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L’importanza dell’immagine personale nel Web 2.0. Un ... · 8‐03‐2010 1 L’importanza...

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8‐03‐2010 1 L’importanza dell’immagine personale nel Web 2.0. Un’analisi semiotico-visiva delle immagini del profilo di Facebook. Cdl Triennale in Scienze della comunicazione - Università di Bologna A.A. 2008/2009 Tesi di laurea in Semiotica II Relatore Prof.ssa Giovanna Cosenza Presentata da Micol Maestrini Considerazioni introduttive: gli obiettivi Costruire una tipologia delle immagini del profilo di Facebook che serva da: 1. griglia organizzativa e interpretativa, preliminare a un’analisi più specifica dell’argomento 2. guida a disposizione degli utenti di Facebook, al fine di favorire un uso più consapevole e mirato dell’immagine del profilo 4 marzo 2010 2 Micol Maestrini Considerazioni introduttive: il corpus Il corpus selezionato corrisponde alle immagini del profilo dei miei amici, integrato da una serie di “sguardi all’esterno”, in altri profili, nel tentativo di ampliarne la rappresentatività. • Il carattere indefinito del corpus è motivato dalla natura esclusivamente qualitativa dell’indagine effettuata, che si basa sull’osservazione partecipante, condotta con sguardo semiotico- analitico, delle pratiche d’interazione in Facebook. 4 marzo 2010 3 Micol Maestrini Considerazioni introduttive: la metodologia L’adozione di una prospettiva d’analisi semiotica impone di considerare le immagini del profilo come testi indagarne la valenza comunicativa a prescindere da: • motivazioni soggettive che presiedono alla sua scelta da parte dell’utente • significati arbitrari e non motivati che vengono attribuiti dall’osservatore sulla base di una prima impressione 4 marzo 2010 4 Micol Maestrini Considerazioni introduttive: gli strumenti Data la particolarità dell’oggetto di studio, si è adottato un approccio semiotico integrato. I principali strumenti utilizzati sono: • semiotica dei nuovi media • semiotica visiva • alcuni contributi socio-semiotici • contributi semiotici specifici sulla fotografia 4 marzo 2010 5 Micol Maestrini L’immagine personale in Facebook Posizione all’interno dell’interfaccia grafica del sito: 1. Nell’angolo in alto a sinistra: sempre visibile primo appiglio per farsi un’idea della persona che sta dietro al profilo 2. A fianco delle azioni che l’utente compie per interagire con gli altri utenti (commenti, note, status, ecc…) simulacro visivo dell’utente nelle interazioni sul social network. 4 marzo 2010 6 Micol Maestrini
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8‐03‐2010

1

L’importanza dell’immagine personale nel Web 2.0. Un’analisi

semiotico-visiva delle immagini del profilo di Facebook.

Cdl Triennale in Scienze della comunicazione - Università di Bologna A.A. 2008/2009

Tesi di laurea in Semiotica II Relatore Prof.ssa Giovanna Cosenza

Presentata da Micol Maestrini

Considerazioni introduttive: gli obiettivi

Costruire una tipologia delle immagini del profilo di Facebook che serva da: 1.  griglia organizzativa e interpretativa, preliminare a un’analisi più specifica dell’argomento 2.  guida a disposizione degli utenti di Facebook, al fine di favorire un uso più consapevole e mirato dell’immagine del profilo

4 marzo 2010 2 Micol Maestrini

Considerazioni introduttive: il corpus

•  Il corpus selezionato corrisponde alle immagini del profilo dei miei amici, integrato da una serie di “sguardi all’esterno”, in altri profili, nel tentativo di ampliarne la rappresentatività. •  Il carattere indefinito del corpus è motivato dalla natura esclusivamente qualitativa dell’indagine effettuata, che si basa sull’osservazione partecipante, condotta con sguardo semiotico-analitico, delle pratiche d’interazione in Facebook.

4 marzo 2010 3 Micol Maestrini

Considerazioni introduttive: la metodologia

L’adozione di una prospettiva d’analisi semiotica impone di considerare le immagini del profilo come testi indagarne la valenza comunicativa a prescindere da:

•  motivazioni soggettive che presiedono alla sua scelta da parte dell’utente •  significati arbitrari e non motivati che vengono attribuiti dall’osservatore sulla base di una prima impressione

4 marzo 2010 4 Micol Maestrini

Considerazioni introduttive: gli strumenti

Data la particolarità dell’oggetto di studio, si è adottato un approccio semiotico integrato. I principali strumenti utilizzati sono:

•  semiotica dei nuovi media •  semiotica visiva •  alcuni contributi socio-semiotici •  contributi semiotici specifici sulla fotografia

4 marzo 2010 5 Micol Maestrini

L’immagine personale in Facebook

Posizione all’interno dell’interfaccia grafica del sito: 1.  Nell’angolo in alto a sinistra:

•  sempre visibile •  primo appiglio per farsi un’idea della persona che sta dietro al profilo

2.  A fianco delle azioni che l’utente compie per interagire con gli altri utenti (commenti, note, status, ecc…) simulacro visivo dell’utente nelle interazioni sul social network.

4 marzo 2010 6 Micol Maestrini

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L’immagine personale in Facebook

Obiettivo tipico di Facebook: mantenere contatti e relazioni fra persone che già si conoscono.

#

Chi si iscrive a Facebook dovrebbe essere riconoscibile, dovrebbe presentarsi così com’è nella vita reale (LOGICA del MOSTRARSI).

#

L’immagine del profilo dovrebbe svolgere una funzione di identificazione dell’utente, essere una sorta di “biglietto da visita” importanza preminente del volto: riconoscibilità + responsabilità, credibilità e affidabilità (“metterci la faccia”).

4 marzo 2010 7 Micol Maestrini

Struttura della tipologia

La faccia dell’utente •  faccia •  frammento di faccia •  faccia con oggetto •  figura intera del corpo •  più di una faccia

La non-faccia dell’utente •  frammento di corpo •  figure umane stilizzate •  figure non umane

4 marzo 2010 8 Micol Maestrini

La faccia dell’utente

Faccia

In questa sottocategoria rientrano le immagini del profilo che presentano come elemento figurativo preponderante il volto dell’utente, colto in primo o primissimo piano. La centralità dell’espressione del volto pone come criterio analitico principale quello enunciazionale:

•  frontalità vs profilo •  posizione degli occhi •  direzione dello sguardo •  presenza o assenza del sorriso •  ecc…

4 marzo 2010 10 Micol Maestrini

Faccia Volto frontale e sguardo in camera (senza sorriso).

Volto frontale e sguardo in camera (con sorriso).

4 marzo 2010 11 Micol Maestrini

Faccia

Volto frontale e sguardo rivolto altrove (senza sorriso).

Volto frontale e sguardo rivolto altrove (con sorriso).

4 marzo 2010 12 Micol Maestrini

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Faccia Volto a tre quarti e sguardo in camera (riservatezza).

Volto a tre quarti e sguardo in camera (ammiccamento).

4 marzo 2010 13 Micol Maestrini

Faccia Volto di profilo e sguardo non in camera (senza sorriso).

Volto di profilo e sguardo non in camera (con sorriso).

4 marzo 2010 14 Micol Maestrini

Faccia

•  In generale, più un volto si discosta dalla frontalità, minore è la possibilità di coinvolgere emotivamente l’osservatore.

•  Tuttavia, la presenza di altri elementi (sguardo, sorriso, ecc…), funzionando da dispositivi dell’enunciazione, contribuiscono a determinare l’effetto complessivo dell’immagine sull’osservatore in senso oggettivante o soggettivante.

•  In alcuni casi, ciò che determina l’effetto sull’osservatore non è tanto la sintassi enunciativa in sé stessa, ma la possibilità di riconoscere in quella specifica configurazione un significato chiaro e definito (tipo fisiognomico).

4 marzo 2010 15 Micol Maestrini

Faccia

4 marzo 2010 16 Micol Maestrini

Frammento di faccia

In queste immagini del profilo il volto del soggetto è colto in modo parziale: l’inquadratura taglia la figura piena del volto esibendone solo un frammento (Dettaglio) Particolare funzione della cornice quale dispositivo dell’enunciazione: “[Quando la cornice entra] nella formazione dell’immagine [come] per la prassi di tagliare in modo inatteso gli oggetti in primo piano, si da farli apparire vicini allo spettatore […] sembra attraversare un campo rappresentativo che si estende dietro di essa, ai suoi lati” (Greimas, in Corrain, 2002).

4 marzo 2010 17 Micol Maestrini

Frammento di faccia

La cornice stabilisce un’omologazione fra lo spazio dell’enunciato (dentro l’immagine) e lo spazio dell’enunciazione (il “fuori cornice”) che sollecita l’osservatore a un’attività di cooperazione per il completamento di ciò che non è dato vedere.

Ricostruire il volto dell’utente a partire dal frammento rappresentato nell’immagine, al fine di permetterne l’identificazione.

4 marzo 2010 18 Micol Maestrini

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Frammento di faccia

Ma il richiamo nei confronti dell’osservatore è subordinato al tipo di frammento rappresentato, ovvero al tratto del volto colto nell’immagine. Tre possibili situazioni: •  sia occhi sia bocca (o parte di essi): caso della “mezza faccia” •  solo occhi o solo bocca •  né occhi né bocca

4 marzo 2010 19 Micol Maestrini

Frammento di faccia

4 marzo 2010 20 Micol Maestrini

Frammento di faccia

4 marzo 2010 21 Micol Maestrini

Frammento di faccia

4 marzo 2010 22 Micol Maestrini

Faccia con oggetto

In questa sottocategoria di immagini del profilo l’utente è rappresentato assieme a un oggetto, un’entità fisica che può essere di natura artefatta oppure naturale. La relazione fra utente e oggetto può essere indagata da due punti di vista che corrispondono a due diverse prospettive in cui l’oggetto può essere considerato come elemento portatore di senso rispetto all’utente: 1.  Oggetto come attributo dell’utente 2.  Oggetto come portatore di determinati valori per

l’utente

4 marzo 2010 23 Micol Maestrini

Faccia con oggetto

1.  Oggetto come attributo: elemento che associato all’utente contribuisce a caratterizzarlo e a favorirne il riconoscimento come esemplare di un tipo iconografico personaggio-tipo riconoscibile grazie alle caratteristiche e, appunto, agli attributi.

Il tipo iconografico è un vero e proprio ruolo tematico: circoscrive l’ambito di possibilità (percorsi narrativi e configurazioni discorsive) dell’utente e consente l’attivazione di un universo di aspettative riguardanti la sua personalità, i suoi interessi, i suoi comportamenti tipici, e così via.

4 marzo 2010 24 Micol Maestrini

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Faccia con oggetto

4 marzo 2010 25 Micol Maestrini

Faccia con oggetto

2.  Oggetto come elemento portatore di valori per l’utente: •  Utente in azione con l’oggetto progetto d’azione intenzionale funzione narrativa di aiutante •  Utente in posa con l’oggetto processo passionale funzione attiva, di richiamo

Da queste due diverse messe in scena della relazione fra utente e oggetto derivano due diverse caratterizzazioni dell’utente:

•  Soggetto del fare ruolo attivo dell’utente nei confronti dell’oggetto •  Soggetto di stato ruolo passivo dell’utente nei confronti dell’oggetto

4 marzo 2010 26 Micol Maestrini

Faccia con oggetto

Utente in azione con l’oggetto Utente in posa con l’oggetto

4 marzo 2010 27 Micol Maestrini

Figura intera del corpo

Queste immagini del profilo rappresentano, totalmente o in parte, il corpo dell’utente (il volto non è più in primo piano ma rimane distinguibile).

Corpo in posa vs corpo in movimento

Atteggiamento statico vs atteggiamento dinamico

Consapevolezza vs inconsapevolezza (del soggetto di essere stato fotografato)

4 marzo 2010 28 Micol Maestrini

Figura intera del corpo

Corpo in posa: il significato dell’immagine deriva dalla posa stessa, ossia dal tipo di atteggiamento consapevolmente messo in scena dall’utente determinata configurazione che l’utente impone al proprio corpo nel momento in cui sa di essere guardato dall’obiettivo, sulla base sia dei modelli fotografici derivati da precedenti immagini viste sia dei modelli espressivi appartenenti alla propria cultura figurativa: “Orbene, non appena io mi sento guardato dall’obiettivo, tutto cambia: mi metto in atteggiamento di “posa”, mi fabbrico istantaneamente un altro corpo, mi trasformo anticipatamente in immagine” (Barthes, 1980).

4 marzo 2010 29 Micol Maestrini

Figura intera del corpo

Posa naturale Posa artificiale

4 marzo 2010 30 Micol Maestrini

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Figura intera del corpo

Corpo in movimento: l’immagine rappresenta un’azione del corpo dell’utente colta in un istante preciso (momento incoativo, durativo o terminativo)

L’obiettivo sorprende l’utente senza che lui ne sia consapevole: principio dello “shock fotografico” che consiste “non tanto nel traumatizzare quanto piuttosto nel rivelare ciò che era così ben nascosto, ciò che l’attore stesso ignorava o di cui non era consapevole” (Barthes, 1980).

4 marzo 2010 31 Micol Maestrini

Figura intera del corpo

4 marzo 2010 32 Micol Maestrini

Figura intera del corpo

Impatto sull’osservatore: •  L’immagine del corpo in posa è coinvolgente, in quanto il soggetto raffigurato, precostituendosi in immagine, espone il proprio corpo all’interazione sociale: “mi presto al gioco sociale, poso, so che sto posando” (Barthes, 1980). •  L’immagine del corpo in movimento è, invece, un’immagine oggettiva, meno coinvolgente, in quanto il soggetto, immortalato dall’obiettivo senza accorgersene, non può preparare il proprio corpo predisponendosi all’interazione.

4 marzo 2010 33 Micol Maestrini

Più di una faccia

In questa sottocategoria rientrano quelle immagini del profilo che presentano l’utente non da solo ma assieme ad altri soggetti: messa in scena di una relazione.

un solo volto/corpo vs più di un volto/corpo #

dimensione privata vs dimensione sociale (del sé)

4 marzo 2010 34 Micol Maestrini

Più di una faccia

Natura della relazione messa in scena:

intimità vs appartenenza

•  Intimità: condizione di particolare vicinanza fisica ed emotiva fra due esseri umani, caratterizzata da una forte componente di affettività. •  Appartenenza: legame di natura più razionale e consapevole, che poggia su un meccanismo di identificazione dell’io con un gruppo sulla base della condivisione di determinati comportamenti, valori e atteggiamenti.

4 marzo 2010 35 Micol Maestrini

Più di una faccia

In realtà, intimità e appartenenza sono gli estremi di un continuum all’interno del quale esistono infinite posizioni intermedie. È possibile, dunque, classificare le immagini del profilo appartenenti a questa sottocategoria in base alla loro vicinanza all’uno o all’altro polo del continuum: •  la coppia •  il trio •  il gruppo •  la folla

4 marzo 2010 36 Micol Maestrini

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Più di una faccia

La coppia •  figurativizza il massimo dell’intimità •  gamma relativamente ampia di possibili declinazioni della relazione:

–  sentimentale (fidanzati) –  familiare (marito/moglie, genitore/figlio) –  amicizia

4 marzo 2010 37 Micol Maestrini

Più di una faccia

4 marzo 2010 38 Micol Maestrini

Più di una faccia

Il trio •  ibrido fra intimità e appartenenza •  gamma di possibili declinazioni molto più limitata rispetto alla coppia (si riduce di fatto all’amicizia)

4 marzo 2010 39 Micol Maestrini

Più di una faccia

Il gruppo •  relazione di appartenenza •  declinazione della relazione in base a un criterio di riconoscibilità dell’identità del gruppo:

–  non appartenente a una determinata categoria (semplice gruppo di amici) –  appartenente a una determinata categoria (squadra, gruppo musicale)

4 marzo 2010 40 Micol Maestrini

Più di una faccia

4 marzo 2010 41 Micol Maestrini

Più di una faccia

La folla •  l’utente si presenta come membro di un gruppo potenzialmente infinito (concerto, tribuna allo stadio) •  l’impossibilità di identificare l’utente fa rientrare più propriamente queste immagini nell’ambito della non-faccia

4 marzo 2010 42 Micol Maestrini

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Più di una faccia

Effetto sull’osservatore: •  relazione d’intimità: messa in scena di un aspetto di sé privato coinvolgimento emotivo dell’osservatore •  relazione d’appartenenza: messa in scena di una parte di sé più legata al mostrarsi esteriore meno coinvolgente dal punto di vista emotivo

Quanto maggiore è il numero di soggetti rappresentati nell’immagine, tanto più la relazione si sposta dal polo dell’intimità verso quello dell’appartenenza e, parallelamente, diminuisce l’effetto di coinvolgimento emotivo sull’osservatore.

4 marzo 2010 43 Micol Maestrini

La non-faccia dell’utente

Frammento di corpo

In questa sottocategoria rientrano le immagini del profilo che presentano parti del corpo (più o meno estese). Meccanismo retorico della metonimia (applicata al visivo) parte anatomica come rappresentazione metonimica dell’utente. Fra la parte del corpo e l’utente si stabilisce una connessione, un rimando reciproco, che consiste nell’estendere alcune proprietà della prima al secondo. Il trasferimento di proprietà dipende dai significati connotati associati alla parte del corpo, dall’assetto plastico dell’immagine, dal contesto, dall’eventuale movimento esibito.

4 marzo 2010 45 Micol Maestrini

Frammento di corpo

4 marzo 2010 46 Micol Maestrini

Figure umane stilizzate

In queste immagini del profilo la figura umana viene rappresentata in modo stilizzato. Con il termine stilizzazione si indica una tecnica di rappresentazione che consiste nella riproduzione di una figura nei suoi elementi essenziali. Due caratteristiche principali: 1.  grado di densità figurativa (non iconico) 2.  natura costruita (risultato di una manipolazione grafica)

4 marzo 2010 47 Micol Maestrini

Figure umane stilizzate

1.  Queste immagini non sono fotografie (caratterizzate dal massimo grado di densità figurativa - iconico - che produce effetto di realtà) ma rappresentazioni schematiche ed essenziali della figura umana. Il loro grado di densità figurativa, seppur variabile a seconda dei casi, non coincide mai con il polo estremo dell’iconicità. Di conseguenza, non possiedono la capacità di resa realistica propria della fotografia.

4 marzo 2010 48 Micol Maestrini

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Figure umane stilizzate

2.  Queste immagini sono il risultato della manipolazione di precedenti immagini fotografiche, che consiste nell’elaborazione grafica dell’immagine di partenza, conformandola ai canoni estetici di un determinato stile espressivo. L’immagine esibirà le tracce di questa manipolazione sottoforma di una composizione plastica predefinita in grado di suscitare impressioni, sensazioni e valori indipendentemente da ciò che nell’immagine vi è di immediatamente riconoscibile (il volto o il corpo dell’utente).

4 marzo 2010 49 Micol Maestrini

Figure umane stilizzate

Quadrato di Floch (1986):

valorizzazione pratica valorizzazione utopica

documento valori “utilitari” valori “esistenziali” bellezza

prova (valori d’uso) (valori di base) testimonianza

tecnica valori “non esistenziali” valori “non utilitari” divertimento

(valori d’uso) (valori di base) piacere

gratuità

valorizzazione critica valorizzazione ludica

4 marzo 2010 50 Micol Maestrini

Figure umane stilizzate

L’unicità e la singolarità della rappresentazione realistica (fotografia) vengono sostituite dalla ripetitività e normalità di una rappresentazione schematica e standardizzata secondo determinati criteri stilistici.

Mascheramento dell’identità effettiva dell’utente (non più riconoscibile e distinguibile).

4 marzo 2010 51 Micol Maestrini

Figure umane stilizzate

Stile South Park Stile Simpson

4 marzo 2010 52 Micol Maestrini

Figure umane stilizzate

Stile Manga Stile Manga

4 marzo 2010 Micol Maestrini 53

Figure umane stilizzate

Stile Obama Stile Andy Warhol

4 marzo 2010 54 Micol Maestrini

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Figure umane stilizzate

Effetti grafici Effetti grafici

4 marzo 2010 55 Micol Maestrini

Figure non umane

•  rappresentazioni di figure non umane •  non più solo non-faccia ma non-corpo umano •  varietà interna (sia dal punto di vista figurativo sia dal punto di vista stilistico): oggetti di uso comune, animali, piante, fiori, immagini astratte, ecc… •  figure del mondo artefatte vs figure del mondo naturali:

–  oggetti come “induttori correnti di associazioni di idee” (Barthes, 1982) –  oggetti come simboli (metafore visive)

4 marzo 2010 56 Micol Maestrini

Figure non umane

4 marzo 2010 Micol Maestrini 57

Figure non umane

4 marzo 2010 Micol Maestrini 58

Immagine personale e

Personal branding

Immagine personale e Personal branding

Personal branding: •  Termine coniato nel 1997 da Tom Peters in un articolo intitolato “The Brand Called You” pubblicato sulla rivista americana Fast Company Magazine. •  Indica l’insieme delle sensazioni, individualità e valori che un individuo riesce a trasmettere attraverso le sue attività e il suo comportamento. Se l’immagine personale è la somma dei tratti fisici, del corpo e dell’abbigliamento, il personal branding è la somma degli elementi interiori e intangibili. •  “L’insieme di valori, competenze, visioni, passioni, caratteristiche e ricordi in genere che immediatamente chi ci sta attorno collega alla nostra comparsa fisica o anche solo virtuale” (Zanolli S., Io, società a responsabilità limitata, FrancoAngeli, Milano, 2008).

4 marzo 2010 60 Micol Maestrini

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Immagine personale e Personal branding

Fare personal branding significa gestire strategicamente la propria immagine pubblica considerando sé stessi alla stregua del marchio di un’azienda, con l’obiettivo di valorizzare i propri punti di forza e le proprie unicità, consapevoli dell’effetto che hanno nella mente degli altri. Apparentemente, la finalità principale del personal branding è la promozione in campo lavorativo. Ma, in realtà, il personal branding non è un’opzione, interessa tutti nella misura in cui ognuno di noi, ogni giorno, crea inconsapevolmente il proprio brand.

Creare il proprio brand prima che gli altri lo facciano per noi.

4 marzo 2010 61 Micol Maestrini

Immagine personale e Personal branding

Nuova linfa con l’avvento del Web 2.0, in particolare dei social network: •  accessibilità e disponibilità a basso costo •  rapidità di diffusione dei contenuti attraverso viralità e passaparola •  permanenza dei contenuti •  aumento esponenziale delle possibilità di comunicazione interpersonale •  aumento delle opportunità di visibilità

Blog e servizi di social network sono ambienti ideali nei quali promuovere i propri interessi, rendendo di fatto accessibili i nostri contenuti in maniera permanente (Master24, Management e Leadership).

4 marzo 2010 62 Micol Maestrini

Immagine personale e Personal branding

In questi nuovi ambienti, il protagonista è l’individuo. Allo stesso modo, si cercano persone, le si valutano, si decide di entrare in contatto con loro sulla base di come si presentano (confine molto labile fra vita reale e vita virtuale).

#

Importanza dell’immagine che ciascuno sa creare di sé stesso (ci si mette la faccia): mostrasi affidabili, credibili, unici.

4 marzo 2010 63 Micol Maestrini

Immagine personale e Personal branding

“Nel web come nella vita devi considerare te stesso come un marchio da proporre, da far assaggiare ai potenziali clienti, rendendoli soddisfatti affinché possano garantirti una qualche ricompensa (materiale, mentale, emotiva o spirituale). In questa visione i tuoi clienti sono gli amici, i genitori, i figli, il partner, i colleghi, i concorrenti, i clienti effettivi ovvero la tua “rete sociale”. Che tu lo voglia o no il “personal branding” è inevitabile quindi è meglio gestirlo consapevolmente ricordando sempre che la competitività è uguale alle cose che sai fare (qualità del prodotto “persona”) per le persone che conosci (diffusione del personal brand)”. (http://entradentro.wordpress.com)

4 marzo 2010 64 Micol Maestrini

Immagine personale e Personal branding

Nella strategia comunicativa complessiva dell’utente, l’immagine del profilo assume un’importanza fondamentale in quanto componente visiva del nostro personal brand.

Volto

identificabilità, credibilità e affidabilità #

Scelto come immagine del profilo, è il modo più efficace per rappresentare sé stessi in un’ottica di personal branding.

4 marzo 2010 65 Micol Maestrini

Immagine personale e Personal branding

La scelta dell’immagine del profilo dipende anche dall’uso prevalente che l’utente fa del mezzo (la gamma di “fotine” accettabili è più ampia se uso Facebook prevalentemente a scopo ludico, per scherzare con gli amici). Tuttavia, è necessario considerare gli effetti incontrollabili nell’uso del social network: •  selezione del personale aziendale sulla base del profilo di Facebook (sempre più frequente in ambito aziendale) •  pratiche di violazione della Privacy (uso delle immagini del profilo a scopo pubblicitario, uso illecito e diffamatorio)

4 marzo 2010 66 Micol Maestrini

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Bibliografia

Barthes R. (1980), La chambre claire, Seuil, Paris (trad. it., La camera chiara. Nota sulla fotografia, Einaudi, Torino 1980). Barthes R. (1982), L’obvie et l’obtus. Essais critiques III, Seuil, Paris (trad. it., L’ovvio e l’ottuso. Saggi critici III, Einaudi, Torino 1985). Calabrese O. (1985b), La macchina della pittura, Laterza, Roma-Bari. Corrain L. (2002), Problemi di enunciazione visiva, in Schapiro M. (2002), Per una semiotica del linguaggio visivo, Meltemi, Roma. Cosenza G. (2008), Semiotica dei nuovi media, Laterza, Roma-Bari.

4 marzo 2010 67 Micol Maestrini

Bibliografia

Eco U. (1990), I limiti dell’interpretazione, Bompiani, Milano. Floch J.-M. (1986), Les formes de l’empreinte, Pierre Fanlac, Perigueux (trad. it., Forme dell’impronta, Meltemi, Roma 2003). Fossali P.B., Dondero M.G. (2006), Semiotica della fotografia. Investigazioni teoriche e pratiche d’analisi, Guaraldi, Rimini. Magli P. (2005), Semiotica. Teorie, metodo, analisi, Marsilio, Venezia. Polidoro P. (2008), Che cos’è la semiotica visiva, Carocci, Roma. Pozzato M.P. (2004), Semiotica del testo. Metodi, autori, esempi, Carocci, Roma. 4 marzo 2010 68 Micol Maestrini


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