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Lessico - Centro Interculturale Empolese Valdelsa · L’apprendimento dell’italiano L2 Il...

Date post: 20-Feb-2019
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L’apprendimento dell’italiano L2 Il lessico Giuseppe Faso
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L’apprendimento dell’italiano L2

Il lessico

Giuseppe Faso

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premessa

• Si riportano, in sintesi, le osservazioni emerse a partire dalle risposte a due griglie sulle difficoltà di apprendimento del lessico e le strategie per la facilitazione.

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L’input

• ha una funzione diversa, nel lessico, rispetto all’apprendimento della morfo-sintassi

• La ripetizione dell’input è importante per il lessico:se è ripetizione variata, differenziata, con un andamento a spirale del dialogo educativo se le parole presentate sono inserite in un contesto specifico e

non in isolamento, costruendo campi lessicali e semantici• nella ripetizione a spirale, si reincontra la parola in un

contesto differente, gradualmente più ricco.

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la quantità di parole

• La riduzione dell’input è una tendenza spontanea, quando si parla con uno straniero

• D’altronde un input più ricco potrebbe essere fornito tranquillamente, se non si pretende che esso venga appreso al piùpresto

• è comunque votata all’inefficacia la richiesta di una ‘batteria’ di parole da sapere

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Ricezione e produzione

• E’ molto importante fare una distinzione fra conoscenza ricettiva e conoscenza produttiva ed esplicitare lo scopo per cui si apprende:

il lessico da apprendere per poterlo usare parlando e scrivendo il lessico da apprendere per capire testi scritti o parlati.

• Il docente, ma spesso anche l’allievo, assumono implicitamente che il lessico sia da imparare tutto in modo produttivo

• agli inizi dell’apprendimento, ciò rende più gravoso il carico di lavoro per gli allievi.

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Dove e come si impara il lessico

• La scuola non è l’unico ambito in cui l’alunno impara la lingua, ma ci sono altre opportunità, extrascolastiche: i rapporti con i coetanei, la televisione.

• Ma i contatti con la lingua oltre la scuola vanno rilevati, prestando attenzione al bambino concreto che abbiamo in classe.

• Il dialogo naturale è più possibile nel laboratorio, nel piccolo gruppo, più raro in classe.

• Importante per il bambino, poter giocare con le parole, anche in classe.

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Rilevanza degli ostacoli ambientali

• Gli ostacoli ambientali vengono ritenuti , in genere, dai docenti molto importanti per spiegare il cattivo apprendimento del lessico.

• Si può insinuare anche il dubbio di una certa sopravvalutazione, di attribuire a questi fattori ‘oggettivi’ un di più di rilevanza , che ci mette al riparo, ci fornisce degli alibi.

• E’ comunque rilevante considerare la dimensione soggettiva degli ostacoli cosiddetti ambientali: il ricatto del programma, la difficoltà a cogliere l’aspetto positivo degli imprevisti…

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Rilevanza degli ostacoli soggettivi

• Anche gli ostacoli soggettivi hanno ottenuto un punteggio alto

• Questi ostacoli, se sono legati alle paure, all’ansia, ci chiamano direttamente in causa.

• E’ stato rilevato il frequente carattere “ambientali” di ostacoli a prima vista “soggettivi”

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contatti con i nativi

• Gli scarsi contatti con i nativi sono ritenuti un ostacolo rilevante, è importante stare con i coetanei, fare i compiti insieme, ma anche, costruire in classe piccoli gruppi, in cui il bambino straniero si sente piùa suo agio, si esprime e si apre.

• Necessarie strategie di investimento dell’extrascuola (spazi per il tempo libero, attività estive, etc.)

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Lessico e libri di testo

•Si è rilevato che i libri di testo presentano il lessico gradualmente, ma poi spesso nelle unità successive non viene ripreso il lessico delle unità precedenti

•ciò priva gli allievi di opportunità per la memorizzazione.

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Polisemia: difficoltà e stimoli

• La polisemia delle parole ha ottenuto, in maggioranza, un punteggio da 3 a 5; essa è perciò ritenuta un sensibile ostacolo all’apprendimento, in una fase iniziale.

• E’ importante , quindi, graduarla sulle competenze del bambino, ma non dimenticare che nel bambino è molto forte il gusto per la polisemia, quella magia della parola, che èimportante non solo nel suo significato d’uso strumentale.

• La scuola rischia di appiattire questo aspetto, di ridurne la ricchezza e quindi è importante porsi come obiettivo di offrire questa opportunità, anche a chi inizialmente non la può percepire.

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Uso dei dizionari e traduzione

• la traduzione è stata ritenuta uno strumento possibile, ma non un obiettivo; importante dal punto di vista affettivo, ma non cognitivo.

• Anche l’uso del dizionario, soprattutto quello bilingue, all’inizio può avere una funzione rassicurante, di appoggio; l’uso del dizionario monolingue, adatto ad uno stadio avanzato di uso della lingua seconda.

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Suggerimenti pratici, 1

• affidare agli studenti compiti in cui siano personalmente coinvolti e in cui si chiede agli allievi di riflettere e prendere decisioni; in tal modo si aumenta l’efficacia dell’apprendimento; piuttosto che sulla motivazione, concetto piuttosto vago, si punta sulla rilevanza che l’allievo attribuisce ai lemmi che gli vengono sottoposti, rispetto per esempio a un gioco, un’attività di simulazione, etc.

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Suggerimenti pratici, 2

presentare le parole per campi semantici, non offrire immediatamente l’intero quadro terminologico, ma ampliare gradualmente determinate aree semanticheproporre esercizi basati sulle relazioni semantiche: il materiale già noto deve superare in quantità il materiale nuovo.

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Suggerimenti pratici, 3

• insegnare esplicitamente le strategie deduttive: apprendere strategie per dedurre il senso dal contesto e dalla situazione, nonchè da ogni altra fonte rilevante: forma delle parole, illustrazioni, conoscenze extralinguistiche.

• Gli studenti attivamente coinvolti nella formulazione di ipotesi sul significato di nuovi lessemi li memorizzano con maggior facilità (facendo attenzione sempre che il contesto sia pregnante e privo di ambiguità).

• Chi apprende una lingua fa molto più uso delle informazioni date dal contesto e, per esempio, per riempire un testo ‘bucato’, a cloze, mette in moto piùstrategie testuali di quelle che usa il parlante nativo.

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Suggerimenti pratici, 4

• non isolare gli esercizi di lessico, il che può essere controproducente; è più naturale ed efficace fare lessico nel contesto di altre attività: il lessico si impara facendo altro.

• leggere testi autentici, per la cui comprensione globale non ènecessario capire il significato di tutte le parole, è un ottimo strumento per ampliare e consolidare il vocabolario ricettivo.

• individuare il significato delle parole chiave, mettendo gli studenti in condizione di poter determinare il significato di queste parole, selezionando i testi in base alle pre-conoscenze dello studente o richiamando l’attenzione su eventuali illustrazioni.

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consolidamento

• Per il consolidamento è importante che il docente abbia chiaro lo scopo dell’esercizio, quale tipo di competenza (ricettiva o produttiva) si intende sviluppare e quali conoscenze si vogliono rafforzare.

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L1 e L2

• E’ praticamente impossibile impedire che gli studenti colleghino a una nuova parola l’equivalente nella loro lingua materna: è importante considerare ciò nella sua giusta dimensione, non come un ostacolo all’apprendimento del lessico, ma come un naturale processo di associazione mentale, che rientra nelle strategie usate per imparare parole nuove.

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Esposizione alla ricchezza lessicale

• L’apprendente, come il bambino che apprende la propria lingua madre, dovrebbe venire a contatto gradualmente, contesto dopo contesto, situazione dopo situazione con i molti significati di una parola polisemica. Non serve, e può essere dannoso, esporlo alla ricchezza dei suoi significati in maniera astratta.

• Conoscere una parola non significa solo conoscerne il significato, ma anche sapere in che modo è formata, con quali altre parole si combina, come e quando si usa. Naturalmente tale sapere va graduato secondo le età e i livelli dell’apprendimento.

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strategie

• Le strategie di apprendimento per eseguire compiti ricettivi sono strategie di deduzione per capire il significato di parole sconosciute

• per eseguire compiti produttivi si impiegano strategie di compensazione per trasmettere un messaggio, anche se non si conosce la parola esatta nella L2: si ricorre cioè a parafrasi e descrizioni approssimative, o usano parole generiche (“cosa”, “roba”), oppure ancora sollecitano l’interlocutore con formule (“come si chiama”, “come si dice”)

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motivazione e rilevanza

• Per introdurre nuovi elementi lessicali, è bene coinvolgere attivamente gli studenti, affidare compiti significativi e motivanti, che hanno effetti positivi sulla memorizzazione

• è stato dimostrato che per memorizzare liste lessicali èpiù funzionale la rilevanza (far capire a che serve quel lessico, non in astratto) che la motivazione (per esempio, a superare un test).

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Autonomia dell’apprendente

• La glottodidattica negli ultimi anni ha dato rilievo sempre maggiore al ruolo autonomo dell’allievo nell’apprendimento della L2

• è importante offrire la possibilità di analizzare il proprio modo di imparare e riflettere sul proprio personale stile di apprendimento.


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