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L’albero la tradizione e la leggenda L’albero nell’arte e ... · ad affrontare i pagani...

Date post: 07-Aug-2020
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L’albero... la tradizione... e la leggenda L’albero nell’arte e nella letteratura Immunità e Patologie Tiroidee Rivista online trimestrale. Numero 6 - Anno 2 - Rivista registrata presso il Tribunale di Roma. Reg. n. 136/2015 del 24 Luglio 2015
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L’albero... la tradizione... e la leggenda

L’albero nell’arte e nella letteratura

Immunità e Patologie Tiroidee

Rivista online trimestrale. Numero 6 - Anno 2 - Rivista registrata presso il Tribunale di Roma. Reg. n. 136/2015 del 24 Luglio 2015

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Editoriale L’albero... la tradizione... e la leggenda

L’Intervista Forse non tutti sanno che...

Cultura e società L’albero nell’arte e nella letteratura

Haeckel e l’albero... “Corallo della Vita”

Sport, stile di vita e comportamento alimentare Oltre l’aerobica...

Trees Beauty

Progetti in corsoAvventure passate “… Noi, sempre in movimento,affamati di conoscenza”. La nostra esperienzaall’85esimo congresso dell’American ThyroidAssociation

Avventure presenti Il tema della Prevenzione nelCorso di Alta Formazione, le radici dell’albero dellaconoscenza

Avventure presenti Il Mercatino di Natale dellaButterfly Onlus…anche quest’anno la solidarietà havinto!

Professioni e formazione Pillole di diritto. Gli Alberi

Il breviario Immunità e Patologie Tiroidee

Notizie pratiche Tiroide, dieta e natura

Dal frutto all’essenza

S O M M A R I O

BUTTERFLYTIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ

Magazine online dell’Associazione Onlus Butterfly Trimestrale - n. 6 - Anno 2

Direttore responsabileMarco SavoResponsabile culturale Prof. Pietro Graziani

Responsabile di redazione Dott.ssa Arianna Di Paolo

RedazioneDott.ssa Sara Federici Cristina De Santis Michelangelo Rosati

Comitato scientificoProf. Franco Culasso Prof. Andrea Ortensi

Dott.ssa Claudia D’Ercole Dott.ssa Arianna Di Paolo Dott.ssa Raffaella Pajalich Dott.ssa Rita Angelini Dott.ssa Patrizia Angelini Prof.ssa Silvia Francisci Prof.ssa Paola Grilli

Rapporti con l’esteroDott.ssa Arianna Di Paolo

Dott.ssa Ocsana Chernobabina Cristina De Santis

Coordinamento e pubbliche relazioniAngelica Calabresi Daniela Parri

Prof.ssa Renata Viola Avv. Mario Rosati

Progetto grafico e impaginazioneMp Mirabilia Servizi s.r.l.www.mpmirabilia.it

Informazioni e contattiAssociazione Butterfly Onlus

Viale Liegi, 2 RomaTel. 06 85358874 - 333 7212016

[email protected]

Rivista registrata presso il Tribunale di Roma.

Reg. n. 136/2015 del 24 Luglio 2015

UTTERFLYBMagazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.

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L’albero ha rappresentato e rappresenta tuttora in tutte leculture, con valenze simboliche diversificate e riscontri in di-verse religioni, “l’elemento naturale di vita”.

L’albero ha da sempre rivestito una significativa valenza simbolica. Se ne parla nella Bibbia (querce e boschetti sacri in cima a certe al-ture), nella storia dei Nibelunghi (al centro della terra c’è per loroun grosso frassino), tra i sacerdoti Celti “druidi” (sottolineanocome gli abeti rimanendo sempreverdi in inverno sono il simbolodi lunga vita).Tra le popolazioni pagane del Centro-Nord Europa parrebbe che,durante la celebrazione del solstizio d’inverno, si provvedesse adincendiare un albero ( in genere pino o abete) come rito propizia-torio e illuminante la notte d’inverno, quasi a far intravedere unainiziale regressione verso la stagione più clemente.Alla nascita di Gesù parallelamente si evidenziano i germogli dellepiante che iniziano a fiorire (motivo per il quale per Natale la tra-dizione vuole che si mettano in acqua, per alcune settimane primadella ricorrenza del Natale, rami di ciliegio o manciate di lenticchieal fine di ripercorrere la fioritura nel giorno di Natale e in tempodi avvento si addobbano le case con rami di alberi o piante, prefe-ribilmente sempreverdi).Non bisogna altresì trascurare la tradizione dei “MISTERI”, cheerano vere e proprie messe in scena (nel periodo medievale) che sisvolgevano sul sagrato delle chiese la sera della vigilia di Natale; ipersonaggi rappresentavano da Adamo ed Eva, il diavolo e l’An-gelo e sullo sfondo decorativo l’albero, quello del frutto del pec-cato! Ed è proprio la scena biblica, introdotta dai “Misteri”, che hadato all’albero natalizio il significato cristiano. Infatti nella nottein cui si celebra la rinascita di Gesù, che ha portato nuova vita nelmondo secondo la fede cristiana, l’albero viene posto al centro del-l’Eden intorno al quale l’umanità ritrova il perdono.Successivamente nelle rappresentazioni si cominciano ad apporresugli alberi mele, ostie che indicherebbero rispettivamente il pec-cato e la cancellazione del peccato!A seguire nel tempo, alle ostie si sostituiscono i dolci fatti in casa,la carta colorata al posto delle mele e, per simboleggiare l’arrivodei Re Magi, carte d’argento e d’oro.In Germania, dove era diffusa l’arte vetraria, si apposero le palledi vetro colorato, per dare maggiore luce all’albero e, per rifarsi almotivo evangelico di “Cristo luce del mondo”, si inseriscono le can-deline. Nel tempo, dalle regioni del Nord del Reno che ebbero lamaggior tradizione in tal senso, si diffuse la moda in tutta Europa;

di Paola Grilli

L’albero... la tradizione... e la leggenda

Editoriale

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la prima in Italia ad addobbare un albero per il Na-tale fu la Regina Margherita presso il Quirinale dif-fondendone la moda in tutto lo Stato compresoquello Pontificio.La tradizione dell’albero di Natale ai giorni nostrinon è più riconducibile ad un rito pagano ma è ri-conosciuta e universalmente accettata anche nelmondo cattolico che spesso affianca quella del pre-sepe. Infatti nel pontificato di Giovanni Paolo II siintroduce l’allestimento dell’albero di Natale nelcuore del cattolicesimo, a “Piazza San Pietro”.Leggendo qua e là sulla tradizione sulle leggenderiportate su questo elemento naturale ho volutoselezionare alcuni racconti riportati da fonti di-verse.Sembrerebbe che l’albero così come viene utiliz-zato a Natale oggi, sia nato a Tallin nel 1441,

eretto nella piazza del Municipio per far ballare giovani donne euomini, in cerca di un’anima gemella.L’abete ha la caratteristica “magica” di essere sempreverde e se-condo una favola ciò sarebbe dovuto ad un dono offerto da Gesùperché l’albero lo rifugiò quando era inseguito dai nemici!Altra leggenda suggestiva è quella in cui San Bonifacio, trovandosiad affrontare i pagani riuniti nella foresta attorno alla sacra quer-cia, come il loro culto prevedeva, vi scagliò contro un’accetta sim-boleggiante la Croce di Cristo e la quercia si ruppe in 4 partifacendo apparire un “giovane” abete. In questo modo il Santo riu-scì a far convertire i pagani e indicò loro l’abete come albero sacro,segno di vita eterna, tenuto anche conto che era un “sempre-verde”.Altra leggenda che si racconta sull’albero è quella che giustifiche-rebbe l’addobbo con palle dell’albero. La leggenda riferisce che aBetlemme c’era un artista di strada molto povero, che non avevaalcun dono per il bambino Gesù, così quando si recò a trovarlo fececiò che sapeva fare meglio, il giocoliere, e la sua rappresentazionefece sorridere l’infante. Così le palle vennero ad ornare gli alberi aricordo dei sorrisi di Gesù bambino!

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In occasione di questo particolare numero dedicato all’albero e allesue tradizioni abbiamo pensato di intervistare, idealmente, unesperto che, in molte pubblicazioni della letteratura, riporta la cul-tura delle tradizioni e leggende su quelle piante che si utilizzanoper festeggiare il Natale.

Perché l‘Agrifoglio?La piccola pianta nostrana, è facilmente riconoscibile gra-zie alle foglie pungenti e alle inconfondibili bacche rosse,si utilizza per addobbare la casa come pianta di buon au-spicio.La leggenda pagana vuole che l’agrifoglio abbia il poteredi scacciare gli spiriti maligni e quella cristiana ha ripresoquesta pianta nella sua simbologia per la somiglianzadelle foglie alla corona di spine di Gesù, le cui baccherosse ricorderebbero il colore del sacrificio; al di là del si-gnificato evocativo della tradizione cristiana, l’agrifoglioè comunque pianta del buon auspicio e per questo conessa si addobbano le case.

E invece per la Rosa di Natale?La Elleboro, detta generalmente rosa di Natale, è unadelle poche piante che sboccia con fiori bianchi a Natale;numerose sono le leggende in merito e una di questenarra che, mentre i Re Magi offrivano i doni per la nascitadi Gesù, una pastorella che non aveva doni da offrire simise a piangere addolorata. Un angelo si accorse dellabambina e le mostrò dei piccoli fiori bianchi appena sboc-ciati sotto la neve da offrire come omaggio. Da quel mo-mento il fiore venne ribattezzato Rosa di Natale.

Forse non tutti sanno che...

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L’Intervista

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Mentre per la stella di Natale che si regala ad amici e conoscenti?Le sue origini sembrerebbero risalire all’America Centrale doveviene chiamata ‘Fiore della Notte Santa’. Anche qui la leggendavuole che una bambina povera e molto triste,non avendo nessunregalo da offrire per la Vigilia, decise di donare dell’erba raccoltaper strada che magicamente si trasformò nei bellissimi fiori a formadi stella.

Per il Vischio cosa si racconta?Altra tradizione natalizia è quella di appendere il vischio sullaporta di casa e di “scambiarsi” un bacio con chi si trova nello stessomomento sotto la pianta. Questo gesto indicherebbe un buon au-spicio per l’anno nuovo. La leggenda trae origini questa volta dalla mitologia scandinava; in-fatti il vischio è la pianta sacra di Frigg, dea dell’amore: quando il fi-glio Balder venne ucciso da una freccia di vischio, Frigg cominciò apiangere sul suo corpo e mentre le sue lacrime si trasformavanonelle perle bianche del vischio, Balder tornò in vita. La felicità fu taleche Frigg baciò chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresce ilvischio per fare in modo che non capitasse mai nulla di male a tutticoloro che si fossero dati un bacio sotto un ramoscello di vischio.

È bello considerare che, in un’epoca in cui gli integralismi religiosidestano non pochi allarmi, la nostra tradizione ripropone senzasoluzione di continuità le tradizioni precristiane successivamenteadattate anche alle necessità dell’ortodossia cattolica. In ogni caso, comunque la si pensi, Buon Natale a tutti!

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L ’albero è sempre stato ben presente nella vita dell’uomo,non solo per la sua insostituibile funzione, ma anche mo-mento di ispirazione artistica; infatti già nella letteratura

per l’infanzia troviamo riferimenti al gioco con l’albero, scalare ilsuo tronco, dondolarsi tra i rami crea un rapporto /sentimento cheelegge l’albero come amico a cui confidare i propri pensieri,insomma un amico a cui appigliarsi. Penso al “Buio oltre la siepe”di Harper Lee e alla quercia simbolo di amicizia, al personaggioBoo, solitario e vittima di pettegolezzi che stabilisce con l’alberoun rapporto intenso, intimo, di vera complicità, penso al platanodi “Harry Potter e la camera dei segreti”; sono alcuni esempi, manon possiamo non riferirci alla “Bibbia” e all’albero della conoscenzanel giardino dell’Eden, elemento cruciale nella storia dell’uomodiventando portatore (il serpente che si annida tra i rami) di arro-ganza e cupidigia. L’albero si pone anche come simbolo di forza eresistenza, così “nell’Albero del Paradiso” di Betty Smith dove unalbero spunta in un cortile di una povera famiglia e a nulla vale iltentativo di estirparlo, ponendosi come metafora per superare ledifficoltà della vita. Anche la poesia si è spesso ispirata all’albero,così nella “Quercia caduta” che merita di essere interamentecitata proprio perché il sentimento per la perdita di uno deipatriarchi della natura impone riflessioni sulla loro esistenza e laloro tutela:

“La Quercia caduta”Giovanni Pascoli

Dov’era l’ombra, or se la quercia spondemorta, né più i turbini tenzona,La gente dice: Or vedo: era pur grande.

Pendono qua e là dalla coronaI nidietti di primavera.Dice la gente: Or vedo era pur buona!

Ognuno loda, ognuno taglia: A seraognuno col suo grave fascio va.Nell’aria un pianto... di una capinerache cerca il nido che non troverà.

L’albero nell’arte e nella letteratura

Cultura e Società

di Pietro Graziani

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Anche le religioni, quella cristiana in particolare, trovano nell’alberoun momento di ispirazione: troviamo i Dentriti, asceti che al paridegli Stiliti (asceti sulle colonne) come S. Simeone lo stilita in Siri. IDentriti trascorrevano parte della loro esistenza all’interno dicavità di grandi alberi in simbiosi con la natura.Gli alberi hanno svolto anche un ruolo di salvezza nei confrontidella natura matrigna, come direbbe Leopardi, spesso salire su unalbero era un modo per sottrarsi ai pericoli della terra; più recen-temente ha preso sempre più a diffondersi l’uso di costruire casesugli alberi a conferma dell’inconscio desiderio di evasione. Ne “IlBarone Rampante”, Italo Calvino ci ricorda: “sugli alberi noi tra-scorriamo ore ed ore... per il piacere di arrivare più in alto che sipoteva, e... guardare il mondo laggiù e fare scherzi e voci a chipassava sotto”. Agli alberi si sono ispirati musicisti insigni, così Ot-torino Respighi ne “I Pini di Roma”, poema sinfonico che trae ispi-razione dai pini del Gianicolo, di Villa Borghese o di quellidell’Appia antica.Infine, non possiamo dimenticare il simbolo dell’Albero della vita:ad esempio Gustav Klimt lo celebra in tutta la sua importanza sim-bolica di nascita, rigenerazione, energia nel divenire delle stagioniche ci consegna un’immagine della forza e della vitalità che glialberi simboleggiano. Sempre in tema religioso troviamo ancorala raffigurazione simbolica (la Cabala) nell’ebraismo e nel cristia-nesimo che a seconda delle regioni viene raffigurata come unapalma o un melograno o ancora ad un sicomoro.Insomma dobbiamo sempre più guardare all’albero come portatoredi vita e di sapienza, da rispettare ed amare come singolo ecome elemento inserito in un complesso armonico del creato checi circonda.

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L’Albero genealogico monofiletico degli organismi disegnatoda Haeckel nel 1866 (immagine a lato) è comunemente ci-tato come la prima rappresentazione di un albero filogene-

tico, ossia di un diagramma dove le ramificazioni tengono contodei rapporti di parentela esistenti fra gli organismi, in virtù dellaloro discendenza da un antenato comune.Eminente studioso e naturalista, Ernst Haeckel, in quasi cinquan-t’anni di carriera all’Università di Jena, scoprì e descrisse centinaiadi nuove specie, in particolare microorganismi, corredando i suoiscritti con tavole di grande pregio e dettaglio che lui stesso dise-gnava. Egli fu senza dubbio un appassionato divulgatore della teo-ria darwiniana dell’evoluzione e persino strenuo difensore dellasua “indigeribile” implicazione, ossia la destituzione dell’uomodalla posizione di preminenza nel sistema naturale. Haeckel raccolse l’indicazione darwiniana che un albero rappre-senti l’immagine migliore della struttura sottostante la gerarchiadella vita. Darwin aveva anche aggiunto che tale albero avrebbe

dovuto più propriamente essere chiamato “corallodella vita”, a motivo della morte delle basi dei rami.In un albero filogenetico, ciascun nodo (o biforca-zione) rappresenta l’antenato comune più recente deisoggetti che si trovano ai nodi successivi e la lunghezzadelle ramificazioni può o meno essere correlata altempo o ai cambiamenti genetici che intercorrono tradi essi. Questa fondamentale relazione non spiegatutte le interconnessioni evolutive tra differenti orga-nismi, ma solo una parte, seppur importantissima. Laricerca attuale propone una visione integrata dell’evo-luzione consolidando le relazioni filogenetiche conaltri e differenti meccanismi che tengono conto deidati derivati da studi anatomici, biochimici, genetici epaleontologici.

Haeckel e l’albero...“Corallo della Vita”

Cultura e Società

di Silvia Francisci

L'albero universale della vita. Disegno modificato da "Biology ofMicroorganisms", 9th edition by M. T. Madigan, J. M. Martinkoand J. Parker, Upper Saddle River (New Jersey), Prentice-Hall, 2000. L'albero è derivato dal sequenziamento degli RNA ribosomali 16S o18S, basandosi sui dati del Ribosomal Database Project. La distanza evolutiva tra due gruppi di organismi è proporzionalealla distanza cumulativa tra la fine del ramo ed il nodo checongiunge i due gruppi.

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A partire dalla metà del ‘900, sono le ricerche a livello molecolarea dare il loro importante contributo alla compilazione degli alberifilogenetici (filogenetica computazionale). Infatti il confronto dellesequenze di geni coinvolti in funzioni conservate in animali appar-tenenti a diversi phyla, mostra una loro molto maggiore affinità equindi una più stretta relazione evolutiva di quanto avevano sug-gerito le analisi basate solamente su principi filogenetici tradizio-nali (immagine sotto).

Bacteria: sono organismi unicellulari con organizzazione cellulare semplice.

Archaea: simili ai batteri, vivono in ambienti estremi.

Eucarioti: sono organismi con cellule che presentano organizzazione cellularecomplessa (nucleo distinto, mitocondri ecc); comprendono i protisti (protozoi),piante, funghi e animali.

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Solo il 29,2% della superficie terrestre è formata dalle terre emersee di questi 149.450 Km2 le foreste rappresentano il 31%.Il 21 Novembre di quest’anno è stata celebrata la “Giornata Nazio-nale dell’Albero” – articolo 1 della legge n° 10 del 14 gennaio2013 – a significare l’importanza economica, ecologica e biologicadelle foreste, polmone della vita per la loro produzione di ossi-geno, elemento indispensabile alla respirazione, cioè la produ-zione di energia per tutti gli esseri viventi. La prima cosa che viene in mente parlando di ossigeno e attivitàfisica è la forma di ginnastica detta aerobica; questa parola com-pare per la prima volta nel 1968 con il dr. Kenneth Cooper, in rife-rimento al libro “Aerobica”, frutto delle sue ricerche e dei suoistudi. Il dr. Cooper, medico, lavorò prevalentemente in ambito mi-litare ad Oklahoma negli USA, nel giro di poco tempo registrò unsuo considerevole aumento di peso (circa 20 kg) e conseguenti al-terazioni cardiovascolari.Per attività aerobica si intende una attività fisica a bassa intensitàe lunga durata; in questo modo è possibile bruciare, in presenzadi 02, i grassi di deposito e non solo gli zuccheri presenti nel sanguee nei muscoli. Questo termine si contrappone al termine anaero-bica, attività di potenza in un breve lasso temporale, con unosforzo intenso con conseguente possibile produzione di acido lat-tico, composto organico derivante dal metabolismo dei carboidrati;quando la velocità di sintesi supera la velocità di degradazione diquesto composto si arriva al dolore e alla stanchezza.Ma esaminiamo gli aspetti più innovativi legati all’attività fisicacon la Prof.ssa Fiscaletti, che collabora anche con il CONI per glistrumenti dello Yoga nel mondo sportivo agonistico, con partico-lare riferimento allo Yoga Nidra (lo Yoga del rilassamento).La ginnastica classica legata all’attività aerobica, da considerarsiuna moda degli anni ottanta del secolo scorso, oggi è in declinoper varie problematiche, alcune legate a danni che possono pro-dursi con questa attività a volte praticata in condizioni esasperateed in modo inesperto, ma soprattutto per le importanti innova-zioni che si presentano in questo campo.Gli aspetti più innovativi della attività fisica sono da ricercare nelgiusto connubio tra le discipline olistiche (Yoga, Qigong e Artiorientali) e la ginnastica funzionale classica, dove prende semprepiù spazio l’attenzione al rilassamento profondo.Basta pensare alle tecniche Yoga utilizzate da sportivi e allenatorinel campo delle discipline olimpiche e al lavoro mentale unito allosport. Nella nostra società questo connubio non si attua solo nelcampo sportivo, ma anche negli ambiti più diversi: nella medicina

Oltre l’aerobica...

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Sport, stile di vita e comportamento

alimentare

di Renata Viola

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(dalle pratiche riabilitative fino alle malattie psico-somatiche, per non parlare delle conoscenze le-gate all’agopuntura e le cure palliative per lemalattie terminali), nelle attività sociali (tecnichedi rilassamento nel mondo lavorativo e nel campoartistico e manageriale). Si tratta di linguaggi an-tichi e moderni uniti nel termine Body and Mind,una serie di attività che abbracciano la persona nelsuo insieme, perché il futuro sarà olistico riguardoa tutti gli aspetti delle attività umane.L’attenzione e lo studio che crea interesse su que-sto concetto va dalle tecniche psicologiche Min-dfulness (classica la definizione di Jon Kabat-Zinn,“prestare attenzione al momento presente, inmodo non giudicante, esperienza del presente”) aquelle sportive, ricordando, ad esempio, l’attuale

diffusione del sistema di allenamento chiamato Pilates. Yoseph Pi-lates (1883-1967), da bambino di salute cagionevole, diventò ungrande sportivo perché, avendo ricevuto in regalo da un vecchioamico di famiglia un libro di anatomia, si applicò a superare i suoiproblemi fisici, ampliando i suoi studi con l’osservazione del movi-mento degli animali e con le conoscenze sulle filosofie orientali ei sui metodi di allenamento nell’antica Grecia e a Roma.Si può dire che si è passati dal concetto di Fitness a quello di Wel-lness, cioè benessere a trecento sessanta gradi.Da non dimenticare anche il boom della ginnastica posturale per-ché come dice Thomas W. Myers nel 2007 “la principale sfida delventunesimo secolo è come prendere un corpo che si è sviluppatosettantamila anni fa e adattarlo al mondo post-industriale in cuiviviamo”.Si registra una sempre più grande attenzione al Wellness ancheampliando il discorso al campo economico e pubblicitario; nei su-permercati compaiono infatti sempre più scaffali che offrono pro-dotti con caratteristiche particolari, rivolte a sottolineare i beneficidi natura salutista e attente al benessere generale.Ma l’attività che fa da regina in questo contesto è lo Yoga, nato inIndia cinquemila anni fa, ma decisamente attuale perché è stato ilprimo sistema a mettere in evidenza il rapporto mente-corpo, ancorprima delle conoscenze sviluppatesi nell’antica Grecia e a Roma:“mens sana in corpore sano”, Giovenale, I secolo dopo Cristo.Lo Yoga non è una ginnastica, ma è una pratica psicofisica in cui viè un aspetto legato ad esercizi fisici che però nel suo insieme tendead una evoluzione interiore spirituale.

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Alcuni strumenti dello Yoga sono alla portata di tutti, è cambiatol’approccio contestualizzandoli in quello che si fa e a chi sono di-retti.Lo strumento più importante da sottolineare è l’attenzione alla re-spirazione. Sono infatti fondamentali le varie tecniche di respira-zione tendenti ad aumentare l’apporto di ossigeno nel sangue e ladiminuzione di anidride carbonica circolante; infatti è necessariocambiare respiro a seconda di quello che si vuole ottenere. Impararea respirare per aumentare la capacità respiratoria che tanta in-fluenza ha sul nostro benessere complessivo; solo le attività cerebraliutilizzano fino ad un terzo dell’ossigeno che entra nel nostro corpoe si può dire che la respirazione influisce su tutti i nostri apparati.Soffermiamoci su un aspetto della respirazione: il ciclo nasale. Nonsi respira contemporaneamente da entrambe le narici, ma da unasola per volta perché l’altra rimane in uno stato di ipofunzionalità.La narice attraverso cui passa l’aria è in uno stato di decongestione,mentre quella a riposo si trova in uno stato di congestione. Taleritmo in media lungo due ore è regolato dal sistema nervoso au-tonomo, simpatico e parasimpatico.Chi pratica abitualmente lo yoga sviluppa maggiormente l’emi-sfero destro perché coscientemente o inconsciamente assume unapostura tale da aprire la narice sinistra. I due emisferi cerebralisono sede di due tipi di intelligenza e di abilità, apparentementeopposte, in realtà complementari.Le prime osservazioni sul ciclo nasale, storicamente documentate,risalgono alla fine del secolo diciannovesimo con Kayser; solo nel1951 con Beickert questi studi vennero ripresi fino ad arrivare al 1994per la dimostrazione conclusiva del legame tra ciclo nasale e sistemanervoso autonomo (Kalsa e i suoi co-ricercatori). Da allora si sonosviluppati ulteriori studi e ricerche che stanno portando a possibilinuove applicazioni in vari settori, quello medico principalmente.Per concludere: le lezioni di attività fisica evolvono, non più aero-bica esasperata, ma lezioni con grande attenzione alla postura, algiusto allungamento muscolare, alla eutonia (giusto tono), alla rie-ducazione respiratoria e al rilassamento mentale e fisico. L’attivitàfisica deve garantire miglioramenti non solo dal punto di vista delmantenimento del peso e di tutti gli apparati del nostro corpo maportare al benessere generale, il concetto cioè del Wellness.

L’articolo è stato realizzato grazie all’aiuto della Prof.ssa Ro-berta Fiscaletti, laureata ISEF, posturologa, insegnante di YogaKundalini e Yoga contemporanea e di Equilibrio posturalepresso il Centro Kabor di Roma.

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The tree is a type of plants with a particular trunk, and a fairamount of leaves supported by very strong branches.They differ in types of trunk, roots, leaves and bark. In fact, the ba-nana tree, very popular tree for its fruit, has a totally differentstructure from the pine or fir.Although this difference is so obvious, in-kind it is not so predicta-ble. For example, the Bon-Sai, or Japanese miniature tree, is consi-dered a tree despite being so small and rare. In fact, the Bon-Saiare usually scaled trees and sometimes they are representations ofhuman violence that force a plant to follow man’s taste.Therefore find miniature trees without being contaminated byhuman hands is really difficult; a precious loot to collectors.The definition of tree, however, counteracts the normal thinkingand look that we have in our daily lives; exempli gratia broccoli.Although they are considered small trees, these plants are consi-dered in botany plants and in particular belong to the vegetablefamily. These vegetables have importance not only botanical andbiological, but also natural.The effect of Trace Elements such as iron, make the broccoli almostindispensable for a balanced diet which means they should be pre-sent in our meals.

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Trees Beauty

Sport, stile di vita e comportamento

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In fact, broccoli is one of the most valuable vegetable for diets ofvegans and vegetarians. In addition to its high content of fiber andvitamins, it has a very high iron, calcium, phosphorus and potassium.Its usefulness is known already for 3000 years when the Greeks andthe Romans, later, they began to notice the main curative effects ofthis vegetable and its alcohol inhibitor function; so consumed beforea meal, or in the case of philosophers, of a symposium.Its antioxidant properties are known to all dieticians, nutritionistsand homeopaths of the medical community. Even in the field ofendocrinology broccoli it has an important function as much as inthat gastroenterology.Back to the trees we usually see them only as big plants useful insummer to get cover from sunny days, but there’s more subjectsthat could be relied to it.The tree in fact represents not only history, science and philosophy,but also symbolism. Christmas seems to me the perfect example ofhow nature and mankind can join together for a day. For the ti-niest, fir in December indicates that the happiest day or 25 arrived.Treat trees is a popular anti-stress that allows thousands of peopleto avoid certain states of anxiety and worry otherwise treatablewith neurological medicines.It’s also a place where people get socialized and animals too. Wesee this in big cities where parks represent perfectly this function.So finally we have to give importance to a plant so close to us thatoften we evaluate only as material for our furniture and houses.We recall that the tree has a little soul according to pantheists.

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Magazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly

“… Noi, sempre inmovimento, affamati di conoscenza”La nostra esperienza all’85esimo congresso dell’American Thyroid Association

Crescere con il mito del sogno americano, ritrovarsi come per in-canto ad essere protagonisti di un film ambientato nella città diDenver, capitale del Colorado, varcare la soglia dello SheratonHotel e trovarsi davanti a uno spettacolo per il quale i tuoi occhinon sono mai stati preparati, allora esclamare: “Accidenti è tuttovero, non sto sognando!”. Questo è esattamente quello che si prova quando si è protagonistidi un’esperienza così incredibile. L’86esimo Congresso dell’ATA , che ha avuto luogo dal 21 al 25 Set-tembre 2016, era articolato in sessioni ognuna della durata di circaun’ora ed ogni iscritto poteva decidere a quale prendere partesemplicemente consultando il calendario del programma, attra-verso una Mobile App. Quest’ultima, che ovviamente vantava ilnome di “American Thyroid Association” , permetteva anche di vi-sionare il curriculum vitae dello speaker della sessione a cui si in-tendeva partecipare e di poter interagire attivamente con ipresenti alla conferenza. Nelle sessioni interattive, infatti, venivanopresentati dei casi clinici ed era possibile rispondere alle domandea risposta multipla preparate in precedenza dallo speaker sempli-cemente utilizzando il proprio dispositivo telefonico.

Progetti in corsoLe avventure passate

di Cristina De Santis

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Entrando nel salone principale dello Sheraton Hotel, Plaza Exhibit,si poteva ammirare la moltitudine dei posters ordinatamente espo-sti, con accanto gli autori, pronti a rispondere ad ogni chiarimentodella pletora. Nella giornata del 22 Settembre è stato esposto il po-ster della Butterfly Onlus, che vedeva come speaker la Dott.ssa DiPaolo Arianna. Un onore per noi poter rappresentare in America ilfrutto di un lavoro che ci ha e ci sta permettendo di crescere da unpunto di vista scientifico ed umano.

“Thyroid pathology: an epidemiological study in transcontinentalgroups of patients” questo il titolo del lavoro scientifico presentatoall’ATA, tramite il quale è stato possibile rendere nota l’attività chela Butterfly Onlus svolge da ormai più di 2 anni nei paesi in via svi-luppo, prevalentemente in Camerun, con il progetto B&B, reso pos-sibile anche grazie al supporto dell’Arcidiocesi di Bamenda.Nel poster abbiamo sottolineato l’importanza della prevenzionenelle patologie tiroidee. Sono stati infatti sottoposti a screeningtiroideo circa 500 soggetti. Il progetto di prevenzione è un per-corso multistep, articolato in tre fasi. La prima parte, resa possibiledell’aiuto concreto dello statistico, il Prof. Franco Culasso, è rap-presentata dalla compilazione da parte del paziente di un questio-nario articolato in 20 domande a risposta multipla, al fine divalutare attraverso uno score la presenza o l’assenza della sinto-matologia caratteristica delle patologie tiroidee. Successivamente,il soggetto esaminato si sottopone all’esame obiettivo e l’ecografiacon color doppler della ghiandola tiroidea. Grazie all’analisi di que-

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Magazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly

sti dati vengono selezionati i pazienti che necessitano di continuareil processo diagnostico eseguendo gli esami ematochimici per va-lutare il metabolismo tiroideo, esami di non facile accesso in queiluoghi. Grazie alla organizzazione logistica attenta, siamo stati ingrado di concludere l’iter prescrivendo, qualora necessario, l’ade-guata terapia.Grande soddisfazione da parte dei presenti, che si sono visti parti-colarmente interessati al nostro elaborato, in un mondo che col-lega in poche ore continenti distanti mille miglia tra loro, dove sicomunica con un’app. Tutto ciò dimostra come il lavoro del medicosia in continua evoluzione e voglia condividere le proprie scoperte;è per questo che noi continueremo ad andare avanti e magari, anzine siamo certi, saremo presenti al prossimo appuntamento del-l’ATA, che si terrà ad ottobre 2017 in Canada.

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Il tema della Prevenzione nel Corso di Alta Formazione,le radici dell’albero dellaconoscenza

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I l 12 Novembre si sono aperte le porte dell’auditorium dellaCasa di Cura Ars Medica per dare il via al Corso di Alta Forma-zione in Prevenzione, Diagnosi e Cura della Patologia Tiroidea,

un valido strumento di aggiornamento e studio dedicato a tutti imedici non specialisti in tiroide che vogliano approfondire la te-matica.Dopo un’attenta valutazione di tutte le domande di ammissioneal Corso pervenute alla segreteria organizzativa, sono stati selezio-nati cinque discenti appartenenti a diverse specialità mediche, checondividono un denominatore comune: la voglia di sapere persaper fare!Nel primo modulo, dedicato alla Prevenzione e articolato in quat-tro incontri che hanno avuto luogo nelle giornate del 12, 19 e 26Novembre e del 17 Dicembre, si è cercato di associare alle lezionipiù dottrinali dei momenti interattivi per mettere in pratica ciò cheera stato spiegato e per riportare e condividere le esperienze de-rivanti dalla pratica medica che ognuno vive ogni giorno grazie alconfronto con i pazienti, ognuno diverso dall’altro, ognuno indi-spensabile nel percorso di crescita di un medico!Nel primo incontro, tenuto dalla Prof.ssa Paola Grilli e dallaDott.ssa D’Ercole, rispettivamente Presidente e Responsabile delComitato Scientifico del Corso, sono stati approfonditi i moltepliciaspetti del tema in programma: “Razionalizzazione dei programmidi screening: Chi, Come e Quando”, spiegando sulla base delleLinee Guida e, quindi, secondo un quadro generale tradizionalechi deve essere sottoposto a prevenzione, come agire e quando.Nell’ambito dell’identificazione del chi, sono state analizzate le di-verse patologie tiroidee, benigne e maligne, con i relativi sintomi

e l’approccio clinico-diagnostico da applicare.Incontro decisamente più sistematico, quelloportato a termine dallo statistico Prof. FrancoCulasso e dalla Dott.ssa Sara Federici, in cui siè analizzato ogni singolo passaggio della ste-sura di un questionario idoneo per lo scree-ning, evidenziando l’importanza di ognisingolo vocabolo al fine di ottenere un risul-tato valido per il proprio studio, riducendo alminimo il margine di discostamento dalla re-altà dei dati. È stata sottolineata l’importanzadi elaborare un questionario di facile com-prensione, riproducibile, e soprattutto chenon indirizzi il soggetto alla scelta di una de-

Progetti in corsoLe avventure presenti

di Cristina De Santis

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terminata risposta al posto di un’altra; il soggetto, infatti, deve sce-gliere nella piena libertà e in modo sincero, non sentendosi giudi-cato nelle proprie risposte.Interessante e stimolante è stato l’approfondimento delle intera-zioni tra alimenti, farmaci e altri elementi con la funzionalità tiroi-dea. La Dott.ssa Ilaria Pugliesi, in qualità di nutrizionista, haesposto, chiarendo molti dubbi dei presenti, quali alimenti e so-prattutto perché e in che modo interferiscono con la sintesi e la se-crezione degli ormoni tiroidei. La giornata è terminata conl’esaustivo intervento della Dott.ssa Pajalich, che ha illustrato la ne-cessità della collaborazione tra medici per poter riconoscere qualefarmaco, a seconda della natura, della dose e della modalità disomministrazione sia in grado di alterare l’attività della ghiandolatiroidea e modificare l’efficacia delle terapie tiroidee in atto. Èstato inoltre dimostrato il chiaro collegamento tra l’elevato tassodi incidenza delle patologie tiroidee e il disastro di Chernobyl, sot-tolineando quanto stiamo subendo e continueremo a subire leconseguenze di quel tragico evento a distanza di oltre 30 anni.Il primo modulo si è concluso, il secondo inizierà con l’arrivo delnuovo anno e noi saremo ancora lì, con la curiosità dei bambini ela brama di conoscere e di migliorare sempre, come solo un veroprofessionista sa fare!

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La Butterfly Onlus è sempre in movimento per raccogliere ifondi necessari a sostenere i propri progetti! Come lo scorsoanno, infatti, non abbiamo perso il nostro appuntamento

natalizio, organizzando il mercatino di Natale! Siamo stati ospiti dell’Associazione Mirabilia, che ci ha generosa-mente offerto i propri locali in via Migiurtinia per tutte le giornatedel 17, 18, 19 e 20 Dicembre.Abbiamo allestito la sala per esporre molti oggetti simpatici e al-cuni anche di pregio da poter acquisire con una modica offerta.Tra i vari oggetti, alcuni erano di artigianato e provenivano dal no-stro amato Camerun, sede del nostro progetto Butterfly for Ba-menda; altri, invece, ci sono stati donati dai nostri amici esostenitori. Ma quest’anno abbiamo avuto anche una novità: unabuona parte dell’oggettistica l’abbiamo ricevuta come dono dauna delle multinazionali in cui abbiamo portato il progetto di pre-venzione aziendale. Ci è arrivato un camion pieno di oggettistica di vario genere: dallepochette per il make-up, alle borse per lo sport di note firme, ipareo in abbinamento con la borsa e il telo da mare, i giocattoli

Il Mercatino di Nataledella Butterfly Onlus…anche quest’anno lasolidarietà ha vinto!

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Progetti in corsoLe avventure presenti

di Arianna Di Paolo

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ottime e famose marche per i più piccoli, i palloni,materiale vario di cancelleria, i peluche adatti aineonati, i contapassi per gli sportivi e perfino deglii-pod originali! Insomma, un insieme molto ricco dioggetti per poter soddisfare tutti i gusti e poteresaudire tutti i desideri natalizi dei parenti e amicigrandi o piccini. Siamo molto contenti di poter dire che il MercatinoNatalizio della nostra onlus è stato un successone! I visitatori hanno risposto con molta generosità esensibilità alla nostra iniziativa. Con i fondi raccoltipotremo continuare a portare avanti i nostri pro-getti ed iniziarne di nuovi…di certo le idee e il la-voro non ci mancano!! Perciò non ci rimane che ringraziarvi della vostrapartecipazione e darvi appuntamento al prossimoevento nei giorni di Pasqua!

A presto... e Buone Feste a tutti voi!

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYB

Parlare di alberi, a ben vedere, equivale a par-lare di se stessi, del proprio vissuto, dei luoghiamati o di quelli soltanto ammirati, delle espe-rienze vissute sotto di essi grazie ad essi. Non è possibile, infatti, scindere il ricordo di unluogo dagli alberi che lo caratterizzano renden-dolo non di rado unico.Come possiamo ricordare i tratti della campa-gna della toscana senza i cipressi che la costel-lano e che bordano molte di quelle strade,compresi quelli ben noti di Bolgheri?Come è mai possibile andare con la mente al-l’Umbria, ed in particolar modo ad Assisi, a Spo-leto, a Todi, a Gubbio ed alla stessa Perugiasenza ricordare gli ulivi che ornano quelle col-line?Né potremmo mai concepire la Costiera Amalfi-tana senza le pergole di limoni allocati sui ter-razzamenti di fronte al mare, il Monferratosenza castagni e noccioli, le Dolomiti senza laricied abeti, le nostre coste senza i contorti pini ma-rittimi e le salmastre tamerici celebrate daD’Annunzio. Anche varcando i confini nazionali l’identifica-zione del luogo con l’albero è naturale: non c’ècampagna inglese senza querce, non c’è oasi odi atollo corallino senza palme, bosco nord ame-ricano senza aceri, rilievo nord africano senzacedri, pianure centroafricane senza baobab,montagne rocciose senza sequoie. Per questo gli alberi sono spesso assurti a sim-bolo dei rispettivi territori al punto di essere ri-prodotti nelle bandiere di talune nazioni: ilcedro in quella del Libano, la foglia d’acero inquella del Canada. Anche lo stemma della Repubblica Italiana èuna stella racchiusa tra un ramo di quercia eduno d’ulivo.

Ma il simbolo degli alberi non è soltanto geo-politico. È anche inevitabilmente alimentare(per necessità di sintesi, malvolentieri tralascio)e culturale in senso stretto: si pensi al sapienteutilizzo dei vari legni da parte dei liutai cremo-nesi per forgiare violini e viole fino a raggiun-gere l’eccellenza di Stradivari. Tuttavia, gli alberi, non di rado, possono essereanche fonte di responsabilità soprattutto lad-dove si trovino in prossimità di strade pubblicheo aperta la pubblico. La responsabilità dell’ente proprietario è statarinvenuta dalla giurisprudenza di legittimità nelgenerale obbligo di messa in sicurezza della viapubblica, da assolvere mediante l’ordine al pro-prietario del fondo limitrofo alla strada ovesorge l’albero di eseguire le necessarie opere dimanutenzione fino all’adozione dei provvedi-menti interdittivi.È stato affermato che “l’ente proprietario diuna strada aperta al pubblico transito, pur nonessendo custode dei fondi privati che la fian-

Gli alberi di Mario Rosati

PROFESSIONI E FORMAZIONEPILLOLE DI DIRITTO

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PROFESSIONI E FORMAZIONEPILLOLE DI DIRITTO

cheggiano, né avendo alcun obbligo di provve-dere alla manutenzione di essi, ha tuttavia l’ob-bligo di vigilare affinchè dai suddetti fondi nonsorgano situazioni di pericolo per gli utentidella strada e, in caso affermativo, attivarsi perrimuoverle o farle rimuovere (magari adot-tando Ordinanza Sindacale). Ne consegue che èin colpa, ai sensi del combinato disposto degliartt. 1176, comma 2, e 2043 codice civile, l’enteproprietario della strada pubblica il quale, purpotendo avvedersi con l’ordinaria diligenza

d’una situazione di pericolo proveniente da unfondo privato, non la segnali al proprietario diquesta, né adotti altri provvedimenti cautelativi,ivi compresa la chiusura della strada alla circo-lazione”.Tale responsabilità della pubblica amministra-zione è concorrente la responsabilità del privatoproprietario dell’albero ai sensi dell’articolo2051 cod. civ. (la c.d. responsabilità del custode)che discende dalla proprietà dell’albero (Cass.civ., sez. III Civile, n. 22330/2014).

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PROGETTA CON NOI: REGALA UN’IDEA,UN OGGETTO, UN’OPPORTUNITÀ

Cari Lettori,

questo è uno spazio riservato alle Vostre IDEE!In questa rubrica saranno pubblicati i contributi che vorreteoffrire nello spirito corale di questo magazine. In questa rubrica sarete voi lettori a proporre argomenti diapprofondimento nell’ambito della tiroide e noi cercheremodi rispondere nel modo più esauriente.

Potete inviare le Vostre domande alla ONLUS BUTTERFLY alseguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] a Onlus Butterfly - progetta con noiV.le Liegi, 2, 00198 Roma.

Se siete a corto di idee non importa: regalateci un OGGETTO,da poter utilizzare nelle nostre attività oppure regalateciun’OPPORTUNITÀ, uno SPAZIO per poter pubblicizzare inostri progetti!

Chiamaci al numero 06 85358874 dal Lunedi al Venerdì dalle 9.00 alle 13.00.

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYBIL BREVIARIO

Il sistema immunitario umano è un complesso si-stema di difesa dell’organismo, che si sviluppaper proteggerci dall’invasione di elementi estra-nei, tollerando al contrario gli antigeni propridel nostro corpo. Questo significa che il sistemaimmunitario di ciascuno di noi è in grado di ri-conoscere elementi estranei all’organismo svi-luppando contro di essi una risposta che tendea neutralizzarli, senza, invece, “attaccare” glielementi interni all’organismo (meccanismo ditolleranza al self). Il livello di questo controllo ericonoscimento tra il self e non self è, tuttavia,complesso e variabile. L’insieme delle molecolemediatrici dell’immunità, infatti, danno vita adun intricato sistema di relazioni che formano ilgrande albero dell’immunità.Lo sviluppo della tolleranza al self, per esempio,è un meccanismo molto articolato; avviene neltimo del feto grazie ad un meccanismo per il

quale le cellule T (un tipo di cellule del sistemaimmunitario) che presentano dei recettori con-tro antigeni self vengono ampiamente distrutte,mentre le cellule T che presentano dei recettoricontro cellule estranee vengono mantenute.Questo sistema non è perfetto e alcune celluleT che reagiscono contro degli antigeni self nonvengono eliminate, scatenando delle risposteimmunitarie contro l’organismo, cioè delle ri-sposte autoimmuni. Tutte le patologie definite autoimmunitarie,anche se con molteplici differenze da caso acaso, hanno alla base questo simile meccanismod’origine. Come molti altri organi, anche la tiroide non èimmune all’autoimmunità! Nell’ambito della pa-tologia tiroidea esistono, infatti, alcune altera-zioni legate alla formazione di una rispostaautoimmune contro questa ghiandola. Classica-

Immunità e Patologie Tiroidee di Arianna Di Paolo

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IL BREVIARIO

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mente sono tre le sindromi comprese tra i di-sturbi autoimmunitari della tiroide: • la malattia di Graves (provocata dalla presenzadi autoanticorpi stimolanti il recettore delTSH che, attivando il recettore, determinanoun aumento della sintesi e della secrezionedegli ormoni tiroidei e causano pertanto l’in-sorgenza di gozzo diffuso e di ipertiroidismo.In molti pazienti la presenza di tali anticorpidetermina anche manifestazioni extratiroidee,quali ad esempio, l’oftalmopatia);

• la tiroidite di Hashimoto o tiroidite autoim-mune (si può variabilmente manifestare coneutiroidismo, ipotiroidismo o fasi di ipertiroi-dismo. È caratterizzata da una infiltrazione dilinfociti nella tiroide con presenza di anticorpianti Tireoglobulina e anti Tireoperossidasi; inrari casi possono anche essere presenti gli an-ticorpi stimolanti il recettore del TSH, respon-sabili del transitorio o a volte permanenteipertiroidismo riscontrato in questi pazienti edefinito hashitossicosi);

• il morbo di Gull o mixedema idiopatico (va-riante atrofica della tiroidite autoimmune, ca-ratterizzato dalla presenza di anticorpi antiTSH-recettore bloccanti) .

Esistono tuttavia molteplici variazioni di questoquadro classico ed infatti è noto che nel corsodel tempo un paziente possa passare da un qua-dro all’altro, più frequentemente dall’ipertiroi-dismo da Malattia di Graves alla tiroidite diHashimoto con ipotiroidismo, ma anche vice-versa. Queste patologie autoimmuni, infatti, hannoalla base un meccanismo immunitario di insor-genza simile; questo spiega come esse possanopresentarsi nelle diverse forme all’interno di ungruppo familiare e siano caratterizzate dal pas-saggio da un quadro clinico ad un altro nellostesso individuo nel tempo. Mentre il meccani-smo immunologico alla base di queste patologieè strettamente relazionato, il fenotipo (cioè lospecifico quadro clinico) probabilmente differi-sce perché cambia lo specifico tipo di rispostaimmunologica a valle.

Altro dato interessante nel campo delle patolo-gie immunitarie della tiroide, è la dimostrazionedi una loro associazione con altre patologie au-toimmunitarie che coinvolgono altri organi ol’organismo in toto. È frequente, infatti, che al-cuni pazienti con patologie tiroidee autoimmunipresentino anche altre patologie autoimmuni-tarie organo specifiche, quali per esempio l’ane-mia perniciosa, la vitiligo, la miastenia gravis, ilmorbo di Addison autoimmune, l’insufficienzaovarica, l’insufficienza pituitaria e l’alopecia opatologie autoimmuni non organo specifiche,quali la sindrome di Sjögren, l’artrite reuma-toide, il lupus.La spiegazione di tale associazione è da ritro-varsi proprio in quella serie complessa di rela-zioni esistenti tra le molteplici cellule e molecoledell’immunità, che si intrecciano tra loro in rela-zioni complesse come in un grande albero fannoi mille rami e le mille foglie.

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TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.UTTERFLYBNOTIZIE PRATICHE

L’ipotiroidismo, ovvero il deficit di produzione di or-moni tiroidei ed il conseguente rallentamento me-tabolico, è una patologia molto comune. La dietasembra giocare un ruolo fondamentale nel delicatoequilibrio della ghiandola tiroidea .Per stimolare una tiroide ipofunzionante è impor-tante fornire un adeguato apporto di proteine, in par-ticolare carne, uova e pesce, in grado di attivare lefunzioni metaboliche. Un potente alleato nella lottaai disturbi della tiroide può essere senz’altro lo iodio;sia attraverso l’utilizzo di Sale iodato che scegliendopesce azzurro e altri elementi che lo contengono inmaniera naturale, è possibile fornire alla ghiandolal’apporto necessario a ripristinare il proprio equilibrio.Attenzione, però, a non procedere con l’integrazionedi iodio nella propria dieta senza il consulto con il pro-prio medico curante, in quanto questa sostanza si ri-vela, al contrario, nociva in alcune forme specifiche dipatologie tiroidee. Fra gli alimenti più ricchi di iodiorientrano senz’altro le alghe marine, come la KELP,KOMBU, DULSE, WCAME etc; le fonti più importantisono il pesce, i crostacei, i molluschi, le uova, i for-maggi e la carne. Ricordiamo che assumere iodio daisupplementi o dai cibi aiuterà soltanto gli ipotiroidi-smi causati da insufficiente apporto di iodio. Nell’ipo-tiroidismo autoimmune, prevalentemente nelle areegeografiche con adeguati livelli di assunzione di que-sto oligoelemento, assumerlo con la dieta può, infatti,peggiorare le funzione tiroidea.Un alimento di non comune utilizzo, ma che ha di-mostrato migliorare l’efficienza metabolica è l’OLIOdi COCCO. Quest’olio contiene circa il 50% di acidolaurico, un acido grasso a catena intermedia di pic-cole dimensioni, facilmente digeribile ed in grado dientrare direttamente nei mitocondri, le nostre cen-trali energetiche cellulari. Esso funge da substrato edaumenta la produzione di energia mitocondriale; ini-bisce, inoltre, l’attività di enzimi coinvolti nella sintesidei grassi e questo effetto combinato, attivazione dauna parte e ridotta produzione di grassi dall’altra , èparticolarmente utile in chi soffre di rallentamentometabolico e aumento di peso.Altro alimento molto utile alle funzionalità tiroideeè il SELENIO. Fra gli alimenti più ricchi di questo ele-mento ci sono le noci del brasile; è presente, però,anche nello sgombro, nel tonno, nel salmone, nelpollo, nel tacchino, nelle frattaglie, nelle uova, neifunghi shitake e nei semi di girasole.Permane sempre importante nell’ipotiroidismo la ri-

duzione dell’infiammazione, aumentata dall’attiva-zione del sistema immunitario che caratterizza le ti-roiditi autoimmuni; l’infiammazione riduce lafunzione tiroidea in molti modi: - inibisce l’asse ipotalamo–ipofisi-tiroide- riduce il numero e la sensibilità dei recettori degliormoni tiroidei- riduce la conversione di T4 in T3.Per ridurre l’infiammazione è importante assumerefonti di acidi grassi omega 3, oltre che a cibi conazione antiossidante, come il tè, il cioccolato, i fruttirossi, la frutta secca, l’olio extravergine di oliva, l’aglio,la cipolla, la cannella e lo zenzero. Inoltre è impor-tante ottimizzare i livelli di vitamina D, per il correttofunzionamento del sistema immunitario ed infatti ilsuo deficit si associa alle malattie autoimmuni.Risultano, invece, potenzialmente dannosi per la fun-zione tiroidea, alcuni alimenti. Nelle tiroiditi autoim-muni, come quella di Hashimoto, ad esempio, èimportante eliminare gli alimenti in grado di attivarerisposte autoimmuni, primo fra tutti il GLUTINE. Sem-pre più soggetti reagiscono con un alterata attiva-zione del sistema immune al consumo di frumento,farro, segale e orzo. Infatti, molte tiroiditi autoim-muni concomitano con la celiachia nello stesso sog-getto. Ma non occorre essere celiaci, ancheun’alterata sensibilità al glutine, spesso di difficilediagnosi, si associa a patologie autoimmuni, quali latiroidite di Hashimoto. Oggi astenersi dal consumo diglutine è più facile per l’ampia diffusine di prodottipreparati con vari tipi di farine prive di glutine .Altro alimento nocivo per la patologia tiroidea è laSOIA. Essa contiene l’isoflavone genisteina, una so-stanza gozzigena, perche si lega allo iodio interfe-rendo con il suo utilizzo per la produzione diormoni. Altri elementi non in linea con la funziona-lità tiroidea sono, infine, le sostanze CRUCIFERE,cioè i cavoli (broccoli, cavolfiore, cavolo, cappuccio,verza, cavoletti di Bruxelles), che contengono so-stanze gozzi gene, e gli istiocinati in grado di osta-colare l’assorbimento di iodio.Cruciale è, inoltre, eliminare o ridurre al minimotutti gli alimenti in grado di peggiorare l’infiamma-zione, primi fra tutti gli zuccheri, gli oli vegetali raf-finati, le margarine e i dolcificanti.Sono tante le sostanze introdotte con la dieta e pre-senti nell’ambiente potenzialmente in grado di di-struggere il delicato equilibrio ormonale. Conoscerleed evitarle è il primo passo a tutela della nostra salute!

Tiroide, dieta e natura di Claudia D’Ercole

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NOTIZIE PRATICHE

Dal frutto all’essenza di Cristina De Santis

La storia del profumo ha origini antichissime. Neitempi biblici e nel libro del ‘Cantico dei Cantici’ l’ef-fluvio del nardo, esprimeva l’amore che non avevaparagoni, un amore immenso, prezioso ed unico,che si realizzava diffondendosi. Il profumo era sim-bolo di ricchezza, e solo le classi abbienti potevanopermettersi il lusso di profumarsi e di spargerlonelle case, sugli abiti e nei letti; basta ricordare chenella Francia del XVIII secolo l’industria del pro-fumo divenne così consolidata che la corte di LuigiXV fu soprannominata la corte profumata.In profumeria, le essenze, cioè le sostanze oleoseed aromatiche estratte per distillazione dallepiante, hanno ancora una grande importanza. Esi-ste un’essenza estratta da un frutto che è presentein circa un terzo dei profumi da donna e in metàdelle colonie da uomo. Di quale stiamo parlando?Dell’essenza del bergamotto.

Il primo bergamotto fu piantato nella città di Reg-gio Calabria verso il 1750 e la sua coltivazione fuulteriormente incentivata dai guadagni che si rica-vavano dalla vendita dell’essenza a coloro cheerano di passaggio. La coltivazione a scopo com-merciale, è però legata all’acqua di Colonia, crea-zione di un italiano emigrato in Germania, GianPaolo Feminis, che inventò un’eau de toilette chechiamò Aqua admirabilis, dove l’ingrediente prin-cipale era l’essenza di bergamotto. In essa sonostati identificati circa 350 diversi componenti, ingrado di contribuire al suo tipico aroma e a confe-rirgli molte altre proprietà; infatti gli esperti defi-niscono il termine bergamotto una parola magica.La sua essenza viene utilizzata anche nei saponi,nei deodoranti, nei dentifrici e nelle creme, anchesolari, nonché per aromatizzare bibite e cibi. Gra-zie alle sue proprietà antisettiche e antibattericheviene impiegato nell’industria farmaceutica, tro-vando applicazione come disinfettante. Inoltre lapectina estratta dal bergamotto, che ha un note-vole potere gelatinizzante, viene utilizzata come

emostatico e anti-diarroico.Ma non finisce qui!Esistono molteplicialtre essenze estratte dagli alberi da frutto, ecconequalche esempio.Dal legno di cedro si ottiene un’essenza famosaper le sue connotazioni spirituali, stimolanti e rivi-talizzanti, in grado di donare ad ogni composi-zione una sfumatura affascinante, resinosa esensuale. È stata inoltre usata in medicina nel corsodei secoli dai Sumeri, dagli Egizi e dai Tibetani.Una fragranza che ricorda gli agrumi è estrattadall’olio di mandarino. Ha un profumo fresco e pu-lito, da sempre considerato come una fonte di ener-gia positiva per aiutare a migliorare l’umore e aripristinare l’equilibrio, migliorando, inoltre, la cir-colazione e mantenendo l’equilibrio di acqua nellapelle. Il mandarino è un frutto originario della Cina,dove il frutto viene raccolto ancora verde nel mesedi febbraio; l’olio si ottiene dalla spremitura afreddo della buccia. Nei tempi antichi questo fruttoveniva offerto come dono dai Mandarini, nome deireali cinesi, e dagli stessi prese il nome.Un composto estremamente femminile e delicato,in grado di creare un’esperienza multisensorialeche dona sollievo al corpo e alla mente è l’ine-briante aroma del Frangipani, diversamente cono-sciuto in India come “Albero della Vita”, osemplicemente Fiori d’arancio. E’ stato ideato percalmare e rilassare i sensi, benché abbia anche ec-cellenti proprietà per la cura della pelle. Le notedolci e delicate presentano inoltre qualità piace-volmente fresche e ristoratrici.L’olio del pompelmo, infine, è ottenuto dalla spre-mitura della buccia del frutto. E’ energizzante e ri-sollevante per la mente e il suo effetto tonico aiutal’eliminazione delle impurità e l’eccesso dei liquidi.Tradizionalmente usato per il mal di testa e per ladepressione, è rinomato anche per ristabilire ilbuon umore e portare emozioni positive. Nellacura della pelle l’olio viene spesso impiegato permigliorare la tonicità del tessuto.

Bibliografia:Biblioteca online WatchtowerUn agrume molto colto, a cura di C. Mangiola eG. Polimeni, Editrice Culture, Reggio Calabria,1997, p. 2 - www.kaon.it

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CLAUDIA D’ERCOLE Medico chirurgo. Specialista in Chirurgia Generale. Diploma CorsoAlta Formazione su “Diagnosi e cura della patologia tiroidea” e Diploma“SIUMB” come Ecografista Generalista. Collabora con la ONLUSBUTTERFLY da quando è stata istituita.

CRISTINA DE SANTIS Laureanda in Medicina e Chirurgia, Collabora con la ONLUS BUTTERFLYoccupandosi in particolar modo delle relazioni con i paesi esteri e partecipandoattivamente a progetti di volontariato nei paesi in via di sviluppo.

ARIANNA DI PAOLO Medico chirurgo. Collabora con la ONLUS BUTTERFLY occupandosi inparticolar modo delle relazioni internazionali e partecipando attivamente aprogetti di volontariato in Italia e all’Estero. È Responsabile di Redazione di“Butterfly”, Magazine Ufficiale della Onlus Butterfly.

SILVIA FRANCISCI Docente nel Corso di Laurea Specialistica in Biologia e Tecnologie cellulari ecoordinatrice dei Corsi di Tirocinio Formativo Attivo per gli insegnanti di Scienzenegli Istituti superiori. La sua attività di ricerca, presso il Dipartimento di Biologiae Biotecnologie "Charles Darwin" de “La Sapienza-Università di Roma”, si rivolgeallo studio dei meccanismi molecolari delle malattie mitocondriali, utilizzandoun modello cellulare semplice come il lievito Saccharomyces cerevisiae.

PIETRO GRAZIANI Prof. Pietro Graziani, già Dir. Generale del Ministero dei Beni Culturali, docentedi Legislazione di tutela presso la Scuola di Specializzazione in Restauro deimonumenti e del Paesaggio - Università “La Sapienza” di Roma, responsabiledell’ambito Beni Culturali del Master in Architettura, Arte Sacra e Liturgia(Università Europea di Roma), componente del Comitato Scientifico del CentroUniversitario Europeo dei Beni Culturali di Ravello (Salerno), organo diconsulenza del Consiglio d’Europa.

PAOLA GRILLI La Prof.ssa Paola Grilli, medico da oltre 30 anni, è specializzata in ChirurgiaGenerale ed in Endocrinologia. Si interessa, in particolare, delle patologie tiroidee,sia benigne che maligne. Già membro di Ateneo dei Rapporti Internazionali dellaSapienza-Università di Roma. Già Professore della “Sapienza-Università di Roma”,ha insegnato per numerosi anni l’endocrino-chirurgia e la Metodologia medicoscientifica sia a studenti nel Corso di Laurea Magistrale sia a specializzandi diChirurgia Generale, di Chirurgia Vascolare e Addominale ed Endoscopia Digestiva.Già Direttore del Corso di Alta Formazione in Diagnosi e Cura delle PatologieTiroidee. Si dedica prevalentemente alla prevenzione e cura della patologia tiroideae delle malattie correlate. È Presidente della ONLUS BUTTERFLY, che nascegrazie alla sua esperienza e al suo costante impegno nel sociale.

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UTTERFLYB TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.

Hanno scritto per noi

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MARIO ROSATI Avvocato in Roma, abilitato al patrocinio dinanzi le giurisdizioni superiori, docentepresso la Schola Palatina di Acquisgrana, autore di diverse pubblicazioni in dirittodel lavoro e sui servizi pubblici locali. È il Vicepresidente della ONLUSBUTTERFLY con delega per il funzionamento degli organi associativi e lagestione economico-finanziaria.

MICHELANGELO ROSATI Si è laureato presso l’Università Cattolica in Roma. È Specialista in Ortopedia eTraumatologia e in Medicina dello Sport. È stato Medico Ospedaliero dal 1984al 2004. Ha un sito web professionale molto attivo: www.footsurgery.it. Svolge laattività professionale presso la Casa di Cura “ARS MEDICA” in Roma.

RENATA VIOLA Laureata nel 1974 in Scienze Biologiche presso l'università La Sapienza di Roma;ha conseguito tre abilitazioni per l’insegnamento nelle scuole medie superiori; èdocente in un Liceo Pluricomprensivo (classico, scientifico e linguistico).

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Magazine ufficiale dell’Associazione Onlus Butterfly

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La P&G, per la generosa offerta del materiale donato come contri-buto di solidarietà per il mercatino di Natale della Butterfly Onlus.

L’associazione culturale Mirabilia Italia, per l’ospitalità presso i pro-pri locali grazie alla quale abbiamo potuto realizzare il mercatinodi Natale.

Il gruppo delle Butterfly Girls, per la loro fattiva disponibilità nellarealizzazione e gestione del mercatino, in particolar modo laProf.ssa Renata Viola.

L’IBSA Farmaceutici, per il contributo offerto ai fini della realizza-zione del Corso di Alta Formazione in Prevenzione, Diagnosi e Curadella Patologia Tiroidea.

La Casa di Cura Ars Medica, nella figura della famiglia Guarnieri,che ci ha ospitato per il Corso di Alta Formazione in Prevenzione,Diagnosi e Cura della Patologia Tiroidea unitamente alla Sig.ra Ti-ziana Pappalardo che si è resa disponibile partecipando attiva-mente alla coordinazione logistica dell’evento.

La Segreteria Organizzativa del Corso Di Alta Formazione in Pre-venzione, Diagnosi e Cura della Patologia Tiroidea, nelle figure diIlaria Cesarini e Virna Vittorini, per il valido lavoro svolto.

La Sig.ra Clara Mariella, gestore del Bar della Casa di Cura Ars Me-dica, per aver fornito, con un minimo contributo spese, un ottimoservizio di ristoro durante il Corso Di Alta Formazione in Preven-zione, Diagnosi e Cura della Patologia Tiroidea.

E da ultimo, ma non per importanza, il gruppo dei docenti delCorso Di Alta Formazione in Prevenzione, Diagnosi e Cura della Pa-tologia Tiroidea, Franco Culasso, Claudia D’Ercole, Sara Federici,Paola Grilli, Raffaella Pajalich, Ilaria Pugliesi, che grazie al con-tributo altamente qualificato che hanno apportato, hanno consen-tito alla Butterfly Onlus di portare a termine con successo il primomodulo del Corso Di Alta Formazione in Prevenzione, Diagnosi eCura della Patologia Tiroidea.

Si ringrazia:

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UTTERFLYB TIROIDE, CULTURA E SOLIDARIETÀ.

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