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LABORATORI DI CITTADINANZA ATTIVA 2008-2009...MEIC Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale Gruppo...

Date post: 01-Jun-2020
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MEIC Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – Gruppo di Torino LABORATORI DI CITTADINANZA ATTIVA 2008-2009 CON IL CONTRIBUTO DELLA
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MEIC Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – Gruppo di Torino

LABORATORI DI CITTADINANZA ATTIVA

2008-2009

CON IL CONTRIBUTO DELLA

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Otto anni fa, nel 2000, il MEIC diede vita al Progetto “Torino la mia città – percorsi di alfabetizzazione e formazione per donne maghrebine”. Da allora, anno dopo anno, camminiamo insieme a centinaia di giovani donne e madri desiderose di imparare la lingua italiana e di comprendere le regole, gli usi e i costumi del paese in cui vivono con le loro famiglie. Questa bella e positiva esperienza ci spinge ora ad offrire alle donne che padroneggiano meglio la lingua italiana i Laboratori di cittadinanza attiva come ulteriore percorso di approfondimento per diventare membri consapevoli e attivi della società italiana, educatrici attente e preparate dei loro figli che frequentano le scuole italiane, nella prospettiva – speriamo non troppo tortuosa – di acquisire un giorno la cittadinanza italiana. Attraverso la trasmissione di conoscenze, lo scambio di esperienze e il confronto con i paesi di origine, nei tre moduli che compongono i Laboratori si affrontano temi quali: la storia della democrazia italiana, la Costituzione dello stato italiano, il funzionamento delle leggi, la scuola in Italia e le sue finalità educative e didattiche, l’evoluzione della famiglia, l’educazione dei figli e il ruolo della donna nella società.I “diari di bordo” sono la testimonianza del lavoro svolto. Potranno essere conservati come ricordo, oppure potranno essere consultati e riletti per rispondere alle domande che noi stesse ci poniamo o che i nostri figli, mariti, conoscenti ci pongono a proposito delle nostre radici certamente diverse, ma accomunate dai problemi di tutte le donne, e della storia che tutti ci attraversa, da cui siamo plasmati e che contribuiamo a costruire.Ringraziamo la Fondazione CRT che con il suo contributo finanziario ci ha permesso di realizzare questa iniziativa.

Maria Adele Roggero

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MEICMovimento Ecclesiale di Impegno Culturale

Gruppo di Torino

TORINO LA MIA CITTA’ PERCORSI DI FORMAZIONE PER DONNE MAGHREBINE

LABORATORI DI CITTADINANZA ATTIVA 2008-2009

VIVERE IN ITALIA

Per far conoscere la propria cultura e la propria storia nel momento in cui storie e culture si incrociano

Per acquisire familiarità con alcuni aspetti importanti della realtà

italiana visti nella loro evoluzione storica

Ogni lunedì dalle ore 10 alle ore 12

Biblioteca Civica Primo Levi - Via Leoncavallo 17 – Torino

Inizio: lunedì 17 novembre 2008 – ore 10

Si richiede una sufficiente comprensione della lingua italiana

• PRIMO MODULO Essere cittadini: incontro con la storia , la Costituzione, l’organizzazione politico-giuridico italiana. (novembre ’08-gennaio ’09)

• SECONDO MODULO Andare a scuola: essere genitori, insegnanti, studenti in una scuola che cambia.(gennaio ’09-marzo ‘09)

• TERZO MODULO La famiglia italiana e il cammino delle donne: tradizione e cambiamento (marzo ’09- maggio ’09)

ISCRIZIONI: martedì 4 novembre 2008 e martedì 11 novembre 2008, ore 10-12 presso la Biblioteca Civica Primo Levi, via Leoncavallo n.17, Torino. Fino ad esaurimento posti.

Per le partecipanti è previsto il rimborso del biglietto del bus e il servizio di baby sitting gratuito.

Con il contributo della

PRIMO MODULO

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Essere cittadini:incontro con la storia, la Costituzione,

l’organizzazione politico- giuridica italiana.

INTRODUZIONE

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Per un vero e proprio percorso di cittadinanza ci è sembrato particolarmente importante esaminare, attraverso un breve percorso storico, il cammino che ha portato la società e la cultura italiana ad essere quella che è oggi.Voi vivete in Italia, i vostri figli vi sono nati o comunque frequentano qui la scuola, dunque non potete e non dovete isolarvi; bisogna conoscere e capire.Noi vogliamo guidarvi in questa comprensione; se conoscerete le vicende storiche che ci hanno preceduto, sicuramente capirete meglio anche gli Italiani e in generale la società in cui siete immerse.Quando parliamo di società intendiamo un popolo che, in un determinato luogo geografico, ha costruito la sua organizzazione politica, economica,Religiosa, la sua cultura, l’arte, i costumi.Sappiamo però che le civiltà, nascono , crescono (alcune splendide), ma talvolta muoiono.Questo vuol dire che il cammino dell’uomo è un continuo divenire; egli si adatta, cambia, combatte per le sue idee e i suoi ideali a seconda delle condizioni in cui si trova e, nonostante tutto, avanza talvolta in bene, talvolta in male.Una civiltà, una cultura non nasce così dal nulla; è l’inesorabile frutto della sua collocazione geografica e climatica, di tutte le vicende storiche che l’hanno preceduta, ma soprattutto della forza delle idee e della ragione.Compito della Storia è registrare gli avvenimenti, darne un giudizio (se possibile), trarne degli insegnamenti (quasi mai!), ma soprattutto la Storia ci aiuta inequivocabilmente a capire il presente.Sarebbe utile cominciare dalla Preistoria per seguire il cammino dell’uomo; noi ci accontenteremo di partire dal 1700, secolo particolarmente importante proprio per la forza delle idee che si imposero nella cultura occidentale e che ci porterà, come punto di arrivo, alla Costituzione dei nostri giorni.

Sarà importante per noi ascoltare i contributi che ciascuna di voi darà circa la storia del vostro paese. Questo ci aiuterà a capirci meglio e a conoscere meglio anche noi stesse comprendendo che la Grande Storia condiziona inevitabilmente le storie individuali, ma che ognuno di noi può e deve essere protagonista nella costruzione della società in cui viviamo.

Marina Cancedda

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PROGRAMMA

Prima Unità - Lessico, impostazione del lavoro

- Grandi avvenimenti

Invenzione della stampa, della polvere da sparo, scoperta

dell’America, metodo sperimentale di Galileo Galilei

Rivoluzione industriale

Seconda unità - Illuminismo

- Rivoluzione americana

- Rivoluzione francese, Napoleone, Congresso di Vienna

Terza unità - L’Italia dopo il congresso di Vienna

- Principali pensatori e formazione dell’Italia unita

- Problemi dell’Italia unita

Quarta unità - Mondo del lavoro

- Colonialismo

- I guerra mondiale

- Fascismo

- Nazismo

Quinta unità - II guerra mondiale

- Repubblica – Costituzione

Sesta unità - Costituzione

Settima unità - Costituzione

Ottava unità - Costituzione

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Secondo modulo

ANDARE A SCUOLA: ESSERE GENITORI, INSEGNANTI, STUDENTI IN UNA SCUOLA CHE

CAMBIA

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Introduzione

Care Bahia, Bahija El Mojahid, Bahija Eerqaibi, Bouchra, Fatima, Hayat, Khadija, Latifa, Nadia, Saadia, Zohra, nel preparare il lavoro da proporvi abbiamo tenuto conto del fatto che voi di scuola ne sapete già molto: conoscete la scuola del vostro paese per averla frequentata, alcune di voi anche per molti anni; conoscete la nostra scuola sia attraverso il coinvolgimento quotidiano nel lavoro scolastico dei vostri figli sia attraverso il rapporto con i loro insegnanti che vi informano e si confrontano con voi sulle loro scelte educative e didattiche. Noi vorremmo percorrere con voi alcuni momenti della storia della nostra scuola che abbiamo scelto per far emergere i fattori che hanno contribuito a formarne le caratteristiche che voi state conoscendo e che, come vedremo, sono allo stesso tempo frutto di compromessi tra posizioni contrastanti, ma anche espressione di quei valori che la società matura nel tempo e che ne sostengono i cambiamenti. Conoscere il percorso compiuto dalla scuola dalla sua nascita nel 1859 ai giorni nostri (da una scuola escludente ad una scuola che accoglie tutti) può rendere più facile accompagnare i nostri figli nel loro percorso di crescita e partecipare con maggiore consapevolezza a migliorarla, ma anche a difenderne gli aspetti positivi.

Le tappe che seguiremo.Dal punto 1 al punto 3 vedremo come la nascita di una istruzione per tutti non sia stata né facile né rapida. Per secoli non si era sentita la necessità di togliere dall'ignoranza il contadino e l'operaio, anzi si pensava che con la testa libera la mano lavorava con maggiore facilità. Ma a partire dalla seconda metà del 1700, con il progredire della meccanizzazione del lavoro, il bisogno di una manodopera capace di controllare le macchine farà crescere parallelamente la richiesta di istruzione elementare.

Dal punto 4 al punto 7 vedremo come la scuola obbligatoria che il governo piemontese ebbe il merito di istituire per dare a tutti gli italiani una base culturale comune, in realtà non raggiunse il suo scopo poiché furono ignorate le pessime condizioni economiche sia delle istituzioni locali responsabili della sua realizzazione, sia delle famiglie che contavano anche sul lavoro dei bambini per la loro sopravvivenza.

Al punto 8 vedremo come tra la seconda metà del 1800 e la prima metà del 1900 nella scuola secondaria e nell'università sia progressivamente aumentato il numero dei giovani appartenenti a ceti sociali tradizionalmente esclusi dagli studi superiori.La selezione praticata dalla scuola non impedì un notevole aumento di diplomati e laureati che il mondo del lavoro non riusciva ad assorbire. Per far fronte alla disoccupazione intellettuale intervenne la riforma Gentile nel 1923. Essa accentuò la selezione sia con esami di passaggio da un livello all'altro del percorso scolastico sia con la creazione di percorsi che non permettevano il proseguimento degli studi.La riforma adottò esplicitamente una pratica didattica che si era andata consolidando nell'arco del secolo di vita della scuola. Essa puntava soprattutto a mandare avanti gli allievi migliori piuttosto che sviluppare le capacità di ognuno.Dal punto 1 al punto 10 della seconda parte vedremo come nel dopoguerra (1945), con l'avvento della democrazia, alla scuola verrà affidato il compito di voltare la pagina del trentennio fascista sostituendo all'autoritarismo e al nazionalismo gli ideali di libertà di insegnamento e di diritto allo studio.

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Ma le riforme necessarie per realizzare questi obiettivi saranno effettuate molto più tardi (1960-1980) e in maniera scollegata. Le singole innovazioni hanno apportato cambiamenti positivi, ma senza un quadro di riferimento unitario hanno perso molta della loro efficacia.

Magherita Mana con la collaborazione di Sara Valperga

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PROGRAMMAIntroduzione

PARTE PRIMA

Dal 1815 al 1960: la scuola della tradizione.

1. L’italia dopo il congresso di Vienna2. La scuola nella prima metà dell’’800 3. L’Italia è riunita in un unico stato4. Condizioni economiche dell’Italia dopo l’unità5. La scuola per tutti6. La legge Casati e il sistema scolastico italiano7. Il difficile obbligo scolastico8. Dalla legge Casati alla riforma Gentile (1859-1923)

• Il sistema scolastico della riforma Gentile• Alcune caratteristiche della scuola “tradizionale”

PARTE SECONDA

Dal 1960 ad oggi

1. La scuola nella Costituzione Italiana2. Le riforme degli anni 1960 e 19703. La scuola media unica (1962)4. La liberalizzazione degli accessi universitari

• il sistema scolastico italiano dopo il 1969 5. La scuola di Barbiana6. La scuola materna statale7. La scuola materna statale oggi8. Istituzione del tempo pieno9. I Decreti Delegati e la partecipazione scolastica10. Legge 517/ 1974: valorizzazione della diversità

• Accogliere le diversità di esperienze e conoscenze• Accogliere i bambini diversamente abili• Accogliere la diversità culturale

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TERZO MODULO

La famiglia italiana e il cammino delle donne:

tradizione e cambiamento

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INTRODUZIONE

Nel presentare questo terzo modulo, dedicato alla famiglia e alle donne, desidero in primo luogo ringraziare le persone che hanno scelto di frequentare il corso che abbiamo proposto, condividendo con noi conduttrici la riflessione su temi importanti e vitali per chiunque abbia a cuore l’esercizio della cittadinanza.Anticipo brevemente i temi di questo viaggio che insieme affronteremo e che prenderà le mosse dagli anni difficili del dopoguerra, quando è già sulla scena un modello familiare per alcuni aspetti “moderno” rispetto alla struttura (una famiglia ristretta al solo nucleo genitori-figli, diffusa in modo particolare nel nord e nelle zone più industrializzate) e pure ancora “tradizionale” rispetto ai valori, ai riti, agli stili di vita, ai modelli educativi e al modo in cui i ruoli genitoriali venivano interpretati. Una famiglia che ha avuto il compito storico di “traghettare” un paese che prima della guerra era ancor in prevalenza agricolo, con zone di forte arretratezza culturale, verso una modernità non priva di rischi, affrontando il peso della ricostruzione materiale e morale di una nazione devastata dalla dittatura e da una guerra rovinosa.Un modello di riferimento, quello familiare e sociale degli anni cinquanta, che premiava la stabilità rispetto al cambiamento, l’uniformità piuttosto che la differenziazione e che si sarebbe incrinato nel momento in cui il crescente benessere portato dal “miracolo economico” avrebbe reso da un lato più agevole il viaggio, dall’altro meno convincenti, soprattutto per le nuove generazioni, i riferimento al passato e alla tradizione come fonte di valori. Poi l’onda d’urto della contestazione giovanile, sul finire degli anni sessanta, avrebbe messo ancor più fortemente in discussione tutto quel sistema di valori e di norme che dal piano familiare si estendevano alla scuola, alla società, alla politica, portando con sé nuove visioni del mondo, nuove proposte scolastiche e culturali.Da quella crisi non facile la famiglia italiana sarebbe uscita mutata: più paritaria nella struttura di base, più aperta nel rapporto educativo coi i figli, meno ossessionata dal consenso sociale, più “plurale” negli stili di vita, nei valori, nelle forme educative.Una pluralità che può essere vista come un valore positivo per le maggiori possibilità di scelta che permette ma che può invece apparire come rischiosa se si mette in evidenza la perdita di stabilità che necessariamente comporta.Questa famiglia peraltro resta un valore forte come è tipico della tradizione mediterranea, sa ancora essere ponte fra le generazioni e sostegno ai suoi componenti, anche se si trova oggi a dover affrontare un percorso non facile, segnato da una sensazione generale di insicurezza e di rischio individuale, di cui cercheremo di indicare alcune ragioni reali.In questo percorso il contributo delle donne sarà, come sempre, essenziale: ed è a loro infatti che dedicheremo una parte importante di questa nostra narrazione, partendo da due eventi fondamentali del primo dopoguerra: l’accesso al voto e la dichiarazione di uguaglianza fra uomo e donna sancita solennemente dalla Costituzione, per indicare le tappe di un percorso che è stato certo faticoso e in salita – con qualche pesante ritorno all’indietro – ma che ha visto le donne conquistare via via l’accesso allo spazio pubblico, allo studio, al lavoro, all’autonomia personale, oltre alla piena parità con gli uomini nel governo della famiglia.Un percorso che ancora non si può dire del tutto compiuto e che certamente impone alle donne un carico pesante, nella difficile conciliazione della vita pubblica e lavorativa con quella familiare e privata ma che le ha comunque rese più indipendenti, più forti, più capaci di contribuire allo sviluppo della cultura e della vita associata.Un percorso che le donne vogliono – e devono – compiere non in contrapposizione agli uomini, ma al loro fianco, per intraprendere insieme un cammino evolutivo che sappia coniugare la libertà di ognuno con la responsabilità familiare e con la solidarietà sociale.Sarà bello, io credo, discuterne insieme, donne di paesi diversi e di diverse culture, non certamente per proporre questo percorso come l’unico possibile: ognuna di noi ha il diritto di

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conservare le proprie specificità culturali e di cercare le proprie risposte in corrispondenza con la propria storia personale .Non identico deve essere il nostro cammino, ma spazi di condivisione e di confronto possono certamente essere trovati e possono essere utili a tutte noi anche per affrontare le sfide educative che i nostri figli che crescono in Italia ci richiederanno.Grazie a tutte, dunque, di essere qui, per dare il vostro contributo a questa comune ricerca.

ENRICA GALLO

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PROGRAMMA

PRIMA UNITA’: FAMIGLIA E DONNE NEGLI ANNI DELLA TRADIZIONE (DAL DOPOGUERA AL “MIRACOLO ECONOMICO”)

• La famiglia coniugale moderna: struttura - modalità di formazione - ruoli parentali - immagini di genere - valori e modelli educativi

• La posizione femminile nel diritto di famiglia e nel diritto pubblico: l’accesso al voto nel 1945 e il riconoscimento formale dell’uguaglianza fra uomo e donna nella Costituzione Repubblicana del 1948

• Aspetti della vita delle donne nello spazio familiare, sociale e lavorativo• Immagini femminili e “parole chiave” degli anni cinquanta

SECONDA UNITA’: L’ETA’ DEL CAMBIAMENTO (DAL “MIRACOLO ECONOMICO” AL DECENNIO DEI DIRITTI CIVILI)

• Il miracolo economico italiano e l’inizio dell’età dei consumi (fine anni cinquanta)• I nuovi modelli giovanili degli anni sessanta e l’esplosione della “contestazione”• L’entrata in scena delle donne e il decennio dei diritti civili: l’introduzione del divorzio

(1970); la riforma del diritto di famiglia (1975); la legge sulla parità salariale (1977) e le nuove norme sulla tutela sociale della maternità (1978)

TERZA UNITA’: LA FAMIGLIA ITALIANA DI OGGI FRA TRADIZIONE E CAMBIAMENTO

• Struttura e modalità di formazione: il declino del modello unico e la riduzione del nucleo famigliare dovuta al calo della natalità

• Interni di famiglia: emancipazione femminile e cambiamento nei ruoli parentali e nelle immagini “di genere”

• Nuovi modelli educativi (dal sistema delle norme al sistema della “negoziazione”)

QUARTA UNITA’: LE DONNE OGGI: NUOVE POSSIBILITA’ E VECCHIE DISCRIMINAZIONI

• I dati sulla condizione attuale delle donne in Italia relativi all’occupazione, all’istruzione, alla partecipazione alla vita politica e alla vita familiare

• Gli interventi governativi a favore della parità e delle “Pari Opportunità”• I punti fermi dell’emancipazione femminile (la conquista della parità, del diritto al lavoro e

all’autonomia personale…) e le difficoltà nella conciliazione fra i molti ambiti di vita delle donne e nel superamento dei pregiudizi.


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