Mensile delle Residenze Trifoglio offerta libera
“la penna è la lingua dell’anima”
n° 2 Febbraio 2018
“la vera
bellezza sono
i valori che
una persona
ha e che
offre agli
altri”
- Anonimo -
“la vita è
l’energia che
accompagna
la
giovinezza,
la serietà che
segue la
maturità, la
saggezza che
segue la
vecchiaia”
- Kahilil Gibran -
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SOMMARIO
FEBBRAIO 2018
LE ATTIVITA’ AL TRIFOGLIO
NOTIZIE D’ITALIA
COSA FACCIAMO AL TRIFOGLIO?
BENVENUTO FEBBRAIO
LA RUBRICA DI GIORGINA
L’ANGOLO DELLE POESIE
RECENSIONE FILM
LABORATORIO MUSICALE
ANGOLO DELLE RICETTE
I CONSIGLI DELLE NONNE
L’ANGOLO DEI GIOCHI
SOLUZIONE DEI GIOCHI
I NOSTRI APPUNTAMENTI
LA VOCE DEL TRIFOGLIO
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LE ATTIVITA’ AL TRIFOGLIO
Attività creative Fisioterapia
Lettura
del
quotidiano
Cantiamo
insieme Giochi
di gruppo:
salta in mente
Geromotricità
di gruppo Dibattito culturale
politico
Cinema
Gioco della
tombola
Cruciverbone
Salone di bellezza Laboratorio
musicale
Cinema d’animazione Attività NAT
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NOTIZIE D’ITALIA
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Il giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 Gennaio di
ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Si è
stabilito questo come giorno perché in quella data nel 1945 le Truppe dell’Armata
Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Molti di noi hanno,
purtroppo, il ricordo vivo di quanto accaduto. E’ una ferita che rimarrà aperta per
sempre e che non sarà mai possibile spiegare in alcun modo. Non è facile raccontare
un fatto di questo tipo, non è facile ritirare fuori dalla memoria vecchi ricordi così
dolorosi, ma è un giusto farlo. E’ giusto farlo per il rispetto di quelle povere anime,
è giusto farlo perché le nuove generazioni capiscano, è giusto farlo perché è una
pagina della nostra storia. Se dovessimo raccontare tutto questo a un gruppo di
bambini potremmo farlo così:
“C’era una volta un matto, un esaltato, che con la malsana idea di ripulire la razza
umana, avendo il potere assoluto di comandare, si è permesso di uccidere tutte le
persone le cui caratteristiche non corrispondevano a suoi canoni. In maggioranza
erano ebrei. Li radunò, anzi è meglio dire che li racchiuse, in vari campi poi
conosciuti come campi di concentramento. Qui le persone venivano suddivise in
settori: chi era in salute veniva portato nei campi di lavoro, chi non era in salute
veniva torturato e lasciato morire o proprio ucciso. Nessuno si ribellava a tutto
questo. Questo è stato il risultato di una mente malata, anzi di un intero popolo. In
pochi, pochissimi, sono riusciti a salvarsi e quelli che ce l’hanno fatta sono tornati a
casa come scheletri sulle proprie gambe.”
Il 27 gennaio del 1945 i carri armati dell'esercito sovietico sfondano i cancelli del
campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Da quel giorno, questo campo
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è diventato il luogo simbolo della discriminazione e delle sofferenze di chi è stato
internato solo perché ebreo o zingaro o omosessuale o anche, semplicemente,
perché si trattava di una persona con idee politiche diverse da quelle di chi era al
potere.
La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare quei milioni di persone
uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa. Serve a ricordare
che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso
da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto. La Giornata
della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la
voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo in quella che gli
storici chiamano la zona grigia. Si tratta di una zona della mente e del nostro
comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l'innocenza e la colpevolezza.
In questa zona a d avere la meglio, alla fine, è l'indifferenza per chi viene isolato e
non accettato. Per evitare che una tragedia come quella dell'Olocausto si ripeta
occorre ricordare e soprattutto capire. Uno strumento importante per farlo è
quello di ascoltare la viva voce dei testimoni e di chi è stato direttamente coinvolto
negli avvenimenti.
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COSA FACCIAMO AL TRIFOGLIO?
In occasione del Giorno della memoria è stato proiettato il film LA VITA E’ BELLA,
un film del 1997 diretto e interpretato da Roberto Benigni. Il titolo del film è tratto
dalla frase «La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male,
oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore» del testamento di Lev
Trotsky.
Vincitore di tre Premi Oscar: miglior film straniero, miglior attore protagonista
(Roberto Benigni) e migliore colonna sonora (Nicola Piovani), su sette nomination
totali, la pellicola vede protagonista Guido Orefice, uomo ebreo ilare e giocoso, che
- deportato insieme con la sua famiglia in un lager nazista - cercherà di proteggere
il figlio dagli orrori dell'Olocausto, facendogli credere che tutto ciò che vedono sia
parte di un fantastico gioco in cui dovranno affrontare prove durissime per vincere
il meraviglioso premio finale.
« Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla. Come in una
favola c'è dolore, e come in una favola è piena di meraviglia e di felicità »
Italia, 1939. Guido Orefice è un uomo italiano di origine ebraica che, trasferitosi
dalla campagna toscana, si reca dallo zio ad Arezzo con l'amico Ferruccio. Durante
il tragitto, dove viene scambiato per il re Vittorio Emanuele III, incontra una giovane
maestra elementare di nome Dora, a cui subito dà il soprannome di principessa,
innamorandosene. Arrivato in città, viene ospitato da suo zio Eliseo, maître del
Grand Hotel, dove Guido inizia a lavorare come cameriere. Quello stesso giorno,
in municipio, avviene un litigio con Rodolfo, arrogante burocrate fascista, in seguito
al quale entrambi si danno il nome di "scemo delle uova", perché Guido appoggia
alcune uova nel cappello di Rodolfo che, quando lo indossa, gli si rompono sulla
testa.
Un giorno Guido, incontrando nuovamente Dora, scopre che è fidanzata con
Rodolfo. Intanto, all'hotel, il cameriere fa anche amicizia con il dottor Lessing, un
medico tedesco appassionato, come lui, di indovinelli. Saputo che un ispettore
scolastico ospite dell'hotel è convocato il giorno dopo in una scuola elementare per
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una lezione antropologica a favore della razza ariana, trova uno stratagemma per
sostituirsi a costui, pur di incontrare Dora che insegna nella stessa scuola.
Il vero ispettore arriva quando la lezione ha già ormai ridicolizzato l'obiettivo iniziale
e Guido, fuggito poi da una finestra, ha raggiunto il suo scopo. Una sera Dora, con
i suoi amici, va a teatro, Guido la segue e, con un altro stratagemma, la porta via a
Rodolfo. I due quella sera parlano a lungo e Guido le confessa infine il proprio
amore per lei. Qualche sera dopo, proprio al Grand Hotel, Rodolfo è in procinto
di festeggiare il fidanzamento ufficiale con Dora, la quale non è mai stata veramente
innamorata di lui, ma costretta al connubio dalla madre: la donna quindi decide di
contraccambiare i sentimenti di Guido e, al termine della serata, va via con lui, che
entra nel ristorante sul cavallo bianco dello zio Eliseo, incurante che sul dorso
dell'animale ignoti avessero scritto "cavallo ebreo" (è già incominciata infatti la
discriminazione razziale). A Rodolfo non rimane che incappare nell'ennesimo uovo,
stavolta un grande uovo di struzzo etiope coloniale che rovina sulla sua testa.
Guido e Dora si sposano e dal loro amore nasce Giosuè. Sei anni dopo, nonostante
l'invasione nazista, la famiglia è ancora felice: Guido ha finalmente aperto una libreria
ma, proprio il giorno del compleanno di suo figlio, i due, insieme con lo zio Eliseo,
vengono catturati dai nazisti e caricati su un treno insieme con altri ebrei per la
deportazione in un lager. Dora, giunta a casa con la madre e trovati i segni della
colluttazione, arriva in tempo alla stazione per chiedere ai soldati di guardia di salire
anche lei sul treno, pur non essendo ebrea, per seguire il marito e il figlio. Guido
rivedrà di sfuggita la moglie soltanto in una occasione, all'arrivo al lager. Lo zio
Eliseo, in quanto troppo anziano per lavorare, viene destinato subito alla camera a
gas. Negli spogliatoi mostra un'ultima volta il suo contegno signorile, aiutando una
donna delle SS a rialzarsi dopo che questa è scivolata, ricevendo in cambio
un'occhiata di odio e rimprovero.
Pur di proteggere Giosuè dagli orrori della realtà, Guido sin dall'inizio del tragico
viaggio in treno, racconta a Giosuè che stanno partecipando a un gioco a premi, in
cui si dovranno affrontare numerose prove per vincere un carro armato vero. Si
spaccia anche come interprete del comandante tedesco, per "tradurre" le regole del
lager, imposte ai prigionieri, in un emozionante gioco. Col passare dei giorni Giosuè
entra attivamente nel vivo del "gioco", tra le cui "regole" c'era quella di rimanere
nascosti nella camera riservata a suo padre e ad altri prigionieri, in realtà per evitare
che, una volta trovato, fosse destinato alla camera a gas.
Durante una visita medica prima della camera a gas, Guido incontra nuovamente
Lessing, il medico tedesco del Grand Hotel, che sei anni prima era rientrato a Berlino
proprio per prendere parte alla soluzione finale nei confronti degli ebrei. Lessing,
ora membro del Partito nazista, lo risparmia dalla camera a gas, e gli offre il lavoro
di cameriere ai tavoli di una cena degli ufficiali tedeschi. Guido si illude che il medico
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voglia mettere una buona parola per lui e per sua moglie, e riesce anche a far
partecipare suo figlio, per sfamarlo dignitosamente, confuso tra gli altri figli di
ufficiali nel tavolo a loro riservato. Grande sarà la sua delusione quando, quella
stessa sera, il dottore lo chiamerà a sé soltanto per sottoporgli un assurdo
indovinello a cui non trovava soluzione e per il quale era disperatissimo, facendo
soltanto scoprire che era diventato pazzo per gli indovinelli. Padre e figlio, passando
per la nebbia per non farsi scorgere, tornano al campo, dopo aver visto una
montagna di cadaveri ebrei, destinati al forno crematorio.
Una notte, all'improvviso, con la fine della guerra e dell'occupazione nazista, i soldati
tedeschi cominciano freneticamente ad abbandonare il campo dopo aver fatto strage
dei deportati rimasti. Guido riesce a nascondere Giosuè in una cabina dicendogli di
giocare a nascondino e promettendogli di ritornare; mentre è alla ricerca della
moglie si maschera da donna, e successivamente cerca di raggiungere il camion dove
la tenevano prigioniera insieme con altre donne, dicendole di saltare dal camion, ma
fallisce e viene scoperto; viene portato dietro a un vicolo e, dopo aver fatto
l'occhiolino a Giosuè (come segno d'addio), viene fucilato da un soldato tedesco. Il
mattino seguente il lager viene liberato dagli americani e tutti i soldati tedeschi
vengono catturati.
Giosuè esce dalla cabina in cui era stato tutta la notte nascosto in silenzio ed è infine
salvato da un soldato americano, che lo fa salire sul suo carro armato: il bambino,
convinto di aver vinto il premio finale, grida: «È vero!». Giosuè, accompagnato in
spalla dal soldato che lo ha trovato, riconosce sua madre, che cammina nel gruppo
di prigioniere liberate e finalmente la riabbraccia, gridando felice: «Abbiamo vinto!».
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FEBBRAIO
Proverbio del mese: Febbraio: piccolino, corto e malandrino
Febbraio è il secondo mese dell'anno secondo il calendario gregoriano e conta di
28 giorni (29 negli anni bisestili). Viene dopo gennaio e prima di marzo ed è il terzo
ed ultimo mese dell'inverno nell'emisfero boreale o dell'estate nell'emisfero australe.
Il nome del mese deriva dal latino februare, che significa "purificare" o "un rimedio
agli errori" dato che nel calendario romano febbraio era il periodo dei rituali di
purificazione, tenuti in onore del dio etrusco Februus e della dea romana Febris, i
quali avevano il loro culmine il giorno 14. Tale ricorrenza pagana sembrerebbe poi
essere confluita nel culto cristiano tributato in onore a Santa Febronia, poi
soppiantata da San Valentino e trasferita al 25 giugno. Assieme a gennaio è stato
l'ultimo mese aggiunto al calendario, poiché i romani consideravano l'inverno un
periodo senza mesi. Secondo i miti, fu Numa Pompilio, nel 700 a.C., a inserirli
entrambi per potere adattare al calendario l'anno solare: il febbraio originale
conteneva 29 giorni (30 in un bisestile). Augusto avrebbe rimosso in seguito un
giorno di febbraio per aggiungerlo al mese in suo nome, agosto, (rinominato da
Sestilio), in modo che il mese dedicato a Giulio Cesare, luglio, non fosse più lungo.
Questo fatto, provato da poche fonti non certissime, è contestato da molti storici
che reputano più probabile un febbraio da sempre di 28 giorni.
Nominalmente febbraio era l'ultimo mese dell'anno romano, che iniziava a marzo.
Poiché i calcoli calendariali antichi erano imprecisi, alcune volte i sacerdoti romani
inserirono un mese di inframezzo, Mercedonius, dopo febbraio, per riallineare le
stagioni.
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FEBBRAIO E IL CARNEVALE
Febbraio in Italia è sicuramente il mese
del Carnevale. Il carnevale è senza dubbio la
festa più pazza e variopinta dell’anno, dove tutto è permesso e dove il gioco, lo
scherzo e la finzione diventano, per un po’, una regola. Si tratta di una delle
ricorrenze più diffuse e popolari del mondo.
Ogni città è invasa da maschere e coriandoli, luci e colori che creano un'atmosfera
di festa unica. Le origini del Carnevale sono antichissime e si fanno risalire ai Saturnali
romani che si celebravano in onore del nuovo anno, ma anche ai Lupercalia e alle
Dionisiache.
Tuttavia l'etimologia del termine "carnevale" deriva, con ogni probabilità, dal
latino carnem levare, un'espressione popolare per indicare il banchetto che si teneva
l'ultimo giorno subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima e
quindi nel “martedì grasso” che precedeva il “mercoledì delle ceneri”. Il martedì
grasso è da sempre l’occasione per gustare i dolci tipici del carnevale, come le
chiacchere chiamate anche frappe o bugie, le frittelle o castagnole e tutte le golosità
che cominciano a comparire sempre prima nelle pasticcerie. Si tratta, dunque, di una
festa tipica dei Paesi a tradizione cattolica anche se, come spesso accade, la sua saga
è stata “rielaborata” a partire da pratiche ben più antiche. Per esempio nell’Antico
Egitto erano soliti tenersi periodi di festa in onore della dea Iside durate i quali si
registrava la presenza di gruppi mascherati; una consuetudine simile a quelle delle
feste in onore del dio Dioniso in Grecia e dei “saturnali” romani, che avevano in
comune, oltre che l’uso del travestimento, il fatto di rappresentare un temporaneo
“rovesciamento dell’ordine precostituito”, da cui la pratica dello scherzo ed anche
della dissolutezza.
Un carro allegorico a Torino, 1929
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Esistono in Italia carnevali di antiche tradizioni e noti a livello internazionale, capaci
di attrarre ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo, occasione per visitare
il Bel Paese. Tra i più importanti c'è sicuramente il Carnevale di Venezia. La sua
caratteristica dominante è il mascheramento, nato per annullare ogni forma di
appartenenza sociale. Oggi il Carnevale di Venezia è una suggestiva festa popolare
considerata unica per storia, atmosfere e travestimenti. Nelle due settimane di
Carnevale nella Laguna si può assistere a numerosi manifestazioni di piazza ed eventi
di ogni tipo come anche a feste private e balli in maschera all'interno dei grandi
palazzi veneziani dove calarsi negli antichi splendori. Tra i momenti di maggiore
fascino si ricorda lo spettacolare Volo dell'Angelo, anch'esso legato alla tradizione
(il primo ad effettuarlo fu un acrobata turco nella metà del 1500), prevede che un
artista in carne ed ossa, assicurato ad un cavo metallico, effettui la sua discesa sulla
corda dal Campanile di San Marco verso il Palazzo Ducale.
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Un altro famoso carnevale è quello storico d'Ivrea. Si tratta di una delle feste più
antiche del mondo, istituzionalizzata nel 1808 e famosa per la suggestiva Battaglia
delle arance. Il carnevale rievoca infatti la guerra civile scoppiata tra i popolani e le
truppe reali all'indomani dell'uccisione dell'odiato tiranno Raineri di Biandrate, da
parte della Mugnaia. La battaglia prevede che squadre di aranceri a piedi (ossia il
popolo) difendano le loro piazze dagli aranceri su carri (ossia l'esercito) a colpi di
arance (che rappresentano le frecce), mentre tra le vie della città sfila il corteo della
Mugnaia che distribuisce dolci e regali alla popolazione. Inoltre, alla sfilata
tradizionale lungo le vie cittadine, nei tre giorni di carnevale, partecipano carri,
gruppi folcloristici e bande musicali che provengono dalle altre regioni italiane e da
diversi paesi europei.
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In Toscana si festeggia invece il Carnevale di Viareggio, uno dei più importanti e
apprezzati al mondo. Nato nel 1873 come manifestazione in maschera di ricchi
borghesi scontenti di pagare tasse troppo alte, nel corso degli anni la sua
caratteristica principale sta nei grandi, colorati e movimentati carri allegorici che
sfilano lungo la passeggiata a mare viareggina e sui quali troneggiano enormi
caricature in cartapesta dei big della politica, della cultura o dello spettacolo. Carri
straordinari con movimenti sempre più complessi movimenti ed effetti scenografici
grandiosi che ogni anno mostrano un esempio del perfetto connubio tra le capacità
artistiche delle maestranze toscane e la padronanza delle tecnologie.
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SAN VALENTINO, la festa degli innamorati
Il 14 febbraio di ogni anno si festeggia San Valentino, la festa degli innamorati.
L’origine è tutta italiana: si trattava di una festività religiosa dedicata a San
Valentino da Terni, vescovo e martire, istituita nell’anno 496 D.C. per sostituire la
festa pagana dei Lupercali, che si celebrava per venerare il dio Fauno, protettore
del bestiame. Nella celebrazione i romani rendevano omaggio al dio con un rito
alquanto insolito: i nomi dei partecipanti, uomini e donne, venivano inseriti in
un’urna e poi estratti da un fanciullo, che sceglieva, attraverso il caso, le coppie
che avrebbero vissuto assieme per completare il rito della fertilità. La Chiesa, per
cercare di fermare questa pratica pagana, cercò di sostituirla con una festività
cristiana in onore di un Santo: Valentino di Terni. Secondo la leggenda, il vescovo
di Terni fu convocato dall’imperatore Claudio II che cercò di convertirlo al
paganesimo, ma a causa del suo rifiuto fu decapitato il 14 febbraio 270. I racconti
narrano che durante la prigionia il vescovo s’innamorò della figlia del guardiano
della cella e, grazie alla sua fede, le ridiede la vista. Il giorno dell'esecuzione le inviò
un biglietto d’addio che finiva con la frase “dal vostro Valentino”. San Valentino
rimase un santo tutto sommato poco interessante fino al basso medioevo, quando
Geoffrey Chaucer, l’autore dei “Racconti di Canterbury”, scrisse di “antiche
leggende” (probabilmente inventate da lui stesso) in cui San Valentino veniva
associato a racconti che avevano a che fare con amanti o altri fatti amorosi.
Insomma, Chaucer recuperava San Valentino per trasformarlo nel santo dell’amor
cortese che proprio in quegli anni cominciava a diffondersi tra l’aristocrazia
europea. A quel punto storie e leggende sugli atti di San Valentino a favore degli
amanti si moltiplicarono. La ricorrenza di San Valentino, come la conosciamo
attualmente, è una festa moderna e fa riferimento ai bigliettini d'amore che scrisse
Carlo duca d'Orleans nel XV secolo mentre era prigioniero nella torre di Londra.
Il risvolto commerciale della festa è partito a metà dell'Ottocento direttamente
dagli Stati Uniti: è da qui che San Valentino diventa ufficialmente business.
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LA RUBRICA DI GIORGINA
LA FESTA DEGLI INNAMORATI
San Valentino, detto anche San Valentino da Terni, è stato anche un vescovo
Romano, martire. Venerato come santo dalla chiesa cattolica, da quella ortodossa e
successivamente dalla chiesa anglicana, è considerato patrono degli innamorati.
Sulla via Flaminia presso il ponte Milvio esiste una targa “S. Valentino martire”. Uno
dei motivi per cui è stato proclamato Santo consiste nel fatto che vide due
innamorati litigare e con l’intenzione di riportare la pace mandò sulle loro teste due
piccioni che in volo si scambiavano baci invitandoli a fare altrettanto. Per questo gli
innamorati si chiamano piccioncini.
In un recente passato questo ponte venne usato dagli innamorati romani per
agganciare lucchetti come simbolo di amore eterno. L’iniziativa però non è stata
gradita dal comune di Roma che diede ordine di rimozione. Anche in altre città
italiane ha preso piede la moda di appendere i lucchetti ai ponti come giuramento
d’amore. In questo giorno gli innamorati si scambiano biglietti, piccoli doni, fiori,
cioccolatini e i più fortunati anche dei gioielli.
A tutti gli innamorati un augurio di cuore che il loro amore, se sincero, sia anche
duratore.
W SAN VALENTINO!
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L’ANGOLO DELLE POESIE
E’ febbraio monellaccio
molto allegro e un po’ pagliaccio;
ride, salta, balla, impazza,
per le vie forte schiamazza;
per le vie e per le sale
accompagna il Carnevale.
Se fra i mesi suoi fratelli
ve ne sono dei più belli,
il più allegro e birichino,
sempre è lui, ch’è il più piccino.
M.Vanni
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EL BONEUR
J’è un cit content, ch’a gieuga a fè le gòle.
Gòle ‘d savon legere, trasparente,
ch’a specio ‘l cel, tant coma a son lusente,
ch’a van per l’aria come tante fòle.
Son così bele e tanto colorìe,
che ‘l cit l’è fòra ‘d chiel, a veul ciapeje,
a-j cor press, ma l’è bastà antrucheje,
sbogeje l’aria antorn, ch’a son sparìe!
Son ilusion, son coma un seugn ch’an chita,
dòp ch’a l’ha fane gòj, fane sperè:
Gòle ‘d savon ch’as podran mai ciapè,
così l’è ‘d cò ‘l boneur an costa vita.
Autore: Mario Albano
TRADUZIONE:
LA FORTUNA
C’è un bambino contento che gioca a fare le bolle.
Bolle di sapone leggere, trasparenti,
che rispecchiano il cielo, tanto sono lucenti,
vanno in aria come tante nuvolette.
Sono così belle e colorate,
che il bambino felice vuole prenderle,
gli corre incontro, ma è bastato sfiorarle,
muovere un po’ l’aria attorno, che sono sparite!
Sono illusioni, come un sogno che finisce,
dopo che ci ha dato gioia, sparisce:
bolle di sapone che non si potranno prendere mai,
così è la fortuna della vita.
Traduzione a cura della Sig.ra Giovanna Bauchiero
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RECENSIONE FILM
Ogni venerdì pomeriggio qui al Trifoglio abbiamo la possibilità di vedere un film.
Abbiamo chiesto di cambiare giorno delle proiezioni perché molti di noi di
domenica ricevono la visita di parenti o amici e spesso ci dispiace dover rinunciare
alla visione del film proposto. Come sempre siamo stati accontentati e ora possiamo
goderci la proiezione senza interruzioni. C’è lo schermo grandissimo giù nel salone
centrale così ovunque ti siedi riesci a vedere bene la pellicola. La visione di un film
può suscitare interessanti momenti di discussione e può anche far tornare a galla
una serie di ricordi che pensavamo di aver dimenticato.
Il piccolo Lord è un film del 1980 diretto da Jack Gold e interpretato da Rick
Schroder e Alec Guinness. Il film è il più celebre adattamento dell'omonimo
romanzo per ragazzi di Frances Hodgson Burnett.
Cedric Errol è un bambino di sette anni, orfano di padre, che vive negli Stati Uniti
con la mamma. Suo padre era il figlio minore del conte di Dorincourt, un ricco
nobile inglese che aveva interrotto ogni rapporto con lui dopo che aveva sposato
una donna americana e non nobile. Cedric è all'oscuro di tutto, vive tranquillamente
la sua infanzia, fino a quando suo zio Bevis, il fratello maggiore del padre, muore.
Cedric diventa l'erede universale di tutti i beni della famiglia, ottenendo il titolo di
Lord Fauntleroy.
Cedric si vede costretto a lasciare New York per trasferirsi in Inghilterra, andando
a vivere con il burbero e misantropo nonno. Il conte di Dorincourt è costretto, suo
malgrado, ad incontrare il nipote e l'odiata nuora, solamente allo scopo di dare a
Ceddie un'educazione adeguata a un lord inglese, destinato a diventare il suo
successore. Cedric non è a conoscenza dei dissapori tra la madre e il vecchio conte,
per questo non capisce come mai alla madre sia impedito di abitare nel castello,
relegata in una villetta lontana dalla tenuta.
Nonostante i pregiudizi e le difficoltà iniziali, il rapporto tra Cedric e il nonno
diventa sempre più profondo, grazie anche alla bontà d'animo e all'affetto
incondizionato che il nipote gli riserva. Con il tempo il conte inizia a cambiare,
trasformandosi da uomo burbero e misantropo in un uomo pacato e gentile, capace,
grazie all'affetto del nipote, di grandi gesti di altruismo verso il prossimo. Per
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presentare in società il suo erede, l'anziano nobile dà una grande festa e ospita al
castello molti nomi importanti della nobiltà britannica, inclusa la sorella Costantia
ed il cognato con cui aveva interrotto i rapporti per il suo comportamento verso i
figli.
Ma come un fulmine a ciel sereno, dopo la cena l'avvocato Havisham (che aveva
rintracciato Cedric in America per portarlo in Gran Bretagna) arriva con la notizia
che Cedric potrebbe non essere il primo nella linea di successione per diventare
conte di Dorincourt. Infatti suo zio Bevis prima di morire si era sposato e aveva
avuto un figlio. Il conte ingaggia i suoi avvocati per effettuare tutte le ricerche del
caso, al fine di trovare una soluzione. Nel frattempo il vecchio conte si pente di non
aver mai instaurato un rapporto con la nuora, che scopre essere una donna buona
e intelligente.
La notizia del nuovo erede fa il giro del mondo e arriva anche negli Stati Uniti, fino
al signor Hobbs, un pacifico negoziante con cui Cedric passava molto tempo e che
rimpiange la partenza del suo piccolo amico; Hobbs incontra un altro amico di
Cedric, il lustrascarpe Dick, che riconosce la foto della madre del presunto erede: si
tratta di Minna, la moglie del fratello maggiore, scappata anni prima; e il bambino
ha l'età e i tratti del fratello di Dick. Hobbs e Dick parlano con un avvocato, che
scrive ad Havisham a Londra; questi ha già i suoi dubbi perché la donna si è
contraddetta più volte durante le indagini; avuta la rivelazione dagli Stati Uniti,
Havisham fa venire Dick, il fratello e Hobbs di nascosto.
Quando la verità viene a galla e Minna viene smascherata, Cedric riprende di diritto
il suo ruolo. Il vecchio conte invita subito la nuora a vivere con lui e con il figlio al
castello di Dorincourt.
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LABORATORIO MUSICALE
« Chi quel gong percuoterà apparire la vedrà bianca al pari della giada fredda come quella spada è la bella Turandot! »
(Coro, atto I)
In Cina, in un mitico "tempo delle favole", viveva una bellissima e solitaria
principessa (Turandot), nella quale albergava lo spirito di una sua antenata
aggredita e uccisa. Da ciò nasceva l'orrore di Turandot per gli uomini.
Il popolo di Pechino e l'Imperatore suo padre (Altoum) le fanno però pressione
affinché si sposi.
Ella alla fine accetta di sposare solamente il giovane nobile che sarà in grado di
sciogliere i tre enigmi da lei proposti: se fallirà, però, morirà.
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L'opera si apre con l'ennesima testa che cade, quella del giovane Principe di Persia.
Tra la folla è presente in quel momento Calaf, principe tartaro spodestato, che
non riesce a resistere alla bellezza di Turandot e decide di provare a risolvere gli
enigmi.
Fra la folla ritrova il vecchio padre (Timur) e la fedele schiava Liù (da tempo
segretamente innamorata di Calaf) che tentano inutilmente di fargli cambiare idea.
Calaf si ritrova faccia a faccia con la "bella di ghiaccio" di cui riesce a risolvere tutti
e tre gli enigmi.
Turandot è ovviamente disperata e Calef le propone a sua volta un enigma: se
prima dell'alba la Principessa riuscirà a scoprire il suo nome, egli morirà.
Altrimenti diventerà il suo sposo.
Turandot, riesce a rintracciare Timur e Liù, ma entrambi taceranno, anzi, Liù
sentendo di non poter resistere alle torture a cui la stanno sottoponendo, si
suicida.
Alla fine sarà lo stesso Calaf a rivelare alla principessa il proprio nome, ma solo
dopo essere riuscito a darle un bacio appassionato.
Bacio che sconvolgerà nell'intimo Turandot, la quale andrà con Calaf davanti
all'imperatore suo padre ed al popolo, annuncerà trionfante di aver finalmente
scoperto il nome dello straniero: Il suo nome è "Amor".
Aspettavamo tanto di rivedere quest’opera perché è certamente tra le più belle, e
riascoltare il Nessun dorma è sempre un’emozione unica.
Tanto era l’attesa che molti di noi hanno detto ai propri cari di passare a farci
visita solo ultimata la proiezione o di tenerci compagnia durante la proiezione per
non perdere neppure un’istante.
Spesso arriviamo nel salone al 3°piano mezz’ora prima per non perdere i posti
migliori e perché Adele tiene molto alla puntualità di tutti noi per non creare
confusione durante la visione e non perdere l’interessante spiegazione e
descrizione dell’opera.
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Abbiamo trovato molto interessante il discorso legato al “Finale incompiuto” data
la morte dell’autore, per una grave malattia, prima che riuscisse a concludere la
scrittura della trama.
Puccini, dopo aver scritto l'ultimo coro funebre (dedicato alla morte di Liù) non
volle più continuare ritenendo il lavoro già perfettamente concluso. Il lavoro di
stesura di un vero e proprio finale alternativo iniziò praticamente poche settimane
prima della morte, quando l'autore stava per essere ricoverato, ma non rimasero
che abbozzi più o meno compiuti, lasciando il sospetto che il finale poteva essere
un altro.
Adele ci ha raccontato che la prima rappresentazione di Turandot ebbe luogo al
Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile del 1926 sotto la direzione di Arturo
Toscanini, il quale, profondamente commosso, arrestò la rappresentazione a metà
del terzo atto in rispetto del Maestro deceduto. Questo episodio ci ha colpiti
tanto per la sensibilità dimostrata in un’occasione così importante e ufficiale, cosa
che oggi, forse, non accadrebbe più.
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ANGOLO DELLE RICETTE
Febbraio è il mese più corto dell’anno, il mese di San Valentino e di
Carnevale. Ecco alcune ricette che potranno accompagnarvi per tutto il
mese. Ci sono piatti per tutti i gusti dall’antipasto al dolce.
BISCOTTI AL PARMIGIANO REGGIANO E PECORINO
Ingredienti (per 14 biscotti) :
- 50 g. parmigiano reggiano
- 50 g. pecorino
- 130 g. farina 00
- 100 g. burro freddo
- 30 g. latte intero freddo
- Sale e pepe nero
Preparazione:
Unite tutti gli ingredienti e poi trasferite l’impasto sul piano da lavoro in
modo da lavorarlo fino a dargli la forma di un panetto. Foderatelo con
pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per 30 minuti. Stendete
con il mattarello il composto e create i biscotti con un coppapasta,
disponeteli nella teglia e cospargete un po’ di parmigiano al centro di ogni
biscotto. Completate con una macinata di pepe nero. In forno a 200° per
15 minuti.
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LE BUGIE DI CARNEVALE
Ingredienti:
4 uova
400 gr di farina 00
40 gr di zucchero
50 gr di burro a temperatura
ambiente
la scorza di un limone grattugiata
un pizzico di sale
zucchero a velo
olio di arachide per friggere
Le bugie sono le classiche Chiacchiere di Carnevale che a seconda della
regione italiana vengono chiamate in modo diverso. Sono chiamate bugie
in Piemonte e in Liguria. Quando le preparate accompagnatele alle
castagnole per un Carnevale all’insegna della tradizione.
Preparate l’impasto mettendo la farina a fontana, aggiungendo anche lo
zucchero. Sbattete leggermente le uova e unitele nel centro della
fontana, insieme alla scorza del limone grattugiata e al pizzico di
sale. Cominciate ad impastare con le dita, quindi aggiungete per ultimo
il burro e lavorate bene fino ad ottenere un composto liscio e
omogeneo. Tirate la sfoglia ad uno spessore di circa 2/3 mm e tagliatela
con la rondella dentellata tanti rettangoli allungati. Praticate un taglio al
centro e arrotolatele a fiocchetto come da foto. Friggete le bugie in
abbondante olio caldo di arachide fino a quando non saranno dorate
uniformemente. Scolatele su carta assorbente per asciugarle dall’olio in
eccesso, quindi spolveratele con lo zucchero a velo.
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I CONSIGLI DELLE NONNE
- Per deumidificare la casa il sale grosso è un ottimo prodotto. Potete
realizzare un deumidificatore naturale mettendo in una ciotola 200
g. di sale grosso che potete poi posizionare in un angolo o sopra
un mobile della stanza umida. Se al sale aggiungete anche un
cucchiaio di bicarbonato avrete preparato un valido ed economico
assorbi-odori.
- Se dovete scongelare la carne è necessario posizionarla nella parte
bassa del frigorifero. È meglio metterla in un recipiente chiuso in
modo che non assorba gli altri odori. Non scongelate la carne
passandola sotto l’acqua o peggio immergendola nell’acqua calda.
- Per ciglia e sopracciglia folte: la sera prima di coricarvi applicate con
un fazzoletto di cotone dell’olio di ricino alla base di ciglia e
sopracciglia facendo attenzione a non farlo entrare negli occhi. In
un paio di settimane si dovrebbe notare un miglioramento.
- Per preparare un buon dentifricio disinfettante mettete 100 g. di
foglie di timo a macerare per qualche giorno in mezzo litro di acqua
vite. Lavate ogni giorno i denti intingendo lo spazzolino in questo
preparato.
- Il peperoncino è un buon rimedio naturale per prevenire il
raffreddore. Fate bollire mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere
in una tazza di acqua per 10 m. e poi filtrate il liquido. Assumetene
un cucchiaio al giorno diluito in mezzo bicchiere di acqua calda.
- Per togliere il fango dai jeans sciacquateli bene e lasciateli in ammollo
per una notte in 4 litri di acqua a cui avete aggiunto un bicchiere
di detersivo e una tazzina di ammoniaca e po8i lavateli come fate di
solito.
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L’ANGOLO DEI GIOCHI
Risolvi le seguenti catene:
CATENA N° 1 CATENA N° 2 CATENA N° 3
TURISTICA MALAUGURIO VOLPE
C _ _ _ _ _ U _ _ _ _ _ _ V _ _ _ _ _ _
C _ _ _ _ _ _ _ V _ _ _ B _ _ _
V _ _ _ _ _ _ C _ _ _ _ _ _ _ R _ _ _ _
B _ _ _ _ F _ _ _ _ R _ _ _ _ _
M _ _ _ _ _ C _ _ _ _ A _ _ _ _ _
M _ _ _ _ _ _ _ _ B _ _ _ _ L _ _ _ _ _
S _ _ _ _ _ _ _ V _ _ _ _ _ C _ _ _ _
T _ _ _ _ _ _ M _ _ _ _ _ N _ _ _ _ _ _ _ _
M _ _ _ _ _ S _ _ _ _ _ _ C _ _ _ _ _ _
L _ _ _ _ _ _ V _ _ _ _ B _ _ _ _ _ _ _ _
F _ _ _ _ _ _ C _ _ _ _ _ P _ _ _ _ _
UVA SALE INDUSTRIALE
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Soluzione di giochi:
1° CATENA 2° CATENA 3° CATENA
TURISTICA MALAUGURIO VOLPE
CLASSE UCCELLO VECCHIA
COMPAGNI VOLO BARI
VIAGGIO COGLIERE RUOTA
BORSA FIORI RAGGIO
MILANO CAMPO AZIONE
MARITTIMA BASSO LEGALE
STAZIONE VOLUME CORSO
TERMINI MUSICA NAPOLEONE
MEDICI SPARARE CAVALLO
LORENZO VISTA BATTAGLIA
FRAGOLA CUCINA PERITO
UVA SALE INDUSTRIALE
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I NOSTRI APPUNTAMENTI
Prossimamente al trifoglio…
POMERIGGIO DI
RELAX E BENESSERE
Venerdì 2 Febbraio
Ore 15.00
Sala benessere 3° piano
CARNEVALE CON LA CYM BAND
Domenica 4 Febbraio
Ore 16.00
Piazza centrale 3° piano
FESTA DI MARTEDI GRASSO
Martedì 13 Febbraio
Ore 16.00
Salone piano terra
CYM BAND
Mercoledì 14 Febbraio
Ore 16.00
Salone piano terra
POMERIGGIO MUSICALE
Venerdì 23 Febbraio
Ore 16.00
Piazza centrale 2° piano
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DIRETTORE RESPONSABILE
Equipe animazione
VICEDIRETTORE ESECUTIVO
Equipe oss
CAPOREDATTORE
Giacomina
REDAZIONE
Nilda, Rosalba, Lucia, Celeste, Bruno, Carmen, Clelia, Lucia D., MariaPia, Luigia, Elsa, Elisabetta, Esther,
Giuseppina, Rosa, Angela, Lidia, Anna, Giovanna, staff “villa mongrando”
CORRISPONDENTI
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PROGETTO GRAFICO
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