+ All Categories
Home > Documents > leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una...

leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una...

Date post: 18-Feb-2019
Category:
Upload: hahanh
View: 216 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
46
leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http://www.10righedailibri.it
Transcript
Page 1: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http://www.10righedailibri.it

Page 2: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

Letterature

1

Page 3: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

Giuliano Bertuccioli

La letteratura cinese

a cura di Federica Casalin

Premessa di Federico Masini

Page 4: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

© 2013 L’Asino d’oro edizioni s.r.l.Via Saturnia 14, 00183 Roma

www.lasinodoroedizioni.ite-mail: [email protected]

ISBN 978-88-6443-177-2ISBN ePub 978-88-6443-178-9ISBN pdf 978-88-6443-179-6

Prima edizione, con il titolo Storia della letteratura cinese,

Nuova Accademia 1959

Seconda edizione, con il titolo La letteratura cinese,

Sansoni 1968

Prima edizione riveduta e aggiornata, con il titolo La letteratura cinese,

una Premessa di Federico Masini e una Prefazione di Federica Casalin,

L’Asino d’oro edizioni 2013

Page 5: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

v

Premessa

di Federico Masini

Il 1° ottobre del 1949 a Pechino il presidente Mao aveva fondato la Repubblica popolare cinese: la Cina, dopo anni di guerra civile, era così riunificata e poteva contendere all’Urss il primato del più grande e potente Stato comunista. In quegli stessi giorni presso l’Ambasciata d’Italia a Nanchino, lì trasferita da Pechino a causa degli eventi bellici, lavorava come interprete di lingua cinese un giovane italiano: si tratta-va di Giuliano Bertuccioli (1923-2001), l’autore di questo libro.

Dopo una giovinezza dedicata allo studio dei classici latini e greci, a soli 23 anni, nel 1946, Bertuccioli si laureò in giurisprudenza secondo i desideri di suo padre; da tempo, però, aveva iniziato a coltivare la passione per le letterature e le lingue orientali, in particolare il cinese. L’occasione per sfuggire all’ambiente famigliare e conoscere quell’O-riente da lui tanto vagheggiato fu un concorso bandito dal Ministero degli Affari esteri per «impiegato locale di prima categoria con mansio-ni d’interprete» presso l’Ambasciata italiana a Nanchino. Imbarcatosi a Taranto sull’incrociatore coloniale Eritrea il 1° novembre del 1946, dopo alcuni mesi di navigazione raggiunse Shanghai, per poi prosegui-re via terra fino a Nanchino, l’antica capitale meridionale della Cina. Vi rimase a fino all’agosto del 1950, quando ormai la città era stata conquistata dalle truppe del regime comunista e l’Italia aveva deciso di non riconoscere il governo di Mao, a causa, fra l’altro, dello scoppio della guerra di Corea. Gli fu dato l’ordine di chiudere l’ambasciata e bruciare gli archivi; quindi, dopo un lungo viaggio via terra in una Cina ormai controllata dal nuovo regime, raggiunse la colonia britannica di Hong Kong, da dove fece rientro in Italia. In pochi anni aveva vissuto eventi bellici straordinari, che avrebbero cambiato il mondo, ma so-prattutto aveva accumulato una eccezionale conoscenza pratica della lingua cinese scritta e orale, che a quei tempi in Italia non aveva eguali.

Arrivato a Roma nel 1952, entrò nei ruoli diplomatici del Ministero degli Affari esteri, riuscendo a farsi assegnare quasi immediatamente a Hong Kong, l’unica città della Cina dove era consentito agli occidenta-

Page 6: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

vi

la letteratura cinese

li risiedere, e che quindi costituiva una sorta di enclave della vecchia Cina all’interno del territorio della neonata Repubblica popolare cine-se. Lì lavorò presso il consolato italiano dal 1953 al 1960, prima come viceconsole e poi come console generale. Se il periodo di Nanchino era stato il tempo dell’azione, la comodità delle biblioteche di Hong Kong e la straordinaria tradizione storico-letteraria delle università di quella città consentirono al giovane diplomatico di proseguire nello studio della letteratura cinese e nella raccolta di testi letterari. La prima edi-zione della storia della letteratura di Bertuccioli fu appunto il frutto di quegli anni e uscì in Italia nel 1959.

L’idea stessa di una storia della letteratura, che oggi può sembrare chiara e ben definita, nasceva in realtà da una concezione relativamen-te nuova, cioè quella di poter raccogliere fatti ed eventi di carattere letterario ordinandoli secondo un criterio cronologico e associandoli ai principali eventi storici di un determinato periodo. In Europa, già durante il secolo XIX, avevano visto la luce alcune grandi storie della letteratura; in Italia, in particolare, ricordiamo le opere di Cesare Can-tù e soprattutto la Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis del 1870. Tali lavori nascevano dal desiderio di dare conto di tutte le opere letterarie, nei diversi generi e stili, composte in una determinata lingua, sottolineandone i rapporti e le reciproche influenze, e immagi-nando quindi la letteratura di un paese come un complesso coerente, risultato di un processo di sviluppo legato ai fatti storici e politici av-venuti in quello specifico paese.

La concezione di una storia generale della letteratura, che non si limitasse alla citazione dei titoli delle opere e dei loro autori, ma ne spiegasse le relazioni e i debiti reciproci, negli ultimi decenni del XIX secolo era giunta anche in Cina, paese che peraltro poteva vantare una millenaria e ininterrotta tradizione letteraria in un’unica lingua, o meglio, in una serie di stili e varianti letterarie che condividevano un medesimo sistema di scrittura. Tale ineguagliata tradizione lette-raria si era conservata attraverso i secoli anche grazie alla pratica ci-nese di ristampare le opere, talvolta in collezioni straordinarie come lo Siku quanshu (Tutti i libri delle quattro sezioni della letteratura), che nel 1773 ripubblicò oltre 36.000 volumi della letteratura cinese, per un totale di oltre due milioni di pagine. La Cina, quindi, non solo era avvezza alla riproduzione di opere letterarie, ma tramandare

Page 7: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

vii

Premessa

più che innovare era una delle virtù del letterato confuciano. Tuttavia, soltanto durante il XX secolo e su influsso di quanto accadeva in Europa videro la luce anche in cinese compendi di storia della lette-ratura, opere cioè che aspiravano a raccogliere tutti i fatti letterari, ordinati cronologicamente. Proprio dalla confluenza di queste due tradizioni, quella europea delle grandi sintesi letterarie e quella cine-se in cui si prediligeva la conservazione dei testi rispetto alla loro analisi critica, nacque la storia della letteratura di Bertuccioli, che si presentò ai suoi tempi come assolutamente nuova nel panorama ac-cademico italiano ed europeo (come dimostrano le numerose recen-sioni elencate infra, p. 4).

Questa storia della letteratura cinese si caratterizza per la grande quantità di testi per la prima volta tradotti in una lingua occidentale. Il lettore ha infatti la possibilità di leggere ampi passi delle opere dei principali esponenti della letteratura e si può fare un’idea personale su quei testi, al di là del giudizio che il curatore sembra voler suggerire. Inoltre, riesce ad avere un’immagine complessiva di tutta la storia del-la letteratura cinese, dalla più remota antichità fino agli anni Cinquan-ta del secolo scorso, collocata all’interno dei diversi periodi storici e divisa nei vari generi letterari, soprattutto la prosa filosofica e storica, e poi i tanti generi poetici, il teatro cantato e la prosa d’intrattenimen-to. Ogni genere è trattato nel suo contesto storico e culturale, ma al tempo stesso se ne sottolineano i debiti e le influenze rispetto ai perio-di precedenti o successivi: la narrazione quindi, pur seguendo un rigi-do ordine cronologico, presenta tali e tanti rimandi interni da consen-tire anche una lettura trasversale, che abbia come filo conduttore gli stili, piuttosto che le epoche storiche.

Più di tremila anni di letteratura cinese scorrono in queste pagine, che meritano di essere lette per conoscere come sia stata possibile una storia così lunga e ricca senza che nessun dio monoteista vi abbia mai trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui siamo cresciuti frutto della ragione e della religione, che hanno domi-nato incontrastate il pensiero dell’Occidente e che solo ora possono essere radicalmente criticate e demolite.

Il testo che segue è quello della seconda edizione della Storia della let-teratura cinese pubblicata nel 1968 con il titolo La letteratura cinese:

Page 8: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

viii

la letteratura cinese

minimi sono stati gli interventi redazionali a opera della curatrice di questa edizione, Federica Casalin, che ha provveduto a modificare il sistema di trascrizione di tutte le parole cinesi, adottando il sistema ora in uso detto pinyin. Ha inoltre controllato i brani antologici in lingua originale per garantire una corretta trascrizione, ha integrato la biblio-grafia corredandola dei dati editoriali mancanti nell’edizione prece-dente e prodotto due indici con caratteri: uno dei nomi, generi e luo-ghi, l’altro dei titoli. Federica Casalin è inoltre autrice del saggio introduttivo che segue, nel quale presenta alcune recenti scoperte nel campo della storia della letteratura cinese, dando conto di quei filoni letterari non ancora definiti al tempo della stesura di quest’opera, mo-strando così come la storia della letteratura sia un corpo vivo, che pro-duce di continuo nuove interpretazioni. Ciò testimonia la straordina-ria vitalità di questa tradizione letteraria e della lingua cinese, l’unica lingua al mondo capace di sopravvivere a quasi cinquemila anni di storia e in grado di vincere la sfida della modernità.

Page 9: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

ix

Prefazione

Rileggere La letteratura cinese alla luce di alcune ricerche e scoperte

degli ultimi decenni

di Federica Casalin

La letteratura cinese di Giuliano Bertuccioli uscì nel 1968 come edizione ampliata della Storia della letteratura cinese pubblicata nel 1959. Il vo-lume che oggi L’Asino d’oro edizioni ripropone ai lettori, in un’edizio-ne aggiornata con trascrizione in pinyin e arricchita da due indici tema-tici con caratteri, mantiene la validità del testo originario, sia nel repertorio antologico, finora ineguagliato, che nell’impianto contenu-tistico. Quest’ultimo, spiccatamente tradizionale, si conforma alle principali categorie secondo le quali i cinesi hanno costruito la storia della letteratura del proprio paese, ovvero secondo generi letterari e periodi storici definiti in funzione di precisi mutamenti dell’assetto politico-istituzionale, come ad esempio l’avvicendamento dinastico.

Nel riproporre questo volume non si può però trascurare un fatto importante: negli ultimi decenni le ricerche sulla letteratura cinese so-no aumentate esponenzialmente, sia in Cina che all’estero, andando da un lato verso una progressiva specializzazione, dall’altro verso una rilettura della storia letteraria secondo categorie nuove e originali. Ciò ha portato a osservare con occhio critico la stessa visione di una lette-ratura, singola e monolitica, rispetto alla quale, secondo diversi studio-si, sarebbe più corretto parlare di molte «letterature cinesi»1. In questo solco si inserisce ad esempio la distinzione tra «tradizione centrale» e «tradizioni periferiche» coniata da Erik Zürcher e ripresa nella Lettera-tura cinese di Wilt Idema e Lloyd Haft2. Nel loro agile volume questi

1 Cfr. K.S. Chang, S. Owen, a cura di, The Cambridge History of Chinese Literature, 2 voll., Cambridge University Press, Cambridge-New York-São Paulo-Delhi-Dubai-Tokyo 2010, vol. I, Introduction, p. xxi. 2 W. Idema, L. Haft, Letteratura cinese (1996), a cura di M. Ceresa, Libreria Editrice Cafoscarina, Venezia 2000, pp. 28-35.

Page 10: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

x

la letteratura cinese

due studiosi hanno tentato di scardinare l’approccio cronologico clas-sico proponendo una periodizzazione del tutto originale della lettera-tura cinese, riletta in funzione di cambiamenti materiali che influenza-rono in modo determinante la produzione, la fruizione e l’aspetto della letteratura stessa, come ad esempio l’invenzione della carta e la diffusione della stampa.

Impostazioni innovative nella distribuzione della materia si riscon-trano anche in testi come The Indiana Companion to Traditional Chinese Literature3, composta per metà da saggi monografici che ripercorrono cronologicamente l’evoluzione dei principali generi letterari e per me-tà da un dizionario enciclopedico di autori, opere e sottogeneri. Anche The Columbia History of Chinese Literature4 ha scelto di distribuire i con-tenuti secondo generi letterari, che vengono esaminati nel loro svilup-po diacronico. Rispetto a queste opere, più tradizionale nell’impianto può sembrare la recente The Cambridge History of Chinese Literature, un’opera cui hanno contribuito diversi autori, ciascuno esperto di un genere o di un periodo specifico e dei relativi avanzamenti nelle ricer-che. Tutte le opere sopra citate condividono una medesima scelta edi-toriale: sono totalmente o quasi totalmente prive di brani antologici. D’altra parte, diverse antologie di ampio respiro sono ormai disponi-bili nelle principali lingue europee, in particolare in inglese. Resta pur-troppo assai ridotta l’offerta di antologie della letteratura cinese classi-ca in lingua italiana, mentre più ampia è la disponibilità nel campo della letteratura moderna e contemporanea5. Tenendo conto di ciò, il testo di Bertuccioli che oggi L’Asino d’oro edizioni ripropone in una veste grafica nuova rimane un punto di riferimento imprescindibile6.

Venendo ai progressi delle ricerche, è impensabile provare a dare

3 W.H. Nienhauser, a cura di, The Indiana Companion to Traditional Chinese Literature, Indiana University Press, Bloomington 1986.4 V.H. Mair, a cura di, The Columbia History of Chinese Literature, Columbia University Press, New York 2001.5 È prevista per il 2014 l’uscita di un’antologia critica di scrittori cinesi contemporanei a cura di V. Pedone e S. Zuccheri, Hoepli editore.6 Un valido ausilio bibliografico sulle traduzioni in lingua italiana realizzate nel No-vecento è M. Miranda, Bibliografia delle opere cinesi tradotte in italiano (1900-1996), Gian-nini, Napoli 1998. Si veda anche F. D’Arelli, La Cina in Italia: una bibliografia dal 1899 al 1999, Istituto Italiano per L’Africa e L’Oriente, Roma 2007, che riassume un secolo di ricerche sinologiche in Italia, in particolare pp. 211-260.

Page 11: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xi

Prefazione

atto, nelle poche pagine che seguono, delle conoscenze acquisite negli ultimi decenni rispetto a singoli autori, testi, generi o periodi. Allo stesso tempo non è proponibile adottare nuove chiavi interpretative della storia della letteratura cinese, con il rischio di stravolgere l’im-pianto contenutistico adottato da Bertuccioli, cui va peraltro ricono-sciuto il merito di rendere il testo facilmente accessibile anche a un lettore digiuno della materia e privo di coordinate rispetto alla storia e alla cultura della Cina. Tenendo conto di ciò, ci si limiterà qui a enu-cleare alcune tematiche non trattate o solo brevemente accennate dall’autore, la cui importanza è emersa da recenti ricerche. La letteratu-ra contemporanea non verrà trattata, in quanto essa travalica i limiti cronologici del testo di partenza e necessiterebbe di un intero volume a sé7. I rimandi bibliografici saranno limitati ad alcune fonti recenti in lingue occidentali, con preferenza per quelle in italiano.

Per limiti di spazio, si è scelto di affrontare tre argomenti, ometten-do consapevolmente altri possibili indirizzi di ricerca8. Si inizia, nel primo paragrafo, con le prospettive che i recenti ritrovamenti archeo-logici hanno aperto sulla produzione scritta in cinese antico, denomi-nazione che racchiude le tre fasi del cinese arcaico (XIII-XI secolo a.C.), del cinese pre-classico (XI-VI secolo a.C.) e del cinese classico (VII-II secolo a.C.)9; per ragioni di contiguità tematica la trattazione si chiude con una breve riflessione sulle conoscenze recentemente acquisite gra-zie al lavoro di catalogazione, digitalizzazione e analisi dei manoscrit-ti di Dunhuang, databili al più tardi all’inizio dell’XI secolo d.C. Il terzo paragrafo è dedicato alla cosiddetta letteratura pre-moderna, vale a dire la produzione letteraria che ha preceduto in termini cronologici

7 È prevista per il 2014 l’uscita del volume La narrativa cinese moderna e contemporanea: temi, correnti e autori, a cura di N. Pesaro e M. Pirazzoli, Carocci, Roma. Sulla letteratura antica offrirà nuovi strumenti di ricerca la Guida alla letteratura cinese. Parte I: Dalle origi-ni al primo impero, a cura di A. Andreini e M. Scarpari, Einaudi, Torino, in corso di pub-blicazione; la Parte II sarà curata da M. Ceresa. 8 Si pensi ad esempio alla complessa dialettica tra letteratura orale e scritta, declinabi-le in un senso come letteratura orale che viene successivamente codificata in forma scritta e nell’altro come letteratura scritta che nasce per essere rappresentata in forma orale. Un’altra possibile integrazione riguarda i generi letterari tradizionalmente consi-derati minori e recentemente rivalutati dalla critica, come lettere, diari, epitaffi. 9 M. Abbiati, Lingua e scrittura, in M. Scarpari, a cura di, La Cina, vol. 1, t. 2, Dall’età del Bronzo all’Impero Han, a cura di T. Lippiello e M. Scarpari, Einaudi, Torino 2013, pp. 814-816.

Page 12: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xii

la letteratura cinese

e anticipato in termini stilistici e contenutistici l’avvento della lettera-tura moderna della prima metà del Novecento. Il lungo arco di tempo che si estende fra questi due estremi viene trattato nel secondo para-grafo, dove si percorre a grandi passi la storia della Cina imperiale alla ricerca di alcune voci femminili rimaste a lungo inascoltate. A chiara riprova di quanto ancora vi sia da scoprire, studiare e approfondire nell’ampio universo della letteratura cinese.

1. I ritrovamenti archeologici

Gli scavi degli ultimi cinquant’anni hanno portato alla luce numero-sissimi reperti archeologici10, la cui analisi ha ampliato, approfondito e in alcuni casi rivoluzionato la nostra conoscenza della storia, del pensiero, dell’arte, della società e più in generale della cultura della Cina arcaica e antica. Tali ritrovamenti sono stati talmente numerosi e significativi da portare alla formazione di specifici campi di studio11. Anche la nostra visione della produzione letteraria degli albori è sen-sibilmente cambiata in seguito al ritrovamento di un ingente numero di fonti paleografiche sui principali supporti materiali per la scrittura utilizzati prima dell’introduzione della carta, ovvero ossa oracolari, bronzi, pietra, bambù, legno e seta. La loro analisi ha stimolato nuove riflessioni di tipo linguistico, stilistico e contenutistico sui primordi della letteratura cinese. Ci si limiterà qui ad accennare alle principali osservazioni stilistiche e contenutistiche, che più squisitamente atten-gono alla sfera letteraria12.

10 Una panoramica di tali ritrovamenti, concisa ma ricca di rimandi bibliografici, è contenuta nella Postfazione all’edizione aggiornata del volume di Tsuen-Hsuin Tsien, Written on Bamboo and Silk: The beginnings of Chinese Books and Inscriptions (1962), The University of Chicago Press, Chicago-London 2004. La Postfazione, di E.L. Shaughnessy, si intitola Paleographic Discoveries in China since 1960, pp. 207-232. A essa seguono due appendici, la prima delle quali contiene una tabella sinottica intitolata Major Archeo-logical Discoveries, 1899-2000.11 Cfr. E. Wilkinson, Chinese History: A New Manual, Harvard-Yenching Monograph Se-ries 84, Harvard University Asia Center, Cambridge (Mass.) 2012. 12 Sulle nuove riflessioni di tipo linguistico si rimanda qui ai saggi di M. Abbiati, Lingua e scrittura cit., pp. 811-844 e A. Andreini, La trasmissione del sapere: Forme e funzioni del testo, in M. Scarpari, a cura di, La Cina, vol. 1, t. 2 cit., pp. 845-899. Si veda inoltre Qiu Xigui 裘錫圭, Wenzixue gaiyao 文字學概要, Shangwu yinshuguan, Beijing 1988, trad. di

Page 13: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xiii

Prefazione

Sul piano stilistico, alcune osservazioni interessanti riguardano le testimonianze paleografiche più antiche finora rinvenute, ovvero le iscrizioni su ossa oracolari e oggetti rituali in bronzo. Le prime, di cui Bertuccioli fornisce qualche passo in traduzione (cfr. infra, pp. 26-27), sono state a lungo interpretate come domande poste agli spiriti degli antenati per conoscere l’opportunità o meno di una certa azione. Studi più recenti hanno portato a ipotizzare che esse possano essere lette anche come dichiarazioni o preghiere, ipotesi che ha scatenato un ac-ceso dibattito13. Sebbene ciò non abbia portato a includere le iscrizio-ni su ossa oracolari tra i testi letterari veri e propri14, ha però contribui-to ad aumentare e a modificare la nostra conoscenza della lingua cinese arcaica e della funzione dei riti divinatori descritti all’inizio di questo volume (cfr. infra, pp. 26, 41-42)15.

Più intrigante dal punto di vista letterario è il frutto delle ricerche paleografiche sulle iscrizioni rinvenute su oggetti rituali in bronzo ri-salenti al periodo Zhou occidentale (1045-771 a.C.). Alcuni di questi oggetti contengono infatti porzioni di testo piuttosto lunghe, la cui analisi ha evidenziato la presenza di alcuni patterns linguistici ricorren-ti – in realtà già presenti nelle iscrizioni su ossa oracolari, ma che, tuttavia, rivelano una strutturazione più complessa – e l’uso di artifici ritmici e metrici in un periodo che precede o è coevo a quello a cui risalgono le poesie dello Shijing (1000-600 a.C. ca.; cfr. infra, pp. 83-91). La presenza di elementi estetici come la rima, l’onomatopea e altri

G.L. Mattos, J. Norman, Chinese Writing, Early China Special Monograph Series 4, The Society for the Study of Early China and The Institute of East Asian Studies, Berkeley 2000; W.G. Boltz, The Origin and Early Development of the Chinese Writing System, Ameri-can Oriental Society, New Haven 1994; Li Feng, D.P. Branner, Writing and Literacy in Early China. Studies from the Columbia Early China Seminar, University of Washington Press, Seattle 2011.13 Un’estesa discussione sulla questione è contenuta in Qiu Xigui, An Examination of Whether the Charges in Shang Oracle-Bone Inscriptions Are Questions, in “Early China”, XIV, 1989, pp. 77-114, e in D.S. Nivison, The “Question” Question, in “Early China”, XIV, 1989, pp. 115-125. 14 Cfr. S. Durrant, The Literary Features of Historical Writing, in V.H. Mair, a cura di, The Columbia History of Chinese Literature cit., pp. 493-510, in particolare p. 495.15 Sull’argomento cfr. R. Fracasso, A Technical Glossary of Jiaguology (Oracle Bone Studies) Jiaguxue zhuanmen cihui 甲骨學專門辭匯, Istituto Universitario Orientale, Napoli 1988; Id., Esordi storici: la dinastia Shang, in M. Scarpari, a cura di, La Cina, vol. 1, t. 2 cit., pp. 39-76, in particolare pp. 39-47. Cfr. inoltre D.N. Keightley, Sources of Shang History: The Oracle-Bone Inscriptions of Bronze Age China, University of California Press, Berkeley 1978.

Page 14: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xiv

la letteratura cinese

elementi di eufonia fanno pensare che i testi impressi su supporti così durevoli come il bronzo fossero destinati a occasioni pubbliche e ri-tuali, durante le quali venivano declamati o recitati. Tale uso performa-tivo ha indotto alcuni studiosi ad affermare che proprio in questi re-perti vada riconosciuta, per diversi aspetti, la «sorgente primaria della letteratura cinese»16. Ciò conferma con dati testuali quanto sostenuto da Bertuccioli in questo manuale, ove si legge che «con essi siamo già agli albori della letteratura cinese» (cfr. infra, p. 27). Notevole valore letterario è ad esempio riconosciuto all’iscrizione di 284 caratteri pre-sente all’interno dello Shi Qiang pan (Bacile di Shi Qiang, o di Qiang lo Scriba), un reperto in bronzo rinvenuto nel 1976 a Zhuangbai pres-so Fufeng nello Shaanxi. L’iscrizione, che commemora le imprese della famiglia Wei a sostegno dei primi sette re Zhou, si conclude con l’au-spicio che il re Gong (r. 917/915-900 a.C.), alla cui corte Shi Qiang operò come scriba, riconoscesse la fedeltà del suo umile suddito e gli augurasse lunga vita17. Secondo Andreini, che offre una traduzione par-ziale del testo in lingua italiana, in questa iscrizione «compare uno dei più antichi esempi di poesia in rima sulla falsariga della metrica tipica dello Shijing»18.

Venendo alle riflessioni di tipo contenutistico, implicazioni tanto affascinanti quanto complesse per la storia della letteratura cinese han-no le sempre più numerose scoperte, avvenute negli ultimi decenni, di manoscritti su supporti materiali poco durevoli, come il bambù, il le-gno e la seta, risalenti grosso modo a un periodo compreso fra il IV secolo a.C. e i primi decenni dell’era cristiana. Lo studio di tali reperti è particolarmente delicato per diversi motivi: l’identificazione e l’ana-lisi dei manoscritti, spesso ritrovati su supporti in pessimo stato di conservazione e non di rado danneggiati dalle incursioni dei saccheg-giatori, è ostacolata dal fatto che molti testi sono adespoti, ovvero sen-za autore, e anepigrafi, ovvero privi di titolo. Inoltre, l’elevato valore economico raggiunto dai reperti ha determinato un notevole aumento

16 M. Kern, Early Chinese Literature, Beginnings Through Western Han, in K.S. Chang, S. Owen, a cura di, The Cambridge History of Chinese Literature cit., vol. I, p. 12.17 Una traduzione integrale in lingua inglese dell’iscrizione è disponibile in E.L. Shaughnessy, Sources of Western Zhou History, Inscribed Bronze Vessels, University of Cali-fornia, Berkeley 1991, pp. 183-192.18 A. Andreini, La trasmissione del sapere cit., p. 856.

Page 15: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xv

Prefazione

del fenomeno della falsificazione dei manoscritti, la cui autenticità deve essere appurata di volta in volta con gran dispendio di tempo, soldi ed energie.

La portata rivoluzionaria dei ritrovamenti degli ultimi decenni risul-ta evidente in un semplice dato numerico: solo il 10 per cento circa dei reperti finora riportati alla luce19 trova un corrispettivo – raramente identico – fra le fonti di cui esiste una versione tramandata20; la restan-te parte è costituita da fonti inedite, i cui titoli sono solo in piccola parte elencati nei cataloghi librari giunti fino a noi. Tra i testi di cui conoscevamo il titolo e che risultavano perduti figura, ad esempio, il Sun Bin bingfa (L’arte della guerra di Sun Bin), ritrovato nel 1972 in un sito funerario presso la località di Yinqueshan nella contea di Linyi, nello Shandong. Correlato al noto trattato di arte militare del maestro Sunzi (Sunzi bingfa), di cui lo stesso sito archeologico contiene una versione manoscritta, il Sun Bin bingfa era registrato nello Yiwen zhi (Trattato bibliografico; cfr. infra, p. 46 nota 26 e p. 126) dello Hanshu (Libro degli Han), ma risultava scomparso ormai da oltre due millen-ni21.

Tra i ritrovamenti più importanti a livello quantitativo e qualitativo figurano finora – ma si tratta di dati destinati a essere presto superati – quello realizzato tra il 1972 e il 1974 a Mawangdui, presso Changsha nello Hunan, e quello effettuato nel 1993 a Guodian, presso Jingmen nello Hubei. I manoscritti riportati alla luce a Mawangdui risalgono alla prima metà del II secolo a.C. e sono per la maggior parte su sup-porti in seta, solo in minima parte su bambù o legno. Il lavoro di rico-struzione ha ricomposto trattati di diversa natura e argomento, che

19 Il solo numero di manoscritti su listarelle di bambù e tavolette di legno riportate alla luce fino al 2005 si aggirava tra le 180.000 e le 200.000 unità. Cfr. M. Scarpari, Aspetti formali e tecniche di recupero dei codici manoscritti cinesi antichi, in “Litterae Caelestes”, I, 2005, pp. 105-130.20 Significative sono ad esempio le discrepanze testuali fra il textus receptus dei Lunyu e il manoscritto su listarelle di bambù rinvenuto nel 1973 nei pressi di Dingzhou nello Hebei in una tomba del I secolo a.C., attualmente il più antico esemplare dei Dialoghi a noi pervenuto. Per un’introduzione all’argomento e ulteriori rimandi bibliografici si veda l’Introduzione a Confucio, Dialoghi, a cura di T. Lippiello, Einaudi, Torino 2003, in particolare pp. xxviii-xxxi.21 Cfr. A. Andreini, L’arte della guerra, in M. Scarpari, a cura di, La Cina, vol. 1, t. 2 cit., pp. 719-746, in particolare pp. 739-740. Inoltre M. Csíkszentmihályi, Material Virtue: Ethics and the Body in Early China, Brill, Leiden 2004.

Page 16: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xvi

la letteratura cinese

spaziano dalla filosofia alla storia, dalla strategia militare alla divina-zione e tanto altro, per un totale di circa 120.000 caratteri. Assieme a due testimoni del Laozi Daodejing, di cui si parlerà a breve, tra i mano-scritti rinvenuti nel sito di Mawangdui figura un testo che gli scoprito-ri hanno intitolato Wuxing (I cinque modelli di condotta)22. Oltre alle spiegazioni di termini come «umanità» (ren) o «giustizia» (yi), il ma-noscritto contiene importanti glosse esplicative ad alcuni versi selezio-nati da poesie dello Shi o Shijing, glosse che attestano una tradizione ermeneutica precedente e diversa da quella canonizzata nell’edizione commentata detta Maoshi (cfr. infra, p. 84)23. Questa scoperta, la prima di una serie di ritrovamenti riguardanti la prima raccolta poetica cine-se24, ha riaperto il dibattito sulla natura, composizione, trasmissione e interpretazione della poesia cinese antica. Il dibattito è stato ulterior-mente animato dal rinvenimento di un testo inedito e frammentario, di poco più di 1000 caratteri, intitolato Kongzi shilun (Trattato sulle odi del Maestro). Il reperto, che fa parte di un ingente corpus di listarelle di bambù acquistate nel 1994 dal Museo di Shanghai al mercato dell’an-tiquariato di Hong Kong, risale al 300 a.C. circa e contiene il più esteso commento allo Shijing di epoca pre-imperiale a oggi noto. Il suo valo-re ermeneutico è inestimabile25.

A Guodian sono state invece riportate alla luce più di 800 listarelle di bambù databili attorno al 300 a.C. I reperti sono stati rinvenuti in una delle circa 300 tombe situate nell’area cimiteriale di Ying, capitale dell’allora potente stato meridionale di Chu. Le listarelle contano circa 13.000 caratteri, che vanno a comporre 18 unità testuali, per lo più inedite. Alcuni manoscritti mostrano evidenti punti di contatto con 31 delle 81 stanze (zhang) che compongono il testo tramandato del Laozi

22 Sui problemi traduttivi e interpretativi legati all’espressione wuxing, cfr. A. Andreini, La trasmissione del sapere cit., p. 895.23 J. Riegel, Shih-ching Poetry and Didacticism in Ancient Chinese Literature, in V. Mair, a cura di, The Columbia History of Chinese Literature cit., p. 101.24 Le scoperte archeologiche relative allo Shijing sono ripercorse nel saggio di M. Kern, Excavated Manuscripts and Their Socratic Pleasures: Newly Discovered Challenges in Reading the ‘Airs of the States’, in “Asiatische Studien”, LXI, 2007, pp. 775-793, in particolare pp. 775-776. 25 M. Kern, Lost in Tradition: The ‘Classic of Poetry’ We Did Not Know, in G.S. Fong, a cura di, “Hsiang Lectures on Chinese Poetry”, Centre for East Asian Research McGill Univer-sity, V, 2010, pp. 28-56.

Page 17: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xvii

Prefazione

Daodejing: gli studiosi hanno però rilevato forti discrepanze nella di-stribuzione delle pericopi tra la versione tramandata e quella mano-scritta26, la quale lascia intuire una pronunciata flessibilità nello svilup-po delle singole stanze del testo. Variazioni rilevanti rispetto alla macrostruttura dell’opera tramandata sono state riscontrate anche nei due manoscritti rinvenuti a Mawangdui di cui si è fatto cenno prima, denominati Laozi A (jia) e Laozi B (yi): sebbene nel contenuto tali ma-noscritti richiamino le due sezioni di cui è composta la versione tra-mandata del Laozi Daodejing, note come Daojing (zhang 1-37) e Dejing (zhang 38-81), essi sembrerebbero indipendenti l’uno dall’altro. Cosa ancor più eclatante, l’ordine in cui si presentano è inverso rispetto a quello tradizionale, tanto da indurre gli studiosi a coniare un nuovo titolo: Dedaojing (Classico della Virtù e della Via)27. Tutte queste discre-panze tra il textus receptus e i manoscritti ritrovati hanno indotto a ipo-tizzare che il Laozi sia il risultato di un lungo processo di graduale ac-crescimento a partire da brevi unità testuali originariamente autonome.

Negli ultimi anni questa ipotesi è stata estesa a molte altre opere tramandate, inclusi i testi che per secoli sono stati considerati come i capisaldi teorici delle principali correnti di pensiero fiorite nel periodo Zhou orientale, le cosiddette cento scuole (baijia; cfr. infra, pp. 45-46). La stessa idea di ‘scuola’ è, a detta di molti studiosi, fuorviante e trar-rebbe la sua origine nell’interpretazione del carattere jia contenuta nel-lo Shiji di Sima Qian (cfr. infra, pp. 120 sgg.)28. In quest’ottica, tanto la tradizionale visione dell’esistenza di scuole ben definite e fra loro an-tagoniste, quanto la codificazione di un’ortodossia e di un canone te-stuale preciso per ciascuna di esse sembrano essere il frutto di un lento processo interpretativo avviato durante la dinastia Han e consolidato-si nelle epoche successive29.

26 M. Scarpari, Aspetti formali e tecniche di recupero dei codici manoscritti cinesi antichi cit., pp. 118-122 e Id., Laozi e il ‘Laozi’, in A. Andreini, a cura di, Laozi. Genesi del ‘Daodejing’, Einaudi, Torino 2004, pp. vii-xxxix. 27 M. Scarpari, Laozi 64 e dintorni, in M. Scarpari, T. Lippiello, a cura di, Caro Maestro... Scritti in onore di Lionello Lanciotti per l’ottantesimo compleanno, Libreria Editrice Cafosca-rina, Venezia 2005, pp. 1055-1068, in particolare pp. 1055-1062.28 M. Csíkszentmihályi, M. Nylan, Constructing Lineages and Inventing Traditions Through Exemplary Figures in Early China, in “T’oung Pao”, LXXXIX, 1-3, 2003, pp. 59-99.29 A. Andreini, Cases of ‘Diffraction’ and lectio difficilior in Early Chinese Manuscripts, in “Asiatische Studien”, LIX, 1, pp. 261-291.

Page 18: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xviii

la letteratura cinese

Nel complesso, l’analisi dei reperti paleografici induce a riconside-rare con attenzione quanto si dava ormai per acquisito rispetto alle fasi iniziali della produzione scritta cinese: se in alcuni casi i mano-scritti ritrovati confermano la composizione del testo ricevuto, da cui le edizioni al più si discostano per varianti grafiche30, in molti altri casi la presenza di più versioni discordanti impone a paleografi, filolo-gi e storici della letteratura un rigoroso lavoro di ricostruzione e raf-fronto che non sempre perviene a conclusioni univoche. Di certo gli esperti concordano sul fatto che le scoperte archeologiche che ci atten-dono, di cui finora non si è avuto che un piccolo assaggio, costringe-ranno gli studiosi a rileggere e quindi anche a riscrivere la storia della cultura e della letteratura cinese antica31.

Meno recente, ma altrettanto rivoluzionaria per la nostra conoscen-za della letteratura cinese di epoca medievale, si è dimostrata la scoper-ta, fatta nei primi anni del Novecento, di un’immensa ‘biblioteca’ di manoscritti, sigillata poco dopo l’anno Mille e per ragioni ancora non chiare in una grotta presso Dunhuang, nel Gansu. La cittadina fu un’importante tappa lungo la Via della seta e una vivace meta di pelle-grinaggio dal IV al XV secolo d.C. Le condizioni di buio, temperatura e umidità costanti hanno permesso la conservazione di decine di mi-gliaia di manoscritti databili tra il V e l’inizio dell’XI secolo, costituiti in larga parte da scritture buddhiste in lingua cinese, ma anche in tibe-tano, khotanese, sogdiano, sanscrito e uiguro; sono presenti anche testi di stampo confuciano e taoista, nonché opere di argomento medico, economico e legale; non mancano infine le opere letterarie, il cui com-plesso costituisce un’incomparabile risorsa per lo studio di vari aspetti della lingua, della letteratura, del pensiero e della cultura materiale del Medioevo cinese32. Diversi elementi stilistici e linguistici, tra cui l’uso di espressioni lessicali e sintattiche di tipo colloquiale, l’occorrenza di espressioni formulaiche, le ripetizioni e l’esteso uso del dialogo indu-

30 Questo è ad esempio il caso dello Shijing; cfr. M. Kern, Early Chinese Literature, Begin-nings through Western Han, in K.S. Chang, S. Owen, a cura di, The Cambridge History of Chinese Literature cit., pp. 17-28. 31 E.L. Shaughnessy, Rewriting Early Chinese Texts, State University of New York Press, Albany 2006.32 Un’ampia bibliografia di riferimento è disponibile in W. Nienhauser, a cura di, The Indiana Companion to Traditional Chinese Literature: Updated Bibliography, Indiana Univer-sity Press, Bloomington 1998, pp. 450-454.

Page 19: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xix

Prefazione

cono a classificare buona parte dei manoscritti di Dunhuang tra la letteratura popolare33, anche se non mancano le opere ascrivibili a no-ti letterati, come il poema Qinfu yin (La ballata della sposa di Qin) di Wei Zhuang di cui parla lo stesso Bertuccioli (cfr. infra, p. 206).

La classificazione più semplice e pratica dei manoscritti, in gran par-te anonimi, si basa su criteri formali e distingue i tre macro-generi di prosa, poesia e testo prosimetrico, quest’ultimo caratterizzato dall’al-ternarsi di parti in prosa e in versi. Lo studio di questi tre generi negli ultimi decenni ha modificato la nostra visione della storia della lette-ratura cinese del primo millennio d.C.: nella prosa, ad esempio, le ri-cerche su testi in lingua vernacolare e semivernacolare marcati come hua (letteralmente «discorso», ma in questo caso da tradurre come «storia» o «racconto»), che preannunciano gli huaben («novelle»; cfr. infra, p. 216) e i pinghua («storie semplici») di epoca Song, Yuan e Ming, hanno messo in discussione la visione diffusa nella prima metà del Novecento che li considerava dei canovacci per i cantastorie, anche se non è possibile escludere che fossero recitati34. Nel campo della poesia, le ricerche condotte sui tanti quzi ci («testi per canzoni»)35 han-no permesso di meglio definire l’origine popolare di questo genere36, ritenuto il precursore dello ci in voga durante le Cinque Dinastie e sotto i Song (cfr. infra, pp. 209 sgg.)37, nonché di anticiparne la nascita almeno all’inizio dell’VIII secolo. Infine, fra i testi prosimetrici in lin-gua volgare spiccano per numero e per varietà di contenuti i bianwen (testi di trasformazione)38, nati come mezzo di diffusione del buddhi-smo e progressivamente secolarizzati. Essi si distinguono da altri gene-

33 V.H. Mair, M. Belmont Weinstein, Tun-huang wen-hsüeh, in W.H. Nienhauser, a cura di, The Indiana Companion to Traditional Chinese Literature cit., pp. 829-832.34 N. Schmid, Tun-huang Literature, in V.H. Mair, a cura di, The Columbia History of Chi-nese Literature cit., pp. 966-967. 35 Dieci esemplari sono tradotti in inglese in S. Johnstone, Dunhuang Lyrics, in “Chine-se Literature”, primavera 1988, pp. 116-120.36 M.A. Cartelli, The Five-Colored Clouds of Mount Wutai: Poems from Dunhuang, Brill, Leiden 2012, p. 57. 37 Uno studio sull’evoluzione del genere ci è disponibile in P. Yu, a cura di, Voices of the Song Lyric in China, University of California Press, Berkeley 1994.38 Questo termine è molto dibattuto: è stato impropriamente usato per indicare tutti i testi trovati a Dunhuang scritti nella lingua parlata dell’epoca e destinati alla rappresen-tazione orale; in senso più restrittivo, quello qui adottato, si indicano solo alcuni testi prosimetrici, mentre un’interpretazione un po’ più ampia include anche alcuni testi in prosa. Cfr. W. Idema, L. Haft, Letteratura cinese cit., pp. 166-168.

Page 20: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xx

la letteratura cinese

ri prosimetrici trovati a Dunhuang, come ad esempio i testi sulla retri-buzione karmica (yuanqi) e le spiegazioni dei sutra (jiangjing wen), per alcuni elementi: iniziano con una specifica formula di apertura ed erano inscenati da intrattenitori laici (anche donne) in contesti secola-ri con il frequente ausilio di illustrazioni. Lo studio dei bianwen ha permesso di retrodatare il sorgere di una narrativa popolare che usava varie gradazioni della lingua parlata a un’epoca in cui i letterati rima-nevano ancorati alla lingua letteraria classica nel comporre chuanqi (narrazioni meravigliose; cfr. infra, pp. 174 sgg.)39. I manoscritti di Dunhuang, noti da ormai più di un secolo, sono e saranno a lungo oggetto di studio, grazie soprattutto a un ingente progetto internazio-nale che li sta rendendo accessibili all’intera comunità scientifica in formato elettronico. Tra i testi la cui importanza è emersa negli ultimi anni figura uno scritto anonimo, in tre copie e ancora poco studiato, che sembra anticipare uno dei racconti in lingua vernacolare più viva-ci dell’inizio dell’epoca Ming, il Kuaizui Li Cuilian ji (Storia della bisbe-tica Li Cuilian), contenuta nella raccolta Qingpingshan tang huaben di Hong Bian citata da Bertuccioli (cfr. infra, p. 216). La voce di questa donna immaginaria, caparbia e sfacciata, emerge nitida dal silenzio di Dunhuang. Lo stesso non si può dire di molte donne realmente esisti-te, la cui voce è stata filtrata e attutita dalle convenzioni sociali, dall’op-pressione dei parenti, dall’incuria del tempo.

2. La letteratura femminile in epoca imperiale

Secondo Bertuccioli «Nel corso della lunga storia della letteratura cine-se, il contributo femminile alle lettere è stato notevole, ma limitato quasi esclusivamente alla poesia. [...] si sono avute poetesse famose, autrici di voluminose raccolte poetiche, come Li Qingzhao, o magari di una sola, bellissima poesia, come Zhuo Wenjun o Liu Xijun; ma mai autrici di romanzi, di novelle e tanto meno di prose d’arte, che sono rimaste un campo riservato agli uomini» (cfr. infra, p. 370). Gli studi

39 L. Lanciotti, La letteratura cinese dalla caduta degli Han al XIX secolo, in M. Scarpari, a cura di, La Cina, vol. 2, L’età imperiale dai Tre Regni ai Qing, a cura di M. Sabattini, M. Scarpari, Einaudi, Torino 2010, pp. 719-764, in particolare pp. 732-733.

Page 21: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxi

Prefazione

più recenti hanno confermato il ruolo della poesia come mezzo espres-sivo privilegiato dalle autrici della Cina imperiale; al contempo hanno anche riportato alla luce opere femminili di altro genere, tra cui figu-rano ad esempio ballate, biografie e autobiografie, lettere, opere di nar-rativa e persino opere teatrali40. Da un punto di vista meramente quan-titativo, l’incidenza dei generi non poetici è del tutto marginale41; queste ‘variazioni’ della norma sono però qualitativamente significati-ve in quanto forniscono preziose indicazioni sul mutare della condi-zione femminile in Cina nel corso dei secoli, soprattutto rispetto al rapporto della donna con la scrittura e al rapporto della società con la donna scrittrice.

Per tutto l’arco della storia imperiale cinese vi sono state donne scrit-trici42: ciononostante, il corpus di opere finora riportate all’attenzione della critica e dei lettori è poca cosa rispetto a quello che potremmo aspettarci se molti testi non fossero scomparsi nelle pieghe del tempo. Quelli a noi pervenuti vanno considerati con molta cura: alcuni recen-ti lavori di ricostruzione filologica sulla poesia femminile di epoca Tang43 e Song44 hanno infatti evidenziato come il processo editoriale avvenuto in epoca Ming e Qing abbia in molti casi interferito nella trasmissione dei testi e delle informazioni biografiche sulle autrici: le manipolazioni compiute, più o meno consapevolmente, sulle fonti originali hanno prodotto errori, omissioni, varianti testuali e casi di false attribuzioni autoriali che è tuttora difficile dipanare. A queste

40 Un ricco repertorio bibliografico di studi su vari aspetti relativi alla situazione delle donne in Cina è R.D.S. Yates, Women in China from Earliest Times to the Present: A Biblio-graphy of Studies in Western Languages, Brill, Leiden-Boston 2009.41 Si considera qui solo la produzione scritta in lingua cinese, escludendo quindi i testi redatti nell’ormai celebre «scrittura delle donne» (Nüshu), a lungo usata da giovani e anziane della contea di Jiangyong nello Hunan per condividere aspirazioni e frustrazio-ni, gioie e dolori eludendo il controllo degli uomini. 42 W. Idema, B. Grant, The Red Brush: Writing Women of Imperial China, Harvard Univer-sity Asia Center, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 2004, p. 347.43 La tesi di dottorato di L. Cesarino, Poesie di cortigiane Tang nel Quan Tangshi: tra realtà storica e rappresentazione letteraria, Sapienza Università di Roma, discussa a maggio 2013 e non ancora pubblicata, affronta estensivamente il tema, fornendo numerosi rimandi bibliografici in lingua cinese e non.44 Tra i primi studi sulla condizione delle donne in epoca Song figura P. Ebrey, The Inner Quarters: Marriage and the Life of Women in the Sung Period, University of California Press, Berkeley 1993. Più recente è l’articolo di B. Bossler, Shifting Identities: Courtesans and Li-terati in Song China, in “Harvard Journal of Asiatic Studies”, LXII, 1, 2002, pp. 5-37.

Page 22: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxii

la letteratura cinese

difficoltà si aggiunge l’usanza diffusa fra i letterati di sesso maschile di comporre poesie ‘in voce di donna’, ovvero facendo propri i temi, i toni e le modalità espressive che l’immaginario collettivo attribuiva alla controparte femminile45. Per una donna che osava scrivere, liberar-si dell’immagine artefatta e stereotipata cucitale addosso dalla tradizio-ne e trovare una propria voce, distinta e originale, senza urtare la sen-sibilità dominante, non doveva essere facile46.

Per tutti questi motivi, ben poche delle migliaia di donne cinesi che provarono a esprimersi attraverso la scrittura riuscirono a imprimere una traccia profonda e duratura: secondo Anne Birrell, nell’intera sto-ria della Cina imperiale si conterebbero solo diciannove autrici di fa-ma47. Non potendo qui dare giustizia a ciascuna di esse, si tenterà di individuare dei macroperiodi che videro un cambiamento nel rappor-to tra la donna e la scrittura e/o tra la scrittrice e la società, andando a scegliere per ciascuno di essi alcune figure rappresentative all’interno dei tre gruppi sociali più significativi in questo ambito: quello delle donne di estrazione sociale elevata, che in alcuni casi potevano aspira-re a entrare nelle ‘camere interne’ a palazzo; quello delle cortigiane, la cui formazione artistica e letteraria era destinata all’intrattenimento delle élite colte; infine, quello delle monache buddhiste e taoiste, il cui status spesso si distingueva poco da quello delle cortigiane.

La narrazione tradizionale della storia della letteratura femminile cinese inizia nel I secolo d.C. con la figura di Ban Zhao (ca. 48-ca.116), che lo stesso Bertuccioli ricorda per il suo contributo al completamen-to della prima storia dinastica, lo Hanshu (Libro degli Han, cfr. infra, p. 125). Ban Zhao va ricordata anche come autrice di uno dei primi testi per l’educazione femminile, intitolato Nüjie (Precetti per le donne), in cui suggerisce il corretto comportamento da tenere verso il marito e i suoi parenti, da improntare al massimo rispetto e alla subalternità. Pur codificando la sottomissione della donna all’uomo, Ban Zhao invoca per le donne l’accesso allo studio dei classici, a beneficio della famiglia e dell’intera società: una donna istruita avrebbe infatti potuto imparti-

45 A. Birrell, Women in Literature, in V.H. Mair, a cura di, The Columbia History of Chinese Literature cit., pp. 195-205.46 W. Idema, B. Grant, The Red Brush: Writing Women of Imperial China cit., p. 2.47 A. Birrell, Women in Literature cit.

Page 23: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxiii

Prefazione

re la formazione letteraria di base ai figli, avviandoli verso un compor-tamento retto e una più facile ascesa sociale. Di questo appello avreb-bero beneficiato generazioni di donne a venire, per le quali l’accesso all’istruzione in epoca imperiale non fu mai una cosa scontata. Tra di loro figura la poetessa Cai Yan (177-?; cfr. infra, p. 136), donna di raf-finata cultura rapita sul finire della dinastia Han dagli Xiongnu. Obbli-gata a sposarne il capo tribale, ebbe da lui due figli che fu costretta ad abbandonare quando, dopo dodici anni, le fu permesso di tornare in patria. Le dure scelte che dovette affrontare hanno trovato espressione in tre lunghi poemi48, la cui paternità è però stata recentemente messa in discussione49.

In seguito alla caduta degli Han, la Cina conobbe più di tre secoli di divisione, terminati con l’avvento della dinastia Sui (581-618). Proprio in quest’epoca, priva di un centro di potere egemonico uniformante, pervasa da un diffuso senso di caducità e percorsa da un pensiero al-ternativo all’ortodossia confuciana come il buddhismo, fiorì una pro-duzione letteraria ricca e varia, nella quale trovarono espressione diver-se voci femminili. Mentre il Nord del paese era nelle mani di popolazioni che i cinesi consideravano barbare, il centro culturale si spostò a Sud, nella bassa pianura dello Yangzi: il contatto con la tradi-zione di ballate popolari anonime originarie della zona infuse nuova linfa al genere poetico50. Inoltre, lo sviluppo di una florida economia urbana e mercantile favorì il diffondersi della cultura cortigiana. I do-cumenti dell’epoca attestano in questo periodo l’attività di diverse can-tanti professioniste, cui sono attribuiti alcuni componimenti in versi. Tuttavia la costruzione del personaggio letterario avvenuta in molti casi nelle epoche successive ha dissolto i confini tra realtà e finzione, rendendo difficile appurare l’effettiva paternità delle opere a loro attri-buite. Ciò si verifica anche nel celebre caso di Ziye, la «Figlia della notte» vissuta nel IV secolo, a cui sono attribuiti due grandi gruppi di poesie d’amore (cfr. infra, pp. 161 sg.).

48 Uno dei tre è stato tradotto in italiano; cfr. Cai Yan, Diciotto stanze per flauto barbaro, trad. it. di A. Bujatti, Tipografia Istituto Salesiano, Roma 2007.49 H.H. Frankel, Cai Yan and the Poems Attributed to Her, in “Chinese Literature: Essays, Articles, Reviews”, V, 1984, pp. 133-156. 50 A. Birrell, Balladry and Popular Song, in V.H. Mair, a cura di, The Columbia History of Chinese Literature cit., p. 955.

Page 24: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxiv

la letteratura cinese

Il gusto per la poesia amorosa languida e sensuale51 diffusosi nelle regioni meridionali trovò una ‘canonizzazione’ nella raccolta Yutai xin-yong (Nuovi canti della terrazza di giada), curata dal poeta di corte Xu Ling (507-583) con il patrocinio del principe della corona dei Liang meridionali, Xiao Gang (503-551, r. 550-551)52. L’antologia è compo-sta da più di 600 poesie databili tra l’inizio del V secolo e la metà del VI, accomunate sotto la denominazione di gongti shi (poesie di palaz-zo). La raccolta è dedicata alle ‘dame di palazzo’ e ha per protagoniste le stesse dame, sovente ritratte nel boudoir con vesti eleganti, gioielli sfarzosi e trucco pesante nell’attesa triste e solitaria dell’amato che non verrà. Gli autori sono quasi tutti uomini, molti dei quali si dilettano scrivendo a volte ‘in voce di donna’; vi compaiono però anche alcune scrittrici, tra cui spicca Liu Lingxian (prima metà del VI secolo). Le sue poesie risultano fresche e originali perché riesce a trasmettere la sensa-zione di un vissuto personale, che va al di là delle espressioni stereoti-pate del genere gongti53. Ciò è particolarmente evidente nei suoi due componimenti più famosi intitolati Da wai shi er shou (Due poesie in risposta al marito lontano), che tratteggiano un rapporto reale fra i due, fatto di affetti e complicità.

La voce delle donne continuò a farsi sentire durante la dinastia Tang, il cui canone poetico, codificato nella monumentale raccolta Quan Tangshi (Tutta la poesia Tang), contiene le testimonianze di decine di autrici. Fra esse figurano numerose cortigiane, assieme ad alcune mo-nache e nobildonne. Le ricerche condotte negli ultimi anni su questo ampio corpus di poesia femminile hanno messo in discussione la pa-ternità di diverse opere; al contempo hanno anche ampliato la nostra conoscenza di alcune di queste poetesse Tang. Tra le cortigiane spicca ad esempio Xue Tao (768-832 ca.), di cui rimangono quasi cento poe-sie; alcune di esse sono dedicate al noto letterato Yuan Zhen (779-831)

51 Non mancò al contempo il gusto per l’erudizione colta e raffinata, che si concretizzò nel distillato di belle lettere intitolato Wenxuan (Antologia letteraria); cfr. P. Wang, The Age of Courtly Writing: Wen Xuan Compiler Xiao Tong (501-531) and His Circle, Brill, Leiden 2012.52 La raccolta è stata tradotta in inglese da A. Birrell, New Songs From a Jade Terrace, George Allen and Unwin, London-Boston-Sydney 1982.53 A. Birrell, In the Voice of Women: Chinese Love Poetry in the Early Middle Ages, in L. Smith, J.H.M. Taylor, a cura di, Women, the Book and the Worldly, D.S. Brewer, Cambridge 1995, pp. 49-59.

Page 25: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxv

Prefazione

con cui ebbe una relazione. Meno nota è Yu Xuanji (844-868), giovane dal temperamento fiero e forse fin troppo risoluto54, vissuta durante la Media epoca Tang55, che osò protestare in rima contro l’esclusione del-le donne dagli esami imperiali (keju), ai quali ella stessa aspirava a partecipare56. Poche informazioni biografiche abbiamo di Li Ye (?-784), giustiziata con l’accusa di aver composto una poesia a sostegno di un tentativo di usurpazione del trono. Li Ye è spesso ricordata come monaca taoista, ma solo una delle sue poesie – circa una decina in tutto – risponde alla tematica religiosa, mentre le altre sono pervase da una certa sensualità57. Non è da escludere che a un certo punto della sua vita abbia lasciato lo status di cortigiana per trovare rifugio in un convento taoista, al riparo dalle privazioni ma senza troppe limitazio-ni alla libertà personale. Questa scelta fu condivisa da diverse donne di epoca Tang e non solo58.

La situazione delle donne di lettere conobbe un cambiamento a cavallo tra il I e il II millennio, per il concorrere di diversi fattori di tipo sociale, culturale e materiale. Sotto la dinastia Song il reclutamento dei funzionari di Stato attraverso il sistema degli esami si fece particolar-mente severo, costringendo le famiglie benestanti a procurarsi un tu-tore per i propri figli. Dell’istruzione primaria beneficiavano in tal caso anche le figlie, che non avevano però accesso alle accademie private per gli studi superiori. Le molte donne istruite di questo periodo poterono però manifestare la propria creatività ricorrendo a un genere poetico nuovo, la canzone ci, che fornì loro un mezzo espressivo originale ri-spetto allo shi (cfr. infra, pp. 209-215); inoltre, la diffusione della stam-pa garantì ad alcune delle loro opere una circolazione prima inspera-bile. Così fu ad esempio per Li Qingzhao, a cui dobbiamo «alcuni degli

54 Morì in giovane età, accusata di aver ucciso una serva e di averne sepolto il corpo nel giardino. 55 La produzione poetica dell’epoca Tang può essere suddivisa in quattro fasi, cui corri-spondono atmosfere, tematiche e sensibilità distinte: gli Albori Tang (Chu Tang), l’Apo-geo Tang (Sheng Tang), la Media epoca Tang (Zhong Tang) e infine la Tarda epoca Tang (Wan Tang). Per approfondimenti cfr. Li Zehou, La via della bellezza, prefazione di M. Scarpari, Einaudi, Torino 2004, capp. 7-8.56 K.S. Chang, S. Owen, a cura di, The Cambridge History of Chinese Literature cit., p. 356.57 W. Idema, B. Grant, The Red Brush: Writing Women of Imperial China cit., pp. 176-181.58 S. Owen, The Cultural Tang, in K.S. Chang, S. Owen, a cura di, The Cambridge History of Chinese Literature cit., vol. I, p. 325.

Page 26: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxvi

la letteratura cinese

ci più belli scritti in morte del marito» (cfr. infra, p. 215). Donna di grande erudizione, ebbe la rara fortuna di un rapporto di amore e ri-spetto con il suo uomo. Costretta a migrare verso Sud all’inizio del XII secolo, infuse nei suoi ci la nostalgia dei tempi perduti e il dolore per la perdita del marito. Il suo canzoniere, giunto fino a noi in forma parziale59, fu molto apprezzato mentre l’autrice era ancora in vita. Un’altra scrittrice di fama fu Zhu Shuzhen, i cui scritti furono distrutti dai famigliari alla morte di lei. Secondo la tradizione, li salvò dall’oblio uno studioso che, commosso dalla sua vicenda di donna infelice spo-sata a un uomo che non la amava60, raccolse i componimenti a lei at-tribuiti che circolavano a voce tra i letterati di Hangzhou e li compose in un’antologia organizzata, in modo piuttosto originale, secondo le stagioni.

Le notizie sulle scrittrici di epoca Yuan sono assai ridotte. Diversa è la situazione delle due dinastie successive, durante le quali si assiste a un’esplosione della scrittura femminile: la bibliografia standard delle scrittrici di epoca Ming cita circa quattrocento nomi; si arriva a circa tre migliaia in epoca Qing, con più di duemila raccolte di opere preserva-te61. Un netto cambiamento nel rapporto tra donna, scrittura e società si verificò in particolare fra gli ultimi anni del Cinquecento e la prima metà del Seicento nell’area del Jiangnan, nei cui centri urbani fiorì una vivace cultura cortigiana. Diversi fattori contribuirono a questo cam-biamento: dal punto di vista materiale, la ripresa economica del XVI secolo favorì l’inurbamento e la conseguente domanda di intratteni-mento, cui rispondevano da un lato i quartieri di piacere, popolati da semplici prostitute e colte cortigiane, dall’altro la produzione di una letteratura di svago a cui contribuirono anche diverse autrici. Un fatto-

59 Alcune poesie sono state tradotte in italiano da A. Bujatti, Come in sogno, Libri Schei-willer, Milano 1996.60 Abbiamo poche informazioni attendibili sulla sua vita; i tentativi di ricostruzione fatti attraverso l’analisi del canzoniere hanno portato a immaginare vicende biografiche fra loro tanto diverse quanto incerte. Cfr. W. Idema, B. Grant, The Red Brush: Writing Women of Imperial China cit., pp. 244-248. 61 W. Idema, B. Grant, The Red Brush: Writing Women of Imperial China, cit., p. 347. Utili indicazioni bibliografiche sulla poesia femminile delle ultime due dinastie sono reperibili in K.S. Chang, Ming and Qing Anthologies of Women Poetry and Their Selection Strategies, in E. Widmer, K.S. Chang, a cura di, Writing Women in Late Imperial China, Stanford University Press, Stanford 1997, pp. 147-170.

Page 27: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxvii

Prefazione

re importante dal punto di vista ideologico fu il ‘culto’ del qing (emo-zione, sentimento): fiorito a cavallo tra il XVI e XVII secolo sulla scia della teorizzazione filosofica del «buon sapere» (cfr. infra, p. 248) o «conoscenza morale innata» (liangzhi)62 di Wang Yangming (1472-1529), esso induceva a privilegiare l’espressione diretta e spontanea del qing nella letteratura. Ciò portò a una rivalutazione di generi a lungo trascurati dal mondo dei letterati, come il teatro, la narrativa, le canzo-ni popolari e la poesia femminile. Il culto del qing non permetteva però un’espressione del tutto libera: le donne, di qualunque estrazione sociale fossero, potevano esprimersi fintanto che rispettavano, nei con-tenuti e nella lingua, l’ideale di ‘purezza’ etica ed estetica definito dagli uomini63.

Tra le cortigiane più celebri di questo periodo spicca Liu Shi (o Liu Rushi, 1618-1664): dopo una storia d’amore con il noto poeta Chen Zilong (1608-1647), divenne la seconda moglie – e non la concubina, cosa all’epoca assai più consueta – del funzionario e letterato Qian Qianyi (1582-1664), che aiutò nella compilazione di un’antologia di poeti Ming, dedicandosi in particolare alla sezione di poesia femmini-le. Stimata e amata dal marito, Liu Shi morì suicida un mese dopo la morte di lui, vinta dalle pressioni di parenti rapaci e invidiosi. La sua fama, però, così come quella di molte altre cortigiane del periodo, superò i confini del Jiangnan e si protrasse per secoli64.

Con l’avvento della dinastia Qing, spiccatamente conservatrice, la letteratura delle donne conobbe un momento di arresto. Riprese con rinnovata vivacità verso la fine del XVIII secolo, sperimentando una nuova ondata creativa nell’Ottocento65. Questa fase si distingue per

62 Cfr. A. Cheng, Histoire de la pensée chinoise, Seuil, Paris 1997, ed. it. a cura di A. Cri-sma, Storia del pensiero cinese, 2 voll., Einaudi, Torino 2000, vol. II, pp. 560-574.63 La stessa immagine della cortigiana, con cui i letterati cinesi ebbero una relazione privilegiata sin dall’epoca Tang, in epoca tardo-Ming subisce un processo editoriale di ‘redenzione’ e sublimazione, ad esempio in opere come il Qingshi leilüe (Studi di anato-mia amorosa) attribuito a Feng Menglong (1574-1646); cfr. B. Bisetto, Alterità in bilico: la meravigliosa storia di una cortigiana, in La Cina e l’Altro: atti del IX convegno dell’Associa-zione Italiana di Studi Cinesi, Il Torcoliere, Napoli 2007, pp. 33-42.64 P. Ropp, Ambiguous Images of Courtesan Culture, in E. Widmer, K.S. Chang, a cura di, Writing Women in Late Imperial China cit., p. 17. 65 Uno studio approfondito sulla condizione della donna nella Cina Qing è contenuto in S. Mann, Precious Records: Women in China’s Long Eighteenth Century, Stanford Univer-sity Press, Stanford 1997.

Page 28: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxviii

la letteratura cinese

la netta prevalenza di donne di alta estrazione sociale e per l’adozio-ne di nuovi codici espressivi e nuovi generi: accanto al permanere delle forme tradizionali dello shi e dello ci, in cui eccelse ad esempio l’autrice di origini mancesi Gu Taiqing (1799-ca. 1877), la scrittura femminile si avvicinò al romanzo e al genere prosimetrico detto tan-ci (versi pizzicati). Quest’ultimo era in principio destinato alla rap-presentazione in pubblico con l’accompagnamento di strumenti a corda (da cui il carattere tan, pizzicare) e fu poi adattato alla lettura privata. I tanci, spesso rappresentati da più di una persona, tra cui non mancavano le donne, trattavano i più svariati argomenti della tradizione; i più noti, però, narrano intricatissime vicende d’amore. Tra le più celebri compositrici di tanci da leggere figura Chen Duansheng (1751-1790), autrice dello Zaisheng yuan (Un amore rein-carnato): in più di 60.000 versi, quest’opera narra la storia di una giovane che per sfuggire a un matrimonio non desiderato si traveste da uomo, supera gli esami imperiali e riesce infine a ricongiungersi all’amato66. Il testo fu subito adattato alla rappresentazione, che con-tribuì ad aumentarne il già grande successo. Il tema della donna che partecipa agli esami indossando panni maschili ricorre in un altro lungo tanci composto da Qiu Xinru (ca. 1805-ca. 1873), intitolato Bi sheng hua (Fiori nati da un pennello). Significativamente, anche Qiaoying (La Falsa immagine) di Wu Zao (1799-1862), unica opera teatrale scritta da una donna della Cina imperiale che riscosse il suc-cesso del pubblico, mette in scena una giovane travestita da uomo, che recita i versi di grandi autori del passato come Qu Yuan (cfr. infra, pp. 98-105) per lamentare la triste sorte di chi, come lei, si sente in-compreso.

Autrice eclettica fu Wang Duan (1793-1839): oltre a comporre più di un migliaio di poesie, fu anche la prima donna a curare un’antologia di poesie di soli uomini. Lavorò inoltre alla stesura di un romanzo storico, che però lei stessa distrusse prima della pubblicazione per ab-bandonare la vanità mondana e volgersi a una vita di devozione reli-giosa67. Il primo romanzo di donna a noi pervenuto si intitola Honglou

66 M. Bender, Regional Literatures, in V.H. Mair, a cura di, The Columbia History of Chinese Literature cit., pp. 1020-1023. 67 W. Idema, B. Grant, The Red Brush: Writing Women of Imperial China cit., p. 628.

Page 29: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxix

Prefazione

meng ying (L’ombra del sogno della camera rossa) e fu composto pro-babilmente attorno al 1860; fu pubblicato però solo nel 1877, dopo la morte dell’autrice. Quest’ultima firmò l’opera con uno pseudonimo, che solo nel 1989 è stato associato alla già citata Gu Taiqing68. Il ro-manzo parte da dove lo Honglou meng (Il sogno della camera rossa; cfr. infra, p. 291) finisce e vede la famiglia Jia risollevarsi dal declino: Jia Baoyu tiene fede al suo legame matrimoniale con Xue Baochai e fa progressi nel mondo dei funzionari-letterati. Nel suo cuore però non dimenticherà mai l’amata Lin Daiyu69. Con Gu Taiqing la scrittura fem-minile si avventura nel mondo del romanzo; di lì a poco le donne cominceranno a esprimersi anche sulla stampa periodica, ad esempio sulle pagine del Zhongguo nübao (Giornale delle donne della Cina) di Shanghai, e alcune di loro inizieranno a partecipare alla vita politica del paese. Tragicamente noto è il caso di Qiu Jin (1875-1907), fonda-trice del giornale appena citato e animatrice delle prime rivendicazioni femminili all’inizio del Novecento: nata in una famiglia di letterati che provvide alla sua formazione letteraria, Qiu Jin uscì dagli schemi fami-liari per dedicarsi alla propaganda anti-mancese. Scoperta mentre or-diva un complotto a danno di un ufficiale, non tentò di scappare, de-cretando così la propria morte, che avvenne per decapitazione nel 190770.

Con queste donne vissute sul finire della dinastia Qing, capaci di sfidare in modo originale e a volte intrepido le convenzioni letterarie e sociali, ci si inoltra a grandi passi nel processo di modernizzazione che si andrà ora a trattare.

3. L’avvento della letteratura moderna

Quando, negli anni Sessanta, Bertuccioli scrisse questo manuale, la letteratura moderna aveva appena cinquant’anni, a suo dire troppo

68 D.D.W. Wang, Chinese Literature from 1841 to 1937 cit., pp. 439-440.69 Il romanzo è esaminato in dettaglio da E. Widmer, The Beauty and the Book: Women and Fiction in Nineteenth Century China, Harvard East Asian Monographs 268, Harvard University Asia Center, Cambridge (Mass.)-London 2006, pp. 181-216. 70 L.H.H. Lee, A.D. Stefanowska, a cura di, Biographical Dictionary of Chinese Women: The Qing Period, 1644-1911, An East Gate Book, New York 1998, pp. 174-176.

Page 30: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxx

la letteratura cinese

pochi per poterne dare «una esposizione rigorosa e imparziale» (cfr. infra, p. 323). A distanza di quasi altri cinquant’anni dall’uscita del volume, i contenuti trattati dall’autore mantengono la loro validità. Ciononostante, negli ultimi decenni la nostra conoscenza della lette-ratura moderna è notevolmente cresciuta e si è progressivamente con-solidata, traendo giovamento tanto dagli studi monografici su singoli autori quanto da riflessioni di ben più ampio respiro, che hanno mes-so in discussione lo stesso concetto di ‘modernità’. L’acceso dibattito sviluppatosi su questo tema ha tentato di rispondere ad alcuni quesiti, fra loro correlati: a quando risale il passaggio dalla letteratura tradizio-nale a quella moderna e da cosa è stato determinato? E ancora: ha la Cina prodotto la sua propria modernità (forse stimolata dal contatto con le potenze europee) o bisogna considerare la modernità cinese come il risultato di un’importazione europea? Le risposte alternative alle ultime due domande potrebbero essere tutte valide71: esse ci pro-pongono delle visioni ben diverse dell’avvento della modernità in Ci-na, a cui contribuirono una serie di fattori endogeni, come l’urgenza di esprimere una nuova soggettività e la necessità di trovare un nuovo mezzo espressivo adeguato a esprimerla, e alcuni fattori esogeni, pri-mo fra tutti il confronto con l’alterità rappresentata dal mondo occi-dentale.

Queste complesse riflessioni sulla natura, sui tempi e sulle cause della modernizzazione letteraria non trovano spazio nella periodizza-zione approvata dalla storiografia della Repubblica popolare cinese, che distingue tre periodi letterari ben definiti, correlandoli strettamen-te alla storia politica del paese: la letteratura pre-moderna (jindai wenxue), che copre gli ultimi decenni dell’Impero Qing, la letteratura moderna (xiandai wenxue), che coincide con il periodo repubblicano, dal 1912 al 1948, e infine la letteratura contemporanea (dangdai wenxue), che inizia con la fondazione della Repubblica popolare cine-se nel 1949. Tale suddivisione è stata messa in discussione dagli stessi studiosi cinesi, che già dal 1986 parlano di «letteratura cinese del XX secolo» (ershi shiji Zhongguo wenxue)72, a dimostrazione di come sia

71 K.S. Chang, S. Owen, a cura di, The Cambridge History of Chinese Literature cit., vol. I, p. xxvi.72 N. Pesaro, Letteratura cinese moderna e contemporanea, in M. Scarpari, a cura di, La

Page 31: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxxi

Prefazione

difficile tracciare una netta linea di demarcazione nella produzione letteraria di questo periodo.

Questo manuale offre una lunga trattazione della letteratura del pe-riodo repubblicano (cfr. infra, cap. 8), ma dedica poche pagine al fer-mento critico e creativo che animò la produzione letteraria sul finire della dinastia Qing. Qualche breve accenno è contenuto nel paragrafo L’influenza della letteratura occidentale (cfr. infra, pp. 305-322, in parti-colare da p. 312), dove compaiono alcuni nomi importanti: i tradutto-ri Lin Shu e Yan Fu, gli scrittori Huang Zunxian, Liu E e Wu Woyao, i due teorici delle riforme di fine Ottocento Kang Youwei e Liang Qi-chao. La portata modernizzatrice del periodo tardo Qing, però, va ben oltre costoro.

Secondo alcuni critici contemporanei, i primi segni di una nuova sensibilità si riscontrano lungo tutto l’arco dell’Ottocento e toccano, con intensità e declinazioni diverse, i generi della poesia e della narra-tiva. Come spiega Bertuccioli (cfr. infra, pp. 250-251), più ancorata alla tradizione rimase la prosa di tipo saggistico, in cui si distinse la scuola Tongcheng (Tongcheng pai) a cui si rifacevano gli stessi traduttori Yan Fu e Lin Shu: sorta all’inizio del XVIII secolo, essa promuoveva il ritor-no al guwen rivitalizzato dagli Otto Grandi Maestri di epoca Tang e Song (Tang Song ba dajia)73. Dal punto di vista poetico, accanto alle tante scuole di ispirazione tradizionale, l’Ottocento vide una certa spe-rimentazione nella produzione poetica di autori come Jin He (1818-1885), Gong Zizhen (1792-1841) e Huang Zunxian (1848-1905). Al primo è riconosciuta non solo la capacità di testimoniare in versi i turbolenti eventi storici di cui fu testimone, tra cui la rivolta dei Taiping e la penetrazione degli inglesi lungo le coste della Cina, ma anche l’a-dozione di alcune espressioni vicine alla lingua parlata e la sperimen-

Cina, vol. 3, Verso la modernità, a cura di G. Samarani, M. Scarpari, Einaudi, Torino 2013, pp. 693-745, in particolare p. 693.73 La scuola fu criticata come conservatrice dai fautori del movimento del 4 maggio perché si richiamava al passato nello stile e promuoveva la funzione didattica della let-teratura, penalizzando la libera espressione dell’individuo, cfr. S. Daruvala, Zhou Zuoren and an Alternative Chinese Response to Modernity, Harvard East Asia Monograph 189, Har-vard University Press, Cambridge (Mass.) 2000, pp. 71-74. Ultimamente alcuni critici, soprattutto cinesi, hanno invece voluto riconoscervi delle tracce di innovazione e di anti-conformismo, cfr. D.D.W Wang, Chinese Literature from 1841 to 1937 cit., vol. II, pp. 422-427.

Page 32: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxxii

la letteratura cinese

tazione di versi inusuali74. Gong Zizhen si attiene invece a un uso del tutto tradizionale della metrica; al contempo, ereditando la riflessione teorica di Li Zhi (1527-1602), egli invoca l’uso del linguaggio per la libera espressione del qing, in cui riconosce la quintessenza dell’uma-nità. Figura originale fu Huang Zunxian, le cui scelte poetiche testimo-niano la novità delle sue esperienze di vita: nel 1876 Huang fu infatti inviato in missione a Tokyo come membro del corpo diplomatico; in tale veste si trasferì poi a San Francisco, Londra e Singapore. Parte del fascino dei suoi versi shi è legato all’uso sperimentale di toponimi stra-nieri e di termini legati alla tecnologia occidentale, nonché alla presen-za di tematiche sociali, come la condizione subordinata delle donne, che ne svelano l’approccio umanista. Huang è considerato un pioniere della modernità anche per il suo invito a liberare il wenyan (lingua letteraria) dai rimandi troppo classicheggianti e ad avvicinare il lessico e la sintassi ai nuovi temi: famoso è il suo detto «la mia mano scrive ciò che la mia bocca dice» (wo shou xie wo kou), che egli mise in pratica utilizzando alcune espressioni dialettali e proverbi, senza però arrivare mai ad adottare la lingua vernacolare75. Huang Zunxian, a cui Bertuc-cioli dedica un giudizio piuttosto severo (cfr. infra, p. 316), è un perfet-to esempio delle contraddizioni insite in questo periodo di transizio-ne: costretto a confrontarsi con la modernità, avverte l’importanza di stare al passo con i tempi e invita i suoi connazionali a farlo, rimanen-do però egli stesso radicato in una tradizione che tutto sommato do-veva sembrare assai rassicurante rispetto agli stravolgimenti che la Cina stava affrontando76.

La vicenda di Huang all’estero è emblematica di un fenomeno in continua crescita sul finire dell’Ottocento e destinato a coinvolgere anche giovani studenti e viaggiatori intraprendenti. Tra questi ultimi spicca Wang Tao (1828-1897), la cui formazione classica andò ad af-fiancarsi a esperienze fuori dal comune: dopo aver lavorato per tredici

74 D. Bryant, Poetry of the Eighteenth to Early Twentieth Centuries, in V.H. Mair, a cura di, The Columbia History of Chinese Literature, Columbia University Press, New York, Chich-ester, West Sussex 2001, pp. 429-443, in particolare pp. 438-439.75 M. Doleželová-Velingerová, The Origins of Modern Chinese Literature, in M. Goldman, a cura di, Modern Chinese Literature in the May Fourth Era, Harvard East Asian Series 89, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 1977, pp. 17-35, in particolare p. 27.76 J.D. Schmidt, Within the Human Realm: The Poetry of Huang Zunxian, 1848-1905, Cambridge University Press, New York 1994 (20072).

Page 33: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxxiii

Prefazione

anni a Shanghai come traduttore presso la London Missionary Society Press, dovette rifugiarsi a Hong Kong per aver simpatizzato con la ri-volta dei Taiping. Lì conobbe il sinologo James Legge, che affiancò nella titanica impresa di traduzione ed esegesi dei classici (jing). Nel 1867 Wang seguì Legge in un viaggio europeo, di cui abbiamo testimo-nianza nel Manyou suilu (Appunti del mio peregrinare, 1867-1870). È questo uno dei primi diari di viaggio all’estero (yuwai youji) di cui è costellata la produzione in prosa della seconda metà dell’Ottocento e che hanno recentemente guadagnato l’attenzione della critica come genere letterario a sé77. Tornato a Hong Kong, nel 1873 Wang Tao fon-dò il Xunhuan ribao (Universal Circulating Herald), uno dei primi quo-tidiani in lingua cinese fondati e diretti da un cinese, risultando un pioniere anche in questo settore78. La stampa periodica, facilitata dall’introduzione della stampa a macchina, fu un mezzo d’eccezione per la diffusione non solo dell’informazione d’attualità, ma anche del-la narrativa: a cavallo dei due secoli un numero crescente di romanzi cinesi e di opere in traduzione79 fu pubblicato a puntate su periodici che ne consentirono una diffusione prima impensabile e che contri-buirono a modellarne la forma e lo stile80.

La narrativa fu un vivace campo di sperimentazione nella seconda metà dell’Ottocento. Un primo segno di novità si riscontra nella diffu-sione, subito dopo la Prima guerra dell’oppio (1839-42), di romanzi che descrivono minuziosamente la vita nei postriboli delle grandi città. Già all’inizio degli anni Venti Lu Xun (1881-1936; cfr. infra, pp. 336-350) aveva osservato questo fenomeno: nel volume Zhongguo xiaoshuo

77 Un’ampia trattazione del fenomeno è contenuta in Chen Shiru 陳室如, Jindai yuwai youji yanjiu 近代域外遊記研究, 1840-1945 (Studio dei diari di viaggio all’estero di epoca moderna, 1840-1945), Wenjin chubanshe, Taipei 2007. I diari di viaggio tardo-Qing sono stati studiati da diversi sinologi italiani, fra cui lo stesso G. Bertuccioli, M.R. Masci, F. Masini, A. Brezzi, M. Castorina e chi scrive.78 Seppur datato, il volume di R. Britton, The Chinese Periodical Press, 1800-1912, Kelly and Walsh, Hong Kong-Singapore 1933 (ristampa Ch’eng-wen Publishing Company, Taipei 1976) resta una valida introduzione alla stampa periodica tardo-Qing.79 L’ampio numero di traduzioni letterarie comparse nel tardo periodo Qing non può essere qui che accennato. Per approfondimenti cfr. D.E. Pollard, a cura di, Translation and Creation: Readings of Western Literature in Early Modern China, 1840-1918, J. Benjamins, Amsterdam, Philadelphia 1998.80 A.T. Des Forges, Mediasphere Shanghai: The Aesthetics of Cultural Production, University of Hawaii Press, Honolulu 2007, in particolare cap. 3.

Page 34: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxxiv

la letteratura cinese

shilüe (Breve storia del romanzo cinese) egli conia la definizione di «romanzi licenziosi», o «di depravazione» (xiaxie xiaoshuo) e include in questa categoria opere come il Pinhua baojian (Lo specchio prezioso per valutare i fiori) di Chen Sen (1805-1870?), il Qinglou meng (Il so-gno della camera verde) di Yu Da (?-1884) e lo Haishang hua liezhuan (Biografie di fiori sul mare, generalmente tradotto in inglese come Sing-song Girls of Shanghai) di Han Bangqing (1856-1894). Quest’ulti-mo è particolarmente apprezzato dalla critica per la sua portata inno-vativa: ambientato nei quartieri di piacere di Shanghai81, esso indaga con sobrio realismo gli amori, le avventure, i turbamenti e le delusioni di più di due dozzine di cortigiane con i relativi clienti-corteggiatori, tutti uomini e donne di straordinaria ordinarietà. La narrazione priva di retorica, la rappresentazione realistica di una modernità urbana or-mai incipiente e infine la scelta linguistica del dialetto di Wu fanno di quest’opera la più importante e innovativa nel suo genere82. I «roman-zi di depravazione», ambientati in un demi-monde urbano ove giovani rampolli frequentano cortigiane animate dall’ideale dell’amore ro-mantico o dal bisogno materiale di trovare una buona sistemazione, proiettano su uno sfondo di promiscuità la tradizione narrativa ro-mantica e stereotipata dei romanzi di talento e bellezza (caizi jiaren xiaoshuo) fioriti in epoca tardo-Ming e inizio Qing83.

L’ultimo decennio dell’Ottocento fu attraversato da una serie di eventi drammatici: all’umiliante sconfitta subìta nel conflitto sino-giapponese (1894-95) seguì nel 1898 il fallimento del «Movimento dei cento giorni» (Wuxu bianfa) promosso da Kang Youwei e Liang Qichao; infine, nel 1900 il paese fu attraversato dalla rivolta xenofoba e antiri-formista dei Boxer, sedata da forze armate straniere che chiesero subito un esoso compenso. Questa situazione favorì l’emergere di tendenze patriottiche e riformistiche sempre più accentuate, che trovarono espressione anche nella letteratura, sia nella poesia che nella narrativa. Nel campo della poesia, il movimento per la «nuova poesia» (xinpai shi), iniziato attorno al 1895 con la partecipazione di Huang Zunxian,

81 La vita delle cortigiane di Shanghai alla fine della dinastia Qing è stata ricostruita in dettaglio da C.V. Yeh, Shanghai Love: Courtesans, Intellectuals and Entertainment Culture 1850-1910, University of Washington Press, Washington DC 2006.82 D.D.W. Wang, Chinese Literature from 1841 to 1937 cit., pp. 430-431.83 C.F. Starr, Red-Light Novels of the Late Qing, Brill, Leiden 2007, pp. 134-151.

Page 35: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxxv

Prefazione

Liang Qichao, Tan Sitong (1865-1898) e Xia Zengyou (1861-1924), trovò una formulazione teorica nello slogan «rivoluzione della poesia» (shijie geming) coniato da Liang Qichao nel 189984. Tra il 1900 e il 1905 furono composte migliaia di poesie più o meno ‘rivoluzionarie’, molte delle quali trovarono posto sulle pagine di periodici come il Xinmin congbao (New People Journal) e il Qingyi bao (The China Dis-cussion), entrambi pubblicati a Yokohama dallo stesso Liang Qichao, rifugiatosi in Giappone per evitare la cattura nel 189885.

L’appello per una rivoluzione della letteratura fu esteso presto anche alla prosa e alla narrativa. Quello relativo alla narrativa, accolto con entusiasmo dai letterati dell’epoca, trovò un canale di espressione nel periodico Xin xiaoshuo (Romanzo nuovo) fondato da Liang a Yokoha-ma nel 1902. La prima uscita conteneva un saggio intitolato Lun xiao-shuo yu qunzhi zhi guanxi (Sul rapporto tra il romanzo e il governo delle masse), in cui l’editore affermava il compito didascalico della narrativa, riconoscendole una precisa funzione di edificazione politica e morale. In risposta a questo invito a una letteratura impegnata, nel primo decennio del Novecento furono pubblicati decine di romanzi di denuncia (qianze xiaoshuo) che, con piglio più o meno satirico, mette-vano a nudo la corruzione e il degrado di vari strati della popolazione, a partire da quelli più alti. La critica riconosce quattro capolavori di questo filone. Il primo, Ershi nian mudu zhi guaixianzhuang (Stranezze degli ultimi vent’anni viste con i propri occhi) di Wu Jianren, noto anche come Wu Woyao (cfr. infra, p. 315), fu pubblicato a puntate su Xin xiaoshuo tra il 1903 e il 1910, diventando un caso letterario: costrui-to come un ‘romanzo di formazione’ al negativo, il testo in 108 punta-te narra le peripezie di un giovane che cerca di mantenere la propria integrità morale confrontandosi, alla morte del padre, con un mondo totalmente guasto. Limitato alla sfera della ‘corruzione di Stato’ è il Guanchang xianxing ji (La situazione odierna del mondo burocratico) di Li Boyuan (chiamato anche Li Baojia), i cui personaggi – tutti fun-zionari – si rendono protagonisti delle più svariate malefatte. Il roman-

84 Chen Jianhua, The Late Qing Poetry Revolution: Liang Qichao, Huang Zunxian, and Chinese Literary Modernity, in J.A. Mostow, a cura di, The Columbia Companion to Modern East Asian Literature, Columbia University Press, New York 2003, pp. 333-340. 85 R. Britton, The Chinese Periodical Press cit., p. 118.

Page 36: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxxvi

la letteratura cinese

zo, pubblicato nel 1903, mette in evidenza l’inefficienza del sistema degli esami di Stato, che sarebbe stato soppresso di lì a due anni. En-trambe le opere appena citate sono scritte in una vivace lingua verna-colare, adatta a un pubblico privo di formazione letteraria classica86. In un cinese semplice ed elegante, ma che «concede poco posto alle allu-sioni letterarie e ai classicismi», è invece il Lao Can youji (Storia dei viaggi di un vecchio rifiuto, 1906) di Liu E, cui Bertuccioli dedica alcu-ne riflessioni (cfr. infra, p. 315), così come anche il Niehai hua (Fiori in un mare di peccato) di Zeng Pu (1872-1935). Quest’ultimo mette in scena le vicende di Fu Caiyun, alter ego della figura leggendaria di Sai Jinghua87: Caiyun, libera in quanto cortigiana dalle norme di buon costume che gravavano sulle donne sposate, accompagna in un viaggio europeo un gran ministro dei Qing, muovendosi con spregiudicatezza negli eventi socio-politici del tempo, all’estero e in patria, e passando in poco tempo dalla condizione di cortigiana a quella di eroina nazio-nale88.

Al primo decennio del Novecento risalgono anche i primi romanzi fantascientifici (kehuan xiaoshuo) della letteratura cinese, tra cui alcuni critici includono il Xin Zhongguo weilai ji (Il futuro della nuova Cina, 1902), romanzo incompiuto di Liang Qichao, che propone l’utopia di una Cina prospera e pacifica nell’anno 1962. Di aspetto ben più futu-ristico è lo Yueqiu zhimindi xiaoshuo (Storia della colonia lunare), pub-blicato a puntate nella rivista letteraria Xiuxiang xiaoshuo tra il 1903 e il 1905: il romanzo è costruito come una sorta di viaggio attorno al globo, su un pallone aerostatico che assomiglia a un dirigibile, alla ri-cerca di una donna scomparsa in un naufragio. L’aerostato dovrebbe raggiungere la luna, ma non lo farà mai: anche questo romanzo è pur-troppo rimasto incompiuto, a dimostrazione della difficoltà insita nel gestire efficacemente una novità come il romanzo a puntate.

Dopo questo crescendo di innovazioni, il secondo decennio del No-vecento, che vede la Cina passare dal millenario regime imperiale a

86 M. Doleželová-Velingerová, a cura di, A Selective Guide to Chinese Literature, 1900-1949, vol. I, The Novel, Brill, Leiden-New York-København-Köln 1988, p. 16.87 Hu Ying, Tales of Translation: Composing the New Woman in China, 1899-1918, Stanford University Press, Stanford 2000, pp. 51-53.88 D.D.W Wang, Fin-de-siècle Splendor: Repressed Modernities of Late Qing Fiction, 1849-1911, Stanford University Press, Stanford 1997, pp. 101 sgg.

Page 37: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

xxxvii

Prefazione

quello repubblicano, mostra una sorta di involuzione verso il romanzo in lingua classica e di tematica disimpegnata, cui contribuì la cosiddet-ta «scuola delle anatre mandarine e delle farfalle» (yuanyang hudie pai). Ciononostante, i semi del cambiamento gettati durante l’Ottocento e germogliati nel primo decennio del Novecento erano ormai pronti a sbocciare: lo avrebbero fatto nel 1917, anno di importanza cruciale nella storia della letteratura cinese, con cui si apre l’ultimo capitolo del manuale di Bertuccioli.

Le tre tematiche sinteticamente affrontate in queste pagine non esauri-scono le tante possibilità di integrazione, aggiornamento e migliora-mento di cui questo manuale, come qualunque altro, è passibile. Esse sono state scelte in primis per la loro portata innovativa, ma in parte anche per il gusto personale di chi scrive. Chi si appresta a leggere que-sto libro con occhio curioso e attento saprà senz’altro scovare altre direzioni di ricerca, utili ad approfondire la conoscenza di quell’uni-verso ancora in buona parte ignoto che è la letteratura cinese.

Un sentito ringraziamento a Federico Masini, Alessandra Brezzi, Attilio Andrei-ni e Loredana Cesarino per i preziosi consigli e suggerimenti sui contenuti trattati nella Prefazione; a Loredana Cesarino e Martina Turriziani per la pa-ziente rilettura delle bozze dell’intero volume; a Zhang Tongbing per la revi-sione degli Indici.

Page 38: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

La letteratura cinese

Page 39: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

Invitato dall’amico Cibelli a rivedere e aggiornare la mia Storia della letteratura cinese, già pubblicata nel 1959, ho finito per riscrivere molti capitoli ex novo, per la necessità e il desiderio di tener conto del pro-gresso degli studi sinologici e delle osservazioni e critiche rivoltemi in occasione della prima edizione.

Il nuovo testo è risultato quindi molto più ampio del precedente, pur essendomi attenuto agli stessi criteri per la suddivisione della ma-teria e avendo lasciata invariata tutta la impostazione critica. Ho inol-tre ampliato le indicazioni bibliografiche, che nella prima edizione scarseggiavano, e, in considerazione del fatto che manca in Italia una conoscenza dei classici della letteratura cinese, ho preferito largheggia-re nella traduzione di prose e di poesie al fine di far giungere al lettore la voce degli autori esaminati. Alcune di esse non erano state mai tra-dotte in una lingua occidentale.

Giuliano Bertuccioli

Page 40: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

4

Elenco qui di seguito i nomi dei recensori, ai quali con l’occasione invio un ringraziamento per l’attenzione prestatami: M. Muccioli (“Annali”, IX, Napoli 1959); L. Lanciotti (“Rivista degli studi orientali”, XXXVI, Roma 1960 e “Cina”, VI, Roma 1961); C.S. Goodrich (“Journal of Asian Studies”, XX, Ann Arbor 1960); A.N. Jelochowtsew (“Problemy Vostokovedeniya”, Mosca 1961); G. Tucci (“East and West”, XI, Roma 1960); J. Monsterleet (“Monumenta Japoni-ca”, XVII, Tokyo 1962); G.C. Twitchett (“Bulletin of the School of Oriental and African Studies”, XXV, Londra 1962); P. Demiéville (“T’oung Pao”, L, Leida

1963).

Page 41: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

5

Avvertenza

1) Il sistema di trascrizione adottato in questa edizione aggiornata è lo Hanyu pinyin, il sistema ufficialmente in uso nella Repubblica Popola-re. In pochi casi si è deciso di mantenere le forme italianizzate o euro-peizzate invalse nell’uso: Pechino, Nanchino, Canton; Confucio, Men-cio ecc. Nel sistema pinyin la pronuncia di alcune lettere è diversa da quella che un parlante italiano potrebbe aspettarsi; in alcuni casi la pronuncia di una stessa lettera cambia a seconda delle lettere che la precedono e/o la seguono. Per aiutare il lettore, si forniscono di segui-to alcune indicazioni di lettura:

a vicina ad ha; si legge è quando segue le vocali i ed u (pronuncia-ta ü) e precede la finale n; es. lian si legge lièn, juan si legge jüèn

b caprac ragazza (aspirato)ch caccia (aspirata e pronunciata con la lingua retroflessa)d atrioe fr. heure (in fine sillaba); fr. petit (prima di n, ng, r); né nella

sillaba wei; cioè negli altri casif fogliog ecoh ingl. hotel (aspirata)i pressoché muta nelle sillabe zi, ci, si, zhi, chi, shi, ri; vino negli

altri casij tra giostra e acinok accal lanam manon naveng ingl. goingo tra u e o dopo la a o prima di ng; dove negli altri casip cappio (aspirata)

Page 42: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

6

la letteratura cinese

q cocci (aspirata)r se è iniziale, fra r e j francese; se è finale, ingl. roars saperesh asciutto (pronunciata con la lingua retroflessa) t latte (aspirata)u uva; si legge ü quando segue j, q, x, y ui uei (con una e molto breve nel mezzo)un ü quando segue j, q, x, y; uen (con una e molto breve nel mez-

zo) negli altri casiü fr. lunew uovox tra scelta e casta, sci (pronunciata con il dorso della lingua ac-

costato al palato)y ü nelle sillabe yu, yuan, yue, yun; ieri negli altri casiz zerozh gelso (pronunciata con la lingua retroflessa). [NdC]

2) Per i nomi propri di persona si è seguito l’uso cinese di preporre il cognome al nome. Es. LIU Zongyuan, LI Qingzhao, SU Shi, SIMA Qian.

3) Gli imperatori cinesi sono citati sotto diversi appellativi. Ognuno di essi ha naturalmente il cognome e il nome che portava prima di ascen-dere al trono; ma dopo tale momento il nome diventava tabù e i carat-teri che lo componevano non potevano essere più usati ufficialmente per tutta la durata della dinastia. Dopo la morte, l’imperatore riceveva un nome postumo, con cui è menzionato nelle storie dinastiche, e un altro nome postumo, sotto il quale gli veniva offerto il culto nel tem-pio degli antenati. Quest’ultimo è comunemente tradotto nelle lingue occidentali con «titolo dinastico».

Durante il suo regno l’imperatore adottava un titolo di regno, che poteva esser cambiato a piacimento durante la sua vita. A partire dalla dinastia Ming (1368), il titolo di regno fu unico per tutto il periodo di regno del sovrano. Esempio: l’imperatore Li Longji (685-762) della dinastia Tang adottò durante il suo regno tre titoli di regno: Xiantian (712), Kaiyuan (713-742) e Tianbao (742-756). Dopo morto ricevette il nome postumo Minghuang e il titolo dinastico Xuanzong.

Page 43: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

7

Dinastie che hanno regnato sulla Cina settentrionale

Dinastie che hanno regnato su tutta la Cina

Dinastie che hanno regnato sulla Cina meridionale

Wei 魏 (220-266)

• Qin 秦 (221-206 a.C.)

• Han occidentali 西漢 (206 a.C.-9 d.C.)

Xin 新 (9-23)

• Han orientali 東漢 (25-220)

• Shu 蜀 o Shu-Han 蜀漢 (221-263) Wu 吳 (222-280)

• Jin occidentali 西晉 (266-316)

Wei settentrionali 北魏 (386-534)

Wei orientali 東魏 (534-550)

Wei occidentali 西魏 (535-557)

Qi settentrionali 北齊 (550-557)

Zhou Settentrionali 北周 (557-581)

• Jin orientali 東晉 (317-420)

• Song 宋 o Liu-Song 劉宋 (420-479)

• Qi meridionali 南齊 (479-501)

• Liang 梁 (501-557)

• Chen 陳 (557-589)

• Sui 隨 (581-618)

• Tang 唐 (618-907)

• Liang posteriori 後梁 (907-923)

• Tang posteriori 後唐 (923-936)

• Jin posteriori 後晉 (936-946)

• Han posteriori 後漢 (947-951)

• Zhou posteriori 後周 (951-960)

Wu 吳 (920-937)

Chu 楚 (907-951)

Min 閩 (909-945)

Wu Yue 吳越 (907-978)

Shu 蜀 (907-925)

Shu posteriori 后蜀 (934-965)

Tang meridionali 南唐 (937-975)

Han meridionali 南漢 (907-971)

Han settentrionali 北漢 (951-979)

Jingnan 荊南 (924-963) Liao 遼 (907-1125)

Jin 金 (1115-1234)

• Song settentrionali 北宋 (960-1127)

• Song meridionali 南宋 (1127-1279)

• Yuan 元 (1279-1368)

• Ming 明 (1368-1644)

• Qing 清 (1644-1911)

Le dinastie cinesi*

* Le dinastie precedute da pallino indicano la linea di successione imperiale conside-rata legittima dalla storiografia cinese secondo la teoria del «Mandato celeste» (cfr. infra, p. 29).

Page 44: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

9

Introduzione

Per migliore orientamento del lettore, ho ritenuto opportuno far pre-cedere la trattazione della storia della letteratura cinese da alcune pa-gine nelle quali do in maniera assai schematica alcuni cenni illustrati-vi sul paese, le genti, il nome, la lingua e la storia della Cina.

Sempre con lo stesso fine ho posto all’inizio di ciascun capitolo una breve esposizione dei principali avvenimenti per meglio inquadrare la successiva trattazione della storia letteraria.

Il paese e le genti

Il paese, che noi occidentali chiamiamo «Cina», viene chiamato dai suoi abitanti col nome di Zhongguo (stato centrale). Questo è un termi-ne che risale alla più remota antichità, quando indicava in senso ri-stretto i domini del sovrano, contornati da quelli dei feudatari; in sen-so più lato tutto l’impero, circondato dai barbari; ma, nonostante l’aumento delle conoscenze geografiche, è rimasto a designare il gran-de stato orientale. Da esso è derivato Zhongguoren (uomini dello stato centrale), uno dei due termini che i cinesi adoperano per designare se stessi, mentre l’altro è Hanren (uomini di Han), dal nome di una dina-stia che regnò dal 206 a.C. al 220 d.C. ed ebbe il merito di organizzare l’impero secondo un sistema politico basato sulla dottrina confuciana e rimasto pressoché inalterato fino al XX secolo.

Naturalmente gli stranieri, non potendo ammettere di vivere alla periferia di uno stato che si considerava al centro dell’universo, hanno preferito servirsi di altri termini, derivanti o dal nome del più caratte-ristico prodotto del paese o da quello di qualche dinastia particolar-mente illustre, la cui fama aveva varcato i confini nazionali. Così, tan-to per limitarci alle sole lingue europee, il nome «Cina» deriva da quello della dinastia Qin (221-207 a.C.), la quale unificò con la forza tutto il paese, trasformandolo da un’accozzaglia di stati feudali peren-

Page 45: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

10

la letteratura cinese

nemente in guerra tra loro in un grande impero unitario. Fatto cono-scere in occidente da mercanti malesi e indiani, il termine è entrato definitivamente nelle lingue dell’Europa occidentale all’epoca delle grandi scoperte geografiche, quando i navigatori portoghesi scoprirono la via delle Indie. Risalendo nel tempo, troviamo il termine «Catai», diffuso da noi durante tutto il Medioevo e anche ora usato nelle lingue slave: deriva dal nome di un regno sino-barbarico, particolarmente fiorente nella Cina del Nord durante l’XI e il XII secolo. I Greci e i Ro-mani, infine, si servivano del termine «Seres» per designare i lontani produttori della seta (in cinese: si), considerata oggetto di grande lusso e per la cui importazione l’Impero romano pagava somme per quel tempo favolose.

La Cina propriamente detta presenta dei confini naturali ben defi-niti: a ovest e a sud-ovest i monti del massiccio tibetano; a sud la pia-nura del Fiume Rosso, che la separa dal Vietnam; a est il Mar Giallo e a nord la pianura manciuriana e il deserto di Gobi. Tre grandi fiumi: lo Huanghe (Fiume Giallo), lo Yangzijiang (detto dagli occidentali «Fiume Azzurro») e il Xijiang (Fiume Occidentale) la dividono in sen-so orizzontale in tre parti: settentrionale, centrale e meridionale. I tre fiumi presentano una caratteristica comune: scorrono tutti da occiden-te verso oriente e hanno all’inizio un corso precipitoso, incassato tra gole di monti, che diventa lento e tranquillo allorché il fiume arriva in pianura. Lo Huanghe si apre il corso attraverso densi strati di «löss», depositi friabili di origine eolica, che caratterizzano il paesaggio della Cina del Nord, e trasporta immense quantità di materiale sedimenta-rio, che tendono ad alzarne il letto, provocando disastrose inondazio-ni. Le antichissime leggende, che narrano di mitici sovrani i quali avrebbero scavato canali e costruito dighe, idealizzano per l’appunto il paziente lavoro di secoli, durante i quali i cinesi hanno cercato di im-brigliare il corso del terribile fiume. Invece lo Yangzijiang è un fiume benefico: si apre la via tra monti rocciosi, dove scava gole profondissi-me, dalle pareti strapiombanti, ma una volta superata la barriera mon-tuosa esso diventa navigabile e il suo corso fino al mare non è soggetto a piene così disastrose come quelle dello Huanghe, perché il materiale sedimentario da esso trasportato è di gran lunga inferiore. Tutta la Cina propriamente detta, tranne le province più meridionali, si trova nella zona temperata, ma le differenze climatiche da nord a sud sono note-

Page 46: leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http ... · trovato il minimo spazio; una storia diversa, quindi, da quella in cui ... repertorio antologico, finora ineguagliato,

11

Prefazione

voli. La grande pianura attraversata dallo Huanghe ha clima secco, freddo d’inverno: poco alberata, essa ha sempre costituito un ottimo terreno per le scorrerie dei nomadi invasori. Quella attraversata dallo Yangzijiang ha clima umido, freddo d’inverno, caldo d’estate. Coltiva-ta a risaie, punteggiata da acquitrini, solcata da canali e da fiumi, essa ha rappresentato la barriera di fronte alla quale si è sempre spento l’impeto dei nomadi provenienti dal Nord. Infine la pianura meridio-nale è calda, umida d’estate, assolata d’inverno. Sui monti che la cir-condano si trovano ancora delle foreste, mentre nel resto della Cina propriamente detta un sistematico disboscamento ha reso brulli e spo-gli i rilievi montuosi. Anche il contorno delle coste differisce da Nord a Sud: quelle della Cina settentrionale sono piatte e poco articolate – tranne la penisola dello Shandong – mentre a sud dello Yangzijiang intricati sistemi montuosi spingono le loro propaggini fino al mare. La costa è frastagliatissima, ricca di insenature e di isole, ma la mancanza di grandi fiumi navigabili rende alquanto difficili le comunicazioni con l’interno.

Le differenze che esistono fra le tre parti in cui si divide la Cina pro-priamente detta si riscontrano anche nella notevole varietà di carattere della popolazione cinese. I cinesi del Nord sono alti, robusti, di carat-tere posato e grave. Quelli delle province centrali, soprattutto quelli abitanti nella bassa pianura dello Yangzijiang, sono svelti, furbi, emo-tivi. Quelli del Sud, di corporatura più gracile, sono di carattere più chiuso.

Non tutta la Cina è abitata da cinesi di etnia Han. In alcune provin-ce dell’interno si trovano infatti degli aborigeni, respinti in quelle inac-cessibili regioni dalla espansione degli Han: si tratta degli Yi, dei Mo-suo, dei Zhuang, dei Dong ecc., che ammontano a diversi milioni di individui. Lungo la costa del Guangdong si incontra una popolazione di pescatori, i quali vivono sulle barche, veri zingari del mare: gli Hak-ka. Nelle regioni periferiche, situate al di là dei confini geografici della Cina propriamente detta – Tibet, Mongolia Interna, Xinjiang, Manciu-ria – gli Han erano un tempo in minoranza rispetto agli indigeni, ma durante il XX secolo la massiccia immigrazione di coloni cinesi ha al-terato la composizione etnica di quelle regioni. In Manciuria infatti l’elemento cinese è ormai prevalente.


Recommended