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Le Cose Cambiano - Things Change

Date post: 21-Feb-2016
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Fanzine sul tema del cambiamento. Con lavori di: Fanzine on the subject of changing. Artworks by: Luca Salce, Pasquale Parisi, Beatrice de Alberti, Nicla Quacquarelli, Noriyuki Wakabayashi, Ruben Venturo, Lorenzo Guagni, Igor Munteanu, Gaia Lipani
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4 PASSI SULL’ORLO DI TE STESSO

di luca salce

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Le CoSe cAmBiaNo

Benvenuti lettori, e complimenti per l’ottima scelta. Quella che tenete in mano è una fanzine nata dagli sforzi collettivi e individuali di un gruppo di aspiranti fumettisti (leggasi perditempo) alla ricerca di fama gloria e ricchezza, ovviamente nella direzione sbagliata. Acquistandola, li aiutate a comprare acqua e cibo per sopravvivere un’altra settimana e, con un po’ di fortuna, per investire in un ipotetico secondo numero di questa curiosa rivista che raccoglie le nostre visioni e il nostro bisogno di raccontare, ognuno a suo modo, un cambiamento. Perché se si può dire qualcosa di certamente vero è che tutti noi cambiamo costantemente e le cose cambiano con noi, ci cambiano attorno, plasmano la realtà attimo per attimo. Allora che fosse un cambiamento di vita, di abitudini, di pensieri, di rapporti, che fossero voluti o imposti, i cambiamenti sono diventati il filo conduttore che lega le storie che trovate in questo volume. E con un po’ di fortuna, magari alla fine della lettura sarete cambiati un po’ anche voi.

“Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato

mutare, perchè ridiventasse se stesso in un tempo nuovo.”Alessandro Baricco, da “I Barbari”

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INCIDENTI DI PERCORSOdi Pasquale Parisi

Perché ho scritto questa storia? mmh. Bella domanda. L’ idea del ragazzo alle prime armi con la vita da solo è un

po’ il simbolo di chi deve cambiare per ‘’sopravvivere’’. L’ idea dei vari errori compiuti dal ragazzo è nata perchè ho effettivamente fatto restringere due magliette. So cosa state

pensando (-_-)...

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ETERNAL RESTdi Beatrice Valentina De Alberti

Sinceramente parlando, non so dire in che modo sia nata questa storia. Mi sono semplicemente seduta alla scrivania ed

ho iniziato a riflettere su quale potesse essere, per me, il significato della parola “cambiamento”, il tutto accompagnato da una colonna sonora a base di Avenged sevenfold, A Skylit

Drive e Bullet for my Valentine. In particolar modo, credo siano state proprio alcune canzoni di quest’ultima band a ispirarmi.

Ma in verità, forse non è stato nemmeno quello. Probabilmente ho solo pensato al sogno che avevamo io e le mie due

migliori amiche di formare una band musicale e ci ho ispirato una storiella chiedendomi “e se l’avessimo creata davvero?”. Ho aggiunto un pò di scemenza e tragicità alla cosa, in pieno

“stile bex”, e BOOM. Parto avvenuto.

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LA VERA STORIA DI DUNKAN NONMUORE di Lorenzo “DustKid” Guagni Il mio nome è Dunkan Nonmuore e sono immortale solo quando mi suicido. La prima volta che pensai realmente alla morte fu a 10 anni, quando il mio pesce rosso Aldo saltò fuori dalla sua piccola vaschetta bombata. Era estate. Era estate e io avevo sete. Avete presente i momenti in cui il bisogno di bere supera anche il bisogno impellente di andare a pisciare o di grattarsi la testa? Succede solo d’estate. La gola comincia a pizzicare in maniera maledettamente insistente e in quei momenti non te ne frega un cazzo di niente, NON PUOI non bere, no?Aldo...dannazione, non scorderò mai quel momento. Insomma, la partita di calcetto con i ragazi del quartiere mi stava uccidendo. Il sudore mi mezzava i capelli e mi faceva frizzare gli occhi. Non penso di aver mai sentito le mie ascelle più tristi e commosse di quel giorno. Tutto questo appena battuto il calcio d’inizio. DOVEVO BERE. Bere qualunque cosa. Il pastone della bocca non mi permetteva nemmeno di sputare senza creare un lungo schifoso ponte dal mio orifizio orale al campo da gioco e la mia capigliatura alla Lionel Richie certo non aiutava. Cominciai a correre verso casa con le ultime forze rimaste, pregustandomi una fantomatica Schweppes ghiacciata che mio padre avrebbe ingenu-amente lasciato nel frigo.Arrivai stremato in cucina, lasciando chiazze mollicce su ogni cosa che toccavo, aprii violentemente la porta del frigo. La Schweppes non c’era e presi la prima cosa che trovai a portata di mano. In quel momento, forse, anzi certamente, SOLO in quel momento, il succo di pomodoro Bertolli mi parve la bevanda più buona che avessi mai bevuto. Mi voltai lentamente a occhi semichiusi in preda ad un’ orgia di piacere, ad un paradiso sensoriale, mentre la maledetta sete veniva meno e, lentamente, andava spegnendosi. Fu più o meno a metà della bottiglia e nel pieno della soddisfazione che mi ac-corsi che il mio pesce rosso stava morendo. Era a pochi passi da me...non si dibatteva come avrebbe fatto ogni altro pesce fuor d’acqua...se ne stava immobile e io ebbi la terribile sensazione che mi stesse guardando, che mi stesse fissando col suo “fisheye” capace di scrutare il mondo a 360° e che in quel momento l’oggetto indicato dalle sue coordinate fossi proprio io. Eravamo io e lui. La vita e la morte che si guardavano. Mi vergogno un po’ a dirlo. Mi vergogno TANTO a dirlo. Aldo mi parlò. O almeno in quel momento ero sicuro che mi stesse parlando. E mi disse delle parole che mi persegui-tano tuttora.“Dunkan ci siamo. E’ la mia ora. E’ la mia ora perché tu non riuscirai a staccare le labbra da quella bottiglia di succo di pomodoro prima che il mio cuore smetta di battere. E lo sai perché non lo farai? Non lo farai perché sei un essere vivente. Un essere con dei bisogni che risulteranno comunque più importanti di qualsiasi necessità altrui. Io sto morendo. E’ la prima e unica scelta che abbia mai preso in vita mia. Ho passato la vita dentro una sfera di vetro e ci ho sbattuto la testa così tante volte che pensavo che prima o poi sarei riuscito a romperla. Io, così piccolo. Tu avrai molte decisioni da prendere Dunkan, molte scelte da ponderare. E avrai la VITA davanti per farlo. Sai una cosa Dunkan, ho sperato fino all’ultimo che non fosse come pensavo, che gli esseri viventi potessero prendersi cura l’uno dell’altro e che tu mi avresti rimesso immediatamente nella mia vaschetta...che tu avresti sacrificato i tuoi bisogni per un pesce rosso. Ma sai che ti dico? Io alla fine ce l’ho fatta, io ci sono riuscito a saltare fuori dal vetro Dunkan. Ecco il mio regalo d’addio per te, il mio regalo al mondo: tu non potrai MAI scegliere di saltare fuori dal vetro, Dunkan. MAI.”La bottiglia era finita e la mia faccia cosparsa di pomodoro e lacrime.Ma che cazzo...Proprio a me doveva capitare il pesce rosso in depressione?!?!Il giorno seguente e quello dopo ancora vomitai tutto quello che mangiavo, non so fosse dovuto all’inquietudine provocata da Aldo o alla bottiglia di pomodoro Bertolli.Crebbi. E crebbi anche di mmerda. La mia vita andava a rotoli sempre di più, ogni giorno che pas-sava, il desiderio del suicidio si faceva sempre più opprimente e continuava a farsi largo a gomitate dentro la mia testa. A 18 anni, dopo che la mia ragazza mi lasciò per slinguazzare liberamente col nostro Master di Dungeons&Dragons e che la mia pagella scolastica era risultata più terribile di un cavaliere senza testa, mi preparai al grande passo. Scrissi una bella lettera d’addio, una di quelle che non si dimenticano, che ti ci metti proprio d’impegno a scriverla, che se non ti viene qualcosa di abbastanza struggente ti sfogli un po’ di Leopardi e scopiazzi in qua e in là. Mi avviai, col mio fido Scarabeo 50, verso Monte Pastrocchio, luogo di ritrovo noto per chi vuole avere un attimo di morte in santa pace. Avevo rubato la pistola a mio padre, che faceva il carabiniere ma che ormai era andato inpensione. Non se ne sarebbe mai accorto in tempo. Avevo tutto il tempo di godermi quel momento. Ripensai con calma a tutto quello che era successo nella mia vita, a quello che avevo concluso in 18 lunghi anni di esistenza. Ripensai anche ad Aldo. Come non pensarci in quel momento. Pensai che si era sbagliato. Non sul fatto dell’egoismo terrestre, no no...su quello aveva pienamente ragione. Maledetto Dungeons&Dragons. Aveva torto sul fatto che non sarei riuscito a saltare fuori dalla vasca, a rompere il vetro. Sto per saltare vecchio pesce pazzo. Mi ricordo che quando mi uccisi la prima volta avevo la bocca piena del sapore del pomodoro.

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MODÌ

Il mio progetto è tratto dalla storia di Amedeo Modigliani. Storia piena di cambiamenti, spinto dalla sua fame per l’arte si è

trasferito da Livorno, suo paese natale, a Parigi. Essendomici trasferita anch’io da Febbraio, ho voluto omaggiare un semplice ma

grande pittore Livornese.

di Nicoletta Quacquarelli

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Illustrazioni di Nicoletta Quacquarelli

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Disegni: Beatrice Valentina De AlbertiTesti: My Chemical Romance.

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I HEARD MY SELF SPEAK di Luca Salce

Questa storia nasce dalle mie riflessioni sul cambiamento. Nel corso della nostra vita attraversiamo determinate fasi

che crediamo essere definitive, ma il tempo alla fine ci smentisce: sta a noi capire quanto di questo cambiamento sia un’evoluzione e quanto un tradimento. Il personaggio principale è ricavato dal mio vicino di casa, la finestra di

fronte alla mia, che incrocio ogni giorno dalla mia stanza e mi chiedo sempre che vita faccia.

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Sul quadernetto su cui scrivevo - non era un diario, era uno dei MILIONI di quadernetti comprati con una voglia matta di tenere un diario e lasciati successivamente a marcire con tutte le pagine bianche (tranne la prima e la seconda dove c’era rispettivamente il mio nome e delle A di Anarchia e/o piselli stilizzati) - c’è una pagina, alla fine di questa sequenza di pensieri che vi sto per proporre in cui c’è scritto (testuali parole):“Le prime 5 pagine di questo quaderno sono PATETICHE.”È un vero peccato che non ci sia scritta la data di questo piccolo intervento. Adesso potrei sapere il giorno esatto del decesso del bambino che si sentiva incom-preso, puro, innocente e terribilmente solo e la nascita del ragazzo di polvere. In che momento mi sono reso conto che le “poesie” scritte fino a quel momento erano PATETICHE? Cos’è che mi ha fatto aprire gli occhi, o almeno, cambiare punto di vista? Qual’è stata la svolta che mi ha fatto capire che mi stavo prendendo in giro con le mie stesse parole...che stavo usando grammatiche precotte per darmi l’affetto che non sono mai riuscito ad apprezzare in vita mia? Eppure, se rileggo, io SO cosa significano le cose che scrivevo. E sicuramente quando le scrivevo erano pezzi di me. Erano sudore. Cuscini premuti forte sul viso. Erano unghie. Erano battiti cardiaci. Erano tutto quanto potessi urlare al mondo, la mia polpa. E mi faceva stare bene scrivere, qualche volta. Quando arrivavo al limite mi faceva bene. Mi dava un non so cosa per andare avanti.

Quand’è che tutto si è annerito per davvero e le mie parole hanno cominciato a puzzare in maniera disgustosa? Penso di essermi cominciato a sentire come milioni di ragazzini sdraiati sul letto a piangersi addosso, a piangere sangue finto per il mondo crudele e meschino in cui siamo nati. Soli, incapaci di progettare. Tutti eravamo più sensibili, più intelligenti. Segretamente. Il fatto è che cominciai a pensare di non essere propriamente solo.

E non mi piaceva per niente.

IL CAMBIO DELLA PELLEdi Lorenzo “DustKid” Guagni

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di Gaia “Üska” Lipani

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di Gaia “Üska” Lipani

Disegnato come percorso didattico alla scuola Comics di Firenze, il fumetto tratta il tema del cambiamento incentrandosi

sull’uomo e sulla sua possibile evoluzione. Il protagonista, un medico di nome Jerì, insegue la sua pas-

sione fin dopo il limite umano. “Cambio di corsia”, la cui storia è inventata dallo stesso disegnatore, rappresenta la volontà di

superare il possibile e sfidare l’impossibile.

di Igor Munteanu

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Tavola di Pasquale Parisi

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Illustrazione di Gaia “Üska” Lipani

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L’INIZIO

di Noriyuki Wakabayashi Gerola

Quando hanno deciso il tema per questa fanzine non sapevo da dove iniziare ma una amica mi ha dato uno spunto per la protagonista e sono riuscito a creare questa storia, la storia

di una ragazza che troverà la passione per l’arte grazie a una disegnatrice di strada. Quello che vorrei trasmettere parti-

colarmente al lettore è che spesso ci sono persone che non sanno cosa fare nella vita e magari non hanno aspirazioni per

il futuro, per questo bisogna sempre “iniziare” da qualcosa che ci ispira.

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INK-HEART di Beatrice Valentina De Alberti

Solitudine. Tristezza. Amore. Una storia nata per caso. Un giorno di pioggia. Una finestra.

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IL CRUCIVERBA! di Pasquale Parisi ,

ORIZZONTALI1-Adenosina Trifosfato. 6-Copia di sicurezza. 11-Contiene la brace. 14-Fuoriesce dal vulcano attivo. 15-Pesaro e Urbino. 16-Lavora nelbar. 17-Cal-cio. 18-Dentro Rino. 19-In mezzo a Cuba. 20-Mod-igliani, pittore livornese del XIX-XX sec. 21-Mam-mifero camelide origi-nario del Sud America. 23-Senza le prime steppe. 25-Animale...bianconero. 26-Scala 40 ne è una vari-ante. 27-Si va con gli ami-ci. 28-E’ più vistosa negli uomini. 30-Arte inglese. 32-Bei siciliani. 33-Stato americano. 36-Il nome di

questa fanzine. 41-Napoli. 42-Non sono tue. 43-Dio-sole dell’ Antico Egitto. 45-Negazione.47-Miglioramento, avanzamento. 51-Mucca anglosassone. 52-Moglie di Giove. 54-Sentimentale, stucchevole. 55-I primi freddi. 56-Caput mundi. 58-Falsi, fasulli.59-Gruppo di antilopi che costituiscono il genere Oryx. 62-Abitante dei boschi fiabeschi.64-Trasformazione, crescita. 66-Nei vizi. 67-Ecco fatto!. 69-Pretendere, richiedere.70-Signore dei venti. 71-Inizio di volo. 72-Onomatopea per esplosioni.VERTICALI1-Particolare tipo di monastero. 2-Strutture narrative di più racconti. 3-Parrebbe senza ber. 4-Uno dei due porti di Megara. 5-In mezzo a due o più cose. 6-Bari. 7-Antenati.8-L’amico dell’uomo. 9-Caratteristico uccello col ciuffo. 10-Periodo di grandi cambiamenti fisici. 12-Centro Imolese Documentazione Resistenza Antifascista. 13-Mezzo meleto.14-Mitologiche rapitrici di bambini. 17-Il tema di questa fanzine. 21-La ridici senza le i22-Mezzo anno. 24-Paolo Bonolis. 26-Radere quella cosa a lui. 28-Mezza bestia. 29-Saluto comune. 31-Dieci anglosassoni. 32-Bologna. 33-Non è magro. 34-Saluto americano. 35-Contrario di off. 37-Codice di Avviamento Postale. 38-Può essere terra-aria. 39-Metalloprezioso. 40-Se ti mancano, non riesci a far niente. 44-Andy Warhol. 46-Canà, personaggio di Lino Banfi. 48-Nell’orma. 49-’’Operation Enduring Freedom’’. 50-Frenava senza due A. 51-Microscopio Crioelettronico. 53-Si usa per pescare. 55-Frigorifero in breve. 57-La finedel tram. 59-Il padre dei vizi. 60-Consiglio Nazionale delle Ricerche. 61-Espellere senza spell. 63-Un tipo di farina. 65-Universal Serial Bus. 68-Pavia.

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Illustrazione di Claudio Fucile

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GLI Autori

luca SaLCe - è nato Roma, pare, il 13 gennaio 1986. Il suo primo disegno fu un Paperinik, all’età di 6 anni. 18 anni dopo è cambiato molto ma a parte un po’ di barba in più e capelli in meno, il suo disegno non è molto migliorato. Dopo aver perso 4 anni per laurearsi in DAMS Teatro, si è iscritto alla Scuola Internazionale di Comics nel 2008. Attualmente residente a Firenze e pendolante a Bologna, insiste a tentare di diventare un fumettista finché non dovrà scontrarsi con la realtà. Per contatti, illustrazioni o insulti vari, [email protected].

PAsQuale PariSi - nasce a Canosa di Puglia, 21 anni fa circa. Dopo 5 anni di liceo scientifico decide che nel suo futuro ci sarà il fumetto ( scelta logica, no!?)Siccome non so cos’ altro scrivere ( e non mi va ne-anche poi tanto di scrivere qualcos’altro ) beccatevi il mio indirizzo mail: [email protected]

Beatrice Valentina de Alberti - Nata a Pavia il 30 marzo 1989, è una ragazza completamente sfasata, appassionata di fumetti e con un amore quasi maniacale verso le scimmie. Diplomata presso un fantastico Liceo Artistico, durante i suoi 21 anni di vita ha cambiato così tante volte colore di capelli, che spesso si dimentica quale sia quello naturale. Il suo sogno nel cassetto però è sempre rimasto lo stesso: diventare una fumettista. Trasferitasi a Firenze nel 2009 per frequentare la Scuola Internazionale di Comics, passa le sue giornate disegnan-do, disegnando e..si. Disegnando. Per interloquire con la suddetta: [email protected]

Nicoletta quacquarelli -Sono di Andria (BA) ma vivo a Livorno, dé[email protected]

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Noriyuki Gerola Wakabayashi -Sono nato a Tokyo e vivo in italia da un paio di anni, seguo praticamente il mondo del fumetto da quando sono nato e dall’età di 10 anni ho iniziato a disegnare e aspiro a diventare un disegnatore di [email protected]

Igor Monteanu -è nato in Moldavia nel 1987. Attualmente vive a Bologna dove si è trasferito all’età di 9 anni. Scoperta la passione per il fumetto da giovanissimo ci si sta dedicando a tempo pieno frequentando anche la scuola Comics di Firenze e partecipando a diversi [email protected]

Ruben “Podella” Venturo -Illustrazioni, Graphic Design, [email protected]

Lorenzo “dustkid” Guagni - “Spendo la mia vita per far cose da vedere, sentire, leggere e, talvolta, mangiare. Abito a Sesto Fiorentino, frazione di Firenze. Italia. Europa. Mondo. Pianeta Terra. Da qualche parte nella via Lattea. In ogni lettera di ciò che scrivo.”E-mail: [email protected] Web: http://www.fotolog.com/dustkidhttp://www.myspace.com/notalonedesignstudio

Gaia “üska” LipaniVisitate http://www.myspace.com/uamuamcreations

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LA GRANDE PIOGGIA di Lorenzo “Dustkid” Guagni

La grande pioggia. La grande pioggia arriva all’improvviso, come tutte le grandi catastrofi. Arriva in un giorno qualunque. Non tiene conto del fatto che sia un giorno speciale, una giornata di merda, o la sera prima di un esame. Non le importa se sei pronto o meno. Non le importa proprio di niente. La puoi pregare, scongiurare, piangere a dirotto o ballare intorno al

fuoco come gli indiani ma non arriverà prima del suo momento. E non ti aspettare che ti tratterà dolcemente. Eh no...

La grande pioggia viene per portarsi via tutto ciò che può, tutto ciò che non riuscirai a tenerti stretto...tutto quello di cui non sei sicuro, tutto quello in cui non credi veramente. Sarà la più mastodontica tempesta della tua vita. Il cielo e le pareti e ogni particella di luce intorno a te diverranno nere come gli abiti di un funerale. Si alzerà un incredibile e potentissimo vento che non ti permetterà neppure di respirare, né tantomeno di aprire gli occhi. E la cosa che ti sembrerà più strana sarà che sarai solo tu ad esserne coinvolto. Solo te con i vestiti fradici e la fronte imperlata di sudore per la paura. Soltanto te ad urlare

senza voce.E’ un po’ come cambiare pelle, un po’ come essere un serpente in muta, un po’ come

nascere una seconda volta. Lo sforzo richiesto sarà altissimo.L’acqua comincerà a cadere a grosse gocce, sempre più forte, sempre più insistenti. Non

esisterà riparo o protezione. Ogni goccia corroderà la tua pelle, la tua mente e si farà strada fino al bambino che tieni nascosto dentro di te. E ad ogni goccia urlerai per il dolore. Un po’ come morire. Evita di guardarti allo specchio, in quel momento. Vedresti

soltanto un viso senza forme, un corpo che non ti appartiene. Evita di guardarti allo specchio, in quel momento.

Ah, e su una cosa puoi stare certo... Piangerai. Eccome se piangerai. Per delle ore. E ti sembrerà la prima volta. Sarà in quel preciso istante, quando il primo accenno di pianto

comincerà a prendere forma sotto all’occhio, che la pioggia diminuirà...pian piano...diminuirà...andando a cessare...

Allora le tue lacrime cominceranno a ripulire il viso dalla polvere, scoprendo prima gli occhi, poi le guance e le labbra. E mentre all’improvviso tutto sembrerà così onirico e grottesco, ti renderai conto che quello che stai guardando sarà la realtà come non l’avevi mai vista. I peluches, le videocassette, i mobili, le auto e tutto quello che ti circonda odorerà di nuovo e vecchio insieme, e piano piano potrai scegliere nuovamente il modo di comprendere e giudicare il mondo. Lentamente smetterai di frignare come il bambino che nascondevi dentro e che non troverai più. Il respiro tornerà normale, gli occhi si sgonfieranno. E improvvisamente capirai il perché dell’immensa tristezza che ti aveva

accompagnato fino ad allora.Sarai nuovo. Sarai cosciente di chi sei. Saprai riconoscere i tuoi limiti e i tuoi difetti. Non piangerai più per molto tempo. Sicuramente ti farà diventare meno sensibile di prima.

Amerai tanto, probabilmente, ma sarà sempre più difficile dirlo.Sarai meno spontaneo, ma più consapevole di quello che sei. Beh, non so dirti cosa o chi

sarai, o cosa diventerai, o se sarà bene o male, ma sicuramente TU avrai la certezza assoluta di essere qualcosa. E di questa “cosa” saprai tutto. Sarai l’esperto mondiale di te stesso. Ogni minimo dettaglio, segreto, pensiero, errore, gioia...di tutte queste cose tu ne sarai padrone. Potrai evitare ciò che non ti piace, o nasconderlo agli altri, ma, a differenza di prima, ogni cosa che ti riguarda sarà ben presente nella tua testa, e da te accettata in assoluta sincerità. Avrai ben chiaro come il tuo corpo o la tua sensibilità reagiranno in

ogni situazione.Tutto questo... in cambio della tua innocenza.

L’innocenza del bambino che eri e che smetterai di essere. L’innocenza delle serate a piangere ascoltando tristi canzoni e crogiolandosi in una dolce depressione,

quella delle passeggiate con la famiglia la domenica pomeriggio, quella che ti fa piangere perché papà puzza di fumo e te non vuoi perché hai sentito

che il fumo fa male e che nemmeno mamma voleva...L’innocenza che non ti appartiene più...

La grande pioggia.Sicuramente ti farà diventare meno sensibile di prima...

Come tutte le grandi catastrofi.

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Illustrazioni di Ruben “Podella” Venturo


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