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Le roi luis xiv

Date post: 13-Apr-2017
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Le roi Luis XVI: il re che seppe morire La figura del re (1774 - 1793) durante la rivoluzione francese (1789 - 1799)
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Page 1: Le roi luis xiv

Le roi Luis XVI:

il re che seppe morire La figura del re

(1774 - 1793) durante la rivoluzione

francese (1789 - 1799)

Page 2: Le roi luis xiv

Un re non destinato al trono …

Una testimonianza della moglie

Le tre giornate che sconvolsero la Francia

5 maggio: gli Stati Generali

20 giugno: Il giuramento della pallacorda

Il re e l’Assemblea Nazionale

14 luglio : la presa della Bastiglia

Il ruolo della monarchia in queste giornate

I lavori della Costituente e il trasferimento

alle Tuileries

Il comportamento del sovrano

Il re e la guerra

Verso la caduta della monarchia

La deposizione del re e il discorso di

Robespierre

Il discorso di Robespierre

Il processo al re

Le votazioni

Le ultime ore del re

la sorte della regina

Le opinioni di alcuni storici

il sole di Versailles è definitivamente

tramontato

Page 3: Le roi luis xiv

Un re non destinato al trono …Nel 1765, con la morte del fratello maggiore, Luigi a soli 11 anni

viene designato erede al trono di Francia, col titolo di Delfino.

Nel 1770 sposa Maria Antonietta d’Austria, figlia di Maria

Teresa.

Il re è fisicamente goffo, ha difficoltà di relazione e vorrebbe

dedicarsi ad attività tutt’altro che “regali” come costruire chiavi

e serrature in un piccolo laboratorio di fabbro. È appassionato

di caccia.

È un uomo mediocre, ma dotato di buon senso, debole nel

governo e certamente inadatto ad affrontare l’onda

rivoluzionaria.

Il suo tentativo di fuga del 1791 compromette

DEFINITIVAMENTE il rapporto con la nazione.

Page 4: Le roi luis xiv

Una testimonianza della moglie

“Sono sempre più convinta che se dovessi

scegliere un marito tra i tre fratelli (i futuri Luigi

XVIII e Carlo X), preferirei ancora quello che il

Cielo mi ha dato: il re è una persona sincera e,

pur essendo un poco goffo,mi usa tutte le

attenzioni e le cortesie possibili e immaginabili.”

(1775 Maria Antonietta alla madre)

Page 5: Le roi luis xiv

Le tre giornate che sconvolsero la

Francia

5 maggio Convocazione degli Stati Generali

20 giugno Giuramento della pallacorda

14 luglio Presa della Bastiglia

Page 6: Le roi luis xiv

5 maggio: gli Stati Generali

Gli Stati Generali sono convocati dal re a Versailles, e precisamente nel

Palazzo dei Menus Plaisirs, in una stanza provvisoria di legno e stucco, ricavata

al’interno di un capannone e dotata di pessima acustica.

Il discorso di Luigi è breve e insignificante,

senza alcun accenno alla necessità di riforme.

Necker, il direttore generale delle finanze, legge

una dettagliata relazione finanziaria, che dura

tre ore.

A questo punto il re si alza, nulla è stato deciso.

Il giorno dopo i tre ordini si riuniscono

separatamente.

Page 7: Le roi luis xiv

20 giugno: Il giuramento della

pallacorda 17 giugno Dopo un mese di inutili negoziati, il Terzo stato si autoproclama

Assemblea Nazionale.

Autodefinendosi Assemblea Nazionale, di fatto i deputati del Terzo stato svuotano

gli Stati Generali di ogni significato. È un vero e proprio cambiamento di regime. I

deputati, come rappresentanti della nazione, pretendono di fissare la Costituzione.

20 giugno Quella mattina i deputati del Terzo stato

trovano la porta della loro sala sbarrata.

Motivo: lavori in corso.

Furenti i borghesi si radunano nella vicina Sala della

pallacorda, dove fanno il celebre giuramento: non si

scioglieranno finché la Francia non avrà una

Costituzione

Page 8: Le roi luis xiv

Il re e l’Assemblea Nazionale

Il 23.06.1789, finalmente, il re si rivolge agli Stati con un discorso aspro e

minaccioso nel tono, anche se con qualche promessa di riforma, ma le

concessioni sono tardive.

Le parole finali del re suonano come liquidazione dell’Assemblea Nazionale,

ma il decano, risponde “la nazione riunita in assemblea non può ricevere

ordini”. Il re dapprima dà ordine alle guardie di disperdere i

deputati ribelli, ma poi non osa far sciabolare i suoi nobili

e dice “Ebbene, si arrangino”. Questa frase gli verrà

sempre rimproverata: significava la capitolazione.

Riconosce l’Assemblea e invita i rappresentanti degli altri

due stati a parteciparvi; l’Assemblea, dal 9 luglio si

chiamerà Assemblea Nazionale Costituente

Page 9: Le roi luis xiv

14 luglio : la presa della Bastiglia

Il 13.07 il popolo assale l’Hotel de Ville, chiedendo armi. Il giorno dopo si dirige alla

Bastiglia, la distrugge, eliminando il simbolo dell’ancien regime. Finisce così la

giornata considerata l’inizio della rivoluzione francese (festa nazionale dal 1880).

Gli insorti assumono il controllo del municipio parigino e organizzano una milizia

volontaria, la Guardia Nazionale, sotto il comando di Joseph de la Fayette.

Il 14 luglio il re avrebbe forse potuto fuggire, insieme ai molti

nobili che emigrano in altri paesi, e poi tornare a Parigi con

truppe fedeli per ristabilire la propria autorità.

In seguito, quando è ostaggio dei rivoluzionari, rimpiange di

non aver colto l’occasione propizia: “Sì, sarei dovuto

andarmene il 14 luglio. Ho lasciato passare l’attimo propizio

che poi non ho più trovato”.

Page 10: Le roi luis xiv

Il ruolo della monarchia in queste giornate

Il re si mostra dapprima indifferente verso le rivendicazioni del Terzo stato, quindi debole al

momento di sciogliere l’Assemblea Nazionale Costituente e infine poco risoluto quando si

tratta di organizzare la fuga dopo la presa della Bastiglia.

Lo storico Lucio Villari afferma “Luigi XVI non era certo un genio politico, fa certamente un

grave errore non sciogliendo il nodo procedurale e non discutendo la questione della modalità

di voto. Sembra che il re tema più i nobili che la borghesia perché è l’aristocrazia che lo ha

messo in discussione.” Fonte: da 1789 – 1799 I dieci anni che sconvolsero il mondo, La

presa della Bastiglia, supplemento a “ La Repubblica”, n 1, 1989.

Gli errori di Luigi XVI sono stati:

convocare l’Assemblea proprio a Versailles, dove la corte

conduce una vita sfarzosa e molto dispendiosa;

far vestire i rappresentanti del Terzo Stato di nero,

“evidentemente, una divisa umiliante a fronte dei

ricchi abiti dei nobili e dei prelati”.

Page 11: Le roi luis xiv

I lavori della Costituente e il

trasferimento alle TuileriesABOLIZIONE DELLE CORVEES E DEGLI ALTRI OBBLIGHI FEUDALI DEI

CONTADINI (04.08.1789) inizialmente dietro pagamento di un indennizzo;

APPROVAZIONE DELLA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL

CITTADINO (26.08.1789) che enuncia i diritti inviolabili dell’uomo;

REQUISIZIONE DEI BENI DEL CLERO (02.11.1789) venduti ai cittadini con gli

assegnati

PROMULGAZIONE DELLA COSTITUZIONE CIVILE DEL CLERO (1790 -

condannata da Pio IV): vescovi e parroci eletti dai cittadini e dipendenti dallo

Stato; Cattolicesimo non più religione di Stato. Il clero si divide in costituzionale

(fedele alla Costituzione) e refrattario (fedele al papa)

DIVISIONE DEL TERRITORIO IN 83 DIPARTIMENTI con uguali doveri verso

l’amministrazione centrale

PROCLAMAZIONE DI LUIGI COME RE DEI FRANCESI “PER GRAZIA DI DIO

E PER LA COSTITUZIONE DELLO STATO” (10.10.1789) accetta i decreti

dell’Assemblea; garantisce gli approvvigionamenti; si trasferisce al Palazzo delle

Tuileries.

Page 12: Le roi luis xiv

Il comportamento del sovranoNel biennio 1789 – 1791, il potere del re Luigi XVI non

viene messo in discussione, anche se egli continua a

contrastare i lavori della Costituente.

Tenta la fuga il 20 giugno del 1791 travestito da servo

con la famiglia, ma viene riconosciuto a Varennes,

presso il confine franco-belga e ricondotto a Parigi.

Questo fatto apre una crisi all’interno dell’Assemblea

Nazionale che sta discutendo la Costituzione:

•i moderati vogliono mantenere la monarchia,

•i democratici spingono verso la repubblica.

Questo episodio incrina profondamente il prestigio

della monarchia. Comunque la Costituzione approvata

il 3.09.1791, stabilisce che la Francia è una

monarchia costituzionale.

Page 13: Le roi luis xiv

Il re e la guerra

Propone all’Assemblea legislativa la

dichiarazione di guerra all’Austria e alla Prussia

nell’aprile 1792, dichiarazione che viene

approvata. La Francia è in guerra e le sorti della

rivoluzione dipendono dall’esito delle Battaglie.

Approvata la Costituzione, l’Assemblea Costituente si scioglie, sostituita

dall’Assemblea Legislativa che si trova a decidere sulla guerra.

Luigi XVI vuole la guerra sperando nella sconfitta della Francia rivoluzionaria e

nel ripristino dell’ancien regime da parte degli stati assolutisti (Austria, Prussia,

Russia).

Page 14: Le roi luis xiv

Verso la caduta della monarchia

I rivoluzionari chiedono esplicitamente la deposizione

del re che non rappresenta più la volontà nazionale.

Gli eserciti austro – prussiani proseguono la loro

avanzata e il 25 luglio il duca di Brunswick, loro

comandante, minaccia di distruggere Parigi se viene

arrecata offesa al re.

A questo punto i sanculotti, sotto la guida politica dei giacobini e dei cordiglieri,

diventano i protagonisti della rivolta.

Il 20.06.1792 invadono la residenza del re e lo obbligano a bere alla salute della

Rivoluzione.

Page 15: Le roi luis xiv

La deposizione del re e il discorso di

Robespierre

Il 03.09.1792 Robespierre pronuncia un discorso che

rivela la sua concezione radicale della democrazia.

Secondo lui

la condanna è una scelta politica in difesa del

bene collettivo;

la volontà generale ha più valore della

responsabilità individuale.

Questa minaccia spinge all’insurrezione la folla che prende d’assalto le

Tuileries. Il re si rifugia presso l’Assemblea Legislativa che lo sospende

dalle sue funzioni e lo imprigiona con la sua famiglia.

Page 16: Le roi luis xiv

Il discorso di Robespierre

“Qui non si tratta di fare un processo. Luigi non è un accusato; e voi non siete

dei giudici; voi siete e non potete essere altro che uomini di Stato, i

rappresentanti della nazione. Non dovete pronunciare una sentenza a favore o

contro un uomo; dovete prendere una misura di salute pubblica, dovete

esercitare un atto di provvidenza nazionale. Luigi fu re, e la repubblica è stata

fondata. (…) Luigi è stato deposto dal trono per i suoi crimini; Luigi ha

denunciato il popolo francese come ribelle. Per punirlo ha chiamato gli eserciti

dei tiranni”.

(Fonte: M. Robespierre Discorso pronunciato

all’Assemblea Nazionale, 3 settembre 1792)

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Il processo al re

L’assemblea allestisce un vero e proprio processo (dicembre ’92) per accertare le

responsabilità di Luigi XVI. Ci sono prove sufficienti per incriminarlo: un armadio di

ferro segreto contiene documenti comprovanti l’ostilità del re alla rivoluzione e il suo

appoggio all’emigrazione di molti aristocratici.

Vi sono però perplessità:

per Morison Luigi XVI non deve essere giudicato in quanto re dei Francesi;

per Saint-Just Luigi XVI deve essere direttamente punito in quanto re.

per Robespierre, essendo la Francia una repubblica, non c’è bisogno d alcun

processo: “Luigi deve morire perché la patria viva”

Il 20 settembre 1792 si insedia la Convenzione, lo stesso giorno

in cui l’esercito francese vince a Valmy contro l’esercito

prussiano, vittoria che dà nuova forza alla rivoluzione. In questo

clima la Convenzione abolisce la monarchia e proclama la

repubblica. Bisogna decidere la sorte del re.

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Le votazioni La maggioranza della Convenzione però decide che il processo deve essere

fatto per non far dubitare della legittimità del verdetto. I girondini chiedono la

sentenza della Convenzione sia sottoposta al giudizio popolare.

A partire dal 14.01.1793, i deputati si pronunciano per appello nominale su

tre quesiti:

•la colpevolezza del re,

•l’appello al popolo

•la pena da applicare.

La colpevolezza viene votata quasi all’unanimità; l’appello al popolo è

respinto con 424 voti contro 287; la condanna a morte è approvata con un

solo voto di maggioranza. Un quarta votazione decide sul rinvio

dell’esecuzione, bocciato con 380 voti contro 310.

Page 19: Le roi luis xiv

Le ultime ore del re

La folla è tenuta ben distante dal patibolo. Rullano i tamburi. Il

re scende dalla berlina e si spoglia dell’abito e del fazzoletto.

Prima che i giustizieri lo afferrino il re grida alcune parole:

“popolo io muoio innocente”, poi “perdono ai miei nemici e

desidero che il mio sangue sia utile ai Francesi e plachi la

collera di Dio”. La testa di Luigi XVI cade alle 10.20.

Il corpo del «cittadino Capeto» è portato nel cimitero della

Madeleine e interrato senza nome in una fossa profonda per

evitare profanazioni. Non una lapide, non una croce.

Il 21.01.1793, il re si sveglia alle 5.30, si confessa e si comunica, fa la toilette e indossa un

abito di color grigio, pantalone di panno grigio, a mezza gamba, calze di seta grigie, gilet

trapunto.

Alle 8.30 vengono a prenderlo e per tutto il tragitto, dal Tempio alla Piazza della

rivoluzione, il re parla con il confessore. Non c’è gran folla nelle strade.

Fonte: da 1789 – 1799 I dieci

anni che sconvolsero il

mondo, La presa della

Bastiglia, supplemento a “ La

Repubblica”, n 1, 1989.

Page 20: Le roi luis xiv

La sorte della reginaMaria Antonietta, ora chiamata "la vedova Capeto", è

trasferita all’umida prigione delle Conciergerie, (l’anticamera

della morte) sotto la sorveglianza totale dei rivoluzionari.

Il 14 ottobre viene processata, ma il verdetto non è mai stato

messo in discussione.

Il 16 ottobre 1793 è condannata alla ghigliottina. Ha solo 38

anni.

Suo marito diceva: “Se soltanto il popolo si rendesse conto di quanto è diventata

grande nella disgrazia, dovrebbe riverirla e amarla invece di credere a tutte le

cattiverie e le menzogne che sono state messe in giro dai suoi nemici”.

Di lei Bonaparte dice: “ … una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi,

trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d'oltraggi; vi è in ciò qualcosa

di peggio del regicidio”

Page 21: Le roi luis xiv

L’opinione di qualche storico

Il re francese, uomo debole, con difficoltà di relazione,

inadeguato e impreparato ad affrontare la tempesta

rivoluzionaria è accusato di alto tradimento quando è già

stata proclamata la repubblica. Secondo Lucio Villari, la

sua morte sul patibolo fa di lui un eroe per gli aristocratici

reazionari, ma anche un inetto per i rivoluzionari.

Lo storico Furet afferma che questo sovrano “mediocre” gli sembra

inadatto a incarnare la rovina della monarchia francese: “è troppo serio,

troppo fedele ai suoi doveri, troppo economo, troppo casto e, nella sua

ultima ora, troppo coraggioso”.

Michelet pensa che il dramma della monarchia francese si sia

consumato con Luigi XV, il re depravato che quasi ha affidato il regno

alla sua amante. Se è così – conclude Furet – il regno di Luigi XVI è

“un’impresa quasi impossibile, sfociata in tragedia”.

Page 22: Le roi luis xiv

FINE


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