni-fici carri della Lombardia e della Cam-

pania, disegnati nientemeno che dal-l’architetto Vittorio Festi, quello del-le Olimpiadi di Torino.Si dice che a pagare il viaggio delsindaco e di un dipendente comuna-le sbarcati a New York per il Colum-bus Day, sia stato il titolare della dit-ta “La Dragaggi”, che conosciamosolo perché si occupa del dragaggio,appunto, del nostro portocanale.Bene. E’ stato un viaggio senza costiper il Comune? No, perché è statoutilizzato un “bene pubblico”, di pro-prietà del Comune e quindi di tutti icittadini. Vogliamo quindi saperequal è il ritorno. Cosa ci abbiamoguadagnato.

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Pensierisociali

Speriamo finisca presto questo quinquEnnio

di Cristian Scagnelli

Il Nuovo14società

il Ficcanaso

Ci sono Centri estivi di serie A e di serie BAlle famiglie che hanno mandato i loro figli nei Centricomunali la giunta ha elargito un “bonus” di 227 milaeuro. Per quelli parrocchiali nemmeno un centesimo.

REVISIONE PERIODICA VETTURE E VEICOLI COMMERCIALIVENDITA E ASSISTENZA

Alle porte dell’autunno la nostraamministrazione comunale si èscatenata nell’apertura di cantie-ri sulle strade del nostro paesello,sbandierando la “fine lavori” adalcune opere che a mio modestoparere sono ancora da iniziare.Solo per citarne alcune: viale Pin-zon (non smetterò mai di urlare almondo quello che hanno combina-to), il ripascimento, Bellaria Mon-te, eccetera eccetera.Abitando a Bordonchio noto conpiacere che, nonostante le promes-se dell’ex assessore Massimo Reali,

viale Ennio - nella parte sotto laferrovia - è rimasta tale e quale,mentre nel tratto a monte dellaferrovia la situazione peggiora digiorno in giorno. Se osservate dalsatellite (www.googlemaps.it: in-serite Bellaria, viale Ennio) vedre-te una strada lunga e dritta cheinvita chiunque a percorrerla pre-mendo sull’acceleratore. Ancoranon si è fatto nulla per sistemareuna situazione che ormai sfiora ilridicolo. Partiamo dal marciapie-de, pericoloso per via delle buche edelle mattonelle che, sollevate for-se dalle radici delle piante, si stac-cano. Nella zona cimitero, teatrodi diversi incidenti tra cui unomortale, è diventato veramentepericoloso attraversare la strada elo sarà ancora di più quando la stra-

da che porterà nella nuova zonadel “Gelso Sport” verrà aperta econvoglierà in via Ennio un nu-mero imprecisato di automobili(sembra che gli abbonati alla strut-tura sportiva siano già più di2000). Non è il caso di rivedere laviabilità in quella zona e anche invia San Martino, percorsa già dadozzine di auto che raggiungonol’asilo? Chi la transita sa benequanto sia difficile lo stop di viaSan Martino su viale Ennio perchégli alberi impediscono la visuale ele auto che sopraggiungono a velo-cità sostenuta sono un pericolo.Speriamo che il nuovo assessore ailavori pubblici Alessandro“Za(patero)vatta” faccia un girocon il suo “pulmino” in questa zonaper rendersi conto anche lui della

situazione.Bellaria invece ha ricevuto in dono280.000 euro per la risistemazio-ne dell’Isola dei Platani, ma leggen-do il comunicato stampa delComune ci si accorge che i lavoriinteresseranno alcuni tratti di viaPascoli, mentre l’Isola verrà soloabbellita con fiori e piante. Benvengano i fiori e le piante ma misembra ci siano anche dei lavoriurgenti di “muratura”. Faretti sce-nici, fiori, piante, erba e irrigatorigocciolanti…, gocciolanti come icittadini che piangono e speranoin una svolta a Palazzo. Della se-rie: “Se proprio deve piovere mer-da vorrei almeno sapere da cheparte tira il vento”. (Robert Re-dford, SpyGame)

A Bellaria Igea Marina i centri estivisono una realtà da molti anni: se in pas-sato c’erano solo quelli gestiti dal Co-mune, da tempo ne sono stati attivatianche altri promossi da realtà “priva-te” e dalle parrocchie. Quella di Bor-donchio, ad esempio, organizza un cen-tro estivo che ha già quindici anni divita e che è arrivato ad accogliere uncentinaio bambini dai sei ai quattordi-ci anni.Succede però che la giunta comunaleabbia 227 mila euro come avanzo dibilancio e che decida di dirottare que-sta cifra del capitolo “sociale” per ri-durre i costi a carico delle famiglie cheusufruiscono dei centri estivi. Bene,anzi benissimo, se l’aiuto fosse davveroper tutte le famiglie. Invece i 227 milaeuro ricadono solo su quelle famiglie chehanno scelto di mandare i loro figli aicentri estivi comunali. Per gli altrinulla: sono forse famiglie (e bambini)di serie B? Parrebbe di sì.La questione l’ha sollevata Roberto Tur-roni (nella foto), Lista della Città, nelconsiglio comunale del 21 settembrescorso: “Sul nostro territorio ci sono di-versi centri estivi, non solo quelli orga-nizzati dal Comune e ritengo quindi op-portuno che la somma a disposizionevenga ripartita fra tutte le famiglie,indipendentemente che abbiano scelto

il centro estivo comunale o un al-tro”.Ma, ha ammesso candidamentel’assessore Ugo Baldassarri, “i 227mila euro sono serviti per finan-ziare i centri estivi che ha orga-

nizzato il Comune. Penso che siachiaro”. Purtroppo sì, anche trop-po. Si è poi detto “contento che sulnostro territorio esistano centriestivi gestiti da parrocchie e pri-vati”, ma la decisione della mag-gioranza non è cambiata. “Se cisono modalità diverse di erogarequesto tipo di contributo sono pron-to a ragionare e ad interagire pertrovare sinergie con chi offre que-sto tipo di servizio”, ha aggiunto,“da parte mia non c’è nessun tipodi preclusione, ma per quest’an-no non si può fare altrimenti”.Un’apertura, ma solo per il futu-ro, è arrivata dall’assessore An-tonio Bernardi: “Ritengo chel’Istituzione, che d’ora in poi do-vrà curare anche questo tipo dirapporti, il prossimo anno debbapensare ad intervenire in mododiverso rispetto a queste risorse,però nell’ambito di una proget-tazione che va in qualche modoprogrammata e attivata per tem-po.” Ed ha concluso: “Ritengo co-

munque che la problematica solleva-ta abbia un suo spessore e quindi vadaindirizzata attraverso una progetta-zione che nel futuro possa dare ancheuna risposta positiva a questo tipo diesigenza.”In linea con la richiesta di Turroni si èdetto anche Roberto Sancisi del grup-po consiliare di maggioranza: “Mi famolto piacere sentire le parole di Ber-nardi che suonano come un’aperturaanche verso i centri estivi organizzatidalle parrocchie e dai privati”.L’ultima parola è stata quella del sin-daco, che però è sembrato descrivereun’altra città rispetto a quella da luiamministrata: “Fino ad oggi questaamministrazione comunale non è sta-ta minimamente insensibile ai biso-gni di altre agenzie educative, in rife-rimento sia ai centri estivi non comu-nali sia ad altre iniziative, compresele scuole materne non comunali e nonstatali: contributi, logistica, infra-strutture, mezzi. Quindi la nostra par-te come pubblico anche nei confrontidel privato, laico o religioso, l’abbia-mo sempre fatta.” Forse non è propriocome dice il sindaco (“al privato so-ciale viene data la stessa quota chericeveva nel 92”, ha detto Turroni),ma su questo tema torneremo nel pros-simo numero del Nuovo.

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Il Nuovo15direttore ti scrivo

Per scrivere al direttorefax: 0541.331443; e-mail: [email protected]; posta: via Orazio

101, 47813 Igea Marina. Tel. redazione: 0541.331443Ccils, ecco qual è la no-stra mission

Scuola, gli avvisi arriva-no in ritardo

Constatiamo che, ancorauna volta, “Il Nuovo” si in-teressa della Cooperativa

Sociale C.C.I.L.S. al solo fine di disin-formare e denigrare. Allora in viabreve ed ora in via formale, inten-diamo respingere le allusioni asso-lutamente infondate che sono ap-parse sulla stampa con il titolo “Stra-ni licenziamenti alla C.C.I.L.S.”.A tal riguardo precisiamo che i duesoci lavoratori in predicato, furonolicenziati alla fine del 2004 allorchéla commessa che li occupava fu sot-tratta alla C.C.I.L.S.Fu premura di quest’ultima, inter-venire nei confronti dell’impresaassegnataria del servizio per occu-pare, unitamente ad altri, i due la-voratori di cui si parla. Naturalmen-te, in data, 31.03.2006, furono pri-vati dello status di soci lavoratori,così come per altri nelle medesimecondizioni, e ciò in ossequio al dispo-sitivo societario espresso dall’art. 13punto 6 dello Statuto C.C.I.L.S. chetrova riferimento giuridico dallanorma di cui all’art. 2533 del Codi-ce Civile comma 1. Pertanto, tuttoin base alle norme e assolutamentenulla di persecutorio come inveceventilato.Di più, a seguito delle iniziative del-la Cooperativa C.C.I.L.S., sostenutein modo unanime dal cda vigente eper il decisivo interessamento del-l’Amministrazione comunale di Bel-laria Igea Marina, la nostra Coope-rativa è tornata assegnataria (per ilmomento in modo parziale, ma sia-mo fiduciosi per il futuro per ulte-riori potenziamenti) della commes-sa in questione e i due lavoratori,assieme ad altri, sono tornati in or-ganico alla C.C.I.L.S. a far luogodall’1.06.2006 e, dalla stessa data,hanno riassunto lo status di soci la-voratori della Cooperativa.Ci pare di poter sostenere che il per-corso sia stato estremamente linea-re e trasparente e che non possa sug-gerire in alcuno, informato e in buo-na fede, motivi di scandalo e/o altrosimile.Esiste sul nostro territorio una fortedomanda di inserimento lavorativodi persone svantaggiate. Di questodobbiamo preoccuparci.Serve dunque rilanciare, e veloce-

mente, quel patto economico socialeche ci ha permesso di conseguire l’at-tuale situazione: dobbiamo saper rin-novare insieme il ruolo di chi con-tribuisce allo sviluppo economicoma anche alla coesione, all’equità eall’inclusione sociale del territorio incui opera, ridisegnando le condizio-ni per preservare e ampliare l’espe-rienza fin qui condotta. Di tanto, nonsi trova traccia negli articoli del“Nuovo” ma sono, invece, materiadi fondo della nostra azione quotidia-na come si evince dalla relazione del-l’Assemblea dei Soci del 20.5.2006,alla quale si rimanda per conosceree approfondire.Per quanto attiene ancora all’inge-nerosa supposizione di contrasti neivertici della Cooperativa, riconfer-miamo quanto già dichiarato e pub-blicato e aggiungiamo: l’amico Mar-chetti è stato invitato all’Assembleanella quale ha pronunciato una pro-lusione molto apprezzata e calorosa-mente applaudita da tutti i soci; al-l’amico Balducci, non presente all’As-semblea per impegni personali, sonostati espressi, ancora una volta, isensi della gratitudine e della rico-noscenza della Cooperativa per quan-to ha fatto e continua a fare, compa-tibilmente con i propri impegni fa-miliari, per la C.C.I.L.S. raccoglien-do un lungo e caloroso plauso di tut-ta l’Assemblea.Per cui, continuare a sollevare illa-zioni su presunte misteriose motiva-zioni di questi due dolorosi distacchi,ci appare strumentalmente forvian-te e gravemente ingeneroso, anchenei confronti dei medesimi.Il sospetto poi, annunciato da “IlNuovo”, che si possa configurare unconflitto di interessi fra il mandatopro-tempore di presidente dellaC.C.I.L.S. e lo status di dipendentecomunale del sottoscritto, vedi art.61 T.U. per gli impiegati Civili delloStato, D.P.R. 10.01.57 n.3, non me-riterebbe neanche di essere opposto.Tuttavia, siccome il fatto masche-ra, ma neanche tanto, una polemi-ca di valenza partitica, confutiamoe rigettiamo decisamente questa tesirichiamando la normativa (vedi so-pra) che disciplina la materia la qua-le affatto osta casi della fattispecie.D’altra parte è noto da sempre che il

fondatore storico della C.C.I.L.S. epresidente della stessa per oltre 20anni, Wagner Marchetti, era un di-pendente del Comune di Cesenaticoe ciò non ha mai ingenerato polemi-che di questo tipo.Ma, al di là delle disposizioni di leg-ge, che riconoscono assolutamentelegittimi e compatibili i due ruoli,quello che più conta sono stati, sonoe saranno i comportamenti dei pre-sidenti e dei cda della Cooperativa.Infatti, mentre il “sociale” è negliuomini e nei partiti, i partiti nonsono nella C.C.I.L.S. Di questa pre-rogativa, di questa scelta ideale diassoluta autonomia dai partiti, sia-mo e resteremo gelosi custodi e fede-li garanti.Una ultima finale considerazione.Ogni redazione giornalistica è e deveessere libera di scegliersi le fonti cheritiene più opportune tuttavia sareb-be appena corretto preoccuparsi diverificarne l’attendibilità.

Remo ScanoPresidente C.C.I.L.S.

Pubblichiamo solo adesso questa let-tera, scritta il 5 giugno e pervenuta-ci quando ormai Il Nuovo era nellapausa estiva: l’ultimo numero, pri-ma di quello dedicato agli appunta-menti dell’estate, è uscito infatti il 15giugno.Nel merito. Questo giornale si è oc-cupato della Cooperativa Ccils (il 9febbraio e l’1 giugno 2006) in occa-sione di due fatti molto precisi. Nelprimo caso per dare la parola ad al-cuni soci (peraltro di vecchia data)della Ccils che, esponendosi connome e cognome, hanno raccontatodi essere rimasti senza lavoro. Glistessi diretti interessati hanno criti-cato alcune scelte compiute negli ul-timi anni dalla Ccils, ad esempio quel-la di assumere lavoratori di nazio-nalità albanese, in cooperativa dasoli due anni, lasciando a casa socilavoratori della Ccils da 24 anni e cherisiedono nella nostra città.Nello stesso articolo del 9 febbraio,accanto alle critiche dei soci lavora-tori, abbiamo pubblicato anche le sueragioni, caro presidente, perché nonci interessa minimamente “sparare”su una cooperativa sociale quale èla Ccils. Dar voce a rilievi oggettiva-

mente fondati, invece, riteniamorientri nei compiti di un giornale.Abbiamo poi rilevato che due perso-naggi di rilievo della cooperativa,Wagner Marchetti e Eros Balducci,si sono dimessi in sordina, senza for-nire particolari spiegazioni. Solodopo la pubblicazione del nostro ar-ticolo la Cooperativa, il 13 febbraio,ha “ringraziato sentitamente Balduc-ci” per il lavoro svolto.Nell’articolo del primo giugno, inve-ce, il tema che abbiamo sollevato èstato quello del licenziamento di duesoci lavoratori. Con piacere abbia-mo appreso che sono stati reintegra-ti.Di questi problemi, che interessano icittadini, spesso e volentieri proprioquelli meno tutelati, continueremo adoccuparci, nonostante possa dispia-cere a qualcuno.La Ccils ha un compito importantis-simo e molto delicato proprio per-ché ha scelto di farsi carico dell’inse-rimento lavorativo di persone svan-taggiate. E’ una missione nobilissi-ma che tutta la città, noi compresi,vi riconosce. Ma così come si accet-tano volentieri gli elogi, non fa malea volte accogliere gli “appunti” chevengono dai vostri soci. (c.m.)

Una mamma ci scrive, se-gnalando che, dopo tantaattesa, “il 12/09/06 noi ge-

nitori riceviamo le comunicazionirelative all’inserimento dei bambi-ni nella scuola materna. Ma la cosabella è che leggendo la comunicazio-ne si scopre che il 15 settembre p.v.(in pratica 3 giorni dopo) dalle ore11.00 alle ore 12.00 ci sarà una riu-nione didattica con i genitori.Hanno avuto tre mesi per definire ledate e si riducono all’ultimo momen-to. Forse chi ha programmato taleappuntamento non ha tenuto inconsiderazione il fatto che solitamen-te il 90% dei genitori lavora, tra l’al-tro alcuni anche fuori comune.Visto e considerato che tutti i geni-tori hanno il diritto di essere parte-cipi alle attività che interessano ipropri figli, sarebbe bene che in fu-turo le comunicazioni arrivino pertempo e che tengano conto dei geni-tori che lavorano.”

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