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Marzo 2015 - Numero 71
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Marzo 2015 - Numero 71

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21 MARZO PRIMAVERA

Primavera per me significa rinnovamento, si per alcuni vuol dire anche pollini e allergie,ma il clima piu' caldo, le giornate piu' luminose, donano un vero e proprio risveglio. Voglio contribuire a questo risveglio, condividendo lo scritto della prossima pagina.

Non e' un argomento di conversazione "leggera" e qualcuno si sentira' un po' tradito perche' presento i Semi di Mela spiegando che sono stati creati per essere positivi e propositivi. Ed e' questa sensazione che mi piacerebbe suscitare dopo aver letto questo scritto di un'infermiera che ha chiesto a chi era in punto di morte qual'era stato il piu' grosso rimpianto della loro vita.

Per evitare che ognuno di noi abbia un grosso rimpianto

SU CON LA SCHIENA! FACCIAMO QUELLO CHE PIU' VOGLIAMO, ORA

Buona vita a tutti!

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I cinque principali rimpianti in punto di morte. Non è un argomento di conversazione "leggera", ma è un tema discusso in rete, da quando il Guardian ha scoperto il blog e il libro di Bronnie Ware. La donna, australiana,  racconta sul suo blog e nel libro The top five regrets of the dying di essere un'infermiera che ha lavorato a lungo in un reparto di cure palliative per uomini e donne in punto di morte. Impressionata dalla grande lucidità che accompagna gli ultimi giorni di vita di questi pazienti, perfettamente consapevoli di essere ala fine delle loro esistenze, Ware ha cercato di rivolgere a tutti la stessa domanda: qual è il più grosso rimpianto della tua vita?Sorprendentemente, i temi ricorrenti sono piuttosto frequenti, le la donna li ha ordinati in una specie di graduatoria del rimpianto.1) Vorrei aver  avuto il coraggio di vivere la mia vita, non quella che gli altri si aspettavano da meSecondo Ware questo è il rimpianto più comune di tutti. Quando le persone capiscono che la loro vita sta finendo, capiscono anche che non hanno realizzato moltissimi dei loro sogni, di solito nemmeno la metà delle cose che avrebbero voluto veder realizzate.2) Vorrei non aver lavorato tanto"Questo" dice Ware "lo sostengono tutti i pazienti che ho assistito. Avrebbero voluto godersi l'infanzia dei loro figli, l'affetto dei loro cari. Specialmente gli uomini, rimpiangono di aver combattuto tutta la vita contro i mulini a vento della vita lavorativa".3) Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti"Molti mettono da parte i propri sentimenti, per manenere apparenti buoni rapporti con gli altri. Il risultato è che spesso si trascinano in esistenze mediocri senza mai avere il coraggio di cambiarle. Molti somatizzano fino a sviluppare malattie legate alle amarezze e al risentimento".4) Avrei voluto rimanere in contatto con i miei amici"Spesso gli uomini non realizzano l'importanza di un vecchio amico fino alla fine della loro esistenza. Tutti rimpiangono i loro amici, quando sono in punto di morte, e rimpiangono di essersi fatti scivolare via l'opportunità di rimanere legati nel corso degli anni".5) Avrei voluto essere più felice"Questo è sorprendente. Molti non realizzano fino alla fine che la felicità è sempre una possibilità concreta, nella vita. Preferiscono restare chiusi nelle loro vite e nelle loro vecchie abitudini. La paura del cambiamento li costringe a non vivere con pienezza quei momenti che possono dare vera felicità".Bronnie ha avuto una vita molto movimentata. Applicando le lezioni attinte dalle persone vicine alla morte, ha capito che tutti possono morire in pace, basta fare scelte consapevoli nel corso della vita. 

Se riuscissimo a rapportarci in anticipo e con sincera accettazione alla nostra inevitabile dipartita, allora cambieremmo le nostre priorità prima che sia troppo tardi. In questo modo avremmo la possibilità di volgere le nostre energie verso i veri

valori e verremmo guidati da ciò che vuole veramente il nostro cuore. (pg. 30)

Di tutti i rimpianti e lezioni condivise con me mentre sedevo accanto ai loro letti, il rimpianto di non aver vissuto una vita fede ai propri principi era il più comune di tutti. Era anche quello che causava più frustrazione, perché ci si rende conto

troppo tardi. (pg. 56)

“Se posso dirti una cosa sulla vita Bronnie, è questa. Fa’ in modo di non arrivare a rammaricarti di aver lavorato troppo. Adesso posso dire che non pensavo di pentirmene una volta giunto alla fine. Ma nel profondo del cuore sapevo che stavo lavorando troppo. Non solo per Margaret, ma anche per me. Mi sarebbe piaciuto non dare importanza a ciò che gli altri

pensavano di me, come faccio ora. Mi domanda perché dobbiamo aspettare di morire per capire una simile lezione.” Scosse la testa e continuò: “Non c’è niente di sbagliato ad amare il proprio lavoro e a volersi impegnare per svolgerlo al meglio. Ma

c’è molto altro nella vita. La cosa importante è l’equilibrio, mantenere l’equilibrio.” (pg. 101)

A volte devi fare qualche passo indietro per prendere la rincorsa prima del grande salto. (pg. 107)

Devo dirglielo. In che mondo orribile viviamo se un uomo di settantotto anni è nervoso all’idea di confidare a suo figlio che gli vuole bene?! (pg. 120)

“Dobbiamo imparare a esprimere i nostri sentimenti adesso” sottolineò Jude. “Non quando è troppo tardi. Nessuno di noi sa quando sarà troppo tardi. Dì alle persone che le ami. Dì loro che le apprezzi. Se non riescono ad accettare la tua sincerità o

se reagiscono in modo diverso da come avevi sperato, non importa. Ciò che conta è che gliel’hai detto.” (pg. 145)

tratto da http://www.pensierodistillato.it/

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aspettando la primavera!

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KATIA CI PORTA A CONOSCENZA DELLA COOPERATIVA BARIKAMA'

per maggiori informazioni http://barikama.altervista.org/

L’Associazione di Promozione Sociale e la Cooperativa Sociale Barikamàportano avanti un progetto di micro-reddito nato nel Marzo 2011 che consiste nell’ inserimento sociale attraverso la produzione e vendita di yogurt ed ortaggi biologici. Il progetto è attualmente gestito da Suleman, Aboubakar, Cheikh,Sidiki e Modibo, ragazzi Africani che vivono a Roma, quattro dei quali dopo aver partecipato alle rivolte di Rosarno del Gennaio 2010 contro il razzismo e lo sfruttamento dei braccianti agricoli.Il progetto Barikamà ha le seguenti finalità:

Garantire un, se pur micro, reddito a chi non ne ha e sta avendo grandi difficoltà a trovare un lavoro,essere un’attività per riacquistare fiducia, iniziativa e soddisfazione,creare una rete di relazioni sociali,essere un’opportunità per imparare l’Italiano attraverso l’interazione concreta con le persone e la risoluzione di problemi,essere un’opportunità per conoscere Roma, orientarsi utilizzando una cartina, consultare la rete dei mezzi pubblici.

Vi scriviamo per raccontarvi le cose belle che sono successe, condividere i nostri progetti per il futuro e chiedere il vostro aiuto per realizzarli! Prima di tutto grazie a tutti e tutte per tutto questo: Da 2 ora siamo in 6 (Suleman, Aboubakar, Cheikh, Sidiki, Modibo, Youssouf). Da 15 litri di latte a settimana ora siamo arrivati a produrre 150 litri! Adesso la gente ci saluta bene quando ci incontra.Siamo orgogliosi del nostro progetto, di saper parlare al banchetto durante i mercati, di girare per tanti quartieri di Roma, e che la gente ci dice che il nostro yogurt è buonissimo.

CASALE di MARTIGNANO!Ora produciamo il nostro yogurt al caseificio del Casale di Martignano! Questo per noi e’ un passo molto importante. Inoltre stiamo collaborando alla gestione di un orto biologico… tra poco insieme allo yogurt troverete anche le verdure bio che coltiviamo.  Siamo contenti di collaborare con Andrea ed Aurelio del Casale di Martignano e li ringraziamo per l’opportunita’.FUTUROVorremo anche, se ci riusciamo, inserire altri ragazzi che cercano come noi di lasciare il lavoro sfruttato in campagna, imparare l’Italiano ed inserirsi in questa Italia.

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Vorremmo iniziare Barikamà Pedalatte Bio, ovvero consegnare ai GAS in bicicletta con carrello i prodotti dei piccoli produttori bio che hanno difficoltà a distribuire dentro Roma.tratto da https://www.facebook.com/groups/579994922113961/

E’ il sogno di chiunque vorrebbe vivere meglio, mangiare sano e respirare aria pulita, si chiama Montemignaio e si trova in provincia di Arezzo, nel Casentino, una striscia di terra tra la Toscana e l’Emilia Romagna, un’area tra le più belle d’Italia.Montemignaio è un comune che ospita circa 600 abitanti che collaborano per dare vita al consorzio di produttori di Montemignaio, un modo per creare una società vitale durante un periodo di crisi come questo.

Perché Vivere a Montemignaio? Perché si cercano agricoltori, artigiani, commercianti, ristoratori che condividono gli spazi di lavoro del borgo e la vita sociale nonostante vivano nelle proprie case, le aziende del consorzio devono avere residenza e sede legale a Montemignaio, devono avere un progetto sul quale lavorare, che può essere artigianato o di agricoltura, di ristorazione o di istruzione, di benessere o di turismo….

E in cambio viene offerta poca burocrazia grazie al comune che cerca di andare incontro alle esigenze delle persone che intendono aderire al consorzio, tasse ai minimi nazionali e Imu azzerata sui terreni agricoli in quanto comunità montana.Ma oltre agli incentivi alle nuove aziende c’è ben di più da sfruttare a Montemignaio, come ad esempio l’aria non inquinata, poi si trova tra le foreste casentinesi, un parco nazionale di straordinaria bellezza, immerso nella tranquillità e nella natura, con zero criminalità e in mezzo ad uno stile di vita sostenibile basata sull’uomo e non sul denaro.Il biologico è la parola d’ordine per un ottimo cibo, prodotti a chilometro zero che arrivano da una indipendenza che il borgo si è guadagnato nel tempo e con prodotti eccellenti.I terreni per chi vuole aprire un’attività vengono concessi o in usufrutto gratuito o a prezzi davvero bassi, così come anche le abitazioni. Per i bambini è un paradiso, c’è una scuola materna e una elementare e lo scuolabus. Ma cosa ancora migliore è che è una scuola basata sul metodo montessoriano e “senza zaino” e dove la mensa prepara il cibo con prodotti locali di stagione a prezzi irrisori.Per chi approda per la prima volta nel mondo delle attività del consorzio ci sono gli “anziani” che aiutano l’inserimento nelle professioni, sia a livello di marketing che a livello di promozione dei prodotti.

Ma tutti possono andare a vivere a Montemignaio?No, se non ami l’ambiente e non lo rispetti questo luogo non fa per te, se non ami coltivare la lavanda o gli alberi di ciliegio, se non ti piacciono le erbe aromatiche, i frutti di bosco, le fragole, gli abeti, gli alberi da frutto, le noci, i castagni e qualsiasi altro ortaggio di stagione questo posto scordatelo perché non è adatto a te.Qui si amano anche gli animali, perché si allevano api, lumache, maiali e pecore in pieno rispetto della loro vita (n.d.r. e nonostante siano animali in cattività, e allevati per scopi precisi, si può dire che stanno decisamente meglio di altri).

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Valeria Bonora

Il gruppo FaceBook di Montemignaio ha pubblicato questo post:

CERCHIAMO RESIDENTI: OPERAZIONE FINESTRE APERTE!A SOLI 35KM DA FIRENZE, PICCOLO PAESE SITO SULL’APPENNINO TOSCOEMILIANO AD UN’ALTEZZA DI 800 METRI, ALLE PORTE DEL CASENTINO. POSTO IDEALE PER ALLEVARE API E LUMACHE NO COLTURE INTENSIVE (SOLO ORTI AD USO FAMILIARE), POCHISSIMO TRAFFICO, IDEALE ANCHE PER COLTURE BIOLOGICHE (FRUTTI DI BOSCO, ORTAGGI, FRUTTA), AMBIZIOSO PROGETTO DI AUTARCHIA ALIMENTARE

Il nostro comune cerca nuovi residenti e attua questi benefits:- le tasse locali sono ai minimi nazionali: le nostre aliquote sono queste IMU 0,99 per mille. Tasi 0,7 per mille per tutti. Addizionali comunali 0,5 per mille. Se paragonate con gli altri comuni a noi vicini abbiamo le addizionali e i costi per la scuola tra i più bassi di tutta la regione. Anche la Tasi per il 2014 e’ di gran lunga tra le più basse della regione.- incentivi per nuove aziende che apriranno sul nostro territorio comunale- il comune paga libri, quaderni, penne e tutto l’occorrente per la scuola,dove viene sviluppato il progetto “SCUOLA SENZA ZAINO” e dove i bambini escono da scuola con i compiti già fatti- la mensa scolastica costa 2.50€ a pasto (i pasti sono preparati estemporaneamente nella cucina della scuola da una cuoca e non c’è nulla di precotto)- disponibilità di terreni in usufrutto gratuito o con affitti modesti- assenza vespa velutina- contesto naturale con foreste di castagni, faggi, acacie, ciliegi, abeti e fioriture varie ben distribuite durante l’anno- possibiltà di affitto casa a partire dai 240€mese e di acquisto casa dagli 80.000€ trattabili- comune volontà di rivitalizzare la valle e di creare una comunità coesa e unita, che si aiuti e collabori per il bene comune- grande disponibilità per realizzare idee di sviluppo innovative - progetto di costituzione di un consorzio dei produttori locali, con conseguente creazione di un mercato permanente dei prodotti a km zero, per il quale ricerchiamo in particolare produttori e artigiani- progetto di costituzione di un’associazione degli apicoltori che operi all’interno del consorzio con un laboratorio di smielatura comune e con grande collaborazione da parte dei produttori già presenti sul territorio- piccola comunità ma con ottimi servizi (spesa e medicine portate a casa gratuitamente, assistenza agli anziani, centro culturale, organizzazioni sportive e didattiche)- grande volontà di sostenere progetti ecosostenibili che sfruttino al meglio le potenzialità del nostro meraviglioso territorio- grandi potenzialità nei settori turismo, agricoltura, allevamento

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ANNUNCI

LAVORO

"Azienda leader nel settore fieristico, ricerca impiegato/a part time tempo determinato.

Si richiede ottima conoscenza lingua inglese disponibilità e propensione a lavorare in team.

Zona di lavoro: Monterotondo Zona Industriale (RM)" Inviare curriculum a [email protected]

(annuncio ricevuto il 4 febbraio)

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Per info mail [email protected]

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SCOOTER

Scooter modello SYM Joy Max 250 colore neroAnno ottobre 2008Km. circa 18000

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Ruben, il ristorante di Milano dove si mangia con 1 euro

Centocinquanta persone, in temporanea difficoltà, cenano qui ogni sera. Un locale accogliente e luminoso, con un bacheca con le offerte di lavoro.

Ruben, il ristorante solidale di Milano dove le persone bisognose possono cenare a 1 euro

RUBEN RISTORANTE SOLIDALE MILANO -Un luogo accogliente, caldo, elegante. Con quadri alle pareti, design essenziale ma raffinato, e perfino fasciatoi per le famiglie che arrivano con i neonati. Può sembrare l’ultima creatura della movida milanese, e invece è un ristorante ispirato alla solidarietà e alla lotta agli sprechi: stiamo parlando di “ Ruben”, creato dalla famiglia Pellegrini, attraverso la Fondazione dedicata al patron Ernesto, che gestisce oltre cinquecento mense. Siamo nel quartiere Giambellino e “Ruben”, con un conto che non supera 1 euro, offre un menù completo (compresi i pasti per i celiaci) alle persone in temporanea difficoltà.

COME ACCEDERE A RUBEN, IL RISTORANTE SOCIALE DI MILANO -Per entrare ci vuole una tessera che viene consegnata sulla base di alcuni requisiti, a partire appunto da una fase delicata e difficile della propria vita. Una fase temporanea, perché Ruben non fa la concorrenza ai centri della Caritas. Genitori separati, universitari che fanno fatica a pagare le rette di iscrizione, immigrati, disoccupati temporanei in attesa di un nuovo lavoro. Per loro, tutte le sere c’è il tavolo pronto, la cena servita in un posto accogliente, una piacevole compagnia per non sentirsi soli (la solitudine è il primo effetto delle difficoltà che possono stravolgere una vita).

RUBEN, IL RISTORANTE DOVE SI MANGIA A 1 EURO -Al momento, da Ruben ogni sera vengono accolte 150 persone, ma siamo ancora nella fase sperimentale ed entro la primavera si pensa di raddoppiare i coperti con un doppio turno di cene. Un ultimo ma significativo dettaglio: sulla parete accanto alla coda per la mensa di Ruben c’è anche una bacheca con diversi annunci. La proposta di un’ attività di volontario ma anche offerte di lavoro: chissà che, grazie a una cena a 1 euro, qualcuno dei frequentatori di Ruben non abbia anche la fortuna di trovare un posto. ( Fonte immagine di copertina: Pagina Facebook “Comune di Milano – Palazzo Marino“)

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LA FOTO DICE TUTTO - INIZIATIVA DI UN FORNO A TARANTO

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INOLTRE LA FATTORIA ORGANIZZA TUTTE LE SECONDE DOMENICHE DEL MESE DALLE 10.30

"LA DOMENICA IN FATTORIA....UNA GIORNATA IN ALLEGRIA!

Per info e prenotazione del pranzo chiamate al 3779930566

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E’ il momento degli HOME RESTAURANT: ecco come aprirne uno a casa propria

idee per affrontare la crisi....

Dimenticate i guerriglia restaurant, temporanei, itineranti, uderground. Al limite della clandestinità. Oggi le cene in casa sono una delle tante facce della sharing economy: si condivide cibo genuino fra perfetti sconosciuti, contribuendo alla spesa. Tutto alla luce del sole. Il contatto si stabilisce sul web: su una delle tante piattaforme social si seleziona l’evento, si prenota e si paga. Oppure si riserva un posto direttamente sul sito (o sul profilo facebook) dell’home restaurant preferito. Esperienza imperdibile per i turisti desiderosi di scoprire dal vivo gusti e abitudini delle città che li ospitano, è ormai anche per i residenti l’ultima frontiera del social eating.

Presto anche su Airbnb

Il fenomeno è in espansione: sul portale Airbnb, dove i privati di 192 paesi possono affittare o subaffittare a chi è in viaggio la propria casa (o spazi extra) per brevi periodi, sarà presto attivo anche il servizio di home restaurant: si sta sperimentando in California. Ma in Italia e in Europa è già boom.

Tradizionale, etnico, creativo: il ristorante è in casa

Michele Ruschioni è un giornalista. Ha lasciato le cronache politiche di Libero per accogliere ai fornelli amici e avventori nella sua abitazione romana (zona Porta Pia) tra una libreria, qualche natura morta e un tavolo per 12 commensali, condendo la serata, due volte alla settimana, con aneddoti gastronomici in perfetto stile romanesco. Lo affianca la sua compagna Daniela Chiappetti, stessa passione per la cucina, che spazia dalle tradizioni della Roma papalina a quelle armene. In meno di un anno il loro home restaurant è fra i più richiesti della città.Luca ed Elle ricevono in casa a Como, deliziando gli ospiti con specialità Thai, dai ravioli ripieni di gamberi al riso fritto, pollo avvolto in foglie di pandan, fish soup, insalata di papaya.Per partecipare a una cena nel loft milanese di Melissa e Lele si prenota su Ma’ Hidden Kitcken Supper Club (max 10 persone). Lista d’attesa lunghissima. Spesso ai fornelli c’è lo chef Andrea Sposini che organizza per gli ospiti anche market tour e lezioni di cucina. Fra i piatti in menù filetto di maiale bardato al vino rosso, spinaci e peperoni al forno, miniburger di trota con asparagi e pomodoro fritto, mousse di fondente al tabacco toscano Kentucky.Qui come altrove vale la regola del Byo, bring your own: da bere lo portate voi.

Tante community per promuovere cene social fra sconosciuti

La piattaforma social di riferimento per una serata alternativa fra le mura domestiche della Capitale è Ceneromane, dedicata ai viaggiatori e residenti in cerca di avventure gastronomiche in location di grande effetto. I padroni di casa affiliati sono una quarantina. Si tratta di un progetto autofinanziato, lanciato nel 2012. Da un anno è entrato in un programma di accelerazione di Sellalab (Banca Sella). La piattaforma gestisce direttamente i flussi di pagamento, incassando e girando ai padroni di casa la quota di competenza al netto di una trattenuta del 15% e delle spese di transazione. Il costo medio di una cena è di 40 euro.Le Cesarine di Bologna hanno messo in pratica il progetto Home Food patrocinato dal ministero delle Politiche agricole, in collaborazione con l’Università, per valorizzare e diffondere la cultura del cibo tradizionale, del prodotto tipico e del territorio. L’iniziativa copre oggi l’Italia intera.Gnammo.com (nata nel 2012 dalla fusione delle start up Cookous e Cookhunter, con sede a Torino e a Bari) è la più grande community italiana: è diffusa in 124 città dove ha arruolato 1.055 cuochi e realizzato 500 eventi social. Sul sito sono segnalati brunch da 10 euro fino a cene-spettacolo da 40. Ma anche menù indiani, messicani, vintage, come la serata a tema Grande Gatsby organizzata da Paolo nel loft all’interno dell’ex Richard Ginori a Milano. Menù a buffet con Waldorf salad, tacchino fritto freddo con salsa Worchester , Al Capone meatballs, pollo, mango e noci caramellate, brownies al cioccolato con prugne e Armagnac.New Gusto è un progetto abruzzese e si rivolge soprattutto ai turisti per favorire scambi culturali attraverso il cibo. KitchenParty.Org è una comunità di “persone aperte e curiose che condividono la propria passione per la cucina e la buona tavola incontrandosi a casa e nei locali per conoscere ogni volta nuovi amici”. Per gli aspiranti chef, il motto è: “Il migliore ristorante è la tua cucina”. Peoplecooks si rivolge principalmente a studenti e a lavoratori fuorisede, turisti low cost e persone con difficoltà economiche: il pasto non supera i 6 euro.Quelle di Soulfood (programma multidisciplinare nato da un’idea di Don Pasta – gastrofilosofo militante – e realizzato con Terreni Fertili, associazione impegnata per una nuova e sostenibile mobilità) sono cene carbonare che prevedono incursioni nelle abitazioni private di cuochi per caso, per sfizio, per una volta e mai più. Occasioni per “diffondere i concetti di sostenibilità, ecocompatibilità, cibo come mezzo di socializzazione ed integrazione, qualità della vita, resistenza”. Spesso con il coinvolgimento di Rural Hub, scuola di condivisione per progetti di social innovation applicati alla terra. Sensibili anche gli intellettuali: Stefano Benni a Roma ha letto dal vivo “Il bar sotto il mare” in un’autofficina su via Palmiro Togliatti, tra pittole pugliesi, alici fritte, polentina con totani e piselli.

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Casa Maestoso, a New York lo chef cucina in appartamento

Eatwith (Techcrunch incubated) è invece un player internazionale che ha una piccola quota di mercato in Italia. E’ da lì che è partito Marco Maestoso, chef professionista a New York: dopo aver lavorato nelle cucine del Cipriani di Wall Street e del Sirio, ristorante del Pierre Hotel, oggi cucina nel suo studio a Manhattan, un monolocale di 50 mq con giardino, reinterpretando i classici della cucina italiana (e non solo). Lo affianca Dalila Ercolani, la compagna con cui divide l’appartamento: in meno di un anno hanno ricevuto 1.200 ospiti (selezionati da diverse piattaforme), che hanno gustato brasato al barolo e salsa ai funghi, ragù alla bolognese con fettuccine al cioccolato, tiramisù salato al nero di seppia e salmone. Le Majestic meatballs sono diventate un must della sua cucina “italiana con twist”.

A Londra il primo esperimento underground

Ma la pioniera dei Supper Club in Europa è MsMarmiteLover, ovvero Kerstin Rodgers, raffinata fotografa, che a Londra nel 2009 lanciò il suo ristorante casalingo, invitando gli ospiti a prenotare sul suo sito che oggi è al 29° posto nell’elenco dei migliori blog del Regno Unito. Segreta la data e l’indirizzo: all’inizio era un’esperienza clandestina. Ora un evento gastronomico in piena regola. L’ultimo, qualche giorno fa, è stato una tea party dedicato al miele con baklava, madeleine, pasticcini fatti in casa, torte salata: 50 sterline la quota di partecipazione, comprese una conferenza sull’apicoltura e una copia con dedica del suo ultimo libro Secret tea party.

Home Restaurant, le regole da seguire

Vi è venuta voglia di provare? Ecco cosa c’è da sapere. Se tutto si svolge tra le mura domestiche, la pratica del Supper club non costituisce attività commerciale. E non serve autorizzazione sanitaria, anche se è preferibile munirsi di un attestato sulla sicurezza alimentare. Relativamente all’aspetto fiscale, è possibile svolgere attività lavorativa occasionale, senza partita Iva, fino ad un massimo lordo di 5.000 euro annui, soglia di esenzione dall’obbligo contributivo. In caso di superamento dell’importo sarà sufficiente aprire una Partita Iva. Sul reddito generato, non superiore ai 30.000 euro annui, è previsto il regime agevolato dei minimi.

tratto da http://food24.ilsole24ore.com/2015/01/e-il-momento-degli-home-restaurant-ecco-come-aprirne-uno-casa-propria/

http://www.braciamiancora.com/wdp/).

http://www.homerestaurantroma.it/

Nodi burocratici? «Non ce ne sono, se guadagni una cifra non superiore ai 5mila euro. E non c’è la necessità di fare una dichiarazione (articolo 1 comma 100 della Legge Finanziaria 2008 n.244, che regola il lavoro domestico).

http://gnammo.com/events/

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Ciao,anche quest'anno Ridere per Vivere da il via alla campagna “Ridi la Pasqua 2015”, il reparto beneficiario dell’iniziativa è quello dello scorso anno ovvero il Reparto di Ematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma.

Grazie al Vostro sostegno unito a quello che ci hanno dato molti privati, aziende, amici, amici di amici etc , i proventi della precedente edizione ci hanno permesso di raggiungere un traguardo straordinario:

garantire per 12 mesi la frequenza settimanale dei Clown Dottori della soc. coop. sociale ONLUS Ridere per Vivere – Lazio all’interno del suddetto reparto.

Un risultato sorprendente che in questa edizione vorremo replicare anzi fare di più!!!

E proprio per questo abbiamo covato delle uova fantastiche:

più grandi, più belle e più dolci che mai!!!!

  Uova di ottimo cioccolato al latte o fondente del peso di 300 gr! ( il cioccolato non è mai abbastanza!)

  Certificate gluten free ( le possono mangiare proprio tutti!)  

Senza olio di palma  (vogliamo bene anche all'ambiente!!)

Il tutto a fronte di un’offerta minima liberale di 10€.

e ora? Beh ora non vi resta che ASSAGGIARLE!

La prenotazione dovrà pervenire entro il 10 marzo 

Come sostenere l’iniziativa:- Divulgare questa mail ai vostri contatti.- Se all'interno della vostra azienda e\o aziende con le quali siete in contatto è presente un CRAL che possa farsi a sua volta promotore dell'iniziativa, vi chiediamo di contattare la responsabile del progetto Sig.ra Laura Aloi al numero 3891050407 affinché si possano organizzare delle giornate di vendita all'interno di queste strutture.

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Tutte le info e modulo di prenotazione sul sito www.ridilapasqua.it

GRAZIE

I Clown Dottori di Ridere per Vivere - Lazio


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