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Laura Stella canto - Conservatorio · A partire dagli inizi del ‘900, l’America inizia a...

Date post: 21-Apr-2020
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Laura Stella canto Recital per il conseguimento del Master of Arts in Music Performance Conservatorio della Svizzera italiana Scuola universitaria di Musica Via Soldino 9 CH-6900 Lugano T +41 (0)91 960 23 62 [email protected] www.conservatorio.ch MARTEDÌ 12.06.18 Aula Magna ORE 19:30 Entrata libera
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Page 1: Laura Stella canto - Conservatorio · A partire dagli inizi del ‘900, l’America inizia a sviluppare una propria identità musicale, fortemente legata al gusto popolare, e il musical

Laura Stellacanto Recital per il conseguimento delMaster of Arts in Music Performance

Conservatorio della Svizzera italiana Scuola universitaria di Musica Via Soldino 9 CH-6900 Lugano

T +41 (0)91 960 23 62 [email protected] www.conservatorio.ch

MARTEDÌ

12.06.18 Aula Magna

ORE

19:30Entrata libera

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Laura Stella Classe ‘94, inizia la sua formazione vocale giovanissima, all’età di quattordici anni, presso il Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” di Sassari. In Sardegna ha occasione di frequentare diverse Masterclass di repertori particolari e di cantare come solista in teatri quali ad esempio il Teatro Ferroviario e nel Duomo di Sassari. Parallelamente agli studi musicali, frequenta una piccola scuola di teatro: la “Piccola Compagnia”, che la accompagna per dieci anni, dandole l’opportunità di esibirsi in tutti i piccoli teatri della Sardegna come attrice. Raggiunta la maggiore età e conseguito il diploma di maturità classica, si trasferisce in Lombardia e, nel 2015, a Brescia, ottiene il Diploma Accademico del corso di Canto del Vecchio Ordinamento. Nei due anni trascorsi come studentessa al Conservatorio di Musica “Luca Marenzio” di Brescia, ha occasione di lavorare con diversi maestri di canto. Incontro di particolare importanza fu quello con la cantante francese Yva Barthélémy ad Almé (provincia di Bergamo), con cui frequenterà tre masterclass (due ad Almé e una nel 2016 presso il Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano). Dal 2013 in poi frequenta altre masterclass di rilievo (come quella con Enrico Stinchelli a Saint Vincent nel dicembre del 2014, e quella con Gabriella Sborgi a Milano nel luglio del 2017). Dopo il conseguimento del diploma accademico, fondamentale è stato l’incontro con Luisa Castellani, con la quale frequenta una masterclass all’interno di Ticino Musica nel luglio del 2016, e con cui tutt’ora studia frequentando il secondo anno del Master of Arts in Music Performance presso il Conservatorio della Svizzera italiana. Vincitrice della borsa di studio ESKAS per studenti stranieri in Svizzera per l’anno accademico 2017-2018, ha anche cantato nella Hall del teatro del LAC nel settembre del 2017, ed è stata soprano solista del progetto teatrale “DEAD END SPOON RIVER” di Patrizia Barbuiani e Gabriele Marangoni in scena al teatro Foce di Lugano nel novembre 2017.

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Dominick Argento *1927

da Miss Manners on Music Manners at a Concert

Leonard Bernstein 1918 – 1990

Piccola Serenata Extinguish my eyes When my soul touches yours

Two love songs Extinguish my eyes When my soul touches yours

Samuel Barber 1910 – 1981

da Hermit songs op. 29 III. St Ita’s Vision IX. The praises of God IV.The Heavenly Banquet

Giancarlo Menotti 1911 – 2007

Magda, “The consul” To this we’ve come

Jake Heggie *1961

Animal passion

Cathy Berberian 1925 – 1983

Strispody

Roberto Arosio pianoforte Classe di canto di Luisa Castellani

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La voce del soprano drammatico è spesso associata a un repertorio impegnativo, dal punto di vista della resistenza. Se è vero che, in campo operistico, i ruoli per questo tipo di strumento vocale sono spesso tali e i personaggi caratterizzati da tragicità e teatralità, è riduttivo non tener conto della versatilità di una voce così profonda e piena. Questa infatti si adatta facilmente a repertori più leggeri (sia a livello di contenuti che di stile), mantenendo la timbrica e la rotondità del suono. Da un Nuovo Mondo… La scelta del repertorio Americano nasce proprio dalla volontà di mostrare come le varietà formali possano mettere in luce tutte le caratteristiche di una simile voce. A partire dagli inizi del ‘900, l’America inizia a sviluppare una propria identità musicale, fortemente legata al gusto popolare, e il musical diventa il naturale punto di approdo della rielaborazione dell’opera italiana. Lo scopo di questo Recital è dunque quello di mostrare, per quanto possibile, la vastità del repertorio Americano del ‘900 e fornire, attraverso l’ascolto, uno strumento per meglio capire il Paese e la sua musica. Dominik Argento in “Miss Manners on Music” Il primo brano “Manners at a Concert”, di Dominik Argento, è parte di un ciclo (“Miss Manners on Music”) che ci “educa” a un comportamento adeguato da tenere in situazioni sociali. La peculiarità di questo lavoro è sicuramente il tono con cui l’autore, attraverso armonie insolite, ci trasmette i concetti costringendo l’ascoltatore a rimanere concentrato. Il ciclo è stato commissionato da Robert Martin, marito di Judith Martin - giornalista d’etichetta. Dopo un iniziale rifiuto per la stesura di questo lavoro, dopo anni di insistenze da parte del committente, Argento dovette accettare. Il ciclo si basa su quattro antologie di scritti sul galateo di Judith Martin (conosciuta da tutti, appunto, come “Miss Manners”). Leonard Bernstein e il suo stile versatile Leonard Bernstein può essere considerato un punto cardine per la musica americana e vale la pena ricordarlo come il compositore che ha utilizzato convenzioni popolari cercando di scostarsi dallo stile dei suoi colleghi, creandone così uno innovativo e molto apprezzato dal pubblico. Notiamo inoltre come, grazie alla sua vasta conoscenza musicale, Bernstein abbia saputo servirsi di forme e soluzioni diverse, a seconda del contesto espressivo e drammaturgico. Considerato che la sua produzione è, per la maggior parte, destinata alle scene, gli altri lavori vengono spesso messi in secondo piano. “I hate music” è il ciclo più famoso per voce e pianoforte, seguito da un “Song Album” da cui sono tratte “Piccola serenata” e “Two love songs”. Rispettivamente, il primo brano è una composizione con testo formato da sole sillabe (non parole), spesso ripetute, a trasmetterci dunque come la parola sarebbe inutile di fronte alle emozioni che la musica, da sola, trasmette; in contrasto con questo concetto, “Two love songs” è una raccolta di due brani su testo poetico, accompagnato da una linea melodica morbida e da una parte pianistica onirica, come se questa volta, la musica dovesse sottolineare il significato del testo. Samuel Barber e Gian Carlo Menotti Frutto di influenze ottocentesche è invece Samuel Barber, che viene ricordato come compositore neoromantico. “Hermit Songs” è un ciclo (per voce e pianoforte) pervaso da un autentico lirismo, che raggiunge vette ragguardevoli sia in ambito emozionale che

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compositivo. I testi di queste dieci canzoni sono estratti da una raccolta di poesie anonime scritte da monaci e studiosi irlandesi tra il secolo VIII è il secolo XIII. Sono piccoli pensieri e osservazioni che raccontano in modo semplice, ma in termini chiari e arguti, la vita che loro stessi conducevano. Barber, durante la sua vita, collabora anche alla scrittura di opere teatrali, tra queste ricordiamo “Vanessa”, su libretto di Gian Carlo Menotti. Così si testimonia la loro amicizia e collaborazione professionale. Particolare nota va attribuita a Menotti, musicista italiano naturalizzato statunitense. Trasferitosi negli USA all’età di diciassette anni, è autore sia di opere comiche che drammatiche. Si dedica non solo alla scrittura della musica, ma anche a quella dei testi, curando spesso personalmente anche la regia. Uno dei lavori che riscuote più successo, è l’opera “The Consul” da cui è tratta l’aria di Magda “To this we’ve come”. Opera in tre atti, “The Consul” racconta la storia di un dissidente politico che cerca di fuggire dal suo paese, mentre la moglie Magda cerca di fargli ottenere un visto. L’aria, “To this we’ve come”, è toccante testimonianza di disperazione, di struggimento, dell’amarezza di una donna che ha quasi perso tutto, che è invecchiata prima del tempo e che lotta con tutte le sue forze per una vita serena. Jake Heggie e “Natural Selection” Da un’atmosfera drammatica si passa poi a un tango leggero di Jake Heggie, “Animal Passion”, tratto dal ciclo “Natural Selection”. Compositore di musica vocale, orchestrale e da camera, Heggie è conosciuto sia per le sue opere che per le collaborazioni internazionali con performers e scrittori. Scritto per Nicolle Foland, “Natural Selection” è un ciclo per voce e pianoforte su testi di Gini Savage. Questa composizione traccia la maturità di una giovane donna. Dopo una ponderosa apertura con “Creation” (“Creazione”), in cui si celebra la libertà dalle restrizioni dei genitori, il ciclo continua con “Animal Passion” (“Passione Animale”) in cui il tono diventa maturo e si racconta la graduale scoperta della sessualità. Nel terzo brano sfila l’elenco dei “cattivi ragazzi” incontrati da questa donna, per dare un senso alle sue vicende romantiche; nel quarto invece, offre dei cenni sulla protagonista, e il ciclo si conclude con “Joy Alone (Connection)” (“Gioia in solitudine”), in cui la protagonista constata come la solitudine sia, in realtà, pace. Cathy Berberian e “Stripsody” Mezzosoprano, compositrice e traduttrice, Cathy Berberian è anche moglie di Luciano Berio, che scriverà per lei e con lei diversi lavori. La sua composizione più nota è “Stripsody”, in cui le doti vocali vengono messe in luce attraverso i suoni onomatopeici dei fumetti. A differenza di grandi virtuosi del passato, con Cathy Berberian e con “Stripsody” abbiamo una testimonianza vocale, sonora, ed è quindi difficile confrontarsi con essa. Il modello base, per chiunque si trovi a dover interpretare la partitura, è sicuramente quello originale, ma ogni esecutore ha poi l’opportunità di dare al pezzo delle sfumature soggettive, lasciandosi andare al proprio temperamento e alla propria ironia. Per quanto riguarda il brano e il rapporto con “la carta”, lo spartito, lo studio si basa sicuramente su un confronto affiancato a una maturazione personale del pezzo stesso.

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La forza e la particolarità del brano non risiede soltanto nell’interpretazione vocale onomatopeica dei fumetti: nella partitura infatti, sono incluse indicazioni di intensità e di andamento, a seconda della grandezza del suono da imitare. A tal proposito, sono qui riportate alcune delle indicazioni scritte dall’autrice, poste nella pagina iniziale del brano The score should be performed as if by a radio sound man, without any props, who must provide all the sound effects with his voice. The three lines represent the different pitch levels: low, medium and high. The lines enclosed by bars are to be performed as “scenes” in contrast to the basic material which is a glossary of onomatopoeia used in comic strips. Whenever possible, gestures and body movements should be simultaneous with the vocal gestures. (...) Basically, the spacing of the “sound words” indicates the timing. In performance, the entire work generally takes 6 minutes. La partitura deve essere eseguita come se fosse una trasmissione radiofonica, senza l’aiuto di alcun oggetto di scena, e ogni effetto sonoro deve essere fornito attraverso la propria voce. Le tre linee rappresentano i diversi registri: basso, medio e alto. Le linee all’interno di battute devono essere eseguite come se fossero delle “scenette” in contrasto col materiale di base, che è un glossario onomatopeico utilizzato nei fumetti. Quando possibile, gesti e movimenti del corpo dovrebbero essere simultanei agli effetti vocali. (…) Fondamentalmente, lo spazio che occupano le parole all’interno della pagina, sono un’indicazione di tempo. Durante la performance, l’intero lavoro dura in genere 6 minuti.

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Testi e traduzioni Dominik Argento - Miss Manners on Music - “Manners at a Concert” Testo di Judith Martin Shush! Dear Miss Manners: I believe in shushing people who talk during concerts. I didn’t pay To hear them blabbering. Yet a friend who went with me Told me I was being rude In telling people to shut up. It seems to me That what rudeness is, Is talking during music. Gentle Reader: Both are rude. The polite thing would be To say to the noisy person, “I beg your pardon, But I can’t hear the music. I wonder if you would mind Talking more softly?” By the time you have said all this, A third party Will utter a loud shush, Thereby accomplishing your purpose Without sacrificing your manners. Mmmm.

Shhhh! Cara Signorina Buone Maniere: Credo che sia giusto zittire le persone Che parlano durante i concerti. Non ho pagato Per sentirle blaterare. Eppure un amico che è venuto con me Mi ha detto che ero maleducata Nel dire alle persone di stare zitte. Mi sembra Che la maleducazione Sia parlare durante un’esecuzione. Caro Lettore: Entrambe sono maleducate. La cosa giusta sarebbe Dire alla persona rumorosa: “Chiedo scusa, Ma non riesco a sentire la musica. Mi chiedevo se le spiacesse Parlare più a bassa voce?” Quando hai finito di dire tutto questo Una terza persona Urlerà uno “shhh” più forte, Raggiungendo il tuo scopo Senza sacrificare le tue buone maniere. Mmmm.

Leonard Bernstein - “Piccola Serenata” Da ga da ga dum da lai la lo Da ga da ga dum la lai la lai la lo, Na na na ni na ni no lai lo, Lai lo. Da ga da ga dum da lai la lo Da ga da ga dum la lai la lai la lo, Bam bam bam bi bam bi bo Ba bi bam bam ba bi Ra ta pla ta po, La li lo, lai lo, lai lo, la li lo! Da ga da ga dum da lai la lo, Da ga da ga dum la lai la lai la lo La ha Da ga da ga do l’ho.

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Leonard Bernstein Two love songs Poesie di Rainer Maria Rilke Traduzione inglese di Jessie Lemont I. “Extinguish my eyes” Extinguish my eyes I still can see you: Close my ears I can hear your footsteps fall: And without feet I still can follow you: Voiceless I can still return your call. Break off my arms, And I can embrace you: Enfold you with my heart As with a hand: Hold my heart, My brain will take fire of you, As flax takes fire from a brand! And flame will sweep In a flood: Through all the singing currents of my blood: Mm.

Se spegni i miei occhi Posso ancora vederti: Se chiudi le mie orecchie Posso comunque sentire i tuoi passi: E senza piedi Riesco ancora a seguirti: Senza voce Posso rispondere alla tua chiamata. Spezza le mie braccia, E potrò abbracciarti lo stesso: Avvolgerti col mio cuore, Come con una mano: Tienilo, questo mio cuore, Il mio cervello prenderà fuoco con te Come il lino si infuoca con un marchio a fuoco! E la fiamma dilagherà Come un’alluvione: Attraverso tutte le correnti canore del mio sangue: Mm.

II. “When my soul touches yours…” When my soul touches yours A great chord sings: How can I tune it then to other things? Oh, if some spot in darkness Could be found That does not vibrate When your depths sound! But everything that touches you and me Welds us as played strings Sound one melody. Where, where is the instrument Whence the sounds flow? And whose the magic hand That holds the bow? Oh, sweet song! Oh!

Quando la mia anima tocca la tua Suona un grande accordo: Potrei mai accordarlo ad altre cose? Oh, se qualche punto nell’oscurità Potesse essere trovato Un punto che non vibri Quando suonano le tue profondità! Ma ogni cosa che tocca te e me Ci salda, come corde Che cantano una sola melodia. Dove, dov’è lo strumento Da cui fluiscono i suoni? E di chi è la mano magica Che tiene l’arco? Oh, dolce canzone! Oh!

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Samuel Barber - Hermit Songs Testi di autori anonimi “St Ita’s Vision” "I will take nothing from my Lord," Said she, "unless He gives me His Son from Heaven In the form of a Baby that I may nurse Him". So that Christ came down to her in the form of a Baby and then she said: "Infant Jesus, at my breast, Nothing in this world is true Save, o tiny nursling, You. Infant Jesus at my breast, By my heart every night, You I nurse are not a churl But were begot on Mary the Jewess By Heaven's light. Infant Jesus at my breast, What King is there but You who could Give everlasting good? Wherefore I give my food. Sing to Him, maidens, sing your best! There is none that has such right To your song as Heaven's King Who every night Is Infant Jesus at my breast”.

“Non prenderò nulla dal mio Signore,” Disse lei, “a meno che non mi dia Suo Figlio Dal Paradiso Un bambino Così che io possa allattarlo”. Così Cristo È andato da lei Sotto forma di bambino E così lei disse: “Gesù bambino, al mio seno, Niente in questo mondo è vera salvezza Tranne te, o bambino appena nato. Gesù bambino, al mio seno, Vicino al mio cuore ogni notte, Tu, che io allatto, non sei un miserabile Ma sei stato concepito In Maria l’Ebrea Dalla luce del cielo. Gesù bambino, sul mio seno, Chi è lì il Re, Se non Tu, che potrebbe Dare il bene eterno? Così io gli do il mio cibo. Cantate a lui, fancuille, Cantate come meglio potete! Non c’è nessuno Che merita di più il vostro canto Che il Re dei Cieli Che ogni notte Diventa Gesù bambino, al mio seno”.

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“The praises of God” How foolish the man Who does not raise his voice And praise With joyful words, As he alone can, Heaven's High King. To whom the light birds With no soul but air, All day, everywhere Laudations sing.

Quanto è sciocco l’uomo Che non alza la sua voce E loda Con parole gioiose, Come lui solo può fare, Il sommo Re dei Cieli. Al quale gli uccelli della luce Che non hanno anima, ma sono fatti d’aria Tutto il giorno, dappertutto Cantano le loro lodi.

“The Heavenly Banquet” I would like to have the men of Heaven in my own house; with vats of good cheer laid out for them. I would like to have the three Marys, their fame is so great. I would like people from every corner of Heaven. I would like them to be cheerful in their drinking. I would like to have Jesus sitting here among them. I would like a great lake of beer for the King of Kings. I would like to be watching Heaven's family Drinking it through all eternity.

Vorrei che ci fossero gli uomini del Paradiso In casa mia; Con boccali di buon vino Preparati per loro. Mi piacerebbe ci fossero Le tre Marie, La loro fama è così grande. Vorrei che ci fossero persone Provenienti da ogni angolo del Paradiso. Mi piacerebbe Che fossero allegri mentre bevono. Mi piacerebbe che ci fosse Gesù Seduto lì, tra di loro. Vorrei un grande lago di birra Per il Re dei Re. Vorrei guardare La famiglia dei Cieli. Che beve Attraverso l’eternità.

Gian Carlo Menotti - The Consul - Magda’s Aria “To this we’ve come” Testo di Gian Carlo Menotti To this we’ve come: that men withhold the world from men. No ship nor shore For him who drowns at sea. No home nor grave For him who dies on land. To this we’ve come: that man be born a stranger upon God’s earth, that he be chosen without a chance for choice, that he be hunted without the hope of refuge. To this we’ve come: and you, you, too, shall weep. If to men, not to God,

Siamo arrivati a questo punto: Che gli uomini rifiutano la terra agli uomini. Che non c’è né nave, né riva Per chi annega in mare. Non una casa, non una tomba Per chi muore sulla terraferma. A tal punto siamo arrivati: Che un uomo nasca straniero Sulla terra di Dio, Che sia scelto, Senza possibilità di scegliere Che sia inseguito come una preda, Senza la possibilità di avere un rifugio. Siamo arrivati a questo punto, E lei, anche lei dovrebbe piangere. Se ora gli uomini, e non Dio

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we now must pray, tell me, Secretary, tell me, who are these men? If to them, not to God, we now must pray, tell me, Secretary, tell me! Who are these dark archangels? Will they be conquered? Will they be doomed? Is there one anyone behind those doors to whom the heart can still be explained? Is there one anyone who still may care? Tell me, Secretary, tell me! Have you ever seen the Consul? Does he speak? Does he breathe? Have you ever spoken to him? Papers! Papers! Papers! But don’t you understand? What shall I tell you to make you understand? My child is dead… John’s mother is dying… My own life is in danger. I ask you for help. And all you give me is… papers! What is your name? Magda Sorel. Age? Thirty-three. Color of eyes? color of hair? Single or married? Religion and race? Place of birth? Father’s name? Mother’s name? Papers! Papers! Papers! Papers! Papers! Papers! Look at my eyes, they are afraid to sleep. Look at my hands, at these old woman’s hands. Why don’t you say something? Aren’t you secretaries human beings like us?… What is your name? Magda Sorel. Age? Thirty-three. What will your papers do? They cannot stop the clock. They are too thin an armor against a bullet. What is your name? Magda Sorel.

Dobbiamo pregare, Mi dica, Segretaria, mi dica, Chi sono questi uomini? Se loro e non Dio Ora dobbiamo pregare, Mi dica, Segetaria, me lo dica! Chi sono questi angeli oscuri? Saranno conquistati? Saranno condannati? C’è nessuno, qualcuno Dietro quelle porte A cui il cuore Può ancora essere spiegato? C’è nessuno, qualcuno A cui possa ancora importare? Mi dica, Segretaria, mi dica! Ha mai visto il Console? Parla? Respira? Ci ha mai parlato? Carte! Documenti! Carte! Ma non capisce? Cosa devo dirle Per farglielo capire? Mio figlio è morto… La madre di John sta morendo… La mia vita è in pericolo… Le sto chiedendo aiuto E tutto quello che lei mi dà… Sono documenti! Come ti chiami? Magda Sorel. Età? Trentatré. Colore degli occhi? Colore dei capelli? Nubile o sposata? Religione e razza? Luogo di nascita? Nome del padre? Nome della madre? Documenti! Carte! Documenti! Carte! Documenti! Carte! Guardi i miei occhi, Hanno paura di dormire. Guardi le mie mani, queste mani da vecchia. Perché non dice niente? Non siete, voi segretarie, Esseri umani come noi? Come ti chiami? Magda Sorel. Età? Trentatré. Cosa faranno i tuoi documenti? Non possono fermare il tempo, Sono una corazza troppo sottile Per fermare un proiettile. Come ti chiami? Magda Sorel.

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Age? Thirty-three. What does that matter? All that matters is that the time is late, that I’m afraid and I need your help. What is your name? This is my answer: My name is woman. Age: still young. Color of hair: gray. Color of eyes: the color of tears. Occupation: waiting. Waiting, waiting, waiting! Oh, the day will come, I know, when our hearts aflame will burn your paper chains! Warn the Consul, Secretary, warn him. That day neither ink nor seal shall cage our souls, That day will come!

Età? Trentatré. Cosa importa? Tutto ciò che importa È che è tardi, Che ho paura, E ho bisogno del suo aiuto. Come ti chiami? Questa è la mia risposta: Il mio nome è donna. Età: ancora giovane. Colore dei capelli: grigi. Colore degli occhi: il colore delle lacrime. Occupazione: in attesa. In attesa, aspettando, in attesa! Oh, verrà il giorno, lo so, In cui i nostri cuori in fiamme Bruceranno le catene dei tuoi documenti! Avverta il Console, Segretaria, Lo avverta. Quel giorno, Né inchiostro né sigillo Rinchiuderanno le nostre anime. Quel giorno arriverà!

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Jake Heggie - Natural Selection - “Animal Passion” Testi di Gini Savage Fierce as a bobcat’s spring with start-up speeds of sixty miles per hour I want a lover to sweep me off my feet and slide me into the gutter without the niceties of small-talk roses or champagne. I mean business. I want whiskey I want to be swallowed whole, I want tiles to spring off the walls when we enter hotel rooms or afternoon apartments I won’t pussy-foot around responsibility “shoulds” and “oughts” are out for good. And I don’t want to be a fat domestic cat I want to be frantic, yowls and growls to sound like the lion house at feeding time I don’t give a damn who hears, I don’t give a damn! no discreet eavesdroppers’ coughs can stop us in our frenzy. Let the voyeurs voient and let the great cats... come.

Impetuoso come il balzo di un gatto delle nevi Con un’accelerazione Di sessanta miglia l’ora Voglio un amante Che mi faccia perdere la testa E che mi faccia scivolare Nei bassifondi Senza le smancerie Di conversazioni a mezza voce, Rose o Champagne. Voglio dire: sudore vero. Voglio whiskey Voglio essere inghiottita intera, Voglio che le piastrelle Saltino dalle pareti Quando entriamo nelle stanze d’albergo O nelle camere a ore Non esiterò Di fronte all’impegno “Dovrei” e “potrei” Sono fuori per sempre. E non voglio essere Un grasso gatto domestico Voglio essere frenetica Voglio che urla e ringhia Risuonino come nella gabbia dei leoni Durante l’ora dei pasti Non me ne frega niente di chi ascolta, Proprio non mi interessa! Nessun “tossicchiare” di curiosi Ci può fermare Nella nostra frenesia. Lasciamo che i voyeurs vedano E che i grandi felini… vengano.

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