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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATI

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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATI Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 13, No. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1958), pp. 42-43 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756890 . Accessed: 15/06/2014 01:04 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.44.78.105 on Sun, 15 Jun 2014 01:04:28 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATISource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 13, No. 1 (GENNAIO - FEBBRAIO 1958), pp. 42-43Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756890 .

Accessed: 15/06/2014 01:04

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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L'AFRICA NELLE NAZIONI UNITE E NEGLI ISTITUTI SPECIALIZZATI

1. - Nei mesi di novembre e di- cembre del 1957 molte delle più im- portanti decisioni prese dalle Na- zioni Unite riguardo ai paesi ed ai territori africani, e più in generale al continente africano, emergono dai lavori della dodicesima sessio- ne dell' Assemblea generale (New York, 17 settembre - 14 dicembre 1957).

Da questa sessione dell'Assem- blea la posizione degli Stati afri- cani negli organi delle Nazioni Uni- te è uscita lievemente accentuata. Una delle nove vice-presidenze del- l'Assemblea è stata affidata alla Tunisia, mentre una decisione è stata presa, il 12 dicembre, su rac- comandazione della Commissione politica speciale, nel senso che quattro dei 13 vicepresidenti del- l'Assemblea (che fino ad ora erano in numero di otto, ed eccezional- mente di nove) dovranno essere rap- presentanti dell'Africa e dell'Asia. Una decisione analoga è stata pre- sa dalla nona sessione della Con- ferenza della FAO (Roma, 2-23 no- vembre 1957) che si è pronunciata a favore di un futuro emendamento costituzionale che porti da 24 a 25 il numero dei membri del Consiglio, riservando ad un paese della regio- ne africana il seggio così creato.

Mentre nessuno Stato africano è stato eletto fra i membri non per- manenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Sudan è en- trato a far parte del Consiglio eco- nomico e sociale (18 membri) men- tre l'Egitto - che però è assai spesso iscritto non nella regione a- fricana ma in quella medio-orien- tale - ha terminato il suo manda- to nel 1957. Dei quindici giudici della Corte internazionale di giu- stizia, uno è egiziano. Può essere interessante segnalare che due Sta- ti del continente africano, Egitto e Ghana, sono stati chiamati a far parte della Commissione prepara- toria (16 membri) per la creazione di un Fondo speciale destinato ad ampliare le attività di assistenza e di sviluppo tecnico delle Nazioni Unite. La Tunisia è nel frattempo divenuta membro dell'ICAO (18 di- cembre) e Ghana della FAO (9 no- vembre).

2. - L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha preso in conside- razione diverse questioni connesse con paesi e territori africani, sot- to un profilo più o meno dichiara- tamente politico. Le questione al- gerina, per esempio, è stata ampia- mente dibattuta (in sede di prima commissione questioni politiche e di sicurezza). Prendendo nota dei buoni uffici del Re del Marocco e del Presidente della Repubblica tu- nisina, l'Assemblea generale ha a- dottato all'unanimità una risoluzio-

ne che lascia aperte le possibilità di negoziato. In sede di commissio- ne politica speciale sono state di- scusse, ancora una volta, la questio- ne del conflitto razziale in Africa del Sud, provocato dalla politica di ' apartheid ' del Governo dell'Unio- ne Sud-Africana » e la « questione del trattamento delle persone di origine indiana stabilitesi nell'Unio- ne Sud- Africana ». Sulla prima que- stione l'Assemblea è tornata a pro- nunciarsi (votazione: 59 contro 6 e 14 astensioni) sollecitando il gover- no sudafricano a desistere dalla sua politica di segregazione razziale ed a far conoscere la sua risposta al Segretario generale. In merito alla seconda questione l'Assemblea (vo- tazione: 64 contro 0 e 15 astensio- ni) ha fatto appello al governo su- dafricano affinchè esso prenda par- te a negoziati con i governi indiano e pakistano.

Ben sei risoluzioni sono state prese dall'Assemblea, su proposta della quarta commissione, in meri- to alle questioni connesse con la situazione del territorio del Sud- Ovest africano. A dieci riprese l'As- semblea generale si era pronuncia- ta, fra il 1946 e il 1957, per solle- citare il governo sudafricano a por- re questo territorio sotto regime internazionale di amministrazione fiduciaria. Il governo sudafricano sostiene invece che, non essendo più in vigore il mandato affidatogli dal- la Società delle Nazioni, relativo a questo territorio, per la scomparsa di tale Organizzazione, l'ammini- strazione del territorio del Sud- Ovest africano non deve essere sot- toposta ad alcun speciale regime. L'11 luglio 1950 la Corte interna- zionale di giustizia, richiesta dal- l'Assembea generale, esprimeva un parere consultivo non conforme alla tesi sudafricana. Delle sei risolu- zio adottate nella presente Assem- blea, una reitera il punto di vista delle Nazioni Unite; una riguarda 1'«' azione giuridica che permetta di assicurare il rispetto degli obblighi assunti dall'Unione Sud- Africana » riguardo a questo territorio; una approva il rapporto dell'apposito « Comitato del Sud-Ovest africano » ed una quarta da vita ad un Comi- tato di buoni uffici « incaricato di discutere con il Governo dell'Unio- ne Sud-Africana la base di un ac- cordo che continuerebbe a ricono- scere al territorio del Sud-Ovest a- fricano uno statuto internazionale ». Le due altre risoluzioni riguardano petizioni e comunicazioni emananti da petizionari autoctoni.

Un'altra questione dibattuta in sede di quarta commissione dell'As- semblea e che ha fatto oggetto di una risoluzione adottata all'unani- mità è quella riguardante la deter-

minazione della frontiera fra la Somalia in a.f. italiana e l'Etiopia. Richiamandosi a precedenti risolu- zioni in materia (392 - V del 15 dicembre 1950, 854 - IX del 14 di- cembre 1954, 947 - X del 15 dicem- bre 1955, e 1068 - XI del 26 feb- braio 1957) l'Assemblea generale, « tenendo conto dell'urgenza della questione, esprime l'opinione che il mezzo più rapido per giungere ad un regolamento definitivo è quello di far ricorso ad una procedura di arbitrato; raccomanda alle parti di istituire, possibilmente entro tre mesi, un tribunale arbitrale com- prendente tre giuristi, dei quali uno sarebbe nominato dall'Etiopia, uno dall'Italia ed uno, di comune accordo, dai giuristi così nominati oppure, in mancanza di accordo fra essi, da S. M. il Re di Norvegia, che avrebbe il compito di delimitare la frontiera in conformità al man- dato che gli sarebbe conferito di co- mune accordo fra i due governi, con l'assistenza di una persona indi- pendente che questi designerebbero di comune accordo ». I governi ita- liano ed etiopico sono stati invitati a fare rapporto alla prossima ses- sione dell'Assemblea generale sui provvedimenti adottati in applica- zione della suddetta risoluzione.

3. - La questione del termine en- tro il quale i territori africani sot- toposti al regime di amministrazio- ne fiduciaria devono poter conse- guire l'indipendenza e l'autonomia è emersa a più riprese nel corso dei dibattiti dell'Assemblea gene- rale. In termini generali, l'Assem- blea si è pronunciata, con 51 voti favorevoli, 15 contrari e 7 astensio- ni, per reiterare due sue precedenti risoluzioni, e per invitare le auto- rità amministratrici a prendere le necessarie misure per assicurare, ad una data ravvicinata, l'accessio- ne all'autonomia e all'ind'pendenza dei territori in a.f. del Tanganyika, dei due Cameron, del Togo e del Ruanda-Urundi. Le autorità ammi- nistratrici sono state invitate a va- lutare il periodo di tempo entro il quale tutti i territori in a.f. deb- bono por termine al loro attuale regime.

Due casi particolari sono quelli della Somalia in a.f. italiana e del Togo in a.f. francese. Riguardo al primo di questi territori l'Assem- blea generale ha invitato il Consi- glio di a.f. a proseguire, in consul- tazione con l'autorità amministra- trice e il governo della Somalia, lo studio dei mezzi atti a consen- tire che, dopo l'indipendenza, non vengano a mancare l'assistenza tec- nica e finanziaria necessarie. La so- la assistenza finanziaria è stata va- lutata a 4-5 milioni di dollari al- r anno. Le decisioni riguardanti

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l'avvenire del Togo a.f. francese consistono essenzialmente nel pre- disporre la supervisione delle Na- zioni Unite sulle prossime elezioni della nuova Assemblea legislativa e il trasferimento dei poteri al go- verno del Togo, e nell'esame che di questi avvenimenti dovrà essere compiuto dal Consiglio di a.f., in vista dell' abrogazione dell' accordo di a.f., che potrebbe essere delibe- rata dalla prossima sessione del- l'Assemblea generale.

Sono stati pubblicati, nel frat- tempo, i rapporti della missione di visita delle Nazioni Unite nei ter- ritori in a.f. dell'Africa orientale, riguardanti il Ruanda Urundi, la Somalia e il Tanganyika. In questi rapporti - destinati ad essere presi in esame dalla 21a sessione del Con- siglio di a.f., che si aprirà il 30 gen- naio 1958 - si esprimono, fra l'al- tro « vivi elogi » all'autorità ammi- nistratrice della Somalia ed al po- polo somalo per i progressi ottenuti nella creazione negli istituti fon- damentali del futuro Stato indi- pendente.

4. - Più complessi e meno definiti si presentano gli orientamenti, che emergono dai lavori dell'Assemblea generale, riguardo ai territori non autonomi. In primo luogo, si è era già fatta luce, nella precedente ses- sione dell'Assemblea, la tendenza a sottoporre ad un sostanziale, anche se formalmente larvato, controllo le dichiarazioni degli Stati riguar- danti la circostanza che essi aves- sero o meno l'amministrazione di territori n.a. e di conseguenza se fossero o meno tenuti a trasmettere al Segretario generale delle Nazioni Unite - in forza dell'art. 73, e) del- lo Statuto - « a scopo di infor- mazione..., dati statistici ed altre notizie di natura tecnica, riguar- danti le condizioni economiche, so- ciali ed educative nei territori di cui sono rispettivamente responsa- bili... ». Specie in sede di quarta commissione (questioni di à.f. e que- stioni relative ai t.n.a.) il dibattito è stato assai appassionato in quan- to vi si sottintendeva una maggiore ingerenza delle Nazioni Unite nel quadro dei rapporti fra Stati ammi- nistranti e territori amministrati. L'Assemblea generale non si espri- meva però nel senso di ammettere un esame, da parte delle Nazioni Unite, sul punto di sapere se un territorio deve o non deve essere sottoposto al regime di t.n.a. in quanto, nel frattempo, 38 delega- zioni, contro 36 (sette si sono aste- nute) si pronunciavano a favore di una mozione che richiedeva, per una risoluzione del genere, la mag- gioranza dei due terzi. Il voto sul progetto di risoluzione ha ottenuto bensì la maggioranza semplice (41 favorevoli, 30 contrari e 10 asten- sioni) ma non quella qualificata. L'equilibrio degli orientamenti per- mane quindi non poco instabile.

In secondo luogo, riguardo all'o- perato del « Comitato delle infor- mazioni relative ai territori non autonomi », non si può passare sot- to silenzio la dichiarazione di voto

della delegazione belga al momento delle elezione di un membro del Comitato stesso, il Brasile, che so- stituisce il Perù, giunto al termine del suo mandato. Il delegato belga ha dunque dichiarato di non pren- dere parte al voto in quanto il suo paese contesta la legalità del Co- mitato: è per questa ragione - ha aggiunto - che il Belgio non par- tecipa più ai lavori del Comitato.

5. Sul piano economico molto più costruttive sono apparse due decisioni, rispettivamente dell'As- semblea generale delle Nazioni U- nite e della Conferenza della FAO, riguardanti l'invito rivolto al Con- siglio economico e sociale a pren- dere in esame prontamente e con atteggiamento favorevole la crea- zione di una Commissione economi- ca per l'Africa (ne esistono già tre: una per l'Europa, una per l'Asia e l'Estremo Oriente ed una per l'A- merica latina); e l'invito rivolto al Direttore generale della FAO di creare al più presto possibile un Ufficio regionale in Africa. Queste due decisioni sono destinate senza dubbio a recare un apprezzabile contributo sia allo sviluppo delle attività economiche in Africa, sia, soprattutto, ad affrontarne lo studio e la realizzazione sotto un profilo relativamente unitario.

Sono da notare alcuni brani del- la risoluzione, adottata con 78 voti favorevoli, nessuno contrario e 1 astensione, relativa alla creazione della Commissione economica per l'Africa. In essa si riconosce « che i paesi e i territori d'Africa devono risolvere gravi problemi economici che influiscono sul benessere e sul progresso delle popolazioni di que- sto continente » e che « la coopera- zione fra i paesi d'Africa può con- tribuire ad elevare tanto il livello dell'attività economica quanto il livello di vita in questo continente e che questi obiettivi potrebbero essere conseguiti più facilmente grazie ad una stretta cooperazione con l'Organizzazione delle Nazioni Unite e dei suoi organismi sussi- diari... ».

Sempre nel settore economico so- no da registrare inoltre: il prestito di 40 milioni di dollari concesso dalla Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (27 no- vembre 1957) e destinato a finan- ziare la costruzione e il migliora- mento di strade nel quadro del Pia- no decennale di valorizzazione del Congo belga; la decisione presa dal Comitato dell'assistenza tecnica (TAC) - organo sussidiario del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite - , di portare dal 10,7 al 13 per cento la percentuale di fondi da destinare a programmi di assistenza tecnica in Africa; e l'apertura a Ghana, alla fine di no- vembre, di un nuovo ufficio dell'as- sistenza tecnica delle Nazioni Unite. Il TAC ha inoltre disposto che nel 1958 un particolare sforzo sia com- piuto per assicurare la necessaria assistenza tecnica ai quattro paesi africani che hanno recentemente

raggiunto l' indipendenza : Ghana, Marocco, Sudan e Tunisia.

6. - I problemi economici e so- ciali dei paesi e territori africani sono stati oggetto di considerazione anche sotto profili più particolari. Dal 9 al 20 dicembre si è riunita a Ginevra, sotto la presidenza del ministro dell'industria e del com- mercio del Dahomey (AOF), la quinta sessione della Commissione di esperti dell'Ufficio internazionale del lavoro sulla politica sociale nei « territori non metropolitani ». Di- verse considerazioni generali sono state formulate riguardo ai problemi del lavoro nell'Africa a sud del Sa- hara ed all'azione futura dell'ILO dinanzi ai problemi sociali africani. Sotto il profilo degli interessi delle popolazioni dei territori di a.f., la Assemblea generale delle Nazioni Unite ha preso in esame i problemi del regime fondiario di questi terri- tori, invitando il Consiglio di a.f. ed il suo Comitato dello sviluppo del- l'economia rurale a proseguire lo studio sull'argomento.

Deve infine essere segnalata l'at- tenzione che diversi organi delle Nazioni Unite e degli Istituti spe- cializzati hanno riservato ai proble- ma dell'associazione dei « territori d'oltremare» alla Comunità econo- mica europea (v. la parte quarta - artt. 131-136 - del trattato istituti- vo della Comunità). Si tratta, per quanto riguarda il continente afri- cano, tanto di territori non auto- nomi (Africa occidentale francese, Africa equatoriale francese, Mada- gascar e dipendenze, Somalia fran- cese, Congo belga), quanto di terri- tori in a.f. (Cameroun, Ruanda-U- rundi e Somalia). Sotto il profilo, appunto, del loro statuto giuridico, in sede di quarta commissione del- l'Assemblea generale alcuni membri delle Nazioni Unite hanno obbietta- to sia sulla legittimità della deci- sione di « associare » questi territori alla Comunità economica europea, sia sul pericolo da taluni disegna- to, di prolungare in tal modo la dipendenza economica dei territori. L'esame di tale questione sarà ri- preso dalla tredicesima sessione del- l'Assemblea. Inoltre, la posizione dei paesi e territori africani rispet- to alla Comunità economica euro- pea è stata presa in esame anche sotto il profilo delle ripercussioni sul commercio internazionale. La 12a sessione del GATT (Accordo ge- nerale delle tariffe doganali e del commercio - Ginevra, 17 ottobre - 30 novembre 1957) se ne è partico- larmente occupata. Un rapporto del Segretariato del GATT, sulle possi- bili incidenze della CEE sul com- mercio internazionale, è apparso in novembre. In dicembre è poi stato distribuito un rapporto della FAO sulle ripercussioni dell'entrata in funzione del « mercato comune eu- ropeo » sulla produzione, sul con- sumo e sul commercio di prodotti agricoli. Nei due rapporti sono con- tenuti numerosi dati riguardanti il commercio africano.

(a cura della Società Italiana per rOrganizzaz. Internaz.)

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