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L’economia di Livorno:
il 2011… in pillole.
BREVE SINTESI DEL RAPPORTO SULL’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI
LIVORNO NEL 2011
Sommario: 1. Premessa - 2. La crisi internazionale e nazionale – 3. Gli operatori economici di
fronte al futuro – 4.L’analisi dei risultati – 5. La popolazione – 6. Il tessuto imprenditoriale – 7
La produzione agricola – 8. L’artigianato – 9. L’industria manifatturiera - 10. Il commercio - 11.
Il commercio estero - 12. Il turismo – 13 Le attività portuali - 14. Il credito – 15. Il mercato del
lavoro - 16. L’innovazione e l’attività brevettuale – 19. La contabilità economica territoriale -
18. Qualche previsione.
Livorno, 30/5/2012
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1. Come da tradizione la Camera di Commercio di Livorno, avvalendosi del proprio Centro
Studi, presenta il Rapporto sull’economia della Provincia di Livorno nel 2011. Sono già otto
anni che l’evoluzione della nostra economia viene dettagliatamente osservata con
approfondimenti dei fenomeni più rilevanti di ogni singolo comparto e con particolare riguardo
alle variegate realtà settoriali, per individuarne, non solo le serie storiche, ma anche le tendenze
di medio periodo. Il rapporto analizza i dati e le loro fonti per indagare sull’economia reale,
derivata dalle azioni e dalle finalità adottate e perseguite dal complesso motore di sviluppo
rappresentato dal sistema imprenditoriale e dal mondo del lavoro. L’analisi evidenzia che nella
nostra provincia è presente un modello di sviluppo integrato che opera per valorizzare la filiera
agroalimentare, quella del manifatturiero (industriale ed artigiano), quella logistica e quella
turistica, per continuare a dare voce all’industria tradizionale ed a quella a più alto valore
aggiunto, e che si propone come polo di rilevanza regionale e nazionale, anche grazie alla
presenza di uno dei principali porti italiani.
2. Quest’anno la nostra analisi non può che prendere atto del consolidarsi di una pesante crisi
internazionale e nazionale che dal biennio precedente ha avuto notevoli conseguenze sulla
generalità dei settori economici provinciali. Questi sono stati esaminati per valutare le
debolezze (e sono tante) ed i punti di forza (che purtroppo sono pochi). Il fine è quello di poter
validamente affrontare le prime per diminuirle ed aumentare i secondi per far decollare un
nuovo modello di sviluppo della nostra economia. E si parla di un modello “nuovo” perché,
dopo una crisi come quella presente, il futuro non potrà mai essere un ritorno uguale all’ieri, ed
i risultati del 2011 lo confermano. Per guardare al domani bisogna avere il coraggio di superare
i più naturali e diversi atteggiamenti (che qualcuno chiama lotte) difensivi, e porre più
entusiasmo e più carica verso nuovi traguardi. Si avverte da più parti che resistere (pur
imperativo categorico) non è azione sufficiente per uscire dalla crisi, sono quasi del tutto
assenti segnali di ripresa.
3. Nella libertà d’azione sempre più numerosi sono gli operatori che sfidano il futuro
affrontando logiche selettive che lasciano al loro destino sia le imprese marginali, sia quelle che
si affannano dietro la tradizione, ma non hanno sempre la forza di adottare nuove strategie
verso nuovi mercati, non solo nazionali. E, tuttavia, molti non solo si impegnano per la difesa
delle loro imprese e dei loro addetti, ma affrontano con entusiasmo e con impegno tutte le
responsabilità che sono necessarie per assicurare dignità sia al presente che al futuro. E lo
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sfidano e noi, che siamo dalla loro parte, confidiamo nella loro vittoria, che sarebbe anche la
nostra.
4. Il 2011 è stato, dopo un biennio critico, un anno particolarmente difficile e l’analisi dei
risultati , così come si evince dal nostro rapporto, vede uscire indenni solo alcuni settori
dell’economia locale. Ma di questa parleremo più avanti, quando verranno presentate le
dinamiche e le evoluzioni di breve e medio periodo. A questo punto appare molto più
opportuna una sintesi dei principali risultati che emergono dal Rapporto per avere chiara
visione e conoscenza dei punti di forza e dei punti di debolezza della nostra economia.
5. La popolazione provinciale, secondo i primi dati del Censimento dell’ottobre 2011,
ammonta a 336.943, e mancano 6.230 residenti rispetto a quelli registrati presso le anagrafi
comunali al 30/9/2011. Quella livornese è una popolazione in cui dominano le classi d’età più
avanzata: oltre il 18% dei residenti è un ultrasettantenne, contro solo l’11,9% che ha un’età
compresa fra gli zero ed i 14 anni.
6. Il tessuto imprenditoriale assiste ad una modesta diminuzione (-0,1%) del numero delle
imprese attive (28.743 al 31/12/2011). Sul dato influisce l’imprenditoria straniera che
rappresenta l’otto per cento del totale. L’evento non è di poco conto, rappresentando nel suo
complesso una sostanziale stagnazione del numero dei soggetti che offrono lavoro. Si ricorda
che il tasso di imprenditorialità di Livorno, calcolato sulla popolazione residente al censimento
2011 è dell’8,53%, con riferimento alle imprese attive (28.743), uno dei più bassi in Italia.
Le imprese livornesi entrate in liquidazione nel 2011 sono in diminuzione rispetto all’anno
precedente (504 contro 550), mentre il numero d’imprese verso le quali sono state avviate
procedure concorsuali è in netto aumento, passano, infatti, da 76 a 90.
Le imprese femminili sono 8.016, erano 8.082 nel 2010, mentre le imprese attive sono 2.522 e
rappresentano l’8,4% del tessuto imprenditoriale provinciale.
Le società con sede a Livorno che nel corso del 2011 hanno depositato bilancio (relativo
all’esercizio 2010) costituiscono il 14,44% delle imprese, percentuale inferiore sia alla media
regionale (16,29%) che alla media nazionale (15,93%). Va tuttavia notato che tutti i suddetti
valori (a livello locale, regionale e nazionale) risultano in crescita a seguito dell’espansione del
numero di società di capitali. A Livorno l’incidenza delle piccole imprese è pari al 92,57%,
quella delle medio piccole del 4,18%, le medio grandi pesano per il 2,82%, e le grandi
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imprese per lo 0,43%. Le imprese provinciali con un valore della produzione che supera i 10
milioni di euro sono 124 (135 l’anno precedente) di cui 24 con oltre 50 milioni di fatturato.
Da segnalare che il fatturato 2010 complessivo delle società depositanti bilancio è stato pari a
8.941.988.224 €, il 5,5% in più del 2009.
Sedi d'impresa attive al 31/12/2011 per comune, variazioni tendenziali % ed
incidenze %
COMUNI 2010 2011 Var. tend. % Incidenza %
Bibbona 484 472 -2,5 1,64
Campiglia Marittima 1.326 1.330 0,3 4,63
Campo nell'Elba 519 519 0,0 1,81
Capoliveri 495 496 0,2 1,73
Capraia Isola 58 56 -3,4 0,19
Castagneto Carducci 1.087 1.086 -0,1 3,78
Cecina 2.792 2.788 -0,1 9,70
Collesalvetti 1.159 1.157 -0,2 4,03
Livorno 12.087 12.034 -0,4 41,87
Marciana 262 268 2,3 0,93
Marciana Marina 233 238 2,1 0,83
Piombino 2.573 2.583 0,4 8,99
Porto Azzurro 418 416 -0,5 1,45
Portoferraio 1.210 1.213 0,2 4,22
Rio Marina 205 209 2,0 0,73
Rio nell'Elba 81 82 1,2 0,29
Rosignano Marittimo 2.535 2.540 0,2 8,84
San Vincenzo 754 754 0,0 2,62
Sassetta 48 49 2,1 0,17
Suvereto 438 453 3,4 1,58
Totale Provincia 28.764 28.743 -0,1 100,00
Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere
7. La produzione agricola d’eccellenza è, per la nostra provincia, quella vinicola che si è
ridotta nel suo complesso del 15,4%, in misura superiore a quella toscana (-12,6%). Anche il
tessuto imprenditoriale sconta una ormai consolidata diminuzione del numero delle imprese: le
attive che a fine 2010 erano 2.803, a fine 2011 sono 2.760.
Le aziende iscritte alle DOP livornesi ammontavano a fine 2011 a 171 unità, medesimo numero
del 2010, di queste 128 sono completamente autonome nel senso che producono, vinificano e
imbottigliano, mentre le altre producono uva per la successiva vendita alle aziende vinificatrici.
All’interno delle precedenti s’individuano 39 imprese (di cui 35 sono autonome) iscritte alle tre
DOCG provinciali: Suvereto, Val di Cornia Rosso ed Elba Aleatico. Nel corso del 2011 la
Camera di Livorno ha certificato 3,9 milioni di litri, dei quali poco più di 3,7 sono stati
5
imbottigliati. Rispetto all’anno precedente si registra un forte aumento della quantità
imbottigliata (+23,9%), quasi del tutto attribuibile alla crescita della produzione di bottiglie di
Bolgheri e, in minor misura, dell’Elba, mentre ha avuto un rimarchevole calo il Terratico.
I terreni provinciali adibiti alla produzione di vini DOC ammontano a quasi 1.200 ettari i quali,
nella vendemmia del 2010, hanno portato alla produzione di oltre 55 mila ettolitri di vino. Nel
confronto con i dati della vendemmia dell’anno precedente, si registra un piccolo arretramento
non solo della superficie (-1,1%), ma anche delle quantità prodotte (-3,2% in quintali e -3,4%
in ettolitri).
Principali risultati della vendemmia 2010 e confronto con l'anno precedente
Valori vendemmia 2010 Var. tend. su vendemmia 2009
Superficie (Ha) Quantità
prodotta (Q.li)
Quantità
prodotta (hl)
Superficie
(Ha)
Produzione
(quintali)
Produzione
(ettolitri)
Bolgheri 841,43 59.767,13 41.559,02 -0,2% -2,9% -3,0%
Elba 122,84 6.401,90 4.020,62 6,6% 9,7% 8,5%
Terratico 15,94 1.207,40 845,18 -31,7% -18,1% -18,1%
Val di Cornia 193,47 12.567,64 8.665,90 -5,8% -8,1% -8,4%
Totale 1.173,69 79.944,07 55.090,72 -1,1% -3,2% -3,4%
Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati CCIAA Livorno
8. L’ Artigianato provinciale continua stabilmente a perdere quote di fatturato in misura simile
allo scorso anno, evidenziando una situazione particolarmente pesante soprattutto per l’edilizia.
Risulta aumentato il numero di imprese coinvolte in procedure di
fallimento/liquidazione/scioglimento, salito a 32 rispetto alle 20 del 2010. Al 31.12.2011 le
imprese artigiane attive sono 7.267, lo 0,7% in meno sul 2010.
Serie storica degli indici di andamento - Artigianato Livorno
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Imprese attive 6.678 6.763 6.840 6.976 7.021 7.057 7.174 7.309 7.319 7.316 7.267
Variazione % imprese attive 2,2 1,3 1,1 1,9 0,6 0,5 1,7 1,9 0,1 -0,04 -0,7
Nuove iscrizioni 639 608 568 709 689 715 704 716 629 613 602
Tassi di natalità 9,7 9,1 8,4 10,3 9,8 10,1 9,9 10,0 8,6 8,4 8,2
Nuove cessazioni 489 514 490 558 647 650 649 574 621 610 638
Tassi di mortalità 7,5 7,7 7,2 8,1 9,2 9,2 9,1 8,0 8,5 8,3 8,7
Tassi di crescita 2,3 1,4 1,1 2,2 0,6 0,9 0,8 2,0 0,1 0,0 -0,5
Società di capitali 33 50 68 92 120 133 173 181 197 205 220
Incidenza % società di capitali 0,5 0,7 1,0 1,3 1,7 1,9 2,4 2,5 2,7 2,8 4,2
Grado di artigianalità 24,4 24,6 24,8 24,8 25,0 25,2 24,8 25,4 25,5 25,4 25,3
Variazioni % annue di fatturato 3,3 -3,1 -1,2 -1,7 -4,9 -0,7 -0,7 -4,2 -10,5 -8,9 -8,6
Variazioni % annue di addetti 3,3 0,3 1,1 0,2 -4,9 0,8 1,7 -1,1 -3,4 -0,2 -0,9
Fonte: Elaborazione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale toscano sull'Artigianato
Continua la contrazione del bacino occupazionale del settore, che appare chiaramente in lento,
progressivo e stabile ridimensionamento. A ciò si accompagna, tuttavia, il costante sviluppo
delle società di capitali passate da 205 a 220 per un incremento annuo del 7,3%
finale sul tessuto imprenditoriale artigiano arrivata al 4,2% dal 2,8% del 2010.
Dal 2007 ad oggi il numero di imprese artigia
saldo positivo iscrizioni-cessazioni d
crescita sul 2007 pari a +1,6%, realizzato
artigiane dal 2008 ad oggi sia pari al 28,6% mentre il calo di addetti si misura in un
Elaborazione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale dell'Artigianato
9. L’ industria (secondo Prometeia)
dell’occupazione locale, e conta su 6.7
2011 non consentono ottimismo non solo per l
manifatturiero, ma anche per l’andamento degli ordinativi sia interni che esteri.
Principali indicatori di andamento del Manifatturiero non artigiano
2007
Var.% produzione 3,0
Var.% fatturato 2,3
Var.% addetti 1,0
Var.% investimenti 31,9
Var.% ordini interni 0,7
Var.% ordini estero -5,3
Var. % export 12,9
Var.% prezzi alla prod. 4,7
Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana
Imprese attive
+1,3%
Tasso di crescita
+1,6%
contrazione del bacino occupazionale del settore, che appare chiaramente in lento,
progressivo e stabile ridimensionamento. A ciò si accompagna, tuttavia, il costante sviluppo
delle società di capitali passate da 205 a 220 per un incremento annuo del 7,3%
finale sul tessuto imprenditoriale artigiano arrivata al 4,2% dal 2,8% del 2010.
il numero di imprese artigiane attive è cresciuto dell’1,3%.
cessazioni del periodo 2008-2011 (+117) che determina un tasso di
sul 2007 pari a +1,6%, realizzato nonostante la perdita di fatturato subita dalle imprese
artigiane dal 2008 ad oggi sia pari al 28,6% mentre il calo di addetti si misura in un
I numeri dal 2007 ad oggi
razione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale dell'Artigianato
(secondo Prometeia) rappresenta circa il 15% del valore aggiunto e quasi il 1
, e conta su 6.718 imprese attive (di cui 4.496 artigiane)
consentono ottimismo non solo per la diminuzione dei livelli di output
ma anche per l’andamento degli ordinativi sia interni che esteri.
Principali indicatori di andamento del Manifatturiero non artigiano - anni 2007
Livorno e Toscana
Livorno Toscana
2008 2009 2010 2011 2007 2008 2009
-4,7 -16,3 17,2 -4,4 2,2 -3,7 -16,5
-1,4 -21,5 12,1 2,3 3,0 -2,8 -17,0
-1,2 -2,0 0,0 0,9 0,5 -0,4 -5,0
1,6 -18,0 -3,3 2,4 5,5 3,7 -4,0
-4,3 -12,6 20,9 -6,7 1,8 -4,4 -16,5
-5,3 -10,3 12,9 -1,6 1,7 -3,6 -17,0
11,5 -23,7 56,4 1,0 6,9 -4,9 -8,7
1,8 -4,6 4,2 9,3 2,7 2,4 -5,0
Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana - I.G. Tagliacarne
Imprese attiveSocietà di
capitali
+27,2%
Saldo
iscritte-cessate
+117 unità
Tasso di crescita Fatturato
-28,6%
Addetti
-5,5%
6
contrazione del bacino occupazionale del settore, che appare chiaramente in lento,
progressivo e stabile ridimensionamento. A ciò si accompagna, tuttavia, il costante sviluppo
delle società di capitali passate da 205 a 220 per un incremento annuo del 7,3% ed un’incidenza
finale sul tessuto imprenditoriale artigiano arrivata al 4,2% dal 2,8% del 2010.
ne attive è cresciuto dell’1,3%. Ciò consegue dal
7) che determina un tasso di
nonostante la perdita di fatturato subita dalle imprese
artigiane dal 2008 ad oggi sia pari al 28,6% mentre il calo di addetti si misura in un -5,5%.
razione Centro Studi su dati Infocamere e Osservatorio regionale dell'Artigianato
% del valore aggiunto e quasi il 12%
artigiane). I risultati del
ei livelli di output del
ma anche per l’andamento degli ordinativi sia interni che esteri.
anni 2007-2011
oscana
2009 2010 2011
16,5 4,0 2,2
17,0 5,2 3,1
5,0 -0,4 0,2
4,0 -3,8 9,1
16,5 2,8 1,2
17,0 4,7 1,5
8,7 15,5 13,8
5,0 1,9 2,5
Tagliacarne
cessate
+117 unità
7
Sono tuttavia da ridimensionare i risultati in termini di fatturato, mitigati dall’impennata dei
prezzi di listino. Le imprese potrebbero, pertanto, non essere ancora completamente uscite dai
problemi di liquidità e di recupero delle quote di fatturato perse nel 2009. Tuttavia migliora la
spesa per investimenti, anche se recupera poco rispetto al biennio precedente.
Esaurita la breve fase di ripresa del 2010, solo due settori registrano ancora una variazione
media annua dell’output negativa: Alimentari e Automotive, il cui andamento è legato
soprattutto alla domanda interna, e l’Automotive beneficia anche della domanda dai mercati
esteri. Sul fronte generale si segnala:
a) la Chimica sconta una pesante diminuzione degli ordinativi esteri;
b) sostanziale tenuta del comparto della Raffinazione e del trattamento dei derivati
petroliferi;
c) la peggiore performance riguarda il comparto Gomma-Plastica, con unica nota positiva la
tenuta della domanda estera;
d) pessima annata anche per il Metallo, al calo della domanda estera si abbina una perdita
del commercio locale, con il grado di utilizzo degli impianti più basso di tutto il manifatturiero;
e) il comparto Fabbricazione di apparecchiature elettriche, elettroniche, di precisione e
telecomunicazioni registra importanti incrementi dell’export, ma flettono i volumi produttivi.
La blanda crescita del fatturato sembra non influenzata da ritocchi nei prezzi di listino;
f) la situazione della Cantieristica è ancora molto incerta: i volumi di output sembrano
aumentare ma fatturato, portafoglio ordini ed export non danno segni di ripresa.
8
Settore Industria - Imprese attive in provincia di Livorno divise tra artigiane e non
31/12/2011 Var. % 2011/2010
Tot. settore Di cui artig. Non artig. Tot. settore Di cui artig. Non artig.
C 10 Industria Alimentare 291 235 56 0,0 -1,3 5,7
C 11 Industria delle Bevande 14 4 10 27,3 0,0 42,9
C 13 Industria del Tessile 42 29 13 0,0 3,6 -7,1
C 14 Industria dell’Abbigliamento 83 62 21 -5,7 -4,6 -8,7
C 15 Industria della Pelle e simili 23 13 10 -4,2 -7,1 0,0
C 16 Industria del Legno e simili 187 157 30 -1,1 0,0 -6,3
C 17 Industria della Carta 9 5 4 0,0 0,0 0,0
C 18 industria dell’Editoria 84 59 25 5,0 3,5 8,7
C 19 Industria della Raffinazione 2 0 2 0,0 0,0 0,0
C 20 Industria Chimica 26 8 18 -3,7 -11,1 0,0
C 21 Industria Farmaceutica 0 0 0 0,0 0,0 0,0
C 22 Industria della Gomma e materie
plastiche 29 12 17 0,0 0,0 0,0
C 23 Industria dei Minerali non metalliferi 96 65 31 -6,8 -4,4 -11,4
C 24 Metallurgia 8 1 7 -20,0 0,0 -22,2
C 25 Industria dei prodotti in metallo (esclusi
macchinari) 429 258 171 -2,7 -1,5 -4,5
C 26 Industria dei prodotti di elettronica e
ottica 35 11 24 -2,8 -8,3 0,0
C 27 Industria delle apparecchiature elettriche,
elettroniche etc. 33 15 18 -5,7 -16,7 5,9
C 28 Industria dei macchinari/apparecchiature
nca 102 59 43 0,0 -9,2 16,2
C 29 Industria di autoveicoli, rimorchi e
semirimorchi 22 5 17 -4,3 -16,7 0,0
C 30 Industria di altri mezzi di trasporto 141 74 67 -9,0 -9,8 -8,2
C 31 Industria dei mobili 32 22 10 -5,9 -12,0 11,1
C 32 Altre industrie manifatturiere 227 169 58 0,9 1,8 -1,7
C 33 Riparazione, manutenzione ed
installazione 191 107 84 8,5 12,6 3,7
TOT. MANIFATTURIERO 2.106 1.370 736 -1,2 -1,4 -0,9
Ind. estrattive 18 2 16 0,0 0,0 0,0
Utilities 101 12 89 11,0 0,0 12,7
Ind. delle costruzioni 4.493 3.112 1.381 -0,9 -0,3 -2,3
Totale Industria 6.718 4.496 2.222 -0,9 -0,6 -1,3
Totale Imprese locali 28.743 7252 21491 -0,1 -0,9 0,2
Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere
10. Non è rosea nemmeno la situazione delle attività commerciali: l’andamento delle vendite
al dettaglio è desumibile dalla serie storica livornese e toscana (presente nel grafico seguente).
9
Sia a Livorno che in Toscana si ha la totale assenza di variazioni di segno positivo. Dal secondo
semestre del 2011 le variazioni delle due serie assumono valori molto simili, diversamente da
quanto avvenuto nel passato.
La media più che la piccola distribuzione accusano una cospicua diminuzione del volume
d’affari. Il perdurare di questa situazione ha come conseguenza la perdita in termini di fatturato,
e l’uscita dal mercato di svariate imprese.
11. La provincia trae benefici della ripresa, anche se incerta, del commercio internazionale,
mettendo a segno variazioni positive, sia per quanto riguarda l’import, col +3,7%, sia l’export,
-1,5
-1,6
-2,8-4,0
-1,7
-1,3
-2,4
-4,2
-6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim.
2008 2009 2010 2011
Andamento delle variazioni % tendenziali trimestrali. Provincia di
Livorno e Toscana
Livorno Toscana
-3,7 -2,7
-3,8 -5,0
-0,4
-1,4
-3,6
-6,1
0,4
-0,6
-1,4
-2,1
-8,0
-7,0
-6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim. I° trim. II° trim. III° trim. IV° trim.
2008 2009 2010 2011
Andamento delle variazioni % tendenziali per tipologia d'esercizio
Piccola distribuzione Media distribuzione Grande distribuzione
10
col +0,6%. Il 2011 vede la nostra provincia al secondo posto (dopo Arezzo) per il valore di beni
importati. Tale aumento è diretta conseguenza della ripresa nel commercio mondiale (avvenuta
lo scorso anno) di quei prodotti e materie prime che caratterizzano l’economia locale (gas
naturale, petrolio greggio, mezzi di trasporto e prodotti metalliferi), nonché dei loro prezzi,
visto che si sta trattando di valori monetari.
Import ed export 2010 e 2011, province toscane ed Italia (valori in euro)
Territorio Anno 2010 Anno 2011 Variazione %
Import Export Import Export Import Export
Arezzo 3.931.798.142 5.372.771.478 5.273.581.892 7.708.034.919 34,1 43,5
Firenze 4.515.818.999 7.375.443.338 4.632.573.024 8.099.271.320 2,6 9,8
Grosseto 208.268.122 211.690.293 198.732.032 256.066.413 -4,6 21,0
Livorno 4.532.902.732 2.088.654.813 4.701.267.842 2.101.875.072 3,7 0,6
Lucca 1.690.269.559 3.251.734.193 1.698.960.268 3.483.451.272 0,5 7,1
Massa Carrara 531.961.613 1.304.230.970 474.626.885 1.192.557.301 -10,8 -8,6
Pisa 1.711.468.311 2.500.154.954 1.952.098.844 2.755.444.499 14,1 10,2
Pistoia 833.436.316 1.275.577.986 978.224.246 1.285.482.814 17,4 0,8
Prato 1.735.288.187 2.089.695.436 1.693.041.708 2.198.876.014 -2,4 5,2
Siena 509.775.070 1.093.583.967 499.814.434 1.120.094.188 -2,0 2,4
Toscana 20.200.987.051 26.563.537.428 22.102.921.175 30.201.153.812 9,4 13,7
Italia 367.389.805.492 337.346.283.197 400.479.614.304 375.849.580.721 9,0 11,4
Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT
12. I flussi turistici chiudono il 2011 con consistenti aumenti rispetto all’anno precedente: è
infatti in crescita il numero di arrivi e quello di presenze, sia della componente italiana, sia di
quella straniera, e risultano in crescita entrambi i comparti alberghiero ed extralberghiero.
Si sono difatti registrati arrivi per quasi un milione e 300 mila (+6,5% sul 2010) cui è seguito
un numero complessivo di presenze che si attesta oltre il tetto degli 8 milioni e mezzo (+5,3%).
7.708.427 7.927.5598.237.496 8.114.607
8.540.775
1.209.429 1.220.486 1.241.8641.207.854
1.286.841
1.000.000
2.000.000
0
10.000.000
2007 2008 2009 2010 2011
ArriviPresenze
Arrivi e presenze in Provincia di Livorno. Serie 2007-2011
Presenze Arrivi
11
A questo risultato positivo si è giunti tramite l’aumento di tutte le componenti che vanno a
formare il mix turistico provinciale: da un lato crescono sia gli italiani (+6,9% negli arrivi e
+4,2% nelle presenze) sia gli stranieri (rispettivamente, +5,9% e +7,2%), e dall’altro si rafforza
sia la componente alberghiera (arrivi +2,5%, presenze +4,8%), sia, e soprattutto, quella
extralberghiera (arrivi +10,7% e presenze +5,5%). L’incidenza della componente straniera
raggiunge il suo picco nel 2011 e supera la quota del 36%.
Movimenti turistici 2010-2011 e variazioni tendenziali %
Italiani Stranieri Totali
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
2011
Alberghieri 457.910 2.155.188 169.739 888.987 627.649 3.044.175
Extralberghieri 411.198 3.291.790 247.994 2.204.810 659.192 5.496.600
Totale Esercizi 869.108 5.446.978 417.733 3.093.797 1.286.841 8.540.775
2010
Alberghieri 450.602 2.072.984 161.565 832.371 612.167 2.905.355
Extralberghieri 362.711 3.156.396 232.976 2.052.856 595.687 5.209.252
Totale Esercizi 813.313 5.229.380 394.541 2.885.227 1.207.854 8.114.607
Variazioni tendenziali
Alberghieri 1,6% 4,0% 5,1% 6,8% 2,5% 4,8%
Extralberghieri 13,4% 4,3% 6,4% 7,4% 10,7% 5,5%
Totale Esercizi 6,9% 4,2% 5,9% 7,2% 6,5% 5,3%
Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Provincia di Livorno
13. Nel 2011 cala la movimentazione complessiva del Porto di Livorno in tonnellate (-2,1%),
aumenta il numero dei TEUs movimentati (+1,5%), cala il traffico passeggeri dei traghetti (-
18,3%) e quello delle navi arrivate (-4,1%). Aumentano anche i croceristi (+9,5%) e le auto
nuove (+8,2%). Nonostante importanti segnali di recupero sull’anno scorso emerge comunque
ancora un quadro negativo dovuto alla flessione delle rinfuse sia liquide sia solide (-15,3%).
Dunque, nel suo complesso, il risultato è da ritenersi soddisfacente.
Porto di Livorno - Principali Indicatori di traffico
2010 2011 Var. %
Totale movimentazione del porto (ton) 30.298.751 29.672.529 -2,1
Navi arrivate 7.478 7.173 -4,1
TEUs 628.489 637.798 1,5
Rotabili (n. mezzi commerciali) 304.548 331.251 8,8
Passeggeri (unità) 2.552.214 2.085.119 -18,3
Croceristi (unità) 822.554 982.928 19,5
Auto nuove (unità) 421.794 456.246 8,2
Fonte: AP. Di Livorno
12
Nel Porto di Piombino si è verificato che:
a) il traffico delle merci subisce la crisi del polo siderurgico e si assiste ad un calo sostanziale di
tale movimentazione (-7,9%) rispetto alla modesta ripresa del 2010;
b) il traffico passeggeri è in calo ormai dal 2006, quando erano 3.852.314, fino ai 3.220.757 del
2011, come è visibile nel grafico che segue.
14. Alla fine del 2011 i depositi bancari ammontavano a circa 3.300 milioni di euro (100
milioni in meno del 2010) e per il secondo anno consecutivo accusano un calo tendenziale (-
1,1% dopo -1,5% dell’anno precedente). Nel 2009 erano cresciuti con un ritmo decisamente
sostenuto (+10,4%). La crisi globale ha probabilmente spinto molte famiglie a comportamenti
d’acquisto più cauti ed oculati (ne è la prova il calo dei consumi, tuttora in corso), non solo
riguardo ai beni di consumo, ma anche a beni complessi (auto, elettrodomestici, ecc.) per i
quali si era previsto un rinvio nell’acquisto. Gli impieghi bancari sono in diminuzione
tendenziale a Livorno del 2,6%, così come in Toscana (-1,5%), mentre in Italia crescono del
2,3%. Nel 2011 vi è stata quanto meno una rigidità dei parametri con cui si valuta l’accesso al
credito, ed a renderla operativa non è stata tanto la diminuzione della raccolta dei risparmio
privato, quanto una maggiore attenzione ai rischi diretti ed indiretti di tutto il sistema Italia.
3.000.000
3.100.000
3.200.000
3.300.000
3.400.000
3.500.000
3.600.000
3.700.000
3.800.000
3.900.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Traffico passeggeri del Porto di Piombino
13
A fine anno i volumi delle sofferenze bancarie ammontano a 393 milioni di euro (contro i 260
del 2010) con oltre 5.800 affidati. In termini tendenziali mostrano incrementi tendenziali
notevoli (51,2%), e la situazione appare preoccupante anche in ambito regionale (+47,8%) e
nazionale (+37,8%). La media dei crediti dati per perduti per ogni affidato supera, in provincia
di Livorno, i 67 mila euro, valore più elevato dei 60 mila in Toscana e dei 56 mila in Italia.
Sofferenze (milioni di euro), numero di affidati al 31/12/2011 e variazioni
tendenziali percentuali
Sofferenze Variazione %
tendenziale Numero di affidati
Variazione %
tendenziale
Livorno 393 51,2 5.830 22,0
Toscana 8.110 47,8 64.482 16,7
Italia 104.315 37,8 1.065.949 22,9
Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Banca d’Italia
-4,0
-2,0
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Variazioni annuali dell'ammontare dei depositi
Livorno Toscana Italia
-6,0
-4,0
-2,0
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Variazioni annuali dell'ammontare degli impieghi
Livorno Toscana Italia
14
15. Il monte ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzato sulle imprese locali durante il
2011 è pari a 4.229.993 contro le 7.756.687 del 2010, un calo significativo imputabile
sostanzialmente alla CIG straordinaria. A livello settoriale cala notevolmente il monte ore
autorizzato verso l’Industria mentre entra pesantemente in gioco il settore dei servizi dove le
ore autorizzate sono cresciute del 94% rispetto al 2010. Su questo risultato pesano in maniera
significativa i settori Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e Attività immobiliari,
noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese, ma anche Alberghi e ristoranti. Per usare
una metafora, sembra trattarsi del passaggio di consegna del testimone della crisi dall’industria
ai servizi ovvero in certi casi dal committente al commissionato.
Ore di CIG autorizzate in Provincia di Livorno
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Pesca e servizi connessi 0 0 0 0 0 17.060 2.300
Estrazione di minerali 2.499 214 3.496 0 4.549 7.605 2.053
Attività manifatturiere 211.546 155.025 806.742 979.507 5.487.861 6.695.760 2.682.725
Costruzioni 126.391 116.832 103.477 119.914 303.519 390.088 290.208
Commercio e riparazione 2.680 16 156 26.292 64.645 154.437 108.509
Alberghi e ristoranti 0 0 9.436 9.868 8.302 2.732 17.462
Trasporti, magazzinaggio 20.627 47.078 55.126 48.331 274.395 378.608 986.716
Attiv. immob.,noleg., informatica,
ricerca, servizi 14.103 221 14.894 7.522 80.044 70.805 108.607
Sanità e assistenza sociale 0 0 0 0 0 0 4.838
Altri servizi 0 0 0 0 11.810 39.592 26.575
Totale 377.846 319.386 993.327 1.191.434 6.235.125 7.756.687 4.229.993
Al 31/12/2011 gli iscritti nelle liste di disoccupazione ammontavano a 45.778, di cui 27.346
donne e 18.432 uomini, l’11,4% in più rispetto al 2010. Nel corso dell’anno le nuove iscrizioni
sono state 16.811.
Stock degli iscritti alle liste di disoccupazione (D.Lgs 181/00) al 31.12.2011 per sesso e Centro Impiego
CPI Stock al 31.12.2011 Var. % stock al 31.12.2011 Δ assoluta 2011/2010
M F T M F T M F T
Livorno 9.133 12.966 22.099 14,9% 8,9% 11,3% 1.181 1.062 2.243
Cecina 3.698 5.763 9.461 19,4% 9,7% 13,3% 601 509 1.110
Piombino 2.741 4.515 7.256 15,9% 8,3% 11,0% 377 345 722
Portoferraio 2.860 4.102 6.962 9,3% 9,4% 9,3% 243 351 594
Totale 18.432 27.346 45.778 15,00% 9,00% 11,40% 2.402 2.267 4.669
Fonte dati: IDOL Centri per l’Impiego
Dal 2004 al 2009 il numero
segna quindi uno spartiacque profondo nel mercato del lavoro provinciale.
disoccupati sono 9.252 (507 unità in meno del 2010).
Il tasso di disoccupazione provinciale nel 2010
Secondo i dati CGIL, al 31/12/2011 i lavoratori coinvolti nelle varie crisi aziendali sono oltre
7.600, di cui 5.700 sono stati interessati dalle diverse tipologie di cassa integrazione e dalla
mobilità. Altri 530 hanno subito li
contratti di solidarietà.
12.01112.168
8.164
Entrata in vigore
dell'euro
2000 2001 2002
Serie storica del numero di disoccupati in provincia di Livorno
il numero dei disoccupati non aveva mai superato le 8.400 unità, il 2010
segna quindi uno spartiacque profondo nel mercato del lavoro provinciale.
disoccupati sono 9.252 (507 unità in meno del 2010).
Il tasso di disoccupazione provinciale nel 2010 era del 6,9%, mentre nel 2011 si attesta al 6,4%
Secondo i dati CGIL, al 31/12/2011 i lavoratori coinvolti nelle varie crisi aziendali sono oltre
7.600, di cui 5.700 sono stati interessati dalle diverse tipologie di cassa integrazione e dalla
mobilità. Altri 530 hanno subito licenziamenti collettivi e più di 700 sono stati
8.164
Entrata in vigore
dell'euro
8.578
7.550
Anno di partenza
della Riforma
Biagi
7.5728.337
6.1287.330
Crisi dei mercati
finanziari
9.759
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010
Serie storica del numero di disoccupati in provincia di Livorno
Lavoratori in mobilità
circa 500
Licenziamenti collettivi
circa 530
Contratto di solidarietà
oltre 700
CIGO, CIGS e CIGS in deroga
oltre 5.200 persone
Totale lavoratori coinvolti
oltre 7.600
15
aveva mai superato le 8.400 unità, il 2010
segna quindi uno spartiacque profondo nel mercato del lavoro provinciale. Nel 2011 i
l 2011 si attesta al 6,4%.
Secondo i dati CGIL, al 31/12/2011 i lavoratori coinvolti nelle varie crisi aziendali sono oltre
7.600, di cui 5.700 sono stati interessati dalle diverse tipologie di cassa integrazione e dalla
cenziamenti collettivi e più di 700 sono stati coinvolti in
Crisi dei mercati
finanziari
9.7599.252
2010 2011
Serie storica del numero di disoccupati in provincia di Livorno
16
16. Sono state 172 le domande per brevetto depositate presso la Camera di Commercio
Livorno, una in più rispetto allo scorso anno. Nell’analisi delle singole tipologie di domanda
emerge che la categoria in assoluto più diffusa, quella dei marchi, assume il valore che aveva
nel 2010, ossia 151. Sono in crescita i modelli di utilità (da 7 a 11 domande), mentre scende il
numero delle invenzioni (da 10 a 8) e quello dei disegni (da 3 a 2). A Livorno non mancano
certo imprese capaci d’innovare o di utilizzare tecnologie all’avanguardia, tutt’altro, sono
semmai meno diffuse rispetto ad altre realtà territoriali. Nella nostra provincia operano infatti
oltre 650 unità locali appartenenti a settori che, per le proprie caratteristiche produttive,
vengono annoverati fra quelli a maggior contenuto tecnologico, per un’occupazione
complessiva di 5.210 addetti. Queste costituiscono il 2,2% di quelle in totale presenti in
provincia, una percentuale non molto elevata se confrontata con la media Toscana ed Italiana.
Tuttavia, tanto a Livorno quanto nei contesti territoriali di confronto, la dimensione media (in
termini di addetti) risulta nettamente superiore a quella calcolata per il complesso del tessuto
economico.
Domande per tipo: consistenze 2010, 2011 e variazioni tendenziali
Territorio 2010 2011 Var. % 2010 2011 Var. %
Invenzioni Disegni
Livorno 10 8 -20,0 3 2 -33,3
Toscana 490 509 3,9 138 117 -15,2
ITALIA 9.661 9.501 -1,7 1.330 1.392 4,7
Modelli di utilità Marchi
Livorno 7 11 57,1 151 151 0,0
Toscana 158 180 13,9 3.729 3.832 2,8
ITALIA 2.442 2.406 -1,5 56.103 55.547 -1,0
DOMANDE TOTALI
Livorno 171 172 0,6
Toscana 4.515 4.638 2,7
ITALIA 69.536 68.846 -1,0
Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere
17. Quest’anno i dati relativi a valore aggiunto, PIL , reddito, consumi e patrimonio delle
famiglie sono fermi al 2010 e pertanto per un aggiornamento ed un quadro riepilogativo degli
avvenimenti 2011 saranno utilizzate, ove disponibili, le previsioni formulate dall’Istituto
Prometeia ed un indagine Unioncamere Toscana.. La tabella sottostante riassume l’andamento
2010-2011 dei principali indicatori economici della provincia nonché le previsioni formulate
con riferimento agli stessi per il 2012.
17
Cruscotto di indicatori economici della provincia e della regione
(stime in corsivo grassettato dove inesistenti i valori definitivi)
Indicatori
2010 2011 2012
Provincia Regione Provincia Regione Provincia Regione
Variazioni %
Valore aggiunto a pz base 2,29 1,42 1,28 0,76 -1,20 -1,61
Valore aggiunto a pz correnti 2,70 -0,15 2,41 1,80 0,50 0,06
Valore aggiunto pro capite 1,80 0,99 2,19 0,31 0,12 -2,15
PIL procapite 2,10 1,00 - 0,10 - -2,25
Reddito disponibile delle famiglie 0,42 0,90 1,99 2,17 -0,45 -0,34
Reddito disponibile delle famiglie pro
capite 0,09 0,34 1,77 1,72 -0,84 -0,88
Spesa per Consumi finali delle famiglie sul
territorio a pz correnti 2,67 3,20 2,88 2,88 0,02 0,02
Spesa per Consumi finali delle famiglie sul
territorio a valori deflazionati 1,19 1,17 0,20 0,19 -2,84 -2,84
Imprese attive 0,20 0,32 -0,07 -0,12 - -
Imprese entrate in liquidazione o in
procedura concorsuale 14,65 -2,71 -5,11 7,41 - -
Iscritti alle liste di disoccupazione 12,20 - 11,40 - - -
Residenti 0,44 0,53 0,23 0,43 0,26 0,58
Produzione Industria 17,2 4,0 -4,4 2,2 - -
Addetti Industria 0,00 -0,40 0,90 0,20 - -
Fatturato Artigianato -8,90 -6,20 -8,60 -10,20 - -
Addetti Artigiani -0,20 -0,90 -0,90 -1,30 - -
Esportazioni* 59,90 15,60 0,60 11,70 -8,54 5,34
Importazioni* 35,40 25,80 3,70 9,40 3,71 2,36
Vendite al dettaglio -3,00 -2,30 -2,50 -2,40 - -
Movimentazione Porto di Livorno 13,20 - -2,10
-
Presenze turistiche -1,50 2,60 5,30 3,30 - -
Prestiti alle imprese 2,50 - 2,88 - - -
Tasso di inflazione (NIC con tabacchi) 1,40 1,50 2,40 2,60 3,50 3,50
Valori %
Tasso di occupazione (valore indice) 59,30 63,80 61,20 63,60 59,87 63,07
Tasso di disoccupazione (valore indice) 6,90 6,10 6,40 6,70 8,43 7,51
Percentuale imprese con fatturato in calo 36,70 47,30 49,90 53,90 35,80 45,40
Percentuale imprese che investono - - 7,40 11,20 12,20 9,60
Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su fonti diverse
Il 2011 ha confermato la tendenza evidenziata già nel quarto trimestre 2010 quando la
variazione tendenziale di produzione, addetti e ordinativi esteri dell’industria tornava
pesantemente in rosso, il crollo del fatturato artigiano era inarrestabile e le aspettative per il
nuovo anno si tingevano nuovamente di nero. Tornano, infatti, negative le variazioni
tendenziali annue legate a imprese attive, produzione manifatturiera, fatturato artigiano,
movimentazione portuale e vendite al dettaglio del commercio, mentre risultano in recupero i
18
passeggeri verso l’Isola d’Elba ed i flussi turistici in provincia (cresce sia il numero dei turisti
che quello dei pernottamenti). L’incremento del tasso di occupazione ISTAT è da ritenersi
sostanzialmente “distorto” dalla lievitazione della flessibilità lavorativa indotta da un massiccio
ricorso a contratti a chiamata e a tempo determinato. Prova ne è il contemporaneo e consistente
incremento degli iscritti alle liste di disoccupazione (+11,4%) e mobilità (+7,6%).
La situazione occupazionale scaturisce da un tessuto produttivo fortemente provato, come
sottolinea un indagine di Unioncamere Toscana condotta anche sulla nostra provincia. Tale
indagine evidenzia come nel 2011 le imprese livornesi con fatturato in calo siano risultate il
50% del totale contro il 36,7% del 2010. La situazione più drammatica riguarda le imprese
produttrici di Servizi. Il crollo del fatturato e le difficoltà di accesso al credito consentono a
poche imprese di investire: nel 2011 lo hanno fatto appena il 7,4% delle imprese mentre nel
2012 prevedono di farlo il 12,2%. Di fatto il sistema produttivo livornese ha visto entrare in
liquidazione ben 504 imprese nel 2011, a cui si devono sommare gli ingressi in procedura
concorsuale (90). Il depauperamento del tessuto economico non può che avere ripercussioni
sulla ricchezza prodotta a livello locale.
18. In conclusione, Prometeia avanza qualche previsione, stimando per il 2012 un calo del
valore aggiunto a prezzi base pari a -1,2% mentre ipotizza uno scenario ancora sostenibile per
il 2011 che potrebbe essersi chiuso con un positivo +1,2%. La ricchezza prodotta a livello
locale potrebbe stentare ancora a crescere nel 2013 (+0,4% valore stimato) ma le variazioni
potrebbero migliorare progressivamente dal 2014.
Nel biennio 2011-2012 si assiste ad un forte surriscaldamento dei prezzi di listino a causa del
caro petrolio e del rialzo del prezzo di alcune materie prime e lavorate (oro, metallo, chimici di
base e altro), fattori a cui si aggiunge la maggior tassazione che induce una crescita
generalizzata dei prezzi. L’effetto prezzi potrebbe avere un ruolo determinante sulla crescita del
valore aggiunto provinciale stimata per il 2011, ovvero +1,28%, e per il 2012 quando si
dovrebbe toccare il fondo della recessione che taglierà la ricchezza prodotta in provincia
dell’1,2%.
Mentre nel 2011 solo il settore delle Costruzioni sembra aver registrato un calo del valore
aggiunto prodotto, nel 2012 la contrazione interesserà tutti i settori. Nel 2013 potrebbe essere
possibile un recupero parziale di valore aggiunto per tutti, fatta eccezione per i Servizi, la cui
ripresa sarà posticipata di un anno ancora.
Il reddito delle famiglie livornesi nel 2010 ammontava a 6.002,3 milioni di euro, e, secondo le
ultime stime disponibili nel 2011 la crisi non dovrebbe aver intaccato il reddito familiare, cosa
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che tuttavia avverrà invece a partire dal 2012. Questa previsione concorda con il previsto
incremento del tasso di disoccupazione ISTAT e con il saldo negativo tra entrate e uscite nel
mercato del lavoro previsto da Excelsior sempre nel 2012 (-600 unità), saldo che risulta
negativo dal 2009. Secondo un rapido calcolo, se le previsioni delle imprese raccolte da
Excelsior si fossero verificate pienamente, dal 2009 ad oggi il tessuto imprenditoriale livornese
si sarebbe alleggerito di circa 2.850 addetti.
Reddito e consumi si presentano al momento a due velocità: la spesa per consumi risulta in forte
rialzo a seguito dell’aumento dell’inflazione (+2,4% 2011, +3,5% 2012), rialzo non
compensato dal’aumento del reddito disponibile che rimane eccessivamente modesto tanto da
mantenere negativo il differenziale di crescita nel triennio 2010-2012. Nel 2012, in particolare,
la riduzione del reddito disponibile per consumi delle famiglie si accompagnerà al progressivo
azzeramento dell’espansione dei consumi con effetto domino su vendite al dettaglio, fatturato
artigiano etc. Di certo una forte contrazione della domanda interna, indotta anche dall’ulteriore
calo occupazionale previsto per il 2012, farà crollare ulteriormente anche la produzione delle
industrie più vincolate ai nostri mercati.
Nel 2012 si prevede un calo dell’export provinciale pari al -8,5%. Occorre sottolineare che già
il risultato 2011 dell’export non è da considerarsi di buon auspicio, sia perché l’incremento
tendenziale è stato esiguo, sia perché dovuto anche all’eccezionale rialzo del prezzo del
petrolio, dei prodotti chimici di base e del metallo. Si tenga inoltre presente che per il
manifatturiero livornese la domanda estera nel 2011 non ha avuto un andamento brillante,
infatti solo a fine anno si è assistito ad un parziale recupero dei valori negativi precedenti.
Occorre considerare che circa il 44% dell’export italiano viaggia via mare e che tale
percentuale risulta in calo rispetto al 2006 (46,2%). Ciò determina una minor possibilità da
parte di un eventuale futura ripresa dell’export di fare significativamente da traino anche alle
attività portuali livornesi e di conseguenza all’economia locale. In proposito anche il Porto di
Livorno sta vivendo un momento difficile: passato dalla fatua ripresa 2010 ad un calo della
movimentazione complessiva sia nel 2011 che nel primo trimestre 2012.
Non sono disponibili stime sul patrimonio delle famiglie 2011 ma esiste un interessante dato
2010 che ne valuta l’ammontare in oltre 59.642 milioni di euro per Livorno, ovvero 387.795 €
a famiglia. Dal 2007 al 2010 il patrimonio delle famiglie è cresciuto dello 0,7% all’anno. Per
contro, il patrimonio medio per singola famiglia si è ridotto dello 0,22% ogni anno.
Oltre il 67% del patrimonio delle famiglie livornesi (40.310 milioni di euro) è costituito da
abitazioni (62,4% media regionale), percentuale che sfiora il 69% se aggiungiamo i terreni. Ciò
significa che la ricomparsa dell’imposta sugli immobili (oggi IMU ieri ICI) graverà in modo
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significativo sul reddito disponibile. L’incidenza dei depositi sul patrimonio delle famiglie è
invece pari al 7,3% (9,2% media regionale), percentuale in calo rispetto al 2007 (8,2%).
Stando ai dati della Banca D’Italia i prestiti alle imprese nel 2011 sono cresciuti del 2,9%
mentre quelli erogati al complesso del territorio labronico sono aumentati del 3,15%.
Probabilmente è poca cosa in confronto al fabbisogno, il che spiega le difficoltà dichiarate dalle
imprese nell’accedere alle linee di credito. Da notare che a fine anno i volumi delle sofferenze
bancarie mostrano incrementi impressionati rispetto alla stessa data del 2010. In provincia di
Livorno esse raggiungono i 393 milioni di euro, e se ne calcola un aumento che supera
addirittura il 50 per cento (51,2%), e la situazione appare preoccupante anche in ambito
regionale (+47,8%) e nazionale (+37,8%). La media dei crediti dati per perduti per ogni
affidato supera, in provincia di Livorno, i 67 mila euro, valori più elevato dei 60 mila in
Toscana e dei 56 mila in Italia.
Oltre alle 28.743 imprese attive in provincia contribuiscono alla creazione di ricchezza sul
territorio anche 135.783 residenti. Si tratta di soggetti inseriti attivamente nel ciclo economico
di produzione del valore aggiunto provinciale mentre oltre il 48% dei residenti è fuori per
disoccupazione, mobilità, cassa integrazione o pensionamento. A questi vanno aggiunti coloro
che non fanno parte della forza lavoro, nonostante un età tra i 15 ed i 64 anni, perché sfiduciati
nella ricerca di un occupazione, studenti o soggetti dediti all’economia domestica, per un
ammontare complessivo di altre 74.791 persone che contribuiscono al consumo e non alla
produzione di valore aggiunto e gettito fiscale al pari di disoccupati, pensionati e cassaintegrati.
In definitiva, secondo una nostra stima basata sui dati a disposizione, contribuisce alla
creazione di ricchezza appena un livornese su tre se dai residenti togliamo pensionati,
cassaintegrati, iscritti alle liste di disoccupazione e non forze lavoro (67,43% dei residenti). Se
al posto degli iscritti alle liste di disoccupazione conteggiamo i disoccupati, stimati da ISTAT,
la percentuale passa dal 67,43% al 55,66%.