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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI Author(s): DOMENICO BASSI Source: Aevum, Anno 4, Fasc. 1/2 (GENNAIO-GIUGNO 1930), pp. 3-20 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25818420 . Accessed: 15/06/2014 16:12 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.78.61 on Sun, 15 Jun 2014 16:12:54 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONIAuthor(s): DOMENICO BASSISource: Aevum, Anno 4, Fasc. 1/2 (GENNAIO-GIUGNO 1930), pp. 3-20Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25818420 .

Accessed: 15/06/2014 16:12

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INEDITA ET RARA

DOMENICO BASSI Bibliotecario capo nella Braidense

LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONF

Fanno parte della Raccolta Manzoniana (Doni Pietro Bram billa e Vittoria Brambilla-Manzoni) della Biblioteca Braidense. Nessuna dl esse ha importanza eccezionale, anzi, a dirvero, nem meno speciale

? nell'ultima, una notizia interessante ?; ma sono,

a ogni modo, nobili lettere di tre degni sacerdoti, e a me sembra che appunto per cio meritino di essere conosciute.

Mons. Luigi Martini (1) fu il confortatore dei martiri di Bel fiore: titolo sommo di pieta e di onore, del quale egli avrebbe

giustamente potuto vantarsi, ma non se ne vanto mai. Nella sua terza lettera al Manzoni glorifica le vittime, e a se non accenna nemmeno.

L'abate Oiulio Tarra (2), ? onore del clero milanese e italiano ?, come lo chiamo il Tommaseo (3), e pedagogista veramente insigne,

(1) V. / martiri di Belfiore. Pagine di Luigi Martini scelte e ordinate da Guido Mazzoni (Firenze, Barbera, 1916), pp. XI-XIII, con indicazioni

bibliografiche. ? A. Luzio, / martiri di Belfiore in La lettura. HI. 1903,

pp. 11-20; 120-126 passim; 124 sg. una lettera del Martini, e la riprodu zione del suo busto (data anche dal Mazzoni); e / martiri di Belfiore e il loro processo cit. piu avanti, passim, e in particolare pp. 450-456.

(2) Carlo Perini, Giutio Tarra, nella sua vita di studente, di sacer dote e di educatore. Milano, Scuola tip. Salesiana, 1914 s (con ritratto sulla

copertina). Forse sarebbe stato bene, certo era utile, aggiungere Felenco delle numerose pubblicazioni del Tarra. ? Carlo Meda, Un insigne pedagogista del secolo XIX: Giulio Tarra in Rassegna Nazionale. XXXVL 1914 (maggio-giugno), pp. 3-16.

(3) Sforza, Lettere ... cit. piu avanti, p. 472, n. 226.

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DOMENICO BASSI

spese tutta la sua, disgraziatamente, non lunga giornata ? mori

a 57 anni ? lavorando e beneficando. Di Luigi Tosti Cassinese e superfluo dire (1). II suo nome,

meritamente famoso, e stato fatto, a piu riprese, pur l'anno scorso

per il grande avvenimento della Conciliazione, da lui auspicata e

divinata. Nelle lettere al Manzoni di questi tre valentuomini, variamente

benemeriti, a tacer d'altro, della patria, nessuna esagerazione, nes suna piaggeria, che davvero non mancano in alcune altre del ricchissimo carteggio Manzoniano della Braidense, a cominciare dalle intestazioni. Ce della roba di questo genere: ? Venerato

Manzoni, o novo Elia, Delia risorta Ausonia Veggente Poesia ? ! ? ? Eccellentissimo e magnanimo, grande ed illustre Alessandro Manzoni?. ? ? Rimodernatore della Italiana Poesia ? ? Gran maestro della letteratura mondiale, Pesemplare del cattolicismo, il

filantropico per 1' (sic) Eccellenza ?! ? ? Eccelso e celebre Signore?. ? ? O Massimo dei Viventi ? ! ? ? O Manzoni, illustre fra gl' il lustri ?. ? ? Onorando ed Illustre Vate ?. ? ?Altissimo Signore?.

? ? Presidente della Repubblica Letteraria ?, ecc. Naturalmente, il contenuto della lettera corrisponde, e quanto! alia intestazione.

Purtroppo c'e il rovescio, e quale rovescio! della medaglia. Un tale, che non aveva ricevuto risposta a una sua lettera, non

solo gli dice delle insolenze, ma si permette anche di aggiungere: ? Io Paccerto, caro signore, che se mi verra mai alle mani per un

qualunqu' evento un qualunque suo scritto, Pacconcerd in guisa che nessuno potra invogliarsi al certo di fame tesoro. E Dio la conservi in onor di Della Casa e di Gioia ?. Un altro: ?... glielo perdono [Foltraggio del silenzio], perche io seguo la morale della

natura, e non la morale cattolka / ? E ancora: un Tizio, nel 1865

gli scrive ? per fraterna carita ?: ? Caro il mio Alessandro, e dove avete messo il senno ?! ? Eravate cattolico, e ve ne gloriavate giu stamente; ed ora ... avete perduto anima e fama di cattolico e

(1) A ogni modo, non saranno inutili queste indicazioni: Fr. D'Ovidio, Don Luigi Tosti in Rivista d' Italia. I. 1898, pp. 24-44.? Erm. Pistelli, // Padre Tosti in Archivio storico italiano. S. V, T. XXI. 1898, pp. 241-254. ? Gius. Rondoni, // Padre Luigi Tosti in Rassegna Nazionale. XX. 1898

(1? ottobre), pp. 478-510. ? Raff. De Cesare, // Padre Tosti nella poli

tico in Nuova Antologia. XXXIII. 1898, pp. 443-462 ? Alf. Capecelatro,

Commemorazione di Luigi Tosti, abate cassinese. Montecassino, 1898. ?

Filippo Meda, Luigi Tosti. Milano, Casa editrice 'Pro Familia', 1921 (/ Nostri, n. 3; con ritratto sulla copertina).

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

di grande italiano. II vostro nome era grande in tutta Europa: ed ora e maledetto da molti, perche ha recato scandalo e mal

esempio ... ?. E insiste perche il Manzoni faccia ? subito una

pubblica ritrattazione ?. Lo stesso energumeno in una lettera suc cessiva rincara la dose; e con ben poca carita cristiana ha il

coraggio di scrivere a un ottuagenario: ? Voi siete coi piedi sulla

tomba; pochi momenti [che furono otto anni] avete di vita!!!... Non differite a pentirvi: potrebbe cogliervi un colpo apoplettico !!! Come fini Voltaire e Alfieri e Gioberti!!! ?.

Trasportiamoci 'in piu spirabil aere\ Ecco le lettere dei tre

sacerdoti, con alcune note mie, la maggior parte bibliografiche.

Milano, 20 febbraio 1930.

Nobilissimo Signore!

Non maraviglj, o Signore, che un preticello, posto anche a molta distanza, ed a Lei sconosciuto, ardisca di presentarle una sua operetta ascetico-morale intitolata il Seminarista (1). Imperocche il desiderio di riverire i buoni ed i saggi fu sempre vivissimo nei cuore dei cristiani.

lo lo so, che il libro e troppo umile per andare davanti a chi onora il suo secolo, e siede tra i sommi per mente e per cuore. Ma so ancora, che la bonta stende benigna la mano agli umili tapini, e benedice, e conforta il loro buon volere.

Persuaso quindi, che Ella guardera meglio all'intenzione, che alia cosa offerta, mi sono animato a farle il presente. Deh! Faccolga di buon

grado quale unico affetto di un'anima, che desidera umiliarle un tributo di riverenza e di amore.

Suo devot.? nei Signore Ostiglia 15 marzo 1847. Luigi Martini arciprete

(1) // Seminarista. Meditazioni di Luigi Martini Arciprete di Ostiglia, gia Professore di Teologia e Sacra Ermeneutica nel Vescovile Seminario di Mantova, dedicate all' illustr. e rev. Monsignore Giovanni Battista Belle, Vescovo di detta citta. ? Mantova, Negretti, 1843-45, voll. 6. ? Quella che e indicata come ? Seconda edizione > di quest'opera (?): // Semina rista che medita sopra il sacerdozio. ? Mantova, Segna, I860, 1 vol. ? h in tutto e per tutto di versa. Dal titolo risulta che nel 1860 il Martini era Arciprete-Parroco della Cattedrale e Professore di Pastorale nel Semi nario Vescovile di Mantova. Queste cariche egli le rivestiva gia nel 1856; la cattedra allora era di ? Dogmatica e Pastorale ?.

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DOMENICO BASSI

Nobilissimo Signore!

La bonta con cui Ella, anni sono, accolse il mio Seminarista, che le

presentava per mezzo dell'egregio Ragioniere sig. Giuseppe Mansi, mi fa cuore a presentarle un altro mio libro, // buon Contadino (1). Un tale

argomento non le deve certo essere discaro; perche nei suo impareggia bile Racconto storico (2) da a conoscere quanto bene voglia alia gente del contado; e quanto desideri il suo bene morale. Capisco anche io, che il mio libro deve essere vergognoso di trovarsi nelie mani di chi sa

trattare cosi mirabilmente lo stile e la lingua. Ma cosa vuole, veneratis simo Signore? la mia brama di esternarle la mia consolazione per la ricoverata salute (3), e la cognizione, che io ho della di Lei benignita verso i piccoli, vinsero ogni vergogna, e mi confortarono a farle il pre sents Ella pertanto lo voglia accogliere non per quello che e, ma per il buon animo, che lo off re, e viva mille anni sempre consolata e sempre benedetta.

Suo devot. ed aff.mo in Dio

Luigi Martini Arciprete Parroco Mantova 28 luglio 1858. della Cattedrale

Illustre e Venerando Signore,

Mi perdoni, venerando Signore, se ignoto a lei (4), e breve di mente mi sono permesso di mandarle in dono un mio libro stampato di fresco col titolo: // Confortatorio di Mantova (5). Imperocche mi vi condusse la

(1) // buon contadino. Lezioni morali per Luigi Martini ... ? Mantova, Negretti, 1856, voll. 4.

(2) Nessuna meraviglia che non lo chiami Romanzo; e un sacerdote che scrive; e del resto fin dalla prima edizione (1825-26) / promessi sposi ebbero il sottotitolo: Storia milanese...

(3) E noto che appunto nel 1858 il Manzoni fu gravemente ammalato; nel carteggio Manzoniano sono numerose le lettere di auguri di guari

gione, e di congratulazione per la salute ricuperata. (4) 11 buon monsignore dimentica, nella sua modestia, cio che aveva

scritto, dieci anni prima, in principio della sua seconda lettera al Manzoni. Nel 1868 aveva 65 anni; mori nel 1877.

(5) U Confortatorio di Mantova negli anni 1851, 52, 53 e 55 di Luigi Martini ... ?

Mantova, Benvenuti, 1867, voll. 2 ? La 2* edizione

(Mantova, Balbiani, 1870) ? non e che una ristampa ?, come avverte Oiov. De Castro, / processi di Mantova e il febbraio 1853 (Milano, Dumolard, 1893), p. 81, n. II Luzio, / martiri di Belfiore e il loro processo. Narra zione storica documentata, 4a edizione ... (Milano, Cogliati, 1925) p. IX, avverte a sua volta che ? la terza parte inedita del Confortatorio e pos

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

venerazione, che le sento profonda fino dalla mia giovinezza, e la cre

denza, che le possa tornar caro di conoscere, come gli undici propugnatori della liberta e delP indipendenza d' Italia uccisi a Belfiore dalla cessata dominazione unissero aH'amore della patria quello della Religione, e non lasciassero di essere veri cattolici, intanto che erano sinceramente Italiano

Io vorrei dire molte cose. Ma in faccia deil'altissimo poeta, del sommi.

scrittore, e del profondo apologista mi si fa balbuziente la lingua, vere conda la fronte, e timida I'anima, tal che non so proferire che queste parole: mi perdoni: aggradisca il dono: viva sempre benedetto!

Suo devot. in Dio Mantova 4 aprile 1868. Luigi Martini ar. Par.0

Quando mons. Martini, nei 1870, ando a visitare Manzoni, ne fu accolto a braccia aperte.

* Mi permetta di baciare la mano che ha scritto i Promessi Sposi1 esclamo Martini; e Manzoni di rimando: '

no, monsi

gnore, sono io che debbo baciare la mano che ha benedetto i martiri dell' indipendenza nostra' ? (1). ? la piu bella risposta che il Martini

potesse desiderare alia propria lettera.

Illustriss.0 Signore,

Io non mi saprei abbastanza dar ragione del motivo che mi persuade e, direi, mi spinge a superare le cento obiezioni che mi si fan contro, e mi fa cuore ad offrirle un esemplare d'una mia recente operetta educativa

pe' bimbi del nostro paese (2). f: forse atto di presunzione e d'indelica

seduta ancora dagli eredi?. E aggiunge: ? Suo carteggio nelPArchivio di Mantova ? (v. anche Mazzoni, op. cit. p. XI, n. 2). ? Nelle carte Mar

tini ?, come gentilmente mi comunica Y attuale direttore dell* Archivio, ? non si trovano scritti del Manzoni ?. ? Del Martini sono a stampa, oltre al Confortatorio e alle altre opere citate nelle note precedenti: Elogio funebre di Domenico Franchi, dottore in medicina ed in chirurgia. Mantova, Negretti, 1854; e // sacerdozio, il sacerdote ed il parroco. Omilie. Mantova, Benvenuti, 1860; la 2a omilia era stata pubblicata gia nel 1852, ivi, Negretti. H Mazzoni, op. cit. p. XII ricorda ? un altro volume, // Chierico ?, di cui non ho trovato notizia altrove. Tutte le pubbiicazioni del Martini da me indicate sono possedute, meno la la ediz. del Confor tatorio, dalla Biblioteca Braidense.

(1) Luzio, op. cit. p. 450 n. 1.

(2) Racconti dfuna madre a' suoi figli del cav.re sac#te Giulio Tarra Direttore del Pio Istituto pei sordo-muti poveri della provincia di Milano

{Letture di famiglia e di scola). ?-

Milano, Messaggi, 1867. ? II ?libro fu premiato con medaglia d'argento dal quinto Congresso pedagogico

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DOMENICO BASSI

tezza; eppure, mi creda, pretenderebbe esser invece espressione d' inde

finita riconoscenza. Ella non pud imaginarsi il tanto bene ch' ha fatto, come a tante altre, alia povera anitna mia, errante, confusa, smarrita nella

prima eta della mia vita, quando io lessi del Padre Cristoforo, della sventurata Gertrude, di Don Rodrigo, dell'Innominato: io vidi le due vie e intesi la responsabilita d'una scelta. Oh! si consoli, illustre e vene rando nostro maestro, che molte anime innanzi a Dio perorano la sua

causa ed implorano a lei un eterno conforto: fra queste, vivente fra i piu poveri fratelli di Cristo (1), sara sempre chi le scrive. La prego quindi ad aggradire il mio povero libriccino come un eco lontano de' suoi voti, de' suoi scritti., e piu come attestato d'un animo riconoscente. Io vorrei

fare ai piccoli bimbi quello ch'ella voile e fece alia gioventii adolescente:

ispirar in loro un grande amore alia natura, al vero e per esso al bene, al vero, all'unico bene. ? Mi perdoni Pardire e accolga, coi voti piu sinceri di lunga cohservazione e di benedizioni celesti, Possequio affet tuoso e riverente del di lei umilissimo servo

Milano 8 giugno 1867. P.te Giulio Tarra

II Manzoni ringrazio con un biglietto di visita, spedito per posta, che credo inedito, ma non ne sono perfettamente sicuro:

AlPegregio Sig.r Cav.e Abate Tarra Alessandro Manzoni, riconoscente

per il pregiato dono, e partecipe, come cristiano e come cittadino, della riconoscenza pubblica verso un illustre promotore della piu ardua, e

quindi piu meritevole educazione. 12 Giugno 1867.

Sulla busta, col timbro postale dell'll giugno, di mano ignoro di chi: ? Autografo di Alessandro Manzoni (in risposta alia pre sentazione d'un esemplare dei Racconti d'una Madre fattagli per mezzo del Prof. Rossari) ?. Reco l'avvertenza appunto per que st'ultima notizia. II biglietto fa parte del Dono Federico GentiU alia Braidense.

italiano ?, come e detto nei frontespizio della ? seconda edizione ricor retta, accresciuta e adorna di vignette ?. ? ... 1872. Ricordo che ce n'era

stata vivamente consigliata la lettura dal nostro professore della 2a classe

ginnasiale, appunto nei 1872.

(1) 11 Tarra era stato chiamato a dirigere l'lstituto pei sordo-muti poveri ... dal conte Paolo Taverna, suo fondatore, meno di un anno

dopo V inaugurazione, che ebbe luogo il 23 febbraio 1854.

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

Illustriss.0 Sig. D. Alessandro Manzoni,

Ricordando la buona accoglienza ch' ella fece altra volta a un mio libriccino educativo, mi fo' cuore a presentarle un esemplare della mia nuova operetta ch' esce or ora alia luce (1), modesta, ma tanto serena,

dei bambini. Lo credo anzi questo un mio dovere, sapendo 1' amore di

predilezione ch'ella ha a tutto che pud giovare ail'educazione primaria, e riputandomi io stesso in tal materia suo scolaro e figliolo. Un suo

concittadino poi, uso a vederla passeggiare fra di noi con quel suo fare ch' ispira confidenza ed affetto (2), non pud sentir vergogna nelP offrirle anche il piu umile frutto de' proprii studii, del proprio amore pel bene della crescente generazione. L'accetti dunque questo povero mio lavoro

per quel fine che me lo dettava, come un nuovo atto d'ossequio, di venerazione e d'amore al compianto comune amico Prof. Rossari (3), che tante volte m'eccitava a scrivere pei fanciuili, assicurandomi di far

un'opera buona, e piu a lei, a cui mi sento stretto da una venerazione

figliale e per cui spesse volte, come devo, prego Iddio colPanimo viva mente commosso. Quanto le sarei grato se, dopo averne letto qualche pagina, me ne dicesse una parola, foss'anche di biasimo e di censura!

lo la terrei preziosa a mia norma nell'avvenire. Mi sarebbe pur caro poi

che qualche volta venisse a visitare i miei poveri figlioli d'adozione (4)

(1) Buoni esempi narrati ai fanciulli dalcon illustrazioni di artisti milanesi (Letture di famiglia e di scold).

? Milano, Messaggi, 1871.

(2) Fra le numerosissime attestazioni dello stesso genere merita d'es^ sere recata quella della marchesa Costanza Arconati, deveta e affezionata

arnica del Manzoni, in una sua lettera del 22 gennaio 1835: ? Un gran piacere qui a Milano lo trovo nella compagnia di Manzoni: e una fonte inesausta di amabilita e di spiendide idee. Ne in Francia, ne in Oermania

ho incontrato un uomo che si possa uguagliare a lui .(A. Luzio, Projili biografici e bozzetti storici. Milano, Cogliati, 1927, vol. II, p. 39).

(3) Luigi Rossari, ? arcicarissimo ? al Manzoni (Carteggio di A. M. a cura di G. Sforza e G. Gallavresi, II p. 192), mori V11 aprile 1870. V. G. Carcano, Commemorazione di L. R. in RendiconU del R. Istituto Lombardo .... s. II, v. HI. 1870, pp. 435-443, e Irene Comotti, Lettere

familiari (inedite) di Luigi Rossari. Milano, Scuola tipo-lit. Figli Provvi denza, 1910. Inoltre C. Salvioni, I tttere di Tommaso Grossi e di altri amici a Carlo Porta e del Porta a vari amid in Giornale storico della letteratura italiana. XXXVII. 1901, pp. 278-338 passim.

? Dei Rossari scrisse anche il Tarra (v. la lettera del 14 febbraio 1873).

(4) II desiderio del Tarra fu, a ogni modo, esaudito. Non ando il Manzoni a visitarne ? i poveri figlioli d'adozione*; bensi li condusse

egli stesso F8 ottobre 18^2 a visitare il Manzoni, a Brusuglio, a cid inco rato, dopo aver ricevuto risposta da lui alia sua lettera del 25 settembre

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D0MENIC0 BASSI

per la cui redenzione m'adopero, come Dio vuole, con degli egregi colleghi: essi le direbbero col labbro quanto la veneri e Pami, sebbene a

lei ignoto (IX il loro maestro e padre. Perdoni tanto ardire e tanta fiducia

al di lei Devotiss.0 Servo P.te Giulio Tarra Rettore

Milano 21 luglio 1871. dei sordo-muti poveri

Illustriss.0 Signore,

Da un egregio mio amico di Napoli ricevo Punita scheda col nome di eletti amici del compianto Alfonso Casanova (2), che vogliono onorarne

la memoria con un marmo, con preghiera ch' io la passi alle persone che

piu gli furono legate da affetto e da stima. A chi pertanto potrei io

dello stesso anno. V. Perini op. cit. p. 129, che riproduce dalio Sforza, Lettere di A. M. (Pisa, 1875) pp. 292-297, una lettera del Tarra al Tom maseo del 7 settembre 1873, con ? una breve, ma possibilmente fedele relazione della visita ?; importante la nota (226) dello Sforza, che pub blica (pp. 298 sg.) un'altra lettera, intorno al Manzoni, del Tarra al

Tommaseo, anche questa riprodotta dal Perini (pp. 129-135). Alia visita accenna il Tarra nella lettera del 14 febbraio 1873.

(1) Anche al Tarra, come al Martini, la modestia fa velo alia memoria; egli aveva ricevuto nei giugno 1867 il biglietto di ringraziamento del Manzoni, al quale pertanto non doveva essere ? ignoto ?.

(2) Alfonso Delia Valle di Casanova, marchese, coltissimo dantista e

filantropo napoletano, morto il 14 agosto 1872. Era amico del Manzoni, che ne aveva grande stima, anzi addirittura venerazione, come egli stesso

disse al Tarra (Sforza, Lettere ... pp. 471 sg., [386 sg.] e Epistolario qui sotto cit. II p. 413); e ne era veramente degnissimo: v. come ne parla Federico Persico nella prefazione a Scritti e Lettere scelte di A. D. V. D. C, raccolte ed ordinate (Napoli, Marghieri, 1878, voll. 2), e Capecelatro, Elogio funebre di A. D. V. D. C.... in Opere, cit. piu avanti, XI (Sermoni e Omelie), 18903, pp. 356-384. La nota lettera del Manzoni a lui in Sforza, Epistolario di A. M. (Milano, Carrara, 1882-83). II, pp. 385-396, con note

(396-399). [Dell'i opuscolo' o lettera critica di F. Persico al Casanova Due letti... (Napoli, 1870), cit. dal Manzoni e nella n. 1 dallo Sforza, fu pubbli cata una nuova edizione, la terza, nella Biblioteca critica della Letteratura Italiana diretta dal Torraca, n.? 33. Firenze, Sansoni, 1900; e aggiunto lo studio dello stesso Persico, Alfonso di Casanova e la Divina Commedia]. Altre due anteriori, ib. pp. 296 (a pp. 297 sg. una lettera del Casanova a un suo amico, a cui scrive della sua prima visita al Manzoni; v. anche

p. 414), e 311. Dei Casanova al Manzoni, ib. pp. 299, 302, 304, 327, 336 == Persico, II pp. 398, I 381, II 399 (completa), 63, 134 rispettivamente; queste cinque lettere sono conservate nella Braidense.

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

presentarla prima che a lei, di cui il Casanova mi parlo iante volte come d'un pietoso conforto della sua vita (1)? Non temo quindi soverchio Pardire nel farlo, come, se nol facessi, temerei di sconoscere un dovere

iroppo comune tra le anime consorti nelPamicizia e nel compianto. Voglia dunque rimettermi Punito foglio dopo averlo fregiato del suo nome e di quello di chi avendo con lei amato e riverito il Casanova, volesse concorrere a ravvivarne colla memoria Pesempio: e mi creda con pro

fondo ossequio Devotiss.0 Servo

Sac.te Giulio Tarra Reft. e Milano 25 settembre 1872 (2). Maestro dei sordo-m. pov.1

Illustriss.0 Sig.r Alessandro Manzoni,

La speranza che il breve mio scritto (3) diretto ad onorare la memoria del di lei egregio amico Prof. L. Rossari le possa esser di grato conforto, mi fa ardito a presentargliene un esemplare. La riconoscenza e Paffetto verso uomini tali sono educativi, edificanti non solo per gli scolari, ma

per gli stessi maestri, e sono un caro presagio per chi s'adopera, come

quello, a crescere nel bene la nuova generazione e a meritarsi da essa

un simile compenso. Questo pensiero che mi mosse a proporre ai fan ciulli la lettura del vero e modesto racconto, vorrei lo rendesse a lei

pure piu accetto, malgrado la forse troppa semplicita della forma. Mi valgo delP occasione per ripeterle i voti affettuosi e riverenti de'

miei sgraziati e cari figlioii sordo-muti, che sempre vivamente ricordano la graziosa accoglienza e la paterna benedizione da lei avute nel pross. pass.0 autunno. Egli h questo, lo creda, un titolo d'amore e di ricono

scenza perenne per tutti noi e piu ancora per il

Milano 14 febbrajo 1873. Suo Devotiss.0 Servitore

P.te Giulio Tarra

(1) II Tarra aveva conosciuto il Casanova a Napoli nei 1871 (v. Perini, op. cit. pp. 122 sg.).

(2) A questa lettera il Manzoni rispose tre giorni dopo; la risposta, edita dallo Sforza ... (1875) p. 290 e (1883) II p. 412, e dal Perini p. 128, e posseduta dalla Braidense (Raccolta Manzoniana: Dono Federico Gentili).

(3) Di questo scritto del Tarra non ho trovato notizia altrove, in nessun Catalogo, in nessun repertorio bibliografico. La Direzione del Pio Istituto dei sordo-muti poveri di campagna, che possiede una Biblioteca, dove si conservano le pubblicazioni del Tarra, mi avverte cortesemente che ? per quante ricerche abbia fatto in essa non ha potuto trovare la

necrologia del Rossari?.

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Page 11: LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

DOMENICO BASSI

Chiarissimo Signore,

A Lei, che tanto bene ha congiunto nelle sue Opere l'amor delle* lettere coll* amor di Dio, ed ha reso testimonianza solenne agF Italiani del come bene si accordi levatura d' ingegno con umilta di Fede, rnando in dono una storietta della Badia di Monte Cassino (1). Bramo che questo presentuzzo le sia argomento della mia riconoscenza pel molto bene da Lei arrecato alia nostra comune Madre la Chiesa colle sue Opere, e spe cialmente con quella che ha titolo Delia Morale Cattolica. Non le rechera

maraviglia questo mio consiglio, poiche sapra essere io un religioso ed un ministro, sebbene indegno, di nostra S. Religione. Spero che fara buon viso al dono e al donatore: e la prego a non fallire questa mia

speranza, almeno con una lettera, che mi chiarisca, Lei non avere avuto

a vile il donatore (2). Ardisco poi aprirle un divisamento sorto nella mente dei miei Con

fratelli Cassinesi; e perdoni alia ingenuita di un povero monaco tanto ardimento. Vogliamo arrecare qualche bene alia morale pubblica di tutti

gli abitatori di questa Penisola; e vogliamo che di questo siano ministri

gli uomini piu chiari di tutta Italia. Vogliamo in una parola chiarire

moltissimi, che la Religione sia l'unica fonte d'ogni Progresso Scientifico, Letterario, Artistico. E vogliamo che questa sia una Confessione di Fede da farsi da uomini, che il popolo e uso a riverire come grandi. Adunque divisiamo compilare un Giornale di Scienze Lettere ed Arti in rapporto alia Religione Cattolico-Romana (3), di cui non saranno compilatori altri, che i soli uomini illustri del nostro paese. Silvio Pellico, il Cav.e Clbrario, il Conte Cesare Balbo hanno approvato il nostro divisamento, ed entrano*

volentieri nella Compilazione fornendo almeno ogni sei mesi un articolo

(1) Storia della Badia di Monte-Cassino divisa in libri nove, ed illu strata di note e documenti di D. Luigi Tosti Cassinese. Napoli, Cirelli, 1842-43, voll. 3:

(2) Dal carteggio Manzoniano non risulta che il Manzoni abbia risposto, ma e molto probabile, come risulterebbe da quanto scrive il Capecelatro (v. nota sg.).

(3) L'Ateneo italiano. Ai nomi de' ' compilatori

* sopra indicati vanno

aggiunti quelli di Cesare Cantu e di Terenzio Mamiani. II periodico, a cui accettarono di buon grado di collaborare tutti (dunque, anche il Man

zoni) gli scrittori, ai quali il Tosti mandd lettere d'invito, tu c strozzato in sul nascere >: il ministro di polizia borbonico Del Carretto ne vieto l'uscita (Capecelatro op. cit. p. 34 sg. Debbo alia cortesia di D. Mauro

Inguanez Cassinese di aver potuto consultare il lavoro del Capecelatro, che non e compreso nella raccolta delle sue Opere. Roma-Tournay, 1886

1901).

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

di libero argomento. Carlo Troya, il Barone Galluppi, V Abate Rosmini, e Vincenzo Gioberti (1) porran mano a quest'opera. Noi non cureremo

che la composizione di queste scritture, e la stampa, essendo gia fornita di una Tipografia questa Badia Cassinese (2). Non v' ha dubbio che il

bene, che derivera da questa solenne confessione della nostra Religione, fatta da uomini chiari per sapienza, sara grande nelle anime Italiane e

forestiere.

Ella che ha ricevuto da Dio si beilo ingegno vorra esserci avaro

almeno del suo nome, e di un solo Articolo? Vorra Ella lasciarsi fuggire un si bel destro di testimoniare all' Italia la sua Fede, e percio di glori ficare al Signore? Vorra negare un obolo al gazofilacio di opere buone, che apriamo in questa solinga Badia, e che copiosamente le frutterebbe

presso il Signore? Queste considerazioni gia troppo efficaci nel suo cuore

mi tolgono dal volgermi con altri argomenti alia sua mente.

Adunque non isdegni onorarmi d'una sua risposta per questo divi

samento, e non ci nieghi quello, che le chiediamo nel nome del Signore. Mi offerisco a Lei devotamente

Umilissimo e Dev.1"0 Servo in G. C. Don Luigi Tosti Cassinese

Dalla Badia di Monte Cassino 6 Dicembre 1843.

Quando il mio lavoro era gia sotto stampa, mi vennero alle mani altre cinque lettere di Alfonso della Valle di Casanova al

Manzoni, rimaste evidentemente ignote al Persico e allo Sforza

(v. n. 2 a pag. 8). Dalle ricerche fatte mi risultano, sicuramente, inedite. Appartengono anch'esse al fondo, che ora, dopo le nuove

accessioni ? Pio Istituto pei Figli della Provvidenza in Milano ? e ? Federico Gentili ?, posso ben chiamare vecchio, cioe costitiiito dal munifico dono di Pietro Brambilla e Vittoria Brambilla-Man zoni alia Braidense.

Sono, a mio giudizio, cosi belle e, mentre concorrono a lUmeg giare sempre piu la sJmpatica figura del benemerito patrizio napo letano, attestano un amore cosi sincero e cosi profondamente

(1) II Gioberti promise di mandare il suo Primato, il Balbo il suo Sommario della Storia d>Italia; il Cibrario spedi uno scritto: DelVindole della poesia di Felice RomanL

(2) Era stata impiantata per consiglio appunto del Tosti, assenziertte T Abate, e col permesso del re di Napoli, che lo concesse pel tramite di Del Carretto.

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DOMENICO BASSI

sentito per il Manzoni, che non so resistere al desiderio di farle conoscere. Le ho corredate, come le precedent'! dei tre sacerdoti, di note, di cui alcune altri potra forse ritenere superflue; ma sari, per dirla con Quintiliano, un copiae vitium, che dopo tutto non

guasta. II medesimo vecchio fondo della Raccolta Manzoniana della Braidense comprende anche una lettera al Manzoni del fratello di Alfonso della Valle di Casanova, Federigo (come egli si firma); contiene notizie importanti, che reco in fine.

Napoli, 8 d'aprile 11863] (1)

Signor Alessandro,

Le mando oggi per la posta un piccolo saggio de' semi di cotone, che, come l'ambasciatore nelF abate Qaliani (2), verranno appresso. Ma il buon Tenore (3) non ha potuto sinoggi avere che questi, e sono delPorto botanico napolitano. Ella mi perdoni la poca quantita, mi perdoni il molto

indugio: e, se le arrivano, degni di farmelo sapere (4). Anche mi perdoni, o piuttosto mi ringrazj, s'io non le scrivo mai.

Oh se vorrei scriverle! ma..! Mi basta d'amarla, e di parlarle dentro di

me, dov' Ella, creda, mi risponde sempre. Questo m* accade quasi ogni giorno ; pensi, dunque, in questi giorni di Pasqua, con la memoria d'un anno fa (5)! E tutto termina, ogni giorno, con un ringraziamento al Si

gnore; che, se m'avesse fatto nascere milanese, sarei stato proprio un buon figliolo di Cristiano.

Ho finito. E spero ai primi di maggio d'essere costa, e di ricominciare. La prima cosa che le domanderd, la prima dell'altre cose s'intende, eccola. ha letto il quarto volume del Fornari (6)? Qui mi va per la mente che," da Milano a Napoli, Ella mi voile quel bene ..Ha Firenze: il postino me la die (7) in piazza santa Trinita; mi vide cambiar colore, guardarla

(1) V indicazione delFanno, aggiunta da me, e sicura (v. la nota 4). (2) II famoso abate, e segretario d'ambasciata a Parigi, Ferdjnando

Gaiiani.

(3) 11 figlio del botanico, senatore, Michele Tenore.

(4) II Manzoni rispose subito: e la lettera delPll aprile 1863 in Sforza

Epist II p. 311.

(5) V. Ia chiusa delPultima lettera.

(6) Vito Fornari, che fu poi prefetto della Biblioteca Nazionale di

Napoli. ? II quarto volume ? dell'opera : DeWArte del dire.

(7) Accenna alia lettera del Manzoni di presentazione (dello stesso

Casanova) a Gino Capponi, con ' accompagnatoria' del 9 maggio 1862 in

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

di sopra di sotto, correre come un matto sino all'Arno, trovare da sedermi,

da star solo, e poi aprirla. Adesso, da Napoli a Milano, non mi fermo

se non a Napoli; aspettando don Alfonso Capecelatro (1) che mi vuole

compagno. Era per dire .. non so che cosa, un paragone d' andata e

ritorno; forse un pensiero nato santissimo in cuore, che la mente gli dice, superbo!

M'ami, e preghi Iddio per me, caro signor Alessandro Manzoni! Mi ricordi affettuosamente al buon Pietro, alia signora Giovanna (2).

tutto suo

Alfonso della Valle di Casanova

Mi permetta, signor Alessandro, di trovare un po' di consolazione in

quesfanno che termina e mi s'e volto infaustissimo (3): dico la consola zione di stare un momento con Lei! Dal conte Casati (4) ho avuto le sue nuove, e n'ho ringraziato Iddio.

Da Lei non voglio altro se non che legga queste mie righe, cioe si ricordi di me; e dica, Poverino! bisogna perdonargli, perche m'ama tanto. Oh tanto, tanto!

Dica, di grazia, al signor Pietro, alia signora Giovanna, al Ceroli, al Litta, al Carcano, al Rossi (5), eh' io li saluto e ch' io li invidio. Essi m' intenderanno.

Quest' altr* anno non vedro Milano. Ho rinunciato le cose che mi facevano fare; tutte fuorche gli Asili (6). E appena questi mi daranno un

Sforza cit. p. 296 (v. la lettera, del 12 maggio 1862, del Casanova al fratello Cesare in Persico, I p. 378).

(1) II dottissimo arcivescovo di Capua; era cugino del Casanova.

(2) Come e noto, nel 1861 il Manzoni rimase vedovo una seconda volta; e il suo primo figlio Pietro andd con la moglie Oiovanna (? Gio vannina ?) e i figli a convivere con lui, nella casa in via Morone, n. 1.

(3) Deve trattarsi di disgrazie di famiglia; la carta della lettera e 'a bruno\

(4) ?Gabrio Casati, amico del Manzoni.

(5) ? Gli amici della sera ?, come li designano il Manzoni nella lettera cit. al Casanova del 9 maggio 1862, e il Casanova stesso nelle due ultime lettere.

(6) Furono l'assidua, costante cura del Casanova (v. Persico, I pp. 33-79 sSg? passim), al quale sono dovute altre benefiche istituzioni, che resero benedetta la sua memoria. Quanti a Napoli mi parlarono spesso di lui, non ebbero che parole di altissima lode.

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DOMENICO BASSI

po' di tregua, me n'andrd in una villa, solo, con un Vangelo, un Dante, un Manzoni (1).

Scusi, m'e uscita! Ma piu le chieggo scusa d'intrattenerla di me. Sono, dungue,

tutto, tutto suo Alfonso della Valle

Napoli, 23 dicembre 63. di Casanova

Napoli 3 maggio 64

Signor Alessandro,

Ho superato di gran tentazioni sinoggi: ho visto, in gennaio ed in marzo, sorgere i due anni nuovi, il comune e il manzoniano (2); e io

zitto! Ho visto muovere da Napoli, e coronare il Suo capo, una nuova

fronda accademica (3); e io zitto! Solo me le mandai un giorno davanti, sapendo di non dover sapere se sarei giunto o no. Ma ora che PAnto

nacci (4), mio fratello, mi scrive: io vado a Milano, vedro il Manzoni; non posso piu tenermi, e dico: ci vuo' essere anclr* io. Me ne perdoni,

signor Alessandro: e gia (credo d'averglielo scritto altre volte) mi costa tanto a meritarlo di rado questo perdono, che, quelle volte, non me lo deve negare. E che sarebbe stato s'io, in vece di scriverle, fossi venuto?

se tre o quattro cento bambini da ricevere in nuovi asili non m'avesser

fatto violenza? E le assicuro ch'e stata violenza: perche la consolazione

di venire ogni primavera da lei, io me Pero proprio messa nel cuore. Ma ... no, non parlarne per pieta! solo, seguitando al mio argomento, io potrei dire: almeno, come le date del 62 e del 63 io le ho di mano del Manzoni (5), cosi dP io possa avere anco quella del 64. Non chiedo una soddisfazione d' orgoglio: Iddio lo sa! ma un premio del grande amore che, dopo tanto salire, arrivo fino a lei; amore ch'e parte di vita

(1) Mi sia lecito un ricordo della mia lontana, anzi lontanissima fan ciullezza: anche il mio professore di 3a ginnasiale a Mondovi, Sebastiano Canavesio, teneva sempre sul tavolino la Bibbia, la Divina Commedia e i Promessi Sposi; erano la sua lettura quotidiana.

(2) II 7 marzo 1864 il Manzoni, nato nei 1785, aveva compito 79 anni. (3) 11 Manzoni era stato nominato membro onorario dell'Accademia

Italovichiana di Filosofia Nazionale di Napoli. (4) Giuseppe (? Peppino ?) Antonacci (? fratello ? s' intende metafo

ricamente): varie lettere a lui, e a persone della sua famiglia, del Casa nova in Persico, I e II passim.

(5) Allude alle due lettere del Manzoni, ricordate in note precedenti, del 9 maggio 1862 e dell'11 aprile 1863.

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

a tutti quelli che, fra gli errori di dritta e di sinistra, s'affaticano a con ciliare due cose che il mondo ha la gloria d'aver divise, e che sono una cosa sola in lei. E siccome ella non s'e fatto da se, non e responsabile

del bene che le vogliamo; ne deve impedirlo. Ma tutti insieme iodiamone Iddio.

Del resto, se anco questo Fannoja, pensi che la penna mi sdrucciole

rebbe meno, s' io le scrivessi piu spesso. E se vuoie pur tra queste spine il suo fiore, eccolo qui: non vede che, infine, io le scrivo; a lei, io (1)? Che le scrivo con quella diligenza che userei, scrivendo a un mio fattore di campagna? Che altro vuole? Non vede chMo conto per due il Manzoni di tutto il mondo, e quel di Milano? Oh m'ami, signor Alessandro mio; m'ami con pazienza, e per gratitudine. E preghi per me. E se, capitandole il destro, ella mi dice: io io fo, le prometto ch'io non ne ringraziero lei, ma il Signore. Tante cose al signor Pietro, alia signora Giovanna; al

Ceroli, al Carcano, al Litta, al Rossi e agli altri della nona beatitudine: Fesser nati in Milano.

il tutto suo Alfonso della Valle

di Casanova

Napoli, 29 di giugno [1864] (2)

Signor Alessandro,

Ella dev'essere oramai a Milano, o a Brusuglio; benche i giornali ci abbiano fatto il dispetto di dire, il Manzoni va a Napoli! E io, in vece, non sono venuto a Firenze, quand'ella si godeva col solo italiano vera

mente degno di lei (3): e ci ho sofferto tanto, che mi persuado ch'e stata una buona azione! Ora, intanto, le scrivo, ed ella mi rispondera;

questa volta mi deve rispondere. O al padre Lodovico (4) o a me deve

(1) Che il Casanova si sia ricordato del ? Da me, voi! > delP Inno minato al cardinale Federigo (XXIII)?

(2) Anche questa indicazione dell'anno, aggiunta da me, e sicura; appunto del giugno 1864 sono due lettere del Casanova, una al P. Mar

chese, l'altra a Gino Capponi, del medesimo tenore e con le medesime notizie di questa (Persico, II pp. 8-12); del luglio 1864, altre due sul medesimo argomento, una a Francesco Acri, l'altra al Tommaseo (ib. pp. 12-14; 17 sg.).

(3) Gino Capponi; v. la lettera del Casanova all'abate Giuliani del 18 giugno 1864 (ib. pp. 4-6).

(4) V. Alf. Capecelatro, La vita del P. Lodovico da Casoria. 18932

(Opere. XVI).

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Atvum - Anno IV - 2

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DOMENICO BASSI

rispondere; e promettere; e mantener la promessa: 1*ultima cosa va cor

piedi suoi. E sappia che tl padre Lodovico ho visto fare miracoli, si pud dir quasi, maggiori: le cose che pensa e che fa, egli povero fraticello

francescano, si vede che non h lui. Ne vuole sentire qualcuna ? ma biso

gnerebbe essere in Napoli per averne il concetto giusto. Qui si grida: morte ai frati, e il padre Lodovico mette su un ordine nuovo, frati bigi del terzo ordine di san Francesco: si grida smonacate l'educazione (le ripeto la parola d'un uomo peraltro egregio, senatore del Regno), e il

padre Lodovico educa lui solo piu centinaja di giovani, che le 97 scuole

municipali; e li educa operai, che queste non fanno; e il senatore della smonacazione diventa uno de* paladini del frate. A questo aggiunga un

par di centinaja di sordomuti; piu centinaja d'affricani ch'egli compra schiavi, e rimanda apostoli: e poi case d'orfane, d'operaje, d'affricane,

ch'egli da educare alle suore stimmatine di Toscana, trapiantate in Napoli da lui. Ma, non basta, dice il padre Lodovico: questi sono individui; e

troppo poco. E allora immagina quest'Accademia, della quale la sua

lettera (1) e il discorso del Persico (2) le diranno ogni cosa. E ha voluto ch' io le scrivessi, e ch' io pregassi lei d' invitare i tre (3) che non sapranno dir di no a lei ; com'ella non lo sapra dire a se stesso. E io ho scritto, solo dolendomi che la troppa materia m'abbia fatto intoppo al pensiero; che n'e uscito piu storpio e confuso dell'ordinario. Ma io che c'entro io, a ogni modo ? Se hanno voluto premiare un amore fortissimo, e dirmi : scrivi tu al Manzoni, si sa che il Manzoni queste cose le intende da se, e io non posso ne aver la lode d'abbellirgliele, ne il biasimo di guastarle. Dunque ella ha inteso; ora si lasci consigliare da Dio, che benedice cosi

apertamente le intenzioni di questo buon fraticello che, tra tante lotte di dritta e di sinistra, si pone in mezzo e sospira V abbracciamento di tutti, e a chi gli domanda le sue opinioni politiche, risponde che non le sa se non all'ora della messa, quando (e slarga le braccia) // Papa di qua, il re d' Italia di qua, e poi Minghetti e Antonelli, e poi tutti tutti, ci baciamo insieme tutti.

Signor Alessandro, una pagina sola, una lettera sola ch'ella mandi, e

che si possa leggere ai raccolti, e dire: il Manzoni e fra noi, guardi quante umilta ci sono dentro! umilta di noi che ci ostiniamo da un capo all'altro

(1) A questa lettera, che dovette essere una specie di 'circolare', il Casanova accenna anche nelle lettere citt. al Marchese, al Capponi e all'Acri.

(2) Della Enciclopedia cattolica (Napoli, Tipografia d' Istruzione degli Accattoncelli, 1864); v. Capecelatro pp. 181-191.

(3) Due sono quasi certamente (o m' inganno ?) il Capponi e il Tom

maseo, benche ad entrambi fosse stato scritto direttamente; e il terzo ?

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LETTERE INEDITE AD ALESSANDRO MANZONI

d' Italia a volerci credere tutti tanto minori di Alessandro Manzoni; umilta del Manzoni che, non credendosi buono a nulla, si mostra tale quale sente di essere, a gloria di Dio. Noi abbiamo fatto la nostra parte: ora faccia lei la sua. E sia presto! Sabato, intanto, leggeremo (io proprio saro il

lettore) un discorso di Vito Fornari: il proemio a una vita di Nostro

Signore (1) ch'egli vagheggiava da un pezzo, e che finalmenie ha posto mano a scrivere. Era scritta per meditare, non per una lettura di questo genere: e pure ha detto di si, perche (senta) Pesempio di dire di no al

padre Lodovico non lo ha dato finora nessuno.

Perdoni tante chiacchiere; e si ricordi ch'io Pamo molto; e trovi lei il legame fra queste due cose. O perche non ci manderebbe due pagine sopra Antonio Rosmini? Amen, Amen!

Degni di rammentarmi al signor Pietro, e agli altri suoi, e agli amici della sera.

suo dev.mo

Alfonso della Valle di Casanova

Napoli, 15 di giugno [1869] (2)

Signor don Alessandro,

S'ella non m'avesse mandato il suo libro (3), io avrei seguitato a

tenermi come creditore d'una sua promessa non adempiuta. Ora che me Pha mandato, io non so osare nemmeno di ringraziarla. Mi voglia bene,

e mi perdoni s* io gliene voglio troppo; ma la colpa h sua. Tante cose al signor Pietro e alia signora Giovanna, e al Ceroli, al Litta e agli altri amici della sera. Vede come le scrivo breve! e come le scrivo di raro! che altro posso fare per non venirle a noja? Oh la quaresima del 62 e la Pasqua celebrata in sua casa alia sua mensa: se ne ricorda? Ma finia

mola. Voglia bene, dunque, al suo dev.mo

Alf. della Valle di Casanova

(1) V. Capecelatro pp 191-192 (-195). (2) L'indicazione dell'anno dal timbro postale, sulla busta che fu

conservata.

(3) E YAppendice alia Relazione intorno aWunitd della lingua e ai mezzi di diffonderla. Milano, Stabilimento Redaelli dei Fratelli Rechiedei, 1869. L'edizione piu recente e quella del Lesca in TutU le opere di Alessandro Manzoni ... (Firenze, Barbara, 19282) pp. 951-983. Segue (pp. 985-990) la nota Lettera al Casanova (v. sopra p. 10, n. 2).

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DOMENICO BASSI

Federigo nella sua lettera, da Pallanza, 8 febbraio 1873, rin

grazia il Manzoni del ? concorso ? per ? la lapide ? del fratello Alfonso (1) e per la lettera di condoglianze alia famiglia; e, dopo alcune notizie personali, scrive:

? Io giunsi presso mio fratello due giorni prima che morisse; ne si credeva punto alia probability che finisse cosi presto (2). Egli fu molto

sorpreso nel vedermi giungere nei calori delPAgosto, senza apparente cagione ... Tosto mi chiese di Lei, e mi disse: * se il Signore mi da vita fino all'anno venturo, e forze sufficienti, vado a Milano, perche vorrei

proprio rivedere don Alessandro prima chMo muoia'. Era in quegli ultimi

giorni cosi, diro, quasi fuori del mondo, che s'era fin d'aspetto spiritua lizzato ... Lei ... era per lui veramente piu che umano ?.

(1) V. p. 11, n. 2.

(2) II Casanova mori tisico, a quarantadue anni; era nato nei 1830.

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