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L’appello del Papa all’Angelus Formare i giovani alla cura della ...Prima della preghiera...

Date post: 20-Oct-2020
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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 216 (48.540) Città del Vaticano lunedì-martedì 21-22 settembre 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +z!"!}!$!$! La comunicazione secondo il cristiano, ovvero l’esercizio della speranza Francesco: il cuore dell’uomo è “proteso verso il futuro” P apa Francesco è ritornato a parlare di un tema che a lui sta molto a cuore: il futuro. Lo ha fatto parlando alla redazione della rivista belga «Tertio » lo scor- so giovedì 18 settembre, con queste parole: «Il professionista cristiano dell’informazione deve dunque es- sere un portatore di speranza e di fiducia nel futuro. Perché solamen- te quando il futuro è accolto come realtà positiva e possibile, anche il presente diventa vivibile». Il presente, dice il Papa, in qual- che modo, è generato, nella sua concreta possibilità, dal futuro. Im- maginare il futuro, un futuro possi- bile, “umano”, è determinante per poter vivere il presente. Significati- vo l’uso del verbo “accogliere”: fu- turo e presente sono due doni (la parola “presente” lo indica già nel suo significato) che l’uomo può e deve saper ricevere. Si potrebbe di- re anche di più: che anche il passa- to nasce, “proviene”, dal futuro. Di fronte alle sfida rappresentata dal futuro, che è sempre una “av-ven- tura”, qualcosa che sta per venire, ogni uomo esamina il presente e lo fa sulla scorta del passato, cioè riattiva la memoria per cercare, nel bagaglio della sua esperienza, un suggerimento, una strada per attra- versare il momento che ha di fron- te. È il futuro stesso che, presen- tandosi, opera questa riattivazione della memoria, riportando alla mente scene, situazioni, episodi del passato. Ecco perché il futuro è co- sì importante, esso ci dice che l’uo- mo è de-centrato, trova il suo bari- centro fuori di sé, in qualcosa che lo precede, che gli sta davanti e lo attira. Questo vale per ogni uomo e an- cora di più per il cristiano. Egli sa che il suo “cuore”, il centro della sua vita, è in Dio e finché non “ri- posa” in Dio (come ha colto il ge- nio di sant’Agostino) è inquieto, è appunto de-centrato. Questo cuore quindi è “al di là”, è nel futuro che per ora si può solo immaginare. Questo è un aspetto caratterizzante del cristiano che nutre la sua fede dall’ascolto della Parola di Dio, leggendo il testo della Bibbia, un libro che ha fatto un grande dono all’umanità regalandogli, appunto, il futuro. Prima dell’Antico e del Nuovo Testamento infatti il futuro non aveva una propria e legittima cittadinanza nelle idee e nella vita degli uomini antichi. Ad esempio per i greci il futuro non c’era ma corrispondeva all’eterno ritorno dell’identico, cioè alla ripetizione ci- clica del passato. Questo era il fato che, ineluttabile, come una ruota ritornava sempre su stesso non riu- scendo mai a sganciarsi dai ritmi della natura per cui dopo l’inverno tornava sempre la primavera e così via, per sempre. Ulisse torna a ca- sa, a Itaca e finisce con incontrare Laerte suo padre, cioè il passato. Ad Abramo invece il Signore parla proponendogli di andare in una terra straniera che “ti indicherò”. E Abramo si muove, spinto, come di- rà san Paolo, da una “spes contra spem”, sperando contro ogni spe- ranza. Per il cristiano il futuro dunque non solo riattiva la memoria, ma suscita la speranza, questa virtù nuova e decisiva che la Bibbia met- te al centro dell’esistenza umana. Sempre san Paolo, parlando ai gre- ci di Tessalonica, scrive loro della sorte delle persone defunte affinché «non continuiate ad affliggervi co- me gli altri che non hanno speran- za» (1Ts 4, 13). Il cristiano è l’uo- mo della speranza, che si sforza di immaginare il futuro in cui confida perché Cristo è il Signore della sto- ria, avendo spezzato le catene del tempo con la sua incarnazione, morte e risurrezione. Così è il cristiano e così ancor più il «professionista cristiano dell’informazione» chiamato oggi, dice il Papa, in questa fine estate del 2020, «ad alimentare la speran- za nella situazione di pandemia che il mondo sta attraversando. Voi siete seminatori di questa speranza in un domani migliore. Nel conte- sto di questa crisi, è importante che i mezzi di comunicazione so- ciale contribuiscano a far sì che le persone non si ammalino di solitu- dine e possano ricevere una parola di conforto». La sfida del futuro è questa terribile malattia della soli- tudine, che già da decenni dilaga nelle società occidentali, per fortu- na ci sono dei “presidi ospedalieri”, e sono i giornalisti, anche loro ar- ruolati in questo grande “ospedale da campo” che è la Chiesa, porta- trice di quella “grande speranza” di cui parlava Benedetto XVI nella Spe salvi, la speranza che, sempre se- condo san Paolo, “non delude” (Romani 5). ANDREA MONDA Udienza al presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’E u ro p a Nella mattina di lunedì 21 settembre Papa Francesco ha ricevuto in udienza l’Onorevole Rik Daems, presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. NOSTRE INFORMAZIONI L’appello del Papa all’Angelus Formare i giovani alla cura della dignità umana e della casa comune L’auspicio che «le nuove generazioni siano formate alla cura della dignità umana e della casa comune» è stato espresso da Papa Francesco al termi- ne dell’Angelus di domenica 20 set- tembre, data in cui in Italia è stata celebrata la Giornata per l’Universi- tà cattolica del Sacro Cuore. Inco- raggiando l’opera educativa svolta dall’ateneo, il Pontefice ha esortato «a sostenere questa importante isti- tuzione culturale, chiamata a dare continuità e nuovo vigore ad un pro- getto che ha saputo aprire la porta del futuro a molte generazioni di giovani». Prima della preghiera mariana di mezzogiorno il vescovo di Roma aveva offerto ai fedeli presenti in piazza San Pietro una riflessione sul brano evangelico della liturgia do- menicale tratto da Matteo (20, 1-16) e dedicato alla parabola dei lavora- tori della vigna. Due gli aspetti su cui il Papa si è soffermato: la chia- mata e la ricompensa. Quanto alla prima, Francesco ha ricordato che Dio è sempre «in usci- ta» e va «continuamente alla ricerca delle persone, perché vuole che nes- suno sia escluso dal suo disegno d’amore». Un atteggiamento che rappresenta un esempio anche per le comunità cristiane, chiamate a «esse- re come Dio: sempre in uscita». Quando, infatti, «la Chiesa non è in uscita, si ammala». È vero, ha rico- nosciuto il Pontefice, «che quando uno esce c’è il pericolo di un inci- dente. Ma — ha aggiunto — è meglio una Chiesa incidentata, per uscire, per annunziare il Vangelo, che una Chiesa ammalata da chiusura». Riguardo poi alla ricompensa, il Papa ha sottolineato che Dio «non guarda al tempo e ai risultati, ma al- la disponibilità, guarda alla generosi- tà con cui ci mettiamo al suo servi- zio». Il suo agire, dunque, «va oltre la giustizia e si manifesta nella Gra- zia», attraverso la quale «Egli ci elargisce più di quanto noi meritia- mo». Lo testimonia la vicenda del “Buon ladrone”, «il primo santo ca- nonizzato dalla Chiesa», che — ha detto Francesco — «ha “rubato” il Cielo all’ultimo momento della sua vita». Infine dopo aver recitato l’Ange- lus, il Papa ha ricordato che «secon- do i programmi fatti prima della pandemia, nei giorni scorsi avrebbe dovuto svolgersi il Congresso eucari- stico internazionale a Budapest». Perciò ha voluto rivolgere un «saluto ai pastori e ai fedeli dell’Ungheria» e a quanti «aspettavano con fede e con gioia questo evento ecclesiale», che è stato rinviato all’anno prossi- mo, dal 5 al 12 settembre, sempre nella capitale ungherese. Da qui l’in- vito a proseguire, «spiritualmente uniti, il cammino di preparazione» all’appuntamento del 2021, «trovan- do nell’Eucaristia la fonte della vita e della missione della Chiesa». PAGINA 8 Reazioni da parte della Russia e dell’Ue Gli Usa ripristinano le sanzioni all’Iran WASHINGTON, 21. Scontro sulle sanzioni all’Iran. Il segretario di stato americano, Mike Pompeo, ha annunciato il completo ripristino delle sanzioni internazionali contro la Repubblica islamica. «Gli Stati Uniti accolgono con favore il ritorno di praticamente tutte le sanzioni Onu in preceden- za revocate» ha scritto Pompeo in un post su Twitter. Il capo della di- plomazia Usa ha inoltre sottolinea- to che ci saranno ritorsioni contro gli Stati che non sosterranno l’ini- ziativa di Washington all’Onu. Se- condo Pompeo, il ripristino delle sanzioni include l’embargo delle armi e questa «è un’ottima notizia per la pace nella regione». Circa un mese fa, l’Amministra- zione Usa aveva annunciato la vo- lontà di reintrodurre le sanzioni ac- cusando l’Iran di non rispettare l’accordo sul nucleare del 2015, ac- cordo dal quale il presidente Trump si è unilateralmente ritirato tre anni dopo, nel 2018. L’amba- sciatrice americana all’Onu, Kelly Craft, aveva quindi inviato una let- tera all’ambasciatore indonesiano Dian Triansyah Djani, presidente di turno del Consiglio di sicurezza, presentando il reclamo. Ora sono scaduti i termini del reclamo e Wa- shington ha fatto scattare unilate- ralmente il ripristino, anche se non c’è stato un voto al Consiglio. Immediate le reazioni internazio- nali. Per l’Unione europea, «gli Stati Uniti si sono ritirati dall’ac- cordo sul nucleare iraniano e quin- di non possono avviare il processo per la riapplicazione delle sanzioni Onu». Secondo il presidente ira- niano, Hassan Rohani, Washington non sarà sostenuta da nessun Paese e «resterà isolata». Anche Mosca ha criticato l’annuncio di Pompeo. Il direttore dell’Oms al «Cortile di Francesco» detta le linee per non perdere il controllo sulla pandemia Impegno e solidarietà contro il covid-19 ASSISI, 21. «La seconda ondata è nel- la nostre mani. Si può evitarla o te- nerla sotto controllo», ma seguendo delle regole. Sono le parole pronun- ciate ieri pomeriggio dal direttore ge- nerale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in videocollegamento con il forum di Assisi «Cortile di Francesco». Il numero uno dell’O ms ha voluto sottolineare la necessità di agire con impegno e responsabilità. In questo ha citato l’Italia, «esempio scintillante di unità nazionale e soli- darietà, impegno comune e umiltà». Primo Paese ad essere investito dalla pandemia dopo la Cina, Ghebreyesus, riferendosi all’Italia, ha dichiarato che «ha preso decisioni difficili e ha insi- stito su quelle, riducendo la trasmis- sione e salvando molte vite». In collegamento virtuale con Assisi, il funzionario etiope ha tracciato un promemoria quanto mai necessario in alcune aree del mondo dove la diffu- sione del covid-19 appare sfuggita di mano, invitando a non abbassare la guardia perché «tutto quello che è stato raggiunto può essere perso e molte persone rimangono a rischio. Con l’inverno, l’apertura delle scuole e le persone che tornano alla vita nor- male, ognuno deve condurre la pro- pria parte, tenendo al sicuro se stesso e gli altri», ha aggiunto. Le dichiarazioni di Ghebreyesus arrivano nel giorno in cui sono stati raggiunti nel mondo i 30 milioni di contagi, e si è prossimi a oltrepassare il tetto del milione di decessi per cause riconducibili al covid-19. In India anche ieri sono state regi- strate oltre 90.000 nuove infezioni in 24 ore. In Europa, dove la curva en- demica sta crescendo a ritmi impres- sionanti, la situazione rischia di an- dare fuori controllo praticamente in tutti i Paesi ad eccezione dell’Italia dove l’aumento di casi è ancora con- tenuto. Nel Regno Unito i professori Chris Whitty e Patrick Vallance, con- sulenti di riferimento del premier Bo- ris Johnson, hanno parlato di «punto critico» in quanto la diffusione della pandemia va di nuovo «nella direzio- ne sbagliata», pronosticando «un in- verno ancora complicato», ed evo- cando la necessità di osservare più attentamente le cautele in vigore sen- za escludere ulteriori restrizioni. In Francia oltre la metà dei dipartimenti nazionali è ormai dichiarato “zona rossa” ossia zona di circolazione atti- va del virus. La suprema guida iraniana Ali Khamenei (Afp) Il Santo Padre ha ricevuto que- sta mattina in udienza l’O nore- vole Rik Daems, Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Monsignor Bruno Musarò, Arcivescovo titolare di Abari, Nunzio Apostolico in Costa Rica. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Dejan Šahović, Ambasciatore di Ser- bia, in visita di congedo. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia di Sua Eccellenza Monsignor Hubert Berenbrin- ker, Vescovo titolare di Panato- ria, all’ufficio di Ausiliare dell’Arcidiocesi di Paderborn (Germania). Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Angola e in São Tomé e Príncipe il Re- verendo Monsignore Giovanni Gaspari, Consigliere di Nun- ziatura, elevandolo in pari tem- po alla sede titolare di Alba marittima, con dignità di Arci- vescovo. #CantiereGiovani PER COSTRUIRE E ALIMENTARE UNALLEANZA TRA LE GENERAZIONI A lezione dall’equipaggio dell’Apollo 13 VITTORIO MARCHIS A PAGINA 4 Udienza ai piccoli con autismo ospiti di una struttura austriaca Ogni bambino è un fiore e la sua bellezza è unica PAGINA 8 Il cardinale Parolin all’Università cattolica del Sacro Cuore La pandemia impone un ripensamento dei modelli di sviluppo PAGINA 8 In California la Chiesa avvia un cammino di conversione Per liberarsi dal peccato del razzismo CHARLES DE PECHPEYROU A PAGINA 6 ALLINTERNO
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  • Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

    Unicuique suum

    POLITICO RELIGIOSO

    Non praevalebunt

    Anno CLX n. 216 (48.540) Città del Vaticano lunedì-martedì 21-22 settembre 2020

    .

    y(7HA

    3J1*QS

    SKKM(

    +z!"!}!$

    !$!

    La comunicazione secondo il cristiano, ovvero l’esercizio della speranza

    Francesco: il cuore dell’uomoè “proteso verso il futuro”

    Papa Francesco è ritornato aparlare di un tema che a luista molto a cuore: il futuro.Lo ha fatto parlando alla redazionedella rivista belga «Te r t i o » lo scor-so giovedì 18 settembre, con questeparole: «Il professionista cristianodell’informazione deve dunque es-sere un portatore di speranza e difiducia nel futuro. Perché solamen-te quando il futuro è accolto comerealtà positiva e possibile, anche ilpresente diventa vivibile».

    Il presente, dice il Papa, in qual-che modo, è generato, nella suaconcreta possibilità, dal futuro. Im-maginare il futuro, un futuro possi-bile, “umano”, è determinante perpoter vivere il presente. Significati-vo l’uso del verbo “a c c o g l i e re ”: fu-turo e presente sono due doni (laparola “p re s e n t e ” lo indica già nelsuo significato) che l’uomo può edeve saper ricevere. Si potrebbe di-re anche di più: che anche il passa-to nasce, “p ro v i e n e ”, dal futuro. Difronte alle sfida rappresentata dalfuturo, che è sempre una “av-ven-tura”, qualcosa che sta per venire,ogni uomo esamina il presente e lofa sulla scorta del passato, cioèriattiva la memoria per cercare, nelbagaglio della sua esperienza, unsuggerimento, una strada per attra-versare il momento che ha di fron-te. È il futuro stesso che, presen-tandosi, opera questa riattivazionedella memoria, riportando allamente scene, situazioni, episodi delpassato. Ecco perché il futuro è co-sì importante, esso ci dice che l’uo-mo è de-centrato, trova il suo bari-centro fuori di sé, in qualcosa chelo precede, che gli sta davanti e loattira.

    Questo vale per ogni uomo e an-cora di più per il cristiano. Egli sache il suo “c u o re ”, il centro dellasua vita, è in Dio e finché non “ri-p osa” in Dio (come ha colto il ge-nio di sant’Agostino) è inquieto, èappunto de-centrato. Questo cuorequindi è “al di là”, è nel futuro cheper ora si può solo immaginare.Questo è un aspetto caratterizzantedel cristiano che nutre la sua fededall’ascolto della Parola di Dio,leggendo il testo della Bibbia, unlibro che ha fatto un grande donoall’umanità regalandogli, appunto,il futuro. Prima dell’Antico e delNuovo Testamento infatti il futuronon aveva una propria e legittimacittadinanza nelle idee e nella vitadegli uomini antichi. Ad esempioper i greci il futuro non c’era macorrispondeva all’eterno ritornodell’identico, cioè alla ripetizione ci-clica del passato. Questo era il fatoche, ineluttabile, come una ruotaritornava sempre su stesso non riu-scendo mai a sganciarsi dai ritmidella natura per cui dopo l’invernotornava sempre la primavera e cosìvia, per sempre. Ulisse torna a ca-sa, a Itaca e finisce con incontrareLaerte suo padre, cioè il passato.Ad Abramo invece il Signore parlaproponendogli di andare in unaterra straniera che “ti indicherò”. EAbramo si muove, spinto, come di-

    rà san Paolo, da una “spes contrasp em”, sperando contro ogni spe-ranza.

    Per il cristiano il futuro dunquenon solo riattiva la memoria, masuscita la speranza, questa virtùnuova e decisiva che la Bibbia met-te al centro dell’esistenza umana.Sempre san Paolo, parlando ai gre-ci di Tessalonica, scrive loro dellasorte delle persone defunte affinché«non continuiate ad affliggervi co-me gli altri che non hanno speran-za» (1 Ts 4, 13). Il cristiano è l’uo-mo della speranza, che si sforza diimmaginare il futuro in cui confidaperché Cristo è il Signore della sto-ria, avendo spezzato le catene deltempo con la sua incarnazione,morte e risurrezione.

    Così è il cristiano e così ancorpiù il «professionista cristianodell’informazione» chiamato oggi,dice il Papa, in questa fine estatedel 2020, «ad alimentare la speran-za nella situazione di pandemiache il mondo sta attraversando. Voisiete seminatori di questa speranzain un domani migliore. Nel conte-sto di questa crisi, è importanteche i mezzi di comunicazione so-ciale contribuiscano a far sì che lepersone non si ammalino di solitu-dine e possano ricevere una paroladi conforto». La sfida del futuro èquesta terribile malattia della soli-tudine, che già da decenni dilaganelle società occidentali, per fortu-na ci sono dei “presidi ospedalieri”,e sono i giornalisti, anche loro ar-ruolati in questo grande “osp edaleda campo” che è la Chiesa, porta-trice di quella “grande speranza” dicui parlava Benedetto XVI nella Spesalvi, la speranza che, sempre se-condo san Paolo, “non delude”(Romani 5).

    ANDREA MONDA

    Udienza al presidente dell’Assembleaparlamentare del Consiglio d’E u ro p a

    Nella mattina di lunedì 21 settembre Papa Francesco ha ricevuto in udienzal’Onorevole Rik Daems, presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’E u ro p a .

    NOSTRE INFORMAZIONI

    L’appello del Papa all’Angelus

    Formare i giovani alla curadella dignità umana e della casa comuneL’auspicio che «le nuove generazionisiano formate alla cura della dignitàumana e della casa comune» è statoespresso da Papa Francesco al termi-ne dell’Angelus di domenica 20 set-tembre, data in cui in Italia è statacelebrata la Giornata per l’Universi-tà cattolica del Sacro Cuore. Inco-raggiando l’opera educativa svoltadall’ateneo, il Pontefice ha esortato«a sostenere questa importante isti-tuzione culturale, chiamata a dare

    continuità e nuovo vigore ad un pro-getto che ha saputo aprire la portadel futuro a molte generazioni digiovani».

    Prima della preghiera mariana dimezzogiorno il vescovo di Romaaveva offerto ai fedeli presenti inpiazza San Pietro una riflessione sulbrano evangelico della liturgia do-menicale tratto da Matteo (20, 1-16)e dedicato alla parabola dei lavora-tori della vigna. Due gli aspetti su

    cui il Papa si è soffermato: la chia-mata e la ricompensa.

    Quanto alla prima, Francesco haricordato che Dio è sempre «in usci-ta» e va «continuamente alla ricercadelle persone, perché vuole che nes-suno sia escluso dal suo disegnod’amore». Un atteggiamento cherappresenta un esempio anche per lecomunità cristiane, chiamate a «esse-re come Dio: sempre in uscita».Quando, infatti, «la Chiesa non è inuscita, si ammala». È vero, ha rico-nosciuto il Pontefice, «che quandouno esce c’è il pericolo di un inci-dente. Ma — ha aggiunto — è megliouna Chiesa incidentata, per uscire,per annunziare il Vangelo, che unaChiesa ammalata da chiusura».

    Riguardo poi alla ricompensa, ilPapa ha sottolineato che Dio «nonguarda al tempo e ai risultati, ma al-la disponibilità, guarda alla generosi-tà con cui ci mettiamo al suo servi-zio». Il suo agire, dunque, «va oltrela giustizia e si manifesta nella Gra-zia», attraverso la quale «Egli ci

    elargisce più di quanto noi meritia-mo». Lo testimonia la vicenda del“Buon ladrone”, «il primo santo ca-nonizzato dalla Chiesa», che — hadetto Francesco — «ha “ru b a t o ” ilCielo all’ultimo momento della suavita».

    Infine dopo aver recitato l’Ange-lus, il Papa ha ricordato che «secon-do i programmi fatti prima dellapandemia, nei giorni scorsi avrebbedovuto svolgersi il Congresso eucari-stico internazionale a Budapest».Perciò ha voluto rivolgere un «salutoai pastori e ai fedeli dell’Ungheria»e a quanti «aspettavano con fede econ gioia questo evento ecclesiale»,che è stato rinviato all’anno prossi-mo, dal 5 al 12 settembre, semprenella capitale ungherese. Da qui l’in-vito a proseguire, «spiritualmenteuniti, il cammino di preparazione»all’appuntamento del 2021, «trovan-do nell’Eucaristia la fonte della vitae della missione della Chiesa».

    PAGINA 8

    Reazioni da parte della Russia e dell’Ue

    Gli Usa ripristinanole sanzioni all’Iran

    WASHINGTON, 21. Scontro sullesanzioni all’Iran. Il segretario distato americano, Mike Pompeo, haannunciato il completo ripristinodelle sanzioni internazionali controla Repubblica islamica.

    «Gli Stati Uniti accolgono confavore il ritorno di praticamentetutte le sanzioni Onu in preceden-za revocate» ha scritto Pompeo inun post su Twitter. Il capo della di-plomazia Usa ha inoltre sottolinea-to che ci saranno ritorsioni controgli Stati che non sosterranno l’ini-ziativa di Washington all’Onu. Se-condo Pompeo, il ripristino dellesanzioni include l’embargo dellearmi e questa «è un’ottima notiziaper la pace nella regione».

    Circa un mese fa, l’Amministra-zione Usa aveva annunciato la vo-lontà di reintrodurre le sanzioni ac-cusando l’Iran di non rispettarel’accordo sul nucleare del 2015, ac-cordo dal quale il presidenteTrump si è unilateralmente ritiratotre anni dopo, nel 2018. L’amba-sciatrice americana all’Onu, KellyCraft, aveva quindi inviato una let-tera all’ambasciatore indonesianoDian Triansyah Djani, presidentedi turno del Consiglio di sicurezza,presentando il reclamo. Ora sonoscaduti i termini del reclamo e Wa-shington ha fatto scattare unilate-ralmente il ripristino, anche se nonc’è stato un voto al Consiglio.

    Immediate le reazioni internazio-nali. Per l’Unione europea, «gliStati Uniti si sono ritirati dall’ac-cordo sul nucleare iraniano e quin-di non possono avviare il processoper la riapplicazione delle sanzioniOnu». Secondo il presidente ira-niano, Hassan Rohani, Washingtonnon sarà sostenuta da nessun Paesee «resterà isolata». Anche Moscaha criticato l’annuncio di Pompeo.

    Il direttore dell’Oms al «Cortile di Francesco» detta le linee per non perdere il controllo sulla pandemia

    Impegno e solidarietà contro il covid-19ASSISI, 21. «La seconda ondata è nel-la nostre mani. Si può evitarla o te-nerla sotto controllo», ma seguendodelle regole. Sono le parole pronun-ciate ieri pomeriggio dal direttore ge-nerale dell’Organizzazione mondialedella sanità (Oms), Tedros AdhanomGhebreyesus, in videocollegamentocon il forum di Assisi «Cortile di

    Francesco». Il numero uno dell’O msha voluto sottolineare la necessità diagire con impegno e responsabilità.In questo ha citato l’Italia, «esempioscintillante di unità nazionale e soli-darietà, impegno comune e umiltà».Primo Paese ad essere investito dallapandemia dopo la Cina, Ghebreyesus,riferendosi all’Italia, ha dichiarato che«ha preso decisioni difficili e ha insi-stito su quelle, riducendo la trasmis-sione e salvando molte vite».

    In collegamento virtuale con Assisi,il funzionario etiope ha tracciato unpromemoria quanto mai necessario inalcune aree del mondo dove la diffu-sione del covid-19 appare sfuggita dimano, invitando a non abbassare laguardia perché «tutto quello che èstato raggiunto può essere perso emolte persone rimangono a rischio.Con l’inverno, l’apertura delle scuolee le persone che tornano alla vita nor-male, ognuno deve condurre la pro-pria parte, tenendo al sicuro se stessoe gli altri», ha aggiunto.

    Le dichiarazioni di Ghebreyesusarrivano nel giorno in cui sono statiraggiunti nel mondo i 30 milioni dicontagi, e si è prossimi a oltrepassareil tetto del milione di decessi percause riconducibili al covid-19.

    In India anche ieri sono state regi-strate oltre 90.000 nuove infezioni in24 ore. In Europa, dove la curva en-demica sta crescendo a ritmi impres-sionanti, la situazione rischia di an-dare fuori controllo praticamente intutti i Paesi ad eccezione dell’Italiadove l’aumento di casi è ancora con-tenuto. Nel Regno Unito i professoriChris Whitty e Patrick Vallance, con-

    sulenti di riferimento del premier Bo-ris Johnson, hanno parlato di «puntocritico» in quanto la diffusione dellapandemia va di nuovo «nella direzio-ne sbagliata», pronosticando «un in-verno ancora complicato», ed evo-cando la necessità di osservare piùattentamente le cautele in vigore sen-za escludere ulteriori restrizioni. InFrancia oltre la metà dei dipartimentinazionali è ormai dichiarato “zonaro s s a ” ossia zona di circolazione atti-va del virus.

    La suprema guida iraniana Ali Khamenei (Afp)

    Il Santo Padre ha ricevuto que-sta mattina in udienza l’O nore-vole Rik Daems, Presidentedell’Assemblea Parlamentaredel Consiglio d’E u ro p a .

    Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza SuaEccellenza Monsignor BrunoMusarò, Arcivescovo titolare diAbari, Nunzio Apostolico inCosta Rica.

    Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza SuaEccellenza il Signor DejanŠahović, Ambasciatore di Ser-bia, in visita di congedo.

    Il Santo Padre ha accettatola rinuncia di Sua EccellenzaMonsignor Hubert Berenbrin-ker, Vescovo titolare di Panato-ria, all’ufficio di Ausiliaredell’Arcidiocesi di Paderborn(Germania).

    Il Santo Padre ha nominatoNunzio Apostolico in Angola ein São Tomé e Príncipe il Re-verendo Monsignore GiovanniGaspari, Consigliere di Nun-ziatura, elevandolo in pari tem-po alla sede titolare di Albamarittima, con dignità di Arci-vescovo.

    #CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R EUN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

    A lezione dall’equipaggiodell’Apollo 13

    VITTORIO MARCHIS A PA G I N A 4

    Udienza ai piccoli con autismoospiti di una struttura austriaca

    Ogni bambinoè un fiore e la suabellezza è unica

    PAGINA 8

    Il cardinale Parolin all’U n i v e rs i t àcattolica del Sacro Cuore

    La pandemia imponeun ripensamentodei modelli di sviluppo

    PAGINA 8

    In California la Chiesa avviaun cammino di conversione

    Per liberarsi dal peccatodel razzismo

    CHARLES DE PECHPEYROUA PA G I N A 6

    ALL’INTERNO

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 lunedì-martedì 21-22 settembre 2020

    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

    Unicuique suumPOLITICO RELIGIOSONon praevalebunt

    Città del Vaticano

    o r n e t @ o s s ro m .v aw w w. o s s e r v a t o re ro m a n o .v a

    ANDREA MONDAdirettore responsabile

    Giuseppe Fiorentinov i c e d i re t t o re

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    Superate le mille presenze nell’hotspot dell’isola

    Record di sbarchi a Lampedusa

    La Giornata internazionale della pace indetta dalle Nazioni Unite

    E d u c a reper gettare semi di speranza

    Per Guterres la mancanza di incontri di persona costituisce una «grossa perdita per l’efficienza» della diplomazia

    Interamente virtuale l’Assemblea generale dell’O nu

    L’obiettivo di Bruxelles è un nuovo voto ma Mosca parla di interferenza

    Belarus: l’E u ro p achiede un dialogo inclusivo

    di SI LV I A CAMISASCA

    A pochi giorni dalla Giornatamondiale per la democrazia,si celebra quella indetta dalleNazioni Unite per la pace: quellastessa pace che nella visione di Pa-pa Francesco si definisce e realizza«come cammino di speranza: dialo-go, riconciliazione e conversioneecologica». A distanza di un anno— un anno ferito dalla pandemia —si registra, per la prima volta nellastoria dell’Onu, un cambio di passonella consapevolezza delle minaccea cui è esposta la pace nel mondo:con la Risoluzione 2177, destinata arappresentare uno spartiacque nellaprassi del Consiglio, una malattiainfettiva viene riconosciuta e classi-ficata come minaccia a pace e sicu-rezza internazionali (art. 39, Cartadell’O nu).

    Quel cammino a cui alludeva ilPontefice rievoca, ora, un sentieropiù stretto, in cui il covid-19 si inse-risce come elemento di frattura neiprocessi di ricomposizione tra i po-poli e come fattore di accelerazioneda emergenza sanitaria a crisi uma-nitaria, favorendo così l’humus idea-le di ricadute sulla tutela dei dirittifondamentali, sulla difesa del valoredella vita umana e sulla tenuta stes-sa della democrazia.

    Non a caso il segretario generaledell’Onu António Guterres, nel-l’esercizio delle proprie funzionipolitiche autonome (art. 99 dellaCarta Onu), ha invitato a tenereconto di quanto e come la condi-zione sanitaria, che si è venuta acreare a livello globale, incida nellesituazioni di conflitto, pregiudichi ilripristino della pace nelle regionipost-belliche, comprometta il dialo-go e le relazioni diplomatiche equanto e come metta a repentagliola sicurezza internazionale.

    Da qui, la necessità di una mobi-litazione, coordinata a livello istitu-zionale e con le diverse organizza-zioni in campo, per un mutuo soc-corso dei singoli Paesi e, in partico-lare, in sostegno dei quaranta piùvulnerabili, a favore dei quali lestesse Nazioni Unite interverrannoattivando un Fondo di aiuti, a fian-co della Banca mondiale e del Fon-do monetario internazionale (Fmi).In questo contesto si inserisce laproposta della direttrice operativadell’Fmi, Kristalina Georgieva, perla sospensione del pagamento deldebito estero contratto da tali Paesie per la concessione dei fondi peraiuti sanitari, sul modello dellostesso procedimento adottato du-rante l’epidemia di ebola, che nel2014 era scoppiata in Africa occi-dentale. Il contrasto a disugua-glianze sociali, divario economico,sperequazioni finanziarie costituisceuna leva straordinaria per la ricom-

    si pone anche come una sfida digenere e una generazionale, perchénel nostro Paese, ma anche in largaparte del mondo occidentale piùsviluppato, donne e giovani si scon-trano ancora con molte contraddi-zioni e ostacoli: occorre avere il co-raggio di cambiare, inaugurando unvero new deal» sottolinea Segre, chesarà protagonista di una delle ses-sioni con un intervento sul legametra economia circolare e sostenibili-tà economica: «Abbiamo condivisocon le studentesse l’esigenza di fartesoro di questa esperienza di chiu-sura, durante la fase più acuta dellapandemia, per immaginare un futu-ro necessariamente retto da una so-lida sinergia tra governi, imprese esocietà civile: solo collaborando a360° sarà possibile gestire in modoefficiente le risorse del nostro pia-neta e gettare, quindi, i semi per unmondo più giusto e in pace».

    Modelli sostenibili e nuovi postidi lavoro con al centro la partecipa-zione femminile contribuirebbero inmodo sostanziale ad invertire ten-denze che minacciano la pace mon-diale e il futuro assetto internazio-nale: «Occorre puntare ad un mag-gior benessere famigliare diffuso, e,in questa direzione, potrebbero es-sere un volano gli investimenti inprogetti a tutela dell’ambiente enuovi paradigmi circolari» concludeClaudia Segre, ricordando l’imp or-tanza della formazione: «Dellascuola Prime Minister, nata nel2019, abbiamo già tenuto tre e di-zioni — due a Favara e una a Napo-li — ora inaugureremo le sessioni inaltre sedi, in Lazio e nel nord, oltrea Sicilia e Campania». Durante gliincontri mensili, che si protrarrannoper quasi un anno, le studentesseincontreranno esponenti del mondodelle istituzioni, del terzo settore,del volontariato e della cultura, in-tellettuali e scienziati. Nelle passateedizioni, ad esempio, le giovanidonne hanno approfondito il conte-sto storico e sociale post-bellico incui si sono trovate le madri costi-tuenti durante i mesi di lavoro allanostra Costituzione. E ancora, sisono confrontate con le motivazionie le modalità con cui alcuni depu-tati e attivisti si sono uniti andandoper mare con la nave Mediterranea-

    NEW YORK, 21. È un’Assemblea ge-nerale dell’Onu molto particolarequella che si apre martedì 22 settem-bre al Palazzo di Vetro di NewYork. A causa del coronavirus, l’ap-puntamento annuale che raduna icapi di stato e di governo di tutto ilmondo è per la prima volta nellastoria interamente virtuale.

    L’ultimo ad avere preso in consi-derazione la possibilità di presenzia-re all’evento di persona è stato Do-nald Trump, ma alla fine anche ilpresidente degli Stati Uniti ha desi-stito. Nelle scorse settimane almenouna decina di leader avevano valuta-to se partecipare o meno, ma le nor-me federali e dello stato di New

    York, che hanno imposto 14 giornidi quarantena per chiunque arrividall’estero, hanno risolto il dilemma.

    Il 75° anniversario delle NazioniUnite, considerato un’occasione im-portante per riaffermare il ruolodell’organizzazione internazionale erilanciare il multilateralismo, rischiadi essere azzoppato senza la presen-za fisica dei leader e l’occasione diincontri e colloqui.

    Tanto che il segretario generaledell’Onu, António Guterres, ha am-messo come il vertice virtuale rap-presenti una «grossa perdita per l’ef-ficienza» della diplomazia, poichéper essere efficace, «serve il contattopersonale». L’agenda è comunque

    fitta di impegni: argomento centrale,ovviamente, è il tema del coronavi-rus, così come il clima e le zonemondiali di crisi, dalla Libiaall’Iran.

    Il dibattito generale inizierà, comedi consueto, con i discorsi del presi-dente dell’Assemblea e del segretariogenerale, seguiti poi da Brasile eStati Uniti. Nella stessa giornata, in-terverranno — con video pre-regi-strati — anche i presidenti di Cina,Russia, Iran e Francia.

    Il discorso dell’Italia, pronunciatodal presidente del Consiglio dei mi-nistri, Giuseppe Conte, è in calen-dario per venerdì 25 settembre. Amargine ci saranno numerosi incon-

    tri di alto livello a partire, oggi, dauna celebrazione del 75° anniversariodell’Onu all’insegna di un «rinnova-to impegno collettivo per il multila-teralismo», dove parlerà il presiden-te della Repubblica italiana, SergioM a t t a re l l a .

    Giovedì 24 è in programma unvertice sul clima, mentre il 29 set-tembre Guterres ha convocato unariunione sul tema «Finanziamentodell’Agenda 2030 per lo svilupposostenibile nell’era del coronavirus, eoltre». Il 30 settembre avrà luogo unincontro sulla biodiversità. Giovedìprimo ottobre verrà ricordato il 25°anniversario della quarta conferenzamondiale sulle donne.

    ROMA, 21. Proseguono incessanti glisbarchi a Lampedusa, dove è dinuovo emergenza. Altre dodici pic-cole imbarcazioni, con circa 300 mi-granti a bordo — tunisini per lamaggior parte — sono stati soccorsinelle ultime ore nell’isola. Nel girodi 24 ore è stata raggiunta la cifrarecord di 26 sbarchi, più di unoall’ora. Gli uomini della Guardia co-stiera e della Guardia di Finanza so-no impegnati senza sosta nelle ope-razioni di soccorso.

    Anche gli ultimi natanti sono statiavvistati dalle unità Sar della Guar-dia costiera che ha effettuato i tra-sbordi a largo dell’isola ed ha con-dotto tutti i migranti a molo Favaro-lo. Nell’hotspot di contrada Imbria-cola sono state superate intanto lemille presenze a fronte di una ca-pienza di 192 posti. Il conteggio deimigranti è ancora in corso.

    Dalle 19 di ieri si sono registraticirca 20 sbarchi, in poco più di 12ore, sulla più grande delle Pelagie,dove sono approdate circa 400 per-sone. Nel frattempo, al largodell’isola è arrivata anche la AlanKurdi con a bordo 133 migranti. Traloro anche 62 minori, di cui un neo-nato di 5 mesi. «Queste persone so-no particolarmente vulnerabili», hascritto sui social la ong tedesca SeaEye, che chiede di far sbarcare i mi-granti.

    Sono stati invece rintracciati daicarabinieri, subito dopo uno sbarcoautonomo a Cala Pisana, altri 85 mi-granti. Nella notte a molo Favarolosono sbarcati almeno 20 tunisini e 39libici. A molo Madonnina, sono ap-prodati, invece, 14 tunisini. Poco pri-ma dell’alba, altri 10 tunisini sonostati accompagnati a molo Madonni-na da una motovedetta e poco dopoaltri 4 imbarcazioni sono stati bloc-cati sempre dalle Fiamme gialle. Inmattinata, altri due sbarchi con 13 e10 tunisini. Tutti i migranti stati por-tati all’hotspot di Lampedusa, dovenella giornata di oggi inizierà l’op e-razione di parziale svuotamento conil trasferimento di circa 500 personesulla nave Rapsody, dove rimarran-no per il periodo di quarantena. Losi apprende da fonti del Viminale.

    La nave si trova davanti alla ban-china di Porto Empedocle (Ag), do-ve nelle prossime ore comincerà an-che lo sbarco dei circa 900 migrantia bordo che hanno ultimato il perio-

    do di sorveglianza sanitaria. Prefet-tura e Questura di Agrigento sono allavoro per trovare i centri dove poterospitare queste persone. La Rapso-dy, una volta svuotata, imbarcherà imigranti che sono stati già trasferitie che continueranno in queste ore adessere spostati dall’hotspot di Lam-p edusa.

    Ma l’emergenza migranti riguardaanche la Sardegna, dove gli sbarchidall’Algeria sono diventati quasiquotidiani. Questa notte sei algerinisono approdati sulla spiaggia di Do-mus de Maria (Cagliari) e trasferitinel Centro di prima accoglienza di

    Monastir. Secondo i dati del Vimi-nale, al 15 settembre, erano 1100 imigranti presenti sul territorio.

    In Grecia, intanto, un incendio èscoppiato in serata nel centro di ac-coglienza e identificazione per ri-chiedenti asilo sull’isola di Samos,subito domato dai vigili del fuoco.La situazione ora è «sotto control-lo». Lo si apprende da fonti di poli-zia. Due o tre alloggi sono stati di-strutti ma, fortunatamente, non cisono feriti. L’episodio arriva diecigiorni i due giganteschi incendi chehanno devastato il campo di Moriasull’isola di Lesbo.

    MINSK, 21. «Sosterremo un dialogointerno inclusivo, per elezioni libe-re e giuste. Questo non può essereconsiderata un’interferenza negli af-fari interni. La democrazia e i dirit-ti umani sono al cuore dell’identitàdell’Ue». Queste le parole pronun-ciate oggi dall’Alto rappresentanteUe alla politica estera e di sicurez-za comune, Josep Borrell, arrivan-do alla riunione del Consiglio deiministri degli esteri dell’Unione.«Ore prima del Consiglio europeoabbiamo incontrato Svetlana Ti-khanovskaya. Ci ha parlato della si-tuazione. Siamo incoraggiati dallaperseveranza dei bielorussi, special-mente delle donne, che mostranoun vero senso di leadership» ha ag-giunto.

    Borrell ha risposto anche alle cri-tiche di Mosca, che aveva definitola posizione europea sulla crisi bie-lorussa un’interferenza. «Constatocon rammarico che la situazionecontinua a deteriorarsi» ha dettol’Alto rappresentante, ribadendopoi il sostegno all’opp osizione.«L’Ue non ha un’agenda segreta. Ilpopolo bielorusso deve poter sce-gliere liberamente il suo presidente,senza persecuzioni o repressioni».

    Intanto, continuano le proteste.Il ministero dell’Interno ha parlatodi oltre 400 arresti nella giornata diieri durante le manifestazioni che —secondo fonti di stampa — avrebb e-ro visto la partecipazione di mi-

    gliaia di persone in diverse città inBelarus. Come noto, la crisi in Be-larus è scoppiata dopo il voto delloscorso 9 agosto che ha visto la ri-conferma del presidente AlexanderLukashenko, al potere dal 1994.

    Dobbiamo perseguireuna reale fratellanza,

    basata sulla comune origine da Dio.Il desiderio di #pace è profondamente

    inscritto nel cuore dell’uomoe non dobbiamo rassegnarci

    a nulla che sia meno di questo.(@Pontifex_it)

    sci indietro nessuno e si mobiliti sulfronte finanziario come condizioneper una pace diffusa e duratura èessenziale per coinvolgere le nuovegenerazioni ad una maggiore consa-pevolezza su questi temi.

    Anche in Italia è stata avviataun’iniziativa che ha trovato seguitoin tante altre scuole di formazionepolitica dedicata alla sensibilizza-zione dei più giovani, motore dipace. «Come Global ThinkingFoundation abbiamo scelto di so-stenere la Scuola di Politica perGiovani Donne-Prime Minister, de-dicata alle ragazze tra i 14 e i 19 an-ni, nella consapevolezza che educa-re giovani studentesse al confrontosu temi quali i diritti umani, la giu-stizia sociale, la parità salariale digenere, l’attivismo politico e la coo-perazione su progetti di interesse esviluppo comuni, getti il seme perun futuro di pace», spiega ClaudiaSegre, Presidente di Global Thin-king Foundation, da anni impegna-ta per la diffusione dell’alfab etizza-zione economico-finanziaria e perl’equiparazione retributiva tra uomi-ni e donne, come strumento per ilsuperamento di profonde disugua-glianze sociali e, quindi, come con-ditio sine qua non di convivenza pa-cifica. «Questo percorso scolastico

    Saving Humans a salvare vite uma-ne, migranti di ogni età e prove-nienza. Hanno poi incontrato le de-legazioni di varie associazioni, di-scusso con chi è impegnato nellatutela dei diritti delle donne vittimedi violenza, dei disabili, dei carcera-ti, dei minori e degli emarginati,hanno raccolto le testimonianze dichi lavora in Africa per la coopera-zione allo sviluppo. Un percorso dicrescita, di condivisione e scambioteso a rendere consapevoli i giovanidel grande potenziale e della nobil-tà della Politica, intesa come arte diinterpretare e guidare la società, ri-spondendo ai suoi bisogni profondie tutelandone tutte le componenti:e questo è, in ultimo, un progettodi pace. «In particolare, per le gio-vani donne comprendere la dimen-sione umana e il ruolo sociale dellapolitica significa anche maturare laconsapevolezza di sé e dei propridiritti, investire sulle aspirazionipersonali e alimentare il motore delcambiamento, facendo sentire lapropria voce, a scuola e sul lavoro,come soggetti protagonisti della so-cietà civile». Prendere parole per-ché l’altro possa averla, acquisireforza per restituirla a chi l’ha persa,indicare una strada comune, nei fat-ti, significa farsi costruttrici di pace.

    posizione dellefratture, siano es-se sociali o reli-giose, generazio-nali o di genere,che romponoquell’equilibrioalla base dellaconvivenza pacifi-ca all’interno etra le comunità.Che tutto il con-testo internazio-nale si faccia ga-rante di una ri-sposta per la ri-partenza econo-mica che non la-

  • L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 21-22 settembre 2020 pagina 3

    Feriti cinque civili, si rischia un’escalation delle violenze

    Yemen: razzo degli huthicontro un villaggio saudita

    Si terrà il 5 ottobre a Berlino con l’obiettivo di far ripartire il dialogo

    Libia: l’Onu prepara una nuova conferenzaIn Afghanistantrenta talebani

    uccisiin un raid

    KABUL, 21. Le violenze non smet-tono di lacerare l’Afghanistan.Più di trenta militanti talebanisono stati uccisi ieri, e altri 8 feri-ti, in un attacco aereo dell’avia-zione afghana nel distretto diKhan Abad, nella provincia set-tentrionale di Kunduz, controlla-to dagli insorti a circa 350 chilo-metri dalla capitale, Kabul.

    Il raid, riferisce in una nota ilministero della Difesa afghano, èstato attuato dopo che i talebanihanno preso di mira alcunicheckpoint delle forze di sicurez-za sempre nella provincia diKunduz. I talebani non hannoparlato di vittime tra le propriefile, mentre hanno denunciatol’uccisione di almeno 12 civili. Almomento, tuttavia, non ci sonoconferme ufficiali. Il dicasterodella Difesa ha comunque garan-tito che saranno fatte accurate in-dagini.

    Questi scontri rischiano seria-mente di incrinare il dialogo —iniziato nei giorni scorsi a Doha,capitale del Qatar — tra il gover-no di Kabul e gli stessi talebani.Un dialogo che ha come obietti-vo principale riportare la pacenel martoriato Afghanistan, scon-volto da una guerra che dura or-mai senza sosta da più di dician-nove anni.

    Finora il governo di Kabul siera sempre rifiutato di sedersi altavolo delle trattative con i tale-bani. Ma di recente anche Ab-dullah Abdullah, capo dell’Altoconsiglio per la riconciliazionenazionale sempre ostile nei con-fronti del dialogo con gli insorti,ha affermato di «non vederel’ora» di impegnarsi in colloquiconcreti e diretti con i talebani.

    Da parte di questi ultimi, inve-ce, il mullah Abdul GhaniBaradar ha affermato la necessitàche si consideri l’Islam quale va-lore centrale nei negoziati e negliaccordi in corso.

    A Doha è dunque iniziato illungo e tortuoso percorso versouna pace duratura per l’Afghani-stan, ma le recenti violenze ri-schiano di rimettere tutto in di-scussione.

    SANA’A, 21. Ancora violenze nelloYemen. Cinque civili sono rimastiferiti da un razzo lanciato dai ribellihuthi contro un villaggio nel suddell’Arabia Saudita. A darne noti-zia, ieri, è stata l’agenzia di stampasaudita Spa. I cinque civili sono sta-ti subito trasportati in un prontosoccorso in un villaggio di confine.Secondo l’agenzia Reuters, tre vei-coli sarebbero stati danneggiati dalrazzo dei ribelli.

    L’episodio rischia ora di far ulte-riormente salire la tensione. Gli hu-

    thi, che stanno intensificando gli at-tacchi missilistici — soprattutto me-diante droni — contro l’Arabia Sau-dita, non hanno rivendicato l’attac-co. Tuttavia, Riad punta il dito con-tro di loro. La coalizione internazio-nale a guida saudita annuncia rego-larmente l’intercettazione di missilie droni lanciati dallo Yemen, dovegli huthi controllano gran parte delnord, compresa la capitale Sana’a. Isauditi hanno ripetutamente accusa-to diversi Paesi di fornire armi sofi-sticate agli huthi.

    Va detto che nelle ultime settima-ne la situazione nel Paese arabo ènotevolmente peggiorata dopo che iribelli separatisti del sud — quellidel Consiglio di transizione del Sud— si sono ritirati dai colloqui con ilgoverno centrale del presidente Ha-di. Lo scontro tra il governo Hadi ei ribelli del sud rappresenta una“guerra nella guerra” che ha note-volmente indebolito il fronte anti-huthi. I ribelli del sud hanno co-munque assicurato di essere «apertia nuove trattative».

    Com’è noto, Riad è intervenutaper sostenere il governo yemenitanel 2015, dopo che gli huthi hannoconquistato la capitale Sana’a e cac-ciato il governo del presidente Ha-di. Da allora, decine di migliaia dipersone, per lo più civili, sono stateuccise e milioni sono state costrette

    ad abbandonare le proprie case inquello che le Nazioni Unite defini-scono il peggior disastro umanitariodel mondo.

    Dieci giorni fa una squadra diesperti delle Nazioni Unite che in-daga sulle violenze nello Yemen hachiesto alla comunità internazionaledi porre fine alla «pandemia di im-punità» di cui soffre il paese inguerra. Gli esperti hanno individua-to gravi violazioni dei diritti umanie hanno chiesto al Consiglio di sicu-rezza di deferire la questione allaCorte penale internazionale (Cpi).In un rapporto il panel di esperti,istituito dal Consiglio dei dirittiumani delle Nazioni Unite nel 2017,ha chiesto anche un ampliamentodell’elenco di coloro che sono og-getto di sanzioni da parte del Con-siglio di sicurezza. Secondo la squa-dra Onu, nonostante le molte inda-gini in corso su tanti episodi avve-nuti durante il conflitto non sonomai stati individuati e puniti i col-pevoli. Oltre al deferimento allaCpi, il gruppo di esperti chiede lacreazione di un nuovo meccanismoinvestigativo delle Nazioni Unite,come quello che esiste già per la Si-ria, incaricato di svolgere «indaginipiù approfondite e preparare i casiche si potrebbero utilizzare in tribu-nale per individuare i colpevoli».

    Oltre alle dimissione del governo e allo scioglimento del Parlamento

    Proteste in Thailandia per chiederela riforma della Costituzione

    In Colombiaundici vittime

    in due massacri

    BO GOTÁ, 21. Non si arresta la sciadi sangue e violenza in Colombia.Ieri, domenica, nei dipartimenti diCauca e di Nariño, nella parte sud-occidentale del Paese, almeno 11persone sono state uccise e molte al-tre sono rimaste ferite per mano digruppi armati.

    A Cauca, questa volta nel villag-gio di Munchique nella zona ruraledi Buenos Aires, sono state almeno7 le vittime, tra le quali un minore,colpite mentre assistevano ad unabattaglia fra galli. Ci sarebbero al-cuni feriti in gravi condizioni.

    La leader sociale e difensore deidiritti umani del Cauca, FranciaMárquez Mina, ha ripudiato l’episo-dio, chiedendo di garantire la sicu-rezza dei leader sociali e della po-polazione rurale del dipartimento.

    L’altro massacro è avvenuto nelpomeriggio di ieri a Mosquera, sullacosta del dipartimento di Nariño,dove uomini armati hanno ucciso 4persone, diffondendo poi sui socialnetwork il risultato del loro attacco.Un primo rapporto dell’esercito haprecisato che i cadaveri dei quattrosono stati rinvenuti dai familiari inuna foresta di mangrovie.

    Secondo l’Istituto di studi per losviluppo e la pace (Indepaz) dellaColombia — citato da varie agenzieinternazionali — quest’anno nel Pae-se si sono verificati 60 massacri, 11solo nel mese di settembre, per untotale di 244 vittime.

    Primo colloquio tra Trumpe il premier giapponese Suga

    TO KY O, 21. Il nuovo primo ministrodel Giappone, Yoshihide Suga, lea-der del Partito liberal-democratico,ha avuto ieri un primo colloquio te-lefonico con il presidente degli Sta-ti Uniti, Donald Trump.

    Lo hanno riferito i media giap-ponesi, spiegando che durante ilcolloquio i due leader hanno riba-dito l’importanza dell’alleanza traTokyo e Washington. Trump eSuga — che ha preso il posto diShinzo Abe, che si è dimesso permotivi di salute — hanno anche par-lato della situazione nella Corea delNord e dell’emergenza causata dal-la pandemia di covid-19.

    «Congratulazioni al premier Yo-shihide Suga. So che farai un gran-de lavoro per il Giappone e per ilmondo», aveva twittato Trump po-che ore dopo la nomina di Suga acapo dell’esecutivo di Tokyo.

    Secondo quanto indicato dall’uf-ficio del primo ministro nipponico,il consigliere di Suga per la sicurez-za nazionale, Shigeru Kitamura, sirecherà a Washington la prossimasettimana per incontrare l’omologostatunitense, Robert O'Brien.

    Intanto, il segretario di Statoamericano, Mike Pompeo, ha an-nunciato che si recherà in Giappo-ne il mese prossimo per incontrareSuga. Secondo le informazioni dif-fusa dalla rete televisiva stataleNhk, durante la visita di Pompeo aTokyo saranno presenti anche altifunzionari provenienti dall’Australiae dall’India. Uno degli argomentiin discussione sarà la cooperazionetra Stati Uniti e Giappone nellalotta al coronavirus.

    In Giappone, i casi confermati dicovid-19 sono saliti nelle ultime orea quasi 80.000.

    Arrestata una donna che avrebbe inviato al presidente una lettera contenente una sostanza tossica

    Usa 2020: Biden avanti nei sondaggi

    I manifestanti antigovernativi irrompono nella Thammasat University a Bangkok (Afp)

    TRIPOLI, 21. Giornate cruciali per lacrisi libica. Le Nazioni Unite e laGermania stanno preparando unaseconda Conferenza di Berlino sullaLibia, che si terrà il prossimo 5 otto-bre, in modo da riprendere il lavoroda dove era stato interrotto nel gen-naio scorso. Lo ha confermato il vi-ce portavoce del Segretario generaledell’Onu, Farhan Haq. All’i n c o n t ro— virtuale causa covid e che era già

    stato annunciato nei giorni scorsi —parteciperanno rappresentantidell’Onu, dell’Ue, della Lega arabae dell’Ua, oltre che di Stati Uniti,Gran Bretagna, Francia, Germania,Italia, Cina, Turchia, Emirati ArabiUniti, Egitto e Algeria.

    Dopo «molti mesi, sulla Libia cisono ragioni per essere cautamenteottimisti. C’è un cessate il fuoco edobbiamo sfruttarlo. Abbiamo con-

    tatti con il governo egiziano». Adaffermarlo è l’Alto rappresentantedell’Ue per gli Affari esteri e la Po-litica di sicurezza, Josep Borrell, amargine del Consiglio Affari esteri aBruxelles. «Oggi discuteremo di co-me possiamo sostenere gli sforzi perla pace: ci sono anche alcune deci-sioni concrete sulla nostra lista dipersone soggette a sanzioni» ha det-to, annunciando che ne parlerà nellanella conferenza stampa del pome-riggio.

    La situazione nel paese resta piut-tosto incerta. Si è chiusa difatti unasettimana intensa. Alla notizia delledimissioni, non ancora formalmenteaccettate, del premier libico, Fayezal-Serraj, ha fatto seguito venerdìl’annuncio del generale KhalifaHaftar di voler sbloccare la produ-zione e l’esportazione del petrolioper un mese. La principale condi-zione posta da Haftar è che «i fondinon vengano utilizzati per finanzia-re il terrorismo». L’embargo era sta-to imposto a metà gennaio per farepressione sui negoziati in corso nel-la Conferenza di Berlino.

    Non sono comunque tardate lereazioni. Il Comandante militaredella zona ovest della Libia, OsamaJoueili e — secondo indiscrezioni —anche al-Serraj sono contrari all’ac-cordo annunciato da Haftar e dalvicepremier Ahmed Maitig. Lo rife-risce la tv Al-Ahrar. Le modalitàdell’annuncio da parte di Maitig (incarta semplice via Twitter)e il moni-to della Compagnia petrolifera na-zionale (Noc) libica, che non inten-de revocare lo Stato di forza mag-giore, avevano lasciato già intendereche l’annuncio non era condiviso aTrip oli.

    BA N G KO K , 21. Circa 200.000 mani-festanti sono scesi in piazza ieri aBangkok, la capitale della Thailan-dia, per chiedere riforme costituzio-nali alla monarchia che guida il pae-se asiatico. Sono le stime degli orga-nizzatori della protesta, la più vastadal colpo di stato del 2014, che si èsvolta a Sanam Luang, la grandepiazza nei pressi del Palazzo reale.

    I leader della protesta hanno so-prattutto fatto appello per le rifor-me, un argomento finora poco con-siderato nella società thailandese.

    Come in una simile manifestazio-ne ad agosto, tra la folla di ieri era-no prevalenti i giovani; ma rispettoa un mese fa era più massiccio ilcontingente di "camicie rosse", affi-liate all’ex primo ministro, ThaksinShinawatra, destituito da un golpeesattamente 14 anni fa.

    La protesta a Bangkok è il culmi-ne di mesi di iniziative studenteschecon un triplice obiettivo: lo sciogli-mento del Parlamento (un terzo delquale è non eletto, e segue, quindi,le direttive dei generali), una nuovaCostituzione che rimpiazzi quellaimposta dai militari, e la fine dellapersecuzione politica dei critici delgoverno e della monarchia, in unpaese dove la “venerazione” del so-vrano è è inserita nella Costituzio-ne.

    Inoltre, i dimostranti chiedono agran voce le dimissioni del governo

    del primo ministro, Prayuth Chan-ocha. Premier che ha preso il poterecon un colpo di stato nel 2014 e loscorso anno ha vinto le elezionimolto contestate.

    Le autorità hanno finora tolleratola crescita del movimento antigover-nativo. Ma, indicano giornalisti sulposto, sono già iniziati gli arresti,con accuse di sedizione, dei più in-fluenti leader dell’opposizione, poirilasciati su cauzione. Pochi giornifa, il primo ministro Prayuth haevocato il rischio che il Paese venga«avvolto dalle fiamme» se le mani-festazioni andranno avanti.

    La situazione rimane tesa. Nellanotte, è stata rimossa da ignoti latarga installata dai manifestanti ac-canto al Palazzo reale di Bangkok.Lo riferisce il sito di informazioneKhao Sod English, aggiungendoche non è ancora chiaro chi abbiaordinato la rimozione dell’insegna,che era stata posta nel cemento sen-za l’autorizzazione delle autorità cit-tadine.

    La targa — che proclamava la for-mazione di un "Partito del popolo"e recitata che «Questo Paese appar-tiene al popolo e non al re» — erauna copia di un altro bassorilievoche commemorava la rivoluzionedel 1932, che sancì la fine della mo-narchia assoluta e la trasformazionedell’allora Siam in una monarchiacostituzionale.

    WASHINGTON, 21. Il candidato deidemocratici, Joe Biden, avrebbe unvantaggio di otto punti sull’attualeinquilino della Casa Bianca, il re-pubblicano Donald Trump, in vistadelle elezioni presidenziali in pro-gramma il prossimo 3 novembre.Questo il panorama sul voto statu-nitense tracciato dall’ultimo son-daggio di «Nbc News» e «WallStreet Journal», pubblicato ieri.

    Biden avrebbe il gradimento del51% degli elettori, mentre il presi-dente uscente Trump, che sembre-rebbe aver ridotto le distanze, arri-verebbe al 43%. Il sondaggio attri-buisce anche a Biden un vantaggiocomplessivo di sei punti percentualiin dodici Stati ritenuti fondamenta-li per la vittoria finale: Arizona,Florida, Georgia, Iowa, Maine, Mi-chigan, Minnesota, Nevada, NewHampshire, North Carolina, Pen-nsylvania e Wisconsin.

    Intanto ieri al Peace Bridge diBuffalo, New York, è stata arrestatauna donna ritenuta responsabile diaver inviato un plico contenenteuna sostanza tossica al presidenteTru m p .

    La lettera, secondo la «Cnn», erastata scoperta la settimana scorsa enon era arrivata alla Casa Biancagrazie ai controlli previsti sulla cor-rispondenza che avevano conferma-to la presenza di ricina.

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 lunedì-martedì 21-22 settembre 2020

    #CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R E UN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

    articoli 33 e 34 (ma anche l’articolo35 in merito alla formazione profes-sionale) usano questi termini senzaperò darne una puntuale definizio-ne. Oggi tutti sappiamo che le cosein merito di trasmissione delle cono-scenze stanno profondamente cam-biando, ma è questa una reale “rivo-luzione digitale”? Da quando alla fi-ne del XIX secolo Edward BurnettTylor introdusse la definizione di“cultura” — «la cultura, o civiltà, in-tesa nel suo ampio senso etnografi-co, è quell’insieme complesso che in-clude la conoscenza, le credenze,l’arte, la morale, il diritto, il costumee qualsiasi altra capacità e abitudineacquisita dall’uomo come membro diuna società» — il dibattito intorno aquesti termini (cultura e civiltà) si èsempre più intricato con implicazio-ni politiche, morali e non solo antro-pologiche in senso stretto.

    comunicazione) offriva, pensandoquasi che si fosse finalmente entratinell’era digitale, costretti da unevento che aveva accelerato i tempidecretando l’obsolescenza dei tradi-zionali quaderni di carta, delle lava-gne di ardesia, e dei banchi di le-gno. Ma non è stato così, non soloperché non eravamo preparati dalpunto di vista tecnologico, ma ancheperché il presente è fatto di memoriae non è sostenibile se si pensa chetutto possa essere rinnovato dalla“macchina”. A questo punto non in-

    poiché «la tecnica è un sistema disottosistemi» (per rimanere al pen-siero di Severino), la presenza dellescienze dure sta imponendo un nuo-vo volto alla scala dei valori. Se la

    che un tempo veniva chiamato il“buon senso”. Se poi ritorniamo coni piedi per terra e guardiamo allarealtà del nostro Paese, il rischio èancora maggiore, perché l’emulazio-

    ne esterofila di modelli valutativi,nell’esigenza di essere presenti sullascena mondiale, fa perdere di vistale condizioni al contorno. Quandoagli inizi del Novecento l’i n g e g n e reVilfredo Pareto tentò di traghettarele scienze esatte che aveva appresonei suoi studi universitari a Torinonel mondo dell’economia, aprì leporte a una nuova scienza, che oggichiamiamo econometria. Ma benpresto si rese conto che il numeronon era in grado di tenere in contol’estrema variabilità dei comporta-menti della società umana. E cosìabbandonò l’economia per diventare

    un sociologo. Riprendo ora un pas-so dal famoso libro di Robert Pirsig,Lo zen e l’arte della manutenzione del-la motocicletta: «La qualità… Sappia-mo cos’è, eppure non lo sappiamo.Questo è contraddittorio. Alcune co-se sono meglio di altre, cioè hannopiù Qualità. Ma quando provi a direin che cosa consiste la Qualitàastraendo dalle cose che la posseg-gono, paff, le parole ti sfuggono. Mase nessuno sa cos’è, ai fini praticinon esiste per niente. Invece esisteeccome. Su cos’altro sono basati ivoti, se no?».

    Didattica a distanza e didattica in presenza

    A lezione dall’equipaggiodell’Apollo 13

    Un particolare della locandina del film «Metropolis» di Fritz Lang

    A colloquio con Daniela Nicosia, alla guida dell’«Hub educativo» Tib Teatro di Belluno

    Ricomincio dai tre (anni)

    «Vita e Pensiero»

    Scuola e saperi

    Tutti di fronte all’e m e rg e n z asi sono adattati alla meglioa un nuovo bricolage, fattonon di nastro adesivo e filo di ferroma di modem, router e software

    di VITTORIO MARCHIS

    Per chi opera nel mondodella scuola e dell’univer-sità il banco prova dellapandemia covid-19 hamesso in luce pregi e di-fetti delle tecnologie al serviziodell’educazione scolastica, di ogniordine e grado. E parlo di “scuola”perché sino al dottorato, se le cosenon cambieranno, esistono studentie docenti, e anche l’uso dei termini“i s t ru z i o n e ”, “educazione”, “forma-zione”, frequenti anche e soprattuttonei titoli istituzionali, non è privo diambiguità e di differenti interpreta-zioni. Nella Costituzione italiana, gli

    dente a Berlino, scrisse che nel suoPaese «aveva preso l’avvio la rivolu-zione industriale» e solo nel 1884Arnold Toynbee, pubblicando le sueLectures on the Industrial Revolutionper gli studenti delle scuole serali diManchester, diede l’avvio a una ri-flessione pubblica e scientifica intor-no a questo evento che aveva cam-biato e stava cambiando il mondo.Ogni rivoluzione, se vogliamo inten-derla sul piano sociale, è un proces-so irreversibile che muta profonda-mente i paradigmi della società; èun cambiamento da cui non si puòtornare indietro, ma… Ma, come haben chiarito Landes, si può ben de-finire una rivoluzione soltanto quan-do questa si sia definitivamente at-tuata e conclusa. Lo stesso dovrebbeessere applicabile anche alla “rivolu-zione digitale” che secondo moltissi-mi intellettuali sta avvenendo oggi.Ma forse ancora oggi nessuno sa checosa essa realmente sia, se più legataai nuovi mezzi tecnologici dell’infor-mazione e della comunicazione o adaltro. Quando l’Italia venne precipi-tata nel caos della pandemia, dalleprime settimane di marzo dell’annocorrente, anche l’università, con tem-pi di reazione rapidissimi, operò tra-sformazioni drastiche nell’a d o t t a repiattaforme e strumenti informaticiper la didattica a distanza.

    Nonostante molti comunicati,spesso esageratamente trionfalistici,le difficoltà saltarono subito agli oc-chi di tutti. Ma non bisogna dare lacolpa a nessuno, perché tutti difronte all’emergenza si sono adattatialla meglio a un nuovo bricolage,fatto non di nastro adesivo e filo diferro, ma di modem, router e softwa-re. Il bricolage è la soluzione ottima-le quando un evento improvviso im-pone di fare ricorso alle sole risorsedisponibili. Lo ha dimostrato il suc-cesso dell’Apollo 13, quando a causadell’impatto di un meteorite gliastronauti, seguendo le istruzioni daterra, hanno dovuto riadattare unimpianto di condizionamento e pres-surizzazione della navicella per ga-rantirne il sicuro rientro a terra. Lodice molto chiaramente anche Clau-de Lévi-Strauss nel Pensiero selvaggioquando afferma che l’universo stru-mentale del bricoleur è chiuso. «Laregola del gioco consiste nell’adat-tarsi sempre all’equipaggiamento dicui (si) dispone, cioè a un insiemevia via “finito” di arnesi e di mate-riali, peraltro eterocliti, dato che lacomposizione di questo insieme (...)è il risultato contingente di tutte leoccasioni che si sono presentate dirinnovare o di arricchire lo stock odi conservarlo con i residui di co-struzioni o di distruzioni anteceden-

    ti. L’insieme dei mezzidel bricoleur non è dun-que definibile in base aun progetto».

    Tutti sono ora più chemai d’accordo nell’affer-mare che la cultura, el’istruzione in primis, so-no centrali per lo svilup-po del Paese, ma subitonasce il palleggiare delleresponsabilità tra istitu-zioni centrali e governiperiferici, tra ministri edirettori didattici, tra ret-tori e professori, perchési naviga a vista.

    Non appena scoppiòla pandemia, e già se neparla al passato remoto,subito ci fu chi cominciòa magnificare le soluzioniche il progresso delle co-siddette Ict (le tecnologiedell’informazione e della

    tendo assolutamente prendere le par-ti di chi pensa al passato come aun’epoca d’oro, ma, pienamenteconsapevole che non si può mai tor-nare indietro, ritengo sia necessarioguardare alla tecnica con uno spiritocritico perché non si avveri la profe-zia, già stigmatizzata da Günter An-ders, che l’uomo diventi una protesidella macchina. La tecnica, senza in-correre nelle visioni pessimistiche diEmanuele Severino, da mezzo (omeglio da medium) sta diventando fi-ne e tutto ciò ha effetti che non soloriguardano il mondo della produzio-ne, ma stanno cambiando l’etica e ingenerale il ruolo dell’uomo nel mon-do. Tornando al mondo della scuola,

    rivoluzione scientifica, come affermaAlexandre Koyré, ci ha permesso dipassare «dal mondo del pressappocoall’universo della precisione», se l’al-goritmo ha consegnato un posto diprestigio alla quantità, permettendo-le di prendere il posto della stessaqualità e così ottenendo la “certifica-zione” di grandezza assoluta, tuttociò ha ci ha posti “al di là del benee del male”. Gli stessi parametri divalutazione della produttività scien-tifica, della qualità di un’università odi un ente di ricerca sono stati in-gabbiati all’interno di procedure chea prima vista (oserei dire agli occhidegli ingenui) sembrerebbero inat-taccabili e quindi oggettivamente

    perfette. Ma non è così, equesto è un processo chenon solo riguarda diretta-mente le graduatorie mon-diali delle università, o icriteri di scelta nei concor-si pubblici, ma sta diretta-mente dilagando anche ingenerale nel mondo dellascuola, dove il rischio diinseguire questo o quelpunteggio fa perdere ciò

    Una scena dell’«Elettra» allestita nel Teatro Olimpico di Vicenza nel 2018

    di SI LV I A GUIDI

    La gioia più grande nonè ricevere l’ennesimopremio (e di riconosci-menti per il suo lavoroDaniela Nicosia ne haricevuti davvero tanti) ma è «vede-re i ragazzi che vengono a teatroin tuta, con il borsone della pale-stra» vedere che parole antiche,antichissime entrano a fa partedella loro vita, come la birra al barsotto casa o la partita di calcetto.Vederli specchiarsi in modo sem-pre più profondo e autentico nelleparole di Euripide, durante le pro-ve. Accompagnarli nell’indagare ildisamore di Clitemnestra, la setedi potere di Egisto, lo smarrimen-to di Elettra, aiutarli a guardarsidentro per far risuonare altre sto-rie, altre citazioni, altre parole, inun caleidoscopio infinito di sugge-stioni e di voci («durante la lettu-ra del testo a una delle ragazze ètornato in mente Fu o c h i di Mar-guerite Yourcenar, il monologo diClitemnestra, e l’abbiamo usato»).

    Che poi lo spettacolo si svolgaall’Olimpico di Vicenza (come è

    nica) incastonato tra le cime delledolomiti venete. Formatasi artisti-camente con Yoshi Oida — a t t o redi Peter Brook — nel 2004 ha rice-vuto il Premio Nazionale dellaCritica per la direzione artistica e iprogetti realizzati nel Teatro Co-

    Bennardo. E proprio dalla prota-gonista di questo spettacolo è arri-vato il complimento forse più bel-lo, per una autrice-regista: Madda-lena Crippa ha paragonato, per lametodologia di lavoro (la primalettura del testo a tavolino contutti i collaboratori artistici e tec-nici presenti, l’invito agli attori anon recitare, ma “e s s e re ” le paroleche dicono sul palco e le compe-tenze profuse) al Piccolo Teatro diMilano così come lei l’aveva vissu-to, trent’anni prima.

    I nomi famosi in cartellone so-no tanti, ma il Tib non è una pas-serella di celebrità in transito maun luogo dove si lavora a lungo,con costanza (e tutti insieme, atto-ri e tecnici) con allievi e docenti ditutte le età. Anche piccoli, e picco-lissimi; sono esclusi solo gli under3. Il prossimo spettacolo in cantie-re conferma la fortissima vocazio-ne educativa dello staff del Tib: adicembre debutterà un testo dedi-cato al maestro Manzi, icona dellalotta all’analfabetismo nell’Italiadegli anni Sessanta e «inventoredella didattica a distanza ante litte-ra m » chiosa Nicosia. Una figurache riserva molte sorprese, se vistada vicino, dagli studi di biologiache l’hanno portato in AmericaLatina (dove ha insegnato a legge-re e a scrivere agli indios) al lavo-ro con i ragazzi del carcere mino-rile di Roma, fino ad arrivare alcelebre, ironico timbro «Fa quel

    può, quel che non può non fa»che il maestro Manzi usava perprotestare di fatto contro schededi valutazione troppo invasive cheavrebbero potuto, nel tempo rive-larsi dannose per il futuro dei ra-gazzi. Difficile anche solo elencaretutte le attività in corso al Tib,dalla più recente, la Casa delle Ar-ti (nata nei locali di una ex caser-ma dismessa) alla più antica, il Fi-lo d’Arianna, festival di teatro,danza, arti visive, letteratura nellearchitetture urbane «con cui —spiega Nicosia — ho portato il tea-tro e le arti in genere, ad innestar-si nelle strutture architettonichedella città, nei mercati, nelle piaz-ze e nel paesaggio naturale. Con ilfestival ho in qualche modo oltre-passato le mura del teatro, per ri-fondarlo nel rapporto con la quo-tidianità; con la direzione del Co-munale e della Fondazione Teatri,ho fatto in modo invece che siaprisse alla città, a tutti gli spetta-tori dai più piccoli, con una sta-gione di teatro per l’Infanzia e laGioventù “Comincio dai 3” chetuttora Tib Teatro realizza, e cheaccompagna a teatro i bambini daitre anni in su, le famiglie, le scuo-le, gli adolescenti, e poi con la sta-gione di contemporaneo Doc-Tea-tro d’Autore. Questo lavoro terri-toriale ha fatto sì che il pubblicoabbia affollato il teatro, anche nel-le sere in cui c’erano le propostepiù difficili, meno popolari. Faccioteatro perché credo che il teatrocontribuisca al benessere della per-sona, perché credo nella gratuitàdell’arte che non “serve” a nulla,ma è necessaria a vivere».

    Memore della lezione di Nina,uno dei personaggi del Gabbianodi Cechov, che una giovanissimaDaniela Nicosia, in versione attri-ce, recitava durante i provini:«Ora poi, da quando son qui,cammino a lungo, cammino epenso, penso e sento crescere digiorno in giorno le mie forze spiri-tuali…. Adesso io so, io capisco,Kostja, che nel nostro lavoro pocoimporta se recitiamo o scriviamo,l’essenziale non è la gloria, non èil lustro, non è ciò che sognavo,ma la capacità di soffrire. Sappiportar la tua croce e abbi fede. Ioho fede, e questo mi allevia il do-lore, e quando penso alla mia vo-cazione, non ho paura della vita».

    Pubblichiamo uno stralcio daEsiste una rivoluzione digitale?La bellezza delle lezioni de visu,riflessione sulla didattica trattadal numero in uscita dellarivista «Vita e Pensiero».L’autore insegna Storia dellascienza e delle tecniche alPolitecnico di Torino. Fra lesue pubblicazioni ricordiamoLe cose di casa (2014), 150 annidi invenzioni italiane (2016),Misurare il futuro (2018),Incontri con la macchina. Scrittimetascientifici (2019).

    successo nel 2018) o in un hangardismesso in un’area industriale po-co importa, l’importante è il pri-ma, il percorso condiviso che hadato vita alla drammaturgia. Da-niela Nicosia è il motore di Tib,una piccola-grande struttura tea-trale nata nel profondo Nord-Est,un cantiere educativo attivo dal1993 che ha saputo dar vita a unaquantità sorprendente di iniziative(laboratori, corsi, percorsi di av-viamento al lavoro, non solo intel-lettuale e artistico ma anche ma-nuale, come sartoria o illuminotec-

    munale di Belluno. Il festival IlTeatro del Sacro l’ha premiata duevolte, nel 2011 e nel 2013, per glispettacoli Io ti prendo per mano,(sul tema del morire, e sulla neces-sità di non censurare questo pas-saggio essenziale della vita, un te-sto profetico, col senno di poi delpost-pandemia) e Passione trattodal romanzo Passio Laetitiae et Fe-licitatis di Giovanni Testori, con inscena Giovanni e MaddalenaCrippa, pluripremiato, oggetto diarticoli, studi e saggi, e di una tesidi laurea da parte di Erika Di

    Il prossimo spettacolo sarà dedicato al maestro Manziicona della lotta all’analfabetismonell’Italia degli anni SessantaUna figura che riserva molte sorprese, se vista da vicinodagli studi di biologia che lo portarono in America Latinadove insegnò a leggere agli indiosal lavoro nel carcere minorile di Roma

    Ma torniamo al termine “rivolu-zione”. Guardando al fenomeno, or-mai indiscusso sia sul piano storio-grafico sia su quello economico etecnologico, della cosiddetta “rivolu-zione industriale” su cui David S.Landes ci ha lasciato il pregevolissi-mo saggio La favola del cavallo mor-to, ovvero la rivoluzione industriale ri-visitata (Donzelli, 1994) capiamo chese anche questo fenomeno ebbe ini-zio alla metà del Settecento in In-ghilterra, solo nel 1799 il diplomaticofrancese Louis Guillaume Otto, resi-

  • L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 21-22 settembre 2020 pagina 5

    Nel sorprendente diario di John M. Hull

    Oltrepassare il confineLa lenta discesa verso la cecità totale da adulto

    Con «L’esecutore» Ariel Magnus prova a romanzare gli anni argentini di Eichmann

    Nulla di nuovonella mente dell’assassino

    di GA E TA N O VALLINI

    Le domande che ci era-vamo posti, incuriosi-ti ma anche perplessi,iniziandone la lettura,si sono riaffacciatecon maggiore forza una voltaterminata l’ultima pagina diL’e s e c u t o re (Milano, Guanda,2020, pagine 250, euro 18): per-ché Ariel Magnus ha volutoscrivere un romanzo sugli anniargentini di Adolf Eichmann,considerato l’architetto dellaShoah? Soprattutto, perché hacercato di entrare nella testa diquesto criminale, immaginando-ne i pensieri e i momenti di vitacon i familiari e con alcuni ca-merati che come lui avevano tro-vato rifugio nel Paese latinoame-ricano? Basta a spiegarlo scopri-re che l’autore, nato nel 1975 aBuenos Aires, è nipote di unasopravvissuta (la cui storia vienebrevemente citata nel racconto)e che suo padre aveva un odioviscerale verso quell’uomo?

    c u t o re è quella in cui Magnus ci-ta i brani delle registrazioni del-le interviste rilasciate a più ri-prese da Eichmann a WillemSassen, olandese, giornalista diprovata fede nazista, anche luirifugiatosi oltreoceano. Infatti èda quei nastri che emerge la ve-ra figura dell’ideatore e respon-sabile delle deportazioni di mas-sa degli ebrei d’Europa nei cam-pi di sterminio, ricercato perl’assassinio di oltre sei milioni dipersone. Un uomo che, perquanto si sforzi di condurre unavita semplice, in una quotidiani-

    non mostrando mai il minimorimorso per le sue azioni, sem-mai rammaricandosi di non averportato a termine il lavoro chegli era stato ordinato.

    Che cosa vuole dimostrareMagnus offrendo una lettura ro-manzata degli ultimi anni di Ei-chmann? Che è stato un uomosfortunato, come lascerebbe in-tendere il titolo originale del li-bro, El desafortunado? Crediamodi no, perché lo inchioda allesue responsabilità, anche se que-sto è un concetto che nei pen-sieri del protagonista ricorre

    Perché l’autore cerca di entrarenella testa di questo criminaleimmaginandonei pensieri e i momenti di vitacon familiari ed ex camerati?

    Cerchiamo di comprendere,ma le perplessità restano. Tr al’altro il romanzo non appareneppure particolarmente brillan-te né intrigante. Si tratta dellastoria, ben nota, di un uomoche si fa chiamare Ricardo Kle-ment ed è impegnato a nascon-dersi da quanti lo cercano dallafine della guerra, anche se a vol-te immagina la cattura comeun’opportunità per poter spiega-re le sue ragioni e persino torna-re libero grazie a un’i m p ro b a b i l eamnistia. Ed è forse per questoche non coglie, o ignora voluta-mente, i segnali d’allarme pureevidenti di un avvicinamento deisuoi cacciatori. Che lo catture-ranno la sera del 10 maggio 1960nella buia strada che costeggiala sua casa alla periferia dellacapitale.

    Lo vediamo all’inizio del rac-conto tentare invano — è appenamorta Evita Peron, amatissimadagli argentini — di acquistaredei fiori per la moglie che final-mente lo raggiunge con i figli;lo seguiamo in giro per le stradedi Buenos Aires mentre ne am-mira l’eleganza dei palazzi;ascoltiamo le sue ambigue con-versazioni con gli ex cameratinei locali in cui si mangianospecialità tedesche; apprendia-mo dei suoi disparati lavori,nonché della sua passione per lanatura e per le cavalcate; sco-priamo scene di vita familiare avolte turbolente, le cautele pernon venire smascherato; ascol-tiamo le sue elucubrazioni. Tut-to verosimile. Eppure non con-vince questo immedesimarsi nelpersonaggio, nel tentativo di svi-scerarne il carattere. Non a casola parte più interessante di L’ese-

    misto però a un pizzico di am-mirazione.

    Dalle trascrizioni di quelle re-gistrazioni Sassen trasse il libroIch, Adolf Eichmann. Ma la fontepiù preziosa per Magnus è statoil volume di Bettina StangnethEichmann vor Jerusalem: Dasunbehelligte Leben eines Massen-m ö rd e rs , uscito nel 2011 in Ger-mania e tradotto in italiano nel2017 con il titolo La verità del

    spesso. Forse vuole capire qual-cosa in più? Ma alla fine non fache confermare quanto già si sa-peva sulla personalità di que-st’uomo cinico, meschino, me-diocre, seppure meticoloso nelcompiere quello che consideravacon convinzione il proprio dove-re, tanto da fare un’inasp ettatacarriera.

    Insomma il ritratto di quellabanalità del male ben delineato

    di GIULIA GALEOTTI

    «M an manoche passail tempo,non mi ve-do più tan-to come cieco — cosa che mi farebbeapparire menomato rispetto alle per-sone che vedono — ma come veden-te-con-tutto-il-corpo. Un cieco èsemplicemente una persona la cuifunzione della vista è trasferitaall’intero corpo, e non più circo-scritta a un organo specifico. Il fat-to di vedere-con-tutto-il-corpo micolloca in una precisa categoria dipersone. È uno stato, come lo statodi chi è giovane, o vecchio, o ma-schio, o femmina; e insieme a essicostituisce uno degli ordini naturalidell’esistenza umana».

    Il dono oscuro (Milano, Adelphi2019, pagine 221, euro 20, traduzio-ne di Francesco Pacifico) è l’i n c re d i -bile diario in cui il teologo austra-liano John M. Hull (1935-2015) ri-percorre la sua lenta discesa verso lacecità totale da adulto.

    di qualsiasi forma di commiserazio-ne, c’è l’arrivo alla capacità di collo-carsi in un mondo nuovo. Ed è ildono.

    Hull accompagna il lettore nellasua progressiva trasformazione in-nanzitutto dell’immagine di se stes-so, che sbiadisce ogni giorno, semi-nando domande e preoccupazioni:«Fino a che punto la perdita del-l’immagine del volto è collegata allaperdita dell’immagine di sé? È que-sta la ragione per cui spesso mi sen-to come se fossi solo spirito, un fan-tasma, un ricordo?».

    Quindi cambia la rappresentazio-ne mentale delle persone, che con iltempo hanno una fisionomia sempremeno definita. «Durante i primi an-ni di cecità — scrive — quando pen-savo alle persone che conoscevo, fi-nivo sempre per dividerle in duegruppi. Quelle con il volto e quellesenza volto. Era un po’ come aggi-rarsi per le sale della National Por-trait Gallery. Ci sono file di ritratti,e poi di colpo uno spazio vuoto. Sicapisce dove stava appeso il quadrodall’impronta lasciata sulla tappez-

    di solito non permette di coglierel’essenziale. «Si comincia a viveresecondo altri interessi, sulla base dialtri valori. Si comincia ad abitareun altro mondo».

    Sono tanti i punti affrontati daHull. Molto interessante, tra gli al-tri, il discorso sul linguaggio taratosulle immagini visive. «Quando seicieco ti rendi conto di quanta partedel linguaggio dipenda da immaginivisive (…). La struttura stessa dellenostre conversazioni ordinarie, quo-tidiane, presuppone un mondo ve-dente. Lo si nota facilmente con-frontando le conversazioni alla radiocon quelle in televisione. Quandoun vedente attira l’attenzione su unapiccola stranezza nell’uso di unametafora vista da parte di una per-sona cieca, quindi, sotto si nascondeuno spostamento sottile nell’i n t e rocarattere della comunicazione tra ilvedente e il cieco. Esiste un lin-guaggio della cecità».

    O il fatto che dover imparare aessere cieco significa anche dovertrovare il giusto equilibrio tra nonessere emarginato e non esseresempre al centro della scena. «Èmolto difficile essere una personanormale quando non sei una perso-na normale».

    Cosa accade nella mente e nelcuore di una persona che dopo qua-rant’anni di vita da vedente si ritro-va definitivamente e irreparabilmen-te cieca? Nel libro — che a ragioneOliver Sacks nell’introduzione defi-nisce «un capolavoro» — Hull rac-conta ogni aspetto della sua nuovaesistenza, e del percorso fatto perarrivarci. Dalla disperazione allascoperta di un nuovo modo di pen-sare, essere e considerarsi, dalla fru-strazione per le difficoltà quotidianealla costruzione di nuovi rapporticon moglie, figli (il rapporto conciascuno di loro — vissuto ora da ve-dente, ora in transizione, ora da cie-co — è nato e si è sviluppato in mo-do differente), con amici, colleghi esemplici sconosciuti. E ancora dalrimpianto all’accettazione di unacondizione nuova, sconosciuta: nonc’è solo il buio (che c’è) o il rifiuto

    zeria, e la piccola etichetta con ilnome sotto».

    L’interazione con il mondo passaora per la pelle (un cieco, ad esem-pio, «entra con tutto se stesso nellaventosità di una giornata»), perl’udito. Pazzesco il caso della piog-gia che ha «un modo tutto suo didare un contorno a ogni cosa; gettauna coperta colorata sopra cose pri-ma invisibili (...) se solo la pioggiacadesse in una stanza, mi aiuterebbea capire dove stanno le cose, mi da-rebbe la sensazione di trovarmi dav-vero lì, anziché di essere soltanto se-duto su una sedia», mentre la neve,che fa perdere ogni riferimento acu-stico, è la nebbia dei ciechi.

    Se non mancano momenti di dif-ficoltà e crisi, Hull riesce però adapprezzare il valore di ritrovarsi alleprese con una quotidianità liberatada tutto quel rumore di fondo che

    Particolare dalla copertina de «Il dono oscuro» (Adelphi )

    Una fase del processo, a Gerusalemme, al criminale nazista Adolf Eichmann

    Particolare dalla copertina del libro edito da Guanda

    tà anonima e defilata,fedele al principio cheè meglio restare in se-conda linea (un se-condo violino, comesi definisce), dinanzia un microfono tornaa essere lo spavaldo efiero Obersturmban-nführer delle SS, capodel famigerato UfficioIV B 4 Affari ebraicidella Direzione gene-rale per la Sicurezzadel Reich(Reichssicher-heitshauptamt, Rsha).«Se 10,3 milioni diquesti nemici fosserostati uccisi alloraavremmo adempiutoal nostro dovere. Nonposso dirvi nient’al-tro, questa è la verità.Perché negarla?».Questo diceva senzaremore davanti ai suoiex camerati, che loascoltavano forse conmalcelato disprezzo

    Scoperti due inediti del pittore inglese William Turner

    male. Eichmann prima di Gerusa-lemme (Luiss University Press),nonché, per ammissione dell’au-tore, i preziosi consigli della stu-diosa che, oltre alle trascrizionidelle interviste a Sassen, per ilsuo lavoro ha scavato in decinedi archivi internazionali e con-sultato migliaia di documenti,tra cui oltre 1.300 pagine di me-morie manoscritte. Da questomateriale emerge quanto Ei-chmann fosse stato coinvoltodall’ideologia di Hitler e dal suofolle e spietato progetto di di-struggere gli ebrei in Europa,

    da Hannah Arendt, ma altret-tanto ben ridisegnato, anzi cor-retto, da Stangneth, secondo cuil’immagine di grigio burocrateche avrebbe solo obbedito agliordini sarebbe stata studiata atavolino dallo stesso gerarca na-zista per potersi difendere du-rante il processo a Gerusalem-me. Magnus cerca dunque unequilibrio tra verità storica e ve-rità narrativa, ma il risultato noncancella le perplessità iniziali.Insomma, al di là delle buoneintenzioni, nulla di nuovo. E dinecessario.

    Forse Magnus vuole capire qualcosa in più su EichmannMa alla fine non fa che confermarequanto già si sapeva sulla personalità di un uomocinico, meschino, mediocre, seppure meticolosonel compiere con convinzione il proprio dovereE la sua ricerca di un equilibrio tra verità storicae verità narrativa è un’operazione che non convince

    di GABRIELE NICOLÒ

    Mai dire mai, anche nel campodell’arte: quando si dà infatti perscontato che un pittore del passato hafinito di dire quello che voleva dire —per invertire il senso della celebrecitazione di Italo Calvino a propositodei libri classici —, ecco spuntare duenuovi quadri. Recano la firma di unodei più famosi e amati pittori inglesi,William Turner: un’esperta d’arte allaTate Gallery, Susan Bree, — «T h eTimes» nell’edizione di lunedì 21settembre — ha scoperto due tele cheerano celate sotto un paesaggio, tema,questo, che costituì il soggetto dielezione dell’artista, appartenente almovimento romantico, il cui stile posela basi per la nascitadell’Impressionismo. Il titolo delquadro che “conservava” i due ineditiè Mountain Scene with Castle. Le tele,inevitabilmente sbiadite, si pensarappresentino la madre dell’artista,Mary, che allora soffriva di una grave

    malattia mentale, e Thomas Girtin,anch’egli un pittore, che morì giovanee che Turner giudicava l’unico tra gliartisti contemporanei in grado dicompetere con lui. Citata dal «Times»,Susan Breen racconta che mentre stavaripulendo lo sporco sulla superficie di

    Mountain Scene with Castle, in vista diuna mostra, ha intuito che c’era«qualcosa di strano» che induceva apensare ad una presenza nascosta.L’esame ai raggi x, subito applicato,ha rivelato che l’intuizione era giusta efelice.

    Dal rimpianto all’accettazionedi una condizione nuova e sconosciutaNelle pagine del teologo australianonon c’è solo il buio (che c’è)o il rifiuto di qualsiasi formadi commiserazione,ma c’è la capacità di collocarsiin un mondo nuovoEd è il dono

    Al cuore del diario, dunque, v’èl’esperienza di una persona che, ol-trepassando il confine tra mondodei vedenti e mondo dei non veden-ti, vive la totale trasformazione disé, della sua storia e delle sue rela-zioni, arrivando a una nuova com-prensione di cosa una persona sia. Èun percorso affrontato con sofferen-za, ironia e socievolezza quello diHull, e della sua famiglia (meravi-gliose le pagine finali scritte dallamoglie).

    E se — come già detto — la cecitàè uno stato, come quello di chi ègiovane, vecchio, maschio o femmi-na, il problema è come far entrarein contatto questi stati: il tribalismoe la chiusura mentale delle persone,infatti, rendono difficile per una ca-tegoria comprenderne un’altra. «Lacecità implica la dipendenza. Daqualche parte, lungo il cammino, al-la fine della strada, c’è sempre qual-cuno che ha gli occhi. Che lo si vo-glia o no, i ciechi sono deboli. Ilmondo della cecità è piccolo, auten-tico e auto-sufficiente, eppure è cir-condato e contenuto in un mondopiù grande, il mondo dei vedenti.Come farà il piccolo a comprendereil grande senza provare gelosia, ecome farà il grande a capire il pic-colo senza provare pietà?».

    A sinistra il ritratto di Mary, la madre di William Turner, a destra, del pittore Thomas Girtin

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 lunedì-martedì 21-22 settembre 2020

    In California la Chiesa avvia un cammino di conversione che deve portare a «un cambiamento tangibile»

    Per liberarsidal peccato del razzismo

    di CHARLES DE PECHPEYROU

    Mentre si ripetono con unacerta frequenza le violenzedella polizia statunitensecontro gli afroamericani, che stannosuscitando numerose proteste anti-razziste, a volte represse nel sanguedalle forze dell’ordine, la Conferen-za episcopale della California ha de-ciso di proporre «un cammino voltoa convertire i nostri cuori per com-prendere più a fondo la natura e laportata del peccato di razzismo innoi stessi, nella nostra Chiesa e nellanostra nazione». Questo cammino, acui sono invitati a partecipare i 26vescovi dello Stato, insieme al clero,

    ai religiosi e agli undici milioni difedeli della California, vuole offrire«un cambiamento tangibile», chedeve iniziare «con una riflessionepersonale». Gli elementi preliminaridi questo percorso che intende «af-frontare il peccato del razzismo» so-no stati delineati durante l’estate inconsultazioni con i leader religiosiafroamericani e i vescovi.

    Qualunque cambiamento richiedeascolto, dialogo e azione, sottolineal’episcopato. Pertanto, nei prossimimesi, le dodici diocesi si impegne-ranno in misure «volte a compren-dere e combattere il peccato del raz-zismo attraverso un esame di co-scienza e sondando la società civilee le istituzioni alla ricerca di segni

    delle strutture del peccato». In pri-mo luogo, spiegano i vescovi, «ab-biamo deciso di ascoltare uomini,donne e bambini afroamericani dellanostra comunità cattolica e oltre». Atal fine, la Chiesa sta organizzandosessioni di ascolto progettate percomprendere l’impatto sugli indivi-dui del razzismo negli Stati Uniti,in seno alla società e nella Chiesa,in modo di affrontarlo ed eliminarloovunque possibile. Si svolgeranno alivello parrocchiale, diocesano e sta-tale. Seconda tappa: il dialogo.«Esorteremo quindi tutti i cattolicinel nostro Stato a consultare i risul-tati di queste sessioni e avviare undialogo fruttuoso sul peccato delrazzismo — come individui, comesocietà e come Chiesa». Questo dia-logo, precisano, è aperto ai membridella comunità afroamericana ma sa-rebbe auspicabile che si svolgesse intutte le case, parrocchie, piccole co-munità di fede e altre organizzazionicattoliche, includendo religiosi e lai-ci, studenti e insegnanti, giovani eanziani. «Infine, siamo risoluti adagire», annunciano i presuli califor-niani. «Radunando quanto condivi-so durante i mesi di ascolto e di dia-logo — proseguono — nel 2021 met-teremo in atto strategie destinate asradicare il pensiero e le praticherazziste e promuovere una “culturadell’i n c o n t ro ” all’interno delle nostrediocesi, parrocchie, case e luoghi dieducazione». Il piano d’azione siconcentrerà in particolare sull’asp et-to di purificazione della Chiesa dalpeccato del razzismo e dalle sueconseguenze. Seguiranno ulterioripassi, come il miglioramento della

    predicazione e dell’evangelizzazione,e nuove misure per combattere ilrazzismo strutturale e riformare lasocietà e la Chiesa. «Dobbiamo rea-lizzare un cambiamento dei cuori esviluppare nuove abitudini nei cuoriche trasformeranno le nostre comu-nità con la saggezza e la misericor-dia di Gesù», insistono i vescovi.

    Il testo di riferimento per l’azionedella Conferenza episcopale dellaCalifornia contro il razzismo, spie-gano i presuli, è l’enciclica Sollicitu-do rei socialis del 1987. «Ascoltiamole parole di san Giovanni Paolo II —questo è l’invito dei presuli — che ciricorda di prestare attenzione al no-stro ruolo mentre tentiamo di com-prendere e correggere i torti dellanostra società più ampia». Nella sualettera, riferiscono, il Papa polaccoriteneva che «non è fuori luogo par-lare di “strutture di peccato”, le qua-li (…) sono sempre collegate ad atticoncreti delle persone, che le intro-ducono, le consolidano e le rendonodifficili da rimuovere. E così esse sirafforzano, si diffondono e diventa-no sorgente di altri peccati, condi-zionando la condotta degli uomini».I vescovi citano anche il documentoelaborato dalla Conferenza episco-pale degli Stati Uniti nel 2019, chetratta della responsabilità politicadei cattolici, intitolato «Formingconscience for faithful citizenship»:«Le azioni che violano direttamentela santità e la dignità della vita uma-na», come gli atti di razzismo, am-moniva l’episcopato americano, «so-no intrinsecamente malvagie e devo-no essere sempre contrastate».

    I vescovi messicani lanciano le Scuole del perdono

    Riconciliati con la vitae con il Creatore

    Iniziativa sui social media della Repam

    Echidall’Amazzonia

    BRASÍLIA, 21. Una nuova narrazionecomunicativa, fatta di suoni, voci,sogni, sfide, e perfino grida, che in-tende raggiungere un gran numerodi spazi e aree dentro e fuoril’Amazzonia, fonte assoluta e ine-sauribile di notizie e storie final-mente disponibili per tutti. Sonoqueste le caratteristiche dei podcast«Echi dall’Amazzonia», lanciati neigiorni scorsi dalla Rete ecclesialepanamazzonica (Repam) del Brasilee che saranno fruibili settimanal-mente sul sito dell’organismo sud-americano. I contenuti sarannoinoltre pubblicati anche sulle prin-cipali piattaforme digitali, in mododa poter raggiungere radio comuni-tarie e commerciali ed essere condi-visi anche da siti e piattaforme distreaming audio come Spotify eDeezer. Il linguaggio dei podcast,infatti, è molto vicino a quello dellaradio, veicolo di grande espressionein Amazzonia.

    Lo scopo del progetto, coordina-to dall’area comunicazione del Re-pam insieme al Comitato Roraima,onlus che si occupa dei diritti dellepopolazioni indigene del Brasile, èquello di creare contenuti giornali-stici partendo dalla multiforme real-tà di questo grande polmone verde,tenendo conto dei suoi protagonistie costruendo narrazioni che parlinodel territorio. «Sono molto felice diquesta iniziativa — ha dichiarato lagiornalista Janaína Souza, membrodella onlus e responsabile della pro-duzione e presentazione deipodcast — soprattutto per il fattoche vivo in Amazzonia dove c’è unbisogno urgente di comunicare adalta voce i nostri desideri e le no-stre necessità in un momento in cuisia il Brasile che, soprattutto, que-st’area, sono fortemente minaccia-ti».

    Uno degli obiettivi di Echidall’Amazzonia è contribuire allaproduzione e alla distribuzione diinformazioni locali al di fuori di es-sa: «È un’opportunità per dare vo-ce a coloro che vivono e sopravvi-vono in quest’area. Per chi è fuoridal territorio, è un modo significati-vo di conoscere la realtà grazie achi è testimone e partecipa giornoper giorno a ciò che accade qui»,ha concluso Souza.

    E anche il modo migliore per fe-steggiare i sei anni di attività dellaRepam, dal 2014 a fianco degli in-digeni dell’Amazzonia in difesa del-la loro vita e della loro cultura. Nelcorso della conferenza stampa onli-

    ne in occasione della quale è statopresentato il nuovo segretario ese-cutivo, il religioso marista João Gu-temberg Sampaio, partecipante alSinodo speciale dedicato all’Amaz-zonia svoltosi nell’ottobre del 2019,la Rete ecclesiale ha illustrato ilprocesso di discernimento che si staportando avanti e gli obiettivi pre-fissati per i prossimi anni, ribaden-do la necessità di continuare la col-laborazione “transnazionale” contutti gli Stati membri.

    Nel quadro degli interventi sulterritorio un ruolo importante ha ri-vestito in questi anni, e riveste tut-tora, il già citato Comitato Rorai-ma, artefice di diversi progetti a fa-vore delle comunità più disagiate,come quelle della regione Surumu,colpite da un’epidemia a causadell’inquinamento del fiume Cotin-go. Per fare fronte a quest’e m e rg e n -za è stato avviato un programma diraccolta fondi al fine di costruire unpozzo artesiano, evitando così pro-blemi di mortalità che potrebberoverificarsi nella stagione delle piog-ge. Una soluzione strettamente col-legata a un altro progetto, finanzia-to lo scorso anno e riguardante ilsostegno alla modernizzazione degliallevamenti di animali in quest’a re afornito anche dagli studenti delcentro di formazione indigena Ra-posa Serra do Sol. Un contributonon indifferente per valorizzare,moltiplicare e rafforzare la produ-zione di alimenti per una buonaqualità di pollame, carne e uova, atutto vantaggio del miglioramentodell’alimentazione nelle famiglie enegli istituti scolastici.

    Già in precedenza era stata rac-colta dalla onlus una quantità didenaro sufficiente alla installazionedi forni per la produzione della fa-rina, aumentandone quantità e qua-lità, dove sono state impiegate don-ne della comunità che hanno potu-to così imparare un nuovo lavoro eal contempo garantire autonomia esostegno alle proprie famiglie. Nelquadro degli interventi in terraamazzonica il Comitato Roraimanon ha dimenticato i bambini più arischio, supportando ad esempioquelli di Marcos Moura, quartieredella città di Santa Rita nello Statodi Paraíba, dove opera il centro cat-tolico “Projeto legal” che li sottraedalla strada e dalle mani della cri-minalità legata al narcotraffico,dando loro cibo, educazione, for-mazione umana e cristiana.

    Messaggio dei presuli peruviani sull’emergenza coronavirus

    Concorso di tutti per vincere la sfida

    CITTÀ DEL ME S S I C O, 21. Operarequotidianamente per rimuovereogni dissidio e mettere così nuovitasselli per il raggiungimento diuna convivenza pacifica: sono que-ste le linee direttive seguite dal me-todo delle Scuole del perdono e ri-conciliazione (Espere), frutto di unnuovo accordo pastorale conl’obiettivo di promuovere, in modoecclesiale e popolare, una societàriconciliata in cui regni l’armonia.

    L’iniziativa, avviata e promossanell’ambito dalla Conferenza epi-scopale messicana (Cem) in colla-borazione con la sezione messicanadella Fondazione per la riconcilia-zione, è stata presentata nei giorniscorsi dal vescovo di Irapuato,Enrique Díaz Díaz, che ha sottoli-neato l’importanza del dialogo edella collaborazione con la societàcivile, ma anche con le organizza-zioni nazionali e internazionali,per costruire una credibile dimen-sione fondata sulla concordia nellanazione messicana, «riconciliatacon se stessa, ma anche con ilCreatore e con l’ambiente» haspiegato il presule.

    Fu proprio Enrique Díaz Díaz aesortare le istituzioni a un più inci-sivo impegno contro il dilagaredella violenza dopo il tragico epi-sodio verificatosi lo scorso luglio aIrapuato, nello stato di Guanajua-to, quando un gruppo armato, par-te di una banda tra quelle che sicontendono il possesso del territo-rio, ha ucciso 26 ospiti della strut-tura di riabilitazione per tossicodi-pendenti Recupero la mia vita nelquartiere Arandas. Dramma pur-troppo non nuovo in questa zonadel Messico perché il centro di ria-bilitazione, come tanti nella nazio-ne, non è gestito dalle autorità néha i permessi legali ma è sortoall’interno di un centro sociale, so-vente luogo di regolamento di con-ti.

    «Il sangue di un fratello nonpuò mai rimanere nel silenzio onell’oblio ma invoca giustizia da-vanti a Dio. Non possiamo abi-tuarci al crimine e alla violenza edessere indifferenti di fronte allamorte», ha dichiarato il vescovo diIrapuato in un comunicato che citaanche il pensiero espresso dai ve-scovi messicani riguardo al terribileaccaduto: «È obbligo dello Statorendere effettiva la giustizia cheimplica la sicurezza dei cittadini, lapunizione di coloro che sono col-

    pevoli di violenza e facenti parte dicriminalità organizzata, senza fareeccezioni nell’applicazione dellostato di diritto. La corruzione el’impunità sono un binomio che vadi pari passo e che continua a sfi-darci in Messico. È anche obbligo— hanno aggiunto i presuli — diogni cristiano costruire le basi perla pace e il rispetto della vita».

    Violenza che purtroppo ha toc-cato, qualche giorno prima dei fat-ti di Irapuato, anche la comunitàindigena degli ikots, a San Mateodel Mar, nello Stato di Oaxaca,con quindici di loro assassinati dauomini armati. Ecco perché èquanto mai urgente applicare ilnuovo accordo pastorale basatosulla riconciliazione, il quale evi-denzia la partecipazione di tuttol’episcopato messicano affinché lenovantotto diocesi del Paese possa-no organizzare e promuovere leScuole di Pace seguendo i principibase della originaria Fondazioneper la riconciliazione, nata in Co-lombia nel pieno dei conflitti inte-stini della nazione sudamericana.

    Attualmente sono trentanove lesedi Espere distribuite in Messicoe circa un migliaio gli operatori sulcampo impegnati a far sì che l’ac-cordo favorisca la creazione dinuove esperienze sia nei territorid


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