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Learning Future - Cegosstatic.cegos.it/wp-content/uploads/2016/01/BeyondKnowledge04.pdf ·...

Date post: 24-Aug-2020
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A u l a e - L e a r n i n g V id e o F o t o E v e n t o S t at u s V id e o A p pr o f o d i m e n t o A p pr o f o n d i m e n t o M u s i c a F o t o A o L in k A u l a e - L e a r n i n g V V i V V d e o F o t o E v e n t o S t S a t u s s V i V V d e o A p p r o f o n d i m e n t o F F F F o o o o o o L L L L L L L L i i i i n n n n n k k o Learning Future by spunti e appunti Sentieri innovativi Anno 1 | n. 4 | 2015 pag. 3 pag. 9 pag. 8 pag. 5 inside out e-trends Volete costruire un’azienda innovativa? Partite da un’organizzazione ad alta Fiducia pag. 10-11 international Cegos at the forefront of learning as a strategic factor in competitiveness What’s new in training & development for 2016 Social Innovation pag. 2 Nessuna azienda oggi può sopravvivere nel mercato se non ha un approccio innovativo. Innovare non è quindi una scelta; ma che cos’è l’innovazione? pag. 4 Creativity, innovation, revolution: the hr contribution focus Tutti i contenuti di questo numero e dei precedenti su cegos.it Costruiamo la nostra Learning Experience! editoriale Nuovi trend: innovazione Cegos 2016: la Formazione come Esperienza pag. 6-7 Learning & Development function: globalization and challenges Comprendere i paradigmi che ci guidano per agire responsabilmente 26 Gennaio 2016 16.30 - 17.30
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Learning Future by

spunti e appunti

Sentieri innovativi

Anno 1 | n. 4 | 2015

pag. 3

pag. 9

pag. 8

pag. 5

inside out e-trends

Volete costruire un’azienda innovativa? Partite da un’organizzazione ad alta Fiducia

pag. 10-11

international

Cegos at the forefront of learning as a strategic factor in competitivenessWhat’s new in training & development for 2016

Social Innovation

pag. 2

Nessuna azienda oggi

può sopravvivere nel

mercato se non ha un

approccio innovativo.

Innovare non è quindi

una scelta; ma che

cos’è l’innovazione?

pag. 4

Creativity, innovation, revolution: the hr contribution

focus

Tutti i contenuti

di questo

numero e

dei precedenti

su cegos.it

Costruiamo la nostra

Learning Experience!

editoriale

Nuovi trend: innovazione

Cegos 2016: la Formazione come Esperienza

pag. 6-7

Learning & Development function: globalization and challenges

Comprendere i paradigmi che ci

guidano per agire responsabilmente

26 Gennaio 2016

16.30 - 17.30

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2 #04

Quale immagine scegliereste se

vi chiedessi di associarne una

al concetto di innovazione?

Probabilmente pensereste ad

una lampadina o alla classica immagine di

un cervello umano stilizzato all’interno del

quale girano degli ingranaggi; qualcuno

penserebbe ad uno smartphone o ad un PC

portatile… del resto queste sono le immagini

che ci vengono proposte cercando su

Google la parola “innovazione”.

L’innovazione è associata al concetto

di IDEA (il lampo di genio), a quello

di RIFLESSIONE “out-of-the box” (gli

ingranaggi che girano…) o a qualche

OGGETTO che prepotentemente è entrato

nell’uso corrente.

Nella parola innovazione c’è però molto

di più. Molto di più della creatività, molto

di più della modernità, molto di più

dell’anticipazione di bisogni.

Pensiamo all’innovazione come ad

un ecosistema nel quale funzionano e

interagiscono almeno 4 fattori: l’ambiente

(usi, costumi, regole e valori), le persone

(conoscenze, capacità e competenze, valori

personali), il processo (l’insieme di regole

che porta un’idea alla sua realizzazione

teorica) e l’execution (la capacità di tradurre

la teoria in pratica). Su questi quattro

fattori si può lavorare per andare VERSO

l’innovazione: voglio sottolinearlo con forza!

Nessuna azienda oggi può sopravvivere nel

mercato se non ha un approccio innovativo.

In alcuni casi innovare significherà

stravolgere l’azienda stessa, in altri

semplicemente adattare alcuni dettagli alle

nuove e mutevoli condizioni del mercato.

Un ambiente innovativo è quello in cui non

si sente dire “facciamo così perché abbiamo

sempre fatto così”; la curiosità è stimolata

e possibilmente premiata, lo scambio

di feed back è strutturato e apprezzato,

la circolazione delle informazioni è ben

oliata ed anche i risultati sono noti a tutti,

il confronto con il mercato è costante e

l’auto-referenzialità è riconosciuta e messa

in discussione, le domande che emergono

ricevono risposte esaustive. Su tutto ciò si

può e si deve lavorare.

Le persone innovative sono quelle che

pianificano il proprio tempo definendo

le priorità in ordine d’importanza e non

ed

ito

ria

le

EMANUELE CASTELLANIAmministratore Delegato Cegos Italia

d’urgenza, sono quelle che sanno gestire

le persone con uno stile di management

appropriato al team e agli obiettivi da

raggiungere, sono quelle che sviluppano

il pensiero strategico partendo dai bisogni

dei propri clienti (interni, esterni, etc), sono

quelle che hanno (acquisito) la capacità

di mutare paradigma e considerare

prospettive diverse, sono quelle che sanno

lavorare bene in un team e cogliere da ogni

componente un valore aggiunto (sia in un

ruolo da capo che da collaboratore).

Il processo innovativo è quello che consente

di mettere a fattor comune le potenzialità

di ogni componente di un gruppo, è quello

che consente di impiegare efficacemente

ed efficientemente tutte le risorse a

disposizione, è quello che permette di

misurare i progressi compiuti attraverso l’uso

di KPI smart e predittivi, è quello che mette

in connessione risorse interne con risorse

esterne, è quello che utilizza tutti i tool

esistenti, è quello semplice da comprendere

e facile da attuare, è quello che chiarisce ad

ogni persona coinvolta il proprio ruolo.

L’execution innovativa è quella che traduce

gli sforzi in risultati, è quella che evita gli

sprechi di energia e massimizza il risultato,

è quella che tiene conto di tutto quanto

precede e segue nella catena del valore, è

quella che nasce dal commitment, è quella

che si migliora di step in step, è quella che

è coordinata e coerente in determinato un

contesto.

Su tutte queste caratteristiche si può

lavorare ed apprendere con grandi risultati

se a priori esiste una pre-condizione, ovvero

la disponibilità ad imparare da parte delle

risorse destinatarie.

L’innovazione inizia nella testa della gente,

ma non solo nelle idee geniali e termina nelle

mani delle stesse, ma non solo nel duro

lavoro.

Un’idea nasce in un ambiente fertile, si

accresce in un contesto collaborativo,

viene sviluppata attraverso scelte oculate

d’investimento, viene strutturata attraverso

un processo meticoloso e realizzata

attraverso piani di lavoro accurati. A monte

e a valle di tutto questo si aggiungono

sofisticate metodologie di INPUT

creativo e altrettanto sofisticate forme di

PROTEZIONE del proprio mercato. Oggi,

Direttore ResponsabileLicia Lanza - [email protected]

Direzione e RedazioneCentro Direzionale MilanoFiori, Strada 1, Pal F320090 Assago (MI)

Grafi ca e StampaLaser Grafi ca Digital S.r.l.via G. di Vittorio, 26 - 20813 Bovisio Masciago (MB)

Anno 1 | n. 4 | 2015

Registrazione del Tribunale di Milano n. 44 del 25/02/2015

tuttavia, proteggersi è sempre più difficile e

il mercato, essendo sempre più dinamico,

impone consumatori sempre più inclini

all’acquisto o all’investimento innovativo.

L’unica forma di protezione realmente verso

il mercato è la continua innovazione, che

protegge non un bene o un servizio, ma il

vantaggio competitivo o la value proposition

che esso rappresenta nel mercato.

Ecco perché innovare non è una scelta, così

come non lo è la scelta se abbandonare o

meno la zona di comfort. In un commento

ad uno dei miei post su Linkedin, sul tema

del change management, mi è stato scritto

“la barca è sicura in porto, ma non è nata

per questo” e così voglio concludere questo

mio editoriale.

Mi viene da aggiungere “la permanenza nel

porto non è più nemmeno così sicura”.

Coordinamento e diff usione editoriale Addressvitt S.r.l.

Learning Future by

@Ecastellani

Nuovi trend: innovazione

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La ferrea logica della spinta

innovativa come strumento

di competizione e sviluppo

(nonché in casi estremi di

sopravvivenza) aziendale, offre la possibilità

di una lettura organizzativa tesa alla

sempre più necessaria esigenza di una

strutturazione del processo di innovazione.

Un processo che comunque è una risposta

alle mutazioni del mondo e ha bisogno di

essere trasformato in una capacità costante.

D’altronde è essenziale poter comprendere

quali siano gli elementi riconoscibili che

stanno alla base dell’innovazione e che

spesso si rifanno alle note prassi della

creatività di individui e gruppi.

È altresì interessante notare la correlazione

tra il processo innovativo e la presenza di

vincoli, rischi, discontinuità, rotture. Non

a caso Leonardo da Vinci affermava che

ogni limitazione era quasi una sorta di

grazia e qualche secolo dopo l’economista

Schumpeter parlava di “distruzione creativa”.

Ai giorni nostri le citate mutazioni mondiali,

tra cui quella evidente dello sviluppo

delle tecnologie digitali o la ricerca di una

crescita maggiormente durevole, generano

nell’ambiente in cui opera l’impresa

quelle discontinuità che provocano nuove

opportunità e che portano l’impresa stessa a

innovare e a trasformarsi.

Da qualche anno è noto che, al di là

dei settori produttivi e delle dimensioni

organizzative, esistono nelle aziende

margini non indifferenti di progresso di

cui esse stanno sempre più prendendo

coscienza. Eppure non è frequente trovare

un Responsabile dell’Innovazione a livello di

Comitato Direttivo o del Board.

Ne può quindi derivare:

• una insuffi ciente formalizzazione di una

strategia d’innovazione

• processi di conduzione dell’innovazione

poco strutturati e ineffi caci

• oppure processi troppo rigidi che rischiano

di soffocare i progetti innovativi correlati

• latitanza di un Management delle Risorse

Umane nel campo dell’innovazione che

sfocia in una incapacità di creare una

cultura dell’innovazione stessa.

Spu

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Pp

un

ti

TIZIANO BOTTERIHR, Competences & Training Director Cegos Italia

Detta situazione ci porta a ribadire

l’importanza di una costruzione di una vera

politica d’innovazione che dovrà rispondere a

diversi quesiti che molti manager si pongono,

come ad esempio: su quali aree investire gli

sforzi maggiori (prodotti, processi, servizi),

come accelerare il “time to market”, come

passare da una logica di prodotti ad una

logica di soluzioni, come accompagnare i

citati sforzi con una adeguata politica del

personale che dimostri una forte attenzione

verso coloro che sono non solo i fautori, ma

anche i realizzatori del processo innovativo.

Pertanto il primo passo da compiere sembra

proprio essere quello che tocca i campi

dell’innovazione: dove indirizzarsi, quali scelte

compiere, quali dimensioni considerare?

Facciamo innanzitutto una distinzione tra:

• la Value Proposition verso i clienti

generalmente composta dal prodotto in sé

e per sé, dal servizio associato e dal brand

• la Catena di Valore sulla quale l’impresa

può operare l’innovazione modifi cando, ad

esempio, la propria strategia di sourcing,

la distribuzione, la rapidità dei processi, le

modalità di fabbricazione.

Sulle 2 dimensioni sopra ricordate, l’azienda

può in genere innovare:

• in modo incrementale, attraverso

miglioramenti successivi rispetto

all’esistente

• in modo radicale o discontinuo, apportando

cambiamenti di rottura in confronto al

passato.

Incrociando i 4 parametri appena descritti è

possibile identifi care i più importanti campi

nei quali calare il processo innovativo.

Lo schema seguente mostra nel quadrante

B in alto a destra che la tensione ad una

vera e nuova offerta è generata quando la

value propostion incontra una innovazione

di rottura, mentre l’innovazione da

miglioramento continuo scaturisce dal

binomio catena del valore e approccio

da innovazione incrementale (quadrante

D). Il quadrante A rappresenta il campo

del revamping (una sorta di rinnovo

ide

e p

er

rifl

ett

ere

, id

ee

pe

r ag

ire Sentieri innovativi

e miglioramento dei limiti dell’offerta

precedente), risultante dell’incrocio tra value

proposition e innovazione incrementale.

Infi ne il quadrante C identifi ca l’area della

ristrutturazione che deriva facendo incontrare

la catena del valore con l’innovazione

radicale, ossia molto orientata all’aspetto di

processo (fonte: Cap Gemini).

@tiziano_botteri

3#04

Revamping Nuova offerta

Miglioramento continuo Ristrutturazione

Val

ue

Pro

post

ion

Cate

na

di V

alor

e

Innovazione incrementale

Innovazione di rottura

Una volta individuati i campi, inizia una

nuova avventura, ossia quella che diffonde

le metodologie abbracciate dall’azienda e

mira a consolidare e analizzare il portafoglio

dell’innovazione dell’impresa sui differenti

piani e tramite i sotto segmenti dell’offerta

e della catena di valore. E tutto questo non

scordando mai che, come diceva Francis

Bacon, “Chi non applica nuovi rimedi

dev’essere pronto a nuovi mali; perché il

tempo è il più grande degli innovatori”.

“Non è perfezionando la candela che si è inventata l’elettricità”

Pierre Gilles de Gennes (premio Nobel per la Fisica)

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4 #04

focu

s Senza consapevolezza

sui nostri paradigmi

è impossibile operare

scientificamente e con

professionalità. Comprendere i paradigmi

che ci guidano è fondamentale per agire

responsabilmente.

Secondo A.Kuhn, l’innovazione si basa

sul miglioramento di un paradigma,

la rivoluzione nasce dall’eventuale

comprensione di quanto un paradigma

esistente debba essere superato poiché

ormai privo di potenziale influenza sulla

realtà.

La gestione manageriale è un processo

che consiste nel lavorare con e

attraverso gli altri, con efficacia ed

eticità, per raggiungere gli obiettivi

che l’organizzazione si è data (CMI –

Chartered Management Institute). Sono

allora le persone e non i prodotti o i servizi

ad essere i veri asset delle organizzazioni

innovative.

Le organizzazioni caratterizzate da un

successo non fugace sono riuscite

a crearsi un vantaggio competitivo

usando costruttivamente l’innovazione,

mettendo a sistema le capacità creative

ed operative dei propri lavoratori. È

il risultato di azioni progettate, non

di sporadiche intuizioni. In queste

organizzazioni la funzione Risorse Umane

favorisce lo sviluppo di visioni divergenti

dal mainstream e rispetta la variety che

caratterizza la popolazione aziendale.

Il motivo di quest’atteggiamento è

funzionale, oltre che etico, perché proprio

nella differenza e nella molteplicità si

ritrova l’energia vitale che può generare

innovazione. In altri termini: si tratta di

comprendere come mettere le persone

in condizione di creare, esprimendo le

loro competenze, favorendo un processo

d’integrazione che non si basi mai

sull’asservimento intellettuale.

Le competenze individuali sono il

risultato della relazione tra attitudine ed

esperienza. Conseguentemente il talento

di un soggetto può essere inteso come

l’attualizzazione delle competenze in un

ambiente che le valorizza e le sostiene.

Il vero successo di un’organizzazione

non dipende mai dall’eccellenza di

pochi singoli ma dal talento mediamente

presentato dalla maggioranza dei membri

dell’organizzazione stessa. Un’azienda

complessa dovrebbe dunque predisporre

un sistema di Talent Management, ossia un

piano integrato composto da azioni mirate

all’attrazione, all’integrazione, allo sviluppo

ed al mantenimento di nuovi lavoratori

coerenti con le esigenze strategiche.

Non è un pensiero nuovo: avviato da

E.Schein nel 1977, rilanciato dagli studi

McKinsey verso la fine degli anni ’90, è

rinforzato dalle evidenze portate da E.

Michaels, H.Handfield-Jones e B. Axelrod

all’inizio di questo secolo.

Purtroppo a oggi molte alte direzioni

non hanno pienamente compreso come

predisporre un ambiente lavorativo

adeguatamente valorizzante. Un

sistema di Talent Management orientato

all’innovazione richiede precise attenzioni

progettuali. Si palesa nella concretezza

delle azioni e non nei semplici dichiarati

direzionali, perché, come proposto da

T.O.Sage e A.Vera, la possibilità che

l’innovazione si concretizzi in miglioramenti

della performance dipende dalla cultura

organizzativa, ossia da una componente

organizzativa sovraindividuale e difficile da

influenzare tramite sole azioni episodiche.

Già nel 1993 Ashok K. Gupta e

Arvind Singhal formalizzavano una

concettualizzazione quadrimensionale,

mirata al sostegno dell’innovazione:

1. Human Resources Planning. This

strategy analyzes and determines

personnel needs in order to create

effective innovation teams.

2. Performance Appraisal. This strategy

appraises individual and team performance

so that there’s a link between individual

innovativeness and company profitability.

This strategy takes into account what

tasks should be rewarded and who should

assess employee performance.

3. Reward Systems. This strategy uses

reward to motivate personnel to achieve

an organization’s goals of productivity,

innovation and profitability.

4. Career Management. This strategy

matches an employee’s long-term career

goals with the organization’s goals through

continuing education and training.

L’impostazione generale è mirata

alla generazione creativa di opzioni,

poi validate e consolidate attraverso

un processo di condivisione socio-

organizzativa. Il sistema si deve

concentrare sul processo e non sui

contenuti. In caso contrario il rischio,

evidente soprattutto nelle situazioni di

forte cambiamento, è di produrre nella

comunità organizzativa una semplificante

acculturazione alla nuova coalizione

dominante.

A volte alcuni manager, anche se

inconsciamente, tendono a ridurre il

grado di immaginazione e di autonomia

intellettuale dei collaboratori. Tutti i modelli

gestionali HR possono essere “nei principi”

buoni ma, sfortunatamente, è difficile

introdurre delle limitazioni per evitare che

chi li guida agisca in maniera impropria.

Un’azienda orientata all’innovazione deve

allora favorire il superamento delle forme

di leadership tradizionali. Per la vera

innovazione è necessaria un’influenza

organizzativa diffusa, spesso definita come

servant leadership o ethical leadership,

caratterizzata da umiltà, rispetto e

dedizione al benessere condiviso.

Creativity, innovation, revolution: the HR contribution

ALESSANDRO REATIPractice Business LeaderCegos Italia

“We need a dream-world in order to discover

the features of the real world we think we inhabit”

Paul Karl Feyerabend

“The only principle that does not inhibit progress is:

anything goes” Paul Karl Feyerabend

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creato un contesto ad alta Fiducia per i

loro dipendenti? Un contesto in cui poter

esprimere la loro creatività, il loro punto di

vista senza timori, in cui la trasparenza sia

elemento fondante della leadership.

Vogliamo poi parlare di engagement? La

Fiducia crea un circolo virtuoso che si

autoalimenta: fa crescere motivazione e

coinvolgimento dei dipendenti, che a loro

voltano portano ad un aumento del livello

di Fiducia, la quale incrementa in maniera

continua la motivazione… e via così, in

un crescendo positivo. In un contesto del

genere le persone danno più del 100%,

vivono l’azienda con l’obiettivo di contribuire

alla sua crescita e prosperità, aiutano

ad innovare fornendo il meglio delle loro

conoscenze e dell’impegno.

Dice Robert Porter Lynch: “Le differenze

tra le persone sono il terreno fertile per

l’innovazione: quando le persone vedono

le cose in modo differente, quando una

prospettiva incontra un’altra, qualcosa

di nuovo può arrivare… ma il tutto va

considerato con attenzione. Due prospettive

differenti non creano automaticamente

qualcosa di nuovo e molto spesso le

differenze posso diventare distruttive. Quindi

come si può incrementare l’aspetto creativo

dall’interazione tra gli opposti? La risposta

è la Fiducia. Quando la tensione si sviluppa

in un contesto di fi ducia, il contrasto diventa

spinta creativa verso l’innovazione”.

Nell’ottavo dei suoi famosi 14 punti,

W. Edwards Deming parla di fi ducia ed

MARIO DE LUCAFranklinCovey Division Director

innovazione: “Per lavorare effi cacemente,

occorre seminare fi ducia, spazzare via la

paura”. Questo punto è importantissimo:

bisogna puntare sul coinvolgimento di

tutti perché un’organizzazione raggiunga

e mantenga il successo. La paura blocca

la comunicazione, costringe le persone a

mettersi sulla difensiva e aumenta i costi

aziendali. Le persone hanno bisogno di

sentirsi sicure per lavorare bene e per avere

gli strumenti che servono per migliorare.

Fiducia e innovazione sono quindi legate in

modo indissolubile: la prima è una condizione

senza la quale la seconda non può realizzarsi,

se non con dei costi elevati (tempo, energia,

risorse) e impatti sulla motivazione e sul

senso di appartenenza.

insi

de

ou

t

5#04

@madeluc

Quando si parla di Innovazione

il pensiero corre subito alla

tecnologia, al talento delle

persone, all’inventiva. Tuttavia

esiste un elemento senza il quale l’insieme

delle migliori tecnologie o dei migliori talenti

potrebbero non garantire un contesto

ottimale per rendere un’azienda realmente

innovativa. Questo elemento di base è la

Fiducia.

In Smart Trust, Stephen M.R. Covey

ha evidenziato una ricerca sulle prime

1000 aziende della Gran Bretagna che

mi ha colpito: facendo il confronto tra il

10% di aziende più innovative e il 10%

di quelle che lo sono meno, il fattore di

differenziazione numero uno che si è

individuato è la Fiducia. È emerso in modo

chiaro che un’organizzazione con un alto

livello di Fiducia crea una realtà fertile per

l’innovazione. In un ambiente ad alta Fiducia

si rendono più veloci le comunicazioni,

gli scambi tra persone sono diretti, le

informazioni arrivano subito, la burocrazia

non limita la circolazione delle idee con

inutili lentezze. Quale ambiente migliore per

aiutare le nuove idee e quindi per stimolare

scelte nuove ed innovative? Fidarsi degli altri,

poter esprimere le proprie opinioni, rischiare,

potersi concentrare sul proprio lavoro

sapendo che altri faranno al meglio il loro,

signifi ca avere una marcia in più per aziende

che operano in contesti ad alta innovazione.

Google, Ikea avrebbero cambiato la vita

delle persone e portato innovazioni di valore

nel mondo in cui viviamo se non avessero

Volete costruire un’azienda innovativa? Partite da un’organizzazione ad alta Fiducia

“All organizations are

perfectly aligned to

get the level of trust

they get”

STEPHEN M. R. COVEY

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6 #04

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7#04

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giorni gen feb mar apr

STRATEGY & LEADERSHIP

1.2.2 La leadership per capi e quadri aziendali 2 28-29 17-18 18-19

14-15

21-22

1.2.1 Capi di nuova nomina 2 18-19 14-15 28-29

10-11

MANAGEMENT & COACHING

1.2.3 La gestione quotidiana dei collaboratori 3 15-17 9-11 20-22

4-6

11-13

10.1.1 Capo in Produzione 3 20-22 22-24 7-9 11-13

17-19 2-4

PERSONAL DEVELOPMENT & EFFECTIVENESS

1.1.4 Time Management: la gestione ottimale delle attività 2 14-15 3-4

31-1

1.3.5 Tecniche di assertività 2 18-19 17-18 4-5

18-19 29-1 11-12

1.3.1 Parlare in pubblico 2 21-22 21-22

3-4 14-15

PROJECT MANAGEMENT

11.2.3 Formazione pratica al Project Management 3 29-2 4-6

22-24 11-13

17-19 16-18

giorni gen feb mar apr

HR & ORGANIZATION2.1.7 Come pianifi care il budget del personale 2 28-29 25-26 28-29

25-26 22-23 26-27FINANCE & LEGAL6.2.4 Budget e controllo di gestione per non specialisti 3 20-22 24-26 14-16

22-24 2-4 27-2929-2

6.2.3 Controllo di gestione - avanzato 3 27-29 29-230-1

22-24 14-1615-17 7-9

9-11SALES & MARKETING4.1.51 Area Manager si diventa! 3 13-15 10-12 2-4 13-15

30-14-6

4.1.4 Formazione pratica di base per Venditori e Tecnici Commerciali

3 22-2417-19 16-18

20-2227-29

4.2.4 Product Manager & Brand Manager 3 16-18 6-825-27 13-15

OPERATIONS8.1.2 Buyer effi cace 3 24-26

15-17 27-29

I colori delle date si riferiscono a Milano - Roma - Bologna - Torino - Padova

Corsi Best Seller Plus gennaio-aprile

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8 #04

Learning & Development functionglobalization and challenges

Molte organizzazioni agiscono su mercati esteri, oltre che sul mercato

italiano e questa diversifi cazione rappresenta per loro una caratteristica distintiva; ciò costituisce per la funzione Learning & Development una sfi da ed un’opportunità.

Per analizzare e fornire risposte agli attori coinvolti in queste sfi de, aiutandoli a coglierne le opportunità, abbiamo intervistato 34 tra le più importanti società al mondo, realizzando una survey di respiro internazionale.

Durante il webinar illustreremo i dati raccolti confrontandoci sulle best practice, anche grazie alla partecipazione di alcuni testimonial.

Al termine proporremo un breve questionario per individuare il “L&D Cegos Profi le” personalizzato.

Parleremo di…• Fattori di cambiamento • Nuova mission e compiti della

funzione • Organizzazione & governance • Portfolio formativo e metodologie • Dal multi-local al global: le sfi de

IntervieneEmanuele Castellani Amministratore Delegato Cegos Italia

26 Gennaio 2016 16.30 - 17.30

Registrati subito!

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9#04

Nelle scorse edizioni

del Magazine Cegos

abbiamo avuto modo di

approfondire temi riguardanti

la mobilità della formazione, il concetto

di liquidità e l’utilizzo di tool di supporto

all’apprendimento.

Ciascuno di questi temi può essere

considerato innovativo, così come

ogni tema legato ad e-Learning e New

Technologies lo è, quasi per defi nizione.

Vorrei quindi riprendere alcuni di questi

aspetti e provare a riordinarli, aggiungendo

una cornice che possa contenerli,

massimizzarli e dare un senso più diretto

rispetto al concetto di innovazione.

L’obiettivo che ci poniamo oggi è quello

di spostare il partecipante dal ruolo di

“semplice” partecipante di un corso

formativo presenziale, a quello di attore

di una vera e propria Learning Experience

completa.

Partiamo proprio dal corso di formazione

presenziale, ad esempio un corso sulla

gestione effi cace del tempo, che si

sviluppa in un’aula di 2 giorni. Proviamo

a non utilizzare la tecnica dell’alternativa

di strumenti formativi, ma ragioniamo al

fi ne di creare un oggetto coerente, ricco di

contributi e tool non classici.

#01 Blended LearningIl primo livello riguarda la costruzione di

un percorso blended, di cui abbiamo già

parlato: nonostante l’etimologia, è diffuso

tra gli addetti ai lavori identifi care il termine

blended con l’associazione esclusiva tra

aula ed e-Learning. Parliamo quindi di un

percorso con un paio di corsi e-Learning

pre aula (preparatori per il partecipante

e per il knowledge di gruppo) per una

rifl essione individuale sull’utilizzo che

facciamo del nostro tempo. Dopo l’aula,

proporremo altri due corsi e-Learning

per approfondire ulteriormente singole

tematiche magari già affrontate (ad esempio

i ladri di tempo, la delega, etc.).

#02 Synchro Distance LearningIl secondo livello coinvolge i tool di Aula

Virtuale e Webinar. Considerate le principali

caratteristiche di aula presenziale (sincrona,

in presenza) ed e-Learning (asincrono, a

distanza): questi tool hanno la capacità di

incrociare i rispettivi vantaggi, (sincroni e

a distanza), coniugando così comodità e

possibilità di scambio live. Prevediamo un

Webinar di apertura al percorso un paio

di settimane prima della partenza, dove

lavorare sull’engagement dei partecipanti,

sul programma del percorso e sulle

regole del gioco (mezz’ora, non oltre).

Aggiungiamo poi un’Aula Virtuale (dai 90 ai

120 minuti) circa due settimane dopo l’aula,

in conclusione al percorso, dove poter

fare un followup dei temi trattati, fugare gli

ultimi dubbi, revisionare eventuali project

work elaborati nel frattempo e raccogliere i

feedback e le impressioni dei partecipanti.

#03 Learning Social NetworkIl terzo e ultimo livello corrisponde alla

cornice citata all’inizio di questo articolo.

In sostanza si tratta di un ambiente sociale

in cui il partecipante trascorre il periodo di

tempo corrispondente alla sua Learning

Experience, che prevediamo di circa 30

giorni.

Non mi soffermo su quale tipo di

social network sia più effi cace, ne

esistono validi e meno validi, gratuiti e a

pagamento. L’aspetto fondamentale è

che il responsabile del progetto vada a

disegnare una vera e propria mappa dei

contenuti condivisi, in modo da coinvolgere

i partecipanti in maniera continuativa.

Ad esempio, il primo giorno è adatto al

lancio dell’iniziativa: uno status di apertura

da parte del moderatore aziendale mette

in moto il veicolo sociale, al quale potrà

far seguire un post con il programma del

percorso formativo. Ogni giorno deve

essere mappato in termini di pubblicazione

di almeno uno/due contenuti, ovviamente

partendo dai contenuti del corso stesso.

Post di video, link, tweet, status su

Social Innovation

LUCA SQUARZONIHead of e-Learning DivisionCegos Italia

tematiche differenti rinforzano l’engagement

e la preparazione dell’individuo. Nel corso

di questi 30 giorni avremo spazio per

condividere una buona fetta di knowledge

con i partecipanti, accompagnata da aspetti

organizzativi e, perché no, da alcuni poll che

ci permetteranno di indagare aspetti legati

alle esperienze individuali o da utilizzare

come “termometro” del gruppo.

I vantaggi da evidenziare consistono,

dapprima, nel linguaggio utilizzato: abbiamo

imparato il codice social ormai da qualche

anno e lo utilizziamo in modo massiccio.

Possiamo quindi usare strumenti familiari

come like o commenti per interagire con i

nostri compagni di Learning Experience.

Ma non solo. Questa cornice sociale,

contenente aula, e-Learning, Webinar, Aule

Virtuali ci permette di scegliere e collocare

in un unico ambiente tutto quel sottobosco

di apprendimento informale che facciamo

fatica a riconoscere e razionalizzare. Ora

possiamo iniziare a dargli una direzione e ad

incoraggiarlo.

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10 #04

Cegos at the forefront of learning as a strategic factor in competitivenessWhat’s new in training & development for 2016

inte

rnat

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al

As a worldwide leader, Cegos fi rmly

believes that learning is there to equip

people with the professional skills

they need and speed up enterprise

transformation. More than ever before,

training is a strategic investment for

businesses and a key competitiveness

factor.

Cegos caters for both individual and

collective professional development goals

by offering the most comprehensive line-up

of solutions on the market.

As another learning year begins, we look at

what’s new at Cegos for 2016.

José Montes, Cegos Group Chairman,

details the Group’s view of this new

situation:

The impact of the Training Reform

in France extends beyond the mere

training community. After being seen as

an expense up until now, training has

become an investment. Cegos is very well

placed to guide and support organisations

through this transition. First of all, because

of our proven experience on international

markets, where training is traditionally

‘unregulated’: France has been something

of an exception up until now. Secondly,

because of the drive to innovate that is

inherent in the Cegos DNA and which, this

year again, has spawned a wide variety of

new features.

In practice, our solutions are grounded

in three resolutely complementary

fundamentals:

• Market a range of solutions that directly

address each person’s professional

development goals

• Design and implement bespoke solutions

that will guide and support businesses

through their major transformations

• Continue to lead the way on the

question of learning effectiveness, a

key competitiveness factor and more

important now than ever.

#1The Cegos training range continues to evolve and

now offers the broadest selection of solutions on the

market, with something to meet every need: more

experimentation, learning communities, tailored

learning programmes, on-the-job training, and mobile

learning.

Guillaume Huot, Board Member and head of the Open Courses business, explains:

Developing people’s professional skills is

becoming a core concern in an ever-changing

economy. Line-of-business skills are changing

increasingly quickly. By constantly revising not only

the content but also the formats offered to our

customers, we know that the training solutions we

implement are perfectly suited to what people need

from professional training today: to acquire a solid

set of cross-cutting skills to become more adaptable,

onboard the changes specifi c to their job fi eld, retrain

for a different job, or boost their employability.

Because digital technology is the key to customising

training paths and adapting to individual learning

preferences, today 50% of the Cegos range is

blended. Cegos has decided to maintain its blended

learning solutions, using the 70 - 20 - 10 learning

model:

• 70% of learning by doing, in the form of hands-on

experience and participants’ on-the-job training

• 20% of informal learning with other people,

essentially through discussions with other

professionals, communities of expertise (Cegos

subject-matter blogs) and peer coaching

• 10% of formal learning (with a Cegos expert or

through the e-learning library, etc.).

DEVELOP EACH PERSON’S PROFESSIONAL

SKILLS

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11#04

#3Because training is an investment in enhancing people’s employability and therefore companies’ competitiveness, Cegos uses three factors to help companies measure the value of their investment:

• The variety of training courses offered by Cegos, in terms of both topics and formats, lets each customer optimise the spend, depending on the budget and the time available.

• Cegos’ engineering is fundamentally focused on operational transposition. Learning effectiveness is therefore proven, since learners can apply what they learnt during the course in what they do at work, no sooner have they returned from the course.

• Lastly, Cegos offers an appropriate, thorough system for evaluating the effectiveness of learning: it measures satisfaction, learning outcomes, whether the outcomes are applied on the job, and the operational impact of the training. Within the next few weeks, a specifi c offer will be rolled out to evaluate this last point.

THE RETURN ON INVESTMENT

IN LEARNING, A KEY OBJECTIVE FOR COMPANIES

#2Through its range of operational consulting

services and its results-oriented approach,

Cegos guides and supports organisations’

change-management initiatives and high-stakes

training projects, mainly in the fi elds of training

management, human resources, management,

sales and marketing, digital transformation and

information systems.

In a broader perspective, the adoption of digital

technology involves companies in a far-reaching

change that affects both their business and their

organisation. Cegos offers made-to-measure

solutions, drawing on its comprehensive

range of services (diagnosis, consulting,

support, training), learning formats (classroom

learning, co-development, e-learning modules,

videoconferences, webcasts, multimedia

and multi-device solutions, etc), the learning

experience delivered (Learning Management

System interfaces, etc), services and customer

relations (dematerialised training content, web

platforms, etc).

Because digital transformation is a global issue,

Cegos is able to capitalise on the international

projects the Group has conducted recently for

big companies keen to familiarise their teams

with digital technology or even switch whole

functions or business lines over to digital

technology on a global scale.

In France, to meet the dual objective of

professional development and investment arising

from the reform, Cegos offers companies a

specifi c, bespoke approach.

Annick Allegret, Board Member in charge of Consultancy and In-house Training, explains:

With the new regulatory framework, it is

in companies’ interest to manage their

training policy like a strategic investment. Our

support role consists in helping them optimise

their training investment (providing a more

compact, less expensive solution that has

a greater operational impact). This support

solution sets out to analyse every aspect of their

training policy, then develop it into a fully-fl edged

Professional Development Strategy, and support

the operational staff and training stakeholders

through the change.

GUIDE AND SUPPORT

ENTERPRISE TRANSFORMATION

#4Cegos has invested €25 million in R&D since 2000.

The Group’s Development Department is deploying

an “Agility for innovative learning” approach, using

agility and open innovation to develop innovative

training solutions that fi t new learning styles, and are

accessible and useful for everyone.

Catherine Goutte, Cegos Group Director of Development, explains:

We have set up an innovation cluster – a

discussion group made up of businesses

and universities, meeting in a non-institutional

setting to develop tomorrow’s learning solutions.

We hold “battles of concepts” to test avenues

for innovation. The new concepts selected are

validated and tested, in an iterative approach,

before being put on the market. Some of the results

of this research can be seen in the on-the-job “3-

hour course in…” and “One-day Focus” formats,

and the new Cegos blended courses.

ONGOING INNOVATION

AT CEGOS PUTS LEARNERS

FIRST

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cegos.it

B E Y O N D K N O W L E D G E

ORIZZONTALE04. Azienda innovativa che ha raccolto l’esigenza del

viaggatore di ridurre i costi di spostamento sfi dando le

leggi corporative

06. Film da pomeriggio natalizio del 1964 che propone per la

prima volta l’interazione tra animazione e realtà

07. Sigla italiana della funzione nella quale l’innovazione è

una capacità essenziale

09. Vengono depositati per proteggere la proprietà

intellettuale

13. È considerato uno dei guru della creatività (cognome)

15. Le sue fonti sono essenziali per ogni progetto innovativo

16. La generazione protagonista dell’innovazione sociale

grazie alla rivoluzione dei consumi e alla nuova

distribuzione della conoscenza

18. Azienda automobilistica considerata innovativa perché

guida lo sviluppo della tecnologia Fuel-cell

VERTICALE01. Cognome del giornalista del Sole 24Ore autore di un

recente libro dal titolo “L’innovazione che non ti aspetti”

02. Porta alla concretizzazione dell’innovazione

03. Tipo di innovazione con cui un’impresa coinvolge più

stakeholder nel processo innovativo (in inglese)

05. L’Everett che ha creato un modello di diffusione

dell’innovazione

08. L’innovazione che modifi ca, rifi nisce e migliora prodotti,

processi, servizi e attività di produzione e distribuzione

10. È ciò che aguzza l’ingegno

11. Un settore dove l’innovazione è galoppante

12. Sarebbe opportuno che l’innovazione fosse

caratterizzata da questo elemento per essere effi cace nel

tempo

14. Incontri informali che forse sostituiranno nel futuro le

noiose riunioni di chi compone il comitato direttivo

17. Un progetto….lasciato a metà

Le soluzioni sul prossimo numero!

Beyond Knowledge #03: le soluzioni!Orizzontale | 04 networking | 08 novanta | 09 resilienza | 13 collaborativo | 15 Richard | 17 esse | 18 sistema | 19 TMI | 20 stadi

Verticale | 01 mercato | 02 Rizzoli | 03 internazionalizzazione | 05 denaro | 06 Jung | 07 rivoluzione | 10 stabilità | 11 disciplina | 12 formula | 14 aggregazione | 16 dieci

L’innovazione che non ti aspetti. Contesti e visioni per l’impresa

Una nuova cultura dell’imprenditorialità è sbocciata e sta sviluppandosi in tutto il mondo. In Italia è nel pieno della sua crescita grazie a chi ogni giorno lavora per dare sostanza a idee e progetti. Alcuni campioni dell’imprenditoria innovativa hanno voluto condividere le loro storie in questo volume: storie di impresa ma anche di idee e proposte, di modelli di business e di visione verso un futuro possibile.

di E. Abirascid, FrancoAngeli, 2015

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Innovatori. Come pensano le persone che cambiano il mondo (breve storia del futuro)

“Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, alla fi ne, lo cambiano davvero”: una frase che rappresenta la perfetta sintesi del mondo dell’innovazione e di chi lo rappresenta. Spesso giovanissimi e impertinenti, in ogni campo del sapere gli innovatori sono un perfetto mix di razionale lucidità e folle lungimiranza. Nel campo della scienza e della tecnologia queste caratteristiche assumono connotati estremi e generano personalità capaci davvero di cambiare il corso delle storia. Questo libro racconta la loro storia e prova a tracciare il profi lo di questi straordinari personaggi, da James Watt a Thomas Alva Edison, da Guglielmo Marconi fi no a Steve Jobs.

di M. Temporelli, Hoepli, 2015

Quali temi vorresti approfondire nei prossimi numeri? Dicci la tua: scrivi al direttore! [email protected] @licia_lanza

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