ECONOMIA DEI TRASPORTI E DEI SISTEMI LOGISTICI LOGISTICA E OUTSOURCING LEZIONE N. 07 “Non esiste penuria nel mondo, il solo problema con cui dobbiamo confrontarci è quello della logistica” Amartya Sen - Nobel per l’economia anno 1998. Anno Accademico 2013-2014 1
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LEZIONE N. 07 Non esiste penuria nel mondo, il solo problema
con cui dobbiamo confrontarci quello della logistica Amartya Sen -
Nobel per leconomia anno 1998. Anno Accademico 2013-2014 1
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UNA DEFINIZIONE DI LOGISTICA Secondo lAILOG, insieme delle
attivit organizzative, gestionali e strategiche che governano
nellazienda i flussi di materiale e delle RELATIVE INFORMAZIONI
dallorigine, presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti
finiti ai clienti (Destinazione)e servizio post vendita. 2
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DEFINIZIONE(2) Metodo integrato, orientato al processo per
l'approv- vigionamento, la produzione e la consegna di prodotti e
servizi ai clienti. La SCM gestisce le relazioni con i forni- tori,
i sub-fornitori, gli intermediari, i distributori ed il cliente
finale. La SCM comprende la gestione delle ma- terie, dei
semilavorati, dei prodotti finiti e dei relativi flussi
informativi. La forza di una catena dipende dallanello pi debole la
forza della SCM dipende dal reale grado di integrazione tra i vari
componenti il processo produttivo. 3
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DEFINIZIONI A CONFRONTO Secondo lAILOG, insieme delle attivit
organizzative, gestionali e strategiche che governano nellazienda i
flussi di materiale e delle RELATIVE INFORMAZIONI dallorigine,
presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai
clienti (Destinazione)e servizio post vendita. Metodo integrato,
orientato al processo per l'approv- vigionamento, la produzione e
la consegna di prodotti e servizi ai clienti. La SCM gestisce le
relazioni con i forni-tori, i sub- fornitori, gli intermediari, i
distributori ed il cliente finale. La SCM comprende la gestione
delle ma-terie, dei semilavorati, dei prodotti finiti e dei
relativi flussi informativi. 4
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LOGISTICA E VALORE Tenuto conto del modello di Porter non vi
sono dubbi sul fatto che la Logistica sia un fattore di creazione
del va- lore dato che opera in uno scenario caratterizzato da:
concentrazione della distribuzione; generalizzazione dei processi
di internazionalizzazione; delocalizzazione delle attivit
produttive; globalizzazione. 5
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LA CATENA DEL VALORE DEL PORTER 6
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Incidenza della LOGISTICA sul PIL Lincidenza della Logistica
sul valore del PIL pari al 20/22% di cui il 50% ascrivibile al
sistema dei trasporti e fra questi il 42% al trasporto su gomma.
Fonte: Ennio Forte, Seminario su I fondamenti concettuali della
Logistica Economica Politecnico di Milano dipartimento di
Architettura e Pianificazione Milano 29/05/2003 Nota : secondo uno
studio di UniCredit il valore aggiunto prodotto dalla filiera
logistica e dai sistemi di trasporto ammonta a 73,9 mld. Studi di
settore MOVIN ON PUP 2010 7
I PROCESSI DELLA LOGISTICA FLUSSO FISICO: Gestione dellordine
ovvero collegamento tra domanda e offerta; Gestione e controllo
delle scorte ovvero garanzia della disponibilit della merce nei
vari nodi; Magazzinaggio movimentazione della merce allinterno dei
magazzini; Imballaggio, unitizzazione e ottimizzazione della
saturazione dei mezzi di trasporto; Trasporto. 9
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I PROCESSI DELLA LOGISTICA (2) FLUSSO INFORMATIVO: parallelo e
di percorso inverso rispetto a quello fisico, permette di conoscere
le richieste e le preferenze dei clienti. Gli elementi costitutivi
del flusso informativo sono: definizione della domanda; gestione
degli ordini; pianificazione degli acquisti; esecuzione e
controllo. 10
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FATTORI CHE HANNO MODIFICATO IL CONCETTO DI LOGISTICA 11
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IL DILEMMA flessibilit/rigidit La LOGISTICA come tutte le
attivit economiche alla ricerca delleccellenza che a volte, specie
nella cultura aziendalistica italiana, scambiata per una cosa da
sottoporre al massimo controllo: fatta in casa! Tale approccio
costituisce un grave errore perch irrigidi- rebbe il processo,
mentre la logistica, deve poter contare su una ELEVATA FLESSIBILIT.
Flessibilit non pu significare precariet come nel caso dei
padroncini (lezione del Cile). QUESTO E IL PROBLEMA: Flessibilit /
Precariet /Scala ampia. 12
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STRATEGIE Impiegare strutture comuni. Enfatizzare linfluenza
tra attori interdipendenti ( linterdipendenza non riguarda solo le
imprese ma anche le autorit pubbliche). L interdipendenza pu essere
risolta solamente facendo ricorso a una potente information
tecnology In larga parte il problema stato risolto dal software SAP
che ha caratteristica di processare i dati in real time in un
mainframe, portando il vantaggio dell'opzione time sharing
(condivisione di tempo) e di integrare tutte le funzioni dimpresa
quali: la contabilit il processo manifatturiero, la catena di
supporto alla logistica, le risorse umane il post vendita etc
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STRATEGIE(2) Un software del genere ha reso obsolete non poche
procedure e persino alcuni dei pi consolidati paradigmi manageriali
dimostrandone linadeguatezza ai tempi (delega di autorit,
condivisione dei dati in un mondo in cui le conoscenze cambiano
molto rapidamente, velocizzazione delle decisioni) 14
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COS E ACCADUTO? Nella realt si determinato quello che si chiama
work- in progress ovvero miglioramento continuo. Nel caso della
LOGISTICA si passati da una cultura meramente operativa di
prestazione di servizi su input di domanda a una cultura altamente
manageriale dei servizi intesi come pluralit di
responsabilizzazione, autonomia, spirito dintrapresa e soprattutto
alleanze strategiche nazionali ed internazionali. 15
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COS E ACCADUTO? (2) Come abbiamo visto nel caso dellalleanza
Procter&Gamble e Wal-Mart il CLIENTE divenuto il centro il CORE
del sistema di riferimento strategico internazionale. Forse nelle
alleanze che risiede la chiave di volta di tutto il problema!
Alleanze locali in zone distanti dal luogo di produzione permettono
di dirottare su altri il peso delle decisioni e di potersi
concentrare sul proprio core-business. 16
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17 UN FRIGORIFERO NON UN FRIGORIFERO SE SI TROVA A DETROIT
MENTRE RICHIESTO A HOUSTON J.I. Heskett docente alla SBA
dellUniversit di Harward.
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I PROCESSI DI OUTSOURCING Loutsourcing fa parte dei processi
aziendali di riorganizzazione ed finalizzato alla riduzione e/o
variabilizzazione dei costi - permette di ottenere : 1. maggiore
flessibilit operativa; 2. maggior precisione nel servizio; 3. l
utilizzazione di sistemi informativi dedicati con una puntuale e
dettagliata reportistica; 4. unitariet e fluidit al ciclo
operativo. Ogni riorganizzazione si traduce in semplificazione
gestionale ma spesso anche in una riduzione di organico. 18
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CONSEGUENZE Laffidare a terzi una fase importante della filiera
comporta una serie di problematiche della funzione logistica come
possiamo vedere dallesame del contratto di affidamento allegato che
richiedono che venga introdotta UNA FILOSOFIA DELLA COLLABORAZIONE
QUALE NECES- SARIA EVOLUZIONE DELLA NORMALE CONTRAPPOSIZIO-
NE/DIFFIDENZA TRA IMPRESE. 19
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LOUTSOURCING E DIVERSO DA: LESTERNALIZZAZIONE = costituzione di
unit esterne dotate di autonomia giuridica la cui mission consiste
nel fornire servizi allazienda che le ha istituite. LA
TERZIARIZZAZIONE = coinvolgimento di terzi per la conduzione e
gestione del business aziendale che, nel paradigma del make or buy,
rappresenta la sintesi del buy. IL FACILITY MANAGEMENT =
affidamento esterno di attivit meramente operative (es: pulizie). L
outsourcing orientato alla ricerca di operatori in grado di gestire
INSIEMI DI ATTIVIT CONCATENATE in interi processi aziendali. Ci
cosa che preannuncia lipotesi di dare vita a partnership che
comportano sinergie dirette alla condivisione dei benefici del
business. 20
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CONSEGUENZE Quanto sopra richiede un rapporto focalizzato su
tempi diverso rispetto a quelli del semplice rapporto spot vale a
dire: ORIZZONTI TEMPORALI PI LUNGHI IN VISTA DI ASPETTATIVE
/INCENTIVI CONSEGUIBILI NEL MEDIO - LUNGO PERIODO; COMUNICAZIONE
RECIPROCA DELLE INFORMAZIONI. 21
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SCELTA DEL PARTNER COMPETENZA TECNICA della societ fornitrice
(know- how). Questo certamente il primo dei criteri ma come si
desume? Si chiedono le referenze che dimostrino precedenti
esperienze specifiche, un solido spessore tecnologico comprovato
dal possesso delle risorse e delle attrezzature, dalla posizione di
mercato raggiunta (un buon dirigente controlla personalmente le
referenze perch il tempo impiegato non mai perso). In tempi di
turbolenze e in un settore interessato dalla concorrenza planetaria
un aspetto da tenere presente lattitudine della societ a percepire
e adattarsi ai cambiamenti. 22
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ALCUNE CLAUSOLE CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI : fondamentale
per la buona riuscita contrattuale richiede il superamento della
naturale riservatezza che generalmente caratterizza le societ. Per
superare qualsiasi impedimento e/o inerzia dovr essere realizzato
un collegamento informatico fra le parti. SPECIFICAZIONE DEL RUOLO:
definire le responsabilit anche dei dipendenti e specificare che la
struttura deve essere ispirata al work-in progress. REGOLE DI BASE:
determinano prassi e comportamenti da adottare in occasione dei
vari eventi in cui si sostanzia il processo sia nelle fasi di
routine che in quelle straordinarie. 23
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Segue CLAUSOLE Fissare le procedure per lo scioglimento
anticipato dellaccordo con il massimo grado di dettaglio delle
responsabilit e relative penali. Definire i tempi di preavviso;
Prevedere le modalit di gestione delle risorse umane ed
informatiche nellipotesi di utilizzo di un software non di
propriet. 24
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VARIABILI DI SCELTA TEMPO: 1. Snellezza della struttura
logistica; 2. Flessibilit in relazione alla variazione dei volumi;
3. Miglioramento del lead time e del tracking delle merci. 25
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VARIABILI DI SCELTA(2) COSTO 1. Riduzione del capitale di
rischio; 2. Trasformazione dei costi fissi in variabili; 3. Miglior
prevedibilit dei costi conseguente alla riduzione dei margini
dincertezza; 26
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VARIABILI DI SCELTA (3) QUALITA 1. Miglioramento del servizio;
2. Migliore pianificazione degli investimenti; 3. Riduzione dei
rischi inerenti logistiche innovative utilizzando lesperienza; 4.
Possibilit di ottenere responsabilizzazione e autocertificazione
sul servizio; 5. Riorganizzazione dellazienda in base alla customer
satisfaction. 27
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UN ESEMPIO Il problema delle ALLEANZE SOCIETARIE esula da
questo corso e dalle mie competenze vorrei per riferirvi una
metodica che ho sperimentato personalmente. La societ A) dispone di
un parco clienti sufficientemen- te fidelizzato in condizioni di
monopolio naturale. La societ B) dispone di know-how e della
materia prima che ha il requisito della rarit. Come fare unalleanza
soddisfacente ? Tralasciando le percentuali di partecipazione che
sono frutto di discussioni assai defatiganti ci limiteremo a
descrivere la cornice di una possibile governance: 28
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STRUMENTI PER UNA GOVERNACE Statuti societari con percentuali
specifiche per le assemblee straordinarie e le clausole di
gradimento; Patti parasociali che fissano le regole della
governance; Side-letters con cui i soci si impegnano a riconoscersi
reciproci vantaggi (es: servizi no core ); Contratti blindati.
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