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Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www ...è il più povero in assoluto. Gode...

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tando al messaggio del Nuovo Testa- mento il cristiano deve adoperare i propri averi soprattutto per aiuta- re i bisognosi e per fare elemosina. Ciò per il fatto che la sua vita ha il centro nell’amore di Dio e del prossimo. Pertanto l’avari- zia è una sfasatura grave dell’esistenza, e, secondo il pensiero dell’apostolo Paolo, essa va considerata una vera e propria idola- tria, poiché l’avido mette la propria speranza e at- tende la propria salvezza dal denaro e non da Dio (cfr Ef 5, 3-5; Col 3,5; 1Cor 6,10). Gesù stesso, soprattutto in alcune parabole lucane, mette ironicamente in evi- denza l’atteggiamento in- sipiente di chi crede che la propria sicurezza di vita di- penda dai beni: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quel- lo che hai preparato di chi sarà?” (Lc 12, 13-21). La conseguenza logica è che il discepolo del Signo- ari Sacerdoti, L’Anno Sacerdota- le, indetto dal no- stro amato Papa Benedet- to XVI, per celebrare il 150º anniversario della morte di S. Giovanni Ma- ria Vianney, il Santo Cu- rato D’Ars, è alle porte. Lo aprirà il Santo Padre il 19 giugno p.v., festa del Sacro Cuore di Gesù e Giornata Mondiale di pre- ghiera per la santificazio- ne dei sacerdoti. L’annun- zio di quest’anno speciale ha avuto una ripercussio- ne mondiale positiva, spe- M I S A R E T E T E S T I M O N I Giugno 2009 - Anno XI - n° 58 Festa Sacro Cuore Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected] L’AVARIZIA don Giuseppe Colaci LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE DELL’AVARIZIA Annamaria Rospo L’AVARIZIA INSAZIABILE È IDOLATRIA (COL 3,5) a pagina 2 Peggio della peste è l’usura: RIFLESSIONI SULL’USURA a pagina 3 AVARIZIA:PIÙ SI RICERCA LA MATERIALITÀ PIÙ IL NOSTRO SPIRITO SI IMPOVERISCE a pagina 3 IL GRETTO ATTACCAMENTO AL DENARO a pagina 4 L’AVIDITÀ SI OPPONE ALLA CARITÀ (TOMMASO D’AQUINO) a pagina 5 IL TESORO DI LEOPOLDO a pagina 5 IL LUPO, SIMBOLO DELL’AVARIZIA a pagina 6 QUANDO L’AVERE È LA RADICE DELL’ESSERE a pagina 6 I LIMITI DELLA CONDIVISIONE a pagina 7 PRIME COMUNIONI a pagina 8 LA VOCE SUL MONDO a pagina 8-9 I CACCIABOMBARDIERI E... DON TONINO BELLO a pagina 11 PROGRAMMA FESTA SACRO CUORE a pagina 12 avarizia, il peccato di non far fruttare ciò che si ha, in sen- so psicologico è ancora di più: il sostituire sé stessi con il materiale, la man- canza della propensione verso l’altro, la freddezza emotiva del non saper do- nare (o donarsi). Perché l’atto del donare è così im- portante? Perché è un atto di forte valore emotivo, che presuppone l’incontro con l’altro, dove “ciò che ti dono è ciò che rappre- senta sia me che te”. L’a- varizia non fa parte dei ma- nuali di psicodiagnostica eppure, da sempre, è con- siderata un male, un vizio capitale. Più che un male della psiche è un male del- lo spirito, un’incapacità di ampio respiro da parte del- l’anima. Il cuore dell’ava- ro è freddo e difficilmente viene scaldato dagli even- ti della vita, i quali vengo- no affrontati esclusiva- mente attraverso una loro contabilizzazione in termi- segue a pagina 4 Le Sante Messe FESTIVE: Sabato: ore 19,00 Domenica: ore 9,00; 11,00 e 19,00 sono in Chiesa (Via dei Garofani) FERIALI (dal lunedì al sabato) Ore 8,30 e 19,00 sono in cappella (Via dei Fiordalisi, 14) LETTERA PER L’ANNO SACERDOTALE Cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero DEL S ACRO C UORE DI G ESÙ L’ C segue a pagina 10 S L’AVARIZIA Triste vizio che genera miseria, infelice chi ne è posseduto, non sarà mai in pace, cosa seria: è il più povero in assoluto. Gode finché può contar le proprietà: denaro, case, campi… quanta pena! Alla fine gli manca la sazietà, resta la cupidigia che non frena. Non darà niente per niente l'avaro, i soldi gli escono dalla vena, finge compassione il cravattaro. Un lupo che si prepara la cena, fa cader nella trappola l'ignaro per spolparlo poi come una iena. Antonio Tardivo segue a pagina 2
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tando al messaggiodel Nuovo Testa-mento il cristiano

deve adoperare i propriaveri soprattutto per aiuta-re i bisognosi e per fareelemosina. Ciò per il fattoche la sua vita ha il centronell’amore di Dio e delprossimo. Pertanto l’avari-zia è una sfasatura gravedell’esistenza, e, secondoil pensiero dell’apostoloPaolo, essa va consideratauna vera e propria idola-tria, poiché l’avido mettela propria speranza e at-

tende la propria salvezzadal denaro e non da Dio(cfr Ef 5, 3-5; Col 3,5;1Cor 6,10).Gesù stesso, soprattutto inalcune parabole lucane,mette ironicamente in evi-denza l’atteggiamento in-sipiente di chi crede che lapropria sicurezza di vita di-penda dai beni: “Stolto,questa notte stessa ti saràrichiesta la tua vita. E quel-lo che hai preparato di chisarà?” (Lc 12, 13-21). La conseguenza logica èche il discepolo del Signo-

ari Sacerdoti,L’Anno Sacerdota-le, indetto dal no-

stro amato Papa Benedet-to XVI, per celebrare il150º anniversario dellamorte di S. Giovanni Ma-ria Vianney, il Santo Cu-rato D’Ars, è alle porte.Lo aprirà il Santo Padre il19 giugno p.v., festa delSacro Cuore di Gesù eGiornata Mondiale di pre-ghiera per la santificazio-ne dei sacerdoti. L’annun-zio di quest’anno specialeha avuto una ripercussio-ne mondiale positiva, spe-

M I S A R E T E T E S T I M O N I

Giugno 2009 - Anno XI - n°58Festa Sacro Cuore

Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected]

L’AVARIZIA don Giuseppe Colaci

LE CONSEGUENZEPSICOLOGICHEDELL’AVARIZIA Annamaria Rospo

L’AVARIZIA INSAZIABILE ÈIDOLATRIA (COL 3,5)a pagina 2 �Peggio della peste è l’usura:RIFLESSIONI SULL’USURA

a pagina 3 �AVARIZIA:PIÙ SI RICERCALA MATERIALITÀ PIÙ IL NOSTROSPIRITO SI IMPOVERISCE

a pagina 3 �IL GRETTO ATTACCAMENTOAL DENARO a pagina 4 �L’AVIDITÀ SI OPPONE ALLA CARITÀ(TOMMASO D’AQUINO) a pagina 5 �IL TESORO DI LEOPOLDO

a pagina 5 �

IL LUPO, SIMBOLO DELL’AVARIZIAa pagina 6 �

QUANDO L’AVERE È LA RADICEDELL’ESSERE a pagina 6 �I LIMITI DELLA CONDIVISIONE

a pagina 7 �PRIME COMUNIONI

a pagina 8 �LA VOCE SUL MONDO

a pagina 8-9 �I CACCIABOMBARDIERI E...DON TONINO BELLO

a pagina 11 �PROGRAMMA FESTASACRO CUORE a pagina 12 �

avarizia, il peccatodi non far fruttareciò che si ha, in sen-

so psicologico è ancora dipiù: il sostituire sé stessicon il materiale, la man-canza della propensioneverso l’altro, la freddezzaemotiva del non saper do-nare (o donarsi). Perchél’atto del donare è così im-portante? Perché è un attodi forte valore emotivo,che presuppone l’incontrocon l’altro, dove “ciò cheti dono è ciò che rappre-senta sia me che te”. L’a-varizia non fa parte dei ma-nuali di psicodiagnosticaeppure, da sempre, è con-siderata un male, un viziocapitale. Più che un maledella psiche è un male del-lo spirito, un’incapacità diampio respiro da parte del-l’anima. Il cuore dell’ava-ro è freddo e difficilmenteviene scaldato dagli even-ti della vita, i quali vengo-no affrontati esclusiva-mente attraverso una lorocontabilizzazione in termi-

segue a pagina 4 �

Le Sante MesseFESTIVE:

Sabato: ore 19,00 Domenica:

ore 9,00; 11,00 e 19,00 sono in Chiesa

(Via dei Garofani)

FERIALI (dal lunedì al sabato)

Ore 8,30 e 19,00sono in cappella

(Via dei Fiordalisi, 14)

LETTERA PER L’ANNOSACERDOTALECardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione peril Clero

D E L S A C R O C U O R E D I G E S Ù

L’ C

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L’AVARIZIA

Triste vizio che genera miseria, infelice chi ne è posseduto,non sarà mai in pace, cosa seria: è il più povero in assoluto.

Gode finché può contar le proprietà:denaro, case, campi… quanta pena!Alla fine gli manca la sazietà, resta la cupidigia che non frena.

Non darà niente per niente l'avaro, i soldi gli escono dalla vena, finge compassione il cravattaro.

Un lupo che si prepara la cena, fa cader nella trappola l'ignaro per spolparlo poi come una iena.

Antonio Tardivo

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L’AVARIZIA INSAZIABILE È IDOLATRIA (Col 3,5)Enrico Frau

li (1Tm 6,7-10). Nelle sueesortazioni l’Apostolo sug-gerisce che, contro questomale, il rimedio è rappre-sentato da Gesù Cristo, cheè al di sopra di tutto e di tut-ti. Seguendo lui gli uominivivono rinnovati nella nuo-va esistenza di cristiani, congesti di sincerità, di pace edi amore verso Dio e versoil prossimo. Gesù infatti di-ce: “Guardatevi e tenetevilontano da ogni cupidigia,perché anche se uno è nel-l’abbondanza, la sua vitanon dipende dai suoi beni”(Lc 12,15). Pertanto sonoconvinto che sia importan-te, anzi necessario, seguireGesù, secondo l’esortazio-ne paolina. Si possono co-sì scoprire i valori del Van-gelo, come la misericordia ela generosità, in grado disconfiggere il vizio dell’a-varizia. Bello l’esempio diZaccheo, un uomo moltoricco, che decise di seguireGesù dando ai poveri lametà dei suoi beni e dichia-randosi pronto a restituirequattro volte quanto avevasottratto a chi aveva froda-to (Lc 19,1-10). Solo conquesti valori si può viverein armonia con la volontàdi Dio.

l vizio capitale del-l’avarizia mi fa ri-cordare un perso-

naggio dei fumetti di WaltDisney che leggevo quan-do ero ragazzo. È Papero-ne, un vecchio avaro ed avi-do, sempre occupato a ri-sparmiare anche i centesi-mi e ad accumulare denaroin un grande deposito-for-ziere, in continua contrap-posizione al nipote Paperi-no, da lui definito “spen-daccione e fannullone”.Certamente si tratta di unpersonaggio di fantasia, unacaricatura esagerata, quasicomica, anche se, pure nel-la realtà, l’avarizia è una ca-ratteristica negativa di mol-ti esseri umani. Infatti l’a-varo, altrimenti indicato contermini come tirchio, spi-lorcio, taccagno, è coluiche si attacca eccessiva-mente ed egoisticamente aibeni di questo mondo, dan-do un’importanza assolutaal denaro e alle cose o cer-cando quello che non ha.Dedica a ciò il suo tempoed i suoi pensieri, diven-tandone praticamente schia-vo, al punto che, per lui,questo diviene il fine domi-nante della vita, che gli faescludere dalla mente Dio

e gli fa perdere ogni riguar-do verso gli altri. Ecco laragione per cui la Chiesacattolica considera etica-mente sbagliato questo vi-zio, paragonato, da sant’A-gostino, ad una fiera chenon si sazia mai. san Paoloe, più tardi, san Giovannidella Croce, sostengono chel’avaro considera il denaroed i beni temporali veri epropri idoli, ossia è portatoa divinizzarli. In particolarel’Apostolo delle genti, nel-la lettera ai Colossesi, af-ferma che chi è affetto daquesto vizio ha, per le cosedel mondo, il culto che èdovuto a Dio. Scrive tral’altro: “Mortificate dunquequella parte di voi che ap-partiene alla terra: fornica-zione, impurità, passioni,desideri cattivi e quella ava-rizia insaziabile che è ido-latria” (Col 3,5). Nella pri-ma lettera a Timoteo sanPaolo invita gli esseri uma-ni ad accontentarsi dei be-ni che sono a loro disposi-zione, poiché sufficienti peril loro sostentamento, defi-nendo l’attaccamento al de-naro la radice di tutti i ma-

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L’avarizia

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La VoceSupplemento di:

notiziariodi Porto-Santa Rufina

Direttore responsabile:� Antonio Buoncristiani

Direttore editoriale:don Giuseppe Colacitel. 06 9946738

In redazione:Marisa Alessandrini,Emanuela Bartolini,Luciano Cazzato,Francesco Di Cataldi,Anna De Santis,Enrico Frau,Silvana Petti,Aldo Piersanti, Maurizio Pirrò, Marco Polidori,Anna Maria Rospo.

Hanno collaborato:Emanuele Rossi,Antonio Tardivo.

Stampato su carta riciclata

da:Printamente s.n.c.Via G. Tamassia, 40 - Romawww.printamente.it

Il giornale è stato chiuso il 7 giugno 2009.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 179/2001

Distribuzione gratuita

straordinariamente bellanella sua attualità, quella diGiovanni Verga dal titoloLa roba (cfr Novelle Rusti-cane, 1883). In essa si par-la di un contadino, Maz-zarò: “omiciattolo… che digrasso non aveva altro chela pancia”, nutrita solo di“due soldi di pane e unpezzo di formaggio”, cosìtirchio da precludersi ognitipo di svago e di affetto,cose queste che l’avrebbe-ro distratto dall’unico sco-po della sua esistenza, l’ac-cumulare. “Quando gli dis-sero che era tempo di la-sciare la sua roba, per pen-sare all’anima, uscì nelcortile come un pazzo, bar-collando, e andava am-mazzando a colpi di basto-

continua da pagina 1 L’AVARIZIAre non deve essere attacca-to ai beni e, anche se non èun male avere delle pro-prietà, tuttavia è pur veroche non bisogna esserneasserviti. Infatti, è necessario chetutti i fedeli vivano in spi-rito di povertà, nella libertàinteriore, capaci di trattarecon distacco le cose, dan-do loro la giusta conside-razione in relazione al re-gno di Dio (cfr ConcilioVaticano II, GS 37 e 72).La stessa letteratura mo-derna è ricca di spassosepagine che evidenziano laparadossale posizione del-l’uomo taccagno, troppoattaccato agli averi, i qualiperò non gli assicurano lavita. Tra tutte mi pare

ne le sue anitre e i suoi tac-chini, e strillava: Robamia, vientene con me!”.È la triste, realistica, situa-zione di chi pretende di ga-rantirsi il futuro e la soddi-sfazione dei desideri piùprofondi con l’accumulo disostanze. Quella dell’ava-ro è, invece, una grande il-lusione, in quanto, crede“di colmare un infinito at-traverso realtà finite vana-mente moltiplicate e accu-mulate; ma tante cose ‘fi-nite’, sommate, non pos-sono dare mai come risul-tato l’ ‘infinito’”. (G. Ra-vasi). Vale la pena di rammenta-re qui, il saggio biblicoQohelet, che proclama la-pidario: “Chi ama il dena-

ro, mai si sazia di denaro”(5,9). La descrizione di questitratti così estremi potrebbedare tranquillità a molti, iquali non vi ci si ritrovano,poiché, tutto sommato, delmolto che possiedono, rie-scono a dare qualcosa, ma-gari del loro superfluo… Ma qui il punto non è tan-to di riuscire a dare dal-l’abbondanza che si ha,piuttosto, quanto si arrivaa far dipendere il proprioessere da ciò che si possie-de. E sì, l’avaro moderno è co-lui che alla radice del pro-prio essere mette l’avere eafferma convinto di sé: “Iosono ciò che ho”.

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loro poche risorse, di gen-te ricca che, pur posseden-do molto, è libera dalleproprie ricchezze ed è an-che molto generosa. L’a-varizia viene riscontratagià persino nei bambini piùpiccoli.Dovremmo avere più for-za nel contrastare proprioalla “radice” questa gran-de debolezza dell’uomo.L’uomo avaro cresce e po-ne ogni sua sollecitudine eansia nel possesso; giungea sacrificare ad esso la co-scienza e, soprattutto, sal-vezza dell’anima. Più sidesidera la materialità piùlo spirito si impoverisce. Amio avviso, l’attaccamen-to al denaro è la radice ditutti i mali. Anche se è do-veroso osservare che la cri-si economica che ha colpi-to la nostra società, a vol-te obbliga i cittadini a con-frontarsi maggiormentecon problemi relativi al de-naro, al guadagno e al pos-sesso. E per alcuni ciò vuoldire dimenticare i valoriveri della vita e soprattut-to discostarsi dalla fede eda Dio.

bisogni materialidell’uomo sono unaspetto importante

della vita. Il possedere èuna forma di potere, è unaforma del proprio essereche determina spazio e si-curezza. Affermare il pro-prio potere sul mondo ma-teriale è come affermare lapropria individualità. I be-ni materiali, però, una vol-ta ottenuti, non sono assi-curati per sempre, essendoil frutto di una secolare econtinua lotta per la con-quista della natura e per ilsuperamento degli ostaco-li che essa frappone. Que-sta lotta costituisce il lavo-ro e più in generale l’atti-vità economica. Dalla ri-voluzione industriale adoggi l’impresa è il sogget-to economico della produ-zione. Il suo incessante di-namismo, la continua ten-denza all’accrescimentodelle sue dimensioni e ilruolo propulsivo da essasvolto a tutti i livelli dellasocietà moderna sono,però, causa di importantiproblemi morali e sociali.Ciò premesso, dal punto divista cristiano la Parola diDio permette di vedere nellavoro e nell’attività eco-nomica umana l’adempi-mento di un mandato divi-no. L’uomo ha avuto, daDio, il compito di curare ilmondo, umanizzando lanatura con la fatica, il su-dore e l’intelligenza. Ma larealtà del peccato, semprepresente in ogni cuoreumano e nella dinamicadella storia, segna il mon-do dell’economia distor-cendo, troppo spesso, ilprogetto di Dio nei suoiconfronti. Un segno diquesta distorsione è l’allu-cinazione di onnipotenzascatenata dalla tecnologiamoderna che alimenta nelcuore dell’uomo l’avidità

e l’egoismo e, da qui, l’i-dolatria sfrenata per il de-naro, il potere e il sesso, la-cerando, così, la conviven-za umana. La ricerca af-fannosa del benessere atutti costi produce dellegravi sperequazioni checonducono a vistose diffe-renze economiche e socia-li. Gli esempi sono sottogli occhi di tutti. Basta ri-volgersi all’Europa dell’e-st che ha visto instaurareun’economia di mercato alposto di un’economia col-lettivistica, senza un’ido-nea preparazione, creandocosì, una ristretta oligar-chia di nuovi ricchi e unlargo strato di nuovi pove-ri. E ancora, la crisi che hainvestito l’economia capi-talista del mondo occiden-tale e della quale ancoranon riusciamo a vederne iconfini. Nonostante qual-cuno, prima, si sia affan-nato a negarla e, poi, abbiaesibito un ottimismo fuoriluogo. Ed è proprio su que-ste discrasie che si impian-ta la piaga sociale ed eco-nomica dell’usura. Quan-do il credito finanziario si

restringe l’imprenditoreonesto strangolato, dai de-biti, dalle leggi, dai rego-lamenti, dalle scadenze,dalle tasse onerose e dallaconcorrenza straniera slea-le, molto spesso è costrettoa rivolgersi all’usuraio. Edè notizia di tutti i giorniche comitati anti-usuramanifestino e richiedanol’intervento delle istituzio-ni pubbliche per il soste-gno in questa lotta, spessoimpari. Già nel medioevo,il fenomeno dell’usura, co-me descritto dai moralistidel tempo e dallo stessoShakespeare, dipendeva daposizioni di monopolio lo-cale e dalla prevalente ar-retratezza in cui versava lasocietà di allora. Oggi, in-vece, ha assunto l’aspettofittizio di transazioni fi-nanziarie dietro le quali so-

no presenti organizzazionicriminali che hanno indu-strializzato il credito usu-raio. Ma, in concreto, puòil cristiano, con il suo im-pegno, divenire parte atti-va in questa guerra control’usura? Certamente, se siassume come ideale il po-vero delle beatitudini evan-geliche, in quanto, più bi-sognoso di Dio che dellealtre cose. Egli è modera-to nell’istinto di possessoeducando i suoi desideri,rifiutando lo spreco consu-mistico e lo sfruttamentodegli altri. Mettere al postodi Dio la ricchezza a tutti icosti è idolatria che impe-disce l’amore per il prossi-mo chiudendosi nell’egoi-smo. Tutto ciò è povertàinteriore, mentre la povertàevangelica è ricchezza in-teriore.

Peggio della peste è l’usura:RIFLESSIONISULL’USURAMaurizio Pirrò

AVARIZIA: PIÙ SI RICERCA LA MATERIALITÀ PIÙ ILNOSTRO SPIRITO SI IMPOVERISCEEmanuele Rossi

Ier antonomasia l’a-varo è concentratonella conservazione

meticolosa di ciò che giàha, a differenza invece del-l’avido che desidera accre-scere il proprio possesso.L’avarizia, credo sia unmale piuttosto diffuso ainostri giorni. È un attacca-mento sfrontato al denaroe alle ricchezze, per cui osi vuol possedere morbo-samente o si cerca con avi-dità quello che manca.Spesso neppure i “buonicristiani” sono esenti dal

vizio capitale in questione.Siamo alla disperata ricer-ca di roba, soldi, mezzi,per soddisfare altre passio-ni e vizi, perché sostan-zialmente l’avarizia sta neldesiderare qualunque cosaserva, secondo il nostropunto di vista, ad appaga-re persino desideri che tal-volta si rivelano poi di po-co conto. È un errore, amio avviso, pensare chequesto vizio sia appannag-gio dei soli ricchi. Posso-no senz’altro esserci pove-ri ancor più attaccati alle

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varizia: gretto attac-camento al denaro,scarsa disponibilità

a spendere e a donare, bra-ma di accumulare ricchez-ze. Il contrario di genero-sità, liberalità, prodigalità.Si trova non solo in singo-le persone, ma anche in po-poli interi, ceti sociali,gruppi finanziari, impresemultinazionali. Si parla difebbre dell’accumulare.Sentivo giorni fa che losfruttamento della naturaregala all’umanità il bucodell’ozono, l’aumento del-la temperatura sulla terra ela scomparsa di tante fore-ste e di molti animali. Eancora che, nonostante iprogressi, il 20% dell’u-manità sopravvive con me-no di un dollaro al giornoe che in alcune parti delmondo un bambino su

quattro soffre di malnutri-zione.La Parola di Dio è severacon l’avaro. Dice Gesù:“Non potete servire a Dioe la ricchezza”.Il suo consiglio è lapidario:“Non affannatevi dunqueper il domani che avrà giàle sue inquietudini. A cia-scun giorno basti la sua pe-na”. Il peccato non consi-ste nel semplice possessodei beni. Anzi, possedere èdi per sé legittimo. Il viziosi riconosce quando sono ibeni a possedere l’uomo,che ne fa cattivo uso.Quando il possesso anzi-ché il mezzo diventa il fi-ne. L’avarizia produce unaforte insensibilità del cuo-re (basti pensare al riccoepulone), ma l’avaro sigiustifica dicendo di esse-re costretto ad accumulareper evitare l’insicurezza.Occorre passare ad un nuo-vo stile di vita, fatto di ge-nerosità, disinteresse, con-divisione e gratuità. Daresenza aspettare il contrac-cambio, e dare soprattuttoa chi è nel bisogno. E bi-gognerebbe educare i ra-gazzi alla condivisione congli altri.

ni economici. Scontrarsicon l’avarizia determina unvissuto doloroso, quandosi è figli o partner di unapersona avara, perché so-no i sentimenti e gli affettiad essere centellinati e so-stituiti con le tirate e risi-cate elargizioni di denaro.Figli e partner di una per-sona avara, sono ‘impove-riti’ di un clima caldo e ac-cogliente, di un’atmosferaprotettiva, quale quella chedeve regnare in una conte-sto familiare e, soprattutto,privati dell’arte del ‘saperricevere’. La pulsione delpossedere è dilagata ingrandissima parte nella no-stra società. Ogni elemen-to della quotidianità vienemonetizzato e trasformatonel suo equivalente in de-naro: quanto costa avere unfiglio? Quanto costa spo-sarsi? Quanto costa am-malarsi? Quanto costa indefinitiva vivere? L’avaroè una figura ormai conso-lidata della cultura, pen-siamo all’Avaro di Molie-re o al Sig. Scrooge diDickens. Essi non sono al-tro che rappresentazionimetaforiche, estremizzatee rese caricaturali, di aspet-ti ed elementi presenti inogni persona. Quindi, percercare l’avarizia non dob-biamo erroneamente ricer-care un Paperon de Pape-roni, ma osservare dentrodi noi quei pensieri in cuiassociamo felicità e benes-sere materiale. L’avariziaci aiuta ad osservare un er-rore frequente, ormai di-ventato un luogo comune,quello di ritenere che la fe-licità possa essere acqui-stata o posseduta per sem-pre. L’illusione del denaroè quella che possa fornirciciò di cui più profonda-mente abbiamo bisogno.La maggior parte delle per-sone sanno bene che l’e-quazione denaro-felicità èsbagliata, ma difficilmen-te sfuggono dal metterla inpratica. Il possesso del de-naro diventa l’illusione delpossesso del potere asso-luto, per questo esso va ac-curatamente protetto, non

sprecato, e amministratocon la massima cura. Cosìviene trasformato da mez-zo per realizzare qualcosa,in una finalità in sé. Non èpiù lo strumento che aiutanei progetti importanti, madiventa un valore in sestesso, il fine ultimo. Lapaura ci suggerisce che ildenaro non va speso per-ché il suo potere risiedenella sua potenzialità ine-spressa, in ciò che potreb-be fare ma che, invece, nonva fatto dato che, in questocaso, il suo potere svani-rebbe. Il denaro speso hainfatti perduto il suo pote-re di acquisto. È come se ilbisogno di accumulare de-naro fosse una preziosacarta da gioco che perònon va mai giocata, immo-bilizzando il gioco in unasospesa promessa di vitto-ria che, però, non va maicompletata. E in questogioco, paralizzato e soffo-cato, vengono sacrificati idesideri e i progetti che sisarebbe potuto realizzare,immolati sull’altare dellaconservazione del potere.E, tanto più grande è il po-tere del denaro, tanto piùgrande è l’illusione di in-corporare quel potere. L’il-lusione di poter immagaz-zinare tutta la potenza chepotrebbe essere necessariaper vincere tutte le paure:la paura dei ladri, dei mu-tamenti economici, dellerivoluzioni, delle malattie.In realtà, l’avarizia e tuttoil sistema di pensiero utili-tarista che l’ha generata, cidifendono da un’altra pau-ra ancora più grande: quel-la della morte. La vita è in-vece determinata dal flui-re continuo dell’energia,dalla diversità e dalla ri-cerca di nuove forme diequilibrio armonico. Inquesto senso, l’avariziarappresenta una malattiamolto diffusa e poco trat-tata. La nostra parte ‘ava-ra’ vorrebbe quindi svol-gere, almeno nei suoi pro-ponimenti, una funzioneapparentemente solo posi-tiva. La guarigione dal ma-terialismo dell’avarizia è

tutt’altro che semplice, an-che se alla portata di tutti.Il primo passo, fondamen-tale, è quello di rendersiconto che le modalità dipensiero materialista nonsono circoscritte a pochepersone, ma sono piuttostoun patrimonio culturalediffuso, intimamente radi-cato nei nostri pensieri piùreconditi. Per realizzarequesto obiettivo è necessa-rio anche riconoscere tuttele forme di paura che sononascoste dietro modelli dipensiero materialisti e ap-parentemente logici e ra-zionali. La paura che por-ta a possedere, ad accumu-lare, ad immobilizzare l’e-nergia e conduce all’inatti-vità spirituale. Nella so-cietà moderna, invece,questa paura, se non vienecontrastata, porta ad unadiffusa cultura del posses-so materiale, la quale piut-tosto che avvicinarci allafelicità ce ne allontana de-finitivamente.

continua da pagina 1 LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE DELL’AVARIZIA

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IL GRETTO ATTACCAMENTO AL DENAROAnna De Santis

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L’avarizia

a Bibbia è severacon l’avaro: essaconsidera l’avarizia

radice di ogni peccato, inquanto il denaro sfida Diodiventando il dio dell’ava-ro. “Nessuno può serviredue padroni perché oamerà l’uno e odierà l’al-tro oppure preferirà il pri-mo e disprezzerà il secon-do” (Mt 6,24).

Ogni peccato si basa su undesiderio naturale che po-trebbe essere legittimo, mal’avaro è peccatore poichéil suo amore per i beni èsmisurato e diventa un fi-ne, anziché un mezzo. Nel desiderio di denaro viè un certo che d’infinito: sene vuole sempre di più. Ipadri della Chiesa vedeva-no in questa cupidigia in-saziabile una vera piaga esan Giovanni Crisostomodenunciò con vigore que-sta “bulimia dell’anima”,che soffoca i cristiani. Il taccagno non mette piùla sua sicurezza in Dio, manei suoi averi.San Francesco d’Assisi te-meva questa febbre dell’o-ro, tanto che ai suoi con-fratelli impediva di toccarela benché minima moneti-na. “Cerca il tuo tesoroperché là c’è anche il tuocuore” (Mt 6,21).Il vangelo racconta la sto-ria di un uomo che accu-mula ricchezze e Gesùconclude dicendo: “Stolto,proprio questa notte dovraimorire, a chi andranno lericchezze che hai accumu-lato?” (Lc 12,20).San Tommaso d’Aquinososteneva che, se l’uomovuole elevarsi alle beatitu-dini e meritarsi il premioeterno dopo la morte, deveagire seguendo le virtù teo-logali (Fede, Speranza, Ca-rità). Egli affermava chenon c’è prospettiva di sal-

enne a stare da noimolti, molti anni faed era già avanti

con gli anni. Il suo era un passato danon ricordare. Una casa dilegno in fondo ad un giar-dino freddo e ventoso eratutto quello che aveva. In quelle lontane notti d’in-verno, nelle quali, cometutti i piccoli, sentiva forteil bisogno di una parola odi una carezza, Leopoldosi scaldava al tepore delsuo stesso fiato e sognavasempre lo stesso sogno:una corsa sfrenata sullasabbia calda e un tuffo nel-l’acqua cristallina del ma-re.Svegliandosi, avvertiva su-bito quel dolore in mezzoallo stomaco che gli ricor-dava il bisogno di una buo-na minestra calda che però

IL TESORO DI LEOPOLDOMarisa Alessandrini

non c’era quasi mai… lì, inquella sua prima casa.Fu in quel periodo che co-minciò a mettere da parteun po’ del poco cibo chegli veniva offerto. Con vo-luttà quasi, lo nascondevain posti sicuri. Senza farsivedere, senza preoccuparsise fosse andato a male…scavava piccole buche nel-la terra umida che ricopri-va prontamente non appe-na vi aveva depositato isuoi tesori. Così, quando lo scopriro-no e lo costrinsero ad an-darsene via da quel giardi-no freddo e da quella casadi legno che gli stava or-mai stretta, un po’ gli di-spiaceva… e poi la faticadi riaprire tutte le buche etrasportare tutto quel suotesoro senza farsi vedereda nessuno!

Ma ci riuscì e fu in grado,dopo una settimana tra-scorsa a traslocare e collo-care a terra tutto il tesoro,di cominciare a scavarenuove piccole buche not-tetempo, credendo che nes-suno potesse vederlo.Era diventata per lui unamania. Accumulare sempredi più, sempre di più. For-se stava imboccando lastrada maestra che porta al-la pazzia. Si levava il panedi bocca per nasconder-lo… forse perché, in ricor-do della fame patita all’i-nizio della sua vita, pensa-va di potersene servire inmomenti di necessità… mail periodo di vacche magreera passato, ormai, che bi-sogno c’era? E poi che co-sa se ne sarebbe potuto fa-re di tutto quel cibo, spor-co, ammuffito, una voltache l’avesse cacciato fuo-ri? Ma lui, tutto preso dalsuo solitario delirio, conti-nuava. Fu così che qualcuno, unbel giorno, notò tutte quel-le chiazze sul prato… l’er-ba mancante… i piccoli ri-gonfiamenti qua e là… In breve, fu costretto adandarsene anche da lì. Po-vero Leopoldo. Chi potevatollerare la sua devastantemania?È così che avviene. L’eser-cizio di un insano rappor-to con le cose, che ti portaad accumulare gelosamen-te e sempre di più, puòspingersi molto in là, finoa diventare una vera e pro-pria patologia dalle conse-guenze inimmaginabili.Non so dove sia finito, nése oggi viva ancora… enon chiedetemi se è finitoal manicomio, per via diquella sua assurda maniadi accumulare e seppellirecibo come fosse un teso-ro… perché i manicominon ci sono più, tantome-no per uno come lui… Sono passati tanti anni, maio lo ricordo ancora. Per unperiodo è stato il mio ami-co più caro.Ah, quasi dimenticavo:Leopoldo era un cane.

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STORIA VERASTORIA VERA

vezza senza Dio nella vitae senza operare per il be-ne. La fede infatti opera permezzo della carità, altri-menti è come morta e pur-troppo l’avidità è in nettocontrasto con la carità.Attraverso la carità noiconsolidiamo la nostraamicizia e il nostro amorecon Dio e, siccome amareè sinonimo di donare, è ov-vio che più ci spogliamodei beni materiali dandolia chi è meno fortunato dinoi, più realizziamo la vo-lontà del Signore. “Date gratuitamente”, “Da-te agli altri e Dio darà avoi” (Mt 10,8).Il nostro attaccamento aibeni terreni si guarisce so-

lo attraverso la croce. L’e-sempio di Cristo testimo-nia la sua infinità genero-sità. Egli ha dato tutto, luiche era ricco si è fatto po-vero per arricchirci dellasua divinità.Per concludere potremmodefinire il denaro “un buonservo, ma un pessimo pa-drone”. Così, per sfuggirea questa schiavitù, il di-stacco è la nostra unica ar-ma, tenendo ben presenteche, alla fine della vita, do-vremo rendere conto di tut-to a Dio.La morte, infatti, azzeraogni differenza, anche eco-nomica... Come nulla ab-biamo portato in questomondo, nulla potremo por-tare via da esso.

L’AVIDITÀ SI OPPONE ALLA CARITÀ (Tommaso d’Aquino)Silvana Petti

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Fede FedeFede Speranza

SperanzaSperanza

CaritàCaritàCarità

CaritàSperanza

Fede

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L’avarizia

apete qual è il peg-gior genere di ava-rizia? Non tanto

quella che si riflette sui be-ni e va a braccetto con l’e-goismo, che spinge a te-nerli tutti per sé, senza con-dividerli con alcuno… Per-ché in fondo è ciò che viensubito alla mente se pen-siamo al cosiddetto “tir-

chio”! Pensandoci benescopriamo che l’avarizia,avviluppandoci, non si ac-contenta di privarci dei no-stri stessi beni (già, occu-pati come siamo a difen-derli dagli altri, rischiamodi chiuderli sotto chiave enon bearcene neppure noi!)ma, come una piaga, co-mincia ad invadere la no-

stra anima, sino a renderladura, sorda, cieca… le im-pedisce di trovare tempo emomenti, lacrime e sorri-si, persino emozioni per glialtri. Diviene meschinità,gelosia, superbia; si nutredi ogni altro vizio essendo,fondamentalmente, man-canza d’amore. E senzal’amore diveniamo facilepreda del demonio e dellesue arti. Lo stesso demo-nio, da sempre l’angelo piùbello del paradiso, sa pren-dersi gioco dell’avaro alpunto di nascondergli lesue mancanze e fargli cre-dere, al contrario, che isuoi gesti siano esempi digenerosità! E, in effetti,l’avaro è anche in grado didonarti qualcosa, quandonon gli costa nulla, quan-do di quella cosa abbondae non sa che farsene, op-pure non gli piace, è vec-chia, brutta, “impiccia”…ma, soprattutto, l’avaro tidona qualcosa in un’occa-sione speciale, in modo difarlo sapere ai quattro ven-ti, cosicché tutti credanoche egli non è… avaro!Giunge a criticare le per-sone davvero generose,probabilmente non affer-rando l’origine di un gestodi cuore…Quando l’avaro è una per-

sona molto vicina a te il ri-schio è che tu non sia ab-bastanza forte da contrap-porre il bene al suo agire eche quell’angelo bellissi-mo, dopo aver invaso lui,invada te. Così ti domandi:perché donargli qualcosase lui si comporta così conme?, fino a dimenticare lagratuità insegnataci da Ge-sù. Per grazia di Dio, capi-ta a volte di essere scossida esempi di stupenda ge-nerosità, che ci mettono difronte un’altra via, quelladi chi non si aspetta nullain cambio, che dona nel se-greto, non per ricevere rin-graziamenti e adulazioni,non per dimostrare la pro-pria vana e presunta supe-riorità… quella di una ma-no destra che non sa cosafaccia la sinistra. Quella diuna giovane coppia chesceglie di rinunciare allavacanza estiva e destina ildenaro all’asilo delle suoreche terranno la loro bam-bina. Ecco, a loro vogliovolgere il mio sguardo: es-si sono molto più vicini alcielo di chi cammina colnaso in sù. Forse l’avaroavrà già pronta la sua sen-tenza anche su questo, maforse no, e qualcosa riu-scirà pian piano a far brec-cia nel suo cuore...

QUANDO L’AVERE È RADICE DELL’ESSEREEmanuela Bartolini

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S

uso degli animali el’assegnazione adessi di caratteristi-

che umane, trova ampiaapplicazione in tutto il me-dioevo, sia nella praticadella scrittura, sia nellaproduzione artistica e ar-chitettonica.Le forme di rappresenta-zioni allegoriche più notesono quelle dei vizi e del-le virtù.L’uso degli animali nelladialettica comune servivaper comunicare in formaindiretta una conoscenza eper rendere chiari e mani-festi tutti i significati di or-dine fisico, teologico, mo-rale o storico.In quel contesto storico, illupo (le tre fiere di Dante,1°canto), era per eccellen-za il simbolo dell’avariziae della cupidigia.L’idea dantesca è tratta dalprofeta Geremia: “Il leonedella selva li ha percossi,il lupo del deserto li sbra-na, il leopardo sta in ag-guato presso le loro città”(Ger 5,6).Si tratta di immagini figu-rali delle sacre Scritture,con valore storico e reale,quindi di simboli e non difinzioni astratte.Nella tradizione cristiana,il lupo, per la sua ferocia evoracità, è simbolo del

male e dal-l’avarizia. Alcune im-portanti ci-tazioni: per Gesù rappre-sentava i pericoli del mon-do ostile: “Ecco io vi man-do come pecore in mezzoai lupi” (Mt 10; Lc 10,3); iDomenicani, compiendo laloro funzione di “Cani delSignore” (Domini canes),sono rappresentati mentrevanno in guerra contro ilupi, ossia gli eretici; Fran-cesco d’Assisi ammansì unlupo sanguinario che ter-rorizzava la popolazione diGubbio. La fiera fu resadocile come un agnello.Molti sono gli studiosifrancescani che sostengo-no che il lupo di Gubbiofosse in realtà un banditopericoloso che razziava lacittà per la sua avarizia ecupidigia. San Francescoriesce a convertirlo e a far-gli vivere il resto della suavita da cristiano accolto eamato dalla comunità diGubbio.Il ricorso al mondo anima-le, ispiratore di similitudi-ni, metafore e allegorie, èdeterminato dalla sempli-ce considerazione che laragione umana assimilanaturalmente e spontanea-mente quegli argomenti ele realtà ad essa più vicini.

Per questomotivo lesimilitudiniriferite allanatura han-no una for-za di per-s u a s i o n emolto ac-centuata.

Ed ecco, quindi, che leproprietà degli animali so-no messe in relazione coni vizi e i peccati capitali ocon questa o quella virtù. Per citare alcuni esempi: ilpeccato di gola con il por-co, l’ostinazione nel pec-cato e l’avarizia con il lu-po, la lussuria con il ca-vallo, l’ira con l’orso, l’or-goglio e la lussuria con illeone, l’invidia e l’insa-ziabilità con il cane, l’ipo-

crisia e l’astuzia con lavolpe, l’accidia con il cor-vo, la superbia con il pa-vone.Ad eccezione del lupo,simbolo dell’avarizia edell’ostinazione nel pec-cato, gli altri animali go-dono di una ambivalenzasimbolica, infatti tutte lecreature sono di duplicenatura, positiva e negativa. Il teologo Thomas deChobham scrive: “La ra-gione umana, essendo con-naturata all’uomo, appren-de più facilmente le coseche si presentano a lui informa naturale piuttostoche in forma astratta. Percui le anime vengono per-suase attraverso le simili-tudini naturali piuttostoche con le parole comuni.”

L’

IL LUPO, SIMBOLODELL’AVARIZIAFrancesco Di Cataldi

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Attività

ra il dire e il fare c’èdi mezzo il mare.Dopo tanta teoria

sull’accoglienza e l’ascol-to, è comunque diversotrovarsi faccia a faccia colpovero, quello che ti fa ve-dere le bollette insolute,che chiede un pacco di pa-sta in più, che sogna un po-sto di badante. Una donnain particolare mi è rimastanel cuore; la chiamerò Sel-ma: una bella donna rume-na della mia età, anche leibruna ma con gli occhichiari, molto molto sper-duti, senza marito, senzafigli. Non le avevo fatto io“l’ascolto”, il primo ap-proccio in cui ci si dovreb-be conoscere, ma che pur-troppo per forza di cosespesso diventa un’acquisi-zione dati. Aveva chiestoun posto di badante che leera stato trovato: una vitasalvata, o una pratica ri-solta, a seconda del gradodi stanchezza, distrazione,coinvolgimento dell’ope-ratore. Però quella mattinaSelma si è presentata, stan-ca e tirata, dicendo di es-sere stata licenziata dopoun solo giorno e di averpassato la notte su una pan-china alla stazione, sveglia;non aveva sufficiente for-za fisica per sollevare l’an-

ziana affidatale. Licenziatadopo un giorno, possibile?Sorgono subito umani so-spetti che “l’ospite”, comevengono eufemisticamen-te chiamati i poveri che sirivolgono ai Centri d’A-scolto, abbia qualche ma-gagna nascosta. Selma ciracconta (daccapo) tutta lasua storia: è in Italia da tresettimane, ha dormito allaStazione Termini, all’o-stello di Via Marsala nonha trovato posto. Successi-vamente ho ascoltato altretre-quattro versioni di que-sto suo periodo, ma nonera in malafede: vorrei ve-dere voi a raccontare inun’altra lingua, nei detta-gli, cosa avete fatto nel-l’ultimo mese. Anche que-ste incertezze, però, gene-rano diffidenza. È pureprotestante, noi non cono-sciamo alcun pastore, nonsapremmo a chi mandarla.Le abbiamo portato la co-lazione, cornetto e cappuc-cio; ci hanno raccomanda-to ripetutamente di non ce-dere alla tentazione di scia-lacquare per i poveri, nonè questo lo scopo di unCentro d’Ascolto, è invecel’emancipazione del pove-ro. Mi colpisce la manieraassolutamente compuntacon cui mangia, gomiti e

ginocchia strette, occhibassi, bocca chiusa, lenta-mente. Ci dice di essere unperito chimico: “Ho stu-diato tredici anni ma nonmi è servito a niente”. Po-tevo essere io a bere lenta-mente il cappuccino rega-lato, se fossi nata lì; potevaessere lei a fare colazionea casa propria, se fosse na-ta qui. Per il pranzo la por-tiamo, in auto, alla MensaCaritas. Ci vuole un po’per convincerla; ma come,allora non ha fame. Macerto che ha appetito (per-ché ‘fame’?), però ha unbisogno ancora più grandedel mangiare: non scende-re un ulteriore gradino nel-la scala sociale; le donnesono spesso riluttanti a me-scolarsi con i barboni al-colizzati che di solito fre-quentano le mense. Va be-ne, se non ci sono altredonne rimango io con lei;allora si convince. Le tro-viamo un posto dove c’èun’altra donna, proprio vi-cinissimo allo sportellocon gli operatori; quandovede il piatto fumante si il-lumina! Ciao ciao, noi an-diamo, il nostro turno è fi-nito. Terribile questa co-munione/accoglienza aorario: il grande mare tra ildire e il fare… Nel pome-riggio Selma torna al Cen-tro d’Ascolto, altri opera-

tori le trovanouna ospitalitàpresso una ca-sa famiglia aPassoscuro,viene accom-pagnata con

l’auto. Ecco,adesso se ne oc-cuperà la re-sponsabile di lì,il caso è risolto.Invece dopo unasettimana Selmaritorna nelle no-stre vite. Non èstato possibiletrovarle una si-stemazione de-finitiva, ha rifiu-tato due lavori.Restiamo senzaparole; è chiaroche non possia-

mo più fare niente per lei,se vuole va all’ostello aRoma, se no se ne torna inRomania. Selma prende lacorriera e si ripresenta alCentro d’Ascolto. La suaversione è diversa. Piange.Il primo lavoro gliel’ha of-ferto un uomo conosciutocasualmente, che le ha pro-posto di andare con lui inCalabria; lei ha rifiutato (eci credo!). Il secondo nonera nemmeno un lavoro,era un’ospitalità presso unafamiglia che le ha offertovitto e alloggio in cambiodi compagnia e aiuto do-mestico, e le ha anche se-questrato il documento,che poi hanno restituitodietro minaccia di denun-cia alla polizia. “Ma io de-vo mandare i soldi a miamadre in Romania, che cifaccio con vitto e allog-gio?!”. Si consulta anchecon la sorella che abita alNord, che le conferma cheanche lì non c’è lavoro, èinutile che vada. Alla finesi rassegna a tornare in Ro-mania, con l’aereo però,perché “sto diventandopazza e non posso reggeredue giorni di viaggio inpullman”. Ci guardiamo,non sappiamo se ridere ose piangere. Breve consul-to: il biglietto aereo costapoco più di quello del pul-lman e in un’ora è a casa.È mezzogiorno, il Centrochiude, andiamo in un’a-genzia di viaggi che alla fi-ne ci farà un prezzo strac-ciatissimo. Rivedo Selmanel tardo pomeriggio, allariunione Caritas: è passataa prendere il suo borsone,il parroco ha accettato dipagarle il viaggio aereo.Addio Selma, che “gli uo-mini ti guardano e subitovogliono prenderti”, chenon volevi andare a piedi,che non volevi mangiarealla mensa coi senzatetto,che volevi uno stipendio eabitare in una casa inveceche in un ostello; che vo-levi essere come me, e in-vece tornerai in estatequando tua sorella ti chia-merà per la raccolta dei po-modori.

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I LIMITI DELLA CONDIVISIONEDal Centro Ascolto parrocchiale

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Conflitti nel mondo: sonoin corso 25 conflitti. Il qua-dro della situazione all’i-nizio del 2009

PeaceReporter

Medio Oriente1. Iraq 135.000 morti dal20032. Israele-Palestina 7.000morti dal 20003. Turchia (Kurdistan)41.200 morti dal 1984

Asia4. Afghanistan 38.500morti dal 20015. Pakistan (Pashtunistan)12.000 dal 20046. Pakistan (Balucistan)1.300 morti dal 20047. India (Kashmir) 65.500morti dal 19898. India (Assam) 51.800morti dal 19799. India (Naxaliti) 7.200morti dal 198010. Sri Lanka 83.000 mortidal 198311. Birmania (Karen)30.000 morti dal 194812. Thailandia (Pattani)3.500 morti dal 200413. Filippine (Npa) 40.500morti dal 196914. Filippine (Mindanao)71.000 morti dal 1984

Africa15. Somalia 7.400 mortidal 200616. Etiopia (Ogaden) 4.000morti dal 199417. R.D.Congo (Kivu)6.000 morti dal 200418. Uganda 100.000 mortidal 198719. Sudan (Darfur) 301.200morti dal 200320. Rep.Centrafricana2.000 morti dal 200321. Ciad 2.000 morti dal200522. Nigeria (Delta) 14.800morti dal 199423. Algeria 150.500 mortidal 1992

Europa24. Russia (Cecenia) 50mila morti dal 1999

America Latina25. Colombia 300.250morti dal 1964

ASIA - Medici cattolici: il pre-servativo non ferma la diffu-sione dell’HivAsiaNews - maggio 2009 L’uso del preservativo nonè un metodo efficace percombattere l’Aids. Ad affer-marlo è l’Associazione cat-tolica dei medici, infermie-ri e personale sanitario inAsia (Acim-Asia), chesconfessa le politiche di pia-nificazione familiare attua-te mediante l’uso del profi-lattico. Yolly Eileen Gamu-tam, responsabile di Acim-Asia, è categorica: “Il pre-servativo è pericolosissi-mo”. La donna prende adesempio la Thailandia, incui la diffusione del con-traccettivo si è rivelata fal-limentare. Alla fine del2003 il Paese degli elefantiregistrava la più alta per-centuale di malati diHiv/Aids: 570mila fra adul-ti e bambini, rispetto ai9mila delle Filippine. Anchenel numero dei decessi lasproporzione è evidente:58mila morti per Aids inThailandia, solo 500 nelleFilippine. Gamutam sotto-linea come “i dati mostranoche l’uso del condom inThailandia non è stato effi-cace” e aggiunge: “Pur ven-dendolo nelle case perappuntamenti, nei bar, neiristoranti e in altri luoghipubblici, esso non ha impe-dito una diffusione a mac-chia d’olio di Hiv e Aids”.Citando Benedetto XVI, imedici ricordano che asti-nenza e fedeltà coniugalesono i metodi migliori percombattere la malattia.

––––––––Nuovo Rapporto sui bambinibirmani, prime vittime del lungoconflitto interno Agenzia Fides - maggio2009Sono i bambini le prime vit-time del conflitto civile cheoppone in Myanmar i sol-dati dell’esercito, guidatodalla giunta militare chegoverna il paese, e i gruppidi guerriglieri appartenentialle minoranze etniche ves-sate dal regime. E’ quantoafferma il dettagliato rap-

Attività La Voce sul mondo

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Dopo due anni di prepara-zione e di cammino per in-contrare Gesù, 145 bambi-ni si sono accostati per laprima volta all’Eucaristia.Il 17, 24 e 31 maggio novegruppi suddivisi in cinqueturni hanno ricevuto la pri-ma comunione tra l’emo-zione dei tanti famigliaripresenti.Le celebrazioni sono statemolto sentite sia dai bam-

bini che dai genitori e al-lietate dai canti del nostrocoro che ringraziamo af-fettuosamente. I catechistihanno fatto il possibile pertrasmettere ai bambiniquei valori di amore e diservizio che sono alla ba-se della nostra fede, ci au-guriamo quindi che il pic-colo seme gettato nei lorocuori non vada disperso,ma dia buoni frutti.

Turno del 17 maggio -ore 11,00 (Lidia,Rosanna e Carlo)

Bitti LucaBitti SimoneBolognesi MatteoCanaveras ChiaraConverti RossellaDiodati Simone AldoGiuntini RobertaGiustini EmanueleIannilli SimoneLombardi MicolMaci CarlottaPalanga PatrizioPetitti SaraTronci AriannaVesco SimonaTerriola FedericaBresciani Matteo Dentale NicolòDominici DanieleFilizzola MarikaFiore LilianaFiori AriannaGarbati LorenzoGiannattasio LucaLococo MatteoMastropietro DavideMastrosimone Anna MariaPalmisano PietroPietrobattista ValeriaTerenzi Simone

Turno del 17 maggio –ore 16,00 (Biagia, Sr Daniela, Nadia eDaniela)

Alagia EmanueleIera AsiaLoi AriannaMorasca DavideParente DanieleAntonelli ChiaraBandini CeciliaBonzi MiriamBuccomino FrancescaD’amico Daniel

Feliziani Alessia Ferrazza GianlucaPallai FrancescoPaoli MartinaPietrasanta MirkoRinaldi FilippoSantamaria FrancescoSimone MarcoVellucci Veronica

Turno del 24 maggio -ore 11,00 (Anna N., Lia,Nunzia e Gaia)

Baldi MarziaBrucato RiccardoCerreto CleliaCresta SaraDi Savino SaraDi Stefano DanieleGugliotti AngelicaMariani DanieleMattioni Lavinia Teresa Mengarelli AsiaNatali MichelleNiccoli GiorgiaRicciotti Martina D’alpino ValerioDe Santis MatteoToral Rosado Lisbeth ErikaAnzuini GiuliaBracco NicolasColangeli GiuliaDe Pasquale FrancescaLo Re ValeriaMele EleonoraMoschetta Federico Nappi GianlucaRinaldi FabianaRosolino VeronicaTarullo FrancescaVertecchi EleonoraZito SyriaDell’Anna GianmarcoGiammelli GiorgiaCarminati AliceDi Gianfrancesco LucaDi Gianfrancesco Matteo

PRIME COMUNIONI

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porto dal titolo “No moredenial”, pubblicato di recen-te dall’organizzazione nongovernativa Watchlist onchildren and armed conflict.Il rapporto è stato diffuso inconcomitanza con il primoanniversario del passaggiodel ciclone Nargis, che hariportato l’attenzione dellecronache internazionali sulpaese. In esso si documen-tano centinaia di casi dibambini uccisi, violentati,rapiti, sfruttati, costretti allosfollamento. Esiste poi iltragico fenomeno dei bam-bini soldato, per il quale ilMyanmar detiene il tristerecord nelle classifichemondiali, mentre alla mag-gior parte dell‘infanzia sinega l’accesso all’istruzio-ne, alle cure mediche, agliaiuti umanitari. “La comu-nità internazionale ha ildovere di intervenire e nonpuò restare silente di fron-te a queste violazioni”, sot-tolinea il documento.

––––––––PAKISTAN: offensiva finale con-tro i talebani. Un milione di civi-li in fugaAsiaNews - maggio 2009È di 170 vittime fra i tale-bani e 10 fra i soldati del-l’esercito pakistano il bilan-cio provvisorio dell’offen-siva finale lanciata contro ifondamentalisti islamicinella valle di Swat. Altre seipersone, di cui non si cono-sce l’identità, sono morte inun attacco missilistico sta-tunitense nella provinciapachistana del WaziristanMeridionale, al confine conl’Afghanistan. Intanto siconsuma una tragedia uma-nitaria dalle proporzionisempre più vaste: funzionaridel governo provinciale eCommissione Onu per irifugiati parlano di “più unmilione di sfollati” in fugadalle zone di guerra. Il maggiore Athar Abbas,

portavoce dei militari, con-ferma che l’esercito ha lan-ciato “una offensiva suvasta scala” nello Swat, cheha costretto alla ritirata lemilizie talebane. Le opera-zioni, alle quali partecipa-no tra i 12mila e i 15 milasoldati, continueranno “sinoalla logica conclusione”, la“completa eliminazionedegli estremisti” dall’area.I talebani, denuncia il por-tavoce militare, cercano diimpedire l’esodo delle fami-glie in fuga, utilizzando iprofughi come scudi umanie ostaggi; per questo l‘eser-cito si muove “con moltacautela”, per ridurre al mini-mo i rischi per la popola-zione civile.

––––––––REPUBBLICA CENTRAFICANA;Il dramma di migliaia di sfolla-tiwww.radiovaticana.org -maggio 2009 Sempre più preoccupante lasituazione nel nord dellaRepubblica Centrafricana,dove - a causa di scontri traesercito e ribelli - migliaiadi persone sono statecostrette a fuggire dalle pro-prie case, per di più nellastagione delle piogge. Ladenuncia arriva da MediciSenza Frontiere: una stimadell’organizzazione umani-taria indica, infatti, diecimila nuovi sfollati nellaregione di Kabo e MoyenSido, al confine con il Ciad,rifugiati nella foresta, prividi assistenza sanitaria esenza aiuti. Il segretariogenerale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha invocato il rispet-to dei diritti umani nel Paeseafricano, già colpito dascontri tra governativi eribelli del Fronte democra-tico del popolo centrafrica-no (FDPC), movimento chenon ha aderito al processodi pace in corso.

––––––––MONDIALITÀ: Dall’Onu unappello per fermare violenzecontro minori Misna - aprile 2009 Gruppi e governi di 14 paesiviolano ogni giorno le leggi

internazionali che vietano ilreclutamento di minori: loha ricordato il segretariogenerale dell’Onu, Ban Ki-moon, in occasione di undibattito su minori e con-flitti tenuto al Consiglio disicurezza. Tra i paesi dovepiù di altri sono forti lepreoccupazioni, Repubbli-ca democratica del Congo,Sri Lanka e Colombia sonoconsiderati quelli a maggiorrischio per i minori. “Milio-ni di bambini in tutto ilmondo continuano ad esse-re direttamente colpiti dalleconseguenze delle guerre”ha detto Ann Veneman,direttrice esecutiva dell’U-nicef, il Fondo delle Nazio-ni Unite per l’infanzia.Citando il rapporto delsegretario generale dell’O-nu, la direttrice dell’Unicefha sottolineato come, purregistrando passi avanti, in20 paesi guerre e violenzecontinuano ad avere unimpatto sulla vita delle cate-gorie sociali meno protette,con i bambini in testa.

––––––––In Asia centrale si profila una“guerra” per l’acqua AsiaNews - aprile 2009 Si è svolto ad Almaty(Kazakistan) il summitannuale dei Paesi dell’Asiacentrale (Kazakistan,Uzbekistan, Kirghizistan,Turkmenistan e Tagikistan)sulle risorse idriche, da sem-pre questione assai contro-versa tra questi Paesi.Hanno anche discusso dellago Aral, sempre più inqui-nato e che appare arduo sal-vare dal progressivo pro-sciugamento.L’acqua è una risorsa essen-ziale nell’arida Asia centra-le, ma dopo il crollo del-l’Unione Sovietica questiPaesi non sono riusciti acollaborare per distribuirlae preservarla. Gli Stati “avalle”, Kazakistan, Uzbeki-stan e Turkmenistan, hannonecessità di grandi quantitàd’acqua per le coltivazioni(soprattutto cotone) e per leindustrie agricole. Ma Kir-ghizistan e Tagikistan, dallecui montagne passano circa

l’80% delle risorse idrichedella regione, lamentanoche gli altri Paesi vendonoloro a prezzi elevati l’ener-gia di cui sono ricchi, e chemanca invece loro, e pre-tendono di ricevere l’acquasenza concedere nulla incambio. Da tempo diconoche dovranno creare grandibacini per fini idroelettrici,impoverendo i corsi deifiumi a valle. Soluzioneosteggiata con forza daTashkent che sostiene chel’acqua è un bene naturaledi cui nessuno può essereprivato.

––––––––YEMEN: Un paese in frantumiPeaceReporter - maggio2009 Non bastavano il conflittocon gli zaidi del nord, laminaccia di al Qaeda, i rapi-menti e le intemperanzedelle tribù che controllanodiverse province. Da unadecina di giorni lo Yemen,inteso come lo stato unita-rio guidato dal presidenteSaleh, si trova ad affronta-re un nuovo nemico: isecessionisti. Forse, però, lanuova minaccia non è altroche la somma delle prece-denti, e la conseguenza deimali cronici di un paese lacui unità è tornata a esserein bilico.

––––––––Contro la crisi economica, 13paesi asiatici creano un fondocomune Misna - maggio 2009 I ministri delle Finanze del-l’Associazione dei paesi delsudest asiatico (Asean) equelli di Cina, Giappone eCorea del Sud hanno con-cordato la creazione di unfondo di 90 miliardi di europer affrontare eventualiemergenze determinatedalla crisi economica inter-nazionale.

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La Voce sul mondo

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santificazione. Sia ancheun anno in cui si prendo-no in esame le condizioniconcrete ed il sostenta-mento materiale in cui vi-vono i nostri sacerdoti, al-le volte obbligati a situa-zioni di dura povertà. Sia,al contempo, un anno dicelebrazioni religiose epubbliche, che portino ilpopolo, le comunità catto-liche locali, a pregare, ameditare, a festeggiare e aprestare il giusto omag-gio ai loro sacerdoti. Lafesta nella comunità ec-clesiale è un’espressionemolto cordiale, che espri-me e nutre la gioia cristia-na, una gioia che sgorgadalla certezza che Dio ciama e con noi festeggia.Sarà un’opportunità persviluppare la comunione el’amicizia dei sacerdoticon la comunità loro affi-data. Molti altri aspetti ediniziative potrebbero es-sere nominati per arric-chire l’Anno Sacerdotale.Qui dovrà intervenire lagiusta creatività delleChiese locali. Perciò, èbene che ogni ConferenzaEpiscopale, ogni diocesied ogni parrocchia e co-munità locale stabilisca, alpiù presto possibile, unvero e proprio programmaper quest’anno speciale.Ovviamente, sarà moltoimportante cominciarel’anno con un avvenimen-to significativo. Nellostesso giorno dell’apertu-ra dell’Anno Sacerdotalea Roma con il Santo Pa-dre, il 19 giugno, le Chie-se locali sono invitate apartecipare, in qualchemodo, alla inaugurazione,magari con un atto liturgi-co specifico e festivo. Co-loro che potranno venire aRoma per l’apertura, ven-gano senz’altro, per ma-nifestare la propria par-tecipazione a questa fe-lice iniziativa del Papa.Dio, senza dubbio, bene-dirà questo impegno congrande amore. E la Ver-gine Maria, Regina delClero, pregherà per tuttivoi, cari sacerdoti.

cialmente tra gli stessi sa-cerdoti. Tutti vogliamoimpegnarci, con determi-nazione, profondità e fer-vore, affinché sia un annoampiamente celebrato intutto il mondo, nelle dio-cesi, nelle parrocchie, inogni comunità locale, conil coinvolgimento caloro-so del nostro popolo cat-tolico, che indubbiamenteama i propri sacerdoti e livuol vedere felici, santi egioiosi nel lavoro aposto-lico quotidiano. Dovràessere un anno positivo epropositivo, in cui laChiesa vuol dire innanzi-tutto ai sacerdoti, ma an-che a tutti i cristiani, allasocietà mondiale, attra-verso i massmedia globa-li, che è fiera dei suoi sa-cerdoti, li ama, li venera,li ammira e riconosce congratitudine il loro lavoropastorale e la loro testi-monianza di vita. Davve-ro, i sacerdoti sono im-portanti non solo per ciòche fanno, ma anche perciò che sono. Al contem-po, è vero che alcuni sa-cerdoti sono talora appar-si coinvolti in problemigravi e situazioni delit-tuose. Ovviamente, biso-gna continuare ad investi-garli, giudicarli debita-mente e punirli. Questi ca-si, però, riguardano unapercentuale molto piccoladel clero. Nella stragran-de maggioranza i sacerdo-ti sono persone molto de-gne, dedicate al ministero,uomini di preghiera e dicarità pastorale, che in-vestono l’intera esisten-za nell’attuazione dellapropria vocazione e mis-sione, spesso con grandisacrifici personali, masempre con amore au-tentico verso Gesù Cri-sto, la Chiesa e il popo-

lo, solidali con i poveri ei sofferenti. Perciò, laChiesa è fiera dei suoi sa-cerdoti in tutto il mondo.Quest’anno sia ancheun’occasione per un pe-riodo di intenso approfon-dimento dell’identità sa-cerdotale, della teologiadel sacerdozio cattolico edel senso straordinariodella vocazione e dellamissione dei sacerdoti nel-la Chiesa e nella società.Ciò richiederà convegni distudio, giornate di rifles-sione, esercizi spiritualispecifici, conferenze e set-timane teologiche nellenostre facoltà ecclesiasti-che, ricerche scientifichee rispettive pubblicazioni.Il Santo Padre, nel discor-so d’indizione, durantel’Assemblea plenaria del-la Congregazione per ilClero, il 16 marzo u.s.,disse che con quest’annospeciale si vuole “favori-re questa tensione dei sa-cerdoti verso la perfezio-ne spirituale dalla qualesoprattutto dipende l’effi-cacia del loro ministero”.Perciò deve essere, in mo-do molto speciale, un an-no di preghiera dei sacer-doti, con i sacerdoti e peri sacerdoti, un anno di rin-novamento della spiritua-lità del presbiterio e deisingoli presbiteri. In que-sto contesto, l’Eucaristiasi presenta come il centrodella spiritualità sacerdo-tale. L’adorazione eucari-stica per la santificazionedei sacerdoti e la mater-nità spirituale di mona-che, donne consacrate elaiche verso i singoli pre-sbiteri, come già proposte,qualche tempo fa, dallaCongregazione per il Cle-ro, potrebbero essere svi-luppate con sicuri frutti di

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Attività La Voce con un po’ di sentimento

Turno del 24 maggio -ore 16,00 (Teresa e Anna O.P.)

Armenio GiuliaBarile AlessioBarile MariannaBonavoglia JacopoCatalano AlessandroCatalano AlessioCesaretti LorenzoCesarini AlessioCollu ValentinaForese MicheleMontanari MattiaNardi Federica Pettinelli FedericaPettinelli FrancescaQuinzi EmanueleSarigu AlessioZocca ClaudiaArleo AuroraBerte TizianoCapomaggi AriannaCiogli ChristianCivero MatteoD’Amico Simona AngelaD’Annibale MarcoDi Lorenzi MelissaFiorini GiorgiaForcina EmanueleLocci Nicolò AlbertoMatteini FedericoPimpinella TristanRisso PerlaSantini DariaStefanini SimoneTaietta ClaudiaVulcano Martina

Turno del 31 maggio -ore 11,00

Bompan AlessioFumarola AlessandroGrilli RiccardoMarcon Alessandro Susanna GabrieleGaudio AntonioDi Domenico FrancescoDi Russo MarcoMontesi DanieleAbagnale AndreaBlandino GianlucaCarli DavideColaci Andrea Conte IlariaCrescenzi EvangelicaDe Caro MatteoFabiano LorenzoFantozzi EmilianoLauria Francesco Mancinelli LorenzoPersico LeonardoPersico MartinaRomano Beatrice

LETTERA PER L’ANNO SACERDOTALEcontinua da pagina 1continua da pagina 8

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con i vescovi della metro-polia barese un documentoda lui predisposto intitola-to “Bari terra di pace”, incui venne ribadito il pro-gramma di don Tonino perla pace fondata sulla Paro-la di Dio e in particolare sulversetto del profeta Isaia“Forgeranno le loro spadein vomeri, le loro lance infalci, e non si eserciteran-no più nell’arte della guer-ra”, che sarà più volte ri-preso negli interventi didon Tonino nel suo impe-gno per la pace. Egli non temeva di esporsialle manifestazioni pacifi-ste e non violente sopratut-to in occasione di conflittiinternazionali.Partecipò alla marcia suSarajevo durante l’occupa-

zione nel conflitto con l’exJugoslavia. Don Toninovenne a mancare il 20 apri-le 1993.Certamente una figura checi manca oggi, ma nel no-stro piccolo possiamo con-tinuare il suo impegno perun mondo di pace e di so-lidarietà.Concludo con Raoul Folle-reau, l’amico dei lebbrosiche nel 1954 scriveva ai ca-pi delle due grandi poten-ze: USA e URSS: «Datemiun aereo, ciascuno di voiun aereo, uno dei vostriaerei da bombardamento.Perché col costo di questidue velivoli di morte, sipotrebbero risanare tutti ilebbrosi del mondo...».

na notizia che in que-sto periodo passainosservata è la cam-

pagna contro i cacciabom-bardieri F-35, “Stop 35”. Più di 70 associazioni (dicui alcune anche cattoliche)chiedono lo stop alla pro-duzione degli F-35 e la de-stinazione dei 15 miliardidi euro, stanziati per il lo-ro acquisto, per affrontarela crisi economica e contri-buire alla ricostruzione del-l’Abruzzo. Si tratta di un investimen-to enorme, pari a quattrovolte i fondi stanziati finoad oggi per fronteggiare lacrisi economica e finanzia-ria e a tre volte la cifra chesi pensa di stanziare per ilterremoto in Abruzzo. Dal30 maggio al 6 giugno ci

sono state varie iniziativein tutta Italia. Per chi è interessato e vuo-le maggiori informazionevi consiglio di contattare ilsito:www.sbilanciamoci.org,www.disarmo.org e maga-ri aderire alla campagna. Quando ho appreso la noti-zia che il nostro governo hadato il via per l’acquisto di131 cacciabombardieri ilmio pensiero si è rivoltoverso don Tonino Bello, de-funto vescovo di Molfetta.Già oltre venti anni fa donTonino Bello, presidenteanche di Pax Christi, mo-bilitò tutta la sua diocesicontro l’insediamento di al-lora dei cacciabombardieridella Nato nella sua Puglia.L’8 dicembre 1987 firmò

La Voce con un po’ di sentimento

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GRATI AL SIGNORE

� LORENTI MARIO e TRECCOSTI CATERINA, 25° di matrimonio l’8 aprile 2009

� FOGLIA ITALO e CAPONERO TIZIANA, 25° di matrimonio il 13 aprile 2009

� PALERMO MAURIZIO eMANCINI BARBARA, matrimonio il 18 aprile 2009

� UJCIC SILVIO e BARRETTA CINZIA, matrimonio il 25 aprile 2009

� D’AGOSTINO BRUNO e DI MARTINO FRANCESCA,matrimonio il 2 maggio 2009

� LOMBARDI FRANCESCO ANTONIO e NEPITA MICHELINA (Melina), 50° di matrimonio il 10 maggio 2009

� PUGGINI ANTONIO e BLOISE ANNA, 25° di matrimonio il 26 maggio 2009

� FICO ANTONIO e CUCCI ROBERTA, 25° di matrimonio il 2 giugno 2009

� CARDILLO GASPARE e CICIA FILOMENA, 50° di matrimonio il 7 giugno 2009.

� LUCANTONIO FRANCO, battezzato il 6 giugno 2009

� DI PIETRO ALICE, battezzata il 7 giugno 2009

� NESCI GIADA, battezzata il 7 giugno 2009

� TELONI ALICE, battezzata il 7 giugno 2009

� LORETI ALESSANDRO, battezzato il 7 giugno 2009

� DONOFRIO MARTINA, battezzata il 7 giugno 2009.

RIPOSANO IN PACE

� D’ARIENZO MARIO, deceduto il 29 marzo 2009

� CIANFRIGLIA IOLE, deceduta il 5 aprile 2009

� TESTA BATTISTINA, deceduta il 19 aprile 2009

� POMPEI SILVIO, deceduto il 20 aprile 2009

� CORRADI BRUNO, deceduto il 1° maggio 2009

� GNAZI MARINO, deceduto l’11 maggio 2009

� PICCOLINO MICHELINA, deceduta il 12 maggio 2009

� CASSANELLI GIOVANNA, deceduta il 14 maggio 2009.

� PARADISI GABRIELE, battezzato il 9 maggio 2009

� CACCIAMANO ALLEGRA, battezzata il 10 maggio 2009

� AGAMENNONE GIULIA, battezzata il 10 maggio 2009

� TULIMIERI SILVIA, battezzata il 10 maggio 2009

� DI LORENZI NICOLAS, battezzato il 16 maggio 2009

� CAPOZZI GABRIELE, battezzato il 30 maggio 2009

� MASSIMI DOMIZIANA, battezzata il 6 giugno 2009

RINATI IN CRISTO

� FILIZZOLA MARIKA, battezzata l’11 aprile 2009

� BANDINI FLAVIA, battezzata l’11 aprile 2009

� MORETTI DAVIDE, battezzato il 12 aprile 2009

� BIANCO GABRIELE, battezzato il 12 aprile 2009

� PAGANI GIORGIA, battezzata il 12 aprile 2009

� BIANCHI MANUEL, battezzato il 13 aprile 2009

� LOCCI NICOLÒ ALBERTO, battezzato il 19 aprile 2009

� PAGNOTTA CHRISTIAN, battezzato il 19 aprile 2009

� LA MARRA DONATELLA, battezzata il 19 aprile 2009

� MAGGI DAVIDE, battezzato il 20 aprile 2009

� FUNARI SARA, battezzata il 26 aprile 2009

� GIROLAMI GIORGIA, battezzata il 26 aprile 2009

� MORETTI GRETA, battezzata il 26 aprile 2009

� ZAHORA SALVATORE, battezzato il 26 aprile 2009

� FANICCHIA LORENZO, battezzato il 3 maggio 2009

� CAPOZZI CHRISTIAN, battezzato il 9 maggio 2009

I CACCIABOMBARDIERI E... DON TONINO BELLOAldo Piersanti

U

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AFFITTO LOCALIIN LADISPOLI

Dal mese di ottobreprossimo la ScuolaMedia comunale “Cor-rado Melone” lasceràla struttura parrocchia-le del Sacro Cuore pertrasferirsi nei nuovi lo-cali in ultimazionepresso via Varsavia alCerreto.Pertanto si offrono, aquanti interessati,

ottoambientiampi e

luminosi, particolarmente

indicati perscuole,

ambulatori medicie studi

professionistici.

È utile ricordare che:• La struttura è situatain Via dei Glicini, 10 aLadispoli – Cerreto;

• La struttura è in po-sizione centrale rispet-to alla città;

• Le aule sono situatein un contesto silen-zioso (interno ed ester-no);

• Vi è ampia possibilitàdi parcheggio;

• L’accesso agli am-bienti è autonomo ri-spetto ai locali parroc-chiali;

• I consumi sono concontatori autonomi.

N.B.: l’eventuale affit-to di una o più auleaiuterà la Parrocchiadel Sacro Cuore al pa-gamento del mutuo, at-tivato dalla stessa nel2001 per l’ammontaredi euro 516.000.

Grazie per l’interessamento.

AVVISOIn occasione del CorpusDomini (Festa dell’Euca-ristia), domenica 14 giu-gno p.v., al termine dellaSanta Messa delle ore19,00, uscirà la processio-ne con il Santissimo Sa-cramento.

Il percorso previsto è il seguente:

Chiesa parrocchiale, Via dei Fiordalisi, Via delle Magnolie, Via delle Orchidee, Via delle Rose, Via dei Campi fioriti,Largo R.Livatino, Via delle Magnolie, Via dei Fiordalisi e Chiesa parrocchiale. UN CALDO INVITO APARTECIPARE E A COL-

LABORARE (in partico-lare si invitano quanti abi-tano lungo le strade delpercorso indicato ad ab-bellire balconi e finestrecon luci, drappi, nastri efiori…)

GRAZIE, con la Benedizione del Signore!

IL PARROCO(don Giuseppe Colaci)

Programma Eventi

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PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLI

XVII FESTA DEL SACRO CUORE - AD 2009

“MI SARETE TESTIMONI”

Da venerdì 12 a giovedì 18 Giugno:ore 19,00 OMAGGIO AL SACROCUORE da parte delle realtà e dei grup-pi parrocchiali

Venerdì 19 GiugnoFESTA PATRONALE

Mattina: montaggio stands

ore 19,00 S. MESSA NELLA SO-LENNITÀ con ADORAZIONE euca-ristica e Atto di RIPARAZIONE,

segue CENA comunitaria.

Sabato 20 GiugnoFESTA PATRONALE

Mattina: apertura stands

ore 10,00-13,00: torneo calciotto junior(10-13 anni)

Pomeriggio:

ore 15,30-17,30: torneo biliardino ju-nior (10-14 anni)ore 17,30-18,45: torneo biliardino se-nior (14-99 anni)

ore 17,45: teatrino dei burattini

a seguire: finale del 3° e 4° posto cal-cio8 (adulti, maschile e femminile)

ore 19,00: S. MESSA

Serata:

ore 20,30: SPETTACOLO bambiniclassi II E/F Elementare/Cerreto

ore 21,00: spettacolo gruppo folk“MARIACHI ROMATITLAN”

ore 22,30: Karaoke – ANIMAZIONEMUSICALE

Durante la Festa funzioneranno: Stand gastronomico e dolci; stand Giochi; stands vari.

Domenica 20 GiugnoFESTA PATRONALE

Mattina:

ORE 8,00: ritrovo per gara podistica“il miglio”

staffetta 4x400 giovanile

ore 9,00: S. MESSA

ore 10,30: finali calciotto

ore 11,00: S. MESSA

Pomeriggio:

ore 16.00: Finali tornei (biliardino, carte)

ore 17,00: intrattenimento danze orien-tali

ore 17.45: passeggiata in bicicletta

ore 18,00: Compagnia teatrale “I nuo-vi menestrelli” presenta: due atti unicidi Peppino De Filippo (“Don Raffaeleil trombone” e “Spacca il centesimo”).

ore 19,00: S. MESSA

Serata:

ore 20,00: spettacolo gruppo adole-scenti

ore 20,30 – 21,15: spettacolo danzabimbi.

ore 21,30 CORRIDA durante lo spet-tacolo avverranno le premiazioni e l’e-strazione lotteria (ore 22,30 ca)


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