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Lettera Gennaio/Febbraio 2014 - n - Amazon Web Services · PIL migliore della media europea (-3,2%...

Date post: 20-Jun-2020
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- Una grande parte del Debito Pubblico è detenuta dagli italiani e il Paese, anche grazie alle azioni messe in campo nel tempo, ha un rapporto deficit/ PIL migliore della media europea (-3,2% per l’Italia rispetto alla media UE28 di -3,4%, con Regno Unito a -6,1% e Francia a -4,0%. Fonte: Fondo Monetario Internazionale, stime 2013). - L’export si conferma un punto di forza: le vendite all’estero delle imprese italiane hanno recuperato i livelli pre-crisi già nel 2011 (375 miliardi di Euro) ed è previsto che nel 2016 supereranno i 530 miliardi di Euro. - Il manifatturiero è un’eccellenza del Paese: tra le prime 20 industrie manifatturiere dell’Eurozona per valore aggiunto, 10 sono tedesche e 6 italiane e vi sono più di 230 prodotti del Made in Italy che sono leader mondiali nei segmenti di riferimento. Permangono però forti differenze a livello territoriale, con aree del Paese ricche e sviluppate e aree nettamente più arretrate. Questo divario rende più complesse l’elaborazione e la messa in atto delle politiche per lo sviluppo. La crisi internazionale ha innescato profondi processi di ristrutturazione degli assetti consolidati a livello di organizzazione dei Sistemi Paese e di singole realtà produttive. A fronte di perdite di ricchezza, posti di lavoro e benessere sociale complessivamente molto significative, le diverse aree geografiche hanno registrato performance sostanzialmente differenti: - le economie emergenti hanno segnato comunque dei progressi, giocando un importante ruolo propulsivo globale; - l’Africa, dopo il “ventennio perduto”, è alle soglie di una fase di grande sviluppo; - gli Stati Uniti e il Giappone, grazie a misure di stimolo eccezionali, sono ritornati a crescere; - l’Europa vive una stagnazione generalizzata. In questo quadro l’Italia soffre, più di altre economie comparabili, di una debolezza competitiva che ha iniziato a manifestarsi alla fine degli anni ‘90. Questa Lettera tratta degli interventi necessari per ricostituire le condizioni per una crescita duratura e uscire dall’attuale “emergenza del lavoro”. LA SITUAZIONE COMPETITIVA DELL’ITALIA L’Italia dal 4° trimestre 2007 ha subìto una contrazione del Prodotto Interno Lordo di oltre l’8%. Rispetto ai massimi pre-crisi, i consumi sono calati dell’8%, gli investimenti del 28%, la produzione industriale del 25%, la ricchezza delle famiglie è ritornata sui valori degli anni ‘90 e il tasso di disoccupazione ha superato il 12%, arrivando a record storici. Date le dinamiche di sviluppo attualmente previste, occorrerà circa un decennio per recuperare quanto perduto. Un punto chiave dell’attuale situazione è che l’Italia non solo ha avuto cali importanti della sua attività economica durante la crisi, ma è stata anche tra i Paesi che hanno performato peggio nell’ultimo decennio, con il rischio di una progressiva marginalizzazione. L’Italia però è ancora una delle principali economie europee e mondiali, con fondamentali robusti: - La ricchezza privata resta su valori molto alti 1 , accompagnata da un basso indebitamento (metà di quello medio inglese e americano). 1 Gennaio/Febbraio 2014 - n ° 56 · Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Milano · Club The European House - Ambrosetti La presente Lettera rientra nelle attività di Ambrosetti Club. Tuttavia i suoi contenuti possono non coincidere con le opinioni di tutti i numerosi membri del Club stesso. Lettera 56 Crescita e lavoro: le priorità per la ripresa dell’Italia 1 La ricchezza privata pro-capite, mobiliare e immobiliare, in Italia è di oltre 140mila Dollari, contro 122mila nel Regno Unito e 102mila in Germania. Fonte: Credit Suisse, Global Wealth Databook 2012. Paese Variazione media annua PIL 2002-2012 Variazione media annua PIL 2008-2012 Polonia 4,27% 2,96% Slovacchia 4,50% 1,11% Svezia 2,23% 1,43% Estonia 3,45% -0,19% Austria 1,62% 0,41% Repubblica Ceca 2,91% -0,40% Germania 1,19% 0,62% Belgio 1,35% 0,29% Francia 1,04% 0,13% Regno Unito 1,36% -0,25% Paesi Bassi 1,15% -0,52% Finlandia 1,57% -0,78% Irlanda 1,84% -1,00% Spagna 1,30% -1,28% Danimarca 0,56% -0,91% Ungheria 1,14% -1,44% Slovenia 1,83% -2,15% Portogallo -0,06% -1,44% Italia -0,07% -1,48% Grecia -0,13% -5,40% Variazione del Prodotto Interno Lordo nelle 20 economie europee dell’OCSE (Fonte: The European House - Ambrosetti, 2013)
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Page 1: Lettera Gennaio/Febbraio 2014 - n - Amazon Web Services · PIL migliore della media europea (-3,2% per l’Italia rispetto alla media UE28 di -3,4%, con ... club the European House

- Una grande parte del Debito Pubblico è detenuta dagli italiani e il Paese, anche grazie alle azioni messe in campo nel tempo, ha un rapporto deficit/PIL migliore della media europea (-3,2% per l’Italia rispetto alla media UE28 di -3,4%, con Regno Unito a -6,1% e Francia a -4,0%. Fonte: Fondo Monetario Internazionale, stime 2013).

- L’export si conferma un punto di forza: le vendite all’estero delle imprese italiane hanno recuperato i livelli pre-crisi già nel 2011 (375 miliardi di Euro) ed è previsto che nel 2016 supereranno i 530 miliardi di Euro.

- Il manifatturiero è un’eccellenza del Paese: tra le prime 20 industrie manifatturiere dell’Eurozona per valore aggiunto, 10 sono tedesche e 6 italiane e vi sono più di 230 prodotti del Made in Italy che sono leader mondiali nei segmenti di riferimento.

Permangono però forti differenze a livello territoriale, con aree del Paese ricche e sviluppate e aree nettamente più arretrate. Questo divario rende più complesse l’elaborazione e la messa in atto delle politiche per lo sviluppo.

La crisi internazionale ha innescato profondi processi di ristrutturazione degli assetti consolidati a livello di organizzazione dei Sistemi Paese e di singole realtà produttive.A fronte di perdite di ricchezza, posti di lavoro e benessere sociale complessivamente molto significative, le diverse aree geografiche hanno registrato performance sostanzialmente differenti:- le economie emergenti hanno segnato comunque

dei progressi, giocando un importante ruolo propulsivo globale;

- l’Africa, dopo il “ventennio perduto”, è alle soglie di una fase di grande sviluppo;

- gli Stati Uniti e il Giappone, grazie a misure di stimolo eccezionali, sono ritornati a crescere;

- l’Europa vive una stagnazione generalizzata.In questo quadro l’Italia soffre, più di altre economie comparabili, di una debolezza competitiva che ha iniziato a manifestarsi alla fine degli anni ‘90.Questa Lettera tratta degli interventi necessari per ricostituire le condizioni per una crescita duratura e uscire dall’attuale “emergenza del lavoro”.

LA SItUAzIonE coMPEtItIvA DELL’ItALIA

L’Italia dal 4° trimestre 2007 ha subìto una contrazione del Prodotto Interno Lordo di oltre l’8%. Rispetto ai massimi pre-crisi, i consumi sono calati dell’8%, gli investimenti del 28%, la produzione industriale del 25%, la ricchezza delle famiglie è ritornata sui valori degli anni ‘90 e il tasso di disoccupazione ha superato il 12%, arrivando a record storici. Date le dinamiche di sviluppo attualmente previste, occorrerà circa un decennio per recuperare quanto perduto.Un punto chiave dell’attuale situazione è che l’Italia non solo ha avuto cali importanti della sua attività economica durante la crisi, ma è stata anche tra i Paesi che hanno performato peggio nell’ultimo decennio, con il rischio di una progressiva marginalizzazione.L’Italia però è ancora una delle principali economie europee e mondiali, con fondamentali robusti:- La ricchezza privata resta su valori molto alti1,

accompagnata da un basso indebitamento (metà di quello medio inglese e americano).

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Gennaio/Febbraio 2014 - n° 56· P

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club the European House - AmbrosettiLa presente Lettera rientra nelle attività di Ambrosetti club.

tuttavia i suoi contenuti possono non coincidere con le opinioni di tutti i numerosi membri del club stesso.

Lettera

56crescita e lavoro:le priorità per la ripresa dell’Italia

1 La ricchezza privata pro-capite, mobiliare e immobiliare, in Italia è di oltre 140mila Dollari, contro 122mila nel Regno Unito e 102mila in Germania.

Fonte: Credit Suisse, Global Wealth Databook 2012.

Paese

Variazione media annua

PIL2002-2012

Variazione media annua

PIL2008-2012

Polonia 4,27% 2,96%Slovacchia 4,50% 1,11%Svezia 2,23% 1,43%Estonia 3,45% -0,19%Austria 1,62% 0,41%Repubblica Ceca 2,91% -0,40%Germania 1,19% 0,62%Belgio 1,35% 0,29%Francia 1,04% 0,13%Regno Unito 1,36% -0,25%Paesi Bassi 1,15% -0,52%Finlandia 1,57% -0,78%Irlanda 1,84% -1,00%Spagna 1,30% -1,28%Danimarca 0,56% -0,91%Ungheria 1,14% -1,44%Slovenia 1,83% -2,15%Portogallo -0,06% -1,44%Italia -0,07% -1,48%Grecia -0,13% -5,40%

Variazione del Prodotto Interno Lordo nelle 20 economie europee dell’OCSE (Fonte: The European House - Ambrosetti, 2013)

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LE LEvE PER LA cREScItA

I principali organismi internazionali – come l’ocSE e il Fondo Monetario Internazionale – da alcuni anni indicano nelle proprie raccomandazioni per l’Italia alcuni punti fermi:1. Maggiore trasparenza e chiarezza della legislazione

e razionalizzazione dei procedimenti giudiziari.2. Rimozione delle restrizioni ancora esistenti alla

concorrenza in alcuni settori (come i servizi professionali e il commercio al dettaglio).

3. Maggiore dinamicità del mercato del lavoro, con un sostegno più attivo alla formazione ed una più ampia rete di protezione sociale.

4. Maggior allineamento degli stipendi alla produttività.5. Forte semplificazione amministrativa.6. Ulteriori passi avanti nelle privatizzazioni (ad

esempio, dei servizi pubblici locali).A livello europeo, i Paesi che hanno avuto i migliori risultati di sviluppo hanno promosso alcuni interventi a carattere comune:- Interventi sul mercato del lavoro, finalizzati alla

flessibilità e al rafforzamento del sistema educativo.- Politiche per lo sviluppo dell’industria

manifatturiera.- Stimolo all’imprenditorialità e all’attrazione di

venture capital.- Programmi nazionali per l’innovazione.- Strategie mirate per l’attrazione di investimenti

esteri.- Misure contenitive del Debito Pubblico.- Interventi di riduzione del carico fiscale sulle

imprese2. Il rilancio della crescita è al centro anche dell’Agenda italiana. nel tempo sono state proposte dalle parti sociali molteplici ricette e il Governo e le Istituzioni si sono mossi con iniziative importanti3.occorre però, oltre a porre freno all’emergenza, ri-creare un ecosistema-Paese in grado di competere efficacemente alla luce dei cambiamenti che sono intervenuti nello scenario globale. tali dinamiche pongono sfide la cui portata va al di là della contingente crisi: l’Italia ha reagito attraverso la spontanea capacità di adattamento del suo sistema economico-imprenditoriale, ma senza una riorganizzazione profonda e organica.È necessario perciò intervenire con azioni di tipo strutturale, che abbiano al centro il lavoro e la produttività: Le aree di focalizzazione sono tre:1. La disponibilità di capitale per gli investimenti

produttivi.2. Lo sviluppo della conoscenza da applicare al

sistema economico-industriale.3. L’efficacia e l’efficienza del mercato del lavoro.

2 Ad esempio, in Svezia la tassazione dei redditi aziendali è stata portata al 22%, sotto la media UE del 23%, mentre la Finlandia ha annunciato il taglio al 20% entro il 2014.

3 tra gli interventi recenti: “Pacchetto lavoro” (giugno 2013), “Decreto del fare” (agosto 2013), “Destinazione Italia” (settembre 2013), “Decreto Scuola” (novembre 2013).

GLI IntERvEntI PRIoRItARI PER IL noStRo PAESE

1. Più capitale per investimenti produttivi Dal 2007 al 2012 gli investimenti fissi lordi in Italia sono calati da 333 miliardi di Euro a 205 miliardi di Euro annui, con una produttività del capitale investito inferiore alla media UE. A questo si aggiungono alcune criticità “storiche”, come la dimensione media aziendale, la preponderanza del canale bancario per il finanziamento (che conta per circa il 70%, contro il 39% in Francia e il 45% in Germania), il limitato sviluppo del private equity e della Borsa4.occorre perciò rafforzare la dotazione finanziaria delle imprese per favorire l’efficacia e l’efficienza degli investimenti produttivi. A tal fine è necessario:- Incentivare le aggregazioni aziendali. Le misure

possibili sono molteplici, tra queste:a. Ridurre sostanzialmente la tassazione sulle

plusvalenze che si generano nelle fusioni per acquisizione.

b. Reintrodurre e rafforzare la rivalutazione agevolata delle partecipazioni societarie per favorire il passaggio di quote e pacchetti azionari, come previsto dal DL 5/2009 e dalla Legge di Stabilità 2013.

c. Prevedere disposizioni fiscali ad hoc che incentivino la costituzione di joint-venture attraverso una fiscalità agevolata.

- Rafforzare l’equity e il mercato obbligazionario per le Piccole Medie Aziende (PMI), attraverso:a. Un miglior accesso al mercato azionario con

la definizione di requisiti quali-quantitativi più “snelli” per incentivare la quotazione di società nuove o di minori dimensioni e la riduzione dei costi per la quotazione, parametrandoli alle dimensioni aziendali.

b. L’accelerazione dello sviluppo del mercato obbligazionario per le PMI, migliorando l’efficacia dei mini-bond delle società non quotate, favorendo l’aggregazione delle obbligazioni tra più società (bond di distretto) e favorendo la presenza del private equity con misure specifiche5.

- Riconsiderare il modello dell’istituto di credito speciale, anche prevedendo un’istituzione specifica (una “banca per lo sviluppo industriale dell’Italia”) con azionariato diffuso, competenze mirate e la missione di sostenere le imprese italiane, facendo ricorso alla finanza di scopo.

2. Maggiore sviluppo di conoscenza per il sistema produttivo

Rispetto alle altre economie sviluppate, l’Italia soffre di alcune anomalie che ne frenano le potenzialità.

4 nel 2012, la capitalizzazione delle società quotate sul PIL nazionale era il 24% in Italia, il 124% nel Regno Unito, il 70% in Francia, il 44% in Germania.

5 A tal fine l’Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital ha proposto a marzo 2013 una serie di misure, tra cui incentivi fiscali, snellimenti regolamentari, iniziative di stimolo al mercato del venture capital.

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FILO LOGICO

L’Italia soffre una debolezza competitiva che ha iniziato a manifestarsi alla fine degli anni ‘90 e alla contingente crisi economica ha reagito peggio di altri Paesi

Nel periodo 2002-2012, tra le 20 economie europee dell’OCSE, l’Italia ha registrato la peggior performance dopo la Grecia

La crisi internazionale ha innescato profonde riorganizzazioni dei Sistemi Paese e delle realtà produttive

L’Italia ha risposto alle sfide attraverso la spontanea capacità di adattamento del suo sistema economico-imprenditoriale, ma senza una riorganizzazione profonda e organica;

c’è il rischio di una progressiva marginalizzazione

1. Più capitale per investimenti produttivi Incentivare le aggregazioni aziendali, con minore tassazione sulle plusvalenze da fusioni per acquisizione, rivalutazione agevolata delle partecipazioni societarie e disposizioni fiscali ad hoc per le joint-venture

Rafforzare l’equity e il mercato obbligazionario per le PMI, con requisiti più “snelli” e minori costi per la quotazione di società nuove/di minori dimensioni, migliore efficacia dei mini-bond e dei bond di distretto e misure a favore del private equity

Riconsiderare il modello dell’istituto di credito speciale, anche istituendo una "banca per lo sviluppo industriale dell’Italia"

2. Maggiore sviluppo di conoscenza per il sistema produttivo

Promuovere una più efficace integrazione tra fase formativa e attività lavorativa, anche ripensando l’assetto degli istituti tecnici e completando la sperimentazione del modello basato sull’alternanza scuola-lavoro

Lanciare a livello nazionale un programma di formazione continua, sfruttando le opportunità delle nuove tecnologie

Attivare nelle scuole azioni incisive di orientamento degli studenti, anche promuovendo l’imprenditorialità

Concentrare in maniera coerente le risorse per la ricerca e introdurre incentivi strutturali per l’investimento in innovazione

3. Maggiore efficacia ed efficienza del mercato del lavoro

Aumentare la flessibilità in entrata ed in uscita, potenziando la collaborazione scuola-università-impresa ed introducendo soluzioni per la “staffetta generazionale”

Definire un Testo Unico sulla disciplina lavoristica, riordinando le normative attuali

Riequilibrare il sistema di welfare, anche rivedendo i diritti acquisiti

Potenziare le politiche attive del lavoro (servizi di outplacement, ingaggio del settore privato nella riqualificazione dei lavoratori, revisione del sistema dei Centri per l’impiego, meccanismi di premialità/sanzione per gestire la disoccupazione)

Tre aree di intervento prioritarie per il Paese1. La disponibilità di capitale per gli investimenti produttivi2. Lo sviluppo della conoscenza da applicare al sistema economico-industriale3. L’efficacia e l’efficienza del mercato del lavoro

Esistono delle condizioni necessarie:1. Visione del futuro del Paese2. Superamento degli interessi di parte3. Forte coesione4. Capacità e tempi di attuazione

Negli ultimi 20 anni la produttività del lavoro in Italia è cresciuta meno delle principali economie comparabili

Per l’Italia occorrono interventi di tipo strutturale che abbiano al centro il lavoro e la produttività

I Paesi europei che hanno avuto i migliori risultati di sviluppo nell’ultimo decennio hanno promosso alcune azioni a carattere comune

Interventi per la flessibilità del mercato del lavoro Politiche per lo sviluppo dell’industria manifatturiera Stimolo all’imprenditorialità e all’attrazione di venture capital Programmi nazionali per l’innovazione Strategie mirate per l’attrazione di investimenti esteri Misure contenitive del Debito Pubblico Interventi di riduzione del carico fiscale sulle imprese

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La prossima Lettera tratterà il tema: “Migliorare la Corporate Governance”.

Il Paese ha un ampio divario di istruzione nella popolazione in età lavorativa (meno del 15% è in possesso di un titolo di laurea, contro il 28% in Germania e Francia e il 42% negli Stati Uniti), forti differenze nei risultati dell’apprendimento degli studenti tra nord, centro e Sud, una bassa partecipazione degli adulti ai programmi di aggiornamento (6% rispetto una media UE di oltre il 9%), un crescente disallineamento tra laureati/diplomati e competenze richieste dal mercato del lavoro. È dunque necessario migliorare la qualità, la professionalità e la specializzazione del capitale umano. A tal fine è importante:- Promuovere una più efficace integrazione tra fase

formativa e attività lavorativa, anche ripensando l’assetto degli istituti tecnici e completando la sperimentazione del modello basato sull’alternanza scuola-lavoro.

- Lanciare a livello nazionale un programma di formazione continua, anche utilizzando le nuove tecnologie per la realizzazione di progetti a basso costo e ampio potenziale di diffusione.

- Attivare nelle scuole azioni incisive di orientamento degli studenti, promuovendo la consapevolezza delle sfide contemporanee e la cultura del lavoro e dell’imprenditorialità.

- Concentrare in maniera coerente le risorse per la ricerca e l’innovazione, concretizzando le opportune misure (razionalizzazione dei fondi esistenti, focalizzazione sui settori a più alto potenziale per l’Italia, incentivi strutturali per gli investimenti in R&S, ecc.).

3. Maggior efficacia ed efficienza del mercato del lavoro

oggi in Italia il 60% della popolazione è inattiva o disoccupata, con punte massime tra le donne e i giovani, la disoccupazione di lungo termine è di quasi 10 punti superiore alla media UE e vi sono inoltre forti squilibri nel sistema del welfare che privilegia gli interventi di sussidio alle politiche attive6.È prioritario migliorare la funzionalità del mercato del lavoro, con un sostegno più attivo alle categorie più a rischio ed una razionalizzazione del sistema di protezione sociale. L’azione deve puntare a:

- Aumentare la flessibilità in entrata ed in uscita, con una maggiore gradualità di inserimento attraverso una migliore collaborazione scuola-università-impresa ed in uscita, con soluzioni per favorire la “staffetta generazionale”7.

- Accelerare la definizione di un Testo Unico sulla disciplina lavoristica che consenta un riordino della normativa attuale (oltre 40 forme contrattuali).

- Riequilibrare il sistema di welfare dalle forme di tutela tradizionale (ad esempio, pensioni), a settori ad oggi sacrificati (formazione, occupazione, sostegno al reddito, nuove povertà), anche rivedendo i “diritti acquisiti” con una nuova centralità del principio di equità tra generazioni.

- Potenziare le politiche attive del lavoro, diffondendo efficaci servizi di outplacement (cioè di supporto sostenuto dall’ex azienda di appartenenza, alla ricerca di un nuovo impiego), coinvolgendo il settore privato nella riqualificazione professionale dei lavoratori, rivedendo l’attuale assetto dei centri per l’impiego e gestendo la disoccupazione di lungo termine con meccanismi di premialità/sanzione, come avviene ad esempio in Germania.

conSIDERAzIonI DI SIntESI

Un’efficace azione di rilancio della crescita in Italia impone interventi profondi sui pilastri del modello sociale, organizzativo ed economico del Paese.La messa in pratica di tali interventi richiede il superamento della difesa ad oltranza degli interessi di parte, una forte coesione e una visione concreta del futuro del Paese. Ulteriori condizioni sono la capacità di attuazione e i tempi degli interventi. occorrono un salto di qualità rispetto a quanto fatto sino ad oggi e il coraggio, da parte della classe dirigente, di assumersi l’onere della decisione. La sfida della crescita è una delle più importanti che il Paese si trova ad affrontare, perché sono in gioco il benessere sociale e le prospettive delle generazioni future.

“La vera libertà individuale non può esisteresenza sicurezza economica ed indipendenza.

La gente affamata e senza lavoroè la pasta di cui sono fatte le dittature”.

(Franklin Delano Roosevelt)

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La Lettera Club The European House - Ambrosetti si avvale di dia-gnosi, di ipotesi e di terapie che si originano nell’ambito delle attività del Club e, più in generale, nelle attività professionali del Gruppo The European House - Ambrosetti. Siamo consapevoli di disporre di un osservatorio di informazioni e di una rete di relazioni, anche internazionali, particolarmente privilegiati ma allo stesso tempo sappiamo di non essere “depositari del verbo”. Al fine di essere utili al nostro Paese e all’Europa, obiettivo verso il quale ci sentiamo molto impegnati, auspichiamo vivamente che ai contenuti di ogni Lettera faccia seguito una grande quantità di suggerimenti critici, sia sostanziali che formali, da parte dei destinatari. Si prega di indirizzare i suggerimenti a [email protected]. Ringraziamo in anticipo per la preziosissima collaborazione.

ANNO VIIINUMERO 56

Lettera Club The European House Ambrosetti, 2014

Tutti i diritti sono riservati.

DIRETTORERESPONSABILE:Nino Ciravegna

Stampa: TFM - Via San Pio da Petralcina, 15/17 - 20010 Pogliano Milanese

Chiunque fosse interessato alle attività di Ambrosetti Club è pregato di contattare Silvia Lovati all’indirizzo [email protected] al seguente numero di telefono +39 02 46753 1.

REDAZIONE: The European House Ambrosetti S.p.A. Via F. Albani, 2120149 MilanoTel. +39 02 46753 1 Fax +39 02 46753 333

Per informazioni:[email protected]

Registrazione presso il Tribunale di MilanoN° 493 del 20.07.06

6 In Italia il 53% della spesa pubblica è per pensioni (36% nel Regno Unito, circa 40% in Francia e Germania) e ogni 10 occupati ci sono 7 pensionati.

7 Ad esempio: part-time per il lavoratore in fase di pensionamento con sostegno del reddito da parte dello Stato e/o dell’impresa, in cambio dell’assunzione di un giovane; ruolo di tutor per i dirigenti senior nei percorsi di apprendistato per i giovani.


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