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L'Associazione

Date post: 30-Mar-2016
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Riunione artisti di calcata
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L’ASSOCIAZIONE Riunione tenutasi il 20 dicembre 1203 al “Caffè Macchiato” , luogo di ritrovo di artisti e intellettuali, con lo scopo di costituire una associazione culturale fra gli artisti storici di Calcata, nella cronaca di Cecco da Narce e di Giovanni della Valle. Cronaca di Cecco da Narce. Sono presenti: Costantino Morosin, Simona Veller, Aton Veggi, Romano Vitali, Anna de Mytteraere, Gianni Macchia, il Giovane Critico. Prende la parola Costantino, in veste di moderatore: “Colleghi, a Calcata si sente la mancanza di un’associazione culturale fra gli artisti e noi siamo qua per questo. (Applausi). Molte categorie hanno la giornata dell’orgoglio: l’orgoglio gay, l’orgoglio extracomunitario, l’orgoglio nero, 1
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L’ASSOCIAZIONE

Riunione tenutasi il 20 dicembre 1203 al “Caffè Macchiato” , luogo di ritrovo di artisti e intellettuali, con lo scopo di costituire una associazione culturale fra gli artisti storici di Calcata, nella cronaca di Cecco da Narce e di Giovanni della Valle.

Cronaca di Cecco da Narce.

Sono presenti: Costantino Morosin, Simona Veller, Aton Veggi, Romano Vitali, Anna de Mytteraere, Gianni Macchia, il Giovane Critico. Prende la parola Costantino, in veste di moderatore:“Colleghi,a Calcata si sente la mancanza di un’associazione culturale fra gli artisti e noi siamo qua per questo. (Applausi). Molte categorie hanno la giornata dell’orgoglio: l’orgoglio gay, l’orgoglio extracomunitario, l’orgoglio nero, l’orgoglio mussulmano, ecc.,ecc. Oggi è il giorno dell’orgoglio degli artisti storici di Calcata.(Applausi).Perché…perché noi, anche se non riusciamo a vendere le nostre opere, abbiamo orgoglio da vendere!”(Applausi scroscianti).(Il giovane critico molto criticato stappa una bottiglia di quello buono e versa da bere per tutti).Prende la parola Simona:“Miei cari,io sono stanca di sentirmi dire, dai tanti illustri colleghi che frequento, che qui a Calcata manchiamo di iniziativa. Sono stanca di vedere tanti locali inutilizzati o male utilizzati, come il Castello nella recente mostra inopinatamente aperta perfino ai commercialisti.(Applauso isolato di

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Romano). Sono stanca di quest’aria di inerzia, di scetticismo e di rassegnazione. E’ giunta l’ora dell’azione!”(Ovazione).(Il giovane stappa un’altra bottiglia e tutti brindano).Parla Aton:“Colleghe e colleghi, ho fatto un sogno: ho sognato Tutankamen che mi diceva : “ Vedi, cara Aton, voi artisti di Calcata siete”… a questo punto la taccola zoppa mi si è posata sul naso e mi sono svegliata. Solo dopo giorni di meditazione ho capito che non si trattava di un sogno interrotto. Il messaggio era chiaro: noi artisti di Calcata siamo.(Applausi convinti).(Il giovane critico criticato stappa la terza bottiglia).Il moderatore dà la parola a Romano.“Ho qualche perplessità ma mi associo”.(Quarta bottiglia):Prende la parola Gianni:“Il caffè è pronto”.Il giovane lo serve; poi tutti si alzano e si salutano: “ciao caro, a presto, grazie di tutto, ci vediamo dal notaio per la costituzione, ce l’abbiamo fatta, era ora, evviva, evviva, evviva.”

Cronaca di Giovanni della Valle

Sono presenti(?) Costantino M., Simona V., Aton V., Romano M., Anna De M., Gianni M., il giovane critico.Prende la parola Costantino, in qualità di moderatore:“Colleghi?…mah…per anni siamo stati alla macchia, al bosco o nelle nostre tane; ora dobbiamo uscire allo scoperto, proporre cose nuove, esporci…“Io ho esposto a New York” , interrompe Romano.“Si, le chiappe”, dice Aton.Romano si alza per andarsene e il moderatore, offrendogli tre cremini, lo convince a restare.“Colleghi”, riprende Costantino,”sappiamo di avere gli occhi di tutti i borgatari puntati addosso; perciò cerchiamo di apparire uniti e compatti.Sappiamo anche che a Calcata, non appena si cerca di fare qualcosa di nuovo, si mettono in moto gli invidiosi, gli scettici, i disfattisti, i profeti di sventura; quindi, basta con le polemiche personali e andiamo avanti. Io propongo questo schema d’azione:

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- costituire, in forma di associazione culturale, un nucleo centrale, composto da noi artisti storici;

- trovare una qualche forma di aggregazione per altri artisti che operano nel territorio. Nella mostra al Castello, per esempio, ce n’era qualcuno interessante, specialmente quel commercialista; - creare spazi e situazioni in cui possano esprimersi tutti coloro che,

genericamente, possiamo definire “creativi”, che condividano gli scopi della nostra associazione;- promuovere iniziative culturali aperte a tutti, con mostre a tema

performances, ecc.Perciò, coraggio! Passiamo all’azione! E’ l’ora della bottiglia… pardon…della battaglia.Dò la parola ad Aton.“Colleghi, ho osservato le stelle, questa notte, anche perché quei cazzi di uccelli facevano un casino della madonna e non riuscivo a dormire; e ho visto che siamo passati dalla costellazione del Coniglio a quella del Leone”.(Emette un ruggito e mostra i denti, fra i quali si nota qualche assenza). (I colleghi fingono di essere impressionati, poi alzano all’unisono gli occhi al cielo). “Era un segno del destino.Dobbiamo rinnovarci. Tu, Romano, per esempio, sei un cattivo esempio! Pretendi di essere un vecchio naif e, invece, dipingi come un adolescente. E poi, cambia soggetto! Fai solo autoritratti: pupazzi e capponi! (L’interpellato, un po’ a disagio, si mangia, uno dopo l’altro, quattro cremini).

E tu, Gianni, smettila di vestirti da Moschino! E quando passi in piazza, con quel cazzo di cane, non ti muovere come se fossi in passerella, rinchiuso nella voluttuosa consapevolezza della tua nullità. Ricordati che sotto i vestiti non hai niente, come tutti i manichini. Non ti dare arie, socializza, sorridi alla gente e non solo a te stesso.Quanto a te, Anna, come mai sei scesa fra di noi? Ti sei stancata di fare la bella addormentata? Forse perché non passano più Principi nei tuoi boschi?E tu, Simona, non puoi riproporre sempre gli stessi temi riscaldati. Ti vedo un po’ avvitata su te stessa: hai fatto il giro del mondo artistico in 60 giorni e, dopo 60 anni, non hai ancora fatto il giro intorno a te stessa.E, infine, tu giovane critico, ricordati che stai qui per fare numero: dovevamo essere sette e gli artisti storici siamo solo sei. Perché sette? Perché, come spiego ai miei sette allievi, nelle lezioni che tengo ogni sette giorni alle sette, il sette è un numero sacro. Esso è composto dall’unione del ternario e del quaternario: il simbolismo divino, cioè il

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tre, e il simbolismo dell’universalità, cioè il quattro, si uniscono in un’unica dimensione, in cui il modo spirituale e il mondo fisico sono destinati a convivere.”(Il giovane critico, stimolato da Simona, prende la parola).“Il sette, cara s’ignora con l’apostrofo, significa molte altre cose: I sette nani, le sette note, i sette mari, i sette savi, i sette peccati capitali, i sette giorni delle settimana, per non parlare dei sette colli, dei settebagni e dei settecamini. Ignorante! Ma passiamo alle cose serie. Secondo me, per poter realizzare i nostri scopi sociali, è necessario conquistare il Castello, uno spazio prestigioso dove esporre le nostre opere. ” Interviene Aton: “E tu quali opere pensi di esporre? Al massimo ti puoi fare esporre da Simona come opera sua. Peccato, però, che c’è il precedente di quell’handicappato esposto alla mostra di Venezia!” Il giovane non raccoglie la provocazione e continua: “Per prendere il Castello avevo pensato ad un cavallo di Troia; ma, al momento, la Troia l’ho trovata e il cavallo no. Avevo pensato di agire dall’alto, facendomi paracadutare da un aereo guidato da Carpentieri…” “Ma allora sei proprio deficiente! Siamo nel 1203 e l’aereo non è stato ancora inventato, ignorante!”

Prende la parola il moderatore.“Cara, vecchia, amabile Aton, io non capisco il tuo astio nei nostri confronti. Avevo pregato tutti di evitare attacchi personali. Nel rinnovare il mio appello, do la parola a Gianni.“Cara la mia mummia, io, secondo te, sarei un manichino. Sei bella tu! Quando passi, vestita da Cappuccetto Rosso col cestino per portare da mangiare ai tuoi uccelli del piffero. Ora, posso capire la tua passione per gli uccelli sfortunati; ma, santo Iddio, vestiti meglio! E poi non ridere come una cornacchia, non ti dipingere il viso come se fosse una tela e libera gli uccelli quando sono in grado di stare dritti!Interviene il moderatore.“Colleghi, non tollererò più polemiche personali. Dò la parola a Romano”.“Ed ecco a voi , il porco del Treia”, esclama Aton. (Romano grugnisce qualcosa e si avvia verso l’uscita. Il moderatore gli offre otto cremini e lo convince a restare.Romano inizia il suo intervento.“Io ho esposto a New York”.“Le chiappe”, dice il solito Gianni.

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“C’è chi le espone in pubblico e chi in privato”, ribatte Romano. E continua: “Ora, uno che ha esposto a New York non può certo esporre a Calcata, dove, per esempio, nell’ultima mostra al castello hanno esposto cani e porci!“Hai esposto tu”, esplode Aton, “che sei un cane come pittore e un porco come persona”.“Tu fai di tutto per sembrare una strega, per vendere meglio i tuoi impiastri esoterici, ma non ci riesci. Dicevo cani e porci e aggiungo: architetti, commercialisti, infermieri, pensionati e mugnaie. Le opere di questi sedicenti artisti creano confusione fra la gente, che non capisce più cosa è arte a cosa non lo è. Ora, a parte Giancarlo che da tempo ormai ha appeso il pennello al chiodo, non vedo altri artisti nel nostro borgo. Come nome dell’associazione propongo il seguente: Associazione Calcatese Artisti Zitelloni Zuzzurelloni Organizzati”.Chiede la parola Aton, anche perché è l’ora di dare da mangiare agli uccelli.“Sarò schematica:- sono d’accordo sul nucleo di sette soci fondatori, anche se ho molte

riserve su tutti voi;- di associare altri artisti non se ne parla;- come nome propongo: Associazione Ecologica Internazionale

Ornitologica Underground, in breve A,E,I,O,U”.Il moderatore si beve tre grappini per farsi coraggio e da la parola ad Anna.“Sono favovdevole allo schema pvoposto dal modevdatevde…(d’ora in poi il lettore è pregato di leggere la erre come moscia, anche se, per comodità si continuerà a usare, la grafica normale)…favorevole a patto che venga considerata una proposta mia. Io, come sapete, ho una reputazione da difendere. Ho studiato all’accademia fiamminga, ho venduto le mie opere a insigni registi, ho creato l’Opera Bosco. (Il moderatore si fa, uno dopo l’altro, quattro grappini).La sede sarà in via della Scuola e le spese di ristrutturazione, riscaldamento, affitto ed energia elettrica saranno a carico dell’associazione.La struttura sarà la seguente:

- Costantino, presidente onorario;- Io farò l’amministratrice e la direttrice;- Gli altri cinque faranno i soci.

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Sono favorevole al contributo di artisti esterni, a patto che essi rinuncino a qualsiasi diritto su opere e idee che noi giudicheremo interessanti, come, del resto, è già stato sperimentato all’Opera Bosco. In altre parole, anche gli artisti dilettanti possono avere idee originali e noi ce ne appropriamo perché solo noi professionisti abbiamo gli strumenti del mestiere. Cosi facendo, tutti saranno soddisfatti: gli aspiranti artisti sono gratificati di avere avuto un’idea che noi abbiamo presa in considerazione, noi ci guadagniamo vendendo l’opera e l’arte ne sarà arricchita. Come nome dell’associazione propongo: A.A.A.A., ovvero Associazione Artistica Anna e Altri.A questo punto credo che non ci sia altro da aggiungere e propongo di aggiornare la riunione”.Tutti si guardano ammutoliti. Il moderatore si scola tutta la bottiglia di grappa e borbotta: “Devono ancora parlare Simona, Gianni e il giovane critico criticato”. La parola a Simona.“Colleghi, sono stanca di sentire primedonne, sono stanca delle vostre polemiche interne, sono stanca di sentire giudizi denigratori, sono stanca di Aton che dice di essere pittrice, scultrice, indovina, terapeuta solistica, oracolo, ornitologa, pubblicista, egittologa e giudice infallibile di tutto ciò che vede e sente. Sono stanca di Gianni che sfila con i suoi Moschini e, quando incontra qualcuno, invece di salutare, si sorride da solo. Sono stanca dell’opera d’arte nella natura e contro natura. Ho perfino sentito dire che tutto ciò che non è fatto con materia naturale non può essere arte; io direi, invece, che non tutto ciò che è naturale è arte. E poi, ditemi, chi di voi è naturale? Sono stanca di sentire Romano che fa l’acuto perché si sente ottuso. E, soprattutto sono stanca di dipingere sempre le stesse cose”!(E si lascia andare sulla poltrona, spossata.)Il moderatore si fa due bicchierini per non mettersi a piangere e da la parola al giovane critico.“Signori, signore, signori-signore e signore-signori,io sono l’ultimo arrivista… pardon…volevo dire arrivato e vorrei arrivare ad una prima conclusione. Il dibattito è stato interessante e utile.(Il cane di Gianni da segni di nervosismo).Perciò, andiamo avanti.( Il cane comincia ad abbaiare e va verso la porta).Come nome dell’associazione propongo…(Il cane da una serie di testate alla porta).“Dò la parola a Gianni”, dice il moderatore.“Scusate, ma devo portare il cane a pisciare”.

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La seduta viene aggiornata al sette settembre 1204 alle sette a casa di Aton, con all’ordine del giorno il curriculum artistico dei soci e un dibattito sul concetto di arte.

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Riunione tenuta a casa di Aton il sette settembre 1204,nella versione di Giovanni della Valle.( La pergamena con la versione di Cecco di Narce,purtroppo, è stata usata quasi tutta come cartina e la parte rimanente è illeggibile. Visti i precedenti, c’èda presumere che sia di tenore diametralmente oppostoa quella di Giovanni. Si consiglia, perciò, il lettore didi munirsi di un dizionario dei sinonimi e dei contrari ).

Apre i lavori Costantino (Sempre in veste di moderatore):“Colleghe, colleghi e collegato giovane critico di cui non ricordo il nome, siamo ancora insieme e siamo sette. E’ un miracolo, anzi due; il primo è che siamo riusciti a riunirci, il secondo che ci siamo tutti. ( Tutti i soci si grattano dove, chi più chi meno, hanno gli attributi). Oggi ci occupiamo

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del concetto di arte e dei nostri curriculum. Comincia Aton, se siete d’accordo”.Le risposte sono varie: “Si, così evitiamo polemiche”, “Si, perché è prolissa”, “Va bene, perché deve badare agli uccelli”, “ Si, così ce leviamo dai coglioni!”.Aton, stranamente calma, porta inspiegabilmente un paio d’occhiali tipo motociclista anni trenta e comincia:“Il mio concetto di arte è il seguente: per poter giudicare se un’opera è arte, essa deve avere almeno quattromilaseicento anni, come la piramide di Cheope. Ora, visto che le nostre opere sono piuttosto recenti, vi propongo di mummificarle, a vostre spese, nella speranza che fra qualche millennio qualche archeologo egiziano, scavando da queste parti, le consideri opere d’arte.Questo è il mio curriculum:

- Pittrice;- Scultrice;- Veggente;- Egittologa;- Mummificatrice;- Ornitologa;- Pubblicista; - Medaglia d’oro della LIPU ;- Primo premio al concorso per imitatori della cornacchia;- Primo premio al concorso per il miglior vestito da Cappuccetto

Rosso;- Docente di corsi di divinazione, esoterismo, terapia olistica e

solistica, psicoprofilassi alla mummificazione;- Esperta della cultura egizia, di cui conosco usi, costumi, religione,

vita quotidiana spicciola( quante volte al giorno urinavano o defecavano gli antichi egizi, come si soffiavano il naso, come si grattavano la fregna; in compenso non mi interessa minimamente quello che succede a Calcata e, a volte, perfino a me stessa.”

“Bella stronza!”, interviene Gianni.- Aton: “Senti, manichino vestito da Moschino, tu finirai mummificato

prima del tempo!”- Gianni: “ Tu sei già una mummia.”- Aton: “ E tu la mummia ce l’hai fra le gambe!”

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Interviene il moderatore: “Adesso basta! Non facciamo vedere quello che siamo…o non siamo…Insomma basta! Dò la parola a Romano.” “Colleghe, sono perplesso. Per resistere al delirio della cornacchia egizia, ho dovuto mangiare una intera confezione, formato famiglia, di cremini. Ne va della mia salute: come sapete soffro di diabete cerebrale.Comunque, per attenermi ai due punti all’ordine del giorno, vorrei esprimere il mio parere. Sul concetto d’arte c’è poco da dire. La cosa fondamentale è la ricerca. Intendo dire la ricerca del compratore. Io ho trovato le sorelle Materassi che comprano i miei autoritratti e continuo con lo stesso tema all’infinito. Sono un artista monomandatario e monotematico. Possiedo anche un orto, dove posso andare a piangere senza essere visto. Non mi manca niente.Il mio curriculum:- Dipingo pupazzi, capponi, pupazzi e capponi, capponi e pupazzi;- Mangio cremini;- Vado all’orto;- Torno dall’orto;- Quando voglio socializzare, mi siedo in piazza dieci minuti, lontano

da tutti e poi me ne vado a casa contento, specialmente se nessuno mi ha mandato affanculo;

- Inutile dire che ho esposto a New York…”Gianni: “Le chiappe”.Costantino: “Gianni, per favore… Dò la parola ad Anna.“Io dvibadisco, con la erre ancora più moscia, quello che ho detto l’anno scorso. Sui punti in discussione, potrei aggiungere due o tre cose. Il concetto di arte dipende dai bisogni dell’artista.Passo al curriculum:- Ho studiato all’accademia di Bruxelles, di Amsterdam, di Rotterdam;- Ho esposto nelle principali gallerie;- Ho venduto le mie opere a famosi registi;- Ho ideato e realizzato l’Opera Bosco. Alle mie opere si sono

aggiunte opere di alcuni artisti locali, a dimostrazione che l’apertura verso altri sedicenti artisti e creativi io l’ho già realizzata da anni”.

Il moderatore ha un attacco di tosse convulsa e diventa paonazzo; poi, con due grappini, si riprende e dà la parola a Simona.“Sono, ovviamente, più stanca dell’anno scorso. Stanca dei vostri deliri di onnipotenza. Stanca della vostra vanità. Stanca di queste riunioni inconcludenti, in cui ognuno è la bella copia di sé stesso.

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Il motto inciso sulla porta di uno dei miei quaranta balconi recita: “Per aspera ad astra.” Traduco. “Attraverso le difficoltà, alle stelle”. La frase non è rivolta a me stessa, essendo io già una stella; la frase è rivolta a voi. Ma voi siete lontani dalle stelle e, a giudicare da come vi comportate, siete molto vicini alle stalle. Ora, cari villani, io sono apparsa fra voi per la seconda volta perché volevo darvi un’altra possibilità; ma vedo che sto sprecando il mio tempo. Io sono un’artista internazionale, io sono una benestante, io sono una signora e, se questo stronzetto rampante(indica il giovane critico criticato) non si fosse messo in mente di fare carriera, vi avrei già mandati tutti affanculo. Il mio concetto di arte. Fare qualcosa in gioventù, farsi conoscere nel mondo che conta e vendere; da vecchi si campa di rendita, riprendendo, rielaborando, ruminando, imitando le cose fatte in passato.Quanto al curriculum, lo potete trovare nei migliori libri sull’arte moderna e contemporanea.” (E si lascia cadere, sfinita, sulla poltrona).Costantino si gratta il ciuffetto e dà la parola a Gianni.“Io devo portare il cane a fare la pipì e poi non sopporto più questa puzza di cacca di uccelli. Come non sopporto più questa cazza di taccola che vola libera per tutta la casa e già tre volte mi ha sfiorato gli occhi, con i suoi artigli.” La taccola, che era sorda ma che era stata addestrata a leggere il labbiale, si lancia in picchiata sul cane di Gianni e gli graffia il naso con un’unghiata. Il cane comincia a perdere sangue e corre avanti e indietro, cercando di azzannare l’uccello. Aton e Gianni hanno contemporaneamente un attacco isterico: urlano e corrono, rovesciando tutte le suppellettili, comprese le sculture di cartapesta della padrona di casa, cercando ognuno di salvare il proprio animale. Gli altri cinque incolpevoli soci scappano fuori. Dentro il parapiglia aumenta sempre più: si sente rumore di mobili fracassati, di vetri rotti, urla, stridii lancinanti e latrati, i due padroni si dicono cose indicibili, parolacce, minacce come “Io questo frocetto a quattro zampe te lo mummifico!”, “E io ti butto dalla rupe!”, “Te la faccio pagare!”, “Ti denuncio!”, “Ora capisco perché ti eri messa gli occhiali, assassina !” Sentendo queste frasi, e altre che non riferisco perché di cattivo gusto, qualcuno potrebbe pensare che i due si dicessero cose sconvenienti e fuor di luogo; ma non è così: loro agivano per amore, come le madri quando vedono i propri figli in pericolo. Intanto nella casa, all’improvviso, era calato il silenzio.

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I cinque soci fondatori si avvicinano con prudenza alla porta socchiusa e guardano nella stanza: Aton era imbavagliata, legata mani e piedi e si dimenava nella gabbia degli uccelli; Gianni giaceva svenuto sul divano; il cane e la taccola si rotolavano su un altro divano e ridevano a crepapelle. Si, ridevano proprio e a un certo si sono messi a parlare.Taccola: “Sei stato grande!”Cane: “ E tu sei stata perfetta!”Taccola: “ Si, ho cercato di attaccare al momento giusto”.Cane: “E quell’idea di spruzzarmi del succo di pomodoro sul muso…geniale! Hai visto che faccia ha fatto quello stronzo del mio padrone?!”Taccola: “E tu hai visto la strega egizia come urlava con le braccia al cielo?!”Cane: “Indimenticabile!” Taccola: “ Ma lo sai come sono diventata sorda?”Cane: “No.”Taccola: “Un giorno…tu sai che a volte porta quintali di collane ?…”Cane:” Eeeh!”Taccola: “…sentendo strillare il cardellino cieco per le beccate della taccola zoppa, si era messa a correre; sbilanciata in avanti dal peso delle collane, stramazzò a faccia in giù e cacciò un urlo così acuto che mi ha perforato i timpani!”Cane: “Che stronza!” E tu lo sai come mi sono beccato la polmonite?”Taccola: “No, dimmi.Cane : “Lo stronzo, con la scusa che mi doveva portare a pisciare, ma in realtà per far vedere il nuovo guardaroba acquistato da Moschino, mi ha fatto uscire una ventina di volte in un solo giorno, con un freddo e una nebbia della madonna!”Taccola: “Mortacci sua!”Cane: “ Ma, dimmi, che ne pensi di queste riunioni della minchia?”Taccola: “Stanno recitando: se si dicessero veramente quello che pensano l’uno dell’altro, sarebbero già volate le coltellate!”Cane: “Il ciccione, però, mi sembra in buona fede.”Taccola: “Si, anche a me. Ma è una battaglia persa: un tipico esempio di accanimento terapeutico.”Cane :”Speriamo. Io non ne posso più. Certo quella della tela di ragno fatta di nailon, è grossa. La vestale della natura dice che le opere dell’Opera devono essere fatte adoperando materie prime naturali locali

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e che la tela è fatta di cotone; ma mi dici tu dove cazzo sono, nella valle del Treia, le piantagioni di cotone?!”Taccola: “ Mah…non mi fare dire parolacce. Piuttosto ti vorrei dire le ultime. Sembra che il Porco del Treia abbia ordinato un container di cremini direttamente all’Algida. Si dice che l’ olandese abbia fatto venire dal suo paese una strega che sta giorno e notte nelle cantine a praticare tutte le magie possibili per far fallire la nascita dell’associazione. La mia padrona, poi, ogni notte cerca di mettersi in contatto con gli Dei egizi perché tutto vada a buon fine, ma quelli non se la filano di pezza. Si dice che il tuo padrone è interessato all’associazione per pura vanità e anche per rilanciare l’attività del Bar, dove da tempo non entra più un cane, a parte te, ovviamente. Sembra, poi, che Simona faccia dipingere le sue ultime opere dal giovane critico criticato, perché ultimamente soffre di stanchezza.”Cane : “Basta, ti prego, risparmiami il resto.”Taccola:”Hai ragione, ricominciamo a inseguirci come prima, perché quegli altri cinque stronzi potrebbero entrare da un momento all’altro.”Infatti i cinque artisti entrano. Aton viene slegata, Gianni rianimato da Romano a suon di schiaffi, la riunione rinviata sine die.Il giovane critico criticato non aveva parlato, ma tanto era lo stesso. Costantino, deluso e sconfortato, prende la pergamena col suo intervento conclusivo e la butta dalla rupe.

P.S. del cronista:

Un giorno stavo andando a trovare Cecco per farmi due risate, fra un boccale e l’altro, assieme a lui; i pianti degli ultimi giorni mi avevano disidratato. E’ormai una consuetudine; periodicamente Cecco ricambia la visita: viene a piangere con me quando le risate lo sfiancano. Di solito, dopo otto ore di pianto a dirotto, si tira su. All’improvviso inciampo e sbatto con la faccia su qualcosa di morbido. Dopo le imprecazioni e le bestemmie del caso, mi alzo e vedo una pergamena, la raccolgo e la apro incuriosito.C’era scritto: “ Carissimi colleghi, grazie. Grazie per il dibattito ricco e articolato. Grazie per la vostra appassionata e proficua partecipazione. Grazie, grazie e ancora grazie…

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Aton: “Abbiamo capito. I miei uccelli saranno affamati e io mi devo ancora truccare e vestire da Cappuccetto Rosso…sbrigati!”Costantino: “Va bene, veniamo ai due punti all’ordine del giorno. Vista la fretta che avete, sarò schematico.Il mio concetto di arte è il seguente: Tutto il mondo è comunicazione ed è conoscibile attraverso di essa. La natura seleziona i canali dove veicolare i segni che esprimono il messaggio; l’artista imita questo percorso ma aggiunge nuovi canali, nuovi segni e nuovi messaggi.La semantica della parola arte è molto vicina a quella della parola arto. Con le mani si realizza in materia la fantasia dell’uomo. L’artista è in primo luogo un artigiano che pensa e il suo apprendimento è legato all’istinto, alla passione e alla curiosità. Un buon artista non spiega, accompagna.Cari colleghi, se ci sentiamo soli su questa terra è perché non comunichiamo. Nel viaggio ( inteso nell’accezione comune e non come viaggio artificiale) verso gli altri uomini e verso le cose apprendiamo nuovi linguaggi che in noi non riusciamo a vedere. Non conosciamo nuove realtà, ma nuovi modi di rapportarsi all’esistente. L’artista è come un viaggiatore che, trovandosi in paradisi lontani, cerca di renderne partecipi coloro che sono lontani. Troppo spesso rimane incompreso, altre volte li invita a toccare con mano. Ma sono pochi a seguire il suo richiamo. Se potessi, vorrei dormire, dormire e fare sogni beati, in cui la comunicazione è dettata dalla conoscenza. L’arte è interazione fra soggetto e oggetto. Interazione vuol dire “reciproca azione e reazione di fatti o fenomeni”; interagire vuol dire “comportarsi in modo da provocare e subire reciprocamente una serie di azioni e reazioni”. La spiegazione è destinata ai “colleghi”. Mi scuso con la Taccola e col Cane, che queste cose le conoscono bene.L’arte è una conquista dell’uomo, un tipo di sensazione che arricchisce la nostra capacità emotiva e cognitiva. Artista è colui che magnifica i nostri cuori e le nostre menti.Il mio curriculum non ha importanza: ho fatto alcune cose, ma sono molte di più quelle che vorrei fare e progettare.Concludo con le parole del nostro illustre concittadino Cecco da Narce, filosofo e artista, “…mi pare che più mi avvicino al cuore delle cose e più ne tragga beneficio, conferma e conforto; e che tutto ciò debba essere comunicato e condiviso”.

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Nota del cronista per i meno “avvertiti”:

Si prega il lettore di leggere la presente nota, anche se, come tutte le note, è noiosa, inutile e si vorrebbe ignorarla, perché, appunto, è nota.Qualcuno avrà giudicato la mia cronaca “parziale”. “poco attendibile”, “paradossale”, “denigratoria”, ma non è così.Secondo me, la condizione umana è caratterizzata dalla sofferenza; ma, se consideriamo il nostro comportamento, c’è da divertirsi. Se, poi, usiamo gli strumenti della satira(visione “parziale” e “deformata”), il risultato può essere addirittura comico, come quando ci guardiamo in un grande specchio concavo o convesso.Grazie per l’attenzione. Grazie a tutti i personaggi della vicenda raccontata, che vivono la loro umana avventura in un meraviglioso piccolo paese, che il poeta “fotografa” così: “Come una prora in mezzo alla vallatanel mare verde naviga Calcata.”

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