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L’Avvento del Regno di Dio inizia qui, subito, con la tua ... Estiva 2009.pdf · (Padre Zezinho...

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L’Avvento del Regno di Dio inizia qui, subito, con la tua vita!

L’Avvento è l’arrivo di Gesù sulla terra, l’inizio di una nuova epoca, l’arrivo di buone notizie per tutta l’umanità e anche l’arrivo di una grande speranza: Dio in mezzo a noi.Ma come fa Dio a stare, oggi, in mezzo a tutti noi? Lo scoprirai, giorno per giorno, durante queste settimane che ci separano al Natale.

… Che cosa porta il Natale ad ognuno di noi? Che cosa ci resta dopo questa festa? Te lo sei mai chiesto?.L’arrivo di Gesù ci deve spingere al cambiamento, a vivere la nostra vita con uno stile che sia il riflesso della sua esistenza. In queste settimane di attesa per l’arrivo del Cristo vogliamo imparare a vive-re secondo la Sua prospettiva di vita per poter così cambiare la nostra.E quale era la prospettiva di vita di Gesù?Per scoprirla utilizzeremo un canto: AMARE COME GESÚ AMAVA e inizieremo il nostro viaggio verso Betlemme attraverso i 5 continenti.

Un giorno un bambino mi ha fermato Lui mi guardò negli occhi sorridenti Carta e penna in mano Compiti a casa da fare E ha chiesto con un sorriso Che cosa serve per essere felici?

Amare come Gesù amava Sognare come Gesù sognava Pensare come Gesù pensava Vivere come Gesù viveva Sentire ciò che Gesù sentiva Sorridere come Gesù sorrideva E arrivando a fine giornata Io so che avrei dormito molto più felice

Ascoltando quello che avevo detto mi guardò

e disse che era bello quello che avevo detto Mi chiese di ripetere, per favore Ma che non dicessi tutto in una volta E chiese di nuovo con un sorriso Che cosa serve per essere felici?

Dopo che finii di ripetere I suoi occhi non lasciavano la carta Ho accarezzato il suo piccolo viso E le ho chiesto di essere fedele nel trasmettere il messaggio E mi ha dato un lungo bacio E accanto a me diceva così Amare come Gesù ha amato.

AMAR COMO JESUS AMOU

Um dia uma criança me parouOlhou-me nos meus olhos a sorrirCaneta e papel na sua mãoTarefa escolar para cumprirE perguntou no meio de um sorriso O que é preciso para ser feliz?Amar como Jesus amouSonhar como Jesus sonhou Pensar como Jesus pensouViver como Jesus viveuSentir o que Jesus sentia Sorrir como Jesus sorriaE ao chegar ao fim do dia Eu sei que dormiria muito mais feliz

Ouvindo o que eu falei ela me olhou

Cercheremo di scoprire come essere felici e come poter essere il riflesso dell’esi-stenza di Gesù.Per fare questo dobbiamo osservare Lui e la sua vita e lo faremo in giro per il mondo, osservando come lui AMAVA, SOGNAVA, PENSAVA, VIVEVA, SENTIVA e SORRIDEVA attraverso la scoperta di persone che hanno ama-to, sognato, pensato, vissuto, sentito e sorriso come Gesù, così da imparare da loro e poter capire come sia possibile essere persone trasformate dall’amore di Cristo e a loro volta trasformare il mondo perché sia migliore. Andremo quindi in viaggio da Gesù conoscendolo nel volto di coloro che hanno fatto di questa frase l’obiettivo della propria vita: “Signore, quando mai ti abbiamo visto af-famato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbia-mo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. (Mt 25,37-40)

E allora, pronti? Partiamo insieme alla scoperta di quello che viene fatto a questi suoi minimi fratelli!

E disse que era lindo o que eu faleiPediu que eu repetisse, por favorMas não dissesse tudo de uma vezE perguntou de novo num sorriso O que é preciso para ser feliz?Depois que eu terminei de repetirSeus olhos não saíram do papelToquei no seu rostinho e a sorrirPedi que ao transmitir fosse fielE ela deu-me um beijo demoradoE ao meu lado foi dizendo assimAmar como Jesus amou.

(Padre Zezinho – Brasile)

Page 3: L’Avvento del Regno di Dio inizia qui, subito, con la tua ... Estiva 2009.pdf · (Padre Zezinho – Brasile) “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra,

“Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaven-tate dal rimbombo del mare e delle onde; gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande. Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina».Badate a voi stessi, perché i vostri cuori non siano intorpiditi da stravizio, da ubriachezza, dal-le ansiose preoccupazioni di questa vita e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso come un laccio; perché verrà sopra tutti quelli che abitano su tutta la terra. Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Lc 21,25-28. 34-36)

Vieni Signore, Re della gloria!

Domenica 29 Novembre I° Domenica di Avvento

Una piccola nota sulla struttura del sussidio, ogni giorno troverai:

- il brano del vangelo del giorno- una invocazione di lode al Signore- una riflessione a seconda del giorno della settimana- alcune domande per invitarti a riflettere sui tuoi comportamenti e sulla tua vita- un impegno per la giornata

La riflessione, giorno per giorno, ti guiderà alla scoperta delle diverse azioni di Gesù:

- Lunedì: Amare come Gesù amava: a 360° verso tutti e senza limiti (la testimonianza di chi ha amato come Gesù)- Martedì: Sognare come Gesù sognava: in grande, una società migliore (un sogno di Don Bosco)- Mercoledì: Pensare come Gesù pensava: “gli ultimi saranno i primi” (un brano per imparare a fare degli ultimi i primi)- Giovedì: Vivere come Gesù viveva: senza risparmiarsi, fino alla morte (la testimonianza di chi ha vissuto come Gesù)- Venerdì: Sentire come Gesù sentiva: la presenza di Dio, la vita come dono/amore (una preghiera per sentirsi vicini a Dio)- Sabato: Sorridere come Gesù sorrideva: la vita è speranza, la santità è allegria (la vita di un giovane che ha seguito Don Bosco con allegria)

La Domenica è dedicata alla liturgia del giorno e alla tua preghiera personale.

Il tuo cuore è pronto a ricevere Gesù? Perché?Credi che l’arrivo di Gesù possa cambiare la nostra società in una società migliore?Quale è la novità di Gesù per la tua vita?

Al Signore appartiene la terra e tutto quel che è in essa,il mondo e i suoi abitanti.Poich’egli l’ha fondata sui mari,e l’ha stabilita sui fiumi.Chi salirà al monte del SIGNORE?Chi potrà stare nel suo luogo santo?L’uomo innocente di mani e puro di cuore,che non eleva l’animo a vanitàe non giura con il proposito di ingannare.Egli riceverà benedizione dal SIGNORE,giustizia dal Dio della sua salvezza.Tale è la generazione di quelli che lo cercano,di quelli che cercano il tuo volto, o Dio di Gia-cobbe. [Pausa]O porte, alzate i vostri frontoni;e voi, porte eterne, alzatevi;e il Re di gloria entrerà.Chi è questo Re di gloria?

È il SIGNORE, forte e potente,il SIGNORE potente in battaglia.O porte, alzate i vostri frontoni;alzatevi, o porte eterne,e il Re di gloria entrerà.Chi è questo Re di gloria?È il SIGNORE degli eserciti;egli è il Re di gloria

(salmo 24)

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Il mio impegno

I latifondisti sono l’1% della popola-

zione e detengono il 44% delle terre

coltivabili, di cui il 62% resta impro-

duttivi. Ci sono 4,8 milioni di conta-

dini che non hanno accesso alle terre.

I latifondisti spesso le lasciano impro-

duttive. Nelle leggi della Costituzione

c’è scritto che le terre non utilizzate

possono essere espropriate. Ma questa

legge non è mai stata messa in atto.

I Sem Terra si battono per l’applica-

zione della riforma agraria attraverso

l’esproprio delle terre. Ma in molti casi

i latifondisti e la polizia militare usano

la violenza per espellere le famiglie

dalle terre occupate. Negli ultimi 10

anni sono state uccise più di 1000 per-

sone, e gli assassini sono rimasti quasi

sempre impuniti.

“Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Passato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono” (Mt 4,18-22)

Vieni Signore, fa risplendere il tuo amore su di noi!

Amare come Gesù amava: a 360° verso tutti e senza limiti

Che cosa può significare per te “essere pesca-tore di uomini”?

Quanto ti “spendi di amore” per i tuoi amici?

Lunedì 30 Novembre I Settimana di Avvento

IL SOGNO DEI NOVE ANNI

Il primo sogno mostra a Don Bosco la sua missione, il cammino da percorre-re nella sua vita. Dovrà essere guida per tutti i giovani poveri in difficoltà, aiutandoli a trovare la propria strada con l’amore, l’amicizia, il dialogo, la presenza fraterna

Alla tenera età di 9 anni Don Bosco ha il suo primo sogno. In esso Gesù e la Vergine gli preannunziano, sebbene in forma velata, la sua futura missione.Gli parve di essere vicino a casa sua, in mezzo a una moltitudine di ragazzi che si divertivano in un grande cortile. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie, si slanciò in mezzo a loro, usando pugni e parole per farli tacere. Ed ecco apparirgli un Uomo venerando, nobilmente vestito, con una faccia così luminosa che Giovannino non riusciva a rimirarla. Lo chiamò per nome e gli ordinò di mettersi a capo di quei ragazzi aggiungendo:— Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Fa dunque loro subito un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù.

“In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto! Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno sa chi è il Figlio, se non il Padre; né chi è il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo». E, rivolgendosi ai discepoli, disse loro privatamente: «Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete! Perché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non l’hanno visto; e udire quello che voi udite, e non l’hanno udito” (Lc 10,21-24)

Grande è il Signore e degno di lode!

Sognare come Gesù sognava: in grande, una società migliore

Vedi e ascolti Gesù? Quanto è partecipe della tua vita?Sei consapevole che il futuro del mondo dipenda anche da te?

Il mio impegno

Martedì 1 Dicembre I Settimana di Avvento

Il 24 Luglio 1985 a Cacoal veniva ucciso p. Ezechie-le (Lele) Ramin, missionario comboniano. Aveva 32 anni. Martire della carità lo ha definito Papa Giovan-ni Paolo II, qualche giorno dopo la sua morte. La sua uccisione è da attribuirsi alla sua azione in difesa degli Indios Suruì e dei lavoratori della terra nello Stato di Rondonia (Brasile).Ezechiele era fiero di servire una Chiesa che aveva fatto la scelta preferenziale per i poveri, che pro-muoveva le comunità di base e si riconosceva nella teologia della liberazione. Il mondo latinoamericano lo affascinava da sempre: “Mi sento in sintonia con le sue angustie e le sue grandi speranze”. Solo chi alza la sua voce contro l’ingiustizia, può annunciare il Vangelo. Denunciando l’ingiustizia era però consapevole di ri¬schiare la vita.Ezechiele era consumato dall’ansia per la giustizia, dalla propria impotenza di fronte all’ingiustizia: “Fa male al cuore vedere tanta ingiustizia e sapere di poter fare così poco”. La giustizia era per lui una ragione sufficiente e necessaria per vivere e per mo-rire. Perdere la vita per la giustizia era la più alta testimonianza della propria fede, della “sequela” di Cristo morto su un patibolo per salvare gli altri, e del proprio amore per gli oppressi. “Dopo che Cristo è morto vittima di ingiustizia, ogni ingiustizia sfida il cristiano”. “La vita è bella e sono contento di donarla.”.

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Guri ha 9 anni. Tesse tappeti in un la-

boratorio di Kathmandu, la capitale del

Nepal. “Ci sorveglia un adulto. Si accerta

che lavoriamo in continuazione. Quando

si arrabbia, ci picchia con la bacchetta.

E’ da un anno che lavoro qui, con le al-

tre bambine. Alcune avevano solo cinque

anni quando hanno iniziato. Mangiamo e

dormiamo nel laboratorio. Per tessere un

tappeto quattro bambini hanno un mese

di tempo. Il capo dice che ha prestato dei

soldi ai nostri genitori, che dovremo la-

vorare finché non sarà ripagato il presti-

to. Ci possiamo riuscire solo se lavoria-

mo sedici ore al giorno, senza ammalarci.

Spesso mi chiedo quanto dovrò rimanere

ancora davanti al telaio... Quando tornerò

a casa?”

Accorgersi dell’esistenza degli ultimi

Guardiamo oppure vediamo la realtà che ci circon-da? Quale la differenza fra queste due azioni?

Sicuramente il vedere implica una maggior consa-pevolezza nella nostra azione, osservare la realtà, le persone, e capire che cosa ci è vicino. Accorgersi degli altri, dei poveri, degli ultimi, vuol dire rendersi conto delle cose, comprendere che ci sono persone che si trovano in una situazione diver-sa rispetto alla nostra, che hanno bisogno di una pa-rola, di un conforto, di un sostegno.Non dobbiamo fingere che gli ultimi non ci siano perché questo fa comodo, mette a tacere le coscien-ze, togliamo dai nostri occhi quel velo che non ci permette di vedere la realtà!

Accorgiamoci degli ultimi che vivono vicino e lontano

“Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla; perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada». I discepoli gli dissero: «Dove potremmo trovare, in un luogo deserto, tanti pani da saziare una così gran folla?» Gesù chiese loro: «Quanti pani avete?» Essi risposero: «Sette, e pochi pesciolini». Allora egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra. Poi prese i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. E tutti mangiarono e furono saziati; e, dei pezzi avanzati, si raccolsero sette panieri pieni” (Mt 15,32-37)

Signore Gesù, donaci la tu salvezza!

Pensare come Gesù pensava: “gli ultimi saranno i primi”

Quanto sei discepolo di Gesù nel tuo quoti-diano?Ti accorgi di coloro che sono “ultimi” vicino a te? Perché?

Il mio impegno

Mercoledì 2 Dicembre I Settimana di Avvento

Ogni anno la tubercolosi (TBC) uccide circa 1.7 milioni di persone e ne colpisce 9 milioni che sviluppano la malattia atti-va. La TBC è in aumento nei paesi con alti tassi di HIV, in particolare nell’Africa meridionale, che presenta la più alta inci-denza del virus. La tubercolosi è una delle principali cause di morte per le persone affette da HIV/AIDS e negli ultimi 15 anni si sono triplicati i nuovi casi di TBC nei paesi ad alta incidenza di HIV. Tutta-via nel 2006 meno dell’1% delle persone con HIV/AIDS è stato sottoposto a uno screening per la TBC.

Mi chiamo Annalena Tonelli.Sono nata in Italia a Forlì il 2 Aprile 1943. Lavoro in sanità da trent’anni, ma non sono medico. Sono laureata in legge in Italia. Lasciai l’Italia a gennaio del 1969. Da allora vivo a servizio dei Somali. Ho infatti sempre vissuto con loro a parte piccole inter-ruzioni in altri paesi per causa di forza maggiore.Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati che ero una bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi inte-ressava così fortemente: LUI e i poveri in LUI. Per LUI feci una scelta di povertà radicale ... anche se povera come un vero povero, i poveri di cui è piena ogni mia giornata, io non potrò essere mai.Vivo a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio, senza versa-mento di contributi volontari per quando sarò vec-chia. Volevo essere tutta per DIO. Era una esigenza dell’essere quella di non avere una famiglia mia. E così è stato per grazia di DIO. Il 5 ottobre 2003, Annalena Tonelli è uccisa a Bora-ma, in Somalia, a colpi d’arma da fuoco nell’ospe-dale da lei stessa fondato da un commando islamico somalo

“Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande” (Mt 7,24-27)

Signore sei la nostra forza, la roccia su cui costruiamo la nostra vita

Vivere come Gesù viveva: senza risparmiarsi, fino alla morte

Quando metti in pratica le parole di Gesù?Credi che vivere lottando contro le ingiustizie sia importante?

Il mio impegno

Giovedì 3 Dicembre I Settimana di Avvento

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COMPAGNI DI VOLO

Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita;ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che tu abbia un’ala soltan-to, l’altra la tieni nascosta, forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me; per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.Insegnami, allora, a librarmi con Te perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla, vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento. Vivere è assapo-rare l’avventura della libertà. Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.Ma non basta saper volare con Te, Signore. Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a disten-dersi. Non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l’ala , l’unica ala inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te; soprattutto per questo fratello sfortunato, dammi, o Signore, un’ala di riserva.

Don Tonino Bello

“Come Gesù partiva di là, due ciechi lo seguirono, dicendo ad alta voce: «Abbi pietà di noi, Fi-glio di Davide!» Quando egli fu entrato nella casa, quei ciechi si avvicinarono a lui. Gesù disse loro: «Credete voi che io possa far questo?» Essi gli risposero: «Sì, Signore». Allora toccò loro gli occhi dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». E gli occhi loro furono aperti. E Gesù fece loro un severo divieto, dicendo: «Guardate che nessuno lo sappia». Ma quelli, usciti fuori, sparsero la fama di lui per tutto quel paese” (Mt 9,27-31)

Vieni Signore a portarci la speranza!

Sentire come Gesù sentiva: la presenza di Dio, la vita come dono/amore

Anche tu, come i due ciechi, credi nella pietà del Signore?Senti nella tua vita la presenza di Dio?

Il mio impegno

Venerdì 4 Dicembre I Settimana di Avvento

Niente ti turbi: chi ha Dio ha tuttoDon Bosco

Il 24 ottobre 1963 nasceva Paola Adamo. Sin da piccola mostrò grande sensibilità e intelli-genza. All’età di 9 anni iniziò un diario segreto, in cui scrisse una frase che ci apre il panorama interiore di questa adolescente: “Se credi in Dio hai il mondo in pugno”. Quanti l’hanno cono-sciuta sono rimasti conquistati dalla sua spon-taneità, dal suo amore alla vita e alle cose belle. Una ragazza straordinariamente normale, con le sue gioie e le sue croci, con i suoi sogni e le sue delusioni. Paola è un modello affascinante per la santità vissuta nel quotidiano: a casa, in chie-sa, a scuola, con gli amici. Gli ambienti dove trascorreva la sua giornata sono stati illumi-nati dalla sua presenza e sono diventati luoghi di crescita umana e spirituale dove si è senti-ta amata e ha imparato ad amare, dove ha fat-to scelte coraggiose, mettendo Gesù al centro, dove ha capito che la vita è grazia e va vissuta come grazia. Sprizzava tenerezza per i genitori ed era felice di suonare la chitarra e cantare per loro, di voler bene alle sue compagne, anche a quelle che mostravano un po’ di malevolenza verso di lei. Diceva: “Se Dio è la sorgente di tutte le cose, solo Lui ci potrà fare davvero fe-lici!”. Morì a 15 anni, il 28 giugno del 1978, stroncata da un’epatite virale.

“Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque infermità. Ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d’Israele. Andando, predicate e dite: “Il regno dei cieli è vicino”. Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,1.6-8)

Signore, nostro principe di pace, aiutaci!

Sorridere come Gesù sorrideva: la vita è speranza, la santità è allegria

Quanto dai agli altri gratuitamente?Oppure hai bisogno di avere sempre qualche cosa in cambio?Sai essere una presenza allegra in mezzo agli altri?

Il mio impegno

Sabato 5 Dicembre I Settimana di Avvento

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“Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiafa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli andò per tutta la regione intorno al Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati, come sta scritto nel libro delle parole del profeta Isaia:

«Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri.Ogni valle sarà colmata

e ogni monte e ogni colle sarà spianato;le vie tortuose saranno fatte diritte

e quelle accidentate saranno appianate;e ogni creatura vedrà la salvezza di Dio

(Lc 3,1-6)

Vieni Signore a convertire il nostro cuore!

Domenica 6 Dicembre II Domenica di Avvento

Ulaanbaatar, capitale della Mongolia. Una città di un milione di persone. Il 60% di loro vive in insediamenti for-mati dalle tradizionali tende mongole, senza acqua, servizi igienico-sanitari o infrastrutture di base. Queste persone utilizzano stufe a legna o carbone per cucinare e riscaldare, con costi del car-burante fino al 40 per cento del proprio reddito. Che disagio quando è notte e ci sono -35 gradi Celsius e bisogna andare in bagno, e pensare che si trova all’aper-to!E l’aria che respirano è per 24 su 24, 7 giorni su 7, quella delle stufe!Così vive oltre mezzo milione di perso-ne nei distretti della capitale.

Sr. Sandra Garay è una Missionaria della Conso-lata argentina, partita per la Mongolia nel 2003. La sua testimonianza è un invito ad affrontare con sem-plicità e gioia la realtà mongola, fatta di silenzio, di solitudine, di freddo e di tante opportunità per trova-re il Dio della Vita nelle immensità delle steppe e nel cuore del popolo.Ecco dov’è, secondo me, la bellezza di questo po-polo: la durezza del presente, l’incertezza del futuro e un passato assai sconvolto, non sembrano aver indurito il loro cuore. Sono ancora fiduciosi, acco-glienti, alle volte rivelandosi anche con l’incanto della freschezza dei bambini.Credo che il Signore con l’invio in questa missio-ne ci abbia fatto un bel regalo. Siamo ospiti di un popolo aperto all’incontro, e che offrendoci uno spazio per condividere la vita con loro ci invita alla conoscenza reciproca. La speranza è che un giorno ci incontreremo anche a parlare loro di Dio. Forse i Malchin, conoscitori di ogni valle e sentiero, ne sanno già qualche cosa del Dio che si nasconde in queste immensità. È molto difficile pensare che chi guarda i cieli azzurri della Mongolia non si interro-ghi qualche volta su Dio e non abbia in cuore alme-no il desiderio di sapere di più di Lui. I nostri mondi possono essere molto diversi, ma l’incontro può tra-sformarsi in una esperienza così bella!

“Un giorno Gesù stava insegnando; e c’erano, là seduti, dei farisei e dei dottori della legge, venuti da tutti i villaggi della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme; e la potenza del Signore era con lui per compiere guarigioni. Ed ecco degli uomini che portavano sopra un letto un para-litico, e cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando modo d’introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e, fatta un’apertura fra le tegole, lo calarono giù con il suo lettuccio, in mezzo alla gente, davanti a Gesù. Ed egli, veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono perdonati” (Lc 5,17-20)

Signore, vieni ad indicarci la strada per il Regno di Dio!

Amare come Gesù amava: a 360° verso tutti e senza limiti

Quanto è importante ricevere e dare il perdono?Credi che la tua vita sia una testimonianza di amore? Perché?

Il mio impegno

Lunedì 7 Dicembre II Settimana di Avvento

Quelli che confidano nel SIGNOREsono come il monte di Sion,

che non può vacillare,ma sta saldo in eterno.

Gerusalemme è circondata dai monti;e così il SIGNORE circonda il suo popolo,

ora e per sempre.Lo scettro dell’empio non rimarrà per sempre sull’eredità dei giusti,

affinché i giusti non tendano le loro mani verso il male.O SIGNORE, fa’ del bene ai buoni e ai retti di cuore.

Ma quanti deviano per sentieri tortuosi,il SIGNORE li disperderà insieme ai malfattori.

Pace sia sopra Israele.(Salmo 125)

Come si può preparare la via al Signore oggi?

Confidi nel Signore?

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NUOVI INTERVENTI DALL’ALTO

Nei successivi sogni a quello dei nove

anni Don Bosco scoprirà alcune indi-

cazioni importanti per la sua vita. In

questo, a 22 anni, capisce che gli viene

indicata la città di Torino come luogo

del suo apostolato.

Aveva raggiunto l’età di 22 anni, quando in un nuo-vo sogno gli fu indicato anche il campo della sua futura missione. Vide la valle sottostante alla cascina del Sussambrino, dove trascorreva le vacanze, con-vertirsi in una grande città, nelle cui strade e piazze correvano turbe di ragazzi schiamazzando, giocan-do e bestemmiando. Di carattere pronto e vivace, Giovanni si avvicinò a quei ragazzi, sgridandoli e minacciandoli. Viste vane le sue minacce, prese a percuoterli; ma quelli reagirono e lo tempestarono di pugni. Mortificato e pesto, si diede alla fuga. Ma ecco venirgli incontro un personaggio che gli intimò di fermarsi e di ritornare tra quei monelli. Quindi lo presentò a una nobilissima Signora e disse:— Questa è mia madre: consìgliati con lei.La Signora, fissandolo con uno sguardo pieno di bontà, gli disse:— Se vuoi guadagnarti questi monelli, non devi af-frontarli con le percosse, ma prenderli con la dol-cezza e la persuasione. In quel momento, come nel primo sogno, vide i giovani trasformarsi in agnel-li, ai quali egli prese a fare da pastore per ordine di quella Signora.

“Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. L’angelo, entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te». Ella fu turbata a queste parole. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l’angelo la lasciò”. (Lc 1,26-33.38)

Maria, tu, piena di grazia, portaci a Gesù!

Sognare come Gesù sognava: in grande, una società migliore

Che cosa vuol dire accettare la volontà di Dio nella nostra vita?La tua vita è uno strumento nelle mani di Dio? Perché?

Il mio impegno

Martedì 8 Dicembre Immacolata Concezione II Settimana di Avvento

Fate che chiunque venga a voi se ne vada

sentendosi meglio e più felice.Tutti devono vedere la bontà del vostro viso,

nei vostri occhi, nel vostro sorriso.La gioia traspare dagli occhi,si manifesta quando parliamo e cammi-niamo.

Non puo’ essere racchiusa dentro di noi. Trabocca.

La gioia è molto contagiosa.(Madre Teresa)

Avvicinarsi nel rispetto e accogliere gli ultimi

Avvicinarsi all’altro vuol dire fare il primo passo, andare incontro a lui, non aspettare che sia lui a farsi avanti. Accogliere è il fare posto dentro di noi a qualche cosa o a qualcuno di diverso, di estraneo, di non nostro così come si presen-ta, senza domande, richieste o altro che gli imponga di cambiare.

Se si ha veramente l’atteggiamento di colui che vuole servire, che vive il servizio, gli ul-timi sono importanti come i primi. Sono un arricchimento per noi. Ci danno la possibili-tà di dare il meglio di noi, a loro, così come Gesù ci ha insegnato.

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Mt 11,28-30)

Signore, Via, Verità e Vita, guidaci verso di te!

Pensare come Gesù pensava: “gli ultimi saranno i primi”

Per un giovane che cosa significa seguire Cristo oggi?Che cosa fai perché gli “ultimi siano i pri-mi”?

Il mio impegno

Mercoledì 9 Dicembre II Settimana di Avvento

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Il gruppo di Sendero Luminoso conti-

nua a utilizzare minori di età nei suoi

attacchi. Vengono infatti addestrati bambini tra

i sette e i 12 anni di età, portano armi

e partecipano ad un addestramento di

tipo militare.Il Diritto Internazionale Umanitario

stabilisce che i minori di età, princi-

palmente i minori di 15 anni, non do-

vrebbero partecipare direttamente agli

scontri e dovrebbero astenersi dalle

Forze Armate e dai Gruppi Armati.

Maria Elena Moyano fu assassinata e il suo corpo fatto saltare con la dinamite da Sendero Luminoso il 15 febbraio del 1992, mentre as-sisteva a un’iniziativa di un Comitato del Bic-chiere di Latte a Villa El Salvador, in compa-gnia dei suoi figli Gustavo e David Pineki. Il suo assassinio colpì il paese intero. Il suo fu-nerale rappresentò una fra le più af¬follate ma-nifestazioni che il Perù ricordi. Circa trecento-mila persone accompagnarono il feretro, prova lampante del rifiuto del terrorismo di Sendero Luminoso. Perché la sua morte? Di certo María Elena rappresentava la speranza per un paese stanco della violenza e un pericolo per il pro-getto dei terroristi.Marìa Elena fu animatrice, costruttrice instan-cabile di uno spirito di solidarietà costruttivo ed autentico. Si dedicò all’organizzazione del-ledonne e dei bambini e divenne man mano che la presenza del terrorismo si faceva sempre più minacciosa, il simbolo del coraggio e della re-sistenza, l’apostolo della non violenza e della giustizia sociale ottenuta con l’amore e la pace. Una donna, che è stata e lo è ancora speranza del Perù e dell’intera America Latina.

“In verità io vi dico, che fra i nati di donna non è sorto nessuno maggiore di Giovanni il battista; eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il battista fino a ora, il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono. Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. Se lo volete accettare, egli è l’Elia che doveva venire. Chi ha orecchi per udire oda” (Mt 11,11-15)

Signore, aiutaci ad ascoltare la tua voce!

Vivere come Gesù viveva: senza risparmiarsi, fino alla morte

L’umiltà è un pregio o un difetto? Perché?Quanto è importante per te che tutti possano vivere meglio? Oppure credi che basti la tua di felicità?

Il mio impegno

Giovedì 10 Dicembre II Settimana di Avvento

SIA FATTA LA TUA VOLONTA’

Sia fatta, o Padre, la tua volontà, come in cielo così in terra:

perche ti ami con tutto il cuore, pensando sempre a te;

ti ami con tutto me stesso,desiderandoti sempre;

ti ami con tutta la mia mente, dirigendo a te le mie riflessioni

e cercando in tutte le cose il tuo onore;ti ami con tutte le forze

impegnando tutto me stessoin ossequio al tuo amore

manifestato nella croce del tuo figlio Gesù. Affinche io ami il mio prossimo

come me stessoe lo guidi all ‘incontro con il tuo amore,

goda dei tuoi benie abbia compassione dei mali altrui.

da San Francesco d’Assisi

“Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e dicono: “Vi abbiamo sonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto”. Difatti è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “Ha un demonio!” È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco un mangio-ne e un beone, un amico dei pubblicani e dei «peccatori»!” Ma la sapienza è stata giustificata dalle sue opere” (Mt 11,16-19)

Vieni Signore, liberaci dal male con il tuo amore infinito!

Sentire come Gesù sentiva: la presenza di Dio, la vita come dono/amore

A volte nascondi il tuo essere cristiano?Credi alla vita come un dono? Perché?

Il mio impegno

Venerdì 11 Dicembre II Settimana di Avvento

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Fà ogni cosa come fosse

l’ultima della tua vita

Don Bosco

Fernando nasce in piena seconda guerra mondiale, nel 1941. Non conobbe mai il padre, il calore di una casa, l’affetto di una famiglia. Terminate le elementari, pas-sò alla scuola professionale, sempre dei salesiani. Il ca-rattere di Fernando non era certo quello di un santarel-lo, aveva un temperamento vivace e ribelle, la rabbia gli veniva fuori al minimo rimprovero ed egli a stento riusciva a trattenersi. Fortunatamente il suo confessore fiutò il pericolo e lo mise in guardia. Fu così che Fer-nando iniziò la sua conversione. Ma non fu una pas-seggiata: aveva fama di “ragazzo discolo”, e gli occhi dei superiori sempre puntati addosso. Se succedevano disordini era sempre tra i primi indiziati. Ma resistette, ricacciando in corpo la ribellione che voleva uscire. Aveva due grandi passioni: il calcio e la tromba. Sul finire del 1954 iniziò a scrivere un diario, testimone del suo impegno nel volersi migliorare, insieme ai com-pagni che notavano il suo lento ma inarrestabile cam-biamento. Il 20 aprile di quello stesso anno, il 1956, durante un’accesa partita di calcio in cortile, urtò ca-sualmente con violenza la testa contro una colonna del porticato. Un compagno preoccupato per la sua salute gli domandò: «Fernando, e se morissi?». «Sono pron-to!… Si gioca a calcio in Paradiso, no?!». Il 26 luglio Fernando iniziò la sua partita in Paradiso

“E i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?» Egli rispose: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto; così anche il Figlio dell’uomo deve soffrire da parte loro». Allora i discepoli capirono che egli aveva parlato loro di Giovanni il battista” (Mt 17, 10-13)

Signore Gesù, riempi il nostro cuore della tua pace!

Sorridere come Gesù sorrideva: la vita è speranza, la santità è allegria

Credi che Gesù abbia portato un nuo-vo modo di amare?Sei in grado di trattenere la tua rabbia e sorridere comunque alla vita^

Il mio impegno

Sabato 12 Dicembre II Settimana di Avvento

“E la folla lo interrogava, dicendo: «Allora, che dobbiamo fare?» Egli rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Ven-nero anche dei pubblicani per essere battezzati e gli dissero: «Maestro, che dobbiamo fare?» Ed egli rispose loro: «Non riscotete nulla di più di quello che vi è ordinato». Lo interrogarono pure dei soldati, dicendo: «E noi, che dobbiamo fare?» Ed egli a loro: «Non fate estorsioni, non opprimete nessuno con false denunzie, e contentatevi della vostra paga». Ora il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro se Giovanni fosse il Cristo. Giovanni rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il suo ventilabro per ripulire interamente la sua aia e raccogliere il grano nel suo granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». Così, con molte e varie esortazioni evangelizzava il popolo” (Lc 3, 10-18)

Signore, illumina i nostri cuori e conduci la nostra vita verso di Te!

Domenica 13 Dicembre III Domenica di Avvento

Ecco, Dio è la mia salvezza;io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla;

poiché il SIGNORE, il SIGNORE è la mia forza e il mio cantico;egli è stato la mia salvezza».

Voi attingerete con gioia l’acquadalle fonti della salvezza, e in quel giorno direte:

«Lodate il SIGNORE, invocate il suo nome,fate conoscere le sue opere tra i popoli,proclamate che il suo nome è eccelso!

Salmeggiate al SIGNORE, perché ha fatto cose grandiose;siano esse note a tutta la terra!Abitante di Sion, grida, esulta,

poiché il Santo d’Israele è grande in mezzo a te

(Isaia 12, 2-6)

Sai condividere le tue cose con gli altri?Quanto tempo dedichi alla tua preghiera personale?

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Il 13 dicembre 2008 l’Assemblea Ge-

nerale ha adottato la Convenzione sui

diritti dei Disabili, il primo trattato sui

diritti umani del XXI secolo

La Convenzione assicurare che le per-

sone disabili possano essere intergrate

pienamente nella società e offrire il

loro contributo alla comunità al pieno

delle potenzialità. La Convenzione prevede che gli Stati

che la ratificano debbano emanare leg-

gi e altre misure per migliorare i diritti

dei disabili, e anche abolire leggi, tra-

dizioni e pratiche discriminatorie nei

confronti dei disabili.

Jean Vanire (nato nel 1928) nel 1964 ha avviato la Comunità dell’Arca (Arche) vicino a Parigi, acco-gliendo due persone handicappate mentali adulte in un piccolo “focolare”. Lo scopo dell’Arca è di creare “focolari” di vita, dove persone handicap-pate e “assistenti” condividono gioie e pene in una vita ispirata alla carta delle beatitudini.“Dunque, per me Gesù è Colui che si fa piccolo, è il Dio che diviene piccolo, che si nasconde nel povero, nell’umile, nel debole, nel moribondo, nell’ammalato; poiché tutte queste persone che sono particolarmente fragili sono in cerca d’amore e vedo che questo è il mistero di Gesù e che Gesù è amore. Come Dio è Amore. Gesù è Amore. Gesù si è inginocchiato davanti ai suoi discepoli, ha la-vato i piedi ai suoi discepoli dicendo: «occorre che vi dia un esempio: perché voi facciate quello che io faccio». “Nel cuore del povero c’ è un mistero. Gesu’ dice che tutto quello che si fa all’ affama-to, a chi ha sete, che è nudo, malato, in prigione, straniero, è a Lui che lo si fa. Il povero nella sua insicurezza totale, nella sua angoscia e nel suo ab-bandono, si identifica a Gesu’. Nella sua povertà radicale, nella sua ferita evidente, si trova celato il mistero della presenza di Dio”.Ma Egli si rivela anche in questa vita con i miei fratelli e sorelle. La mia fedeltà a Gesù si realizza nella mia fedeltà ai miei fratelli e sorelle dell’Arca, specialmente i più poveri”.

“Quando giunse nel tempio, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si accostarono a lui, mentre egli insegnava, e gli dissero: «Con quale autorità fai tu queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?» Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda; se voi mi rispondete, vi dirò anch’io con quale autorità faccio queste cose. Il battesimo di Giovanni, da dove veniva? dal cielo o dagli uomini?» Ed essi ragionavano tra di loro: «Se diciamo: “Dal cielo”, egli ci dirà: “Perché dunque non gli credeste?” Se diciamo: “Dagli uomini”, temiamo la folla, perché tutti ritengono Giovanni un profeta». Risposero dunque a Gesù: «Non lo sappiamo». E anch’egli disse loro: «E neppure io vi dirò con quale autorità faccio queste cose” (Mt 21,23-27)

Gesù, ricco di amore, aiutaci ad amare!Amare come Gesù amava: a 360° verso tutti e senza limiti

Gesù non si faceva problemi a dire quello che pensava. Anche tu sei così oppure hai mille volti a seconda di chi hai di fronte?Hai paura di chi non è come te?

Il mio impegno

Lunedì 14 Dicembre III Settimana di Avvento

UNA STUPENDA E ALTA CHIESAIn questo sogno Don Bosco scopre che non sarà solo nella sua missione, ma che gli stessi giovani che gli sono accanto lo accompagneranno nel cammino. Gli “agnelli che si trasformano in pastorelli” sono proprio i ragazzi che si trasformano in salesiani e collaborano con lui.

Fatto ancora breve tratto di via, mi sono tro-vato in un vasto cortile con porticato attorno, alle cui estremità vi era una chiesa. Qui mi ac-corsi che quattro quinti di quegli animali erano diventati agnelli. Il loro numero poi divenne grandissimo.In quel momento sopraggiunsero parecchi pa-storelli per custodirli: ma essi si fermavano poco e tosto partivano. Allora succedette una meraviglia: molti agnelli si cangiavano in pa-storelli, che aumentando si prendevano cura degli altri agnelli. Crescendo di numero, i pa-storelli si dividevano e andavano altrove per raccogliere altri strani animali e guidarli in altri ovili.

“Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: “Figliolo, va’ a lavo-rare nella vigna oggi”. Ed egli rispose: “Vado, signore”; ma non vi andò. Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: “Non ne ho voglia”; ma poi, pentitosi, vi andò. Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «L’ultimo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete pentiti neppure dopo per credere a lui” (Mt 21,28-32)

Vieni Signore ad insegnarci la tua sapienza!

Sognare come Gesù sognava: in grande, una società migliore

Quante volte non fai quello che ti viene chiesto?Quanto è importante credere in una cosa perché si realizzi?

Il mio impegno

Martedì 15 Dicembre III Settimana di Avvento

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Sono nata dove la pioggia porta ancora

il profumo dell’ebano. Una terra là

dove il cemento ancora non strangola

il sole… …A sedici anni mi hanno venduta, un

bacio a mia madre e non mi sono

voltata. Nella città con le sue mille luci

per un attimo mi sono smarrita... Così

laggiù ho ben presto imparato che

i miei sogni eran solo illusioni…

…Ebano... Jack O’s bar, Parade hotel,

from me une Ebano...Spesi tutto quello che avevo per il

viaggio e per i miei documenti…

…Poi un giorno sono scappata verso Bologna

con poca speranza……Ora porto stivali coi tacchi e la

pelliccia leopardata. E tutti sanno che

la Perla Nera rende felici con poco...

…Perciò se passate a Bologna, ricordate

qual è la mia storia Lungo i viali verso

la sera, ai miei sogni non chiedo più

nulla Ebano...Modena City Ramblers

Ascoltare gli ultimi

Ci chiediamo: che cosa significa davvero ascoltarci? Ascoltare l’altro? Noi siamo abituati ad udire, udiamo molto e siamo consumatori di ascolto. Ascoltiamo la radio, la televisione, leggiamo i giornali, sentiamo i pettegolezzi, i lamenti, le trage-die… dopodiché giriamo pagina, perché do-mani è un altro giorno. E dimentichiamo che “ascoltare” significa profondamente “com-prendere”. Comprendere ciò che è il bisogno dell’altro, la gioia dell’altro.Il Vangelo ci insegna ad ascoltare; un ascol-to che è un accorgersi, per cui si ascolta con l’orecchio, con gli occhi, con l’intuizione. Ci si mette in sintonia, sia con se stessi che con gli altri. Non si può davvero ascoltare una persona, se la accostiamo con l’atteggia-mento del rifiuto, della condanna, del giudi-zio; in ultima analisi, dell’antipatia.

“Ed egli, chiamati a sé due dei suoi discepoli, li mandò dal Signore a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?» Quelli si presentarono a Gesù e gli dissero: «Gio-vanni il battista ci ha mandati da te a chiederti: “Sei tu colui che deve venire o ne aspetteremo un altro?”» In quella stessa ora, Gesù guarì molti da malattie, da infermità e da spiriti maligni, e a molti ciechi restituì la vista. Poi rispose loro: «Andate a riferire a Giovanni quello che avete visto e udito: i ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, il vangelo è annunziato ai poveri. Beato colui che non si sarà scanda-lizzato di me!»” (Lc 7,19-23)

Signore Gesù guidaci sulla via della salvezza!Pensare come Gesù pensava: “gli ultimi saranno i primi”

Mercoledì 16 Dicembre III Settimana di Avvento

Secondo le autorità israeliane le case che vengono demolite sono state costruite e occupate illegalmente e costituiscono una minaccia per la sicurezza. Tutte le case vengono abbattute in conformità ad un mandato. I palestinesi accusano il comune di Gerusalemme di attuare del-le discriminazioni nei loro confronti e di rendere praticamente impossibile ottene-re i permessi legali per la costruzione di nuove case. Ogni anno molte case ven-gono erette illegalmente dai palestinesi e Israele continua ad eseguire gli ordini di demolizione. Anche l’ONU è intervenuto chiedendo ad Israele di bloccare la demo-lizione delle abitazioni palestinesi.

Rachel Corrie (10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003) era un membro dell’International Solidarity Movement (ISM) e aveva deciso di andare a Ra-fah, nella striscia di Gaza. Fu ferita a morte men-tre protestava contro l’occupazione israeliana, nel tentativo di impedire ad un bulldozer dell’esercito israeliano di distruggere alcune case palestinesi. Rachel, oltre a partecipare attivamente, si definiva un “osservatore dei diritti umani”.“Credo che sia una buona idea, mollare tutto e dedicare le nostre vite affinché ciò finisca. Voglio davvero andare a ballare al suono di Pat Benatar e avere dei ragazzi e disegnare fumetti per quelli che lavorano con me. Ma voglio anche che que-sto finisca. Quello che provo è incredulità mista a orrore. Delusione. Sono delusa, mi rendo conto che questa è la realtà di base del nostro mondo e che noi ne siamo in realtà partecipi. Non era questo che avevo chiesto quando sono entrata in questo mondo. Non era questo che la gente qui chiedeva quando è entrata nel mondo. Non è que-sto il mondo in cui tu e papà avete voluto che io entrassi, quando avete deciso di farmi nascere. Non era questo che intendevo, quando guardavo il lago Capital e dicevo, “questo è il vasto mondo e sto arrivando!” Non intendevo dire che stavo arrivando in un mondo in cui potevo vivere una vita comoda, senza alcuno sforzo, vivendo nella completa incoscienza della mia partecipazione a un genocidio” (da una delle ultime lettere ai ge-nitori).

“Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo. Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.” (Mt 1,1.17)

Signore vieni in nostro aiuto!

Vivere come Gesù viveva: senza risparmiarsi, fino alla morte

Quale l’insegnamento di Gesù che ti piace di più? Perché?Lo metti in pratica nella tua vita?

Il mio impegno

Giovedì 17 Dicembre III Settimana di Avvento

Il mio impegno

È difficile seguire gli insegnamenti di Gesù? Perché?Chi sono i poveri, oggi?

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VITA DELLA MIA VITA

Vita della mia vita, sempre cercherò di conservare

puro il mio corpo,sapendo che la tua carezza vivente

mi sfiora tutte le membra.Sempre cercherò di allontanare ogni falsità dai miei pensieri, sapendo che tu sei la verità

che nella mentemi ha acceso la luce della ragione.

Sempre cercherò di scacciare ogni malvagità dal mio cuore,

e di farvi fiorire l’amore, sapendo che hai la tua dimora

nel più profondo del cuore.E sempre cercherò nelle mie azioni

di rivelare te,sapendo che è il tuo potereche mi dà la forza di agire.

Rabindranath Tagore

“La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo.Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insie-me, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta” (Mt 1,18-24)

Vieni Signore, aiutaci a rialzarci dalla polvere!

Sentire come Gesù sentiva: la presenza di Dio, la vita come dono/amore

In che modo Gesù può salvarti?Quanto i tuoi comportamenti rispecchiano il tuo animo?

Il mio impegno

Venerdì 18 Dicembre III Settimana di Avvento

Quando avete delle spine, mettetele

con quelle della corona di Gesù

(Don Bosco)

Ninni visse una storia normale fino al giorno in cui il male lo colpì e la sofferenza lo forgiò come l’oro nel crogiuolo. Altruista per natura, non pensava mai a sé. A 12 anni cominciò a frequentare l’oratorio salesiano Ranchibile, a Palermo. Amava la musica, il ballo, la pallacanestro e il calcio-balilla. La malat-tia arrivò nell’estate 1973. Il verdetto dei medici fu terribile: leucemia. Si tentò l’impossibile: Ninni e la mamma si recano all’ospedale a Parigi. Là egli di-ventò il ragazzo più ricercato, svago e conforto degli altri bambini che come lui lottavano contro la morte. A qualcuno leggeva e traduceva la vita di Domenico Savio che teneva sotto il cuscino, ad altri insegnava a soffrire e offrire. Faceva ridere il suo modo goffo di parlare il francese, ma tutti restavano ammalia-ti dal suo sorriso. Un giorno il primario, vedendolo soffrire molto “Sfogati, gli disse, dì le parolacce! Possibile che non ti ribelli mai? Che cosa hai fatto a Dio?”. La risposta di Ninni fu lapidaria e un po’ comica: “Che cosa c’entra Dio? Il Signore non ha forse sofferto tanto? E poi a dire le parolacce non c’è alcun piacere, uscirebbero sterilizzate dalla camera sterile”. Tornò a Palermo per gli ultimi mesi di vita. Aveva ancora voglia di vivere, studiare, giocare a pallacanestro, ascoltare musica, ballare... A una festa in suo onore si lanciò ancora in pista con entusia-smo, tra lo stupore di tutti. Fu l’ultimo ballo. Il 23 gennaio 1974 volava in cielo, il viso disteso, sereno e un chiaro sorriso sulle labbra.

“E gli apparve un angelo del Signore, in piedi alla destra dell’altare dei profumi. Zaccaria lo vide e fu turbato e preso da spavento. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli porrai nome Giovanni. Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita. Perché sarà grande davanti al Signore. Non berrà né vino né bevande alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre; convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio; andrà da-vanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto». (Lc 1,11-17)

Signore, vieni a salvarci con la tua presenza!

Sorridere come Gesù sorrideva: la vita è speranza, la santità è allegria

Sei in grado di essere giusto con coloro che ti circondano?Finché c’è vita, c’è speranza. Che cosa significa?

Il mio impegno

Sabato 19 Dicembre III Settimana di Avvento

Page 14: L’Avvento del Regno di Dio inizia qui, subito, con la tua ... Estiva 2009.pdf · (Padre Zezinho – Brasile) “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra,

O Dio, le nazioni sono entrate nella tua eredi-tà, hanno profanato il tuo santo tempio,hanno ridotto Gerusalemme in un mucchio di rovine;hanno dato i cadaveri dei tuoi servi in pasto agli uccelli del cielo, la carne dei tuoi santi alle bestie della campagna.Hanno sparso il loro sangue come acqua in-torno a Gerusalemme, e non c’è stato alcuno che li seppellisse.Noi siamo diventati oggetto di derisione per i nostri vicini,oggetto di scherno e di derisioneper quelli che ci circondano.Fino a quando, SIGNORE, sarai tu adirato?La tua gelosia arderà come fuoco per sempre?Riversa l’ira tua sulle nazioni che non ti conosconoe sui regni che non invocano il tuo nome,poiché hanno divorato Giacobbee hanno devastato la sua dimora.Non ricordare a nostro danno le colpe dei nostri antenati;affrèttati, ci vengano incontro le tue compas-sioni,

“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento” (Lc 1,39-45)

Raggiungi i nostri cuori con il tuo amore e trasformali!

Domenica 20 Dicembre IV Domenica di Avvento

poiché siamo molto afflitti.Soccorrici, o Dio della nostra salvezza, per la gloria del tuo nome;liberaci, e perdona i nostri peccati, per amor del tuo nome.Perché direbbero i popoli:«Dov’è il loro Dio?»Si conosca tra le nazioni, sotto i nostri occhi,la vendetta per il sangue dei tuoi servi, che è stato sparso.Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;secondo la potenza del tuo braccio,salva quelli che sono condannati a morte.Restituisci ai nostri vicini sette volte tantol’oltraggio che ti hanno fatto,o Signore!E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,ti celebreremo in eterno,proclameremo la tua lode per ogni età.

(Salmo 79)

Nel pieno centro della Istanbul europea, un gruppo di donne con fazzoletti colorati in testa sorride e aspetta. Sul loro volto bruciato dal sole, le rughe dei loro Paesi d’origine.Di fianco a loro una donna ben truccata, capelli corti tinti di un biondo spudoratamente artificiale, ben vestita, dalle mani affusolate, con lunghe unghie rosse: sembra uscita da una delle mille pubblicità della tivù..Donne che paiono lontane anni luce. «Vi-cine di casa», eppure così diverse, estra-nee, separate. Due mondi opposti in un contrasto così stridente, che si guardano di sbieco, quasi con sospetto. Ma pur sempre donne. Turche.

Andrea Santoro nasce a Priverno, in provincia di Latina nel 1945.“Cercavo una vicinanza con Dio e credevo di po-terla trovare dove Dio aveva cercato una vicinan-za con noi. Finalmente nel 2000 il Card. Ruini gli consente di partire per l’Anatolia. “Io dico sem-pre: «la fede è partire». Senza la disponibilità a partire non c’è la fede. E partire vuol dire mettersi in un cammino in cui Dio sempre più ti si manife-sta, in cui tu sempre di più lo incontri, sei da lui riempito e svuotato, e sempre di più diventi una benedizione per gli altri”.A Trabzon, Don Andrea entra sempre più in con-tatto con la realtà delle tante donne, soprattutto armene e georgiane, costrette a vendersi a causa delle precarie condizioni economiche. La sua è una presenza silenziosa, quasi invisibile, come nascosta sarà la via Crucis del 2003, che sceglierà di celebrare proprio nel quartiere a luci rosse. Alle persone che manifestavano una grande paura dei musulmani, lui rispondeva così: “Gesù ci ha detto di non avere paura di nulla. Solo di una cosa bisogna avere paura: di non essere cristiani, di es-sere, come diceva Gesù un sale senza sapore”.Il 5 febbraio 2005 Don Andrea è stato ucciso, nella sua chiesa, a colpi di pistola da uno sconosciuto.

“ In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento” (Lc 1,39-45)

Signore Gesù, porta la tua lice su di noi!

Amare come Gesù amava: a 360° verso tutti e senza limiti

Come Gesù reagisci di fronte alle ingiustizie?Quali i tuoi atti d’amore?

Il mio impegno

Lunedì 21 Dicembre IV Settimana di Avvento

Hai detto il tuo si a Gesù?

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UN PERGOLATO DI ROSE

Non sempre la strada che si percorre è

facile, difficoltà e pericoli sono in ag-

guato, ma il sapersi affidare a Maria è

sempre stato per don Bosco l’aiuto più

grande.Anche in questo sogno Maria gli mo-

stra il cammino e gli spiega il suo si-

gnificato.

“Sappi che la via che hai percorso tra le rose e le spine significa la cura che tu hai da prenderti della gioventù: tu vi devi camminare con le scarpe del-la mortificazione. Le spine per terra rappresenta-no le affezioni sensibili, le simpatie e le antipatie umane che distraggono l’educatore e lo distolgo-no dal vero fine, lo feriscono, lo arrestano nella sua missione, gli impediscono di raccogliere me-riti per la vita eterna. Le rose sono simbolo della carità ardente che deve distinguere te e tutti i tuoi coadiutori. Le altre spine significano gli ostacoli, i patimenti, i dispiaceri che vi toccheranno. Ma non vi perdete di coraggio. Con la carità e la mor-tificazione tutto supererete e giungerete alle rose senza spine. Appena la Madre di Dio ebbe finito di parlare, rinvenni in me e mi trovai nella mia camera».

“E Maria disse:«L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore,perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva.Da ora in poi tutte le generazioni mi chiame-ranno beata,perché grandi cose mi ha fatte il Potente.Santo è il suo nome;e la sua misericordia si estende di generazio-ne in generazionesu quelli che lo temono.Egli ha operato potentemente con il suo

Vieni Signore Gesù, insegnaci ad amare come tu hai amato!

Sognare come Gesù sognava: in grande, una società migliore

Hai detto il tuo si al Signore?Come affronti le difficoltà del tuo quotidia-no? Ti scoraggi o trovi la forza per continua-re?

Il mio impegno

Martedì 22 Dicembre IV Settimana di Avvento

braccio;ha disperso quelli che erano superbi nei pen-sieri del loro cuore;ha detronizzato i potenti,e ha innalzato gli umili;ha colmato di beni gli affamati,e ha rimandato a mani vuote i ricchi.Ha soccorso Israele, suo servitore,ricordandosi della misericordia,di cui aveva parlato ai nostri padri,verso Abramo e verso la sua discendenza per sempre” (Lc 1,46-55)

Suor Maria Romero MenesesLa famiglia sognava grandi cose per lei, ma scelse la strada religiosa. Entrò nel collegio delle FMA nel 1914, un anno dopo il loro arrivo in Nicaragua. Sogna-va e cercava “i fanciulli poveri e abban-donati”. Cominciò con il formare le mi-gliori delle sue allieve, le chiamava “las misioneritas” e compirono veramente dei miracoli. Non smise mai di insegna-re catechismo a piccoli e grandi. Costruì vere “opere sociali” da stupire lo stesso Governo. Giunse a creare un villaggio per i più poveri. Diede a ciascuna famiglia, tolta da sotto i ponti, una propria casetta: in cambio chiedeva il rispetto di alcune regole di vita Cristiana.

Condividere la propria vita con gli ultimi

Condividere la propria esistenza con gli altri vuol dire “vivere insieme”, mettere a disposizione degli altri le proprie capa-cità e le proprie esperienze, saper condi-videre il cammino mettendosi al servizio umile degli altri, lasciando dietro di se gli egoismi, la superbia, e come dice Gesù, farsi ultimo tra gli ultimi.Essere partecipe della vita degli ultimi e renderli partecipi della proprio.

“Compiutosi per lei il tempo del parto, Elisabetta diede alla luce un figlio. I suoi vicini e i pa-renti udirono che il Signore le aveva usato grande misericordia, e se ne rallegravano con lei. L’ottavo giorno vennero a circoncidere il bambino, e lo chiamavano Zaccaria dal nome di suo padre. Allora sua madre intervenne e disse: «No, sarà invece chiamato Giovanni». Ed essi le dissero: «Non c’è nessuno nella tua parentela che porti questo nome». E con cenni domanda-vano al padre come voleva che fosse chiamato. Egli, chiesta una tavoletta, scrisse così: «Il suo nome è Giovanni». E tutti si meravigliarono. In quell’istante la sua bocca fu aperta e la sua lingua sciolta, ed egli parlava, benedicendo Dio”. (Lc 1,57-64)

Signore, accogli tutti noi fra le braccia del tuo amore!

Pensare come Gesù pensava: “gli ultimi saranno i primi”

Giovanni il Battista venuto ad annunciare Gesù? Anche tu lo sai annunciare?Sai prenderti cura di chi è in difficoltà?

Il mio impegno

Mercoledì 23 Dicembre IV Settimana di Avvento

Page 16: L’Avvento del Regno di Dio inizia qui, subito, con la tua ... Estiva 2009.pdf · (Padre Zezinho – Brasile) “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra,

Il commercio miliardario dei dia-

manti provenienti da zone di guerra

ha finanziato e finanzia ancora oggi

guerre civili che in Africa hanno

provocato dal novanta più di 3,7 mi-

lioni di vittime e milioni di rifugiati.

Il denaro ottenuto con il commercio

dei diamanti ha permesso ai gruppi

ribelli di vari paesi di acquistare il-

legalmente armi e finanziare conflitti

devastanti, con la complice indiffe-

renza dell’industria dei diamanti e

degli Stati coinvolti.Ancora oggi, anche se in quantità

minore, i “diamanti di sangue” rag-

giungono le vetrine delle nostre gio-

iellerie.

Sean, nato nel 1963 a Yateley in Inghilterra, fu al-lievo al Collegio salesiano di Farnborough. Dopo aver incontrato il papa prese una decisione im-portante per la sua vita: partire per l’Africa come volontario laico presso i salesiani in Liberia. Re-alizzò il suo sogno nel febbraio del 1989, quando poté partire per la missione salesiana di Tappita. A causa dello scoppio della guerra civile, nel 1990, Sean cominciò a lavorare con l’ONU, sempre come volontario. La grande scelta della sua vita era ormai stata fatta: si trovava in una delle nazio-ni più povere dell’Africa per aiutare i bambini e i ragazzi. Parlava con tutta franchezza dell’anar-chia di un paese dove la gente stava soffrendo così tanto, e dell’insensibilità che lo circondava; denunciava la corruzione dei capi e l’egoismo pro-fittatore. Questo può essergli costata la vita! L’at-tacco assassino nel porto di Kismayo (il 3 gennaio 1993) ha posto fine a una vita di coraggioso ideale. Quando gli parlavamo dei pericoli e dei rischi del suo lavoro, la risposta era sempre la stessa: «fin-ché il mio cuore batte, devo fare ciò che penso di poter fare, aiutare quanti sono meno fortunati di me»”. Sean, l’uomo del sorriso luminoso, del coraggio, dell’impegno, della coerenza, ha dato la sua vita lavorando per aumentare le aspettative e le possibilità della gente, per ridar loro dignità e speranza!

“Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo e profetizzò, dicendo:«Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele,

perché ha visitato e riscattato il suo popolo,e ci ha suscitato un potente Salvatore

nella casa di Davide suo servo,come aveva promesso da tempo per bocca dei suoi profeti;

uno che ci salverà dai nostri nemici e dalle mani di tutti quelli che ci odiano.(Lc 1,67-71)

Signore, vieni a portarci la salvezza eterna!

Vivere come Gesù viveva: senza risparmiarsi, fino alla morte

Ti fai guidare dal Signore nelle tue scelte?Sai andare incontro a coloro che non ti stanno simpatici?

Il mio impegno

Giovedì 24 Dicembre IV Settimana di Avvento

A TE MI ABBANDONO

Dio mio, sii tu l’unico Signore del mio cuorepossiedilo tutto. L’anima mia ami solo te,

a te solo obbediscae cerchi di piacere in tutto a te.Gesù, mio Signore e Dio mio,

ti dono interamente il mio cuoree tutta la mia volontà.

Un tempo essa ti è stata ribelle,ma ora a te tutta la consacro.

Disponi di me come a te piace,sono pronto a tutto, accetto tutto.

O Amore, degno di infinito amore,tu mi hai amato sino a morire per me.

lo ti amo con tutto il cuore,ti amo più di me stesso

e nelle tue maniabbandono l’anima mia.

Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori

“Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chia-mata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”. (Lc 2,4-12)

Eccoti Signore, sei venuto per noi!

Sentire come Gesù sentiva: la presenza di Dio, la vita come dono/amore

Che cosa porta il Signore nella tua vita?Sai che cosa significa abbandonarsi a Lui?

Il mio impegno

Venerdì 25 Dicembre Santo Natale

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Un pezzo di Paradiso aggiusta tutto(Don Bosco)

Xavier trascorre l’infanzia in famiglia. A 15 anni conosce il Centro Giovanile Salesiano di Martí-Codolar che a poco a poco diviene il suo punto di riferimento nel processo di crescita umana e cri-stiana. Il 19 luglio 1974 scrive nel diario: “Il mio impegno si può riassumere così: attuare nei diversi ambienti ciò che esige la fede... una dedizione quo-tidiana alla e una revisione della mia vita o di un evento particolare”. È relativamente facile vivere la fede cristiana all’interno di un gruppo formativo. Più difficile è attuarla in famiglia, dove i rapporti e la fiducia non sono privi di difficoltà per un adole-scente, e nella scuola statale, dove ci sono compa-gni poco sensibili al tema religioso e di fede super-ficiale. Xavier sa di dover manifestarsi come vero cristiano: è una fatica, ma anche uno stimolo. Vita normale quella di Xavier, ma in essa Dio fa senti-

“Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testi-monianza davanti a loro e ai pagani. Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupa-tevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato” (Mt 10,17-22)

Signore, risplenda su di noi la luce del tuo volto!

Sorridere come Gesù sorrideva: la vita è speranza, la santità è allegria

Che cosa sei in grado di sopportare per amore?Quanto è difficile essere allegri nei momenti di trsconforto

Il mio impegno

Sabato 26 Dicembre S. Stefano IV Settimana di Avvento

re la sua voce: “Guardando la mia vita e senza sapere perché, giacché non c’è niente di straordinario in essa, sembra che Dio mi abbia attratto e chiamato. Da parte mia sto tentando di seguire il cammino nonostante le difficoltà”, scriveva il 18/9/1974. Xavier soddisfa pienamente la sua voglia di pienezza in Dio il giorno 4/10/1975, festa di San Francesco d’Assisi. Ritornando da una gita in montagna con tre amici, Xavier cade improvvisamente e muore, per entrare nella domenica senza fine.

Buon NataleFeliz Natal

Merry Christmas

Idah Saidan Wa Sanah Jadidah

Gun Tso Sun Tan’GungHaw Sun

Gledileg Jol

Feliz Navidad

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O Dio, non restare silenzioso!Non rimanere impassibile e inerte,o Dio!Poiché, ecco, i tuoi nemici si agitano,i tuoi avversari alzano la testa.Tramano insidie contro il tuo popoloe congiurano contro quelli che tu proteggi.Dicono: «Venite, distruggiamoli come nazionee il nome d’Israele non sia più ricordato!»Poiché si sono accordati con uno stesso sen-timento,stringono un patto contro di te:le tende di Edom e gl’Ismaeliti;Moab e gli Agareni; Ghelal, Ammon e Amalec;la Filistia con gli abitanti di Tiro;anche l’Assiria s’è aggiunta a loro;presta il suo braccio ai figli di Lot. Fa’ a loro come facesti a Madian,a Sisera, a Iabin presso il torrente di Chison,

“I suoi genitori andavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.Quando giunse all’età di dodici anni, salirono a Gerusalemme, secondo l’usanza della festa; passati i giorni della festa, mentre tornavano, il bambino Gesù rimase in Gerusalemme all’in-saputa dei genitori; i quali, pensando che egli fosse nella comitiva, camminarono una giornata, poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; e, non avendolo trovato, tornarono a Ge-rusalemme cercandolo. Tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri: li ascoltava e faceva loro delle domande; e tutti quelli che l’udivano, si stupivano del suo senno e delle sue risposte. Quando i suoi genitori lo videro, rimasero stupiti; e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena». Ed egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Pa-dre mio?» Ed essi non capirono le parole che egli aveva dette loro. Poi discese con loro, andò a Nazareth, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,41-52)

Ti confronti con i tuoi amici sulla tua fede? Perché?

Domenica 27 Dicembre S. Giovanni

i quali furono distrutti a En-Dor,servirono da concime alla terra. Rendi i loro capi come Oreb e Zeeb,tutti i loro prìncipi come Zeba e Salmunna; poiché hanno detto: «Impossessiamoci delle di-more di Dio!» Dio mio, rendili simile al turbine,a stoppia portata via dal vento. Come il fuoco brucia la forestae come la fiamma incendia i monti, così inseguili con la tua tempestae spaventali con il tuo uragano. Copri la loro faccia di vergognaperché cerchino il tuo nome, o SIGNORE! Siano delusi e confusi per sempre,siano svergognati e periscano! E conoscano che tu, il cui nome è il SIGNORE,tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra (Salmo 83)

Signore Gesù, modello di vita, aiutaci ad essere testimoni del Tuo amore!L’Egitto è un paese con fonti di approv-vigionamento idrico molto limitate sul proprio territorio nazionale. 56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi intera-mente dalle acque del Nilo, ma le origini del fiume non si trovano all’interno del paese. Per soddisfare il suo fabbisogno l’Egitto integra l’acqua del Nilo con pic-cole quantità di acque freatiche, con l’ac-qua del drenaggio agricolo e con acque di scolo municipali trattate. L’acqua acquista un valore crescente, si avvicina al petrolio e a ricchezze minerali come risorsa stra-tegica. La sua rarità porterà sempre più a conflitti internazionali che potranno attri-buire ai diritti su quest’ultimaun’importanza di primo piano.

Suor Giacinta Spiller (suora comboniana)«Ero ancora novizia quando sbarcai per la prima volta in Egitto nel lontano 1951. La missione che mi sorrideva e mi invitava nella mia giovinezza, rimane una passione e un richiamo a vivere il mio quotidiano per Dio a quanti avvicino, so-prattutto nel campo infermieristico. I malati sono stati sempre al centro della mia vita missionaria. I malati erano per me “immagini sacre”. Più volte li ho visti tornare sui loro passi, una volta guariti, per ringraziare per il bene ricevuto, non soltanto per la guarigione, ma anche per sentirsi più vicini a Dio al quale si cercava di portare tut-ti, pur rispettando la loro religione, infondendo in loro fiducia nel Padre comune… Ogni incontro con questa parte di umanità è per me un richiamo a mettermi a loro disposizione con cura e amore, anche quando a metà mattina vedo allungarsi la fila dei pazienti che vivendo in ambienti poco pu-liti esigono cure particolari: lavaggio di occhi e orecchi, estrazione di insetti penetrati nella notte a causa del dormire per terra. Come missionaria in Egitto e tra i musulmani sono convinta che an-che attraverso la mia presenza Dio parla a que-sto popolo perché senta quanto è da Lui amato». Fino al 2006 Suor M. Giacinta va ogni giorno al dispensario, a “parlare” ai poveri di Dio con la sua accoglienza, l’attenzione, le cure. Il Signore viene per portarla con Sé, la mattina del 21 luglio 2009.

“Dopo che furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlza-ti, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire». Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: «Fuori d’Egitto chiamai mio figlio». (Mt 2,13-15)

O Signore, liberaci dalle tenebre!

Amare come Gesù amava: a 360° verso tutti e senza limiti

“Ama il prossimo tuo come te stesso”. Quanto può essere facile realizzarlo? Perché?Quali le tue reazioni di fronte a chi dona la vita per gli altri? Potresti esserne capace?

Il mio impegno

Lunedì 28 Dicembre Santa Famiglia

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IL PRIMO SOGNO MISSIONARIO:

LA PATAGONIA

È questo sogno che spinge Don Bosco ad

iniziare l’apostolato missionario dei suoi

salesiani.Lo ha avuto nel 1872 e la prima spedi-

zione missionaria dei salesiani è dell’11

novembre 1875.Nel sogno si nota la paura di Don Bosco

per i suoi salesiani: paura che venissero

uccisi come altri missionari partiti per ter-

re lontane.

— Come fare a convertire questa gente così bru-tale?Intanto vedo in lontananza un drappello di altri missionari che si avvicinavano ai selvaggi con volto ilare, preceduti da una schiera di giovinetti.Io tremavo pensando:— Vengono a farsi uccidere.E mi avvicinai a loro: erano chierici e preti. Li fis-sai con attenzione e li riconobbi per nostri Salesia-ni. Volevo farli tornare indietro, quando vidi che il loro comparire mise in allegrezza tutte quelle turbe di barbari, le quali abbassarono le armi, de-posero la loro ferocia e accolsero i nostri Missio-nari con ogni segno di cortesia. E vidi che i nostri Missionari si avanzavano verso quelle orde di sel-vaggi; li istruivano ed essi ascoltavano volentieri la loro voce. Stetti a osservare, e mi accorsi che i Missionari recitavano il santo Rosario,.Dopo un poco i Salesiani andarono a disporsi al centro di quella folla che li circondò, e s’inginoc-chiarono. I selvaggi, deposte le armi per terra ai piedi dei Missionari, piegarono essi pure le ginoc-chia. Ed ecco uno dei Salesiani intonare: “Lodate Maria, o lingue fedeli...”, e tutte quelle turbe, a una voce, continuare il canto di detta lode, così all’unisono e con tanta forza di voce, che io, quasi spaventato, mi svegliai.

“ Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest’uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d’Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui; e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo: «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui” (Lc 2,25-33)

Vieni Signore, apri il nostro cuore e libera la nostr mente!

Sognare come Gesù sognava: in grande, una società migliore

Che cosa ti colpisce di più della vita di Gesù? Perché?Che cosa sogni per la tua vita?

Il mio impegno

Martedì 29 Dicembre

Madre Teresa di Calcutta (1910-1997) “Sono albanese di sangue, indiana di citta-dinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”. A Madre Teresa di Calcutta fu affidata la missione di proclamare l’amore assetato di Gesù per l’umanità, specialmente per i più poveri tra i poveri. “Dio ama ancora il mondo e manda me e te affinché siamo il suo amore e la sua compassione verso i poveri”. Era un’anima piena della luce di Cristo, infiammata di amore per Lui e con un solo, ardente desi-derio: “saziare la Sua sete di amore e per le anime”.

Dare voce agli ultimi

“I poveri di solito sono silenziosi. La povertà non piange, la povertà non ha voce. La po-vertà soffre, ma soffre in silenzio. La povertà non si ribella … Così ha bisogno di qualcuno che parli per lei.” (Ryszard Kapuscinski)

L’azione più radicale e globale che un cri-stiano può fare per i diseredati è raccontare lo loro esistenza. Se vogliamo che i pove-ri diventino realmente protagonisti del loro sviluppo, e risponderne alla sete di giustizia, dobbiamo schierarci decisamente dalla loro parte, cogliendone nello sguardo l’immagine del Cristo sofferente.

Ognuno può trovare la sua modalità nel dare la voce agli ultimi, ma è importante

farlo!

“Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva rag-giunto gli ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Com’ebbero adempiuto tutte le prescrizioni della legge del Signore, tornarono in Galilea, a Nazaret, loro città. E il bam-bino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui”

(Lc 2,36-40)

Signore, portaci la tua infinita bontà!

Pensare come Gesù pensava: “gli ultimi saranno i primi”

Quanto sei influenzato dagli altri nelle tue scelte?Credi che sia difficile pensare come Gesù pensava?

Il mio impegno

Mercoledì 30 Dicembre

Page 20: L’Avvento del Regno di Dio inizia qui, subito, con la tua ... Estiva 2009.pdf · (Padre Zezinho – Brasile) “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra,

Il Burkina Faso è uno dei tre paesi più

poveri della terra, ha una popolazione di

12.603.185 abitanti composta per la mag-

gior parte di ragazzi sotto i 15 anni. La

mortalità infantile è del 10,53% e quella

prenatale oltre il 46%. Solo il 25% della

popolazione ha accesso all’acqua pota-

bile. La speranza di vita alla nascita è di

46,78 anni per le donne e di 45,45 anni

per gli uomini. Ogni donna Burkinabè in

media mette al mondo 6,26 figli. La situa-

zione igienico sanitaria è gravissima con

pochissimi ospedali situati solo nei centri

più grandi, le epidemie sono frequenti. Il

contagio da HIV colpisce il 6,44% della

popolazione e oltre 350.000 persone in

Burkina Faso vivono con l’HIV/AIDS.

Thomas Sankara fu uno dei maggiori leader carismatici dell’Africa Occidentale sub-saha-riana. Primo Presidente del Burkina Faso, im-pegnò la sua azione in favore di riforme radicali per eliminare la povertà; promosse la “Rivolu-zione Democratica e Popolare”. E’ ricordato dal suo popolo per la lotta alla corruzione, per l’accesso all’acqua potabile a tutti i cittadini Si impegnò per la riforestazione, e soprattutto fece dell’educazione e della salute le priorità del suo governo. Fu un uomo integro, prima di tutto. Capace di mettere in pratica in prima persona, dandone l’esempio, quel nuovo stile di vita au-stero e felice da lui sognato e realizzato, capace di risollevare le sorti economiche e culturali del Burkina Faso, in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini e insieme consapevole e rispettoso dei limiti del pianeta. Sankara venne ucciso du-rante un colpo di stato il 15 ottobre 1987 insie-me a dodici ufficiali. La sua morte violenta fu rimpianta da quei popoli che lo ricordano come il Che Gevara africano.

“Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta. Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto.” (Gv 1,1-10)

Vieni Signore ad illuminare le nostre vite!

Vivere come Gesù viveva: senza risparmiarsi, fino alla morte

Perché il mondo non riconosce Gesù?Quanto sono importanti i propri valori e idea-li nella realizzazione della vita? Perché?

Il mio impegno

Giovedì 31 Dicembre

TIENIMI NEL TUO AMORE

Tu che sei al di sopra di noi,tu che sei uno di noi,

tu che sei anche in noi,possano tutti vedere te anche in me, possa io preparare la strada per te,

possa io rendere grazieper tutto ciò che allora mi toccherà.

Possa io non scordare in ciò i bisogni altrui. Tienimi nel tuo amore

così come vuoi che tutti dimorino nel mio.Possa tutto, in questo mio essere,

volgersi a tua gloriae possa io non disperare mai.

poiché io sono sotto la tua manoe in te è ogni forza e bontà.

Dag Hammarskjold

“Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udi-rono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato loro annunziato. Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall’angelo prima che egli fosse concepito” (Lc 2,16-21)

Signore, rendici docili!

Sentire come Gesù sentiva: la presenza di Dio, la vita come dono/amore

Ritieni di dover ringraziare per tutto quello che hai?La preghiera è importante per te?

Il mio impegno

Venerdì 1 Gennaio

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Non tramandate a domani il

bene che potete ¬fare oggi

(Don Bosco)

Roderick, Erick per gli amici, aveva 15 anni ma, era una persona spiritualmente matura. Gli scout del Don Bosco Technical College di Mandaluyong, Filippine, facevano un accampamento di tre giorni. Il primo pomeriggio del 18 agosto 1984 Roderick e Benedicto si accorgono che due ragazzi sono in difficoltà mentre nuotano. Si tuffa-no subito e li raggiungono, ma una forte ondata spinge il gruppo al largo. Erick sente il morso dei crampi. Al-lora Benedicto lo spinge a riva assieme a uno dei due, poi torna dall’altro che si aggrappa alle sue spalle, fa-cendo affondare tutti e due. Erick se ne accorge e in un impeto d’infinita generosità si rituffa. Li raggiunge e li salva proprio quando un’ondata gigantesca lo trascina via per sempre. Don Bosco ha prodotto un eroe! Com’è stato possibile che un ragazzo “normale” si comportasse così:? Dice monsignor Panfilo, direttore, confessore e amico di Erick: “È un eroe perché si è imposto la disciplina di ser-vire, di amare, di essere generoso. E ogni domenica si presentava al confessionale… Si serviva di questo sacra-mento non solo come mezzo per purificarsi, ma per cre-scere, amare il Signore sempre di più, e perfezionarsi”. Gli piaceva fare sport, danzare, passeggiare con i coeta-nei. È ricordato come un ragazzo serio, di bella presen-za, intelligente. Apparteneva a un gruppo il “430 SLC”, come la macchina superlusso della Mercedes Benz, un modo per descriversi come ragazzi che puntavano alla qualità ed eccellenza.

“Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei mandarono da Gerusalemme dei sacer-doti e dei Leviti per domandargli: «Tu chi sei?» Egli confessò e non negò; confessò dicendo: «Io non sono il Cristo».Essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei Elia?» Egli rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profe-ta?» Egli rispose: «No». Essi dunque gli dissero: «Chi sei? affinché diamo una risposta a quelli che ci hanno mandati. Che dici di te stesso?» Egli disse: «Io sono la voce di uno che grida nel deserto:”Raddrizzate la via del Signore”, come ha detto il profeta Isaia” (Gv 1,19-23)

Vieni Signore Gesù ad insegnarci l’amore!

Sorridere come Gesù sorrideva: la vita è speranza, la santità è allegria

Anche tu gridi nel deserto? Che cosa significa questo per te?Anche tu sai dare il “buon esempio” ai tuoi amici? Quando?

Il mio impegno

Sabato 2 Gennaio

Lodate il SIGNORE, perché è cosa buona sal-meggiare al nostro Dio;perché è cosa dolce, e la lode si addice a lui.Il Signore ricostruisce Gerusalemme,raccoglie i dispersi d’Israele;egli guarisce chi ha il cuore spezzatoe fascia le loro piaghe.Egli conta il numero delle stelle,le chiama tutte per nome.Grande è il nostro Signore,e immenso è il suo potere;la sua intelligenza è infinita.Il SIGNORE sostiene gli umili,ma abbassa gli empi fino a terra.Cantate al SIGNORE inni di lode,salmeggiate con la cetra al nostro Dio,che copre il cielo di nuvole,prepara la pioggia per la terrae fa germogliare l’erba sui monti.Egli dà il cibo al bestiame,e ai piccini dei corvi, quando gridano.Egli non si compiace del vigore del cavalloné della forza delle gambe dell’uomo.Il SIGNORE si compiace di quelli che lo te-mono,di quelli che sperano nella sua bontà.

“Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta. Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto. È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio. E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Gv 1,1-18)

Domenica 3 Gennaio

Celebra il SIGNORE,o Gerusalemme!Loda il tuo Dio, o Sion!Perch’egli ha rinforzato le sbarre delle tue por-te,ha benedetto i tuoi figli in mezzo a te.Egli mantiene la pace entro i tuoi confini,ti sazia con frumento scelto.Egli manda i suoi ordini sulla terra,la sua parola corre velocissima.Egli manda la neve come lana,sparge la brina come cenere.Egli getta il suo ghiaccio come a pezzi;e chi può resistere al suo freddo?Egli manda la sua parola e li fa sciogliere;fa soffiare il suo vento e le acque corrono.Egli fa conoscere la sua parola a Giacobbe,i suoi statuti e i suoi decreti a Israele.Egli non ha agito così con tutte le nazioni;e i suoi decreti esse non li conoscono.Alleluia(Salmo 147)

Vieni Signore ad illuminare la nostra vita!

Quando Gesù ha bussato e tu non gli hai aperto? Perchè?

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Ecco, stiamo arrivando alla fine del no-stro lungo viaggio. Siamo passati attra-verso molte terre, fino alla terra di Gesù per capire come vivere in modo più pieno e vero le nostre vite. Abbiamo conosciuto molte persone che hanno cercato di seguire il modello di Cristo e che hanno donato la loro vita per i fra-telli più piccoli.

Sicuramente hai capito e imparato molto in queste settimane e trove-

rai la tua strada per seguire Gesù e amare gli altri.

“Il giorno seguente, Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli; e fissando lo sguardo su Gesù, che passava, disse: «Ecco l’Agnello di Dio!» I suoi due discepoli, avendolo udito parlare, seguirono Gesù. Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: «Che cercate?» Ed essi gli dissero: «Rabbì (che, tradotto, vuol dire Maestro), dove abiti?» Egli rispose loro: «Venite e vedrete». Essi dunque andarono, videro dove abitava e stettero con lui quel giorno. Era circa la decima ora. Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù. Egli per primo trovò suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» ; e lo condusse da Gesù. Gesù lo guardò e disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa»” (Gv 1,35-42)

Come posso cambiare il mio stile di vita per seguire le orme di Cristo?Quali miei comportamenti quotidiani non mi fanno amare gli altri?

Il mio impegno

Lunedì 4 Gennaio Periodo di Natale

Donaci Signore un cuore nuovo!

“I cristiani abitano una loro patria,

ma come forestieri; a tutto partecipa-

no come cittadini e a tutto sottostanno

come stranieri; ogni terra straniera

è patria per loro e ogni patria è terra

straniera... Amano tutti, e da tutti sono

perseguitati. Non sono conosciuti e

vengono condannati. Sono uccisi, e ri-

prendono a vivere. Sono poveri, e fanno

ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto

abbondano. Sono disprezzati, e nel di-

sprezzo trovano gloria. Sono calunniati,

e riconosciuti innocenti. Insultati, bene-

dicono; offesi, rispondono con rispetto.

Fanno il bene, e sono puniti come mal-

fattori; condannati, gioiscono come se

ricevessero la vita” (A Diogneto 5,5.11-16).

Una bella e entusiasmante vita

Siamo i protagonisti di un tempo nuovo nella storia della Chiesa: oggi la sfida entusiasmante è annunciare Cristo mo-strando con la propria vita la bellezza e la sapienza di una vita abitata dallo Spirito del Risorto. Il miglior annuncio sarà proprio questo: rendere ragione con le nostre scelte dell’adesione a Gesù Cristo e alla sua Chiesa. Come? Ritor-nando semplicemente discepoli, che non si adeguano, che non danno risposte in proprio, che non elaborano strategie di mercato, ma che sanno leggere la situa-zione dell’oggi alla luce della sapienza del Vangelo e che cercano, con la grazia del Signore, di restare in ascolto prima di tutto della loro vita.

“Il giorno seguente, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo, e gli disse: «Seguimi». Fi-lippo era di Betsàida, della città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Ab-biamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe». Natanaele gli disse: «Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret?» Filippo gli rispose: «Vieni a vedere». Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro e disse di lui: «Ecco un vero Israelita in cui non c’è frode». Natanaele gli chiese: «Da che cosa mi conosci?» Gesù gli rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto». Natanaele gli rispose: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele». Gesù rispose e gli disse: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo” (Gv 1,43-51)

Signore fammi conoscere il tuo volto!

Quanto è bella la mia vita?Quanto è entusiasmante?

Il mio impegno

Martedì 5 Gennaio Periodo di Natale

La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo. La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala. La vita è amore, vivilo. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala. La via è un inno, cantalo. La vita è una lotta, accettala. La vita è un’avventura, rischiala.

La vita è la vita, difendila.

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È importante che continui a cercare di vedere e visitare Gesù nelle persone che in-

contri, non farti scoraggiare dalle difficoltà, ma lasciati amare da Cristo e porta a

tutti questo amore infinito!

“Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all’epoca del re Erode. Dei magi d’Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo». Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Geru-salemme con lui. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo doveva nascere. Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città princi-pali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele”». Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s’informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch’io vada ad adorarlo». Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov’era il bambino, vi si fermò sopra. Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissi-ma gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un’altra via” (Mt 2,1-12)

Il mio impegno

Mercoledì 6 Gennaio Periodo di Natale

La tua luce si rifletta su di me!

Ci sono alcuni ‘luoghi’ che oggi posso-

no ‘fare la differenza cristiana per noi e,

per contagio, anche di chi ci sta intorno.

Essi possono essere la ‘cartina al torna-

sole per cogliere quanto la mia vita, nel-

le scelte semplici e basilari, è veramente

imbevuta di Dio. Perché l’incontro con

Cristo diventi vita vera e piena, ti sugge-

riamo alcuni atteggiamenti concreti per

coltivare la tua anima e lasciare traccia

della bellezza di essere cristiani.

Sei pronto ad iniziare questa tua nuova vita a modello di Gesù e di tutte le persone che hai incontrato in questo viaggio?

Apri i nostri occhi

Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle.Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso.Apri il nostro cuore, Signoreperché impariamo ad amarci gli uni e gli altricome tu ci ami.Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signo-re, perché diventiamo un cuor solo ed un’anima sola, nel tuo nome. Amen.Madre Teresa

Decalogo della fraternità

1 Fratello è colui che sa ascoltare è comprendere gli altri.

2Fratello è colui che sa infondere delicatezza e dolcezza.

3Fratello è colui che sa condividerela gioia e la sofferenza degli altri.

4Fratello è colui che ha un leale com-portamento con gli altri.

5Fratello è colui che sa perdonare e non conserva rancore.

6Fratello è colui che diffonde la pace intorno a sé.

7Fratello è colui che non giudica l’ani-mo degli altri.

8Fratello è colui che spezza il pane con il povero.

9Fratello è colui che non dice mai basta al bisogno degli altri.

10Fratello è colui che non fa agli al-tri ciò he non vuole sia fatto a lui.

Signore Gesù,stare dalla tua parte richiede sempre un prezzo,

...PREGHIERE...

perché non tutti accettano la rivoluzione dell’amoreche tu sei venuto a portare.A volte l’amore crea strani nemici,non sempre è capito e accolto,anzi, spesso è male interpretato e rifiutato,soprattutto quando tocca interessi perso-nalie mette in discussione comportamenti ingiusti.E’ successo a quanti hanno preso sul serio il Vangeloe succede ancora oggi a tanti uomini e donne che in ogni angolo della terra lotta-no per un mondo più giusto.Devo ammettere, però, che, a volte, io non ho lo stesso coraggio di essere un vero testimone del tuo amore,che non sempre sono disposto a mettermi in giocoper difendere i diritti dei più deboli,di impegnarmi a costruire un mondo più giustononostante gli ostacoli e le resistenze che si frappongono. Aiutami a diventare come il seme che muoreper portare frutto e per far rifiorire la vita, perché la gioia che alla fine si prova è molto più grande del prezzo da pagare.Amen.

Signore Gesù,davanti alle ingiustizie del mondoe dell’ambiente in cui vivosono spesso portato a puntare il ditocontro coloro che Ie causano.Ma guardandomi dentro con sinceritàvedo che l’ingiustizia abita anche il mio cuore.Nella vita di ogni giomo, anch’ io,senza rendermene conto,mi rendo complice di piccoli atti di ingiu-

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stizia,di azioni poco oneste e trasparenti.La tentazione di adeguarmi alla mentali-tà comunea volte è troppo forte,perché remare controcorrente Aiutami a guardare in altoperché la giustizia non può essere costruitasolo con mani d’uomo.Tu hai dato la tua vita per tuttimorendo su una crocee così ci hai resi giusti.Fammi capire che questa è la viaper costruire la vera giustiziae aiutami a percorrerla con coraggio.Amen.

Signore Gesù,se mi guardo dentro con sinceritàdevo ammettere che il mio cuorenon è puro come tu lo vuoi.Spesso è inquinato dalle acque torbide del mio egoismo,della ricerca del piacere,assetato di « avere » e poco disposto a « dare ».Ogni giorno devo ingaggiare una lottatra le forze del bene e quelle del maleche abitano il mio cuoree devo ammettere che, a volte, a preva-lereè la resa al male.La tua Parola fa verità dentro di meed e l’unica che può guarirmi.Fa’ che io possa accoglierla con docilitàperché nelle relazioni con gli altri,negli impegni di ogni giornopossa guardare ogni cosacon occhi limpidi e trasparenti,rispettosi del dono che l’altro è per me.Donami il coraggio di essere diverso

senza assecondare i miei istinti peggiorie senza adeguarmi alla moda del «tutti lo fanno ».So che questo non è facile e richiedeimpegno costante e vigilanza,ma so anche che questa è l ‘unica stradache può rendermi veramente libero e felice.Amen. Signore Gesù,oggi e davvero difficile essere miti.Viviamo in una società dove la violenza dilagasenza risparmiare nessuno.Siamo vittime di una logica ciecache spesso si impone con la forza e la prepotenzae che vuole far credere che ha ragionesolo chi alza la voce e mostra i muscoli.Tu ci hai testimoniato un altro stile di viverefondato sul rispetto reciproco,sulla forza del dialogo,sulla capacità di accogliere 1’altro come un donosenza vederlo come un nemico da com-battereo un concorrente da eliminare.Tu ci hai insegnato a non essere arrogantima pazienti e fiduciosi verso gli altri.Hai sperimentato sulla tua pelle che essere mitisignifica estirpare dal nostro cuore1’odio, la vendetta, 1’orgoglio, 1’invidia,perdonare senza misura.Solo guardando a tepossiamo trovare la forza di essere miti.Facci capire che essere non violenti è una sceltache richiede coraggio,ma è la vera alternativaper dare inizio a una civiltà nuova.

Amen.

Signore Gesù,tu sei venuto ad accendere sulla terrail fuoco del tuo amoree hai voluto che esso diventi la forzatrasformante di ogni cosa.Ci hai insegnato a cambiare la realtànon con la violenza e le armima con la rivoluzione pacifica dell’amore.Nel perdono tu ci hai indicate la viaper costruire una pace duratura,basata sul dialogo e sul rispetto reciproco.Facci crescere sempre più nella solidarietà,nell’attenzione verso i bisogni degli altri,dei più soli ed emarginati.Fa’ che non ci preoccupiamo solo di noi stessi,intenti sempre e solo a saziare la nostra fame,ma anche la fame materiale e spiritualedi tanti nostri fratelli e sorelleche vivono nell’indigenza più assoluta.Cambia il nostro cuore perché da egoista e indifferentesi converta in cuore solidale, gratuitoaperto alle necessità degli altri.Aiutaci a non vivere più centrati solo su noi stessima a fare della nostra vita un donoper tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino.Amen. Va ‘ e diventa «prossimo»di coloro con i quali tu vivi,di coloro che incontrianche soltanto una volta,di coloro, che sconosciuti e lontani,ti sono pur sempre fratelli.Va’!In famiglia,nella scuola,

tra gli amici,per strada,nel mondo...c’è sempre qualcunoche chiede il tuo aiuto,che ha bisogno di te.Non passare mai «oltre». Niente è più urgente di un fratello che soffre.Va’e fatti vicino.Intervieni.Datti da faresenza perdere tempo.Possiedi «olio e vino»per lenire il dolore,possiedi le garzeper fasciar le ferite. Non ti basti gridareche «qualcuno» ci deve pensare;che il Comune, lo Stato,le Leggi, i Partiti...Ci sei tue qualcosa la puoi far solo tu.Va’e rimani vicino ai fratelli.Dopo il «pronto intervento»non ti puoi ritirare.Non puoi dire:«Ho già fatto abbastanza!».Il «denaro» che hai— le tue doti, il tuo tempo —ti è dato per gli altri,per risolverne a fondo i problemi.Va’e diventa «prossimo» di tutti.È questa la stradache conduce alla vita.

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Esame di coscienzaPREMESSA

Inizia ringraziando il Signore: è lui che ti dona di fare questo cammino, in questa comunità, con questi fratelli che sostengono con la preghiera la tua conversione. Rin-grazialo anche di tutte le volte che ti ha sostenuto nella fatica della vita; delle persone sante che ti ha fatto incontrare; di tutti i doni di cui ti ha ricolmato.Se trovi in te mancanze gravi (peccati mortali) confessali con cuore aperto al sacerdo-te. Cristo ha voluto che ottenessimo il perdono di tutte le nostre colpe gravi confessan-dole alla sua Chiesa .Per il resto, scegli uno o alcuni punti su cui lavorare, quelli che ti sembra facciano più acqua. E anche qui apri con fiducia tutto il tuo cuore al Signore. E’ lui che ti guida con amore in questo cammino. Decidi di revisionarti spesso su questi punti; ritornaci volentieri nelle prossime confessioni.

A. “Ama Dio”

1. mi accosto alla Riconciliazione con vivo desideri di conversione?sono disposto a cambiare vita?2. imposto la mia vita nell’accoglienza senza riserve del progetto che Dio ha su di me?ho a cuore la preghiera come lo spazio della giornata nel quale dialogo con Dio?porto nella mia preghiera le occupazioni, le gioie, i dolori? o mi limito a muovere le labbra?la Parola di Dio ha spazio nella mia vita e nella mia giornata?accolgo con amore, come da Cristo, la dottrina e le norme morali che mi giungono dalla Chiesa?3. concepisco la mia vita cristiana come una crescita verso Cristo, mio modello?curo la mia continua formazione cristiana?cerco di irrobustire la mia adesione a Cristo anche con il confronto con i fratelli nella fede?ho un sacerdote che mi accompagna nel mio cammino?4. L’Eucarestia domenicale è il momento in cui celebro Cristo come senso della mia vita?sono coinvolto attivamente nella partecipazione? o mi limito a “scaldare la sedia”?la Messa è al primo posto nella mia scala di valori per la settimana?mi unisco all’offerta d’amore di Cristo con la comunione?5. mi accosto frequentemente a Cristo nel sacramento della riconciliazione?mi preparo con cura?accetto con amore la penitenza che mi è assegnata?apro con piena fiducia tutto il mio cuore al sacerdote?6. ci sono per me altri dei: ricchezze, superstizioni, spiritismi, magia?nelle cose che faccio seguo una giusta gerarchia di valore?

7. è la mia coscienza, aperta alla luce di Cristo, il criterio ultimo delle mie scelte?ho a cuore la formazione continua della mia coscienza, soprattutto riguardo alle situa-zioni più nuove di oggi?8. ho rispettato il mio corpo come “tempio dello Spirito”, creato per la gloria della risurrezione?ho saputo accorgermi di quando le passioni mi rendevano meno libero?ho modificato il mio comportamento e le mie abitudini di conseguenza?gli altri hanno trovato in me un aiuto a vivere la stessa libertà?cerco di fuggire situazioni e occasioni in cui potrei cadere?9. nel matrimonio accetto con amore la legge di libertà che la Chiesa mi insegna?vivo con generosità la collaborazione con Dio nel generare nuove vite?10. ho accettato con amore con Cristo crocifisso i dolori e le prove della vita?mi educo al dominio di me stesso con la scelta di qualche mortificazione?11. attendo con speranza la piena libertà che il Signore mi donerà al termine del mio cammino?ho l’ottimismo di chi sa che l’amore di Cristo avrà in ogni caso l’ultima parola?12. so riconoscere le mie piccole chiusure quotidiane?sono disposto a tornare sui miei passi e a riconoscere i miei errori e peccati?13. sono responsabile all’interno della Chiesa?metto a disposizione sostanze, energie, tempo, e tutta la mia vita perché Cristo sia accolto con la Chiesa?la mia parrocchia, con i miei preti, e la mia diocesi con il mio vescovo, sono per me doni del Padre?14. sono testimone di Cristo risorto con la mia gioia?15. sono in sincera ricerca della verità, anche a costo di pagare di persona? sono fermo verso ogni forma di menzogna?

B. “Ama il prossimo”

1. le persone che ho accanto sono per me valori inestimabili? oppure me ne servo per me? le amo come le amerebbe Cristo, disposto a dare la vita per loro?imposto i rapporti con gli altri come un “lavare loro i piedi”?2. nella mia famiglia mi sento e sono responsabile dei miei cari?contribuisco secondo la mia condizione al bene e alla conduzione della famiglia?verso i miei genitori; so accettare le loro indicazioni, eventualmente confrontandomi nel dialogo?li ho onorati?li ringrazio di quanto fanno per me?verso i miei figli: ho a cuore la loro educazione nella fede cristiana?cerco di essere per loro di esempio nel vivere i valori?li educo nella responsabilità?li so ascoltare e comprendere?verso il coniuge: vivo la piena fedeltà?

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so dialogare e ascoltare, senza pretendere di cambiare l’altro?nelle espressioni d’amore ho a cuore anzitutto la sua gioia e il suo bene?insieme al coniuge e ai figli: siamo una famiglia che irradia nel palazzo e nel quartiere la luminosità di Cristo?mettiamo a servizio degli altri i grandi doni ricevuti?abbiamo a cuore l’unità della nostra famiglia?3. ho a cuore il bene della società in cui vivo, a tutti i livelli?mi interesso di ciò che succede?sono impegnato a trasformare la società alla luce del Vangelo?so rinunciare ai miei interessi in favore del bene comune?partecipo con il voto all’amministrazione della cosa pubblica?pago le tasse come mio contributo alla città e allo Stato?rispetto la legittima autorità?4. gli ultimi che vedo nel mio orizzonte sono al centro dei miei interessi?li considero pienamente persone umane, con gli stessi miei diritti?li amo come li ama Cristo, arrivando a sporcarmi le mani con loro?5. vivo il lavoro con giustizia, onestà, impegno?mi sent collaboratore del Creatore?ovvero i contratti? tengo fede alle promesse?svolgo le mie mansioni anzitutto come un servizio agli altri?6. ho rispettato la vita, l’onore, la buona fama del prossimo?ho procurato o consigliato l’aborto o l’eutanasia?7. le mie parole sono state solo di aiuto, conforto, incoraggiamento al prossimo?nel testimoniare ho sempre avuto di mira la verità e la giustizia?8. ringrazio il Signore di ciò che ho?rispetto i beni del prossimo e degli enti pubblici e privati?ho restituito ciò che ho rubato? ho riparato i danni arrecati?9. ho perdonato di cuore a chi mi ha fatto dei torti?l’amore è il criterio ultimo della mia giustizia?

(fonte: www.donboscoland.it)


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