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Lasfida Ospedaltoscanii pagell, ealtop - regione.toscana.it · Già dagli inizi degli anni 2000 la...

Date post: 17-Feb-2019
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Nelle Asl lungo la costa assicurati i servizi per i nefropatici cronici In vacanza al mare si fa anche la dialisi PERFORMANCE CONFERMATI I FINANZIAMENTI PER IL 2013 Il Programma nazionale esiti di Agenas del 2011 promuove la Regione “D ialisi vacanze” anche per l’estate 2013. Anche quest’anno i pazienti nefropatici cronici che vivono in Toscana, nelle altre Regioni e anche all’estero, potranno tranquillamente andare in vacan- za con la sicurezza di trovare il servizio di dialisi nelle località di villeggiatura toscane. Un delibera di giunta conferma infatti per l’anno 2013 il progetto con il quale si incentivano le aziende sanitarie toscane a organizzare i reparti di Nefrologia nei mesi estivi a favore di soggetti nefropatici cronici residenti in altre aziende, toscane e non, e anche all’estero. La delibera destina a questo progetto la somma di 140.000 euro. Già dagli inizi degli anni 2000 la Giunta regionale ha emanato atti amministrativi e delibere per incentivare le aziende sanitarie toscane a organizzare progetti mirati e garantire l’attività di dialisi ai cittadini toscani, italiani e ai turisti stranieri nei luoghi di villeggiatura della nostra Regione, come pure fuori Regione e all’este- ro. Ogni anno usufruiscono del servizio “Dialisi vacanze” circa 600 persone; le prestazioni riguardano anche cittadini americani, russi, tedeschi, olandesi, svizzeri. Il servizio coinvolge soprattutto le aziende sanitarie della costa: Viareggio, Livorno, Grosseto e Massa Carrara. L’azienda sanitaria 10 di Firenze, diversamente dalle altre, organizza invece una vacanza per i suoi dializzati: nel 2011 all’isola d’Elba, nel 2010 e nel 2012 in Sardegna, quest’anno sarà a Taormina. Il sistema tiene nonostante la contrazione di risorse - Positivo anche il 2012 S empre più spesso gli episodi di malasanità su cui sistematicamen- te si concentrano i media e i gior- nali rischiano di nascondere il volto vero della nostra Sanità toscana. La crisi economica che ha colpito anche la nostra Regione tende a oscurare i risultati brillanti che, malgrado le diffi- coltà pressanti, i nostri medici, infer- mieri e tutto il personale del Sst riesco- no a conseguire e che sono stati illustra- ti al Consiglio regionale della Toscana dall’Assessore al Diritto alla salute, Luigi Marroni. Ecco alcuni elementi tra i più signifi- cativi con gli ultimi dati disponibili: il Programma nazionale esiti 2011 del- l’Agenzia nazionale per i servizi sanita- ri Agenas calcola a livello nazionale alcuni indicatori che offrono una visio- ne degli esiti di salute in termini di interventi e trattamenti sanitari in ospe- dale. Alcuni indicatori di esempio pos- sono essere: la mortalità a 30 giorni per bypass aortocoronarico, le compli- canze a 30 giorni per colecistectomia laparoscopica in regime ordinario, la proporzione di parti con taglio cesareo primario. Attraverso la lettura di tali indicatori, è possibile confrontare gli esiti di ciascuna struttura ospedaliera rispetto alla media nazionale, indivi- duando quindi gli indicatori in cui gli esiti sono significativamente migliori della media nazionale e quelli significa- tivamente peggiori della media nazio- nale. Nel confronto con le altre tre mi- gliori Regioni italiane, ossia Veneto, Lombardia ed Emilia, la Regione To- scana è l’unica Regione, considerando il trend 2010-2011, in cui si riducono i risultati di esito negativi e gli esiti significativamente superiori alla me- dia nazionale migliorano. Avere esiti generalmente superiori o al massimo in media rispetto al resto d’Italia vuol dire essere in grado di salvare più vite: a parità di condizioni il sistema sanita- rio toscano nel 2011 ha avuto una mortalità a 30 giorni per ictus più bas- sa rispetto al risultato atteso nazionale: la migliore performance della nostra Regione ha permesso di salvare, rispet- to alla media nazionale, 32 vite in più. Per tumore maligno al colon la mortali- tà a 30 giorni è risultata inferiore al risultato atteso nazionale e sono state evitate, nel 2011, 18 morti. Per inter- venti di bypass aortocoronarico il ri- schio di mortalità a 30 giorni più bas- so ha permesso di evitare 37 morti in Toscana. Per interventi di frattura del collo del femore rispetto al risultato atteso nazionale il rischio di mortalità a trenta giorni è risultato più basso e abbiamo potuto evitare 15 morti. Per infarto infine il rischio di mortalità a trenta giorni è risultato inferiore al ri- sultato atteso nazionale a parità di con- dizioni e sono state evitate 25 morti. I risultati del 2012, per quanto è stato possibile fino a oggi verificare, seguono questo trend positivo anche se il sistema sanitario toscano ha potuto contare su risorse finanziarie nettamen- te inferiori rispetto all’anno passato. Malgrado questa contrazione di risorse disponibili la Sanità toscana è riuscita a garantire la tenuta del sistema, miglio- rare la qualità delle cure e ridurre le prestazioni inappropriate che determi- nano sprechi e spesso danni ai pazien- ti. Il tasso di ospedalizzazione si è ulte- riormente ridotto passando da 99 rico- veri per 1.000 abitanti a 96, ma non sono diminuiti quelli necessari. I rico- veri chirurgici sono complessivamente aumentati di mezzo punto percentuale e sono nettamente migliorati i risultati di appropriatezza delle cure. Sui Drg Lea medici la Toscana ha raggiunto gli standard previsti a livello nazionale al 90% con un incremento rispetto all’an- no precedente di ben 14 punti percen- tuali rispetto al 2011. Questi sono i dati più significativi e non i “sentito dire” e questi sono i risultati che devono esse- re sempre più diffusi e utilizzati per supportare le scelte strategiche e anche per dare il merito a tutti i professionisti che dedicano il loro impegno a miglio- rare la salute dei cittadini toscani. Sabina Nuti Responsabile Laboratorio management e Sanità Scuola superiore Sant’Anna di Pisa LEGGI&DELIBERE Più cure tra i banchi A PAG. 2 Il diabete si studia a scuola A PAG. 6 Il pensiero letto sul web A PAG. 7 La sfida della qualità sostenibile Ospedali toscani, pagelle al top Fondi per la ricerca farmaceutica La Giunta regionale ha deciso di prolunga- re la collaborazione con la Fondazione To- scana Life Sciences, in accordo con la stes- sa, per l’attività di supporto al Programma di Ricerca in materia di salute 2009 e per l’attività UvaR (un supporto integrato al sistema della ricerca farmaceutica e biome- dica che ha consentito la creazione di una importante rete di monitoraggio e supporto della ricerca) fino alla conclusione dei pro- getti finanziati prevista per il 31 dicembre 2014. Per sostenere le attività saranno desti- nati complessivamente 571mila euro (circa 286 per il 2013 e altri 286 per il 2014). (Delibera n. 56 del 19/01/2013) Sangue, compatibilità e fabbisogno La Giunta ha deliberato che le unità di raccolta del sangue e degli emocompo- nenti sono soggette a verifica di compati- bilità rispetto al fabbisogno regionale in caso di nuova realizzazione e per l’am- pliamento di quelle esistenti. L’ufficio re- gionale responsabile del procedimento amministrativo provvederà a effettuare la verifica necessaria acquisendo il parere tecnico rilasciato dal Centro regionale sangue. Il Centro regionale sangue appli- ca il criterio della distanza minima da qualsiasi struttura di medicina trasfusiona- le non inferiore a dieci chilometri. (Delibe- ra n. 86 del 12/02/2013) CONTINUA A PAG. 2 di Giuseppe Del Carlo * CONTROCANTO Vite in più salvate rispetto alla media nazionale I l rapporto sulla Sanità to- scana che l’assessore Lui- gi Marroni ha presentato in Consiglio regionale cerca di mettere in evidenza gli aspet- ti positivi, ma sottace quelli negativi che purtroppo esi- stono e sono in aumento. Il sistema sanitario toscano, co- me detto, presenta lati positi- vi, e anche qualche eccellen- za, ma se andiamo sul territo- rio e ascoltiamo i cittadini ci accorgiamo che alcuni servi- zi non funzionano con quella qualità e appropriatezza de- scritte dall’assessore. Innanzitutto occorre po- tenziare la prevenzione inve- stendo di più nell’educazio- ne sanitaria per migliorare gli stili di vita fin dall’età sco- lare e dall’adolescenza. L’as- sistenza ospedaliera, se pur di Andrea Vannucci * ALL’INTERNO CONTINUA A PAG. 2 A oggi in Toscana gli in- dici di salute e le per- formance globali del siste- ma sanitario hanno mo- strato una buona tenuta, continuando a migliorare durante tutto il 2012. Il tasso di ospedalizzazione che si riduce, ma con l’au- mento del numero d’inter- venti chirurgici effettuati, la tempestività nell’affron- tare situazioni critiche, co- me le cure di pronto soc- corso e gli interventi per le fratture del femore, la riduzione della necessità di posti letto ospedalieri per curare i cittadini con malattie croniche, i buoni indici di gradimento espressi dalle persone che hanno avuto contatti con i professionisti e le strutture del Sst, ne sono la prova. Mai come oggi un sistema sanitario pubblico deve af- frontare la sfida della ri- cerca di una qualità soste- nibile perché seriamente minacciato da pesanti pro- blemi finanziari e da mo- delli culturali diventati ina- deguati. È partendo da questa consapevolezza che chi go- verna e presiede al buon funzionamento del siste- ma sanitario in Toscana ha maturato i contenuti di una vigorosa riorganizza- zione, che è stata poi vara- ta negli ultimi giorni del 2012. Un lavoro collettivo e corresponsabile di chi guida l’amministrazione centrale e le aziende sani- tarie, che ha individuato aree d’intervento strategi- che, prioritarie e basate su evidenze di efficacia: centralità delle cure pri- marie, connessione tra ter- ritorio e ospedali, organiz- zazione meta aziendale Territorio e prevenzione nodi irrisolti Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma Versione Pdf del supplemento al n. 13 anno XVI del 9-15 aprile 2013 per la pubblicazione sul sito della Regione Toscana www.regione.Toscana.it
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Page 1: Lasfida Ospedaltoscanii pagell, ealtop - regione.toscana.it · Già dagli inizi degli anni 2000 la Giunta regionale ha ... nel 2011 all’isola d’Elba, nel 2010 e nel 2012 in Sardegna,

Nelle Asl lungo la costa assicurati i servizi per i nefropatici cronici

In vacanza al mare si fa anche la dialisi

PERFORMANCE

CONFERMATI I FINANZIAMENTI PER IL 2013

Il Programma nazionale esiti di Agenas del 2011 promuove la Regione

“D ialisi vacanze” anche per l’estate 2013. Anche quest’anno ipazienti nefropatici cronici che vivono in Toscana, nelle altre

Regioni e anche all’estero, potranno tranquillamente andare in vacan-za con la sicurezza di trovare il servizio di dialisi nelle località divilleggiatura toscane. Un delibera di giunta conferma infatti perl’anno 2013 il progetto con il quale si incentivano le aziende sanitarietoscane a organizzare i reparti di Nefrologia nei mesi estivi a favore disoggetti nefropatici cronici residenti in altre aziende, toscane e non, eanche all’estero. La delibera destina a questo progetto la somma di140.000 euro. Già dagli inizi degli anni 2000 la Giunta regionale haemanato atti amministrativi e delibere per incentivare le aziendesanitarie toscane a organizzare progetti mirati e garantire l’attività didialisi ai cittadini toscani, italiani e ai turisti stranieri nei luoghi divilleggiatura della nostra Regione, come pure fuori Regione e all’este-ro. Ogni anno usufruiscono del servizio “Dialisi vacanze” circa 600persone; le prestazioni riguardano anche cittadini americani, russi,tedeschi, olandesi, svizzeri.

Il servizio coinvolge soprattutto le aziende sanitarie della costa:Viareggio, Livorno, Grosseto e Massa Carrara. L’azienda sanitaria10 di Firenze, diversamente dalle altre, organizza invece una vacanzaper i suoi dializzati: nel 2011 all’isola d’Elba, nel 2010 e nel 2012 inSardegna, quest’anno sarà a Taormina.

Il sistema tiene nonostante la contrazione di risorse - Positivo anche il 2012

S empre più spesso gli episodi dimalasanità su cui sistematicamen-te si concentrano i media e i gior-

nali rischiano di nascondere il voltovero della nostra Sanità toscana. Lacrisi economica che ha colpito anchela nostra Regione tende a oscurare irisultati brillanti che, malgrado le diffi-coltà pressanti, i nostri medici, infer-mieri e tutto il personale del Sst riesco-no a conseguire e che sono stati illustra-ti al Consiglio regionale della Toscanadall’Assessore al Diritto alla salute,Luigi Marroni.

Ecco alcuni elementi tra i più signifi-cativi con gli ultimi dati disponibili: ilProgramma nazionale esiti 2011 del-l’Agenzia nazionale per i servizi sanita-ri Agenas calcola a livello nazionalealcuni indicatori che offrono una visio-ne degli esiti di salute in termini diinterventi e trattamenti sanitari in ospe-dale. Alcuni indicatori di esempio pos-sono essere: la mortalità a 30 giorniper bypass aortocoronarico, le compli-canze a 30 giorni per colecistectomialaparoscopica in regime ordinario, laproporzione di parti con taglio cesareoprimario. Attraverso la lettura di taliindicatori, è possibile confrontare gliesiti di ciascuna struttura ospedalierarispetto alla media nazionale, indivi-duando quindi gli indicatori in cui gliesiti sono significativamente miglioridella media nazionale e quelli significa-tivamente peggiori della media nazio-nale.

Nel confronto con le altre tre mi-gliori Regioni italiane, ossia Veneto,Lombardia ed Emilia, la Regione To-scana è l’unica Regione, considerandoil trend 2010-2011, in cui si riducono irisultati di esito negativi e gli esitisignificativamente superiori alla me-dia nazionale migliorano. Avere esitigeneralmente superiori o al massimoin media rispetto al resto d’Italia vuoldire essere in grado di salvare più vite:a parità di condizioni il sistema sanita-rio toscano nel 2011 ha avuto unamortalità a 30 giorni per ictus più bas-sa rispetto al risultato atteso nazionale:la migliore performance della nostraRegione ha permesso di salvare, rispet-

to alla media nazionale, 32 vite in più.Per tumore maligno al colon la mortali-tà a 30 giorni è risultata inferiore alrisultato atteso nazionale e sono stateevitate, nel 2011, 18 morti. Per inter-venti di bypass aortocoronarico il ri-schio di mortalità a 30 giorni più bas-so ha permesso di evitare 37 morti inToscana. Per interventi di frattura delcollo del femore rispetto al risultatoatteso nazionale il rischio di mortalitàa trenta giorni è risultato più basso eabbiamo potuto evitare 15 morti. Perinfarto infine il rischio di mortalità atrenta giorni è risultato inferiore al ri-sultato atteso nazionale a parità di con-dizioni e sono state evitate 25 morti.

I risultati del 2012, per quanto èstato possibile fino a oggi verificare,seguono questo trend positivo anche seil sistema sanitario toscano ha potutocontare su risorse finanziarie nettamen-te inferiori rispetto all’anno passato.Malgrado questa contrazione di risorsedisponibili la Sanità toscana è riuscitaa garantire la tenuta del sistema, miglio-rare la qualità delle cure e ridurre leprestazioni inappropriate che determi-nano sprechi e spesso danni ai pazien-ti. Il tasso di ospedalizzazione si è ulte-riormente ridotto passando da 99 rico-veri per 1.000 abitanti a 96, ma nonsono diminuiti quelli necessari. I rico-veri chirurgici sono complessivamenteaumentati di mezzo punto percentualee sono nettamente migliorati i risultatidi appropriatezza delle cure. Sui DrgLea medici la Toscana ha raggiunto glistandard previsti a livello nazionale al90% con un incremento rispetto all’an-no precedente di ben 14 punti percen-tuali rispetto al 2011. Questi sono i datipiù significativi e non i “sentito dire” equesti sono i risultati che devono esse-re sempre più diffusi e utilizzati persupportare le scelte strategiche e ancheper dare il merito a tutti i professionistiche dedicano il loro impegno a miglio-rare la salute dei cittadini toscani.

Sabina NutiResponsabile

Laboratorio management e SanitàScuola superiore Sant’Anna di Pisa

LEGGI&DELIBERE

Più curetra i banchi

A PAG. 2

Il diabete sistudia a scuola

A PAG. 6

Il pensieroletto sul web

A PAG. 7

La sfidadella qualitàsostenibile Ospedali toscani, pagelle al top

Fondi per la ricerca farmaceuticaLa Giunta regionale ha deciso di prolunga-re la collaborazione con la Fondazione To-scana Life Sciences, in accordo con la stes-sa, per l’attività di supporto al Programmadi Ricerca in materia di salute 2009 e perl’attività UvaR (un supporto integrato alsistema della ricerca farmaceutica e biome-dica che ha consentito la creazione di unaimportante rete di monitoraggio e supportodella ricerca) fino alla conclusione dei pro-getti finanziati prevista per il 31 dicembre2014. Per sostenere le attività saranno desti-nati complessivamente 571mila euro (circa286 per il 2013 e altri 286 per il 2014).(Delibera n. 56 del 19/01/2013)

Sangue, compatibilità e fabbisognoLa Giunta ha deliberato che le unità diraccolta del sangue e degli emocompo-nenti sono soggette a verifica di compati-bilità rispetto al fabbisogno regionale incaso di nuova realizzazione e per l’am-pliamento di quelle esistenti. L’ufficio re-gionale responsabile del procedimentoamministrativo provvederà a effettuare laverifica necessaria acquisendo il pareretecnico rilasciato dal Centro regionalesangue. Il Centro regionale sangue appli-ca il criterio della distanza minima daqualsiasi struttura di medicina trasfusiona-le non inferiore a dieci chilometri. (Delibe-ra n. 86 del 12/02/2013)

CONTINUA A PAG. 2

di Giuseppe Del Carlo *

CONTROCANTO

Vite in più salvate rispetto alla media nazionale

I l rapporto sulla Sanità to-scana che l’assessore Lui-

gi Marroni ha presentato inConsiglio regionale cerca dimettere in evidenza gli aspet-ti positivi, ma sottace quellinegativi che purtroppo esi-stono e sono in aumento. Ilsistema sanitario toscano, co-me detto, presenta lati positi-vi, e anche qualche eccellen-za, ma se andiamo sul territo-rio e ascoltiamo i cittadini ci

accorgiamo che alcuni servi-zi non funzionano con quellaqualità e appropriatezza de-scritte dall’assessore.

Innanzitutto occorre po-tenziare la prevenzione inve-stendo di più nell’educazio-ne sanitaria per miglioraregli stili di vita fin dall’età sco-lare e dall’adolescenza. L’as-sistenza ospedaliera, se pur

di Andrea Vannucci *

ALL’INTERNO

CONTINUA A PAG. 2

A oggi in Toscana gli in-dici di salute e le per-

formance globali del siste-ma sanitario hanno mo-strato una buona tenuta,continuando a miglioraredurante tutto il 2012. Iltasso di ospedalizzazioneche si riduce, ma con l’au-mento del numero d’inter-venti chirurgici effettuati,la tempestività nell’affron-tare situazioni critiche, co-me le cure di pronto soc-corso e gli interventi perle fratture del femore, lariduzione della necessitàdi posti letto ospedalieriper curare i cittadini conmalattie croniche, i buoniindici di gradimentoespressi dalle persone chehanno avuto contatti con iprofessionisti e le strutturedel Sst, ne sono la prova.Mai come oggi un sistemasanitario pubblico deve af-frontare la sfida della ri-cerca di una qualità soste-nibile perché seriamenteminacciato da pesanti pro-blemi finanziari e da mo-delli culturali diventati ina-deguati.

È partendo da questaconsapevolezza che chi go-verna e presiede al buonfunzionamento del siste-ma sanitario in Toscanaha maturato i contenuti diuna vigorosa riorganizza-zione, che è stata poi vara-ta negli ultimi giorni del2012. Un lavoro collettivoe corresponsabile di chiguida l’amministrazionecentrale e le aziende sani-tarie, che ha individuatoaree d’intervento strategi-che, prioritarie e basatesu evidenze di efficacia:centralità delle cure pri-marie, connessione tra ter-ritorio e ospedali, organiz-zazione meta aziendale

Territorio e prevenzione nodi irrisolti

Poste ItalianeSped. in A.P. D.L. 353/2003conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma

Versione Pdf del supplemento al n. 13anno XVI del 9-15 aprile 2013

per la pubblicazione sul sitodella Regione Toscana

www.regione.Toscana.it

Page 2: Lasfida Ospedaltoscanii pagell, ealtop - regione.toscana.it · Già dagli inizi degli anni 2000 la Giunta regionale ha ... nel 2011 all’isola d’Elba, nel 2010 e nel 2012 in Sardegna,

MODELLI In un anno somministrate medicine a 1.378 alunni in 246 istituti

Rinnovato il protocollo con l’ufficio scolastico, coinvolti anche i genitori

SIENA TESTA LA DISTRIBUZIONE DEGLI «OFF PATENT»

Per i cronici consegna diretta dei farmaci

CONTROCANTO (segue dalla prima pagina)

I n questo anno scolastico2012/2013 in 246 scuole del-la Toscana sono stati sommi-

nistrati farmaci per un totale di1.378 alunni, coinvolgendone211 con diabete, 252 con asma,294 con manifestazioni epiletti-che, 353 con allergia, 15 concardiopatia e 253 con patologiedi diverso genere fra cui fibrosicistica, convul-sioni febbrili edemicrania.

Questi dati -rilevati dal moni-toraggio predi-sposto dall’Uffi-cio scolastico re-gionale (Usr)della Toscanasulle 449 istitu-zioni scolastiche del territorio -sono frutto del protocollo disomministrazione dei farmaci,sottoscritto da Regione Tosca-na, settore Sanità, e dalla Dire-zione generale dell’Usr. Un do-cumento che è già stato sottopo-sto a una fase di verifica, sfocia-ta in un rinnovo dell’atto con ilcontributo alla definizione del

nuovo testo, nel Tavolo tecnico,anche dei rappresentanti delleprincipali associazioni dei geni-tori.

Questa esperienza toscana faseguito ai primi documenti diintesa fra Miur e ministero dellaSanità del 2005 che esprimonoalcune «raccomandazioni», nonprescrittive, ma che per essere

poste in atto, ne-cessitano di inte-se interistituzio-nali che coinvol-gano la scuola,la Regione nelsettore Sanità ele associazionidei famigliari,portatori di inte-ressi specifici. Il

confronto è stato quindi, in alcu-ni momenti, anche aspro, vistala delicatezza dell’argomentoconnessa al tema di responsabili-tà e anche alla consapevolezzache ogni intervento del persona-le scolastico, in questo ambito, èconnotato da “volontarietà”, e iltesto definitivo pone la centrali-tà dell’alunno e la tutela della

sua salute e del suo benesserecome priorità condivisa. L’attointroduce il tema della“prevenzione” ambientale ecomportamentale utile a mitiga-re i fattori di rischio per tutte lepatologie quale azione necessa-ria a ridurre interventi di sommi-nistrazione e, soprattutto, eventifatali.

I docenti e il personale Atasono sostenuti e guidati all’inter-no di una “cornice” che forma-lizza e condivide alcuni presup-posti per la somministrazionedel farmaco in orario scolastico.In primo luogo il documento, ilPiano terapeutico individualizza-to, è costruito sulla base di unmodulo di autorizzazione rila-sciato dal medico. Affinché siapossibile procedere alla defini-zione di un accordo fra scuola-famiglia-Asl è necessario che ilmedico rilevi e certifichi alcunielementi necessari e ineludibili.Tale documento, consegnato dal-la famiglia alla scuola, deve atte-stare l’assoluta necessità di som-ministrazione del farmaco in ora-rio scolastico e sottolineare il ca-

rattere non discrezionale da par-te di chi somministra il farmaco,né in relazione all’individuazio-ne degli eventi in cui occorreintervenire, né in relazione aitempi, alla posologia e alle mo-dalità di somministrazione e con-servazione del farmaco. Infinedeve anche dichiarare la fattibili-tà della somministrazione da par-te di personale non sanitario. IlPiano terapeutico individualizza-to (Pti) conseguente è sottoscrit-to dal dirigente scolastico, dallafamiglia e dagli operatori scola-stici coinvolti e deve, ovviamen-te, definire l’evento in cui sisomministra il farmaco, modali-tà, dosi e durata della terapia. IlPti deve, altresì, esplicitare lemodalità di formazione e accom-pagnamento del personale dellascuola e definire le proceduretese a garantire una corretta con-servazione dei farmaci. L’attoelenca il personale resosi dispo-nibile all’intervento e, quindi,sottoposto al necessario percor-so formativo.

Il personale Ata con quellodocente è equamente rappresen-

tato. Le associazioni, inoltre, fon-damentali nel supporto e nellaconsulenza sono pochissimo rap-presentate nella sottoscrizionedegli accordi (circa in 10 scuo-le). Soltanto in 23 scuole è previ-sto l’intervento del personale in-fermieristico a dimostrare chel’esperienza intrapresa possa rap-presentare la modalità più fun-zionale, in rap-porto alle risorsedisponibili, perla garanzia del-l’inclusione sco-lastica anche inpresenza di alun-ni con patologiecroniche.

I bambinicon patologiacronica costretti, loro malgrado,a cure che prevedono l’inderoga-bile somministrazione di farma-ci in orario scolastico, pongonoalle istituzioni una sfida che de-ve essere vinta in termini di tute-la e armonizzazione dei fonda-mentali diritti alla salute e al-l’istruzione. La scuola rappresen-ta un momento fondamentale di

crescita e di vita. L’obiettivo pri-mario, come da precetto costitu-zionale, è quello di offrire a tuttigli alunni le condizioni per vive-re serenamente e in sicurezzal’esperienza scolastica. La scuo-la acquisisce, quindi, un’immagi-ne complessiva che pone atten-zione all’accoglienza e ai biso-gni specifici di ciascuno studen-

te: una scuola,quindi, che nonsi concentraesclusivamentesugli aspetti pu-ramente didatti-ci, del tutto vanisenza una visio-ne olistica delbambino. Taleazione incide an-

che sulla qualità del patto educa-tivo con le famiglie che rappre-senta un piano di reciproca fidu-cia e collaborazione e assicuravalidità al progetto d’inclusione.

Maria Patrizia BettiniReferente farmaci a scuola

della Direzione generaleUsr Toscana

Curarsi tra i banchi di scuola

La sfida della qualità ... (segue dalla prima pagina)

E siste un connubio strategico checoniughi appropriatezza prescrit-

tiva farmaceutica, risparmio ed esi-genze di salute di cittadini con patolo-gie croniche? È l’obiettivo che l’Asl7 Siena si è posta nell’ambito delprogetto sperimentale «Consegna di-retta farmaci a pazienti cronici» atti-vato nel secondo quadrimestre del2012. L’obiettivo principale è statoquello di completare tutto il percorsodiagnostico-terapeutico dei pazientiinseriti nella sperimentazione delChronic care model, con uno sforzomirato a implementare l’adesione delpaziente alla corretta terapia.

La difficoltà più importante cheinfatti riscontrano i cittadini portatoridi patologie croniche - che utilizzanoper il loro controllo, nella maggioran-za, farmaci a brevetto scaduto - èquella di poter continuare il trattamen-to con lo stesso “packaging” o confe-zione. Questi pazienti sono spessosoggetti anziani che possono averedifficoltà a riconoscere la stessa mole-

cola confezionata in modo diverso,da varie ditte. È infatti noto, anche inletteratura, che uno dei principali pro-blemi nel controllo della patologiacronica è l’aderenza alla corretta tera-pia, sia in termini di molecola che intermini di dosaggio. Nell’ambito delprogetto l’Asl 7 ha fornito a questipazienti sempre lo stesso prodotto,utilizzato nell’ambito istituzionale, inquanto vincitore di gara Estav, cosaquasi impossibile per un cittadinoche riguardo al farmaco generico sivede somministrato quello presentenella farmacia convenzionata. Ciòrappresenta l’elemento essenziale perl’aderenza alla terapia e la riduzionedegli errori dovuti al mutare delleconfezioni fornite a ogni presentazio-ne di ricetta.

L’iniziativa, stimolata anche dallalegge sulla spending review riguardoall’aggiornamento dell’attuale siste-

ma di remunerazione della filiera di-stributiva del farmaco (aggiornamen-to prorogato al 30 giugno 2013), si èconcretizzata con una serie di incon-tri con tutti i rappresentanti delle far-macie private e pubbliche della Pro-vincia per condividere sia una modali-tà di erogazione diretta di medicinalia pazienti con malattie croniche forni-ti dalla stessa Asl 7 che una metodo-logia di calcolo per definire un costodi prestazione tale da non arrecaredanni economici all’“impresa” farma-cia, a parità di volumi di medicinalierogati nel periodo preso in esame.

Lo start up della sperimentazioneha visto il coinvolgimento delle solefarmacie convenzionate pubblicheper l’attuazione del progetto speri-mentale che ha previsto la distribuzio-ne di farmaci forniti direttamente daAsl 7. La definizione e l’adozione diuna nuova modalità di remunerazio-

ne per la consegna dei medicinaliproposta dall’Asl 7 rappresentanoun’opportunità per il mantenimentodella funzione pubblica svolta nel ter-ritorio e un beneficio economico peril Servizio sanitario regionale. Il pro-getto proseguirà per tutto il 2013 conl’adozione di uno schema di accordotra l’Asl 7 e le undici farmacie con-venzionate pubbliche che insistononella Provincia di Siena, con l’obietti-vo di incrementare la distribuzionediretta dei farmaci e la riduzione del-la spesa farmaceutica, su una lista di47 medicinali a brevetto scaduto cheporterà oltremodo a un non trascura-bile risparmio economico per l’anno2013.

L’iniziativa si affianca ad altre di-rettive nazionali (Dl 405/2001) e re-gionali (Delibera Grt 358 del 2011)che prevedono la consegna direttadei medicinali ai pazienti all’atto del-

la dimissione da ricovero o a seguitodi visita specialistica, ai pazienti cro-nici con prescrizione di piani terapeu-tici o presi in carico assistenziale dastrutture, a pazienti in assistenza do-miciliare, residenziale o semiresiden-ziale, compresa la consegna ai pazien-ti di medicinali dispensati dalle farma-cie pubbliche e private per conto del-le Asl. Comunque l’importanza el’utilità dell’iniziativa consiste essen-zialmente nella possibilità di assicura-re ai pazienti lo stesso tipo di confe-zione, per l’intera durata dell’accor-do. Il progetto è monitorato, per lemodalità operative di sviluppo e perl’aggiornamento della lista dei farma-ci off patent, da un gruppo di lavorodi cui fanno parte anche i direttoridelle farmacie aderenti e sul qualel’Asl 7 intende continuare le trattati-ve con le farmacie private con lequali il tavolo è sempre aperto.

Roberta CaldesiUfficio stampa Asl 7 Siena

di discreta qualità, presenta alcu-ne zone d’ombra; per esempio,nei nosocomi diminuiscono il nu-mero dei ricoveri e la durata deglistessi, ma se poi i pazienti vengo-no lasciati senza follow-up e riabi-litazione, indispensabili in molticasi, significa che siamo di frontea una grave carenza di servizi inte-grativi e di strutture per cure in-termedie che dovrebbero collocar-si tra il ricovero e la domiciliarità.In una parola: se si risparmia sul-la spedalizzazione si deve potenzia-re il territorio. Andrebbero poirafforzati, e meglio organizzati, ipronto soccorso secondo i canonidella medicina d’urgenza, sia perun utilizzo più corretto degli stessiche come filtro di contenimentodei ricoveri impropri. Un altroaspetto negativo riguarda le liste

d’attesa, sia per gli interventi chi-rurgici che per la diagnostica e laspecialistica ambulatoriale.

Il taglio del budget alle struttu-re private accreditate ha peggiora-to la situazione, tant’è che chi neha le possibilità, anziché attenderei tempi lunghi delle liste (che percerte prestazioni arrivano ancheai sei mesi), si rivolge direttamen-te al privato, che pratica tariffepressoché identiche ai ticket appli-cati dalle Asl. L’aver ridotto cosìdrasticamente le convenzioni, ilcui budget era appena del 4%,significa che si è fatta una sceltaideologica che non solo danneggiai pazienti, ma fa venire meno quel-la sana competizione fra pubblicoe privato accreditato per quantoconcerne la qualità e il costo delleprestazioni. Competizione che po-

trebbe invece diventare una op-portuna integrazione sul pianodelle attività ambulatoriali, che at-tualmente obbligano il pubblico aun grosso impegno di personale erisorse.

Ma in Toscana ci sono anchedelle eccellenze, quasi tutte con-centrate nelle Aziende ospedalie-ro-universitarie: io credo che sia ilmomento di valorizzare anche ciòche di buono abbiamo negli ospe-dali “provinciali” secondo l’esem-pio adottato per la cardiochirur-gia. Questo servirebbe a migliora-re la qualità e la tempestività dellaprestazione e a valorizzare al me-glio le professionalità degli opera-tori.

* Capogruppo Udc Consiglioregionale della Toscana

L’esperienza dopole raccomandazionidel Miur del 2005

Cruciali le indicazionidel Piano terapeuticoindividualizzato

della rete ospedaliera, centralizza-zione ragionata di funzioni essen-ziali quali la rete dell’emergenza,l’attività di laboratorio e quelle tra-sfusionali, l’Ict e la gestione dell’ac-quisizione di beni e servizi. Sembrauna buona strada, che tiene contodi alcuni vincoli, affronta reali epersistenti necessità ed è predispo-sta a cogliere rilevanti opportunità.

Il vincolo primario è quello del-lo stato della finanza pubblica conimprobabili futuri incrementi delrapporto tra disponibilità di spesasanitaria e Pil.

La prima necessità è di un rinno-vamento riformatore in grado di com-binare e coordinare governance delsistema, modelli di azienda più snellied efficienti, metodi di programma-zione più consapevoli delle risorse e

degli impatti delle scelte, responsabi-lizzazione dei cittadini.

L’opportunità imperdibile è quel-la di utilizzare la produzione di sa-lute come un fattore per la crescitae perseguire politiche d’investimen-to su un sistema sanitario innovati-vo e sostenibile, che crea lavoroqualificato e benessere. È indispen-sabile la consapevolezza collettivache la sfida richiede approcci multi-dimensionali, intelligenti e intercon-nessi. Sanità, educazione, ambien-te, politiche industriali e agricole,solo se integrate tra loro, possonodiventare sinergiche e assicurareun futuro di benessere a noi tutti.

* Coordinatore Osservatorio Qualitàed Equità, Agenzia regionale

di Sanità della Toscana

2 9-15 aprile 2013TOSCANA

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SSR AI RAGGI X È operativo il piano di organizzazione per il trasferimento nella struttura

CONFRONTO DIRETTO TRA I CHIRURGHI DELLE 13 SALE

Entro luglio l’inizio delle attività - Collegamento in rete col territorio

Un blocco operatorio integrato e pluridisciplinare

Nel corso di una visita al nuovocomplesso ospedaliero di Pi-stoia, il direttore generale Ro-

berto Abati e i direttori amministrati-vo e sanitario Luca Cei e Lucia Tur-co, hanno annunciato la conferma en-tro luglio 2013 dell’inizio dell’attivitàall’interno del nuovo ospedale. Taledata sarà preceduta dall’allestimentodella nuova struttura con apparecchia-ture, arredi, strumenti e collegamentiinformatici e dalla progressiva apertu-ra di tutta una serie di servizi essenzia-li per accogliere gli ammalati (ambu-latori, laboratorio analisi, farmaciaospedaliera, radiologia ecc.). È previ-sta anche la messa in funzione dellaPalazzina dei servizi (collegata al-l’ospedale da un corridoio interrato)che svolge operazioni più propria-mente tecnologiche e di supporto.

Duecento operatori già al lavoro.Se il tempo di consegna da parte delconcessionario,prevista il 2 maggio,ver-rà rispettato, le tappe successive sarannoscandite dai collaudi, dall’ottenimentodelle varie autorizzazioni e certificazio-ni previste dalle normative vigenti (an-tincendio, agibilità ecc.) e dall’istallazio-ne del patrimonio tecnologico e infor-matico di ultima generazione a suppor-to dell’attività sanitaria. Per far funziona-re al meglio la complessa macchina deltrasferimentoè statodefinito uno specifi-coasset aziendale, con compiti e respon-sabilità precise: sono stati creati deiGruppi (comitato guida, gruppo di pro-getto, gruppo di lavoro,...) per un totaledi oltre 200 operatori che dall’inizio del2012 stanno analizzando, pianificando eorganizzando, nei minimi dettagli, tuttele fasi del trasferimento e approntando ilnuovo modello organizzativo. I Gruppirimarranno operativi anche durante lafase di attuazione del trasferimento.

Prevista una task force. Sulla basedi un benchmarking con strutture italia-ne che hanno già affrontato tale espe-rienza, la direzione ha nominato ancheunProject manager identificato nel diret-tore sanitario ospedaliero, Roberto Bia-gini, coadiuvato dal punto divista opera-tivo da Giacomo Corsini, coordinatoredi tutto il Gruppo di progetto. Il crono-programmadel trasferimentoè giàpron-to: dal mese di maggio l’azienda inizie-rà a preparare le nuove aree ospedalieree tra fine giugno e metà luglio sarannonecessariamente modificate le attivitàpresenti nel vecchio presidio e alcuneverranno ridotte, altre temporaneamentesospese e altre sdoppiate. Tra il vecchio

e il nuovo ospedale in modo da garanti-re la sicurezza e la continuità assistenzia-le ai pazienti. In pratica è stata allestitauna vera e propria task force alla qualesono stati anche affidati i compiti dianalizzare, valutare e monitorare tutti irischi per garantire la sicurezza dei pa-zienti e di tutti i professionisti e di rispet-tare i tempi pre-definiti dal cronopro-gramma.

In rete con altri ospedali e territo-rio. Tutte le strutture aziendali, ospeda-

liere e territoriali, saranno coinvolte nelprogetto di trasferimento: la presenzadel presidio ospedaliero di Pescia e del-lo Stabilimento di San Marcello permet-terà di vicariare alcune funzioni che sa-ranno provvisoriamente interrotte nel-l’ospedale di Pistoia. Durante la faseesecutiva del trasloco il 118 dirotterà gliaccessi al pronto soccorso verso gliospedali limitrofi, utilizzando il criteriodella vicinanza e della gravità.

Nuovo modello organizzativo. Nu-

merosi altri professionisti, dall’inizio del2012, sono invece impegnati nei 18Gruppidi lavoro multiprofessionali, rap-presentativi di tutti gli ambiti operativi(medici, infermieri, fisioterapisti, tecni-cosanitari, informatici, ingegneri, ammi-nistrativi) per “ri-progettare” nel nuovoospedale i percorsi assistenziali, diagno-stici e terapeutici, previsti dall’intensitàdi cura; le degenze saranno differenziateper aree omogenee e per livelli di inten-sità di cura (area delle terapie intensive e

subintensive, area chirurgica, area medi-ca ecc.) con un approccio nei confrontidel paziente che sarà multi-specialisticoe multi-professionale. In queste settima-ne è stato attivato un ulteriore percorsodi confronto per condividere, area perarea, con tutti i professionisti l’importan-te cambiamento organizzativo. Il con-frontoproseguiràanchecon tutte le strut-ture con l’intento di coinvolgere e farpartecipare tutti gli operatori dell’Asl 3a momenti comunicativi che possanocontribuire a migliorare ulteriormentequanto fino a ora progettato.

Èoperativadaoltre unannoun’appo-sita sezione intranet aziendale, contenen-te documenti utili (documenti prodottidai gruppi di lavoro, delibere, capitolatitecnici ecc.) per eventuali approfondi-menti, consultazioni e integrazioni. Ol-tre 600 operatori hanno già visitato ilcantiere del nuovo ospedale nel corsodegli ultimi mesi.

La formazione. È stato anche predi-sposto un “piano informativo e formati-vo” per il personale (oltremille tra medi-ci, infermieri, ostetriche, operatori so-cio-sanitari, tecnici, fisioterapisti, ammi-nistrativi) al fine di far conoscere i nuoviambienti e di poter svolgere le attivitàcon qualità e nella massima sicurezza.Gli eventi formativi, già programmati,si svolgeranno all’interno del nuovoospedale non appena sarà disponibile,cioè a partire dal mese di maggio, inmodo da consentire agli operatori diiniziare a svolgere in modo pratico ogniattività. Per tutti gli operatori coinvoltisaranno mesi particolarmente impegna-tivi ma importanti per una ulteriore cre-scita professionale proiettata verso unadiversa organizzazione e svolta in unastruttura ospedaliera completamentenuova. In particolare nell’ambito dellaspecifica formazione rivolta agli opera-tori interessati sarà anche distribuito delmateriale informativo riguardante la si-curezza e il funzionamento della nuovastruttura comprese le innovazioni di ser-vizio che saranno introdotte (a esempioutilizzo della posta pneumatica). Nellaconoscenza diretta e nell’attivazione delNuovoospedale di Pistoia sono coinvol-ti gli enti locali, le organizzazioni sinda-cali e di rappresentanza, le associazionidi volontariato e di tutela (già impegna-te in un’attività di accoglienza e orienta-mento rivolta agli utenti) e gli ordiniprofessionali.

Daniela PonticelliUfficio stampa Asl 3 Pistoia

Pistoia avvia il nuovo ospedale

I farmaci vengono usati male. Lo dimostrano i datidi un recente studio che ha evidenziato che solo il

50% dei cittadini assume correttamente i medicina-li. Il dato scende al 45% tra i bambini e al 41% tra glianziani. Questa realtà, che incide negativamentesull’esito della terapia, sulla salute dei pazienti eanche sui costi assistenziali a carico dello Stato,potrebbe cambiare con un ruolo più attivo del far-macista. Grazie alle sue indicazioni, ai suoi consigli,alle corrette informazioni condivise con pazienti,l’aderenza terapeutica può migliorare significativa-mente.

Lo dimostrano i risultati della prima fase dellasperimentazione del progetto Mur (Medicine usereview, revisione dell’uso dei farmaco) che i farmaci-sti di Pistoia, insieme a quelli delle Province di Pado-va, Treviso e Torino, hanno condotto (da ottobre

2012 a gennaio 2013) su 898 pazienti affetti da asmabronchiale. È la prima sperimentazione di questotipo mai realizzata in Italia resa possibile grazie allastretta collaborazione con la Medway School ofPharmacy dell’Università del Kent.

Nelle farmacie pistoiesi sono stati allestiti apposi-ti spazi dove il farmacista può valutare e migliorarela conoscenza da parte del paziente dei medicinaliche sta assumendo, identificare gli effetti collateralie le possibili soluzioni. Il progetto si è svolto con lapiena collaborazione dei medici di medicina genera-le e con la Asl 3, in particolare a Pistoia la sperimen-tazione ha coinvolto l’unità operativa aziendale diPneumologia e Franco Vannucci che la dirige spie-gherà quali problemi insorgono quando non c’è lacorretta assunzione farmacologica in pazienti coninsufficienza respiratoria.

Progetto Mur: il farmacista valuta il corretto uso dei medicinali

S chermi, monitor, collegamentiin rete e connessioni web, tele-

camera ambientale ed elevatocontenuto tecnologico. Si presen-tano così le 13 sale operatorie delnuovo ospedale: nove saranno de-dicate all’attività ordinaria, treagli interventi in day surgery euna riservata alle emergenze oste-triche. Sandro Giannessi, respon-sabile dell’area chirurgica, nonnasconde l’impazienza di andareal più presto a operare insieme aisuoi colleghi nel nuovo bloccooperatorio e spiega quali sarannoi principali vantaggi per i pazien-ti e gli operatori.

«L’informatizzazione, in tuttele sue applicazioni, permetteràl’integrazione tra le 13 sale: ichirurghi potranno confrontarsi,

in tempo reale, sui casi più com-plessi, senza la necessità di lascia-re il tavolo operatorio - dice Gian-nessi -. Per le emergenze avremol’immediata disponibilità dellastoria clinica del paziente attraver-so l’acquisizione diretta delle im-magini diagnostiche e dei refertigrazie al network ospedaliero, ilRis Pacs (Radiology informationsystem e picture archiving andcommunication system), il siste-ma già in uso nella Asl 3.

L’alto profilo tecnologico chesarà adottato in tutti i processiottimizzerà la qualità assistenzia-le: per esempio da un’unica posta-zione, l’operatore potrà mettere

in funzione varie apparecchiatu-re, migliorando i tempi dell’inter-vento e gli standard di sicurez-za». «I chirurghi, mentre opera-no, potranno osservare tramite glischermi, in alta risoluzione, lefasi dell’intervento - conclude ilresponsabile dell’area chirurgica-. Avremo a disposizione ancheuna telecamera ambientale, preva-lentemente utilizzata a scopo di-dattico per le videoconferenze co-sì da condividere, con i chirurghidi altre realtà ospedaliere, ancheinternazionali, aggiornamenti, in-formazioni ed esperienze, per unaformazione continua e una mag-giore crescita professionale».

Giannessi ha inoltre aggiunto chele sale operatorie avranno a dispo-sizione il meglio dell’attuale stru-mentazione chirurgica (apparec-chi a ultrasuoni, a radiofrequen-za, videocamere ecc.) per un ulte-riore miglioramento soprattuttodella chirurgia laparoscopica, or-mai adottata per la gran parte de-gli interventi.

Il blocco operatorio è situato alsecondo piano, nel lato Sud, dovesono concentrate tutte le funzionia grande impatto tecnologico (co-me a esempio l’Emodinamica). Èstato concepito rispettando rigoro-samente tutte le normative vigen-ti e l’osservazione delle buonepratiche.

È articolato in diverse aree eaccessi dedicati: area“preparazione/risveglio”, zona la-vaggio per il personale sanitario,recovery room (sempre interna alblocco operatorio), corridoi sepa-rati per il passaggio del materialeoperatorio sterilizzato (contiguoalla centrale di sterilizzazione) eper il materiale sporco e anche ilpersonale accede alle sale da uningresso “pulito” e dotato di spo-gliatoi, divisi per sesso e dotati diservizi igienici.

La strutturazione fisica e la do-tazione impiantistica delle saleoperatorie si prestano a una ge-stione integrata e pluridisciplina-re delle specialistiche chirurgi-che, nell’ottica del modello del-l’ospedale per intensità di cure.

9-15 aprile 2013 TOSCANA 3

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LA GIUNTA REGIONALE

Visto il decreto legge 6 luglio2012, n. 95 “Disposizioni urgentiper la revisione della spesa pubbli-ca con invarianza dei servizi ai cit-tadini”, convertito con legge 7agosto 2012, n. 135;

Vista la legge regionale 24 feb-braio 2005, n. 40 “Disciplina delServizio sanitario regionale”;

Vista la legge regionale 27 di-cembre 2012, n. 81 “Misure ur-genti di razionalizzazione della spe-sa sanitaria. Modifiche alla Lr51/2009, alla Lr 40/2005 e alla Lr8/2006”;

Visto il Prs 2011-2015 adotta-to dal Consiglio regionale con ri-soluzione n. 49 del 29 giugno2011;

Visto il Documento di pro-grammazione economica e finan-ziaria 2013, approvato dal Consi-glio regionale con risoluzione n.161 del 18 dicembre 2012, chepone tra gli obiettivi per l’Areatematica Diritti di cittadinanza ecoesione sociale la riorganizzazio-ne del sistema sanitario regionale,attraverso interventi mirati e unapuntuale revisione dei modelli or-ganizzativi e produttivi;

Visto il Piano sanitario regiona-le 2008-2010, approvato con deli-berazione del Consiglio regionalen. 53 del 16 luglio2008, ancora invigore ai sensi del comma 1 del-l’art. 133 della Lr 27 dicembre2011 n. 66;

Vista la propria deliberazionen. 754 del 10 agosto 2012, chefornisce indirizzi alle aziende e agli

enti del Ssr in relazione alle azioniimmediatamente adottabili in at-tuazione del Dl 95/2012 e indivi-dua ulteriori azioni di riordino deiservizi del Sistema sanitario regio-nale (Ssr);

Visto in particolare l’allegato Bdella Dgr 754/2012, che individuale aree dell’organizzazione sanita-ria nelle quali avviare un articolatoprocesso di innovazione, specifi-cando per ogni area gli obiettivi daperseguire e le azioni coordinate;

Visto il decreto dirigenziale n.5702 del 28 novembre 2012 checostituisce, presso la Direzionegenerale Diritti di cittadinanza ecoesione sociale, il gruppo di mo-nitoraggio e controllo a supportodella riorganizzazione del Ssr pre-visto dalla citata Dgr 754/2012,indicandone le funzioni e le moda-lità operative;

Vista la propria deliberazionen. 1235 del 28 dicembre 2012 chefornisce indirizzi alle aziende sani-tarie e alle Aree vaste in relazionealle azioni di riordino del Ssr, dicui al citato allegato B della Dgr754/2012;

Rilevato che la citata Dgr1235/2012 impegna le aziende sa-nitarie e le Aree vaste, per quantodi competenza, a dare attuazionealle previste azioni di riordino at-traverso protocolli attuativi da sti-pulare entro il 1 marzo 2013 congli enti locali, le organizzazioni pro-fessionali e sindacali interessate ele Università (punto 3 del disposi-tivo);

Dato atto che nel corso dell’in-contro, svoltosi sul tema dellariorganizzazione del Ssr il 9 genna-io 2013, al quale hanno partecipa-to rappresentanti dell’amministra-zione regionale e delle direzionidelle aziende sanitarie della Tosca-na, sono state individuate le azionia partire dalle quali avviare il pro-cesso di riordino dei servizi, co-me di seguito riportate:

1. promozione della presa incarico globale del cittadino sul ter-ritorio, attraverso l’implementa-zione del modello assistenziale Ca-sa della salute;

2. recupero di efficienza dellaproduzione ospedaliera, attraver-so la ridefinizione del numero diposti letto per acuti in base a stan-dard regionali;

3. sviluppo delle cure interme-die, anche attraverso l’adeguamen-to del numero di posti letto inbase a standard regionali, a parti-re dalla riconversione dei postiletto per acuti dismessi;

4. incremento dell’appropria-tezza della produzione ospedalie-ra, attraverso la concentrazionedi specifiche attività - possibilmen-te organizzate in percorsi - a bas-sa e media complessità in determi-nati ospedali territoriali individuatia livello di Area vasta, con elimina-zione delle attività stesse dagliospedali di provenienza (identifica-zione ospedali focalizzati);

5. riorganizzazione delle Cen-trali operative 118, attraverso l’at-tivazione di Centrali operative uni-che di Area vasta;

6. riorganizzazione della rete

territoriale di emergenza-urgen-za, attraverso la rimodulazione dipostazioni di emergenza sanitariaterritoriale, con l’effettuazione deinecessari interventi formativi;

7. razionalizzazione della retedei laboratori, attraverso la cen-tralizzazione delle attività in labo-ratori di riferimento per le diver-se tipologie di esami e riorganizza-zione del sistema trasfusionale, at-traverso l’attivazione di Officinetrasfusionali di Area vasta;

8. razionalizzazione della retedei laboratori di diagnostica gene-tica, attraverso la centralizzazionepresso i laboratori di genetica del-le aziende ospedaliero-universita-rie e la riorganizzazione degli stes-si in rapporto agli analoghi labora-tori universitari;

9. revisione dell’organizzazionedei Laboratori di Sanità pubblica;

Sottolineato che tali azioni de-vono ritenersi prioritarie rispettoalle ulteriori iniziative di riordinopreviste dalla Dgr 1235/2012, chele aziende sanitarie e le Aree va-ste sono chiamate ad adottare;

Ritenuto opportuno evidenzia-re che l’adozione di azioni finalizza-te al recupero di efficienza dellaproduzione ospedaliera, sia conriferimento alla revisione della do-tazione di posti letto che all’attiva-zione di procedure di deospedaliz-zazione tempestiva, debbano esse-re accompagnate da interventiprioritari volti a potenziare le ri-sposte sul territorio e ad assicura-re la continuità assistenziale;

Precisato che i protocolli attua-tivi, di cui al punto 3 della Dgr1235/2012, devono contenere lelinee progettuali degli interventiprioritari e i tempi di massima perl’attuazione delle suddette azioniprioritarie;

Precisato altresì che nella defi-nizione dei suddetti protocolli at-tuativi debba essere assicurato ilcoinvolgimento dei soggetti inte-ressati, per i quali si ritiene di indi-viduare il termine ulteriore del 31marzo 2013;

Rilevato che la citata Dgr1235/2012 prenota a favore delleaziende sanitarie una somma com-plessiva di 20.000.000,00 al finedi supportare l’adozione delleazioni di riordino del Ssr, di cui13.000.000,00 da riservare all’im-plementazione delle azioni concer-nenti il riassetto del territorio,precisando che i criteri e le moda-lità di riparto di tali risorse saran-no definiti e comunicati alle azien-de sanitarie entro il 31 gennaio2013;

Precisato che la suddetta som-ma debba considerarsi quale con-tributo alle aziende sanitarie perl’avvio e/o la realizzazione delleazioni prioritarie sopra riportate;

Ritenuto opportuno mantene-re una parte di tale somma, pari a

1.600.000,00, nella disponibilitàdell’amministrazione regionale,quale fondo per l’adozione di ulte-riori iniziative inerenti alla riorga-nizzazione del Ssr;

Visti i criteri di riparto e lemodalità di erogazione delle risor-se per l’avvio delle azioni di riordi-

no dei servizi del Ssr indicati nel-l’allegato A, parte integrante dellapresente deliberazione;

Considerato che, in applicazio-ne dei suddetti criteri, è possibileprocedere da subito alla definizio-ne di alcune quote di contributospettanti alle aziende sanitarie perl’attuazione di talune azioni (in par-ticolare quelle di cui ai punti 1, 2,3 e 4 ), così come riportate nell’al-legato B, parte integrante dellapresente deliberazione;

Ritenuto necessario approvarei suddetti criteri e modalità, non-ché le assegnazioni parziali dellerisorse complessive disponibili, dicui rispettivamente agli allegati Ae B, al fine di consentire alle azien-de sanitarie e alle Aree vaste diprocedere alla definizione dei pro-tocolli attuativi delle azioni di rior-dino del Ssr, a partire da quelleritenute prioritarie;

Precisato che con successivoatto, da adottarsi entro marzo2013, saranno definiti i criteri diriparto e le modalità di erogazio-ne del fondo di 21.850.000,00,di cui alla Dgr 1235/2012 (punto10 del dispositivo) a supporto delmiglioramento dell’appropriatez-za della produzione ospedaliera;

Vista la Lr n. 78 del 27/12/2012che approva il bilancio di previsio-ne per l’anno finanziario 2013 e ilbilancio pluriennale 2013-2015;

Vista la Dgr n. 1260 del28/12/2012 che approva il bilan-cio gestionale 2013 e il bilanciopluriennale 2013-2015;a voti unanimi

DELIBERA

1. di approvare i criteri di ripar-to e le modalità di erogazione del-le risorse per l’avvio delle azionidi riordino dei servizi del Ssr indi-cati nell’Allegato A, secondo la ri-partizione di cui all’Allegato B, par-ti integranti della presente delibe-razione;

2. di assegnare alla prenotazio-ne n. 20123786/2013, assuntacon Dgr 1235/2012 sul cap.24047 del bilancio gestionale2013, i finanziamenti di cui all’Alle-gato B per un importo complessi-vo di 20.000.000,00;

3. di dare atto che dette risor-se saranno soggette a storno invia amministrativa ad apposito ca-pitolo di nuova istituzione e chel’assunzione dei successivi impe-gni è subordinata all’esecutività didetta variazione;

4. di precisare che tali risorsedebbano considerarsi quale contri-buto alle aziende sanitarie per l’av-vio e la realizzazione delle azioniprioritarie riportate in narrativa;

5. di precisare che i protocolliattuativi, di cui al punto 3 dellaDgr 1235/2012, devono contene-re le linee progettuali degli inter-venti prioritari e i tempi di massi-ma per l’attuazione delle suddetteazioni prioritarie;

6. di precisare che nella defini-zione dei suddetti progetti attuati-vi debba essere assicurato il coin-volgimento dei soggetti interessa-ti, per i quali si ritiene di individua-re il termine ulteriore del 31 mar-zo 2013;

7. di stabilire che una quotadelle risorse, prenotate con Dgr1235/2012, pari a 1.600.000,00resti nella disponibilità dell’ammini-strazione regionale, quale fondoper l’adozione di ulteriori iniziati-ve inerenti alla riorganizzazionedel Ssr;

8. di dare atto che, con succes-sivo provvedimento da adottarsientro marzo 2013, saranno defini-ti i criteri di riparto e le modalitàdi erogazione del fondo di21.850.000,00, di cui alla Dgr1235/2012 (punto 10 del dispositi-vo), a supporto del miglioramen-to dell’appropriatezza della produ-zione ospedaliera.

ALLEGATO A

Risorse per l’avvio delle azio-ni di riordino dei servizi delSistema sanitario regionale.Criteri di riparto e modalitàdi erogazione.

L’allegato A della Dgr1235/2012 individua una serie diazioni di riordino dei servizi delSistema sanitario regionale, ine-renti a specifiche aree tematiche(Territorio, ospedale e residenzia-lità; Appropriatezza della produ-zione ospedaliera; Emergenza ur-genza; Laboratori; Prevenzione;Farmaceutica, Beni e servizi).

Di tali azioni sono da conside-rarsi prioritarie, ma non esclusive,quelle relative a:

1. Promozione della presa incarico globale del cittadino sul ter-ritorio, attraverso l’implementa-zione del modello assistenziale Ca-sa della salute;

2. Recupero di efficienza dellaproduzione ospedaliera, attraver-so la ridefinizione del numero diposti letto per acuti in base a stan-dard regionali;

3. Sviluppo delle cure interme-die, attraverso l’adeguamento delnumero di posti letto in base astandard regionali, a partire dallariconversione dei posti letto peracuti dismessi;

4. Incremento dell’appropria-tezza della produzione ospedalie-ra, attraverso la concentrazionedi specifiche attività, possibilmen-te organizzate in percorsi, in de-terminati ospedali territoriali indi-viduati a livello di Area vasta, coneliminazione delle attività stessedagli ospedali di provenienza(identificazione ospedali focalizza-ti);

5. Riorganizzazione delle Cen-trali operative 118, attraverso l’at-tivazione di Centrali operative diArea vasta;

6. Rimodulazione della reteterritoriale di emergenza-urgen-za, attraverso la rimodulazione dipostazioni di emergenza sanitariaterritoriale, con effettuazione deinecessari interventi formativi;

7. Razionalizzazione della retedei laboratori, attraverso la cen-tralizzazione delle attività in labo-ratori di riferimento per le diver-se tipologie di esami e riorganizza-zione del sistema trasfusionale, at-traverso l’attivazione di Officinetrasfusionali di Area vasta;

8. Razionalizzazione della rete

dei laboratori di diagnostica gene-tica, attraverso la centralizzazionepresso i laboratori di genetica del-le aziende ospedaliero-universita-rie e la riorganizzazione degli stes-si in rapporto agli analoghi labora-tori universitari;

9. Revisione dell’organizzazio-ne dei Laboratori di Sanità pubbli-ca.

La stessa Dgr 1235/2012 ha as-segnato alle aziende sanitarie unasomma complessiva di20.000.000,00 da considerarsi qua-le contributo per l’avvio delle azio-ni di riordino dei servizi del Ssr, apartire da quelle sopra elencate.

Di seguito, in attuazione diquanto previsto dalla citata delibe-ra, sono individuati i criteri di ri-parto e le modalità di erogazionedi tali risorse in relazione alle so-pra richiamate azioni prioritarie.

Precisato che con successivoatto, da adottarsi entro marzo2013, saranno definiti i criteri diriparto e le modalità di erogazio-ne del fondo di 21.850.000,00,di cui alla Dgr 1235/2012 (punto10 del dispositivo) a supporto delmiglioramento dell’appropriatez-za della produzione ospedaliera;Criteri di riparto

1. Implementazione delmodello assistenziale Casadella salute

Risorse disponibili:8.200.000,00

Beneficiari: aziende UslCriteri di riparto: a ogni azienda

Usl viene assegnata una quota ba-se e una calcolata in base all’indicedi accesso al Fsr (v. allegato B).Sarà inoltre assegnata una quotaaggiuntiva per interventi che pre-vedano la riconversione di piccoliospedali, da quantificarsi in basealla valutazione del progetto.

Requisiti minimi di riferimentoper l’accesso alle risorse: gli inter-venti progettati devono riguarda-re in via prioritaria strutture pub-bliche esistenti, che non abbianogià usufruito di analoghi finanzia-menti, prevedere l’aggregazionedi medici di famiglia, garantire lapolifunzionalità della struttura, lapresenza di connettività, la possibi-lità di prenotazione Cup e spaziper la specialistica.

La presenza di tali requisiti de-ve risultare dai progetti attuativi.Non sono ammessi costi per in-centivi dei professionisti.

Il tempo massimo di realizza-zione dell’intervento è di 1 annodalla data di presentazione delprogetto.

2. Ridefinizione posti lettoper acuti

3. Adeguamento del nu-mero di posti letto di cureintermedie in base a stan-dard regionali, a partire dallariconversione di posti lettoper acuti dimessi

4. Individuazione ospedalifocalizzati

Risorse disponibili:5.900.000,00.

Beneficiari: Aziende Usl e Azien-de ospedaliero-universitarie.

Criteri di riparto: a tutte le azien-

DOCUMENTI La delibera che assegna alle aziende sanitarie la prima tranch

IL TESTO DEL PROVVEDIMENTO

Riordino del Ssr, ripartite risoPrima tappa la definizione dei criteri per la distribuzione di 21,85 milio

(continua a pagina 5)

P ubblichiamo la Dgr n.47/2013 avente a ogget-

to la “Dgr 1235/2012. Ap-provazione criteri di ripar-to e modalità di erogazionedelle risorse per l’avvio del-le azioni di riordino del Ssr”

4 9-15 aprile 2013TOSCANA 5 9-15 aprile 2013 TOSCANA

direttore responsabileROBERTO NAPOLETANO

vice direttoreROBERTO TURNOcomitato scientifico

Edoardo MajnoSusanna Cressati

Sabina NutiLucia Zambelli

Stampa: Il Sole 24 OreVia Tiburtina Valeria (Ss 5)

km 68,70067061 Carsoli (Aq)

“Sanità Toscana” è una pub-blicazione informativa realiz-zata in base a un accordo traIl Sole-24 Ore Spa e la Regio-ne Toscana

Versione Pdf dell’Allegatoal n. 13 del 9-15 aprile 2013per la pubblicazione sul sito

della Regione Toscanawww.regione.Toscana.it

reg. Trib. Milano n. 679 del 7/10/98

de sanitarie viene assegnata unaquota base; alle aziende Usl vieneinoltre assegnata una quota calco-lata in base all’indice di accesso alFsr (v. allegato B). Alle aziendeUsl sarà inoltre assegnata unaquota aggiuntiva qualora, in rela-zione al punto 3, l’attivazione diposti letto di cure intermedie siaprevista in riconversione di picco-li ospedali; tale quota sarà quantifi-cata in base alla valutazione delprogetto.

La quota per le Aou fa riferi-mento al punto 4.

Una quota minima del 50%delle risorse attribuite alle Azien-de Usl deve essere destinata allaattivazione di letti di cure inter-medie.

5. Centrali Operative 118di Area vasta

6. Rimodulazione di posta-zioni di emergenza sanitariaterritoriale

Risorse disponibili:2.100.000,00.

Beneficiari: Aziende Usl sedi diCentrali operative 118.

Criteri di riparto: a ciascunaazienda Usl sede di Centrale ope-rativa di Area vasta sarà assegna-ta una quota da quantificarsi inbase alla valutazione del proget-to, per un massimo di600.000,00, di cui fino a un massi-mo di 500.000,00 per dotazio-ne tecnica e organizzativa e100.000,00 per interventi formati-vi ( 50.000,00 all’anno in dueanni).

A ciascuna Azienda sede diCentrale operativa di Area vastasono assegnati 100.000,00 perinterventi formativi di tutto il per-sonale territorialmente coinvolto( 50.000,00 all’anno in due an-ni).

7. Razionalizzazione retelaboratori e attivazione Offi-cine trasfusionali di Area va-sta

Risorse disponibili:1.500.000,00.

Beneficiari: Aziende Usl eAziende ospedaliero-universita-rie.

Criteri di riparto: a ogni Aziendasanitaria sede di laboratorio cen-tralizzato o di Officina trasfusiona-le sarà assegnata una quota daquantificarsi in base alla valutazio-ne del progetto.

8. Centralizzazione labo-ratori di genetica

Risorse disponibili:400.000.00.

Beneficiari: Aziende ospedalie-ro-universitarie.

Criteri di riparto: sarà assegnataa ogni Azienda ospedaliero-uni-versitaria una quota da quantifi-carsi in base al raggiungimentodegli obiettivi di cui alla Dgr1235/2012 (fino a un massimo di€120.000,00 per l’Aou Careggi,l’Aou Pisana, l’Aou Senese e finoa un massimo di 40.000,00 perl’Aou Meyer).

9. Revisione dell’organiz-zazione dei Laboratori di Sa-nità pubblica

Risorse disponibili:300.000,00.

Beneficiari: Aziende Usl.Criteri di riparto: sarà assegnata

all’Azienda Usl sede di laborato-rio centralizzato una quota daquantificarsi sulla base della valuta-zione del progetto.

10. Riserva Regione To-scana

Risorse disponibili:1.600.000,00.Modalità di erogazione

Le quote complessive spettan-ti alle aziende sanitarie per gli in-terventi previsti dai progetti attua-tivi presentati in relazione alle so-pra richiamate azioni prioritariesaranno erogate con le seguentimodalità:

- 40% alla comunicazione diavvio del progetto;

- 20% a seguito di verifica inter-media sullo stato di attuazione daparte del gruppo di monitoraggioe controllo di cui al decreto diri-genziale 5702/2012;

- 40% a seguito di verifica dellarealizzazione delle azioni da partedel suddetto gruppo.

I singoli progetti saranno valu-tati dal gruppo di monitoraggio econtrollo sopra richiamato.

La mancata realizzazione delleazioni nei tempi e con le modalitàpreviste dal progetto attuativopotrà determinare una riduzionedell’ultima tranche della quotacomplessiva spettante.

Le Aziende sanitarie per quan-to di competenza si avvarrannodelle funzioni degli Estav.

he di finanziamenti necessari per procedere al restyling

orse per 20 milionioni destinati all’appropriatezza ospedaliera

(segue da pagina 4)

La Giunta dettaglia le azioni di sviluppo cui per il 2013 vanno 5,3 milioni

LA GIUNTA REGIONALE

Delibera

1. di revocare la quota parte di assegna-zione per ciascuna azienda relativamentealle deliberazioni di Giunta n. 1093/2011, n.1023/2012, n. 1046/2011, n. 1047/2011, n.978/2011, n. 1134/2011, n. 1048 72011,n.1049/2011, n. 1024/2011, n. 1051/2011,1027/2011, n. 1026/2011, n. 1052/2011,n.1050/2011, n. 979/2011, n.1025/2011 se-condo la tabella 1 in basso;

2. di approvare l’Allegato 1 al presenteatto, contenente l’elenco di sintesi delleattività e dei costi per l’anno 2013 perazioni di sviluppo del sistema informativo dicui alla Dgr n. 754/2012 e della progressivaconvergenza sulla piattaforma regionaleTIX, che proseguiranno anche per l’anno

2014;3. di rettificare, in quanto dovuto a me-

ro errore materiale, quanto scritto nellaDgr n. 807/2012 in relazione al Fondo acarico del quale sono individuate le risorseeconomiche necessarie alla realizzazionedel processo di convergenza, e quindi diindividuare a tale scopo il Fondo regionalein luogo del Fondo sanitario regionale;

4. di dare mandato al Settore Finanza,contabilità, controllo e investimenti dellaDirezione generale Diritti di cittadinanza ecoesione sociale di predisporre gli atti perla riduzione degli impegni a favore delleaziende sanitarie sul capitolo 24133 partespesa del bilancio pluriennale 2011-2013 edi assegnazione delle risorse recuperate;

5. di integrare il Gruppo di coordinamen-to regionale istituito con la Dgr n.916/2012 con la figura del Direttore genera-le Estav avente il ruolo del Coordinamentodegli Estav o con altro Direttore generaleEstav da questi designato;

6. di dare atto che tutte le aziende sanita-rie, ai fini dell’attivazione dei servizi fornitidal Tix, dovranno procedere all’incarico alconsorzio Tix quale responsabile esternodel trattamento dei dati, ai sensi della Legge196/2003, secondo uno schema tipo predi-sposto dai competenti settori regionali.

PIATTAFORMA INFORMATIVA

Pubblichiamo la Dgr 57/2013 relativaalla “Dgr 754/2012: azioni di sviluppo

del sistema informativo e progressivaconvergenza sulla piattaforma regionaleTix; riassegnazione risorse per investi-menti 2011-2013 e correzione mero erro-re materiale Dgr 807/2012”

TABELLA 2

Sistema informativo regionale,ecco il piano di attività e fondi

Sintesi attività e costi per azioni di sviluppo del sistema informativo di cui alla Dgr n. 754/2012e della progressiva convergenza sulla piattaforma regionale Tix

Euro00,000.000.1acidemenoizircserpolcicenoizazzilairetameD

QuotaTix

(euro)

QuotaEstav(euro)

Omogeneizzazione e standardizzazione applicazioni 171.000,00 126.000,00- Convergenza fase di prescrizione elettronica- Cartella socio-sanitaria territoriale (Uvm, assistenza domiciliare, residenzesanitarie assistenziali,…)

- Gestione cartella Hth (dipendenze)Uniformità di accesso ai servizi digitali 807.000,00 460.000,00Servizi per i cittadini- Prenotazione prestazioni ambulatoriali- Pagamento elettronico e multi-canalità- Scelta e revoca del medico- Dematerializzazione processi di comunicazioneServizi alle imprese- Servizio unico ordine bolla fattura (dematerializzazione ciclo)- Dematerializzazione processi di comunicazioneServizi per i dipendenti- Interoperabilità dei sistemi di gestione del personale (economica, giuridica,rilevazione presenze)

- Completamento dei servizi di cui alla Dgr n. 7 del 10 gennaio 2011“Istituzione dell’anagrafe regionale degli operatori del Sistema sanitariodella Toscana” e adozione della “Carta dell’Operatore”, in particolareanagrafe operatori e accesso unico attraverso la carta operatore

- Dematerializzazione dei servizi per la gestione del personale (ferie,malattie, permessi, cedolini, Cud,…)

- Servizio unico di posta elettronicaSistema di Governo/Business Intelligence 101.000,00 0,00- Realizzazione di un sistema articolato sui diversi livelli di governodi business intelligence e cruscotti

Servizi di supporto e omogeneizzazione e standardizzazionedi ulteriori applicazioni in logica “as service” 335.000,00

Totale 1.414.000,00 586.000,0000,000.003.2iggeraCuoAàtilibadiffaatlA

Totale generale 5.300.000,00

ALLEGATO B

TABELLA 1

Assegnazione quote alle aziende sanitarie in relazione alle azionidi cui ai punti 1, 2, 3, 4 dell’allegato A

1. Implementazione del modello assistenziale Casa della saluteAziendasanitaria

Quotabase

Quota capitariapesata

Quotaaggiuntiva

1 Massa e Carrara 400.000,00 136.464,00

In basealla

valutazionedel

progetto

2 Lucca 400.000,00 141.343,203 Pistoia 400.000,00 187.629,604 Prato 400.000,00 158.707,205 Pisa 400.000,00 209.620,806 Livorno 400.000,00 230.860,807 Siena 400.000,00 178.824,008 Arezzo 400.000,00 223.963,209 Grosseto 400.000,00 146.402,4010 Firenze 400.000,00 534.967,2011 Empoli 400.000,00 147.163,2012 Viareggio 400.000,00 104.054,40Totale 4.800.000,00 2.400.000,00 1.000.000,00 8.200.000,002. Ridefinizione posti letto per acuti3. Adeguamento posti letto di cure intermedie4. Individuazione ospedali focalizzati

Aziendasanitaria

Quotabase

Quota capitariapesata

Quotaaggiuntiva

1 Massa e Carrara 200.000,00 110.877,00

In basealla

valutazionedel

progetto

2 Lucca 200.000,00 114.841,353 Pistoia 200.000,00 152.449,054 Prato 200.000,00 128.949,605 Pisa 200.000,00 170.316,906 Livorno 200.000,00 187.574,407 Siena 200.000,00 145.294,508 Arezzov 200.000,00 181.970,109 Grosseto 200.000,00 118.951,9510 Firenze 200.000,00 434.660,8511 Empoli 200.000,00 119.570,1012 Viareggio 200.000,00 84.544,20Aouc 250.000,00Aous 250.000,00Aoup 250.000,00Meyer 100.000,00Totale 3.250.000,00 1.950.000,00 700.000,00 5.900.000,00

AziendaAziendaImporto da

revocare(euro)

Importo darevocare

(euro)AnnualitàAnnualità

Usl 1Massa e Carrara 160.000,00 2013

Usl 2 Lucca 153.000,00 2013

Usl 3 Pistoia 184.000,00 2013

Usl 4 Prato 164.000,00 2013

Usl 5 Pisa 139.000,00 2013

Usl 6 Livorno 242.000,00 2013

Usl 7 Siena 153.000,00 2013

Usl 8 Arezzo 238.000,00 2013Usl 9 Grosseto 180.000,00 2013Usl 10 Firenze 420.000,00 2013Usl 11 Empoli 143.000,00 2013Usl 12 Viareggio 116.000,00 2011Aou Pisana 232.000,00 2013Aou Senese 140.000,00 2013Aou Careggi 2.583.000,00 2013Aou Meyer 53.000,00 2012

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AUTOGESTIONE

C onsentire alla famiglia e algiovane con diabete di diven-tare protagonista della gestio-

ne della terapia. Questo l’obiettivodei campi scuola per bambini e gio-vani con diabete organizzati da qua-si 30 anni dal Centro regionale peril diabete dell’età evolutiva delMeyer e dal servizio di Diabetolo-gia pediatrica di Grosseto e, dalloscorso anno, anche dal servizio diLivorno. Una iniziativa che è parteintegrante del programma di educa-zione all’autocontrollo e all’autoge-stione del diabete, che prevede no-zioni teoriche, addestramento prati-co e supporto psicologico atto asuperare le problematiche di vitaconnesse con la convivenza con lamalattia cronica. Il campo scuola èfinalizzato alla verifica e all’eserci-zio dell’autonomia terapeutica vi-sto che il diabete, a differenza dimolte altre patologie, richiede conti-nuamente decisioni terapeuticheche possono essere realizzate solograzie a una autogestione consape-vole nel quotidiano. La sfida per isanitari è quella di “restituire lapatologia alla famiglia e al giova-ne”, fornendo loro gli strumenti perrenderli esperti in ciascuna situazio-ne. Il campo scuola è un momentofondamentale del percorso educati-vo del soggetto con diabete in etàevolutiva. Ma anche migliorare lecapacità di integrazione sociale ri-spondendo quindi agli obiettivi so-ciali, psico-pedagogici, nutriziona-li, terapeutici.

Il valore aggiunto dell’esperien-za al campo scuola è la possibilitàdi vivere in prima persona (e permolti rappresenta la prima uscita dacasa senza i genitori) una esperien-za di vita grazie al diabete e nono-stante il diabete: senso di responsa-bilità e rispetto delle regole sonoparte integrante della buona convi-venza con la malattia cronica e ga-rantiscono il successo delle cure se

veramente il paziente in prima per-sona impara a prendersi cura dellapropria salute. Il campo scuola rap-presenta una palestra in cui i ragaz-zi si misurano per il raggiungimen-to di questa autonomia e consapevo-lezza rafforzati dal sostegno delgruppo di pari; l’esperienza fatta ingruppo in un contesto particolareaiuta i ragazzi a vedere in un’altraprospettiva le difficoltà con cui quo-tidianamente si confrontano e li ar-ricchisce di un bagaglio di esperien-za, autostima, soddisfazione, amici-zia, che li accompagnerà al ritornoa casa e a cui potranno attingere neimomenti di difficoltà.

Ogni esperienza rappresenta peri partecipanti una sfida esaltante:

sul veliero i ragazzi oltre alle nor-mali occupazioni quotidiane (cor-veè, pulizia e manutenzione dellanave) possono sperimentare l’emo-zione di alzare le vele, di fare turnila notte in plancia con gli ufficialidi rotta, di salire in cima all’alberomaestro a godere di un irripetibilepanorama vincendo la paura e lavertigine grazie all’incoraggiamen-to di tutto il gruppo e dei marinaiesperti che li hanno guidati fino incima; in montagna sugli sci i ragaz-zi imparano che il diabete è compa-tibile con ogni attività e se bengestito non impedisce di godere dipiccoli piaceri alimentari (comeuna cioccolata calda) o di provarel’emozione di cimentarsi con le pi-

ste più impegnative; in agriturismo,i ragazzi più piccoli imparano inprima persona a somministrarsi l’in-sulina, a controllare la glicemia e afare le prime scelte alimentari con-sapevoli.

Il campo per i genitori, con lefamiglie dei bambini piccoli, i piùfragili: c’è il momento della condi-visione delle esperienze, da un latouna sorta di medicina narrativa, lasofferenza canalizzata nel raccontoe nell’ascolto si trasforma in risor-sa, dall’altro lato una sorta di medi-cina nata dall’esempio: l’altro cheriesce a superare l’ostacolo mi dàla forza di superare la mia difficol-tà. Una strada in salita se fatta insie-me è meno dura. È un percorso, un

percorso faticoso quello della accet-tazione della cronicità, il camposcuola credo rappresenti una luceche ciascun partecipante accendeper se stesso, ma anche per traccia-re un percorso migliore per chi ver-rà dopo. In tanti anni di camposcuola come operatore sanitario hoimparato molto dai ragazzi e non acaso tra gli obiettivi del campo èpresente quello della formazionedel personale: ciascuno di noi sen-za il campo scuola sarebbe diversoe sicuramente è al campo che siimpara che insegnare è una azionedel cuore.

Il Centro regionale di Diabetolo-gia pediatrica operante al Meyercomplessivamente, a partire daglianni 80 a oggi, ha realizzato 68campi che hanno ospitato circa1.800 ragazzi con diabete, suddivi-si in gruppi omogenei, provenientida tutta la Regione. Nel 2012 ilMeyer ha organizzato ed effettuatonumerosi campi che hanno vistocoinvolti 120 soggetti suddivisi perfascia di età e un evento che hacoinvolto 25 famiglie di bambini dietà inferiore ai 7 anni. Un program-ma analogo è previsto per il 2013 ecoinvolgerà altrettanti gruppi di ra-gazzi e famiglie.

Vorrei concludere riportandodue versi che mi ha scritto Federi-ca: “Perché a 6 anni ho iniziato nonsolo a saper scrivere ma anche autilizzare..la penna! (Penna per lasomministrazione dell’insulina,ndr). Perché con voi ho imparato asciare Perché con voi ho scopertoposti incantevoli del MediterraneoPerché le esperienze e le amiciziefatte al campo scuola sono per lavita”.

Sonia ToniResponsabile

del Centro regionaleper il diabete dell’età evolutiva

Meyer di Firenze

L’iniziativa curata da 30 anni dal Meyer e dalla specialistica di Grosseto

Campi scuola per insegnare ai piccoli pazienti a gestire la patologia

APPUNTAMENTO A SETTEMBRE A LAMPORECCHIO L’INCIDENZA È DI 16 CASI OGNI CENTOMILA BAMBINI

Educare e responsabilizzare in bici I casi pediatrici aumentano ancoraF inalità. Fornire nozioni teoriche, adde-

stramento pratico e supporto psicologi-co per superare le problematiche di vitaconnesse con la convivenza con la malat-tia cronica, sviluppare autostima e respon-sabilizzazione, verificare e approfondirele conoscenze diabetologiche necessarieper la gestione della terapia nel quotidianosfruttando il clima della vacanza per armo-nizzare la conoscenza (il sapere), la capa-cità nella pratica (il saper fare) e la motiva-zione alla cura (saper essere).

Ovviamente ogni campo essendo rivol-to a soggetti di età diverse predilige erinforza certi aspetti rispetto ad altri, maalla fine del percorso formativo vorrem-mo che ciascun soggetto potesse raggiun-gere quegli obiettivi che gli permetteran-no di essere un adulto consapevole che siprenderà cura della propria salute.

Da parte degli operatori la sfida è ditrasferire le competenze multidisciplinaridel team al di fuori dell’ospedale e permet-tere così ai soggetti con diabete, all’inter-no di una vacanza, di acquisire tutte lecompetenze necessarie alla gestione diuna patologia che non ti permette pause,disattenzioni o cali di motivazione.

Dove si svolgono i campi scuola. Que-sti campi vengono organizzati in campa-

gna, con sistemazione in agriturismo. Lalocalità scelta quest’anno è l’agriturismoIl Borghetto a Lamporecchio, il periodo disvolgimento del campo sarà la prima setti-mana di settembre. I ragazzi effettuerannoun tour in bicicletta guidato dal campioneAndrea Tafi che accompagnerà il gruppoa scoprire le meraviglie naturali del“padule di Fucecchio”.

Ai campi estivi se ne affiancano altri.Nel febbraio scorso si è svolto un camposcuola al Dynamocamp (Limestre Pistoie-se) e uno sulla neve a marzo, sul monteCimone, a Sestola (Modena). Per il quartoanno consecutivo - ed è un appuntamentomolto amato dai ragazzi - si svolgerà nelmese di giugno anche il campo scuola inveliero a bordo di Nave Italia.

L’itinerario prevede una mini-crocieranel mar Tirreno con imbarco a La Speziae sbarco a Civitavecchia. Questo campoviene realizzato anche grazie al contributodella Fondazione Tender to Nave Italia,che ha accolto e sostenuto il progettopresentato dal Centro regionale di Diabeto-logia pediatrica e dalla FondazioneMeyer.

Lorenza PampaloniAgenzia Toscana Notizie

I l diabete di tipo 1 è la patologia cronicapiù frequente nell’età evolutiva; è una

malattia autoimmune che distrugge le cellu-le Beta del pancreas che producono insuli-na. I soggetti che ne sono affetti devonoeffettuare una terapia insulinica sostitutivadi tipo intensificato (4-6 iniezioni al giornodi insulina o microinfusore in continuo)associata a una alimentazione corretta, auna attività fisica e a un monitoraggio glice-mico assiduo.

Questa patologia colpisce in Italia circal’1 per mille della popolazione in età pedia-trica ed è pari a circa l’8% di tutti i casi didiabete. Ogni anno nella fascia di età tra 0 e14 anni si verificano circa 12-40 nuovi casiogni 100.000 bambini e circa 6-7 casi nellafascia di età tra i 15 e i 29 anni.

In Toscana l’incidenza in età pediatrica èstimata intorno a 16 casi per 100.000 bam-bini, con una prevalenza stimata di circa700-750 pazienti. Nel 2004 il dato di inci-denza era di circa l’11,2 per 100.000 bambi-ni, quindi si è registrato un incrementosostanziale e costante di nuovi casi.

I soggetti con diabete in età pediatrica,che vengono seguiti dal Centro regionale diDiabetologia pediatrica operante pressol’Aou Meyer risultano così distribuiti perfascia di età: 35 soggetti tra 0-5 anni, 250

tra i 6 e i 12 anni, e 330 tra i 13 e i 18 anni.Di questi circa il 18% sono bambini prove-nienti da famiglie di immigrati.

L’incremento costante di incidenza deldiabete giovanile - il trend di aumento èpari al 3,6% all’anno - e la progressivariduzione dell’età alla diagnosi, pongonoproblemi di assistenza del tutto peculiari,per quanto riguarda la gestione dello statodi salute attuale e l’aspettativa di salute, losviluppo della persona, la crescita psicofisi-ca del bambino di oggi e dell’uomo didomani.

Se per lo sviluppo del diabete di tipo 2 sipuò fare molto come prevenzione (stile divita, alimentazione sana, lotta alla sedenta-rietà), a oggi, poco si può fare per la preven-zione primaria del diabete di tipo 1.

Questa patologia a carattere sociale ne-cessita di una diagnosi precoce per preveni-re il grave scompenso chetoacidosico, concui purtroppo si presentano ancora troppibambini all’esordio, necessita fin dall’ini-zio di uno stretto autocontrollo e di unaaccurata autogestione per la prevenzionedelle complicanze acute (ipoglicemia e iper-glicemia) e delle complicanze croniche (mi-croangiopatia e macroangiopatia).

L.Pa.

Giovani a lezione di diabete

6 9-15 aprile 2013TOSCANA

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LUCCAVIII Convegno delle giornate oncologiche versiliesi «Lagetione delle tossicità in day hospital» all’Una HotelVersilia (Lido di Camaiore) per analizzare come onco-logi e infermieri si devono confrontare con nuoveforme di tossicità per l’impiego di nuovi farmaci oncolo-gici. Info: 050 2201353; [email protected]

FIRENZESi apre al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchioil 5˚ Congresso Sisq, Società italiana per la sicurezza ela qualità nei trapianti. La comunità scientifica naziona-le e internazionale dibatterà su donazione e trapiantodi organi, tessuti e cellule, con riguardo anche alcontributo della Toscana. Info: [email protected]

LUCCA/2L’Ordine dei medici di Lucca ha organizzato unincontro dal titolo «Ecografia clinica: looking to thefuture». Una iniziativa che rientra tra i percorsi diaggiornamento e che guarda a temi come l’ecografiaaddominale, nel trauma, toracica, e dei tessuti super-ficiali. Info: 0583467276; [email protected]

Uno studio pisano misura la trac-cia neurale del pensiero. Alcuniricercatori dell’Università di Pi-

sa, Pavia e Ferrara guidati da Pietro Pie-trini, direttore dell’Unità operativa di Psi-cologia clinica dell’azienda ospedaliero-universitaria pisana, hanno utilizzato larisonanza magnetica cerebrale funziona-le (fMRI) per misurare il pattern di rispo-sta nel cervello di un gruppo di individuia cui venivano mostrati, alternativamen-te, filmati di azioni compiute da altri,quali piantare un chiodo o bussare alla

porta, o di scene ambientali (cadere del-la pioggia o soffiare del vento). I ricerca-tori si sono poi chiesti se fosse possibile,partendo dall’analisi della risposta cere-brale, arrivare a capire cosa l’individuostesse guardando in quel momento.

«Partendo dall’analisi multivariatadei diversi pattern di risposta neuronaledella corteccia cerebrale – spiega Emilia-no Ricciardi, uno degli scienziati pisanidel team di ricerca – il computer hamesso a punto un “classificatore” capa-ce di discriminare con accuratezza se

una persona stesse guardando un’azioneo una scena ambientale. Più semplice-mente, il computer è riuscito a leggere ilpensiero, o meglio, il codice neurale delpensiero». Ma i ricercatori si sono anchechiesti se il classificatore “visivo” fossecapace di riconoscere la risposta cerebra-le legata alla percezione uditiva diun’azione, quale sentir bussare alla por-ta, rispetto a un suono ambientale qualeil cadere della pioggia in individui prividella vista fin dalla nascita e che quindinon avevano alcuna esperienza “visiva”

di azioni o scene ambientali. Il classifica-tore ha predetto con buona accuratezzase un individuo, cieco dalla nascita, stes-se ascoltando suoni di azioni o di rumoriambientali.

«Questo studio dimostra che la rap-presentazione del mondo esterno, nel no-stro cervello, è sottesa da un codiceneurale astratto, che non dipende da unasingola modalità sensoriale e che anzi sisviluppa identico anche in chi nasce pri-vo della vista», spiega Pietrini. I nonvedenti codificano ed elaborano la perce-

zione uditiva di un’azione come sel’avessero “vista”. «Con queste metodo-logie - conclude Pietrini - stiamo inizian-do a “leggere” nella mente delle perso-ne. La speranza è che con la “lettura delpensiero” si possa arrivare a mettere apunto sofisticate interfacce cervello-com-puter che permettano alle persone congravi disabilità di comandare dispositivicon la forza della mente».

Emanuela Del MauroUfficio stampa Aou Pisa

PISA

LUCCA PISTOIA LIVORNO

Studio all’Aou sulla comprensione via computer della risposta neuronale

Obiettivo: il controllo mentale di dispositivi in caso di gravi disabilità

10APR.2013

12APR.2013

16APR.2012

IN BREVE

M ichele Trezzi del presidioospedaliero di Pistoia ha

vinto il primo premio nell’ambi-to della terza edizione «GramAward - Per la ricerca e l’innova-zione in infettivologia», svolto afebbraio a Roma. Il medico conun «caso d’infezione di protesivascolare dell’aorta ascendenteed endocardite da Staphylococ-cus aureus» è stato il primo clas-sificato per avere presentato ilmiglior caso clinico a livello na-zionale. Erano circa una sessanti-na i centri presen-ti, sia ospedalieriche universitari,provenienti datutta Italia. Trez-zi, che ha 38 an-ni, è nato a Mila-no e vive a Sie-na, lavora conuna borsa di stu-dio per la ricercada circa tre anni presso la unitàoperativa aziendale di malattieinfettive, diretta da Corrado Cata-lani, occupandosi prevalentemen-te del trattamento domiciliare neipazienti affetti da Hiv. Il giovanemedico non nasconde la soddi-sfazione per il risultato consegui-to dichiarando che «non sarebbestato conseguito senza il prezio-so contributo dell’équipe medi-co-infermieristica del day hospi-tal della Medicina dell’ospedaledi Pescia».

Nel lavoro premiato è statoparticolarmente enfatizzato an-

che il concetto di multidisciplina-rità unitamente alla valorizzazio-ne della specialistica nell’ambitodella medicina interna. Il casoclinico ha coinvolto figure pro-fessionali territoriali, diverse di-scipline specialistiche, strumentidiagnostici di recente generazio-ne, strutture ospedaliere-universi-tarie regionali e private conven-zionate.

«Un piccolo centro come ilnostro - ha precisato Catalani -ha dimostrato alta professionali-

tà e un’ottima or-ganizzazione nelcoordinamentodelle struttureaziendali che so-no intervenute enell’attivazionedella rete intera-ziendale e il me-rito di questo im-portante risulta-

to va certamente al dottor Trezzi,ma anche a tutti i miei colleghimedici e al personale infermieri-stico che si sono adoperati concapacità professionali e relazio-nali che ci proiettano già versol’organizzazione che sarà attuatadel nuovo ospedale dov’è richie-sta operatività collaborativaaziendale con enormi vantaggiper i casi clinici complessi comequello che abbiamo gestito nel-l’ospedale pesciatino».

Daniela PonticelliUfficio stampa Asl 3 Pistoia

Il pensiero «letto» sul web

I l 15 marzo è stato inaugura-to il nuovo distretto sanitario

dell’Isola di Capraia. La sedeappena costruita e di proprietàdell’Asl livornese su terrenodel Comune di Capraia è strut-turata su due piani e dotata diuna foresteria destinata al perso-nale in servizio. Il piano terra,concepito senza barriere archi-tettoniche per garantire libertàdi accesso e movimento ancheai disabili, ospita tre ambulato-ri di cui due con accesso auto-nomo, la salad’attesa e un uffi-cio amministrati-vo.

«Questa aper-tura - ha dettoLuca Lavazza,direttore sanita-rio dell’Asl 6 Li-vorno - è stata re-sa possibile gra-zie anche alla preziosa collabo-razione dell’amministrazionecomunale. Con questa nuovacostruzione l’Asl e tutti i cittadi-ni di Capraia acquisiscono unasede estremamente funzionaleche sarà nostra responsabilitàriempire di servizi. L’azienda èda tempo impegnata a garanti-re a tutti i cittadini livornesi,compresi gli abitanti delle iso-le, servizi sanitari di qualitàche possano rispondere al me-glio alle esigenze espresse dalterritorio. La tecnologia può si-curamente aiutarci nel difficile

compito di calibrare un’offertaper un territorio, come Capraia,che vive una forte stagionalitàe con presenze che triplicanonella stagione estiva. Con il po-tenziamento della banda largaarriveranno importanti servizidi telemedicina come la tele-re-fertazione degli elettrocardio-grammi o servizi legati alla te-le-dermatologia».

Apprezzamento per la nuo-va struttura è stato poi espressoda Luca Menichincheri, diretto-

re della Societàdella salute del-la zona livorne-se. «La nuovastruttura - hadetto Menichin-cheri - rappre-senta un impor-tante passo inavanti per l’of-ferta sanitaria

territoriale sull’isola. Qui, oltrea un servizio di emergenza-ur-genza completo di elisoccorsoattivo h24, è sempre assicuratala presenza della guardia medi-ca e periodicamente degli spe-cialisti necessari alle attività diprevenzione e cura. Nel presi-dio, in particolare ci sarà ancheuna specifica attività di acco-glienza che permetta di orienta-re i cittadini verso i percorsiassistenziali più adatti».

Pierpaolo PoggiantiUfficio Stampa Asl 6 Livorno

▼ PISALa European respiratory society haconferito a Nicolino Ambrosino, diret-tore dell’Unità operativa di Pneumolo-gia 2 dell’Aou di Pisa e direttore dellariabilitazione respiratoria dell’Auxi-lium Vitae di Volterra, il Premio«2013 Ers Educational Award». Il ri-conoscimento, da come si legge dallemotivazioni, è arrivato in considerazio-ne dello «straordinario e ininterrottocontributo da lui offerto alla conoscen-za scientifica e clinica in medicinarespiratoria». La principale organizza-zione professionale nel suo settore inEuropa, che conta circa 10.000 soci inoltre 100 paesi, ha inviato quindi Am-brosino a ritirare il riconoscimento alprossimo Congresso dell’Ers che siterrà in Spagna, a Barcellona, dal 7all’11 settembre 2013.

▼ EMPOLIA fine marzo il Punto di primo soccor-so di Empoli ha accolto una comitivadi studenti per una lezione specialesul funzionamento della struttura e sulsistema di emergenza-urgenza attivosul territorio dell’Asl 11. Nel primogiorno all’ospedale San Giuseppe per2 ore, 25 studenti di un Istituto supe-riore hanno visitato i locali, mentre ilsecondo giorno è stato il Pps di SanMinianto ad aprire le sue porte a 22giovanissimi alunni. Si tratta di unainiziativa informativa inaugurata il 16febbraio scorso, in occasione del-l’apertura straordinaria dei Punti diprimo soccorso alla cittadinanza e allescolaresche, registrando la presenzadi oltre 100 studenti nei cinque Puntidi primo soccorso dell’azienda sanita-ria locale empolese.

▼ PISTOIASono rientrate da pochi giorni ma nelcuore hanno ancora i pazienti del-l’ospedale di Nanoro, in Burkina Fa-so, dove per 15 giorni hanno lavoratoin un ambulatorio per effettuare gastro-scopie e colonscopie. Sono ValeriaDe Carli e Ilaria Tarabori, dottoressa einfermiera dell’endoscopia digestivadell’ospedale di Pistoia. Come moltialtri colleghi delle aziende della Tosca-na, hanno aderito al progetto regionale«sostegno allo sviluppo della pediatriae dell’endoscopia», un progetto porta-to avanti dall’Aou Meyer e dall’asso-ciazione Madirò - medici per lo svilup-po, fin dal 2007. La presenza nel-l’ospedale dell’Africa occidentale, av-viene da parte degli operatori sanitaritoscani in turni e a coppie, solitamenteun medico e un infermiere.

S i è conclusa in questi primimesi del 2013 la fase formati-

va del progetto “Ultimora”, ini-ziativa che ha coinvolto le scuoledella provincia lucchese dandoinformazioni specifiche sullacomplessa realtà dell’Aids peraggiornare i giovani studenti sul-la diffusione della malattia. Sco-po del progetto è stimolare glistudenti a documentarsi in modoattivo, producendo articoli gior-nalistici e spot per la fase delconcorso.

L’iniziativa èstata promossada Ceis Gruppo«Giovani e Co-munità» Lucca,Cesdop, Asl 2Lucca, Asl 12Viareggio, Co-mune di Lucca,Comune di Ca-pannoni, Provin-cia di Lucca, Cnv, DiTestaMia,Anlaids e Nps Toscana. Alcunistudenti delle scuole del territo-rio lucchese hanno potuto avva-lersi del contributo di esperti co-me Michele De Gennaro, medi-co di malattie infettive dell’Asl 2Lucca per la prevenzione, SergioArdis, coordinatore del Comitatoetico sempre dell’Asl lucchese,sui temi della discriminazionedelle persone sieropositive e Ga-briella Mauri del Ceis per la coo-perazione internazionale. Glialunni di Viareggio hanno com-pletato la formazione a cura di

Anlaids Versilia, con il coordina-mento dell’Asl 12 di Viareggio.In questo caso hanno incontratogli studenti il medico infettivolo-go Antonella Vincenti per la pre-venzione, Cristina Tognetti perla discriminazione delle personesieropositive, Aldo Mencarinidel Ceis per l’aspetto della coope-razione internazionale.

«A livello mondiale - eviden-zia De Gennaro - continuano aessere preoccupanti i dati sulladiffusione della malattia: 34 mi-

lioni di soggettisono colpiti dal-l ’ i n f e z i o n e .Un’epidemia co-stantemente ali-mentata da oltre2,5 milioni dinuove infezionil’anno, quasi7mila ogni gior-no che provoca

ancora oltre 1,5 milioni di mortil’anno. Neppure a livello nazio-nale i numeri sono consolanti e,tra il 2009 e il 2011, sono statesegnalate 824 nuove infezioniche pongono la Toscana al 6˚posto a livello nazionale nel2011 con un tasso di incidenzapari a 6,2 ogni 100mila abitanti.Questi dati fanno riflettere sullanecessità di una costante campa-gna di informazione preventivasoprattutto attraverso la scuola».

Sirio Del GrandeUfficio stampa Asl 2 Lucca

Campagna a curadi Asl, AnlaidsProvince e Ceis

Riconoscimentoper gli studiin infettivologia

Foresteria e treambulatori perl’assistenza h24

CALENDARIO

Informazione e cultura sull’Aids:alle scuole ci pensa «Ultimora»

Il premio Gram Award assegnatoa un medico del presidio di Pescia

Nuovo distretto sull’isola di Capraiacon telerefertazione e telemedicina

9-15 aprile 2013 TOSCANA 7

Page 7: Lasfida Ospedaltoscanii pagell, ealtop - regione.toscana.it · Già dagli inizi degli anni 2000 la Giunta regionale ha ... nel 2011 all’isola d’Elba, nel 2010 e nel 2012 in Sardegna,

8 9-15 aprile 2013


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