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L’arte dell’alto Medioevo · datazioni che però possono variare da zona a zona: alto medioevo...

Date post: 15-Feb-2019
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S i t u a z i o n e g e n e r a l e L’arte dell’alto Medioevo Nel 568 in seguito all’invasione dei Longobardi, ha inizio per l’Italia un’epoca oscura dal punto di vista culturale e artistico, nel corso del quale, tuttavia, grazie all’incontro delle culture barbariche con la tradizione artistica romana trasmessa e rielaborata dall’arte paleocristiana e bizantina, si gettano le basi per la grande fioritura dell’Arte Romanica Si ritorna a una rappresentazione più realistica è meno elegante di quella bizantina L'arte medievale viene divisa in 2 datazioni che però possono variare da zona a zona: alto medioevo che va dal 568 al 1000 e basso medioevo che va dal 1000 ai primi del 1400 e riguarda 2 periodi in particolare: il romanico e il gotico
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L’arte dell’alto Medioevo

Nel 568 in seguito all’invasione dei Longobardi, ha inizio per l’Italia un’epoca oscura dal punto di vista culturale e artistico, nel corso del quale, tuttavia, grazie all’incontro delle culture barbariche con la tradizione artistica romana trasmessa e rielaborata dall’arte paleocristiana e bizantina, si gettano le basi per la grande fioritura dell’Arte Romanica

Si ritorna a una rappresentazione più realistica è meno elegante di quella bizantina

L'arte medievale viene divisa in 2 datazioni che però possono variare da zona a zona: alto medioevo che va dal 568 al 1000 e basso medioevo che va dal 1000 ai primi del 1400 e riguarda 2 periodi in particolare: il romanico e il gotico

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Si ritorna a una rappresentazione più realistica è meno elegante di quella bizantina

I Longobardi conquistano gran parte dell’Italia.In Italia il regno dei Bizantini fu breve, nel 568 la penisola fu invasa dai Longobardi, popolazione germanica.I longobardi entrarono nel territorio dell’attuale Friuli, fissando in Cividale il loro primo ducato in Italia. In pochi anni conquistarono vasti territori nel Nord, nel centro e nel meridione.Ai bizantini rimasero una parte delle coste adriatiche, l’Umbria, il Lazio e larga parte del Sud della penisola, con la Sicilia e la Sardegna. I longobardi fondano in breve un loro regno con Pavia capitale (625). Dopo un periodo iniziale molto difficile, dal VII secolo si registrò una maggiore integrazione, anche per l’abbandono dell’arianesimo e la conversione al rito romano da parte di Teodolinda (591 – 616) seguita da gran parte del suo popolo. Il potere di questo popolo durò fino a che un’altra stirpe barbarica, quella dei Franchi, non lo sconfisse nell’anno 774. Il re Carlo già da tempo convertito al cristianesimo, riuscì a creare un grande e potente stato che si estendeva dall’attuale Francia alla Germania e dai Paesi Bassi fino all’Italia.La notte di Natale dell’anno 800 Carlo venne incoronato imperatore dal Papa Leone III nella basilica di San Pietro. Nasce così il Sacro Romano Impero (962)

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I popoli germanici eccellano nell’oreficeria

Corona ferrea, oro,argento,smalti e pietre preziose, V secolo; Monza , tesoro del Duomo

La corona ferrea risale al V secolo, ampiamente rimaneggiata, si compone di sei piastre rettangolari incernierate di 5,3 cm di altezza e 8,1 cm di lunghezza ciascuna.Il diametro di 15 cm in origine era maggiore, è quasi certo che sia stata privata di due piastre.Il cerchio d’argento, largo 10 mm e spesso 1 mm, fissato all’interno, impedisce il movimento delle piastre.

Due sono gli oggetti del medioevo più misteriosi e ricchi di storia e di leggenda, entrambi si trovano conservati nel Duomo di Monza: la corona ferrea e la corona di Teodolinda, la prima contiene in un cerchio interno uno dei chiodi con cui fu crocifisso Cristo, la seconda deriva dalla leggenda secondo la quale sarebbe stata regalata dal papa Gregorio Magno alla sovrana.

Corona di Teodolinda oro,madreperla smalti e pietre preziose, VI – VII secolo; Monza , tesoro del Duomo

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Santa Maria in Valle, Cividale del FriuliVIII secolo

Il Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli  rappresenta una straordinaria testimonianza dell'architettura alto-medioevale. Sono incerte le origini, la datazione e la funzione; la tesi prevalente sostiene che il Tempietto sia stato costruito nella seconda metà dell'VIII secolo e si pensa fosse la cappella di un monastero benedettino femminile, il Monastero di Santa Maria in Valle. Il Tempietto Longobardo è costituito da un'aula quadrata con volta a crociera e dal presbiterio con tre navatelle a botte, è inoltre caratterizzato da affreschi realizzati da maestranze bizantine e da decorazioni a stucco, tra cui l'archivolto ornato da un tralcio di vite con grappoli sovrastato da sei figure femminili in stucco. 

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Santa Sofia, VIII secoloBenevento

La chiesa fu portata a termine da Arechi II° Duca di Benevento ed inaugurata nel 762 d.C. E' una delle più singolari costruzioni dell'epoca medioevale a causa della sua pianta metà circolare e metà stellare, presenta due corridoi concentrici creati da pilastri e colonne che formano un esagono centrale e un decagono esterno e che reggono l'intera volta creando suggestivi giochi di luce e di ombre.

Chiesa a pianta decagonale coperta da una cupola emisferica poggiante su un tamburo esagonale e su un giro di sei colonne centrali

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San Pietro a Tuscania ,Costruita intorno al 739

La facciata di San Pietro è caratterizzata da un portale maggiore, due ingressi laterali, il rosone e una loggia cieca. Il portale a tre rincassi presenta colonne lisce, capitelli e archivolti ed è incassato nel muro realizzato in tufo grigio. La loggia è costituita da undici arcatelle sorrette da dieci colonnine con i rispettivi capitelli ionici. Il rosone consta di tre cerchi concentrici – probabilmente ciò va messo in relazione con la Trinità – ed esternamente ad esso compaiono i simboli dei quattro evangelisti e due draghi pronti a catturare la loro preda. Accanto a quest'ultimi si trovano due bifore, una a destra del rosone e l'altra a sinistra, intorno a quella di destra compaiono figure diaboliche, mentre intorno all'altra appaiono l'Agnello di Dio e figure angeliche, a simboleggiare la continua lotta tra il Bene e il Male.

questo edificio sarebbe opera dei maestri comacini- costruttori e muratori, riuniti in una corporazione- che si spostavano, a partire dal VII - VIII secolo

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Cappella Palatina di AquisgranaCostruita tra il 786 e l’804

La cappella Palatina è il nucleo più antico della cattedrale di Aquisgrana e fu fatta costruire da Carlo Magno tra il 786  e l’804 come cappella privata del suo palazzo annesso. ( “si rifa a San Vitale di Ravenna”). Nonostante le aggiunte, le modifiche e i restauri dei secoli successivi la sua struttura e soprattutto il suo corredo di opere di oreficeria sono ancora eccezionalmente conservati. È una costruzione ottagonale di circa 31 m d'altezza e 16 m di diametro, sostenuta da forti pilastri. Il numero otto dai molteplici significati simbolici, era fra l'altro simbolo della Resurrezione simboleggiando il numero sette, (i giorni della creazione biblica, quindi il tempo), più il numero uno, simbolo di Dio; L'ingresso era anticamente preceduto da un  quadriportico, come nelle basiliche paleocristiane. Nel monumentale ingresso era presente un nicchione verso l'esterno con una tribuna  al di sopra del portale: qui l'imperatore si mostrava al popolo incorniciato dalla maestosa architettura per riceverne l'acclamazione. La cappella, come dice il suo nome stesso, era parte integrante del complesso del palazzo imperiale. La cappella fu un esempio di grande influenza per l'architettura successiva.

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Interno della Cappella Palatina di AquisgranaCostruita tra il 786 e l’804

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Palazzo di TeodoricoCostruito intorno all’ VIII secolo,Ravenna

Con il nome di Palazzo di Teoderico si fa comunemente riferimento ai resti architettonici situati in prossimità  della chiesa di Sant'Apollinare Nuovo.Le disquisizioni sull’effettiva destinazione d’uso dell’edificio sono ancora aperte, tra gli studiosi. Alcuni ritrovamenti lasciano tuttavia supporre che si tratti della facciata del nartece della Chiesa di San Salvatore. Il Palazzo, così come possiamo ammirarlo oggi, è stato realizzato nel VII secolo. Il Palazzo di Teodorico è inquadrato da due lesene. Nella parte inferiore si apre un arco, in corrispondenza del quale, nella parte superiore, è presente una nicchia che ha un’incurvatura simile a quella di un balcone. Le facciate laterali dell’edificio presentano due bifore nella parte inferiore, e due logge cieche in quella superiore. Le loggette sono sostenute da colonne poggianti su una mensola in marmo. Di interesse all’interno dell’edificio sono i resti di alcuni mosaici provenienti dal vero Palazzo di Teodorico, e presenti nel portico e nella saletta al primo piano.

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Palazzo di TeodoricoCostruito ca VIII secolo,Ravenna

Con il nome di Palazzo di Teoderico si fa comunemente riferimento ai resti architettonici situati in prossimità  della chiesa di Sant'Apollinare Nuovo.Le disquisizioni, tra gli studiosi dopo alcuni ritrovamenti lasciano tuttavia supporre che si tratti della facciata del nartece della Chiesa di San Salvatore. Il Palazzo, così come possiamo ammirarlo oggi, è stato realizzato nel VII secolo.È strutturato su due piani, unificati da un corpo centrale aggettante , Nella parte inferiore si apre un arco, in corrispondenza del quale, nella parte superiore, è presente una nicchia che ha un’incurvatura simile a quella di un balcone”’.Le facciate laterali dell’edificio presentano nella parte inferiore due profondi archi su colonne e in alto una serie di archi ciechi, Le loggette sono sostenute da colonne poggianti su una mensola in marmo.

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Altare del duca di Ractchis, S. Martino a Cividale (750 ca)

Accanto alle opere di oreficeria sono inoltre da ricordare alcune sculture in pietra appartenenti all'ultimo periodo della dominazione longobarda, tra le quali il sarcofago di Teodota a Pavia del 720 e i bassorilievi dell'altare del duca Ratchis della metà dell’VIII secolo del Museo Cristiano di Cividale, raffiguranti alcune scene del Nuovo Testamento, che in origine dovevano essere ricoperti da uno strato bianco di stucco e decorati con paste colorate, in modo da assomigliare a un lavoro di oreficeria.

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Le due lastre provengono dall’antico monastero di Santa Maria Teodote, Il monastero era senz’altro uno dei più importanti della cittá e viene ricordato da Paolo Diacono nella Storia dei Longobardi come il luogo in cui re Cuniperto fece rinchiudere Teodote, una fanciulla da lui sedotta, che in seguito divenne badessa del convento. Il primo presenta una decorazione a girali con tralci di vite e fiori. Il campo centrale, definito da una fascia a perline e fusarole, ospita la raffigurazione di due mostri marini dalla testa di leone, disposti specularmente ai lati di un albero della vita; due piccole figure di delfini occupano gli angoli inferiori. Il secondo mostra una fascia composta da girali vegetali (rosette, foglie di vite, tralci d’uva), in cui, nella parte superiore, compaiono anche uccelli intenti a beccare gli acini. Il campo centrale, diviso, come il precedente, da una fascia a perline e fusarole, propone due pavoni, disposti simmetricamente, che si abbeverano al calice a due anse, sormontato da una croce. A destra della composizione sta un elemento a croce gigliata disposto obliquamente. Alcuni motivi decorativi occupano lo spazio lasciato vuoto dalla figurazione principale . Un tempo queste lastre erano interpretate, insieme con altri frammenti, come parte del sarcofago della badessa Teodote,

Lastre di recinzione presbiterialePavia, monastero di S. Maria TeodoteEtá Longobarda, prima metá dell’VIII sec. d.C.

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Altare del duca RatchisCostruito tra il 737 e il 744Cividale del Friuli

L'altare del duca Ratchis  è una delle più importanti opere scultoree  ed è conservato nel Museo Cristiano  di Cividale delFriuli. È datato tra il 737 e il 744, periodo in cui Ratchis era duca del Friuli Composto da quattro lastre di pietra d’Istria, presenta alla sommità un'epigrafe latina e sui quattro lati ornati e vari soggetti religiosi: la Visita di Maria Vergine alla cugina Elisabetta, detta anche semplicemente Visitazione; l'Ascensione di Cristo in maestà entro una mandorla sorretta da quattro angeli; l'Adorazione dei Magi. Sulla superficie sono presenti significative tracce di pigmenti.Nelle scene le figure sono fortemente bidimensionali e si staccano nettamente dal piano di fondo, quasi un disegno a rilievo. Questi caratteri, la marcata stilizzazione delle figure e il calligrafismo d'insieme fanno assomigliare l'altare ad un monumentale cofanetto

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Altare del duca RatchisCostruito tra il 737 e il 744Cividale del Friuli

L'Altare in pietra, detto di Ratchis è il monumento più importante di questa scultura. Nella lastra frontale è raffigurato Cristo in trono affiancato da due cherubini, entro una mandorla sorretta da quattro angeli; le due lastre laterali contengono la Visitazione con la Vergine e S. Elisabetta nell'atto di abbracciarsi e l'Adorazione dei Magi con la Vergine sul trono che trattiene sulle ginocchia il Figlio; nella lastra posteriore, decorata da croci e ornati geometrici, si apre una finestrella corrispondente all'apertura del reliquiario.

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Adorazione dei Magi tergo Altare del duca di Ratchi, Costruito tra il 737 e il 744Cividale del Friuli

Gli spazi privi di figure sono occupati da elementi decorativi, l’incisione è eseguita in modo calligrafico mediante fasci di linee parallele, l’ornamentazione lungo i riquadri presenta un motivo a nastro, la lavorazione è eseguita a rilievo molto piatto con figure dai volti ovali sproporzionati e uniformi,gli ambienti e le architetture sono definiti in modo sommario e senza alcun accenno di profondità, esemplare in questo senso il trono su cui è seduta la madonna.

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Tre sante, Oratorio di Santa Maria in Valle,Figure in stucco ad altorilievo,Seconda metà dell’VIII secolo,Cividale del Friuli

La lunetta della porta è incorniciata tra intrecci di vitigni con grappoli. Al centro è raffigurato Cristo tra gli Arcangeli Michele e Gabriele, mentre nello stesso registro si trova una fascia affrescata con Martiri. Sopra la lunetta del portale si sviluppa un elaborato fregio di viticci, realizzato a giorno, incorniciato da rosette entro cui erano sistemate perle vitree.La parte più interessante è comunque il Fregio al livello superiore, qui si trovano sei figure a rilievo di Sante, in stucco, eccezionalmente ben conservate: le figure sono da collegare ai modelli classici, riletti secondo la cultura longobarda. I panneggi delle vesti riccamente decorate hanno un andamento accentuatamente rettilineo che ricorda i modelli bizantini , dai quali però le Sante si distaccano per il maggior senso del volume e per il verticalismo, ulteriormente marcato dalla lunghezza delle pieghe delle tuniche

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La statuetta bronzea, nonostante le ridotte dimensioni, riecheggia felicemente i monumenti equestri dell’antichità classica, con evidenti implicazioni politiche. Tale tipologia qualifica infatti in maniera significativa il personaggio rappresentato, che alcuni identificano con Carlo Magno, altri con uno dei suoi successori. Lo scettro (perduto) e la corona alludono alla sua regalità, mentre la spada e il cavallo, che sono stati rifatti nel Rinascimento, si riferiscono esplicitamente alle sue capacità di condottiero.L’opera, testimonia l’alta qualità dei prodotti realizzati nelle fonderie carolingie, per le quali l’antichità costituisce una costante fonte di ispirazione.Rifacendosi a modelli come il Marco Aurelio del Campidoglio, l’opera recupera il tutto tondo della statuaria romana.

Statuetta equestre detta di CARLO MAGNO, 860 - 870 circaBronzo 27,7 x 19,5Parigi - Musèe du Louvre

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La quasi totalità delle pitture monumentali legate alla committenza imperiale è andata perduta, per cui i rarissimi esempi di opere rimaste rivestono una grande importanza. Tra questi, uno dei più interessanti, è rappresentato dagli affreschi della cripta di Saint Germain d’Auxerre , databili tra l’ 847 e l’857, dove è interessante notare come il pittore sia attento alla dinamica delle figure, ritraendo con verosimiglianza i gesti e le espressioni facciali, ma lasci lo sfondo vagamente indeterminato, con dimensioni e prospettiva incongruenti.Ma la maggior parte delle testimonianze di pittura murale carolingia sono concentrate nell'arco alpino tra l'Italia e la Svizzera: nella chiesa di San Giovanni di Mustair   (ciclo di affreschi con Storie dell'Antico e Nuovo Testamento, dell’830 circa), nella chiesa di San Benedetto a Malles  (con due ritratti idealizzati dei fondatori)Enigmatica è l'attribuzione al periodo carolingio di un ciclo di importantissimi affreschi ritrovati nella chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio , forse di un autore bizantino in fuga da Costantinopoli.  

Santa Maria foris portasCastelseprio

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L’arte dell’alto MedioevoIl ciclo di affreschi di Santa Maria foris

Portas aCastelseprio, che rappresenta il più alto esempio della pittura altomedievale, fu scoperto nel 1944 sotto scialbature e pitture successive. Gli affreschi occupano l’abside orientale di un piccolo edificio a navata unica, sopravvissuto alla distruzione che, nel XIII secolo, travolse Castelseprio, borgo fortificato dai longobardi lungo la strada che da Milano conduceva ai laghi e ai valichi alpini.Vi appaiono raffigurati su due registri episodi dell’infanzia di Cristo, ispirati al Vangelo di Lucae ai Vangeli apocrifi, particolarmente utilizzati nell’iconografia orientale. Ai lati della finestrella, sormontata da un clipeo con il Cristo Pantocrator, si succedono l’Annunciazione, la Visitazione, la Prova delle acque amare, il Sogno di Giuseppe, il Viaggio a Betlemme; più sotto il racconto riprende con la Presentazione al tempio, la Natività e l’Adorazione dei Magi.

Apparizione dell'Angelo a Giuseppe

Viaggio a Betlemme

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Venne fondata nel V secolo dal vescovo San Germano d’Auxerre , che donò alcuni terreni di proprietà della sua famiglia ed altri benefici. Il primo edificio costruito fu un cappella piuttosto semplice, che conteneva alcune preziose reliquie di San Maurizio martire. La cripta è particolarmente importante sia per l'originaria architettura carolingia, tra le meglio conservate di Francia, sia perché conserva un ciclo di affreschi praticamente unico risalente al IX secolo, i più antichi di Francia, riscoperti nel 1927

Veduta dell'ex-abbazia di Saint-Germain d'Auxerre. Solo la torre romanica e la cripta sono vestigia antiche

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La cripta è particolarmente importante sia per l'originaria architettura carolingia, tra le meglio conservate di Francia, sia perché conserva un ciclo di affreschi praticamente unico risalente al IX secolo, i più antichi di Francia, riscoperti nel 1927. Da queste pitture si è potuto studiare l'aspetto delle arti figurative di quel tempo, poiché altrove sono quasi completamente distrutte (restano pochi esempi coevi a Malles, a Mustair, a Naturno ed a Castelserio ),Le pareti sono trattate con decorazioni di finti elementi architettonici (volte a crociera, fregi e altro), all'interno dei quali sono disegnate alcune lunette istoriate con scene di santi. Una scena riporta la Lapidazione di Santo Stefano ed è interessante come il pittore sia attento alla dinamica delle figure, ritraendo con verosimiglianza i gesti e le espressioni facciali, ma lasci lo sfondo vagamente indeterminato, con una chiesa dalla quale esce il santo, incongruente per dimensioni (la porta arriva appena alla vita dei personaggi) e per prospettiva (un po' frontale, un po' "a volo d'uccello").

Saint Germain d’Auxerre, Lapidazione di santo Stefano,Affreschi della cripta,IX secolo,Francia

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Il monastero di San Giovanni Battista è un'antichissima abbazia benedettina  situata a Mustair, in Val Monastero nel Cantone dei Grigioni .Dal 1983 è stato incluso nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco  per via dello straordinario ciclo di affreschi di epoca carolingia (IX secolo) e delle sculture romaniche che conserva. Gli affreschi Carolingi   si trovano nella chiesa abbaziale e raffigurano Storie dell'Antico e Nuovo Testamento, dipinte verso l'830, molto danneggiate e giudicabili solo nell'insieme.Una delle scene più integre è la Guarigione dell'Emorroissa, dove si nota un tratto rapido, con pochi colori, che sovrappone le campiture ritoccando poi con lumeggiature, le quali oggi sono quasi completamente invisibili.

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Ora una donna, che da dodici anni soffriva di emorragia, gli si accostò di dietro e toccò la frangia del suo mantello. Diceva tra sé: Se riesco anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata. Gesù si volse e vedendola disse: Coraggio, figlia mia! La tua fede ti ha salvata. E da quell’istante la donna fu salvata.

Una delle scene più integre è la Guarigione dell'Emorroissa, dove si nota un tratto rapido, con pochi colori, che sovrappone le campiture ritoccando poi con lumeggiature, le quali oggi sono quasi completamente invisibili.


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