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Laboratorio CIRSDe di studi di genere UNA …...2020/03/10  · Paola Di Cori, Asincronie del...

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Laboratorio CIRSDe di studi di genere 2019/2020 Lezione introduttiva GENERE: STORIA, USI E ABUSI DI UNA CATEGORIA Silvia Nugara
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Page 1: Laboratorio CIRSDe di studi di genere UNA …...2020/03/10  · Paola Di Cori, Asincronie del femminismo, ETS, Pisa, 2012. traduttivi. Saggi consigliati: PAOLA DI CORI: •Joan Scott.

Laboratorio CIRSDe di studi di genere2019/2020

Lezione introduttivaGENERE: STORIA, USI E ABUSI DI

UNA CATEGORIASilvia Nugara

Page 2: Laboratorio CIRSDe di studi di genere UNA …...2020/03/10  · Paola Di Cori, Asincronie del femminismo, ETS, Pisa, 2012. traduttivi. Saggi consigliati: PAOLA DI CORI: •Joan Scott.

Paola Di Cori, Asincronie del femminismo, ETS, Pisa, 2012.

Saggi consigliati:

PAOLA DI CORI:• Joan Scott. Dalla storia delle donne a

una storia di genere, pp. 105-120.• «Gender» e genere. La fortuna di una

parola e le peripezie di una categoria di analisi, pp. 121-137.

Di Cori è stata una storica (studi culturali, storia delle donne, storia di genere, queer studies) che ha molto lavorato sulla traiettoria della categoria genere in Italia e altrove. Riflessioni anche sugli aspetti traduttivi.

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Joan W. Scott, Genere, politica, storia, Viella, Roma, 2013.

Saggi consigliati:

JOAN SCOTT:• Il «genere»: un’utile

categoria di analisi storica, pp. 31-63.

• Usi e abusi del «genere», pp. 105-127.

PAOLA DI CORI:• Postfazione. Visione critica

della storia e femminismo, pp. 249-304.

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GENERECfr. Joan Scott, Usi e abusi, cit., p. 111: «Che cosa si intende esattamente con genere?: è una questione di donne, o di disuguaglianza o di differenza sessuale, o una qualche combinazione di queste? In che modo il suo impiego in ogni sorta di battaglia sociale e politica ha piegato e plasmato il suo significato?»- categoria polisemica: si usa in vari ambiti, dalla medicina, alla sociologia, alla linguistica (teorie di

Money e Stoller riprese e modificate dal femminismo)- concetto femminista: permette di osservare e nominare il sistema che attribuisce un significato ai

corpi sessuati. Denaturalizza l’ordine sessuato e sessuale. Per “ordine sessuato e sessuale” si intendono le dimensioni dell’ordine sociale che rimandano ai rapporti tra i sessi e le sessualità e alle gerarchizzazioni, ai regimi di identificazione, alle norme, alle classificazioni e alle rappresentazioni che vi sono associate. Ma la denaturalizzazione c’è anche prima dell’introduzione della categoria GENERE!

- categoria plurivalente: attenzione, diversi sono gli approcci e i soggetti che adottano la categoria. Anche nel femminismo esistono diversi modi di rapportarsi alla categoria.

- categoria istituzionalizzata: che viene utilizzata per raccogliere dati, condurre politiche (ONU), elaborare strategie (gender mainstreaming, educazione di genere, medicina di genere, storia di genere).

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DALLA MEDICINA AL FEMMINISMO: la genealogia di gender

Anni 50: i primi a usare gender come categoria sociale sono lo psicologo John Money e lo psichiatra e psicanalista Robert Stoller nella loro pratica clinica su intersessualità e transessualità. Per loro il sesso – l’essere uomo o donna – pertiene all’ordine del biologico e il genere – maschile o femminile – è la somma di ruolo sociale, identità personale e orientamento sessuale. Per loro gender è una parola ombrello che raccoglie tre concetti che oggi la sessuologia distingue tra loro. Si preoccupano di rendere sesso e genere reciprocamente conformi. A fine anni 70, il termine gender esce dall’ambito medico-psichiatrico per entrare in altri campi (antropologia, storia, psicologia) grazie alle studiose femministe soprattutto marxiste. Il termine però si diffonderà solo a partire dagli anni 80.Contrariamente a Money e Stoller, molte femministe sostengono che, non solo la conformità tra sesso e genere non deve essere perseguita (si può essere donne mascoline, uomini effeminati), ma che le norme di genere sono convenzioni da mettere in questione, da criticare in quanto vettori dell’inferiorizzazione e dell’oppressione subita dal gruppo delle donne.

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IL FEMMINISMO: Il personale diventa politico

La grande rivoluzione dei movimenti degli anni 60-70 è stata:- rompere la divisione pubblico/privato e politicizzare le relazioni, il

sesso (lotte su ABORTO, STUPRO, DIVORZIO);- «dichiarare che ciò di cui si parlava come fosse un dato naturale,

noto a tutti, come la pioggia o i gatti, non lo era affatto; anzi, in realtà si trattava di una costruzione socio-culturale “di parte”, e per capirne e conoscerla un po’ di più eravamo soltanto agli inizi». (Paola Di Cori, gender e genere, pp. 124-5)

Il femminismo degli anni 70 rifiuta:- il determinismo biologico (la biologia come destino. Ex. «non si

nasce donna». scriveva Simone de Beauvoir già nel 1949);- l’organizzazione gerarchica dei rapporti tra maschio e femmina (e

tra bianchi/e e neri/e) nei loro contesti specifici e tenta di ribaltarla.

Questo approccio critico è la base per denaturalizzare e storicizzare la differenza e la gerarchia tra uomini e donne (e tra bianchi/e e neri/e) e quindi per parlare di «genere» (ma anche di «razza») come concetto socio-politico. Ancora negli anni 70, però, non si parlava molto di «genere» bensì di «ruoli sessuali» diversi per uomini e donne.

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FEMMINISMO E ANTIRAZZISMOIl sesso e la razza sono categorie politiche

In Francia, Italia, negli USA: il ruolo del marxismo è fondamentale in antropologia, storia, filosofia… per problematizzare la natura, denaturalizzare e storicizzare le relazioni di potere (tra sessi, sessualità e «razze»).Colette Guillaumin, L’Idéologie raciste (1972): denaturalizzare significa sottolineare che le differenze tra uomini e donne, ma anche tra bianchi e neri, e in generale tra chi è soggetto e chi è «altro», non sono naturali bensì l’esito di dinamiche di potere economiche e sociali che vengono legittimate e sorrette da discorsi e rappresentazioni che naturalizzano tali divisioni e gerarchizzazioni: «Non è il sesso che crea l’oppressione ma l’oppressione che crea il sesso» (analogamente, è il razzismo che crea la razza). È il sistema di potere che si serve del sesso o del colore e che gli dà un significato. Il sesso non è di per sé debolezza o disponibilità sessuale, il colore non significa nulla in sé, è il sistema di potere (il sessismo, il razzismo/colonialismo) che impone disponibilità sessuale, debolezza, deboscia e poi usa il sesso/la razza come «feticcio» per giustificarsi.

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Il «sotto-equipaggiamento» delle donnePaola Tabet, Le mani, gli utensili, le armi (1979 poi tradotto dal fr. in it. ne Le dita tagliate, 2014): la supposta debolezza delle donne è frutto di processi storico-economici. Tabet definisce il rapporto tra donne e uomini come un rapporto sociale di classe (le femministe materialiste francesi parlano di rapports sociaux de sexe)La suddivisione sessuale del lavoro e l’accesso differenziato dei due sessi agli strumenti e alle armi (sotto-equipaggiamento) costruiscono socialmente la debolezza delle donne. In alcune società gli uomini non consentono alle donne di procurarsi proteine animali; con la scusa di impedimenti di natura biologica e con pregiudizi e superstizioni, alle donne sono vietate la caccia e la pesca, e spesso non possono condividere con gli uomini neppure le più evolute tecnologie produttive, né le armi o i mezzi (barche). Per esempio nella società amazzonica dei Mehinaku alle donne è vietato pescare, e il pesce, principale fonte proteica della loro alimentazione, viene utilizzato come scambio per il pagamento del sesso. Lo scambio non è pesce-vegetali, ma pesce-sesso. Lo scambio sessuo-economico è per Tabet il «continuum di rapporti economici e sessuali che va dal matrimonio alla prostituzione» a cui le donne sono obbligate per sopravvivere.Il sotto-equipaggiamento è anche divieto d’accesso all’istruzione, ai diritti civili, politici, religiosi, divieto di esercitare talune professioni riservate agli uomini, divieto di indossare i pantaloni in alcune epoche e società.

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IL RUOLO DEL MOVIMENTO OMOSESSUALE

Anni 70: i movimenti di liberazione omosessuale (Gay Liberation Front in Gran Bretagna, il Fhar in Francia, il Fuori! in Italia) politicizzano la sessualità pensando la subalternità di donne e omosessuali in connessione con il sistema socio-economico.1972 Il convegno di sessuologi a Sanremo e la prima protesta pubblica del Fuori!

Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale (1976); La gaia critica (2019 con testi dal 1972 al 1982): l’omosessualità e universale; è la repressione che crea la polarità etero/omo; il desiderio è transessuale.

Per saperne di più:Mariasilvia Spolato, I movimenti omosessuali di liberazione (1972 riedito nel 2019 da Asterisco edizioni)Massimo Prearo, Politiche dell'orgoglio: sessualità, soggettività e movimenti sociali, ETS, 2015.Elisa Biagini, L’emersione imprevista: il movimento delle lesbiche in Italia negli anni '70 e ‘80, ETS, 2018.

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LA CRITICA LESBICA AL CONCETTO DI NATURA

Per Monique Wittig (Il pensiero straight e altri saggi, 1979-94) le donne non sono un «gruppo naturale», diverse o inferiori per natura, bensì una «classe» ovvero il prodotto di relazioni sociali e discorsive fondate sull’eterosessualità obbligatoria e sull’appropriazione delle donne, del loro corpo, della loro forza lavoro produttiva e riproduttiva, da parte degli uomini. Dunque, per lei, le lesbiche – che si sottraggono a questo rapporto di appropriazione – non sono «donne».Wittig conia il concetto di «pensiero straight» per identificare un’ideologia che concepisce il sesso e la sessualità solo in chiave riproduttiva e dunque eterosessuale. La differenza sessuale binaria diviene norma e dogma politico e filosofico. La conseguenza di questa tendenza è che «la mente normale non può concepire una cultura, una società dove l'eterosessualità non ordini tutte le relazioni umane nonché la produzione dei concetti e anche di tutti i processi che sfuggono alla coscienza. […] Nel pensiero straight, rifiutare l'obbligo del coito e le istituzioni che quest'obbligo ha prodotto come necessarie per la costituzione di una società, è semplicemente un'impossibilità, perché farlo significherebbe rifiutare la possibilità di costituire l'altro e rendere impossibile la costituzione di significato senza la quale nessuno può mantenere una coerenza interna. Così il lesbismo e l'omosessualità non possono essere pensate o dette». Ritiene che il genere simbolizzi il sesso nel linguaggio e dunque vada eliminato attraverso nuovi usi dei pronomi che rovesciano il maschile «inclusivo» e «universale» e si sottraggono alla categorizzazione (es. pronomi indefiniti) si vedano L’Opoponax, Le Guerrigliere, Il pensiero straight.

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PRIMI USI FEMMINISTI DI GENDER (anni 70)Gayle Rubin, Lo scambio delle donne. Una rilettura di Marx, Engels, Lévi-Strauss e Freud, tr. it. in «Nuova DWF», 3 (1977), pp. 7-33: Gayle Rubin conia il termine sex-gender system per sottolineare la natura squisitamente storica e socio-culturale dell’identità sessuale, contrapposta alla visione tradizionale (fondazionalismo biologico) anatomica e biologistica.«Il genere è una divisione dei sessi imposta socialmente, cioè è un prodotto dei rapporti della sessualità stabiliti dal sistema sociale. I sistemi di parentela si basano sul matrimonio. Trasformano quindi i maschi e le femmine in uomini e donne, ognuno dei quali è una metà incompleta che può trovare interezza quando si unisce all’altra Gli uomini e le donne sono, è ovvio, diversi. Ma non sono così diversi come il giorno e la notte, la terra e il cielo, lo Yin e lo Yang, la vita e la morte. Dal punto di vista della natura gli uomini e le donne sono più simili gli uni alle altre che a qualsiasi altra cosa – alle montagne, ai canguri o alle palme di cocco. L’idea che siano diversi tra loro più di quanto ciascuno di essi lo è da qualsiasi altra cosa deve derivare da un motivo che non ha niente a che fare con la natura ma con altre cose». E queste altre cose sono dettate dal sistema politico, economico e simbolico che utilizza questa differenza come giustificazione per la diseguaglianza.Auspicio di Rubin: «Noi non siamo oppresse solo come donne, siamo oppresse per dover essere donne o uomini, a seconda dei casi. Io personalmente credo che il movimento femminista debba aspirare a qualcosa di più dell’eliminazione dell’oppressione femminile. Deve aspirare all’eliminazione dei ruoli sessuali imposti. Il sogno che mi pare più entusiasmante è quello di una società androgina, senza genere (anche se non senza sesso), nella quale l’anatomia di una persona sia irrilevante per stabilire cosa si deve fare e con chi si deve fare l’amore».

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Christine Delphy, che già aveva mostrato quanto il sesso sia una categoria politica, introduce in Francia il concetto di genere (cfr. Non si nasce donna. Percorsi, testi e contesti del femminismo materialista in Francia a cura di Sara Garbagnoli e Vincenza Perilli)Teorizza il genere come un sistema di strutture materiali e ideologiche che creano e naturalizzano “la differenza sessuale”. Il genere è costituito da due elementi: DIVISIONE e GERARCHIA. Il maschile è definito dalla propria posizione di dominio e dal proprio ruolo nel quadro del rapporto eterosessuale e il femminile dalla propria subalternità e dal proprio ruolo nel rapporto eterosessuale e procreativo (non esiste un’essenza femminile). Chi dice di voler abbattere la gerarchia senza annullare la differenza teme la costruzione di un’umanità 1) uniforme e 2) ripiegata sul modello maschile. Ma i cambiamenti rispettivi di statuto di questi gruppi non possono condurre né a un allineamento di tutti gli individui su un solo modello né a un felice mix dei due modelli. Né la cultura né uomini e donne sono statici. Se le donne smettessero di essere subalterne e diventassero dominanti, allora i dominanti non esisterebbero più e quindi anche gli uomini non sarebbero più gli stessi. Se cambiano le donne cambiano gli uomini. Possibilità di un’umanità diversa oltre il genere.

PRIMI USI FEMMINISTI DI GENDER (anni 80 in Francia)

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Joan Scott: sesso e genere sono interdipendenti. La nostra mente non può evitare di attribuire un significato alle differenze anatomiche visibili tra i corpi.Il genere è:

1)«un elemento costitutivo delle relazioni sociali fondate sulla percezione della differenza tra i sessi» La differenza sessuale è usata per classificare gli esseri umani e far funzionare i rapporti sociali: rapporti di parentela, divisione del lavoro, organizzazione dell’istruzione, funzionamento del sistema politico (diritti civili e politici), simboli e rappresentazioni; norme che fissano il significato di maschile e femminile; identità soggettiva. 2) «un fattore primario del manifestarsi dei rapporti di potere»: il genere fornisce una cornice interpretativa di tutti i rapporti di potere. Ex.: nell’Ottocento il concetto di classe si serve del genere per la propria definizione, come quando in Francia i riformatori di classe media descrissero i lavoratori in termini codificati come femminili (subordinazione, debolezza, sfruttamento sessuale analogo a quello subito dalle prostitute) i termini del discorso erano marcati dal genere anche se si stava parlando d’altro.

PRIMI USI FEMMINISTI DI GENDER (anni 80 UK/USA)

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GENERE E QUEER STUDIES (anni 90)Judith Butler, Gender trouble, 1999 (tr. it. Questione di genere): riprende Wittig (anche se non la comprende molto bene)Butler critica i dispositivi della norma eterosessuale che, di fatto, producono i generi sulla base del sesso biologico concepito come binario per via della centralità accordata alla riproduzione. Ma il sesso non è sempre binario, non tutt* sono etero, non tutt* vogliono riprodursi. Quindi il genere è costruito come binario sulla base di una semplificazione della realtà: «il genere è una copia senza originale».Il genere è frutto di un costante lavoro performativo di costruzione e risposta a divieti, ingiunzioni, prescrizioni che impongono alle donne di essere femminili e agli uomini di essere maschili (ex. sii uomo, comportati da signorina, non sei una vera donna!).La norma eterosessuale considera queer ciò che è strano, eccentrico: in inglese era insulto per dire frocio, checca ma la comunità ha rovesciato la connotazione negativa e ha rivendicato il termine per sé come forma di orgoglio, sovversione, rivendicazione della ribellione verso l’eteronormatività, orgoglio per la fluidità di genere, la non conformità tra sesso e genere, l’identificazione con pratiche sessuali che eccedono la norma etero e la sessualità riproduttiva (BDSM, fetish, etc.).Il concetto di genere apre delle possibilità di critica della matrice concettuale secondo cui maschile e femminile sono fissi, presupposti e complementari e dunque permette la dicibilità e la possibilità di esistenza per corpi e soggettività non conformi alle norme sessuali o di genere tradizioniali: gay, lesbiche, queer, transessuali, transgender, intersessuali…

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DAL FEMMINISMO ALLA MEDICINA:un approccio di genere all’intersessualità

Dopo Money e Stoller, l’approccio all’intersessualità è cambiato grazie a scienziate femministe e alla presa di parola delle persone intersex:

Suzanne J. Kessler, La costruzione medica del genere: il caso dei bambini intersessuali (in Piccone Stella e Saraceno, Genere. La costruzione sociale del maschile e del femminile, 1996, pp. 95-118): il complesso percorso – medico, psicologico, sociale – cui sono sottoposti gli individui che nascono con caratteristiche sessuali e riproduttive sia maschili che femminili o con attributi sessuali non chiaramente identificabili, nella sua apparente eccezionalità rivela il modello binario per la costruzione sociale del genere nel suo complesso. Nonostante l’esistenza di persone intersessuali (dal punto di vista anatomico e/o cromosomico e/o gonadico-ormonale), i medici sono paradossalmente convinti che il femminile e il maschile siano le uniche due possibilità «naturali». Insistono sulla necessità (psicologica, sociale) di costruire chirurgicamente uno dei due sessi e di attuare un processo di socializzazione che faccia “aderire” il genere (il modo di sentirsi, di proporsi, di desiderare, di progettare la propria vita….) al sesso assegnato.

Judith Butler, Undoing gender (2004 in it. La disfatta del genere poi Fare e disfare il genere) racconta la storia di Brenda/David che fu paziente di John Money e la cui vicenda tragica rimette in discussione la medicalizzazione dell’intersessualità e il binarismo di genere.

Per saperne di più:Daniela Crocetti, L'invisibile intersex. Storie di corpi medicalizzati, ETS, 2013Michela Balocchi (a cura di), Intersex. Antologia multidisciplinare, ETS, 2019.Intersexioni: Pagina FB e Sito di informazioni e attivismo intersex.

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ABUSI DEL GENERE IN AMBITO ISTITUZIONALE

Scott, Usi e abusi + Baaden Goetz, Who needs «sex» when you can have «gender»? 1997: - spesso le istituzioni (nazionali e internazionali) e i media utilizzano

«genere» come sinonimo di «donne» ma il genere si riferisce ai meccanismi di costruzione di femminilità e mascolinità, non riguarda solo le donne.

- in ambito accademico e mediatico «genere» sembra più perbene di sesso, sessualità, femminismo: confusione, depoliticizzazione (nessuna critica al dominio maschile), opportunismo.

- Conferenze ONU sulle donne, in partic. Pechino 1995: come tradurre gender nelle diverse lingue? Controversie e indeterminatezza. Cfr. Braidotti in Di Cori, Gender e genere, pp. 128-9: movimenti femministi (genere è costruzione sociale delle differenze tra i sessi mettendo l’accento sui fattori culturali) vs. posizioni essenzialiste capitanate dal Vaticano (genere deve combaciare con identità sessuale data per naturale)

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ABUSI DA PARTE DI VATICANO E DESTRE

Garbagnoli e Prearo, La crociata «anti-gender», Kaplan, Torino, 2018.Oggi, il concetto di «genere» è oggetto di deformazione e demonizzazione da parte di movimenti reazionari appartenenti all’integralismo cattolico, alla destra e all’estrema destra, che si definiscono ostili alla cosiddetta «ideologia del gender» nel tentativo di riaffermare un modello tradizionalista e discriminante di società sessista ed eteronormativa.La stessa Joan Scott parte dall’osservazione dei movimenti anti-gender francesi come la Manif pour tous e dai loro discorsi per constatare che «genere» è ridiventato un oggetto discorsivo che suscita controversie.

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Il discorso «anti-gender» un’invenzione retorica del Vaticano

Scott, Usi e abusi, cit., p. 110: «Piuttosto che chiarirsi nel corso del tempo […], il “genere” è diventato più sfuggente, un luogo di contestazione, un concetto controverso nell’arena della politica. La parola continua a essere utilizzata dalle femministe, ma è ormai diventata un termine di riferimento per tutti i movimenti politici e ha prodotto effetti talvolta molto diversi da quelli che le femministe avevano previsto». � da quando? Secondo Garbagnoli/Prearo dalla pubblicazione nel 2003 di un Lexicon.

Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche che sistematizza l’ondata polemica di metà anni 90 scatenatasi prima durante la Conferenza ONU sulla popolazione (Cairo, 1994) e poi, soprattutto a quella sulle donne (Pechino, 1995).

� perché il genere è preso di mira dalle destre e dagli estremisti cattolici? • categoria plurivalente opporvisi permette di mettere in uno stesso sacco molti

avversari/e: gruppi femministi, LGBTQI+, istituzioni come l’ONU, scienza.• concetto femminista che denaturalizza l’ordine sessuato e sessuale e rimette in

discussione il primato maschile ed eterosessuale per pensare un’umanità in modi diversi rispetto al passato.

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SFIDE APERTESally Baaden e Anne Marie Goetz, Who needs «sex» when you can

have «gender»?, “Feminist Review”, 1997, pp. 3-35.• La sfida conservatrice lanciata all’uso del concetto di “genere” solleva

questioni centrali per un’epistemologia e una politica femministe e che hanno a che vedere con le seguenti domande:

• Come si costituisce il corpo nel processo di formazione dell’identità di genere? • Qual è la relazione tra identità di genere e soggettività politiche?• Un approccio di genere implica desiderio di eguaglianza o celebrazione della differenza/delle

differenze?• Una celebrazione della/delle differenza/e rischia di giocare a favore di una tradizione che ha

usato la nozione di “biologia come destino” per spiegare e giustificare le ineguaglianze?

• The trouble with gender is that it allows for considerable variation in the ways in which feminists interpret identity formation and the relationship between anatomy and culture. This variation has been seen as part of the richness and flexibility of feminism, but it has also meant the production of ambiguities, inconsistencies and contradictions which conservative groups exposed in attacks on feminism.

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MEDICINA

SAPERI FEMMINISTI

USI – il genere come rivoluzione

ABUSI – il discorso «anti-gender» come contro-rivoluzione

IN SINTESIGenere: traiettorie discorsive

NATURA e CULTURAsono in relazione


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