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La Voce del Popolo 2011 47

Date post: 26-Mar-2016
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Cara Italia, quanto mi costi! Pronta la manovra Salva Italia del Governo Monti. Già scattato l’aumento dei carburanti. Buona la reazione dei mercati. Strettissimi i margini di modifica e i tempi di discussione in Parlamento. Il nodo pensioni e la tassazione degli immobili al centro dell’attenzione di partiti e parti sociali.
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Ǥ Era il 21 febbraio 2001 quando Erika De Nardo, insieme al fidanzatino Omar Favaro, uccise brutalmente a coltellate sua madre e il fratellino a Novi Ligure, in uno dei delitti più inspiegabili e tragici degli ultimi anni. Condannata a 16 anni per duplice omicidio aggravato, la ragazza ha scontato la sua pena dapprima nel carcere minorile Beccaria di Milano e poi in quello di Verziano, alle porte di Brescia. Dopo alcuni mesi nella comunità Exodus nel Bresciano, Erika adesso torna libera. Lo stesso era successo nei mesi scorsi a Omar, condannato a una pena inferiore (14 anni, di cui 9 trascorsi in carcere) e protagonista in tempi recenti di una massiccia presenza in televisione e sui giornali. ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 Nell’imminenza della sua libertà, la ragazza (oggi 27enne) ha sentito il bisogno di mandare una lettera aperta a Omar, accusandolo di speculare su sua madre e suo fratello in cerca di popolarità e invitandolo con decisione a smetterla. Nella sua invettiva, pubblicata in esclusiva su “QN Quotidiano Nazionale”, scrive: “Per farti dei soldi ti sei fatto fotografare al cimitero da loro, hai reso un sacco di dichiarazioni false. Spero che tu abbia capito che devi vivere senza continuare a legarti alla mia famiglia. È ora che tu spenga i riflettori su di noi”. La richiesta della ragazza in sé è legittima e, quali che siano le ragioni che l’hanno spinto a farlo, è vero che Omar nelle recenti (e crescenti) apparizioni pubbliche non ha risparmiato dettagli drammatici ed emozionanti ripercorrendo la vicenda e tracciando il proprio autoritratto di giovane in cerca di una possibilità per ricominciare. D’altro canto, il delitto di Novi Ligure è uno di quelli che sono passati alla storia non soltanto per l’efferatezza del crimine ma anche per la grande esposizione mediatica di cui è stato oggetto per lungo tempo, prima di finire nel dimenticatoio per qualche anno e poi tornare sotto i riflettori in occasione della scarcerazione dei due giovani assassini. Ove ve ne fosse stato bisogno, furono proprio Erika e Omar a cercare i media subito dopo aver compiuto il delitto per provare ad allontanare i sospetti degli inquirenti, affermando che a uccidere la madre Susanna e il fratellino Gianluca era stata una feroce banda di ladri di origine straniera. Per un quotidiano la pubblicazione della lettera di Erika in esclusiva è certamente uno scoop, di quelli capaci di attirare la curiosità morbosa dei lettori facendo salire, almeno per un giorno, le vendite e assicurando alla testata anche una certa pubblicità trasversale grazie alla ripresa della notizia da parte degli altri media. Ma alle cronache sul delitto e sulle successive vicende dei protagonisti non aggiunge molto. Un metodo da cui non sono esenti anche alcuni organi di stampa non quotidiani e che agiscono su piccoli territori e redatti da pseudogiornalisti senza scrupoli che mirano solo a solleticare gli istinti più bassi della gente pescando nel gossip da campanile. Di fronte alla cronaca nera, in particolare, la curiosità del pubblico scatta inevitabilmente. Il comune sentire rimane colpito e attonito di fronte all’assurdità del male e alle sue conseguenze, ma questo non è un buon motivo per alimentare una speculazione mediatica che non giova a nessuno: non al pubblico, non al corso della giustizia, non ai diretti interessati. E neppure, al di là di qualche picco di vendita o di ascolto, ai media che ne fanno oggetto di strumentalizzazione. ǡ Don Tognazzi da Kiremba: “Ignorata la vera notizia” Pontevico. L’accoglienza cambia volto ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǤǤ ǡ Ǩ Don Luigi Ciotti. La legalità passa dalla responsabilità Scola a S. Ambrogio. “Più uniti e con più fiducia” Brescia calcio. Basta scuse: col Bari bisogna vincere Intervista a Bettoni Brebemi, parte lesa, chiederà i danni Ǥ ǤǤ Dz dz Ǥ ǯ Ǥ Ǥ Ǥ ǯ Senza la luce del sole – almeno sinora, ma penso anche in fu- turo – non potremmo vivere sulla terra; senza Gesù, “Luce del mondo”, non possiamo vivere come figli di Dio. Il cam- mino della luce è però ostacolato dalle tenebre, quelle “es- terne” a noi (condizionamenti, modi di pensare e di vivere contrari al Vangelo) e quelle “dentro” di noi (che spesso accogliamo senza troppi “distinguo” le tenebre che potreb- bero restare fuori, magari giustificandoci con la necessità di vivere in “questo mondo”). Ma – ci ricorda San Giovanni – “la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”. Possiamo cogliere i segni di questa vittoria nella vita degli ami- ci di Dio, i santi. In questi giorni guardiamo specialmente a Ma- ria, la Madre di Dio, che ci accompagna nell’Avvento (12 dicembre: N. Signora di Guadalupe); alla martire Santa Lucia (13 dicembre); al “dottore mistico” San Giovanni della Croce (14 dicembre), che canta la “felice ventura” di camminare nella “notte oscura” “senza altra guida o luce fuor di quella che in cuore mi riluce”. Non c’è notte che vi possa re- sistere: provare per credere!
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Era il 21 febbraio 2001 quando Erika De Nardo, insieme al fidanzatino Omar Favaro, uccise brutalmente a coltellate sua madre e il fratellino a Novi Ligure, in uno dei delitti più inspiegabili e tragici degli ultimi anni. Condannata a 16 anni per duplice omicidio aggravato, la ragazza ha scontato la sua pena dapprima nel carcere minorile Beccaria di Milano e poi in quello di Verziano, alle porte di Brescia. Dopo alcuni mesi nella comunità Exodus nel Bresciano, Erika adesso torna libera. Lo stesso era successo nei mesi scorsi a Omar, condannato a una pena inferiore (14 anni, di cui 9 trascorsi in carcere) e protagonista in tempi recenti di una massiccia presenza in televisione e sui giornali.

Nell’imminenza della sua libertà, la ragazza (oggi 27enne) ha sentito il bisogno di mandare una lettera aperta a Omar, accusandolo di speculare su sua madre e suo fratello in cerca di popolarità e invitandolo con decisione a smetterla. Nella sua invettiva, pubblicata in esclusiva su “QN Quotidiano Nazionale”, scrive: “Per farti dei soldi ti sei fatto fotografare al cimitero da loro, hai reso un sacco di dichiarazioni false. Spero che tu abbia capito che devi vivere senza continuare a legarti alla mia famiglia. È ora che tu spenga i riflettori su di noi”.La richiesta della ragazza in sé è legittima e, quali che siano le ragioni che l’hanno spinto a farlo, è vero che Omar nelle recenti (e crescenti) apparizioni pubbliche non ha risparmiato dettagli drammatici ed emozionanti ripercorrendo la vicenda e tracciando il proprio autoritratto di giovane in cerca di una possibilità per ricominciare.

D’altro canto, il delitto di Novi Ligure è uno di quelli che sono passati alla storia non soltanto per l’efferatezza del crimine ma anche per la grande esposizione mediatica di cui è stato oggetto per lungo tempo, prima di finire nel dimenticatoio per qualche anno e poi tornare sotto i riflettori in occasione della scarcerazione dei due giovani assassini. Ove ve ne fosse stato bisogno, furono proprio Erika e Omar a cercare i media subito dopo aver compiuto il delitto per provare ad allontanare i sospetti degli inquirenti, affermando che a uccidere la madre Susanna e il fratellino Gianluca era stata una feroce banda di ladri di origine straniera. Per un quotidiano la pubblicazione della lettera di Erika in esclusiva è certamente uno scoop, di quelli capaci di attirare la curiosità morbosa dei lettori facendo salire, almeno per un giorno, le vendite e assicurando alla testata anche una

certa pubblicità trasversale grazie alla ripresa della notizia da parte degli altri media. Ma alle cronache sul delitto e sulle successive vicende dei protagonisti non aggiunge molto. Un metodo da cui non sono esenti anche alcuni organi di stampa non quotidiani e che agiscono su piccoli territori e redatti da pseudogiornalisti senza scrupoli che mirano solo a solleticare gli istinti più bassi della gente pescando nel gossip da campanile. Di fronte alla cronaca nera, in particolare, la curiosità del pubblico scatta inevitabilmente. Il comune sentire rimane colpito e attonito di fronte all’assurdità del male e alle sue conseguenze, ma questo non è un buon motivo per alimentare una speculazione mediatica che non giova a nessuno: non al pubblico, non al corso della giustizia, non ai diretti interessati. E neppure, al di là di qualche picco di vendita o di ascolto, ai media che ne fanno oggetto di strumentalizzazione.

Don Tognazzi da Kiremba: “Ignorata la vera notizia”

Pontevico.L’accoglienza cambia volto

Don Luigi Ciotti.La legalità passa dalla responsabilità

Scola a S. Ambrogio.“Più uniti e con più fiducia”

Brescia calcio.Basta scuse: col Bari bisogna vincere

Intervista a BettoniBrebemi, parte lesa, chiederà i danni

Senza la luce del sole – almeno sinora, ma penso anche in fu-turo – non potremmo vivere sulla terra; senza Gesù, “Luce del mondo”, non possiamo vivere come figli di Dio. Il cam-mino della luce è però ostacolato dalle tenebre, quelle “es-terne” a noi (condizionamenti, modi di pensare e di vivere contrari al Vangelo) e quelle “dentro” di noi (che spesso accogliamo senza troppi “distinguo” le tenebre che potreb-bero restare fuori, magari giustificandoci con la necessità

di vivere in “questo mondo”). Ma – ci ricorda San Giovanni – “la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”.

Possiamo cogliere i segni di questa vittoria nella vita degli ami-ci di Dio, i santi. In questi giorni guardiamo specialmente a Ma-

ria, la Madre di Dio, che ci accompagna nell’Avvento (12 dicembre: N. Signora di Guadalupe); alla martire Santa Lucia (13 dicembre); al

“dottore mistico” San Giovanni della Croce (14 dicembre), che canta la “felice ventura” di camminare nella “notte oscura” “senza altra guida o luce fuor di quella che in cuore mi riluce”. Non c’è notte che vi possa re-sistere: provare per credere!

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er la prima volta nella sto-ria dell’Italia repubblicana un ministro ha pianto in di-retta televisiva. Il primato, com’è noto, è del ministro

del Welfare, Elsa Fornero, che annun-ciando al fianco del premier Mario Monti i nuovi sacrifici sulle pensioni, s’è messa a piangere. Immaginava, evidentemente, le reazioni di milio-ni di italiani, in particolare quelli che hanno tra 45 e 55 anni (i più giovani sono disillusi: sanno che mai avranno una pensione). La manovra – l’ennesi-ma di questi mesi – varata dal governo Monti è una strizzata alle tasche degli italiani da 25-30 miliardi di euro. E due terzi li fornirà il capitolo previdenzia-le. Prima di entrare nel dettaglio del-le misure varate dal Governo e che il Parlamento con insolita solerzia si appresta ad approvare, c’è spazio per qualche considerazione generale. In molti hanno definito la manovra eco-nomica del nuovo Governo indispen-sabile per far fronte alla situazione di reale emergenza per la tenuta ita-lian. Misure drastiche ma ineludibili per scongiurare il rischio bancarot-ta, misure che, non bisogna dimenti-carlo, vanno ad assommarsi a quelle già previste dalle manovre d’estate e d’autunno varate a suo tempo da Giulio Tremonti, superministro per l’economia nel Governo Berlusconi. Misure dure su cui lo stesso Monti, intervendendo nel salotto televisivo di Bruno Vespa, ha dichiarato di non pensare a una contrattazione nè con la politica nè, evidentemente, con le parti sociali. Il clima, insomma, è da ultima spiaggia: prendere o lasciare. E agli italiani, ancora una volta tocche-rà optare per la prima scelta. D’altra parte quello italiano (o almeno per la parte che non può sfuggire all’abbrac-cio dello Stato) è un popolo votato al sacrificio, un popolo, lo sottolinea

anche il 45° Rapporto del Censis pre-sentato nei giorni scorsi (se ne parla in altra parte del giornale, ndr.), che nelle situazioni peggiori ha sempre sa-puto esprimere il meglio. Peccato che a esprimere questo meglio siano chia-mati sempre gli stessi. Storicamemte è stato così. Fu così, senza risalire al-la notte dei tempi, dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre del 1917. An-che allora si procedette ad un rapido cambio della guardia: Cadorna venne sostituito dal generale Armando Diaz, ma furono i braccianti del sud, i con-tadini della pianura padana, i monta-nari della regioni del nord a portare l’Italia alla vittoria, pagando un alto

prezzo in termini di vite umane. Fu-rono ancora i più umili, operai, con-tadini a tenere alto l’onore del Paese nella tragica avventura della Seconda guerra mondiale. Mentre generali, ge-rarchi e alti graduati (salvo rare ecce-zioni) se la davano a gambe furono i semplici sodati a battersi con onore su tutti i fronti.Oggi la situazione è di-versa, ma ancora una volta (pur con tutte le giustificazioni del caso) le ca-tegorie chiamate a scongiurare la di-sfatta sembrano essere sempre quel-le. Pensioni, ici, iva, accise sul carbu-rante sono risorse immediatamente impiegabili sul fronte del salvataggio dell’Italia, ma sono anche quelle che colpiscono chi puntualmente (forse perché non può fare diversamente) fa già il suo dovere; chiamano all’im-pegno chi ha già dato tanto pur non avendo moltissimo. Troppi, anche in una stagione drammatica come quella attuale, sono stati i veti che la politica (la stessa, senza distinzione di colore, che ha portato l’Italia a un passo dal baratro) ha posto a Monti nella progettazione della sua mano-vra. Probabilmente l’avrebbe pen-sata allo stesso modo, ma il dire no alla patrimoniale e ad altri sacrifici da chiedere a chi, in questa fase della vita italiana, ha di più, ha obbligato il premier ha rivolgersi laddove sapeva di poter trovare le risorse necessarie. Niente di scandaloso, probabilmente scelte obbligate delle inadempienze della politica che per anni ha nasco-sto la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Commentando la manovra il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone ha affermato che si tratta di misure pesanti, ma ha anche ricorda-to che “i sacrifici fanno parte della vita”. Molti si aspettano che Monti, a cui va dato atto del coraggio dimo-strato nell’accettare la guida del Go-verno in un momento pesante per il

La manovra finanziaria di Monti ha introdotto nuovamente quell’Ici abolita dal governo Berlusconi nel 2008. Ha un nuovo nome “Imu”, ma si tratta sempre di un’imposta sulla casa, una vera e propria patrimoniale sul patrimonio di milioni di famiglie italiane. I Comuni ancora non sanno come comportarsi rispetto alla nuova tassa. La conferma arriva dall’assessore al bilancio di Brescia Fausto Di Mezza (nella foto). “I bresciani dovranno tornare a pagare

l’Ici – afferma – anche se non è ancora ben chiaro a chi toccherà l’onore della riscossione”. Se dovesse toccare ai Comuni questi potrebbero trattenere l’imposta e in questo caso lo Stato ridurrebbe i propri trasferimenti. La situazione, conferma Di Mezza, è ancora, abbastanza fluida. Quello che è certo, comunque, è che la nuova Imu sarà una tassa in più a carico dei proprietari di immobili che non farà decadere l’addizionale Irpef già in vigore.

Anche la Cisl, come tutte le realtà che guardano con preoccupazione alla si-tuazione italiana, è consapevole della pesantezza delle stessa. Questo non significa che non si possano espri-mere critiche all’operato del Governo Monti in tema di manovra finanziaria. Parte da questa premesse la lettura che Enzo Torri (nella foto), segretario generale della Cisl di Brescia, dà del-le misure varate dell’Esecutivo. “Che ci fosse bisogno di interventi rigoro-

si per rimettere in carreggiata il Pae-se – afferma Torri – era cosa risaputa da tempo. Quello che come Cisl vo-gliamo evidenziare è che gli stessi ri-sultati potevano essere raggiunti con modalità diverse”. Si auspicava Torri, come il resto del sindacato, equità e una maggior tutela dei soggetti più de-boli. “La manovra - afferma - è troppo squilibrata e cade quasi interamente sulle spalle di pensionati e lavorato-ri. Continua invece a salvaguardare

patrimoni, privilegi e costi della poli-tica, evasione fiscale e chi dovrebbe dare di più”.Quello che della manovra Monti di-sturba di più il Segretario della Cisl bresciana, è “l’accanimento sulla par-tita delle pensioni che fa rabbrividire”. Per Torri sono stati messi nel mirino quei lavoratori che da un decennio a questa parte hanno visto costamen-te spostato in avanti il tanto agogna-to traguardo della pensione, che con

Paese, prenda in considerazione la vita di tutti gli italiani, ricordando (con l’aplomb che lo constraddistin-gue) a chi pone veti che la gravità della situazione non guarda in fac-cia a nessuno. Al di là di queste con-siderazioni, destinate ad animare il dibattito nazionale e locale, la ma-novra varata da Monti ha il merito di aver fatto arrivare all’Europa un messaggio forte e chiaro. Confusa e frastornata, la leadership dell’Eu-rozona ha bisogno dell’Italia, non solo per mantenere la sostenibili-tà dell’euro, ma anche e soprattut-to per consolidare definitivamente questa realtà così cruciale. C’è bi-sogno dell’Italia per fare l’Europa, e l’Italia deve essere in grado di gioca-re la sua partita. Il segnale è arriva-to, ma la strada è lunga e ardua per tutti. La disponibilità ai duri sacrifi-ci che questo “grande Paese”, come giustamente è stato definito ancora una volta da Mario Monti, dimostra, anche se ancora una volta sulle spal-le di quel ceto medio allargato che ne rappresenta la spina dorsale, ha pre-cise condizioni. Le ha rilevate lo stes-so Presidente del Consiglio quando ha rivendicato una prospettiva lunga, pur nella brevità dei limiti temporali di questa legislatura.

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Si sta parlando molto, in queste ore, degli interventi che il Governo ha pensato per riformare il sistema pensionistico. Sindacati, imprenditori, rappresentanti della politica si stanno interrogando sugli effetti delle misure che andranno progressivamente a regime a partire dal 1° gennaio prossimo. Non rientra negli argomenti in discussione, o non sempre al vertice degli interessi, il tema della sorte di quei lavoratori che nei mesi scorsi hanno dovuto ricorrere

agli ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi delle loro aziende. Moltissimi, anche nel Bresciano come sostengono le diverse sigle sindacali, sono stati quelli che grazie agli ammortizzatori sociali hanno potuto contare sul prepensionamento. Una misura che, in assenza di chiari pronunciamenti da parte di Monti, cozza con quando indicato in tema di riforma previdenziale. Insomma una nube in più sulla testa di lavoratori già pesantemente colpiti.

il passaggio dal calcolo dell’assegno previdenziale con il sistema retribu-tivo a quello contributivo sono sta-ti considerevolmente danneggiati. “Francamente – sono ancora consi-derazioni di Torri – sono condizioni troppo pesanti a cui si assomma la partita delle rivalutazioni delle pen-sioni che qualche problema lo crea”.Anche se il sindacato, Cisl in testa, punta la sua attenzione su quella parte della manovra dedicata alle

pensioni, non nasconde Torri che la finanziaria Monti mette in atto una sorta di reazione a catena “perché – continua – Ici, aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti vanno a gravare di più su chi ha di meno”. Ossia pensionati e lavoratori dipen-denti. Proprio per queste ragioni an-che la Cisl bresciana ha aderito alla proposta di dare vita a presidi per-manenti davanti a Palazzo Chigi e a tutte le Prefetture sparse per il Pae-

se. Una forma di protesta silenziosa e democratica per indurre il Gover-no a rivedere misure particolarmente restrittive. “Non sappiamo ancora – conclude Enzo Torri – quanti saran-no nel Bresciano i lavoratori a essere colpiti a breve dalle modifiche intro-dotte al sistema delle pensioni. Mi-gliaia, probabilmente, con in primo piano le donne, categoria che più di altre è stata colpita da quanto stabi-lito dal Governo Monti”.

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l 2 dicembre scorso è stato pre-sentato il Rapporto Censis sul-la situazione sociale del Paese. Dal 45° Rapporto emerge che “la società italiana è fragile, iso-

lata e eterodiretta. Lo studio evidenzia come nel “picco della crisi 2008-2009 l’Italia aveva dimostrato una tenuta superiore a tutti gli altri, guadagnan-dosi una buona reputazione interna-zionale”; tuttavia, ora il Paese è fragi-le a causa di una crisi che viene dal non governo della finanza globaliz-zata e che si esprime sul piano inter-no con un sentimento di stanchezza collettiva e di inerte fatalismo rispet-to al problema del debito pubblico. Il Rapporto mostra anche come negli italiani, “in tempi difficili come quel-li attuali, c’è una responsabilità col-lettiva pronta a entrare in gioco che, come spesso è accaduto nei passag-gi chiave della storia nazionale, può essere decisiva nel fronteggiare le difficoltà”. Il 57,3% dei cittadini è di-sponibile a sacrificare il proprio tor-

più del 50% la riduzione delle dise-guaglianze economiche. Moralità e onestà (55,5%) e rispetto per gli altri (53,5%) sono i valori guida indicati dalla maggioranza degli italiani. Ed emerge la stanchezza per le tante fur-bizie e violazioni delle regole. L’81% condanna duramente l’evasione fi-scale: il 43% la reputa moralmente inaccettabile perché le tasse vanno pagate tutte e per intero, per il 38% chi non le paga arreca un danno ai cittadini onesti”. Stando al Rappor-to, “la reputazione del nostro Paese all’estero è meglio dell’autostima ita-liana: siamo uno dei Paesi al mondo dove è più forte lo scarto tra quello che all’estero si pensa di noi e la re-putazione che noi stessi attribuiamo all’Italia”. In un quadro molto sfac-cettato e che meriterebbe attenzioni selettive, una specifica è dedicata ai giovani che il Censis pone al centro della crisi. Per giovani considera gli under 35, per i quali in quattro anni, ad esempio, si è verificato un crol-

naconto personale per l’interesse ge-nerale del Paese (anche se, di questi, il 45,7% limita la propria disponibilità ai soli casi eccezionali). L’identità ita-liana è per sua natura “molteplice”, ma ancora oggi i pilastri dello stare insieme nel Paese continuano a fare perno sul senso della famiglia, indi-cata dal 65,4% come elemento che accomuna gli italiani. Seguono il gu-sto per la qualità della vita (25%), la tradizione religiosa (21,5%), l’amore per il bello (20%)”. Tuttavia, per ave-re un’Italia più forte le idee di cosa andrebbe messo al centro dell’atten-zione sono abbastanza chiare: “Per

Un’altra settimana europea all’insegna della risposta alla crisi economica. I lavori nelle sedi istituzionali dell’Unione europea si concentrano a Bruxelles proprio su questo argomento. L’appuntamento più importante è ritenuto quello dell’8 e 9 dicembre, con la riunione del Consiglio europeo. Inizialmente era prevista una sola giornata di lavori, il 9 dicembre, ma visti i problemi sul tappeto e la necessità di un accordo ampio per salvaguardare la moneta unica e

rilanciare la crescita, il presidente Herman Van Rompuy ha deciso di fissare anche una “cena informale” per l’8 sera, alla presenza dei 27 capi di Stato e di governo dell’Unione. Al centro delle discussioni figurano i provvedimenti per la salvaguardia dei conti pubblici, il rafforzamento di Eurolandia, il Patto euro plus con le riforme concordate per la crescita. In agenda anche una possibile riforma dei trattati e di fondo salva-Stati. Fra gli altri punti all’ordine del giorno le politiche

energetiche, l’allargamento dell’Ue (status di candidato alla Serbia; firma del trattato di adesione della Croazia). La riunione potrebbe però proseguire nel fine settimana, “solo se non si riuscisse a raggiungere per tempo un accordo”, specifica Van Rompuy. Nella sede dell’Europarlamento, invece, il 5 e 6 dicembre si è tenuto un incontro fra eurodeputati e parlamentari nazionali attorno al tema “Coesione sociale e sviluppo demografico in una Ue sostenibile”.

In Russia, “nonostante la mancanza di condizioni di parità durante le ele-zioni della Duma” gli elettori “hanno esercitato il diritto di esprimere la propria scelta”, anche se le elezio-ni “sono state caratterizzate da una limitata competizione politica e da mancanza di correttezza”. È quanto hanno affermato in una dichiarazio-ne congiunta gli osservatori interna-zionali, all’indomani del voto che, lo scorso fine settimana, ha portato a un ridimensionamento del partito di Vladimir Putin, Russia Unita, che ha ottenuto il 49,7% dei voti rispetto al 65% di quattro anni fa; percentuale che tuttavia gli assegna la maggioran-za assoluta alla Duma, la camera bas-sa del parlamento di Mosca, con 238 seggi su 450. I partiti in corsa erano originariamente sette, affermano gli

osservatori dell’Osce e del Consiglio d’Europa, ma “il rifiuto di ammetter-ne alcuni ha ristretto la competizio-ne politica”. Anche “il contesto è sta-to sbilanciato a favore del partito di governo: la gestione delle elezioni ha mancato di indipendenza, la maggior parte dei media è stata di parte e le autorità statali hanno interferito in-debitamente a diversi livelli”. Inoltre, secondo gli osservatori, il conteggio dei voti è stato “caratterizzato da vio-lazioni procedurali e da casi di appa-rente manipolazione, compresi seri indizi di frode elettorale”. Tra quattro mesi i russi torneranno nuovamente alle urne per la scelta del loro presi-dente. Scontata, anche se il voto dei giorni scorsi apre qualche crepa, l’ele-zione dell’attuale premier Vladimir Putin al Cremlino.

lo dell’occupazione. Nel 2010 quasi uno su quattro tra i 15 e i 29 anni non studia né lavora. Più inquietan-te è il dato sugli scoraggiati, molto alto rispetto alla media dell’Unione europea: l’11,2% tra i 15 e 24 anni, e addirittura il 16,7% di quelli tra i 25 e 29, non è interessato né a lavora-re né a studiare, mentre in Europa la percentuale media è pari rispet-tivamente al 3,4% e all’8,5%. Sempre a proposito dei giovani il Rapporto evidenzia dati “faticosi” sul piano

dei processi formativi e della scuo-la: il tasso di diploma delle supe-riori non va oltre il 75% dei 19enni. All’Università va circa il 65% dei di-plomati, ma tra il primo e il secondo anno di corso quasi il 20% abbando-na gli studi. Sul versante formazione e lavoro, il Censis rileva che spesso i giovani iniziano i percorsi profes-sionali al di sotto delle loro compe-tenze: il 49,2% dei laureati e il 46,5% dei diplomati al primo impiego risul-tano sottoinquadrati.

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ei giorni scorsi è giunta in redazione una mail di don Michele Tognazzi, il fidei donum raggiunto in questi giorni a Kiremba

dalla delegazione bresciana guidata da don Carlo Tartari, vice direttore dell’Ufficio missionario diocesano. Don Tognazzi è l’unico missionario rimasto a Kiremba dopo i tragici fat-ti delle scorse settimane. La sua let-tera si apre con un ringraziamento a “Voce” per non averlo disturbato nei giorni in cui tutti hanno improvvisa-mente scoperto Kiremba.”Non vi sie-te piegati – scrive don Tognazzi – alla logica di tanti che hanno voluto stare sul pezzo, sulla notizia”. Notizia che, continua il fidei donum, non è quella dell’uccisione di suor Lucrezia Manic, di Francesco Bazzani e del ferimen-to di suor Carla Brianza. “La notizia – continua la lettera del sacerdote – é che da sempre un popolo intero, non solo di missionari, dona la propria vita, alcuni, i più grandi, fino al ver-samento del sangue, per amore. La notizia è che anche a Kiremba, una comunità di suore Ancelle della Ca-rità, viveva il nome che portava e lo faceva da tempo”. Serve dell’amore, le definisce don Michele Tognazzi, al servizio perché amate. La sua lettera prosegue con un commosso ricordo della religiosa barbaramente uccisa, una suora “di un’umiltà infinita – ri-

corda don Tognazzi – e di un’ingenuità che é solo dei buoni”. Gli stessi sen-timenti colorano le parole che il fidei donum riserva a suor Carla Brianza, “che a più di 60 anni ha iniziato l’espe-rienza missionaria a Kiremba. Donna

Mentre Brescia, alla luce dei recenti fatti accaduti in Burundi, sta riflettendo sul senso della presenza missionaria nei Paesi africani, c’è una parte di Africa che si appresta a celebrare, proprio in città, una giornata per evidenziare il ruolo della donna nei processi di pace. Per domenica 18 dicembre è programmata infatti la prima Giornata della donna africana. promossa da Speranza africana, una rete di collegamento su Facebook. L’evento nasce sulla

scorta dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace ad alcune donne africane. “Vogliamo coinvolgere donne di diverse provenienze – afferma Marie Chantal Zezet-Agou (nella foto), una delle promotrici dell’iniziativa – per valorizzare la donna come pilastro della società, non solo in terra africana ma anche nel Bresciano, nei settori della vita quotidiana”. Chiara è anche la ragione che ha spinto a scegliere Brescia come sede della prima edizione della Giornata.

“Perché Brescia – continua la promotrice – è la nostra città e miriamo a valorizzare e promuovere la partecipazione attiva della donna africana nelle dinamiche della società civile locale”. Far comprendere la donna come valore aggiunto di una società sempre più multietnica, costruttrice di pace, capace di forte determinazione nel guardare avanti nonostante le difficoltà.Questi gli obiettivi della giornata del prossimo 18 dicembre.

Dalle 15 alle 23 l’auditorium S. Barnaba di piazzetta Arturo Benedetti Michelangeli ospiterà l’iniziativa che può contare sul patrocinio del Comune e della Provincia di Brescia, su quelli della commissione provinciale per le pari opportunità e dell’associazione “La vita in due”, una realtà che opera per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione della popolazione ivoriana. Per informazioni: [email protected]

finché gli aggressori non prendesse-ro come ostaggi Francesco Bazzani e suor Carla. “Prendete me al suo posto – è l’implorazione rivolta ai rapinatori – anch’io so guidare. Cosa vi ha fatto Francesco di male?” Tre figure di religiose, come scrive don Michele Tognazzi, che hanno saputo offrirsi agli altri, donarsi a loro, se-condo il carisma della santa fonda-trice delle Ancelle della carità. “Ma la notizia non è solo questa – con-tinua la lettera da Kiremba del sa-cerdote bresciano – dovrei rubarvi altre righe per raccontarvi della tan-te altre suore italiane, di sacerdoti e religiosi saveriani, volontari e vo-lontarie che lavorano da molti anni in Burundi e che continueranno a farlo. Mi piacerebbe scriverti tutti i loro nomi, parlarti un po’ di loro, di cosa fanno, di come lo fanno, non avrei difficoltà a ricordarmi di cia-scuno di loro”. Figure schive, a volte umili e silenziose, racconta don Mi-chele Tognazzi, forse un po’ troppo bresciani per prendere la penna in mano e raccontare della loro espe-rienza, “della vera notizia che arriva dal mondo missionario, una notizia d’amore – conclude il fidei donum bresciani –: molti uomini e donne, direi un popolo sui generis, rafforza-to dalla testimonianza delle nostre tre suore Ancelle e di Francesco, continueranno a servire la carità”.

tutta bresciana per carattere, forza e loquacità, di quell’incoscienza che è solo l’espressione più audace della fede. Ha resistito al suo aggressore, ha implorato perché non fosse fatto del male a Francesco, ha combattu-to contro la banalità del male”. Nel-la lettera di don Michele alla reda-zione del settimanale diocesano c’è anche il racconto di un gesto eroico che nessuno, nelle cronache dei fat-ti di Kiremba, ha ricordato, il gesto di suor Antonietta Mancini, di Pisa, che ogni giorno incontra 100 ma-lati dell’ospedale, e che nel giorno dell’aggressione ha fatto di tutto af-

Si è tenuto nei giorni scorsi in Corea il Forum mondiale sull’aiuto per lo sviluppo. Tre giorni intensi di lavoro tra rappresentanti di governi, settore privato e società civile provenienti da 160 paesi per discutere di come l’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) possa contrastare al meglio la povertà e supportare lo sviluppo. L’appuntamento di Busan è l’ultimo grande Forum sull’efficacia degli aiuti prima del 2015, anno target per gli Obiettivi di sviluppo del millennio e segue un processo iniziato a Roma nel 2003, seguito dalla Dichiarazione di Parigi del 2005 e dall’Accra Agenda for Action sottoscritta in Ghana nel 2008. “Proprio i governi – sostiene Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv –, a sei anni di distanza da quella dichiarazione hanno dimostrato che solo in minima parte gli obiettivi della Dichiarazione di Parigi sono stati raggiunti venendo meno ai loro impegni”.

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Negli ultimi mesi il Parlamento ha varato più di una manovra anti-crisi con una valanga di provvedimenti che vengono a galla man mano entrano in vigore. Per esempio, una disposizione contenuta nella manovra bis ha determinato la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi di vendita. Dopo la modifica degli orari relativi alle attività commerciali presenti nelle località turistiche e città d’arte, con il comma 4 dell’articolo 6 del dl 138 del 13 agosto si va oltre. Nel testo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, la liberalizzazione viene estesa a tutto il territorio italiano. Viene così rimosso, in via sperimentale, il rispetto degli orari di apertura e chiusura, l’obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale. Ora tocca alle Regioni definire e regolamentare la materia, ma la porta è stata spalancata su un futuro in cui i negozi saranno aperti 24 ore su 24 (sulla scorta di quanto avviene in altri Paesi, come i soliti Stati Uniti e il Canada).Il Comune di Brescia ha chiesto

È stata presentata nei giorni scorsi a Pisogne la nuova associazione “Giovani&futuro onlus”. Il sodalizio, nato dalla volontà e dall’impegno di alcuni imprenditori pisognesi, si propone di sostenere, nei percorsi di studio e formazione, i giovani di famiglie in difficoltà offrendo loro opportunità di crescita e affermazione personale. L’associazione ha scelto la denominazione di “Giovani&futuro” perché vuole

investire sulla valorizzazione delle capacità delle nuove generazioni, non solo intervenendo economicamente, ma anche monitorando il progetto individuale esprimendo una prospettiva di stabilità futura, coinvolgendo i ragazzi nelle aziende che partecipano all’iniziativa. Altre informazioni sulla nuova associazione sono disposnibili sul sito www.giovaniefuturo.it Info: [email protected].

Superata la fase sperimentale dei primi anni, la Città dei ragazzi, con il Consiglio comunale dei Ragazzi, è diventata una realtà che caratterizza la partecipazione degli studenti alla vita della scuola di Castegnato.All’inizio dell’anno scolastico, ogni classe della Scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto comprensivo padre Vittorio Falsina, elegge i propri rappresentanti di classe che si presentano con un programma.

Sono i rappresentanti di classe che a loro volta eleggono il Consiglio comunale con tanto di presidente e incarichi vari.Nei giorni scorsi il nuovo presidente Mattia Nodari con l’intero consiglio comunale e la professoressa Leone che segue l’organismo studentesco della partecipazione, si è presentato ufficialmente al sindaco Giuseppe Orizio e alla sua giunta nella sala del Consiglio comunale.

nottambuli e ai sonnambuli. In altri tempi di chi vagabondava di notte si diceva che scambiava “la notte con il giorno” ed era un giudizio di parziale disadattamento alla vita. Adesso si rovesciano le parti.Comunque vada a finire è un altro segno della resistenza ai cambiamenti che la crisi dovrebbe suggerire. La giornalista inglese del “Guardian”, Madeleine Bunting ha scritto che per tirarci fuori dall’attuale situazione serve un “cambiamento dei valori”

e che stavolta, a differenza dei precedenti episodi di depressione la crisi “dovrà durare più a lungo di qualche anno di recessione”. Ma “grande paradosso” , continua, è che la sobrietà (necessaria per curare e risanare il nostro stile di vita e dare un po’ più di sicurezza al futuro dei nostri figli) “è proprio ciò da cui cercano di dissuaderci i nostri politici, disperatamente intenti a far ripartire l’economia”, un’economia dalla cui forma dipende l’attuale disastro,

preventivamente alla Regione di escludere per la nostra città l’apertura notturna. Fino a quando? Infatti lo stesso Comune nel Piano di gestione del territorio (Pgt) prevede addirittura cinque nuovi centri commerciali nei confini cittadini. Semmai paradossalmente la liberalizzazione penalizza le notti bianche che vanno moltiplicandosi ovunque. Certo è che i centri commerciali aumenterebbero la loro capacità di aggregazione, estendendola ai

un’economia che i politici cercano di farci credere che non abbia un’alternativa valida (citato da Bauman, “Vite”, Laterza, pag. 27).Un’economia che ha la sua faccia più scandalosa nello spreco. Ogni cittadino europeo spreca, secondo le stime dell’Unione, 179 chilogrammi di cibo all’anno. In totale si tratta di 89 milioni di tonnellate buttate annualmente. Secondo le stesse stime, le famiglie sono responsabili del 42 per cento dello spreco alimentare, le industrie del settore producono il 39 per cento di questo tipo di rifiuti. I dati in realtà sono maggiori, in quanto nel calcolo dell’Ue non si tiene conto dei rifiuti del settore agricolo e dei rigetti di pesce a mare nel settore della pesca. Questo significa che il sistema produttivo nel settore alimentare spreca in partenza quasi il 40 per cento di quello che produce. Cui va aggiunto lo spreco delle famiglie e vanno aggiunti tutti gli sprechi degli altri settori della produzione. Sono comportamenti da città dei folli. “Follia – diceva Einstein – è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”.

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Sta mutando la struttura edi-lizia della fondazione Girol-di Forcella Ugoni di Ponte-vico, con interventi che ri-guardano la riqualificazione

della Rsa. Tutte le camere sono dotate di bagno: quattro sono a un solo letto, altre sette a due posti, 16 a tre, 15 a quattro letti. Ma presto l’accoglienza sarà solo in camere a due letti, man-tenendo le 4 a un letto, con spazi utili per i visitatori. Termine di consegna dei lavori di riqualificazione entro il 31 dicembre 2013. Importo comples-sivo dell’opera calcolato in 807.447 euro finanziati con risorse dell’ente accantonate negli ultimi due anni di gestione. Nessun aggravio per le rate di degenza richieste nella misura di 43,75 euro per la degenza normale e di 48 euro per degenti nel nucleo Al-zheimer. Il Consiglio di amministra-zione sta portando avanti un secondo intervento negli edifici di via Cavalieri di Vittorio Veneto. Si tratta della co-struzione di una nuova palazzina sa-nitaria nella quale saranno spostati gli ambulatori di medicina generale, l’attività di prelievo e il servizio di dia-betologia attualmente aperti in locali della fondazione. Per questa operazio-ne abbiamo avuto incontri preliminari con l’Amministrazione comunale e i medici di base del territorio e il Con-siglio di amministrazione ha approva-to il progetto definitivo per il quale i lavori sono stati avviati il 19 ottobre

completare il finanziamento. Anche questo secondo intervento non inci-derà sulle rette di degenza. La durata del mutuo è di 10 anni, le rate saran-no onorate con gli affitti degli ambu-latori. “Il nostro obiettivo è quello di migliorare il comfort alberghiero del-la fondazione certificata” conclude il presidente Gobbi in questo perio-do impegnato a completare l’iter per l’acquisizione al patrimonio dell’ente della ex caserma dei carabinieri di via Tito Speri, proprietà del Comune. Della vicenda si è occupata una re-cente seduta del Consiglio comunale che ha approvato l’operazione per la

scorso per concludersi entro maggio” informa il presidente della Rsa, Fran-co Gobbi, nel quantificare la spesa in preventivo (541.525 euro) finanziata con mezzi propri della fondazione che è ricorsa a un mutuo di 300 euro per

Guerino Norbis si è spento a 95 anni a Coccaglio, paese a cui dedicò una vi-ta, lavorando come impiegato nell’Uf-ficio Anagrafe-Segreteria del Comune (1949-1975) e non solo. La comunità si è stretta al dolore della famiglia, a ricordo della “generosa figura di vo-lontario, pioniere di varie associazio-ni, sostegno importante per tanti e figura di riferimento per l’alto impe-gno civico”. “Lo conoscevo bene – ha espresso commosso il sindaco Fran-

co Claretti –: era una persona molto conosciuta e stimata e, ricordando-lo, auspico che, in questo particolare momento di disimpegno, il suo alto esempio civico serva a noi come mo-dello di riferimento”. Guerino Norbis fu referente di patronati, enti di assi-stenza, ma anche per anni segretario e prezioso collaboratore della Fonda-zione Monauni, segretario locale della Coldiretti, operò nell’Ente comunale di assistenza e, negli anni Cinquan-

ta, ideatore delle colonie per ragazzi: passione che poi mantenne nel tem-po, continuando ad accompagnare per il Comune gli anziani al mare. Fu promotore di molte realtà associative (fondatore dell’Associazione Pensio-nati, sostenitore della Festa del libro e di quella dell’Albero), oltre che sto-rico, impegnato nella scuola serale istituita dalla Parrocchia e nel grup-po Avis. Fu anche nominato Cavalie-re del Presidente della Repubblica.

quale sono in corso le pratiche per il passaggio di proprietà della costru-zione. Un primo esperimento d’asta era andato deserto per mancanza di offerte. La Fondazione ha proposto 152.900 euro. Dieci i voti a favore per alzata di mano, sei i contrari. L’edifi-cio quale ruolo avrà? “Il nostro inca-rico cessa il 30 settembre 2012. Sarà il prossimo Consiglio a decidere”. Ma i pareri convergono per dare nuova se-de alla scuola per l’infanzia, ora aggre-gata alla scuola pubblica della quale la competenza è della fondazione Girol-di Forcella Ugoni benemerita realtà in campo da oltre un secolo.

Curiosità e apprezzamento hanno accompagnato sabato il taglio del nastro della mostra di cimeli della 2a guerra mondiale “Tra storia e cronaca: il dovere della memoria”, proposta in Auditorium (ingresso libero 8, 10 e 11 dicembre 9-12 e 17-20) dal Comune, grazie alla generosa disponibilità di Tulio Gaibotti, che ha condiviso una selezione del Museo del Ricordo, allestito ai piani superiori della sua storica fonderia di Cologne.Circa 200 i pezzi in bella mostra,

tra divise, sciabole, baschi, baionette, pugnali da parata, bossoli di cannone e contraeree di più calibri e navali, inseriti tra manifesti, istantanee, documenti, pagelle, certificati di promozione e laurea, ma anche acquarelli d’epoca.Degne di fascino le divise esposte da: marina inglese, ufficiale di fanteria, paracadutista, generale russo, carabiniere e aeronautica da motorista, accanto ad oggetti più insoliti,

come la valigetta e lo zainetto con farmaci e garze da ospedale da campo, bici ammortizzate da bersagliere del 1911, il megafono della marina inglese, la telescrivente dell’esercito americano o l’enorme drappo di rappresentanza del Distretto Garibaldino di Paderno.“L’invito (soprattutto per le scuole) – ha espresso orgoglioso il sindaco Claretti – è di visitare queste cose interessanti, ormai sempre più rare”. (a.s.)

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abato 3 dicembre il Pala-Brescia ha fatto registrare il tutto esaurito per la Fe-sta del Volontariato 2011, manifestazione promossa

dal Centro Servizi per il volontaria-to in collaborazione con il “Comitato 2011 Anno Europeo del Volontaria-to Brescia” e il Comune di Brescia a conclusione dell’anno europeo de-dicato al volontariato. Presenti alla festa moltissimi volontari, gli alunni delle classi vincitrici del concorso “La solidarietà che abita a scuola” e tutti i familiari. Filo conduttore della ma-nifestazione uno spettacolo proposto dal Teatro Daccapo e condotto con maestria dalla Cooperativa La nu-vola nel Sacco di Brescia. “Se il 2011 è stato l’anno della celebrazione, del riconoscimento del volontariato – ha sottolineato Urbano Gerola, presiden-te del Csv – con numerose iniziative su tutto il territorio provinciale, l’au-spicio è che il 2012 diventi l’anno della riflessione sul ruolo del volontariato, sul suo rapporto con le istituzioni che sta rischiando di trasformarsi in sup-plenza di servizi, che vengono meno a causa dei tagli delle risorse desti-nate agli Enti locali”. Gerola ha poi

ripreso, con alcune frasi e slogan i valori positivi alla base dell’agire vo-lontario. “Volontariato – ha rimarcato Gerola – è solidarietà, protagonismo, amicizia, affetto, responsabilità e par-tecipazione. Volontariato è gratuità, è saper donare sentimenti, tempo, intelligenza senza cercare compen-si di alcun genere, solo per la gioia di offrire un servizio. Il volontariato è gioia, è la gioia del dono”. Nel cor-so della festa sono state premiate le 24 classi, delle scuole primarie e se-condarie di primo grado, che hanno vinto il concorso “La solidarietà che abita a scuola”. Un concorso che ha riscontrato un ottimo successo ed in-teresse tra le scuole bresciane i lavori presentati infatti sono stati più di set-tanta - spesso frutto di un percorso di discussione ed elaborazione su temi sociali – fra dvd, cartelloni, disegni, composizioni e opere varie. Nel corso

dell’evento sono stati premiati anche i giovani che attraverso uno “Scatto al volo” hanno rappresentato la pro-pria idea di solidarietà. Nella parte fi-nale della manifestazione sono stati estratti i biglietti vincenti della lotteria del volontariato, l’elenco dei biglietti estratti con i relativi premi è consul-tabile sul sito www.bresciavolontaria-to.it. A fissare nel tempo quest’anno di celebrazione del volontariato, una cartolina e un francobollo (con rela-tivo annullo) prodotti dal servizio fila-telico di Poste Italiane, che sono stati consegnati a tutte le associazioni pre-senti e agli insegnanti. Un momento di allegria e di festa per il volontaria-to bresciano, con la convinzione che una volta spenti i riflettori, l’impegno dovrà comunque continuare. Per co-loro che intendono svolgere attività di volontariato, presso il Csv è attivo uno sportello (0302284900).

“Oltre le mostre. Quali politiche culturali per il futuro di Brescia?” è il titolo del secondo appuntamen-to con “Gli incontri a Palazzo San Paolo”. Giovedì 15 dicembre alle 18 intervengono: l’assessore alla cul-tura Andrea Arcai, Carla Boroni, presidente del Centro teatrale bre-sciano, e don Adriano Bianchi. La serata è moderata da Sergio Masini dell’associazione culturale “Capito-lium”. Il tema oggetto del confronto è quanto mai di attualità e interessa da vicino i cittadini. Gli stessi parti-ti politici si sono più volte divisi sul tema delle Grandi Mostre portate per la prima volta nella Leonessa da Marco Goldin e poi continuate con Artematica. La stagione delle Grandi mostre non è terminata, se si pensa che il Museo di Santa Giu-lia ospiterà da ottobre 2012 a mag-gio/giugno 2013 l’esposizione dei Maya. Costerà all’amministrazione 2 milioni e 950mila euro e porterà a Brescia 257 pezzi “mai visti in Ita-lia e in Europa”. Nel 2011 la giunta Paroli ha deciso di non fare mostre, in un anno nel quale, purtroppo, ha anche già annunciato di non poter aiutare come prima realtà cultura-li e associazioni. La volontà è, co-munque, quella di proporre anche una grande esposizione sui Longo-bardi dal 2014 al 2015 per “sfruttare al meglio l’Expo”. Questo incontro segue quello di novembre che ha ospitato un interessante dibatti-to sulle Circoscrizioni fra Marco Rossi e Alberto Martinuz. L’incon-tro è aperto a tutti e si tiene pres-

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so Palazzo San Paolo in via Tosio 1 a Brescia. La regia è merito di un gruppo di persone che, interessate al bene comune, hanno condiviso le proprie esperienze per elabora-re un percorso utile alla città. Nei prossimi mesi verranno affrontati i temi del governo del territorio, di Brescia città universitaria, della mobilità, dell’ambiente e dei servi-zi sanitari.

È stato presentata la nuova sede dell’ufficio Iat, Informazioni e accoglienza turistica, situato in piazza del Foro, 6, voluta dal presidente della Provincia Molgora e dall’assessore al Turismo Razzi (nella foto). “L’ufficio era precedentemente collocato all’interno del cortile di Palazzo Martinengo ed era difficilmente identificabile, – spiega il presidente Molgora – perciò all’inizio del 2011 abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione dei nuovi spazi,

e in aprile l’ufficio è diventato effettivamente operativo”. All’interno dello Iat è possibile ricevere informazioni turistiche, sia tramite il servizio di front office che telefonicamente. Inoltre, è stato ideato uno spazio denominato “Vetrina del Territorio”, all’interno del quale saranno esposti prodotti tipici dei nostri luoghi. In particolare, per quest’anno la gestione della vetrina è stata affidata con una convenzione alla Comunità montana Valle

Trompia, che nelle giornate di venerdì, sabato e domenica gestirà il punto informativo e presenterà le produzioni tipiche. “La convenzione potrà poi essere stipulata con altri enti - precisa Molgora – perché il nostro obiettivo è offrire in questo luogo servizi polivalenti, che permettano alla nostra Provincia di farsi conoscere da chi è in visita a Brescia e, inevitabilmente, passa per Piazza del Foro”. “L’intento - continua l’Assessore Razzi – è di rinnovare il

servizio e offrire un’immagine che permetta al cittadino e ai visitatori di identificare lo Iat come un ufficio di competenza della Provincia, per questo abbiamo adottato un brand che accomunerà le sedi dislocate sul territorio”. L’Assessore ha presentato in giugno alla Regione un progetto di modifica dei regolamenti degli Iat, che ha come scopo l’informatizzazione del servizio, la possibilità di vendere biglietti per mostre ed eventi per raggiungere un più ampio bacino d’utenza. (a.g.)

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La vecchia zona dello stabilimento Cembre, specializzato nella produzione di cemento, dovrebbe presto vedersi trasformata. Entro la fine della prossima estate vi dovrebbe sorgere il tanto atteso centro sportivo “Porta del parco”, al quale andrà ad affiancarsi anche un edificio destinato esclusivamente a uso civico. I basamenti della struttura sono stati posati e le prime opere (spogliatoi e tribune) sono state cominciate, dando priorità alla zona dove sorgerà il nuovo

campo da calcio a 11 giocatori. Un centro che sarà completato nel 2012 sotto l’egida della Costruzioni Turra, ditta aggiudicataria del bando per la realizzazione del centro con conseguente cessione, da parte del Comune, dei volumi edificabili sul comparto Cis3 per un valore complessivo stimato in 4,2 milioni di euro. Soddisfatti i requisiti richiesti dall’amministrazione comunale, la ditta Turra ha individuato in 176mila euro annui la cifra da versare nelle casse comunali come

canone d’affitto per la gestione del centro, datole in concessione per un certo numero di anni. Un centro che avrà una parte prettamente sportiva, contando su un campo da calcio a 11 in terreno sintetico, piscina, quattro campi da tennis e una zona dedicata al fitness; e una seconda parte che, oltre alla struttura destinata a uso civico, vedrà sorgere un ristorante e una serra pensata per la realizzazione di attività che possano coinvolgere anche gli istituti scolastici. “Da

qui a fine agosto 2012 – dice l’assessore ai Lavori pubblici Claudio Bonomi – dovremo vigilare come amministrazione comunale affinché vengano rispettati i tempi contrattuali, garantendo la corretta esecuzione delle opere progettate. E solo quando il Centro sportivo sarà completato potranno essere avviate le operazioni residenziali sul comparto Cis3 (13.500 metri cubi di volume, ndr), dove troverà spazio anche la nuova piazza del paese”. (a.a.)

spettando… Natale 2011” entra nel vivo con una serie di appun-tamenti e manifesta-zioni che proseguono

fino all’8 gennaio nel cuore della cit-tà. Le vie del centro saranno anima-te, nel pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30, dai personaggi delle fiabe, da Babbo Natale con le sue renne, dai giocolieri, dai maghi e dai trampo-lieri il 10, l’11, il 17 e il 18 dicembre. Non mancheranno i suoni delle cor-namuse, di un coro gospel o delle fanfare per rendere l’atmosfera an-cora più natalizia. Sempre il 10, l’11, il 17 e il 18 piazza Loggia ospiterà il capolinea della carrozza di Bab-bo Natale che, dalle 16 alle 18.30, inviterà (gratuitamente) bambini, genitori e nonni a un giro lungo le strade della Leonessa. Fra le con-ferme, c’è la pista di pattinaggio in piazza Paolo VI (dal lunedì al vener-dì dalle 14.30 alle 19.30, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 22.30) che ospita (su prenotazione al nu-mero 3420924981) anche le scuole; accanto a questa c’è anche una pi-sta baby per i piccoli dai quattro agli otto anni. È attivo anche un servizio di baby sitter ogni venerdì e sabato dalle 16 alle 18. Il clou delle mani-festazioni del Comune è rappresen-tato dalla “Notte Bianca aspettando Santa Lucia” (i negozi restano aper-ti fino alle 24) pensata per sabato

10 dicembre con i personaggi del mondo delle favole (dalle 20.30 alle 22.30 tutti in carrozza ); alle 21 c’è il galà sul ghiaccio con le magie acro-batiche ispirate al Natale, mentre alle 22 ( e alle 23) tocca, sempre in Piazza Paolo VI, al “Brescia Lights show 2011” per immergersi in un

mondo incantato di musiche e luci. Per gli appassionati di X-Factor, alle 22.30 Matteo Beccucci (ha interpre-tato anche Giuda nel musical Jesus Christ Superstar) si esibisce (dopo aver partecipato al Galà sul ghiac-cio) in un concerto gratuito presso “Buonissimo” in corso Mameli 23: in scena il repertorio delle canzoni di Natale. Anche la Coldiretti scende in piazza, domenica 11, con il mer-cato di campagna amica che per l’occasione diventa “Gusta il tuo Na-tale a km 0”. Dove? In piazza Loggia dalle 9 alle 19 con la possibilità alle 11 e alle 15 di assistere a “La sfoia-tura” (la sgranatura del mais con le attrezzature di un tempo). Durante la giornata ci saranno: la mostra di modellismo agricolo; Babbo Natale che distribuisce caramelle; un giro sul carretto con il cavallo; gli asinel-li di Santa Lucia e, infine, vin brulè per tutti direttamente dalle azien-de agricole della Coldiretti. Sabato 17 dicembre, invece, al Ridotto del Teatro Grande viene presentato alle 18.30 il libro “La vera storia di Bab-bo Natale”: partecipano, moderati da Nunzia Vallini, Alfio Maggiolini (psicoterapeuta) e Michele Maggio-lini (antropologo). Nella biblioteca Queriniana, invece, dal 21 dicem-bre al 6 gennaio c’è in mostra “La natività nei libri della Queriniana”. Per informazioni, www.comune.brescia.it.

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livello nazionale “L’Ita-lia sono anch’io”, la campagna per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto agli stranieri, è

promossa da 18 associazioni. Il co-mitato di Brescia ne raccoglie ad-dirittura 31, oltre a 10 Comuni e a 3 partiti politici. “È la dimostrazio-ne - spiega Roberto Rossini, presi-dente delle Acli – che la nostra ter-ra vuole promuovere l’uguaglianza. Aderiscono al comitato organismi e movimenti cattolici e laici, uniti per riportare al centro del dibattito po-litico e all’attenzione dell’opinione pubblica i temi della cittadinanza e del diritto di voto degli stranieri nati nel nostro Paese”. Secondo Damiano Galletti, segreta-rio della Cgil: “Al di là del numero di adesioni, è importante conside-rare la condivisione che si è venuta a creare e il fatto che la raccolta di firme diventa l’occasione per ribadi-re che tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri”.Ne è convinto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolita-no per il quale “non comprendere la portata del fenomeno migratorio e non capire quanto sia necessario il contributo dell’immigrazione per il nostro Paese, significa non saper guardare alla realtà e al futuro ed è opportuno tener presente che i

ragazzi di origine immigrata nella scuola e nella società non sono so-lo una sfida da affrontare, ma anche una fonte di stimoli fruttuosi”.“Analoghe considerazioni – precisa Giovanni Boccacci rappresentante

La delegazione bresciana di Ant prosegue l’impegno nella lotta contro i tumori inaugurando un ambulatorio nella sede di viale Stazione 51. Si tratta di un locale adibito alla diagnosi precoce, che sarà attivo da gennaio, nel quale, grazie al supporto di medici, infermieri e volontari, si svolgeranno alcune giornata dedicate alla prevenzione. I medici dell’Ant avranno a disposizione un videodermatoscopio e un ecografo, donati da Lions

Brescia Host e Fondazione Asm, con i quali sarà possibile diagnosticare preventivamente eventuali melanomi o disfunzioni tiroidee. “Da più di un anno – ha spiegato Andrea Longo, segretario provinciale – stiamo svolgendo giornate di prevenzione itineranti sul territorio bresciano in collaborazione con il Comune e le Circoscrizioni. Da gennaio potremo utilizzare questo spazio all’interno della sede per offrire ai cittadini un servizio completo, perché

diagnosticare in tempo tumori come il melanoma e i problemi legati alla tiroide significa salvare la vita”. Presente al taglio del nastro anche la dott.ssa Raffaella Pannuti (nella foto), presidente di Ant, che ha ricordato “l’importanza del progetto Eubiosia, che significa vivere la vita con dignità dal primo all’ultimo respiro, prova il valore di progetti costruiti dalla gente comune, come i nostri volontari, per i quali è comunque necessario il supporto delle istituzioni”. Istituzioni presenti

all’inaugurazione, come l’assessore Ambrosi, la presidente del Consiglio comunale Bordonali e il presidente della Circoscrizione Ovest Margaroli, che hanno espresso il loro sostegno. L’ambulatorio sarà aperto al pubblico in giornate da stabilire, nelle quali verranno effettuate circa 40 visite tra le 9 e le 13 e tra le 14 e le 18. Una volta definiti i giorni di apertura, sarà possibile prenotare la visita gratuita chiamando al numero 0303099423. Per info, www.antbrescia.it. (a.g.)

cittadini italiani”. Il comitato bre-sciano ha predisposto una serie di iniziative per sensibilizzare i citta-dini sul significato della proposta di legge popolare. In città: sabato 10 alle 20.30 presso la sala Piamar-ta di via San Faustino dibattito su “Carcere e immigrati”, domenica 11 dalle 14 presso il Circolo Arci di via Beccaria presentazione del-la campagna e martedì 13 alle 20.30 presso l’Università Statale di via S. Faustino confronto su “L’unica raz-za che conosco è quella umana”. In provincia: a Iseo sabato 10 e sabato 17 dalle 15 presso il Circolo Acli a margine dell’iniziativa “Natale con gusto” e mercoledì 14 a Rezzato al-le 20.45 presso il teatro Ctm presen-tazione di “peace work” progetto di Emergency.Gratitudine per l’iniziativa, che mira a fornire la possibilità a tutti di par-tecipare alle scelte della comunità di cui si fa parte, è stata espressa dai rappresentanti del Forum delle associazioni degli immigrati. “Pro-poniamo un convegno – afferma il portavoce Kawsar Zaman - sabato 17, alle 14.30, nell’auditorium del-la Camera di Commercio, dal titolo “L’Italia sono anch’io”, per testimo-niare l’aiuto che ci viene dato e per aprire un dibattito fertile che porti a superare le barriere in nome di una auspicata cultura dell’integrazione”.

del Centro Migranti e della Caritas – le aveva espresse il vescovo Luciano Monari un anno fa”. “Iniziative come questa – afferma Enzo Torri, segre-tario Cisl – servono a creare la cul-tura dell’integrazione e sono la base per la costruzione di una società più democratica”.Ma aiutano anche a superare l’igno-ranza diffusa che spunta quando si parla di immigrazione. “Basti pen-sare che molti cittadini – dichiara-no Luisella Bottoli di Libertà e Giu-stizia e Marco Miristice del Comune di Bovezo – considerano i bambini nati in Italia, a tutti gli effetti già

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Da sabato 3 dicembre, in piazzetta San Faustino a Brescia, è allestita la “Tenda della solidarietà” un appuntamento molto atteso. Dentro la Tenda sono presenti i banchetti di associazioni e gruppi impegnati nella cooperazione internazionale e si possono acquistare i prodotti del commercio equo e dell’artigianato, libri per bambini e dolci. Diversi i momenti e gli incontri di riflessione promossi.

Segnaliamo in particolare i prossimi appuntamenti: venerdì 9 dicembre alle ore 17, nella Sala Piamarta, è in programma il concerto “Bambini in musica” a cura della Siem; alle 18 in tenda si tiene l’incontro “Testimonianze di un recente viaggio in Nepal” mentre alle ore 20.30 nella Sala Piamarta è previsto l’incontro “Palestinesi da troppo tempo in cammino” ospite il prof. Wasim Dahmash. Sabato 10 dicembre, anniversario della

proclamazione universale dei diritti umani, è prevista la tavola rotonda “Carcere e immigrati: quali diritti” intervengono Mario Fappani e Angelo Canori. Gli appuntamenti si concludono domenica 11 dicembre alle 17 con l’aperitivo offerto dai Soci Coop e Libera. Durante i giorni della Tenda sarà esposta in sala Piamarta la mostra “Chernobyl, la cortina invisibile”. Per informazioni, www.tendadeipopoli.it. (a.t.)

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nsieme sono un artista dell’im-magine, Gianni Barili, pittore e scultore che si firma Giba, e un sociologo (Marco Lombar-di) con cattedra alla Cattolica

di Milano, innamorati del continente africano del quale hanno documen-tato documentando la vita di popoli in territori sconosciuti agli itinera-ri del turismo di massa. Due anni fa descrissero in “Omo Omo” un viaggio nel cuore della Rift Valley, una delle regioni africane più remote e affasci-nanti derlla quale erano andati alla scoperta di fiumi leggendari, vallate rigogliose, crateri coperti di sale e po-poli nobili e fieri che hanno conser-

Nei mesi di novembre e dicembre la Caritas parrocchiale di Gottolengo è stata al centro di alcune attività che hanno impegnato a fondo i volontari, tra queste il trasloco dalle vecchie sedi a un unico accorpamento presso il Centro pastorale parrocchiale. Il 4 dicembre c’è stata l’inaugurazione della nuova sede con la partecipazione delle personalità politiche locali, i rappresentanti Caritas diocesana, rappresentanti gruppi di volontariato, sacerdoti e

coordinatori delle Caritas limitrofe che confluiscono con Gottolengo nel Centro d’ascolto zonale. A queste si aggiunge la partecipazione alla giornata del pane, il 27 novembre, attuata per la prima volta nella parrocchia di Gottolengo, grazie alla collaborazione dei fornai del paese. C’è stata anche la seconda “raccolta alimentare” annuale presso i supermercati del paese, organizzata con la partecipazione dell’Assessore ai servizi sociali e i volontari delle

varie realtà del volontariato locale: permetterà di avere a disposizione alimenti da distribuire per alcuni mesi, integrandoli con le forniture che pervengono da altre fonti quali l’Agea e l’Ottavo giorno.Forti e incoraggiati dalle espressioni di solidarietà giunte dalle istituzioni e dai volontari, il gruppo Caritas si prepara ad affrontare il 2012 con slancio,dedizione e servizio, migliorando sempre per il bene del prossimo, della comunità e degli stessi volontari.

vato ritmi e costumi di vita invariati da secoli. La splendida pubblicazione fece conoscere la valle dell’Omo, la regione dell’Etiopia considerata un melting pot di etnie, come Hamer, Surma e Mursi, dove si parlano un’ot-tantina di lingue e oltre 100 dialetti. In “Socotro”, Barili e Lombardi , ora portano il lettore nell’isola dell’oce-ano indiano poco lontano dal Corno d’Africa sotto la giurisdizione della Repubblica dello Yemen dove la na-tura incontaminata è il tema del rac-conto che lascia spazio alla fantasia per le eccellenti sequenze che pas-sano in rassegna un territorio incan-tato al largo dello Yemen, prossimo,

purtroppo, a diventare meta “cult”, ma anche oggetto di speculazione. Socotra è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Un posto dove gli abitanti vivono ancora nel passato. È, però, un luogo prezioso a rischio di rovina quello documentato da Barili, un posto unico in termini di specie animali e vegetali, e proteg-gerla per le future generazioni è di un’importanza capitale. L’isola con suoi 3700 chilometri quadri di superfi-cie si è mantenuta in equilibrio, sotto gli influssi di civiltà indiane, africane, arabe, con le sue sole risorse, con la sua lingua, la sua musica, i suoi pa-stori beduini, i suoi vestiti colorati, la

sua biodiversità. Dei 50mila abitanti che vi risiedono, almeno il 70% vive di quello che coltiva, mentre il 40% si sposta con il bestiame, abita nelle ca-verne o nelle capanne fatte di coralli, pietra e foglie di palma. Tutto fintan-to non arriverà la nostra civiltà, pur-troppo spesso devastante dei valori di natura e di cultura che affondano le radici nei secoli passati. Il libro è stato presentato nell’auditorium del-la Cassa Rurale di Verolavecchia, con

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intervento del presidente, Giusppe Zorza, e il commento di Nedo Bru-nelli che scrive la prefazione.

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L’odierna stagione politica ed economica è segnata indelebilmente dalla gravissima crisi che coinvolge le principali nazioni del mondo occidentale. In questo contesto, gli enti locali e in particolare i Comuni sono costretti a confrontarsi con seri tagli di bilancio, barcamenandosi tra patti di stabilità da rispettare, mancati trasferimenti statali e minori entrate correnti, che spesso vanno ad incidere in maniera particolare sui servizi sociali, i cui costi devono essere razionalizzati

con conseguenze sui sostegni erogati. In questo fosco quadro una felice eccezione è rappresentata dal comune di Urago d’Oglio. Il piccolo centro bassaiolo, infatti, nel recente assestamento di bilancio, ha tenuto da parte un piccolo “tesoretto” pari a quasi 50mila euro, con il quale si è potuto destinare un significativo contributo straordinario al sostegno degli anziani. È questo un segnale importante di attenzione ad una categoria di persone che in misura maggiore è colpita da questi tempi

di incertezza economica. Concetti questi che sono stati espressi anche dal consigliere comunale Alessandra Gozzini, che si esprime in questi termini: “Si tratta di un segnale importante a sostegno della terza età che riveste una forte valenza di coesione sociale e di patto tra le generazioni”. E ancora: “In questo difficile periodo di crisi economica durante il quale molti Comuni trovano serie difficoltà nella chiusura dei bilanci, la Giunta comunale ed il Sindaco

di Urago d’Oglio sono ancora in grado di garantire uno standard ottimale per la spesa sociale”. Sempre in campo sociale, da segnalare anche un altro intervento stabilito dall’Amministrazione a favore questa volta del gruppo di Protezione civile. L’associazione avrà a breve in dotazione un nuovo automezzo. Quest’operazione vede il contributo fondamentale della Regione Lombardia, che sosterrà l’acquisto con una quota pari all’80% del costo complessivo. (f.u.)

anti Chiari auguri. L’Am-ministrazione comunale di Chiari, in sinergia con l’Associazione botteghe di Chiari e Comunità di

zona, saluta così cittadini e visitato-ri. Un augurio scritto a chiare lettere bianche su sfondo rosso su grandi manifesti collocati in punti strategi-ci della cittadina, seguito da un det-tagliato e ricco programma di mani-festazioni natalizie che hanno pre-so il via sin dall’ultima domenica di novembre con un binomio classico del periodo: il trenino stile Walt Di-sney e zucchero filato. Dicembre si è aperto domenica 4 con bancarelle di hobbistica tutta la femminile sot-to l’insegna dell’home made e della creatività artigianale. Un appunta-mento curato dall’Assessorato alle politiche sociali e servizi alla perso-na in collaborazione con l’Assesso-rato al Commercio. Collaborazione non solo tra assessorati, ma tra pub-blico e privato quale nuovo modello di promozione del territorio sembra essere la parola d’ordine alla base del Distretto urbano del Commer-cio di Chiari dopo l’importante rico-noscimento da parte della Regione Lombardia alla manifestazione “Gu-stiamoci Chiari”: progetto integrato di riqualificazione del centro stori-co della Città di Chiari. E nel palin-sesto della manifestazioni di questo 2011, l’auspicata collaborazione ha visto in campo giovedì 8 dicembre

per le vie del centro,Le Quadre con “Aspettando Santa Lucia”. La gior-nata era arricchita da “Il Paese dei balocchi”: sei postazioni con gnomi ed elfi che proporranno giochi a te-ma natalizio; inaugurazione sempre giovedì della mostra dei presepi a cura dell’Assessorato alle Politiche scolastiche, Avis Chiari, Gruppo Al-

pini Chiari, Amici volontari di San Rocco e Chiesa di San Rocco. Si prosegue domenica 11 dalle 14, con “La cascina in piazza – carri allego-rici per le vie del centro e alle 18, lo spettacolo teatrale “Santa Lucia”, te-sti di Agostino Turla, a cura di Idea Teatro. Luogo della rappresentazio-ne, la residenza comunale. Sabato 17 alle ore 18 presso il Palazzetto dello sport di via SS. Trinità, Santa Messa dello Sportivo. Domenica 18, novità assoluta per Chiari, la Prima Corsa di Babbo Natale. Organizzata da Pgs Samber 84 in collaborazione con l’oratorio Samber e l’Assessora-to allo Sport, le vie cittadine saran-no attraversate da decine di Babbi Natale. Il ritrovo è previsto alle 10 nella centrale piazza Zanardelli. La giornata prosegue con il saggio di danza ritmica “Ed ecco la stella”, a cura della A.D.S. Ritmica CG2000. L’appuntamento per tutti è alle ore 15 al Palazzetto dello sport di via SS. Trinità e alle 16.30 presso il sa-lone Marchettiano, presentazione del libro scritto da don Giuseppe Fusari “Il restauro della Chiesa di San Rocco”. Animazione per le vie del centro nel corso della giornata. Sabato 24, al-le ore 14, a cura delle Associazioni clarensi, Auguri in Piazza (piazza Zanardelli). Cenone, musica e intrat-tenimenti presso il Palasport comu-nale di via SS. Trinità a cura dell’Am-ministrazione, sabato 31 dicembre.

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er la stagione sciistica in Alta Valle Trompia ad og-gi vi sono alcune certezze, e una incognita della qua-le non si intravede la fine.

Per gli amanti di sci sulle piste e snow-board la certezza ad oggi è il Maniva coi suoi sette impianti da 1450 a 2100 metri di altitudine. Il Rifugio del Cai Valtrompia in Pontogna offre punto d’appoggio per le indimenticabili ri-salite sci ai piedi con le pelli di foca verso il Golem al Monumento del Re-dentore e la calda ospitalità con piatti nostrani resi originali dal Fabrizio e Angiolina gestori attenti e premurosi. Per la Pezzeda, la stazione sciistica più vecchia della provincia di Brescia, non c’è ancora soluzione certa dopo il commissariamento del Siv spa (al 96% enti pubblici) proprietaria degli impianti: si lavora alla costituzione di una nuova società per gestirla in affitto. Tornando al Maniva, lì è tutto pronto da tempo con tante novità: si sperava di aprire il 3 dicembre poi l’8. Ma la neve non è arrivata e le tempera-ture diurne impediscono l’innevamen-to artificiale: è stata scelta obbligata come nelle altre stazioni bresciane il rimando a data da destinarsi. Il 10

dicembre era già programmata la 6ª edizione della ciaspolata “Maniva di Luna”: è stata annullata con rimborso delle iscrizioni. Si spera che vada in porto il 17 dicembre la prima edizio-ne di “SgranSKIsciti”, la cronoscalata in notturna curata dal Cai Valtrompia. Ed ecco le novità. La Maniva ski, che ha già investito negli anni scorsi oltre 15 milioni, ha continuato quest’esta-te il programma quinquennale di po-tenziamento della stazione, diventata concreta risorsa preziosa per il turi-smo della zona e non solo. Il gioiello della scorsa stagione era stata la pi-sta Persòle (1775 metri) - Dasdani-no (2070 metri). Quest’anno proprio lassù il nuovo Chalet Dasdana offrirà un gradito ristoro a tutti, amanti delle ciaspole compresi. Inoltre è stato ri-solto con nuovo ski-lift che riporta in quota utile, il problema del traverso da Cima Maniva (raggiunta con la bi-

posto dal Barard) verso la partenza di quella di Persòle. La nera del Dasda-nino è stata modificata: i due tuffi ini-ziali si ricongiungono comodamente in basso nella valletta a nord. Valoriz-zato il vecchio campo scuola al Passo. Sotto di questo la grande novità del parco snow-board : 20.000 mq di sal-ti e gobbe, con comoda uscita finale verso la seggiovia Persèk. Poi asfal-tato il parcheggio allo Chalet Maniva pure abbellito, dove ha sede la scuola di sci Tre Valli. Prezzi fermi: si va da un massimo di 26 euro del giornaliero alta stagione e 22 euro in bassa stagio-ne; mattinieri e pomeridiani (21 e 18 euro rispettivamente) ridotti ai 12 e 10 dei baby (fino ai 10 anni) ecc. Si ag-giungono l’abbonamento sabato-do-menica a 45 euro; sconti per gli over 65; gli stagionali dai 380 euro pieni e 270 over 65 ai 170 baby. Per informa-zioni, www.manivaski.it.

Era settembre quando il giovane Si-mone Bergomi, atleta dell’associa-zione Judo Sen Shin Sarezzo, si è re-cato con il padre Franco al suo Pae-se d’origine: l’Etiopia. Un viaggio nel cuore dell’Africa al termine del quale i due hanno trovato un’affettuosa ac-coglienza da parte di padre Giacomo Bellini. “Una volta arrivati – racconta il giovane Simone – abbiamo incon-trato subito le suore francescane, in particolare suor Lucia Zerbo con la quale abbiamo visitato il villaggio di Gumuz. Lì il paesaggio era bellissimo anche perché, dopo mesi di clima sec-co, con la prima pioggia la natura era esplosa in tutta la sua bellezza. Abbia-mo regalato le magliette del Judo Sen Shin Sarezzo alle suore, che le hanno indossate sopra al loro abito. Al vil-laggio ho visto come ci fossero pochi adulti e molti bambini con altri bimbi più piccoli sulle spalle, e le capanne disposte in cerchio con in mezzo un focolare; poi siamo entrati nella scuo-la, una specie di casa con i muri fatti di fango e paglia”. Una visita che Si-mone ha poi proseguito con il padre, incontrando mons. Angelo Moreschi, originario di Nave, con il quale si so-no recati all’ospedale “Madre Teresa di Calcutta” e in una parrocchia dove hanno incontrato altri bambini ai qua-li hanno regalato le magliette del Judo Sen Shin Sarezzo. “I bambini e i ragaz-zi – prosegue nel racconto Simone – le hanno indossate quasi timorosi. Poi, per fare da traino a tutti anche mons. Angelo se n’è infilata una, dicendo che gli ricordava il suo ‘Brescia’. Così, an-che questo momento è andato ad ag-

giungersi ai tanti davvero significativi del viaggio, di un’esperienza davvero meravigliosa attraverso la quale ho potuto vedere il mio Paese d’origine, portare un messaggio sportivo con i colori del Judo Sen Shin Sarezzo e guardare da vicino quell’Africa che a noi sembra lontana quanto potreb-be esserlo un altro pianeta, mentre si trova sulla stessa Terra che abitiamo anche noi in Valtrompia”. (a.a.)

L’assessorato alla Biblioteca, visto il successo delle precedenti edizioni, è lieto di riproporre anche per quest’anno “Il Sabato mattina in Biblioteca”, in cui vengono proposti momenti di intrattenimento con i più piccoli, con letture animate e laboratori creativi. Il prossimo appuntamento è per sabato 10 dicembre, dalle 10 alle 12, con “Laboratori sotto l’albero”, con precedenza ai bambini da 3 a 5 anni. Replica Giovedì 15 dicembre

ore 16.30 alle 18.30 per chi fosse impossibilitato a partecipare di sabato. Giusto sottolineare che la biblioteca ha attivato anche il servizio di prestito a domicilio: un nuovo servizio che consente di ricevere gratuitamente a casa o presso scuole e sedi di associazioni libri, riviste, dvd e cd musicali posseduti dalla Biblioteca o presenti nel Sistema bibliotecario di Valle Trompia e della Rete Bibliotecaria Bresciana.

Il territorio soffre la presenza di cani randagi, che potrebbero essere accolti dalle famiglie.Il Comune di Nave ha stabilito con la Clinica del Cane S. Francesco di Brescia una convenzione per soccorrere e offrire un rifugio ai cani randagi presenti sul territorio.La struttura preposta si occupa di accalappiarli per garantire loro temporaneamente un servizio di ricovero, nell’attesa che vengano affidati a famiglie

pronte ad accoglierli. L’Amministrazione comunale intende in questo modo garantire la sicurezza a livello territoriale, nonché sensibilizzare la popolazione affinché si prenda cura degli amici a quattro zampe. Per coloro che decidessero di adottarne uno è sufficiente richiederne l’affido alla pensione per animali S. Francesco sita in San Polo, oppure rivolgersi all’ufficio Manutenzione del Comune di Nave.

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nche quest’anno l’Istitu-to Euroscuola - Bianchi, in collaborazione con la Protezione civile, ha av-viato uno stage rivolto

agli studenti del quinto anno del cor-so Geometri. La sinergia tra la scuola e il Dipartimento dell’Amministrazio-ne provinciale è iniziata nello scorso maggio 2011, e si sviluppa sul territo-rio del Comune di Nave. L’attività si configura proprio come una campa-gna di rilevamento e censimento della qualità del tessuto urbano costruito. Il progetto è sperimentale e innova-tivo. Il Dipartimento nazionale della Protezione civile l’ha implementato per la prima volta in Abruzzo, all’in-domani del terribile sisma del 2009. È un progetto innovativo che si pone quale obiettivo la realizzazione di una mappa tematica della fragilità del pa-trimonio edile esistente. Strumento di primaria importanza per la gestione di eventuali emergenze nelle aree carat-terizzate da un certo rischio sismico.

I genitori dei bimbi che frequentano la scuola materna e l’asilo nido intitolati alla memoria di “Tersilia Bonomi” nella località lumezzanese di Faidana si sono attivati per una raccolta fondi a sostegno della struttura. Infatti, è 15mila euro la cifra necessaria a un intervento da attuare nell’area giochi. Scendono così in campo a favore della sicurezza i genitori dei bambini e lo fanno con il totale appoggio della direttrice dell’istituto Rosanna Tosini. Una

volontà ben previsa e focalizzata verso un obiettivo comune, il chiaro intento di mettere mano alla sistemazione di 230 metri quadrati del cortile annesso alla struttura, procedendo alla posa di un materiale antiurto che ammortizza eventuali cadute o incidenti che possono accorrere ai bambini mentre giocano. “Con questa iniziativa – spiega la direttrice Rosanna Tosini – sia io sia i genitori dei bimbi vogliamo intervenire sul tema di sicurezza”.

A Malga Costaricca, proprietà del Comune di Marcheno, su bellissimo poggio sotto le pendici del Gölem, si sono installati gli ultimi serramenti, si è accesa la luce alimentata dai pannelli fotovoltaici che danno l’energia necessaria, e si è smontato il cantiere dei lavori iniziati in primavera. Si è così realizzato il recupero di un bene comunale in progetto da tempo: un investimento di 400mila euro con contributo regionale.

“Costaricca” deve il suo nome a pregiati pascoli. Vi si arriva imboccando sotto gli Stalletti Bassi, sulla sinistra, una sterrata di circa 1 chilometro realizzata una ventina d’anni fa e nell’occasione risistemata per i mezzi agricoli, dovendo consentire il trasporto dei materiali necessari. La malga è composta da due fabbricati: Il più grande è costituito dal “casinèt” (la costruzione alloggio del malghese) il secondo è discosto sul dosso di fronte.

Per i nostri studenti è un’esperienza importante per la loro crescita pro-fessionale. Suddivisi in squadre e se-guiti da tutor della Protezione civile provinciale si muovono sul territorio e muniti di planimetrie e schede d’in-dagine, visionano gli edifici selezio-nati in determinate aree campione del territorio comunale. L’opera oltre a contenere un elevato tenore tecni-co permette ai ragazzi di entrare in contatto con la popolazione residente e con le diverse problematiche con-nesse all’edificazione. Esperienza che consente agli studenti di acquisire un notevole bagaglio tecnico sul campo, ma anche un concreto contatto con la realtà locale. L’Istituto Euroscuola-Bianchi non è nuovo a questo genere di didattica. Da diversi anni per tutti i corsi di studio (geometri, turismo e Liceo scientifico delle Scienze ap-plicate) promuove una formazione caratterizzata da intensi scambi con il mondo del lavoro. La sfida futura per i giovani sta nella loro capacità di cogliere le opportunità lavorative che si presenteranno loro. Capacità, competenze e flessibilità.

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mesi invernali portano con sé le feste e la neve, elementi mol-to amati da grandi e piccini. È la stagione di sport completi come lo sci, praticato da una

buona parte della popolazione, che portano benessere sia a livello fisi-co che a livello psicologico, grazie al contatto con la natura. Proprio per esaltarne tutti i suoi benefici e ren-derlo accessibile veramente a tutti, lo Spav Team (Sport per abilità va-rie) di Asiago e i suoi maestri di sci hanno organizzato in collaborazione con l’associazione Agape una serata di presentazione delle loro attività lo scorso giovedì 1 dicembre presso la biblioteca comunale di Vobarno. Lo Spav Team è un organismo ter-ritoriale privato con personale qua-lificato sia a livello sportivo che di insegnamento e trattamento di casi di disabilità fisica, sensoriale e co-gnitiva che si propone di “offrire la possibilità di svolgere attività sporti-ve finalizzate al miglioramento dello stato di salute, creando occasioni di socializzazione e partecipazione a diverse iniziative, aperte anche alle realtà normo, per favorire un’effet-tiva integrazione sociale di bambini,

ragazzi e adulti disabili, fornendo un supporto professionale ai turisti con abilità diverse”. Il progetto si struttu-ra in diverse fasi: promozione, acco-glienza, valutazione dei singoli casi, programmazione, presa in carico dell’utente e inserimento. Più vol-te, durante la serata, i membri dello Spav Team hanno sottolineato quan-to l’attenzione alla singola persona e a ogni caso siano fondamentali, trasmettendo un’umanità e un entu-siasmo contagiosi. Non solo, quindi, l’aiuto importantissimo a livello fi-sico e per la salute di questi bambi-ni che lo sci può dar loro, ma anche tanta attenzione al lato umano e un rapporto vero con il proprio istrutto-re che diventa non solo un insegnan-te e una guida, ma anche un amico. Come viene strutturata l’attività in questi soggiorni di una settimana? «Innanzitutto un colloquio iniziale

con chi ha fatto richiesta e si occu-pa della cura e assistenza dell’utente che, a seconda dei casi, può essere il genitore, l’educatore, il fisiotera-pista o lo psicologo. Una volta pro-grammati frequenza e orari, vengono scelti i maestri in base alle loro espe-rienze, competenze e disponibilità. Inoltre nel progetto verrà promossa un’iniziativa rivolta ai bambini nor-modotati dell’Altopiano di Asiago con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni allo sci, insegnando loro ad amare lo sport in un contesto di gioco e di divertimento attraverso un percorso di crescita mirato a valoriz-zare i principi sportivi e ponendo in secondo piano l’aspetto agonistico». Per informazioni, [email protected] o www.spavteam.it, dove si può anche richiedere l’iscrizione alla loro new-sletter per rimanere sempre aggior-nati sulle loro attività.

Il 6 dicembre 1611 al termine di la-vori durati 25 anni Alberto Valier vescovo di Verona giunse a De-senzano per celebrare il rito della dedicazione della chiesa madre in-titolata a Maria Maddalena. Sono passati 400 anni da quel giorno e la comunità di Desenzano celebra l’anniversario religioso e storico insieme con funzioni liturgiche e incontri culturali e musicali. “Per preparare l’avvenimento – spiega il parroco Gianni Pasetto – dal 2007 è stato creato un comitato che ha ideato un percorso storico-cul-turale dal titolo ‘Un anno, un se-colo’, per riscoprire le radici del duomo e della sua popolazione, oltre al cammino religioso teso a individuare nel tempio e nel culto l’anima di tutta la vita e di tutte le attività”. Il compito più delicato è stato svolto in questi anni dalla Onlus “Amici del Duomo di Desenzano”, impegnata a raccogliere fondi da destinare al restauro dell’edificio religioso, resisi necessari a causa dell’usura del tempo e a seguito dei danni causati dal sisma del novem-bre 2004. “I lavori, del costo totale di circa 2,8 milioni di euro – pre-cisa il presidente Giovanni Sciani – hanno interessato l’esterno del Duomo con il rifacimento di fac-ciata, pareti laterali, tetto e cam-panile. All’interno si è provveduto al restauro dell’area presbiteriale, delle pareti, della volta, della sua illuminazione e alla pulizia dei qua-dri di valore artistico”. Discorso a

parte merita il recupero dell’orga-no. Sabato 10 dicembre si terrà la serata “Facciamo festa nella casa del Signore” con musica e danze e venerdì 23 si potrà ascoltare un concerto strumentale natalizio. Il 7 gennaio alle 13, appuntamento al centro sociale con l’iniziativa di solidarietà “Aggiungi un posto a tavola” promossa da Caritas, San Vincenzo e servizi sociali. (v.b.)

Sabato mattina 10 dicembre dalle ore 10 il vescovo Monari inaugura, presso la sede dell’istituto San Giovanni Bosco di Gavardo, la terza edizione della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico (Sfisp) per la zona est bresciana. Monari interviene su “Una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano”. L’obiettivo del corso è quello di promuovere un impegno personale responsabile, ispirato ai principi della Dottrina sociale e della Costituzione

italiana. Il corso, che si articola in due anni formativi ed è rivolto a tutti i giovani con un’età compresa fra i 18 e i 35 anni, richiede l’impegno per un giorno a settimana (ogni sabato mattina dalle 9 alle 12.30) e la disponibilità a un coinvolgimento attivo. Per partecipare si deve effettuare l’iscrizione (entro il 17 dicembre) attraverso www.diocesi.brescia.it/sfisp. Mentre all’inizio del corso sarà richiesto ai partecipanti il versamento di una quota di 50 euro.

È in programma sabato 10 e domenica 11 dicembre la manifestazione “Cara Santa Lucia” a Soprazocco, frazione di Gavardo. Il programma della due giorni, organizzata dal comitato Soprazocco cresce in collaborazione con il Gruppo Alpini di Soprazocco, è ricco di emozioni. Si parte il sabato sera alle 20 con la narrazione teatrale della storia vera di Santa Lucia, in piazza Don Guerra, fulcro dell’intera manifestazione. Al

termine del racconto, la cerimonia di accensione dell’albero di Natale della piazza decorato dai bambini della frazione. Domenica sarà la volta dei prestigiosi mercatini prenatalizi dalle 9.30. Poi, nel pomeriggio, sarà un susseguirsi di iniziative rivolte alle famiglie e ai bambini. Durante la manifestazione verranno raccolti fondi con l’obiettivo di donare alla scuola per l’infanzia di Soprazocco una fotocopiatrice del valore di 1500 euro.

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e si è accapigliata lungamente,

aiutando assai poco i cittadini a

formarsi un’opinione matura e

coscienziosa sui temi in gioco.

Senza entrare nel merito di

ciascun quesito (acqua, nucleare,

legittimo impedimento) una

riflessione credo vada fatta

anzitutto sullo strumento

referendario e, parallelamente,

sullo sperpero di tensione

partecipativa che esso oramai

veicola non aiutando i cittadini a

una partecipazione consapevole e

motivata, comunque scelgano.

Riguardo allo strumento, non

credo si scandalizzi alcuno se si

dichiara la sua “consumazione”

per abuso eccessivo. Nei decenni

scorsi l’uso selvaggio, ad opera

soprattutto dei radicali, ne ha

ridotto la portata “rivoluzionaria”

che i costituenti gli avevano

affidato: la chiamata del popolo a

dare il proprio parere nonostante

l’approvazione legittima di una

maggioranza parlamentare;

potremmo dire un baluardo

contro un’eventuale “dittatura

della maggioranza”. Non solo

uno strumento estenuato per

cattivo uso, ma pure per la

debolezza insita nel meccanismo

istitutivo: sono poche le firme

necessarie per invocarlo (bassa

barriera d’accesso) e troppo alto

il quorum richiesto (alta barriera

d’uscita) per renderlo valido.

Questa forbice eccessiva ha dato

spazio a forme di estremismo

referendario inutili e dannose per

la qualità della partecipazione

democratica dei cittadini. Non

è poi così difficile raccogliere

almeno 500mila firme e aprire

una campagna, comunque vada

il referendum. Molti su questo

meccanismo hanno costruito

vere e proprie fortune politiche.

Varrebbe la pena di apportare

alcune semplici modifiche, come

tra l’altro suggeriscono da tempo

autorevoli costituzionalisti:

innalzamento decisivo del

numero di firme necessarie

ed eliminazione del quorum, il

che obbligherebbe i cittadini

alla partecipazione attiva,

soprattutto quando le questioni

in discussione sono delicate e

gravide di conseguenze per il

bene comune del Paese.

Una seconda osservazione va

fatta, con altrettanta onestà:

il dibattito sugli attuali quesiti

referendari finora non c’è stato.

Silenzio totale, pochissime

le trasmissioni televisive e

radiofoniche dedicate, gravi

le responsabilità della Rai.

Sembra che molti abbiano

paura a far crescere coscienza

e consapevolezza nei cittadini:

un’informazione seria,

attendibile, fondata sulla realtà

e non sullo slogan da qualunque

parte provenga, aiuterebbe il

Paese a comprendere la rilevanza

di almeno due dei tre quesiti

posti. I nodi legati alla gestione

di un bene comune come l’acqua,

come pure il reperimento di

energia che renda l’Italia per

quanto possibile autosufficiente,

sono due questioni di rilevanza

strategica per lo sviluppo del

nostro Paese. La ricerca di

alternative credibili e di modelli

di gestione dei beni comuni

attraverseranno il dibattito dei

prossimi anni.

Ne abbiamo parlato? Ne siamo

consapevoli? Non da ultimo

non va sottaciuto il tentativo di

dissuadere la partecipazione dei

cittadini per stanchezza da urna:

alcuni milioni di persone sono

chiamati in 30 giorni al voto per

tre volte. Un po’ troppo. Come

pure è apparso un escamotage

sgradevole l’approvazione nel

decreto omnibus di un comma

che cercava d’inficiare il quesito

sull’uso dell’energia nucleare.

Non è un bel vedere.

A questo punto credo valga

davvero la pena di andare a

votare, per dire che ci siamo,

comunque vada.

Essere dentro il miracolo delle relazioni è stupore, an-

cora, per il dono immeritato, per l’intreccio di vite non

cercato. Intersezioni di legami.

Ho per molto tempo pensato che i legami fossero da

tenere sempre un po’ sciolti, potenziali fonti di prigio-

nia per una vita che deve scorrere libera. Ma poi si è re-

alizzato un capovolgimento: l’altro è indispensabile. Il

legame, quel legame, è indispensabile; proprio tu mi sei

indispensabile.

Nessuno potrà sostituirti, né alcuno potrà essere sostituito

da te. La tua perdita sarà senza riempimento, e non cancellerà

il legame, forte, tenace come la morte, insistente come la soffe-

renza. “Ho bisogno di te, che sei partecipe / d’ogni tormento mio:

compagno dolce / d’ogni mia pena; mio fratello solo. / Ho bisogno

di te, come del pane!” (da: R. M. Rilke, “Il libro del pellegrinaggio”).

Referendum,

per un voto

non ideologico

Matrimonio, una

realtà sempre

meno conosciuta

Giovani bresciani

testimoni

a Palermo

Famiglia, incontro

mondiale con il Papa

a Milano nel 2012

Brescia, c’era una

volta il capitano,

ora non c’è più

Aib, la parola

d’ordine

è riforme

ale

indiNess

da te. L

il legame

renza. “Ho b

compagno do

di te, come de

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a Valle Camonica e il Se-bino si preparano alle festività di Natale con tante iniziative cultura-li, soprattutto musicali.

Dopo l’anteprima di martedì 6 di-cembre con lo splendido “Concerto per Maria” nella chiesa di S. Maria a Darfo, con il coro parrocchiale diretto dal maestro Lino Chiminel-li, la partecipazione del soprano Margherita Chiminelli e dell’orga-nista Alessandro Foresti, continua il lungo percorso musicale su tutto il territorio. Giovedì 8 dicembre alle ore 21 nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista a Borno il Co-ro “Hope Singers” ha interpretato “Musica mundi” offerto dal Circo-lo Culturale “La Gazza. A Lovere sabato 10 dicembre, a partire dalle ore 16, il Centro nau-tico scout Sebino ed il Gruppo scout Lovere 1 raccoglieranno la fiammella proveniente dalla Chie-

animazione, premi e allegria e con la partecipazione del coro “Mae-stro Giuseppe Macario”.Sabato 10 dicembre 2011, alle ore 20.30 presso il Teatro di Malonno, torna in scena “Occhi al cielo”, lo spettacolo musicale dedicato alla vita del Beato Innocenzo da Ber-zo a cura del Gruppo musicale di Berzo Inferiore.Il musical vuole raccontare la vita del Beato attraverso momenti di vita quotidiana e persone semplici proprio come Giacomo, personag-gio di fantasia, che si innesca come narratore delle gesta di Innocenzo. Contemporaneamente, e in paral-lelo alla parte storica, si snoda il racconto scenico della vita di una famiglia odierna: Marco, ragazzo adolescente, attraverso la scoper-ta e la lettura del diario di Giaco-mo compie un viaggio al centro delle sue giornate e dei suoi pen-sieri più intimi. Il più atteso dei concerti di Natale

sa della Natività di Betlemme alla stazione di Brescia e la porteranno a Lovere, presso la Cappella delle Clarisse, per essere poi consegna-ta alla comunità durante la Santa Messa di mezzanotte del 24 dicem-bre nella Basilica di Santa Maria in Valvendra, per poi rimanere acce-sa presso la chiesa di San Giorgio sino all’Epifania.Sempre a Lovere sabato 17 e do-menica 18 dicembre, spettacolo teatrale “Note di Natale” con ‘Le Sorelle Marinetti’ e l’orchestra Ma-niscalchi; martedì 20 dicembre, fe-sta natalizia con musica dal vivo,

“Siamo tutti noi stati segnati dall’orma del primo piede umano che si è posato sulla Luna. Il segno ha rappresentato una svolta nella storia dell’umanità”. Proprio da questo “incipit” ha preso forma la documentata conversazione della studiosa e ricercatrice Silvana Gavaldo, per il ciclo di conferenze “Archaiologhìa”, organizzato dal Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro camuno di studi preistorici. La comunicazione recava il titolo: “Le orme del divino:

il simbolo delle impronte di piede dalla preistoria al cristianesimo”. Se entriamo nel campo simbolico-religioso l’impronta di piede umano rappresenta un segno diffuso per simboleggiare la presenza dell’uomo di fronte al Dio come atto di devozione, oppure può essere espressione del passaggio di una divinità in determinati luoghi, sacralizzati da queste evidenze. Le incisioni di impronte di piede in Valle Camonica indicano il contesto rituale e sacrale che l’arte

rupestre ci manifesta. Le orme appaiono lungo il solco montano dell’Oglio durante l’età del Ferro (I millennio a.C.), in associazione con altri segni significativi, spesso armati e capanne, o figure animali, palette, coppelle, iscrizioni, dischi, quasi a formare un vero e proprio linguaggio. Altra particolarità è la notevole differenza quantitativa fra le figure di questo soggetto nel versante orografico destro della Valle (poche decine di orme) e in quello sinistro (più di un migliaio).

Nell’arte rupestre troviamo possibili confronti di orme di piedi camune con quelle presenti in Scandinavia. Ampliando i confronti, varie leggende e racconti sacri (nei Balcani, in India e in Oriente) testimoniano la presenza di esseri sovrannaturali, o divini attraverso le loro impronte. Il fenomeno è antico, già radicato in vari templi e luoghi sacri. Questi studi si prestano a una ricerca per cercare di spiegare il senso di queste impronte che viaggiano nel tempo e nello spazio.

Mercoledì 30 novembre, il prof. Ro-mano Prodi ha trascorso una giorna-ta a Breno, facendo visita all’azienda “Carlo Tassara”, all’Accademia “Arte e Vita” e al Teatro delle Ali dell’ordine delle Serve del Sacro Cuore di Gesù e dei Poveri. Una visita privata quel-la dell’ex-Presidente del Consiglio e della Commissione europea, accom-pagnato dal figlio Giorgio e dal presi-dente del consiglio di sorveglianza di Banca Intesa Giovanni Bazoli. A fare gli onori di casa alla “Tassara” il pre-sidente Pietro Modiano e l’ammini-stratore delegato Mario Cocchi. Nel pomeriggio gli ospiti hanno prosegui-to con la visita dell’Accademia “Arte e Vita” e del Teatro delle Ali di Breno, in-trodotti da madre Luciana Bertoglio, Hélène De Prittwitz Zaleski e dal di-rettore artistico Fabio Larovere, alla

presenza del sindaco di Breno Sandro Farisoglio. Il professore ha espresso la sua ammirazione per l’opera educa-tiva svolta dall’Accademia e ha sotto-lineato il coraggio di un’impresa che si ripropone di valorizzare le migliori energie del territorio attraverso l’arte, la cultura e la spiritualità. Per sotto-lineare la condivisione del progetto culturale dell’Accademia e del nuovo teatro, Romano Prodi ha apposto il proprio autografo sul muro del “Tea-tro delle Ali”, accanto alle firme di Ste-fano Bollani e André De La Roche. La giornata brenese di Romano Prodi si è conclusa al CaMus, Museo Camuno che raccoglie alcune delle più prezio-se testimonianze storiche e artistiche della Valle Camonica, dove le opere sono state illustrate dal direttore del Museo Simone Signaroli.

è quello offerto dal Coro Valleca-monica, coro ufficiale degli Alpini camuni, che quest’anno si esibisce nella chiesa parrocchiale di Corna con un programma di grande emo-zione: temi sul Natale e del Natale alpino, di ieri e di oggi, nella serata di martedì 20 dicembre alle ore 21.Il concerto vedrà tre voci che in-sieme racconteranno il Natale 2011: all’oboe il maestro Enrico Gaia e all’organo il maestro Anto-nio Puritani, condurranno il Coro

Vallecamonica e gli spettatori in un’atmosfera di grande intensità, ricca di musicalità raffinata e spe-ciale, per donare alla popolazione un momento unico in questa festa così attesa e amata. Il Concerto, particolarmente so-lenne, conclude anche la serie di concerti per la celebrazione del 150° dell’Unità d’Italia che il Coro Vallecamonica quest’anno ha ono-rato con oltre 40 esibizioni su tutto il territorio bresciano.

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enio e follia hanno qual-cosa in comune – soste-neva il noto filosofo te-desco Schopenhauer –: entrambi vivono in un

mondo diverso da quello che esiste per gli altri”. È così che, lasciando-si “suggestionare” anche da questa massima filosofica, da giovedì 8 a lu-nedì 12 dicembre, nella sala mostre del Centro civico di Castegnato, ci si potrà accostare alle estrose opere di “Esiti di un laboratorio pieno di sor-prese”, a cura dei ragazzi del Centro diurno per disabili della cooperativa sociale “Il Vomere” di Travagliato. La nascita della cooperativa risale al 1983, a quando un gruppo di volon-tari s’attivò affinché venisse aperto e gestito un laboratorio protetto per ragazzi disabili che non potevano es-sere collocati nel mondo del lavoro, necessitando tuttavia di venir impe-gnati con lavoretti o in piccole atti-vità come per esempio il confezio-namento di calze, la manipolazione

a educare (nel senso etimologico del tirar-fuori) e di renderlo espressione possibile nel reale”. Saranno proprio le opere di questi ragazzi, realizza-ti nel corso del laboratorio creativo promosso nel centro e a cui da anni collabora, scopre e forgia veri e pro-pri talenti l’artista Antonio Sinardi –, in arte Kobler – ad andare in mostra. “L’impegno di questi ragazzi – com-mentano gli organizzatori – non fini-sce mai di stupire: attraverso nuove modalità d’espressione, riuscendo a comunicare i propri sentimenti e i propri stati d’animo, ciascuno espri-me se stesso mediante segni, graffi, tratti e soprattutto colori. Ogni trac-cia lasciata dal movimento del pen-nello, del cacciavite, del gesso o della spatola si trasforma così in una perso-nale forma di linguaggio, espressione delle pieghe dell’anima”. È così che, dall’uso di stucco, terra, farina, colo-ri acrilici, tempere, gessi, ma soprat-tutto materiali di recupero, prendono forma insolite creazioni perché, co-

della creta, piccoli assemblaggi, gite di vario genere... Col passare del tem-po, la struttura andò ampliandosi: nel 1992 aprì un Centro socio-educativo per ragazzi handicappati gravi e gra-vissimi e, circa 10 anni dopo, prese avvio la struttura diurna del Centro socio-educativo, aperto dalle 9 alle 16 dal lunedì al venerdì per accoglie-re persone disabili gravi e gravissime, inserite dopo il termine del periodo scolastico obbligatorio e assistite da un’équipe di educatori. Un Centro nato come spazio di espressione esi-stenziale orientato a “produrre una progettualità che si prefigge di riuscir

Metteteci il tempo di Natale, aggiungeteci il desiderio di acquistare qualcosa di originale da donare ai propri cari, unito a un pizzico di magia nel pensiero di poter essere, solo per il semplice gesto di aver acquistato qualcosa in uno degli oltre 40 esercizi aderenti al progetto, premiati e... L’iniziativa “Dicembre... Ti regala” è servita. Durante lo shopping pre-natalizio, basterà infatti recarsi e compiere un acquisto in uno dei 43 punti vendita di Cologne convenzionati

(riconoscibili dalla locandina affissa all’entrata) per ricevere gratuitamente uno o più dei fatidici tagliandi partecipanti a una ricca estrazione, a più tappe, promossa dall’Associazione commercianti per incentivare il commercio locale e gli acquisti vicino a casa, senza dover, per forza o convenzione, immettersi in uno dei tanti centri commerciali. Già l’anno scorso, la stimolante iniziativa, che metteva in palio una Fiat 500 chiavi in mano (aggiudicata a una colognese

che aveva fatto acquisti presso Elettrodomestici Piantoni), aveva riscosso grande successo, al punto che l’Associazione commercianti-artigiani “I negozi di Cologne” ha deciso di “quadruplicare” la posta in gioco, suddividendo la lotteria addirittura in quattro tranche, spalmate nelle domeniche di dicembre. Le estrazioni, organizzate sotto al porticato del Palazzo comunale alle 17.30, sono partite domenica scorsa (4 dicembre) per l’assegnazione del

week end in beauty farm, mentre domenica questa (11 dicembre) sarà il tempo di aggiudicarsi un viaggio in direzione Sharm El Sheik. La dea bendata continua a baciare gli eletti acquirenti anche domenica 18, quando sarà assegnata una crociera, fino a chiudere in grande stile, la sera della vigilia di Natale (24 dicembre), con la sorpresa del fortunato al quale sarà concessa l’occasione di partecipare a “un indimenticabile viaggio a Zanzibar”. (a.v.)

Da oggi, anche gli studenti avranno uno spazio, o meglio, una casa a loro dedicata, ma questo avverrà solo ed esclusivamente terminate le ore di scuola. È l’idea che emerge dall’ini-ziativa maturata dall’assessorato ai Servizi sociali e alla Pubblica istru-zione del Comune di Cologne che, recentemente, ha deciso di stipulare una convenzione con l’Associazione “Casa dello studente” per l’attivazio-ne del Servizio integrato di supporto scolastico: il più comunemente noto “doposcuola”, in grado di coinvolge-re e impegnare gli studenti anche al termine delle ordinarie ore di lezione scolastiche, nello svolgimento di com-piti, ripassi o nell’approfondimento di materie poco chiare. Come sede dell’iniziativa “studente-sca” è stata pensata la “Stanza giova-

ni” del Centro civico culturale, col-locata al piano terra della biblioteca comunale, nei pressi della centrale piazza Garibaldi di Cologne. Le porte sono aperte a tutti gli studen-ti della scuola elementare, materna e superiore e lo resteranno per la durata dell’intero anno scolastico: dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18. A ogni par-tecipante sarà inoltre offerta la pos-sibilità di decidere liberamente, sia le modalità, che i tempi di frequenza del servizio, mentre per partecipare è previsto il versamento di una quota d’iscrizione e solo su prenotazione.Per ricevere maggiori informazioni sui costi e procedere all’iscrizione è possibile rivolgersi direttamente in Comune, nella Biblioteca comu-nale, oppure telefonare al numero 329.9290639. (a.s.)

me specificano i volontari “al Centro non viene sprecato nulla: si riciclano cassette della frutta, scatoloni, grem-biuli e tovaglie vecchie... e, in questo modo, ognuno ha possibilità di dar vita a qualcosa di unico e originale, sentendosi gratificato e importan-te”. L’inaugurazione è prevista alle 17 di giovedì 8 dicembre; le visite re-steranno aperte: giovedì dalle 17 alle 19; venerdì 10-12 e 14-18; sabato 9-12 e 15-18; domenica 10-12 e 15-18 e lu-nedì 10-12 e 14-18. L’ingresso è libero.

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ntrodotto dalla regione Lom-bardia nel marzo 2005, l’appro-vazione definitiva del Piano di governo del territorio da parte dei Comuni deve avvenire en-

tro il 31 dicembre 2012. Dopo un lun-go e approfondito iter istituzionale e amministrativo, passaggi in com-missioni d’area, ampi dibattiti con associazioni e cittadini nei vari quar-tieri, che hanno originato numerose istanze, proposte e suggerimenti, fi-nalmente lo strumento di program-mazione urbanistica è approdato in consiglio comunale dove ha supera-to il primo scoglio, con approvazio-ne di 13 voti (Pdl – due dei quali solo per coerenza con il programma fir-mato –, Lega Nord e Palazzolo cam-bia), tre contrari (Pd), due assenti (Pd e Udc), e due usciti dall’aula al momento del voto (Lista civica Im-pegno per Palazzolo). Il dibattito ha subito una breve pausa decisa dal presidente del Consiglio per espel-lere una palazzolese presente tra il pubblico, autrice di una battuta ad alta voce e per prendere atto della comunicazione di uscita dalla mag-gioranza del consigliere Luisa Sala. Con spirito bipartisan, l’intero Con-

siglio comunale ha apprezzato la professionalità dei tecnici preposti al progetto, redatto a tempo di re-cord, coordinati dall’arch. Giorgio Rovati, capogruppo ed estensore del piano assieme ad altri professionisti ognuno per la parte di sua compe-tenza (aspetto geologico, valutazio-ne ambientale strategica, zonizza-zione acustica, aspetti agronomici e forestali, interazione sul traffico, indagini socio-economiche inserite nella relazione). In sostanza il pro-getto prevede che non si consumino nuove aree ma si favorisca lo svilup-po recuperando, valorizzando e ri-lanciando l´esistente: spostamento della Lanfranchi e della Casinghini in un´area di 70mila metri quadrati vicino all´autostrada, valorizzazio-ne del fiume, rilancio di piazzale Giovanni XXIII (prevista una nuo-va passerella pedonale), costru-

zione nell’area Ranghetti del parco fluviale di un Centro convegni-au-ditorium da 800 posti, recupero del mulino Pilù e un impianto per ca-noe. Sono previsti 90mila metri cubi di nuove residenze, trasformando i fabbricati di Lanfranchi e Casinghi-ni (Riva e Sacro Cuore), le aziende dismesse, Ferrari e Montini (quar-tiere San Giuseppe), una nuova ca-serma per la Polizia locale a San Rocco, l´accentramento delle scuo-le trasformando in polo scolastico la scuola Media Enrico Fermi. Ne-gli interventi di merito del progetto si è subito passati a toni più accesi e vivaci su vari argomenti e aspetti legati ai contenuti del Pgt; in parti-colare si è contestato da parte delle minoranze la negazione delle copie degli atti allegati alle relazioni tec-niche. Ora ci saranno altri 60 giorni per presentare le osservazioni.

Dopo la S. Messa solenne delle ore 11 di giovedì 8 dicembre sono stati inaugurati e benedetti dall’arcipre-te don Angelo Anni, i lavori di rifa-cimento della facciata della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta che avevano subito danni a seguito del repentino cambio di temperatura l’inverno scorso, con conseguente distacco di pezzi di cornicioni e di strati di stabilitura. Iniziati a prima-vera sono terminati la prima setti-mana di dicembre con lo smontag-gio dell’impalcatura che ora lascia vedere la facciata rimessa a nuovo. Se la prima pietra della chiesa nuo-va parrocchiale di Palazzolo venne posta dall’arciprete Suardi, delega-to del Vescovo, il 18 aprile 1751 e la consacrazione ufficiale avvenne il 6 maggio 1782 alla presenza del Vescovo di Brescia mons. Giovanni Nani, solo nel 1841 la Fabbriceria ri-corse all’arch. Donegani di Brescia per un nuovo progetto della fac-ciata, rimasta incompiuta, perché era in programma un passaggio a Palazzolo di Santa Maria Imperia-le e Reale Ferdinando I che però vi passava ancora con la chiesa senza facciata; i lavori vennero intrapresi più tardi, nel 1846 previa modifica del progetto Donegani, aggiungen-do delle sculture: nelle due nicchie a lato i profeti Isaia e Geremia, ope-re dell’Emanueli, più in alto S. Gio-vanni Evangelista e S. Paolo e sulla sommità l’Assunta con ai lati S. Fe-dele e S. Maria Maddalena, esegui-te nel 1846 dallo scultore Giuseppe Bernardi; completò queste opere il

bellissimo bassorilievo sovrastante il portale e rappresentante “La di-sputa fra i dottori nel tempio”, sem-pre dell’Emanueli con i due angeli in stucco sovrastanti. Il successivo intervento che riguarderà con mol-to probabilità anche parte del tetto e del lucernario del complesso, ri-chiederà un importante impegno fi-nanziario per tutta la comunità par-rocchiale di Santa Maria Assunta.

Con la prefazione del nuovo presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Cicogna Rampana, Marco Bonari, è uscito il numero II anno XII della rivista storica “Memorie Illustri di Palazzolo sull’Oglio” dedicato ai temi risorgimentali locali, quale contributo storico al 150° dell’unità d’Italia. Due sono le monografie curate rispettivamente dal maestro Francesco Ghidotti “Palazzolo e il risorgimento” e dal dott. Marino

Gamba “A centocinquant’anni dall’unità: Palazzolo oggi e allora”: la prima che parla dei garibaldini palazzolesi, dei fatti accaduti nel 1848/1849, dei collegamenti tra i campi di battaglia di S. Martino e Solferino con Palazzolo e illustra figure di laici, donne e sacerdoti attivi in vari episodi fissati della memoria storica. La ricerca di Gamba analizza e descrive invece la situazione socio-economica di allora in un interessante raffronto con quella attuale.

Dopo alcuni anni di chiusura, il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione ha deciso di riaprire le tre sale di lettura ammodernate e dotate di connessione wireless. Ogni martedì, mercoledì e giovedì, dalle 14.30 fino alle 18 (e da gennaio anche il lunedì sera dalle 20 alle 23), le aule rimarranno aperte al pubblico per attività di studio e di ricerca. Personale specializzato e autorizzato sarà a disposizione per qualsiasi esigenza. Ad uso

degli utenti ci saranno tre computer con postazione internet nonché la possibilità di navigare direttamente dal proprio pc attraverso la connessione wireless da poco attivata.Accanto a questo servizio, la Fondazione Cicogna-Ramapana ha deciso di allargare il proprio patrimonio librario attraverso l’acquisizione di diversi volumi editi dai Comuni delle province di Brescia e Bergamo. Per informazioni: 339.8384933.

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Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: “Tu, chi sei?”. Egli confessò e non negò. Confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Chi sei, dunque? Sei tu Elia?”. “Non lo sono”, disse. “Sei tu il profeta?”. “No”, rispose. Gli dissero allora: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. Rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa”. Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. (...)

La donna, per la sua natura fem-minile, passa del tempo davanti allo specchio, cura le pieghe del vestito per evidenziare il corpo, si sistema i capelli perché facciano da cornice al viso e presta molta cura ai particolari del volto: l’ar-cata sopraccigliare, aggiunge qual-che colore delicato qua e là e con qualche altro prodotto nasconde qualche difettuccio che stona con il resto: un brufolino, una rughet-ta, una macchia. Tutto questo lo fa per sé e per l’uomo che ama, non c’è nulla di male.Santa Chiara d’Assisi, nelle sue lettere alla Beata Agnese di Praga, usa un linguaggio molto femminile e parla anch’essa dello specchio e la dama che vi si riflette deve ador-

altro a parlare attraverso di lui. La sua è solo una voce. Schiavo di que-sta necessaria umiltà, certo di quel-lo che sarà ma perché lo deve dire. Giovanni è un personaggio dramma-tico nella solidità del suo sapere di non essere, nella certezza di aspet-tare anche lui un altro, quello che deve venire. Lo vede da vicino e lo incontra. Sa che è lui; prepara la sua strada, costringe al pentimento. Ma sa che il suo battesimo è solo di ac-qua, non di spirito. E misura questa lontananza nel sapere di essere solo una voce. Che nel quarto evangelista però assume un suono più alto, più solenne diventando testimonianza, fino alla negazione. Non solo quindi resa davanti alla Parola ma capacità di guardare colui che è la Parola, ri-conoscerlo e, per negazione, indicar-si come colui che non è. È così che, paradossalmente, definisce se stes-so meglio che in qualsiasi altro mo-do. Negandosi rende testimonianza perché lascia lo spazio necessario a chi deve venire. Così segna il pas-saggio dal vecchio al nuovo, lo vede

e lo testimonia. E forse lo desidera. Certamente lo desidera ma il Van-gelo questo non lo dice. Giovanni in questo comporsi della storia di Dio è colui che deve testimoniare attra-verso la sua mancanza, attraverso lo scarto che distacca dalla maturità della presenza. In lui la nostalgia di quello che deve venire si fa palpabi-le: lui lo tocca, lo battezza col batte-simo di acqua, lo vede e la sua voce impastata di passato non può che far suonare ancora il tempo dell’at-tesa. È per lui il tempo del non es-sere e dell’attendere, del preparare e del battezzare con l’acqua. Come i profeti antichi intuisce il futuro che per lui è già presente (e lo dice) ma questo futuro è per lui mezzo per la testimonianza. Immagino Giovanni Battista consumato da questa attesa così vicina, da questa necessità bru-ciante, da questa necessità di negare se stesso per mostrare colui che de-ve venire. Lo vedo sulla porta, primo di quelli che sanno e che desidera-no, lontano e vicino insieme a quel Regno che intuisce già davanti a lui.

a negazione. Giovanni è solo una voce e così si definisce lui stesso. Non ci sono mezzi termini, non titubanze, non parole

dette a metà per lasciare aperto uno spiraglio. Lui non è il Messia. A chi gli chiede non può che rispondere così, con la fermezza di chi è solo una voce, e la voce non appartiene a se stessa, ma a chi la pronuncia. E lui deve per forza dire quello che qualcun altro ha già pronunciato. Il più grande tra i nati di donna: così lo dice Gesù. Ma la sua grandezza sta nell’essere l’ultima delle voci man-date, l’ultimo soffio di un parlare divino che non sia Dio stesso. Per questo non è il Messia e per questo Gesù dice che nel Regno di Dio il più piccolo è più grande di lui. Giovanni vive la costrizione del profeta: deve testimoniare. Suo compito – unico – è quello di testimoniare. Non avreb-be altra ragion d’essere e altro con-fine. Non può dire altro e guardare quello che deve venire. La sua testi-monianza non è ancora fede: è un

narsi di colori e di fiori, come una sposa: “Guarda ogni giorno questo specchio, o regina sposa di Gesù Cristo, e in esso scruta continua-mente il tuo volto, perché tu pos-sa così adornarti tutta all’interno e all’esterno, vestita e avvolta di variopinti ornamenti, ornata in-sieme con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene a figlia e sposa amatissima del sommo Re. In questo specchio rifulgono la be-ata povertà, la santa umiltà e l’inef-fabile carità, come potrai contem-plare, per grazia di Dio, su tutto lo specchio”. Il testo è ricco di metafore, ma colpisce un particolare: bisogna scrutarsi a fondo per vedere nel proprio volto quello di Cristo. Gli

ornamenti e i fiori con cui ador-narsi sono la povertà e l’umiltà che “danno stupore”. Nelle parole di Chiara lo stupore è per la bellez-za che si sprigiona dalla povertà e dall’umiltà di Cristo. Non si tratta dunque della bellez-za esteriore che si sovrappone ai lineamenti, ma quella del Cristo povero e umile che è nascosto nei nostri lineamenti. La bellezza di-vina non sta nell’aggiungere e nel correggere ma nel togliere, nel sot-trarre. Non nasconde ma rivela, riporta alla luce l’impronta dalla quale siamo tutti formati: il Cri-sto: “Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e in vista di Lui”. Tutto que-sto avviene davanti allo specchio, cioè nella preghiera.

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ialogo, pluralismo, de-mocrazia e orizzonte co-mune sono stati i temi centrali della Giornata ecumenica del dialogo

cristiano-islamico. Di questi argo-menti ha parlato diffusamente an-che Brunetto Salvarani, direttore del Cem Mondialità, in occasione del terzo incontro del ciclo “Oltre l’uto-pia percorsi di speranza” proposto dai missionari Comboniani, in colla-borazione con il Centro missionario diocesano. Brunetto Salvarani è pro-fessore di Teologia della missione e del dialogo presso la Facoltà teolo-gica dell’Emilia Romagna, scrittore e giornalista, da diversi anni si occupa di dialogo ecumenico e interreligio-so. Salvarani ha fornito una fotogra-fia significativa del contesto attuale in merito al dialogo interreligioso e fornendo una serie di consigli e sug-gerimenti pratici per favorire il dia-logo. “Ci troviamo in un mondo che sta cambiando – ha esordito Savara-ni – tre aspetti ne sono l’emblema: il pluralismo religioso, la particolare diffusione del cattolicesimo a livel-lo mondiale (Brasile, Messico e Fi-lippine risultano oggi i tre maggiori Paesi cattolici, con l’aumento delle Chiese indipendenti) e la crisi della dimensione istituzionale del religio-so”. Il terzo aspetto in particolare ci deve far riflettere. Oggi, benché le domande di senso siano molto pre-senti soprattutto tra i giovani, una considerevole percentuale di loro, di età dai 18 ai 30 anni non va in chie-sa. Perché sta succedendo questo? C’è una stagione di trapasso della

Si è tenuta in Vaticano l’annuale sessione della Commissione teologica internazionale, sull’approfondimento dello studio di tre temi: la questione metodologica nella teologia odierna; la comprensione del monoteismo e il significato della dottrina sociale della Chiesa. Il Santo Padre ha offerto un contributo sui tre temi che la Commissione teologica internazionale sta studiando negli ultimi anni. Il primo riguarda la questione fondamentale per ogni

riflessione teologica: la questione di Dio e la comprensione del monoteismo. A partire da questo orizzonte dottrinale i membri hanno approfondito un tema di carattere ecclesiale: il significato della dottrina sociale della Chiesa, riservando un’attenzione alla questione dello status stesso della teologia oggi, nelle sue prospettive, nei suoi principi e criteri. Quali i principi o i criteri per la teologia cattolica? Il Papa ha ricordato che punto di partenza di ogni

teologia cristiana è l’accoglienza di questa Rivelazione divina: l’accoglienza personale del Verbo fatto carne, l’ascolto della Parola di Dio nella Scrittura. La teologia aiuta l’intelligenza credente della fede e la sua trasmissione. “Tutta la storia della Chiesa mostra che il riconoscimento del punto di partenza non basta a giungere all’unità nella fede. Ogni lettura della Bibbia si colloca in un dato contesto di lettura, e l’unico contesto nel quale il credente può

essere in comunione con Cristo è la Chiesa e la sua Tradizione viva”. Importante ricordare che la teologia cattolica, sempre attenta al legame tra fede e ragione, ha avuto un ruolo storico nella nascita dell’Università. La Commissione teologica sta studiando la relazione fra la Dottrina sociale e l’insieme della dottrina cristiana. “L’impegno sociale della Chiesa – ha ricordato il Santo Padre – non è solo qualcosa di umano, né si risolve in una teoria sociale”. (Marco Doldi)

“Non è forse vero che l’Occidente, i Paesi centrali del cristianesimo so-no stanchi della loro fede e, annoiati della propria storia e cultura (...)?”.La domanda di Benedetto XVI, ripresa dall’omelia del 21 aprile, si riaffaccia oggi a un tornante difficile della storia comune europea. Non è estranea alle gravi questioni economiche che ten-gono con il fiato sospeso e alimenta-no un’incertezza che da tempo scava come un tarlo nella vita personale e

sociale degli europei. Quali risposte? Qualcuno può ancora indicare la via della bellezza e della bontà della vita? Il cristiano, in particolare, è ancora ca-pace di “fare la differenza” tra la spe-ranza e la non speranza e di comuni-carla non tanto con i concetti quanto con il linguaggio dei giorni? Come ren-dere comprensibile il messaggio del Vangelo in un rincorrersi vertiginoso di annunci che, nello stesso luogo e nello stesso tempo, vengono da cultu-

re e religioni diverse? Di fronte a tan-ta complessità il cristianesimo, dice qualcuno, non ha più la forza di regge-re, di stare in piedi. È incamminato sul viale del tramonto, si sta chiudendo il capitolo di una grande storia. Tutto è cambiato, mentre il cristianesimo è rimasto fermo. Con la domanda sul-la stanchezza e sulla noia, Benedetto XVI coglie il pensiero crepuscolare, ne inverte la direzione e lo rilancia all’Occidente per scuoterlo.

parola ‘dialogus’ ma ‘colloquium’”. Per sottolineare come il colloquio non si riferisca solo ai rapporti tra popoli e religioni, ma sia un aspet-to del viver quotidiano Salvarani ha delineato un decalogo, una sorta di “vocabolario minimo del dialogo di cui indichiamo gli aspetti salienti: il dialogo è tra persone non tra siste-mi culturali e religiosi; il dialogo si fa partendo dall’esperienza concre-ta e non dalle teorie; la comunica-zione si fa dalla valorizzazione delle cose che abbiamo in comune senza nascondere quelle per cui siamo di-versi. Parto dalla mia identità, sen-za dimenticare che l’altro parte dalla sua. La disposizione a dialogare è il principio etico supremo. Il dialogo è fatto da qualcuno che racconta e da qualcuno che ascolta. Il dialogo non è fatto solo di parole, ma di ge-sti, di abbracci, di silenzi. Il dialogo rende più concreta ed efficace l’eti-ca. Il dialogo è un fenomeno glocale che ci radica nel nostro piccolo, ma al tempo stesso ci apre al mondo. Il dialogo nasce sempre dalla curiosità e ci rende migliori. Di questi aspetti Salvarani tratta anche nel suo ultimo libro “Il dialogo è finito? Ripensare la Chiesa nel tempo del pluralismo e del cristianesimo globale” che sug-geriamo come lettura di approfon-dimento. Il prossimo appuntamen-to del percorso “Oltre l’utopia” sarà dedicato alla solidarietà e si terrà giovedì 15 dicembre alle 20.30 ospi-te don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco. L’in-contro si svolge presso la Casa Com-boni in viale Venezia 116 a Brescia.

cristianità, un tempo era normale andare in parrocchia, partecipare alle attività dell’oratorio, per secoli si è identificata la figura del cristia-no con quella del parrocchiano, oggi un cristiano non è automaticamente un parrocchiano. Dal praticante si è passati al pellegrino. La Chiesa deve rispondere alle nuove esigenze”. Le basi e strategie del dialogo ecume-nico e interreligioso, secondo Sal-varani, le ritroviamo nel Concilio Vaticano II che promuove un nuo-vo modello di Chiesa non più come gerarchia, ma come popolo di Dio. Un popolo di Dio che è fatto di gen-ti con storie diverse, carismi diversi ma uniti insieme. “L’enciclica Eccle-siam suam scritta da Papa Paolo

VI – ha rilevato Salvarani – possia-mo definirla l’enciclica del dialogo, Paolo VI evidenzia che il rinnova-mento della Chiesa può essere por-tato a compimento solo in chiave di dialogo per questo non usa infatti la

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olti studenti delle su-periori e universitari sono rimasti conta-giati dalla passione con la quale don Lu-

igi Ciotti ha raccontato loro cosa significhi il peso della legalità. Il fondatore di “Libera”, l’associazio-ne che opera sul territorio contro le mafie, ha analizzato la situazione italiana, portando esempi concre-ti e raccontando aneddoti efficaci. Sì, ha un carisma particolare che lo porta a esprimersi con il trasporto di chi ha provato sulla sua pelle cosa significhi oggi l’illegalità nel nostro Paese. Nel suo argomentare emer-gono chiari i riferimenti: il Vangelo, la Costituzione e la Carta dei diritti dell’uomo. La Parola di Dio, come ripete spesso, è forte, categorica e graffiante. “La democrazia si fonda – spiega don Luigi – su due doni: la dignità umana e la giustizia socia-le. Ma la democrazia non starà mai in piedi senza la responsabilità”. Ci sono i diritti, ma anche i doveri. Ec-co allora che il “nostro” compito è quello di “metterci in gioco: è una società nel suo insieme che deve interrogarsi; dobbiamo ritrovare la nostra responsabilità. Quello che in fondo ci invita a fare la nostra Costi-tuzione: la spina dorsale della nostra Costituzione è la responsabilità. Per il bene comune bisogna sporcarsi le mani”. Don Ciotti non si ferma solo

XX secolo) che hanno offerto la lo-ro vita per inseguire la giustizia. La tematica della speranza dà il titolo anche al suo ultimo lavoro editoria-le (“La speranza non è in vendita”). Don Ciotti ha scritto un libro, un pic-colo manuale sulla speranza perché “di fronte a tutto, di fronte alle false promesse, c’è bisogno di speranza. Chiunque si batte per la giustizia e la pace può trovare delle persone che non la pensano come lui. Ci sono in Italia stupende persone che hanno sentito e sentono ‘il morso del più’, che hanno dentro la voglia di fare di più rispetto alle ingiustizie, all’ille-

all’analisi negativa dell’esistente, ma estrae dal cilindro della sua espe-rienza le testimonianze di persone (don Puglisi, il giudice Livatino, la giovane Rita Atria, solo per fare al-cuni nomi di testimoni, di martiri del

Maria Crocifissa Di Rosa (1813-1855), al secolo Paola, nasca a Bre-scia da famiglia ricca nel 1813 e ca-pisce per la malattia mortale della giovane mamma che la vita non è un godimento per i signori e un calvario per i poveri, ma per tutti una prova, di cui render conto. È forse da quel piccolo seme che nascerà l’albero grande della carità ospedaliera? Mi-gliaia di malati nelle corsie, di bam-bini nelle scuole, di ragazze strappa-

te al marciapiede, di giovani educati e di anziani amati serbano ricono-scenza alle Ancelle della Carità che hanno seguito l’esemplarità amoro-sa della Fondatrice. Paola è figlia di un industriale bresciano, che riesce a fare affari d’oro, ma non adora il dio-quattrino. Rimasta orfana di ma-dre a 11 anni, Paola è collocata nel collegio delle Visitandine. A 19 anni Paola assume la direzione della filan-da di Acquafredda diventando l’ami-

ca di quelle ragazze, che dal lunedì al sabato vivono lontano da casa. Il co-lera, che scoppia a Brescia nel 1836, trasforma Paola in infermiera, che assiste le donne malate. Le prime Ancelle della Carità sono infermiere, che seguono Paola nel regalare un sorriso e una prolungata assistenza ai malati. Le suore ancelle della ca-rità di via Moretto 33 si preparano a festeggiare Santa Maria Crocifissa di Rosa nella cappella della contrada

Cavalletto 9. Prima della festività è stato pensato un triduo di preghiera che inizia lunedì 12 dicembre con la celebrazione eucaristica, presieduta da don Faustino Guerini, alle 6.30 del mattino; alle 18.30 la Santa Messa è presieduta da don Francesco Bai-guini, parroco di S. Maria Crocifissa. Anche le giornate del 13, del 14 e del 15 si aprono con la Messa officiata da don Faustino Guerini. La Messa serale (sempre alle 18.30) di martedì

è celebrata da don Pierantonio Bo-dini, parroco di S. Francesco da Pa-ola; mercoledì celebra, invece, don Lucio Sala, parroco di Capriano del Colle. Giovedì 15, festa liturgica, al-le 7.30 dopo il rosario e le lodi tocca a don Angelo Maffeis presiedere la celebrazione eucaristica in collega-mento con Radio Maria; alle 10 cele-bra mons. Renato Tononi, alle 15.30 mons. Vigilio Mario Olmi e alle 19 il vescovo Monari.

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galità e alla violenza”. E la speranza oggi come si chiama? “La speranza terrena, oggi, si chiama offrire op-portunità; la speranza oggi si chiama lavoro in un Paese dove 2,5 milioni di giovani sono disoccupati. Dobbia-mo ricordarci che quando uniamo le forze e le energie anche le cose più difficili diventano possibili”. Sul tappeto italiano restano alcune gra-vi questioni come la corruzione e la criminalità mafiosa (“se voi somma-te l’evasione fiscale, il riciclaggio, il lavoro nero e i proventi delle mafie esce una cifra pari a 560miliardi di euro annui”).

Proseguono le molteplici proposte di ritiro e di riflessione per l’Avvento all’Eremo di Bienno, diretto da don Roberto Domenighini (nella foto). Fino al 24 dicembre, nei giorni feriali di avvento, al Monastero alle ore 6.20 si celebrano le lodi e alle ore 6.40 c’è la Santa Messa.Giovedì 8, solennità dell’Immacolata, alle 20, c’è la preghiera per le religiose al Monastero e un momento di fraternità all’Eremo.

Venerdì 9: festa di San Siro a Berzo e all’Eremo.Sabato 10: alle ore 20.30 Ufficio delle letture al Monastero.Domenica 11: incontro vocazionale per le ragazze dalle ore 14 alle 17.Lunedì 12: alle 20.15 il corso di formazione per i catechisti.Mercoledì 14: ore 9, ritiro per le donne; dalle 20 alle 21.30 l’adorazione eucaristica.Giovedì 15: ore 9.15, ritiro per i sacerdoti; ore 20 gruppo Galilea.

Sabato 17: ore 9, ritiro per le suore e le consacrate; ore 16.30, Santa Messa per i figli in Cielo; ore 17 inizio del ritiro residenziale per le religiose (fino a domenica pomeriggio); ore 20.30 Ufficio delle letture al Monastero.Domenica 18: ore 20.30, incontro di spiritualità per i giovani. Lunedì 19: ore 20.15 corso di formazione per i catechisti.Giovedì 22: ore 10.30 l’Uac, Unione apostolica del clero.

Sabato 24: al Monastero,ore 23 ufficio delle letture;messa di mezzanotte.Domenica 25: Natale del Signore.Sante Messe,al Monastero ore 8,all’Eremo (essendo domenica)ore 16.30; vespri al Monastero,ore 17.30.Lunedì 26: Santa Messaal Monastero ore 8(non si celebra all’Eremo).Sabato 31: tradizionale vegliadi fine-inizio anno dalle ore 21.

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’eucaristia, la grazia di un incontro imprevedibi-le. È arrivata a Brescia la mostra itinerante sull’eu-caristia. In ogni tempo

Gesù continua a ripetere a ogni uo-mo l’invito: “Oggi devo venire a casa tua”. Un invito che in tempi di con-fusione e di smarrimento risuona particolarmente attuale. L’esposi-zione consta di 36 pannelli corredati di testi e di un ricco apparato icono-grafico e propone un percorso arti-colato in quattro sezioni attraverso le quali si mostra la radicale neces-sità che l’uomo ha dell’Eucaristia.

cheo, emblema dell’uomo curioso e desideroso di vedere Gesù. Perché? Cosa gli mancava? E che cosa acca-de quando Gesù entra nella casa, cioè nella vita di un uomo?La prima sezione sviluppa il tema della fame e della sete dell’uomo, la sua “smisurata indigenza” cui solo Dio può dare risposta adeguata La seconda sezione si incentra sul ca-pitolo sesto del vangelo di san Gio-vanni. Gesù ha compassione del bi-sogno dell’uomo, moltiplica i pani e i pesci, ma essi non bastano. Nella terza sezione (“Signore, da chi an-dremo?”) il dono di sé di Gesù chia-

Alla fame e alle sete dell’uomo, che non si esaurisce nel cibo, cui pure Dio provvede prima con la manna poi con i pani e i pesci, Dio risponde con il dono di sé stesso: la mostra si apre col celebre episodio di Zac-

ma in causa la libertà dell’uomo, tema della terza sezione. Mai essa è sfidata come in questa domanda di Gesù ai suoi apostoli: “Volete an-darvene anche voi?”. Emblematica è la risposta di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Qui sta la grande alter-nativa: mettere al centro della vita sé e accontentarsi dei pani e dei pesci, oppure ospitare nella propria vita la presenza di Ge-sù e rimanere a Lui attaccati. L’ulti-ma sezione della mostra approfon-

Venerdì 9 dicembreOre 21 − Brescia − Incontrodi preghiera per i giovani presso la Basilica delle Grazie.Sabato 10 dicembreOre 10 − Gavardo −Scuola di formazione politica. Ore 18.30 − Brescia −Santa Messa in Cattedrale.Martedì 13 dicembreIn mattinata visitaai bambini ricoverati pressogli Spedali civili di Brescia.

Mercoledì 14 dicembreOre 17 − Brescia −Incontro di fine annopresso la Poliambulanza.Ore 19 − Brescia −S. Messa per operatori Brevivetpresso il Centro pastoralePaolo VI.Giovedì 15 dicembreOre 19 − Brescia −S. Messa in occasionedella festa patronale pressole suore Ancelle della carità.

disce il “rimanere” come caratte-ristica propria della vita cristiana, nella duplice dimensione del rima-nere del Signore nella sua Chiesa e del nostro rimanere nel suo amore: “Egli è qui”. Da questo nasce la vita nuova del cristiano che si esprime in tutti gli ambiti della vita perso-nale e sociale. La mostra, ospitata dalla Poliambu-lanza in via Bissolati 57, è visitabile fino al 20 dicembre. Per informazio-ni e per prenotare visite guidate, si può contattare il 349.3535303.

Martedì 13 dicembre,alle ore 18.30, nella chiesa del Centro pastorale Paolo VI, mons. Giulio Sanguineti, vescovo emerito di Brescia, celebrerà una Santa Messa in suffragio di mons. Giuliano Nava, in occasione del trigesimo della sua morte. Mons. Nava, dal 2008 economo diocesano, era stato per tutta la durata del suo episcopato a Brescia, il segretario particolare di mons. Sanguineti.

Il 2 dicembre è morto don Tomaso Brusinelli, nato a Manerbio nel 1926. Presbitero collaboratore a Scarpizzolo e a S. Paolo dal 2002, è deceduto all’Hospice di Brescia; funerato e sepolto a Scarpizzolo il 4 dicembre. Il 6 dicembre è scomparso don Giuseppe Pezzola, nato a Bagnolo Mella il 15 luglio del 1952. Parroco di Lodetto di Rovato dal 2001, è stato funerato a Lodetto e sepolto a Bagnolo Mella l’8 dicembre.

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l Ce.Doc. (Centro di Documen-tazione) ha portato a termine la catalogazione informatica su database di oltre 8.000 schede riguardanti, in particolare, il

movimento cattolico bresciano dal 1848 al 1995. Tali schede – che ri-portano notizie pubblicate su alcu-ni periodici bresciani (tra i quali “La Provincia di Brescia”, “La Sentinella bresciana”, “Il Cittadino di Brescia” e “Il Popolo di Brescia”) – contengo-no data, fonte (o fonti) da cui sono state tratte le notizie, persone inte-ressate all’avvenimento, descrizione dell’avvenimento stesso e numero di catalogazione. Al momento della riproposizione su database è stata effettuata una breve, ma esaustiva, sintesi del contenuto della scheda. Le schede, redatte con rigore nel corso degli anni da Mario Faini, di-rettore del Ce.Doc. per oltre un ven-tennio, parlano, tra l’altro, di guerre (da quella di Libia a quella del Gol-fo); di elezioni amministrative (come quelle del 1948 e quelle del 1975, con l’elezione a sindaci di Brescia rispet-tivamente di Bruno Boni e Cesare Trebeschi); degli incontri con autore-voli personalità politiche, come Alci-de De Gasperi, che in piazza Loggia,

il 19 marzo 1948, tra l’altro, dice: “Io non mi spavento delle bandiere ros-se. Se gli avversari spiegano la loro bandiera e si battono per il loro ide-ale, io li rispetto. Ma domando per me la stessa libertà”; o l’onorevole Enrico Berlinguer, che nel febbraio del 1954, quando era segretario dei giovani comunisti, celebrò al cinema Brixia il 33° anniversario della Fgci con un discorso sul tema I giovani comunisti e i giovani di Azione cat-tolica possono lavorare insieme per rinnovare l’Italia; dell’opera di poli-tici “locali”, come l’on. Longinotti, che insieme ad altri diede vita a par-tire dal 1901 alle leghe bianche e alle unioni cattoliche del lavoro, capeg-giando gli scioperi e le lotte per i pri-mi patti agrari della bassa bresciana; di religiosi come padre Bevilacqua, che con il suo apostolato spirituale, culturale e pedagogico esercitò un notevole influsso nel mondo cattoli-co bresciano, e non solo, in partico-lare nei difficili anni della dittatura fascista e in quelli della ricostruzio-ne post-bellica; della costituzione, il 12 giugno 1950, a Brescia della Cisl (indimenticabili le figure dei segreta-ri Angelo Gitti e Carlo Albini) e delle Acli, sorte queste ultime all’indomani

della Liberazione, dopo essere state preparate, nel periodo immediata-mente precedente, in una serie di in-contri intercorsi tra l’avv. Lodovico Montini (reduce da un viaggio clan-destino a Roma già liberata), mons. Giuseppe Almici e altri esponenti della resistenza cattolica che anda-vano predisponendo le linee e gli strumenti dell’iniziativa dei cattolici bresciani nella ripresa democratica post-bellica. Altre schede riportano poi fatti e avvenimenti di costume che, ai nostri giorni, possono susci-tare incredulità. Come i vari duelli alla spada sostenuti dall’on. Marziale Ducos nel 1909 con il conte Roberto Corniani e il 28 aprile 1924 con l’on. Augusto Turati nel parco della Villa Caprioli di Sale di Gussago, in segui-to ad una vivace polemica per ragioni di preferenze elettorali. Che dire poi della notizia, riportata nella scheda del 24 maggio 1882, della denuncia alle autorità ecclesiastiche, da parte del conte Lurani, di don Davide Al-bertario, visto a Torino in un bar fare colazione con cioccolato e crostini e poi recarsi a celebrare la messa? (il sacerdote venne poi condannato dal Tribunale ecclesiastico di Milano per infrazione del digiuno).

L’ufficio Vocazioni e tempi dello spirito ha pensato a una liturgia penitenziale per i giovani. Interviene il vescovo Monari sul tema della vita buona del Vangelo. Quando? Venerdì 16 dicembre alle 20.30 presso la basilica di S. Maria Assunta a Botticino. I sacerdoti e i religiosi saranno disponibili per le confessioni. Domenica 11, dalle 9, prosegue invece l’itinerario Sichar (il percorso vocazionale) presso il Seminario di via delle Razziche.

Il Vicariato per i laici e la pastorale e l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro organizzano un percorso spirituale di cittadinanza per le persone impegnate nella politica, nell’impresa, nel mondo del lavoro e nel sociale. L’appuntamento è per sabato 17 dicembre a partire dalle 9 con la Santa Messa presso il Centro pastorale Paolo VI.Alle 10 c’è un momento di preghiera prima della lectio biblica di mons.

Luciano Monari su “Segni dei tempi, segni di Dio, responsabilità dei credenti” nella società e nella Chiesa verso il Sinodo: il vescovo nella sua riflessione parte dal Vangelo di Matteo (16, 2-4). Segue un momento di silenzio guidato, mentre alle 11.45 don Raffaele Maiolini spiega la figura di Dietrich Bonhoefer, “testimone della libertà della fede”. La mattinata si conclude alle 12 con la preghiera e la consegna del mandato.

È in fase di preparazione l’Annuario diocesano edizione 2012. Eventuali segnalazioni e modifiche vanno comunicate per iscritto a: Redazione Annuario diocesano 2012 via Trieste 13 – 25121 Brescia oppure via e-mail a:[email protected]. Il termine ultimo è fissato per venerdì 16 dicembre prossimo,ma è consigliabile non aspettare gli ultimi giorni per non complicare il lavoro redazionale.

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Il Forum del terzo settore, convocato dalla Prefettura di Brescia in settembre, ha proposto, con un progetto articolato, un sistema di risposte per la cosiddetta “Emergenza profughi Nord Africa”, diventata particolarmete gravosa nel corso dell’anno. Si tratta di risposte pensate per implementare una modalità di interazione replicabile in caso di ulteriori crisi umanitarie a livello provinciale. La proposta del Forum del terzo settore di Brescia è scaturita dalla

volontà di sostenere il principio di sussidiarietà e solidarietà, ma soprattutto dalla consapevolezza e necessità di adempiere all’accordo Governo-Regioni-Upi-Anci del 6 aprile 2011. Un accordo che prevede testualmente che “tutte le istituzioni della Repubblica responsabilmente si impegnano ad affrontare questa emergenza umanitaria con spirito di leale collaborazione e solidarietà”.In tale ambito è stata prodotta un’offerta di servizi di accoglienza, mettendo in campo le buone

prassi che la cooperazione e l’associazionismo possono attivare grazie all’esperienza consolidata nei confronti di categorie di persone in situazioni di svantaggio psico-fisico e sociale. Il progetto avviato in Valle Camonica è il più virtuoso, per il momento, perché attraverso una rete di partenariato che ha visto coinvolti lo Spra di Breno, Comuni, Comunità Montana, la cooperazione e l’ associazionismo, ha consentito di accogliere più di 150 profughi in mini appartamenti .

o scorso 20 settembre 40 profughi si sono messi in cammino dai 1800 metri del villaggio sciistico le Baite di Montecampione,

fino al paese più vicino ad una decina di km a valle. Faceva impressione ve-dere la carovana di giovani dalla pelle nerissima scendere da quelle valli do-ve erano ospitati in 114. Giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, prove-nienti dal Mali, Togo, Senegal, Guinea Bissau, Nigeria, Sudan, Camerun, fug-giti dalla guerra libica dove si trova-vano a lavorare e giunti in Italia come richiedenti asilo politico. La Lombar-dia ne ospita più di 3000. La provincia di Brescia, in base al numero dei suoi abitanti dovrebbe ospitarne 433. Oggi sul territorio provinciale sono 388. I primi a rispondere alla emergenza e all’appello della Prefettura sono stati gli albergatori ma allo scadere delle convenzioni trimestrali alcuni han-no rinunciato alla proroga. Le acco-glienze numerose hanno creato alcu-ni problemi di convivenza e l’impat-to sociale ha creato alcune difficoltà. Mentre il Governo interveniva con una proroga per l’emergenza profughi che garantisce finanziamenti anche per il 2012, il Forum del terzo settore di Brescia ha presentato il progetto “Accoglienza diffusa” per i profughi del Nord Africa presenti sul territo-rio. Il mondo della cooperazione e dell’associazionismo, radicato nel Bresciano, ha messo a disposizione capacità di accoglienza, competenze professionali e servizi di rete, finaliz-zati a garantire dignità e integrazione dei profughi. Nella tradizione della

iniziale, che corrisponde alla risposta a bisogni primari (vitto e alloggio), in-tegrata da servizi generali già noti nel campo delle accoglienze con vari tipi di disagio (assistenza medica ambu-latoriale, consulenza psicologica-edu-cativa, etc.). Il progetto di accoglienza ha unito e messo a disposizione del territorio i servizi generici con quelli specifici per questo target, in un’azione di armonica interazione tra i soggetti coinvolti. Le cooperative sociali che hanno accolto ad oggi i profughi so-no: Il Mosaico di Lumezzane (cinque), Clarabella di Iseo (nove), il Consorzio Tenda di Montichiari (otto) e Consor-zio Solco ne gestirà sette presso il Co-mune di Villanuova. Stiamo attenden-do altre disponibilità.

cooperazione sociale l’accoglienza è intesa come un processo composito in cui l’assistenza alla persona in sta-to di bisogno deve rispettare una serie di priorità. Per questo esistono diver-si modelli specializzati di accoglienza, che rispondono a specifiche aree di necessità. L’accoglienza dei profughi e richiedenti asilo ha una sua parte

Si realizzano impianti elettrici civili industriali, impianti domotici my home bticino; illuminazione chiese e monumenti; antifurti, telecamere a circuito chiuso; assistenza tecnica in genere.

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acapà è una città bra-siliana situata sulle sponde del Rio delle Amazzoni, in una del-le zone più povere del

Brasile. Da alcuni anni concorrono al tentativo di alleviare la situazione di questa parte del mondo anche gli allievi dell’Istituto Bonsignori. C’è in-fatti un filo diretto che collega le due realtà. Da alcuni anni i padri Piamarti-ni gestiscono una scuola, alla periferia della città, che dà istruzione e il mini-mo sostentamento a 500 ragazzi rac-colti dalla strada, senza casa e fami-glia, cacciati da altre scuole e con alle spalle situazioni di degrado, povertà e violenza. Qui è presente la scuola agricola “Padre João Piamarta”, una realtà unica nel suo genere, che oltre all’istruzione fornisce ai ragazzi il ne-cessario per vivere e un ambiente fa-vorevole per la loro crescita. Il sogno è quello di sviluppare anche una scuo-la professionale che possa aiutare questi ragazzi di strada delle due cit-tadine di Macapà e Santana ad avere un futuro con un lavoro serio e poter-si così costruire una vita migliore. Gli studenti del Bonsignori sostengono il progetto con una serie di iniziative che in questo periodo di Avvento si fanno più consistenti. Innanzi tutto la realizzazione del calendario che l’as-sociazione Amici di Macapà, creata nel 1999, realizza appositamente. La vendita di panettoni e dolci fornisce un ricavo devoluto ai bambini brasi-liani meno fortunati. E ancora l’ado-zione a distanza: con 200 euro an-nuali si può mantenere e istruire un bambino della Scuola agricola, e per-

missione: fino a ora una ottantina di ragazzi hanno deciso di donare il lo-ro tempo per Macapà. Quest’anno, per la prima volta, toccherà anche agli allievi dell’attuale classe Quin-ta che, una volta terminato l’Esame di Stato, voleranno dall’altra par-te dell’oceano per tre settimane di volontariato, impegnati in opere di ristrutturazione e aiuto alla scuola agricola. Nel frattempo sono aper-te le iscrizioni al Liceo scientifico per il prossimo anno scolastico: sa-bato 14 e sabato 21 gennaio, dalle 10 alle 12 sarà possibile visitare il Liceo scientifico e avere informa-zioni sull’offerta didattica proposta dalla scuola, prenotando la visita in segreteria (030-957113).

mettere che la missione possa ospi-tarne altri e aiutare quanti più piccoli possibile. A integrare l’aiuto econo-mico c’è anche l’esperienza estiva di volontariato che tutti gli anni viene proposta a chi termina il percorso di studi a Remedello e a chiunque di-mostri l’interesse a impegnare par-te delle sue vacanze lavorando nella

Frequentiamo la classe quinta della scuola primaria Don Orione di Botticino. L’istituto ospita anche la scuola media. In classe siamo in otto: quattro femmine e quattro maschi, ma non siamo soli come all’inizio, con noi vivono altri simpatici alunni di prima, seconda, terza e quarta; in tutto siamo 55: poca brigata, vita beata direte voi! Certo, ma non mancano certo screzi e litigi, che si risolvono in breve tempo, con l’intervento dei nostri educatori. Anche le

insegnanti sono otto, sarà un caso? Sono brave a insegnare e a programmare attività emozionanti. Ricordiamo con piacere la gita a Torino per la visita al museo egizio, le uscite sul territorio, l’educazione stradale con i… pony, senza dimenticare fantastiche recite dove si balla e si canta. Ci piace molto questa scuola, anche se la dovremo presto lasciare, per andare alle medie, si scende solo di un piano, ma dovremo abituarci a nuovi compagni e insegnanti, non

avremo più la maestra Lorella, che continueremo a vedere, occupata con i nuovi “primini”. Cinque anni sono passati in fretta, siamo cresciuti e non solo in altezza! Qui abbiamo trovato nuovi amici e insegnanti bravi e gentili che non dimenticheremo. A fine anno ci aspettano gli esami, un po’ li temiamo, ma siamo fiduciosi nell’insegnamento delle maestre.(Gianluca, Eric, Erik,Guido,Veronica, Giulia, Alessandra, Asia)

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incentrato su “Crisi e tra-vaglio all’inizio del terzo millennio” il primo di-scorso alla città di Mila-no dell’arcivescovo card.

Angelo Scola, nel quale il porporato cita per la seconda volta l’arcivesco-vo Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, che nel 1962 richiamava alla necessità di un dialogo tra “il sacro” e la “cosa pubblica”.“Secondo molti esperti la radice del-la cosiddetta crisi – afferma il card. Scola – starebbe nel rovesciamento del rapporto tra sistema bancario-fi-nanziario ed economia reale. Le ban-che sarebbero state spinte a dirottare molte risorse che avevano in gestione (e quindi anche il risparmio delle fa-miglie) verso forme di investimento di tipo puramente finanziario. Voglio, in-vece, far emergere un dato che reputo decisivo: nonostante l’ostinato tenta-tivo di mettere tra parentesi la dimen-sione antropologica ed etica dell’atti-vità economico-finanziaria, in questo

momento di grave prova il peso della persona e delle sue relazioni torna te-stardamente a farsi sentire”. “È giusto riconoscere”, secondo l’arcivescovo, “che la radice patologica della crisi sta nella mancanza di fiducia e di coesio-ne”. Per questo, avverte, “dalla crisi si esce solo insieme. E questo perché un approccio individualistico non rende ragione dell’esperienza umana nella sua totalità. Ogni uomo, infatti, è sem-pre un ‘io-in-relazione’. Per scoprirlo basta osservarci in azione: ognuno di noi, fin dalla nascita, ha bisogno del riconoscimento degli altri. Quando siamo trattati umanamente, ci sentia-

mo pieni di gratitudine e il presente ci appare carico di promessa per il futu-ro. Con questo sguardo fiducioso di-ventiamo capaci di assumere compiti e di fare, se necessario, sacrifici”. Da qui, sottolinea il card. Scola, “è bene ripartire per ricostruire un’idea di fa-miglia, di vicinato, di città, di paese, di Europa, di umanità intera”. Non manca di ricordare alla politica i suoi compiti. È urgente “liberare la ragione politica dalle secche di una realpolitik incapace di capire il cam-biamento e coglierne le sfide. La po-litica, nell’attuale impasse nazionale e nel monco progetto europeo, ha bisogno di una rinnovata responsa-bilità creativa perché la società non può fare a meno del suo compito di impostazione e di guida”. A questa assunzione di responsabilità “deve corrispondere l’accettazione, da par-te di tutti i cittadini, dei sacrifici che l’odierna situazione impone. Per sol-levare la nazione è necessario il con-tributo di tutti, come succede in una

famiglia: soprattutto in tempi di grave emergenza ogni membro è chiamato, secondo le sue possibilità, a dare di più”. Di qui un monito: “Chi ha il com-pito istituzionale di imporre sacrifici dovrà però farlo con criteri obiettivi di giustizia e equità inserendoli in una prospettiva di sviluppo integrale” che “non si misura solo con la pur indica-tiva crescita del Pil”. Dall’arcivescovo di Milano anche tre “rilievi di carattere culturale”. L’esor-tazione a non rassegnarsi “di fronte ad una concezione dello ‘scambio’” che “sembra governare l’intera macchina economica” e riduce il cittadino a “ho-mo oeconomicus, preoccupato esclu-sivamente di massimizzare il profit-to”. Il card. Scola rilancia inoltre “gli autorevoli inviti ai fedeli laici a un più deciso impegno politico diretto” alla luce della Dottrina sociale della Chie-sa. Infine, di fronte alla “irresponsabi-lità diffusa” che “spinge a spendere si-stematicamente per i propri consumi ciò che non si è ancora guadagnato”,

il richiamo a “un radicale mutamento degli stili di vita”. “I cambiamenti in at-to nel mondo del lavoro, dell’impresa e della finanza – prosegue – esigono un ripensamento del significato del lavoro stesso e dello sviluppo e un’at-tenzione reale ai loro protagonisti”. Obiettivo primario delle politiche in materia deve essere “la rivalutazione della responsabilità personale tanto dei lavoratori quanto degli imprendi-tori, la creazione di nuovi servizi che favoriscano la crescita professionale e affianchino a percorsi di riqualifica-zione e formazione un sostegno eco-nomico e, infine, la valorizzazione e la creazione di spazi di partecipazione”. “Perché – propone – non riprendere in seria considerazione la proposta che tutti i lavoratori abbiano parte agli utili di impresa?”. Il pensiero del card. Scola va anche ad anziani, gio-vani e famiglie. Per i migranti auspica una “immigrazione sostenibile” per-ché “magnanimità ed equilibrio non si escludono a vicenda”.

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enza sosta. Non è ancora finita la stagione 2011 al Teatro Grande di Brescia che già è stata presentata, alla presenza tra gli altri del

Sindaco Adriano Paroli e del sovrin-tendente Umberto Angelini, la pro-grammazione per il periodo gennaio-giugno 2012. La novità principale ve-de la nascita dell’ensemble del Teatro Grande, una formazione da camera coordinata dal musicista Alessandro Laffranchini. Spetterà proprio a questi giovani inaugurare la programmazio-ne il 16 gennaio nel Ridotto del teatro. La compagine si esibirà altre tre volte di domenica alle 11 (12 febbraio, 25 marzo, 15 aprile), riprendendo una tradizione del Massimo cittadino. Il Ridotto ospiterà concerti in acustico di artisti della scena internazionale e italiana; il 16 marzo sarà cornice di “Concerto al buio”, musica contempo-ranea completamente all’oscuro per sviluppare modalità nuove di ascolto. A fine maggio e inizio giugno conti-

birà l’accademia del teatro Alla Scala di Milano diretta da Pietro Mianiti. Ol-tre alla musica torna la danza con tre appuntamenti. Il 2 marzo “Carmen” con la compagnia Antonio Gades, per uno spettacolo che ha rivoluzionato la visione del flamenco. Il 3 aprile la dan-za sarà quella immaginata da Wayne McGregor, che ha recentemente lavo-rato con i Radiohead. Chiude questa serie “The Forshythe company” il 21 aprile con le coreografie di William Forshyte. In programma anche in-contri sul pensiero contemporaneo che rendano il bar del Teatro un vero e proprio caffè letterario. Mantenuta l’attenzione ai piccoli con due propo-ste per la scuola: il 25, 26, 27 gennaio con “Nessun dorma” e l’11, il 12 e 13 aprile con “Buchettino” (prenotazioni aperte). Per Natale, ma si può acqui-stare anche in altri periodi dell’anno, è stata presentata la “TeatroGrande-Card” in collaborazione con Ubi Ban-co di Brescia. Una card ricaricabile senza costi di attivazione e gestione

nueranno i lunedì del conservatorio. Ma il Grande ha anche una Sala Gran-de che ospiterà la maggior parte degli eventi. Il primo evento nell’ambiente principale del Teatro è il concerto con l’orchestra filarmonica di San Pietro-burgo, la più antica compagine sinfo-nica russa e ora la più famosa orche-stra nazionale russa, guidata da Yuri Temirkanov, uno dei maggiori maestri al mondo; nel programma l’esecuzio-ne della “suite” Romeo e Giulietta di Prokofiev. Il 3 febbraio sarà la volta della musica jazz di Nicola Conte: le origini del jazz contaminate con la musica elettronica. Il 24 maggio si esi-

che dà diritto ad alcune agevolazioni (biglietti a prezzo ridotto del 15%, pre-lazione telefonica...). Proposta con ta-gli da 25 a 200 euro. Offre anche tutte le funzioni di una carta di un conto. Si acquista nella biglietteria del Grande e poi viene consegnata agli sportelli della Banca di via Zanardelli. Evento riservato ai sostenitori della Fonda-zione Teatro Grande e ai possesso-ri della nuova carta “TeatroGrande-Card” è il concerto di Eugenio Finardi il primo febbraio. Info: teatrogrande.it

“Alla ricerca della fiaba perfetta alla corte del prof. Propp” è il titolo del-la proposta teatrale de “Il sociale dei bambini” dal 5 al 18 dicembre propo-sto al teatro sociale dal Ctb. Il proget-to nasce dall’esigenza di avvicinare le giovani generazioni all’arte teatrale. Lo spettacolo “Alla ricerca della fiaba perfetta alla corte del prof . Propp” si rivolge ai bambini dai sei agli 11 anni. L’iniziativa già vanta il tutto esaurito per le rappresentazioni per le scuole con 3355 bambini e 328 insegnanti. Disponibili ancora posti per gli spet-tacoli per le famiglie. Ogni rappresentazione parte dal fo-yer del teatro, per un massimo di 100 bambini a spettacolo, e poi insieme al professor Propp scopriranno i ruoli e i personaggi che sono ingredienti fondamentali per le fiabe. A farla da padrone in questo viaggio sono so-prattutto i personaggi cattivi. “È un

orgoglio – racconta Mario Bianchi regista e autore dello spettacolo – lavorare in un contesto in cui un tea-tro stabile promuove e investe per il teatro ragazzi. All’ingresso abbiamo allestito un museo della fiaba, con gli oggetti raccolti da Propp nei suoi viaggi. Ci sono gli stivali delle sette leghe, la chiave di Barbablù fino al cappello parlante di Harry Potter”. I ragazzi sono invitati a inventare un nuovo oggetto. I migliori, selezionati il 17 e 18 dicembre, verranno poi re-alizzati. Sono coinvolte nello spetta-colo nove persone. “È la 12ª edizione – dice il presiden-te Carla Boroni – ma è un’emozione particolare perché è la prima per me da presidente”. Le fa eco il direttore Angelo Pastore: “È però la prima vol-ta che l’allestimento è prodotto dal Ctb. Siamo contenti di riuscire a of-frire attività a 360 gradi, dai bambini

agli incontri di presentazione di libri, oltre alla produzione di spettacoli. Fi-no ad ora la stagione ha presentato solo prodotti nostri, che poi girano in altri teatri in Italia”. La novità di quest’anno sono le re-pliche pensate per le famiglie: sa-bato 10 e domenica 17 dicembre al-le 16 entrambe le giornate; ingres-so: bambino 1 euro; adulto 5 euro. Pacchetto famiglia due adulti e un bambino 10 euro. È obbligatoria la prenotazione: 0302928616 (info allo stesso numero e sabato e domenica allo 0302808600). Il Ctb ha presen-tato anche una collaborazione con il Nuovo Eden per cui chi presente-rà un biglietto d’ingresso a un film lì programmato, emesso la settimana precedente o quella in corso, avrà di-ritto a uno sconto sul biglietto di uno degli spettacoli del Ctb; la riduzione vale anche al contrario.

Torna “Natale a Teatro”, una rassegna completamente dedicata al Natale, con repliche per famiglie e scuole. Il 12 dicembre, primo giorno della sezione, c’è un fuori programma: lo spettacolo “Natale!” (nella foto) del Teatro Telaio, in cartellone al mattino per le scuole presso l’Auditorium Bettinzoli a Brescia, sarà infatti replicato anche al pomeriggio alle ore 17. La scelta è stata dettata dal successo che stanno avendo le repliche domenicali di quest’anno, che

fanno intuire un apprezzamento per il teatro da parte delle famiglie. Si è pensato di offrire questo “servizio culturale” anche durante la settimana al di fuori dell’orario scolastico, dedicando l’iniziativa ai centri di aggregazione giovanile, ai numerosi nonni baby sitter per i loro nipotini e a tutti quelli che, semplicemente, vogliono permettersi un fine pomeriggio con i loro bambini, mentre aspettano Santa Lucia. Lo spettacolo scelto è un evergreen del Telaio che

giunge quest’anno, dopo dieci anni, alle sue ultime repliche. In scena tre clown ed un musicista, per raccontarci, a modo loro, la storia che tutti conosciamo. La settimana vedrà poi quattro repliche di “Aspettando Natale”, narrazioni per i piccoli dalla festa di S. Lucia a leggende sulla notte di Natale, che saranno rappresentate dal Teatro Telaio a Castel Mella, a Rezzato ed a Borgosatollo, tutte dedicate alle scuole. Dedicati alle famiglie saranno gli ultimi tre spettacoli: “La

pastora”, narrazione-animazione di origine popolare e contadina di Ilaria Gelmi, che sarà domenica 18 dicembre a Castegnato e lunedì 26 dicembre presso il Teatro Arcobaleno di Fiumicello a Brescia, mentre il 7 gennaio la rassegna si concluderà (assieme, ahimè, alle vacanze) al Teatro Parrocchiale di Cologne con il Canto di Natale, da Dickens, rivisitato dalla Compagnia Ditta Gioco Fiaba. Informazioni su spettacoli, programma ed orari su storiestoriestorie.teatrotelaio.it.

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arà a brescia per tre sere Marco Balliani: 13 dicem-bre al Politeama di Maner-bio (ore 21), 14 dicembre all’Odeon di Lumezzane

(20.45) e 15 dicembre (20.30) al San Giovanni Bosco di Edolo. A Manerbio porta “Kohlhaas”.È un racconto che faccio da tanti anni. È stato il primo esempio di teatro di narrazione. Nel prossimo anno arrive-rò alla millesima replica. Un racconto potente che faccio da solo, seduto su una sedia, che narra una storia di in-giustizia nella metà del Cinquecento in Germania. In realtà è attuale: parla dell’impotenza del cittadino nei con-fronti di una legge fatta per i potenti e per i ricchi e non per tutti. È la storia di una rivolta che assume le forme di una guerriglia che ricade sulla stessa persona che l’ha tentata. Una grande storia su giustizia e ingiustiza. Il secondo spettacolo è “Terra promessa” a Lumezzane ed Edolo.È un omaggio fatto in un certo modo ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Ho volu-to raccontare come è nato questo pa-ese negli anni successivi allo sbarco dei Mille. Siamo tra il 1860 e il 1865. Ho preso la storia di un brigante, chia-mato Carmine Crocco, che è esempli-ficativa del disastro politico e sociale con cui si è fatta questa unificazione: una guerra civile costata 80mila mor-ti, non raccontata da nessuno. Al mu-seo del Risorgimento a Torino non c’è nemmeno una pagina sul brigantag-gio, sul quale i Savoia sono intervenu-ti con dittature militari e repressioni, senza risolvere la richiesta di giustizia da parte dei contadini. Questione mai risolta fino ad oggi.Quanto gli spettatori riflettono sulla propria situazione attuale?È abbastanza immediato. Nel primo spettacolo mi rivolgo addirittura agli spettatori con domande sul presente, come se il protagonista del Cinque-cento chiedesse a noi oggi: ma allora non c’è una giustizia uguale per tut-ti? Nel secondo gli spettatori alla fine sono stupiti di questo pezzo di storia mancata; tutti dicono: allora non ab-biamo risolto niente. Il teatro, se lo fai in uncerto modo, parla sempre del presente, perché noi artisti viviamo in questo presente. Leggiamo il passato per quello che ci è utile per il presente.La speranza...Il teatro non si pone il problema di lanciare messaggi verso il futuro, ma mostrare conflitti. Ogni spettatore de-ve andarsene più con domande che risposte. C’è poi la catarsi, cioè l’ela-

borazione del lutto. Ma da qui non si esce con un vademecum di soluzioni. Il conflitto della giustizia è continuo e dobbiamo ogni volta adattare le re-gole di convivenza.Lei ha inventato il teatro di nar-razione. Qual è il segreto?

“Havana song and dance” è uno show danzato e suonato da 12 ballerini e 10 musicisti cubani che esprime la vitalità contagiosa della gente e della musica suonata e ballata in una qualsiasi piazza assolata di Cuba. Giovedì 15 dicembre alle 21, dai 18 ai 35 euro (più prevendita); ridotto under 12 e over 65. Straordinari ballerini accompagnati dall’orchestra “Los Jovenes clasico del Son” ripercorrono una storia cubana che nasce dalle strade dell’Avana di

oggi e che racchiude in sé la visione realistica di un Paese sull’orlo del cambiamento, di giovani che sognano un futuro altrove, lontano da un’isola fuori dal tempo. È la storia di Papito che canta la musica della generazione cubana sognando fama e fortuna nelle strade di Miami e di suo padre Ramon, re della rumba, che vive invece nel ricordo del grandioso passato musicale di Cuba. Attraverso questi personaggi, il pubblico è trascinato in un viaggio che va dalle danze

della fertilità degli schiavi africani, alla musica degli anni cinquanta, dal mambo e cha cha cha fino alla salsa, la timba e il reggaeton. Un crescendo di ritmi travolgenti che trasmettono al pubblico la gioia di vivere del popolo cubano. Musica, danza e canto mantengono la spontaneità e l’energia di un incontro, una vitalità contagiosa di una cultura che balla per noi e con noi, che ci regala le sue emozioni. Uno spettacolo che fa vibrare i sensi, emoziona e colpisce il cuore.

Il segreto sta nel fatto che l’occhio si sposta all’orecchio. Non c’è più biso-gno di vedere troppo ma di ascoltare tutto. È una rivoluzione rispetto a una società che mostra tutto. È l’esatto opposto: il pubblico è in silenzio al buio e deve costruirsi le immagini che io accenno; è una cosa antichissima.La sua poetica è stupore e incan-tamento?È il mio allenamento quotidiano nei confronti della vita e del mondo, nei confronti del mistero che ci circonda.

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ugenio Amus, Luigi Cam-pini, Faustino Joli, Ange-lo Inganni. Nomi noti al pubblico bresciano, che hanno contribuito con i

loro dipinti alla causa di unificazio-ne nazionale, raffigurando sulle loro tele episodi significativi delle guerre d’indipendenza. “Il tema del Risorgimento nell’arte pittorica – ha spiegato Luciano Anel-li in un incontro svoltosi nei giorni scorsi presso la Fondazione civiltà bresciana – è stato protagonista an-che della produzione iconografica bresciana, sebbene in molti casi si tratti di dipinti meno sgargianti e di minor portata artistica rispetto ai ca-polavori dei maestri italiani, ma che comunque conservano un grande valore per la storia di quel periodo”. Anelli ha concentrato l’attenzione sullo spirito che ha animato la deci-sione a raffigurare le scene celebri delle guerre d’indipendenza, classi-ficando i pittori bresciani sulla base

sa il 22 marzo 1848, oppure l’accam-pamento di zuavi sugli spalti di San Giovanni. “Altri – prosegue Anelli – erano invece mossi da spirito pa-triottico, come Eugenio Amus, che partecipò anche a episodi bellici e raffigurò in un ciclo di dipinti le ope-razioni militari, tra le quali la Batta-glia di Magenta del 1859 e lo scontro tra piemontesi e austriaci presso il Santuario della Madonna della Sco-perta”. Non partecipava direttamen-te alle operazioni militari Faustino Joli, ma trasmetteva il proprio ar-dore patriottico nei dipinti custodi-ti al Museo del Risorgimento, espo-sti anche alla mostra organizzata a Roma alle Scuderie del Quirinale in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, tra cui “La notte del 31 marzo 1849 a Por-ta Torrelunga” e “Il combattimento del 31 marzo 1849 in via delle Con-solazioni”, ai quali i bresciani non possono che associare il dipinto em-blema dei moti risorgimentali della

della spinta patriottica che soggiace-va alla realizzazione dei dipinti. Di certo, non era un patriota “l’austria-cante” Angelo Inganni, amico del generale Radetzky e spesso incari-cato di ritrarre gli ufficiali austriaci. “Al museo dell’Armata Imperiale, a Vienna – ha spiegato Anelli – si tro-vano moltissimi quadri di Inganni, che in Austria era ben voluto, men-tre a Brescia godeva di una pessima fama”. Tuttavia, il pittore bresciano si dedicò, forse più per opportuni-smo che in seguito a un vero moto d’orgoglio italico, a raffigurare i fe-steggiamenti di Milano a Porta To-

Il linguaggio dell’arte contemporanea appare ermetico, difficile e lontano dalla vita quotidiana. Nessuna mostra (e nessun critico) può fornire una risposta esaustiva, ma una possibile interpretazione di questo quesito può essere suggerita considerando l’arte come un “modo di vedere” la realtà. La mostra “Passaggi - arte contemporanea in università” sottolinea che l’arte contemporanea non è lontana dalla quotidianità di ognuno, anzi: è la realtà stessa

guardata con occhi diversi. A tale scopo le opere proposte, allestite nei luoghi dell’università, luoghi di sosta e soprattutto di passaggio (nella foto l’istallazione sulle scale di Elisa Leonini), sono scelte in quanto letture “alternative” degli spazi. Come ogni forma comunicativa, anche l’arte contemporanea è articolata in diversi livelli di lettura, e ciò garantisce la possibilità di creare un dialogo con un pubblico ampio. Si intende coinvolgere tutti gli studenti, non soltanto

quelli che siano già interessati o che già si occupino di arte contemporanea. La pervasività dell’arte è esemplificata dalla scelta di opere che hanno caratteristiche molto differenti: pittura, fotografia, video, installazione, affinché il coinvolgimento sia poli-mediale e poli-sensoriale. La volontà, inoltre, è di accostare artisti già pienamente affermati e giovani emergenti. Fino al 17 dicembre, mostra organizzata nell’ambito delorso di laurea Stars, da un progetto di Paolo Bolpagni.

L’arte sacra della città di Brescia tro-va un punto saldo al civico 18 di con-trada S. Giovanni. È nato, infatti, l’in-fopoint “Arte in centro”, su idea delle nove parrocchie cittadine (S. Afra, S. Maria in Calchera, S. Lorenzo, S. Ales-sandro, S. Faustino, S. Giovanni, Ss. Nazaro e Celso, S. Agata) col soste-gno di Circoscrizione Centro storico e amministrazione comunale. “Questo nuovo punto informativo – dice Ma-rio Labolani, assessore al Centro sto-rico – è importante per tutta la città e consentirà di rendere riconoscibile a cittadini e turisti il patrimonio sacro delle nove parrocchie”. Un infopoint che sarà centro di organizzazione per convegni, conferenze, percorsi di formazione, laboratori didattici, visite guidate, oltre alla divulgazione di dépliant. “L’infopoint è una risor-

sa preziosa – spiega l’assessore alla Cultura, Andrea Arcai –, e già quello aperto alla stazione ha saputo darci indicazioni rilevanti su numeri e ti-pologia dei turisti di passaggio a Bre-scia. La città deve tornare a riscoprire i gioielli che sono custoditi nelle sue chiese, per questo ho colto subito con favore l’idea di valorizzare questo im-menso patrimonio”. L’infopoint a di-cembre sarà aperto lunedì, mercole-dì e venerdì (ore 10/12), nell’attesa di attivare anche una postazione con un numero verde diretto a Servizi sociali e associazioni di volontariato. “Ponia-mo al centro del cammino della città – spiega don Amerigo Barbieri – una storia che è contenuto e messaggio, capace di rendere contemporanei i patrimoni passati e fare della città stessa una comunità”. (a.a.)

nostra città, ovvero la raffigurazione del popolo radunato in piazza della Loggia durante le Dieci giornate. “Accanto alle complesse allegorie patriottiche di Luigi Campini – ha concluso Anelli – è bene ricordare anche le produzioni minori, come quelle dell’avvocato Pietro Morelli, pittore per diletto, che tuttavia s’in-seriva a pieno nello spirito del tem-po offrendo un contributo al ricor-do di quel momento decisivo per la storia d’Italia”.

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Sabato 10 dicembre alle 20.45, nella chiesa parrocchiale S. Giovanni evangelista “...Come una sposa che si adorna di gioielli”. Esibizione artistica con Valentina Pescara (voce recitante) e Barbara da Paré (arpa). Domenica 11 dicembre ricca di musica a San Giovanni in città. Alle 11.15 al teatro S. Giovanni esibizione del duo flauto e pianoforte con Marco Zoni e Matteo Falloni (3 euro). Alle 15 in piazzetta di S. Giovanni ci sarà invece “Xmas... auguri alla città”

con il coro “One soul project” diretto da Elisa Rovida; un concerto dedicato al Natale con brani gospel, spirituals, traditionals e modern (in caso di pioggia si terrà nel Teatro San Giovanni). Durante il concerto ristoro con thè, vin brulè e caldarroste. Alle 20. 30 nella nella basilica dei Santi Faustino e Giovita concerto di arie sacre dal barocco: “Sacra armonia qui cantat, bis orat”; dirige Francesco Andreoli con Nadia Engheben (soprano) e Michele Bardi (Clavicembalo).

opo il successo del pri-mo anno e della pri-ma parte dell’edizione 2011, i Missionari Sa-veriani rinnovano l’ap-

puntamento con “Caro autore ti chiedo…Una serata d’inverno a San Cristo”, proponendo quattro incontri invernali che si svolge-ranno tra i mesi di dicembre e feb-braio. Quattro libri per affrontare un tema unico, ovvero l’incontro – scontro tra culture sia nella storia passata, sia in quella attuale, ma soprattutto declinato nei suoi svi-luppi futuri. “La serata inaugurale del 6 dicembre – ha spiegato padre Mario Menin, rettore dei Saveriani di Brescia – è stata dedicata a un tema scottante come lo sterminio degli ebrei, affrontato da Marino Ruzzenenti in un libro dedicato al-la figura complessa di Mario Ben-discioli, analizzato da Bruno Segre, direttore della rivista ebraica ‘Ke-shet’, e da Brunetto Salvarani, di-rettore di Cem Mondialità”. In una scia di continuità che lega una se-rata all’altra, il 24 gennaio sarà la volta proprio di Brunetto Salvara-ni e della sua ultima pubblicazio-ne dal titolo “Il dialogo è finito?”, della quale discuterà con Mauro

Castagnaro, giornalista esperto di ecumenismo, Annachiara Valle, direttrice di “Madre”, e lo stesso padre Menin. Dunque, un salto dal passato alla stretta attualità per ri-flettere sul concetto di pluralismo religioso e su cosa significhi in con-creto nel rapporto con il cristiane-simo. Restringendo il campo dalla sfera globale a quella più specifica della situazione italiana, martedì 14 febbraio il sociologo delle reli-gioni Enzo Pace, autore del volu-me “Vecchi e nuovi dei”, riflette-rà sull’argomento della geografia religiosa italiana, evidenziandone gli aspetti di cambiamento in rela-zione alla presenza di nuove real-tà legate alle credenze e tradizioni delle persone appartenenti ad altre fedi. Insieme a lui dialogheranno Marco Dal Corso, docente di Teo-logia delle religioni e Paolo Naso, docente di Scienza politica. A mo-derare l’incontro sarà chiamato il caporedattore di “Missione Oggi”, Franco Ferrari. Ultimo, ma non certo per importan-za, l’incontro con Antonio Nanni e Antonella Fucecchi, due autori ro-mani protagonisti del movimento educativo di Cem Mondialità, che si svolgerà il 28 febbraio e avrà co-

me oggetto un tema dibattuto co-me quello della concessione della cittadinanza in relazione agli im-migrati di seconda generazione. Autori del volume “Come nasce un italiano. 150 anni per capirlo”, i due studiosi rifletteranno sul sen-so dell’essere italiani oggi e sulla necessità di aggiornare e rilegge-re il concetto di mondialità a 20 anni dalla sua teorizzazione. L’in-contro sarà moderato da Federico Tagliaferri, caporedattore di “Cem Mondialità”; dialogheranno con gli autori Lucrezia Pedrali, condiret-trice del mensile e, per chiudere il cerchio, il protagonista del primo incontro, il saggista Marino Ruzze-nenti. Tutti gli incontri si svolgono alle ore 18 nel complesso di San Cristo, in via Piamarta 9. Per infor-mazioni Csam 0303772789.

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Dopo mesi di ottimi risultati di ascol-ti La 7 tenta il colpo grosso e si but-ta a testa bassa nello spazio tv più affollato della tv italiana: la domeni-ca pomeriggio. Il contenitore festi-vo – quella dimensione senza spazio e tempo, dove tutto può accadere a patto che il pubblico resti fedele alla rete per qualche ora – non è più so-lo appannaggio di Rai e Mediaset. È nato “Ma anche no”, tre ore circa in compagnia del giornalista Antonello Piroso e dei suoi ospiti. Difficile da ca-talogare in un genere specifico, come difficile è paragonarlo all’offerta della concorrenza… Piroso lo ha ammes-so all’inizio della prima puntata: “Ma

anche no” ha un taglio più approfon-dito, meno scanzonato di “Domenica Cinque” e “Domenica In”, fa pensare a una controproposta di qualità che può mettere in crisi il resto della tv domenicale che da anni, sprofonda-ta nel divano in fase digestiva, gode di un pubblico più abitudinario che affezionato.Piroso tira in ballo attori, registi, mu-sicisti, comici, politici e giornalisti. Sulla carta si tratta di un’ottima op-portunità per La 7 di diventare una reale opzione per il telecomando. Sulla carta.Nella pratica però la prima puntata di “Ma anche no” ha mancato par-

zialmente il suo obiettivo, il metodo applicato nella gestione dei tempi, dei personaggi, la liturgia della tra-smissione è stata spesso deludente, potenzialmente poteva essere molto più interessante. I quattro giornalisti di quotidiani nazionali ospitati in stu-dio durante tutta la trasmissione, che avrebbero dovuto fornire assist e dare manforte al flusso, hanno occupato un ruolo clamorosamente marginale, quasi imbarazzante. Dopo una veloce presentazione iniziale li abbiamo sen-titi formulare la prima domanda quan-do la diretta era iniziata da un’ora. E anche nel seguito della trasmissione non hanno fatto la differenza, quasi

chiamati in causa quando non ce n’era bisogno e viceversa. L’unico protago-nista è stato Piroso, che ha dato prova delle sue doti di “one man show”, ma che forse si è dimenticato che da solo non può reggere il pesante pubblico domenicale: che piaccia o no, 30 anni di varietà in decolté e brillantina sono difficili da rimpiazzare con un paio di interviste e qualche azzeccato contri-buto video. E se proprio vogliamo dir-la tutta, l’intervista a Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, è durata 50 minuti. Impos-sibile resistere.E poi lo spazio dedicato ai bambini: una dozzina, fra i nove e gli 11 anni,

che dialogano più del meno che del più in un’ipotetica ora buca scolastica con Piroso-supplente. Una “lezione” di ben 30 minuti, sicuramente non di lingua italiana ma, piuttosto, di roma-naccio da quinta elementare, che avrà fatto scappare il pubblico altrove.L’unico momento veramente gusto-so e interessante è stato bruciato nei primi 20 minuti di trasmissione: la lettura recitata di una riduzione della fiaba de “Il pifferaio di Hamelin”, con Giorgio Tirabassi.Belle idee, buoni argomenti, ma cat-tiva gestione. Piroso e il suo staff de-vono fare di più per la domenica po-meriggio. Ne abbiamo bisogno.

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Nella sua nuova carriera europea, Woody Allen ha perfezionato un ge-nere che potremmo definire “com-media turistica”. Si sposta da una grande città all’altra (Londra, Bar-cellona, Parigi, prossima tappa Ro-ma) e riscrive le sue storie preferite ambientando i dialoghi in tutti, ma proprio tutti, i luoghi più conosciu-ti e simbolici delle rispettive loca-tion. Un “Grand Tour” contempora-neo che trova forse in “Midnight in Paris” la sua apoteosi: la carrellata

Si intitola “Leggende e luna” il concerto di venerdì 9 dicembre alle 20.45 al teatro Ctm di Rezzato, promosso da Cipiesse.Il ricavato della serata (ingresso 10 euro) andrà all’associazione Priamo, che si occupa di assistenza a persone colpite da tumore. Durante il concerto si potranno ascoltare brani per pianoforte, flauto, violino, viola, violoncello, contrabbasso e percussioni.

una sfida in piena rego-la quella che alcuni pez-zi pregiati della canzone italiana lanciano al sem-pre più languente merca-

to discografico, vivacizzato in questi giorni dalle uscite natalizie, tra cui si segnala l’album“Christmas” di Mi-chael Bublé, pubblicato lo scorso ot-tobre. Questa settimana presentia-mo le recenti pubblicazioni di Adria-no Celentano e di Antonello Venditi, artisti diversi ma entrambi di prima fascia. Tra i due il più atteso è sicura-mente il “re degli ignoranti”, Adriano Celentano, artista dotato di carisma talvolta ingombrante. A quattro anni dall’ultimo disco di inediti (l’ultimo era “Dormi amore la situazione non è buona”) il nuovo “Facciamo finta che sia vero”, titolo al solito provo-catorio, è caratterizzato da una fol-ta presenza di ospiti e collaboratori, che condividono con lui la realizza-zione dell’album. Giuliano Sangiorgi, oltre a firmare testo e musica della già nota e apprezzata “Non ti accor-gevi di me” (che ospita i Negrama-ro al completo), recita il finale di “Non so più cosa fare”, musicato da un grande spirito libero come Manu Chao. Franco Battiato – con Manlio Sgalambro – è autore del testo e se-conda voce della title track, musica-

to da Nicola Piovani, mentre a Jova-notti si devono testo e musica di “La cumbia che cambia” e le liriche di “Fuoco nel vento”. Partecipano an-che Pacifico, autore del testo di “Ti penso e cambia il mondo”, Raphael Gualazzi che ha arrangiato i fiati e suonato il pianoforte in “La mezza luna”, e strumentisti di rango quali il chitarrista Phil Palmer e il batterista Steve Ferrone. Un disco, pur tra alti e bassi, da ascoltare in toto, con la voce sempre strepitosa di Celentano che si destreggia tra suoni e ritmi di-versi, forse anche troppo, invadendo territori canori a lui non troppo con-geniali, come nel caso di “La cumbia di chi cambia” , più adatta alla voca-lità di Lorenzo Cherubini. Altro disco di inediti è “Unica” di Antonello Venditti, che esce anche questo a distanza di quattro anni dal precedente, “Dalla pelle al cuo-

re”. “Unica” è un lavoro che contie-ne nove brani di amore, di libertà e di fede. “Il mio approccio alle cose è sempre emozionale, scrivo le can-zoni per me ma quando mi accorgo che diventano realtà nella vita delle persone è fantastico. La musica na-sce così, da un incontro di persone che si vogliono bene, inutile che mi chiedano se vorrei mai collaborare con Paul McCartney… io voglio suo-nare con i miei musicisti, con per-sone con cui condivido qualcosa”. Troviamo anche in questo album Gino De Crescenzo alias Pacifico, che ha scritto il testo al solito mol-to bello del brano “Ti ricordi il cie-lo”. Sulla cover del disco campeggia un triangolo, che pare una finestra aperta verso il mondo, una finestra che sgorga dal cuore del cantautore romano, che con questo disco pare ritornare ai tempi dei suoi primi clas-sici. Un disco che si immerge senza troppi fronzoli nel sociale, rinver-dendo i fasti del cantautorato italia-no. Troviamo così “Oltre il confine” che parla di immigrati e “La ragazza del lunedì”, che descrive la fine del-la relazione tra la ragazza (l’Italia) e il suo governante. In definitiva un disco vero, immediato e profondo, che ci aiuta a riflettere evitando la pesantezza e la retorica.

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di immagini della città che apre il film è una dichiarazione d’amore vicina, per struggente efficacia, al-la visione della Manhattan in bianco nero dell’omonimo film girato oltre 30 anni fa.I personaggi, sempre ricchi e sfac-cendati, hanno un solo problema: sono insoddisfatti della vita e cer-cano la felicità in un “altrove” mai raggiungibile. A Gil (Owen Wilson), lo sceneggiatore protagonista del film, capita di toccare con mano

quel mondo a cui guarda come a un modello di esistenza pienamente realizzata. In trasferta francese con la futura moglie Inez (Rachel Mc Adams, un’antipatica da manuale), i genitori ultraconservatori di lei e una coppia dominata da un saccente studioso (Michael Sheen), Gil sogna la Parigi degli anni Venti, dove He-mingway, Picasso, Bunuel, F.S. Fitz-gerald e altri artisti straordinari tra-scorrevano nottate accese dall’intel-ligenza e dalla passione. È proprio

in questa città che viene trasportato dopo mezzanotte. Insieme agli eroi delle sue fantasie intellettuali – ful-minante, fra tutti, Adrien Brody nei panni di Salvador Dalì – lo scrittore incontra anche Adriana (Marion Co-tillard), affascinante musa di molti artisti, a sua volta nostalgica di una Parigi ancora più remota nel tempo.Allen concede al suo personaggio una romantica possibilità di lieto fine, dopo aver composto – aiuta-to dall’azzeccata colonna sonora –

una ballata leggera sull’evanescen-za delle illusioni. Nella quale (come in tutti i suoi ultimi lavori) aleggia sempre, non dichiarata, la presenza della morte. Il tempo è inesorabile: anche noi vorremmo reincontrare l’Allen di una volta, quello delle tra-me originali e non delle più o meno brillanti riscritture. Ma – sarà me-rito di Parigi? – “Midnight” avvolge nelle sue atmosfere piene di fasci-no e lascia un piacevole retrogusto di malinconia.

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rande fiducia nella ma-gistratura, ma anche fer-ma determinazione nel tutelare in tutte le sedi opportune il buon nome

di Brebemi tirato in ballo dall’inchie-sta giudiziaria che nei giorni scorsi si è abbattuta anche su Brescia e che ha portato all’arresto del vice-presidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani. Tra le mi-sure connesse all’indagine in corso anche il sequestro di cantieri della Brebemi, quello di Cassano d’Ad-da, nel Milanese, quello di Fara Oli-vana Con Sola, nella Bergamasca e quello di Urago d’Oglio. Brebemi e il suo managemet sono fermamen-te determinati nel chiedere conto dei danni subiti. “Ci costituiremo – afferma Franco Bettoni che della Brebemi è presidente – parte civile per la richiesta dei danni che stiamo subendo in termini di immagine, di costi e di ritardi nella realizzazio-ne dell’opera. Il general contractor che ha vinto la gara per i lavori, per altro, ha già chiesto il dissequestro dei cantieri”.Nel frattempo, conferma Bettoni, l’opera sta procedendo in importan-ti cantieri come quelli per la riqua-lificazione della Rivoltana e della Cassanese, mentre per le prossime settimane è previsto il via per quello della tangenziale sud di Brescia per realizzazione della terza corsia. Le

vicende giudiziarie in corso, com-preso il sequestro dei cantieri, non dovrebbero avere, secondo Franco Bettoni, particolari conseguenze sul cronogramma elaborato per la realizzazione di Brebemi, “anche se è chiaro – afferma – che qual-che costo in più potrebbe verificar-si cammin facendo”. Costi, speci-fica il presidente di Brebemi, che non saranno a carico della società

ma del già citato general contrac-tor, l’associazione temporanea di impresa che ha vinto la gara d’ap-palto per la realizazione dell’ambi-ziosa opera. “Mancano ancora 15 mesi ai tempi fissati per la conse-gna della Brebemi – afferma Bet-toni –. Si tratta di un tempo suffi-cientemente lungo che dovrebbe mettere al riparo da ogni possibile sorpresa”. “Quando siamo partiti

Il Gruppo giovani imprenditori dell’Aib di Brescia aderisce al progetto “Erasmus per giovani imprenditori: diventare imprenditori con una visione internazionale!”, realizzato in collaborazione con il vice-presidente del Gruppo giovani imprenditori della Sardegna, Giovanni Soffietti. Si tratta di un programma di scambio per imprenditori europei mirato a sviluppare l’imprenditorialità e la concorrenzialità,

l’internazionalizzazione e la crescita in fase di avviamento di pmi consolidate nell’Unione europea. L’iniziativa intende inoltre promuovere il trasferimento di know how e competenze per la conduzione di pmi. Il progetto è rivolto a imprenditori già titolari o responsabili di una pmi nell’Unione europea e a nuovi imprenditori che stanno seriamente pianificando la costituzione di una propria azienda o l’hanno già costituita nel corso degli ultimi tre anni.

“L’imposta sul valore aggiunto (Iva) è versata dai cittadini, riscossa dalle imprese e rappresenta oltre il 20% delle entrate nazionali. Per questo motivo ha un notevole impatto su ogni singolo cittadino dell’Ue. Tuttavia l’introduzione del sistema Iva risale a 40 anni fa e il regime non è più in linea con la nostra econo-mia orientata ai servizi e basata sulle tecnologie. È giunto il momento di avviare una riforma ambiziosa del

sistema Iva”, è quanto dichiarato da Algirdas Šemeta (nella foto), com-missario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode. Partendo da queste premesse la Commissione ha adottato una co-municazione sul futuro dell’Iva, con cui stabilisce le caratteristiche fon-damentali del nuovo sistema Iva e gli interventi prioritari necessari per renderlo più semplice, più efficien-

te e più solido nell’Ue. La proposta è basata sui risultati di una vasta consultazione condotta dalla Com-missione nei mesi scorsi, sulla quale sono stati ricevuti più di 1700 contri-buti. Gli obiettivi del nuovo sistema iva sono tre. Innanzitutto l’Iva deve essere di più facile applicazione per le imprese. Un sistema Iva più sem-plice e trasparente ridurrebbe gli oneri amministrativi considerevoli delle imprese e stimolerebbe mag-

giormente il commercio transfron-taliero, il che favorirebbe a sua vol-ta la crescita. Le misure previste in favore di un sistema iva più a misura d’impresa sono volte ad estendere l’approccio di “sportello unico” alle operazioni transfrontaliere, a stan-dardizzare le dichiarazioni Iva e a fornire un accesso chiaro e sempli-ce alle informazioni dettagliate sui sistemi iva nazionali tramite un por-tale web centrale.

con i lavori di Brebemi – afferma Bettoni commentando l’inchiesta in corso – come primo atto ufficia-le abbiamo siglato con le prefettu-re competenti per i territori attra-versati dall’infrastruttura un pro-tocollo di legalità, strumento che si è rivelato un ottimo supporto per prevenire o tamponare in tem-pi brevissimi situazioni spiacevoli come quelle che, nostro malgrado, stiamo vivendo in queste settima-ne e su cui la magistratura sta svol-gendo le proprie indagini”. Franco Bettoni, comunque, tiene a ribadi-re che in tutta la vicenda scoppia-ta nelle scorse settimane (anche se le indagini andavano avanti da tempo) Brebemi è a tutti gli effetti parte lesa da evidenti distorsioni dei rapporti tra politica e appalti che anche lo stesso Presidente ri-teneva ormai di un passato sepol-to. Un impiccio che la società che si è posta il traguardo della realiz-zazione dell’infrastruttura si sareb-be volentieri risparmiata.

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ra basta scuse: dome-nica contro il Bari la squadra è praticamen-te al completo. È vero, le squalifiche di Be-

rardi ed El Kaddouri continuano a martoriare mister Scienza co-stretto all’ennesima mini-rivolu-zione tattica. Ma ora ci siamo. In difesa con un Martinez in più e un capitan Zam-belli ritrovato dopo i tre turni di stop inflitti dal giudice sportivo, contro i galletti biancorossi al Ri-gamonti (inizio alle 12.30) bisogna tornare a riempire la casella delle vittorie tristemente rimasta vuota da 12 turni. Attenzione al Bari, però, squadra che ha collezionato quattro delle sei vittorie totali lontano dal San Nicola. È pur vero che un succes-so sarebbe gradito visto che sarà l’ultima del 2011 (anno di un tri-ste e magro Centenario) davanti ai propri tifosi. In avanti finalmente Jonathas è tornato a segnare, ma è l’unico, e a centrocampo potrebbe non far-cela Budel. Uscito per una botta alla spalla, in settimana ha svolto fisioterapia e palestra ed è rimasto sotto il controllo vigile dello staff biancoazzurro. E a tener banco resta sempre il mercato, ma in uscita quando bi-sognerebbe intervenire in entra-

ta. Dal 2 gennaio si riparte con le contrattazioni. Gino Corioni ha confermato che urge un intervento sostanziale in attacco ma gli unici nomi a circolare sono quelli di Lea-li, El Kaddouri, Salamon e Daprelà pronti a fare le valigie. L’interesse arriva soprattutto da club esteri ma il patron delle ron-dinelle spera di chiudere le tratta-tive ma di consegnare i giocatori

richiesti a giugno. In mezzo a tut-to questo chiacchiericcio, sempre il patron di Ospitaletto è tornato alla carica per rimettere la socie-tà in vendita. La ricerca di acquirenti sarà l’en-nesimo appello a vuoto? Chissà, visti anche i tempi di crisi. Che la società non sia in buone acque (economicamente parlando) lo sanno oramai anche i sassi, quindi

La panchina della Pallamano Leonessa cambia volto. Dopo due sconfitte contro Brixen in trasferta e Taufers al San Filippo (che fra l’altro navigano nelle zone basse della classifica), la società di A2 femminile ha deciso di sollevare dall’incarico il mister Massimo Lancini (nella foto a lato), complici la mancanza di risultati positivi e la necessità di dare uno scossone allo spogliatoio che molto sembra aver sofferto le ultime battute

d’arresto. A prendere in mano le redini della squadra sarà per la prossima partita (sabato 10 in trasferta contro lo Schenna) il secondo allenatore Akada Justin N’Guessan. La pausa natalizia consentirà di decidere chi succederà a Lancini. La Pallamano Brescia dopo otto giornate di campionate è scivolata al settimo posto. Dopo la sfida con lo Schenna, il girone d’andata si completerà il 14 gennaio contro Cassano Magnano. (m.r.)

Il rugby femminile approda allo stadio Pagani di Rovato per un appuntamen-to da mettere in agenda. Domenica 18 marzo 2012, l’impianto ospiterà Italia-Scozia valida per il prestigioso Torneo delle Sei Nazioni. Il rovatese Pierluigi Toscani, consigliere regionale, ha – in-vece – assicurato anche il patrocinio della Regione Lombardia annuncian-do lo stanziamento di un contributo. Il movimento femminile è giovane (se pensiamo che solo nel 1991 è arriva-

to il riconoscimento ufficiale da parte della Federazione Italiana Rugby e dal 1992 si gioca il campionato naziona-le) ma in crescita. Le tesserate sono passate negli ultimi quattro anni da 3550 a 6200. L’ingresso dell’Italia fem-minile nel “Sei Nazioni”, avvenuto nel 2007, e gli ultimi successi internazio-nali stanno contribuendo alla cresci-ta. Avvenuta anche dal punto di vista dei risultati: sotto la guida di Andrea Di Giandomenico e del rovatese Da-

niele Porrino, l’anno scorso le azzurre hanno chiuso il Torneo con due vitto-rie: contro la Scozia (26-0) e contro il Galles (12-8) bissando lo storico suc-cesso ottenuto a Bridgend l’anno pre-cedente (19-15), prima vittoria di una nazionale azzurra di rugby in terra gal-lese. Proprio coach Porrino, che per l’occasione giocherà in casa avendo fatto parte del club rossoblù per tanti anni prima da giocatore poi da allena-tore delle giovanili, non sta nella pelle.

“Sarà un’emozione intensa e partico-lare quella che mi accompagnerà il giorno della partita”. Due le giocatrici bresciane che fanno parte della rosa: Vanessa Chindamo e Michela Este. In-fine Cristina Volpi, membro dell’orga-nizzazione, a nome del Comitato Fem-minile Plurale dell’Associazione Indu-striali Bresciani ha annunciato che in occasione della partita si terrà, presso la sede dell’Aib, un incontro dal titolo “Il gioco di squadra”.

avanti sempre e solo con Corioni. Contestato dalla società, il “Gino” non molla e chiede alla squadra di tornare a vincere come all’inizio. E ricorda che l’obiettivo resta sem-pre la salvezza. Il 2 gennaio – gior-no della riapertura del mercato detto di “riparazione” – è vicino, e allora buona spesa caro presidente Corioni e che un pizzico di fortuna torni ad assisterci.

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finito il girone d’andata nei campionati di calcio a sette juniores. Nel girone Benacense comanda Au-dax Virle, con 21 punti,

due più di Calcinatello il quale ha però dalla sua la vittoria nello scon-tro diretto di tre settimane fa; terza posizione per Castello (15 punti), re-duce da due ko di fila in scontri di-retti con le prime in classifica. Stessi punti ha il Muscoline, partito male ma in netta ripresa; Lonato e San Vi-to si fermano a 13, mentre sembrano già fuori dai giochi Molinetto, Nova-gli, Centenaro e Calcinato.Nel girone di Brescia Torricella e Gus-sago si marcano stretto, distanziate da un solo punto, 19 contro 18, ma con scontro diretto a favore di quest’ulti-ma; terza posizione per Nave, 14 punti con due sconfitte consecutive al pas-sivo. Seguono Castegnato, 13 punti, Castelmella, 12, San Zeno Naviglio, 10; più lontano dal vertice si trovano Casazza, Team Out e Flero. Nell’Occi-dentale la graduatoria è falsata dalla necessità di recuperare alcune parti-te: Rudiano, che le ha giocate tutte, guida con 18 punti, ma la Cigolese ne deve già recuperare una e proprio per questo si trova in seconda posi-zione; gara in meno anche per Ber-linghetto, terzo. Addirittura due so-no le gare in meno per l’Ambrosiana, quarta in compagnia di San Lorenzo, mentre per Castelcovati e San Imerio, che seguono a stretto giro, il calenda-

In Élite è stato il fine settimana delle grandi, con tutte le formazioni in corsa per il titolo a fare bottino pieno. Saip e Bar Ciringhito si sono laureati campioni d’inverno nei gironi A e B con due giornate d’anticipo e hanno messo il loro sigillo anche sull’ultimo turno di campionato con il 7-3 al Duomo Rovato e il 3-1 di S. Zeno. I punti di vantaggio sulle seconde, Gardonese e Smv Sovema, restano nove. Appena dietro, sul terzo gradino, ci sono i campioni provinciali del

Bovegno da una parte e la coppia Gambara e Cigolese dall’altra. Nei gruppi C e D c’è grande bagarre. Carrozzeria Bosini e Ponte Zanano hanno raggiunto quota 30 e cercheranno la lode nell’ultimo turno prima della sosta con Lonato 2 (staccata di 3 punti) osservatrice interessata. Stesso discorso nel girone D, dove Cafè Noir e Verolavecchia sgomitano per il primato tallonate a una lunghezza da Er Costruzioni, che non ha nessuna intenzione di mollare.

rio è completo. Chiudono Orzinuovi e Sant’Ilario. Tutto regolare, invece, per quanto riguarda la Valsabbia: qui Nozza fa l’andatura, avendo chiuso l’andata a punteggio pieno; il tris di seconde, formato da Bar Cantuccio, Tremosine e Vestone si trova addirit-tura a nove lunghezze. Dinamo Gaz-zolo insidia da vicino questo trio, con i suoi 13 punti, ed è a sua volta insidiato

da Fontana, a 12; Treviso, San Seba-stiano e Toscolano completano l’elen-co. Anche Adro chiude la prima par-te con 24 punti, ma il girone da dieci squadre comporta l’aver giocato una partita in più rispetto alla Valsabbia, e c’è da registrare una sconfitta, contro Inzino secondo in classifica; secondo posto ex-aequo per Bar Rock, mentre Clusane è indietro di tre punti. Da Co-storio (13 punti) in poi sembra diffi-cile assistere a possibilità di rimonta sul primo posto; restano però vive le chance di accedere alle finali provin-ciali, così come per Or.Vil., che di pun-ti ne ha 10. San Giovanni, San Rocco, Polaveno e Padergnone, nell’ordine, chiudono il girone valtumplino.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

I nuovi poveri

Egr. direttore,ho incontrato alcune persone che vi-vono al dormitorio, per strada, i più sotto i porticati delle chiese.Il fatto che per me fu nuovo, è stato quello della persona, di cui racconto di seguito, senza lavoro e casa. Alla fine del primo incontro la domanda è quella di sapergli indicare dove deve andare per trovale la soluzione al suo problema. La risposta tutte le volte uguale è ai Servizi sociali di Brescia.Mi ricorda che lui non si droga, non è sono alcolista e non ha problemi di depressione. Le persone dei Ser-vizi sociali rispondono che non si interessano oltre a queste categorie: tossicodipendenti, alcolisti, depressi, ma di cercare altrove. Questa fascia di persone senza lavoro, con mio immenso dispiacere, sta aumentan-do e dormono sotto i porticati delle chiese, vivono chiedendo un pezzo di pane o qualche euro alle persone che incontrano.Una persona alla quale avevo detto di rivolgersi ai suoi sacerdoti (non gli ho creduto subito), mi racconta che aveva suonato alla sua porta e gli era stato risposto che era impegnato e di passare più tardi. Quando tornò a suo-nare altre volte, la risposta fu sempre uguale, o erano impegnati e di passa-re più tardi, qualche confratello si ri-conoscerà. A questo giovane ho chiesto se sareb-be stato disposto a raccontare a un giornalista la cosa, così come aveva fatto con me. Immediata la sua rispo-sta: “Io non ho vergogna di mettermi a raccontare come vivo e che cosa mi capita a vivere così”. Probabilmente bisogna allargare il nostro raggio di

veduta per cogliere queste nuove fa-sce di poveri che nascono, al nostro tempo che non è molto attento ai fra-telli poveri, vuoti nella testa, nel cuo-re e smarriti. Guardandoci attorno ora che si avvi-cina al Natale, invitiamo a casa nostra qualcuno solo e in difficoltà. Apriamo gli occhi e ci sarà facile trovarlo. Con un sincero augurio di pace e bene, buon Natale a tutti anche ai confra-telli all’Est. don Giovanni Marchina

Un Natale da sogno

Egr. direttore,sogno un Natale, dove mettendosi per un minuto ad ammirare l’universo con la sua infinita grandezza, ci trasmetta quell’energia positiva di immaginare e pensare, che la nostra società, i ve-ri valori della vita li sappia ritrovare, apprezzare e amare. Sogno un Nata-le, dove fermandosi un secondo ad osservare il sole con i suoi raggi co-lorati, riesca ad illuminare le nostre idee e ci trasmetta tanto umano ca-lore. Porti del bene, dolcezza e gioia in ogni cuore. Sogno un Natale, dove mettendosi con attenzione ad ammi-rare la nostra bella terra, le sue mera-viglie, risorse e i suoi frutti. Ci faccia sperare che in futuro, possano essere distribuite equamente, non ci sia più nessuna persona al mondo che muoia di fame, per il rispetto della dignità di tutti. Sogno un Natale,dove mettendo-si per un momento ad osservare la tra-sparenza del cielo stellato con il suo bel colore azzurro e la sua limpidità. Con lo splendore dell’arcobaleno, ci aiuti a sognare un mondo di persone, piene di onestà, semplicità, umiltà, di gentilezza e sincerità. Sogno un Na-

tale, dove fermandosi ad ascoltare il rumore dell’acqua con le sue cascate, le sue onde ci dia la forza di risveglia-re le coscienze, battere l’indifferenza e prenderci la responsabilità per co-struire un mondo migliore. L’acqua sia sorgente di vita, di unità, di gran-de solidarietà, di condivisione civile, in cui tutti i bambini del mondo pos-sano giocare, mai più nessuno resti nello sfruttamento, nell’abbandono, nella sofferenza e nel dolore. Sogno un Natale dove fermandosi un minu-to, a sentire i fischi dell’aria, con la sua forza riesca a spazzare via tutti gli egoismi, le barriere di ogni tipo, con la sua carica di freschezza porti nelle menti , sobrietà e lucidità. Porti aria di risveglio, al rispetto dell’altro, alla volontà di risolvere i problemi dei cittadini più deboli, anziani, ammala-ti, diversamente abili, siano trovate risposte ai loro bisogni con intelligen-za e generosità. Sogno un Natale do-ve la persona, in ogni luogo del mon-do sia sempre messa al centro della società. Con la sua libertà, con i suoi bisogni, con i suoi valori, con i suoi diritti umani, di giustizia sociale e sia salvaguardata sempre la sua dignità. Sogno un Natale dove ogni cittadi-no trovi la volontà, la responsabilità di cercare sempre quello che ci uni-sce, per poter avere tutti una vita più giusta , serena e normale. Dove non si smetta mai di sognare, di coltivare nuove buone idee, il bene, l’affetto, la creatività, la bontà, l’amore per le per-sone, l’amore per l’ambiente, l’amore per la pace, se tutti insieme ci mette-remo a sognare tutte queste belle co-se positive, l’obiettivo dell’amicizia nel mondo l’avremo raggiunto, tutti i giorni dell’anno, sarà per tutti Natale. Francesco Lena

Un ricordo di Klevis

Egr. direttore, un anno e mezzo fa Klevis raggiunge-va la Poliambulanza attraverso la ge-nerosità della “Charitatis Opera” per affrontare una difficile operazione al cuore che avrebbe potuto ridare un po’ di speranza alla sua debolezza a causa di una malattia congenita sin dalla nascita; in quei difficili giorni Klevis è stato accolto a Brescia ed è diventato un pezzo dell’amore mis-sionario della nostra diocesi attra-verso l’affetto di tante persone che, pur non avendolo mai conosciuto, gli sono stati vicini. Tanti amici alla Poliambulanza, la mia famiglia che lo ha seguito in quei due mesi mentre io poi ero tornato in Albania, tanti amici di Leno, di Edolo, di Borgosatollo, di Vobarno. La semplicità di Klevis era entrata nel cuore di tutti. Ora Klevis saprà ricompensare tutti...dal cielo. Venerdì 2 dicembre, alla sera, ha ini-ziato la sua corsa per il cielo, a soli 20 anni. Qui non ha mai potuto corre-re, ma sono sicuro che ora sta recu-perando. Era un ragazzo debole nel corpo, ma forte nello spirito. Non ha mai avuto paura. Per tutti noi è stato un esempio di fede vissuta, di ricerca di quello che valeva di più nella vita. Il giorno del suo funerale era diffici-le non commuoversi a vedere come la semplicità di un ragazzo di 20 anni ha mosso un sacco di persone, anche non credenti, a venire a salutarlo. La sua vita breve è ora una protezione per tutti noi e per la nostra missione evangelizzatrice qui; lui con la sua breve vita è stato un catechista per la sua famiglia, i suoi amici e tutti noi. Lo vogliamo ricordare cosi..

don Roberto Ferranti

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