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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI 1 Prof.ssa … · La rivoluzione del sole, della luna e...

Date post: 18-Feb-2019
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI Prof.ssa Rossella D’Alfonso 1 Durata : I semestre Orario e sede di lezione : LUNEDÌ ORE 15-17 MARTEDÌ ORE 12-14 Dipartimento di Filologia classica e medievale AULA PASOLI Orario e sede del ricevimento degli studenti: LUNEDÌ ORE 17-18 Dipartimento di Filologia classica e medievale AULA PASOLI Argomenti : elementi di base di morfologia, sintassi e lessico Testi di riferimento : I. I. Dionigi – L. Morisi – E. Riganti, Verba et res, Bari, Laterza, voll. I-II: abbr. DMR (è possibile utilizzare un altro testo se già posseduto, concordandolo con la Docente); II. A. Diotti, Lexis, Milano, Bruno Mondadori, 1998 e ss.; III. Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981 (consultabile in biblioteca); IV. G. Cauquil- J.-Y. Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésanon 1982, trad. ital. a c. di F. Piazzi, Lessico essenziale di latino, Bologna, G.E.M. / Cappelli editore, 1998. V. grammatica italiana consigliata : un manuale per il liceo di L.Serianni oppure di M. Sensini (per un altro testo, concordare con la Docente). VI. dizionari di latino consigliati : Conte – Pianezzola- Ranucci, Dizionario della lingua latina, Le Monnier oppure Campanini – Carboni, Dizionario della lingua latina, Paravia, edizione nuova (blu), entrambi con CD-ROM. Per chi è straniero: Latin Classical Dictionary, Oxford University Press, oppure consultare la Docente. MATERIALI: http://www.classics.unibo.it/CLASSICS/Attivita+didattica/download_materiale.htm) oppure http://www2.classics.unibo.it/Didattica/download/latino_principianti/
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LABORATORIO DI LATINO PER PRINCIPIANTI Prof.ssa Rossella D’Alfonso

1

Durata: I semestre

Orario e sede di lezione:

LUNEDÌ ORE 15-17 MARTEDÌ ORE 12-14

Dipartimento di Filologia classica e medievale AULA PASOLI

Orario e sede del ricevimento degli studenti: LUNEDÌ ORE 17-18 Dipartimento di Filologia classica e medievale

AULA PASOLI

Argomenti: elementi di base di morfologia, sintassi e lessico

Testi di riferimento :

I. I. Dionigi – L. Morisi – E. Riganti, Verba et res, Bari, Laterza, voll. I-II: abbr. DMR (è

possibile utilizzare un altro testo se già posseduto, concordandolo con la Docente);

II. A. Diotti, Lexis, Milano, Bruno Mondadori, 1998 e ss.;

III. Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981 (consultabile in biblioteca);

IV. G. Cauquil- J.-Y. Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésan�on 1982, trad. ital. a c. di

F. Piazzi, Lessico essenziale di latino, Bologna, G.E.M. / Cappelli editore, 1998.

V. grammatica italiana consigliata: un manuale per il liceo di L.Serianni oppure di M. Sensini

(per un altro testo, concordare con la Docente).

VI. dizionari di latino consigliati: Conte – Pianezzola- Ranucci, Dizionario della lingua latina, Le

Monnier oppure Campanini – Carboni, Dizionario della lingua latina, Paravia, edizione

nuova (blu), entrambi con CD-ROM. Per chi è straniero: Latin Classical Dictionary, Oxford

University Press, oppure consultare la Docente.

MATERIALI:

http://www.classics.unibo.it/CLASSICS/Attivita+didattica/download_materiale.htm)

oppure

http://www2.classics.unibo.it/Didattica/download/latino_principianti/

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

I

1. illustrazione delle caratteristiche del corso;

2. questionario d’ingresso (sugli studi fatti);

3. le parti del discorso in latino e in italiano

4. ripasso di elementi di base di sintassi della frase (= analisi logica) partendo dall’italiano: differenza fra verbo e predicato, predicato verbale e predicato nominale (formato da “essere” o da altro verbo copulativo + predicativo del soggetto), soggetto, differenza fra attributo e apposizione;

5. individuazione della proposizione (enunciato) principale in un periodo formato da più proposizioni (enunciato complesso).

- DMR, I vol., es. 1 p.29

lavoro ulteriore

consigliato prima della

lezione successiva

- Sui punti 3-4-5

- DMR I pp. 26-29 - Revisione / studio

degli argomenti citati su una buona grammatica dell’italiano

- Revisione DMR, I

vol., es. 1 p. 29; - DMR, I vol., es. 2

p. 30

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1. Cognome e nome (non obbligatorio)

(stampatello, per favore)

2. Corso di laurea

3. Anno di corso frequentato

4. Quale scuola media superiore ha frequentato? (barri la risposta che interessa)

- (liceo classico)* - (liceo scientifico)* - (liceo sociopsicopedagogico)* - (liceo linguistico)* - istituto tecnico - istituto professionale - altro:

5. Ha mai studiato latino alle superiori? - sì / no (cancelli la risposta che non interessa) 6. Ha mai studiato latino in altre sedi? - sì / no (cancelli la risposta che non interessa) 7. Se ha risposto “sì” alla domanda 5 e/o 6, per

quanto tempo ha studiato latino (barri la risposta che interessa)?

- per un anno - per due anni - per cinque anni - altro …

8. Stabilito che il corso è per principianti, intende frequentare questo corso (per la preparazione del materiale)?

-

* Si ritiene che, data la natura del corso, gli Studenti provenienti dai Licei posseggano già le competenze che rappresentano l’obiettivo di questo corso.

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DMR, es. 1 p. 29: Fare l'analisi logica de!le seguenti frasi: 1. Il gallo suole invocare con voce squillante l'aurora. 2. Chiunque diventa potente con la menzogna e la frode perde ogni credito agli occhi dei cittadini. 3. I Galli proposero a Cesare le condizioni della resa mediante un'ambasceria di anziani. 4. Antonio, giudicato nemico dello Stato, fuggi dall'Italia. 5. Non siamo stati generati per cose futili e vane, ma per la comune utilità di tutti gli uomini. 6. L'imputato non è sembrato sincero ai giudici ed è stato condannato. 7. La liberazione degli Ateniesi dai Trenta tiranni è attribuita ai meriti di Trasibulo. 8. Ti riferirò per mezzo di uno schiavo tutte le notizie che mi arrivano dalla città. 9. Scipione inviò, insieme ai legati che aveva incaricato di perorare la pace, uomini nobili e probi con vesti servili. 10. Cornelia, madre dei Gracchi. a una matrona fiera dei suoi monili mostrò i propri figli e disse: «Questi sono i miei gioielli».

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DMR, es. 2 p. 30: Fare l'analisi logica delle seguenti frasi: 1. È dolce quando i venti sconvolgono le distese del vasto mare guardare da terra il grande travaglio di altri [Lucrezio]. 2. Nessuna testimonianza del suo ingegno ci ha lasciato Scipione l'Africano, né resta alcuna opera, frutto del suo ozio e della sua solitudine [Cicerone]. 3. La rivoluzione del sole, della luna e delle altre stelle offre uno straordinario spettacolo agli occhi dell'uomo: per la sua razionalità e precisione, non c'è vista più inesauribile né più notevole [Cicerone;. 4. È un' attività, la caccia, degna di un popolo prode, giovevole ai muscoli, all'igiene e al buon nome [Orazio]. 5. Questa libertà nient'altro può darvela eccetto la noncuranza dei casi della fortuna [Seneca]. 6. È piacevolissima e sentimentalissima la stessa luce veduta nelle città, dov' ella è frastagliata dalle ombre, dove lo scuro contrasta in molti luoghi con il chiaro [Leopardi]. 7. Qualcosa lo immobilizzava: era l'atmosfera ipnotica creata dalle grandi lampade che ardevano languide [Musil). 8. La signorina Marianne lo guardò impietrita, meravigliandosi del tono freddo delle sue domande [Schitzler]. 9. Se un’ombra scorgete, non è /un’ombra ma quella sono io [Montale]. 10. Il cristallo, con la sua esatta sfaccettatura e la sua capacità di rifrangere la luce, è il modello di perfezione che ho sempre tenuto come un emblema [Calvino].

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

II

1. Revisione degli esercizi 2. Lettura di un brano con

traduzione a fronte (Cesare, De bello gallico, I.1): riconoscimento degli elementi di continuità e di discontinuità fra latino e italiano nel brano, con riferimento ad altre lingue straniere moderne: lessico simile, dissimile, ‘falsi amici’; posizione delle parole.

3. a partire dal brano: principali

regole di pronuncia relativamente alle parole del testo: pronuncia classica e pronuncia ecclesiastica (o scolastica).

4. Introduzione alla flessione: a)

l’unità di comunicazione è l’enunciato: centralità del predicato nella frase latina; b) la flessione: funzioni nella frase e finale di parola: concetto di ‘caso’ e di ‘desinenza’ nei nomi

- Esercizio 1 DMR p.

29 corretto - Esercizio 2 DMR p.

39 corretto - scheda 1 a (Cesare,

Bell. Gall. I.1.) - scheda 1b - DMR I pp. 2-16 - Scheda 2

Sul brano di Cesare: - lettura (pronuncia

classica; pronuncia ecclesiastica o scolastica)

- riconoscimento dei verbi e di altre parti del discorso

- individuazione delle parole riconducibili, nel senso o nella radice lessicale, a parole italiane note: v. SCHEDA 1b

- osservazione dell’assenza dell’articolo in latino

- individuazione di alcuni elementi flessionali (desinenze verbali e nominali)

lavoro ulteriore

consigliato prima della

lezione successiva

5. L’alfabeto latino e le

principali regole di pronuncia, concetto di quantità, mutamenti fonetici, cenni al ruolo dell’analogia nei mutamenti fonetici

- DMR I pp. 2-16

- Rilettura del brano di

Cesare - Completare l’esercizio

contenuto nella scheda 1b

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� CORREZIONE ES. 1 p. 29 N. B.: se la frase è composta da più di una proposizione, all’analisi logica va premessa l’analisi del periodo: 1) Il gallo (s.) suole invocare (p.v.) con voce squillante (c. mezzo + attr.) l’aurora (o.). 2) Chiunque (s.) diventa (p. cop.) potente (c. pred. s.) con la menzogna e la frode (2 c. mezzo)

perde (p.v.) ogni credito (o. + attr.) agli occhi (c. di relazione) dei cittadini (spec.). [NOTA: ‘diventa potente’ funziona come ‘è potente’, cioè come un predicato nominale]

3) I Galli (s.) proposero (p.v.) a Cesare (term.) le condizioni (o.) della resa (spec.) mediante un’ambasceria (c. mezzo) di anziani (spec.).

4) Antonio (s.), giudicato (attr.: qui è formato da un participio passato, un verbo dunque, ma in funzione di attributo) nemico (pred. s.) dello stato (spec.), fuggì (p.v.) dall’Italia (moto da l.).

5) [Noi = s. sottinteso] Non siamo stati generati (p.v. ) per cose futili e vane (scopo + 2 attr.), ma per la comune utilità (scopo + attr.) di tutti gli uomini (spec. + attr.).

6) “L’imputato non è sembrato sincero ai giudici” = princ.; “ed è stato condannato” = coord. alla princ. (“ed” = cong. coord.).

L’imputato (s.) non è sembrato (p. cop.) sincero (pred. s.) ai giudici (term.) ed è stato condannato (p.v.).

7) La liberazione (s. ) degli Ateniesi (spec.) dai Trenta Tiranni (allontanam.) è attribuita (p.v.) ai meriti (term.) di Trasibulo (spec.).

8) “Ti riferirò per mezzo di uno schiavo tutte le notizie” = princ.; “che mi arrivano dalla città” = sub. I grado rel.

[Io = s. sottinteso] Ti (term.) riferirò (p. v. ) per mezzo di uno schiavo (mezzo) tutte le notizie (o. + attr.) // che (s. ) mi (term.) arrivano (p.v.) dalla città (moto da l.).

9) “Scipione inviò, insieme ai legati, uomini nobili e probi con vesti servili” = princ.

“che aveva incaricato” = sub. I grado rel.

“di perorare la pace” = sub. II grado completiva volitiva (“di” = cong. subord.; la frase è implicita e vale “che perorassero”)

Scipione (s.) inviò (p.v.), insieme ai legati (comp.) // che (o.) [egli = s. sottinteso] aveva incaricato (p. v. ) // di perorare (p.v., il cui soggetto è un sottinteso “essi”) la pace (o.), // uomini nobili e probi (app. di “legati” + 2 attr.) con vesti servili (qualità + attr.).

10) “Cornelia, madre dei Gracchi, a una matrona fiera dei suoi monili mostrò i propri figli” = princ.; “e disse:” = coord. alla princ.; “Questi sono i miei gioielli” = princ.

Cornelia (s.), madre (app.) dei Gracchi (spec.), a una matrona fiera (term. + attr.) dei suoi monili (causa + attr.) mostrò (p.v. ) i propri figli (o. + attr.) e disse (p.v.) “Questi (s. ) sono i miei gioielli (p.n. + attr. del nome del predicato)”.

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legenda: � Analisi del periodo: prop. = proposizione (in genere si sottintende); princ. = principale;

coord. = (proposizione ) coordinata (a …); sub. = (proposizione) subordinata (o dipendente o secondaria), cui segue la designazione del tipo di subordinata, il grado di subordinazione ed eventualmente la sua funzione; rel.= subordinata relativa; temp. = sub temporale; cong. sub. = congiunzione subord.; cong. coord. = cong. coordinante.

� Analisi logica: s. = soggetto; p.v. = predicato verbale; p.n. = predicato nominale; cop.= copula; p. cop. = predicato copulativo (che si completa con un complemento predicativo); o.= c. oggetto; c.= complemento; attr.= attributo; app.= apposizione; pred. s. = complemento predicativo del soggetto / nome del predicato con la copula “essere”; c. pred. o. = complemento predicativo dell’oggetto; spec. = c. di specificazione (la definizione tradizionale è molto generica e andrebbe rivista); term. = c. di termine; l.= luogo; comp. = compagnia.

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� CORREZIONE ES. 2 p. 30

1) “E’ dolce … guardare da terra il grande travaglio di altri” = princ. “quando i venti sconvolgono le distese del vasto mare” = sub. I grado temp. (“quando” = cong. subord.) E’ dolce (p.n.) guardare (s.) da terra (separaz.) il grande travaglio (o. + attr.) di altri (spec.), quando i venti (s.) sconvolgono (p.v.) le distese (o.) del vasto mare (spec. + attr.).

2) “Nessuna testimonianza del suo ingegno ci ha lasciato Scipione l’Africano” = princ.; “né resta alcuna opera, frutto del suo ozio e della sua solitudine” = coord. alla princ. Nessuna testimonianza (o.+ attr.) del suo ingegno (spec. + attr.) ci (term.) ha lasciato (p.v.) Scipione l’Africano (s.), né resta (p.v.) alcuna opera (s. + attr.), frutto (app.) del suo ozio e della sua solitudine (2 spec. + attr.).

3) “La rivoluzione del sole, della luna e delle altre stelle offre uno straordinario spettacolo agli occhi dell’uomo” = princ.; “per la sua razionalità e precisione, non c’è vista più inesauribile e più notevole” = princ. La rivoluzione (s.) del sole spec.), della luna (spec.) e delle altre stelle (spec. + attr.) offre (p.v.) uno straordinario spettacolo (o. + attr.) agli occhi (term.) dell’uomo (spec.): per la sua razionalità e precisione (causa), non c’è (p. v.) vista più inesauribile e più notevole (s. + 2 attr.).

4) E’ un’attività (p.n.), la caccia (s.), degna (attr. del nome del pred.) di un popolo prode (spec. + attr.), giovevole (attr. del nome del pred.) ai muscoli (scopo) , all’igiene (scopo) e al buon nome (scopo + attr.).

5) [Premessa: “darvela” va sciolto in “dare / a voi / la (che riprende l’oggetto, quindi si può omettere di analizzare)]. Questa libertà (o. + attr.) nient’altro (s.) può dare (p.v.) a voi (term.) eccetto la noncuranza (esclus.) dei casi (spec.) della fortuna (spec.).

6) “E’ piacevolissima e sentimentalissima la stessa luce veduta nelle città,” = princ.; “dov’ella è frastagliata dalle ombre,” = sub. I grado rel.; “dove lo scuro contrasta in molti luoghi con il chiaro.” = sub. I grado rel. coord. alla precedente (dove è congiunzione subordinante relativa). E’ piacevolissima e sentimentalissima (p. n. con 2 nomi del pred.) la stessa luce veduta (s. + 2 attr.) nelle città (stato in l.) , dov’ella (s.) è frastagliata (p.v.) dalle ombre (agente), dove lo scuro (s.) contrasta (p.v.) in molti luoghi (stato in l. + attr.) con il chiaro (unione).

7) “Qualcosa lo immobilizzava:” = princ.; “era l’atmosfera ipnotica creata dalle grandi lampade” = princ.; “che ardevano languide” = sub. I grado rel.

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Qualcosa (s.) lo (o.) immobilizzava (p.v.): era l’atmosfera ipnotica creata (p.n. + 2 attr.) dalle grandi lampade (agente + attr.) che (s.) ardevano (p. cop.) languide (pred. s.).

8) “La signorina Marianne lo guardò impietrita,” = princ.; “meravigliandosi del tono freddo delle sue domande” = sub. I grado narrativa. La signorina Marianne (s. + app.) lo (o.) guardò (p.v.) impietrita (pred. s.), meravigliandosi (p.v.) del tono freddo (causa + attr.) delle sue domande (spec. + attr.).

9) “Se un’ombra scorgete” = sub. I grado ipotetica; “non è un’ombra” = princ.; “ma quella sono io” = coord. alla princ. (“Se” = cong. subord. ipot.; ma: cong. coord. avversativa) Se [voi = s. sottinteso]un’ombra (o.) scorgete (p.v. ), [essa = s. sottinteso] non è un’ombra (p.n.) ma quella sono (p.n.) io (s.) oppure quella (s.) io sono (p.n.).

10) “Il cristallo, con la sua esatta sfaccettatura e la sua capacità…, è il modello di perfezione” = princ.; “che ho sempre tenuto come un emblema” “di rifrangere la luce” = sub. I

= sub. I grado rel. grado dichiarativa implicita Il cristallo (s.), con la sua esatta sfaccettatura (unione + attr.) e la sua capacità (unione) di rifrangere (p.v.) la luce (o.), è il modello (p.n.) di perfezione (spec.) che (o.) sempre (c. avverbiale di tempo) ho tenuto ( p.v.) come un emblema (pred. o.).

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SCHEDA 1 (a)

Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur. Hi omnes lingua, institutis, legibus inter se differunt. Gallos ab Aquitanis Garumna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit. Horum omnium fortissimi sunt Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate provinciae1 longissime absunt, […] proximique sunt Germanis, qui trans Rhenum incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt. Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute praecedunt, quod fere cotidianis proeliis cum Germanis contendunt[…] Eorum una pars […] initium capit a flumine Rhodano, continetur Garumna flumine, Oceano, finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et Helvetiis flumen Rhenum, […]

(G.Iulius Caesar, De bello Gallico I.1.)

La Gallia tutta è divisa in tre parti, delle quali una abitano i Belgi, l’altra gli Aquitani, la terza quelli che nella loro lingua vengono chiamati Celti, nella nostra Galli. Questi tutti differiscono fra loro per lingua, istituzioni, leggi. I Galli [li] divide dagli Aquitani il fiume Garonna, dai Belgi [li dividono]la Marna e la Senna. Fra questi i più forti sono i Belgi, per il fatto che sono i più lontani dal tenore di vita e dalla civiltà della provincia romana […] e sono i più vicini ai Germani che abitano al di là del Reno, con i quali fanno guerra continuamente. Per questa ragione anche gli Elvezi precedono in valore i restanti Galli, perché in quasi quotidiani combattimenti contendono con i Germani. Di essi una parte prende inizio dal fiume Rodano, è contenuta2 dal fiume Garonna, dall’Oceano, dal territorio dei Belgi e tocca anche dalla parte dei Sequani e degli Elvezi il fiume Reno.

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1 La “provincia cui allude Cesare è la provincia romana, all’incirca l’odierna Provenza (che conserva nel proprio nome l’origine latina. 2 Delimitata.

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SCHEDA 1 (b)

Parole uguali o simili all'italiano

Parole che sono in italiano alquanto diverse ma nelle quali la derivazione latina è ancora trasparente

Parole del tutto diverse

Gallia = Gallia est divisa = è divisa in partes tres = in tre parti = una Belgae = Belgi Aquitani = Aquitani lingua = lingua Celtae = Celti nostra = nostra Galli = Galli institutis = istituti, istituzioni legibus = leggi se = sé differunt = differiscono Garumna = Garonna flumen= fiume fortissimi = fortissimi, più forti cultu = cultura, tenore di vita humanitate = umanità, civiltà provinciae = provincia proximi = prossimi, vicinissimi Gernanis = Germani Rhenun = Reno Helvetii =.Elvezi virtute = virtù, valore praecedunt = precedono cotidianis. = quotidiani contendunt = 'contendono' (ma la parola ha cambiato significato: “si recano”) initium = inizio Rhodano = Rodano Oceano = Oceano attingit = attinge, tocca.

omnis = ogni, tutto qui, quarum = che, delle quali incolunt = abitano. cfr. inquilino' aliam = altra ipsorum = stessi appellantur = sono chiamati; cfr. appellarsi, appello; e poet. appellare inter = tra (cfr. ‘internazionale’, ’interregno’) ab,- a= da. (cfr. abiura) longissime = lontanissimo2 (cfr. lungo) absunt = sono lontani (cfr. assente) trans = di là da (cfr. ‘transalpino’) contilnenter = continuamente gerunt = fanno (cfr. ‘gerente’) reliquos = i rimanenti (cfr. ‘reliquie’) cum = con capit3 = prende (cfr. capiente) finibus = confini, territorio et iam = anche (cfr. it. arcaico ‘eziandio’)

Hi; horum = questi, di questi

propterea quod = per il fatto che

atque = e

-que = e

quoque = pure

fere = quasi

proeliis:- combattimenti

eorum = di essi

Note:

1 Antico inquilinus, parola che appartiene alla famiglia del verbo colere = coltivare. poi abitare. 2 Lontano viene da longe attraverso un volgare longitanus. 3 Radice KEP = prendere. afferrare. La nozione di avere conseguente al prendere è riscontrabile. per es. nel tedesco

haben = avere. Dal significato di ‘prendere’ si sviluppa quello di ‘comprendere, capire’

(da G. Ghiselli - G. Concialini, Il libro di latino, ed. Laterza)

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SCHEDA 2 : Introduzione alla flessione • Premessa: l’unità di comunicazione è l’enunciato A) - Analizzando qualunque testo, orale o scritto, riconosciamo innanzi tutto delle unità di

comunicazione, vale a dire insiemi di segni 3che, incentrati sul predicato, offrono un senso compiuto e sintatticamente autonomo: li denominiamo enunciati.

- Esempi: “La Gallia è tutta divisa in tre parti” è un enunciato; anche “La Gallia , come scrisse

Cesare all’inizio del De bello Gallico, è divisa in tre parti, di cui una è abitata dai Belgi, un’altra dagli Aquitani, l’ultima dai Celti, che dalle nostre parti chiamano Galli” è un enunciato; mentre “La Gallia in tre parti” non è un enunciato secondo la definizione data (manca di compiutezza).

B) - “La Gallia è tutta divisa in tre parti” è un enunciato minore, o semplice, avendo un solo

predicato (sottolineato); il predicato, come abbiamo detto, ne è il perno: -

è divisa p.v.

la Gallia tutta in tre parti sogg. pred. sogg. c. distributivo

- “L A GALLIA , come scrisse Cesare all’inizio del De bello Gallico, È DIVISA IN TRE PARTI, di cui

una è abitata dai Belgi, un’altra dagli Aquitani, l’ultima dai Celti, che dalle nostre parti chiamano Galli” è un enunciato maggiore, perché i predicati sono più d’uno (sottolineati): esso è dunque è formato da più enunciati minori: degli enunciati minori che la formano, si è messo in evidenza (in maiuscoletto) l’enunciato così detto PRINCIPALE, quello che regge tutti gli altri. Possiamo schematizzare le relazioni fra gli enunciati che compongono l’enunciato maggiore (il periodo, come di diceva un tempo) analogamente allo schema delle relazioni fra i sintagmi nell’enunciato minore:

La Gallia è divisa in tre parti

(principale)

come scrisse Cesare

all’inizio del De bello Gallico (sec.I grado modale)

di cui una di cui una è abitata dai Belgi, un’altra dagli Aquitani, l’ultima dai Celti,

(sec. I grado relativa)

che dalle nostre parti chiamano Galli

(sec. II grado relativa)

3 Termine preferibile al generico ‘parole’.

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- Possiamo chiamare frase, genericamente, ogni tipo di enunciato, maggiore o minore. • La flessione: funzioni nella frase e finale di parola A) - Gli elementi di ogni enunciato minore si collegano, in italiano, con gli articoli e/o con le

preposizioni, e/o con la posizione delle parole, per segnalare la funzione che ciascuno di essi ha nella frase: - esempio 1: nella frase “I Galli vincono i Germani” noi capiamo che il soggetto sono i Galli e l’oggetto i Germani dalla posizione delle parole, che rispetta l’ordine soggetto / predicato / oggetto;

- esempio 2: nella frase “I migliori dei Galli vinsero”, capiamo che “dei Galli“ è il complemento partitivo (vale “fra i Galli”) dalla preposizione “di” articolata.

B) - Anche IN LATINO gli elementi dell’enunciato si collegano anche, come in italiano, con le

preposizioni (gli articoli non ci sono), ma la modalità di base è la modificazione della parte finale della parola, che la preposizione sia poi usata o no (a seconda dei complementi, o espansioni): essa ci fa capire la funzione di ogni elemento nella frase:

- esempio 3 (vediamo tradotta in latino la frase dell’esempio 1): Galli Germanos vincunt oppure Germanos Galli vincunt oppure Galli vincunt Germanos oppure Germanos vincunt Galli oppure vincunt Galli Germanos oppure vincunt Germanos Galli sono tutte frasi equivalenti in latino, perché sono le parti terminali delle parole (-i per il soggetto, in questo caso, -os per l’oggetto) a designare la funzione. Questo implica anche che l’ordine delle parole sia molto più libero, anche se naturalmente esistono anche il latino delle consuetudini in proposito (i primi due esempi sarebbero forse preferiti dal latino classico, col predicato in fondo).

C) - Per rendere più semplice l’approccio a questo argomento, pensiamo che in italiano siamo già

abituati alla flessione: - nei verbi, per designare le persone e altro: (scriv-o, scriv-i,…) - nei sostantivi, pronomi e aggettivi per distinguere singolare / plurale, maschile / femminile

(es. gatt-o, gatt-a, gatt-i, gatt-e; ess-o, ess-a…; facil-e, facil-i,….) - una sopravvivenza della flessione per indicare la funzione l’abbiamo poi in alcuni pronomi;

vediamo qualche esempio:

pronomi personali pronomi relativi io, tu, egli, ella, noi, voi, essi, loro … (funzione di soggetto)

che, il / la quale, i/le quali (funzione di soggetto)

mi, ti, si, ci, vi (funzione di complemento di termine)

cui (funzione di complemento di termine)

me / mi , te / ti, sé / si, ci , vi, … (funzione di oggetto)

che (funzione di soggetto)

ne (funzione di specificazione, di partitivo, .. Esempi: 1) ”Me ne dai una fetta?” = “Dai a me una fetta di ciò?” 2) “L’albero cui tendevi…” = “L’albero al quale/ a cui….”, diverso da “L’albero che

vedi…”, dove che funge da complemento oggetto. E così via. In questi casi la funzione non è affidata alla preposizione, ma alla modificazione della terminazione, quindi alla modificazione morfologica.

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D) La flessione nominale in latino - Entriamo ora direttamente nella flessione latina, partendo da quella nominale: - Le funzioni di un sintagma in una frase possono essere moltissimi (i complementi sono decine),

ma in latino convergono verso 6 funzioni fondamentali, contrassegnati da altrettante modificazioni di terminazione di parola, che chiamiamo CASI; li esemplifichiamo inserendo in frasi italiane (corsivo) una sola parola latina, declinata in ognuno del 6 casi:

esempio sintagma

termina-zione

caso funzione

1. Finché c’è vită, c’è speranza. = (la) vita

vit-ă -ă NOMINATIVO soggetto, …

2. Tu sei l’aspro veleno vitae meae. = della mia vita

vit-ae me-ae -ae GENITIVO Specificazione, …

3. Per questi meriti tu sarai sempre cara vitae meae.

= alla mia vita

vit-ae me-ae -ae DATIVO termine, …

4. Vitam trascorro nei boschi. = la vita

vit-am -am ACCUSATIVO oggetto, …

5. Tu mi prometti un amore sereno, meă vită.

= (o vita mia, amor mio)

meă vită, -ă VOCATIVO vocazione

6. Diamo l’esempio vitā nostrā. = con la nostra vita..

vitā nostrā -ā ABLATIVO mezzo, …

� Questa è la flessione (singolare) dei sostantivi e degli aggettivi (femminili della I classe) che

afferiscono alla I declinazione, singolare. � Le declinazioni dei sostantivi in latino sono cinque, mentre due sono le classi degli aggettivi;

c’è poi una declinazione pronominale. Esse saranno affrontate nelle prossime lezioni.

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14

LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

III

1. esercizi di lettura 2. teoria della flessione in latino nelle

parti variabili del discorso: 2.1. il nome: sostantivo, aggettivo, pronome: a) i casi (declinazione dei nomi);

funzioni di base dei 6 casi latini; b) morfosintassi: ripasso delle

nozioni di predicato verbale e nominale, soggetto, attributo, apposizione, complemento predicativo del soggetto

c) concordanza del predicato col soggetto

d) concordanza dell’aggettivo col sostantivo

e) numero delle declinazioni del sostantivo in latino e indicazione del genitivo come contrassegno (introduzione al concetto di paradigma)

f) numero delle classi dell’aggettivo: il paradigma della prima classe in –us, -a, um

2.2. il verbo

- DMR I pp. 2-16 - scheda 1 [v. lezione

II] - DMR 2 pp. 20-3 - Scheda 3 a - Scheda 3 b - DMR pp. 23-24 - DMR pp. 24-26 - DMR 3 p. 31

- Esercizi di pronuncia,

sillabazione, individuazione della quantità: DMR I pp. 18-9 n. 3/6

- es. 1 funzione sintattica

dei casi - es. 2 funzione sintattica

dei casi

lavoro individuale consigliato

3. fonetica 4. L’origine del latino e le fasi della

sua evoluzione: introduzione alla lingua latina con particolare riguardo al lessico (quale approccio, cenni agli aspetti storici del lessico, caratteristiche fondamentali del sistema lessicale latino, vocaboli primitivi, derivati e composti).

- scheda 4

- rifare es. dati (fino a

non fare più errori) + DMR I pp. 18-9 es. n. 5/6

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SCHEDA 3a: Le parti del discorso

Cervus ad fontem Ad fontem cervus cum bibisset restitit, et in liquore vidit effigiem suam. Ibi dum ramosa mirans laudat cornua crurumque nimiam tenuitiitem vituperat, venantum subito vocibus conterritus, per campum fugere coepit et cursu levi canes elusit. Silva tum excepit ferum; in qua retentis impeditus cornibus lacerari coepit morsibus saevis canum. Tum moriens edidisse vocem hanc dicitur: "O me infelicem, qui nunc demum intellego, utilia mihi quam fuerint quae despexeram, et quae laudaram, quantum.luctus habuerint".

FEDRO

Il cervo alla fonte Un cervo, dopo avere bevuto, si fermò presso la sorgente e vide la sua immagine nell'acqua. Lì, mentre lodava le corna ramificate; ammirandole, e criticava l'eccessiva magrezza delle gambe, atterrito improvvisamente dalle voci dei cacciatori, cominciò a fuggire per la campagna e, con una corsa veloce, sfuggì. ai cani. Il bosco allora accolse l'animale selvatico; e, trattenuto dalle corna impigliate in questo, cominciò ad essere straziato dai crudeli morsi dei cani. Si dice che allora, morendo, abbia pronunciato queste parole: “O me infelice, che solamente adesso comprendo quanto mi siano state utili le (gambe) che avevo disprezzato e quanto lutto abbiano causato le (corna) che avevo lodato".

Prendiamo in esame le parole evidenziate nel testo cervus et vidit per tum o me infelicem

"cervo" "e" "vide"

. "per" "allora” "o" "me" "infelice"

nome congiunzione verbo preposizione avverbio interiezione pronome aggettivo

Sono esempi di parti del discorso, che in latino sono otto: sostantivo, aggettivo, pronome, verbo, congiunzione, preposizione, avverbio e interiezione.

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SCHEDA 3 b: La funzione sintattica nella frase: i ‘casi’ (esempi della II declinazione dei sostantivi)

Is est amicus qui in re dubia iuvat. (Plaut.)

Amici vitia si feras, facis tua. (P. Sir.)

Amico operam dedi. (Plaut.)

Non relinques amicum. (Cic.)

Non semper imbres nubibus manant in agros, amice Valgi. (Or.)

Cum amico libenter loquor.

Pro caris amicis perire. (Or.)

In angustiis amici apparent. (Petr.)

Fides amicorum. (Cic.)

Reddita est amicis fides. (Plin. Iuv.)

Amicos consulam. (Plaut.)

Dum fortuna manet, vultum servatis, amici. (Petr.)

Fuerunt multi reges ex amicis Alexandri Magni. (Nep.)

L'amico è colui che aiuta in una situazione

critica.

Se sopporti i difetti dell'amico, li rendi tuoi.

Ho dato aiuto all'amico.

Non abbandonerai l'amico.

Non sempre le piogge cadono dalle nubi sui campi, amico Valgio!

Con un amico parlo volentieri.

Morire per i cari amici.

Gli amici si riconoscono nelle difficoltà.

La fiducia degli amici.

E stata ridata fiducia agli amici.

Consulterò gli amici.

Finché dura la buona sorte, tenete un at-teggiamento favorevole, o amici.

Ci furono molti re tra gli amici di Alessandro Magno.

Negli esempi sopra riportati, il sostantivo amicus "amico" presenta terminazioni che variano a seconda della diversa funzione sintattica del sostantivo nella frase. Questo tipo di flessione interessa gli elementi nominali (nome, aggettivo e pronome) e viene definito declinazione. Nella declinazione latina sono distinte sei funzioni sintattiche fondamentali, che vengono definite casi e presentano ciascuna una propria terminazione per il singolare e una per il plurale. I casi sono i seguenti: 1. Nominativo: è il caso del soggetto e di tutto quanto gli si riferisce (attributo, apposizione,

predicativo del soggetto, cosiddetto nome del predicato nel predicato nominale, che ha la stessa funzione del predicativo del soggetto).

2. Genitivo:è il caso della specificazione (appartenenza ecc.) e di funzioni affini (qualità, stima ecc.).

3. Dativo: è il caso delle funzioni di termine, interesse, fine ecc. 4. Accusativo*: è il caso dell'oggetto e del predicativo dell'oggetto; esprime anche l'idea di

estensione nello spazio e nel tempo (funzioni di estensione, distanza, tempo continuato, ecc.); unito a preposizioni svolge varie funzioni circostanziali (moto a luogo, per luogo, ecc.).

5. Vocativo: è usato solo per indicare la funzione di vocazione o chiamata. 6. Ablativo* : da solo o unito a preposizioni è il caso della maggior parte delle funzioni

circostanziali: funzione separativa (allontanamento, origine, moto da luogo, agente, paragone,

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ecc.); funzione strumentale (mezzo, causa, modo, compagnia, limitazione ecc.); funzione locativa (stato in luogo, tempo determinato).

* L'ablativo e l'accusativo possono essere uniti a preposizioni; sono gli unici due casi cche ammettono di norma questo uso.

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Analisi degli esempi: il sintagma è in grassetto

terminazione caso funzione

Is est amicus qui in re dubia iuvat. -us NOM. Sing. soggetto

Amici vitia si feras, facis tua -i GEN. Sing. specificazione

Amico operam dedi. (Plaut.) -o DAT. Sing. termine

Non relinques amicum. (Cic.) -um ACC. Sing. oggetto diretto

Non semper imbres nubibus manant in agros, amice Valgi. (Or.)

-e VOC. Sing. vocazione

Cum amico libenter loquor� cum + abl.

-o ABL. Sing. compagnia

In angustiis amici apparent. (Petr.) -i NOM. Plur. soggetto Fides amicorum. (Cic.) -orum GEN. Plur. specificazione Reddita est amicis fides. (Plin. Iuv.) -is DAT. Plur. termine Amicos consulam. (Plaut.) -os ACC. Plur. oggetto diretto Dum fortuna manet, vultum servatis, amici. (Petr.)

-i VOC. Plur. vocazione

Pro caris amicis perire. (Or.) � pro + abl. Fuerunt multi reges ex amicis Alexandri Magni. (Nep.) � ex + abl.

-is

ABL. Plur.

vantaggio (si esprime anche in dativo) partitivo (si esprime anche in gen. plurale o con inter + acc.)

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Esercizi:

Es. 1: Con l'aiuto della traduzione, individua la funzione sintattica di ciascun termine latino in neretto; indica poi quale caso corrisponde a tale funzione:

Regina nuntios mittit Reginam colimus. Benevola es, regina. Donum gratum reginae. Ager fertilis est. Cultura agrorum. In agris servi manent. Hostes agros vastant. Pueros obiurgamus. Pueri ludunt. Epistulae missae patri . Officia patrum . Puerorum ingenium. Audite, pueri, patres. Livius cum patre vivit. Filii patres laudant.

La regina invia messaggeri. Onoriamo la regina. Tu sei benevola, o regina! Dono gradito alla regina. Il campo è fertile. La coltivazione dei campi. Gli schiavi restano nei campi. I nemici devastano i campi.. Rimproveriamo i ragazzi. I ragazzi giocano. Lettere mandate al padre. l doveri dei padri. Il carattere dei ragazzi Ragazzi, ascoltate i padri. Livio vive con il padre. I figli lodano i padri

Es. 2: Con l'aiuto della traduzione individua la funzione sintattica di ciascun termine latino

in neretto; indica poi quale caso corrisponde a tale funzione:

Insulam in mare cernimus. Scorgiamo un'isola nel mare. Incolae insulae procellas timebant. Gli abitanti dell'isola temevano le tempeste In insula est densa silva. Nell'isola c'è un fitto bosco. Insulae obnoxiae ventis sunt. Le isole sono esposte ai venti. Rex socius fidus est. Il re è un alleato fedele. Timemus perfidiam socii. Temiamo il tradimento dell'alleato. Socii, nobiscum pugnate. O alleati, combattete con noi. Cum sociis praedam divido. Divido il bottino con gli alleati. Rivus de monte fluit. Il ruscello scorre dal monte Montes Italiam cingunt. I monti circondano l'Italia. Vertices montium. Le cime dei monti. Urbs proxima montibus. Città vicina ai monti. Duces exercituum. I comandanti degli eserciti. Caesar ducit exercitum. Cesare comanda l'esercito. Exercitus in castris est. L'esercito è nell'accampamento. Hostes exercitus parant. I nemici preparano gli eserciti.

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SCHEDA 4 a: Nozioni di base di lessicologia (scaletta): A) - dal gr. lexis (= ‘parola’), la lessicologia prende in esame la formazione delle parole, il loro

raggruppamento in famiglie, il loro valore (nei vari ambiti della vita, affettivo, tecnico, letterario, …); - ausiliaria della l. è l’etimologia (dal gr. étymon = ‘vero significato’), che studia l’origine dei vocaboli; - la l. in senso stretto prescinde dai significati di un termine in contesti particolari (significato

connotativo), per concentrarsi sul suo significato-base, denotativo; mentre la disciplina che più specificamente si occupa dell’interazione reciproca dei significati tra loro e nei diversi contesti nonché della loro evoluzione nel tempo è la semantica (dal gr. semaíno = ‘segnalo, significo’), la l. valuta tuttavia anche le variazioni o mutamenti che il lessico ha subito nel corso della sua storia (dimensione diacronica della lingua) soprattutto dal punto di vista formale.

B) - Il latino appartiene alla famiglia linguistica indoeuropea (o indogermanica), insieme di lingue parlate da

popolazioni che dalle sedi originarie a nord del Mar Nero e del Mar Caspio si spostarono già dal III millennio a. C. da una parte verso l’Europa (a es. le stirpi elleniche nel II millennio), dall’altra in Asia verso l’Anatolia (a es. gli Ittiti alla metà del III millennio), il Caucaso, l’Iran, la valle dell’Indo (nel II millennio). Non sussistono infatti tracce di una ‘lingua’ indoeuropea e si ipotizza la coesistenza di moltissimi dialetti da cui si originarono antico indiano, ittita, armeno, tocarico (Turkestan orientale), iranico, greco, albanese, lingue germaniche, latino, lingue slave, lingue baltiche, lingue celtiche (oggi scozzese, irlandese, gallese, brétone).

- Le prime testimonianze del latino risalgono non oltre il VII-VI sec. a.C., nell’area del Latium vetus (‘antico Lazio’, nella zona pianeggiante intorno ai colli Albani e a sud-ovest del Tevere in cui si insediarono i fondatori di Roma). I popoli italici limitrofi parlavano lingue affini (la più diffusa è l’osco-umbro).

- Il latino dei Romani delle origini risultava dall’incontro fra dialetti dei colli Albani e dei Sabini; in un secondo momento subì l’influsso dell’etrusco, di altre lingue settentrionali, del greco, ma finì con il configurarsi come lingua dominante, di superstrato, che arrestò il diffondersi delle altre, divenendo lingua ufficiale dei territori dominati da Roma nei secoli tranne che in Oriente, dove più diffuso anche durante l’impero rimase il greco.

- La lingua latina evolutasi sino a noi nelle lingue neolatine o romanze era soprattutto quella parlata nell’uso comune, piuttosto che quella alta della comunicazione letteraria – che ha piuttosto contribuito alla formazione del lessico intellettuale europeo, anche delle lingue non romanze -. Si tratta del sermo cotidianus, o sermo vulgaris, più vicino – nell’andamento sintattico come in tanto lessico – al latino dei Vangeli e della Chiesa che a quello della letteratura classica o anche della lingua scritta, più conservatrice e formale dell’orale. I (non molti) documenti rimasti (epigrafi di Pompei ecc.) mostrano come accanto alla parola dotta coesistesse di frequente una parola di uso più frequente (es. accanto a os,oris, troviamo bucca per ‘bocca’; accanto a equus, -i troviamo caballus,-i per ‘cavallo’, e così via).

ESEMPI:

latino classico > Italiano colto Latino volgare > Italiano corrente

auricola auricolare auricla orecchio aurum aureo oro causa causa cosa clamare clamore chiamare clausum clausura clusum chiusura comedere commestibile manducare mangiare domus (casa) domestico casa (capanna) casa equus Equestre, equino caballus cavallo ignis igneo, ignifugo focus fuoco latum (participio passato da ferre=portare)

latore portare Portare

(segue)

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latino classico > Italiano colto Latino volgare > Italiano corrente

laurum lauro alloro oculus oculare, oculista oclus occhio os orale bucca bocca speculum speculare speclum specchio sus suino maialis maiale senex Senile veclus vecchio

- Il latino sopravvisse alle invasioni barbariche e al crollo dell’Impero Romano d’Occidente (V sec. d.C.)

perché radicato vuoi nella lingua del diritto (e quindi politica e amministrativa), vuoi nella lingua della Chiesa (più semplice sintatticamente, ricca di vocaboli nuovi o di vocaboli antichi con senso mutato), che funse da principale collante culturale nell’Europa medioevale, vuoi nella lingua della letteratura, di cui in gran parte esse si valevano. Si continuò ad impiegare il latino dal Portogallo alla Romania, pur con profondissime modificazioni, che portarono alla “nascita” di nuove lingue (in realtà evoluzioni del latino diverse fra loro e a un certo punto percepite come distinte dalla lingua madre), le lingue neolatine appunto o romanze (parlate nella Romània): portoghese, spagnolo, catalano, francese, franco-provenzale, provenzale (gli ultimi due oggi assorbiti dal francese), ladino, sardo, italiano, rumeno. L’origine latina è ben percepibile anche nello stadio attuale di tali lingue. Qualche esempio:

-

Latino Focus (lat. classico) veclus (lat. tardo) caballus (lat. volgare)

spagnolo fuego viejo caballo francese feu vieil / vieux cheval portoghese fogo cavalo romeno foc vechiu cal italiano fuoco vecchio cavallo

C) - Caratteristica particolare del sistema lessicale latino è la sua ‘concretezza’, l’intuibilità dei significati nei

vocaboli composti quando siano noti i valori semantici (di significato) di radice, prefissi, suffissi. Esempio: il verbo ire vuol dire ‘andare’ e ha 24 composti con prefissi; se conosciamo questi ultimi non è difficile capire il senso dei verbi composti; ne elenchiamo alcuni: ab indica distacco, allontanamento e abire significa ‘allontanarsi, ‘andare via’; ex indica distacco, separazione, uscita, e exire significa ‘andare fuori’, ‘uscire’; ob indica contrasto, opposizione e obire significa ’andare contro’, ‘affrontare’; ad indica avvicinamento, ed adire significa ‘andare vicino’, ‘avvicinarsi’, e via di questo passo.

- Altra caratteristica è l’altissimo numero di verbi, circa 20.000, mentre quasi totale è la mancanza di un lessico astratto (quando compare, è di derivazione greca). La lingua, ogni lingua, è sempre espressione di una forma mentis (‘forma, struttura della mente’), comunica moltissimo della civiltà che l’ha prodotta. Così il latino preferisce sostituire concetti concreti ai corrispondenti astratti (quando ci sono) e dire iuvenes, cioè ‘i giovani’ anche quando intende ‘la gioventù’, quod volumus, cioè ‘ciò che vogliamo’ a ‘il nostro obiettivo’, post Galliam captam, cioè ‘dopo la Gallia conquistata’ piuttosto che ‘dopo la conquista della Gallia’ (che sarà però la traduzione corretta, seondo l’uso italiano).

- Il latino nacque come lingua concreta, lingua di agricoltori, pastori e soldati. Molte parole di uso comune nel latino e poi dell’italiano attuale si originano da un significato primitivo attinente a questi settori della vita di cui spesso si è perduta traccia: v. scheda allegata “Il latino lingua di contadini”.

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SCHEDA 4 b: Il latino lingua di contadini:

«I Latini furono all'origine un popolo di agricoltori. Perciò il fondo linguistico agricolo è alla base di parole che noi usiamo comunemente, senza sospettarne l'origine antica e il significato primitivo.

L'aggettivo lieto viene dal latino laetus che significava “grasso”: ager laetus = campo grasso; e letame significava “materia che ingrassa”. La floridezza del campo diventa poi facilmente sinonimo di letizia per l'agricoltore, e quindi letizia e letame sono ... parenti stretti.

Pecunia, denaro, viene da pecus, bestiame, e risale ai tempi in cui, in luogo del denaro, vigeva lo scambio in natura, in animali.

Egregio significa «di alta qualità », ma in origine egregius era l'animale pregiato «trat to fuori dal gregge (e grege) per ingrassarlo.

Caduco viene dal latino caducus e questo da cadere = cadere. Caduca è la foglia destinata a cadere, caducità è quella delle cose e delle speranze umane che presto tramontano.

Peccare viene dal latino peccare, un derivato di pes = piede: quindi vale propriamente "inciampare”. Così impedire = ostacolare il piede.

Chi invece delira, cioè dice cose fuori posto, sappia che in latino delirare vuol dire «uscire dal solco» (lat. lira ).

Voci come stimolare e istigare sono le latine stimulare, instigare, che significano «pungere» le bestie col pungolo (stimulus) per sollecitarle.

Sullo sfondo di queste parole è sempre la campagna, nei suoi gesti più soliti. Appena un po' più su stanno termini come reputare, dal lal. putare = allineare, pareggiare (cfr. il nostro potare), trasferiti nel campo del pensiero; pensare dal latino pensare, che significa “pesare, soppesare”.

Rivale, dal lat. rivalis, è “colui che sta da una delle due parti del ruscello (rivalis)" e che quindi ha diritto alla stessa acqua di irrigazione né più né meno dell'altro che sta dall'altra parte: donde le liti.

Nell'atto di chi stipula un contratto si intravede l'antico gesto simbolico di spezzare una pagliuzza (stipula), prendendosene ciascuno dei contraenti la metà.

Perfino le parole relative all'attività letteraria sono spesso di origine rustica: così scrivere viene da scribere che vuol dire “incidere”; leggere viene da legere “raccogliere”; sermone da serere “ intrecciare” (un discorso con altri); libro viene da liber, la parte interna dell'albero, materiale su cui in origine si scriveva.

Parole significative sono coniuge, dal latino cum (con) + iugum (giogo) = aggiogato insieme; pagano, originariamente “abitante del pagus” (villaggio di campagna). Il significato del nome proviene dal fatto che i contadini furono i più resistenti alla “milizia”, i più a lungo non cristiani.

Altra parola significativa è colono. proveniente dal lal. colonus, della stessa famiglia di colere = “coltivare” e di “cultura”. Il lavoro dello spirito è apparentato a quello dei campi: espressione tipica de!la nostra civiltà occidentale». (da Traina – Pasqualini, libro di versioni edito da Cappelli)

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Esercizi di pronuncia, sillabazione, individuazione della quantità

DMR Es. 3 p. 18: dividere in sillabe le seguenti parole: Iuppiter • fratrem • mentior • modestia • armentum • vestris • magister • certamen • aedilis • triumphos • Miltiades • castra • impius • historia • aratrum • quaestorem • triplice • quotidie • asperum • hiemis • nuntius • equites • Alexandria • tenebras • discipulos • gloriam • quandoquidem • noctes • simulacra • finximus • omnium • posco • inquietus • gratiam • pridie • honestate • Appia • equestrem

DMR Es. 4 p. 18: individuare l'accento delle singole parole: Hannĭbal • vocantem • instituērunt • accĭpit • agrorum • aedificavit • adĭtus • respondēre • existĭmo • conturbo • fulmĭna • audīmus • capĭmus • praeclāram • indutias • Academīa • philosophĭa • optĭmus • muliĕrem • conĭici • accessus • hiĕme • Aristīdes • alĭquos • sociětas • occĭdo • occīdo • opprĭmis • incĭpis • videntur • revŏcat • addūcit • foedĕra • conspĭcis • invŏcat • evāsit • candĭdum • filiŏla • confŭgit • confūgit • ardua • pervēnit • pervĕnit • vidēre • sapientia • mittĕre • persĕquor • cadĕre • devŏrat • irrītat • ebriětas • circumdǎre • consilium • posĭtum • effĭcit • iudĭces • confīdo • exĭtum • maiōrem • irascor • impĕras • saecŭlum • dissimŭlat • contĭgit • utilĭtas • brevĭter

DMR Es. 5 p. 18: dividere in sillabe, individuare la quantità della penultima e segnare

l'accento:

ineptum • amoenus • imperium • magistra • obsigno • sapientia • deleo • praecepta • exaudi • veniam

• honestus • praesertim • libertas • pertaesum • insidias • aranea • inermis • derideo • repugnant •

oppressos • consilia • expellit • pauperies • instaurat • oriens • nonnumquam • conubium •

molestus • praemittit • misereat • minister • relinquo • polliceor • neglegentia • intellectum • iniurias

• coactus • constituit • praesentem • iudicium • corrupti • patriam

DMR Es. 6 p. 18: leggere i seguenti brani (riepilogo):

I). His rebus cognĭtis Caesar legiōnes equitatumque (parola composta di equitatum + -que) revocāri

atque in itinĕre resistěre iubet, ipse ad naves revertĭtur; eǎdem fere quae ex nuntĭis litterisque

cognověrat, coram perspĭcit, sic ut amissis circĭter quadraginta navĭbus relĭquae tamen refĭci posse

magno negotĭo viderentur. Itǎque ex legionĭbus fabros delĭgit et ex continenti alĭos arcessi iubet:

Labiēno scribit ut quam plurĭmas possit, iis legionĭbus quae sint apud eum naves institŭat. Ipse, etsi

res erat multae opěrae ac labōris, tamen commodĭssimum esse statŭit omnes naves subdūci et cum

castris una munitiōne coniungi. In his rebus circĭter dies decem consūmit, ne nocturnis quidem

temporĭbus ad labōrem milĭtum intermissis.

[Cesare, De bello Gallico, 5,11]

Traduzione: Saputo ciò, Cesare fece richiamare le legioni e la cavalleria, ordinando loro di opporre resistenza a ogni attacco senza peraltro interrompere la marcia; egli ritornò alle navi, di presenza si rese conto che le cose stavano quasi come le aveva sapute dai messi e dalla lettera [di Atrio], che circa quaranta navi si potevano considerare perdute, ma che le altre si potevano riparare, anche se con grande fatica. Perciò ordinò di cercare fabbri nelle legioni e di fame venire altri dal

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continente: scrisse a Labieno di cominciare la costruzione del maggior numero di navi possibile con quelle legioni che aveva presso di sé. Inoltre, quantunque la cosa richiedesse un lavoro lungo e grande fatica, tuttavia ritenne opportuno di portare in secco le navi e di unirle all'accampamento con una sola fortificazione. In questa impresa impiegò dieci giorni, senza interrompere il lavoro dei soldati neppure di notte. [trad. Ciaffi] II). Tibullo, Carmina, l,l Divit ĭas alius fulvo sibi congěrat auro et teneat culti iugěra multa soli; quem labor adsidŭus vicīno terrěat hoste, Martĭa cui somnos classĭca pulsa fulgent. Me mea paupertas vita tradūcat inerti, dum meus adsiduo luceat igne focus. Ipse seram teněras matūro tempŏre vites rustĭcus et facili grandĭa poma manu; nec Spes destitŭat, sed frugum semper acervos praeběat et pleno pinguĭa musta lacu. Nam veněror, seu stipes habet desertus in agris seu vetus in trivio florĭda serta lapis; et quodcumque mihi pomum novus edŭcat annus, libātum agricŏlae ponĭtur ante deo

Altri a palate faccia quattrini di oro zecchino e tenga a terreno aratìo ettari innumerevoli;

ma, quando il nemico è vicino, un incessante terrore lo assilli e i clangori delle trombe di guerra gli rompano il sonno.

A me la scarsezza di mezzi procuri un' esistenza tranquilla, purché il focolare sfavilli di una fiamma che mai non si spegne.

Vorrei di persona piantare nel mese più adatto le tenere viti e, contadino, innestare con mano abituata le piante dai frutti polposi;

la Speranza non mi tradisca, ma via via mi conceda covoni di biade e mosto che sciropposo trabocca dal tino ricolmo.

Sarà così, perché non c'è tronco solitario nei campi o antica pietra nel trivio, coronati di fiori, cui io non mi inchini devoto;

qualunque sia il frutto che il ciclo dell'anno produce per me, come primizia lo offro alle divinità contadine.

[trad. Della Corte]

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

IV

1. Ripasso di alcuni argomenti delle lezioni II e III: a) quantità delle sillabe, sillabazione; b) il genitivo come contrassegno della declinazione di appartenenza dei sostantivi (introduzione al concetto di paradigma); c) numero delle classi dell’aggettivo: il paradigma della prima classe in –us, -a, um

2. a) radice, tema, suffisso, prefisso, desinenza; b) nozioni preliminari di morfologia del verbo (coniugazioni, funz. trans. e intrans., diatesi (attiva, media, passiva), modi, tempi, temi verbali, persone e numeri);

3. concetto di paradigma: il paradigma dei verbi (i 3 temi), il paradigma dei sostantivi (nom. e gen.� indicatore di declinazione);

4. sistema dell’infectum: presente indicativo attivo e passivo e imperativo delle 4 coniugazioni regolari e di sum

5. il predicato come nerbo della frase latina: introduzione al principio di proiezione del lessico sulla sintassi (verbodipendenza)

- DMR I, unità 2, pp.

23-26 - DMR I, unità 3, pp.

31-4

- correzione degli esercizi

- DMR pp. 41-2 n. 1/6 - DMR I p. 48 n. 31-32-

33-34 (riconoscere le forme verbali conosciute: presente indicativo attivo e passivo, imperativo, infinito presente attivo)

lavoro individuale consigliato

6. revisione degli argomenti suddetti

7. Sintassi: compl. d’agente e causa efficiente nelle frasi con predicati a diatesi passiva; altri complementi in ablativo (mezzo, causa, compagnia e unione, argomento) e determinazioni di luogo

8. la coordinazione 9. Lessico: i 50 verbi

fondamentali

- DMR I unità 3 pp.

37-40 - DMR I unità 3 p.

40 - Scheda lessicale I

- rifare e/o completare

gli esercizi indicati

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Correzione degli esercizi di pronuncia, sillabazione, individuazione della quantità

� DMR Es. 3 p. 18: dividere in sillabe le seguenti parole: Iup-pi-ter • fra-trem • men-ti-or • mo-des-ti-a • ar-men-tum • ves-tris • ma-gis-ter • cer-ta-men • ae-di-lis • tri-um-phos • Mil-ti-a-des • cas-tra • im-pi-us • his-to-ri-a • a-ra-trum • quaes-to-rem • tri-pli-ce • quo-ti-di-e • as-pe-rum • hi-e-mis • nun-ti-us • e-qui-tes • A-le-xan-dri-a • te-ne-bras • dis-ci-pu-los • glo-ri-am • quan-do-qui-dem • noc-tes • si-mu-la-cra • fin-xi-mus • om-ni-um • pos-co • in-qui-e-tus • gra-ti-am • pri-di-e • ho-nes-ta-te • Ap-pi-a • e-ques-trem

� DMR Es. 4 p. 18: individuare l'accento delle singole parole (la sillaba accentata è in neretto): Hannĭbal • vocantem • instituērunt • accĭpit • agrorum • aedificavit • adĭtus • respondēre • existĭmo • contur bo • fulmĭna • audīmus • capĭmus • praeclāram • indutias • Academīa • philosophĭa • optĭmus • muliĕrem • conĭci • accessus • hiĕme • Aristīdes • alĭquos • sociětas • occĭdo (cado) • occīdo (uccido) • opprĭmis • incĭpis • videntur • revŏcat • addūcit • foedĕra • conspĭcis • in-vŏcat • evāsit • candĭdum • filiŏla • confŭgit (modo indicativo, tempo presente) • confūgit (modo indicativo, tempo perfetto = passato remoto italiano)• ardua • pervēnit (modo indicativo, tempo perfetto = passato remoto italiano) • pervĕnit (modo indicativo, tempo presente)• vidēre • sapientia • mit tĕre • persĕquor • cadĕre • devŏrat • irr ītat • ebri ětas • circumdǎre • consilium • posĭtum • effĭcit • iudĭces • confīdo • exĭtum • maiōrem (“i” è qui semiconsonante) • irascor • impĕras • saecŭlum • dissimŭlat • contĭgit • uti lĭtas • brevĭter

� DMR Es. 5 p. 18: dividere in sillabe, individuare la quantità della penultima e segnare

l'accento (la sillaba accentata è in neretto):

Ricordiamo le regole auree:

1) in latino la sillaba è sempre lunga, a meno che sia aperta con vocale breve:

2) l’accento non risale mai oltre la terzultima sillaba;

3) l’accento non cade mai sull’ultima sillaba (legge della baritonési)4

4) se la penultima sillaba è breve, l’accento cade sulla terzultima

5) pertanto se la penultima sillaba è lunga, l’accento cade su di essa.

in-ēp-tum5 (sillabazione etimologica: ‘in’ è prefisso negativo: l’etimo è in + aptum = ‘non atto’ ) • a-moe-

nus • im-pe-rĭ-um • ma-gis-tra • ob-sig-no (sillabazione etimologica) • sa-pi-en-tia • de-lě-o • prae-cep-ta •

ex-au-di (sillabazione etimologica) • ve-nĭ-am • ho-nes-tus • prae-ser-tim • li-ber-tas • per-tae-sum • in-si-

dĭ-as • a-ra-ně-a • in-er-mis (sillabazione etimologica) • de-ri -dě-o re-pug-nant (sillabazione etimologica) •

op-pres-sos • con-si-lĭ-a • ex-pel-lit (sillabazione etimologica) • pau-pe-rĭ-es • in-stau-rat (sillabazione

etimologica) • o-rĭ-ens • non-num-quam • co-nu-bĭ-um • mo-les-tus • prae-mit -tit • mi-se-rě-at • mi-nis-ter •

re-lin -quo • pol-li -cě-or • neg-le-gen-tĭ-a (sillabazione etimologica) • in-tel-lec-tum • in-iu-ri-as (sillabazione

etimologica: prefisso negativo “in” + “ius, iuris”, diritto � iniuria = ingiustizia) • co-ac-tus • con-sti-tŭ-it

(sillabazione etimologica) • prae-sen-tem • iu-di-cĭ-um • cor-rup -ti • pa-trĭ-am

4 Per le apparenti eccezioni, v. DMR I p. 9. 5 Nelle parole seguenti, la quantità lunga non viene segnata o quando la sillaba è chiusa, poiché la sillaba chiusa è sempre lunga, o quando c’è un dittongo, sempre lungo.

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� DMR Es. 6 p. 18: leggere i seguenti brani (riepilogo): I) His rebus cognĭtis Caesar legiōnes equitatumque (parola composta di equitatum + -que) revocāri atque in

itinĕre resistěre iubet, ipse ad naves revertĭtur; eǎdem fere quae ex nuntĭis litterisque cognověrat, coram

perspĭcit, sic ut amissis circĭter quadraginta navĭbus relĭquae tamen refĭci posse magno negotĭo viderentur.

Itǎque ex legionĭbus fabros delĭgit et ex continenti alĭos arcessi iubet: Labiēno scribit ut quam plurĭmas

possit, iis legionĭbus quae sint apud eum naves institŭat. Ipse, etsi res erat multae opěrae ac labōris, tamen

commodĭssimum esse statŭit omnes naves subdūci et cum castris una munitiōne coniungi. In his rebus

circĭter dies decem consūmit, ne nocturnis quidem temporĭbus ad labōrem milĭtum intermissis.

[Cesare, De bello Gallico, 5,11]

Saputo ciò, Cesare fece richiamare le legioni e la cavalleria, ordinando loro di opporre resistenza a ogni attacco senza peraltro interrompere la marcia; egli ritornò alle navi, di presenza si rese conto che le cose stavano quasi come le aveva sapute dai messi e dalla lettera [di Atrio], che circa quaranta navi si potevano considerare perdute, ma che le altre si potevano riparare, anche se con grande fatica. Perciò ordinò di cercare fabbri nelle legioni e di fame venire altri dal continente: scrisse a Labieno di cominciare la costruzione del maggior numero di navi possibile con quelle legioni che aveva presso di sé. Inoltre, quan-tunque la cosa richiedesse un lavoro lungo e grande fatica, tuttavia ritenne opportuno di portare in secco le navi e di unirle all'accampamento con una sola fortificazione. In questa impresa impiegò dieci giorni, senza interrompere il lavoro dei soldati neppure di notte. [trad. Ciaffi] II). Tibullo, Carmina, l,l Divit ĭas alius fulvo sibi congěrat auro et teneat culti iugěra multa soli; quem labor adsidŭus vicīno terrěat hoste, Martĭa cui somnos classĭca pulsa fulgent. Me mea paupertas vita tradūcat inerti, dum meus adsiduo luceat igne focus. Ipse seram teněras matūro tempŏre vites rustĭcus et facili grandĭa poma manu; nec Spes destitŭat, sed frugum semper acervos praeběat et pleno pinguĭa musta lacu. Nam veněror, seu stipes habet desertus in agris seu vetus in trivio florĭda serta lapis; et quodcumque mihi pomum novus edŭcat annus, libātum agricŏlae ponĭtur ante deo.

Altri a palate faccia quattrini di oro zecchino e tenga a terreno aratìo ettari innumerevoli; ma, quando il nemico è vicino, un incessante terrore lo assilli e i clangori delle trombe di guerra gli rompano il sonno. A me la scarsezza di mezzi procuri un' esistenza tranquilla, purché il focolare sfavilli di una fiamma che mai non si spegne. Vorrei di persona piantare nel mese più adatto le tenere viti e, contadino, innestare con mano abituata le piante dai frutti

polposi; la Speranza non mi tradisca, ma via via mi conceda covoni di biade e mosto che sciropposo trabocca dal tino ricolmo. Sarà così, perché non c'è tronco solitario nei campi o antica pietra nel trivio, coronati di fiori, cui io non mi inchini devoto; qualunque sia il frutto che il ciclo dell'anno produce per me, come primizia lo offro alle divinità contadine.

[trad. Della Corte]

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SCHEDA LESSICALE I (verbi/1) : “I 50 verbi fondamentali” 6

• Nel latino si contano 1078 verbi semplici o verbi base, la maggior parte dei quali unita a prefissi verbali (o preverbi) ne forma moltissimi altri (composti, derivati, frequentativi, deverbativi): mediamente, ogni verbo base ne genera altri 20. Esempio: da capio (prendo) derivano tra gli altri accipio (da ad+capio), concipio (da cum+capio), decipio (de+c.), incipio (in+c.), capto (frequentativo di c.) eccetera. Dai 1078 verbi base si arriva così a circa 20.000 verbi. I più frequenti sono circa 350/400, che saranno l’oggetto di più schede.

• Dei 50 che seguono, fra verbi base e composti, si indica soltanto il significato principale (gli altri sono consultabili sul vocabolario).

• Scala di frequenza dei verbi: max 19001, min.83. Scala di frequenza di questa serie: max 19001, min. 402

PARADIGMA SIGNIFICATO FREQUENZA

Sum, es, fui, esse essere, esistere, stare 19001 Sum, es, fui, esse (‘anomalo’) usato come ausiliare 4598 Possum, potes, potui, posse (composto di sum)

Potere, riuscire 3709

Facio, -is, feci, factum, -ere, III Fare, compiere 2765 Dico, -is, dixi, dictum, -ere, III Dire, parlare 2589 Do, -as, dedi, datum, -are, I Dare, conferire 2575 Habeo, -es, habui, habitum, -ere, II Avere, 2570 Video, -es, vidi, visum, -ere, II vedere 2557 Fero, fers, tuli, latum, ferre (‘anomalo’) Portare, sopportare 1470 Volo, vis, volui, velle (‘anomalo’) volere 1387 Ago, -is, egi, actum, -ere, III Fare; spingere 1250 Venio, -is, veni, ventum, -ire, IV Venire; andare 1212 Iubeo, -es, iussi, iussum, -ere, II Ordinare 1104 Accipio, -is, accepi, acceptum, -ere, III Ricevere 1025 Peto, -is, peti(v)i, petitum, -ere, III Chiedere (per avere); cercare; raggiungere 949 Mitto, -is, misi, missum, -ere, III mandare 867 Credo, -is, credidi, creditum, -ere, III Credere; affidare 856 Quaero, -is, quaesi(v)i, quaesitum, -ere, III Domandare 812 Debeo, -es, debui, debitum, -ere, II Dovere 809 Inquam, -is, inquii (difettivo) dire 806 Vinco,-is, vici, victum, -ere, III Vincere, superare 775 Pono, -is, posui, positum, -ere, III Porre, collocare 768 Eo, is, i(v)i, itum, ire (‘anomalo’) Andare 751 Capio, -is, cepi, captum, -ere, III Prendere, catturare 745 Scio, -is, scivi, scitum, scire, IV Sapere, conoscere 742 Puto, -as, -avi, -atum, -are, I Pensare, ritenere 713 Teneo, -es, tenui, tentum, -ere, II Tenere, matenere 691 Vivo, -is, vixi, victum, -ere, III Vivere 684 Relinquo, -is, reliqui, relictum, -ere, III Lasciare 679 Audio, -is, -ivi, -itum, -ire, IV Udire, ascoltare 657 Refero, refers, rettuli, relatum, referre (composto di fero)

riportare 634

Duco, -is, duxi, ductum, -ere, III Condurre, guidare 617 Reddo, -is, reddidi, redditum, -ere, III Restituire 613 Voco, -as, -avi, atum, -are, I Chiamare, invocare 608 Timeo, -es, timui, -ere, II Temere 586 Licet, licuit / licitum est, -ere (impersonale) È lecito 561 Moveo, -es, movi, motum, -ere, II Muovere, spingere 510 Sto, -as, steti, statum, -are Stare, rimanere 509

6 Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésan�on 1982

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PARADIGMA SIGNIFICATO FREQUENZA

Gero, -is, gessi, gestum, -ere, III Portare, sostenere 466 Trado, -is, tradidi, traditum, -ere, III Affidare 466 Fugio, -is, fugi, (fugiturus), -ere, III Fuggire 462 (Coepio, -is,) coepi, coeptum, -ere, III Cominciare 460 Paro, -as, -avi, -atum, -are, I Preparare 450 Traho, -is, traxi, tractum, -ere, III Trarre, trascinare 444 Cogo, -is, coegi, coactum, -ere, III Costringere; riunire 443 Recipio, -is, recepi, receptum, -ere, III Ricevere 431 Invenio, -is, inveni, inventum, -ire, IV Trovare, scoprire 423 Cado, -is, cecidi, (casurus), -ere, III Cadere 422 Cognosco, -is, cognovi, cognitum, -ere, III Conoscere, sapere 422 Pervenio, -is, perveni, perventum, -ire, IV Giungere, arrivare 402

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

V

1. Ripasso degli argomenti della lezione precedente necessari

2. I declinazione (sostantivi e aggettivi � il femminile della I classe degli aggettivi)

3. II declinazione dei sostantivi e degli aggettivi della I classe (maschili e neutri)

4. il paradigma della prima classe in –us, -a, -um

- DMR I unità 3 pp.

35-6; si riveda la scheda 2 parte D della lezione II

- DMR I unità 4 pp.

51-5 - glossario

- correzione degli

esercizi sui verbi - DMR I pp. 42-6 n. 7-

13, 17, 21, 25 - DMR pp. 46-9 n. 24,

26, 28, 31/34 - Nessun esercizio per

ora sulla seconda declinazione: si riveda la scheda 3b della lezione 3

lavoro individuale consigliato

5. revisione degli argomenti 6. Lessico: 78 sostantivi della I

declinazione ad altissima e alta frequenza (40 + 38)

- Scheda lessicale 2 - Scheda lessicale 3

- rifare e/o completare

gli esercizi indicati

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SCHEDA LESSICALE II (sostantivi/1):

“Sostantivi della I^ declinazione ad altissima frequenza”7

• Si tratta di termini afferenti a vari aspetti della vita (natura, vita sociale e privata). • Ricordiamo che tutti i sostantivi della I^ declinazione hanno al singolare il nominativo in –a ed il genitivo in –ae;

se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto plurali) hanno il nominativo in –ae ed il genitivo in –arum. • La maggioranza di questi sostantivi è femminile, ma ci sono anche maschili (non compresi in questa prima lista). • Dei 40 che seguono si indica soltanto il significato principale (gli altri sono rintracciabili sul vocabolario). • Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 1174, min. 206.

PARADIGMA SIGNIFICATO FREQUENZA

Vita, -ae Vita 1174 Causa, -ae Causa, motivo 1004 Terra, -ae Terra 905 Fortuna, -ae Sorte; fortuna, sfortuna 886 Natura, -ae Indole; natura, forma 769 Ira, -ae Ira, sdegno 585 Respublica, -ae Repubblica, stato, governo 510 Cura, -ae Preoccupazione, cura affanno 492 Copia, -ae Abbondanza; al plurale truppe 469 Via, -ae Via, cammino; metodo 439 Poena,-ae Pena, punizione 428 Fama, -ae Notizia, fama, reputazione (buona o cattiva) 425 Iniuria, -ae Ingiustizia, offesa, torto 425 Gratia, -ae Favore, riconoscenza, ringraziamento 418 Aqua, -ae Acqua 383 Gloria, -ae Gloria, prestigio 373 Silva, -ae Selva, bosco 341 Fuga, -ae Fuga 323 Pecunia, -ae Denaro, somma di denaro 322 Unda, -ae Onda 308 Patria, -ae Patria 301 Turba, -ae Schiera (milit.); confusione, disordine 296 Provincia, -ae Provincia 285 Sententia, -ae Parere, giudizio, verdetto 285 Memoria,-ae Ricordo, memoria 280 Umbra, -ae Ombra 275 Puella, -ae Ragazza, bambina 262 Lacrima. -ae Lacrima 254 Forma, -ae Forma, aspetto, figura 249 Amicitia, -ae Amicizia 244 Littera, -ae Lettera dell’alfabeto; al plurale lettera (missiva), letteratura 243 Foemina, -ae Femmina 238 Flamma, -ae Fiamma 237 Mora, -ae Indugio, esitazione, ritardo 230 Fera, -ae Fiera, belva 218 Victoria, -ae Vittoria 218 Pugna, -ae Battaglia 215 Divitiae, -arum Ricchezza, -e 209 Invidia, -ae Invidia 209 Dextera, -ae La (mano) destra 206

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7 Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésan�on 1982

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SCHEDA LESSICALE III (sostantivi/2): “Sostantivi della I^ declinazione ad alta frequenza”8

• Si tratta di 38 termini afferenti soprattutto al linguaggio religioso, militare, familiare ed etico-filosofico • Ricordiamo che tutti i sostantivi della I^ declinazione hanno al singolare il nominativo in –a ed il

genitivo in –ae; se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto plurali) hanno il nominativo in –ae ed il genitivo in –arum.

• La maggioranza di questi sostantivi è femminile, ma ci sono anche maschili (non compresi in questa lista).

• Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 204, min. 100.

• Si propone un esercizio: con l’aiuto di un vocabolario, scrivere nella colonna centrale i significati – base.

PARADIGMA SIGNIFICATO FREQUENZA

sapientia, -ae 204 ara, -ae 199 praeda, -ae 196 anima, -ae 182 opera, -ae 176 materia, -ae 170 ripa, -ae 169 coma, -ae 163 hora, -ae 163 philosophia, -ae 163 aura, -ae 159 insidiae, -arum 149 porta, -ae 146 dea, -ae 138 lingua, -ae 137 insula, -ae 136 familia, -ae 136 avaritia, -ae 132 filia, -ae 129 luxuria, -ae 129 tenebrae, -arum 125 eloquentia, -ae 124 herba, -ae 123 culpa, -ae 121 epistula, -ae 121 ora, -ae 120 rota, -ae 120 contumelia, -ae 117 militia, -ae 117 ruina, -ae 114 clementia, -ae 109 inopia, -ae 107 sagitta, -ae 105 custodia, -ae 104 saevitia, -ae 104 arena, -ae 103 summa, -ae 101 conscientia, -ae 100

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8 Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésan�on 1982

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� Correzione esercizi DMR I nn. 1/6 pp.41-42

Nota: si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni

• Es.1: Monemus: ind.pres.I pl.: (noi) ammoniamo; audit: ind.pres.III sing: (egli/ella) ode; rapitis:

ind.pres.II plur: (voi) rapite; mittunt: ind.pres.III pl.: (essi/esse) mandano; amas: ind.pres.II sing: (tu) ami; fugiunt: ind.pres. III pl.: (essi/esse) fuggono; mittitis: ind.pres. II pl.: (voi) mandate; audimus:

• Es.2 ind.pres. I pl.: (noi) udiamo; movent: ind. Pres. III pl.: (essi/esse) muovono; emitis:

ind.pres.II pl.: (voi) comprate (come sopra) : Tu vedi: vides; noi scriviamo: scribimus; io fortifico: munio; egli loda: laudat; essi vedono: vident; tu guardi: aspicis; noi lodiamo: laudamus; egli scrive: scribit; essi fortificano: muniunt; tu lodi: laudas;…

• Es.3 (come sopra): Teneris: (tu) sei tenuto/a; ducor: (io) sono condotto/a; movemini: (voi) siete

mossi/e; rapitur: (egli/ella) è rapito/a; muniris: (tu) sei fortificato/a; tenetur: (egli/ella) è tenuto/a; amaris: (tu) sei amato; rapimini: (voi) siete rapiti/e; ducuntur: (essi/e) sono condott/e; amamini: (voi) siete amati/e; …

• Es.4 (come sopra): Laudant: lodano; miscetur: è mescolato/a; ponimus: poniamo; laudatur: è

lodato/a; ponite: è un imperativo (ponete!); indueris: ti vesti; aperi: è un imperativo (apri!); laudat: loda; iacimus: gettiamo; aperitur: è aperto/a; …

• Es.5 (si correggono le prime 5 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate

direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): Audite: udite! – puni: punisci! – amate: amate! - emite: comprate! – mitte: manda! …

• Es.6: scribe; aspice; scribite; laudate; aspicite, munite; lauda….

� Correzione esercizi DMR I 31-32-33-34 p. 48: riconoscimento dei verbi (forme note)

Es. 31 p. 48 frase n. verbi modo, tempo, persona, funzione, diatesi

1 sunt indicativo presente III pl. intransitivo attivo 2 est

curat indicativo presente III sing. intransitivo attivo indicativo presente III sing. transitivo attivo

fugantur indicativo presente III pl. (transitivo) passivo 4 expetit indicativo presente III sing. transitivo attivo 5 existimatur indicativo presente III sing. (transitivo) passivo 6 captant indicativo presente III pl. transitivo attivo 7 conspiciuntur indicativo presente III pl. (transitivo) passivo 8 pugnant indicativo presente III pl. transitivo attivo 9 sunt indicativo presente III pl. intransitivo attivo 10 ornant indicativo presente III pl. transitivo attivo 11 accenduntur

parantur intrant incipiunt

indicativo presente III pl. (transitivo) passivo indicativo presente III pl. (transitivo) passivo indicativo presente III pl. intransitivo attivo indicativo presente III pl. intransitivo attivo

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Es. 32 p. 48 Frase n. verbi modo, tempo, persona, funzione, diatesi

1. educavit …………………… III sing. transitivo attivo 2 vivo indicativo presente I sing. intransitivo / transitivo attivo 3 est indicativo presente III sing. intransitivo attivo 4 transit

urit indicativo presente III sing. intransitivo attivo indicativo presente III sing. transitivo attivo

5 expugnat capit

indicativo presente III sing. transitivo attivo indicativo presente III sing. transitivo attivo

6 sunt indicativo presente III pl. intransitivo attivo 7 rumpe imperativo presente II sing. transitivo attivo 8 nescit indicativo presente III sing. intransitivo attivo 9 habuit ……………………. III sing. transitivo attivo 10 laudantur indicativo presente III pl. intransitivo attivo 11 volabat …………………………III sing. intransitivo attivo

Es. 33 p. 48 Frase n. verbi modo, tempo, persona, funzione, diatesi

1 appropinquant indicativo presente III plur. intransitivo attivo 2 conspiciunt indicativo presente III plur. intransitivo attivo 3 admonent indicativo presente III plur. intransitivo attivo 4 properant indicativo presente III plur. intransitivo attivo 5 fugite imperativo presente II plur. transitivo attivo 6 capiunt

arripiunt fugiunt

indicativo presente III plur. transitivo attivo indicativo presente III plur. transitivo attivo indicativo presente III plur. intransitivo attivo

7 adveniunt vastant asportant

indicativo presente III plur. intransitivo attivo indicativo presente III plur. transitivo attivo indicativo presente III plur. transitivo attivo

8 fugiunt v. sopra 9 latent indicativo presente III plur. intransitivo attivo 10 reveniunt

agunt v. veniunt indicativo presente III plur. transitivo attivo

Es. 34 p. 48 Frase n. verbi modo, tempo, persona, funzione, diatesi

1 docet audiunt discunt

indicativo presente III sing. transitivo attivo indicativo presente III plur. transitivo attivo indicativo presente III plur. transitivo attivo

2 interrogat respondet laudatur

indicativo presente III sing. transitivo attivo indicativo presente III sing. transitivo attivo indicativo presente III sing. transitivo passivo

3 est obiurgatur

v. negli esercizi precedenti indicativo presente III sing. transitivo passivo

4 delectat edocet

indicativo presente III sing. transitivo attivo v. sopra docet

5 condit cantat

indicativo presente III sing. transitivo attivo indicativo presente III sing. intransitivo attivo

6 consumit esurit noscit

indicativo presente III sing. transitivo attivo indicativo presente III sing. intransitivo attivo indicativo presente III sing. transitivo attivo

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LEZIONE

N.

ARGOMENTI: TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

VI

1. revisione degli argomenti

delle lezioni IV e V 2. sistema dell’infectum:

imperfetto indicativo attivo e passivo delle 4 coniugazioni regolari e di sum

3. Avverbi in –e 4. Sintassi: aggettivo

sostantivato, aggettivi possessivi, dativo di possesso, determinazioni di tempo, le principali preposizioni; il genitivo partitivo (cftr. Pag. 48 es. 32 frase 6); la negazione “non“ (due negazioni in latino affermano); l’uso di “et” (asindeto e polisindeto)

5. pronomi e aggettivi pronominali

- correzione degli

esercizi assegnati nella lezione V

- DMR I unità 4 pp. 50-1

- DMR I unità 4 pp.

55 - DMR I unità 4 pp.

56-9 - DMR I unità 4

p.55

- DMR pp. 59-60 n.

1/3 (verbi), pp. 60-1 n. 4/6, 8, 11, 12, 13, 19 (I e II declinazione, verbi), p. 64 n. 21 (avverbi), p. 66 n. 30 (ricapitolazione)

Per tutti gli esercizi

v. allegati

lavoro individua

le consiglia

to

6. revisione degli argomenti

proposti, con rifacimento e completamento degli esercizi

7. Lessico: sostantivi della II declinazione ad altissima frequenza

- Scheda lessicale

IV

- rifare gli esercizi

indicati nelle lezioni IV-V-VI

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� Correzione esercizi DMR nn. 7/13, 17, 21, 25 pp.42-46:

• ES.7 (si declina il primo, per il resto si controlli sulla tabella): SING. unda, undae, undae, undam, unda, unda; PLUR. Undae, undarum, undis, undas, undae, undis; … • ES. 8 (si correggono le prime 6 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate

direttamente dagli studenti sulle tabelle delle) Ripae: della riva (gen.sing.), alla riva (dat.sing.), le rive (nom.pl.), o rive (voc. pl.); Terra: la terra (nom.sing.), o terra (voc.sing.), con la terra (abl.sing.); Ira: l’ira (nom.sing.), o ira (voc.sing.), con/per l’ira (abl.sing.); Curas: le preoccupazioni (acc. pl.); Iniuriarum: delle offese/ingiustizie (gen.pl.); Magistris: alle maestre (dat.pl.); potrebbe essere anche un abl.pl. ma trattandosi di persone non sono adatti né il mezzo né la causa né altri complementi noti ora (che per le persone si esprimono in altro modo). • ES. 9 (si declina il primo, gli altri seguono questo modello): SING: timida cerva, timidae cervae, timidae cervae, timidam cervam, timida cerva, timida cerva; PLUR.: timidae cervae, timidarum cervarum, timidis cervis, timidas cervas, timidae cervae, timidis cervis • ES. 10 ((si correggono le prime 5 voci per esemplificare, le altre seguono questo modello): altae portae: dell’alta porta, all’alta porta, l’alta porta (soggetto); albas columbas: le colombe bianche (oggetto); iusta sententia: con/per un parere/verdetto giusto; piam matronam: una matrona/signora devota (oggetto); bona fortuna: la buona sorte (soggetto), o buona sorte; … • ES. 11: 1 monet; 2 monent; 3 mittit; 4 mittunt; 5 colit; 6 colunt; 7 audit; 8 audiunt; 9 decipit; 10

decipiunt. • ES. 12: 1 sunt, 2 est; 3 es; 4 est; 5 sumus; 6 est; 7 sitis; 8 est; 9 este; 10 est; 11 sunt. • ES. 13: 1 Il poeta rallegra i convitati. 2 I contadini curano la vigna. 3 Le erbe proteggono la riva.

4. Chiudi la porta, Claudia! 5 L’allodola preannuncia l’aurora. 6 La cultura mette in fuga l’ignoranza. 7 Le tempeste tormentano i marinai. 8 Prendi il denaro, Paola! 9 I ragni / Le ragnatele catturano le mosche. 10 Ascoltate la fiaba, bambine! 11 Le vittorie degli atleti procurano gloria alla (loro) patria. 12 La pioggia ristora la terra. 13 Uccidi la vipera, contadino! 14 Le cerve amano l’ombra dei boschi. 15 Le muse sono le dee dei poeti.

• ES. 17: 1 Severae magistrae stultas discipulas reprehendunt. 2 Bonae dominae fidas ancillas

laudant. 3 Puella longam epistulam amicae scribit. 4 Nautae longinquas terras petunt. 5 Pia matrona deam invocat. 6 Ancillarum culpae dominarum iram suscitant.

• ES. 21 (si fornisce qualche esempio): a) Rapidae cervae obscuras silvas percurrunt; b) Parvae

scintillae magnas flammas suscitant/parant… • ES. 25: 1 Cena ab ancilla paratur. 2 Convivae a poeta delectantur. 3 Epistula a puella scribitur 4

Ianua a domina aperitur. 5 Ripa herba tegitur. 6 Multae bestiae pestilentia occiduntur. 7 Terra ab agricola colitur. 8 Graeca lingua a discipulis discitur. 9 Villa marmorei statuis ornatur. 10. A nauta procellosae undae timentur. 11 Imprudentia tua cura mea augetur. 12 Venia culpa deletur.

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� Correzione esercizio DMR n. 31 p. 48:

frase

n. sostantivi caso, genere,

numero aggettivi caso, genere,

numero verbi

modo, tempo, persona, funzione, diatesi

1 divitiae aerumnarum causa

nom. femm. pl. gen. femm.pl. nom. femm. sing.

sunt indicativo presente III pl. intransitivo attivo

2 Minerva sapientiae dea Vesta familiarum concordiam

nom.femm.sing. gen.femm.sing. nom.femm.sing. nom.femm.sing. gen.femm.pl. acc.femm.sing.

est curat

indicativo presente III sing. intransitivo attivo indicativo presente III sing. transitivo attivo

umbrae luna

nom.femm.plur. abl.femm.sing.

nocturnae nom.femm.plur.

fugantur indicativo presente III pl. (transitivo) passivo

4 poeta gloriam

nom.masch.sing. acc.femm.sing.

sempiternam

acc.femm.sing.

expetit indicativo presente III sing. transitivo attivo

5 Paula puella

nom.femm.sing. nom.femm.sing.

docta

nom.femm.sing.

existimatur

indicativo presente III sing. (transitivo) passivo

6 ferae praedas in silvis

nom. femm. pl. acc.femm. pl. in + abl. femm. pl.

saevae nom. femm. pl.

captant indicativo presente III pl. transitivo attivo

7 E ripa undae ab incolis insulae

e/ex + abl. femm. pl. nom. femm. pl. a/ab + abl. masch. pl. gen.femm.sing.

altae

nom. femm. pl.

conspiciuntur

indicativo presente III pl. (transitivo) passivo

8 Numidae (non) hastis (sed) sagittis

nom. masch. pl. abl. femm. pl. abl. femm. pl.

pugnant indicativo presente III pl. transitivo attivo

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9 In oris Siciliae coloniae

in + abl. femm. pl. gen.femm.sing. nom. femm. pl.

multae clarae(que) Graecae

nom. femm. pl. nom. femm. pl. nom. femm. pl.

sunt indicativo presente III pl. intransitivo attivo

10 Coronae rosarum Dianae aram

nom. femm. pl. gen.femm. pl. gen.femm.sing. acc.femm.sing.

ornant indicativo presente III pl. transitivo attivo

11 Taedae in villa mensae convivae epulae

nom. femm. pl. in + abl. femm. sing. nom. femm. pl. nom. masch. pl. nom. femm. pl.

accenduntur parantur intrant incipiunt

indicativo presente III pl. (transitivo) passivo indicativo presente III pl. (transitivo) passivo indicativo presente III pl. intransitivo attivo indicativo presente III pl. intransitivo attivo

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� Correzione esercizi DMR nn. 24, 26, 28, 31/34 pp. 46-49 assegnati nella lezione 4:

� ES. 24 1. Con diligenza e attività il contadino procura ricchezze alla famiglia. 2. I marinai si affaticano a causa delle onde selvagge. 3. Con la tua negligenza susciti l’ira della maestra, Gaia. 4. La maestra discute con le allieve sulla vittoria di Atene. 5. La padrona con la figlia e le ancelle lavora la lana. 6. La padrona cena lieta insieme con i convitati. 7. Gli abitanti di Atene procurano ricchezza con il commercio. 8. Gli abitanti della Tracia mettono in fuga le truppe dei Persiani con le frecce. 9. Le bambine giocano allegre a palla. 10. La maestra perdona (lett. dà perdono) con troppa indulgenza le allieve cattive.

� ES. 26 1. Le ancelle sono lodate dalla padrona. 2. L’allieva è interrogata dalla maestra. 3. La lettera è letta da Claudia. 4. Le ancelle sono spaventate dall’ira della padrona. 5. Una freccia è scagliata da Diana; una cerva è ferita dalla freccia. 6. La lana è acquistata dalle ancelle. 7. La casa di campagna è abitata dagli agricoltori. 8. Roma è visitata dagli stranieri. 9. Sono attesa da una mia amica. 10. La padrona è presa dall’ira e punisce le ancelle. 11. La porta è chiusa dalla padrona. 12. La vita è regolata dalla sorte. 13. Si ignorano (= sono ignorate) le cause della pestilenza. 14. La ragazza si pettina. 15. L’ira della padrona si placa. 16. La cerva si salva con la fuga.

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� ES. 28 1. L’allodola nidifica in terra, l’aquila tra le pietre. 2. In Germania vi sono grandi selve, nelle selve molte fiere. 3. Dalla riva vediamo i marinai. 4. Nelle capanne dei contadini regna non la ricchezza, bensì la concordia e l’attività. 5. Il contadino si dirige verso la casa di campagna. 6. Lo straniero viene dalla Gallia in Italia. 7. La padrona esce dalla fattoria. 8. Le cerve fuggono attraverso i boschi. 9. Nel banchetto il poeta rallegra i convitati. 10. Nei boschi bui vi sono i nascondigli delle belve. 11. Le caprette stanche riposano all’ombra. 12. Impariamo il greco ad Atene, il latino a Roma. 13. Dall’alta vigna pendono grappoli d’uva maturi. 14. Le ancelle preparano la cena nella fattoria. 15. Lo straniero si dirige a Roma per la via Appia. 16. Siracusa si trova in Sicilia, Capua in Campania.

� ES. 31 1. Spesso la ricchezza (anche al plurale va bene) è causa di sventure. 2. Minerva è dea della saggezza, Vesta si occupa della concordia della famiglia. 3. Le ombre notturne sono messe in fuga dalla luna. 4. Un poeta desidera ottenere una gloria eterna. 5. Paola è considerata una ragazza colta. 6. Le belve selvagge catturano le loro9 prede nei boschi. 7. Dalla riva alte onde sono viste dagli abitanti dell’isola (più scorrevole sarebbe però tradurre volgendo all’attivo). 8. I Numidi combattono non con le aste, ma con le frecce. 9. Sulle coste della Sicilia vi sono molte e famose colonie greche. 10. Corone di rose ornano l’altare di Diana. 11. Nella casa di campagna si accendono le fiaccole, si preparano le tavole; i convitati entrano, s’inizia il banchetto.

� ES. 32 (frasi d’autore) 1. La padrona di casa ha allevato la bambina con grande attività. 2. Vivo della misericordia altrui. 3. Rara è la lealtà nelle amicizie. 4. L’esercito romano passa Melita (antico nome di Malta) e brucia l’isola l’intera. 5. Mitridate vessa le province, espugna le fortezze, prende ingenti bottini. 6. (Correggendo il probabile errore di stampa, la frase di Plinio il Vecchio dovrebbe suonare Quaedam herbarum spinosae sunt, quaedam sine spinis). Alcune fra le erbe sono spinose, alcune senza spine. 7. Orsù, rompi gli indugi! 8. Il denaro non è in grado di (lett. sa) mutare la natura. 9. Attico non ebbe nessuna villa lussuosa fuori città o sul mare. 10. Si lodano sempre le buone amiche. 11. L’aquila volava a penne serrate.

� ES. 33 “Un’incursione di pirati” I pirati si avvicinano alle coste della Campania. Le sentinelle li avvistano dal posto di osservazione; subito avvertono gli abitanti: “I pirati giungono in fretta alla nostra costa: fuggite velocemente!” Gli abitanti prendono le armi; le donne afferrano i figli e subito fuggono nelle selve. I pirati arrivano; devastano le fattorie vuote, portano via ricchezze e molte bestie, subito fuggono col bottino. Gli abitanti sono al sicuro nei boschi; tuttavia si nascondono a lungo. Infine ritornano e ringraziano Minerva per aver loro salvato la vita (lett. per le vite salvate).

� ES. 34 “A scuola” La maestra insegna la lingua latina, le allieve ascoltano e imparano. Quindi la maestra interroga le ragazze: Claudia risponde bene e viene lodata. Ma Paola non è attenta: è rimproverata dalla maestra. Infine la maestra rallegra le alunne stanche con la piacevole favola della cicala e della formica e contemporaneamente le istruisce: “La formica operosa d’estate mette da parte il cibo, ma l’imprevidente cicala canta senza preoccupazione. D’inverno la formica consuma il cibo, l’infelice cicala ha fame: troppo tardi riconosce la sua imprevidenza!”

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9 Spesso in latino i possessivi sono omessi, mentre in italiano si esplicitano più spesso.

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Correzione SCHEDA LESSICALE III (sostantivi/2): “Sostantivi della I^ declinazione ad alta frequenza” 10

• Si tratta di 38 termini afferenti soprattutto al linguaggio religioso, militare, familiare ed etico-filosofico • Ricordiamo che tutti i sostantivi della I^ declinazione hanno al singolare il nominativo in –a ed il

genitivo in –ae; se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto plurali) hanno il nominativo in –ae ed il genitivo in –arum.

• La maggioranza di questi sostantivi è femminile, ma ci sono anche maschili (non compresi in questa lista).

• Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 204, min. 100.

• Si propone un esercizio: con l’aiuto di un vocabolario, scrivere nella colonna centrale i significati – base.

PARADIGMA SIGNIFICATO FREQUENZA

sapientia, -ae saggezza 204 ara, -ae altare 199 praeda, -ae preda 196 anima, -ae anima, respiro 182 opera, -ae lavoro, fatica 176 materia, -ae Materia 170 ripa, -ae Riva 169 coma, -ae Chioma 163 hora, -ae Ora 163 philosophia, -ae Filosofia 163 aura, -ae Soffio 159 insidiae, -arum Insidia 149 porta, -ae Porta (d9i una città) 146 dea, -ae Dea 138 lingua, -ae Lingua 137 insula, -ae Isola 136 familia, -ae Famiglia 136 avaritia, -ae Avidità (attenzione: NON avarizia) 132 filia, -ae Figlia 129 luxuria, -ae Eccesso, lusso, dissolutezza 129 tenebrae, -arum Buio 125 eloquentia, -ae Eloquenza 124 herba, -ae Erba 123 culpa, -ae Colpa 121 epistula, -ae Lettera 121 ora, -ae Sponda 120 rota, -ae Ruota 120 contumelia, -ae Offesa 117 militia, -ae Milizia 117 ruina, -ae rovina 114 clementia, -ae Clemenza 109 inopia, -ae Povertà, mancanza 107 sagitta, -ae Freccia 105 custodia, -ae Custodia, Guardia 104 saevitia, -ae Tortura 104 arena, -ae Sabbia 103 summa, -ae Il punto più alto, l’essenziale 101 conscientia, -ae Conoscenza, consapevolezza (solo in certi contesti e/o nel latino

cristiano significa “coscienza”) 100

10 Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésan�on 1982

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SCHEDA LESSICALE IV (sostantivi/3): “Sostantivi della II^ declinazione ad altissima frequenza” (da “animus” a “socius”)

• Si tratta di 50 termini, alcuni astratti, altri riferiti a oggetti della vita quotidiana, la maggior parte relativi alla vita militare, fondamentale nell’esperienza dell’uomo romano. Se ne indica soltanto il significato principale (gli altri sono rintracciabili sul vocabolario).

• Ricordiamo che il nominativo dei sostantivi della II^ declinazione esce in –us (maschili e femminili), -er/-ir (solo maschili), -um (neutri), mentreil genitivo è sempre in –i; se sono privi di singolare (pluralia tantum = soltanto plurali) hanno il nominativo in –i (masch./femm.) e in –a (neutri), il genitivo sempre in –orum.

• Scala di frequenza dei sostantivi: max.2735, min.76. Scala di frequenza di questa serie: max. 2407, min. 266.

Fonti: Dictionnaire fréquentiel de la langue latine, Liegi 1981; Cauquil-Guillaumin, Vocabulaire de base du latin, Bésan�on 1982.

SOSTANTIVO e GENERE SIGNIFICATO FREQUENZA

animus, m. animo, spirito, coraggio 2407 locus, m. luogo, paese; brano 1516 deus, m. dio, divinità 1507 bellum, m. guerra 1167 vir, viri, m. uomo, marito, eroe 1030 domus, f. casa, edificio; patria 946 bonum, m. il bene 919 malum, n. il male 908 arma, -orum, n. armi; truppe 864 beneficium, n. favore 864 populus, m.. popolo 822 consilium, n. consiglio; saggezza; piano; decisione 657 imperium, n. ordine; potere; comando; regno 652 annus, m. anno; età 650 castra, -orum, n. accampamento 635 modus, m. misura; ritmo; maniera 634 regnum, n. regno 607 caelum, n. cielo; clima 565 amicus, m. amico 564 periculum, n. pericolo, rischio 559 verbum, n. parola; frase; discorso 549 oculus, m. occhio; vista 496 filius, m. figlio 446 signum, n. segno; statua; insegna; indizio 441 vitium, n. vizio; difetto; colpa 438 fatum, n. fato; oracolo; destino; morte 424 equus, m. cavallo 411 proelium, n. combattimento 390 telum, n. giavellotto; freccia; asta 386 puer, pueri, m. ragazzo; giovane schiavo 385 legatus, m. ambasciatore, messo; vicecomandante 380 ingenium, n. natura, indole; intelligenza 377 ferrum, n. ferro, punta, arma 352 liberi, -orum, m. i figli 349 ager, agri, m. campo, terreno 337 studium, n. passione, desiderio; attitudine 375 multi, -orum, m. molti (uomini), la massa (=opinione pubblica) 310 spatium, n. spazio; distanza, intervallo 310 aurum, n. oro 300 servus, m. servo, schiavo 300 exemplum, n. modello, esempio 286 natus, m. figlio 285 praesidium, n. presidio, difesa; guarnigione 284

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saxum, n. sasso, masso; scoglio, rupe 281 mundus, m. mondo, universo 280 auxilium, n. aiuto, sostegno 278 ventus, m. vento 278 ceteri, -orum, m. (tutti) gli altri, i restanti (in contrapposizione con altri) 270 dominus, m. padrone, signore; sovrano 269 socius, m. alleato; amico; socio in affari 266

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Note di sintassi: 1) La negazione “non“ e la regola che due negazioni in latino affermano In latino, diversamente dall’italiano, due negazioni affermano, per cui se è presente una sola negazione la frase è affermativa. Sono negazioni tutti i pronomi, aggettivi ed avverbi negativi (v. sulla grammatica al cap. sugli avverbi e nel cap. sui pronomi): nessuno (nemo, nullus,-a,-um); niente (nihil); mai (numquam); in nessun posto (nusquam) eccetera…11 Vediamo alcuni esempi: a) Romanis socii non sunt � Romanis (dat. di possesso) socii (sogg.) non sunt (p.v.) = I Romani non hanno alleati. (una sola negazione � frase negativa) b) Numquam Romanis socii sunt � Mai i Romani hanno alleati / I Romani non hanno mai alleati (in italiano si usano anche due negazioni se il “non” precede l’altra negazione)

MA: c) Numquam Romanis sociis non sunt = Mai i Romani non hanno alleati = I Romani hanno sempre alleati ATTENZIONE ANCORA: LOA POSIZIONE DEL NON NON è INDIFFERENTE!!! d) Nihil non volo = Non voglio niente (il non posposto all’altra negazione implica una affermazione TOTALE) e) Non nihil volo = Voglio qualcosa (il non preposto all’altra negazione implica una affermazione PARZIALE, infatti “non nihil” significa “non niente”, quindi “qualcosa”) 2) L’uso di “et” (asindeto e polisindeto) Il latino dice preferibilmente:”Martia et Tullia et Cornelia” oppure “Martia, Tullia, Cornelia”. In entrambi i casi l’italiano tradurrà “Marzia, Tullia e Cornelia”.

11 Di alcuni di questi avverbi, pronomi e aggettivi esiste anche una forma priva della n- iniziale (umquam invece di numquam, usquam invece di nusquam, ullus invece di nullus ecc.) o un altro pronome (quisquam invece di nemo; quidquam invece di nihil ecc.): in questi casi ci può essere in latino l’avverbio non, conservando alla frase senso negativo. Esempio: Usquam servi libertatem non habebant = in nessun luogo gli schavi avevano la libertà / Gli schivi non avevano la libertà in nessun luogo.

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LEZIONE N.

ARGOMENTI: TESTO/I DI RIFERIMENTO ESERCIZI:

VII

1. revisione degli argomenti delle lezione VI, con particolare riguardo ai punti 4 e 5: aggettivo sostantivato; pronomi personali e aggettivi possessivi;

2. esercitazione riepilogativa 3. principali determinazioni di

tempo e di luogo; il locativo; 4. cum + indicativo

(proposizione temporale) 5. funzioni e costrutti di sum

come copula, predicato verbale, col dativo di possesso, col genitivo di pertinenza;

6. Sistema dell’infectum: futuro I indicativo attivo e passivo delle 4 coniugazioni regolari e di sum

- DMR I, UNITÀ 4

PP. 55-59 - DMR 5 pp. 74-5

- correzione degli esercizi assegnati nella lezione VI

- in aula: es. 28 p. 66 - DMR es. 30 p. 66 (v.

negli allegati alla lezione V)

- DMR pp. 65-67 es. 25, 26, 28 (v. allegati), 31 (v. negli allegati alla lezione V)

lavoro individua

le consiglia

to

- revisione degli argomenti proposti, con rifacimento e completamento degli esercizi

- Lessico: sostantivi della II declinazione ad alta frequenza

- Lessico: aggettivi della I classe - Lessico: Parole al microscopio 1-

2 - Lessico: le 25 preposizioni

fondamentali - Lessico / Sintassi: la preposizione

(DMR)

- Schede lessicali

allegate V-VI-VII-VIII-IX

- DMR I pp. 6872

- rifare gli esercizi

indicati nella lezione VII

- Es. 1 e 2 pp. 72-3: Es.

3, I livello: 1

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� CORREZIONE ESERCIZI DMR pp. 59-66 assegnati nella lezione 5: • Es. 1 p. 59 (si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere

controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): conducevo, rapiva, ero, amavano, tenevate, era, conduceva, fortificavi, rapivo, eri,…

• Es. 2 p. 59 (si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): eri condotto/a, eravamo mossi/e, eravate amati/e, era tenuto/a, ero fortificato/a, eravate mossi/e, era rapito/a, ero amato/a, eri tenuto/a, eravamo condotti/e,…

• Es. 3 p. 60 (si correggono le prime 10 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle coniugazioni): aprivo, era indossato/a (coperto/a), ero gettato/a, mescolavano, erano aperti/e, mescolavi, lodavano, poneva, erano gettati/e, eravate coperti/e,…

• Es. 4 p. 60 (si declina il 1°, il 3° e il 5°: gli altri seguono questi modelli): 1°: amicus, -i, m.: SING. N. fidus amicus, G. fidi amici, D. fido amico, Acc. fidum amicum, V. fide amice, Abl. fido amico; PLUR. N. fidi amici, G. fidorum amicorum, D. fidis amicis, Acc. fidos amicos, V. fidi amici, Abl. fidis amicis; 2°: praemium, -i, n.: SING. N./Acc.V. iustum praemium G. iusti praemii D./Abl. iusto praemio; PLUR. N./Acc.V. iusta praemia, G. iustorum praemiorum, D./Abl. iustis praemiis; 3° cupressus, -i, f.: SING. N. alta cupressus, G. altae cupressi, D. altae cupresso Abl. alta cupresso, Acc. altam cupressum, V. alta cupresse; PLUR. N./V. altae cupressi, G. altarum cupressorum, D./Abl. altis cupressis, Acc. altas cupressos.

• Es. 5 p. 60 (si correggono le prime 6 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle declinazioni): degli anni; alle / con le parole; la malattia (ogg.); all’alleato (l’ablativo necessita di una preposizione per avere senso se si fa riferimento ai complementi studiati finora, ma può esprimere senza preposizioni un complemento di limitazione: quanto all’alleato); il capretto (sogg.); la parola (sogg./ogg.) / o parola;…

• Es. 6 p. 60 (si correggono le prime 6 voci per esemplificare: le restanti possono essere controllate direttamente dagli studenti sulle tabelle delle declinazioni): un/il cavallo lento (ogg.); i piccoli pini (sogg.), o piccoli pini, del piccolo pino; del municipio romano; alla /per la lunga malattia; agli alunni attenti / (l’ablativo necessita di una preposizione per avere senso se si fa riferimento ai complementi studiati finora, ma può esprimere senza preposizioni un complemento di limitazione: quanto agli alunni attenti); (o) servo astuto!…

• Es. 8 p. 61: 1. Due colonie latine, Pomezia e Cora, passano agli Aurunci. 2. Il fossato è riempito di terra. 3. La fiamma è prossima al fumo. 4. Il maschio è chiamato colombo, la femmina colomba. 5. Le frecce pendevano dalla spalla. 6. Non la veglia, non il sonno senza misura sono salutari (in italiano più scorrevole risulta: Né la veglia, né il sonno….): si noti la concordanza al neutro plurale per due soggetti inanimati*. 7. Molte, valorose e forti (si noti che il latino preferisce il polisindeto “… et…et…”, mentre l’italiano usa “e” solo fra gli ultimi due elementi coordinati) sono le legioni di Lepido e di Asinio. 8. Un amico sicuro si riconosce in una situazione (re = abl. sing. da res, rei, f., cosa) incerta. 9. Ortensio era ricondotto a casa dal campo. 10. Non puoi riempire la pentola di monete. 11. Sfilo l’anello dal dito.

• Es. 11 p. 62: 1. Ho tentato di scacciare le preoccupazioni col vino. 2. Le colonne sostengono i templi e i portici (porticus è qui un accusativo plurale della IV decl.). 3. I nemici assediano l’accampamento, riempiono il fossato. 4. Le bacchette hanno la forma della lettera V. 5. Aprite le catene della porta! 6. L’esercito brilla di porpora e d’oro, risplende per l’opulenza delle armi (è un’endiadi; trad. lett. per le armi e l’opulenza). 7. Il rispetto frena gli animi e reprime i vizi. 8. Ora non c’è alcuna confusione: vi sono riposo e silenzio (si noti in lat. la concordanza al sing.*).

• Es. 12 p. 62: 1. L’agnello temeva il feroce lupo. 2. I tuoi doni sono graditi agli amici. 3. Il dovere di una buona maestra è spiegare le regole della lingua latina. 4. I bravi medici curano le

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malattie e le cause di esse (lett. Delle malattie). 5. Le truppe dei Cartaginesi navigavano con molti elefanti dall’Africa alle coste della Spagna. 6. Siate una valida difesa dell’impero romano, veterani! 7. Un servo astuto inganna il suo padrone, il padrone scopre l’inganno. 8. Il messaggero della vittoria procura una grande gioia al popolo romano. 9. Per una preoccupazione perpetua soffre l’avido. 10. Il timoroso agnello era atterrito dalle minacce del selvaggio lupo.

• Es. 13 p. 62: 1. Si celebra / E’ celebrata la fama del popolo romano. 2. La causa della seconda guerra punica fu l’assedio di Sagunto. 3. Molti popoli sono abitanti delle Alpi. 4. Il popolo romano odia il lusso dei privati cittadini (lett. privato), ama la magnificenza dello stato (lett. pubblica). 5. A causa del forte vento il mare è pieno di onde. 6. I consoli onesti si opposero ai tribuni sediziosi e disonesti. 7. Cauto il lupo teme la fossa. 8. Nutro i miei asini con acqua della casa. 9. Il medico Ippocrate in occasione di una grande peste (lett. nella grande peste) salvò molte città. con il suo sapere. 10. Proserpina raccoglie o viole o candidi gigli. 11. Avevo l’esercito debole, le truppe ausiliarie però in buono stato. 12. Nei pericoli una grande difesa è l’innocenza.

• Es. 19 p. 64: 1. Le strade attraverso i campi furono costruite a spese pubbliche. 2. Servi, ponete accanto la tavola! 3. Il Nilo feconda l’Egitto con una sabbia nera. 4. Vostro è il supplice e implora la vostra misericordia. 5. Servo, scaccia le mosche! 6. Compra, brav’uomo (lett. uomo mio), la lana, con cui siano confezionati (conficiatur è congiuntivo presente terza persona singolare) un pallio e buone tuniche invernali (N.B. il latino usa il verbo al singolare, concordando col soggetto più vicino12; in italiano questa costruzione è poco amata ed è meglio concordare regolarmente). 7. Andate nelle vostre case e difendetele con sentinelle e turni di guardia! 8. I cittadini romani richiedono il vostro aiuto. 9. Clinia ha un padre avaro, meschino e arido. 10. Non posso lodare un libro se è cattivo. 11. La letteratura, le nostre occupazioni, il riposo e le dimore fuori città ci danno piacere.

• Es. 21 p. 64: certus: sicuro, certe: sicuramennte; impius: empio, impie: empiamente; praecipuus: particolare, praecipue: particolarmente; opportunus: opportuno, opportune: opportunamente; nitidus: nitido, nitide: nitidamente; placidus: placido, placide: placidamente; timidus: timoroso, timide: timidamente, con timore; obscurus: oscuro, obscure: oscuramente; purus: puro, pure, in modo puro; splendidus: splendido, splendide: in modo splendido; urbanus: civile, urbane: civilmente; stultus: stolto, stulte: stoltamente; latus: largo, late, latamente.

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12 per approfondire cfr. il capitolo sulle concordanze (DMR, II vol.).

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45

LEZIONE N.

ARGOMENTI: TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

VIII

1) revisione di alcuni argomenti delle lezioni VI e VII: - aggettivo sostantivato;

pronomi personali e aggettivi possessivi;

- determinazioni di tempo; - costrutti di sum col dativo

di possesso, col genitivo di pertinenza

- futuro semplice

2) definizione di modi verbali non finiti; formazione dal tema dell’infectum del gerundivo come aggettivo della I classe; cenno alla perifrastica passiva; il dativo d’agente

3) formazione dal tema del supino degli altri participi in us,-a,-um (pf., fut.): cenno alla perifrastica attiva

- DMR I, UNITÀ 4

pp. 55-59 - DMR I, UNITÀ 5,

pp. 74-5 - DMR vol. I, pp.

24-26 - DMR II - DMR II

- correzione degli

esercizi assegnati nella lezione VII

- esercizio di consolidamento sugli argomenti del punto 1)

- esercizi sui più

semplici usi di gerundivo e participio futuro e passato

- esercizi di riepilogo

(v. allegati lezione VIII)

lavoro individuale consigliato

- revisione degli argomenti proposti, con rifacimento e completamento degli esercizi

- Lessico: le 35 congiunzioni fondamentali (cfr. allegato)

- Sintassi: compl. qualità e causa finale

- Scheda lessicale

X (cfr. allegato) - DMR 5 p. 86

- DMR pp. 99 n. 43

frasi 1,2,3,6,10

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� CORREZIONE ESERCIZI DMR pp. 66-73 assegnati nella lezione VII:

• CORREZIONE Es. 30 p. 66: “La vita in campagna” Il fattore passa la vita con la famiglia nella fattoria. Essa ha una grande cucina, molte stanze da letto, una cantina ‘vinaria’ e una ‘olearia’: in quella ‘vinaria’ è conservato il vino, in quella ‘olearia’ l’olio. In cucina le ancelle preparano il cibo e la famiglia cena. Nell’aia c’è una cisterna, dove i servi attingono l’acqua. I contadini arano la terra con l’aratro, spezzano le zolle, seminano, scavano fossati dove l’acqua fluisce; infatti senz’acqua l’agricoltura è arida e povera. In giardino la fattrice coltiva rose e viole; [ne] conserva poche in casa, molte le vende al villaggio e col denaro acquista cestini e vasi. • CORREZIONE Es. 25 p. 65: 1. La matrona ha un bracciale d’argento e un anello d’oro. 2. La ragazza ha uno specchio di vetro. 3. L’impero romano ha molte province. 4. Mario possiede molti campi e molte fattorie con giardini. 5. Il tiranno ha soltanto falsi amici. 6. Paolo ha pochi servi ma fedeli e operosi. 7. Il filosofo ha un animo forte e tranquillo anche nei pericoli. • CORREZIONE Es. 26 p. 65: 1. Fin dall’inizio della giovinezza mi dedico agli studi letterari. 2. Fino a sera sono rimasto presso un amico. 3. Il monte Giura si trova tra (il territorio de)i Sequani e (quello de)gli Elvezi. 4. Dopo la prima guerra punica la Sicilia diventa provincia romana. 5. Novioduno era una città fortificata degli Edui situata in una posizione favorevole presso le rive della Loira. 6. I Romani si fermano davanti alle mura della cittadella. 7. Intanto i Galli non riposavano, ma preparavano le armi per la guerra (ad + acc.: compl. di fine). 8. Sono stato due anni nella provincia. 9. Il prossimo anno saranno tribuni Appio Claudio e Sesto Giulio. • CORREZIONE Es. 28 p. 66: 1. Ciò che si muove sempre è eterno. 2. La statua di Orbilio a Benevento è mostrata in Campidoglio [O. fu il maestro del poeta Orazio]. 3. Vercingetorige dà con la tromba il segnale ai suoi e li conduce fuori dalla città fortificata. 4. Facilmente tutti, quando stiamo bene, diamo buoni consigli ai malati. 5. “Arbitrio” si chiama la sentenza che è decisa da un arbitro. 6. Tutti cercano armi. 7. Un bianco pioppo sporge sulla grotta. 8. Torno nell’accampamento col bottino. 9. I Galli tenevano concili notturni in luoghi deserti. 10. Paola Valeria divorziò senza motivo. 11. Metello si dirige in luoghi assai ricchi della Numidia, devasta i campi, prende e incendia molti forti temerariamente fortificati o senza presidio. 12. Marco Attilio e Marco Acilio portarono molti doni per Tolomeo e per Cleopatra, al re una toga e una tunica di porpora con un sedile d’avorio, alla regina una sopravveste dipinta con un mantello di porpora. • CORREZIONE Es. 31 p. 67: “Un incendio” Una piccola favilla suscita un grande incendio nei boschi; ardono i rami, le foglie, i tronchi degli alti pini e faggi, ardono gli arbusti secchi. Il fumo si alza dall’incendio della selva al cielo, il vento lo porta fino al villaggio più vicino. Gli abitanti sono atterriti: temono per i loro campi e per i loro beni; anche le bestie sono in pericolo. Un fumo denso si avvicina; gli abitanti del villaggio si preparano alla fuga con le loro bestie. Ma a poco a poco il cielo è oscurato dalle nubi: poco dopo piove, con la pioggia continua gradualmente l’incendio si spegne. Gli abitanti, tristi per il bosco arso, ma già sicuri dal pericolo, ricominciano le attività consuete.

• CORREZIONE Es. 1 e 2 pp. 72-3: cfr. DMR pp. 68-72.

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• CORREZIONE Es. 3, I livello: 1. Fosti dunque presso Leca quella notte, Catilina. 2. Tito Manlio fu molto indulgente verso il padre, eppure 13 aspramente severo verso il figlio. 3. Non vedrete il sole a causa della moltitudine di giavellotti e di frecce. 4. All’improvviso si scorge la cavalleria dietro le spalle. 5. Abbiamo conversato in segreto dall’ora ottava (circa le 14.00)14 fino a sera.

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1) ESERCIZIO DI CONSOLIDAMENTO: Analizzare e tradurre le seguenti frasi (dativo di possesso, genitivo di pertinenza):

1) Mihi multi amici et amicae sunt. 2) Graecis philosophis magnum ingenium et doctrina erant. 3) Nymphis cum Satyris in sacris silvis domicilia erant. 4) Boni poetae deos et deas laudare est et semper erit. 5) Animi aegri semper nova optare est nec umquam sui contentus esse. 6) Puerorum et puellarum ludos amare nec seria curare est.

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2) ESERCIZIO su GERUNDIVO E PARTICIPIO FUTURO E PASSATO:

Analizzare e tradurre le frasi seguenti: 1) Boni amici servandi sunt. 2) Inimicitia vitanda est. 3) Discordia et invidia insidias comparaturae sunt. 4) Insidias comparatas vera amicitia vitabit. 5) Amici qui15 boni sunt servandi erunt. 6) Discordia et invidia, quae16 mala sunt, vitae beatae adversae sunt. 7) Castra viris capienda longe erant. 8) Libri pueris legendi multi sunt.

ESERCIZIO DMR pp. 99 n. 43 frasi 1, 2, 3, 6, 10:

1) Philosophia perficit architectum animo magno (Vitruvio). 2) Id17 vinum erit […] et bono colore et bene odoratum (Catone). 3) Salve, nec minimo puella18 naso / nec bello19 pede nec nigris ocellis (Catullo). 6) Domitianus erat non solum magnae, sed etiam callidae inopinataeque saevitiae

(Svetonio). 10) De crudelitate ac perfidia Lysandri satis est unam rem (= acc. sing. di res, rei = ‘cosa’)

exempli gratia proferre (infinito presente da profero = ‘esporre’) (Cornelio Nepote).

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13 idem (m.), eadem (f.), idem (n.) è un pronome: significa “il medesimo / lo stesso”; a volte può essere usato però come rafforzativo, e la traduzione può variare molto: “persino, anche, ma….”. Controllare il vocabolario. 14 Il giorno era calcolato da una mezzanotte all’altra e l’hora (più lunga o più breve a seconda delle stagioni) era la dodicesima parte del tempo fra l’alba e il tramonto. Si cominciava il conto circa alle 6 di mattina. Perciò l’ora quarta, per es., era verso le 10. Le ore notturne erano calcolate secondo l’uso dei militari, che dividevano la notte in quattro vigiliae, turni di guardia, ognuna di tre ore, dalle 18 (prima vigilia) alle 6 del mattino circa. 15 Qui è il nominativo maschile, singolare e anche plurale del pronome / aggettivo relativo qui, quae, quod = ‘il quale, la quale, che’. 16 Quae è il nominativo plurale, femminile o maschile, del relativo di cui alla nota 1. 17 è il nominativo neutro dell’aggettivo/pronome is, ea, id = ‘quel’, ‘tale’; è concordato con vinum. 18 Osservate: il vocativo puella è inserito fra minimo e naso, concordati fra loro. 19 Bellus, -a, -um: ‘bello’. E’ un aggettivo in uso solo nella lingua colloquiale (al posto di pulcher, -ra, -rum).

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LEZIONE N.

ARGOMENTI: TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

IX

1. Eventuale revisione di

alcuni argomenti della lezione VIII

2. III declinazione (temi in consonante, temi in –i-)

3. alcuni costrutti verbali: i verbi di eccellenza (cfr. allegati alla lezione VIII)

- DMR I vol. pp.

75-83 + scheda nelle pagg. successive.

- correzione degli

esercizi assegnati nella lezione VIII

- Ricapitolazione prima della III declinazione: “Minerva” e/o “Alessandro uccide l’amico Clito” (cfr. allegati alla lezione VIII )

- DMR i pp. 88 ss.es. n. 5/7, 9/11, 13/15; pp. 92-93 n. 18,19, 20

- (cfr. allegati alla lezione IX)

lavoro individuale consigliato

- Aggettivi della II classe - Avverbi in –(i)ter - Participio presente - Lessico: sostantivi della III

declinazione ad altissima frequenza (allegata)

- DMR 5 pp. 83-4 - DMR 5 p. 84 - DMR 5 p. 84-5 - Scheda lessicale

XI (allegata)

- DMR pp. 93-100 n.

20, 36

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� CORREZIONE DEGLI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE V III: � Correzione del primo brano (tratto da Lexis, cit.) dell’allegato 2 alla lezione VIII: “Minerva” Non solo i poeti, ma anche gli atleti erano sotto la protezione della dea Minerva. Nelle palestre l’atleta invocava Minerva: “ Ascoltaci, o dea!”. Venivano ai templi della dea e a lei donavano le corone ottenute nelle (=delle) vittorie. Nelle terre della Grecia gli abitanti di Atene veneravano Minerva, dea della saggezza e della filosofia. Nei combattimenti chiedevano il suo aiuto; dopo le battaglie, quando avevano ottenuto la vittoria (1), mandavano in dono (2) abbondante bottino (3) al suo tempio. Il tempio di Minerva ad Atene riceveva ogni giorno moltissime ricchezze. In questo tempio una grande statua crisoelefantina (4) era dedicata alla dea. I contadini, nei boschi e sulle coste temevano Minerva e a lei chiedevano la protezione degli olivi. I poeti chiedevano a Minerva, patrona del talento naturale (5), il dono della memoria (6) e dell’eloquenza.

Note:

(1) in latino preferibilmente al plurale (distributivo: ognuno vince) (2) donum è in accusativo perché complemento predicativo dell’oggetto, = come dono (3) = abbondanza di bottino, genitivo partitivo (4) = d’oro e d’avorio (5) ingenium da in + gigno (6) Mnemosine infatti (dea della memoria, che è il significato della parola in greco) è madre delle Muse. � Correzione del secondo brano (tratto da Lexis, cit.) dell’allegato 2 alla lezione VIII:

“Alessandro uccide l’amico Clito” Quando Alessandro Magno chiamava gli amici insieme ad un convito, gli amici provavano gratitudine per lui (1), ma temevano molto la sua ira. “L’ira è desiderosa di una punizione”: così scrive il filosofo Seneca. Una volta dunque in un banchetto i convitati lodavano Filippo (2) e con molte parole celebravano le famose imprese di F., quando all’improvviso A. ubriaco giudica scarsa la fama delle proprie imprese. Allora ha con gli amici anch’essi ubriachi una discussione sulla fama gloriosa delle imprese eroiche (3) e accusa gli amici: “ Dunque piccola, se confrontiamo Alessandro con Filippo, è la mia gloria!”. Tutti tacciono, ma Clito, amico di A. uomo valoroso in guerra e veritiero nell’amicizia, onestamente esalta la memoria di Filippo e provoca l’ira del figlio. A. infatti tollera di malanimo le parole di Clito, strappa dal fodero l’asta con la mano destra e lo uccide. Bene il poeta Ennio chiama l’ira inizio della follia.

Note:

(1) = avevano animi riconoscenti verso A. (2) Filippo di Macedonia era il padre di Alessandro. (3) Lett. sulla fama gloriosa e sulle imprese degli uomini.

� CORREZIONE DELL’ESERCIZIO DI CONSOLIDAMENTO:

Si consiglia di procedere a una prima traduzione letterale delle frasi la cui struttura non corrisponde a quella della propria lingua, quindi di passare alla traduzione corretta secondo le regole della lingua di arrivo. Come esempi cfr. le frasi 1 e 4. 1. Ho molti amici ed amiche (attenzione: “A me sono molti amici ed amiche”, suonerebbe la frase tradotta

letteralmente, ma in italiano non usiamo il dativo di possesso). 2. I filosofi greci avevano grande talento naturale e cultura. 3. Le Ninfe avevano casa con i satiri nelle selve sacre. 4. È e sempre sarà di un buon poeta lodare gli dei e le dee � E’ e sempre sarà compito di un buon poeta lodare gli dei

e le dee . 5. È proprio di un animo sofferente desiderare sempre novità (lett. = cose nuove) e non essere mai contento di sé. 6. È tipoico dei bambini e delle bambine amare i giochi e non curarsi delle cose serie.

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50

� CORREZIONE DEGLI ESERCIZI su GERUNDIVO E PARTICIPIO FUTURO E PASSATO:

1. I buoni amici sono da conservare � devono essere conservati 2. L’inimicizia è da evitare � deve essere evitata. 3. Discordia ed invidia sono sul punto di procurare insidie. 4. La vera amicitia eviterà le insidie procurate. 5. Gli amici che sono buoni sono da conservare � devono essere conservati. 6. La discordia e l’invidia, che sono mali, sono avverse alla vita felice / alla felicità. 7. L’accampamento che i soldati dovevano prendere (lett.: da conquistare da parte dei soldati) era lontano / I soldati

dovevano conquistare un accampamento lontano. 8. I libri da leggere da parte dei bambini sono molti / I bambini devono leggere molti libri

� CORREZIONE DELL’ESERCIZIO DMR pp. 99 n. 43 frasi 1, 2, 3, 6, 10:

1) La filosofia perfeziona un architetto dall’animo grande (Vitruvio). 2) Tale vino sarà sia di bel colore sia ben profumato (Catone). 3) Salve, ragazza dal naso non piccolissimo né dal grazioso piede né dagli occhi neri! (Catullo). 6) Domiziano era [un uomo] non solo di grande, ma anche astuta e inusitata crudeltà (Svetonio). 10) Sulla crudeltà e la perfidia di Lisandro è sufficiente esporre una sola cosa (Cornelio Nepote).

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51

III DECLINAZIONE

PROSPETTO DELLE TERMINAZIONI (tutti i temi)

SINGOLARE PLURALE CASO MASCH/ FEMM NEUTRO MASCH/ FEMM. NEUTRO NOM. - s / zero Zero -es -a GEN -is -is -um -um DAT. -i -i -(i)bus -(i)bus ACC -em / -im Zero -es / -is -a VOC. -s / zero Zero -es -a ABL - e / -i -e / -i -(i)bus -(i)bus La terza declinazione si divide in due gruppi: A) primo gruppo: temi in consonante (tipo miles, militis, m., ‘soldato, tema milĭt-, mutato in milět al

nominativo per apofonia latina; il nominativo è formato qui dal tema + s, con caduta della dentale: milit-s> milets>miles). Si distinguono in: • Temi in labiale, in gutturale, in dentale • Temi in liquida (l, r) e nasale (n; c’è un solo tema in m) • Temi in sibilante (s)

Ha una grande varietà di nominativi (v. scheda della pagina seguente e DMR vol. I pag. 77):

SINGOLARE PLURALE CASO MASCH/ FEMM NEUTRO MASCH/ FEMM. NEUTRO NOM. - s / zero zero -es -a GEN -is -is -um -um DAT. -i -i -ibus -ibus ACC -em zero -es -a VOC. -s / zero zero -es -a ABL - e -e -ibus -ibus B) secondo gruppo: temi in –i (sonante): i temi in –i si distinguono in

• temi che hanno perduto la vocale breve –i- al nominativo, come mens, mentis, in cui il nominativo mens <*menss>*ments>*mentis); in questi la i del tema si conserva nel gen. pl. davanti a –um (es. mentium), e nei casi diretti del neutro plurale davanti ad –a:

• temi sonatici propriamente detti: questi escono usualmente al nominativo in –is o in –es; la i del tema si conserva dunque nel nominativo singolare (alternanza i/e per apofonia), si può conservare nell’acc. sing. davanti a -m, nell’abl. sing., nel gen. pl. davanti a –um, nei casi diretti del neutro plurale davanti ad –a:

SINGOLARE PLURALE

CASO MASCH/ FEMM NEUTRO MASCH/ FEMM. NEUTRO NOM. - s zero -es -a GEN -is20 -is20 -um -um DAT. -i -i -(i)bus -(i)bus ACC -em / -im zero -es / -is -a VOC. -s zero -es -a ABL - e / -i -e / -i -(i)bus -(i)bus 20 Anticamente questo genitivo usciva in –es: passò poi a –is sul modello dei temi in consonante.

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Esempi di declinazione (in rosso le desinenze, in verde la –i ancora visibile)

tipi

caso e

numero

es. di tema in

consonante maschile o femminile

es. di tema in

consonante neutro

es. d tema in –i conservativo maschile o femminile:

uscita nom. -is

es. d tema in –i

conservativo maschile o femminile:

uscita nom. -es

es. d tema in –i

parzialmente conservativo maschile o femminile

es- di tema in –i neutro

conservativo)

N G D ACC V ABL.

mile-s milit- is milit- i milit-em mile-s milit-e

caput capit-is capit-i caput caput capit-e

pupp-is pupp-is <puppiis pupp-i pupp-im/-em* pupp-is pupp-i

aed-es aed-is aed-i aed-em aed-es aed-i-bus

host-is host-is host-i host-em* host-is host-e*

mar-e (<-i) mar-is mar-i mar-e mar-e mar-i

N G D ACC V ABL.

milit-es milit-um milit -i-bus milit-es milit-es milit -i-bus

capit-a capit-um capit-i-bus capit-a capit-a capit-i-bus

pupp-es pupp-i-um pupp-i-bus pupp-is pupp-es pupp-i-bus

aed-es/-is aed-i-um aed-i-bus aed-es aed-es aed-i-bus

host-es host-i-um host-i-bus host-es host-es host-i-bus

mar-i-a mar-i-um mar-i-bus mar-i-a mar-i-a mar-i-bus

* per analogia con i temi in consonante

• Ci sono altri sostantivi che appartengono al gruppo in –i anche se il loro nominativo non lo mostra più per fenomeni fonetici vari: es. art, artis (dove ars < arss< arts<artis originario): per la loro declinazione cfr. DMR I vol. pag. 78-9.

• Ci sono anche sostantivi col tema in conosante che a loro volta per analogia hanno assunto anche alcune desinenze tipi dei temi in –i (gen.pl. in –i-um), a es. civitas, civitatis, che al gen. pl. fa civitaum o civitatium: per la loro declinazione cfr. DMR I vol. pag. 79.

• I sostantivi anomali sono 4: vis, sus, bos e Iuppiter; per la loro declinazione cfr. DMR I vol. pag. 80.

Approfondimento: la contaminazione fra le due flessioni (temi in consonanet e temi in –i)

• DATIVO SINGOLARE: reg-i < reg-ei come puppi < puppei < puppei-ei (avevano la stessa desinenza –ei>-i)

• DATIVO/ABLATIVO PLURALE *reg-i-bhos come pupp-i-bhos (avevano la stessa desinenza -i-bhos >-ibus)

• NOMINATIVO PLURALE Reg-ěs ha subito l’influenza di *puppei-es > pupp-ēs, per cui ha dato poi reg-ēs

Conclusione: Data la complessità della casistica, consigliamo pertanto di memorizzare, per semplicità, il prospetto generale delle terminazioni all’inizio di questa pagina

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III DECLINAZIONE, TEMI IN CONSONANTE: ALLA RICERCA DEL NOMINATIVO

La varietà delle uscite della III decl. può indurre all’inizio incertezze nell’individuare il nominativo dei sostantivi che s’incontrano declinati nelle frasi. Regole generali: • i temi in dentale (t, d), labiale (p, b) e velare (c, g) hanno generalmente il nominativo sigmatico

(in –s; -x per le velari), con o senza apofonia; • per i temi in dentale e in altra consonante si osserva che:

tema in ESEMPI tema del sostantivo NOMINATIVO (regola e ricostruzione dei nom.)

dentale (t, d)

• denti (dat. sing) • peditum (gen pl.) • corde (abl.sing.) • lacti (dat. sing.) • capita (nom. / acc.

/ voc. pl.)

• dent- • pedit- • cord- • lact- • capit-

1) sigmatico, con caduta della dentale davanti a -s, con o senza apofonia: • da dent-i ricostruiamo dents > dens

(difficilmente la -e- subisce apofonia) • da pedit-um ricostruiamo pedits > pedes o

pedis (ma quest’ultimo non lo troverei) 2) asigmatico (neutri, con desinenza zero), con caduta di dentale o apofonia per 2 parole: • la dentale cade: cord > cor (potevamo cercare

cors, ma non l’avremmo trovato o avremmo trovato un altro significato): qui poi cade perché rd > rr > r;

• la dentale cade: lact > lac (potevamo cercare lacs>lax, mas non l’avremmo trovato trovato o avremmo trovato un altro significato)

• apofonia: capit->caput nasale (m, n)

• fluminis • sanguinem (acc.

sign.) • legionum (gen.

pl.)

• flumin- • sanguin- • legion-

asigmatico con apofonia (neutri) o sigmatico senza apofonia ; la –n tende a cadere in maschili e femminili dopo –o-, a conservarsi coi neutri: • flumin > flumen o flumis (ma quest’ultimo non

lo troverei) • sanguin > sanguis o sanguen (ma quest’ultimo

non si trova) • legion > legio o legion o legios (ma questi

ultimi due non si trovano) liquida (l, r)

• sale (abl. sing.) • sororem (acc.

sing.) • attenzione a

sostantivi come iuris (gen. sing.)

• sal- • soror- • sembra iur- ma è

ius- (in sibilante)

asigmatico, con conservazione della liquida: • sal • soror • ci accorgiamo che non è un tema in liquida

perché non troviamo un nominativo iur: v. sotto

sibilante (s) • corporis (gen.

sing.) • arboribus (dat.

pl.)

• corpos- (corposis >

corporis) • arbos- (arbosis >

arboris per rotacismo)

la –s può conservarsi o no, mutandosi in –r (rotacismo negli altri casi), con o senza apofonia: • cercheremo corpor o corpos o corpos o corpus,

ed è quest’ultimo il nominativo giusto; • cercheremo arbos o arbus o arbur o arbor ed è

quest’ultimo il nominativo giusto, che è così per analogia del nominativo con gli altri casi

consonante doppia

• fellis (gen. sing.) • ossa (nom. / acc. /

voc. pl.)

• fell- • oss-

asigmatico, la consonante diventa scempia: • fell > fel • oss > os (gen. ossis, da non confondere con os,

oris)

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Esempi di ricerca: 1. tempestatis: tempestat- > tempestats > tempestas 2. ilici : ilic- > ilics > ilix o ilex > ilex 3. regiones: region- > regio o region > regio 4. obsides > obsid > obsids > obsis o obses > obses 5. dictatorem > dictator- o dictatos- > dictator 6. lumine > lumen o lumis > lumen 7. frigore > frigor- o frigos- > frigor o frigus o frigos > frigus 8. iuventutem > iuventut- > iuventuts > iuventus 9. cohortibus > cohort > cohorts > cohors 10. florem > flor- o flos- > flor o flos > flos 11. opere > oper- > oper o opes o opus > opus 12. noctem > noct > nocts > nocs > nox 13. artificis > artific- > artifics > artifix o artifex > artifexa 14. veri > ver- o ves- > ver o ves > ver 15. litora > litor- o litos- > litor o litos o litus > litus eccetera altre verifiche (inserite le parole difficile che trovate negli esercizi): parola di partenza percorso nominativo trovato

N.B. Sull’apofonia, ricordiamo che: • l’ APOFONIA LATINA (senza variazione di funzione) interessa le vocali brevi delle sillaba interne

che per lo più passano a i breve in sillaba aperta e a e breve in sillaba chiusa: essa si verifica quando la sillaba iniziale o finale di una parola diviene interna: - apofonia in sillaba aperta: cado – concido; eques (nom. sing.) – equitis (gen. sing); … - apofonia in sillaba chiusa: annus – biennum; factus – refectus; ...

• l’ APOFONIA INDOEUROPEA (con variazione di funzione) può essere qualitativa (quando cambia la vocale) o quantitativa (se cambia la quantità) o di entrambi i tipi contemporaneamente: essa interessa radici, suffissi e desinenze; le alternanze sono tra grado zero (assenza di vocale / a ), grado medio ( e / e ), grado forte ( o / o ): - e / o : tego / toga; eque (voc.) / equos > equus (nom.); … - e / zero: genui / gigno (non c’è nulla fra g e n);… - o / zero: genitorem / genetricem (masch. e femm.);… - e / a (zero): feci / facio (tempi diversi del verbo); … - e / e: venio / veni (tempi diversi del verbo); … - o / o: fodio / fodi (tempi diversi del verbo); …

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LEZIONE N.

ARGOMENTI: TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

X

- Ripasso della III declinazione

attraverso gli esercizi 6-7 pag. 15 da Dionigi et al. Verba et res, ed. Laterza

- guida all’uso del vocabolario e

analisi di lemmi - Sistema del perfectum: formazione

del perfetto, perfetto attivo dell’indicativo

- Materiali della

lezione IX - lemmi di verbi:

dico, dubito, volo e “Piccola guida all’uso del vocabolario latino”, Traina – Pasqualini. cit., allegato

- DMR 6 pp. 109-

111

- Correzione degli

esercizi allegati alla lezione IX

- studio dei lemmi - DMR pp. 117-119 n.

1/3, 6, fac. 7 (allegati)

lavoro individuale consigliato

- Lessico: sostantivi della III

declinazione ad alta frequenza - Lessico: l’avverbio e l’interiezione - Sistema del supino: revisione della

formazione del participio perfetto e futuro (cfr.. lezione VIII)

- Scheda lessicale

XII (allegata) - DMR/lessico pp.

101-6 + scheda lessicale XIII (allegati)

- DMR 6 pp. 112-3

- rifacimento di tutti gli

esercizi delle ultime tre lezioni

- DMR p. 120 es. 8 (allegati)

- DMR p. 107 es. 1, 2, 3

(allegati)

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CORREZIONE DEGLI ESERCIZI DMR (pp. 88-93) ALLEGATI ALLA LEZIONE IX:

� Correzione DMR I p. 88 es. n. 5: Cavalieri coraggiosi (acc.) – di una / della luce chiara – alla / a una cara madre – la gioventù romana (acc.) – il / un21 grande valore / o grande valore! (nom. / voc.) – (dei / i compagni leali (acc.) – su un’alta cima – le parole (nom. / acc.) del re – gli ordini dei comandanti – le città / cittadinanze (nom. / acc.) d’Italia – di pietre dure – le leggi romane (nom.) – a molti soldati – per mezzo della22 libertà del popolo – un ospite greco (acc.) – la clemenza (nom.) / o clemenza (voc.) di Cesare – ad una buona madre – un padre severo (acc.) – i responsi (nom. / acc.) degli àuguri –con l’editto del pretore – i vincitori romani (acc.) – agli scrittori famosi – la mestizia / per la m. (nom. / abl.) dell’esule – i raggi (nom. pl.) / di un raggio (gen. sing.) del sole – alla moglie leale.

� Correzione DMR I p. 88 es. n 6: 1. Strenuamente i soldati romani difenderanno la libertà della patria. 2. I rei temono la sentenza dei giudici. 3. Evita, ragazzo, la comunanza con i malvagi! 4. La gioventù (� i giovani) prepara (preparano) le armi per la guerra. 5. I filosofi discutono dell’immportalità dell’anima. 6. Bruto e Collatino cacciano il re Tarquinio il Superbo da Roma. 7. Cavalieri e fanti, obbedite agli ordini del comandante! 8. La luce delle stelle spesso indica ai marinai la via della salvezza. 9. Molte popolazioni della Gallia inviano ostaggi a Cesare. 10. Lo zio severo rimprovera le spese eccessive del nipote scialacquatore. 11. Vercingetorige sceglie per l’accampamento un luogo difeso da paludi e da boschi. 12. Sono scelti difensori idonei per la città. 13. I raggi del sole feriscono l’arida terra. 14. Tolomeo muove guerra contro la sorella Cleopatra. 15. Dopo la fuga di Tarquinio i consoli succedono al posto dei re. 16. Era allora prerogativa del pretore (genitivo di pertinenza) la giurisdizione [sui rapporti] fra cittadini romani e stranieri. 17. Cesare invia in Sardegna il legato Valerio ed in Sicilia [invia] Curione al posto del pretore. 18. Della giustizia è madre non la natura né la volontà, ma la debolezza. 19. I maschi hanno diritto di vita e di morte sulle donne come sui figli. 20. Figli, obbedite volentieri agli insegnamenti di vostro padre e di vostra madre!

� Correzione DMR I p. 88 es. n 7: 1. La virtù sia favorisce sia conserva le amicizie. 2. Marco Druso, tribuno della plebe, fu pontefice. 3. Vercingetorige è chiamato re dai suoi. 4. Appio Erdonio chiamava dal Campidoglio i servi alla libertà. 5. La sola virtù supera la gioia perpetua e senza preoccupazioni. 6. Ariovisto risponde poche parole alle richieste di Cesare. 7. Cesare invia messi alle popolazioni confinanti. 8. I vincitori presso l’Istmo di Corinto sono cinti con una corona di pino. 9. Chiedo per me tua figlia in moglie. 10. Roscio giunge a Capua con L. Cesare e lì trova i consoli e Pompeo; annuncia le richieste di Cesare. 11.L’eloquenza è compagna della pace. 12. Deve sollecitare l’intelletto (lett. gli animi) non solo la conoscenza delle cose, ma anche il loro ricordo.

� Correzione DMR I p. 89 es. n 9: Le orazioni (nom. / acc.) di Cicerone – l’origine (acc.) della guerra – le immagini famose – per una lunga consuetudine – in un inverno freddo – in regioni lontane – di uomini armati – alti alberi ( nom.) molti fiori (acc.) - di topi veloci – all’ombra di un albero alto – gli antichi costumi (nom.) a una donna bella – col candore del sole – chiacchiere insicure (nom.) – per amore della patria – il profumo (acc.) dei fiori – secondo l’uso dei Greci.

� Correzione DMR I p. 89 es. n 10 1. Anticamente gli uomini vivevano senza leggi. 2. Le vie della città erano occupate da uomini armati. 3. I soldati romani combattevano coraggiosamente con le legioni dei Germani. 4. La cittadella dei Galli era difesa dall’altezza dei monti. 5. L’onda rifletteva l’immagine della luna riflessa. 6. Il poeta Ovidio racconta l’origine dei Ludi Apollinari. 7. Presso i Romani la legge stabiliva una misura per le doti delle fanciulle. 8. Nelle città campane grande era la moltitudine dei mercati. 9. Scacciate i falsi timori, Romani! 10. I topi molesti mangiano il frumento dei contadini. 11 Ragazzi, evitate i comportamenti disonesti dei cattivi compagni! 12. Gli animi degli dei non sono colpiti né dal dolore né dalla tristezza. 13. Cesare rispettava

21 D’ora in poi nella traduzione userò solo una forma dell’artcolo: si ricordi che la scelta dell’articolo determinativo o indeterminativo nel tradurre NON è indifferenze per il senso della frase. 22 Qui come per altri casi: un caso come noto espriem più complementi: in mancanza del contesto della frase, si fa qui una soloa scelta fra quelle grammaticalmente compatibile.

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molto i veterani (lett. aveva in grande onore). 14. Un grande ardore occupa gli animi delle persone per il rimpianto della libertà. 15. Un’empia follia muove i Giganti contro gli dei dell’Olimpo. 16. Gli animi delle persone sono tenuti lontani dai reati dal timore della punizione. 17. Le ragazze orneranno gli altari degli dei con diversi fiori. 18. Uno stupore occupa gli animi e come un torpore insolito le membra.

� Correzione DMR I p. 90 es. 11: 1. I nostri si avvicinano alle fortificazioni. 2. I capi delle regioni e dei villaggi amministrano la giustizia e riducono le controversie. 3. Labieno tratteneva i suoi entro le fortificazioni. 4. La villa in campagna d’estate ha l’ombra, d’inverno il sole. 5. Il giorno dopo gli uomini vengono di buon mattino in assemblea. 6. I nostri soldati odono il rumore: i cavalieri corrono avanti. 7. I Britanni non ritengono lecito gustare lepre, gallina e oca. 8. Altri lanciavano dall’alto fiaccole e legno secco (lett. è un sing. collettivo). 9. L’abitudine concilia l’amore.

� Correzione DMR I p. 90 es. 13: nel mio cuore – il sussurro del fiume – quattro anfore di miele – l’inizio della primavera – con una lunga schiera - di molti reati – le poesie (nom. / acc.) di Omero – il nume (nom. / acc.) della dea – un nome noto (nom. / acc.) – di un fiume largo – i semi (nom. / acc.) degli alberi –candide / lucenti stelle (nom. / acc.) – in un fresco bosco – con / ad azioni empie – nei tempi antichi – sul lato destro – di vari generi – col freddo dell’inverno – il patto fra i Romani e i Latini – sulla costa campana

� Correzione DMR I p. 90 es. 14: 1. Il cuore del ragazzo è preso dal terrore. 2. Gli artigiani edificano il tetto del teatro in marmo.3. La testa di un cinghiale setoloso si manifesta fra gli alberi. 4. Nettuno alza il capo fra le onde. 5. I fruscii dell’aria attraversano le selve. 6. La giovinezza è la primavera della vita. 7. I fiori sono la prova della primavera sbocciata. 8. La madre nutre il figlio neonato col latte. 9. L’anno si divide in primavera, estate, autunno e inverno23. 10. Si udiva24 nell’assemblea il mormorio del popolo. 11. Gli uomini temono la25 volontà degli dei. 12. Il fulmine suscita un grande incendio nelle selve. 13. Gli storiografi ricordano i nomi dei comandanti valorosi. 14. L’esercito schierato era condotto dal console attraverso il Lazio. 15. La luce (v. nota alla frase 11) delle stelle nella notte indica la via ai naviganti. 16. Il fiume scorre prima fra i monti, poi fra i campi. 17. Il poeta manda alla sua diletta ragazza le proprie poesie. 18. La guerra fra Greci e Troiani è celebrata nel /dal poema di Omero. 19. L’opera procede bene. 20. La flotta dei Greci approda alle coste dell’Italia.

� Correzione DMR I p. 91 es. n 15 1. L’amore provoca un incendio nel cuore. 2. L’Aurora cospargeva le terre di una luce nuova. 3. Un corpo nella luce produce ombra. 4. Come lo splendore del sole oscura le piccole luci delle stelle, così la virtù elimina ed offusca dolori, molestie e ingiustizie con la sua grandezza. 5. Cassivellauno spingeva bestiame e uomini dai campi nelle selve. 6. Le coste erano occupate da Cesare. 7. I Treviri di associano Ambiorige in un patto d’alleanza. 8. E’ un’azione empia legare un cittadino romano, un delitto frustarlo, quasi un parricidio ucciderlo. 9. Lodo i fiumi e le rocce cosparse di muschio di un luogo ameno. 10. Cesare richiama le legioni dalla costruzione. 11. Somme di denaro sono pretese dai municipi, sono tolte ai templi: le leggi divine ed umane sono mescolate. 12. Hai compiuto un’azione indegna e malvagia. 13. A causa del freddo il frumento nei campi non era maturo. 14. Non temo né il freddo né il vento né la grandine. 15. La amavo un tempo, ora ormai un altro pensiero incombe sul mio cuore. 16. Chiamano Castricio decoro della patria, ornamento del popolo romano, fiore della gioventù.

� Correzione DMR Es. 18 p. 92: 1. Giunge la tempesta e distrugge tegole ed embrici26. 2. Cadono a terra gli abeti, risuona colpito dalle scuri il leccio e la quercia si spacca. 3. Il popolo romano fondava colonie27 nelle regioni latine (= dei Latini). 4.

23 In latino si usava, in un elenco, o non mettere nessuna congiunzione, o metterle sempre, come in questa frase: in italiano invece si preferisce usare le virgole fra i primi elementi e la congiungiunzione “e” fra penultimo e ultimo elemento di una enumerazione. 24 Era udito � si udiva. 25 In latino si trova sempre il plurale quando ci si riferisce a più persone / cose: qui per es. ogni dio ha una volontà, per cui un romano diceva “le volontà degli dei”. In italiano si preferisce il singolare. 26 La differenza sostanziale fra tegula ed imbrex si desume dall’etimologia: tegula, da tego (‘copro’), indica una tegola che ripara dalla pioggia, convessa quindi verso l’alto; imbrex rimanda a imber (‘acqua’, ‘pioggia’) e indica una regola che raccoglie l’acqua, concava quindi verso l’alto.

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Rimanda gli ostaggi nelle loro città (oppure tra le loro popolazioni)! Ciò sarà gradito sia privatamente ai loro parenti sia pubblicamente (= a nome dello stato) ai loro popoli. 5. Il popolo elesse dittatore Quinto Fabio Massimo e maestro della cavalleria (lett. dei cavalieri) Marco Minucio Rufo. 6. È una popolazione, quella dei Galli, molto dedita alle religioni (lett. La popolazione dei Galli è…, ma la posizione delle parole scelta da Cesare invita a un rilievo maggiore). 7. Né il talento naturale senza l’istruzione né l’istruzione senza il talento naturale può rendere completo un artista. 8. Il sole dissipa la malinconia del cielo e rasserena anche le nubi dell’animo umano. 9. Fabio saggiava le intenzioni delle popolazioni confinanti con lettere portate da messi (endiadi: lett. con lettere e messi). Sul fiume Sicori aveva costruito due ponti. 10. Ai nostri figli lasceremo il patrimonio abbastanza stimato del nome paterno e del ricordo di noi > (L’uso latino del plurale majestatis o humilitatis consiglia però di interpretare le parole di Cicerone riferite a sé:) Ai miei figli lascerò il patrimonio abbastanza stimato del nome paterno e del ricordo di me. � Correzione DMR es. 19 p. 92: “Avvenimenti della seconda guerra punica” Annibale, comandante dei Cartaginesi, conduce in Italia attraverso le Alpi soldati ed elefanti: molti soldati durante il viaggio sono uccisi da malattie o dal freddo. I Galli Cisalpini stringono un’alleanza con i Cartaginesi contro i Romani. I consoli romani preparano le legioni alla guerra, ma le truppe dei Romani sono sconfitte dalle truppe di Annibale presso il fiume Ticino, poi presso il fiume Trebbia, infine presso il lago Trasimeno. È eletto dittatore dai Romani Quinto Fabio Massimo; egli evita le battaglie, dispone insidie contro i Cartaginesi. Quando Fabio depone la dittatura i nuovi consoli, Marco Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo, attaccano battaglia contro i Cartaginesi presso Canne, villaggio della Puglia; Paolo è ucciso, Varrone ferito scampa al combattimento. � Correzione Es.20 p. 93: “L’istruzione dei ragazzi romani”

I bambini romani erano educati a casa dal precettore; spesso il precettore era un erudito schiavo greco. I precettori erano severi e abituavano gli allievi a una dura disciplina: gli errori dei ragazzi erano puniti con frustate. I bambini imparavano la letteratura latina e la storia: il maestro narrava loro la leggenda sull’origine del popolo romano dalla stirpe troiana, mista al (col) sangue latino, e le storie dei fratelli Romolo e Remo, fondatori di Roma; [raccontava] dei sette re, dei re cacciati (della cacciata dei re) e della repubblica libera governata dai consoli; delle guerre con le popolazioni italiche, del dominio di Roma in Italia, delle guerre puniche. � Correzione Es.36 p. 97 (si correggono i primi 6 sintagmi): recenti victoria (abl. sing.) = per/con la recente vittoria; celeres equi (nom.pl.)= (i) cavalli veloci; proelio equestri (abl. / dat. sing.) = col / al combattimento equestre / a cavallo ; levi murmure (abl. sing.) = con / per il soave mormorio; frequentes incursiones (N/Acc/Voc pl.) = (le) frequenti incursioni (sogg./ogg.), o f.i.!; prudentia consilia (N/Acc/Voc pl.) = (i ) pareri saggi(sogg./ogg.), o pareri saggi! � Correzione Es. 6-7 p.15 (da Verba et res): Es. 6: Varrone, I ritmi dell’agricoltura: Il corso annuale del sole si divide in quattro parti: primavera, estate, autunno e inverno. In primavera si fanno alcune semine; perciò bisogna fendere la dura zolla con kl’aratro; in estate si fanno le messi; in autunno, col clima seccvo, le vendemmie; allora si coltivano anche le selve (=si disbosca) e si abbattono gli alberi. D’inverno si potano gli alberi. Es. 7: Varrone, Il fondo rustico e i suoi rapporti con l’ambiente Non giova coltivare molti campi senza pari a causa dei furti dei vicini, come in qualche luogo in Sardegna e in Spagna presso i Lusitani. Fruttosi sono al contrario i poderi se ci sono vie e fiumi vicini, che rendono facili i commerci con le città e i villaggi vicini: e così molte cose vengono compreate da lì e trasportate nei poderi, mentre molti prodotti sono trasportate dai fondi e vendute là.

27 In latino si dice coloniam / -as deducere, perché de-duco significa alla lettera ‘condurre via, sottrarre, rendere alieno’, e quindi, anche giuridicamente, ‘alienare’: i territori colonizzati infatti erano sottratti ad altre popolazioni.

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59

XI

- Revisione di alcuni argomenti:

declinazioni, struttura della frase latina, uso del vocabolario, perfetto attivo indicativo

- IV e V declinazione - Sintassi: genitivo partitivo,

soggettivo e oggettivo - Lessico: il sostantivo - Il principio di proiezione della

sintassi sul lessico

- materiali delle

lezioni IX e X - DMR I unità 6 pp.

113-6 - DMR I unità 6 pp.

116-7 - (DMR I, scheda

pp. 124-134) - studio dei lemmi

di alcuni verbi: cfr. verbi di eccellenza nell’allegato 2 alla lez. VIII), di do e di utor

- correzione degli

esercizi allegati alla lezione X

- DMR p. 119 es. 7

(allegato alla lezione X)

- DMR p.123 n.

18,19,20 (allegato 1) - DMR pp. 134-6 nn.

1/5; n. 6 I livello (allegato 2)

lavoro

individuale

consigliato

- revisione degli argomenti studiati finora - rifacimento di tutti gli esercizi - memorizzazione del lessico sia delle schede lessicale presentate finora, sia di quello

incontrato via via negli esercizi

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� CORREZIONE ESERCIZI DMR I pp. 117-120 nn. 1-2-3, 6-7-8 ALLEGATI ALLA LEZ. X:

� Correzione DMR 1 p. 117 (si correggono le prime 10 voci): rendeste, chiesero, disse, venni, generò, dicesti, prendemmo, lodaste, generasti, lodasti,… (Per le voci verbali restanti si controllino le tavole del libro di testo)

� Correzione DMR 2 p. 118: audierunt, vocasti, implestis, audisti, implerunt, vocastis, vocarunt, audistis, audit. � Correzione DMR 3 p. 118:

1. Romolo fondò Roma. 2. Ieri vidi tuo fratello nel foro. 3. La natura ha dato agli esseri umani il desiderio di sapere. 4. Annibale condusse i Cartaginesi in Italia attraverso le Alpi. 5. Oggi sei stato diligente e hai imparato molte cose. 6. Ho finito l’opera, ora riposerò. 7. Perché non hai detto la verità? 8. Già da tempo aspetto un amico, non è ancora arrivato. 9. La battaglia presso Canne fu tremenda per i Romani. 10. Ho ricevuto il tuo dono, ti ringrazio. 11. Hai deluso tuo padre, non sei degno di perdono. 12. Ho acquistato dei pesci, ora preparerò la cena. 13. I Galli mandarono da Cesare degli ambasciatori riguardo la pace.

� Correzione DMR 6 p. 119:

“Romolo e Numa Pompilio” (da Eutropio) Romolo fece pressoché queste cose. Accolse nella cittadinanza una moltitudine di [popoli] vicini, scelse cento fra i più anziani, che (oggetto) chiamò senatori a causa della vecchiaia. Allora invitò ad uno spettacolo di giochi le popolazioni vicine alla città di Roma e rapì le vergini. Scoppiate delle guerre a causa dell’ingiustizia subita dalle donne rapite (lett. delle rapite), vinse i Ceninesi, gli Antemnati, gli abitanti di Crustumerio, i Sabini, i Fidenati, i Veienti. Tutte queste città fortificate circondano la città di Roma (detta ‘urbs’ per antonomasia). In seguito fu eletto re Numa Pompilio, il quale (soggetto) certamente non fece nessuna guerra, ma non fu meno utile alla città. Infatti stabilì sia le leggi sia i costumi per i Romani, i quali (soggetto) per la consuetudine a combattere (lett. ‘dei combattimenti’, ma in italiano non è scorrevole) erano considerati ormai briganti e semibarbari, divise l’anno in dieci mesi e fondò moltissimi luoghi sacri e templi a Roma. Morì di malattia.

------ NOTE: qui e quos sono rispettivamente il nominativo singolare o plurale maschile e l’accusativo plurale maschile del pronome relativo qui, quae, quod;

� Correzione DMR 8 p. 120: 1. Padre desiderato e atteso, salve! 2. Non facilmente si distingue l’amore vero dal falso (lett. si distinguono l’amore vero ed il falso). 3. Oppianico risollevava un animo ormai abbattuto e oppresso. 4. Spinto dal desiderio del regno, Orgetorige ordì una congiura di nobili. 5. Marcello, atterrito dalle grida di biasimo, recedette dalla sua opinione. 6. Una parte dei soldati giunse incolume nell’accampamento, una parte perì dopo essere stata circondata dai nemici. 7. Livia aveva perso il figlio Druso, grande futuro principe, ormai grande condottiero (che sarebbe stato in futuro un grande principe, come era già un grande condottiero). 8. Dumnaco, [poiché era stato] espulso dal suo territorio, errando e nascondendosi da solo fu costretto a raggiungere le più lontane regioni della Gallia.

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� Correzione DMR 7 p. 120: “Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco” (da Eutropio)

A lui (1) succedette Tullo Ostilio. Questi (2) preparò di nuovo (3) guerre, vinse gli Albani, superò in guerra i Veienti e i Fidenati, ampliò la città. Colpito da un fulmine arse con la sua dimora. Dopo di lui (4) Anco Marzio, nipote di Numa dalla parte della figlia, prese il comando. Combatté contro i Latini. Aggiunse alla città il colle Aventino e il Gianicolo e fondò una città sul mare presso la foce del Tevere. Morì di malattia. Quindi ricevette il regno Tarquinio Prisco. Questi (2) raddoppiò il numero dei senatori, fece costruire il circo a Roma, istituì i Ludi Romani, che (5) restano fino alla nostra epoca. Vinse anche i Sabini, unì dei campi al territorio della città di Roma e per primo entrò nella città celebrando un trionfo (‘trionfando’). Fece costruire mura e cloache e incominciò la costruzione del Campidoglio.

NOTE: (1) lett. ”a questo”, perché huic è il dativo singolare (m, f., n.) del dimostrativo hic, haec, hoc = ’questo’

(indica persona o cosa vicina a chi parla/scrive); (2) è il nominativo m. sing. dello stesso pronome; (3) attenzione ai ‘falsi amici’: controllate la formazione LESSICALE: Reparo da re + paro. (4) Poiché post regge l’accusativo, allora hunc è ……(caso)……(genere) ….. (numero) del pronome

………………………….. (completate la frase!); (5) che si tratti del soggetto, e quindi del nom. masch. plur. di qui, quae, quod, lo potete dedurre ragionando

sul modello della verbodipendenza illustrata nei seminari precedenti: infatti, se parto dal predicato “permanent”, ho subito bisogno di un soggetto (argomento 1), che non potrò identificare ovviamente in “ad nostram memoriam”; è intuitivo guardare a “qui”, e la consultazione del vocabolario e della grammatica lo confermerà (o meno, se l’ipotesi di lavoro era errata, e allora riparto con il ragionamento); fatta questa consultazione, non sarà difficile collegare “qui” a “Ludos R.”, che infatti è masc. plur. Vediamo la struttura ad albero sottesa:

- prima fase del ragionamento: cerco il soggetto del predicato “permanent”

PERMANENT

qui (argomento 1: soggetto) ad memoriam (argomento 2: tempo) nostram (attributo dell’arg.2) - seconda fase del ragionamento: trovato che qui è un pronome relativo, che è al nominativo plurale

(cercavo un soggetto plurale) maschile, a cosa lo debbo riferire? Cerco nella frase reggente questa (che è una secondaria, relativa appunto perché introdotta da un relativo) un elemento che morfologicamente, sintatticamente e sematicamente soddisfi alla mia ricerca:

frase reggente:

INSTITUIT (pred. verb.)

[hic] (argomento 1: soggetto, sottinteso) Ludos Romanos (argomento 2: oggetto diretto) frase relativa

PERMANENT (pred. verb.)

qui (argomento 1: soggetto) ad memoriam (argomento 2: tempo) nostram (attributo dell’arg.2)

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IL PRINCIPIO DI PROIEZIONE DELLA SINTASSI SUL LESSICO: ESEMPI D’INFERENZE

1) Si analizzino a titolo esemplificativo, per la loro frequenza, due verbi:

- il primo è do, das dedi, datum, dare (1a con., tr.), che significa ‘dare’: questo verbo presuppone un soggetto (arg. 1), un oggetto diretto in accusativo (arg. 2) ed un oggetto indiretto in dativo, il destinatario (arg.3):

do

P.V. (do)

ego aliquid / donum alicui / tibi … arg.1 arg.2 arg. 3

Nom. Acc. Dat. (io) (qualcosa / un dono) (a qualcuno / a te)

- il secondo verbo è utor, uteris, usus sum, ut (3a con., intr.; è un verbo deponente (sono

verbi che presentano una forma passiva con un significato attivo), che significa. ‘usare’ (una cosa) / ‘frequentare’ (una persona) ecc.. Questo verbo presuppone un soggetto (arg. 1) e un oggetto indiretto in ablativo (arg. 2):

utor

P.V. (uso)

ego aliqua re / calamo /… arg.1 arg.2 Nom. Abl. (strumentale) (io) (qualcosa / una penna)

- Di conseguenza, “Calamo utor” = Io uso una penna; “Tullia multis amicis utitur” = Tullia frequenta molti amici.

2) È fondamentale, in qualsiasi apprendimento, imparare a cercare da soli quanto occorre,

utilizzando la capacità di compiere inferenze rispetto al testo su cui si lavora, con la grammatica e il vocabolario come strumenti. L’analisi previsionale è della massima importanza: sono quindi fondamentali le DOMANDE che rivolgo a me stesso/a e al testo: cosa mi serve, cosa mi manca, cosa mi aspetto partendo da quello che osservo? Vale a dire: se parto da questo verbo, con quali parametri cerco il soggetto (argomento 1), con quali parametri cerco altri complementi/espansioni (argomenti 2,…) che esso regge? E così via.

3) Si riveda a questo proposito la correzione dell’es. p. 119 del DMR, studiando in particolare il

lavoro sui pronomi, che siamo in grado di riconoscere e tradurre anche se non li abbiamo ancora affrontati in moso sistematico, sempre con l’ausilio del vocabolario e della grammatica: nello schema di analisi del teso, abbiamo cercato di PORCI le DOMANDE UTILI ALLA COMPRENSIONE DEL TESTO, e quindi nella disposizione a CERCARE LE SOLUZIONI AI PROBLEMI IN UNA PROSPETTIVA EURISTICA.

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Revisione degli ultimi

argomenti salienti attraverso la correzione in aula di alcuni esercizi assegnati

- es. 20 p. 123

DMR

- Correzione esercizi

assegnati nella lezione XI (tranne es. 1/5 pp. 134-5, per cui cfr. scheda di lessico “Il sostantivo” del DMR, pp. 124-134, allegata alla lezione XI)

- Sintassi: suddivisione delle

subordinate e definizione di proposizioni completive

- V. scheda “Articolazione delle proposizioni subordinate”

- Esercizio di riconoscimento (v. sotto)

- Morfologia: Sistema del perfectum: piuccheperfetto e futuro II attivi dell’indicativo

- DMR I unità 7 pp. 137-8 e frasi 1-2-16 dell’es.11 p.292

- DMR I pp. 146-7 n. 1-2-3 (allegato)

- Morfologia: ripasso del participio presente

- DMR I unità 5 pp. 84-85

- es. DMR p. 98 es. 40 e 1 (allegato)

- Morfosintassi: ripasso del participio futuro e della perifrastica attiva

- Introduzione agli esercizi allegati e DMR II pp. 277-8

- esercizi allegati (tratti da Lexis, cit.): solo forme segnate.

XII

- Morfosintassi: ripasso del gerundivo e della perifrastica passiva

- Introduzione agli esercizi allegati e DMR II pp. 284-6

- esercizi allegati (tratti da Lexis, cit.) : solo forme segnate.

- Esercizio su entrambe le perifrastiche:

lavoro individuale consigliato

- revisione degli argomenti

indicati

- V. sopra

- Completamento di

tutti gli esercizi

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� CORREZIONE ESERCIZI DMR I pp. 123 nn. 18, 19, 20 e n. 6 pp. 135 I livello ALLEGATI

ALLA LEZ. XI: � DMR p.123 n. 18: “Un attacco nemico” (da Cesare) : All’improvviso (=mentre non se lo aspettano) i nostri sono turbati da un fatto nuovo, e a mala pena la coorte nella sua postazione sostiene il primo assalto. I nemici si spargono attorno dalle altre parti, cercano un accesso all’accampamento. A stento i nostri difendono le porte; lo stesso luogo e la fortificazione difendono (1) i restanti accessi. Si trepida in tutto l’accampamento, i soldati preoccupati cercano la causa del tumulto. Dal timore di tutti è confermata l’opinione che dentro non ci sia nessun presidio contro i barbari (2). Pertanto [questi] irrompono nell’accampamento. Publio Sestio Baculo, lasciato malato nel luogo di guarnigione, esce dalla tenda, vede i nemici che fanno impeto, prende le armi dai soldati più vicini e sta ben fermo sulla porta. Giungono i centurioni della coorte; insieme sostengono il combattimento. Sestio riceve gravi ferite ed esce dalla battaglia, ma i restanti soldati stanno fermi sulle fortificazioni e salvano l’accampamento dall’attacco nemico. NOTE: (1) in latino la concordanza del predicato è spesso al sing. anche con due o più soggetti, concordando solo

con l’ultimo; (2) barbaris è un dativo di vantaggio/svantaggio. � DMR p.123 n. 19: I Druidi” (da Cesare) I Druidi si astengono dalla guerra e non pagano le tasse insieme con gli altri, hanno l’esenzione dal servizio militare e l’immunità da tutti gli obblighi. Sollecitati da benefici tanto significativi (lett. tanto grandi) e di propria spontanea volontà molti vanno a imparare e vi sono mandati dai genitori e dai parenti. Lì imparano un gran numero di versi. Discutono e trasmettono alla gioventù molte cose inoltre sul moto degli astri, sulla grandezza dell’universo e delle terre, sulla natura, sulla forza ed il potere degli dei immortali. � DMR p.123 n. 20: “Un periodo di carestia” (da Cesare) Dopo la battaglia la carestia crebbe: perciò gli animi dei nostri erano turbati non solo dalla penuria presente ma anche dal timore del futuro. Le forze dei soldati erano diminuite dalla mancanza di cereali, le ristrettezze aumentavano di giorno in giorno. I nostri combattevano pur mancando abbondantemente (lett. nella grande mancanza) di ogni cosa; i nemici invece abbondavano di tutto: molto era il frumento procurato prima, molto quello portato da ogni provincia; era poi a disposizione grande abbondanza di pascolo. Alla fine Cesare fece trasportare bestiame dalle città più vicine e così lenì un po’ le difficoltà dei soldati. � DMR p.134 n. 6, I livello: 1. Timoteo fu eloquente, attivo, operoso. 2. Sono infiammato dal desiderio di studiare la storia. 3. Antonio ha stimato noi tutti non nemici interni, ma esterni. 4. Tutta la nostra casa ti saluta. 5. Alcune delle bestie sono maschi, altre femmine. 6.I tuoi scherzi sono pieni di spirito. 7. La devozione è giustizia verso gli dei. 8. Timoleonte (il liberatore dalla tirannia di Siracusa) ricostruì le mura in pezzi e i templi distrutti delle città, restituì leggi e libertà ai cittadini (civitas è la città intesa come insieme di cittadini). 9. Epicuro scrisse libri anche sul sacro e sulla devozione nei confronti degli dei. 10. Se è console Antonio, Bruto è il nemico; se Bruto è il salvatore dello stato, il nemico è Antonio. 11. E’ difficile condurre l’intelletto alla contemplazione dell’anima. 12. Gli uomini o sono mossi dall’amore nobile e reverente, come quello per gli dei, per la patria, per i genitori (sono tutti genitivi oggettivi); o dall’amore affettuoso, come quello per i fratelli, i figli, i coniugi. 13. Il comportamento giusto nei confronti degli dei si chiama religione, verso i genitori si chiama devozione. 14. Valerio calmò con le sue leggi e i suoi discorsi la plebe eccitata contro i senatori. 15. Con il mio aiuto, Quinto Fabio, hai ripreso Taranto. 16. La luce della lucerna è oscurata e coperta dalla luce del sole. 17. Le porte all’ingresso degli edifici profani sono chiamate porte di casa. 18. L’aria è condotta nei polmoni dall’inspirazione. 19. Le amicizie però si distinguono dall’amore e dall’affetto.

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ARTICOLAZIONE DELLE PROPOSIZIONI SUBORDINATE:

Le proposizione subordinate (o secondarie o dipendenti) si articolano in latino in 3 grandi gruppi: 1. completive (o sostantive), che hanno nel periodo la funzione di un complemento necessario

(oggi si parla preferibilmente di espansione necessaria), e cioè di soggetto, oggetto, apposizione; • A) esempi in italiano di completiva con valore di soggetto (proposizioni soggettive): a) E’

certo che sei in errore (proposizione soggettiva tout court); b) Non ci si chiede abbastanza perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione soggettiva interrogativa indiretta); c) Si vuole che tutti abbiano un’opinione (proposizione soggettiva volitiva) ecc.

• B) esempi in italiano di completiva con valore di oggetto (proposizioni oggettive): a) Credo che tu sia in errore (proposizione oggettiva tout court); b) Ti chiedo perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indiretta); c) Voglio che tutti abbiano un’opinione (proposizione oggettiva volitiva) ecc.

• C) esempi in italiano di completiva con valore di apposizione (proposizioni epesegetiche): a) Credo questo, che tu sia in errore (apposizione del pronome ‘questo’ ); b) Ti chiedo ciò, perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indirett, apposizione di ‘ciò’); c) Voglio questo risultato, che tutti abbiano un’opinione (proposizione oggettiva volitiva, apposizione di ‘risultato’) ecc.

2. aggettive, che fungono da attributo di un elemento della reggente: si tratta delle proposizioni relative proprie: • esempi in italiano: a) “I soldati, che ormai erano sfiniti, crollarono”: la frase funziona come

un attributo, potrebbe essere sostituita dal solo ‘sfiniti’; b) L’opinione che hai espresso è infondata (la relativa funziona come un aggettivo in posizione attributiva); ecc.

• Una trattazione sistematica delle proposizioni relative proprie si trova nell’unità 20 del DMR (II vol.).

3. circostanziali o avverbiali, che hanno nel periodo la funzione dei complementi (o espansioni) indiretti che designano circostanze specifiche riguardo l’azione o la situazione descritte dalla reggente (fine, tempo, causa, ipotesi, conseguenza, concessione, …) e generalmente non sono sintatticamente necessarie al completamento del senso base della reggente: • Esempi in italiano: “I soldati, che ormai erano sfiniti, credevano che avrebbero dovuto

combattere molto, se volevano vincere, quando fossero giunti sul campo di battaglia, nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno, così che fecero uno sforzo strenuo per non cedere alla fatica”.

• Si analizzi la frase: “I soldati, /che ormai erano sfiniti, / credevano / che avrebbero dovuto combattere molto, / se volevano vincere, / quando fossero giunti sul campo di battaglia,/ nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno, / così che fecero uno sforzo strenuo / per non cedere alla fatica”: la reggente di tutto il periodo, cioè la principale, è la frase sottolineata; l’unica subordinata NECESSARIA dal punto di vista sintattico è l’oggettiva, in corsivo, senza la quale il periodo sarebbe incompleto, perché mancherebbe l’oggetto, che è necessario (facciamo la prova: “I soldati, /che ormai erano sfiniti, / credevano, / se volevano vincere, / quando fossero giunti sul campo di battaglia,/ nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno, / così che fecero uno sforzo strenuo / per non cedere alla fatica”: ‘credevano’ cosa???

• Togliamo adesso tutte le altre frasi compresa la relativa: “I soldati credevano che avrebbero dovuto combattere molto”: mancano tutte le circostanze, ma il senso base c’è e sintatticamente la frase è completa.

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• Ora analizziamo le varie circostanze e procediamo all’analisi del periodo: 1) ANALISI CON SCHEMA AD ALBERO (per visualizzare le dipendenze):

GRADO:

0

I soldati … credevano (= principale)

I

che ormai erano sfiniti (= relativa di I grado)

che avrebbero dovuto combattere molto (= subordinata completiva oggettiva di I grado)

II

se volevano vincere

(= circostanziale ipotetica di II grado)

quando fossero giunti sul campo di battaglia

(= circostanziale temporale di II grado)

nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno

(= circostanziale concessiva di II grado)

così che fecero uno sforzo strenuo

(= circostanziale consecutiva di II grado)

III per non cedere alla fatica

(= circostanziale finale di III grado)

2) ANALISI IN SEQUENZA:

- I soldati … credevano = principale - che (=i quali, qui in funzione di soggetto: lat. “qui” ) ormai erano sfiniti = proposizione

secondaria relativa (aggettiva) di I grado - che (congiunzione: in latino il “che” che introduce questo tipo di proposizione non si traduce,

ma, come si vedrà, sarà riconoscibile attraverso altri indicatori) avrebbero dovuto combattere molto = proposizione secondaria (completiva) oggettiva di I grado

- se (lat. “si” ) volevano vincere = proposizione secondaria (circostanziale) ipotetica di II grado - quando (lat. “cum” ) fossero giunti sul campo di battaglia = proposizione secondaria

(circostanziale) temporale di II grado - nonostante che (lat. “etsi” o “tametsi” o “quamquam” ) i nemici fossero fiaccati dall’inverno

= proposizione secondaria (circostanziale) concessiva di II grado - così che (lat. “[sic/ita] ut” ) fecero uno sforzo strenuo = proposizione secondaria

(circostanziale) consecutiva di II grado - per non (lat. “ne” ) cedere alla fatica = proposizione secondaria (circostanziale) finale di III

grado. • Una trattazione sistematica delle proposizioni circostanziali o avverbiali e delle relative

avverbiali si trova nelle unità 18, 19 e 20 del DMR (II vol.).

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Esercizio: riconosci e classifica i tipi di proposizione secondaria (aggettive, completive, circostanziali);

Esempi: 1) Ricaviamo dalle testimonianze antiche che la religione degli antichi Romani era così legata alle origini indoeuropee che molte divinità, che comunemente conosciamo come romane, sono comuni ai Greci e ad altri popoli indoeuropei. 2) Gli Ateniesi temevano che un cittadino troppo eminente potesse farsi tiranno e spesso non esitarono a condannare chi sospettavano. “Soluzioni”: 1) Ricaviamo dalle testimonianze antiche [PRINCIPALE] / che la religione degli antichi Romani era così legata alle origini indoeuropee [SUB. I GRADO COMPLETIVA] / che molte divinità (…) sono comuni ai Greci e ad altri popoli indoeuropei. [SUB. II GRADO CIRCOSTANZIALE: l’avverbio “così” della sua reggente la anticipa]/ che comunemente conosciamo come romane, /[SUBORDINATA DI III GRADO AGGETTIVA: il pronome relativo è riferito a “divinità”] 2) Gli Ateniesi temevano [PRINCIPALE] che un cittadino troppo eminente potesse farsi tiranno [SUBORDINATA DI i GRADO COMPLETIVA] / e spesso non esitarono a condannare colui [COORDINATA ALLA PRINCIPALE] / che sospettavano [SUBORDINATA DI I GRADO AGGETTIVA: il pronome “chi” va sciolto in “colui che”, dove “colui è oggetto di “condannare”, “che” è oggetto di “sospettavano”; “esitarono a condannare” è considerato un unico predicato, perché “esitare a” è fraseologico]. Frasi da analizzare: 1. Nessuno sa dove stiamo andando. 2. So che le tue intenzioni sono le migliori. 3. Per conoscere le origini degli Etruschi è necessario studiarne la lingua. 4. È necessario che tutti imparino come comportarsi in ogni occasione. 5. Ti ordino di uscire immediatamente da qui. 6. Tutti riconoscono che Tucidide è stato il più grande storico dell’età greca. 7. Anche se non disponiamo di tutte le fonti, siamo in grado di ricostruire la cultura latina delle origini e comconquistare che è fondata sul mos maiorum (= usi e costumi degli antenati). 8. Le contese civili turbarono a lungo la tranquillità e la vita stessa della repubblica, giacché misero in discussione la sopravvivenza delle istituzioni. 9. Quando avrai appreso i precetti della filosofia, essi ti saranno utili per affrontare le avversità della vita. 10. Cesare trattenne gli ostaggi nel proprio accampamento, mentre egli stesso marciava con due legioni contro i nemici.

***

Esercizio sulle perifrastiche:

Analizzare e tradurre le frasi seguenti:

- Boni amici servandi sunt.

- Inimicitia vitanda est.

- Discordia et invidia insidias comparaturae erant.

- Insidias comparatas vera amicitia vitabit.

- Amici qui boni sunt servandi sunt.

- Discordia et invidia, quae mala sunt, vitae beatae adversae sunt.

***

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Revisione degli ultimi

argomenti salienti attraverso la correzione in aula di alcuni esercizi assegnati

- Correzione degli esercizi assegnati nella lezione XII

- Sintassi: participio in funzione verbale: participio congiunto e ablativo assoluto

- DMR II 279-280 - Esercizi su participio e ablativo assoluto

XIII

- Morfologia: infinito perfetto e futuro

- Morfologia: cenni ai verbi

deponenti e semideponenti

- DMR I tavole verbali pp. 260-269 e II, unità 11, pp. 280-2

- DMR II paragrafo 1 pp. 272-276

- DMR p. 295 es.18 (allegato)

lavoro individuale consigliato

- revisione degli argomenti

indicati

- V. sopra

- Completamento di

tutti gli esercizi

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� CORREZIONE DEGLI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XII:

� Correzione dell’esercizio “Riconosci e classifica i tipi di proposizione secondaria (aggettive,

completive, circostanziali)” (pag. 67): 1. Nessuno sa [PRINCIPALE] / dove stiamo andando. [SUBORDINATA COMPLETIVA] 2. So [PRINCIPALE] / che le tue intenzioni sono le migliori. [SUBORDINATA COMPLETIVA] 3. Per conoscere le origini degli Etruschi [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE] / è necessario studiarne la lingua [PRINCIPALE] /. 4. È necessario [PRINCIPALE] / che tutti imparino come comportarsi in ogni occasione. [SUBORDINATA COMPLETIVA] 5. Ti ordino [PRINCIPALE] / di uscire immediatamente da qui. / [SUBORDINATA COMPLETIVA] 6. Tutti riconoscono [PRINCIPALE] / che Tucidide è stato il più grande storico dell’età greca. /[SUBORDINATA COMPLETIVA] 7. Anche se non disponiamo di tutte le fonti, [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE] / siamo in grado di ricostruire la cultura latina delle origini e [siamo in grado di]comprendere [PRINCIPALE + COORD. ALLA PRINCIPALE PARZIALMENTE SOTTINTESA] / che è fondata sul mos maiorum (= usi e costumi degli antenati). / [SUBORDINATA COMPLETIVA] 8. Le contese civili turbarono a lungo la tranquillità e la vita stessa della repubblica, [PRINCIPALE] / giacché misero in discussione la sopravvivenza delle istituzioni. [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE] 9. Quando avrai appreso i precetti della filosofia, [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE]/ essi ti saranno utili [PRINCIPALE] / per affrontare le avversità della vita. [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE] 10. Cesare trattenne gli ostaggi nel proprio accampamento, [PRINCIPALE] / mentre egli stesso marciava con due legioni contro i nemici. [SUBORDINATA CIRCOSTANZIALE] � Correzione DMR I pp. 146-7 n. 1-2-3 (allegati alla lezione XII) � DMR p.146 n.1 (si correggono i primi 5 lemmi di ogni gruppo): I. erano venuti, avevi

ingannato, aveva avvertito, aveva preso, ero giunto…; II. avrai insegnato, sarà caduto, avremo fatto, avrai lodato, avrò fatto,…; III. aveva dato, avrete chiesto, avranno gettato, avevi visto, avrai detto,…

� DMR p.146 n.2: 1. Publio Crasso da giovane aveva passato l’inverno con la settima legione fra

gli Andi. 2. I Menapii erano vicini al territorio degli Eburoni, difesi da paludi e boschi ininterrotti; essi soli dalla Gallia non avevano mai mandato ambasciatori a Cesare riguardo la pace. 3. Gli Elvezi avevano già fatto passare le proprie truppe attraverso il territorio dei Sèquani ed erano giunti in quello degli Edui. 4. Induziomaro, che aveva deciso di occupare l’accampamento di Labieno il giorno dopo, di notte fuggì e ricondusse tutte le truppe nel territorio dei Treviri. 5. Una gran moltitudine di uomini perduti e di banditi era giunta tutta insieme (convenio > cum + venio) da ogni luogo della Gallia. 6. Al primo scontro i nemici sono respinti e messi in fuga dall’ala destra, dove la settima legione si era fermata. 7. Il console Manlio aveva chiuso la via ai nemici. 8. Già la fila ininterrotta di profughi aveva riempito le strade. 9. Il discorso del console aveva commosso la plebe.

� DMR p.147 n.3: Ti ho spedito un resoconto del mio consolato scritto in greco. Se lo avrò

completato (completerò) in latino, te lo manderò. 2. Quando poi avrai distrutto Cartagine, avrai riportato il trionfo, sarai stato censore e avrai percorso da legato l’Egitto, la Siria, l’Asia e la

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Grecia, sarai eletto un’altra volta console pur essendo assente, porterai a termine una guerra importantissima, abbatterai Numanzia. 3. Novioduno era una città degli Edui posta in una posizione favorevole presso le rive della Loira (ant. Ligeri). Qua Cesare aveva fatto portare tutti gli ostaggi della Gallia, il frumento, il denaro dello Stato, e gran parte delle salmerie sue e dell’esercito, qua aveva mandato un gran numero di cavalli acquistato in Italia e in Spagna. 4. C’erano inoltre duemila cavalieri. Erano invecchiati tutti nelle numerose guerre ad Alessandria, avevano riportato sul regno il padre Tolomeo, avevano uscciso i figli di Bibulo, avevano combattuto la guerra con l’Egitto. 5. Pompeo aveva procurato la più grande quantità di frumento. Aveva deciso di svernare a Dirrachio, ad Apollonia e in tutte le città sul mare ed aveva disposto una flotta in ogni litorale.

� Correzione es. DMR p. 98 es. 40 e 41 (allegati alla lezione XII) � DMR p. 98 Es. 40: A una donna che ama – un animo che soffre (acc.) – astri splendenti

(nom, acc. Voc.) – con un corpo notevole – agli anziani saggi – di un bambino negligente / che trascura – acqua abbondante / cje abbonda (acc.) – dei cittadini innocenti – in un volto pallido

� DMR p. 98 Es. 41: 1. Conone era un comandante sia esperto dell’arte militare sia avveduto.

2. Né gli eventi favorevoli esaltano il saggio, né quelli sfavorevoli lo abbattono. 3. Sei una donna saggia, Nausistrata. 4. Cesare risponde nobilmente agli ambasciatori che chiedono pace e amicizia. 5. Lucio Domizio mentre fuggiva arretrando1 dall’accampamento sul monte fu ucciso dai cavalieri. 6. E’ più facile incitare uno che corre che smuovere uno che languisce. 7. Ti ho rimandato i libri di Alessandro, uomo negligente e poeta non di valore, ma tuttavia non inutile. 8. Nulla ritengo difficile per chi ama (per uno che ama). 9. Annibale giunse dal Druenza fino alle Alpi per un cammino soprattutto in pianura, senza entrare in conflitto con coloro che abitano le contrade dei Galli. 10. Dagli incendi delle fattorie e dei campi il fumo giunge davanti ai volti, negli occhi; risuonano le orecchie delle grida dei compagni che piangono, che invocano l’intervento degli dei. 11. Un dio non ferisce coloro che amano. 12. Si condanna il giudice quando è assolto un colpevole. 13. Annibale volse il cammino nell’agro Piceno, che abbondava non solo di una quantità di frutti di ogni genere, ma era ricco di bottino, che i Cartaginesi avidi e bisognosi rubavano a profusione.

� Correzione esercizi tratti da Lexis, cit.sulla PERIFRASTICA ATTIVA Es. 1): eravamo stati sul punto di scrivere – lei sta per vincere – state per giurare (masch.) – egli era

sul punto di parlare – abbiamo avuto intenzione di lodare (masch.) – io (femm.) sto per scrivere – eravate (masch.) in procinto di avvertire – essi stavano per difendere – egli sarà in procinto di scrivere – abbiamo avuto (masch.) intenzione di sgridare – voi (masch.) starete per ascoltare – sto (masch.) per punirti – Avevamo (masch.) intenzione di aiutarvi – esse avevano avuto intenzione di giungere – tu stavi per giurare (masch.)

Es. 2) Lecturi/ae eratis – venturi/ae erimus – venturi/ae eratis – equitatus fugitura fuit – lecturus/a es – laudaturi/ae eratis – scripturi/ae esse – victuri/ae eratis – te puniturus/a eram – cras ad / apud nos venturus/a eris – ad / apud vos venturi/ae eramus

Es. 3) Premessa: le frasi 3, 4 e 5, di cui comunque è fornita la correzione, potranno essere svolte dagli allievi solo dopo avere studiato i pronomi relativi e la consecutio temporum dell’indicativo. Traduzione: 1. Quando le api stanno per volar via, sciamano con intensità. 2. Non ho intenzione di affidarti nessuna informazione riguardo i nostri affari per lettera. [3. La

1 E’ il senso del prefisso re- di refugio.

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vita si divide in tre tempi: ciò che è, ciò che fu e ciò che sarà2. Fra questi ciò che facciamo è breve, ciò che faremo incerto, ciò che abbiamo compiuto certo. 4. Tutte le cose che verranno sono incerte: vivi senza attendere. 5. Le cose che dico e che dirò sono note a tutti.] 6. La sorte mi fa la guerra: non ho intenzione di fare ciò che mi si è ordinato, non accetto il giogo, anzi me lo scuoto di dosso. 7. Nessuno ha intenzione di prendere le armi, nessuno di combattere per padroni arroganti. 8. Magone, fratello di Annibale, stava per spedire in Italia dodicimila fanti, mille e cinquecento cavalieri, venti elefanti, mille talenti d’argento.

� Correzione dell’esercizio tratto da Lexis, cit., sulla PERIFRASTICA PASSIVA Completamenti: 1. pascendum; 2. timenda; 4.vincenda; 6. faciendus; 7. habenda; 9. habendi; 10.

praestanda. Traduzioni: 1. Bisogna nutrire il bestiame equino [Gli equini devono essere nutriti] preferibilmente

nei prati con erba, nelle stalle e nei recinti con fieno secco. 2. Se volete non temere nulla, pensate che tutte le cose dono da temere. 4. La giovinezza deve essere vinta con la ragione, non con la forza. 6. Ma ormai si deve concludere. 7. Tutte le cose che accadono secondo natura sono da annoverare fra le cose buone. 9. Forti e magnanimi sono da ritenere non coloro che compiono, ma coloro che respingono un’ingiustizia. 10. Tre cose, secondo un vecchio precetto, devono essere tenute in considerazione per essere evitate: l’odio, l’invidia, il disprezzo.

� Correzione dell’esercizio sulle perifrastiche a pag. 67 di questo materiale:

Analizzare e tradurre le frasi seguenti:

- Boni amici servandi sunt = I buoni amici devono essere conservati

- Inimicitia vitanda est = Si deve evitare l’inimicizia.

- Discordia et invidia insidias comparaturae erant.= La discordia e l’invidia erano in procinto di

procurare insidie.

- Insidias comparatas vera amicitia vitabit.= Una amicizia autentica eviterà le insidie procurate.

- Amici qui boni sunt servandi sunt.= Gli amici che sono buoni vanno mantenuti.

- Discordia et invidia, quae mala sunt, vitae beatae adversae sunt.= La discordia e l’invidia, che

sono mali, sono avverse alla vita felice.

***

2 In questa frase, come nelle frasi n. 4 e 5 la perifrastica è utilizzata per indicare la posteriorità rispetto al presente della principale. È evidente che, nella frase 3, tradurre “quod futurum est” con “ciò che sta per accadere” non è corretto, perché, anche se l’idea di posteriorità è mantenuta, dà a questo futuro un’accezione di imminenza che la frase non ha. Lo stesso dicasi per le due frasi seguenti, in cui cui tuttavia la differenza è meno sensibile: “quae ventura sunt” tradotto con “che stanno per giungere/accadere” dà anche qui un’accezione di imminenza che la frase non ha, mentre tradurre “dicturus sum” con “sto per dire” dà in ogni caso la stessa accezione di imminenza che la frase forse non ha, ma risulta più accettabile.

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Esercizi su participi e ablativo assoluto:

a. analizzare (i participi sono in grassetto, gli ablativi assoluti sottolineati e tra barre) e tradurre le

seguenti frasi: 1. Cum apes evolaturae sunt, consonant vehementer (Varr.)

2. Omnes deos publicos privatosque, Quirites, deserturi estis? (Cic.)

3. Audentes fortuna iuvat (Virg.).

4. Carnutes saepe vexati / datis obsidibus / veniunt in deditionem (da Caes.).

5. Marcius per patentem portam ferox inrupit in urbem / caedeque facta / ignem aedificiis iniecit

(da Liv.).

6. Pompeius paulo ante ex castris fugientes suos conspexerat (da Caes.).

7. / Direpta urbe / ac / magna ex parte incensa, / vix duobus milibus hominum inter incendia

relictis, / traiecto Pado / ad Cremonam Galli pergunt (Liv.).

8. Iniquum est conlapsis manum non porrigere (Sen.).

9. / Hannibale imperatore / saepe Carthaginenses Romanos vicerunt.

10. / Laborantibus nostris / Caesar equites Germanos submittit (Caes.).

---------

b. analizzare (i participi sono in grassetto, gli ablativi assoluti sottolineati) e tradurre il seguente testo:

“Successi di Annibale dopo la battaglia di Canne” (rielaborazione da Cornelio Nepote)

Hac pugna pugnata, Hannibal Romam profectus est nullo resistente. In propinquis urbi montibus

moratus est. Postquam [is] aliquot dies ibi castra habuit et Capuam revertit, Q. Fabius Maximus,

dictator Romanus, in agro Falerno ei se obiecit. Hic (1) clausus locorum angustiis noctu sine ullo

detrimento exercitus se expedivit Fabioque, callidissimo imperatori, dedit verba (2). Namque

obducta nocte sarmenta in cornibus iuvencorum deligata incendit eiusque generis multitudinem

magna dispalatam immisit. Terrore exercitui Romanorum iniecto, nemo egredi extra vallum ausus

est. Hanc post rem gestam non ita multis diebus M. Minucium Rufum, magistrum equitum, dolo

productum in proelium fugavit.

(1) avv. di luogo: ‘qui’

(2) verba dare + dativo della persona = ‘ingannare qualcuno’

(3) non ita multis diebus (compl. di tempo in abl.; ita, dopo avv. o aggettivo, significa ‘tanto’)=

‘non troppi giorni dopo’

***

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LEZIONE N.

ARGOMENTI: TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Esercizi su participi, ablativo

assoluto, perifrastiche, infinito

- Correzione degli

esercizi assegnati nella lezione XIII

- Esercizi di rinforzo

su participi, ablativo assoluto, perifrastiche, infinito

XIV

- Morfologia: revisione dell’ infinito perfetto e futuro attivi e passivi

- DMR I tavole verbali pp. 260-269 e II, unità 11, pp. 280-2

- Correzione dell’ DMR p. 295 es.18 (allegato alla lezione XIII)

lavoro

individuale consigliato

- revisione degli argomenti

indicati

- V. sopra

- Completamento di

tutti gli esercizi

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� CORREZIONE DEGLI ESERCIZI SU PARTICIPIO E ABLATIVO ASSOLUTO ASSEGNATI NELLA LEZIONE XIII:

� Participio e ablativo assoluto, es. a: 1. Quando le api stanno per volare, ronzano intensamente. 2. Quiriti, avete intenzione di abbandonare tutti gli dei dello stato e della famiglia? 3. La sorte aiuta coloro che osano. 4. I Carnuti, spesso vessati, dopo aver consegnato gli ostaggi (lett.: essendo stati consegnato gli o.), si arrendono. 5. Errata corrige: iniecit, non inecit: Marzio irruppe intrepido nella città attraverso la porta aperta e dopo aver fatto una strage diede fuoco agli edifici. 6. Pompeo poco prima aveva visto i suoi che fuggivano dall’accampamento. 7. Saccheggiata la città ed incendiatane una gran parte, lasciati tra le fiamme a mala pena duemila uomini, traversato il Po, i Galli si dirigono verso Cremona. 8. E’ iniquo non porgere la mano a coloro che sono caduti in rovina. 9. Sotto il comando di Annibale [lett. ‘Annibale essendo comandante’] spesso i Cartaginesi vinsero i Romani. 10. Con gli sforzi dei nostri [lett. ‘Sforzandosi i nostri’] Cesare sottomette i cavalieri germani. � Participio e ablativo assoluto, es. b: “Successi di Annibale dopo la battaglia di Canne” Combattuta questa battaglia, Annibale partì per Roma senza incontrare alcuna resistenza [lett. ’non resistendogli nessuno’]. Si fermò sui monti vicini alla città. Dopo che si fu accampato alcuni giorni lì e fu tornato a Capua, gli si oppose nell’agro Falerno Quinto Fabio Massimo, dittatore romano. Pur trovandosi chiuso qui da strettoie, si tolse d’impaccio di notte senza alcuna perdita dell’esercito e ingannò Fabio, comandante astutissimo. Infatti, calata la notte, fece incendiare dei rami legati alle corna di giovenchi e spinse contro di lui una moltitudine di queste bestie [lett. di tale razza] che procedeva in modo disordinato. Infuso il terrore nell’esercito romano, nessuno osò uscire fuori dai ripari. Dopo aver compiuto tale impresa, non troppi giorni dopo mise in fuga Mario Minucio Rufo, capo della cavalleria, fatto uscire in combattimento con l’inganno.

Nota: lo stile del latino (posizione dei sintagmi, costruzione delle frasi) lascia molto a desiderare, ma questo non è imputabile solo allo stile non eccellente di C. Nepote, bensì anche alla rielaborazione che, toccando il meno possibile il testo latino, ha certo prodotto iuncturae modeste (ad es. alla riga 3 exercitus, se inteso come genitivo, sarebbe stato meglio tra ullo e detrimento; d’altra parte se lo si intende come nominativo soggetto di se expedivit non torna che sia anche soggetto di dedit verba, azione da attribuire ad Annibale e non all’esercito; inoltre la posizione di locorum angustiis può fare intendere che sia in dipendenza da se expedivit piuttosto che da clausus, che però resterebbe senza un completamento; eccetera).

� Correzione DMR p. 295 es.18 (infinito)

essere trovato, aver chiamato, stare per udire (m. pl.), stare per essere udito/a/i/e, essere giunto/a/i/e, essere stata distrutta, stare per essere chiamato/a/i/e, essere restituito/a/i/e, aver udito, stare per scrivere (f. sing.), chiamare, aver scritto, essere stati/e ascoltati/e (n. pl.), stare per essere scritto/a/i/e, aver trovato, aver distrutto, stare per fuggire (m./n. sing.), aver detto, esser stati chiamati (m. pl.), essere stata scritta, essere scritto/a/i/e, essere distrutto/a/i/e, essere stati restituiti (m. pl.), stare per giungere (m. pl.), essere stato condotto (m./n. sing.), essere fuggito/a/i/e, essere condotto, stare per restituire (m. pl.), essere ascoltato/a/i/e, aver restituito, stare per distruggere (m./n. sing.).

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Esercizi di rinforzo su participi, ablativo assoluto, perifrastiche, infinito: individuare queste

forme nelle frasi seguenti, riconoscere i verbi deponenti , quindi tradurre 1) Terra nos nascentes excipit, natos alit, semelque editos sustinet semper; novissime (da ultimo)

gremio complectitur (Plin.).

2) Saepe impetravit veniam confessus reus (Phaedr.).

3) Anus iacere vidit epotam amphoram (Phaedr.).

4) Dic mihi dormituro: “potes (=potresti) non expergisci”; dic experrecto: “potes non dormire

amplius”. Dic exeunti: “Potes non reverti”; dic redeunti: “potes non exire” (Sen.).

5) Conscientia bene actae vitae iucundissima est. (Cic.)

6) Romam profecturi eramus.

7) Scripturus eram tibi, cum tu venisti.

8) Cum milites pugnaturi erant, dux eos (=acc. Masch pl. Di is, ea, id) ad virtutem hortatus est.

9) Ave, Caesar, morituri te salutant.

10) Mendaci homini ne verum quidem dicenti credere solemus (Cic.).

11) Senones Galli moltitudine ingenti ad Clusium venerunt, legionem Romanorum castraque

oppugnaturi.

12) Galli, re per exploratores cognita, obsidionem relinquunt (Caes.).

13) Praefecto vulnerato, non dubitant (dubito + infinito = esitare a) nostri resistere (=far fronte

indietro) et conversis equis hostem pellere.(Caes.).

14) Viri sapientes laudandi sunt.

15) Dolores fortiter ferendi sunt.

16) Hoc iter celeriter faciendum erat.

17) Ante ad mortem quam ad vitam praeparandi sumus (Sen.)

18) Libros de contemnenda morte multi scripserunt.

19) Iniuriis ferendis fortior fies.

20) In capiendo consilio te socium volo.

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� CORREZIONE DELL’ESERCIZIO:

a) individuazione delle forme (sottolineate); b) riconoscimento dei deponenti (grassetto) c) traduzione

1) Terra nos nascentes (= part. pres. acc. pl.) excipit, natos (= part. perf. acc. pl.) alit, semelque editos (= part. perf. acc. pl.) sustinet semper; novissime (= da ultimo) gremio complectitur (Plin.). (deponenti: nascor; complector) La terra ci accoglie quando nasciamo, una volta nati ci nutre, e generati una sola volta ci sostiene sempre; da ultimo ci accoglie nel proprio grembo. 2) Saepe impetravit veniam confessus (= part. perf. nom. sing.) reus (Phaedr.). (deponenti: confiteor). Spesso un reo confesso (= che ha confessato) ha ottenuto il perdono. 3) Anus iacere (= inf. pres. att.) vidit epotam (= part. perf. acc. sing.) amphoram (Phaedr.). Una vecchia vide giacere (= a terra)un’anfora svuotata 4) Dic mihi dormituro (= part. fut. dat. sing.): “potes (= potresti) non expergisci (= inf. pres. att.)”; dic experrecto (= part. perf. dat. sing.): “potes non dormire (= inf. pres. att.) amplius”. Dic exeunti (= part. pres. dat. sing.): “potes non reverti (= inf. pres. att.)”; dic redeunti (= part. pres. dat. sing.): “potes non exire (= inf. pres. att.) ” (Sen.). (deponenti: expergiscor; revertor) Dimmi quando sto per dormire: “potresti non risvegliarti”; dimmi quando mi sono svegliato: “potresti non riaddormentarti più”. Dimmi quando esco: “potresti non tornare”; dimmi quando torno: “potresti non uscire più”. 5) Conscientia bene actae (= part. perf. gen. sing.) vitae iucundissima est. (Cic.) La coscienza di una vita bene vissuta è molto lieta. 6) Romam profecturi eramus. (= perifrastica attiva) (proficiscor) Stavamo per partire per Roma. 7) Scripturus eram (= perifrastica attiva) tibi, cum tu venisti. (cum + indicativo = quando) Stavo per scriverti, quando sei arrivato. 8) Cum milites pugnaturi erant (= perifrastica attiva), dux eos (= acc. masch pl. di is, ea, id) ad virtutem hortatus est. Quando i soldati stavano per combattere, il comandante li esortò al valore. 9) Ave, Caesar, morituri (= part. fut. nom. pl.) te salutant. Ave, Cesare, coloro che stanno per morire ti salutano. 10) Mendaci homini ne verum quidem dicenti (= part. pres. dat. sing.) credere solemus (Cic.). A un uomo bugiardo neppure quando dice la verità siamo soliti credere. 11) Senones Galli moltitudine ingenti ad Clusium venerunt, legionem Romanorum castraque oppugnaturi. (= part. fut. nom. pl con valore finale.) I Galli Senoni con un’ingente esercito giunsero a Clusio, per assediare la legione e l’accampamento romani.

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12) Galli, re per exploratores cognita, obsidionem relinquunt (Caes.). (re cognita = abl. ass.) I Galli, saputa la notizia (la cosa) tramite gli esploratori, abbandonano l’assedio. 13) Praefecto vulnerato, non dubitant (dubito + infinito = esitare a) nostri resistere (= inf. pres. attivo) et conversis equis hostem pellere (= inf. pres. attivo. (Caes.). (Praefecto vulnerato = abl. ass.) (conversis equis = abl ass.) Ferito il prefetto, i nostri non esitano a far fronte indietro e, voltati i cavalli (dopo aver voltato…), a respingere il nemico. Letteralmente, conversis è passivo, per cui “essendo stati voltati i cavalli”, ma in italiano questa forma è sgradita. 14) Viri sapientes laudandi sunt. (= perifrastica passiva) Gli uomini saggi devono essere lodati / sono da lodare: 15) Dolores fortiter ferendi sunt. (= perifrastica passiva) I dolori sono da sopportare / devono essere sopportati con forza. 16) Hoc iter celeriter faciendum erat. (= perifrastica passiva) Questo viaggio era da fare / doveva essere fatto celermente. 17) Ante ad mortem quam ad vitam praeparandi sumus (Sen.) (= perifrastica passiva) Dobbiamo prepararci prima alla morte che alla vita.(al passivo preparo, come molti altri verbi, può assumere valore riflessivo) 18) Libros de contemnenda (= gerundivo, abl. sing.) morte multi scripserunt. Molti hanno scritto libri sul disprezzo della morte (lett. sulla morte da disprezzare, espressione non accettabile in italiano) 19) Iniuriis ferendis (= gerundivo, abl. pl.) fortior fies. Sopportando le ingiustizie diverrai più forte. (lett con le ingiustizie da sopportare, espressione non accettabile in italiano) 20) In capiendo (= gerundivo, abl. sing.) consilio te socium volo. Nel prendere una decisione ti voglio come alleato. (lett. nella decisione da prendere)

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Sintassi: completive/1: infinitive

- V. sotto SCHEDA SULLE INFINITIVE

- ESERCIZI a) e b) SULLE INFINITIVE

XV

- Morfologia: sistema del supino: forme passive del perfectum

- DMR 8 pp. 171-2 - DMR p. 192 es. 1-2 (allegati): dell’es. 2 solo le frasi segnate

lavoro individuale consigliato

- revisione degli argomenti

indicati

- V. sopra -

- Completamento di

tutti gli esercizi

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PROPOSIZIONI SUBORDINATE COMPLETIVE /1: INFINITIVE

1) PREMESSA: Rivediamo la definizione generale: Le proposizioni subordinate completive (o sostantive) hanno nel periodo la funzione di un complemento necessario (oggi si parla preferibilmente di espansione necessaria), e cioè di soggetto, oggetto, apposizione;

• A) esempi in italiano di completiva con valore di soggetto (proposizioni soggettive): a) E’ certo che sei in errore (proposizione soggettiva tout court); b) Non ci si chiede abbastanza perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione soggettiva interrogativa indiretta); c) Si vuole che tutti abbiano un’opinione (proposizione soggettiva volitiva) ecc.

• B) esempi in italiano di completiva con valore di oggetto (proposizioni oggettive): a) Credo che tu sia in errore (proposizione oggettiva tout court); b) Ti chiedo perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indiretta); c) Voglio che tutti abbiano un’opinione (proposizione oggettiva volitiva) ecc.

• C) esempi in italiano di completiva con valore di apposizione (proposizioni epesegetiche): a) Credo questo, che tu sia in errore (apposizione del pronome ‘questo’ ); b) Ti chiedo ciò, perché sia tanto importante avere dei valori (proposizione oggettiva interrogativa indirett, apposizione di ‘ciò’); c) Voglio questo risultato, che tutti abbiano un’opinione (proposizione oggettiva volitiva, apposizione di ‘risultato’) ecc.

Rivediamo anche l’esempio: “I soldati, che ormai erano sfiniti, credevano che avrebbero dovuto combattere molto, se volevano vincere, quando fossero giunti sul campo di battaglia, nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno, così che fecero uno sforzo strenuo per non cedere alla fatica”: • Proviamo a togliere la proposizione “che avrebbero dovuto combattere molto”, che costituisce

l’oggetto di “credevano”: “I soldati, / che ormai erano sfiniti, / credevano, / se volevano vincere, / quando fossero giunti sul campo di battaglia,/ nonostante che i nemici fossero fiaccati dall’inverno, / così che fecero uno sforzo strenuo / per non cedere alla fatica”: ‘credevano’ cosa??? La frase risulta incompleta dal punto di vista sia sintattico che semantico, il che dimostra che tale frase, in quanto necessaria, è proprio una completiva (oggettiva nella fattispecie).

• Come prova ulteriore reintegriamo l’oggettiva ma togliamo tutte le altre proposizioni secondarie compresa la relativa (aggettiva): “I soldati credevano che avrebbero dovuto combattere molto”: mancano tutte le circostanze, ma il senso base c’è e sintatticamente la frase è completa.

2) TIPI DI PROPOSIZIONI COMPLETIVE IN LATINO : • Abbiamo già visto quali sono le tre funzioni delle completive nel periodo: soggetto, oggetto,

apposizione. Le chiamiamo di conseguenza soggettive, oggettive, epesegetiche (o esplicative) • Ora esaminiamone i vari tipi che si presentano in latino: esse vanno distinte in

� completive che hanno SOLO la funzione di soggetto/oggetto/apposizione della loro reggente e che in latino si presentano all’infinito (v. sotto punto 3 e DMR pp. 447-8);

� completive che a questa funzione aggiungono ne aggiungono un’altra (esprimere una domanda, un dubbio, un timore, una volontà, un evento,…) (v. DMR unità 17 pp. 447 ss).

• Cominciamo con l’occuparci delle proposizioni all’infinito.

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3) LE PROPOSIZIONI INFINITIVE 3.1) COSTRUZIONE • Partiamo da un semplice esempio in italiano per poi rivederlo subito in latino: “Credo che tu sia

buono” è così analizzabile: “Credo” = proposizione principale: tale predicato chiede, come è intuibile un oggetto, rappresentato dalla frase “che tu sia buono” = proposizione subordinata completiva oggettiva

• Vediamo ora lo stesso esempio in latino:

Credo te esse bonum Credo = principale; “credo” è transitivo”, di conseguenza cercherò un oggetto, domandandomi “Cosa “credo”? La risposta sarà che quel che “credo” è “te esse bonum” (che è dunque il suo oggetto, tanto più che è tutto in accusativo, e poiché è una frase la chiamerò oggettiva). Per cui: Credo = principale te esse bonum = oggettiva (I grado) = “Credo / che tu sia buono” Ora osserviamo meglio come è fatta l’infinitiva, che posso interpretare in due modi:

a) il predicato nominale esse bonum è all’infinito, il suo soggetto è te, in accusativo: dunque, soggetto in accusativo, predicato all’infinito, ogni elemento riferito al soggetto (attributi, apposizioni, parti nominali del predicato) in accusativo: questa costruzione è nota anche con il nome ACCUSATIVO PIÙ INFINITO

b) posso però interpretare la frase anche così: Credo = predicato verbale; ego = soggetto sottinteso; te= oggetto; esse bonum = compl. predicativo dell’oggetto (e l’origine del costrutto deve essere stata proprio questa).

• Verifichiamo con un altro esempio:

Milites animosos fuisse Caesar putat. Prima di tutto vedo che ci sono due predicati e dunque devono esserci due proposizioni, che divido:

Milites animosos fuisse / Caesar putat.

La principale non può che essere Caesar putat (“Cesare ritiene”) perché ‘si regge’ da sola. L’altra proposizione è all’infinito con l’accusativo. Dunque, “Cesare ritiene”. Cosa ritiene? Logicamente, che Milites animosos fuisse = “i soldati essere stati coraggiosi”. Ricapitoliamo: “Cesare ritiene i soldati essere stati coraggiosi”, cioè “Cesare ritiene che i soldati siano stati coraggiosi”. In italiano l’infinitiva è desueta ormai da secoli e si traduce con la congiunzione “che” + indicativo o congiuntivo (a seconda del verbo della reggente) oppure con la congiunzione “di” + infinito se il suo soggetto è lo stesso della reggente (es. Credo me esse bonum = ‘credo di essere buono’ e non ‘credo che io sia buono’). Procediamo all’analisi di Milites animosos fuisse Caesar putat. a) Caesar putat = principale; Milites animosos fuisse = oggettiva di I grado;

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oppure b) Caesar = soggetto; putat = pred. verb.; milites =compl. oggetto; animosos fuisse = compl. predicativo dell’oggetto. FRASI DI QUESTO TIPO SONO COMPLETIVE INFINITIVE OGGETTIVE. • Ora posso vedere le stesse infinitive in funzione di soggetto:

Esempio 1: Constat / te esse bonum, dove constat significa “risulta, è chiaro”. Che cosa risulta, che cosa è chiaro? Qual è insomma il soggetto di constat? Naturalmente, te esse bonum. Per cui:

Constat = principale: “Risulta”

te esse bonum = soggettiva di I grado (dove te è il soggetto dell’infinitiva, esse bonum il predicato nominale)

Traduzione: “Risulta che sei buono”. Esempio 2: Milites animosos fuisse / constabat. Per lo stesso procedimento, arriverò a: “Risultava che i soldati fossero stati coraggiosi”, avendo capito che il soggetto di constabat è l’intera frase infinitiva, che dunque è una soggettiva. FRASI DI QUESTO TIPO SONO COMPLETIVE INFINITIVE SOGGETTIVE.

• A questo punto non sarà difficile usare le stesse frasi in funzione di apposizione: Esempio 1: Hoc credo, te esse bonum, in cui l’infinitiva è apposizione di hoc (=ciò), per cui: Hoc credo = principale (Hoc = oggetto; credo = p.v.; ego = sogg. Sottinteso); te esse bonum = infinitiva epesegetica (= in funzione di apposizione) di I grado Traduzione: “Questo credo, che tu sia buono” Esempio 2: Id (=Ciò) Caesari constabat, milites animosos fuisse, che tradurrò “Ciò era chiaro a Cesare, che i soldati erano stati coraggiosi”. FRASI DI QUESTO TIPO SONO COMPLETIVE INFINITIVE EPESEGETICHE.

* 3.2) LA REGGENTE DELLE INFINITIVE: N.B. Le completive infinitive dipendono da una reggente che contiene:

• espressioni apparentemente impersonali come nocesse est, constat, licet, piget iustum est ecc. Le completive che ne dipendono sono soggettive o epesegetiche

• un verbum dicendi, sentiendi, putandi e altri, vale a dire verbi che esprimono dichiarazioni, opinioni, percezioni, pensieri, ecc. del tipo dico, puto, credo, doleo, animadverto, scio, ….Nerlla traduzione si faccia attenzione che in dipendenza da verbi estimativi / opinativi l’italiano vuole il congiuntivo , per cui: “Dicevano che eri stato imprudente” ma “Pensavano che fossi stato imprudente”)

• talora un verbum voluntatis (verbo di volontà) quale volo, iubeo, veto, sino,…

*

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3.3) I TEMPI DELLE INFINITIVE: CONSECUTIO TEMPORUM (CORRELAZIONE DEI TEMPI) DELL’INFINITO

L’infinitiva è sentita in latino come strettamente legata alla sua reggente: pertanto IL SUO TEMPO è sempre in relazione ad essa; in altre parole, l’infinitiva avrà l’infinito presente se contemporanea alla sua reggente, avrà l’infinito perfetto se è anteriore ad essa, avrà l’infinito futuro se è posteriore ad essa:

REGGENTE INFINITIVA CONTEMPORANEITÀ

(rispetto alla reggente)

ANTERIORITÀ

(rispetto alla reggente)

POSTERIORITÀ

(rispetto alla reggente)

QUALSIASI TEMPO infinito presente infinito perfetto infinito futuro

In latino la consecutio temporum dell’infinito è assai semplice. Meno semplice è la traduzione, perché si deve rispettare la consecutio temporum dell’italiano. I tempi variano se la reggente ha un tempo presente o futuro (si chiamano “tempi principali”) o un tempo passato (“tempi storici”). Vediamo le due categorie:

• Esempio con reggente al presente o al futuro (“tempi principali”):

REGGENTE INFINITIVA CONTEMPORANEITÀ

(rispetto alla reggente)

ANTERIORITÀ

(rispetto alla reggente)

POSTERIORITÀ

(rispetto alla reggente)

Caesari Ariovistus dicit / dicet Gallos tam fortes

quam Romanos esse

(infinito presente)

Gallos tam fortes quam Romanos

fuisse

(infinito perfetto)

Gallos numquam in deditionem populi Romani venturos

esse

(infinito futuro)

Ariovisto dice / dirà a Cesare

che i Galli sono forti tanto quanto i Romani

(ital.: presente)

che i Galli sono stati / furono forti tanto quanto i Romani

(ital.: un tempo passato)

che mai i Galli si arrenderanno al popolo romano

(italiano: fut. I)

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• Esempio con reggente al passato (“tempi storici”):

REGGENTE INFINITIVA CONTEMPORANEITÀ

(rispetto alla reggente)

ANTERIORITÀ

(rispetto alla reggente)

POSTERIORITÀ

(rispetto alla reggente)

Caesari Ariovistus dixit Gallos tam fortes

quam Romanos esse

(infinito presente)

Gallos tam fortes quam Romanos

fuisse

(infinito perfetto)

Gallos numquam in deditionem populi Romani venturos

esse

(infinito futuro) Ariovisto disse a

Cesare che i Galli erano forti tanto quanto i Romani

(ital.: imperfetto)

che i Galli erano stati forti tanto quanto i

Romani

(ital.: un tempo passato tranne

l’imperfetto che esprime la

contemporaneità)

che mai i Galli si sarebbero arresi al

popolo romano

(italiano: condizionale passato)

***

ESERCIZI:

A) Frasi da analizzare e tradurre:

1. Omnes sciunt Athenas esse pulchram urbem.

2. Sperabamus vos beatos victuros esse.

3. Tacitus, clarus historiarum scriptor, adfirmavit Germanos patientes fuisse inediae et laboris.

4. Necesse est semper firmum esse sapientem.

5. Caelium oratorem fuisse facundum constabat.

6. Aristippum philosophum numquam risisse dicunt.

7. Tulliae verba sincera fuisse putavimus.

8. Tulliae verba sincera esse putavimus.

9. Tulliae verba sincera futura esse/fore putavimus.

10. Tulliae verba sincera esse putabimus.

11. Tulliae verba sincera fuisse putabimus.

12. Tulliae verba sincera fore /futura esse putabimus.

13. Tulliae verba sincera fuisse putamus.

14. Tulliae verba sincera fore /futura esse putamus.

15. Tulliae verba sincera esse putamus.

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B) Brano da analizzare e tradurre:

“Le imprese di Alessandro il Macedone” De vita factisque Alexandri Magni semper disputaverunt historiae scriptores. Alii (=alcuni) dicunt

eum (0) insano gloriae caedisque studio (1) per Asiam cucurrisse; affirmant alii (=altri) Alexand-

rum non solum Persas superare habuisse in animo, sed etiam Europam cum Asia pace longa

coniungere.

Primo certe, in Asiam copias suas ducens, nihil aliud optabat quam (2) Darium e regno expellere et

Persas, Graecis semper inimicos, vi et armis diripere; sed, post victoriam apud Gaugamelam,

consilium novum habuit: cum rex Persarum fuit, Graecos barbarosque in unam gentem contrahere.

Tradunt Alexandrum multa oppida condidisse, quorum (3) incolae linguam Graecam Graecosque

mores habebant, et Macedonibus suis foeminas Persarum uxores imposuisse; [tradunt] ipsum (4)

uxorem Persicam duxisse (5), Persicam vestem induisse, provinciis imperii sui et Persas et Graecos

praefecisse.

(0) eum = acc. masch. sing. di is, ea, id= ‘egli, ella, ciò’ (1) studium = cupiditas (2) nihil aliud quam = ‘nient'altro che’ (3) quorum = gen. plur. masch. o neutro del pronome relativo qui, quae, quod = ‘il quale, la quale, la qual cosa’ (4) ipsum = acc. masch. o neutro sing. del pronome e aggettivo ipse, ipsa, ipsum = ‘stesso/a’: qui vale ‘egli stesso’ (5) uxorem ducere = sposare, prender moglie 1) Rispondere alle seguenti domande:

a) Chi parla di Alessandro e cosa dice di lui nel primo paragrafo? b) Quali erano i progetti di Alessandro prima della vittoria di Gaugamela? c) Dopo tale vittoria, quali sentimenti nutrì verso i Persiani e a cosa obbligò i Macedoni? d) ci sono delle infinitive? se sì, elencarle, farne l'analisi (indicando la reggente, il rapporto di tempo con questa, il soggetto dell'infinitiva); e) che complemento è studio alla riga 2?

2) Tradurre.

***

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Sintassi: revisione delle completive/1: infinitive

- V. SCHEDA SULLE INFINITIVE (allegata alla lezione XV)

- CORREZIONE ESERCIZI a) e b) SULLE INFINITIVE (allegati alla lezione XV)

- morfologia: gradi dell’aggettivo e dell’avverbio

- Sintassi: complementi di paragone e di limitazione

- DMR 7 pp. 138-145

- DMR pp. 147-153 nn. 5, 6, 7, 8, (fac. 9, 10) 12, 13, 14 (fac. 15, 17, 18, 20, 21), 23, 25, 26. (allegati)

XVI

- Morfologia: sistema del supino: revisione delle forme passive del perfectum

- DMR 8 pp. 171-2 - Correzione degli es. p. 192 1-2 DMR

- DMR p. 147 n.3 (allegato)

lavoro individuale consigliato

- revisione

- v. sopra

-

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CORREZIONE ESERCIZI a) e b) SULLE INFINITIVE (allegati alla lezione XIV)

� Esercizio A) sulle completive infinitive: 1. Tutti sanno che Atene è una bella città. 2. Speravamo che voi avreste vinto felici. 3. Tacito, famoso storico, affermò che i Germani furono capaci di sopportare la fame la fatica. 4. E’ necessario che il saggio sia sempre saldo. 5. Era noto che l’oratore Celio fu eloquente. 6. Dicono che il filosofo Aristippo non avesse mai riso. 7. Credemmo (Abbiamo creduto) che le parole di Tullia fossero state (siano state) sincere. 8. Credemmo (Abbiamo creduto) che le parole di Tullia fossero sincere. 9. Credemmo (Abbiamo creduto) che le parole di Tullia sarebbero state sincere. 10. Crederemo che le parole di Tullia siano sincere. 11. Crederemo che le parole di Tullia fossero/siano state sincere. 12. Crederemo che le parole di Tullia saranno sincere. 13. Crediamo che le parole di Tullia siano state sincere 14. Crediamo che le parole di Tullia saranno sincere. 15. Crediamo che le parole di Tullia siano sincere. � Esercizio B) sulle completive infinitive:

“Le imprese di Alessandro Magno” Sempre gli storici hanno discusso sulla vita e le imprese di Alessandro Magno. Alcuni dicono che egli sia corso in lungo e in largo per l’Asia per un insano desiderio di (ottenere) gloria e di (far) strage (1); altri affermano che Alessandro non solo ebbe in animo di superare i Persiani, ma anche di unire in una pace duratura l’Europa con l’Asia. In un primo tempo certamente, guidando le sue truppe in Asia, non desiderava nient’altro che cacciare Dario dal regno (persiano) e saccheggiare con la violenza delle armi (N.B. l’endiadi) il territorio dei Persiani (2), da sempre nemici dei Greci; ma, dopo la vittoria presso Gaugamela, nutrì un nuovo progetto: quando fu re dei Persiani, amalgamare in un solo popolo greci e barbari. Tramandano che Alessandro fondò molte città, i cui abitanti (=gli abitanti delle quali) parlavano la lingua greca e avevano usi e costumi greci, e che impose ai suoi Macedoni di sposare donne persiane; [tramandano] che egli in persona sposò una donna persiana, vestì abiti di foggia persiana e mise a capo delle provincie del suo impero sia Persiani sia Greci. NOTE: (1) i verbi tra parentesi possono essere integrati o no: è un esempio della sinteticità della lingua latina; (2) alla lettera “i Persiani”, secondo un uso frequentissimo in latino.

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� CORREZIONE DEGLI ESERCIZI sulle forme passive del perfectum:

� Correzione esercizi DMR p. 192 (forme passive del perfectum):

Es. 1. p. 192 (prime 10 forme): con l’avvertenza preliminare che il perfetto latino si rende in italiano, a seconda dei casi, o con il passato remoto o con il passato prossimo o con il trapassato remoto – ad es. la prima forma dell’esercizio victus es può essere tradotta ‘fosti / sei stato / fosti stato vinto’ – si sceglie per la correzione il passato remoto: fosti vinto, fui avvertita, fummo costretti, fui lodato, eravamo stati avvertiti, sarà stato costretto, fummo lodati, era stato vinto, saranno stati avvertiti,… Es. 2. p. 192: 1) La cavalleria nemica (dei nemici) fu vista da lontano. 2) All’alba sia tutti i nostri erano stati portati di là sia si distingueva l’esercito schierato dei nemici. 3) Le province erano state prorogate ai consoli già per un anno (� Il comando delle province era già stato prorogato …). 5) Con la guerra di Annibale le forse della colonia erano state fiaccate. 8) Si combatté a lungo ed aspramente con esito incerto. 9) A Vercingetorige furono trasmessi sia la sovranità sia il comando militare (= A V. fu trasmesso il comando supremo sia politico sia militare).10) Dopo che si giunse a Samo, Emilio convocò un consiglio. 11) Perseo ricevette il regno e fu chiamato re da senato. 12) A te è stata concessa la somma pace, la somma tranquillità. 13) Attraverso l’inganno e il tradimento è stata quasi perduta la libertà. 14) Subito al primo attacco i nemici sono stati respinti (pulsi = pulsi sunt, con sunt sottinteso). 15) Ormai sia era trascorsa la maggior parte dell’anno sia erano state aggiunte due tavole di leggi alle dieci tavole dell’anno precedente. 16) Vinti definitivamente i Volsci il territorio di Velletri fu aggiunto (adiectus= adiectus est, sottinteso est). A Velletri furono mandati coloni da Roma e fu fondata una colonia. (sempre sottintese le voci del verbo sum).

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Revisione dei gradi

dell’aggettivo e dell’avverbio - revisione delle infinitive

- v. lezione XVI - v. lezione XV

- Esercizi di rinforzo

sulle infinitive (v. sotto)

XVII - Morfologia: ripresa dei

pronomi ed aggettivi personali, possessivi e del riflessivo; i pronomi ed aggettivi dimostrativi e determinativi

- DMR I unità 8

pp. 172 -8

- DMR I pp. 193-4 n. 4

(frasi 1, 7, 8, 12, 17, 20, 22), n. 6 (frasi 1, 2, 3, 4, 6, 7, 10), 8; DMR I pp. 195 es. 12 (tranne le frasi 9 e 14); DMR p. 196 nn. 15, 16, 17 (frasi 1/5)

(v. ALLEGATI)

lavoro individuale consigliato

- revisione generale

- completamento e/o

rifacimento degli esercizi

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� CORREZIONE DEGLI ESERCIZI ASSEGNATI sui gradi dell’aggettivo e dell’avverbio:

� Correzione DMR pp. 147-153 es. 5, 6, 7, 8, 12, 13, 14, 23, 25, 26, esclusi gli esercizi facoltativi

(gradi dell’aggettivo e dell’avverbio):

� DMR p. 147 n. 5 (si danno le prime 5 forme): crudelis,-e; utilis,-e; celer,-is,-e; abundans, -antis; antiquus,-a,-um…

� DMR p. 147 n. 6 (si danno le prime 5 forme): altior, altius; pulchrior, pulchrius; callidior, callidius; dulcior, dulcius, potentior, potentius; …

� DMR p. 148 n. 7 (si danno le prime 5 forme): un servo troppo / alquanto /… / più furbo (acc.); dei re troppo / piuttosto /…/ più potenti; a/di una ragazza un po’ troppo / alquanto /…/ più timida oppure le / o ragazze un po’ troppo / alquanto /…/ più timide (nom./voc.); di una donna un po’ troppo / alquanto /…/ più bella; un / o progetto un po’ troppo / alquanto /…/ più utile (nom./acc./ voc.); …

� DMR p. 148 n. 8 (si dà il primo esempio): a) Gaia tam/sic/ita diligens est quam Paula; b) Paula tam/sic/ita diligens est quam Gaia (uguaglianza); a) Gaia est minus diligens quam Paula; b) Paula est minus diligens quam Gaia (minoranza); a) Gaia est diligentior Paula / quam Paula; b) Paula est diligentior / quam Gaia (maggioranza); …

� DMR p. 149 n. 12 (si danno le prime 3 forme): tristis, -e; diligens, -entis; carus,-a,-um;…. � DMR p. 149 n. 13 (si danno le prime 3 forme): longissimus,-a,-um; brevissimus,-a,um;-

amplissimus,-a,-um;… � DMR p. 149 n. 14 (si danno le prime 3 forme, trducendo prima col superlativo assoluto poi

col superlativo relativo - quando ha senso-): con/a/per/… una gravissima malattia oppure con/a/per/… la più grave malattia (dat./abl.); [o] carissimo/a consorte; un uomo molto turpe oppure l’uomo più turpe (acc.);…

� DMR p. 152 n. 23: 1. Sia quanto al numero sia per il coraggio i Romani erano superiori [consueto il singolare per il plurale, per metonimia]. 2. Bruto era molto inferiore per numero di navi. 3. Cesare mise a capo delle coorti Carfuleno, che eccelleva sia per la grandezza d’animo sia per la profonda conoscenza della guerra. 4. Nella conoscenza e nell’esperienza della navigazione i Veneti superano gli altri. 5.Corbi era più grande d’età. 6. I frutti di Tivoli sono inferiori a quelli del Piceno per il sapore; infatti hanno un aspetto più bello. 7. Fra questi oratori, pur essendo un poco più vecchio, Servio Galba fu senza discussione il migliore per eloquenza. 8. Dall’accampamento la città fortificata dei Remi, di nome Bibracte, distava otto miglia. 9. Mai un esercito più esiguo quanto al numero né più illustre per la fama e l’ammirazione della gente avanzò attraverso la città.

� DMR p. 153 n. 25: “Verre ha trafugato anche opere d’arte risparmiate da Scipione” (Cicerone)

� Presso Engio c’è il santuario della Grande Madre: in questo santuario Scipione, un uomo che eccelleva in ogni cosa, aveva posto corazze ed elmi di bronzo, cesellati in stile corinzio, grandi brocche in uno stile simile, e vi aveva fatto incidere un’iscrizione con il proprio nome. Tutte quegli oggetti, giudici, Verre li ha sottratti, e non ha lasciato nulla nel santissimo tempio tranne le tracce della profanazione del sacro luogo e il nome di Publio Scipione. Tu solo, Verre, evidentemente, riconosci con la massima abilità le preziose fattezze del vasellame! Queste cose Scipione, persona dottissima e civilissima, non le capiva: mentre tu, senza alcuna conoscenza pregevole, senza cultura e civiltà, senza doti naturali, senza istruzione, tu le capisci e le giudichi!

� DMR p. 153 n. 26: “Cicerone compiange la propria sorte e quella della moglie” (Cicerone) Ho ricevuto da Aristocrito tre lettere, che ho quasi cancellato con le mie lacrime; sono infatti distrutto dal dolore, Terenzia mia, e le mie disgrazie non mi tormentano più delle tue e vostre; io però in questo sono più infelice di te, che sei infelicissima, poiché la sventura è

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comune a entrambi, ma la colpa è solo mia. Era mio dovere o evitare il pericolo, o resistere con zelo e forze, o cadere coraggiosamente. Nulla fu più meschino, più vergognoso, più indegno di noi di ciò. Davanti agli occhi si trovano notte e giorno la vostra miseria e sofferenza e la tua malattia. S’intravvede tuttavia una tenuissima speranza di salvezza; molti sono nemici, mal disposti quasi tutti. Ma tuttavia fino a quando voi nutrirete una speranza, non verrò meno.

***

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ESERCIZI DI RINFORZO SULLE INFINITIVE

Esercizio A) Ricapitolazione facilitata: tradurre il seguente testo (le proposizioni infinitive sono in neretto, con soggetto in accusativo e infinito sottolineati; i participi sono in maiuscoletto):

“Ulisse cerca di evitare la partenza per la guerra di Troia” (da Igino) Menelaus et Agamemnon, Atrei filii, Graecorum duces ducebant ad oppidi obdisionem et in insulam Ithacam ad Ulixem pervenerunt. Oraculum Ulixi olim responderat, si Troiam isset (1), eum (2) post vicesimum annum solum pauperemque domum remeaturum esse. Is (3) autem sciebat ad se (4) Graeciae oratores venturos esse: itaque, insaniam SIMULANS, equum ad aratrum cum bove iunxit et agrum suum arabat. At inter nuntios Palamedes sensit eum simulare: Telemachum igitur filium eius (5), cunis SUBLATUM, aratro subiecit. Tunc Ulixes constitit et eius fraus detecta est: is promisit se Troiano bello interfuturum esse (6), at ex illo (7) tempore semper Palamedi inimicus se ostendit. NOTE: (1) si isset= se si fosse recato (isset= congiuntivo piuccheferfetto di eo,is,i(v)i,itum, ir e= ‘andare’); (2) eum, che si riferisce a Ulisse, è l’accusativo singolare maschile del pronome is, ea, id = ‘egli, ella, esso’; (3) is è il nominativo singolare maschile dello stesso pronome: DMR p.176; (4) se è l’accusativo (o l’ablativo, ma non in questo contesto) del pronome riflessivo sui, sibi, se = ‘egli, ella, esso, sé’:

DMR p.172; (5) eius è il genitivo singolare di is, ea, id; (6) infinito futuro di intersum, composto di sum, che significa ‘intervenire, partecipare’; (7) illo = ablativo singolare masch./neutro di ille, illa, illud = ‘quello, -a’: DMR p. 175

Esercizio B) Tradurre il seguente testo: “Solone e Pisistrato”

Omnes rerum scriptores tradunt Solonem in magna veneratione apud Athenienses fuisse. Nam insigni cum prudentia Athenas administraverat, populique postulatu novas leges dederat. Ita civium discordias composuerat concordiamque restituerat rei publicae: pace Athenae gavisae sunt. Narrant eum postea urbem reliquisse, in Aegyptum navigavisse et post longa itinera domum remeavisse. Interim Pisitratus, dives et callidus civis, Athenarum principatum optabat. Solon saepe populum hortatus erat; saepe Athenienses de occultis Pisistrati consiliis monuerat; Athenienses vero, Solonis verborum immemores et rerum novarum cupidi, Pisistrato non obstiterunt. Ita Pisistratus paucis cum sociis dolo arcem occupavit tyrannidemque instituit. Dicunt historici eum princepem tamen sapientem fuisse: Athenas magnificis aedificiis ornavit multaque templa e marmore aedificavit; praeterea, Pisistrati ductu, agricultura et industria et mercatura summopere viguerunt. Peste tandem occubuit urbisque principatum filiis reliquit.

ESERCIZIO DI RICAPITOLAZIONE SUI VERBI:

Esercizio C) Analizzare e tradurre le seguenti forme: diligentes fuistis; diligens es! diligens es; domi ero; domi eram; este incolumes; spero te incolumem fore; mihi multi amici sunt; gaudeo te incolumem fuisse; iussit milites obsidionem facturos esse; dixerunt milites fortes esse; dixerunt milites fortes fuisse; erunt; erant; fuerat; aberam, afueram; abesse; afuisse; adfuero; adero; adfuturus esse; suberant; fuerant sub; superesse; profuisse; prodest; prosunt; prodeste! profutura querimus; potes, potero; poteras; potuerat; loquor, locutus est; locutae eratis; credo te loqui non posse; putabam rem prodesse posse; fers; fert; volebat; mavult; malle non vultis; nolunt; proficiscar; sperabam vos velle proficisci; abeo; adeo; ibam; obit; ire; iens; euntem; credebam me Romam iturum esse; Roma abiit; aio; inquit; coepi; meminit; meminerat; odisse.

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

XVIII

- revisione delle infinitive

- revisione dei pronomi ed aggettivi personali, possessivi e del riflessivo; i pronomi ed aggettivi dimostrativi e determinativi

- cfr. lezioni precedenti

- correzione degli esercizi sulle infinitive assegnati nella lezione precedente

- Correzione degli esercizi DMR I pp. 193-4 n. 4 (frasi 1, 7, 8, 12, 17, 20, 22), n. 6 (frasi 1, 2, 3, 4, 6, 7, 10), 8; DMR I pp. 195 es. 12 (tranne le frasi 9 e 14); DMR p. 196 nn. 15, 16, 17 (frasi 1/5)

- Morfologia e sintassi: il pronome relativo qui, quae, quod e il suo antecedente is, ea id: introduzione alla proposizione relativa

De bello Gallico I.1. (v. allegati alla lezione II);

- DMR I pp. 198-200 es. 23-25); facoltativo 22 p. 198 (tutti allegati)

lavoro

individuale consigliato

- revisione

- v. sopra

- Facoltativi es. 18-20-21 pp. 197-8

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� CORREZIONE ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XVII:

� Esercizio A): (INFINITIVE) “Ulisse cerca di evitare la partenza per Troia”:

Menelao e Agamennone, figli di Atreo, conducevano i capi dei Greci all’assedio della città e giunsero nell’isola di talca da Ulisse. Un tempo un oracolo aveva detto a Ulisse che, se fosse andato a Troia, [egli] sarebbe ritornato a casa dopo vent’anni solo e povero. Egli però sapeva che degli ambasciatori greci sarebbero venuti da lui: e così, simulando la pazzia, aggiogò un cavallo all’aratro con un bue e [così] arava il suo campo. Ma fra i messaggeri Palamede capì che egli simulava: dunque buttò sotto l’aratro Telemaco, figlio di lui, sottratto dalla culla. Allora Ulisse si fermò e la sua frode fu scoperta: egli promise che avrebbe partecipato alla guerra contro Troia, ma da quel momento si mostrò sempre ostile a Palamede.

� Esercizio B): (INFINITIVE) “Solone e Pisistrato”

Tutti gli storici narrano che Solone fu molto venerato dagli Ateniesi. Infatti con assennatezza fuor del comune aveva governato Atene, e per richiesta del popolo aveva promulgato nuove leggi. Così aveva composto le discordie dei cittadini e aveva restituito la concordia allo Stato: Atene godette di pace. Narrano che egli, dopo, lasciò la città, si dresse per mare in Egitto e ritornò in patria dopo lunghi viaggi. Nel frattempo Pisistrato, un cittadino ricco e astuto, desiderava il dominio di Atene. Solone aveva spesso esortato il popolo; spesso aveva avvertito gli Ateniesi dei progetti nascosti di Pisistrato; ma gli Ateniesi, immemori delle parole di Solone e desiderosi di novità, non si opposero a Pisistrato. Così Pisistrato con pochi compagni occupò con l’inganno la rocca e istituì la tirannide. Dicono gli storici che egli fu tuttavia un ‘principe’ saggio: ornò Atene di magnifici edifici e fece costruire molti templi in marmo; inoltre, sotto la guida di Pisistrato l’agricoltura, l’artigianato e il commercio fiorirono moltissimo. Infine morì di peste e lasciò ai figli il dominio sulla città.

� Esercizio C): (RICAPITOLAZIONE SUI VERBI) foste diligenti; sii diligente!; sei diligente; sarò a casa / in patria; ero a casa / in patria; siate sani e salvi!; spero che sarai sano e salvo; ho molti amici; mi rallegro che tu sia stato salvo; comandò che i soldati facessero l’assedio (in italiano il verbo di volontà chiede che il verbo dipendente sia in rapporto di contemporaneità, perché l’idea di futuro è data dal significato stesso di questi verbi); dissero che i soldati erano forti; dissero che i soldati erano stati forti; saranno; erano; era stato; ero assente; ero stato assente; essere assente; essere stato assente; sarò stato assente; sarò assente; stare per essere assente (nom. sing. masch.); erano sotto; erano stati sotto; sopravvivere; essere stati utili (aver giovato); è utile (giova); sono utili; siate utili!; cerchiamo le cose che [ci] saranno utili; puoi; potrò; potevi; aveva potuto; parlo, ha parlato, avevano parlato (nom.pl.masch.)., avevate parlato (nom. pl. femm.); credo che tu non possa parlare; credevo che la cosa potesse giovare; porti; porta; portavo; aver portato; sei stato portato, essere portato; stare/essere per portare; portato; che porterà; sta per portare, stavano per dire; stare/essere per essere portato; avrò portato; voglio; vuole; vuoi; voleva; preferisce; preferire; non volete; non vogliono; partirò; speravo che voi voleste partire; vado via; mi accosto; andavo; va incontro; va/andò; andare; che va (nom. sing.); che va (acc. sing. masch/femm.); credevo che sarei andato a Roma; se ne andò da Roma; dico; dice / disse; dico; inizio; ricorda; ricordava; odiare (attenzione: gli ultimi quattro sono perfetti logici).

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� CORREZIONE ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XVII SU I PRONOMI: � DMR p. 193 n. 4 (frasi 1, 7, 8, 12, 17, 20, 22); 1. Non sto seduto costì, sedetevi voi; io starò seduto sullo sgabello. 7. A proposito ti mostri a me, Fidippe. 8.Ora secondo il diritto militare ti lascio andare via illeso ed inviolato. 12. L’ra di Cesare mi nocque. 17. Sia egli la propria dignità sia noi abbiamo recuperato la nostra libertà 20. Antonio finora è con noi.22. Grande è l’opinione della gente su di te, , grande la memoria del tuo consolato. � DMR p 194 n. 6 (frasi 1, 2, 3, 4, 6, 7, 10): 1. Volturcio si difese con la spada dalla folla. 2. Il tumulto non si contiene più nel foro, ma pervade dappertutto l’intera città. 3. Cesare unì a sé il questore M. Antonio con la dodicesima legione. 4. Gli Allobrogi, che avevano villaggi e possedimenti al di là del Rodano, in fuga si rivolgono a Cesare. 6. Il mio dolore non solo non diminuisce, quando aggiunge a se stesso come compagno il tuo dolore, ma anzi aumenta.7. La maggior parte dei plebei, quando sono oppressi o dai debiti o dalla gravosità dei tributi o dall’ingiustizia di persone più potenti, si fanno servi dei nobili. 10. Cesare divise le sue truppe e lasciò un parte delle legioni nell’accampamento di Pompeo, una parte la rimandò nel proprio accampamento, quattro legioni le condusse con sé. � DMR p. 194 n. 8:

“Petreio affronta un pericolo improvviso” (da Cesare) Afranio si allontana dal lavoro intrapreso e si ritira nell’accampamento; ma Petreio non si perde d’animo: arma i servi; con essi, la coorte pretoria armata alla leggera e pochi cavalieri barbari accorre inatteso verso la trincea, interrompe le conversazioni dei soldati, caccia i nostri dall’accampamento e uccide molti soldati. I rimanenti si riuniscono fra loro e, atterriti dall’improvviso pericolo, avvolta la sinistra nel mantello (1) e impugnate le spade (2), si difendono così dai cavalieri armati di scudo leggero, si ritirano nell’accampamento e si riparano dalle coorti che erano di guardia alle porte. Note: (1) si noti che il latino preferisce il plurale (analitico, concreto) al singolare (sintetico, astratto). (2) lett. “avvolgono… e impugnano… e si difendono … e si ritirano… e si riparano”: sequenza

di coordinate troppo lunga in italiano, tanto più che atque sottolinea un legame assai stretto fra i due elementi che coordina.

� DMR p. 195 n. 12: 2. Questo discorso non fu sgradito ai Galli. 4. Sceglieva uomini adatti a questo compito. 11. Io sono quel famoso re Filippo!12. In questa occasione riponiamo la massima speranza in te e nel tuo esercito. 13. Intanto, però, metti via codesto rastrello! 16. Nel nostro accampamento quello non verrà mai, e tanto meno noi nel suo (lett. ‘in quello di lui’, dove si noti che nel latino “in illius” sottintende “castra”) .

� DMR p. 196 n. 15: 1. idque; 2. Ii ad eum; 3. ei; 4. eumque; 5. easque; 6. eorum; 7. eam ei.

� DMR p. 196 n. 16: 1. eadem. 2. ipsi. 3. Ipsa. 4. idem. 5. iisdem. 6. Ipse. 7. eodem, eodem. 8. Eadem. 9. eadem. 10. ipsum. 11. ipsam.

� DMR p. 196 n. 17: 1. La casa è stata distrutta e in quel luogo è stato eretto il santuario della dea Terra. 2. Samia fu mia madre: ella abitava a Rodi. 3. Un lupo e un agnello erano venuti allo stesso fiume. 4. Ambedue i fratelli gemelli hanno il medesimo nome. 5. In un primo momento quella moderazione del tribuno alleviò il timore dei senatori e nel contempo accrebbe l’invidia dei consoli.

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

XIX

- correzione esercizi e revisione della relativa

- Lessico:

a) i 40 aggettivi più frequenti della II classe

b) Caratteristiche lessicali e morfologiche dell’aggettivo

- esercizi assegnati

- Scheda lessicale XIV (allegata)

- DMR scheda lessicale sull’aggettivo pp. 154-168y

- Correzione e revisione di alcuni esercizi assegnati nella lezione precedente

lavoro

individuale consigliato

- revisione

- v. sopra

- Facoltativi es. 18-20-21 pp. 197-8

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� CORREZIONE DI ALCUNI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE XVIII:

� DMR I pp. 198 es. 22 1. quam; 2. quae; 3. qui; 4. cui; 5. quod; 6. quorum; 7. qui; 8. qua.

� DMR I pp. 198 es. 23 1.Lì giunse il giovane Lucio Cesare, il cui padre era luogotenente di Cesare. 2. Tu, Sole sommo, che vedi tutte le cose, guarda questa azione. 3. Il ponte che si era trovato (lett. era stato, con interruptus aggettivo) spaccato in due dalla tempesta era stato quasi ricostruito. 5. Labieno parte con 4 legioni per Lutezia. Questa è la città dei Parisii, che è posta in un’isola del fiume Senna. 6. I Germani considerano nel novero degli dei solo quelli che hanno percezione e dai cui poteri sono aiutati apertamente, e cioè il Sole, Vulcano e la Luna, gli altri non li hanno accettati neppure per la fama. 7. Quel che mi scrivi di Ermia mi dà decisamente molto fastidio.

� DMR I pp. 200 es. 25

“Statue di Romani illustri nel Foro” (da Cicerone)

Il principe Tolumnio, re dei Veienti, uccise a Fidene quattro legati del popolo romano, le cui statue (= le statue dei quali) sono rimaste sulle tribune fino alla mia memoria, quale giusto onore: ad essi infatti i nostri antenati, che erano andati incontro alla morte per lo stato, tributarono un ricordo perenne in cambio di una vita breve. Di Cneo Ottavio, uomo famoso e grande, che per primo portò la carica di console in quella famiglia, che in seguito fu insignita di uomini straordinari, vediamo la statua sulle tribune del Foro.

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Morfologia: pronomi: interrogativi

- La proposizione interrogativa diretta (DMR pp 190-ss)

- Morfologia: pronomi indefiniti

- DMR 8 pp. 179-181

- DMR 8 pp. 182-190

- Es. DMR p. 201 n. 27-28 (allegati)

- facoltativo es. DMR p. 201 n. 29

XX

- Lessico:

a) come i prefissi variano il significato dei verbi – base;

b) i più comuni ‘falsi amici’;

- c) i 45 verbi base deponenti e semideponenti

- Schede lessicali XV-XVI-XVII (allegate)

-

lavoro individuale consigliato

- revisione generale

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

XXI

- revisione dei pronomi interrogativi e delle proposizioni interrogative dirette

- Morfologia: pronomi indefiniti /2

- - Morfologia: congiuntivo

- DMR I pp. 182-190 - DMR 10 pp. 240-3

- Correzione e

revisione degli esercizi assegnati nella lezione precedente

- DMR pp. 209-210 e

213 es. n. 49-50-57-58 (allegati)

- DMR pp. 248-9 nn.1/5 (allegati)

� CORREZIONE DEGLI ESERCIZI SUI PRONOMI INTERROGATIVI ASSEGNATI NELLA LEZIONE PRECEDENTE:

� Es. 27 p. 200: 1. Quid in Sicilia vidisti? 2. Quis commentarios de b. G. scripsit? 3. Ubi fuit propraetor Verres? 4. Quando Volsci… fecerunt? 5. Cur frumenta matura non sunt? 6. Quod / Quale consilium cepit dictator? 7. Quo properat servus? � Es. 28 p. 201: 1. Dove ceni oggi? 2. Cosa dovrei fare adesso, padre mio? 3. Chi l’ha portata da voi? 4. Quanto ingiusti sono i padri [che si erigono a] giudici contro tutti i giovani! 14. Di che natura sarà la sua autorità? Quando costui oserà o potrà esprimere il proprio parere ufficiale? 15. Quale delle due leggi reputi più mite? 16. Perché hai abbandonato e tradito la causa del popolo romano?

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Revisione - Sintassi: congiuntivo

indipendente esortativo; - Sintassi: Cenni al congiuntivo

irreale

- DMR I vol. A p.244

- Correzione di alcuni esercizi assegnati la lezione precedente

- DMR p. 248-9 n.6

frasi 1, 5, 6, 7, 9, 10. (allegati)

XXII

- Morfosintassi: gerundio; supino; ripasso del gerundivo e della perifrastica passiva;

- DMR II p. 282-286

- DMR II esercizi pp. 286 ss. (non allegati)

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� CORREZIONE DI ALCUNI ESERCIZI ASSEGNATI NELLA LEZIONE PRECEDENTE: � Es. 1 p. 248 (prime 10 forme):

che (noi) amiamo, che tu acquisti, (che) voi udiate, (che) egli/ella sia rapito/a, che noi compriamo, che (noi) siamo mossi, (che) essi/e odano, che (noi) rapiamo, (che) (voi) fuggiate, (che) egli/ella ami,… [NOTE: 1. la congiunzione “che” è tra parentesi perché il congiuntivo può trovarsi evidentemente in diversi tipi di proposizione, introdotti da diverse congiunzioni o connettivi: è stato perciò conservato solo laddove si generi una confusione con l’indicativo; 2. anche i pronomi personali possono essere omessi ogni qualvolta la desinenza del verbo basti a individuare il soggetto: pertanto sono stati conservati solo nei casi in cui sono necessari]. � Es. 2 p. 248: arino, hanno/tengono/considerano (NOTA: si tengano in conto le diverse accezioni di habeo), coltiveranno, è avuto/tenuto/considerato, che (noi) ariamo, coltiverai, ha, sia arato, sarà coltivato, sono avuti/tenuti/considerati, coltiveremo, ariate, abbiamo, egli/ella ari, avete, siano arati, saremo coltivati.

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NOTE preliminari agli esercizi 3/5 pp. 248-9: 1. nelle proposizioni indipendenti (=principali) il congiuntivo imperfetto ha spesso il valore che in italiano diamo al condizionale presente (irrealtà nel presente); 2: il congiuntivo piuccheperfetto quello del condizionale passato (irrealtà nel passato). Esempi:

1. Facerem, si possem = Lo farei se potessi [sottinteso: ma non posso] 2. Fecissem, si potuissem = Lo avrei fatto, se avessi potuto [sottinteso: ma non ho potuto]

Il congiuntivo (tutti e quattro i tempi) può avere anzi molti altri valori nelle proposizioni indipendenti (cfr. DMR Unità 15 pp. 419 ss.). Per abituarci a questa ricchezza di significati diamo negli esercizi che seguono anche la traduzione col condizionale nei due casi prospettati sopra negli esempi.

� Es. 3 p. 248 (prime 10 forme):

io udissi / udrei, fossero comprati/e / sarebbero comprati/e, amasse / amerebbe, tu comprassi / compreresti, fosse / sarebbe mosso/a, muovessi / muoverei, rapissero / rapirebbero, che udiste / udireste, placasse / placherebbe, fosse comprato/a / sarebbe comprato/a,…

� Es. 4 p. 249 (prime 10 forme): avessimo mosso / avremmo mosso, io abbia amato, tu abbia trovato (*), avesse mosso / avrebbe mosso, che aveste visto / avreste visto, che abbiamo visto (*), tu avessi mosso / avresti mosso, che egli/ella abbia trovato (*), che aveste preso / avreste preso, avessero visto / avrebbero visto,…

(*) si ponga attenzione: tranne la prima singolare, tutte le altre persone del cong. perf. appaiono morfologicamente eguali al futuro anteriore (anche se anticamente il congiuntivo, proveniente da un antico ottativo, doveva avere una -i- lunga, mentre il futuro anteriore una ĭ breve: cfr. A. Ernout, Morphologie historique du latin, Parigi, Kliensieck, 1953); sarà pertanto solo il contesto (sintattico e di senso) a indicare di quale delle due forme si tratti.

� Es. 5 p. 249 (prime 10 forme): ella sia stata mandata, egli fosse stato chiamato / sarebbe stato chiamato, siano state trovati/e (neutro pl.), io sia stato mandato, esso sia stato trovato (neutro sing.), fossimo stati presi / saremmo stati presi, io sia stato mosso, che foste stati presi / sareste stati presi, che foste chiamate / sareste state chiamate, siate stati mandati, …

� Es. 50 (TESTO 1) p. 210 “Contro Catilina” (Cicerone): Andrai finalmente, una buona volta, dove già da tempo ti trascinava questa tua brama sfrenata e folle; e infatti questa situazione non provoca in te dolore, ma una sorta di incredibile voluttà. Per questa follia ti ha generato la natura, la tua volontà ti ha esercitato, la sorte ti ha serbato. Mai tu non solo l’otium, il tempo dedicato allo studio e alla meditazione, ma neppure la guerra hai desiderato avidamente se non scellerata.

� Es. 50 (TESTO 2) p. 210 “Pompeo arriva in Egitto” (Cesare): Mentre si trattano queste questioni fra loro, Domizio giunge con le navi a Marsiglia e, ricevuto dagli abitanti [lett. da loro, con una concordanza a senso], è posto a capo della città. Pompeo arriva a Pelusio. Lì per caso c’era il re Tolomeo, ancora bambino, che con ingenti truppe conduceva una guerra contro la sorella Cleopatra, che egli aveva cacciato dal regno pochi mesi prima servendosi dei propri familiari e amici, e l’accampamento di Cleopatra distava non molto da quello di Pompeo.

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

XXIII

- Morfologia: verbi anomali e

difettivi (il cui studio è affidato all’approfondimento domestico): studiare per ora paradigmi, significati e, della coniugazione, indicativo, imperativo, congiuntivo, participio e infinito

- DMR 12 (vol. II)

pp. 312 –332

- Correzione di un esercizio assegnato nella lezione precedente

- Es. DMR vol. II pp.

332 ss. (non allegati)

� CORREZIONE DMR p. 248-9 n. 6 frasi 1, 5, 6, 7, 9, 10 1. Venga Rullo e discuta apertamente con me sulla divisione dell’agro Campano. 5. Altri difendano l’accampamento e conducano la guerra; noi, come abbiamo detto e fatto sempre, sorveglieremo la città e la situazione a Roma insieme con voi. 6. Sia dunque protetta la mia vita per lo Stato, sia riservata alla patria, la morte o abbia l’inevitabilità del fato o sia affrontata con gloria. 7. Analizziamo tutta la causa, giudici, e dopo averla posta sotto gli occhi esaminiamola! 9. Il cibo sedi la fame, la bevanda estingua la sete, gli abiti allontanino il freddo, la casa sia riparo contro le intemperie. 10. Dedichiamoci a quelle gloriose occupazioni!

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

XXIV

- Sintassi: proposizioni dipendenti narrative con cum + congiuntivo e consecutio temporum della contemporaneità e dell’anteriorità

- DMR H p. 247 - v. scheda sul cum

narrativo

- DMR p. 256 n.22 frasi 1,3, 5, 7, 8, 9 (allegato)

(segue scheda nella pagina successiva)

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IL CUM NARRATIVO

esempio analisi della relazione temporale

fra reggente e dipendente traduzione

1. Cum Galli perveniant, Caesar aciem instruit (indicativo presente).

reggente in un tempo principale (area del presente) + cum narrativo al cong. presente

>

CONTEMPORANEITA’

(rispetto al presente)

1. Giungendo i Galli / Poiché i Galli giungono / Allorché (Quando) i Galli giungono / All’arrivo dei Galli, Cesare fa schierare l’esercito.

2. Cum Galli pervenirent, Caesar aciem instruxit (indicativo perfetto).

reggente in un tempo storico (passato) + cum narrativo al cong. imperfetto

>

CONTEMPORANEITA’

(rispetto al passato)

2. Giungendo i Galli / Poiché i Galli giungevano / All’arrivo dei Galli, Cesare fece schierare l’esercito

3. Cum Galli pervenerint, Caesar aciem instruit (indicativo presente).

reggente in un tempo principale (area del presente) + cum narrativo al cong. perfetto

>

ANTERIORITA’ (rispetto al presente)

3. Essendo giunti i Galli / Poiché i Galli sono giunti, Cesare fa schierare l’esercito

4. a) Cum Galli pervenissent, Caesar aciem instruxit (indicativo perfetto).

b) Cum Galli pervenissent, Caesar aciem non instruxit (indicativo perfetto).

reggente in un tempo storico (passato) + cum narrativo al cong. piuccheperfetto

>

ANTERIORITA’ (rispetto al passato)

4. a) Essendo giunti i Galli / Poiché i Galli erano giunti / Dopo che giunsero i Galli / Dopo l’arrivo dei Galli, Cesare fece schierare l’esercito. b) Pur essendo giunti i Galli, Cesare non fece schierare l’esercito.

N.B. • Il valore del cum narrativo oscilla spesso fra quello causale e quello temporale, ma dacché

indica in generale una circostanza può assumere altri valori, come quello concessivo (v. l’esempio 4.b), come il participio cosiddetto congiunto, anche nell’ablativo assoluto.

• I tempi della dipendente sono dunque regolati rispetto alla reggente, secondo un ordine preciso: si tratta della consecutio temporum del congiuntivo (tranne il rapporto di posteriorità, che non compete al cum narrativo), che significa appunto “ordine / rapporto fra i tempi” della dipendente rispetto alla reggente; a questo schema si conformano molte proposizioni dipendenti al congiuntivo, tra cui la finale, l’interrogativa indiretta, le completive volitive (studiando le varie

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dipendenti si dovrà verificare volta a volta se si conformano a questo modello o no ed eventualmente perché).

• Ecco il modello completo della consecutio temporum del congiuntivo :

dipendenti che seguono il modello della consecutio temporum del

congiuntivo, stabilendo con la reggente un rapporto di:

reggente:

CONTEMPORANEITA’

ANTERIORITA’ POSTERIORITA’

tempo principale (presente/futuro)

presente perfetto perifrastica con sim

tempo storico (passato)

imperfetto piuccheperfetto perifrastica con essem

Nota: la parte in grigio è quella conosciuta per ora attraverso il cum narrativo.

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LEZIONE N.

ARGOMENTI:

TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Revisione del cum - Lez.XXIV - Correzione esercizio

sul cum narrativo

XXV - Sintassi: interrogative

indirette; completamento della consecutio temporum del congiuntivo: la posteriorità

- DMR 10 pp. 244-5 (interrogative indirette);

- V. scheda sotto: “Le proposizioni completive / 2: interrogative indirette”

- DMR pp. 251-252 es.

12-13 (non allegati)

- correzione di un esercizio sulle interrogative indirette

- Morfologia: completamento

dei verbi anomali e difettivi

- DMR II unità 12 pp. 312 ss

- DMR II es. pp. 332 ss. (non allegati)

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� CORREZIONE ES. DMR p. 256 n.22 (cum narrativo):

1. In quell’anno, allorché fuori dello Stato si godeva di una pace generale (lett. tutto era libero dalla guerra) e in patria ogni discordia era composta, un altro male molto più grave invase la città di Roma, prima il caro prezzo del grano, poi la fame. 3. Poiché i nostri avevano preso le armi velocemente e avevano scalato la palizzata ed erano stati superiori nella battaglia a cavallo da una sola parte, essendo la situazione disperata i nemici ritirarono i loro dall’assedio. 5. Poiché da mezzogiorno fin quasi al tramonto si stava combattendo con esito incerto, i Germani, serrate le schiere in una sola parte, attaccarono i nemici e li respinsero. 7. Giacché la situazione presentava queste difficoltà e tutte le strade erano bloccate dalla fanteria e dalla cavalleria di Afranio né si potevano costruire ponti, Cesare ordinò ai soldati di fabbricare navi. 8. La vergine Clelia sola fra gli ostaggi, dal momento che l’accampamento etrusco per caso non era situato affatto lontano dalla riva del Tevere, sfuggita alle guardie, capeggiando una schiera di fanciulle attraversò a nuoto il Tevere fra i giavellotti nemici e le riportò tutte a Roma incolumi. 9. Il giorno successivo il dittatore, giunto nel foro prima dell’alba, nomina maestro della cavalleria Lucio Tarquinio, di famiglia patrizia.

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PROPOSIZIONI SUBORDINATE COMPLETIVE /2 • Abbiamo già visto qual è la funzione delle completive nel periodo. • Abbiamo già esaminato le completive infinitive • Ora esaminiamone i vari tipi che si presentano in latino: esse vanno distinte in completive che

hanno SOLO la funzione di soggetto/oggetto/apposizione (che in latino si presentano all’infinito) e completive che a questa funzione aggiungono ne aggiungono un’altra (esprimere una domanda, un dubbio, un timore, una volontà, un evento,…).

• Le prime da prendere in esame sono le proposizioni interrogative indirette :

LE PROPOSIZIONI COMPLETIVE INTERROGATIVE INDIRETTE

• Intanto, diamo sostanzialmente per scontato di conoscere bene la proposizione interrogativa diretta in italiano come in latino (DMR pp. 190-1). Ricordiamo tuttavia che l’interrogativa diretta è in entrambe le lingue una proposizione indipendente, è cioè una principale (o coordinata ad essa) che esprime domanda o dubbio, ha una intonazione ascendente nel parlato mentre per iscritto è contrassegnata dal punto interrogativo. Esempi: a) Festeggeremo sabato? b) Sabato avremo tempo di festeggiare? c) Chi viene a cena? d) Quale strada si deve prendere? e) Quanto ti è costato quel lavoro? f) Vuoi tè o caffè? (disgiuntiva) g) Restate o andate via? (disgiuntiva) h) Ti forse mai mentito? (retorica con implicita risposta negativa) i) Forse che volete andare già via? (retorica con implicita risposta positiva)…

Vediamo anche di visualizzare il ritmo ascendente del parlato: il tuo libro? presti Mi

• Ma, mentre in italiano, se non c’è un pronome o aggettivo o avverbio interrogativo (v. es. c, d, e), le interrogative dirette possono non essere introdotte da nulla (v. esempi a, b, ed in parte f e g), in latino sono sempre introdotte da un elemento interrogativo: -ne enclitico per l’interrogativa reale (negli esempi a, b i due enunciati sarebbero introdotti in latino da –ne), num e nonne per le interrogative retoriche (h da num o an, i da nonne o an non). Le disgiuntive (f e g) prevedono in latino la presenza almeno di an (l’italiano ‘o’ ), spesso preceduto da –ne o utrum.

• Vediamo ora meglio le indirette, cercando prima di fissarne alcune caratteristiche muovendo

dalla lingua italiana, perché in questa come in altre strutture essa mostra molte affinità con la lingua latina da cui deriva, o studiando in parallelo alcuni elementi delle due lingue.

• Innanzi tutto, come si è visto, sul piano del SIGNIFCATO in italiano come in latino le

interrogative indirette esprimono una domanda, un’incertezza, un dubbio (come le interrogative dirette), ma ora in dipendenza da una reggente (di qualsiasi tipo): Esempi: a) Non si sa / Siamo incerti se sabato festeggeremo. b) Ho molti dubbi che sabato avremo tempo di festeggiare. c) Non dirmi chi viene a cena! (in dipendenza da una indipendente esclamativa) d) Informati su quale strada si debba prendere. e) Non chiedermi quanto mi sia costato questo lavoro. ? f) Puoi dirmi se vuoi tè o caffè? (disgiuntiva, indipendenza da un’interrogativa diretta) g) Anna mi ha domandato di chiedervi se restate o andate via? (disgiuntiva, dipendente da una reggente a sua volta subordinata alla principale) h)

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Dimmi se ti ho forse mai mentito. (retorica con implicita risposta negativa) i) Ci chiediamo se volete davvero andare già via (retorica con implicita risposta positiva)! l) Sono incerta se restare ancora (qui si tratta di un’interrogativa implicita, all’infinito, il che si dà se il soggetto è lo stesso della reggente) Nota: negli esempi sono sottolineate le principali e reggenti, in neretto l’interrogativa indiretta.

• Dunque, le interrogative indirette possono dipendere da: - verbi e locuzioni verbali, sostantivi e aggettivi di significato affermativo - dichiarativo, come

dire, affermare, sapere, spiegare, indovinare, credere…; affermazione, conoscenza, pensiero...; in latino: dico, scio, puto …

- verbi e locuzioni verbali, sostantivi e aggettivi che esprimono dubbio, incertezza, come dubitare, ignorare, non sapere, non essere sicuro, essere incerto/dubbioso/curioso/indeciso…; problema, dubbio, incertezza; incerto/dubbioso/curioso/indeciso; in latino: dubito, nescio, ignoro, mihi dubium est…

- verbi e locuzioni verbali, sostantivi (e aggettivi) che esprimono una domanda, un‘interrogazione, come domandare, chiedere, indagare, interrogare, ricercare, cercare, informarsi, chiedere un’informazione…; domanda, quesito, questione, indagine; in latino rogo, interrogo, quaero, …

• Da quali CONNETTIVI sono introdotte? In italiano, dalla congiunzione dubitativa “se” oppure

dalle stesse particelle, avverbi, congiunzioni, pronomi e aggettivi interrogativi che introducono le interrogative dirette. In latino dalle stesse particelle, avverbi, congiunzioni, pronomi e aggettivi interrogativi che introducono le interrogative dirette (-ne, an, an non, num, nonne, utrum…an, -ne… an; cur, quid, quando, quomodo….; quis, quid; qualis, -e, qui, quae, quod….)

• Quale FUNZIONE hanno nel periodo? Come tutte le completive, di soggetto, oggetto o

apposizione, come appare negli esempi: 1) Non si sa se sabato festeggeremo è un’interrogativa indiretta soggettiva; 2) Non chiedermi quanto mi sia costato questo lavoro è un’interrogativa indiretta oggettiva; 3) Ho molti dubbi che sabato avremo tempo di festeggiare è un’interrogativa indiretta

epesegetica.

• Distinguiamo sempre perciò significato (domanda, dubbio,…), struttura (pronome/aggettivo/congiunzione interrogativa + indicativo o congiuntivo o infinito, in italiano) e funzione (di oggetto, soggetto, apposizione), perché la stessa funzione (non la stessa struttura né lo stesso significato) possono avere anche tutti gli altri tipi di proposizione completiva (p. es. abbiamo già visto le infinitive).

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Vediamo ancora un esempio, in latino questa volta con traduzione, per fissare bene il concetto:

REGGENTE

DIPENDENTE

TIPO DI

DIPENDENTE

FUNZIONE DELLA

DIPENDENTE

Nescio (Non so)

Tulliane ventura sit (se Tullia verrà)

completiva interrogativa indiretta

oggettiva

Nemo scit (Nessuno sa)

Tulliam venturam esse (che Tullia verrà)

completiva infinitiva oggettiva

Tibi impero (Ti ordino)

ut exeas (di uscire / che tu esca

completiva volitiva oggettiva

Si può naturalmente ripetere quanto detto anche per le funzioni soggettiva ed epesegetica; anzi, vi invito a farlo voi stessi:

REGGENTE

DIPENDENTE

TIPO DI

DIPENDENTE

FUNZIONE DELLA

DIPENDENTE

• (segue)

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• Quale MODO e quali TEMPI si usano in latino? Il modo è il CONGIUNTIVO, i TEMPI sono quelli della CONSECUTIO TEMPORUM DEL CONGIUNTIVO (che abbiamo studiato parlando del cum narrativo): rivediamone pertanto lo schema con esempi di interrogativa indiretta:

dipendenti che seguono il modello della consecutio temporum del congiuntivo, stabilendo con la reggente un rapporto di:

reggente:

CONTEMPORANEITA’

ANTERIORITA’ POSTERIORITA’

NESCIO (tempo principale: presente/futuro)

QUID FACIAS

Presente

A

QUID FECERIS

perfetto

B

QUID FACTURUS SIS

perifrastica con sim

C

NESCIEBAM (tempo storico: passato)

QUID FACERES

Imperfetto

D

QUID FECISSE

piuccheperfetto

E

QUID FACTURUS

ESSES

perifrastica con essem

F A. Non so cosa fai / tu faccia (in italiano spesso c’è scelta fra indicativo e congiuntivo). B. Non so cosa hai fatto (/facesti) / tu abbia fatto (/facessi) C. Non so cosa farai. D. Non sapevo cosa facevi /tu facessi. E. Non sapevo cosa avevi fatto /avessi fatto. F. Non sapevo cosa avresti fatto.

*

ALTRE TIPOLOGIE: • COMPLETIVE VOLITIVE , tra cui quelle rette da verba voluntatis (chiedere, pregare, desiderare,

esortare, invitare,indurre, convincere, permettere, sforzarsi, cercare, fare in modo, ottenere, meritare, essere necessario / opportuno, avere intenzione di/che, verba timendi, impediendi e recusandi: v. a questo proposito i tuoi libri di testo

• COMPLETIVE così dette DI FATTO , rette da verbi di accadimento (tipo fit ut, accidit ut eccetera) : v. a questo proposito i tuoi libri di testo.

***

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� CORREZIONE DELL’ES. 12 P. 251 SULLE INTERROGATIVE INDIRETTE: 1. Vediamo ora cosa dicono gli aruspici. 3. Quali statue, quali dipinti abbia portato via costui dall’Acaia non lo dirò in questo luogo. 4. E prima di tutto spiegherò a te, come è giusto perché sei un cittadino che ama la patria [l’apposizione civi a tibi va preferibilmente esplicata], quali fatti vi siano nello stato; poi scriverò anche di me [lett. scriveremo anche di noi, ma si tratta quasi sempre, nelle lettere, di un plurale humilitatis]. 5. Ho ricevuto parecchie tue lettere, dalle quali ho capito con quale trepidazione e preoccupazione bramassi sapere cosa ci fosse di nuovo3. 8. Pensa in che luogo sei, cosa devi dare al popolo romano, cosa restituire ai tuoi antenati! 10. Insegnerò cosa nutra e formi il poeta, cosa gli si addica, cosa no.

***

3 [N.B. La traduzione proposta non tiene conto però che in una lettera quale è certo quella da cui è tratta questa frase i tempi verbali (oltre a indicazioni di luogo e di tempo) obbediscono per lo più allo stile epistolare, che non è ancora stato trattato: in breve, lo stile epistolare prevede che chi scrive si ponga dal punto di vista del destinatario che riceverà la lettera, non del mittente come noi. Si invita a cercare l’argomento nei due volumi del DMR, senza proporre ora traduzioni alternative che potrebbero confondere le idee].

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ARGOMENTI: TESTO/I DI

RIFERIMENTO ESERCIZI:

- Sintassi: proposizioni circostanziali (o avverbiali): finale con ut e qui, quae, quod; altri modi di esprimere la finale del latino; distinzione fra la finale e la completiva volitiva con ut

- DMR (I vol.) unità 10 pp. 245, DMR (II vol.) unità 18 pp. 462-3

- DMR 16 p. 253 (non allegato)

- Sintassi: proposizioni circostanziali (o avverbiali): a) finale con ut e qui, quae, quod; altri modi di esprimere la finale del latino; b) proposizioni consecutive; c) proposizioni causali all’indicativo e al congiuntivo.

- Lessico: scheda sul verbo

- Sintassi: le concordanze e la sintassi dei casi

- sintassi degli enunciati indipendenti all’indicativo e al congiuntivo

- sintassi dell’enunciato maggiore (periodo):

- approfondimento della coordinazione e subordinazione;

- completamento delle subordinate completive (o sostantive o complementari)

- gli enunciati circostanziali (o avverbiali)

- gli enunciati con funzione aggettiva (le relative)

- il discorso indiretto

- Lessico: lingue tecniche

- DMR (I vol.) unità 10 pp. 244, 245, 246; DMR (II vol.) unità 18 pp. 462-8 ed unità 20 pp. 494-6

- Scheda sul verbo: ibidem pp. 348-355

- ibidem unità 13-14

- ibidem unità 15

- ibidem unità 16-21

- ibidem pp. 512 ss.

DMR esercizi del II volume

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