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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATI

Date post: 22-Jan-2017
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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATI Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 14, No. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1959), pp. 39-41 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757028 . Accessed: 15/06/2014 20:29 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.13 on Sun, 15 Jun 2014 20:29:54 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATISource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 14, No. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1959), pp. 39-41Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757028 .

Accessed: 15/06/2014 20:29

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATI

Nel corso del periodo considerato, dal settembre al dicembre 1958, l'at- tività delle organizzazioni interna- zionali, e specialmente delle Nazio- ni Unite, è stata particolarmente in- tensa. L'Assemblea generale ha de- dicato, nella sua XII sessione, gran- de attenzione ai problemi concernen- ti i tenitori non autonomi e in am- ministrazione fiduciaria, e la sua prima Commissione (Commissione politica) si è occupata anche del pro- blema algerino. Il Consiglio di am- ministrazione fiduciaria si è riunito ben due volte, per l'VIII e la IX ses- sione straordinaria.

1. - Sull'ordine del giorno provvi- sorio dell'Assemblea era stato iscrit- to, fin dal 18 luglio, il problema ri- guardante la situazione in Algeria, ad iniziativa di 24 Stati del gruppo afro-asiatico. Alla vigilia dell'inizio dei lavori dell'Assemblea, il gruppo afro-asiatico degli Stati membri del- le Nazioni Unite si riuniva nuova- mente ed approvava all'unanimità una dichiarazione con la quale, do- po aver attirato l'attenzione dell'Or- ganizzazione delle Nazioni Unite sul- la gravita della situazione in Alge- ria, tale da minacciare la pace e la sicurezza internazionali, ribadiva il principio del diritto del popolo alge- rino all'autodeterminazione, e propo- neva l'organizzazione, in Algeria, di un referendum, sotto il controllo delle Nazioni Unite, dopo il ritiro delle truppe francesi. All'inizio dei lavori dell'Assemblea, nel corso del- la discussione sull'ordine del giorno, il delegato francese, il Ministro de- gli esteri Couve de Murville, dopo aver indicato i motivi che, a suo giu- dizio, impedivano alle Nazioni Unite di esaminare la situazione algerina, dichiarava che, qualora fosse stato deciso di confermare l'iscrizione del- la questione all'o.d.g., la delegazio- ne francese si sarebbe astenuta dai lavori. Al tempo stesso, durante il dibattito generale, i delegati della Tunisia e del Marocco richiamavano l'attenzione dell' Alto Commissario per i profughi sull'opportunità di prestare idonea assistenza ai nume- rosi algerini rifugiatisi in territorio tunisino.

Malgrado l'opposizione della Fran- cia, la Commissione politica, presie- duta dal delegato del Salvador, Ur- quia, apriva la discussione sull'Aige- ria e la delegazione francese abban- donava la sala di riunione. I varí oratori sottolineavano, da un lato la gravita della situazione in territorio algerino, e dall'altro la minaccia che tale situazione comporta per la pa- ce in Africa settentrionale. In parti- colare il delegato tunisino accusava l'armata francese di far sconfinare la guerra nei paesi vicini, e denun- ciava le sempre più frequenti viola- zioni del territorio e dello spazio ae- reo tunisino da parte delle forze

francesi. Prendevano la parola, quin- di, i rappresentanti dell'Argentina, Arabia Saudita, Birmânia, Marocco, URSS, Ghana, Romania, Spagna, In- donesia, Iran, Afghanistan, Etiopia, Pakistan, Bielorussia, Irlanda, Ucra- ina, Libia, Malesia, Turchia, Unghe- ria, Jugoslavia, Liberia, Repubblica Araba Unita, Ceylon, Sudan ed In- dia. Di tutti gli intervenuti, so- lo i rappresentanti della Spagna, della Turchia e dell'Argentina si mostravano propensi ad un inter- vento moderato e mediatore delle Nazioni Unite.

Al termine del dibattito, un grup- po di Stati, appartenenti al grup- po afro-asiatico (Afghanistan, Ara- bia Saudita, Birmânia, Ceylon, Gha- na, Indonesia, Irak, Giordania, Li- bano, Liberia, Libia, Marocco, Ne- pal, Repubblica Araba Unita, Su- dan, Tunisia e Yemen) presenta- vano un progetto di risoluzione, di grande importanza, che veniva po- sto in votazione paragrafo per pa- ragrafo. Il delegato argentino si di- chiarava contrario al progetto a causa della disposizione dell'ari;. 2, par. 7, dello Statuto; il delegato italiano riteneva il progetto non corrispondente alla situazione effet- tiva ed il rappresentante belga si pronunciava egualmente contro di esso, ritenendo che lo Statuto non consentisse l'esame della situazione. Dei due emendamenti presentati dal delegato di Haiti e che espri- mevano uno spirito leggermente più conciliante, il primo veniva re- spinto ed il secondo ritirato.

Il testo del progetto era il se- guente: «L'Assemblea generale (...), riconoscendo il diritto del popolo algerino all'indipendenza, profon- damente preoccupata per la conti- nuazione della guerra in Algeria, considerando che la situazione at- tuale in Algeria costituisce una mi- naccia alla pace ed alla sicurezza internazionale, notando che il go- verno provvisorio della Repubblica algerina è disposto ad entrare in negoziati con il governo francese, raccomanderebbe negoziati fra le due parti interessate al fine di rag- giungere una soluzione in confor- mità allo Statuto delle Nazioni Unite». I varí paragrafi erano ap- provati con maggioranze oscillanti fra 32 e 55 voti. L'insieme della risoluzione era approvato con 32 voti, comprendenti gli Stati afro- asiatici e del gruppo sovietico, 18 voti contrari e 30 astenuti. Tutta- via la risoluzione veniva respinta dall'Assemblea in seduta plenaria, non raggiungendo i due terzi dei voti.

2. - Quanto ai problemi concer- nenti i territori in amministrazione fiduciaria e non autonomi, l'Assem- blea generale approvava alcune ri- soluzioni sul territorio dell'Africa

sud-occidentale, il Togo, la Somalia ed il Camerún.

L'Assemblea generale, alla XII sessione, aveva deciso la costituzio- ne di un comitato di buoni uffici per studiare le possibilità di addi- venire ad una soluzione per lo sta- tus del territorio dell1 Africa sud- occidentale. Come è noto, infatti, ta- le territorio era stato concesso in mandato internazionale dalla So- cietà delle Nazioni ali' Unione sud- africana. Successivamente alla co- stituzione delle Nazioni Unite, ed alle disposizioni dello Statuto con- cernenti i territori già in mandato internazionale, l' Unione sud-africa- na si era dichiarata contraria a trasformare il mandato in regime di amministrazione fiduciaria, ed an- zi aveva dichiarato la sua inten- zione di annettersi l'Africa sud-oc- cidentale. Stante il parere negativo espresso al riguardo dalla Corte Internazionale di Giustizia, l'annes- sione non aveva luogo, ma l' Unio- ne sud-africana riteneva di non es- sere in alcun modo soggetta ad un potere di controllo da parte degli organi delle Nazioni Unite, in quan- to queste non potevano considerarsi come i successori della Società del- le Nazioni. Per l'atteggiamento in- transigente assunto dall'Unione, la opera delle Nazioni Unite si era dimostrata particolarmente difficile e delicata, e pertanto, alla fine del 1957 veniva decisa la costitu- zione di un comitato di buoni uffici. Questo comitato, nel suo rapporto definitivo, proponeva, sia pure vela- tamente, quale soluzione della con- troversia, la spartizione del territo- rio in due parti: una da annettersi ali' Unione sud-africana e l'altra da porsi in regime di amministrazione fiduciaria. L'Assemblea generale, con sua risoluzione del 30 ottobre 1958, approvata con 61 voti contro 8 e 7 astenuti decideva di non accet- tare la proposta di spartizione e di annessione di una parte del terri- torio, ed invitava il Comitato a ri- prendere le conversazioni con il go- verno sud-africano, avendo come ba- se lo scopo di raggiungere un ac- cordo per porre il territorio in re- gime internazionale, conformemen- te ai principi delle Nazioni Unite. Inoltre l'Assemblea generale appro- vava altre risoluzioni relative alle petizioni ed alle comunicazioni ri- cevute, ajlo statuto del territorio, ed all'azione giuridica idonea ad assicurare il rispetto degli obblighi assunti dali' Unione sud-africana per quanto concerne il territorio dell'Africa sud-occidentale. Infine approvava il rapporto del Comitato ad hoc sulla situazione del territo- rio, esprimendo la sua profonda preoccupazione per la situazione so- ciale, economica e politica esisten- te attualmente nell'Africa sud-occi- dentale.

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E' particolarmente significativo notare che, nel corso del dibattito svoltosi in seno alla IV Commissio- ne, sono stati mossi attacchi parti- colarmente aspri contro le proposte di spartizione e di annessione for- mulate dal Comitato, specialmente da parte del gruppo di Stati afro- asiatici e moderati.

3. - L'Assemblea generale adotta- va, sul problema dell'avvenire del Togo in amministrazione fiduciaria della Francia, una importante riso- luzione. E' noto infatti che in que- sto territorio è stato indetto un re- ferendum, svoltosi sotto il controllo di un commissario delle Nazioni Unite: il risultato del referendum ha dimostrato che la maggioranza della popolazione autoctona è favo- revole all'indipendenza. Pertanto il delegato francese riferiva alla IV Commissione dell'Assemblea che de- gli accordi sono stati raggiunti fra il primo ministro togolese, Olympio, ed il governo francese: tali accordi sono nel senso di modificare lo sta- tuto del territorio per renderlo stru- mento pratico ed elastico nelle ulti- me fasi precedenti l'abrogazione dell'accordo di amministrazione fi- duciaria e la proclamazione dell'in- dipendenza nel 1960. Pertanto l'As- semblea generale, in seduta plena- ria ed all'unanimità, approvava, il 14 novembre, una risoluzione nella quale, dopo aver dato atto delle varie dichiarazioni e decisioni inter- ne del Togo e della Francia, espri- meva la sua viva soddisfazione per il lavoro svolto dal commissario delle Nazioni Unite, prendeva atto dell'accordo per il raggiungimento dell'indipendenza nel 1960 e decide- va, d'accordo con l'autorità ammi- nistratrice, che il giorno in cui, nel 1960, il Togo diventerà una repub- blica indipendente, l'accordo di am- ministrazione fiduciaria, approvato il 13 dicembre 1946 dall'Assemblea generale, cesserà d'essere in vigore in conformità alla lettera b del- l'art. 76 dello Statuto delle Nazioni Unite. Al tempo stesso, con altra risoluzione, l'Assemblea, consideran- do che le domande di assistenza tecnica ai territori in amministra- zione fiduciara debbono essere pre- se in esame con particolare bene- volenza, invitava il Segretario ge- nerale, il Fondo speciale (di recente costituzione), l' Ufficio di assistenza tecnica e gli istituti specializzati a studiare rapidamente e favorevol- mente le domande di assistenza pre- sentate, tramite il governo france- se, dal Togo.

4. - Quanto alla Somalia, i pro- blemi in discussione erano due: la situazione economica e la delimita- zione della frontiera con 1' Etiopia. Su questo secondo problema l'As- semblea dava atto della costitu- zione, in conformità ad una pro- pria risoluzione della precedente ses- sione, di un tribunale arbitrale, ma notava altresì che il governo ita- liano e quello etiopico, pur avendo designato i rispettivi membri del tribunale, non si erano messi d'ac- cordo per la nomina del terzo mem- bro indipendente; raccomandava

pertanto che, qualora i due Stati non raggiungano un accordo al ri- guardo entro tre mesi, essi si rivol- gano al re di Norvegia per la no- mina dell'arbitro indipendente. Sul- la situazione economica, nel corso del dibattito generale, il rappresen- tante italiano, Piccioni, dichiarava che il governo italiano continuerà a prestare il suo aiuto economico alla Somalia, anche dopo il 1960. Nella risoluzione del 5 dicembre, approvata anche essa all'unanimità, l'Assemblea prendeva atto della di- chiarazione del ministro Piccioni, ed esprimeva la speranza che, al momento opportuno, il Segretario generale, e gli organi delle Nazio- ni Unite preposti ai programmi di assistenza tecnica esaminino favo- revolmente le richieste di assisten- za presentate dal governo somalo, ed invitava il Consiglio di ammini- strazione fiduciaria ad esaminare ul- teriormente le prospettive economi- che del territorio, con riferimento al 1960.

5. - Infine l'Assemblea generale decideva di riunirsi nuovamente, per la ripresa della XIII sessione, il 20 febbraio 1959, per esaminare esclusivamente il problema dell'av- venire dei territori del Camerún in amministrazione fiduciaria della Francia e della Gran Bretagna. Il delegato francese e quello britan- nico dichiaravano che i territori in amministrazione fiduciaria dei ri- spettivi governi avrebbero raggiun- to, nel 1960, l'obiettivo previsto dal- l'accordo di amministrazione fidu- ciaria: cioè l'indipendenza.

6. - Fra le altre questioni tratta- te dall'Assemblea, è opportuno ri- cordare quelle degli effetti dell'as- sociazione dei territori non autono- mi ed in amministrazione fiduciaria alla Comunità economica europea, con invito, rivolto rispettivamente al Segretario generale ed alle po- tenze amministranti, di predisporre un rapporto particolareggiato su ta- li effetti.

Inoltre la Guinea chiedeva di es- sere ammessa alle Nazioni Unite; il Consiglio di sicurezza il 9 dicem- bre ne raccomandava l'ammissione, con 10 voti favorevoli e l'astensio- ne della Francia; l'Assemblea ge- nerale il 12 dicembre approvava al- l'unanimità una risoluzione con la quale decideva di ammettere la Guinea.

7. - D'altro canto il Consiglio di amministrazione fiduciaria si riuni- va per l' Vili sessione straordina- ria, a New York, il 13 ottobre, per esaminare il problema dell'avvenire del Togo in amministrazione fran- cese, questione che esso rinviava al- l'esame dell'Assemblea generale, do- po aver accettato la conclusione, contenuta nel rapporto del Commis- sario per il referendum, secondo la quale «il risultato d'insieme delle elezioni rispecchia fedelmente le a- spira,zioni della popolazione e la nuo- va Camera ha veramente diritto di parlare in nome del popolo togole- se ».

Il 6 e 7 novembre il Consiglio si

riuniva nuovamente per la IX ses- sione straordinaria, al fine di esami- nare la domanda francese di inviare alla missione di visita del Consiglio di a.f., in Africa occidentale, nuove istruzioni relative al territorio del Camerún. L'Italia quindi presentava un progetto di risoluzione, col quale il Consiglio di amministrazione fidu- ciaria dava mandato alla missione di visita di illustrare il proprio pun- to di vista sulle modalità per l'orga- nizzazione del referendum che con- sentirà alla popolazione del Came- rún in a.f. della Francia di esprime- re la sua opinione in merito alla ces- sazione del regime di a.f.; la appro- vazione con alcune modifiche propo- ste dall'India veniva approvata al- l'unanimità..

Si fa presente infine che in data 7 ottobre l'Assemblea generale ha nominato, quali nuovi membri del Consiglio di amministrazione fiducia- ria, la Repubblica araba unita, la Birmânia ed il Paraguay..

8. - II Dipartimento degli affari economici delle Nazioni Unite ha predisposto uno studio sulla struttu- ra e lo sviluppo dell'economia di al- cuni paesi africani. Il rapporto, che reca il numero E/3137, conclude in- dicando il passaggio dall'economia di sussistenza all'economia fondata sul commercio come l'avvenimento più significativo in Africa dall'inizio del secolo. Il rapporto analizza l'evo- luzione dell'economia della Federa- zione della Rodésia e del Niassa, del Marocco e del Sudan.

9. - II 2 settembre si sono aperti i lavori della sessione del Consiglio di amministrazione del Fondo delle Nazioni Unite per Vinfanzia. Il di- rettore per l'Europa e l'Africa, Eg- ger, ha dichiarato, nel riferire sulle attività concernenti l'Africa, che il 73,1 % dell'intero ammontare dei fondi destinati dall'UNICEF al- l'Africa sono stati utilizzati per combattere il paludismo ed alcune malattie infettive, e specialmente la tubercolosi, la lebbra ed il tra- coma; l'll,5% dei crediti è stato speso per la protezione della ma- ternità e dell'infanzia e il 33,5% per la nutrizione.

10. - Nella seconda metà di no- vembre il Consiglio di amministra- zione dell' Organizzazione interna- zionale del lavoro si è riunito a Gi- nevra per studiare le misure da prendersi al fine di sviluppare le at- tività dell'Organizzazione nell'Afri- ca settentrionale. All'ordine del gior- no figuravano anche la possibilità di convocare la prima conferenza re- gionale africana dell'ILO e i proble- mi connessi all'apertura di un ufficio africano in gennaio. Il vice direttore generale dell'Ufficio internazionale del lavoro, Wilfred Jenks, è partito, il Io gennaio, per un viaggio di sei mesi in Africa, anche per prendere parte, il 14 gennaio, alla cerimonia d'apertura del Centro di azione di Lagos, Nigeria.

Nel quadro delle attività che gli istituti specializzati intendono incre- mentare e migliorare con riferimen-

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to ai problemi africani, il Consiglio della Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e V agricol- tura ha deciso la creazione di un uf- ficio regionale per l'Africa con sede in Accra.

Dal 22 al 27 settembre si è riu- nito, a Monrovia, (Liberia), il comi- tato regionale dell' Organizzazione mondiale della sanità; nel corso del- la riunione sono stati esaminati ed approvati il programma ed il bilan- cio dell' OMS in Africa per il 1960, ed è stato riveduto il programma re- lativo al 1959. Il dr. Cambournac, direttore dell' OMS, ha sottolineato, nel suo rapporto, che l'Organizzazio- ne, nel 1958, ha cercato di rafforza- re i proprî servizi e le proprie atti- vità specialmente con riferimento alle malattie trasmissibili ed alla sottonutrizione.

Nel corso della X conferenza del-

r UNESCO, apertasi il 4 novembre, a Parigi, è stata votata all'unani- mità l'ammissione, quale membro as- sociato, della Somalia, la cui candi- datura era stata presentata dal de- legato italiano, il ministro Moro.

La Banca mondiale per la rico- struzione e lo sviluppo ha concesso all'Unione sud-africana un prestito di 25 milioni di dollari per il miglio- ramento della rete ferroviaria.

11. - II 29 dicembre si è aperta, ad Addis Abeba, la prima sessione della Commissione economica per l'Africa delle Nazioni Unite, che corrispon- de alle analoghe Commissioni già esistenti per l'Europa, per l'America latina, e per l'Asia e l'Estremo O- riente. Riservandoci di dare, nella prossima rassegna, un resoconto dei lavori della Commissione, è signifi- cativo sottolineare che il Segretario generale delle N.U. ha partecipato

alla seduta di apertura, ed ha fatto una interessante dichiarazione. Egli ha detto che l'avvenimento marcava una grande data, tanto per i popoli dell'Africa quanto per l'Organizza- zione delle Nazioni Unite, ed ha sot- tolineato che l'Africa occupa un po- sto particolare nella storia delle or- ganizzazioni internazionali. Egli ha poi ricordato le varie fasi dell'inte- ressamento delle organizzazioni in- ternazionali verso i territori africa- ni, ed ha messo in rilievo che lo Sta- tuto delle Nazioni Unite ha ricono- sciuto il molteplice aspetto delle responsabilità dell'Organizzazione, specialmente per quanto concerne il processo economico e sociale, così da rendere inevitabile la creazione di sempre nuove forme di azioni in- ternazionali. (A cura della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale).

È necessaria un riordinamento

degli studi africanisti in Italia

(continuazione da pag. 20)

3) che intanto, come prima immediata attuazione dei detti punti, l'attuale denominazione della « Storia e politica coloniale » - materia obbligatoria nel IV anno di studi delle Facoltà di Scienze Politiche - sia sostituita da quella di « Storia e politica dell'Africa moderna e contemporanea », che meglio risponde alle esigenze non soltanto scientifiche del momento.

L' Istituto Italiano per l'Africa - investito, con leg- ge 15 marzo 1956 n. 154, delle funzioni di Centro Nazionale di documentazione e di divulgazione del- l'attività africanista italiana - ha, in conseguenza e a conclusione di quanto sopra esposto, rinnovato al Ministero della Pubblica Istruzione viva e pressante preghiera affinchè, in occasione del riordinamento de- gli studi nelle Facoltà Universitarie, sia formulata una

più completa ed opportuna impostazione di tutta la materia afferente agli studi africanisti.

L' Istituto sente d'altra parte il dovere di rivolgere alle personalità ed agli organi accademici e parlamen- tari un caldo appello affinchè l'azione, con tanta con- vinzione e senso di responsabilità intrapresa e perse- guita, sia autorevolmente sostenuta presso il compe- tente Ministero; e ciò soprattutto da parte di quanti ben intendono l'importanza - non solo per la cultura, ma anche per le iniziative del nostro Paese in ogni set- tore - del ricostituirsi in Italia di una vigorosa ed attiva tradizione di studi africanisti in grado di tra- smettere, nell'opinione pubblica ed in quanti ne ab- biano interesse, l'indispensabile conoscenza di questo continente così ricco di interessanti sviluppi avvenire.

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