Date post: | 10-Mar-2016 |
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Da sinistra verso destra: Giorgio Brogi, Fabrizio Meloni, Andrea Sabia, Luca Ferone, Chicca Manca, Enrico Brogi, Monica Evangelisti
2 fogli di ideecomunicazione, arte,moda, design, cibo foglio 1
e a rafforzarne l’identità. Questo sistema complesso e dinamico va
gestito in maniera efficace ed efficiente, ed è solo attraverso un pensiero
lucido e strategico che lo si può coordinare per raggiungere i propri
obiettivi. Molti sono convinti che basti presenziare a tutti gli eventi,
stringere mani ed elargire sorrisi per creare buone relazioni con i
pubblici esterni ma questo è un vecchio modo di fare pubbliche
relazioni. Oggi, per essere relazionati, bisogna prima di tutto “vivere”,
ossia partecipare, essere soggetti attivi dell’ambiente circostante,
essere curiosi e desiderosi di capire ogni questione, almeno per
dargli un’occhiata e farsene un’idea, avere la voglia e la passione
Troppo spesso chi si occupa di relazioni pubbliche è costretto a
confrontarsi con persone che non riescono a capire l’importanza di
questo lavoro e le difficoltà quotidiane che comporta. C’è chi addirittura
lo sintetizza immaginando un carrozzone da circo ricolmo di nani,
ballerine e giocolieri. Questo perché ormai tutti sanno comunicare, o
almeno credono di saperlo fare.
Quantomeno sanno comunicare se stessi, “vendersi” nel migliore dei
modi e utilizzando le più innovative tecnologie. Basti pensare al
successo dilagante di siti come myspace o facebook. Ma un comuni-
catore d’impresa deve, per definizione, comunicare qualcosa che non
gli appartiene e allora entrano in gioco fattori diversi, attitudini e
competenze. Comunicatori non si nasce ma lo si diventa.
Le relazioni pubbliche possono essere definite come un sistema
di attività, progetti, idee, rapporti personali tali da sostenere la
reputazione dell’organizzazione che comunica, contribuendo a definirne
Nani, Ballerine & Co.di percepire quei segnali deboli che silenziosamente modificano il
corso delle cose. Bisogna imparare che ciò che ci circonda è un flusso
di energie nel quale bisogna inserirsi per interpretarle e creare uno
scambio simbiotico finalizzato alla perfetta integrazione dei nostri
messaggi con il contesto in cui li esprimiamo.
Questo lavoro diventa così non più un esercizio di immagine, un’inutile
messa in scena di forme estetiche ma un’espressione di capacità ed
emozioni finalizzato alla corretta percezione dei nostri clienti da parte
dei pubblici di riferimento.
E’ così che mi piace immaginare il mio mestiere, è così che tutti i
giorni lo vivo, imparando da ciò che mi ruota intorno e da persone
straordinarie che non hanno bisogno di insegnarmi la strada visto
che il loro stile è già fortemente impresso in quello che fanno.
Con gli occhi spalancati sul mondo e la mente protesa a caccia di
segnali deboli che presto saranno moda.
2Energia = Massa x (Velocità della Luce nel Vuoto) Riuscire ancora ad emozionarsiin un momento in cui tutte le energie vengono assorbite dalla quotidianità, dal fare, darisolvere, distogliendoci dall’utilizzo corretto della forza energetica che ognuno di noi emanasembra quasi impossibile. Stiamo attraversando un periodo in cui non siamo piu capaci di utilizzare energia e di dare energia. Di non sapere o riuscire a utilizzare l’energia che nuoveforze mettono in campo. Questo perché non sappiamo o non vogliamo piu emozionarci veramente? Non voglio crederci e non assoggettarmi a questo stato di cose e affiancare quellepersone che come noi e insieme a noi sanno ancora emozionarsi e si mettono in gioco, lanciano nuove sfide, nuovi progetti e credono in un futuro ancor possibile per un marchio,
per un prodotto. L’Energia è nell’aria, si sente, si percepisce va solo fatta nostra. E’ attraverso l’emozione che facciamo leva sulla energiache diventa espressione di un progetto, di un essere, di una esperienza, di un “E” alla massima potenza. Come Einstein teorizzò che uncorpo a riposo ha ancora dell’energia sotto forma di massa da sviluppare, anche questo mercato, corpo immobile, fermo, può ancorasviluppare tanta energia, da canalizzare verso nuovi progetti o su progetti esistenti che hanno perso emozionalità e appeal. Giorgio Brogi
Luca Ferone Public relation
ENERGIA, EMOZIONE, ESPRESSIONE
Per essere relazionati, bisognaprima di tutto “vivere”, ossia partecipare,
essere soggetti attivi dell’ambientecircostante, essere curiosi
e desiderosi di capire ogni questione
Siamo ancora in grado di dare e ricevere amore in
quello che facciamo, quando l’atto del consumare
ci coinvolge, riusciamo a provare emozioni, a spri-
gionare energia e quindi esprimere qualcosa che
veramente ci appartiene? Il verbo consumare ha
più accezioni, è vero: consumiamo relazioni, consu-
miamo potere, consumiamo parole, consumiamo
sguardi, consumiamo rabbia … consumiamo marchi.
Ogni cosa o sentimento sembra essersi ridotta al
ruolo di trademark, il mondo è diventato un gigan-
tesco codice a barre e noi siamo lo scanner che
decide di riconoscerlo a seconda dei nostri gusti
di acquisto. Noi stessi siamo marchi che interagi-
scono in uno scenario di mercato sempre più con-
fuso, dove emergere non è più solo distinzione ma
anche intensità, intimità, passione. Alla generazione
di consumatori più attenti, quelli che fino a poco
tempo fa venivano definiti consapevoli, non è sfuggita
l’importanza di oltrepassare la variabile dell’esteriorità
come strategia delle apparenze - incapace di dare
energia, di suscitare emozioni, di suggerire nuovi
talenti espressivi. Una generazione nuova di consu-
matori si affaccia sul mercato, soggetti emotivamente
attivi che sanno costruire relazioni con i marchi, che
hanno una confidenza personale con i prodotti dotati
di personalità ma in particolare capaci di creare e
di consolidare nel tempo, un dialogo con il marchio
stesso, coinvolgendolo nella costruzione dei propri
valori. Ma questo cosa significa in realtà? Chi sono
questi marchi in grado di creare relazioni (e quindi
di restare nel mercato) con i consumatori, che chie-
dono proprio a loro di stabilire la chiave del succes-
so? Molti potrebbero rispondere che un marchio
resta sul mercato fino a che resta visibile per strada,
nel senso che fino a che si vedono persone che lo
“indossano”, il marchio tiene il mercato. Ma non è
solo questo in realtà, lo scenario futuro apre nuove
strade al ruolo del consumatore che regolerà
sempre di più la costruzione dei marchi di carattere.
Il marchio oggi non è solo nome, logo ma anche
punto vendita, eventi, singoli prodotti che si sono
ri-posizionati nell’esperienza del consumatore, pro-
ducendo una energia di attrazione che definisce
successo o insuccesso e quindi stabilisce la “tenuta
in strada” del marchio. Questa categoria di marchi
oggi viene chiamata “lovemark”, capaci di creare
un legame sentimentale e duraturo con chi li sceglie
e li consuma. Quando parliamo di lovemarks, par-
liamo di entità talmente energetiche da suscitare
emozione e quindi diventare espressione costante
di una tendenza e di uno stile, pensiamo in partico-
lare alla moda ed al cibo, due esempi per tutti Nike
e Coca Cola. In questo scenario dobbiamo tenere
conto che tempo e luoghi saranno le variabili che
da ora in poi incideranno sul passaggio da marchio
a lovemark: quando nasce e si evolve un marchio,
come e quanto cresce il legame con il consumatore
sono i termini che permettono di “tenere il mercato”.
Per diventare lovemarks bisogna conoscere molto
bene il consumatore e non accontentarsi di dargli
un logo da indossare, bisogna conquistarlo e farlo
innamorare nel tempo, è necessario soddisfare
contemporaneamente stimoli e indicazioni che
emergono dai diversi sistemi ed addirittura dalle
singole città. Per essere lovemark bisogna quindi
trasmettere l’emozione di appartenere ad uno stile
personale che sia anche espressione di un sistema
globale, desiderare un lovemarks, possederlo e
consumarlo significa essere parte della sua energia
creativa, del suo modo unico di farci sentire con-
temporanei in ogni luogo ed in ogni tempo.
I Lovemark…
Monica Evangelisti Copy writer
Per diventare lovemarksbisogna conoscere molto bene
il consumatore e nonaccontentarsi di dargli un logo
da indossare, bisognaconquistarlo e farlo innamorare
nel tempo
sempre di più richiede capacità di adattarsi ad ogni
singola situazione, singolo evento e singola esigenza.
L’atteggiamento migliore è essere coscienti della
propria competenza e della correttezza di quanto si
dice e si propone. Coscienza, competenza
credibilità e comunicativa sono gli elementi che
permettono di costruirsi un’immagine che ti
accompagnerà durante tutto il tuo lavoro. Un insieme
di caratteristiche grazie alle quali ci si crea molte
relazioni. Relazioni che nascono si coltivano e si
portano avanti negli anni e che giorno dopo giorno
si consolidano. Di base si crea un rapporto di fiducia
si sa che quanto ti viene riportato è vero e non si
cerca di creare lo scoop a tutti i costi. Oggi, dopo
tanti anni che svolgo questo lavoro, che mi appassiona
ancora nonostante tutti i problemi del caso, se mi
guardo indietro mi rendo conto che ho costruito tanto,
conosciuto tanta gente e fatto tante cose. Ho costruito
una immensa rete di contatti, qualcuno prosegue
ancora oggi, altri si sono persi per strada ma di una
cosa sono sicura, ogni singola persona mi ha dato
qualcosa, mi ha insegnato qualcosa e sono certa
che sia la stessa cosa anche per loro.
parlare degli Ethic Awards? Preso atto di quanto sta
succedendo sui mercati mondiali, diventa quindi
importante per ogni singola impresa saper rispon-
dere in maniera chiara e funzionale ai nuovi target
e ai nuovi network sociali che il mind-style sta
contribuendo a delineare…(con tutto il rispetto per
Fabris, siamo sempre più davanti al nuovo
che avanza …).
Le varie direzioni marketing e comunicazione
saranno sempre più sollecitate verso analisi del mercato
non più solo quantitative e qualitative ma sempre
più valoriali ed etiche, in maniera tale da poter intercettare
e rispondere con un linguaggio di comunicazione coe-
rente ad atteggiamenti di consumo sempre più connessi
con il nostro essere uomini e donne con un’identità e
non solo con un portafoglio!
La gara è aperta…..
catalizzatore di identità, un portavoce comunicativo
efficace e potente. La nostra identità, l’identità di
ogni consumatore diventa quindi il fattore fondamen-
tale che costruisce il nostro stile e non viceversa
come accadeva spesso nel passato. I nostri valori,
le nostre esperienze, il nostro sentire assumono un
atteggiamento esplorativo che ci porta a ricercare
delle risposte, delle conferme nei nostri atteggia-
menti di consumo. Per scendere un pò più nel
concreto basti pensare al fenomeno legato alle
tematiche della salvaguardia dell ’ambiente.
Nonostante se ne parlasse oramai da diversi anni
(Kyoto insegna), è bastato un evento mediatico e
di costume a pochi sconosciuto come il Live Earth
per assistere ad una cambiamento di rotta dell’intero
sistema economico mondiale.
La salvaguardia dell’ambiente e il risparmio delle
risorse naturali sono diventati uno dei temi chiave
dell’agenda setting di ognuno di noi e diversi settori
dell’economia hanno radicalmente modificato il loro
codice di comunicazione. Dalle campagne pubbli-
La nuova frontiera dei comportamenti di consumo si chiama mind style. Non è cosi facile definire questo
nuovo atteggiamento al consumo ma il termine rappresenta abbastanza fedelmente la sua origine.
La base, l’origine che smuove i nuovi atteggiamenti si discosta tendenzialmente dai canoni puramente
estetici e stilistici o comunque non comprende solo quelli. Si passa tendenzialmente da una valutazione
di essi ad una dimensione sempre piu importante e fondamentale dei canoni etici e vitali. Nasce quindi
un interessamento alle componenti che hanno sempre più spesso a che fare con il vivere quotidiano, con
i temi legati alla società che ci circonda, con un interessamento sempre più radicato al binomio consu-
mare=essere. In questo concetto anche lo stile inteso nella sua accezione piu ampia diventa un
Il Mind style: un nuovo atteggiamento di consumo
Le Relazioni Pubbliche…un Mondo che ancora oggi affascinaQuando si decide di lavorare per un Ufficio Stampa
e di Pubbliche Relazioni, forse non si comprende
realmente la vastità e la complessità di questo lavoro,
è per questo che a volte si diventa PR non per scelta
ma perché capita. Molti infatti hanno iniziato per caso,
quando le aziende per la prima volta sentivano la
necessità di adeguarsi agli americani e di creare
notizie o eventi che facessero parlare i giornali.
Dalla semplice notizia comunicata agli amici
giornalisti, si passò velocemente ad una definizione
altisonante che negli anni ottanta andava di moda,
è in quegli anni che sono nate le Pubbliche Relazioni,
spesso gestite da “Signore bene” con il tipico savoir
faire un po’ altezzoso che tanto piaceva agli industriali.
Soprattutto la moda aveva bisogno di farsi conoscere,
di far parlare di sé, bisognava inventarsi qualcosa di
nuovo ma allo stesso tempo di adeguato al mercato
estero e così nacque una professione quella dei PR.
Il bon ton non bastava più, bisognava capire le regole
del mercato e della comunicazione, basta cene e
congressi, basta party e colazioni di lavoro adesso
la parola d’ordine era chi, come, dove, perché
comunicare. Comunicazione significa far conoscere,
render noto ed è proprio l’insieme delle attività di
comunicazione che danno vita alle relazioni pubbliche.
Un lavoro interessante, appassionante che oggi Enrico Brogi Art Director
Andrea Sabia Art Director
citarie delle compagnie energetiche votate al risparmio intelligente e all’utilizzo delle fonti alternative,
agli spot delle più blasonate case automobilistiche che enfatizzano la minima portata inquinante
dei nuovi motori intelligenti, per non parlare dei più antichi dogmi di fede legati al mangiare biologico.
Anche settori classicamente definiti più “superficiali” ed “edonistici” come quello della moda hanno
prontamente risposto alla crescente esigenza da parte del consumatore, di trovare delle risposte confortanti
sull’essere “al passo con i tempi” ma con un’ “E-coscienza”. Il Green Glamour sta trovando
sempre più spazio all’interno della moda: da American Apparel a Giorgio Armani, da Otto Group alla brand
danese Noir per citare solo alcuni esempi concreti di una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Mai sentito
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LifestyleBuilding
Fabrizio Meloni Account Executive
Chicca Manca Public relation
La nostra identità, l’identità diogni consumatore diventa
quindi il fattore fondamentaleche costruisce il nostro stile e non
viceversa come accadevaspesso nel passato
Diventa quindi importanteper ogni singola impresa saperrispondere in maniera chiara
e funzionale ai nuovi target e ainuovi network socialiche il mind-style sta
contribuendo a delineare
Bisognava inventarsi qualcosadi nuovo ma allo stesso
tempo di adeguato al mercatoestero e così nacque
una professione, quella dei PR
Un lavoro interessanteappassionante che oggi sempre
di più richiede capacitàdi adattarsi ad ogni
singola situazione, singolo eventoe singola esigenza
"La differenza essenziale tra emozione e ragione
la ragione alle conclusioni"
è che l'emozione porta all'azione,
Donald Calne -Neurologo
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