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LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE E ATTUAZIONE DI UNA STRATEGIA DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA DA PARTE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI giugno 2010
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LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE E ATTUAZIONE DI UNA STRATEGIA DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA DA PARTE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

giugno 2010

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Gruppo di Lavoro per la redazione delle Linee Guida

Enric o Canc ila , Alessandro Bosso, Fabrizio Tolla ri, Astrid Franc esc hetti (ERVET)

Fab io Ira ldo (IEFE Università Boc c oni e Sc uola Superiore Sant'Anna d i Pisa )

Sabrina Melandri, Tania Molteni, Andrea Fontanella , Alessia De Stefani (IEFE - Università Boc c oni)

Mic hela Ga llo, Adriana Del Borghi, Felic e Alfieri (CESISP

Centro Interuniversita rio per lo Sviluppo della Sostenib ilità dei Prodotti)

Rodolfo Pasinetti, Chia ra Lazzari (Amb iente Ita lia

istituto d i ric erc he)

Supporto per la realizzaizone

Il doc umento è sta to elabora to nell ambito del CTS

Comita to Tec nic o-Sc ientific o della Rete CARTESIO (Cluster, Aree Territoria li e Sistemi d Impresa Omogenei) ed ha usufruito del c ontributo tec nic o e finanzia rio delle Reg ioni c omponenti la Rete e del Comune di Milano.

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Indice

INTRODUZIONE................................................................................................................................................................4

1. INVENTARIO TERRITORIALE.....................................................................................................................................11

2. SCENARIO DI BASE (BUSINESS AS USUAL, BAU) E OBIETTIVI STRATEGICI ....................................................25

3. PIANIFICAZIONE.......................................................................................................................................................34

4. DEFINIZIONE DEI PROGETTI.....................................................................................................................................44

5. MONITORAGGIO ......................................................................................................................................................51

6. VALIDAZIONE E VERIFICA DEI PROGETTI, RICONOSCIMENTO DELLE QUOTE DI RIDUZIONE E VALORIZZAZIONE ECONOMICA ...............................................................................................................................61

7. GLOSSARIO ................................................................................................................................................................74

8. APPENDICI .................................................................................................................................................................76

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INTRODUZIONE

Proporre un approc c io metodolog ic o per imposta re effic ac emente le stra teg ie reg iona li e loc a li per la riduzione delle emissioni d i gas serra , risulta ogg i non solo utile per molti a ttori delle politic he amb ienta li e territoria li, ma urgente per rispondere tempestivamente ad a lc uni ind irizzi c omunita ri innova tivi. Temi qua li la va lutazione deg li effetti integra ti delle sc elte d i p rogrammazione e p ianific azione sul c amb iamento c lima tic o, dei possib ili strumenti idonei per il supporto a lle dec isioni (inventa ri, p iani c lima , ind ic a tori per la va lutazione), della va lutazione e rend ic ontazione dell effic ac ia delle politic he e della va lorizzazione (anc he ec onomic a) dei p rogetti d i riduzione delle emissioni d i gas c lima lteranti sono ogg i in c ima a lle agende della politic a territoria le e della ric erc a .

La p roposta c ontenuta nelle p resenti Linee Guida mira ad offrire a lle pubb lic he amministrazioni e ag li enti loc a li una via p ra tic ab ile

per rispondere opera tivamente a i p iù rec enti ind irizzi emana ti a livello c omunita rio in tema d i lotta a i c amb iamenti c lima tic i, antic ipandone le inevitab ili riperc ussioni d i p iù lungo periodo sul modo d i fa re le politic he loc a li per il c lima . Primo fra tutti i riferimenti c omunita ri, la Comunic azione della Commissione Europea n. 147 del 1 ap rile 2009 ( Lib ro Bianc o sull ada ttamento a i c amb iamenti c limatic i: verso un quadro d 'azione europeo ) fonda e a limenta l approc c io d i queste linee guida . Il lib ro b ianc o, infa tti, d ic hia ra c he nell'amb ito d i c iasc una politic a settoria le (es.: energ ia , urbanistic a , rifiuti, ec c .)

rispondere a lle seguenti domande c ruc ia li:

Qua li sono g li impatti, effettivi e potenzia li, dei c amb iamenti c lima tic i nel settore c onsidera to?

Qua li sono i c osti dell'intervento o del manc a to intervento?

Come fa re a ffinc hé le misure p roposte abb iano un'inc idenza e interag isc ano c on le politic he in a ltri settori?

E anc ora , lo stesso Lib ro Bianc o p ropone qua li azioni nec essarie, da pa rte dell Ue e deg li Sta ti Membri:

Va luta re la possib ilità d i subord ina re g li investimenti pubb lic i e p riva ti a lla rea lizzazione d i una va lutazione deg li impatti c limatic i.

Formula re, entro il 2011, linee guida per ga rantire c he g li impatti dei c amb iamenti c limatic i vengano c onsidera ti nell'amb ito dell'a ttuazione delle d irettive sulla VIA e sulla VAS.

Più rec entemente, c on l emanazione della Direttiva 29/ 2009/ CE l Unione Europea ha esp lic itamente c onsentito l adozione d i misure d i a ttuazione per il rilasc io d i quote o c red iti riguardanti p rogetti gestiti dag li Sta ti membri e fina lizza ti a ridurre le emissioni d i gas a effetto serra non d isc ip lina te da l sistema c omunita rio , suggerendo d i fa tto lo sviluppo d i sistemi interni d i sc amb io e va lorizzazione d i quote d i riduzione volonta ria non ric onduc ib ili a ll ambito d i app lic azione dell ETS (Emissioni Trad ing Sc heme). Oltre a c iò, la stessa Direttiva ha p revistola possib ilità c he, nella log ic a del burden sharing sug li ob iettivi d i riduzione, vengano definiti da pa rte d i entità sub-federa li o reg iona li sistemi obb liga tori d i sc amb io delle emissioni d i gas a effetto serra , rispetto a i qua li si ritiene opportuno garantire il c oord inamento amministra tivo e tec nic o riguardo a lle quote d i emissione del

sistema c omunita rio .

Alla luc e delle c onsiderazioni appena esposte, e c on un ottic a p iù ampia rispetto ag li ob iettivi c omunita ri, si ritiene d i poter suggerire la lettura d i queste Linee Guida c ome

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proposta d i strumenti opera tivi utili a ll a ttuazione d i un approc c io territoria le e stra teg ic o per la lotta a i c ambiamenti c lima tic i. E opportuno sottolineare c he le p resenti Linee Guida sono mira te a lla c ostruzione d i una stra teg ia loc a le per la riduzione delle emissioni serra , va le a d ire c he sono rivolte a fornire ind ic azioni opera tive per l a ttuazione d i politic he d i mitigazione, mentre non a ffrontano il tema delle politic he d i ada ttamento. Le stra teg ie d i ada ttamento rappresentano misure c omp lementa ri a lle stra teg ie d i riduzione e, rag ionevolmente, vanno elabora te nella fase d i p ianific azione (c ap . 3) in maniera c oord ina ta .

La c ostruzione d i una stra teg ia d i riduzione delle emissioni serra è evidentemente c ollega ta a lle politic he energetic he loc a li. Pertanto le p resenti linee guida possono c ostituire un utile riferimento anc he per i c omuni c he avendo sottosc ritto il Pa tto dei sindac i (inizia tiva p romossa da lla Commissione Europea )1 sono c hiamati a p red isporre un Piano d i Azione per l Energ ia Sostenib ile (PAES).

Gli opera tori delle pubb lic he amministrazioni e deg li enti loc a li c oinvolti nell app lic azione delle politic he per il c lima sono invita ti ad utilizza re le p resenti Linee Guida e a sperimentare l approc c io p roposto. Il doc umento è liberamente ac c essib ile a tutti g li interessa ti; l utilizzo della metodolog ia p roposta nell amb ito d i p rogetti ed esperienze loc a li può essere segna la to menzionando il p resente doc umento e ind ic ando la fonte d i riferimento (ad es.: riportando il sito web su c ui sono d isponib ili: www.retecartesio.it).

Va infine tenuto p resente c he le p resenti Linee Guida c ostituisc ono un doc umento vivo , ovvero amb isc ono ad essere un riferimento metodolog ic o per quanto possib ile c ond iviso e app lic a to da i possib ili destina ta ri. Per questa rag ione i reda ttori, in nome e per c onto della Rete CARTESIO, si impegnano ad a rric c hire ed integra re il doc umento sulla base delle osservazioni e delle p roposte c he i lettori interessa ti e g li sperimenta tori dell approc c io sono invita ti a trasmettere a l seguente ind irizzo ma il: [email protected]. Allo stesso ind irizzo ma il si p rega d i c omunic a re la dec isione d i adotta re la metodolog ia nell amb ito d i p rogetti o esperienze opera tive.

L elaborazione del p resente doc umento, e le c onseguenti azioni per la sua d iffusione e p romozione p resso g li enti loc a li e le pubb lic he amministrazioni interessa te, hanno i seguenti ob iettivi:

a ) Offrire un supporto per la definizione d i una stra teg ia c omp lessiva da parte d i pubb lic he amministrazioni d i d iverso livello , a l fine d i a ttua re effic ac emente inizia tive d i riduzione delle emissioni GHG, in c oerenza c on il p rop rio ruolo e ambito d i governanc e territoria le e in modo ta le da poter ga rantire un impegno c omp lessivo e c red ib ile in questo amb ito;

b ) Fornire esemp lific azioni e idee sulla possib ile impostazione della stra teg ia , in modo c he questa possa fa re a ffidamento su una fotogra fia inizia le della situazione delle emissioni GHG sul territorio e seguirne le evoluzioni mig liora tive, ragg iunte grazie a lle inizia tive intrap rese;

1 L inizia tiva viene desc ritta p iù in dettag lio nel pa ragra fo c onc lusivo d i questo c ap itolo introduttivo

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c ) Definire le moda lità d i a ttuazione delle stra teg ie adotta te a ttraverso la rea lizzazione d i p iani, p rogrammi e p rogetti e la c ostituzione dei c orrispondenti strumenti d i supporto.

d ) Costruire sc enari c red ib ili, c ond ivisi e p ra tic ab ili sulla possib ile va lorizzazione ec onomic a delle riduzioni effettivamente c onseguite nelle emissioni GHG, supportando g li opera tori delle politic he c limatic he (naziona li, reg iona li e loc a li) nella definizione e nella sc elta fra le opportunità a d isposizione (o da c rea re) sulla base d i voc i d i c osto e benefic io ipotizzab ili e da trasferire nell amb ito spec ific o d i azione della pubb lic a amministrazione o dell ente interessa to.

Sotto il p rofilo metodolog ic o, è importante p remettere c he le Linee guida si basano sui seguenti c riteri opera tivi:

a ) va lorizzazione delle soluzioni e deg li strumenti g ià esistenti e d isponib ili (ad esemp io metod i d i c ontab ilizzazione delle emissioni GHG, standard d i va lidazione dei c red iti, metod i d i va lutazione amb ienta le stra teg ic a ), sfruttando le sinerg ie possib ili e fornendo ind ic azioni su c ome integra rli in una stra teg ia c omp lessiva ;

b ) integrazione deg li strumenti e delle soluzioni g ià d isponib ili a l fine d i renderle maggiormente c oerenti fra loro (e quind i integrab ili) e c olmare gap metodolog ic i e d i app lic azione p ra tic a deg li strumenti e soluzioni, sopra ttutto c on suggerimenti rela tivi a fonti informative c omp lementa ri, app roc c i c orrettivi o moda lità a lterna tive p ra tic ab ili;

c ) approc c io gradua le e p rogressivamente estend ib ile, c he c onsenta a lle pubb lic he amministrazioni ed enti pubb lic i interessa ti d i muovere c on la p ropria stra teg ia da un settore d i a ttività (es.: mob ilità , politic he dell ed ilizia pubb lic a , ec c .), c onc entrando su questo l app lic azione del perc orso suggerito da lle Linee Guida , per poi trasferire lo stesso approc c io ad a ltri settori d i potenzia le interesse;

d ) approc c io modula re , c he c onsenta a lle pubb lic he amministrazioni o enti destina ta ri delle Linee guida d i avva lersi dei suggerimenti metodolog ic i e delle ind ic azioni opera tive fornite step by step e poter dec idere d i c onc entra rsi sulla rea lizzazione d i a lc uni deg li step p revisti, laddove c iò non vada a d isc ap ito della c oerenza e della c red ib ilità della stra teg ia stessa (es.: rea lizzazione del solo inventa rio territoria le del p iano c lima , nel c aso si d isponga g ià d i un quadro emissivo suffic ientemente agg iorna to). Unic a ec c ezione è rappresenta ta da l ric onosc imento delle quote d i riduzione d i gas serra (p roposta nel c ap . 6), c he ric hiede la rea lizzazione a monte dell intero p roc esso (ana lisi, p ianific azione, p rogettazione e monitoragg io);

e) approc c io trasversa le , nec essario a ga rantire c he i c ontenuti delle Linee Guida siano app lic ab ili da d iversi tipolog ie d i amministrazioni ed enti, c iasc uno sec ondo il p rop rio ruolo istituziona le e le p roprie spec ific ità (es.: Comuni, Provinc e, Reg ioni), favorendo l integrazione delle politic he d i riduzione delle emissioni serra a i d iversi livelli territoria li;

f) a ttenzione spec ific a a lle opportunità d i va lorizzazione ec onomic a delle quote d i riduzione dei gas serra , unendo a lle possib ilità a ttua lmente g ià ac c essib ili (es.: merc a to dei c red iti d i tipo VER, Volunta ry Emission Reduc tion, tra tta ti in append ic e) uno sc enario d i va lorizzazione p rospettab ile per il futuro (si veda l intero c ap . 6), nel tenta tivo d i offrire a i destina ta ri delle Linee Guida un ventag lio d i soluzioni ogg i perc orrib ili e suggerire future inizia tive d i a rc hitettura istituziona le anc he a livello naziona le (es.: p roposta d i un sistema d i sc amb io dei c red iti fra Reg ioni o fra

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opera tori pubb lic i, ipotesi d i integrazione e mutuo ric onosc imento c on il merc a to ETS, ec c );

g ) interp retazione del c onc etto d i va lorizzazione ec onomic a in senso esteso, inc ludendovi la nec essità d i fornire a i destina ta ri delle Linee Guida dei riferimenti metodolog ic i in grado d i supporta rli nella stima dei benefic i (nonc hé del possib ile paybac k) lega ti a lla rea lizzazione d i una stra teg ia d i riduzione delle emissioni GHG.

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Le presenti Linee Guida adottano la log ic a espositiva del c ic lo d i Deming: p lan

do

c hec k

ac t, a rric c hito da un ulteriore sezione ded ic a ta a lla va lorizzazione dei risulta ti

ottenuti. L ord ine dei c ap itoli segue la log ic a delle fasi c he c onsentono la c ostruzione d i una stra teg ia d i riduzione delle emissioni d i gas serra . Di seguito si riportano i c ontenuti genera li:

- Inventario territoriale delle emissioni serra Costruzione d i inventa ri reg iona li o loc a li sviluppa ti pa rtendo da metodolog ie c onsolida te.

- Scenario Business as Usual e definizione degli obiettivi strategici Costruzione dello sc enario d i riferimento rispetto a l qua le definire g li ob iettivi da perseguire per la riduzione dei gas c lima lteranti

Questi p rimi due passagg i sono fondamenta li per la definizione in un ambito territoria le d i spec ific i ob iettivi d i riduzione basa ti su una fotogra fia deg li elementi informativi c erti

rela tivi a l territorio e a l suo sviluppo p rospettic o.

- Pianificazione Inserimento deg li ob iettivi in apposito p iano c lima e/ o in p iani settoria li, fornendo ind irizzi per la c ostruzione d i sc enari p revisiona li, c ollega ti ag li ob iettivi.

- Definizione dei progetti da sviluppare Sviluppo delle misure dei p iani e dei p rogetti d i riduzione dei gas c lima lteranti (e a ttuazione d i ta li misure), c on ind ic azioni sulle regole per la definizione delle baseline d i p rogetto e sui requisiti deg li stessi p rogetti, anc he a i fini d i una possib ile va lorizzazione ec onomic a .

Questi due passagg i sotto lineano g li elementi d i p ianific azione sudd ividendoli idea lmente in due grad i d i dettag lio. Da un la to le misure dei p iani, p iù genera li ed amp ie, da ll a ltro i p rogetti (p iù tesi ad una definizione puntua le e tec nic a deg li interventi c he si desidera a ttua re).

- Monitoraggio Va lutazione ex ante d i tutte le misure, nonc hé in itinere, dei p rogetti d i riduzione e dei loro risulta ti rispetto a lla baseline , e va lutazione ex-post dell effic ac ia delle misure dei p iani. Il monitoragg io avviene sulla base dei due livelli desc ritti, c on il livello p iù spec ific o d i p rogetto c he è essenzia le per la verific a dell a ttend ib ilità delle stime p iù grossolane.

- Sistema di verifica Verific a e p roposta d i un eventua le sistema d i va lidazione dei risulta ti c onseguiti da i p rogetti d i riduzione delle emissioni, a i fini della rend ic ontazione o della possib ile va lorizzazione (anc he in c hiave d i ritorno ec onomic o, d iretto o ind iretto).

- Valorizzazione dei risultati Ric onosc imento d i quote d i riduzione

delle emissioni a i fini della rend ic ontazione dei p rogetti, a fini d i ottenimento p rivileg ia to d i finanziamenti pubb lic i o, infine, a i fini d i un eventua le ritorno ec onomic o su un merc a to a ttivab ile su sc a la naziona le.

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Il Pa tto dei Sindac i (Covenant of Mayors) è un'inizia tiva della Commissione europea , lanc ia ta nel genna io 2008 nell amb ito della Settimana europea dell energ ia sostenib ile, c he assegna un ruolo c hiave a lle c ittà nella lotta a l c amb iamento c lima tic o tramite l'a ttuazione d i politic he loc a li in materia d i energ ia . L inizia tiva è su base volonta ria e le c ittà c he vi aderisc ono si impegnano a ragg iungere g li ob iettivi della politic a energetic a c omunita ria in termini d i riduzione delle emissioni dei gas serra . Gli ob iettivi dell'UE sono delinea ti nel pac c hetto c omunita rio sul c lima e sull'energ ia c he impegna g li Sta ti membri a tag lia re le p roprie emissioni d i CO2 d i a lmeno il 20% entro il 2020. I sindac i firma ta ri c ontribuisc ono a ragg iungere questo traguardo a ttraverso la sottosc rizione d i un vinc olo forma le c he p revede la p red isposizione e l'a ttuazione d i spec ific i Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile , c he traduc ono l impegno forma le in misure e p rogetti c onc reti. Le c ittà aderenti ac c ettano d i elabora re un inventa rio delle p roprie emissioni e d i p repara re regola rmente delle relazioni sullo sta to d i a ttuazione dei p rop ri Piani d 'azione, ac c ettano inoltre l'esc lusione da l Pa tto nel c aso in c ui non riesc ano a c onformarsi a lle sue d isposizioni. Si impegnano a ltresì ad assegnare risorse umane suffic ienti a lle azioni p reviste, a inc oragg ia re le c omunità del p rop rio territorio a pa rtec ipa re a ll'a ttuazione del Piano d 'azione, a organizza re g iorna te loc a li per l'energ ia e a svolgere a ttività d i networking c on a ltre c ittà . Attua lmente in Ita lia hanno sottosc ritto l impegno 571 Comuni2.

I Piani d 'Azione per l'Energ ia Sostenib ile (PAES) I c omuni c he sottosc rivono il Pa tto dei Sindac i si impegnano ad invia re il p rop rio Piano d 'Azione per l'Energ ia Sostenib ile entro l'anno suc c essivo a lla da ta d i adesione forma le. Ta le Piano rappresenta il doc umento volto a d imostra re in c he modo l'amministrazione c omuna le intende ragg iungere g li ob iettivi d i riduzione della CO2 entro il 2020. I Piani d 'azione inc ludono inizia tive nei seguenti settori:

edilizia (sia nuove c ostruzioni c he ristrutturazioni)

infrastrutture urbane, essenzia lmente per la d istribuzione dell energ ia (telerisc a ldamento, illuminazione pubb lic a , reti elettric he intelligenti ec c .)

pianific azione urbana e territoria le

fonti d i energ ia rinnovab ile

politic he per il trasporto pubb lic o e p riva to e mob ilità urbana

ac quisti/ forniture pubb lic i

c oinvolg imento dei c ittad ini e, p iù in genera le, pa rtec ipazione della soc ietà c ivile

c omportamenti sostenib ili in fa tto d i energ ia da parte d i c ittad ini, c onsumatori e aziende.

Un requisito ric hiesto da l Pa tto è quello della c ond ivisione dei PAES c on g li stakeholder, per assic ura re maggiori possib ilità d i c ontinuità nel lungo periodo, ed aumenta re le p robab ilità d i suc c esso delle azioni p reviste e quind i il ragg iung imento deg li ob iettivi stab iliti.

La Commissione Europea non fornisc e metodolog ie unic he o vinc olanti per l a ttuazione d i quanto ric hiesto da l Pa tto (il Joint Researc h Centre

JRC ha p red isposto un Guidebook

2 Situazione aggiorna ta a g iugno 2010

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How to develop a Susta inab le Energy Ac tion Plan (SEAP) c he c ostituisc e un riferimento, ma non si p ropone c ome esc lusivo), pertanto le Amministrazioni Comuna li hanno la possib ilità seguire a ltri approc c i. Le Linee Guida Cartesio possono c ostituire un idoneo strumento d i supporto, da l momento c he la definizione d i una stra teg ia loc a le per il c lima rappresenta un approc c io metodolog ic o c oerente c on lo sviluppo delle a ttività p reviste da l Covenant.

I Piani d 'Azione per l'Energ ia Sostenib ile e i Piani Clima I Piani d 'Azione per l'Energ ia Sostenib ile (PAES) e i Piani Clima sono due strumenti d i p ianific azione c he p resentano delle d ifferenze, ma non sono in antitesi anzi risultano p ienamente c ompatib ili e integrab ili. Le p rinc ipa li d ifferenze c onsistono nei settori emissivi c onsidera ti, nelle frequenze dell agg iornamento, nell a ttività d i reporting , Le d ifferenze non sono dunque sostanzia li: si tra tta essenzia lmente d i a lc une a ttività spec ific he o supp lementa ri rispetto ad un norma le iter d i p ianific azione e p rogrammazione. La c omp leta integrazione dei due strumenti si ragg iunge fac ilmente p revedendo a p riori, nel perc orso d i elaborazione d i un Piano Clima , quanto ric hiesto da ll adesione a l Pa tto.

Vista la va lenza e la d iffusione dell inizia tiva , per fac ilita re l integrazione dei due strumenti, le Linee Guida Cartesio illustrano, a ttraverso dei riquadri spec ific i posti a lla fine d i ogni c ap itolo d i riferimento, le ind ic azioni per una c orretta imp lementazione d i quanto p revisto da l Covenant3.

3 Lle ind ic azioni fanno riferimento a quanto riporta to nelle Parti I (The SEAP p roc ess, stp -by-step towards the

20% ta rget by 2020) e II (Baseline emission inventory) del Guidebook sviluppa to da l Joint Researc h Centre. Nei box esp lic a tivi le Linee Guida Cartesio vengono ind ic a te c on LLGG Cartesio e il Guidebook del JRC c on LLGG JRC .

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1. INVENTARIO TERRITORIALE

Un inventa rio territoria le delle emissioni in a tmosfera è definito c ome una serie organizza ta d i da ti rela tivi a lla quantità d i inquinanti introdotti in a tmosfera da sorgenti na tura li e/ o a ttività antrop ic he , c osì c ome spec ific a to nel DM del 20/ 05/ 91 Criteri per l elaborazione dei p iani reg iona li per il risanamento e la tutela della qua lità dell a ria . La rea lizzazione dei p rimi inventari d i emissioni in a tmosfera risa le ag li anni 70, ad opera dell Environmenta l Protec tion Agenc y (EPA) deg li Sta ti Uniti. In amb ito europeo, nel 1985 è sta to lanc ia to il p rogetto CORINAIR (CoORdina tion-Information-AIR), fina lizza to a ll'a rmonizzazione, a lla rac c olta e a ll'organizzazione delle informazioni c oerenti sulle emissioni d i inquinanti in a tmosfera nella c omunità europea . L ob iettivo del p rogetto era quello d i rea lizza re un p rototipo d i inventario delle emissioni in a tmosfera d i SOx (ossid i d i zolfo), NOx (ossid i d i azoto) e COV (c omposti organic i vola tivi), a c ui sono poi sta ti aggiunti NH3 (ammoniac a) e CO (monossido d i c a rbonio), nella versione del 90, e PM10 (polveri inquinanti minori d i 10 mic ron), HM (meta lli pesanti) e POP (inquinanti organic i persistenti), nella versione del 94. Una delle c ritic ità del metodo CORINAR, c osì c ome d i a ltre metodolog ie c he si sono sviluppa te in seguito, è c he sono na te p rinc ipa lmente per ana lizza re inquinanti d i tipo loc a le. Benc hé ogg i CORINAIR tenga in c onsiderazione inquinanti g loba li qua li CO2, CH4 e N2O, la metodolog ia mantiene una struttura p iù ada tta a lla gestione d i inquinanti loc a li.

Il p resente doc umento è rivolto ag li Enti Loc a li c he intendono definire una stra teg ia a l fine d i a ttua re effic ac emente inizia tive d i riduzione delle emissioni d i GHG. Come inventa rio territoria le si intende dunque una serie organizza ta d i da ti rela tivi a lle emissioni d i gas ad effetto serra (CO2, CH4, N2O) p rodotte e rimosse annua lmente, a ll interno dell amb ito territoria le d i riferimento, da a ttività non soggette a lla d irettiva dell Emission Trad ing (2003/ 87/ CE), ovvero ric omprese nei seguenti settori:

Trasporti;

Edilizia ;

Servizi;

Agric oltura ;

Gestione rifiuti;

Pic c oli imp ianti industria li.

L esc lusione da ll inventa rio dei settori industria li soggetti a lla Direttiva ETS (termoelettric o, ra ffinazione, p roduzione d i c emento, ac c ia io, c a rta , c eramic a e vetro) deriva da lla nec essità d i evita re una dopp ia c ontab ilizzazione delle emissioni o riduzioni in queg li amb iti g ià regolamenta ti da una d irettiva europea .

La rea lizzazione d i un inventa rio delle emissioni può rivela rsi utile sotto moltep lic i punti d i vista :

fini c onosc itivi

un inventa rio fornisc e un dettag lia to quadro c onosc itivo del territorio d i c ui l amministrazione loc a le è responsab ile;

fini va luta tivi

l inventa rio permette d i va luta re: 1. le c ritic ità del territorio; 2. la situazione dell a rea oggetto dell inventa rio, in termini d i inquinamento da GHG,

rispetto ad a ltre rea ltà territoria li; 3. l effic ac ia d i p iani o p rogetti nel ridurre le emissioni;

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fini informativi

l inventa rio è uno strumento d i c omunic azione verso g li stakeholder

dell amministrazione loc a le rela tivamente a ll inquinamento da emissioni in a tmosfera ;

supporto a lle dec isioni

l inventa rio, definendo il c ontesto emissivo d i una spec ific a

rea ltà territoria le, è p ropedeutic o a lla definizione d i sc enari d i evoluzione delle emissioni e dunque a lla p ianific azione d i stra teg ie d i riduzione d i queste.

Un inventa rio deve perc iò c ontenere informazioni riguardo a :

1. Quadro d i riferimento dell inventa rio: - c onfini territoria li/ d i responsab ilità dell Ente Loc a le; - anno d i riferimento; - metodolog ia utilizza ta ;

2. Inquadramento geogra fic o dell a rea oggetto dell inventa rio; 3. Inquadramento soc io-ec onomic o del territorio; 4. Inquinanti tra tta ti (CO2, CH4 e N2O); 5. Amb iti settoria li inc lusi; 6. Fonti d i emissione p resenti sul territorio; 7. Misurazioni e/ o stima delle emissioni per c iasc una fonte; 8. Emissioni tota li e b ilanc io dei gas serra .

Nel p resente lavoro, ind irizza to ad Enti Loc a li Ita liani, si tiene c ome riferimento la metodolog ia per la c omp ilazione d i inventa ri d i emissione sviluppa ta a ll'interno del p rogetto CORINAIR, essendo ad ogg i la p iù utilizza ta nel nostro Paese sopra ttutto a livello reg iona le, c ome emerge da lla rac c olta da ti della rete SINA (Sistema Informativo Naziona le Amb ienta le).

Preparazione alla realizzazione di un inventario Anc ora p rima d i p roc edere a lla rea lizzazione dell inventa rio è nec essario c onosc ere e/ o stab ilire:

Obiettivo dell inventa rio e risulta ti a ttesi;

Sc adenza tempora le d i rea lizzazione;

Risorse ec onomic he d isponib ili;

Materia le ed informazioni esistenti;

Competenze esistenti e/ o ric hieste;

Solo avendo ben definiti questi elementi è possib ile p ianific a re l inventa rio. L impegno ric hiesto in termini d i risorse ec onomic he, tempo, persona le sa rà tanto maggiore quanto p iù dettag lia te sa ranno le informazioni c he si vorranno ottenere, e vic eversa . Tutto questo senza sc ordare temp i e risorse effettivamente d isponib ili, c he c ond izioneranno la sc elta verso c erti approc c i metodolog ic i, p iuttosto c he a ltri.

Calcolo/ stima delle emissioni A livello idea le, una metodolog ia d i rea lizzazione d i un inventa rio p revedrebbe una spec ific a quantific azione, tramite misurazioni d irette, d i tutte le emissioni delle d iverse tipolog ie d i sorgenti per l a rea e il periodo d i interesse. Questo è possib ile in c asi pa rtic ola ri, ad esemp io per imp ianti industria li c he d ispongano d i sistemi d i misurazione in c ontinuo delle emissioni in a tmosfera e c he c omunic ano i da ti period ic amente ag li enti c ompetenti. Tuttavia nella p ra tic a questo approc c io è poc o utilizzab ile, in quanto g li inventa ri genera lmente riguardano territori estremamente vasti (ad esemp io un intera p rovinc ia ) e a lc une tipolog ie d i emissioni (ad esemp io emissioni d i a ttività agric ole) c he

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per loro stessa na tura sono d iffic ilmente quantific ab ili a ttraverso da ti puntua li rileva ti c on misurazioni sul c ampo o basa ti su da taset esistenti. Dove non è possib ile effettua re una quantific azione d iretta delle emissioni è dunque nec essario ric orrere ad un approc c io c he effettui la stima delle emissioni, sulla base d i una relazione fra l a ttività della sorgente e l emissione. A livello genera le la relazione può essere ric ondotta a lla seguente formula :

Ei = A * FEi

dove: o Ei = emissione dell inquinante i (ton/ anno), ovvero la quantità d i sostanza

inquinante i (esp ressa in ton) genera ta ed immessa in a tmosfera a seguito d i una determina a ttività ;

o A = ind ic a tore dell a ttività , ovvero il pa rametro c he meglio desc rive l a ttività c he genera un emissione, a c ui è assoc iab ile un inquinante, rapporta to a ll unità d i tempo (genera lmente l anno). Si può ad esemp io tra tta re d i unità d i p rodotto per il settore industria le ed agric olo, c osì c ome d i c ombustib ile utilizza to in c aso d i generazione d i elettric ità (quantità p rodotta / anno, c onsumo d i c ombustib ile/ anno, ec c );

o FEi = fa ttore d i emissione dell inquinante i (g / unità d i p rodotto, g / unità d i c ombustib ile c onsumato,ec c ), ovvero la quantità d i sostanza inquinante immessa in a tmosfera per ogni unità d i ind ic a tore d a ttività .

Fonti di emissione Per una c orretta gestione delle informazioni e dei da ti c he andranno a c omporre l inventa rio, è utile innanzitutto p roc edere ad una c lassific azione delle tipolog ie d i emissione. Questa può essere fa tta sulla base d i tre c riteri:

Posizione geogra fic a rispetto a i c onfini d i responsab ilità dell Ente;

Capac ità d i gestione ed influenza da parte dell Ente responsab ile dell emissione;

Esempio 1: Stima delle emissioni di CO2 da produzione di energia elettrica da centrale termoelettrica a gas naturale

A= 1.088.420 TJ FECO2= 56,1 t/TJ (valore IPCC, 2006)

ECO2= 1.088.420 TJ * 56,1 t/TJ = 61.060 Gg CO2

Esempio 2: Stima delle emissioni di gas serra da consumo di energia elettrica importata

A= 114.887 MWh FECO2 eq.= 0,42 tCO2 eq./MWh (valore mix energetico nazionale, 2006)

ECO2 eq.= 114.887 MWh * 0,42 tCO2 eq./MWh = 54.944 t CO2 eq.

(fonte: Progetto REGES, Progetto per la Verifica e la Certificazione della Riduzione delle Emissioni di Gas ad Effetto Serra per il Territorio della Provincia di Siena

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Forma fisic a della fonte d i emissione.

Ciò c he p iù interessa a i fini dell inventa rio territoria le è la c lassific azione delle fonti sulla base della loro loc a lizzazione geogra fic a in:

interne , c ioè emesse da tutti g li a ttori territoria li a ll interno dei c onfini c he identific ano l a rea d i responsab ilità dell Ente Loc a le;

esterne , c ioè imputab ili a lle a ttività deg li a ttori territoria li (es:c omunità d i c ittad ini, imprese, ec c .) le c ui fonti d i emissione risulta esterna a i c onfini territoria li (esemp i: energ ia importa ta per c onsumi interni, sma ltimento dei rifiuti p rodotti internamente ma sma ltiti esternamente).

Questa sudd ivisione c orrisponde in pa rte a quella p roposta da ll ICLEI per la Community-Sc a le , ovvero le emissioni p rodotte da ll intera c omunità c he insiste sul territorio d i c ui l Ente Loc a le è responsab ile.

LINEE GUIDA CARTESIO PROTOCOLLO ICLEI

Emissioni Interne Community-Sc a le

Sc ope 1 Emissioni Esterne Community-Sc a le

Sc ope 2 and 3 emissions

La sec onda tipolog ia d i c lassific azione delle fonti, sulla base della c apac ità d i gestione ed influenza , può essere effettua ta solo su quelle emissioni c he sono d irettamente o ind irettamente lega te a lle a ttività svolte da ll Ente Loc a le. Queste, benc hé importanti, possono tuttavia essere c onsidera te una sottoc a tegoria delle emissioni interne ed esterne . Una c lassific azione delle emissioni sulla base della c apac ità d i gestione dell Ente non è dunque da c onsidera rsi p riorita ria nella rea lizzazione d i un inventa rio, ma può rivela rsi utile per effettua re un foc us sulle performac e dell amministrazione loc a le. Una possib ile c lassific azione, rifac endosi a lla definizione della Norma ISO 14064, è la seguente:

emissioni d irette , ovvero da sorgenti d i p rop rietà o c ontrolla te da ll organizzazione (nel nostro c aso l amministrazione loc a le), e sui c ui questo può dunque eserc ita re un c ontrollo d iretto (ad es: emissioni p rodotte da persona le dell Ente nell amb ito dello svolg imento delle p roprie a ttività lavora tive);

emissioni ind irette da c onsumo energetic o: Emissioni d i GHG derivanti da lla p roduzione d i elettric ità , c a lore o vapore importa ti e c onsumati da ll organizzazione (ad es: c onsumo energetic o per l illuminazione, il risc a ldamento deg li uffic i e la p roduzione d i ac qua c a lda sanita ria );

a ltre emissioni ind irette: emissioni, d iverse da lle emissioni ind irette da c onsumo energetic o, c he sono c onseguenza delle a ttività d i un organizzazione, ma c he sc a turisc e da sorgenti d i gas serra d i p rop rietà o c ontrolla te da a ltre organizzazioni (ad es: emissione p rodotte da l servizio d i trasporto rifiuti gestito da terzi).

La c lassific azione ISO 14064 c orrisponde a quella p revista da ll Interna tiona l Loc a l Government GHG Emissions Ana lysis Protoc ol dell ICLEI (Interna tiona l Counc il for Loc a l Environmenta l Initia tives) per le emissioni lega te a lle Government Opera tions., ovvero le a ttività dell amministrazione loc a le.

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ISO 14064 PROTOCOLLO ICLEI

Emissioni Dirette Government Opera tions

Sc ope 1

emissions Emissioni Ind irette da Consumo Energetic o

Government Opera tions

Sc ope 2

emissions Altre Emissioni Ind irette Government Opera tions

Sc ope 3

emissions

Infine, sulla base della forma fisic a della fonte d i emissione, queste possono essere sudd ivise nelle seguenti c a tegorie:

d iffuse , ovvero d istribuite sul territorio;

puntua li, ossia fonti d i inquinamento loc a lizzab ili geogra fic amente;

linea ri, ovvero assimilab ili a linee in c ui si c onc entrano le fonti emissive, c ome ad esemp io le strade;

Anc he quest ultima definizione, benc hé va lida , risulta d i utile solo ad una mig liore qua lific azione delle fonti ric omprese in un inventa rio territoria le delle emissioni d i gas serra . La maggior pa rte d i queste (ric ordando c he le emissioni del settore industria le ed energetic o sono per lo p iù c omprese nel sistema ETS, e quind i da non c onsidera rsi) derivano da l settore c ivile e da l tra ffic o veic ola re, responsab ili d i un inquinamento d i tipo d iffuso. Considerando inoltre c he i gas serra sono inquinanti g loba li, la posizione geogra fic a e la forma fisic a sono informazioni ac c essorie, ma anc ora una volta p reme sottolineare c he, a i fini dell inventa rio, c iò c he interessa e c he la fonte sia interna od esterna a i c onfini d i c ompetenza dell Ente Loc a le.

Ambiti settoriali Al fine della rea lizzazione d i un inventa rio può risulta re effic ac e sudd ividere le emissioni in amb iti settoria li, c he raggrupp ino fonti d i emissioni simili tra loro per orig ine. Nell amb ito del p rogetto CORINAIR è sta ta sviluppa ta la nomenc la tura SNAP (Selec ted Nomenc la ture for Air Pollution) per le sorgenti emissive, g iunta a lla versione riferita a ll'anno 1997, c he ind ividua 11 mac rosettori:

c entra li elettric he pubb lic he, c ogenerazione e telerisc a ldamento;

impianti d i c ombustione non industria li (c ommerc io, residenzia le, agric oltura );

c ombustione nell'industria ;

proc essi p roduttivi;

estrazione e d istribuzione d i c ombustib ili fossili;

uso d i solventi;

trasporto su strada ;

altre sorgenti mob ili e mac c hina ri;

trattamento e sma ltimento rifiuti;

agric oltura ;

altre sorgenti e assorb imenti.

Tuttavia non sempre questa c lassific azione risulta ada tta per struttura re suc c essivamente un Piano Clima o p rogetti spec ific i d i riduzione, in pa rtic ola re per a lc une tipolog ie d i da ti. In a lc uni c asi risulta essere troppo dettag lia ta , in a ltri non ha d isaggregazioni utili a lla

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rea ltà in esame (es. non c i sono emissioni riferib ili a TPL, tipolog ia autobus inserita nel settore dei veic oli pesanti, nessuna spec ific a per bus pubb lic i o p riva ti, ec c ), il c he imped isc e una suc c essiva identific azione e monitoragg io d i spec ific i ob iettivi e misure d i riduzione.

Per rea lizza re un inventa rio d i emissioni d i GHG, a livello ind ic a tivo i p rinc ipa li amb iti settoria li da ind ividuare possono essere:

c onsumi energetic i d i ed ific i ad uso residenzia le;

c onsumi energetic i d i ed ific i ad uso c ommerc ia le;

c onsumi energetic i d i ed ific i ad uso industria le;

emissioni da uso del suolo (agric oltura e/ o zootec nia );

assorb imenti da uso del suolo;

trasporti (pubb lic i, p riva ti);

gestione dello sma ltimento rifiuti;

produzione d i energ ia elettric a e/ o termic a non c ompresa nel sistema ETS.

Altri ambiti settoria li spec ific i, lega ti a pec ulia rità del territorio, dovranno essere eventua lmente identific a ti da c hi rea lizza l inventa rio, in modo da ottenere un quadro per quanto possib ile esaustivo. La sudd ivisione delle emissioni d i amb iti settoria li ha lo sc opo d i identific a re le key c a tegories (c ome rac c omanda to anc he nella metodolog ia IPCC), ovvero quelle c a tegorie d i fonti d i emissione c he hanno un influenza signific a tiva sull inventa rio del territorio in esame, sul tota le delle emissioni genera te. Aver ind ividua to le key c a tegories per l amministrazione loc a le signific a :

potere sc eg liere l approc c io mig liore da utilizza re in fase d i rea lizzazione dell inventa rio (approc c i top -down e bottom-up , desc ritti nel pa ragra fo seguente);

foc a lizza re le possib ili a ree d i mig lioramento, e dunque dec idere c ome ag ire per ridurne g li impa tti in termini d i emissioni d i GHG.

Approcci

e

Per la stima delle emissioni sono spesso utilizza ti due d ifferenti approc c i, uno denomina to top -down , l a ltro bottom-up . La stima "top -down" è una metodolog ia c he parte da i

va lori d i emissioni annue c a lc ola ti a livello naziona le, spesso a ll interno del p rogetto europeo CORINAIR, e dettag lia te in d iverse a ttività sec ondo i spec ific i c od ic i SNAP 97, per d isaggregarli a livello spazia le e tempora le. L approc c io "bottom-up" pa rte da da ti loc a li a livello c omuna le o, dove possib ile, da ll oggetto spec ific o dell emissione (qua le può essere il trac c ia to della strada o la loc azione dell industria ) e c on queste informazioni e g li spec ific i fa ttori d i emissione stima le emissioni ora rie d irettamente a livello loc a le. Proponiamo d i seguito una desc rizione dei due possib ili approc c i a lla stima delle emissioni.

Linventario strutturato secondo l approccio

Il p rob lema fondamenta le d i struttura re un inventa rio sec ondo un approc c io top -down è quello della d isponib ilità dei da ti. Spesso c i si trova nella c ond izione d i non d isporre d i informazioni sulle fonti d i emissione oppure d i d isporne, ma riferite ad amb iti territoria li p iù vasti, a sc a le tempora li d ifferenti o ad anni d iversi da quello p reso a riferimento per l inventa rio. La d iffic oltà c onsiste dunque nel rapporta re i da ti d isponib ili, tra loro d isomogenei, a lla situazione territoria le e spazia le dell inventa rio, sec ondo opportuni c riteri d i p roporziona lità e c oerenza .

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La situazione p iù c omune è quella in c ui g li unic i da ti reperib ili sono i tota li naziona li (a volte sono d isponib ili anc he informazioni a livello reg iona le o p rovinc ia le, ma ra ramente a livello c omuna le) e dunque si rende nec essario ind ividuare opportune va riab ili c he c onsentano d i relazionare l a rea d i c ui si d ispone d i informazioni c on l a rea oggetto dell inventa rio per poter d isaggregare i da ti a lla sc a la territoria le d i interesse. A tito lo esemp lific a tivo, possib ili va riab ili per la d isaggregazione dei va lori d i emissione sono:

Emissioni da c onsumi energetic i d i ed ific i/ Produzione energ ia

Combustib ile

utilizza to;

Emissioni da p roduzione industria le

Quantità d i p rodotto/ settore;

Numero d i addetti per tipolog ia merc eolog ic a d i aziende;

Emissioni da trasporto

Perc entua le d i tra tti strada li appartenenti a l territorio;

Popolazione residente;

Consumo d i c ombustib ile;

Emissioni da a ttività d i tra ttamento rifiuti

Popolazione residente;

c apac ità imp ianti d i c ombustione (ton c ombuste/ anno);

ton rifiuti stoc c a ti in d isc a ric a ;

Emissioni da a ttività agric ole

Quantità d i p rodotto agric olo;

Superfic ie c oltiva ta ;

quantità fertilizza ti utilizza ta ;

Disponendo dei va lori d i emissione (E) d i un area vasta e delle va riab ili per la d isaggregazione (V), è possib ile stimare le emissioni nell a rea d i interesse med iante la formula :

Ek = Vk/ Vt * Et

Dove: Ek = va lore emissivo della sorgente in esame nell a rea k, oggetto dell inventa rio Et = va lore emissivo tota le noto nell a rea p iù vasta t Vk = va lore della va riab ile c he c a ra tterizza il territorio a livello dell a rea k Vt = va lore della va riab ile c he c a ra tterizza il territorio a livello dell a rea vasta t

Per quanto riguarda il c aso ita liano, un utile guida per la d isaggregazione delle emissioni sec ondo un approc c io top -down è La d isaggregazione a livello p rovinc ia le dell inventa rio naziona le delle emissioni , pubb lic a to da APAT nel 2004, c he illustra ta l a ttività svolta per d isaggregare su base p rovinc ia le le emissioni d i inquinanti e dei gas serra stimati nell inventa rio CORINAIR su base naziona le

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Nel c aso invec e in c ui si d isponga d i da ti d i emissione riferiti a sc a le tempora li d ifferenti da quella d i interesse, l approc c io p iù semp lic e per c onsidera re questa va riazione utilizza semp lic i c oeffic ienti (24 per l emissione ora ria , 7 per la va riazione g iorna liera in una settimana , 12 per la modulazione mensile) c he c onsentono fac ilmente d i ric avare l emissione annua partendo da quella ora ria , g iorna liera o mensile e vic eversa .

Sic uramente la c ritic ità dell app roc c io top-down risiede nell a ffidab ilità delle stime d i emissione c osì ottenute, d ipendente in p rimo luogo da lla va riab ile sc elta per la d isaggregazione delle emissioni, c he deve essere quanto p iù rapp resenta tiva della sorgente emissiva , c osì da c onsentire una g iusta ripa rtizione delle emissioni. Inoltre non è da sottova luta re il g rado d i p rec isione deg li inventa ri c ui si fa riferimento, c he tende inevitab ilmente a d iminuire a ll aumenta re dell estensione dell a rea ric ompresa nell inventa rio. Può dunque ac c adere c he sorgenti emissive pa rtic ola rmente signific a tive per la rea ltà in esame non lo siano ad esemp io per un inventa rio naziona le, da c ui si a ttinge il da to da d isaggregare, e c he quind i in questo non siano sta te c orrettamente stimate. Questo va le essenzia lmente per sorgenti emissive puntua li o lineari, c he in linea genera le vanno identific a te e misura te c aso per c aso.

L approc c io top -down per la stima delle emissioni può dunque essere c osì sc hematizza to:

1. Identific azione delle fonti d i emissione p resenti a ll interno dell amb ito territoria le d i c ompetenza dell Ente Loc a le;

2. Ric erc a dei da ti emissivi d isponib ili sulle fonti d i emissione ind ividua te, spesso reperib ili su sc a la spazia le p iù amp ia o su sc a la tempora le d ifferente;

3. Sc elta dei c riteri d i d isaggregazione c he meglio rappresentano la sorgente emissiva e c he meglio c orrelano le rea ltà da relazionare;

4. Stima delle emissioni, med iante le opportune va riab ili d i d isaggregazione, da utilizza rsi c on le dovute c autele a sec onda del g rado d i a ffidab ilità dei da ti.

Laddove non sia possib ile reperire da ti su fonti d i emissioni pa rtic ola rmente signific a tive per il territorio, o nel c aso in c ui med iante il p roc esso d i d isaggregazione il da to fina le risulti

Esempio: Calcolo dell emissione di N2O dall uso di fertilizzanti su terreni con arature nel Comune di Dovera (CR)

dati: k = area in esame = Comune di Dovera t = area vasta = Provincia di Cremona V = variabile per la disaggregazione = superficie terreni con arature (ettati)

ECR, N2O = 263 kg/anno

VCR = 162.897 ettari VDovera = 1.059 ettari

EDovera, N2O = VDovera / VCR * ECR, N2O = 1.059 / 162.897 * 263 = 1,71 kg/anno

(Fonte: Inventario INEMAR, Regione Lombardia)

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poc o p rec iso ed a ffidab ile, si rende nec essario p roc ede c on un approc c io d i tipo bottom-up , c ome desc ritto nel seguente pa ragra fo.

Linventario strutturato secondo l approccio

e misto

L approc c io bottom-up , quando e se possib ile, rappresenta la sc elta idea le nella rea lizzazione d i un inventa rio perc hé permette d i ottenere informazioni estremamente dettag lia te e p rec ise rela tivamente a l territorio in esame. La teoria p revede infa tti c he si pa rta da lla fonte spec ific a dell emissione per g iungere a l da to c omp lessivo territoria le, ovvero esa ttamente l opposto d i quanto avviene operando med iante un approc c io top -down. Le d iverse tipolog ie d i emissioni possono essere quantific a te, sulla base della loro na tura , med iante:

misurazioni d irette;

stime da da ti rac c olti tramite appositi c ensimenti;

stime a ttraverso opportuni ind ic a tori e fa ttori d i emissione.

Nella p ra tic a , nella maggior pa rte dei c asi non si effettuano misurazioni d irette p resso le singole fonti puntua li d i emissione, ma si opererà med iante stime e/ o da ti c omp lessivi d i a ttività (c onsumi d i c a rburante, km perc orsi, ton d i rifiuti, ec c . ) riferiti a i d iversi ambiti settoria li identific a ti, e da questi si c a lc olano le emissioni med iante g li opportuni fa ttori d i emissioni (sec ondo la formula riporta ta a pag ina 11).

I limiti d i questo approc c io risiedono in p rimo luogo neg li a lti c osti e tempi d i rea lizzazione, lega ti a ll eleva ta mole d i da ti ed informazioni da rac c og liere ed ana lizza re. Inoltre non meno importante è il p rob lema lega to a lla non c omparab ilità dei da ti. Essendo i va lori d i emissione c a lc ola ti d irettamente da ll Ente, med iante una p ropria metodolog ia e pa rtendo da lle spec ific he sorgenti emissive, questi sa ranno d iffic ilmente c onfrontab ili c on da ti d i emissione riferiti ad a ltri ambiti territoria li. Inoltre l Ente dovrà p rovvedere annua lmente a tenere agg iorna ti i da ti med iante l utilizzo della stessa metodolog ia , per assic ura re c he i da ti sia c onfrontab ili nel tempo.

Nella rea ltà , struttura re tota lmente un inventa rio sec ondo l approc c io bottom-up può risulta re estremamente d ispend ioso in termini d i risorse e temp i d i rea lizzo. D a ltro c anto, utilizza re unic amente l approc c io top -down signific a rea lizza re un inventa rio troppo poc o p rec iso e a ffidab ile nella rappresentazione d i una p ic c ola rea ltà territoria le, e dunque d i sc a rsa utilità qua le punto d i pa rtenza per la p ianific azione a livello loc a le d i interventi d i riduzione delle emissioni. La sc elta idea le risiede nel ric orrere ad un approc c io misto, p roc edere med iante l approc c io bottom-up per i settori d i pa rtic ola re rilevanza per l a rea in esame, lasc iando l approc c io top -down per i restanti settori.

Raccolta dati L inquadramento dei da ti utili a l fine della c omp ilazione d i un inventa rio e la loro rac c olta è spesso una fase c omp lessa , c onsidera ta la numerosità d i informazioni ric hieste e dei soggetti c he detengo le informazioni, nonc hé i tempi tec nic i nec essari a lla loro rac c olta o misurazione d iretta . Per p rima c osa è opportuno delineare lo sc enario d i app lic azione dell inventa rio, ovvero definire:

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l area d i responsab ilità dell Ente Loc a le;

l anno d i riferimento dell inventa rio;

le a ttività da inc ludere/ esc ludere: nell inventa rio vanno tenute in c onsiderazioni solo le emissioni genera te nei settori non soggetti a lla d irettiva dell Emission Trad ing (settori non-ETS);

tipolog ia d i approc c io per la stima delle emissioni: top -down, bottom-up o misto;

disponib ilità o meno d i software spec ific i per il c a lc olo delle emissioni

A questo punto è possib ile p roc edere a lla rac c olta dei da ti nec essa ri a lla stesura dell inventa rio, ovvero:

loc a lizzazione delle fonti d i emissione;

fattori d i emissione (FE)

per approc c io bottom-up ;

indic a tori d i a ttività (A)

per approc c io bottom-up ;

emissioni da d isaggregare

per approc c io top -down;

variab ili per la d isaggregazione spazia le e tempora le delle emissioni

per approc c io top -down.

Il c ensimento delle fonti d i emissione è p ropedeutic o a lla rea lizzazione d i un inventa rio e c onsiste nell a ttività d i rac c olta d i da ti, stime o misure, rela tivi a lla quantità d i inquinante introdotto in a tmosfera da c iasc una fonte d i emissione, a l fine d i identific a re le sorgenti p resenti sul territorio.

Il p rimo p rob lema c he c i si trova ad a ffronta re è dove reperire le informazioni. É importante p rec isa re c he per ga rantire la rip roduc ib ilità dei c a lc oli e la c oerenza dei da ti in inventa ri rea lizza ti o da rea lizza rsi in serie storic a , è nec essario porre a ttenzione a lla sc elta delle fonti dei da ti d i a ttività , dei fa ttori d i emissione e della metodolog ia d i stima sc elta , c osì c he siano trasparenti e fac ilmente agg iornab ili. Per quanto c onc erne le emissioni d irette ed ind irette , l Ente Loc a le deve intrap rendere un p rec orso simile a quello p revisto per la rea lizzazione d i un ana lisi amb ienta le inizia le o d i una relazione sullo sta to dell amb iente, ovvero ind ividuare quelle c he sono le fonti d i emissioni c onnesse a llo svolg imento delle p roprie a ttività e d i organizzazione c he operano per essa . Per fa re questo è nec essario indagare tutti g li ambiti c onnessi a ll a ttività svolta ed i servizi forniti, rac c og liendo informazioni p resso le p roprie strutture e i fornitori d i beni e servizi. Risulta sic uramente p iù c omp lesso il p roc esso d i rac c olta da ti su tutte le emissioni interne ed esterne , ovvero quelle riferite a ll intera a rea d i responsab ilità dell Ente. Come p rimo passo è nec essa rio ind ividuare se esistono doc umenti c he g ià rac c olgono, a lmeno in pa rte, le informazioni d i c ui si nec essita , ed i soggetti c he possono detenerle. Possib ili fonti solo:

Relazione sullo Sta to dell Amb iente (RSA);

Stud i c ondotti da ll Agenzia Regiona le per la Protezione dell Amb iente (ARPA);

Pubblic azioni sul tema amb ienta le da parte d i istituti d i ric erc a ;

Stud i e pubb lic azioni delle assoc iazioni imprend itoria li e c amere d i c ommerc io;

Dati ISTAT;

Dati reg istro delle imprese e a lbo a rtig iani

Autorizzazioni a lle emissioni (settore p roc essi industria li)

Autorizzazione Integra ta Amb ienta le (settore p roc essi industria li)

Gestore rifiuti d i ATO

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Corpo Foresta le

Camera d i c ommerc io

Pubblic azioni Unione Petrolifera

Bilanc io Energetic o Naziona le , Ministero dello Sviluppo Ec onomic o

Bollettino Petrolifero , Ministero dello Sviluppo Ec onomic o,

Pubblic azioni SNAM Rete Gas

Gestore Trasporti Pubb lic i

Ambiti Settoriali Fonti Informative

Relazione sullo sta to dell Amb iente (RSA) Stud i ARPA Dati ISTAT Piani Energetic i Autorizzazioni a lle emissioni Pubb lic azioni SNAM Reta Gas

Pubblic azioni Unione Petrolifera

Bilanc io Energetic o Naziona le, Ministero dello Sviluppo Ec onomic o Bollettino Petrolifero, Ministero dello Sviluppo Ec onomic o

Consumi/ produzioni energetiche da uso residenziale, commerciale ed industriale

Relazione sullo sta to dell Amb iente (RSA) Stud i ARPA Corpo Foresta le

Consumi da uso del suolo

Relazione sullo sta to dell Amb iente (RSA) Stud i ARPA Dati ISTAT Agenzia Trasporti Pubb lic i

Trasporti

Relazione sullo sta to dell Amb iente (RSA) Stud i ARPA Dati ISTAT Gestore Rifiuti

Gestione smaltimento rifiuti

Indicatori di attività Anc he g li ind ic a tori d i a ttività , c ome i fa ttori d i emissione, possono rappresenta re un elemento d i c ritic ità , sopra ttutto nella rea lizzazione d i inventa ri a sc a la loc a le dove spesso manc ano da ti d isaggrega ti territoria lmente. O si p roc ede ad una misurazione d iretta deg li ind ic a tori o è nec essa rio ric orrere ad una d isaggregazione d i da ti d isponib ili, c he inevitab ilmente porta a ll introduzione d i un errore. A tito lo esemp lific a tivo, a lc uni ind ic a tori d i a ttività sono:

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Emissione da p roc essi d i c ombustione

c onsumo d i c ombustib ile;

Proc essi p roduttivi

quantità d i bene p rodotto;

Agric oltura

quantità d i fertilizza te utilizza to

superfic ie per tipo c oltivazione (reperib ile da c ensimento dec enna le ISTAT);

Allevamento

quantità d i c ap i (reperib ile p resso le Reg ione se non, quasi sempre, a livello Comuna le);

Trattamento rifiuti

quantità rifiuti inc enerita , tra tta ta o deposita ta in d isc a ric a (reperib ili p resso Regioni o Provinc ie);

Per a lc uni settori, c ome ad esemp io il tra ffic o veic ola re, la p resenza d i un eleva to numero d i pa rametri c he influenzano le emissioni (tipolog ia d i veic olo, c ombustib ile imp iega to, anno d i immatric olazione) c omporta l adozione d i a lgoritmi d i c a lc olo abbastanza c omp lessi, genera lmente imp lementa ti a ll interno d i modelli ma tematic i spec ific i, c ome ad esemp io la metodolog ia COPERT.

Fattori di Emissione La sc elta dei fa ttori d i emissione rappresenta una delle c ritic ità maggiori nella stima delle emissioni. La c ond izione ottima le sa rebbe quella d i d isporre d i fa ttori d i emissione spec ific i per la rea ltà loc a le in esame. Laddove questi non siano d isponib ili per la manc anza d i stud i d i settore a livello d i interesse (Regiona le, Provinc ia le o Comuna le), si a ttinge a lla doc umentazione internaziona le o naziona le d isponib ile:

EMEP/ CORINAIR Emission Inventory Guidebook (EEA, 2007)

Compila tion of Air Pollutant Emission Fac tors (1995 e suc c essivi aggiornamenti, EPA)

Guidelines for Nationa l Greenhouse Gas Inventories (IPCC, 2006)

Manua le dei fa ttori d i Emissione Naziona li (ANPA, 2002)

Per quanto c onc erne l Ita lia , è d isponib ile on-line a ll ind irizzo http :/ / www.inventa ria .sinanet.apa t.it/

un database c he rac c og lie i fa ttori d i emissione seleziona ti per l inventa rio delle emissioni naziona le, utilizzab ili anc he per la stima delle emissioni neg li inventa ri loc a li, organizza ti sec ondo l impostazione SNAP97 delle sorgenti emissive.

I fa ttori d i emissione si possono spesso trovare g ià inseriti a ll interno d i software o strumenti d i c a lc olo c he c onsentono d i ottenere c on rela tiva semp lic ità i livelli d i emissione deg li inquinanti, d isponendo unic amente deg li ind ic a tori d i a ttività . Vanno tuttavia usa te c autele nell utilizzo d i ta li software, rela tive sopra ttutto a lla nec essità d i ga rantire la trasparenza deg li a lgoritmi utilizza ti, l adegua tezza e l agg iornamento dei fa ttori d i emissione, la c orretta spec ific ità geogra fic a e tempora le deg li ind ic a tori, ec c .

Alc uni d i questi software sono: - SIRENA (Sistema Informativo Regiona le ENerg ia e Amb iente), rea lizza to da lla

reg ione Lombard ia qua le strumento per rac c og liere le informazioni rela tive a l sistema energetic o reg iona le;

- INEMAR (INventa rio EMissioni ARia ), è un da tabase p rogetta to per rea lizza re l'inventa rio delle emissioni in a tmosfera , ovvero stimare le emissioni a livello c omuna le dei d iversi inquinanti, per ogni a ttività della c lassific azione Corina ir e tipo d i c ombustib ile;

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- FIRE (Fac tor Information Retrieva l) Da ta System , p rogramma c he c ontine i fa ttori d i emission stima ti da ll EPA (Environmenta l Protec tion Angenc y);

- ECO2-RegioIT, strumento per il c a lc olo delle emissioni territoria li d i CO2 in fase d i sviluppo da parte d i Alleanza per il Clima Ita lia assieme ad un gruppo d i enti loc a li e territoria li (Comuni d i Bolzano, Gubb io, Jesi, Modena , Reggio Emilia , Sc hio e le Provinc e d i Anc ona e Roma). Lo strumento si basa sul software online messo a punto da Ec ospeed , sp in-off dell università d i Zurigo (www.c lima tea llianc e.it).

- AIRES: Un modello per l Ana lisi Integra ta per la Riduzione dell Effetto Serra (1998), Amb iente Ita lia

Ministero dell Amb iente.

In caso di adesione al Patto dei Sindaci

Gli Enti che hanno sottoscritto il Patto sono tenuti ad elaborare un inventario base delle emissioni (BEI) entro l anno successivo all adesione. Nell inventario devono essere conteggiate obbligatoriamente le emissioni derivanti dall uso e consumo di energia (consumo di energia degli edifici, delle infrastrutture di servizio pubblico, delle attività economiche, dei trasporti, e degli impianti di produzione /trasformazione di energia) e volontariamente le emissioni originate da altre attività. È obbligatorio il calcolo delle emissioni di CO2 e volontario quello di CH4 e N2O. In questo caso le LLGG Cartesio sono più inclusive rispetto a quanto previsto dal Covenant, non sono quindi necessari particolari adattamenti. Entrambi gli strumenti escludono le attività soggette ad ETS, ed includono nell inventario tutte le fonti emissive (interne ed esterne) che dipendono dalle attività svolte nel territorio di competenza dell Autorità locale. Le LLGG del JRC per la stima delle emissioni presentano due metodologie: quella Standard dell IPCC, basata sul contenuto di carbonio di ciascuna fonte emissiva e quella basata sulla valutazione del ciclo di vita così come proposto dall European Reference Life Cycle Database (ELCD). L autorità locale può comunque scegliere altri approcci e strumenti che considera appropriati, ma che devono comunque risultare conciliabili con le indicazioni delle LLGG JRC. In questo caso è possibile orientarsi, senza particolari problemi, sulle indicazioni delle LLGG Cartesio in quanto la metodologia consigliata CORINAIR / INEMAR è perfettamente compatibile con quanto previsto dall IPCC. È necessario scegliere come anno base di riferimento il 1990, o comunque il primo anno più vicino al 90 per il quale siano disponibili dati completi e affidabili. L approccio consigliato per le stime e quello bottom-up, poiché dovendo esaminare le emissioni a livello comunale le stime basate sulle medie nazionali non sono considerate appropriate, in particolare nel monitoraggio delle emissioni gli andamenti non farebbero emergere i contributi del singolo comune. Le stime possono essere calcolate con le formule proposte dalle LLGG Cartesio; per quanto riguarda i fattori di emissione è consigliabile utilzzare quelli dell IPCC, o meglio ancora, se disponibili, dei fattori emissivi locali che risultino comunque in linea con quanto definito dall IPCC. Riguardo le modalità di raccolta dei dati è possibile seguire le indicazioni delle presenti linee guida. Il processo di raccolta e le fonti dei dati devono essere ben documentati e resi disponibili pubblicamente, affinché l elaborazione dell inventario sia trasparente e chiara a tutti gli stakeholder. L aggiornamento dell inventario è raccomandato ogni anno e obbligatorio almeno ogni 4 anni. Se si aderisce al Patto occorre altresì compilare il modulo (template) fornito con il Guidebook JRC, con i dati relativi alle emissioni.

Modulo da compilare con i dati sulle emissioni

1) Anno di inventario

2) Fattori di emissioneBar r ar e l a casel la cor r ispo ndent e:

Uni t à d i m isur a del le em i ssion i

Bar r ar e l a casel la cor r ispo ndent e:

3) Risultati principali dell'inventario di base delle emissioniLegend a d ei col or i e dei si mbol i :

le celle verdi sono campi obbligatori

G as nat ural e Gas l iqu ido

O li o da

ri scal damen

to

D ie sel Be nzin a Lign it e C arbone

Al t r i

comb ust ibi l i

f ossi li

O li ve get ali Bi oca rb urant i A lt re

bi omasse

En ergia

sol are

t ermica

Energi a

geot ermi ca

EDIFICI, ATTREZZATURE/IMPIANTI E INDUSTRIEEdif i ci, a tt r ezzat ur e/ i m pia nt i com unal i 0

Edif i ci, a tt r ezzat ur e/ i m pia nt i te rzi ar i ( non com un ali ) 0

Edif i ci r esid enzia li 0

Il lum i nazi one pub bl ica com una le 0

Ind ust ri e (e scluse l e i ndu st r i e co nt em pl ate ne l Sist em a eur op eo di

sca m bio de ll e q uot e di em i ssi on e ETS) 0

Tot al e p arzial e edi fi ci , at t re zzat ure/ imp ian t i e i nd ust ri e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

TRASPORTIPar co aut o com unal e 0

Tr aspor t i pub bli ci 0

Tr aspor t i pr iv ati e co mm e rci al i 0

Tot al e p arzial e trasp ort i 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

(Ev ent ual i) acqu ist i di ele tt r i cit à verde cert if i cat a da part ed el comu ne

[M W h] :

Fat to re di e missi one di CO 2 per gl i acqu ist i di e let t r ici t à v erde

certi f ica ta ( appr occ io LCA) :

Ist ruzi oni

Si segnal a che per l a separ azi one dei de ci m al i si usa il p unt o [. ] . Non è consen ti t o l ' uso d i separ at or i pe r le m i gli ai a.

i campi grigi non sono modificabili

INVENTARIO DI BASE DELLE EM ISSIONI

Modulo SEAP (Piano d'azione per l'energia sostenibile)

Fat t ori di emi ssi one

I fi r m at ar i del pa tt o che cal cola no le em i ssi oni di CO 2 p r o cap it e devo no ind icar e qui i l nu me ro d i abi tan t i nel l' anno di i nven ta ri o:

Categoria

CONSUMO ENERGETICO FINALE [MWh]

El et t r ici t à

C ombust i bi li f ossi li Energi e ri nn ovabi l i

Tot al e

Fat t or i di e m issio ne sta ndar d in l ine a co n i p r inci pi I PCC

Fat t or i LCA ( val ut azio ne del ci clo di vi t a)

Em i ssion i di CO 2

Em i ssion i equi val ent i di C O2

A. Consumo energetico finale

C alo re / fre ddo

?

?

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LLGG JRC raccomandano inoltre di redigere un Rapporto per ogni aggiornamento dell inventario includendo le seguenti informazioni:

i confini geografici dell ente

la scelta dell approccio dei fattori di emissione

l unità scelta per il monitoraggio (CO2 o CO2 equivalente)

le scelte fatte riguardo l inclusione di sorgenti emissive e settori volontari

l idenficazione degli impianti locali di produzione di energia elettrica

l idenficazione degli impianti locali di riscaldamento/raffrescamento

i metodi di raccolta dei dati

i fattori di emissioni utilizzati e le loro fonti

le considerazioni effettuate

i riferimenti utilizzati

le informazioni realtive a qualsiasi cambiamento fatto riguardo gli approcci, le metodologie, le fonti dei dati, etc, rispetto all inventario precdente

eventuali spiegazioni che possano aiutare a capire ed interpretare l inventario

nomi e contatti delle persone che hanno fornito informazioni per l inventario.

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2. SCENARIO DI BASE (Business As Usual, BAU) E OBIETTIVI STRATEGICI

La c ostruzione dello scenario di riferimento rappresenta un eserc izio d i p revisione fina lizza to a stimare l'evoluzione nel tempo delle emissioni d i gas serra in assenza d i politic he loc a li d i mitigazione dei c amb iamenti c limatic i, da ti il c ontesto soc io-ec onomic o, territoria le e amb ienta le dell a rea d i responsab ilità dell Amministrazione Loc a le. Lo sc enario BAU serve, infa tti, sia c ome fonte informativa rela tivamente a lle emissioni tota li d i GHG d i una spec ific a rea ltà territoria le, sia c ome riferimento per il c a lc olo delle riduzioni d i emissione assoc ia te ad un intervento dell Amministrazione Loc a le, c he devono d imostra re d i essere add iziona li rispetto a quelle c he sa rebbero avvenute in assenza d i spec ific i p iani, misure o p rogetti d i riduzione. Il c riterio dell add iziona lità , uno dei requisiti fondamenta li dei p rogetti d i riduzione p revisti nell ambito del Protoc ollo d i Kyoto, p revede c he si d imostri c he le emissioni rea li assoc ia te ad un intervento d i riduzione siano minori d i quelle c he si sa rebbe avute in assenza dell intervento stesso, ovvero in una situazione d i business-as-usua l. E importante p rec isa re c he può non essere fac ile definire c osa inc ludere o meno nello sc enario BAU. Non sempre infa tti è possib ile va luta re in c he misura azioni d i riduzione delle emissioni intrap rese p rima o c ontemporaneamente a ll approvazione d i un Piano Clima (o d i p iani settoria li c on spec ific i ob iettivi d i riduzione) sa rebbero sta te effettivamente imp lementa te in assenza d i una politic a dell Ente c on p rec isi ob iettivi d i riduzione dell inquinamento da GHG. Una possib ilità è quella d i esc ludere da llo sc enario BAU (e dunque inc ludere nel Piano Clima) tutte quelle misure, anc he a ttiva te in p rec edenza , ma c he sono sta te spec ific amente intraprese per perseguire ob iettivi ambienta li d i riduzione delle emissioni, o c he c omunque c ontengono forti imp lic azioni ambienta li. In ogni c aso va tenuto p resente c he, qua le c he sia la sudd ivisione delle azioni d i riduzione tra sc enario BAU e sc enario p revisiona le d i Piano c he si sc eg lie d i adotta re, in linea d i p rinc ip io questa non ha c omunque effetti sull entità dell ob iettivo genera le d i riduzione. Esc ludere da l BAU le azioni d i riduzione g ià intrap rese risulterà in un maggiore impegno d i riduzione da parte dell Ente il qua le, per fa r fronte a questo, potrà però c onta re sulle azioni g ià intrap rese c he rientreranno nel Piano Clima . Vic eversa , inc ludere le azioni g ià intrap rese nello sc enario BAU, a lleggerisc e g li impegni d i riduzione da parte dell Ente. In linea genera le, uno sc enario BAU deve essere stab ilito :

o in riferimento a ll intera rea ltà territoria le d i c ompetenza dell Ente Loc a le, o rela tivamente ad un settore c ui un p iano, misura o p rogetto fa riferimento;

o in modo trasparente rispetto a lla sc elta deg li approc c i, assunzioni, metodolog ie, pa rametri, fonti dei da ti;

o tenendo in c onsiderazione le politic he settoria li e/ o reg iona li e naziona li rilevanti in materia d i c amb iamenti c lima tic i;

o c onsiderando opportuni fa ttori d i inc ertezza ed utilizzando assunzioni c onserva tive.

La p rima c osa da fa re nel rea lizza re uno sc enario BAU è delimita re il sistema da stud ia re e definire lo sta to dell amb iente c he verrà c onsidera to c ome punto d i pa rtenza per l elaborazione dello sc enario. È dunque nec essa rio definire un anno zero rispetto a l qua le va luta re l evoluzione tempora le dello sc enario. Questo potrà c oinc idere c on anni d i riferimento ind ic a ti a livello internaziona le (es: 1990 per il Protoc ollo d i Kyoto, 2005 per la Direttiva 20-20-20) oppure c on l anno d i elaborazione dell inventa rio, e dunque dello

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sc enario. Quest ultima a lterna tiva è p referib ile perc hé assic ura la tota le d isponib ilità dei da ti emissivi, c osa c he può risulta re p iù d iffic ile nel c aso si sc elga un anno zero passa to. Oltre a ll anno zero, è importante definire l orizzonte tempora le dello sc enario d i riferimento, sc elta delic a ta per d iversi motivi, tra c ui:

o orizzonti tempora li molto lontani c onferisc ono a lla p revisione livelli assa i eleva ti d i inc ertezza ;

o orizzonti tempora li troppo vic ini potrebbero non c op rire la dura te delle misure d i riduzione previste in Piani Clima o Piani settoria li;

o non tutti g li a ttua li strumenti d i p ianific azione hanno un orizzonte d i vita p redetermina to;

o il c ontesto ec onomic o e tec nolog ic o va ria in modo molto rap ido e introduc e fa ttori d i inc ertezza sempre nuovi.

La sc elta ottima le è dunque quella d i definire sc enari c on orizzonti tempora li c ompresi tra i 10-15 anni ed eventua lmente svolgere una verific a intermed ia sull andamento rea le delle va riab ili utilizza te per stimare le emissioni. Una simile verific a sa rebbe partic ola rmente opportuna nel c aso in c ui dovessero verific a rsi, nel c orso dell imp lementazione del Piano Clima , eventi o c ond izioni non p reved ib ili a l momento della definizione dello sc enario BAU e susc ettib ili d i influenzare in modo signific a tivo il trend emissivo: una mod ific a sostanzia le nell andamento a tteso delle emissioni potrebbe, infa tti, inc idere sui potenzia li d i riduzione stimati per le misure del Piano e potrebbe quind i rendere nec essaria una revisione delle stesse misure, per c onsentire d i ottenere riduzioni c oerenti c on l ob iettivo del Piano.

Stab iliti dunque i c onfini spazio-tempora li dello sc enario e d isponendo d i informazioni sui livelli d i emissione, g ià c ontenuti nell inventa rio territoria le, il passo suc c essivo è quello d i stud ia re i c omportamenti del sistema e ana lizza rne l evoluzione passa ta , c osì da poterne p revedere quella futura . A grand i linee si può d ire c he la d inamic a delle emissioni d i CO2

è determina ta p rinc ipa lmente da l volume delle a ttività umane, intese c ome tutte le a ttività a fferenti a lla vita quotid iana dei c ittad ini: ab ita re, muoversi, lavora re, d ivertirsi, c onsumare. Al c resc ere del numero d i ab itanti c he nec essitano d i determina ti servizi energetic i, qua li il risc a ldamento in c asa e neg li uffic i, il trasporto pubb lic o o p riva to, l uso d i elettric ità per lo svago, la gestione domestic a o il lavoro, aumenta la p ressione eserc ita ta sul c onsumo d i determina te risorse. Il c onsumo c resc ente d i energ ia , elettric a e termic a , imp lic a la c ombustione d i fonti fossili e dunque il rilasc io in a tmosfera d i anid ride c a rbonic a . Tutti questi fa ttori d i orig ine antrop ic a c he sono c ause p rimarie delle emissioni, e dunque ne terminano i trend , sono le d riving forc e territoria li:

o andamento della popolazione (ab itanti); o andamento dei c onsumi energetic i (kWh per fina lità d uso qua li residenzia le,

c ommerc ia le, ec c ); o domanda d i mob ilità (km perc orsi per tipolog ia d i veic olo); o p roduzione dei rifiuti (tonnella te per ab itante p rodotte, ric ic la te, sma ltite, ec c ); o andamento del settore industria le (ton d i p rodotto per settore, n. d i addetti per

tipolog ia a ttività ); o andamento del settore terzia rio (n addetti per settore o tipolog ia d i a ttività ) o andamento del settore agric olo (superfic ie c oltiva ta per p rodotto tip ic o).

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A sec onda delle informazioni a d isposizione dell Ente, è possib ile sc omporre le driving forc es in una o p iù va riab ili, per ragg iungere un livello d i dettag lio dell informazione adegua to a llo sc opo. Ovviamente il livello d i dettag lio sa rà minore nel c aso d i uno sc enario rela tivo ad un intero amb ito territoria le, maggiore se si a ffronta la c ostruzione d i uno sc enario per uno spec ific o settore. A tito lo esemp lific a tivo, possib ili va riab ili della driving forc e produzione di rifiuti sa ranno:

o rifiuti p rodotti p ro c ap ite; o quantita tivo rifiuti rec upera ti da ric ic lagg io; o quantita tivo rifiuti sma ltiti in d isc a ric a ; o quantita tivo rifiuti termova lorizza ti.

Per la driving forc e consumi energetici le va riab ili sa ranno:

o c onsumi energetic i p ro c ap ite; o p roduzione d i energ ia elettric a da fonti fossili:

petrolio;

c arbone;

gas na tura le; o p roduzione d i energ ia elettric a da fonti rinnovab ili; o p roduzione d i energ ia termic a da fonti fossili:

metano;

gasolio; o p roduzione d i energ ia termic a da fonti rinnovab ili; o domanda d i energ ia per a ttività p roduttive (sudd ivisa per c ombustib ile); o domanda d i energ ia per usi c ivili (sudd ivisa per c ombustib ile); o domanda d i energ ia per trasporti (sudd ivisa per veic olo):

Benzina ;

Gasolio;

GPL, metano, a ltro.

Essendo d iffic ile sviluppare modelli p revisiona li c he tengano c onto d i tutte le va riab ili c he c ond izionano i trend emissivi, per ogni amb ito territoria le o settore sa rà opportuno ind ividuare quelle driving forc e e rispettive va riab ili c he magg iormente influenzano le emissioni GHG, o d i c ui c omunque si d ispone d i informazioni in serie storic a . Una volta ind ividua te le driving forc e e le rispettive va riab ili è nec essario fa re delle p revisioni sulla loro evoluzione nel tempo, per poter va luta re le emissioni d i CO2 ad esse assoc ia te. Per fa re c iò vanno prese in c onsiderazione politic he, legg i, ind irizzi e nuove tec nolog ie c he hanno (ed avranno nell orizzonte tempora le dello sc enario) un influenza signific a tiva sull andamento delle driving forc e . A tito lo esemp lific a tivo a lc uni riferimenti da tenere in c onsiderazione sono:

o normativa in c ampo amb ienta le e d i c ambiamenti c lima tic i; o Piano d i Governo del Territorio (PGT); o Pianific azione amb ienta le d i settore (es. a ria , ac qua , rifiuti, ec c .); o Piano Energetic o; o Piano della Mob ilità ; o p ianific azione/ p rogrammazione d i a ltri enti c on c ompetenze sul medesimo

territorio (Comunità Montane, Autorità d i Bac ino, Pa rc hi, ec c .); o Programmi d i sviluppo soc io-ec onomic o delle a ree;

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o politic he e orientamenti finanzia ri;

Piani e Programmi dovranno essere quelli p rodotti da ll Ente responsab ile dell a rea in esame, c osì c ome quelli p rodotti ad un livello sovraord ina to (andando da l livello c omuna le fino a quello naziona le). In a lc uni d i questi doc umenti è possib ile c he, oltre ad informazioni in merito a ll andamento delle driving forc e , siano d isponib ili sc enari d i riferimento g ià sviluppa ti a livello d i spec ific i settori o va riab ili. Per fa re dunque una p revisione dell andamento futuro delle driving forc e è per p rima c osa nec essario d isporre d i informazioni in serie storic a da c ui c a lc ola re il trend passa to d i c resc ita della va riab ile, c he verosimilmente non si d isc osterà molto da l trend d i c resc ita futura in una situazione business-as-usua l. Sulla base d i un trend passa to è infa tti possib ile , med iante una semp lic e interpolazione lineare, ottenere una stima deg li andamenti futuri della va riab ile c onsidera ta . Questo trend andrà tuttavia c orretto tenendo c onto d i politic he, normative e p iani vigenti o g ià p ianific a ti c he vanno o andranno ad inc idere in modo signific a tivo sulle driving forc e delle emissioni.

È importante ric ordare c he lo sc enario d i riferimento c onsidera l'andamento p iù p robab ile delle p rinc ipa li va riab ili ind ividua te in assenza d i politic he loc a li d i mitigazione. Nel c aso l Amministrazione Loc a le lo ritenga opportuno a l fine d i tener c onto dell'inc ertezza delle p revisioni, può essere utile stimare per le va riab ili c onsidera te, non solo l'andamento p iù p robab ile nel tempo, ma anc he i massimi sc ostamenti possib ili da ta le andamento. Gli sc ostamenti possono essere d i segno nega tivo o d i segno positivo rispetto a ll'andamento p iù p robab ile e assumono il signific a to, per la va riab ile c onsidera ta , d i ind ic a tori d i uno sc enario ottimista e d i uno sc enario pessimista . Rispetto a ta li sc ostamenti dovrà essere effettua ta , nella va lutazione d i p iani e misure, l'ana lisi d i sensitività . Questa ana lisi c onsiste dunque del verific a re, med iante il modello rea lizza to per c ostruire lo sc enario BAU, se l'assunzione deg li andamenti ottimistic i o pessimistic i della va riab ile mod ific a sostanzia lmente o meno i risulta ti d i riduzione a ttesi. Nel c aso una o p iù variab ili risultino pa rtic ola rmente signific a tive nel determinare il trend emissivo, e l inc ertezza ad essa assoc ia ta risulti eleva ta , è c onsig liab ile opera re in modo c onserva tivo nella sc elta dei da ti da utilizza re nella rea lizzazione dello sc enario BAU.

Nell Appendice A delle p resenti Linee Guida sono riporta ti esemp i d i c ostruzione d i Sc enario BAU in un Piano Clima d i un Comune rappresenta tivo d i una c ittà europea e nel Piano Provinc ia le d i Gestione dei Rifiuti della Provinc ia d i Bologna .

Tutto il materia le rac c olto e c onsulta to per la rea lizzazione delle Sc enario BAU può rivela rsi utile anc he in fasi suc c essive della stra teg ia d i riduzione delle emissioni d i gas serra , qua li il monitoragg io, il reporting sul livello d i a ttuazione delle politic he d i riduzione e la rea lizzazione d i baseline d i p rogetto per la va lutazione dell add iziona lità (ved i c ap . 4). Può dunque essere utile p rovvedere ad una sistematizzazione organic a della doc umentazione rac c olta tramite la rea lizzazione d i una banc a da ti spec ific a rela tiva a lle politic he mira te a lla riduzione dei gas serra c he interessano il territorio d i c ompetenza dell Amministrazione Loc a le. La doc umentazione inc luderà c ome minimo:

o Princ ipa le normativa rela tiva a i gas serra , qua le: il Protoc ollo d i Kyoto, g li ac c ord i internaziona li Post-Kyoto, il Pac c hetto Clima Energ ia , la leg islazione c omunita ria , naziona le e reg iona le, ec c ;

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o I Piani d i Settore c he possono avere rilevanza rela tivamente a lle emissioni c lima lteranti: Piano Clima , p iani energetic i, p iani mob ilità e trasporti, p iani territoria li ed urbanistic i, p iani d i gestione dei rifiuti, p iani d i sviluppo rura le, p iani foresta li, p iani delle opere pubb lic he, p iani per le a ttività estra ttive, p rogrammi opera tivi dei fond i struttura li europei p iani per il c ommerc io e l a rtig iana to;

o Progetti avvia ti o finanzia ti da ll Ente Loc a le sul p rop rio territorio; p rogetti avvia ti a ll interno del territorio d i c ompetenza tramite Programmi Europei e d i Cooperazione Internaziona le in c ui vi è il c ontributo dell Ente Loc a le; p rogetti rea lizza ti nel territorio reg iona le derivanti da ll a ttuazione d i p rogrammi naziona li.

La doc umentazione può essere c lassific a ta in base a d iversi pa rametri, c he possono poi essere utilizza ti c ome c riteri d i ric erc a a ll interno della stessa banc a da ti:

o tipolog ia : norme, p iani/ p rogrammi, misure, interventi, p rogetti; o amb ito d i riferimento : internaziona le, europeo, naziona le, reg iona le, p rovinc ia le o

c omuna le; o natura deg li ob iettivi: c ogenti, volonta ri, d i ind irizzo, d i agevolazione ec onomic a ,

fisc a le, ec c .. o temp i d i a ttuazione/ rea lizzazione ; o loc a lizzazione territoria le ; o inquadramento settoria le/ tematic o ;

Sa rebbe opportuno c he ogni doc umento venisse c orreda to da una spec ific a sc heda c he riep ilogasse le c a ra tteristic he del doc umento sopra elenc a te ed una desc rizione sintetic a c he foc a lizzi i p rinc ipa li c ontenuti ed aspetti rilevanti, c osì da fac ilita re l immedia ta interp retazione delle fina lità del doc umento da parte deg li utilizza tori. Disponendo del da tabase rea lizza to e c on l ausilio d i una c a rtogra fia del territorio in amb iente GIS potrebbe rivela rsi utile effettua re una georeferenziazione d i norme, p iani misure e p rogetti c he insistono sul territorio. Questo, agg iunto a lla c lassific azione sec ondo i c riteri sopra elenc a ti, c onsentirebbe d i effettua re, c on opportuni filtri, una ric erc a d i normativa esistente e p rogetti a ttivi in spec ific i amb iti settoria li e a ree geogra fic he, c osa c he ad esemp io potrebbe rivela rsi pa rtic ola rmente utile in fase d i rea lizzazione una baseline d i p rogetto.

È importante tener p resente c he, benc hé in p rec edenza si sia detto c he inc ludere o meno azioni nello sc enario BAU o nel Piano Clima non c omporti d ifferenze signific a tive a l fine dell ob iettivo genera le d i riduzione, questa sudd ivisione d i azioni tra sc enario o p iano può invec e risulta re d i notevole importanza se l Amministrazione Loc a le mira ad una va lorizzazione ec onomic a delle azioni d i riduzione. Tutte le misure e azioni inserite nel Piano Clima sono potenzia lmente va lorizzab ili, sec ondo le moda lità desc ritte suc c essivamente (Cap . 6), ed è dunque opportuno va luta re c on a ttenzione c aso per c aso g li ob iettivi a lla base delle azioni g ià intrap rese, e la loro c ontemporaneità o meno c on la dec isione dell Amministrazione Loc a le d i inserire ob iettivi d i riduzione nella p ropria politic a . A ta l p roposito, sempre nell ottic a d i una va lorizzazione ec onomic a delle azioni p reviste nel p iano, può essere c onsig lia to rea lizza re un BAU c on un magg ior dettag lio e p rec isione nelle misure e stime, rispetto a quanto si fa rebbe a ltrimenti, c osì c he questo possa essere un utile fonte d i informazioni in fase d i rea lizzazione delle baseline per i p rogetti va lorizzab ili.

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Una volta c omp leta to lo sc enario BAU, l Amministrazione Loc a le ha tutti g li elementi per definire le p roprie p riorità e, dunque, una stra teg ia d i riduzione delle emissioni, sia a livello settoria le c he a livello d i Piano Clima . Per fa re c iò è nec essario definire un ob iettivo stra teg ic o, ovvero identific a re in maniera quantita tiva (numero/ perc entua le d i riduzione) il ta rget c he l Ente Loc a le si pone d i ragg iungere nel med io/ lungo periodo. La definizione deg li ob iettivi stra teg ic i può avvenire:

o qua le risposta a lle c ritic ità evidenzia te nell inventa rio territoria le; o qua le rec ep imento o imposizione a sc a la loc a le d i ob iettivi sovraord ina ti

(c omunita ri, naziona li, reg iona li).

Nel p rimo c aso g li ob iettivi stra teg ic i vengono ind ividua ti a seguito della definizione da ll inventa rio territoria le e della rea lizzazione d i uno sc enario BAU, e va luta te le rea li potenzia lità d i riduzioni delle emissioni del territorio. Nel sec ondo c aso l Ente, una volta elabora ti l inventa rio e lo sc enario BAU, va luterà le effettive potenzia lità d i riduzione rispetto a ll ob iettivo stra teg ic o. A titolo d i esemp io, nel c aso del Comune d i Milano, la c ittà ha rec ep ito c ome ob iettivo d i riduzione quanto stab ilito da lla Covenant of Mayors, ovvero una riduzione delle emissioni a l 2020 del 20%, rispetto a i va lori 2005, a ttraverso un Piano d i Azione per l Energ ia Sostenib ile, c he nel c aso d i Milano sa rà pa rte integrante del Piano Clima . L impegno p reso da l Comune d i Milano è molto ambizioso e superiore a quanto ric hiesto da lla Commissione Europea a ll Ita lia del 2020, c he c onsiste in un ob iettivo d i riduzione del 20% riferito a lle emissioni del 1990 e non del 2005. In questo c aso la definizione dell ob iettivo d i riduzione è avvenuta qua le rec ep imento d i un ob iettivo sovraord ina to, e la rea lizzazione dell inventa rio territoria le e dello sc enario BAU sono sta ti step suc c essivi, p ropedeutic i a lla definizione d i un Piano Clima c he c onsentisse d i c ap ire dove e c ome ag ire per ragg iungere l ob iettivo posto. Una situazione d iversa è, ad esemp io, quella del Comune d i Modena . Nell amb ito del Piano Energetic o Comuna le, sono sta te quantific a te le emissioni d i gas serra nel Comune sec ondo un p rinc ip io d i responsab ilità , ovvero c ontab ilizzando nel b ilanc io le emissioni derivanti dag li usi fina li dell energ ia a ttribuib ili ad a ttività loc a lizza te nell a rea d i responsab ilità dell Amministrazione Loc a le, sia c he siano sta te p rodotte a ll interno dell a rea stessa , sia oltre i suoi c onfini. A fronte d i un aumento netto a l 2000 dell 8,8% c omp lessivo (settori energetic o, trasporti, zootec nic o, rifiuti, verde e forestazione urbana ) delle emissioni, rispetto a l 1990, l Amministrazione ha ritenuto amb izioso un ob iettivo d i riduzione dell 1% a l 2010 delle emissioni d i gas serra rispetto a l va lore 1990, da ragg iungere tramite interventi d i rispa rmio energetic o e p roduzione d i energ ia e/ o servizi a ttraverso tec nolog ie e sistemi a lterna tivi a minore impa tto ambienta le.

Qua le c he sia il metodo d i definizione dell ob iettivo, questo deve essere c oerente c on tutti i livelli d i p ianific azione dell ente e normative vigenti e le stra teg ie p reviste per ragg iungerlo devono essere c onsidera te nella p ianific azione suc c essiva ad esse. In ogni c aso, a livello genera le, g li ob iettivi stra teg ic i dovrebbero:

o essere quantific a ti e, dove possib ile, tradotti in traguard i, ovvero in ob iettivi pa rtic ola regg ia ti e/ o step intermed i fina lizza ti a l ragg iung imento deg li ob iettivi stessi: la quantific azione e l a rtic olazione in traguard i c onsentono, da un la to, d i avere ind ic a tori misurab ili dei risulta ti c onseguiti e, da ll a ltro, d i avere riferimenti per

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verific a re lo sta to d i avanzamento delle azioni intrap rese a l fine d i ridurre le emissioni d i GHG;

o essere rea listic i, ovvero c oerenti c on i risulta ti dell inventa rio e dello sc enario, e ne deve essere va luta ta la fa ttib ilità tec nic o-ec onomic a ;

o essere quantific ab ili, misurab ili e verific ab ili; o essere c oerenti c on la politic a dell Ente ed eventua li ob iettivi g ià esistenti ad un

livello sovraord ina to. o essere dec lina ti per settore, dove possib ile.

A questo livello è suffic iente c he g li ob iettivi fac c iano riferimento solo a l tota le delle emissioni da ridurre a livello d i amb ito territoria le ed , eventua lmente, essere sc omposti per le p rinc ipa li d riving forc e ind ividua te. La definizione d i ob iettivi per d riving forc e e rispettive va riab ili d i dettag lio dovrà essere invec e sic uramente p resente ed a rtic ola ta dei Piani Settoria li e nel Piano Clima , c he c onterranno ind ic azioni sulle misure settoria li nec essarie a c onseguire l ob iettivo stra teg ic o.

Nel c aso in c ui non sia possib ile (o non sia ritenuta una soluzione idonea ) sviluppare un Piano Clima , g li ob iettivi d i riduzione delle emissioni serra andranno inseriti a ll interno dei pertinenti Piani d i Settore. In questo c aso, evidentemente, g li ob iettivi d i riduzione delle emissioni dovranno essere c oerenti c on g li ob iettivi settoria li (ad es. lega ti a lla riduzione della p roduzione d i rifiuti, a lla riqua lific azione e la c onservazione del pa trimonio foresta le o a l mig lioramento della qua lità delle urbanizzazioni) e potranno c ontribuire pa rzia lmente ag li ob iettivi c omp lessivi della stra teg ia loc a le per la lotta a i c amb iamenti c lima tic i. In questo sc enario, dovrà essere l insieme dei p iani settoria li a perseguire l ob iettivo sovraord ina to (qua le ad esemp io l ob iettivo Kyoto o l ob iettivo 20-20-20), a d ifferenza d i quanto ac c ade c on un Piano Clima c he può rec ep ire a l suo interno l ob iettivo c omp lessivo. Non tutti i settori avranno lo spesso peso nel c ontribuire a l ragg iung imento dell ob iettivo d i riduzione c omp lessivo: Piani Settoria li qua li quello Energetic o, della Mob ilità o Ed ilizio avranno sic uramente un peso p iù rilevante rispetto ad a ltri Piani, vista la potenzia lità dei settori nel c ontribuire a lla riduzione delle emissioni d i gas serra .

Un modo d i dec lina re g li ob iettivi sui GHG nei p iani d i settore può c onsistere, ad esemp io, nel rec ep ire g li ob iettivi d i sostenib ilità c ontenuti nella VAS c ollega ti a misure d i riduzione delle emissioni serra . Gli ob iettivi d i riduzione, per essere rea lmente effic ac i, devono trovare una c oerenza anc he neg li strumenti a ttua tivi dei p iani nei qua li vengono stab iliti. E a ltrettanto evidente c he, nel c aso d i Piani Clima o d i p iani del medesimo settore a rtic ola ti ad una d iversa sc a la territoria le (reg iona le, p rovinc ia le, c omuna le), è importante ga rantire una c oerenza nei d iversi ob iettivi d i riduzione adotta ti. Come detto, lo strumento d i supporto a questo tipo d i p roc esso può essere la stessa ana lisi d i c oerenza p revista nell amb ito della Va lutazione Amb ienta le Stra teg ic a del p iano.

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Esempio 1: Gli Obiettivi nel Piano Forestale della Regione Sardegna

Primo macro-obiettivo: tutela dell ambiente Obiettivo: Lotta ai cambiamenti climatici ed energia rinnovabile L obiettivo è finalizzato, attraverso l accrescimento del patrimonio boschivo e la gestione selvicolturale attiva, ad aumentare il livello di carbonio fissato dalle piante e l utilizzo di biomassa legnosa per scopi energetici. L uso del legno quale fonte energetica può avere significative ripercussioni sulla politica ambientale ed energetica della regione in un ottica di potenziamento della produzione di energia rinnovabile (energia elettrica, energia termica). Secondo gli obiettivi del Piano Energetico Regionale la produzione energetica da biomassa legnosa dovrà crescere significativamente fino raggiungere nel 2010 quota 135 MWe (tra il 6.7% e il 7.5% della produzione energetica regionale) attraverso il contributo della gestione forestale dei boschi esistenti (40 MWe) e la biomassa relativa a nuove colture agricole arboree ed erbacee (95 MWe). La prospettiva di potenziare la produzione energetica attraverso l utilizzo di biomasse dovrà basarsi su una sempre più stretta strategia unitaria negli indirizzi delle politiche ambientale, forestale, agricola ed energetica, attraverso la definizione di un programma regionale per le biomasse che valuti l effettiva disponibilità di materiale e la reale possibilità del suo impiego ai fini della produzione energetica. Per quanto concerne l accrescimento dei livelli di fissazione del carbonio, in linea con quanto previsto dagli artt. 3.3 e 3.4 del Protocollo di Kyoto, le misure propongono la previsione di rimboschimenti dedicati e l opportuna gestione selvicolturale dei boschi esistenti.

(Fonte: Piano Forestale Ambientale Regionale

Regione Sardegna)

Esempio 2: Gli Obiettivi nel Piano della Mobilità della Provincia di Bologna

OBIETTIVI GENERALI PMP:

Reinternalizzare i costi del trasporto

Favorire la diversione modale e l intermodalità

Perseguire una mobilità ambientalmente e paesaggisticamente sostenibile

Garantire l accessibilità al territorio e la mobilità dei cittadini

Perseguire la fattibilità degli interventi previsti:

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E TERRITORIALE Obiettivi generali di carattere ambientale:

Riduzione delle emissioni dei gas serra del 6,5% rispetto al 1990, nel periodo tra il 2008 e il 2012

Obiettivi specifici: Riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti mediante: · Potenziamento delle alternative alla mobilità privata; · Diffusione di autoveicoli a basso consumo; · Adozione delle celle a combustibile per l autotrazione elettrica; · Trasferimento trasporto passeggeri e merci da strada a ferrovia/cabotaggio

Analisi di coerenza

(Fonte: Piano della Mobilità Provinciale, Relazione Illustrativa e Valsat

Provincia di Bologna)

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Nell Appendice B delle p resenti Linee Guida è riporta to inoltre l esemp io deg li ob iettivi stra teg ic i definti nel Piano Energetic o della Reg ione Emilia Romagna .

Un elemento essenzia le nella definizione e nel perseguimento deg li ob iettivi stra teg ic i è il c oinvolg imento della d irezione dell Amministrazione Loc a le. L impegno d i c hi d irige è essenzia le perc hé siano forniti mezzi adegua ti e siano assegna ti responsab ilità e poteri ben definiti per il ragg iung imento deg li ob iettivi. É ovviamente importante la c ond ivisione e la d iffusione deg li ob iettivi anc he a livello del persona le e, sopra ttutto, d i quei d ipendenti per i qua li è p revisto un c oinvolg imento d iretto nell imp lementazione della stra teg ia d i riduzione delle emissioni. A livello genera le, la d iffusione deg li ob iettivi a tutte le funzioni dell Ente è essenzia le perc hé è nec essario c he essi siano c oerenti c on tutte le a ttività dell Ente, ind ipendentemente c he g li ob iettivi vengano rec ep iti a livello settoria le o a livello d i Piano Clima . Una volta definito l inventa rio, lo sc enario BAU e l ob iettivo stra teg ic o si d ispone d i tutti g li elementi per l elaborazione d i un Piano Clima o d i misure d i riduzione delle emissioni da integra re nei Piani si settore.

In caso di adesione al Patto dei Sindaci

Gli Enti che hanno sottoscritto il Patto sono tenuti a fare una autovalutazione della loro condizione di partenza (Baseline review) che illustri la situazione in ambito energetico e di emissioni GHG allo stato zero . La Baseline review fa una ricognizione di tutte le più importanti normative e politiche, dei piani e degli strumenti vigenti che influiscono sulla gestione energetica. Analizza e confronta, tra gli altri, i dati dell inventario, i dati sui consumi dei vari settori e le relative cause, i dati sulla gestione dell energia, le informazioni sulle iniziative attuate e sulla capacità di gestione di queste problematiche da parte dell autorità locale. Stabilisce inoltre gli indicatori per il monitoraggio. Le Amministrazioni che predispongono lo Scenario di base, così come raccomandato dalle LLGG Cartesio, valutano già tutti i dati sopraelencati, per cui devono solamente esplicitare le informazioni aggiuntive richieste dalla Baseline review, in particolare quelle relative alla gestione dell energia, alle iniziative già intraprese e alla attuale capacità gestionale dell Ente. Per analizzare la capacità di gestione delle questioni riguardanti energia e clima, le LLGG JRC consigliano la conduzione di una analisi SWOT della Baseline review. Tale analisi è ritenuta importante e di aiuto anche nella fase di scelta delle azioni e delle misure da intraprendere. In questo caso i risultati dello scenario BaU possono essere utilizzati per la valutazione delle effettive potenzialità dell Ente nel ridurre le emissioni del territorio.

Il percorso delineato dalle LLGG Cartesio prevede in più la costruzione di scenari previsionali, che per la Baseline review viene solamente suggerita.

Per quanto riguarda la visione strategica l autorità locale deve stabilire una visione di lungo periodo per un futuro di energia sostenibile, che preveda come minino di ridurre del 20% la CO2 al 2020 rispetto al 1990 . Una volta decisa la visione, si devono stabilire gli obiettivi e i target specifici per raggiungerla. Gli obiettivi/target devono essere SMART Specific, Measurable, Achievable, Realistic, and Time-bound (specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e con un limite temporale), e collegati agli indicatori. Le LLGG JRC raccomandano che siano definiti obiettivi al 2020 per i diversi settori considerati, ma che siano definiti altresì degli target intermedi almeno ogni 4 anni. I target possono essere sia in termini assoluti che pro-capite. Anche in questo caso c è corrispondenza fra i due percorsi, le uniche differenze consistono nel prefissare la riduzione delle emissioni GHG (almeno il 20% entro il 2020), e nello stabilire tempi precisi per i target intermedi (almeno ogni 4 anni).

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3. PIANIFICAZIONE

La p ianific azione rappresenta il c uore del p roc esso d i elaborazione ed a ttuazione d i una stra teg ia loc a le per la lotta a i c amb iamenti c limatic i, da l momento c he delinea soluzioni ritag lia te per il c ontesto loc a le, ind ividuando spec ific i settori d i intervento, idonei strumenti e soggetti a ttua tori/ responsab ili. Una buona p ra tic a c onsiste nella c ostruzione d i una stra teg ia loc a le sulle emissioni serra da parte deg li Enti, c he può trovare a ttuazione tramite d iversi strumenti: da l Piano Clima a ll inserimento d i ob iettivi d i riduzione nei p iani d i settore. Il Piano Clima è un p iano trasversa le a lle d iverse politic he d i un ente loc a le c he p ropone misure e p rogetti mira ti sia a lla riduzione delle emissioni c lima lteranti nel territorio amministra to sia a lle soluzioni d i ada ttamento a i c amb iamenti c limatic i. I Piani settoria li sono numerosi e non tutti hanno riflessi evidenti in termini d i c ontributo a i c amb iamenti c lima tic i. Ai fini della p resente Linea Guida , per Piani d i settore si intendono quei p iani c he possono avere rilevanza rela tivamente a lle emissioni c lima lteranti e riguardanti i seguenti temi: - p iani energetic i; - p iani mob ilità e trasporti; - p iani territoria li ed urbanistic i; - p iani d i gestione dei rifiuti; - p iani d i sviluppo rura le; - p iani foresta li; - p iani delle opere pubb lic he; - p iani per le a ttività estra ttive; - p rogrammi opera tivi dei fond i struttura li europei; - p iani per il c ommerc io e l a rtig iana to. Sia il Piano Clima c he i Piani settoria li possono essere definiti a sc a le territoria li d iverse: reg iona le, p rovinc ia le, c omuna le. La medesima tipolog ia d i p iano p resenta c a ra tteristic he d ifferenti a sec onda della sc a la a lla qua le viene app lic a to, in virtù sia delle d imensioni del c luster (e pertanto del territorio d i riferimento e dei soggetti c oinvolti) sia delle c ompetenze della pertinente Amministrazione Pubb lic a .

Il Piano Clima e i Piani d i Settore non rappresentano un a lterna tiva , ma strumenti c omp lementa ri per l app lic azione d i una stra teg ia loc a le per la riduzione delle emissioni d i gas serra . Entrambe le soluzioni (p roc edere tramite un p iano c lima oppure per p iani d i settore) possono risulta re effic ac i. La p referenza d ipende da lle c ond izioni loc a li e da lle possib ilità dell amministrazione. In tutti e due g li approc c i esistono punti d i forza e d i debolezza . Nel c aso del Piano Clima , le p rinc ipa li d iffic oltà risiedono nel fa tto c he (a d ifferenza dei p iani d i settore) si tra tta d i un p iano d i c a ra ttere volonta rio e c he, agendo in maniera trasversa le, ric hiede un forte c ommitment. Esso infa tti dovrà p revedere misure c he si a ttueranno tramite politic he settoria li. Per c ontro, l esistenza d i un p iano genera le ga rantisc e l integrazione delle misure. L approc c io per p iani settoria li, invec e, ric hiede un grosso sforzo in termini d i c oord inamento e d i c onsenso, oltre a l fa tto c he i p iani vengono reda tti in tempi d iversi (improbab ile il c aso in c ui tutti i p iani settoria li siano da agg iornare c ontemporaneamente). L elemento forte è da to da l fa tto c he il p iano d i settore è strumento vinc olante e c onsolida to.

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Struttura del Piano Sia c he si tra tti d i un p iano c lima sia c he si tra tti d i un p iano d i settore, g li elementi d i base nec essari a lla p ianific azione d i azioni mira te a lla riduzione dell effetto serra sono i seguenti: - Sta to del c lima loc a le; - Quadro emissivo d i riferimento (rif. Cap . 1); - Costruzione dello sc enario BAU rela tivo a lle emissioni territoria li d i GHG (rif. Cap . 2); - Determinazione deg li ob iettivi (rif. Cap . 2); - Elaborazione d i sc enari stra teg ic i p revisiona li, aventi c ome riferimento l ob iettivo

stra teg ic o o la d istanza da esso; - Dettag lio delle misure e dei p rogetti ind ividua ti per il perseguimento dell ob iettivo

stra teg ic o (rif. Cap . 4); - Monitoragg io delle azioni d i p iano e del ragg iungimento deg li ob iettivi (rif. Cap . 5);

Questi elementi devono essere c ontenuti a ll interno dei doc umenti c he c ompongono un p iano, c he possono essere d iversi da Regione a Regione (es. Relazione d i Piano, Norme d i Attuazione, Va lutazione Amb ienta le Stra teg ic a ).

Il Piano Clima può essere rea lizza to a sc a la reg iona le, p rovinc ia le o c omuna le, mentre i p iani settoria li possono essere d iversi a sec onda del c luster c onsidera to. Nella tabella seguente si riportano i p iani d i settore pertinenti le d iverse sc a le:

Piano territoria le Piano territoria le d i c oord inamento

Piano urbanistic o

Piano energetic o Piano energetic o Piano energetic o Piano foresta le Piano d i gestione dei rifiuti Piano urbano del tra ffic o Piano trasporti Piano della mob ilità Piano delle opere pubb lic he

Piano paesistic o Piano d i gestione della qua lità dell a ria

Piano del verde pubb lic o

Piano d i sviluppo rura le Piano delle a ttività estra ttive

Piano d i tutela delle ac que Piano d i assestamento foresta le

Piano del c ommerc io e dell a rtig iana to

Piano del c ommerc io e dell a rtig iana to

Programma opera tivo fond i FESR Programma a ttua tivo fond i FAS Doc umento unita rio d i p rogrammazione Piano d i azione ambienta le

La maggioranza dei p iani d i settore non p revedono l a lloc azione d i risorse ec onomic he (anc he se esistono ec c ezioni), c he vic eversa sono genera lmente ind ividua te nei p rogrammi. Nel c aso dei p rogrammi reg iona li per l assegnazione dei fond i struttura li europei, ad esemp io, la destinazione d i risorse finanzia rie c ostituisc e il foc us del p rogramma, mentre un p iano territoria le d i c oord inamento p rovinc ia le definisc e le linee d i sviluppo (c onservazione e trasformazione) d i un territorio, ma senza tra tta re g li aspetti ec onomic i. Il Piano Clima potrebbe c ontenere anc he ind ic azioni d i na tura ec onomic a .

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E opportuno c he il Piano Clima (o le misure fac enti c apo ad una stra teg ia d i mitigazione dei c amb iamenti c lima tic i inserite nei p iani settoria li) sia c ostruito anc he a ttraverso un p roc esso c he p revede il c oinvolg imento dei soggetti esterni a ll amministrazione c he operano sul territorio. Si tra tta : - sia dei soggetti le c ui a ttività influenzano la p roduzione d i emissioni d i gas serra (o delle

rela tive organizzazioni d i rappresentanza) e c he quind i devono poter c ollabora re a ll a ttuazione delle misure c onnesse c on il p rop rio ruolo o il p rop rio impatto amb ienta le per permettere il ragg iung imento dei risulta ti a ttesi. Ad esemp io: p roduttori e d istributori d i energ ia , aziende d i trasporto pubb lic o e p riva to, utilities, imprese industria li e/ o c onnesse assoc iazioni d i settore, agenzie d i sviluppo o per l energ ia , istituti d i c red ito , ec c ., ma anc he i singoli c ittad ini.

- sia dei soggetti c he sono interessa ti ag li effetti delle politic he d i mitigazione, in p rimo luogo la c omunità loc a le d i riferimento, nei c ui c onfronti la pubb lic a amministrazione potrà sviluppare opportune forme d i informazione sul p iano c lima .

Il Piano potrà quind i essere c ostruito in modo p iù o meno partec ipa to. La pa rtec ipazione potrà essere rea lizza ta c on d iversi possib ili sc op i: da l c oinvolg imento dei soggetti a tito lo informativo (ed eventua lmente formativo) a quello c on fina lità c onsultive (i c ui risulta ti vengono tenuti in c onsiderazione per l identific azione delle misure da introdurre nel p iano), fino ad a rriva re a strumenti tendenzia lmente permanenti d i d ia logo, c onfronto e monitoragg io c on i soggetti c oinvolti d irettamente nelle azioni. Quest ultima ipotesi, seppur impegna tiva , fornisc e la possib ilità d i un fa ttivo c oinvolg imento deg li a ttori e il mantenimento d i una utile a ttività d i animazione del p iano c lima .

Stato del clima locale

Un Piano Clima c ontiene un ana lisi dello sta to del c lima loc a le, c he c omprende una serie storic a delle c ond izioni d i p iovosità (e nevosità ) e d i tempera tura , c on approfond imenti sui da ti med i e sug li eventi ec c eziona li. Ta le ana lisi c onsente d i ind ividuare le mod ific azioni c limatic he in a tto e la p revisione d i sc enari futuri. Contestua lmente a lle mod ific he sul c lima possono essere p revisti g li effetti d i ta li mod ific he, va le a d ire g li impa tti sull uomo e sull amb iente (es. aumento dei period i sic c itosi, aumento della tempera tura , aumento dell intensità dei fenomeni p iovosi e quind i delle a lluvioni, aumento delle tempera ture, regressione dei ghiac c ia i). Tra ttandosi d i un ana lisi del c lima , la sc a la d i osservazione può rag ionevolmente non c orrispondere a l c luster d i riferimento per il p iano. O meglio, se ne d isc osta spostandosi da lla sc a la reg iona le a quella c omuna le, da l momento c he non ha senso parla re d i c ond izioni c limatic he a livello d i singolo c omune, o c omunque d i un territorio troppo p ic c olo. In questo c aso l ana lisi dello sta to del c lima va estesa ad un territorio p iù ampio rispetto a l c ampo d i app lic azione del p iano. La desc rizione delle c ond izioni c limatic he loc a li d iffic ilmente trova spazio nei p iani d i settore, ma la va lutazione dell impatto c limatic o (va le a d ire la stima deg li effetti sul c lima delle sc elte d i p iano) può c ostituire una pa rte della Va lutazione Amb ienta le Stra teg ic a , per lo meno per i p iani maggiormente impa ttanti in termini d i emissioni d i gas serra (es. p iani energetic i). L ana lisi dello sta to del c lima loc a le e la p revisione dei futuri c amb iamenti rappresenta un riferimento ind ispensab ile per la definizione delle politic he d i ada ttamento.

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Costruzione del quadro di riferimento

A sec onda della struttura del p iano, il quad ro emissivo può rientra re in d iversi doc umenti c he lo c ompongono. L ana lisi d i c ontesto, infa tti, può essere c ontenuta a ll interno della Relazione d i p iano, in un Quadro c onosc itivo (c he è un doc umento separa to) oppure nel Rapporto amb ienta le della VAS. Questo d ipende da l tipo d i p iano e da lla Reg ione c onsidera ta . Nel Piano c lima , ad esemp io, il quadro territoria le delle emissioni fa pa rte integrante del p iano stesso. I p iani e p rogrammi industria li e finanzia ri, genera lmente, non sono c orreda ti da ana lisi territoria li approfond ite (l ana lisi d i c ontesto è foc a lizza ta su un inquadramento d i tipo soc io-ec onomic o). Piani urbanistic i e ambienta li sono d i solito ac c ompagna ti da quadri c onosc itivi c orposi. Elemento d i omogeneità tra tutti g li strumenti d i p ianific azione e omogeneizzazione, a livello naziona le, può essere rappresenta to, pur c on qua lc he d ifferenza da reg ione a reg ione (sostanzia lmente d i p roc esso ma non d i sostanza ), da lla Va lutazione Amb ienta le Stra teg ic a , a c ui tutti i p iani c ita ti sono soggetti. Un modo per c ontestua lizza re le spec ific ità del p iano d i settore a l tema dei gas serra può essere ben rappresenta to p roprio da lla VAS. Nel Rapporto Amb ienta le oc c orre riporta re il quadro emissivo lega to a ll ana lisi d i c ontesto (es. emissioni da b iogas nelle d isc a ric he o da termova lorizza tori nel c aso d i un p iano rifiuti o le emissioni da spand imento fanghi in agric oltura in un p iano d i sviluppo rura le).

Nella c ostruzione del quadro d i riferimento trova spazio anc he l ind ividuazione dei p iani sovraord ina ti o d i pa ri livello c he influenzano il p iano in esame anc he sotto il p rofilo delle emissioni serra . Oc c orre quind i ind ividuare l elenc o d i ta li p iani e p rogrammi, enuc leandone g li ob iettivi. Questa a ttività rappresenta il p resupposto per un ana lisi d i c oerenza esterna . L ana lisi d i c oerenza

(c he va estesa a lle misure e non limita ta a i soli ob iettivi) c ostituisc e uno strumento d i supporto: - a ll integrazione nel c aso dei p iani settoria li; - a l c oord inamento nel c aso del Piano Clima .

Gli obiettivi del piano

Gli ob iettivi stra teg ic i, rappresentano e quantific ano le fina lità della stra teg ia loc a le per la lotta a i c amb iamenti c limatic i. Come g ià esposto nel c ap . 2 (c ui si rimanda), mentre un Piano Clima può rec ep ire interamente un ob iettivo sovraord ina to, ad esemp io, mutuandolo da ob iettivi naziona li o c omunita ri, nel c aso d i Piani Settoria li questi potranno perseguire un ob iettivo c omp lessivo solo nel loro insieme, ind ividuando qua li sono le riduzioni c onseguib ili in ogni settore c ome parzia le c ontributo a ta le ob iettivo.

Gli scenari di piano

Gli sc enari p revisiona li d i un Piano Clima desc rivono uno sviluppo nel tempo delle emissioni serra del territorio, sulla base dell a ttuazione delle misure del Piano. Gli sc enari possono essere c omp lessivi (es. emissioni d i CO2 nel territorio) o (p referib ilmente) d ifferenzia ti per settore (es. emissioni derivanti da rifiuti, a ttività p roduttive, agric oltura , p roduzione d i energ ia , etc .).

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Genera lmente vengono c ostruiti p rendendo c ome riferimento g li ob iettivi p revisti da l p iano (es. -6,5% a l 2012 o -20% a l 2020) e d imensionando poi le misure e i p rogetti per c onsentire la p restazione nec essa ria a ragg iungere ta li ob iettivi. La p restazione amb ienta le è rappresenta ta da l gap d i emissioni serra rispetto a llo sc enario BAU. Nel c aso dei p iani d i settore, g li sc enari p revisiona li vengono c ostruiti in maniera ana loga , avendo c ome riferimento i pertinenti ob iettivi tematic i. La Va lutazione Amb ienta le Stra teg ic a c ostituisc e strumento d i supporto da l momento c he va luta g li effetti ambienta li derivanti da sc elte d i p iano c onnesse a sc enari a lterna tivi. E pertanto possib ile ded ic a re i nec essa ri approfond imenti ag li effetti d i p iano c he inc idono sulla CO2. Gli sc enari p revisiona li, genera lmente, sono a lmeno tre (c ompreso lo sc enario BaU). Contestua lmente a lla c ostruzione deg li sc enari si p roc ede a lla va lutazione ex ante (c ap . 5) deg li effetti d i p iano. In sostanza , la stima delle emissioni serra pertinenti i d iversi sc enari va fa tta utilizzando i medesimi ind ic a tori c he c ostituiranno il sistema d i monitoraggio in itinere ed ex post.

Per a lc uni esemp i d i definizione d i sc enario p revisiona li si veda l Appendice C del p resente doc umento.

Come per lo sc enario BAU, anc he per g li sc enari p revisiona li assume partic ola re rilievo la d imensione tempora le del p iano, anc he in c onsiderazione d i possib ili agg iornamenti e, sopra ttutto, va rianti. Nella c ostruzione deg li sc enari p revisiona li oc c orre c he l anno zero e l orizzonte tempora le c oinc idano c on quelli definiti per lo sc enario BAU del p iano c ui fanno riferimento. Come detto nel c ap ito lo p rec ente, la sc elta ottima le è definire sc ena ri c on orizzonti tempora li c ompresi tra i 10-15 anni. Ta le orizzonte, genera lmente, supera quello d i va lid ità d i un Piano d i settore. Quind i, per Piani Settoria li c he p revedono orizzonti tempora li superiori a l loro periodo d i va lid ità , è opportuno mantenere lo stesso tempo zero anc he nelle versioni suc c essive del Piano (agg iornamenti, va rianti, ec c .) nell a rc o tempora le c ui c i si è p refissa ti un ob iettivo d i riduzione.

Le azioni di piano

Una volta definiti g li sc enari p revisiona li e la stima delle emissioni serra c ollega te, l amministrazione loc a le p roc ede a lla selezione d i uno sc ena rio e a lla definizione del pac c hetto d i azioni nec essarie a l ragg iung imento deg li ob iettivi stra teg ic i. Un Piano Clima è genera lmente c omposto da politic he d i mitigazione , c he si c onc retizzano in misure per la riduzione delle emissioni serra , e politic he d i ada ttamento , c he si c onc retizzano in misure c he tengono c onto dei c ambiamenti c lima tic i in c orso. Questo tipo d i misure non ag isc ono sulle fonti d i emissione, ma su settori c he risentono dei c amb iamenti c limatic i e nei c onfronti dei qua li oc c orre mod ific a re l approc c io. Ne sono esemp io le politic he agric ole (per a ffronta re i p rob lemi d i sic c ità e pa rassiti), quelle sanita rie (per frontegg ia re le ma la ttie infettive, resp ira torie o le onda te d i c a lore), quelle d i assetto id raulic o (per limita re g li effetti delle inondazioni o della sic c ità ), etc . I Piani interessa ti sa ranno pertanto i p iani d i sviluppo rura le, i p iani sanita ri, i p iani d i tutela delle ac que e i p iani d i bac ino, etc . Esistono misure c he hanno va lenza sia in termini d i mitigazione c he d i ada ttamento (es. adozione d i tec nic he p roprie della b ioed ilizia nelle c ostruzioni, utilizzo d i mezzi d i trasporto p iù sostenib ili).

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Come antic ipa to nell introduzione, le p resenti Linee Guida non approfond isc ono il tema dell ada ttamento, ma si c onc entrano sulle politic he d i riduzione, maggiormente c onnesse c on i mec c anismi e le opportunità d i va lorizzazione ec onomic a dei risulta ti. Il Piano Clima e i p iani d i settore fornisc ono stra teg ie c he si sviluppano su un periodo med io-lungo e, nella maggioranza dei c asi, si rifanno a p rogrammi a ttua tivi delle misure e dei p rogetti. Per misura si intende una c a tegoria d i p rogetti fina lizza ti a l ragg iung imento d i uno spec ific o ob iettivo e per progetto l insieme delle a ttività d i tipo struttura le, tec nic o o gestiona le mira te a l ragg iung imento deg li ob iettivi delle misure del p iano . Le misure vanno definite sulla base deg li ob iettivi stra teg ic i del p iano. Esse possono a ffronta re singoli tematismi (es. riduzione delle emissioni serra derivanti da tra ffic o veic ola re), e quind i d irettamente esportab ili a ll approc c io dei p iani d i settore, oppure essere d i tipo trasversa le (es. riduzione delle emissioni serra nel settore industria le, c he possono essere ottenute agendo sulle tec nolog ie a basso c onsumo energetic o nei p roc essi p roduttivi, sull utilizzo d i imp ianti termic i a limenta ti da fonti rinnovab ili, sull adozione d i tec nic he c ostruttive mira te a ll ec o-effic ienza dell involuc ro ed ilizio), nel qua l c aso oc c orre una sorta d i spac c hettamento per ottenere il medesimo risulta to tramite l approc c io settoria le. Per ogni misura è possib ile stimare il potenzia le d i riduzione c omp lessivo (nel c aso d i misure trasversa li il potenzia le d i riduzione sa rà una sommatoria d i singole riduzioni). Ogni misura quind i c ontribuirà in pa rte a l ragg iungimento dell ob iettivo stra teg ic o.

Sec ondo l approc c io p roposto nelle p resenti Linee Guida le misure possono essere dec lina te in p rogetti ric onduc ib ili p rimariamente a due livelli d i intervento, sec ondo le seguenti definizioni:

progetti spec ific i , ovvero quei p rogetti c he riguardano interventi d i na tura tec nic a o tec nolog ic a e c he si c onfigurano c ome rea lizzazione d i strutture, infrastrutture o imp ianti c he c omportano la riduzione delle emissioni d i GHG rispetto a lle tec nic he e tec nolog ie in uso p rec edentemente (es.: imp ianti d i p roduzione d i energ ia da fonti rinnovab ili)

progetti quadro , ovvero insiemi d i interventi d i na tura tec nic a , gestiona le od organizza tiva , c he possono c omprendere p rogetti spec ific i d i d iversa na tura e sono c onc ep iti c ome misure d i polic y o a tti d i p ianific azione c he regolamentano le azioni e le sc elte d i a ltri soggetti (es.: i c ittad ini, g li eserc izi c ommerc ia li, i gestori delle linee d i trasporto urbano, ec c .) a c ui viene ric hiesto d i adotta re c omportamenti o d i rea lizza re inizia tive c he portino a lla riduzione delle emissioni d i GHG rispetto a l passa to (es.: regolamenti ed ilizi, misure d i regolazione della viab ilità , p rogrammi innovativi d i rac c olta , tra ttamento e rec upero dei rifiuti, ec c .). In questa c a tegoria rientrano anc he i mac ro-p rogetti derivanti da ll aggregazione c oord ina ta d i d iversi p rogetti spec ific i (nella terminolog ia internaziona le ta lora definiti bund le p rojec ts ).

E a livello delle misure c he, nel c aso d i sovrapposizione territoria le (reg iona le, p rovinc ia le, c omuna le) d i Piani Clima o d i Piani del medesimo settore, oc c orre un approc c io integra to e sinerg ic o da parte delle amministrazioni p roc edenti. Nel c aso d i p iani d ifferiti tempora lmente l ana lisi d i c oerenza della VAS può c ostituire un utile supporto, mentre nel c aso d i agg iornamento o elaborazione c ontemporanei, sa rebbe opportuno un c onfronto tra i d iversi enti, a l fine d i c oord ina re sforzi e risorse.

Alle misure e a i p rogetti vanno assoc ia te:

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- responsab ilità ; - tempi; - risorse; - traguard i; - ind ic a tori d i monitoragg io.

Una buona p ra tic a è rappresenta ta da lla redazione, per ogni p rogetto, d i una sc heda desc rittiva . Ta le sc heda viene spesso c hiamata sc heda d i azione . Un esemp io d i sc heda può c ontenere i seguenti c amp i: - nome del p rogetto/ azione; - ana lisi del c ontesto d i riferimento; - ob iettivo stra teg ic o; - ob iettivo opera tivo; - desc rizione (moda lità a ttua tive); - soggetti a ttua tori; - c ronoprogramma; - azioni d i p iano c ollega te (sinerg ic he per il ragg iung imento dell ob iettivo).

In pa rtic ola re, le sc hede d i un Piano Clima dovrebbero essere a rtic ola te sec ondo i seguenti c amp i:

desc rizione della misura ;

c alc olo del potenzia le d i riduzione assoc ia to a lla misura ;

eventua li sovrapposizioni c on a ltre misure;

ipotesi d i imp lementazione (ind ic azioni genera li d i tempistic a , d i risorse e d i responsab ilità );

analisi dei c osti e dei benefic i ec onomic i, amb ienta li e soc ia li c he c omprendano va lutazioni quantita tive e qua lita tive;

indic a tori d i monitoragg io.

Esempio 1: Scheda sulla REVISIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO del Piano Energetico del Comune di Modena

Titolo Azione n°1: Revisione del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE)

Soggetto promotore Comune di Modena

Obiettivo specifico Revisionare l attuale RUE la fine di introdurre criteri per il contenimento dei consumi energetici nei processi di programmazione e progettazione urbanistica ed edilizia.

Target Il complesso del processo urbanistico ed edilizio nel territorio comunale (operatori, professionisti, organizzazioni, utenti )

Azioni previste Definizione di criteri per il contenimento dei consumi energetici nei processi di nuova costruzione e ristrutturazione edilizia e urbanistica. Trasformazione di alcuni requisiti connessi al risparmio energetico da raccomandati a cogenti Inserimento nel RUE dei requisiti volontari in sostituzione di quelli raccomandati. Ridefinizione dei valori prestazionali degli edifici in tema di risparmio energetico per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni significative degli edifici

Strumenti attuativi Revisione dell attuale regolamento urbanistico edilizio

Partners coinvolti Tecnici di settore, imprese edili, società e/o studi di progettazione, ordini professionali, HERA, Promo, Bioecolab,

Indicatori dei risultati ottenuti

Numero di requisiti cogenti e volontari introdotti all interno del RUE

(Fonte: Piano Energetico Comunale

Comune di Modena)

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Nell Appendice D delle p resenti Linee Guida sono riporta te g li esemp i delle sc hede d i azione del Piano energetic o della Reg ione Friuli Venezia Giulia , dello sc hema d i Piano Clima della Reg ione Marc he e del Piano energetic o della Provinc ia d i Forlì-Cesena .

Il monitoraggio

Durante l elaborazione delle misure e dei p rogetti è nec essario ind ividuare appositi ind ic a tori d i monitoragg io (c ap . 5). Il sistema d i monitoragg io dovrà c omprendere: - ind ic a tori d i ob iettivo (c he c onsentono la va lutazione del ragg iung imento deg li

ob iettivi stra teg ic i); - ind ic a tori d i risulta to (c onnessi a lla rea lizzazione dell azione e c he c onsentano la

va lutazione dell ob iettivo opera tivo); Il set d i ind ic a tori seleziona ti dovrà c ontenere g li ind ic a tori utilizza ti per la va lutazione ex ante e la c ostruzione deg li sc enari d i p iano.

Di seguito si riporta uno sc hema riassuntivo d i c ome le d iverse fasi della Va lutazione Amb ienta le Stra teg ic a possano supporta re la dec linazione della stra teg ia loc a le per il c lima a ll interno dei p iani.

Inventario territoriale emissioni serra

Scenario BaU e scenari previsionali

Obiettivi strategici e scenario di piano

Piano di monitoraggio

Piano clima/di settore

Analisi di contesto

Analisi delle alternative

Analisi di coerenza (tra settori e livelli territoriali)

Valutazione ex ante effetti ambientali scelte di piano

Indicatori per il monitoraggio ambientale

Rapporto Ambientale VAS

Stima emissioni CO2 connesse alle misure

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In caso di adesione al Patto dei Sindaci

I comuni che hanno sottoscritto il Patto devono predisporre un Piano d azione per l energia sostenibile (PAES) entro un anno dalla formale ratifica . Il Piano deve essere obbligatoriamente approvato dal Consiglio comunale. Al fine di concretizzare gli impegni del Covenant, i firmatari devono assegnare ai settori competenti sufficienti risorse finanziarie ed umane. Le Amministrazioni dovrebbero allocare le necessarie risorse finanziare nel bilancio annuale, e quando possibile impegnarsi ad assegnare le dovute risorse nei futuri bilanci (da 3 a 5 anni). Il PAES può essere considerato una parte di un eventuale Piano Clima o comunque della Strategia d azione per la riduzione dei GHG di cui l Amminstrazione si vuole dotare. I contenuti e la struttura dei due strumenti sono comparabili. È comunque da prevedere l approvazione dei Piani da parte del Consiglio e l allocazione annuale delle risorse finanziarie necessarie.

Durante il processo di sviluppo (redazione e attuazione) del Piano d azione è previsto il coinvolgimento degli stakeholder. La fase partecipativa

è uno degli impegni sottoscritti nel Patto: il coinvolgimento di tutti gli attori interessati è considerato essenziale per il successo del Piano. È raccomandata anche la realizzazione di una campagna di comunicazione. È dunque necessario programmare un attività di convolgimento delle parti interessate, almeno per le azioni riguardanti gli aspetti energetici.

La priorità del PAES è la riduzione del consumo finale di energia i settori target sono quindi l edilizia, l utilizzo di apparecchiature e di impianti e il trasporto in particolar modo quello pubblico. Nelle LLGG Cartesio vengono considerati tutti i settori emissivi, non ci sono quindi particolari indicazioni, si raccomanda solamente un particolare focus sul settore energetico.

Per quanto riguarda la scelta delle azioni/misure le LLGG del JRC raccomandano di:

identificare tutte le buone pratiche di successo già esistenti;

fare una lista di tutte le possibili azioni realizzabili che possono contribuire al raggiungimento di un dato obiettivo;

stabilire le priorità fissando dei criteri di scelta (es. investimento richiesto, risparmio intermini di energia, benefic in termini di occupazione, etc), dando dei pesi ad ogni criterio e valutando ogni criterio, misura per misura, in modo da ottenere un punteggio per ciascuna misura;

effettuare una analisi costi e benefici sia quantitativi che qualitativi;

effettuare una analisi di rischio su ogni singola azione, in modo da identificare le possibili cause di fallimento in fase di realizzazione. I rischi possono essere

- legati al progetto (superamento dei costi o dei tempi previsti, dispute contrattuali, ritardi dovuti a procedure di appalto )

- procedurali e gestionali (approvazione di budget inadeguati, ritardi per l oettnimeto dei permessi, cambiamenti normativi, mancanza di controllo del progetto )

- tecnici (progettazione inadeguata, prestazioni ninori di quelle previste, costi più elevati di quelli attesi ) - legati al contraente/appaltatore (stime inadeguate, problemi finanziari, ritardi, difficoltà di controllo dei

subappaltatori ) - legati al mercato (aumenti di salario, carenza di personale tecnico, mancanza di materiali e di

equipaggiamento ) Le azioni possono essere a breve termine (3-5 anni) e a lungo termine (al 2020). Le azioni dovrebbero avere il più largo consenso politico e degli stakeholder, in modo da non compromettere (anche in caso di cambio di leadership politica), la loro realizzazione. Per ogni singola azione/misura occorre specificare:

il traguardo

la tempistica (data d inizio e di conclusione)

il settore dell ente e le persone responsabili della realizzazione

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il budget e le modalità di finanziamento

le modalità di monitoraggio.

Le politiche energetiche che possono essere adottate e le azioni che possono essere attuate da un ente locale riguardano i seguenti settori: - Edilizia - Trasporto - Risorse d energia rinnovabili e distribuzione dell energia - Acquisti/forniture pubblici - Pianificazione urbanistica - Tecnologie per l informazione e la comunicazione. La scelta e la programmazione delle azioni, così come delineate dalle presenti lineee guida, sono comparabili con quanto raccomandato dal JRC.

Il PAES deve essere revisionato ogni due anni, con monitoraggi regolari sulle singole azioni. La revisione segue il principio del Plan, Do, Check, Act. I firmatari del Patto sono tenuti a redigere almeno ogni due anni, alternativamente:

- un Action Report senza inventario (dopo 2, 6, 10, anni), con una analisi sullo stato d attuazione del PAES e informazioni su eventuali misure correttive o preventive;

- un Implementation Report con inventario di monitoraggio delle emissioni aggiornato (dopo 4, 8, 12, anni), con informazioni anche quantitative sulle misure attuate e i loro impatti sul consumo di energia e sulle emissioni di CO2, una analisi sullo stato d attuazione del PAES e sulle eventuali misure correttive o preventive.

I due rapporti devono essere stilati secondo i modelli forniti dalla Commissione Europea. Nel programmare il percorso di realizzazione del Piano clima o della Strategia d azione per la riduzione dei GHG, l Ammnistrazione dovrà prevedere la redazione e l aggiornamento dei suddetti report.

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4. DEFINIZIONE DEI PROGETTI

Nel p iù amp io ambito della p ianific azione, le pubb lic he amministrazioni hanno la possib ilità d i fissa re spec ific i ob iettivi d i abba ttimento delle emissioni d i gas serra in d iversi settori d i a ttività qua li i trasporti, la gestione dei rifiuti, la gestione delle foreste, il c onsumo e la p roduzione d i energ ia . Il ragg iung imento d i questi ob iettivi passa quind i anc he a ttraverso la rea lizzazione d i p rogetti, c ioè d i una serie d i a ttività d i tipo struttura le, tec nic o e gestiona le fina lizza ta a l ragg iung imento deg li ob iettivi stessi. Come vedremo, a lla rea lizzazione d i questi p rogetti e a l c onseguimento dei rela tivi ob iettivi in termini d i riduzione delle emissioni d i GHG sono lega te le opportunità d i va lorizzazione ec onomic a p roposte da lle p resenti Linee Guida .

Al fine d i poter ac c edere a i benefic i ec onomic i desc ritti nel suc c essivo c ap ito lo 6, o ltre ad una c orretta ed effic ac e p ianific azione, le amministrazioni pubb lic he sono c hiamate a lla definizione d i p rogetti c he, in linea d i p rinc ip io, devono poter:

- porta re a riduzioni rea li, misurab ili, verific ab ili e permanenti delle emissioni d i gas serra ;

- c ontribuire effettivamente a lle riduzioni delle emissioni rispetto a llo sc enario d i riferimento ottenute a ttraverso la rea lizzazione d i un Piano Clima (o d i a ltri a tti d i p ianific azione in grado d i perseguire ta li riduzioni).

Sec ondo quanto p roposto nell approc c io delle p resenti Linee Guida , i p rogetti possono riguardare sia a ttività interne c he esterne a lle strutture fisic he in c ui operano i d ipendenti dell amministrazione e a lla sfera d i a ttività sotto il c ontrollo gestiona le d iretto dell amministrazione stessa . Le pubb lic he amministrazioni hanno infa tti la possib ilità d i inc idere sia sulle emissioni d irette , sostituendo, per esemp io, le c a lda ie p resenti nei p ropri immobili c on a ltre p iù effic ienti o regolando tempera ture e temp i d i funzionamento; insta llando, invec e, imp ianti d i p roduzione d i energ ia rinnovab ile possono ag ire sulle emissioni ind irette da c onsumo elettric o ; possono inoltre ridurre le emissioni ind irette , introduc endo, ad esemp io, a ttraverso i regolamenti ed ilizi, standard c he impongano una maggiore effic ienza energetic a .

Il p rogetto rappresenta dunque l ultimo livello del p roc esso d i p ianific azione desc ritto nel c ap itolo p rec edente, in c ui vengono definite in maniera dettag lia ta tutte le a ttività c he verranno rea lizza te per poter c onseguire g li ob iettivi genera li del p iano e inc idere in modo effic ac e sui livelli d i emissione quantific a ti e va luta ti a ttraverso l inventa rio territoria le. Come p rec edentemente c hia rito, i p iani si c ompongono d i misure, le qua li sono c omposte a loro volta da p rogetti quadro e p rogetti spec ific i g ià definiti nel c ap ito lo 3. Entrambe queste tipolog ie d i p rogetti possono c and ida rsi a l ric onosc imento delle quote d i riduzione sec ondo quanto p revisto nel c ap ito lo 6.

Va c hia rito fin da ora c he, sebbene tutti i p iani si tradurranno in misure e tutte le misure, inevitab ilmente, dovranno tradursi in a ttività opera tive c he ne c onsentano l effettiva rea lizzazione, non tutti queste a ttività potranno però avere le c a ra tteristic he nec essa rie ad ottenere la va lorizzazione ec onomic a p roposta da lle p resenti Linee Guida . Si è ritenuto, infa tti, c he per poter essere c onva lida ti c ome p rogetti (sia quadro c he spec ific i ) c he c onsentono la rea le riduzione d i emissioni d i gas serra , i p rogetti debbano sottosta re ad a lc uni requisiti vinc olanti rela tivi a lla misurab ilità , c onc retezza , trasparenza e

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robustezza metodolog ic a delle moda lità c on c ui vengono a ttua ti e dei risulta ti c he possono ragg iungere. Di seguito vengono quind i spec ific a ti i requisiti c he i p rogetti debbono possedere per poter essere c onsidera ti nell amb ito delle azioni d i va lorizzazione ec onomic a desc ritte nel suc c essivo c ap itolo 6.

Nel momento in c ui una pubb lic a amministrazione a ttiva uno o p iù p rogetti per i qua li intende ottenere il ric onosc imento delle c orrispondenti quote d i riduzione , essa deve definire i dettag li tec nic i, le risorse ec onomic he, i temp i e le responsab ilità c orrela te a lla loro rea lizzazione. Tutte queste informazioni devono essere inc luse in un Doc umento d i Progetto , c he inc luderà c ome minimo:

- una desc rizione dettag lia ta dello sc enario d i baseline del p rogetto stesso; - una sp iegazione dell azione d i p rogetto, ovvero l intervento c he avrà c ome

risulta to l abba ttimento delle emissioni d i gas serra , ed un inquadramento nell amb ito del Piano Clima (o d i a ltro a tto d i p ianific azione) a lla c ui a ttuazione il p rogetto e funziona le;

- una desc rizione dettag lia ta delle a ttività tec nic he del p rogetto, c he c omprenda una va lutazione p reventiva delle riduzioni rea lizzab ili;

- il p iano d i monitoragg io delle emissioni, nonc hé le rela tive moda lità d i monitoragg io e reporting del p rogetto;

- le risorse ec onomic he destina te a lla rea lizzazione del p rogetto e le fonti d i finanziamento da c ui esso a ttinge;

- le responsab ilità c orrela ti a lla fase d i rea lizzazione e g li a ttori c oinvolti; - la tempistic a d i p rogetto, ovvero la da ta d inizio del p rogetto, la sua vita utile, la

dura ta dell eventua le fase d i a llestimento, la frequenza delle a ttività d i monitoragg io;

- metodolog ie, strumenti e standard va luta tivi: definizione deg li strumenti utilizza ti per l a ttuazione del p rogetto; definizione deg li standard d i stima e va lutazione delle emissioni, ex-ante ed ex-post; definizione deg li standard d i stima dell impatto amb ienta le del p rogetto (leakage); definizione delle metodolog ie d i c a lc olo della baseline d i p rogetto;

- impatto amb ienta le, o Leakage: il doc umento d i p rogetto deve c hia rire se, e in c he misura , l imp lementazione del p rogetto stesso avrà un impa tto ambienta le (in termini d i emissioni d i gas serra , ad esemp io). Il Leakage va sottra tto a l va lore del p rogetto, in termini d i abba ttimento delle emissioni.

- Moda lità d i c oinvolg imento deg li stakeholder: infine, oc c orre ind ic a re in c he modo il p rogetto, la sua rea lizzazione e i suoi effetti sono sta ti c ond ivisi a livello loc a le c on g li stakeholder interessa ti (anc he a i fini dell ac c ettab ilità del p rogetto stesso), c on qua li p roc edure sono sta ti rac c olti i c ommenti e le esigenze in merito, e in qua li termini questi ultimi elementi sono sta ti p resi in c onsiderazione .

L Appendice E delle p resenti Linee Guida c ontiene un esemp io d i possib ile format utilizzab ile per la c omp ilazione d i un Doc umento d i Progetto (DDP) in linea c on l approc c io p roposto.

Nell Appendice F sono c ontenuti esempi d i Progetti per la riduzione delle emissioni d i gas serra rea lizzab ili da un Ente Loc a le per abba ttere le p roprie emissioni d i gas serra e c omp ila ti in ac c ordo c on il format d i DDP p roposto.

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L amministrazione interessa ta ad ottenere il ric onosc imento delle quote d i riduzione delle emissioni lega te ad uno o p iù p rogetti dovrà inoltre dota rsi d i opportune p roc edure o moda lità opera tive c he permettano d i va luta re e d imostra re la va lid ità tec nic a del p rogetto e la c orrettezza del c a lc olo delle riduzioni rea lizzab ili.

Pa rtic ola re a ttenzione merita la c osiddetta del p rogetto, c he deve essere c onsidera ta un elemento essenzia le per va luta re le rea li riduzioni a ttua te e spesso risulta p iù d iffic ile da va luta re rispetto a lle stesse emissioni d i p rogetto. Essa rappresenta , in termini d i emissioni, quello c he sa rebbe ac c aduto in termini d i evoluzione dello sc enario futuro, in assenza del p rogetto stesso, ovvero in un possib ile sc enario d i p rogetto opzione zero , nel c aso in c ui si fosse dec iso d i non rea lizza re le azioni e g li interventi p revisti da l p rogetto e d i c ontinuare c on le moda lità p rec edenti (es.: d i p roduzione energetic a , d i gestione della mob ilità , ec c .). Le riduzioni rea lizza te a ttraverso i p rogetti devono essere c a lc ola te c ome d ifferenza tra emissioni d i baseline ed il livello d i emissioni c onseguib ile a ttraverso la rea lizzazione del p rogetto.

Altro elemento essenzia le è il sistema di monitoraggio e le rela tive p roc edure, desc ritte nel Doc umento d i Progetto, c he devono permettere d i ac quisire, reg istra re e c onserva re i da ti utili a va luta re le p rogressive riduzioni d i emissioni nel tempo, sec ondo quanto stab ilito da l p rogetto stesso. Il sistema d i monitoragg io utilizza to durante il p rogetto deve essere c oerente c on quello desc ritto p reventivamente nel Doc umento d i Progetto. Period ic amente, sec ondo interva lli d i tempo stab iliti internamente, la pubb lic a amministrazione dovrà verific a re lo sta to d i avanzamento del p rogetto e le riduzioni d i emissioni rea lizza te rispetto a lla baseline nel periodo d i riferimento sc elto.

Le c a ra tteristic he desc ritte finora sono c omuni a tutte le tipolog ie d i p rogetti per la riduzione delle emissioni d i gas serra , ivi inc lusi i p rogetti c he possono dare luogo a ll ac quisizione d i c red iti volonta ri, sec ondo quanto p revisto da standard volonta ri internaziona li. Nell amb ito delle p resenti Linee Guida , si è dec iso d i stab ilire a lc uni requisiti spec ific i a fondamento della possib ile c onva lida e ric onosc imento delle riduzioni d i emissioni effettivamente c onseguite da una pubb lic a amministrazione, nella p rospettiva d i rend ic ontarle c orrettamente e in modo omogeneo a l livello governa tivo naziona le e d i ac c edere ad opportunità d i va lorizzazione ec onomic a . I requisiti rappresentano una rielaborazione d i a lc uni dei p iù noti standard internaziona li, letti nella log ic a dell adeguamento a lle esigenze d i un sistema ita liano d i c onva lida e ric onosc imento delle quote d i emissione. Questi requisiti c ostituisc ono una sorta d i minimo c omune denomina tore fra i d iversi standard , dei qua li possono c ostituire un

p rimo livello d i c onformità , da c ui muovere per orienta rsi a ll ac quisizione d i c red iti volonta ri spend ib ili sui merc a ti internaziona li.

I requisiti delinea ti nel seguito rappresentano pertanto le regole del g ioc o su c ui basare un sistema d i rend ic ontazione, verific a , ric onosc imento e va lorizzazione ec onomic a delle quote d i riduzione volonta rie delle emissioni GHG per le pubb lic he amministrazioni a livello naziona le, c he verrà desc ritto nel c ap ito lo 6.

Al fine d i poter essere ric onosc iute c ome quote d i riduzione (qua li c ontributi a l perseguimento deg li ob iettivi naziona li) nell amb ito del sistema p roposto da lle p resenti

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Linee Guida , i p rogetti d i riduzione delle emissioni d i gas serra p roposti dag li Enti Loc a li e da lle Amministrazioni pubb lic he ita liane devono sodd isfa re a lc uni c riteri d i elegg ib ilità . Ta li requisiti devono essere c onsidera ti c ome un c riterio minimo d i ac c esso a l sistema d i ric onosc imento e, c onseguentemente, a i reg istri reg iona li a c ui le quote d i riduzione potranno avere uffic ia lmente ac c esso. E essenzia le spec ific a re c he non verranno a ttribuite quote d i riduzione delle emissioni a i p rogetti d i riduzione ind iretta o a i p rogetti d i c ompensazione delle stesse (qua li ad esemp io p rogetti CDM c ondotti nei PVS o simili). I requisiti p roposti sono c onc ep iti per assic ura re c he tutti i p rogetti d i abba ttimento delle emissioni d iano luogo a quote d i riduzione ric onosc iute ed inserite in opportuni reg istri reg iona li (si veda oltre) abb iano c a ra tteristic he ta li da ga rantire la c ertezza e c red ib ilità dei risulta ti ottenuti, ovvero siano:

Reali Definizione : una riduzione delle emissioni è rea le se i suoi benefic i in termini amb ienta li sono quantific ab ili e verific ab ili. Requisiti: si ric hiede c he la riduzione delle emissioni sia c onc reta , misurab ile e verific ab ile, e sia p rec edente a l ric onosc imento delle quote d i riduzione . Non verranno ric onosc iute e reg istra te quote sulla base della sola p revisione d i abba ttimento delle emissioni.

Permanenti: Definizione : il benefic io amb ienta le derivante da l p rogetto deve poter perdura re per tutta la vita utile del p rogetto. Requisiti: g li effetti in termini d i riduzione delle emissioni d i gas serra non devono essere temporanei o transitori, non devono essere reversib ili e non devono essere annulla ti da a ltre emissioni lega te a l mantenimento delle p ra tic he o a lla manutenzione delle tec nolog ie p reviste da l p rogetto nel tempo.

Attribuibili: Definizione : le quote d i riduzione delle emissioni ric onosc iute a l p rogetto devono essere ric onduc ib ili senza amb iguità a l p romotore (o a i p romotori) del p rogetto stesso. Requisiti: il ric onosc imento d i quote d i riduzione a l p rogetto ric hiede adegua ta doc umentazione a supporto del fa tto c he il p rogetto sia sta to rea lizza to c on le risorse ec onomic he del p romotore (o c on il c o-finanzimento d i a ltri p romotori c he potranno essere tito la ri d i una perc entua le delle quote d i riduzione p roporziona le a l p rop rio c ontributo) ovvero (quando il p rogetto non ric hiede un finanziamento ad hoc o vi è un oggettiva d iffic oltà nell ind ividuare soggetti finanzia tori o quantific a re il finanziamento ex-ante) c he il p rogetto sia inequivoc ab ilmente determina to da ll emanazione d i una norma o d i un a tto d i regolamentazione da parte del soggetto tito la re e vada oltre la leg islazione vigente. Ciò va le sopra ttutto nel c aso d i p rogetti quadro , qua li ad esemp io azioni d i polic y o a tti d i regolamentazione c he si

rivolgono a lla c ollettività o a mac ro-c a tegorie d i c ittad ini (per app rofond imenti si veda il pa ragra fo 6).

Addizionali Definizione : i test d i add iziona lità sono c ondotti per assic ura re c he il p rogetto sia in agg iunta a lle riduzioni e/ o abba ttimenti delle emissioni c he avrebbero c omunque avuto luogo in assenza del p rogetto e/ o senza l inc entivo ec onomic o dovuto a l sistema d i ric onosc imento e va lorizzazione ec onomic a delle quote p roposto.

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Requisiti: le p resenti Linee Guida ric hiedono c he ogni p rogetto c he non usi g ià uno standard d i c ertific azione approva to superi due test d i add iziona lità :

Surp lus leg isla tivo: non deve esistere legge, regolamento, sta tuto o a ltra forma d i vinc olo lega le, in vigore a l momento p resente o in p roc into d i essere imp lementa to, c he p reveda o ric hieda l abba ttimento delle emissioni p roposto da l p rogetto. Non vengono c onsidera ti vinc olanti a questi fini a ltri ac c ord i volonta ri eventua lmente sottosc ritti.

Ostac oli a ll imp lementazione :

il progetto deve c onsentire d i supera re ta li ostac oli. Si definisc e ostac olo a l p rogetto ogni fa ttore, o c onsiderazione, c he renda d iffic oltosa l imp lementazione della p ra tic a o a ttività p roposta o l adozione della tec nolog ia p revista da l p rogetto. E ric hiesta la p resenza d i a lmeno uno tra i seguenti fa ttori d i vinc olo, perc hé il p rogetto possa essere c onsidera to add iziona le .

1)

Vinc olo Finanzia rio:

Il p rogetto deve frontegg ia re delle restrizioni d i c ap ita le d i risc hio o d i c red ito, c he l inc entivo ec onomic o dovuto a l ric onosc imento delle quote d i riduzione potrebbe a llevia re; ovvero c i si può rag ionevolmente

a ttendere c he il sistema delle quote sia il p rinc ipa le motore dell imp lementazione del p rogetto; ovvero c he il sistema delle quote sia un elemento fondamenta le per la c ontinuazione del p rogetto suc c essiva a lla sua imp lementazione.

2)

Vinc olo Tec nolog ic o:

La motivazione p rinc ipa le per l imp lementazione della tec nolog ia in questione è la sua c apac ità d i ridurre le emissioni d i gas serra , o c omunque d i mig liora re la performanc e amb ienta le dell Ente o dell Amministrazione. Inoltre uno deg li ob iettivi del p rogetto, a lla da ta d i avvio, deve essere esp lic itamente l abbattimento delle emissioni.

3)

Vinc olo Istituziona le: L abba ttimento delle emissioni in questione deve a ffronta re signific a tivi ostac oli d i na tura c ultura le, soc ia le, od organizza tiva . Il p rogetto dovrà favorire la rimozione d i ta li vinc oli.

4)

Vinc olo dell Innovazione:

Il p rogetto in esame (es.: p ra tic a o tec nolog ia p revista ) deve avere c a ra ttere d i innova tività e quind i c ontribuire in misura rilevante a rimuovere ostac oli a l mig lioramento delle p ra tic he d iffuse nel settore o territorio d i riferimento. In p ra tic a , il p rogetto non deve avere amp ia d iffusione a ll interno dello stesso amb ito settoria le o territoria le. Il livello d iffusione è determina to da l tasso d i inc idenza della p ra tic a / tec nolog ia p roposta da l p rogetto nel settore o in una spec ific a a rea geogra fic a . Il g rado d i penetrazione della tec nolog ia in un area o in un settore sa rà tanto p iù basso, quanto p iù c i sa ranno tec nolog ie/ metodolog ie a lterna tive g ià d isponib ili a ll interno della stessa a rea geogra fic a .

Se il p rogetto sodd isfa i c riteri d i elegg ib ilità del Surp lus Leg isla tivo, ed inoltre d imostra d i supera re almeno uno dei test sug li Ostac oli a ll Imp lementazione (Vinc oli Finanzia ri, Tec nolog ic i, Istituziona li e dell Innovazione) a llora esso è da c onsidera rsi addizionale .

Dal punto d i vista metodolog ic o, lo sviluppo d i un p rogetto sec ondo l approc c io p roposto da lle p resenti Linee Guida segue i p rinc ip i genera li detta ti da lla norma ISO 14064 e si a rtic ola in due fasi, una p rogettua le e una rea lizza tiva , a loro volta sudd ivise in d iverse a ttività .

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Fase progettuale

Attività 1 - Idea progettuale e valutazione Il p rimo passo nec essario per la rea lizzazione d i un p rogetto riguarda la va lutazione dell'idea p rogettua le. È nec essario verific a re se l'idea d i p rogetto può, in linea d i p rinc ip io, rispetta re i requisiti fondamenta li ric hiesti da l Protoc ollo d i Kyoto. Durante la p rogettazione, una volta sc elto l amb ito d i intervento e sviluppa ta l idea p rogettua le, è nec essario c ontrolla re c he esistano g li elementi d i elegg ib ilità per il p rogetto (ovvero i requisiti sopra riporta ti).

Attività 2 - Documento di progetto L amministrazione p romotric e p repara il doc umento d i p rogetto, sec ondo le moda lità e riportando i c ontenuti sopra ind ic a ti). Per la definizione della baseline ed il p iano d i monitoragg io si può utilizzare una delle metodolog ie semp lific a te sviluppa te da ll UNFCCC per i p rogetti d i p ic c ole d imensioni, detti small-sc a le p rojec ts (http :/ / c dm.unfc c c .int/ methodolog ies/ SSCmethodolog ies/ approved .html), oppure si può p roporre una nuova metodolog ia . Una volta termina ta la Fase Progettua le, lo sviluppo del p rogetto p rosegue c on l a ttuazione della Fase Rea lizza tiva .

Fase realizzativa:

Attività 1- Realizzazione progetto Il p roponente mette in opera il p rogetto in ac c ordo c on quanto d ic hia ra to nel doc umento d i p rogetto, rea lizzando le strutture e g li interventi p revisti, ac quisendo i mac c hina ri e le tec nolog ie ada tti a llo sc opo, imp lementando i sistemi d i monitoraggio e misura va lida ti in fase p rogettua le. Il sistema d i monitoragg io e le rela tive p roc edure, adotta te in fase d i rea lizzazione del p rogetto, devono permettere d i ac quisire, reg istra re e c onserva re i da ti utili in ac c ordo c on la metodolog ia d i monitoragg io p resc elta e p rec edentemente va lida ta . Per un approfond imento delle moda lità d i monitoragg io dei p rogetti si rimanda a l suc c essivo pa ragra fo 5, spec ific amente ded ic a to a questo tema.

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5. MONITORAGGIO

Il p roc esso d i monitoragg io è nec essa rio per seguire i p rogressi verso i ta rget definiti, a pa rtire da lla situazione p resente. In pa rtic ola re, il monitoragg io è nec essa rio per:

prec isa re g li ob iettivi quantita tivi c he rappresentano i risulta ti d i mig lioramento verso la riduzione delle emissioni, in quanto ta li ob iettivi devono rappresenta re una situazione rea listic a e ragg iung ib ile in un ben determina to periodo d i tempo;

seguire i p rogressi verso i suddetti ob iettivi, a inizia re da lla situazione p resente, in modo da stab ilire la p roporzione delle azioni p ianific a te e c ap ire lo sta to rea le delle emissioni; apporta re le dovute c orrezioni nel c aso in c ui la rea ltà non si muova sec ondo quanto desidera to.

Come si è visto nel p roc esso d i p iano, si devono spec ific a re dei c amp i d i intervento e dei ta rget quantita tivi da ragg iungere nell amb ito della stra teg ia . Ad ogni c ampo d i intervento e ta rget assoc ia to, possono c orrispondere sia p rogetti (p rogetti quadro e p rogetti spec ific i), sia strumenti nec essari per la loro imp lementazione. Il p roc esso d i monitoragg io deve c onsidera re sia i p rogetti c he g li strumenti. I p rogetti sono desc ritti rispetto a pa rametri quantita tivi, mentre g li strumenti sono desc ritti c onsiderando le loro fasi d i sviluppo.

Il sistema d i monitoragg io è fonda to su: 1) una va lutazione p reventiva o ex ante rea lizza ta a livello d i misure (d i fa tto, c ontestua le e p ropedeutic a a lla c ostruzione deg li sc enari d i p iano); 2) una va lutazione in itinere c ollega ta a ll a ttuazione dei p rogetti d i riduzione delle emissioni serra ; 3) una va lutazione c onsuntiva o ex post rea lizza ta a livello d i misure. 25 La va lutazione ex ante risulta fortemente c orrela ta a lla c ostruzione deg li sc enari p revisiona li d i p iano. La va lutazione dei soli p rogetti d i riduzione, ovviamente, non c onsente d i monitora re il quadro c omp lessivo delle emissioni c ollega te a ll a ttuazione dei p iani; oc c orre, pertanto, a ttiva re un sistema d i feedbac k tra p ianific a tori e a ttua tori mira to a l monitoragg io delle emissioni serra derivanti da ll a ttuazione delle misure. Risulta quind i nec essario p revedere anc he un agg iornamento period ic o dell inventa rio territoria le, c he c onsente un ana lisi c ompara ta c on i risulta ti del monitoraggio dei p iani. In questo modo si p roc ede ad una va lutazione p restaziona le p reventiva dell a ttuazione del p iano, c he dovrà essere c ollega ta a lla va lutazione a c onsuntivo.

Di seguito si riporta uno sc hema esemp lific a tivo del sistema d i monitoraggio desc ritto.

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Predisposizione del piano di monitoraggio

Per poter imp lementa re un Piano Clima o i p iani settoria li desc ritti nella pa rte d i p ianific azione, il sistema d i monitoraggio deve essere delinea to c ontestua lmente a lla p ianific azione delle misure d i riduzione. A questo sc opo deve essere p rodotto un p iano d i monitoragg io c he c onterrà i dettag li della metodolog ia c he l Ente utilizzerà per monitora re lo sta to d i a ttuazione del p rop rio p iano c lima (e dei c orrispondenti p iani settoria li) e dei p rop ri spec ific i p rogetti. La p roc edura d i monitoragg io deve p rendere in c onsiderazione:

c he c osa monitora re;

c ome monitora re;

quando monitora re.

Il monitoragg io deve essere c orrela to a l p roc esso d i definizione dell inventa rio delle emissioni, c he può essere c onsidera to un monitoraggio a l tempo zero .

Come regola genera le, si deve lavora re sui seguenti due step : - Monitoragg io dei singoli p rogetti e strumenti; - Monitoragg io del b ilanc io delle emissioni dell intera a rea .

Il monitoragg io d i p rogetti e strumenti deve essere rea lizza to a ttraverso la definizione e lo sviluppo d i ind ic a tori spec ific i (qua lita tivi e quantita tivi).

PIANO CLIMA

MISURA 1 MONITORAGGIO

MISURA 2------------MISURA 3------------MISURA X-----------

Valutazione Ex-Ante(misurazione della CO2 evitata con ampi margini di errore focalizzata sugli obiettivi e determinata sulla base di assunzioni tecniche da definire a seconda delle azioni previste dalla misura)

progetto 1progetto 2

progetto i-esimoprogetto

monitoraggio della CO2 evitata dei progetti effettuata basandosi su baseline e documenti di progetto

Valutazione Ex-Post(misurazione con margini di errore moderati costruita da un funzionale pesato dei progetti)

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La frequenza del monitoraggio d ipenderà da i p rogetti c he si intendono sviluppare (dura ta , c omp lessità , ec c .). Il monitoragg io deve essere app ropria to a lle nec essità dell Ente e deve fac ilita re l ana lisi delle emissioni, le loro va riazioni nel tempo, il ragg iung imento dei ta rget, ec c .. Questo signific a c he le emissioni devono essere verific a te e va luta te c on una frequenza ta le da c onsentire d i rileva re, ana lizza re e rettific a re eventua li deviazioni rispetto a quanto a tteso.

L Ente dovrà quind i tenere trac c ia d i tutte le deviazioni delle emissioni rispetto a quanto p revisto, inc ludendo c ause e c orrezioni.

Il Piano d i monitoragg io dovrà inoltre definire ruoli e responsab ilità nell esec uzione del monitoragg io stesso.

Il Piano d i monitoragg io dovrà essere verific a to da un ente terzo unitamente a lla verific a dell inventa rio dell anno d i riferimento, della p red isposizione dello sc enario BAU e della p ianific azione delle misure p reviste per ragg iungere l ob iettivo d i riduzione, qua lora si intenda usufruire della va lorizzazione ec onomic a delle quote d i riduzione.

Monitoraggio dei progetti

Nell ottic a dei p iani e p rogrammi desc ritti p rec edentemente, le misure sono c ostituite da p rogetti quadro oppure da p rogetti spec ific i. Ric ord iamo c he fanno parte della p rima c a tegoria quei p rogetti per i qua li le emissioni in g ioc o hanno una rilevanza quantita tiva p reva lentemente relaziona ta a lla loro numerosità e d iffusione, p iù c he a l va lore assoc iab ile ad ogni p rogetto singolo. Può tra tta rsi, ad esemp io, della ristrutturazione, in c hiave energetic a , d i tutti g li ed ific i sc olastic i, oppure del passagg io da lla mob ilità p riva ta verso quella pubb lic a per una c erta c a tegoria d i persone. Vic eversa , fanno parte della sec onda c a tegoria inizia tive p rogettua li c on c a ra tteristic he p roprie ben definite ed , eventua lmente, c on rilevanti c a ra tteristic he quantita tive in termini d i emissioni in g ioc o. Può tra tta rsi, ad esemp io, della rea lizzazione d i un imp ianto multimegawatt d i p roduzione d i energ ia da fonti rinnovab ili, oppure d i una nuova linea d i trasporto pubb lic o. In a lc uni c asi le tec nolog ie messe in c ampo e g li effetti d i queste possono essere g li stessi. Ad esemp io si può rea lizza re un unic o imp ianto fotovolta ic o da un megawatt oppure rea lizza rne d iffusamente una notevole quantità per ragg iungere lo stesso va lore c omp lessivo d i potenza insta lla ta .

Il monitoragg io d i un p rogetto viene effettua to una volta c he il p rogetto stesso è sta to rea lizza to ed è d ivenuto p ienamente opera tivo.

Una volta rea lizza to il p rogetto, quind i, è nec essario a ttua re il p iano d i monitoragg io delle emissioni, monitorando la riduzione delle emissioni effettivamente ottenuta e g li eventua li ind ic a tori d i sviluppo sostenib ile. Nel c aso in c ui si vog lia usufruire, per un determina to p rogetto, della va lorizzazione ec onomic a delle quote d i riduzione, il monitoragg io deve essere effettua to c ontinua tivamente durante tutto il c red iting period , ovvero l a rc o tempora le approva to in fase d i va lidazione del p rogetto, durante il qua le si suppone d i poter da re orig ine a lle quote d i riduzione.

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I p rinc ipa li aspetti del monitoragg io c onsistono nelle seguenti a ttività :

garantire c he i sistemi d i monitoragg io e le p roc edure adotta te siano c onformi a i sistemi d i monitoragg io e a lle p roc edure desc ritte nel p iano d i monitoraggio p rec edentemente definito;

fornire tutti i da ti a supporto dell effettiva e d imostrab ile riduzione delle emissioni d i gas serra ;

assic ura re c he i da ti rela tivi a lle emissioni d i gas ad effetto serra siano suffic ientemente supporta ti da evidenze, qua li ad esemp io le reg istrazioni d i monitoragg io;

garantire la rispondenza a lla metodolog ia d i monitoragg io app lic a ta a l p rogetto va lida to;

dare evidenza c he il p rogetto sia in a tto e sia c omp letamente funzionante, c he tutti g li eventua li sistemi d i misura e ac quisizione da ti siano opera tivi, c he tutta la strumentazione sia funzionante e sottoposta a lla nec essaria manutenzione e ta ra tura ;

assic ura re c he tutte le responsab ilità siano definite e c he tutti i soggetti c oinvolti nel monitoragg io siano sta ti ind ividua ti e formati;

tenere c onto dei rilievi ed eventua li non c onformità dei rapporti d i va lidazione e/ o d i verific a p rec edenti.

Se il monitoragg io dei p rogetti spec ific i va eseguito singola rmente per ogni p rogetto, per quanto riguarda i p rogetti quadro, da ta la loro numerosità , risulterebbe a lquanto c omp lesso e oneroso p roc edere a lla va lutazione dei singoli p rogetti c he li c ompongono e può quind i essere p iù effic ac e p roc edere ad un monitoragg io su base sta tistic a a ttraverso la definizione e l ana lisi d i opportuni ind ic a tori.

Definizione degli indicatori

Le moda lità d i monitoragg io d i p iani e p rogrammi si a ttuano a ttraverso l adozione d i appositi ind ic a tori in grado d i misura re g li effetti derivanti da lle sc elte d i p iano in termini d i emissioni d i CO2 (evita te o c ausa te). E opportuno p revedere l adozione deg li stessi ind ic a tori utilizza ti nel p red isporre le misure, ma si può va luta re l ipotesi d i introdurre ulteriori da ti o ind ic a tori c he ne dettag lino c on maggior p rec isione le emissioni.

La selezione deg li ind ic a tori dovrebbe deriva re da un c ompromesso tra un approc c io rigoroso da l punto d i vista tec nic o e la misurab ilità dei da ti, in pa rtic ola re tenendo c onto della sc a la d i azione del p iano (reg iona le, loc a le) e dei passagg i intermed i c he regolano l a ttuazione delle misure. Un possib ile approc c io è rappresenta to da l ric ondurre a va lori quantita tivi d i CO2 a ltri ind ic a tori maggiormente c ollega ti a lla spec ific ità del p iano.

A livello genera le, le misure c he influenzano le emissioni c lima lteranti possono essere ric ondotti a lle seguenti c a tegorie: - misure c he riguardano le urbanizzazioni e d isc ip linano l ed ilizia ; - misure c he riguardano la rea lizzazione d i infrastrutture via rie; - misure c he riguardano la mob ilità e il trasporto pubb lic o; - misure c he interessano la p roduzione e l uso d i energ ia (c ompreso il rispa rmio

energetic o e le fonti rinnovab ili); - misure c he d isc ip linano l uso del suolo in agric oltura ; - misure d i forestazione.

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Un Piano Clima , ad esemp io, p revederà misure volte a : - p romuovere la p roduzione d i energ ia da fonti rinnovab ili; - p romuovere l uso d i autoveic oli a limenta ti da c ombustib ili a minore/ assente

c ontenuto in c a rbonio; - adotta re soluzioni tec nic he (es. ed ilizia , imp ianti) c he aumentino l effic ienza

energetic a e riduc ano i c onsumi (d i energ ia termic a ed elettric a ); - c reazione d i c a rbon sink.

Il settore dell ed ilizia residenzia le esistente è c hia ramente tra quelli c he p iù influenzano le emissioni a livello loc a le e sul qua le è p riorita ria l azione dello stesso Ente loc a le, anc he in c onsiderazione delle notevoli possib ilità d i rispa rmio energetic o c ollega te ag li interventi sulle strutture ed ilizie. Le possib ilità d i maggiori effic ienze negli ed ific i esistenti fanno riferimento a sc enari d i intervento nell ambito dei qua li si p rospetti la riqua lific azione energetic a d i pa rte del pa trimonio ed ilizio. In genera le si possono identific a re tre tipolog ie d i intervento: involuc ro ed ilizio, imp ianti termic i e shift d i vettore energetic o. Gli ind ic a tori d i monitoraggio sono essenzia lmente d i due tip i:

numero d i interventi nella d irezione ind ic a ta

c ara tteristic he p restaziona li dell intervento

Si possono ipotizza re due livelli d i dettag lio nella definizione delle p revisioni d i c onsumo/ emissioni.

Il p rimo livello fa riferimento a ll identific azione d i un ind ic a tore qua le il c onsumo per unità d i superfic ie risc a lda ta (kWh/ m2).

Ta le va lore può essere ottenuto rapportando i c onsumi energetic i c omp lessivi nel settore residenzia le (da b ilanc io energetic o) c on il numero tota le d i ab itazioni e la loro superfic ie med ia (da ti ISTAT o d i a ltra fonte c omuna le).

Il sec ondo livello d i dettag lio c onsiste nel p revedere interventi sulle singole c omponenti ed ilizie (c operture, pa reti opac he, strutture vetra te, basamenti), c a ra tterizza te da determina ti va lori d i trasmittanza c ome ind ic a tori. In forza d i ta li interventi, si g iungerà a una riduzione del c onsumo spec ific o p rec edentemente definito. La relazione tra g li interventi sulle trasmittanze dei singoli elementi e i c onsumi d ipende da lla geometria dell ed ific a to ed è quind i nec essario rea lizza re un modello d i questo. L intervento può fa re riferimento a una perc entua le annua le x d i ab itazioni c onvolte nei d iversi interventi passando da va lori inizia li d i trasmittanza a nuovi va lori (inferiori) d i trasmittanza . In base a queste perc entua li e a lla tipolog ia degli ed ific i interessa ti, si risa le a l nuovo c onsumo spec ific o, tornando a l c aso anteriore.

Per quanto riguarda g li imp ianti termic i, è possib ile ind ividuare una perc entua le annua x d i ab itazioni per le qua li si ha un rinnovo degli imp ianti aventi una effic ienza superiore a ll effic ienza med ia degli imp ianti p resenti. In base a lla nuova effic ienza c omp lessiva , si a rriverà ad una riduzione c omp lessiva dei c onsumi e, quind i, delle emissioni.

Nel c aso dell ed ilizia d i nuova ed ific azione, l ind ic a tore p rinc ipa le può essere sic uramente identific a to nel c onsumo per unità d i superfic ie risc a lda ta (kWh/ m2). Ta le ind ic e è orma i il riferimento per le norme naziona li e reg iona li rigua rdanti le p restazioni ed ilizie (ex d .lgs. 192/ 05) e la c ertific azione energetic a . Quind i, una volta definito il va lore p restaziona le a c ui devono sottosta re g li ed ific i d i nuova c ostruzione, le emissioni spec ific he possono essere determina te in base a quanto definito nell esemp io p rec edente e il va lore c omp lessivo delle emissioni sa rà determina to da l p rodotto d i ta le va lore per il numero d i metri quadra ti rea lizza ti c on ta li spec ific he c ostruttive.

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56 Analisi degli indicatori

L a ttività d i monitoragg io dei p rogetti quadro si c onc retizza nel tenere trac c ia dell evoluzione tempora le deg li ind ic a tori p rec edentemente definiti e d i quantific a re, a ttraverso questi, le emissioni d i gas c lima lteranti c oinvolte. E opportuno c he la reg istrazione della suddetta evoluzione tempora le avvenga in forma c ontinua , interva lla ta da resoc onti fina li in d ipendenza dell orizzonte tempora le della pa rtic ola re azione.

Il monitoragg io deg li interventi è c a ra tteristic o delle possib ilità dell ente loc a le d i tenere sotto c ontrollo g li interventi stessi.

Calcolo delle emissioni attraverso gli indicatori

Il passagg io dag li ind ic a tori a lle emissioni avviene app lic ando opportuni c oeffic ienti d i emissione, ana logamente a quanto fa tto per la stima delle emissioni nell inventa rio territoria le.

Accuratezza delle misure

Un ulteriore riflessione va fa tta riguardo a ll ac c ura tezza e c omp letezza dei da ti a d isposizione per la rea lizzazione del monitoragg io.

Nel c aso dei trasporti p riva ti, l ind ic a tore p rinc ipa le può essere identific a to nel c onsumo d i c a rburante del veic olo per c hilometro perc orso. E possib ile orienta re l ac quisto d i veic oli a minor c onsumo energetic o med iante un p rogramma d i d ifferenziazione ta riffa ria per le soste o per g li ac c essi. Monitorando le nuove immatric olazioni è possib ile stimare il numero d i veic oli ac quista ti aventi c onsumi inferiori rispetto a i c onsumi dei veic oli med iamente immatric ola ti neg li anni p rec edenti.

Si ipotizzi la rea lizzazione d i un p rogramma d i insta llazione d i 1000 metri quadra ti a ll anno d i c ollettori sola ri termic i nel settore residenzia le c on i qua li si p revede la riduzione d i un determina to quantita tivo d i tonnella te d i CO2. E nec essario , p rima d i tutto, tenere trac c ia d i ta li insta llazioni per va luta re se, in termini numeric i, c iò c he era sta to p revisto c orrisponde a ll evoluzione rea le. Suc c essivamente si stima la riduzione delle emissioni p revista .

L intervento può fa re riferimento a lla perc entua le annua le x d i ab itazioni sulle qua li si interviene passando da un va lore inizia le d i c onsumo spec ific o a un nuovo va lore (inferiore) d i c onsumo spec ific o. Utilizzando il c onsumo spec ific o c ome ind ic a tore (kWh/ m2), il passaggio a lle emissioni avviene c onsiderando c he questo c orrisponde a 203 g d i CO2 nel c aso in c ui il c ombustib ile sia il metano e a 270 g d i CO2 nel c aso in c ui il c ombustib ile sia il gasolio. Il va lore fina le delle emissioni a ll anno t c orrispondente a ll intero ed ific a to residenzia le, sa rà quind i stima to c onsiderando la med ia pesa ta tra la perc entua le (tx) d i ab itazioni sulle qua li si è intervenuto e la perc entua le (100-tx) d i ab itazioni c he non hanno sub ito mod ific he.

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E d a ltra pa rte evidente c he la misurab ilità dell effetto dei p rogetti a ttua ti è d irettamente p roporziona le a lla porta ta , in termini quantita tivi, dei p rogetti stessi.

Monitoraggio degli strumenti

Uno dei fa ttori c he influenzano i risulta ti rea li derivanti da ll a ttuazione dei d iversi p rogetti riguarda g li strumenti messi in a tto a l fine d i rea lizza re i p rogetti stessi. In effetti i p rogetti, sopra ttutto i p rogetti quadro c a ra tterizza ti da amp ia d iffusione sul territorio, devono essere supporta ti da opportuni strumenti c he ne c onsentano la fa ttib ilità . Questri strumenti possono essere d i d iversa na tura : d i tipo p remia le (inc entivi ec onomic i), regolamenta re, organizza tivo, ec c . E quind i evidente c he il monitoragg io dei risulta ti derivanti da i p rogetti, deve essere ac c ompagna to da l monitoragg io deg li strumenti messi in a tto c on lo stesso fine, per va luta re le fasi della loro evoluzione e g li eventua li fa ttori c he ne hanno imped ito il c orretto sviluppo.

Rapporti di monitoraggio e comunicazione

I rapporti d i monitoragg io dovrebbero c ontenere, c ome minimo, le seguenti informazioni: identific azione del responsab ile del p rogetto; ub ic azione e c a ra tteristic he del/ i sito/ i c oinvolto/ i nel p rogetto; desc rizione del p rogetto; ind ic azione della metodolog ia d i riferimento c he è sta ta utilizza ta nel p rogetto; sc a la d imensiona le del p rogetto in termini d i emissioni; sistema e p roc edure d i monitoragg io utilizza ti; periodo (da ta inizio e da ta fine) a c ui si riferisc e il monitoragg io e nel qua le,

eventua lmente, si p resuppone siano sta ti ma tura ti i c red iti per i qua li si ric hiede il rilasc io c orrispondente, in ac c ordo c on la da ta d i inizio del periodo d i c red ito (c red iting period ) p resc elto e va lida to.

E nec essa rio ga rantire c he le riduzioni delle emissioni c osì ragg iunte e monitora te, siano riporta te in una maniera c omp leta ed ac c ura ta . Nel c aso d i ric hiesta d i va lorizzazione ec onomic a delle quote matura te, le emissioni dovranno essere verific a te e c ertific a te da una parte terza ind ipendente; si dovranno quind i fornire a supporto tutte le evidenze oggettive nec essarie, qua li ad esemp io le reg istrazioni lega te a lle a ttività d i monitoragg io. Conseguenti a lla fase d i rea lizzazione e monitoragg io del p rogetto infa tti, vi sono anc he la verific a della c orretta rea lizzazione del p rogetto in ac c ordo c on quanto p rec edentemente definito nel Doc umento d i Progetto va lida to e la c ertific azione ed il rilasc io delle quote c orrispondenti a ll effettiva riduzione delle emissioni, c ome desc ritte nei pa ragra fi seguenti.

Le a ttività d i monitoragg io devono essere ac c ompagna te da un p roc esso d i c omunic azione fina lizza to a lla c ond ivisione dei p rogressi nell imp lementazione dei p iani. La c omunic azione potrà vedere c ome destina ta ri sia g li a ttori eventua lmente c oinvolti in modo d iretto nella rea lizzazione del p iano, sia la c omunità loc a le d i riferimento, sopra ttutto se c oinvolta in fase d i c onsultazione per la c ostruzione del p iano o l elaborazione dei p rogetti.

Verifica della riduzione delle emissioni

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I p rogetti a ttua ti ad un c erto anno t i c ontribuisc ono a lla determinazione delle va riazioni delle emissioni rispetto a ll anno d i riferimento t0. All anno t i, le emissioni tota li evita te, i, da lla messa in a tto dei d iversi p rogetti c orrispondo a lla somma delle emissioni evita te, a llo stesso anno, da parte d i ogni singolo p rogetto n,

in:

i = n in

Attraverso ta le c a lc olo è possib ile quantific a re il c ontributo d i ogni singolo p rogetto a lla riduzione c omp lessiva e va luta re, quind i, l eventua le ammonta re delle quote d i riduzione va lorizzab ili ec onomic amente, %_i, rispetto a l tota le delle riduzioni effettua te.

Risulta a questo punto importante c onfronta re il va lore delle riduzioni i, verific a te a ll anno t i, c on le p revisioni d i riduzione 0, fa tte nell anno d i riferimento t0. Il va lore delle emissioni c omp lessive del territorio a ll anno t i potrà essere c a lc ola to, in p rima approssimazione, sottraendo da lle p revisioni delle emissioni dello sc enario BAU la quota i. E evidente, però, c he lo sc enario BAU p revisto a ll anno t0. potrebbe essere d ifferente da c iò c he è rea lmente suc c esso a ll anno t i. Può quind i risulta re utile agg iornare lo sc enario BAU c on le stesse moda lità c on c ui era sta to c ostruito orig ina riamente (si veda c ap ito lo 2), ma utilizzando ind ic i anc h essi agg iorna ti.

Avendo a d isposizione, a ll anno t i, la riduzione delle emissioni, i, derivanti da ll a ttuazione d i determina ti p rogetti e le emissioni derivanti da l nuovo sc enario BAU, EBAU_i, è possib ile stimare le emissioni c omp lessive Ei:

Ei = EBAU_i - i

Revisione degli obiettivi del Piano Clima

La nec essità d i monitora re g li effetti dei p rogetti inseriti in determina ti p iani o p rogrammi deriva da l fa tto c he quanto ind ic a to nelle p revisioni d i p iano deve trovare una c orrispondenza nella rea ltà . Nel c aso in c ui vi sia d isc ordanza è doveroso ana lizza rne le c ause. Queste possono essere essenzia lmente d i due tip i. Da un la to possono deriva re da una erra ta stima del numero d i inizia tive p reviste (es. numero d i metri quadra ti d i pannelli sola ri, numero d i ab itazioni c he riduc ono i p rop ri c onsumi energetic i), da ll a ltro possono derivare da una erra ta stima delle riduzioni spec ific he d i CO2 (ad esemp io riduzione delle emissioni per metro quadra to d i ab itazione ristruttura ta ). E quind i importante:

identific a re e ana lizza re i fa ttori c he possono b loc c a re o ra llenta re la rea lizzazione delle azioni;

identific a re g li strumenti ada tti a supera re le ba rriere;

verific a re la d isponib ilità dei suddetti strumenti e le p roc edure nec essarie a lla loro a ttivazione.

In base a lla verific a riguardante la riduzione delle emissioni, potrà essere quind i nec essario rivedere g li ob iettivi c he c i si era posti.

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Nei gra fic i seguenti si visua lizzano i p rinc ipa li elementi desc ritti. In pa rtic ola re, il p rimo gra fic o mette in evidenza le emissioni c orrispondenti a llo sc enario BAU e a llo sc ena rio ob iettivo c ome p revisti nell anno d i riferimento t0. A queste si agg iungono le ipotesi d i riduzione p reviste a seguito dell a ttuazione d i determina ti p rogetti a ll anno t i e l ind ic azione della perc entua le eventua lmente va lorizzab ile ec onomic amente.

Il sec ondo gra fic o, vic eversa , mette in evidenza le emissioni c orrispondenti a llo sc ena rio BAU e a llo sc enario ob iettivo agg iorna ti a ll anno ti. A queste si agg iungono le riduzioni delle emissioni verific a te a llo stesso anno t i a seguito dell a ttuazione d i determina ti p rogetti e l ind ic azione della perc entua le eventua lmente va lorizzab ile ec onomic amente.

t0 ti tf

Estorico

0

t0 ti tf

EBAU_0

Eobiettivo_0

Estorico

%_0

EBAU_0

i %_i

Eobiettivo_0

EBAU_i

Eobiettivo_i

E

E

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In caso di adesione al Patto dei Sindaci

I comuni che hanno sottoscritto il Patto devono sottoporre il PAES ad un regolare monitoraggio, secondo un processo di miglioramento continuo e quindi con l eventuale necessità di adeguamenti. Vengono suggeriti alcuni indicatori di monitoraggio per valutare i progressi e le prestazioni del Piano nei vari settori: Trasporti

n° di passeggeri del trasporto pubblico all anno

Km di piste ciclabili

Km di strade pedonali/Km di strade comunali

N° di veicoli che passano in un determinato punto (scegliendo una strada rappresentativa del traffico) all anno/al mese

Consumo di energia del parco mezzi dell amministrazione

Consumo di energia derivante da combustibili rinnovabili dei parchi mezzi pubblici

% di popolazione che vive entro i 400 m dal servizio degli autobus

Media dei Km di code da traffico

Tonnellate di combustibili fossili e biocombustibili vendute in alcune stazioni di servizio (selezionate per rappresentatività)

Edilizia

% di abitazioni con etichetta energetica A/B/C

Consumo totale di energia negli edifici pubblici

Supercie totale di collettori solari

Consumo totale di energia elettrica nell edilizia residenziale

Consumo totale di gas nell edilizia residenziale Produzione locale di energia

Energia elettrica prodotta da impianti locali Coinvolgimento del settore privato

N° di aziende che si occupano di servizi energetici, efficienza energetica e energie rinnovabili Coinvolgimento dei cittadini

N° di cittadini che partecipano ad eventi sull efficienza energetica e sulle fonti di energia rinnovabili. Anche per il monitoraggio è prevista la redazione di documenti specifici. L attività di monitoraggio, così come prevista dalle Linee Guida Cartesio, è esaustiva di quanto richiesto dall adesione al Patto dei Sindaci. Occorre solamente adeguarsi alla attività di reporting richiesta. È possibile utilizzare gli indicatori suggeriti dal JRC per il monitoraggio degli obiettivi operativi del Piano.

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6. VALIDAZIONE E VERIFICA DEI PROGETTI, RICONOSCIMENTO DELLE QUOTE DI RIDUZIONE E VALORIZZAZIONE ECONOMICA

Il perc orso d i definizione e a ttuazione d i politic he e inizia tive a favore della riduzione delle emissioni d i gas serra da parte delle amministrazioni pubb lic he, delinea to nelle p resenti Linee Guida , si c onc lude c on la p roposta d i un sistema d i ric onosc imento e d i va lorizzazione ec onomic a d i quote d i riduzione , ac quisite c ome risulta to delle politic he a ttua te.

Il sistema d i ric onosc imento si basa sulla possib ilità d i p remia re le amministrazioni c he siano in grado d i d imostra re il ragg iungimento deg li ob iettivi p refissa ti nella riduzione delle emissioni sul territorio governa to, sia a ttraverso un ric onosc imento uffic ia le delle quote d i emissioni c he sono sta te effettivamente ridotte, sia a ttraverso la p roposta d i a lc uni possib ili mec c anismi per la va lorizzazione ec onomic a dell impegno sostenuto dag li enti e da lle amministrazioni ec c ellenti.

Il sistema si a rtic ola su due livelli d i verific a e d i ric onosc imento, a c ui le amministrazioni possono dec idere d i sottoporsi nella misura in c ui vog liano avere ac c esso a lle opportunità appena menziona te:

la va lutazione e verific a del livello d i a ttuazione e del p rogressivo sviluppo nel ragg iung imento deg li ob iettivi della p ianific azione;

la c onva lida delle quote d i riduzione d i emissioni a ttraverso la rea lizzazione d i p rogetti nell amb ito dei p iani definiti da ll amministrazione per la riduzione delle emissioni.

Il p rimo livello d i verific a è funziona le a ga rantire l ac c esso a l sec ondo livello e determina la misura in c ui l amministrazione può godere dei benefic i ec onomic i lega ti a lle quote d i riduzione . Si ritiene, infa tti, c he per poter fruire d i benefic i ec onomic i un ente o un amministrazione pubb lic a debba in p rimo luogo d imostra re d i essere in grado d i a ttua re effettivamente i p iani (i.e.: Piano Clima o p iani settoria li orienta ti a lla riduzione dei GHG) e d i ragg iungere p rogressivamente g li ob iettivi genera li c he si era p refissa ta nell amb ito della p ianific azione. E pertanto c ond izione nec essaria per poter va lorizza re le quote d i riduzione assegna te a i p rogetti (c on apposita p roc edura desc ritta a l punto suc c essivo), c he l ente o l amministrazione d imostri d i:

aver rea lizza to azioni, interventi, a tti normativi e/ o investimenti adegua ti ad una effic ac e a ttuazione del p iano, c osì c ome definito e approva to da llo stesso ente o amministrazione, e delle misure in esso p reviste;

avere effettivamente perseguito g li ob iettivi genera li d i riduzione fissa ti nel Piano ed essere in linea c on il loro p rogressivo ragg iung imento.

La verific a del c onseguimento dei risulta ti sopra ind ic a ti avviene a c ura dello stesso verific a tore c he verrà c hiamato a c onva lida re le quote d i riduzione emergenti da i singoli p rogetti dell amministrazione, c he dovrà c onsidera re l esito positivo d i ta le verific a c ome un p re-requisito per poter p roc edere a ll ulteriore verific a sui p rogetti.

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Questa verific a , ad opera del verific a tore seleziona to da ll amministrazione (o ente) interessa to, dovrà basarsi sui seguenti elementi d i g iud izio:

c orretta effettuazione dell inventa rio territoria le rispetto a lle ind ic azioni metodolog ic he delle p resenti Linee Guida ;

c orretta ed effic ac e misurazione ed agg iornamento period ic o d i ind ic a tori c hiave rela tivi a lle p rinc ipa li g randezze identific a te nell amb ito dell inventa rio, monitora te period ic amente per va luta re lo svilupparsi dello sc enario d i riferimento e la sua verosimig lianza ;

c orretta app lic azione delle moda lità d i monitoragg io dei Piani e dei p rogrammi definiti e in c orso d i a ttuazione da pa rte dell ente o dell amministrazione per il perseguimento deg li ob iettivi d i riduzione delle emissioni d i gas serra sul territorio d i c ompetenza .

Sulla base dei p rec edenti elementi d i g iud izio, il verific a tore dovrà quind i ac c erta rsi c he l ente stia p rogressivamente c onseguendo i risulta ti a ttesi in termini d i:

perseguimento d i ob iettivi territoria li d i riduzione delle emissioni, misura to ad esemp io a ttraverso la c omparazione deg li ind ic a tori c hiave dell inventa rio territoria le e i va lori da essi assunti nel c orso dello sviluppo del p iano (es.: d ifferenza fra i va lori emissivi dell inventa rio e quelli reg istra ti nel c orso d i una sua period ic a revisione, ovvero: mig lioramento del livello delle emissioni d i gas serra misura to da ind ic a tori c hiave period ic amente c a lc ola ti da ll ente);

livello d i a ttuazione delle misure p reviste nel p iano e nei p rogrammi oggetto della verific a , a ttraverso l esame d i doc umentazione rilevante a l fine d i c omprovare lo sta to d i avanzamento deg li stessi (es.: esiti del p iano d i monitoragg io, perc entua li d i spese e investimenti effettivamente a ttua ti da ll ente, relazioni a lla g iunta o ad a ltri organi dell ente sull avanzamento dei lavori o deg li interventi p ianific a ti, ec c .).

Soltanto g li enti e le amministrazioni c he riusc iranno a d imostra re d i aver a ttua to il p iano in misura c oerente c on quanto orig ina riamente p revisto (e in una log ic a d i imp lementazione gradua le, per quanto il p iano stesso ha stab ilito nel periodo in esame), e d i essere in linea c on il perseguimento dei rela tivi ob iettivi, potranno ottenere la possib ilità d i immettere su un merc a to naziona le c rea to ad hoc le quote d i riduzione

legate a i p rogetti rea lizza ti.

Ciasc un ente o amministrazione c he sa rà in grado d i supera re c on suc c esso questa p rima fase d i verific a sui p iani / p rogrammi, potrà va lorizza re su ta le merc a to le quote d i riduzione c he verranno ric onosc iute a i p rop ri p rogetti spec ific i e p rogetti quadro , sec ondo la p roc edura desc ritta nel seguito. Per quanto riguarda l entità delle quote d i riduzione ac quisite c he potranno essere effettivamente c edute sul merc a to da parte dell ente o dell amministrazione c he le avrà matura te, in c amb io d i un c ontrova lore ec onomic o, le p resenti Linee Guida c onsiderano due sc enari:

SCENARIO 1: si ipotizza c he il Governo Naziona le, anc he su sollec itazione deg li organismi internaziona li c he ric hiedono una rend ic ontazione c red ib ile e doc umenta ta del ragg iung imento d i ob iettivi d i polic y (es.: ob iettivi rela tivi a lla quota d i domestic measures p revista da lle negoziazioni sul p rotoc ollo d i Kyoto, ovvero ragg iung imento deg li ob iettivi d i c opertura del 20% del fabb isogno energetic o da fonti rinnovab ili p revisto da l c osiddetto Pac c hetto 20-20-20 della Commissione Europea ), p roc eda ad una ripa rtizione deg li impegni ( ), assegnando a lle Reg ioni ob iettivi

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spec ific i, sulla base d i c riteri da definire. Si ipotizza a ltresì c he le Reg ioni possano dec idere, a p ropria volta , d i c a la re a c asc a ta questi ob iettivi sug li enti territoria li sotto-ord ina ti (Provinc e, Comuni, Circ ondari, Comunità Montane, ec c .), app lic ando g li stessi c riteri. In a lterna tiva , in assenza d i una ripa rtizione c ondotta a livello governa tivo, la rete delle reg ioni aderenti p rovvede a c ond ividere p rinc ip i e c riteri c on c ui definire g li ob iettivi d i riduzione delle singole reg ioni, generando e sottosc rivendo in questo modo un burden sharing interreg iona le c ui poter fa re riferimento.

SCENARIO 2: si ipotizza c he non si add ivenga in tempi rag ionevolmente b revi a ll a ttuazione d i un burden sharing , c osì c ome p refigura to nello sc enario p rec edente, e c he g li enti loc a li e le pubb lic he amministrazioni p roc edano quind i volontariamente a lla fissazione d i p rop ri ob iettivi d i riduzione delle emissioni d i gas serra .

Le quote d i riduzione c he verranno ric onosc iute ag li enti e a lle amministrazioni su p rogetti spec ific i e p rogetti quadro potranno quind i essere vendute da i tito la ri sul merc a to

naziona le p roposto da lle p resenti Linee Guida , in misura d iversa nei due sc enari p revisti:

nello sc enario 1, potranno essere vendute soltanto le quote (ric onosc iute sec ondo quanto p revisto da l pa ragra fo suc c essivo) c he ec c ederanno l ob iettivo c he doveva essere ragg iunto sec ondo quanto p revisto da l burden sharing . A tito lo esemp lific a tivo: si supponga c he un ente avesse c ome ob iettivo la riduzione delle emissioni d i gas serra d i 10.500 t d i CO2 equiva lenti rispetto a i livelli dell anno base. Se l ente ha ragg iunto una riduzione d i 12.650 t d i CO2 eq , potrà immettere (e vendere) sul merc a to naziona le soltanto 2.150 quote (c orrispondenti a 2.150 t d i CO2 eq ec c edenti l ob iettivo d i riduzione previsto da l burden sharing ), appura to na tura lmente c he lo stesso ente sia tito la re d i 2.150 quote su p rogetti quadro o spec ific i opportunamente va lida ti e verific a ti.

Nello sc enario 2, potrà essere venduta soltanto una perc entua le p redefinita delle emissioni ridotte c omp lessivamente sul territorio e d imostrab ili a ttraverso il monitoraggio (e g razie a l c a lc olo deg li ind ic a tori c he l ente adotta a questo fine). A tito lo esemp lific a tivo si supponga c he un ente abb ia ridotto le emissioni d i gas serra d i 10.500 t d i CO2 equiva lenti rispetto a i livelli dell anno base. Se si dec idesse d i c onsentire ag li enti d i vendere il 50% delle riduzioni ottenute su base c omp lessiva , l ente potrebbe immettere sul merc a to naziona le delle quote d i riduzione 5.250 quote. Anc he in questo c aso, per poter p roc edere a lla vend ita , l ente dovrebbe d imostra re d i aver ac quisito la tito la rità d i 5.250 quote su p rogetti quadro o spec ific i opportunamente va lida ti e verific a ti, sec ondo quanto ind ic a to d i seguito.

In c onc lusione, si riporta nella figura seguente una sc hematizzazione del p roc esso d i va lidazione e verific a c he verrebbe seguito a sec onda dello sc enario c he si svilupperà su sc a la naziona le.

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IMPLEMENTAZIONE

VALIDAZIONE: Propedeutica alla valorizzazione. Registrazione dei progetti ammissibili.

Obiettivi:

Fissati a priori da un Ente Sovraordinato

Obiettivi:

Decisi su base volontaria dall Ente.

Strumenti:

Piani; misure; progetti quadro; progetti specifici.

Strumenti:

Piani; misure; progetti quadro; progetti specifici.

VALORIZZAZIONE: Si possono vendere le quote di riduzione che:

Siano documentate da progetti verificati.

Siano in eccesso rispetto agli obiettivi fissati dal Burden Sharing.

VALORIZZAZIONE: Si possono vendere le quote di riduzione che:

Siano documentate da progetti verificati .

Nei limiti del 50% del totale delle riduzioni ottenute dall implementazione del piano.

VERIFICA: Certificazione degli obiettivi

raggiunti.

IMPLEMENTAZIONE

VERIFICA: Certificazione degli obiettivi

raggiunti.

VALIDAZIONE: Propedeutica alla valorizzazione. Registrazione dei progetti ammissibili.

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6.2. Verifica dei progetti e riconoscimento delle quote di riduzione

Una volta ac c erta ta la c apac ità da parte dell ente d i supera re la p rima fase d i va lutazione, rela tiva a ll effic ac ia della p ianific azione, sa rà possib ile va lorizza re sotto il p rofilo ec onomic o le eventua li quote d i riduzione ac quisite grazie a lla rea lizzazione d i p rogetti.

Va innanzitutto spec ific a to c he g li enti e le amministrazioni interessa te potranno in ogni c aso (a p resc indere da ll a ttuazione del p iano) sottoporsi a verific a e fa r c onva lida re e ric onosc ere le quote d i riduzione ottenute da i p rop ri p rogetti spec ific i e quadro . Gli enti e le amministrazioni potranno però vendere sul merc a to naziona le soltanto le quote c orrispondenti a lle tonnella te ridotte se rispetteranno le c ond izioni nei due sc enari delinea ti a l punto p rec edente.

Le p resenti Linee Guida p revedono un sistema d i ric onosc imento c he venga istituito e gestito da un organismo c omposto da l Ministero dell Amb iente e da un network d i Reg ioni interessa te a pa rtec ipa re a l merc a to d i sc amb io delle quote d i riduzione (d ora in avanti denomina to soggetto gestore ). Il soggetto gestore del sistema ric eve da parte deg li enti e amministrazioni interessa te le domande d i reg istrazione delle quote d i riduzione c he hanno ottenuto il ric onosc imento sec ondo le moda lità d i seguito ind ic a te in un reg istro naziona le (c omposto da ll unione d i reg istri reg iona li detenuti e gestiti da lle Reg ioni c he aderisc ono a l sistema e fanno parte dello stesso soggetto gestore ).

Per ottenere il ric onosc imento e l inserimento nel reg istro delle quote d i riduzione , un ente deve p roc edere sec ondo i passagg i seguenti. Se l ente ha definito uno o p iù p rogetti sec ondo le ind ic azioni c ontenute nel c ap ito lo 4 delle p resenti Linee Guida e c onformi a i requisiti d i ammissib ilità ivi p revisti, può sottoporsi ad un p roc esso va luta tivo per ottenere il ric onosc imento delle c orrispondenti quote d i riduzione .

Il p roc esso si c ompone d i due momenti:

la va lidazione del p rogetto si p refigge d i ac c resc ere la c ertezza c he il p rogetto p rodurrà la quantità stimata d i riduzione delle emissioni, a ttraverso una suc c essiva verific a del p rogetto stesso;

la verific a si p refigge d i va luta re i risulta ti rela tivi a lla rea lizzazione del p roc esso.

In pa rtic ola re devono essere va lida te tutte le asserzioni p resenti nel Doc umento d i Progetto e period ic amente devono essere verific a te le riduzioni d i emissioni rea lizza te.

Nell Appendice G delle p resenti LLGG sono c ontenute, a tito lo esemp lific a tivo, le verific he dei Progetti (c ontenuti in Appendice F) rispetto a i c riteri fissa ti nel Cap itolo 4, a l fine d i assic ura rne la c ertezza e c red ib ilità dei risulta ti.

Una volta c omp leta ta la Fase Progettua le e reda tto il Doc umento d i Progetto, questo deve quind i essere sottoposto a Validazione.

Il sistema p roposto da lle p resenti Linee Guida p revede c he il Validatore sia una Terza Parte Ind ipendente. La sc elta della tipolog ia d i Terze Parti Ind ipendenti da ac c red ita re

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c ome va lida tori e verific a tori dello sc hema p roposto potrà essere c omp iuta da l Soggetto Gestore. In questa sede c i limitiamo a nota re c he la sc elta c omporterà a lc une imp lic azioni in termini d i c red ib ilità e d i c osti per il sistema e, in pa rtic ola re, per g li enti e le amministrazioni c he vorranno ac c edere a l sistema. A questo fine, ac c anto a ll utilizzo d i va lida tori g ià ric onosc iuti a livello internaziona le (qua li ad esemp io un ente ac c red ita to c ome DOE - Designa ted Opera tiona l Entity da ll UNFCCC o un ente ind ipendente ac c red ita to c ome AIE - Ac c red ited Independent Entity per le a ttività rilevanti dell UNFCCC) potrebbe essere p revisto un ac c red itamento d i soggetti senza fini d i luc ro c ui sia c onna tura ta la terzia rietà rispetto a i soggetti sopra ind ic a ti (ad es.: c entri d i ric erc a , agenzie d i sviluppo, università , NGOs). In questo c aso il sistema d i ac c red itamento dovrà p revedere una qua lific a d i questi enti sulla base della d imostrazione della p ropria c ompetenza in questo amb ito.

Sarà il Soggetto Gestore a fa rsi c a ric o dell ac c red itamento e della sorveg lianza dei Va lida tori.

I p rogetti vengono va lida ti rispetto a i requisiti essenzia li definiti nel c ap itolo 4 e il Va lida tore rende pubb lic o il p rop rio g iud izio a ttraverso un Report d i Va lidazione.

Gli enti p roponenti d i p rogetto nel ric hiedere la va lidazione del p rop rio p rogetto ad un Va lida tore, fornisc ono tutti le informazioni rela tive a l p rogetto, qua li ad esemp io:

Identific azione d i tutti i soggetti pa rtec ipanti a l p rogetto;

ubic azione e ind irizzo del/ i sito/ i c oinvolto/ i nel p rogetto;

desc rizione dell a ttività d i p rogetto;

desc rizione della metodolog ia app lic a ta , delle p roc edure d i c a lc olo utilizza te, della baseline p resa a riferimento, della d imostrazione dei c riteri d i add iziona lità ;

quantific azione della riduzione delle emissioni o dello stoc c agg io d i anid ride c a rbonic a p rodotto da l p rogetto;

sc ala d imensiona le del p rogetto in termini d i CO2eq.

Gli enti p roponenti d i p rogetto devono rendere d isponib ile a l va lida tore la seguente doc umentazione:

c opia del doc umento d i p rogetto;

informazioni riguardanti la c onsultazione pubb lic a del Progetto e il finanziamento pubb lic o, ove app lic ab ile;

c opia della Va lutazione d i Impa tto Amb ienta le, ove app lic ab ile;

c opia del p iano d i monitoraggio

proc edure d i c ontrollo gestiona le, a ttribuzione d i responsab ilità , ac quisizione da ti e gestione deg li strumenti d i misura , a rc hiviazione delle reg istrazioni;

elenc o delle legg i e standard normativi app lic ab ili a l p rogetto p roposto;

evidenza d i ogni c ertific azione app lic ab ile a l Sistema d i Gestione dell a ttività d i p rogetto, ove app lic ab ile.

Come supporto a l p roc esso d i va lidazione possono essere utilizza ti strumenti d i va lutazione qua li, ad esemp io, la c hec klist riporta ta nell Appendice H del p resente doc umento.

Il Validatore notific a la va lutazione positiva a l Soggetto Gestore per permettere la reg istrazione forma le del p rogetto nel Reg istro della Reg ione nel c ui territorio l ente è loc a lizza to e, automatic amente, nel Reg istro Naziona le c he assemb la tutti i reg istri delle

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reg ioni aderenti a l sistema d i ric onosc imento p roposto, c orreda to del Report d i va lidazione c he viene reso pubb lic o.

Una volta c omp leta ta la Fase Rea lizza tiva del p rogetto, è nec essa rio c he questo sia sottoposto period ic amente a Verifica e Certificazione . La p roc edura d i verific a c onsiste in una autonoma revisione period ic a , da pa rte dei una Terza Parte Ind ipendente (il Verificatore d i c ui sopra ), della riduzione delle emissioni effettivamente genera ta da l p rogetto durante il periodo c he si vuole sottoporre a verific a . Lo sc opo del p roc esso d i verific a è:

verific a re c he i sistemi d i monitoragg io e le p roc edure a ttua te siano c onformi a i sistemi d i monitoragg io e a lle p roc edure desc ritte nel p iano d i monitoragg io, g ià approva to in fase d i va lidazione del p rogetto;

valuta re i risulta ti in termini d i riduzione delle emissioni d i gas serra , formulando una c onc lusione c on un a lto, anc he se non assoluto, livello d i assic urazione, c he ta li da ti riguardanti le riduzioni d i emissioni d i gas serra siano liberi da errori signific a tivi;

verific a re c he i da ti sulle emissioni d i gas serra siano suffic ientemente supporta ti da evidenze oggettive, qua li ad esemp io le reg istrazioni rela tive a l monitoraggio.

Il Verific a tore ind ipendente red ige una relazione d i verific a e c ertific a c he le riduzioni d i emissioni ottenute sono rea li e misurab ili. Una volta effettua ta la verific a period ic a , il Report d i Verific a e Certific azione potranno essere resi pubb lic i sull apposito Reg istro.

Il Report d i Verific a e Certific azione c ostituisc e il doc umento nec essario a lla forma le ric hiesta a l Soggetto Gestore del riconoscimento delle quote di riduzione delle emissioni. A seguito d i ogni Verific a period ic a e dopo il pagamento d i eventua li ta riffe d i reg istrazione, ove p reviste, il Soggetto Gestore p rovvederà a fa r ric onosc ere le quote d i riduzione a favore dell ente p roponente del p rogetto.

Lo sc hema p roposto da lle p resenti Linee Guida p revede c he la tito la rità delle quote d i riduzione sia ac quisib ile soltanto da soggetti c he siano in grado d i c omp iere per intero il perc orso p roposto (c on riferimento sopra ttutto a lla p ianific azione) e, quind i, siano enti territoria li o pubb lic he amministrazioni dota te d i poteri d i ind irizzo e d i governo del territorio. La tito la rità delle quote d i riduzione sa rà pertanto c onferita a ll ente p roponente del p rogetto, fa tto sa lvo c he riesc a a d imostra re c he esse siano a sé a ttribuib ili sec ondo i requisiti p revisti nel c ap ito lo 4. L ente o l amministrazione c he si vedrà a ttribuita la titola rità d i quote d i riduzione su p rogetti da essa sviluppati, potrà quind i inserirle nel reg istro reg iona le e naziona le e c ederle su una p ia tta forma d i sc amb io, sec ondo le moda lità p roposte nel seguito, ric avandone un c ontrova lore ec onomic o. Ai fini dell app lic azione delle p resenti Linee Guida si p revede, in pa rtic ola re, c he la tito la rità possa essere stab ilita e d imostra ta sec ondo due c riteri, a sec onda delle tipolog ie d i p rogetti a c ui c i si riferisc e:

1) nel c aso in c ui il p rogetto è sta to rea lizza to c on le risorse ec onomic he dell ente p romotore (o c on il c o-finanziamento d i a ltri p romotori) oc c orre d imostra re c he le risorse sono sta te effettivamente stanzia te e poi imp iega te da ll ente. Nel c aso d i c o-finanzia tori, le quote potranno essere sudd ivise p roporziona lmente a l loro c ontributo, oppure l ente p roponente dovrà aver c ura d i ottenere da i c o-finanzia tori una libera toria (ad esemp io sotto forma d i d ic hia razione del loro lega le rappresentante) c he a ttesti c he essi rinunc iano a va lorizza re ec onomic amente le quote o a

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rend ic ontarle nell amb ito d i a ltri sc hemi d i c red iti volonta ri; c iò va le sopra ttutto nel c aso d i p rogetti spec ific i , spesso lega ti a lla rea lizzazione d i imp ianti d i generazione o d i soluzioni per l effic ienza energetic a ;

2) quando il p rogetto non ric hiede un finanziamento ad hoc , vi è un finanziamento pa rc ellizza to e d iffuso (in c aso ad esemp io d i interventi ric hiesti a i c ittad ini) o vi è un oggettiva d iffic oltà nell ind ividuare soggetti finanzia tori e/ o a quantific a re il finanziamento ex-ante, l ente p roponente deve d imostra re c he il p rogetto sia inequivoc ab ilmente determina to da ll emanazione d i una norma o d i un a tto d i regolamentazione da parte sua . Ciò va le sopra ttutto nel c aso d i p rogetti quadro , qua li ad esemp io azioni d i polic y o a tti d i regolamentazione c he si rivolgono a lla c ollettività o a mac ro-c a tegorie d i c ittad ini.

Le quote d i riduzione delle emissioni, una volta ric onosc iute, rimarranno va lide finc hé non sa ranno definitivamente ritira te da l Reg istro, oppure finc hé non sa ranno utilizza ti c ome c red iti in un a ltro p rogramma d i riduzione delle emissioni (qua li ad esemp io g li sc hemi VER+, VCS o Gold Standard . Per un approfond imento su questi standard volonta ri d i ric onosc imenti delle riduzioni d i emissioni si veda l appendice I). Ciò a l fine d i evita re d istorsioni derivanti da l c osiddetto doub le c ounting , ovvero il fenomeno ta le per c ui vengono rend ic onta te (e, pegg io, va lorizza te ec onomic amente) p iù volte le stesse quote d i riduzione. Nella stessa log ic a , va da sé na tura lmente c he non sa ranno va lida te e ric onosc iute da l verific a tore quote d i riduzione se queste sa ranno ric onduc ib ili a interventi o imp ianti c he ric adono nel c ampo d i app lic azione dell Emission Trad ing Sc heme della Commissione Europea , e quind i potrebbero essere c ompravendute c ome quote ETS (si pensi ad esemp io ad interventi su imp ianti d i p roduzione d i energ ia elettric a nell amb ito d i un p rogetto quadro sulle fonti rinnovab ili a ttua to da un Comune sul p rop rio territorio).

La Va lidazione e Verific a d i una Terza Parte Ind ipendente e la p resenza d i un reg istro sono requisiti fondamenta li perc hé le quote d i riduzione siano effettivamente c ontra ttab ili su un merc a to d i tipo volonta rio e permettono pertanto a soggetti, non sottoposti per vinc oli leg isla tivi a limiti d i emissione, d i c ompensare le loro emissioni a ttraverso l ac quisto d i ta li c red iti. Nel sistema p roposto da lle p resenti Linee Guida , il Reg istro naziona le (e le sezioni reg iona li c he lo c ompongono) funge anc he da p ia tta forma d i sc amb io delle quote d i riduzione, per c onsentire l ac quisto da parte deg li enti interessa ti, ovvero da lle Reg ioni o dag li organismi naziona li c he debbano rispondere a esigenze d i rend ic ontazione c red ib ile e c ertific a ta rela tiva a l ragg iung imento d i ob iettivi d i riduzione delle emissioni d i GHG.

Un esemp io d i c ome potrebbe essere struttura to il reg istro Registro Naziona le è c ontenuto nell Appendice L.

La p ia tta forma d i sc amb io delle quote d i riduzione potrebbe essere utilizza ta , ad esemp io, da l Governo naziona le per fondare la p ropria rend ic ontazione rela tiva a lla perc entua le d i ob iettivi stab iliti da l Protoc ollo d i Kyoto da ragg iungere a ttraverso le c osiddette misure naziona li ( domestic measures , ad integrazione delle riduzioni da ga rantire a ttraverso l app lic azione dell Emission Trad ing Sc heme e dei p rogetti CDM e JI), oppure nel c aso d i burden sharing fra le Reg ioni ita liane per il ragg iung imento deg li ob iettivi definiti per il nostro Paese dag li ac c ord i internaziona li e da lle p resc rizioni dell Unione Europea .

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La p ia tta forma , in ogni c aso, può essere utilizza ta in modo p iù amp io e genera le per trasferire le riduzioni d i emissioni d i GHG a ttraverso un merc a to naziona le ad aziende ed a ltri enti c he abb iano b isogno (o volontà ) d i c ompensare le p roprie emissioni (o p rodurne una riduzione netta ) e d i d imostra re in modo c red ib ile ta le risulta to, a ttraverso un sistema d i verific a e ric onosc imento c he opera sotto l eg ida istituziona le. Il gestore del sistema si riserva d i verific a re la c oerenza del c omportamento e deg li impegni c omp lessivi nei c onfronti delle emissioni serra da parte dell ac quirente, nonc hé l assenza d i eventua li c onflitti d i interesse. Come antic ipa to, nell amb ito del Reg istro naziona le, e quind i della p ia tta forma d i sc amb io ad esso c orrela ta , una quota d i riduzione c orrisponde ad una tonnella ta d i GHG d i emissioni evita te espressa in unità d i CO2 equiva lente.

Il Reg istro naziona le, pertanto, p revedrà una moda lità d i a ttivazione delle quote reg istra te, c he le rende effettivamente c ompravend ib ili sulla p ia tta forma d i sc amb io. Le quote possono essere a ttiva te (e quind i rese d isponib ili) soltanto quando il Verific a tore le c ertific a sec ondo le moda lità sopra desc ritte, c he ne ga rantisc ono la c onformità a i requisiti rela tivi a i p rogetti quadro e a i p rogetti spec ific i . Inoltre, c ome abb iamo visto nel pa ragra fo 6.1, il verific a tore dovrà va lida re in un momento inizia le anc he il perc orso c omp iuto da ll ente ric hiedente per quanto c onc erne l effettuazione dell inventa rio territoria le, l elaborazione dello sc enario BAU rispetto a l qua le fissa re g li ob iettivi d i riduzione su sc a la territoria le e la definizione del p iano e delle misure fina lizza te a c onseguirli. Il verific a tore, inoltre, tutte le volte c he sa rà c hiamato a c ertific a re nuove quote (matura te da p rogetti in c orso) o a va lida re nuovi p rogetti, verific herà c he l ente stia a ttuando il p iano in linea c on le tempistic he, le moda lità e le risorse p reviste e c he l ente stia effic ac emente effettuando il monitoragg io c ome desc ritto nel c ap ito lo 5.

Come sintesi c onc lusiva , se si c onsidera il tempo t0 c ome l inizio del perc orso da parte dell ente (c on l effettuazione dell inventa rio territoria le), si può vedere nello sc hema sotto riporta to c ome a c iasc uno dei temp i suc c essivi l ente svilupp i le a ttività ulteriori p reviste da lla metodolog ia (definizione dello sc enario BAU e fissazione deg li ob iettivi a l tempo t1, elaborazione del Piano Clima o del p iano settoria le a l tempo t2, ec c .) fino ad a rriva re a l punto in c ui può essere avvia ta l imp lementazione dei p iani, delle misure e dei p rogetti). A questo punto, l ente può c hiamare un verific a tore c he va lid i il perc orso effettua to fino a l tempo t , c ompresi i p rogetti definiti e approva ti da ll ente fino ad a llora (d i c ui è fornito a l verific a tore un opportuno Doc umento d i Progetto). Se il perc orso e i p rogetti quadro e spec ific i superano il test del verific a tore e vengono va lida ti, l ente può a ttiva re l imp lementazione del p iano, delle misure e dei p rogetti ric onosc iuti. Una volta avvia ta l imp lementazione, il verific a tore potrà essere c hiamato period ic amente per verific a re l effettiva maturazione dei p rogetti (e quind i le quote d i emissioni rea lmente ridotte) e va lida re eventua li nuovi p rogetti c he l ente dec idesse d i a ttiva re. In oc c asione d i queste verific he period ic he (in seguito a lle qua li viene c onsentita la reg istrazione delle quote), il verific a tore p roc ede anc he ad una verific a del monitoragg io e delle eventua li rita ra ture o agg iornamenti dell inventa rio e dello sc enario BAU, a c ui l ente ritiene d i aver elementi suffic ienti e motivazioni g iustific a te per poter (o dover) p roc edere. Il p roc esso d i verific a period ic a c ontinua (c on c adenza dec isa da ll ente a sec onda dei ritmi d i riduzione delle quote e della definizione d i nuovi p rogetti) fino a l c omp letamento del p iano interessa to.

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6.3. Altre forme di valorizzazione economica delle quote di riduzione

Al fine d i ra fforza re la d iffusione d i p iani, misure e p rogetti per la riduzione delle emissioni d i GHG da parte deg li enti territoria li e delle amministrazioni loc a li, nonc hé d i potenzia re lo sviluppo del sistema d i ric onosc imento delle quote d i riduzione illustra to nei pa ragra fi p rec edenti, il perc orso p roposto da lle p resenti Linee Guida si a rric c hisc e d i possib ili p roposte integra tive, lega te a mec c anismi p remia li nell assegnazione dei fond i pubb lic i o nell introduzione d i misure d i flessib ilità nel rispetto dei vinc oli d i b ilanc io (ad esemp io in ottemperanza a l pa tto d i stab ilità interno). Ta li p roposte p revedono d i utilizza re le quote d i riduzione c ome strumento d i inc entivo a lla rea lizzazione d i p rogetti d i riduzione (opportunamente c ollega ti a i rela tivi p roc essi d i p ianific azione e monitoragg io, c ome modellizza to da lle p resenti linee guida ) e possono essere sviluppa te a livello d i rete reg iona le e a livello naziona le, in quanto c ond ivise c on il governo c entra le.

I mec c anismi p remia li c osì p refigura ti possono assumere due d iverse moda lità d i funzionamento:

1) Va lorizzazione delle quote ottenute da p rogetti d i riduzione rea lizza ti: in questo c aso le quote va lida te e isc ritte nel reg istro reg iona le c ostituisc ono elemento d i ammissib ilità o va lutazione per l ac c esso a i mec c anismi p remia li.

Nel c aso dei p rogrammi d i finanziamento pubb lic i, la soluzione può fa re riferimento:

Ai p rogrammi d i finanziamento d i ma tric e c omunita ria gestiti da l livello naziona le e da lle amministrazioni reg iona li, d i c ui possono benefic ia re enti d i governo del territorio per interventi struttura li e d i p ianific azione territoria le e, p iù in genera le, per p rogrammi c on fina lità d i politic a pubb lic a (es.: Fond i Struttura li Europei, Fondo Soc ia le Europeo, ec c .).

Ai p rogrammi d i finanziamento o a i fond i naziona li a tti a finanzia re o c onc edere agevolazioni finanzia rie per la rea lizzazione d i p rogetti c onnessi c on la riduzione delle emissioni serra

Ai programmi reg iona li c he p revedono band i d i finanziamento o supporto finanzia rio ag li enti loc a li (ad esemp io il p iano reg iona le d i azione amb ienta le può assumere d iverse denominazioni, ma ha la c a ra tteristic a c omune nelle d iverse reg ioni d i poter essere a ttua to c on risorse finanzia rie d irettamente d isponib ili, a pa rtire da lle qua li c ostruire band i d i finanziamento o erogare fond i ag li enti loc a li). Per ta li p rogrammi la c apac ità dell ente d i utilizza re quote d i riduzione g ià ottenute e isc ritte in reg istro può essere un requisito ric hiesto per l ammissione a i band i d i finanziamento o per la va lutazione dei p rogetti p resenta ti.

Nel c aso d i vinc oli d i b ilanc io deg li enti loc a li, il mec c anismo inc entivante potrebbe invec e p revedere l utilizzo delle quote g ià ac quisite per poter esc ludere sec ondo un c a lc olo p roporziona le le spese d i investimento rela tive a nuovi p rogetti d i riduzione delle emissioni da l c a lc olo del sa ldo finanzia rio d i b ilanc io. Le regole e le p roporzioni potranno essere stab ilite a livello del governo naziona le. Sempre a livello governa tivo potrà essere stab ilito se app lic a re il mec c anismo p remiante a tutti g li enti loc a li o solo a quelli c he risulteranno essere in regola c on il pa tto d i stab ilità a ll anno d i riferimento (c he è ad esemp io il 2007 per il triennio 2009-2011).

2) Va lorizzazione dei p rogetti d i riduzione rea lizzab ili tramite il ric onosc imento delle quote ad essi assoc ia te: in questo c aso l elemento d i ammissib ilità o va lutazione per l ac c esso a i mec c anismi p remia li è c ostituito da lle quote d i riduzione, opportunamente c a lc ola te

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tramite le metodolog ie d i c a lc olo ric onosc iute, c he potranno essere ottenute dag li stessi p rogetti d i c ui si p ropone l a ttuazione.

Nel c aso dei p rogrammi d i finanziamento pubb lic i, neg li stessi c asi sopra riporta ti (c omunita ri, naziona li o reg iona li) un c riterio d i va lutazione c omune per i p rogetti potrebbe essere lega to a lle quote d i riduzione assic ura te da l p rogetto stesso. Una regola c omune stab ilita a livello d i rete reg iona le e/ o c ond ivisa c on il livello governa tivo potrebbe p revedere un peso d i ta le d i c riterio non inferiore a l 10% sul p roc esso c omp lessivo d i ammissib ilità e/ o va lutazione p revisto per i band i d i finanziamento. Lo stesso c riterio potrebbe essere app lic a to anc he a livello d i p rogramma, ovvero sul c omp lesso dei p rogetti c he c ostituisc ono un p rogramma a ttua tivo a livello loc a le deg li ob iettivi p revisti, ad esemp io, da un fondo europeo (FESR, FAS, ec c .) o reg iona le (Piano del c ommerc io e dell a rtig iana to) , ed essere c a lib ra to tra un puntegg io minimo ed uno massimo, dove a l massimo c orrisponde la c ompensazione c omp lessiva del 100% delle maggiori emissioni lega te a ll a ttuazione del p iano tramite i p rogetti d i riduzione le c ui quote sono sta te c a lc ola te.

Nel c aso dei vinc oli d i b ilanc io, la d imostrazione p reventiva delle quote d i riduzione c ollega te a l p rogetto o a i p rogetti potrà servire per determinare, a lle c ond izioni g ià sopra c ita te, la possib ilità d i esc ludere in via tota le o pa rzia le (e per un eventua le massimo stab ilito) le spese rela tive a i p rogetti da l c a lc olo del sa ldo finanzia rio. Anc he in questo c aso a livello governa tivo potrà essere stab ilito se app lic a re il mec c anismo p remiante a tutti g li enti loc a li o solo a quelli c he risulteranno essere in regola c on il pa tto d i stab ilità .

Di seguito si riporta un esemp io d i bando a sc a la reg iona le c he, pur non p revedendo una va lorizzazione delle quote d i riduzione, p ropone un approc c io ana logo per p rogrammi d i qua lific azione energetic a .

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Un ana logo bando potrebbe c o-finanzia re p rogrammi d i qua lific azione energetic a , c omposti da singoli interventi, c on ob iettivo minimo stab ilito in termini d i quote d i riduzione ottenute annua lmente, ric hiedendo d i p resenta re in a llega to a lla domanda apposita doc umentazione tec nic a p red isposta c on metodolog ie d i c a lc olo c onsolida te e forme d i c onva lida stab ilite a p riori. Cond izione agg iuntiva , e d i livello superiore, sa rebbe la c oerenza della p ianific azione d i c ompetenza rispetto ag li ob iettivi d i riduzione del territorio. Il bando potrebbe p revedere il monitoraggio del p rogramma e la p rogressiva isc rizione nel reg istro reg iona le delle quote d i riduzione man mano rea lizza te. La tito la rità delle quote d i riduzione rea lmente ottenute nel c orso del tempo potrebbe essere della Reg ione nella misura della quota c o-finanzia ta e dell ente loc a le titola re del p rogramma per la quota rimanente

Esempio: Il bando 500 TEP della regione Emilia-Romagna

Uno specifico bando della Regione Emilia-Romagna concede contributi agli enti locali per la realizzazione di programmi di qualificazione energetica in attuazione delle misure 1.1, 1.2, 1.3, 2.1 e 2.2 del piano triennale di intervento del Piano Energetico Regionale. Vi partecipano i comuni (in forma singola o associata) e le province che redigono un programma di qualificazione energetica, che può contenere interventi per il miglioramento dell efficienza energetica degli edifici pubblici o dell illuminazione pubblica, per la costruzione di impianti di generazione da fonti rinnovabili, sistemi di cogenerazione e rigenerazione, reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento. Viene identificato il soggetto titolare del programma, responsabile delle pratiche amministrative che con la Regione e del coordinamento dei soggetti attuatori. Ai fini dell accesso ai contributi regionali il programma deve conseguire un obiettivo di risparmio di energia pari ad almeno 500 tep/a. Il raggiungimento dei requisiti minimi prestazionali previsti deve essere adeguatamente comprovato e illustrato nella relazione tecnica da allegare alla domanda. Uno stesso intervento non può essere contenuto in più programmi pena la decadenza del diritto ad accedere ai contributi regionali. Ulteriori condizioni per l ammissibilità sono che gli enti locali interessati si impegnino formalmente, per quanto rientrante nelle proprie competenze, all adeguamento degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica nell ottica della promozione degli interventi previsti dal programma e nella semplificazione delle procedure amministrative connesse con l attivazione degli impianti previsti dal programma. La graduatoria per la concessione dei co-finanziamenti viene stilata utilizzando, tra gli altri criteri, l indice dell Indicatore Prestazionale di Sintesi (IPS), che tiene conto dell energia primaria risparmiata all anno rapportata all investimento e del numero delle utenze servite

Il bando prevede quindi requisiti di ammissibilità e valutazione legati alle prestazioni del programma di qualificazione e pone una serie di condizioni del tutto coerenti con quanto esposto nelle presenti linee guida.

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7. GLOSSARIO

Addizionalità: Un p rogetto per ottenere c red iti d i emissioni deve essere add iziona le. Un p rogetto è add iziona le quando sodd isfa il c riterio d i elegg ib ilità del Surp lus Leg isla tivo, ed inoltre d imostra d i supera re a lmeno uno dei test sug li Ostac oli a ll Imp lementazione (Vinc oli Finanzia ri, Tec nolog ic i, Istituziona li e dell Innovazione.

Baseline: Sc enario d i riferimento c he rag ionevolmente rappresenta le emissioni d i gas serra c he si sa rebbero avute in assenza dell'a ttività p rogettua le p roposta ("business-as-usua l sc enario"). La stima d i questo sc enario deve essere fa tta sec ondo un approc c io c onserva tivo, il c he signific a sc eg liere tra p iù opzioni d i c a lc olo quella c he porta a minori riduzioni d i emissioni.

CER: sono i c red iti d i emissione matura ti tramite la rea lizzazione d i p rogetti CDM (Clean Develpment Mec hanism); mec c anismo c he c onsiste nell imp lementazione d i p rogetti per la riduzione della CO2 nei paesi non ind ic a ti nell a llega to I a l p rotoc ollo d i Kyoto.

Credito di emissione: I c red iti d i emissione sono misura ti in tonnella te d i CO2eq (1 c red ito = 1 tonnella ta d i CO2eq ). Sono sc ientific amente d imostra ti e sono verific a ti da enti ind ipendenti.

ERU: sono i c red iti matura ti tramite la rea lizzazione d i p rogetti JI (Joint Imp lementa tion). Questo mec c anismo c onsiste nell imp lementazione d i p rogetti per la riduzione della CO2

nei paesi ind ic a ti nell a llega to I a l p rotoc ollo d i Kyoto.

Inventario territoriale : strumento c he definisc e i c riteri nec essari ad identific a re sorgenti e pozzi (puntua li, d iffuse, lineari) d i gas serra p resenti nell amb ito territoria le d i riferimento e

c he c ontab ilizza le emissioni p rodotte e rimosse da ll a tmosfera in un determina to lasso tempora le (in genere l anno). I da ti nec essari per stimare le emissioni p rodotte e rimosse annua lmente sono rac c olti ed organizza ti per mac rosettori, settori ed a ttività , sec ondo c riteri ed assunzioni c he vengono resi esp lic iti. Le emissioni sono d i solito espresse in tonCO2eq (c he c omprendono le emissioni d i CO2, CH4, N2O). Le informazioni c osì rac c olte possono c ostituire la base per fissa re ob iettivi d i riduzione delle emissioni d i gas serra a livello territoria le.

Misura : c a tegoria d i p rogetti fina lizza ti a l ragg iung imento d i uno spec ific o ob iettivo c he c ompone un p iano/ programma.

Piano: strumento (territoria le o d i settore) utilizza to dag li enti loc a li mira to a definire l assetto d i un amb ito spazia le vasto o limita to - a sec onda del territorio d i pertinenza - nel med io lungo periodo tramite la definizione d i ob iettivi spec ific i. E c ostituito da norme d i a ttuazione o p resc rizioni, può imporre vinc oli, c lassific a re il territorio (zonizzazione), p revedere interventi. Genera lmente non inc lude la c opertura ec onomic a per la sua a ttuazione.

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Programma : strumento opera tivo d i supporto a i governi o a lle autorità loc a li le c ui fina lità c onsistono nell a lloc azione d i risorse ec onomic he per il perseguimento d i ob iettivi stra teg ic i d i sviluppo. Il p rogramma può essere a ttua tivo d i un p iano.

Progetto: insieme delle a ttività d i tipo struttura le, tec nic o o gestiona le mira te a l ragg iung imento deg li ob iettivi delle misure del p iano/ p rogramma. I p rogetti d i riduzione delle emissioni serra inc ludono una quantific azione del mig lioramento rispetto a lla baseline, le responsab ilità e i temp i d i a ttuazione.

Scenario BAU territoriale : Ipotesi d i evoluzione sul med io-lungo periodo delle emissioni d i GHG prodotte e rimosse nell amb ito territoria le d i interesse, in assenza d i variazioni nelle politic he loc a li d i mitigazione dei c amb iamenti c lima tic i (sc enario Business As Usua l). La stima delle emissioni future si basa sulla fotogra fia del c ontesto emissivo territoria le definito tramite l inventa rio per un determina to anno d i riferimento e su assunzioni in merito a ll andamento futuro delle p rinc ipa li d riving forc es delle emissioni a livello territoria le. Esemp i d i d riving forc es c onsidera te sono: l andamento della popolazione e d i c onseguenza l andamento dei c onsumi energetic i, della domanda d i mob ilità e della p roduzione dei rifiuti.

Scenario previsionale : Ipotesi d i evoluzione sul med io lungo periodo delle emissioni d i GHG prodotte e rimosse nell amb ito territoria le d i interesse risultante da ll imp lementazione delle misure d i riduzioni p reviste da l Piano Clima o da singoli p iani settoria li.

VER: è l ac ronimo d i Verified Emission Reduc tion. Sono unità d i riduzione d i emissioni d i CO2

derivanti da p rogetti non ric ompresi nei mec c anismi flessib ili del p rotoc ollo d i Kyoto e, quind i, non utilizzab ili a i fini dell'EU ETS. Sono genera lmente c ontra tta ti da quei soggetti (p riva ti o pubb lic i) c he intendono ridurre o c ompensare le p roprie emissioni d i CO2 anc he se non sono inseriti a ll'interno dell'EU ETS.

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8. APPENDICI

Appendice A

Esempi di Costruzione dello Scenario BAU

Esempio 1: Lo scenario BaU nel Piano Clima di una Grande Città Europea (1.500.000 circa)

Le emissioni d i CO2 d i med io-lungo periodo sono strettamente lega te a ll evoluzione della domanda d i servizi energetic i nei d iversi settori. In assenza d i un modello p revisiona le in grado d i tenere c onto c omp lessivamente d i tutte le possib ili va riab ili c he c ond izionano il sistema energetic o e delle loro interazioni, per la c ostruzione dello sc enario emissivo tendenzia le (BAU) del Piano Clima è sta to adotta to un approc c io d i stima per singole c omponenti. Per ogni settore c onsidera to nello sc enario BaU sono sta ti ind ividua ti dei driver per i qua li risultassero d isponib ili informazioni in serie storic a oppure sui qua li fosse possib ile effettua re stime, a pa rtire da lle informazioni c ontenute nei Piani Settoria li esistenti. Le va riab ili c he sono a lla base delle p revisioni delle emissioni sono la popolazione e le nuove ed ific azioni per il settore c ivile, la domanda elettric a per il settore energ ia , la domanda d i mob ilità per il settore trasporti. Di seguito sono p resenta te le p rinc ipa li assunzioni e ipotesi d i c a lc olo adotta te nei d iversi settori ed i risulta ti in termini d i p roiezione delle emissioni nell orizzonte d i Piano (2020).

Settore c ivile

La stima dell evoluzione della popolazione residente e delle nuove ed ific azioni si è basa ta sulle p revisioni d i sviluppo insed ia tivo c ontenute nel Piano regola tore del Comune. Lo sviluppo insed ia tivo risulta pa rtic ola rmente rilevante in termini d i Slp (Superfic ie lorda d i pavimento) p reviste per le nuove ed ific azioni, c on c onseguenti inc rementi signific a tivi nel numero d i residenti (+10%) e d i ed ific i a sc opo ab ita tivo e non ab ita tivo.

Slp relative ai nuovi insediamenti previsti al 2015 nel PGT slp (mq)

già definiti 6230000*ulteriori 4.359.000totale 12.261.000

di cui residenza 6.190.347di cui altro 6.070.653

Fonte: Piano regola tore o equiva lente doc umento d i p ianific azione dell ipotetic o Comune (*) insed iamenti c on p roc ed imento d i definizione e approvazione g ià avvia to

Tenendo c onto delle stime d i sviluppo insed ia tivo, le emissioni del settore c ivile sono sta te c a lc ola te in base a l c onsumo d i gas na tura le e gasolio nec essario a l risc a ldamento deg li amb ienti e ag li a ltri usi domestic i (p roduzione d i ac qua c a lda sanita ria e c ottura c ib i), sia nelle ab itazioni c he neg li ed ific i non residenzia li. In p rimo luogo è sta ta ric ostruita la sudd ivisione, in termini d i Slp , delle ab itazioni e deg li ed ific i a destinazione d iversa tra i va ri c ombustib ili, d istinta fra unità esistenti a l 2003 e unità agg iuntive rispetto a l 2003. Per effettua re questa stima è sta ta formula ta l ipotesi c he le ab itazioni a l 2003 fossero ripa rtite fra i d iversi c ombustib ili c on le stesse perc entua li p resenti nel b ilanc io energetic o c omuna le, c osì c ome riporta to nella seguente tabella :

Ripartizione percentuale degli impianti per combustibile in termini di energia primaria (anno 2003) centr.gas centr.gasolio autonomo gas tlr altro

48,9% 35% 10,8% 1,7% 3,5%

Fonte: Relazione sullo Sta to dell Amb iente o equiva lente doc umento dell ipotetic o Comune

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Inoltre, a l fine d i ric ostruire la serie storic a delle Slp ripa rtite per c ombustib ile, sono sta ti ipotizza ti g li stessi ra tei d i sviluppo risc ontra ti nel periodo 2003-2005 per il gasolio e g li a ltri c ombustib ili.

Ratei di sviluppo utilizzati per la costruzione della serie storica delle Slp -0,048-0,2300,076 fino al 2007

slp a gasolioslp altroslp teleriscaldamento

Fonte: Relazione sullo Sta to dell Amb iente o equiva lente doc umento dell ipotetic o Comune

Per quanto riguarda lo sviluppo del telerisc a ldamento, sono sta ti c onsidera ti g li imp ianti d i TLR g iunti ad un livello avanzato dell iter autorizza tivo, a servizio dei nuovi insed iamenti. Inoltre sono sta ti c onsidera ti g li interventi d i amp liamento deg li imp ianti esistenti e g li ulteriori a llac c iamenti rea lizzab ili grazie a lla sa turazione della potenza g ià d isponib ile nelle c entra li esistenti. Si è ipotizza to c he nel periodo 2007-2020 l inc remento delle ab itazioni tota li a llac c ia te a l telerisc a ldamento sia d irettamente p roporziona le a ll inc remento della potenza nello stesso periodo, dovuto sia a tutti g li amp liamenti p revisti per g li imp ianti esistenti, sia a lla c ostruzione d i una parte dei nuovi imp ianti. Di seguito si riporta la ripa rtizione delle Slp d i superfic i ab ita tive e non ab ita tive per c ombustib ile utilizza to e le p revisioni d i ripa rtizione a l 2020.

Stima della previsione di superfici abitative ripartite per combustibile utilizzato Slp Abitazioni a gasolio

slp abitazini a metano

slp abitazioni altro slp Abitazioni tlr

slp abitazioni totali

200120022003 21.056.629 35.868.186 2.116.197 1.024.405 60.065.4162004 20.057.755 37.488.489 1.622.259 1.102.785 60.271.2872005 19.055.558 39.053.299 1.127.966 1.181.010 60.417.8322006 18.148.308 40.343.019 864.532 1.271.141 60.627.0002007 17.284.253 41.754.142 662.622 1.368.151 61.069.1672008 16.461.336 43.001.383 507.868 1.540.748 61.511.3352009 15.677.599 44.173.302 389.257 1.713.345 61.953.5032010 14.931.176 45.280.205 298.347 1.885.943 62.395.6702011 14.220.291 46.330.338 228.668 2.058.540 62.837.8382012 13.543.252 47.330.353 175.263 2.231.138 63.280.0062013 12.898.447 48.285.660 134.331 2.403.735 63.722.1732014 12.284.341 49.200.708 102.958 2.576.333 64.164.3412015 11.699.474 50.079.191 78.913 2.748.930 64.606.5082016 11.142.453 50.924.213 60.483 2.921.528 65.048.6762017 10.611.952 51.738.409 46.357 3.094.125 65.490.8442018 10.106.709 52.524.050 35.530 3.266.722 65.933.0112019 9.625.520 53.283.106 27.232 3.439.320 66.375.1792020 9.167.242 54.017.315 20.872 3.611.917 66.817.347

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

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Stima della previsione di superfici non residenziali ripartite per combustibile utilizzato Slp Edifici non_resid gasolio

slp edifici non_resid metano

slp edifici non_resid altro

slp non_resid tlr

slp edifici totale

200120022003 10.162.922 17.311.678 1.021.376 494.426 28.990.4022004 9.679.057 18.188.600 782.836 532.159 29.182.6522005 9.195.192 19.051.090 544.296 569.892 29.360.4702006 8.757.402 19.879.297 417.177 613.385 29.667.2602007 8.340.455 20.780.481 319.746 660.196 30.100.8782008 7.943.360 21.602.584 245.070 743.483 30.534.4962009 7.565.170 22.388.341 187.834 826.769 30.968.1142010 7.204.986 23.142.725 143.966 910.055 31.401.7322011 6.861.951 23.869.715 110.343 993.341 31.835.3512012 6.535.248 24.572.520 84.573 1.076.628 32.268.9692013 6.224.100 25.253.752 64.821 1.159.914 32.702.5872014 5.927.766 25.915.557 49.682 1.243.200 33.136.2052015 5.645.540 26.559.717 38.079 1.326.487 33.569.8232016 5.376.752 27.187.731 29.186 1.409.773 34.003.4412017 5.120.760 27.800.870 22.369 1.493.059 34.437.0592018 4.876.957 28.400.230 17.145 1.576.345 34.870.6772019 4.644.761 28.986.762 13.141 1.659.632 35.304.2952020 4.423.620 29.561.303 10.072 1.742.918 35.737.913

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

Infine, è sta ta c a lc ola ta la domanda energetic a per unità d i superfic ie a l 2005, assumendo c ostante il fabb isogno med io per appartamento ed esc ludendo da lle p revisioni interventi d i effic ienza su imp ianti in d ismissione. Il c onsumo energetic o per i d iversi c ombustib ili è sta to c a lc ola to c ome il p rodotto tra la superfic ie c omp lessiva (appartamenti + ed ific i) e il fabb isogno energetic o per mq d i superfic ie. I da ti c osì stimati sono sta ti moltip lic a ti per i c oeffic ienti emissivi, ottenendo le emissioni tota li da risc a ldamento a l 2020. Le emissioni del TLR sono sta te inc luse nel settore Produzione d i energ ia e Rifiuti , pertanto non sono c onteggia te nelle emissioni

c omp lessive del settore c ivile. Sono sta te inoltre c a lc ola te e agg iunte a lle emissioni c omp lessive del settore c ivile le emissioni da a ltri usi domestic i, ipotizzando un c onsumo domestic o p ro-c ap ite c ostante fino a l 2020 e pa ri a 2,8083 GJ/ ab itante.

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Stima della serie storica dei consumi e delle emissioni di CO2 per combustibile nel settore del riscaldamento relativa allo scenario BaU

Consumo gas (TJ)

Consumo gasolio (TJ)

Consumo altri (TJ)

Consumo tlr (TJ)

ktCO2 gas naturale

ktCO2 gasolio ktCO2 altri ktCO2 tlr ktCO2 totale

55 73 70 55 kg/Gj200120022003 26078 15321 1540 765 1434 1118 108 42 26602004 0 0 0 0 02005 29249 14211 862 947 1609 1037 60 52 27072006 30315 13535 645 984 1667 988 45 54 27012007 31479 12890 494 1059 1731 941 27 58 27002008 32521 12277 379 1193 1789 896 21 66 27062009 33507 11692 290 1327 1843 854 16 73 27122010 34444 11136 223 1460 1894 813 12 80 27202011 35338 10605 171 1594 1944 774 9 88 27272012 36195 10100 131 1728 1991 737 7 95 27352013 37019 9620 100 1861 2036 702 6 102 27442014 37813 9162 77 1995 2080 669 4 110 27532015 38579 8725 59 2129 2122 637 3 117 27622016 39321 8310 45 2262 2163 607 2 124 27722017 40039 7914 35 2396 2202 578 2 132 27822018 40737 7537 27 2529 2241 550 1 139 27922019 41414 7179 20 2663 2278 524 1 146 28032020 42073 6837 16 2797 2314 499 1 154 2814

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

In c onc lusione, lo sc enario emissivo BAU per il settore c ivile evidenzia un aumento d i c irc a il 4% delle emissioni nel periodo 2005-2020, p iù c ontenuto rispetto a l c onsistente aumento della popolazione, anc he per effetto della metanizzazione deg li ed ific i risc a lda ti a gasolio. Per il periodo c onsidera to si stima , infa tti, un aumento dei c onsumi d i gas na tura le pa ri a l 44% e una riduzione dei c onsumi d i gasolio pa ri a l 52%.

Settore energ ia

La d inamic a della domanda elettric a è sta ta utilizza ta c ome va riab ile fondamenta le per stimare il trend futuro delle emissioni nel settore energ ia . Le p revisioni rela tive a lla domanda elettric a sono sta te effettua te a pa rtire da da ti p revisiona li uffic ia li a livello naziona le e reg iona le, c he sono sta te app lic a te a lla domanda elettric a a ttua le del Comune in oggetto. Sulla base d i p revisioni rela tive a l tasso d i c resc ita del PIL pa ri a 0,9% in med ia annua fino a l 2012 e d i 1,4% a l 2018, si stima un evoluzione c on tasso med io annuo dell 1% della domanda elettric a nello sc enario base. In pa rtic ola re si p revede un tasso med io annuo d i sviluppo nel periodo 2007 2012 pari a +0,8%, e d i 1,2% per g li anni 2012 2018. Per la stima della domanda elettric a in ambito c omuna le sono sta ti app lic a ti g li stessi tassi d i c resc ita , ipotizzando anc he per g li ultimi due anni non inc lusi nel modello una c resc ita dell 1,2%. Si è assunta l ipotesi c he nel periodo 2005-2020 rimanga c ostante la ripa rtizione della c opertura del fabb isogno annuo d i energ ia elettric a tra importazione e p roduzione interna . In pa rtic ola re, la quota c operta da p roduzione interna è sta ta stima ta pa ri a l 6,3%. I c onsumi d i energ ia p rimaria per l autop roduzione sono sta ti stimati a l 2020 pa ri a 3.766 TJ, sulla base delle ipotesi d i sviluppo del telerisc a ldamento, c he determinano un ra teo annua le pa ri a 163 TJ. Sull energ ia importa ta , a l netto della quota p rodotta , è sta ta app lic a ta una perc entua le fissa del 4% d i perd ite d i rete. Si è inoltre c onsidera to c he l elettric ità p rodotta esternamente c ontinui ad essere fornita solo da ll a ttua le fornitore anc he a l 2020. La stima della serie storic a delle emissioni d i CO2 rela tive a lla p roduzione d i

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energ ia esterna a i c onfini c omuna li è sta ta quind i effettua ta utilizzando il Fa ttore d i Emissione med io deg li imp ianti dell a ttua le fornitore, pa ri a c irc a 311 gCO2/ kWh. Le emissioni d i CO2 da termova lorizzazione d i rifiuti sono sta te stima te a pa rtire da lla p roduzione p ro c ap ite d i rifiuti. In pa rtic ola re, la med ia dei va lori p ro-c ap ite reg istra ti nel periodo 1998-2006, pa ri a 0,57 t/ ab itante/ annuo, è sta ta moltip lic a ta per il numero d i residenti p revisti a l 2020. Nello sc enario BAU, la quota d i RSU c he viene termova lorizza ta c resc e p rogressivamente, in ac c ordo c on le ipotesi d i sviluppo del telerisc a ldamento, generando un aumento delle emissioni da rifiuti.

Stima delle emissioni da rifiuti relativa allo scenario BAU Residenti Produzione

RSUEmissioni da rifiuti (fossile)

t/anno 439 kgCO2/ton2001 1284246 773591 1952002 1278051 751895 1902003 1271396 729285 1842004 1299448 729343 1842005 1308981 745255 1882006 1310240 748702 1912007 1311901 757913 1942008 1303000 752771 1972009 1313583 758885 2002010 1324167 764999 2032011 1334750 771114 2062012 1345333 777228 2102013 1355917 783342 2132014 1366500 789456 2162015 1377083 795570 2202016 1387667 801685 2232017 1398250 807799 2262018 1408833 813913 2302019 1419417 820027 2342020 1430000 826142 235

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

I nuovi imp ianti c he serviranno la rete d i TLR a partire da l 2010 sa ranno tutti d i potenza superiore a i 20 MW e per questo motivo le emissioni da p roduzione interna agg iuntiva rientreranno nel c ontegg io delle emissioni d i energ ia da imp ianti d i p roduzione ETS. In sintesi, lo sc enario BAU per il settore energ ia evidenzia un aumento d i emissioni pa ri a l 26% rispetto a l 2005.

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Scenario BAU 2005-2020 delle emissioni dal settore Produzione di energia Consumo energia usi finali (TJ)

Autoproduzione (TJ) Energia importata lorda

CO2 EE importata (emissioni ombra)

CO2 energia autoprodotta

CO2 energia autoprodotta ETS

CO2 energia autoprodotta non ETS

2005 25793 1757 24998 2161 97 90 6,42006 26091 1629 25417 2188 82 76 5,42007 27392 1734 26684 2295 91 85 6,02008 27612 1748 26898 2313 100 93 6,62009 27832 1762 27113 2332 109 101 7,22010 28055 1776 27330 2351 117 110 7,22011 28280 1790 27549 2369 126 119 7,22012 28619 1812 27879 2398 135 128 7,22013 28962 1834 28214 2427 144 137 7,22014 29310 1856 28552 2456 153 146 7,22015 29662 1878 28895 2485 162 155 7,22016 30018 1900 29242 2515 171 164 7,22017 30378 1923 29593 2545 180 173 7,22018 30742 1946 29948 2576 189 182 7,22019 31111 1970 30307 2607 198 191 7,22020 31485 1993 30671 2638 207 200 7,2

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

Settore trasporti

Per stimare la domanda d i mob ilità in amb ito c omuna le, sono sta ti reperiti da ti sug li spostamenti e le perc orrenze med ie g iorna liere interne a i c onfini c omuna li e d i sc amb io tra c omune e hinterland . Tramite il p rop rio modello d i simulazione della mob ilità , c he utilizza da ti sull orig ine e la destinazione deg li spostamenti nonc hé da ti sui passagg i misura ti in numerose a rterie strada li c ittad ine, è sta to ric ostruito lo sc enario della mob ilità a l 2005. Tenendo c onto delle p rinc ipa li trasformazioni urbanistic he in a tto, o c omunque ric onduc ib ili a p roposte g ià approva te, nonc hé delle ipotesi d i sviluppo ab ita tivo p resente nel Piano regola tore del Comune è sta to inoltre ric ostruito lo sc enario tendenzia le della mob ilità a ll anno 2020, p revedendo un offerta inva ria ta d i trasporto pubb lic o. Questo sc enario, c he si basa sulla p revisione d i c resc ita del numero d i residenti g ià desc ritta per il settore c ivile, nonc hé della loro loc a lizzazione, c onsidera un evoluzione della mob ilità non b ilanc ia ta da signific a tivi interventi sul trasporto pubb lic o e sul trasporto p riva to, ed è sta to assunto c ome base d i riferimento per l anno 2020. La seguente tabella riporta i tassi d i c resc ita deg li spostamenti g iorna lieri in un g iorno feria le, per le d iverse tipolog ie d i domanda , sia per il trasporto p riva to (auto-moto-b ic ic letta ) c he per il trasporto pubb lic o, utilizza ti per stimare l evoluzione della domanda d i mob ilità .

Previsioni domanda di mobilità ambito urbano

SCENARIO ATTUALE

SCENARIO TENDENZIALE 2020

A OFFERTA INVARIATA

incremento nel periodo

incremento annuo

(in 15 anni)

Ripartizione modale N° spostamenti N° spostamenti (%) (%)In auto 2.588.500 3.043.900 18% 1,2%Moto 306.200 325.400 6% 0,4%Pubblico 1.716.000 2.109.000 23% 1,5%Bicicletta + Piedi 666.700 748.100 12% 0,8%Totale 5.277.400 6.226.400 18% 1,2%

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

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Sulla base da ll evoluzione della domanda d i mob ilità per tipolog ia d i mezzo, della lunghezza med ia deg li spostamenti ipotizza ti per ogni moda lità d i trasporto e dei fa ttori d i espansione g iorno-anno, sono sta te stimate le perc orrenze annue a l 2020. Le p roiezioni effettua te mostrano una netta c resc ita della domanda d i trasporto sia p riva to c he pubb lic o nella c ittà , c resc ita derivante da un forte aumento deg li spostamenti c omp lessivi.

Lunghezza media degli spostamenti e fattori di espansione giorno

anno

Lunghezza media spostamenti (km/giorno)

Fattori di espansione giorno--

>anno

Auto 6,5

320Moto 4,4

320Pubblico 7,0

300Bicicletta 3,5

320Piedi 1,2

320

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

Spostamenti e percorrenze annue per modo di trasporto nello scenario attuale e nello scenario BAU (in milioni)

Ripartizione modale N° spostamenti km percorsi N° spostamenti km percorsiIn auto 828 5.384 974 6.331 Moto 98 435 104 462 Pubblico 515 3.604 633 4.429 Bicicletta + Piedi 213 363 239 407 Totale 1.654 9.785 1950 11.629

SCENARIO ATTUALESCENARIO TENDENZIALE 2020

A OFFERTA INVARIATA

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

Utilizzando i fa ttori d i emissione med i d i CO2 per tipolog ia d i mezzo (in grCO2/ km), è sta to stimato l andamento delle emissioni d i CO2 nello sc enario BAU 2005-2020. I fa ttori d i emissioni med i c onsidera ti nello sc enario BaU per l anno 2020 c orrispondono a i va lori del 2005; si è sc elto d i stimare le riduzioni delle emissioni dovute a l mig lioramento del fa ttore d i emissione d i CO2 deg li autoveic oli c ome effetto delle misure del Piano Clima , in quanto si tra tta d i riduzioni derivanti da politic he dec ise per ridurre le emissioni d i gas serra , seppur a livello europeo e non solo del Comune. In sintesi, per il settore dei trasporti si evidenzia un aumento delle emissioni pa ri a l 15% nel periodo 2005-2020. La figura seguente riporta l andamento tempora le delle emissioni d i CO2 nel settore trasporti, d istinto per c ombustib ile.

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Emissioni di CO2 da trasporti per combustibile

-

100

200

300

400

500

600

700

800

900

KtC

O2

CO2 Gasolio 728 735 742 750 757 765 773 781 789 797 805 813 822 830 839 847

CO2 Benzina 661 665 670 675 680 686 691 696 701 706 712 717 722 728 733 739

CO2 GPL/metano/altri 11 12 12 12 12 12 12 12 12 13 13 13 13 13 13 13

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

BAU - quad ro riassuntivo

Dalle stime effettua te settore per settore nella c ostruzione dello sc enario BaU emerge un andamento dec isamente c resc ente delle emissioni d i CO2 del Comune a l 2020. Le emissioni d irette c resc ono da 4.795 ktCO2 nel 2005 a 5.196 ktCO2 nel 2020 (+8,3%). Le emissioni c omp lessive d i CO2, c omprensive delle emissioni ind irette, aumentano del 14%, da 7.046 ktCO2/ anno nel 2005 a 8.034 ktCO2/ anno nel 2020.

Scenario emissivo BAU al 2020 EE importata ETS

Energia prodotta EU-ETS

Totale indiretteEnergia prodotta NON EU-ETS Civile Usi di processo Trasporti

Totale diretteTOTALE

a b c=a+b d e f g h=d+e+f+g i=h+c2005 2161 90 2251 194 3035 134 1432 4795 70462006 2186 76 2262 196 3029 135 1445 4804 70672007 2295 85 2380 200 3028 136 1458 4822 72012008 2313 93 2406 204 3033 137 1471 4844 72512009 2332 101 2433 207 3041 139 1484 4871 73042010 2351 110 2461 210 3050 140 1497 4898 73592011 2369 119 2489 214 3059 141 1511 4925 74142012 2398 128 2526 217 3069 143 1525 4953 74792013 2427 137 2564 220 3079 144 1538 4982 75452014 2456 146 2602 223 3090 145 1552 5011 76132015 2485 155 2640 227 3101 147 1567 5041 76812016 2515 164 2679 230 3112 148 1581 5071 77502017 2545 173 2718 234 3124 149 1595 5102 78202018 2576 182 2758 237 3136 151 1610 5134 78912019 2607 191 2798 241 3148 152 1625 5166 79632020 2638 200 2838 242 3161 153 1640 5196 8034

Fonte: Piano Clima o Piano settoria le elabora to da ll ipotetic o Comune

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Lo sc enario Business As Usua l viene sviluppa to senza interventi stra teg ic i spec ific i rispetto a l Piano vigente e c onsiste in uno sc ena rio tendenzia le c he segue l a ttua le trend d i p roduzione e gestione dei rifiuti. Si p resentano d i seguito le ipotesi elabora te, per quanto riguarda la p roduzione e la rac c olta d ifferenzia ta . Il trend rela tivo a lla p roduzione tota le d i rifiuti è sta to c a lc ola to c omb inando il trend d i aumento della popolazione derivante da ll andamento del periodo 2001-2006 (pa ri a llo 0,65 % annuo) c on quello rela tivo a lla p roduzione p ro-c ap ite nello stesso periodo (pa ri a ll 1 %). Il trend p revisto viene sintetizza to nella Tabella seguente.

Scenario tendenziale: produzione totale prevista per area omogenea in provincia di Bologna Produzione totale (t/ anno)

2007 2009 2011 2013 2015 2017

Comune d i Bologna 222.682 230.121 237.808 245.752 253.961 262.444

Comuni dell'a rea bolognese 171.313 177.036 182.949 189.061 195.376 201.902

Comuni dell'a rea imolese 74.065 76.539 79.096 81.738 84.468 87.290

Comuni della Pianura nord -oc c identa le 66.161 68.371 70.655 73.015 75.454 77.975

Comuni della Montagna 41.754 43.149 44.590 46.080 47.619 49.210

Totale 575.975 595.215 615.098 635.645 656.878 678.821

Scenario tendenziale: trend della percentuale di RD prevista per area omogenea.

Da questo sc enario rela tivo a lla p roduzione e rac c olta d i rifiuti si p roc ede a lla stima delle emissioni d i CO2 c ollega te.

STIMA DELLE EMISSIONI DEL CICLO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

Al fine d i determinare il livello d i emissioni in relazione ag li sc enari c onsidera ti sono sta ti p resi a riferimento una serie d i modelli d i c a lc olo e d i va lori unita ri d i emissioni derivanti da ana lisi d iretta d i fonti b ib liogra fic he o da elaborazioni spec ific he.

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L ana lisi delle emissioni è sta ta c ondotta seguendo le d iverse fasi d i gestione dei Rifiuti Urbani e nello spec ific o:

- Raccolta . In questa fase sono sta te p rese in c onsiderazione le emissioni rela tive a l transito dei veic oli sul territorio per la rac c olta dei rifiuti, separandola da lla suc c essiva fase d i trasporto dei rifiuti rac c olti ag li imp ianti d i tra ttamento;

- Trasporto. In questa fase sono sta te p rese in c onsiderazione le emissioni rela tive a l transito dei veic oli per il trasporto dei rifiuti suc c essivamente a lla loro rac c olta verso g li imp ianti d i tra ttamento;

- Trattamento. In questa fase sono sta te p rese in c onsiderazione le emissioni spec ific he delle d iverse tipolog ie d i imp ianti d i tra ttamento.

Per quanto riguarda le emissioni c lima lteranti la fase d i tra ttamento ha p reso in c onsiderazione sia g li effetti d iretti d i emissione delle d iverse tipolog ie imp iantistic he c he g li effetti ind iretti, tenendo c onto quind i dei potenzia li benefic i o inc rementi nelle emissioni derivanti ad esemp io da lla p roduzione d i energ ia e/ o c a lore (da inc enerimento, da c ombustione del b iogas in d isc a ric a ) e da i rispa rmi energetic i derivanti da lla fase d i ric ic lagg io rispetto a lla p roduzione d iretta da materie p rime.

La stima delle emissioni da lla fase d i rac c olta si è resa nec essaria c onsiderando le d irettive d i p iano in merito a lle moda lità d i gestione d i questa fase, ta li da orienta re la trasformazione del sistema da un modello p reminentemente strada le ad uno basa to sulla rac c olta domic ilia re o porta a porta . Per il c a lc olo delle emissioni della fase d i rac c olta e trasporto sono sta ti ric ava ti va lori unita ri (esp ressi in g / km) per g li inquinanti c onsidera ti utilizzando la metodolog ia COPERT IV per i gas c lima lteranti (CO2, CH4 e N2O). Come ipotesi genera le è sta ta c onsidera ta una pendenza dei perc orsi ugua le a zero e viagg i sempre a p ieno c a ric o su strade extraurbane. Per tutti i mezzi si è ipotizza ta una motorizzazione d iesel EURO III.

CO2

equiva lente 4.448 4.517 4.586 4.656 4.727 4.798 4.870 4.942 5.015 5.088

TRASPORTO primario 2.449 2.545 2.644 2.745 2.838 2.925 3.013 3.103 3.195 3.289

TRASPORTO sec ondario 546 540 534 527 437 439 440 441 442 442

Il c onferimento d i rifiuti in d isc a ric a p roduc e signific a tive quantità d i metano (CH4). Oltre a l metano vengono p rodotte anc he emissioni d i anid ride c a rbonic a d i orig ine b iogenic a (CO2) e a ltri c omposti organic i vola tili c osi c ome p ic c oli quantita tivi d i p rotossido d i azoto (N2O) e monossido d i c a rbonio (CO). Nella determinazione delle emissioni derivanti da llo sma ltimento dei rifiuti in d isc a ric a c i si e avva lsi del modello d i c a lc olo p red isposto da ll Intergovernmenta l Panel on Cilma te Change. E fondamenta le p remettere c he il modello IPCC non inc lude le emissioni d i CO2 derivanti da lla dec omposizione d i b iomasse in quanto d i orig ine b iogenic a e per il qua le viene ipotizza to un sostanzia le pa regg io nelle emissioni c onsiderando c he in temp i

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suffic ientemente lunghi questa CO2 venga nuovamente inc orpora ta in b iomasse e quind i sottra tta da ll a tmosfera . I flussi d i rifiuti c he sono sta ti va luti in questa fase riguardano: 1. Rifiuti avvia ti in d isc a ric a d irettamente o non tra tta ti in a ltre tipolog ie d i imp ianto per fermi imp iantistic i; 2. Rifiuti avvia ti a d isc a ric a c ome sc arti del p roc esso d i Tra ttamento Mec c anic o Biolog ic o (l intero quantita tivo d i sopravag lio genera to dag li a ttua li imp ianti d i separazione mec c anic a o lo sc a rto derivante da ulteriori lavorazioni per la p roduzione d i CDR); 3. Rifiuti avvia ti a d isc a ric a c ome FOS (Frazione Organic a Stab ilizza ta ) genera ta da l p roc esso d i b iostab ilizzazione suc c essivo a l tra ttamento mec c anic o a ttua le o a l p roc esso d i p roduzione d i CDR previsto.

FORSU 0,095

Verde 0,245

Carta e c a rtone 0,397

Legno 0,425

Tessili 0,450

Pannolini 0,490

Perc entua le d i metano nel gas p rodotto 0,5

Tipolog ia d i d isc a ric a c onsidera ta Managed - anaerob ic

Rec upero d i metano- perc entua le 0,2

I risulta ti in termini d i emissioni, forniti da l modello d i c a lc olo per il CH4, sono sta ti trasformati in CO2 equiva lente utilizzando un fa ttore d i c onversione CH4 > CO2 pa ri a 21.

Per il c a lc olo delle emissioni ind irette (evita te c on la p roduzione d i energ ia elettric a da lla c ombustione del b iogas p rodotto) sono sta ti ric ava ti i quantita tivi d i metano rec upera to c ome output del modello d i c a lc olo utilizza to. Sono sta ti inoltre ipotizza ti i seguenti pa rametri per definire il rispa rmi d i emissioni esp resse in termini d i tonnella te d i CO2

equiva lente: - Potere c a lorific o del metano: 55 MJ/ kg CH4; - Trasformazione in KW: KW = MJ/ 3,6 - Va lori unita ri d i emissione da fonti fossili sostituite e mix energetic o naziona le - Effic ienza elettric a d i trasformazione del b iogas: 33%.

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

TOTALE 123.630 122.634 121.519 120.285 119.593 120.406 121.159 121.853 122.486 123.057

Disc a ric a d iretto

61.578 61.247 60.862 60.423 60.400 61.016 61.607 62.173 62.713 63.228

Disc a ric a post-TMB

69.003 68.314 67.556 66.727 66.062 66.323 66.547 66.734 66.884 66.994

Disc a ric a (FOS) 8.216 8.117 8.010 7.893 7.803 7.835 7.864 7.887 7.905 7.918

Manc a te emissioni

-15.167 - 15.045 - 14.909 - 14.758 - 14.671 - 14.768 - 14.858 - 14.941 - 15.016 - 15.084

Per il c a lc olo delle emissioni c lima lteranti d irette derivanti da l tra ttamento termic o dei rifiuti è sta ta p resa a riferimento la metodolog ia riporta ta in un rec ente stud io dell ETC RWM17. In pa rtic ola re il c a lc olo è sta to basa to sulla c omposizione del rifiuto in ingresso (derivante da lle assunzioni d i p iano sulla c omposizione merc eolog ic a del rifiuto in ingresso

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c omb ina te c on le ipotesi d i interc ettazione tramite rac c olta d ifferenzia ta ) e sul b ilanc io d i massa del c a rbonio sec ondo la seguente formula : kgCO2 = kgRUR ad inc enerimento * fa ttore d i ossidazione del c a rbonio in inc eneritore (0,98) * fa ttore d i c onversione da C a CO2 (3,67) * (frazionei (in %) * c ontenuto in materia sec c a i * c ontenuto d i c a rbonio i (g / g d i ma teria sec c a )) I fa ttori d i emissione utilizza ti sono riporta ti nella suc c essiva Tabella .

FORSU 0,25 0,38

Verde 0,50 0,49

Carta e c a rtone 0,86 0,46

Plastic a 1,00 0,75

Legno 0,85 0,50

Tessile 0,90 0,50

Pannolini 0,70 0,70

Inerti e a ltro 0,90 0,00

Il Piano p roc ede inoltre a lla stima delle emissioni d i CO2 equiva lente per le emissioni ind irette e quelle rela tive a a ltre tipolog ie d i tra ttamento, d ifferenzia te tipolog ia d i ma teria le. Di seguito si riporta un quadro riassuntivo delle emissioni p reviste da llo sc enario BAU.

INCENERIMENTO RUR 152.358

152.520

152.683

152.848

152.518

151.973

151.412

150.834

150.240

149.629

emissioni 208.303

208.465

208.629

208.793

208.464

207.918

207.357

206.780

206.186

205.574

Manc ate emissioni -55.945

-55.945

-55.945

-55.945

-55.945

-55.945

-55.945

-55.945

-55.945

-55.945

TRATTAMENTO RUR 2.504

2.478

2.451

2.420

2.396

2.404

2.410

2.415

2.419

2.421

INCENERIMENTO CDR

emissioni

Manc ate emissioni

DISCARICA 123.630

122.634

121.519

120.285

119.593

120.406

121.159

121.853

122.486

123.057

Diretto senza p re-tra ttamento

61.578

61.247

60.862

60.423

60.400

61.016

61.607

62.173

62.713

63.228

Post TMB 69.003

68.314

67.556

66.727

66.062

66.323

66.547

66.734

66.884

66.994

FOS 8.216

8.117

8.010

7.893

7.803

7.835

7.864

7.887

7.905

7.918

Manc ate emissioni -15.167

-15.045

-14.909

-14.758

-14.671

-14.768

-14.858

-14.941

-15.016

-15.084

TRATTAMENTO RICICLABILI

-63.918

-68.412

-73.020

-77.750

-82.597

-84.990

-87.434

-89.926

-92.468

-95.061

TRATTAMENTO ORGANICO

1.743

1.863

1.986

2.113

2.242

2.375

2.511

2.651

2.794

2.941

RACCOLTA 4.448

4.517

4.586

4.656

4.727

4.798

4.870

4.942

5.015

5.088

TRASPORTO 2.449

2.545

2.644

2.745

2.838

2.925

3.013

3.103

3.195

3.289

TRASPORTO sc arti RUR 546

540

534

527

437

439

440

441

442

442

(Fonte: Piano del Piano Provinc ia le d i Gestione dei Rifiuti - Doc umento Preliminare, Rapporto ambienta le VAS - Provinc ia d i Bologna)

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Appendice B

Esempi di definizione degli obiettivi strategici

OBIETTIVI GENERALI DEL PER

assumere g li ob iettivi naziona li d i limitazione delle emissioni sec ondo quanto stab ilito da lle Direttive europee 1999/ 30/ CE e 2000/ 69/ CE rec ep ite da llo Sta to ita liano e d i gas ad effetto serra posti da l p rotoc ollo d i Kyoto del 1998 sui c amb iamenti c lima tic i c ome fondamento della p rogrammazione energetic a reg iona le a l fine d i c ontribuire a l ragg iung imento deg li stessi.

assumere g li ob iettivi della Commissione Europea d i limitazione delle emissioni, d i rispa rmio energetic o, d i d iffusione delle fonti rinnovab ili c ome fondamento della p rogrammazione energetic a reg iona le, a pa rtire da lle Direttive emesse, a l fine d i c ontribuire a l ragg iung imento deg li stessi;

promuovere interventi a tti a ragg iungere il superamento deg li ob iettivi stab iliti nel Protoc ollo d i Kyoto, sec ondo quanto ind ic a to da ll Unione Europea , da i rapporti IPCC (Interna tiona l Panel on Climate Change) sui c ambiamenti c lima tic i e mitigazioni, e da lla c omunità sc ientific a in genere, a llo sc opo d i p revenire a lmeno in pa rte i futuri c amb iamenti del sistema c lima tic o terrestre e d i ridurre le c onseguenze sanita rie delle emissioni inquinanti sulla popolazione.

PIANO ENERGETICO REGIONALE: OBIETTIVI AL 2010 E AL 2015

Civile 0,55 1.400.000 3.250

Industria 0,40 1.120.000 900

Agric oltura 0,05 120.000 140

Trasporti 0,68 2.150.000 1.200

Idroelettric o 16 80-90 50.000 30

Eolic o 15-20 40-50 23.000 30

Biomasse 300 1.400 350.000 450

Geotermia 9-12 25 40.000 30

Sola re termic o 90.000 m2 55-65 21.000 60

Fotovolta ic o 20 25-30 15.000 150

Complessivamente si delinea un p iano d i investimenti per oltre 6 milia rd i d i in grado d i p rodurre a l 2010, rispetto a llo sc enario evolutivo spontaneo del sistema , un risparmio energetic o pa ri a c irc a 1,9 Mtep / a e una riduzione delle emissioni d i gas ad effetto serra pa ri a oltre 5 milioni d i tonnella te a ll anno. La possib ile modulazione tempora le deg li ob iettivi d i rispa rmio energetic o e va lorizzazione delle fonti rinnovab ili a l 2010 è rappresenta ta nel seguito in termini d i riduzione del c onsumo d i fonti c onvenziona li.

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Obiettivi di qualificazione del sistema elettrico regionale al 2010/ 2015

Per quanto riguarda il sistema elettric o reg iona le, g li ob iettivi a l 2010 sono riferiti a : 1. l uso raziona le dell energ ia elettric a . Il risulta to a tteso rispetto a ll evoluzione

tendenzia le spontanea è pa ri ad un risparmio d i 1500 GWh/ a c on minori emissioni pa ri a c irc a 350.000 tCO2/ a ;

2. la va lorizzazione delle fonti rinnovab ili, per una potenza agg iuntiva da insta lla re pa ri a c irc a 400 MW e minori emissioni d i CO2 pa ri a 380.000 t/ a ;

3. lo sviluppo della c ogenerazione c on p ieno utilizzo loc a le dell energ ia termic a p rodotta , sia per il c a lore inverna le c he per il ra ffresc amento (trigenerazione) per una potenza agg iuntiva fino a 600 MW e una c onseguente riduzione delle emissioni d i CO2

pa ri a 350.000 t/ a , c on partic ola re riferimento a ll autop roduzione dei sistemi industria li e del sistema c ivile (c ogenerazione d i quartieri e/ o c ondomini);

4. la riqua lific azione e il ripotenziamento del pa rc o termoelettric o esistente c on un risulta to a tteso d i 5.800 MW d i imp ianti a gas ad a lta effic ienza ed una riduzione delle emissioni d i CO2 pa ri a c irc a 1.000.000 t/ a .

(Fonte: Piano Energetic o Regiona le

Regione Emilia -Romagna)

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Appendice C

Esempi di definizione di scenari previsionali

Per la va lutazione dei fabb isogni d i energ ia e delle possib ili c operture da ogg i a l 2015 si sono utilizza ti due sc enari c he verosimilmente ac c olgono a ll interno della loro forb ic e ogni possib ile evoluzione del quadro energetic o marc hig iano. Il p rimo sc enario, inerzia le , è in buona sostanza la p rosec uzione dell andamento tendenzia le del quadro rela tivo a l dec ennio sc orso. Il sec ondo sc enario, c he si definirà virtuoso , ha c ome p resupposto l ottenimento d i tutte le misure d i c ontenimento dei

c onsumi amp iamente desc ritte nel doc umento sul governo della domanda d i energ ia . Lo scenario inerziale

prende a riferimento un andamento del c ontesto ec onomic o, soc ia le e tec nolog ic o ana logo a quello vissuto neg li anni 90, da business as usua l , e tiene c onto delle seguenti va riab ili per definire i tassi d i va riazione a ttesi per i c onsumi fina li rela tivi a lle singoli fonti ed a i singoli settori d i utilizzo:

c onsumi energetic i per fonte e per imp iego nel dec ennio p rec edente;

parametri mac roec onomic i naziona li e reg iona li;

parametri demogra fic i;

dati struttura li (ed ilizia , trasporti, etc .);

intensità energetic he per settore e per fonte e c onsumi spec ific i. La metodolog ia usa ta ric a lc a quella imp iega ta da ll ENEA per ana loghe p roiezioni.

Lo scenario virtuoso

è essenzia lmente basa to sull ana lisi della domanda d i energ ia e dei possib ili interventi per il suo governo.

Agric oltura e pesc a - 2,4 27,9

Industria 31,9 56,8 660,5

Trasporti 256,8 4,1 47,7

Civile 139,9 64,3 747,7

Interventi in ed ilizia 66,2

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Va lutando i delta annua li dello sc enario virtuoso rispetto a llo sc enario inerzia le si vede c he g li interventi p roposti p rovoc ano un c a lo del c onsumo d i energ ia a ll inc irc a pa ri a ll 1% annuo.

STIMA DELLE EMISSIONI SERRA Per stud ia re le emissioni d i orig ine antrop ic a d i gas serra è sta ta app lic a ta la metodolog ia Corina ir. Si è c erc a to d i va luta re l andamento tendenzia le delle emissioni d i gas serra a l 2015 nel c aso c he nessuno deg li interventi p roposti nel PEAR venga a ttua to. Per il c a lc olo si pa rte da lle emissioni a l 2002. Le voc i riguardanti le emissioni da imp ieghi energetic i vengono inc rementa te d i un fa ttore annuo c he rip rende l inc remento annuo p revisto nello sc enario inerzia le dei c onsumi fina li reg iona li. Per tutti g li a ltri settori il delta c onsidera to è lo stesso

usa to da l Ministero dell Amb iente e della Tutela del Territorio, il qua le stima c he le emissioni naziona li passeranno da lle 546.8 Mton CO2eq / anno del 2000 a lle 579.7 Mton CO2eq / anno del 2010, c on un inc remento med io annuo dello 0,6%.

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La tabella c he segue riporta la sintesi del c onfronto tra sc enario tendenzia le e sc enario ob iettivo.

Emissione gas serra [kton CO2eq / anno] 12000 13200 16500 11200

Per tutti i mac rosettori (Corina ir) sui qua li il PEAR dà un apporto p iù signific a tivo, vengono stimate le emissioni d i CO2eq .

Es. Mac rosettore 1 - Produzione d i energ ia

Es. Mac rosettore 2 - Combustione non industria le

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A fronte d i un ob iettivo d i riduzione d i 5,3 milioni d i tonnella te a ll anno d i CO2 equiva lente le azioni p roposte (se opportunamente messe in a tto) c onsentiranno d i ridurre le emissioni d i una quantità pa ri a c irc a 3,5 milioni d i tonnella te, la d ifferenza verrà rea lizza ta a ttraverso il Piano Regiona le d i Gestione d i Rifiuti.

(Fonte:PEAR Regione Marc he)

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Definiti g li ob iettivi e le p rinc ipa li linee stra teg ic he, il Piano ana lizza la situazione d i pa rtenza ( Sta to d i fa tto ) e l evoluzione a ttesa del sistema durante l orizzonte d i p ianific azione. Nota l evoluzione a ttesa dei quantita tivi d i rifiuti e le c a ra tteristic he del sistema imp iantistic o esistente, il Piano ana lizza tre possib ili sc enari d i sviluppo futuro, ipotizzando d iversi livelli ragg iungib ili d i rac c olta d ifferenzia ta e rec upero d i ma teria ed energ ia ed ind ividuando, per c iasc un livello , la nec essaria dotazione del territorio p rovinc ia le in termini d i imp ianti d i rec upero/ tra ttamento. Il primo scenario ipotizza il mantenimento dell a ttua le sistema d i gestione rifiuti ( a lterna tiva zero c ioè senza un nuovo Piano ovvero a lterna tiva Business As Usua l ) mirando a va luta rne l evoluzione qua lora non fosse p revista a lc una mod ific a delle p ra tic he d i rac c olta e sma ltimento in a tto. Il secondo scenario ipotizza d i p roc edere gradua lmente, a pa rtire da lle a ttua li moda lità d i rac c olta , fino a l ragg iungimento d i una perc entua le del 56 % d i rac c olta d ifferenzia ta a ll anno 2017. Il terzo scenario mira a lla massimizzazione del rec upero d i ma teria passando a ttraverso la gradua le sostituzione dell a ttua le sistema d i rac c olta c on c assonetti strada li c on un servizio porta a porta d i rac c olta delle va rie frazioni, per ragg iungere perc entua li d i rac c olta d ifferenzia ta in linea c on g li ob iettivi della normativa naziona le, e c on un ottimizzazione fino a ragg iungere una perc entua le d i rac c olta d ifferenzia ta pa ri a l 68 % a l 2017.

Il Piano, nella sua fase p reliminare, p roc ede a modellizza re l andamento delle p rinc ipa li emissioni c lima lteranti in funzione delle sc elte log istic he, assumendo c ome inva rianti quelle c ollega te ag li sc enari imp iantistic i. Il modello si basa su una serie d i ipotesi va lide per tutti tre g li sc enari: - viene ana lizza ta la fase d i trasporto del rifiuto da lla zona d i rac c olta ag li imp ianti d i

tra ttamento sma ltimento; - si ipotizza d i utilizza re mezzi superiori a lle 16 t (d i c a tegoria euro 1) c onsiderando una

porta ta utile med ia d i 7 t; nel c aso d i moda lità d i rac c olta d ifferenzia ta domic ilia rizza ta :

- d istanza med ia dag li imp ianti: 30 km (strade urbane: 20%; strade extra -urbane: 75% autostrada : 5%);

Moda lità d i c a lc olo: a . peso tota le d i rifiuto p rodotto in un da to anno (c ome da sc ena ri 1, 2, 3) b . n° tota le d i viagg i nec essari a l trasporto (peso tota le/ porta ta utile) c . sulla base della d istanza med ia dag li imp ianti va lutazione delle emissioni (kg / km*viagg io)

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emissioni tot (kg) 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

SCENARIO 1 tendenziale CO2 (ton) 2.791,2

2.837,5

2.884,5

2.932,2

2.980,8

3.030,2

3.080,4

3.131,4

3.183,3

3.236,0

3.289,6

SCENARIO 2 CO2 (ton) 2.791,2

2.834,6

2.875,9

2.914,8

2.951,4

2.985,4

3.016,9

3.045,6

3.071,5

3.094,6

3.114,7

SCENARIO 3 CO2 (ton) 2.791,2

2.753,2

2.715,6

2.678,6

2.642,1

2.606,1

2.623,0

2.640,1

2.657,3

2.674,5

2.691,9

Nel Piano adotta to, lo sc enario seleziona to è una versione mod ific a ta dello sc enario 2, nomina ta nel seguito 1A. Gli ob iettivi d i riduzione della p roduzione d i rifiuti p revisti da l Piano sono sta ti misura ti sulla p roduzione p roc ap ite dei rifiuti urbani, va lutando poi l effetto sui flussi c omp lessivi c omb inando questo da to c on le p roiezioni rela tive a ll andamento demogra fic o. Gli ob iettivi sono inoltre sta ti definiti in modo d ifferenzia to a sec onda delle a ree omogenee d i rac c olta in c ui è sta to sudd iviso il territorio p rovinc ia le, definite da Provinc ia ed ATO nel 2003 e desc ritte nel quadro c onosc itivo. Il c a lc olo della riduzione del flusso d i rifiuti p rodotto è sta to quind i eseguito c onsiderando la va riazione della p roduzione p ro-c ap ite nel periodo 2007-2017.

Al fine d i determinare il livello d i emissioni in relazione ag li sc enari c onsidera ti (sc enario d i p iano e sc enario tendenzia le) sono sta ti p resi a riferimento una serie d i modelli d i c a lc olo e d i va lori unita ri d i emissioni derivanti da ana lisi d iretta d i fonti b ib liogra fic he o da elaborazioni spec ific he. L ana lisi delle emissioni è sta ta c ondotta seguendo le d iverse fasi d i gestione dei Rifiuti Urbani e nello spec ific o: - Rac c olta . In questa fase sono sta te p rese in c onsiderazione le emissioni rela tive a l transito dei veic oli sul territorio per la rac c olta dei rifiuti, separandola da lla suc c essiva fase d i trasporto dei rifiuti rac c olti ag li imp ianti d i tra ttamento.; - Trasporto. In questa fase sono sta te p rese in c onsiderazione le emissioni rela tive a l transito dei veic oli per il trasporto dei rifiuti suc c essivamente a lla loro rac c olta verso g li imp ianti d i tra ttamento;

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- Tra ttamento. In questa fase sono sta te p rese in c onsiderazione le emissioni spec ific he delle d iverse tipolog ie d i imp ianti d i tra ttamento. Per il c a lc olo delle emissioni sono sta ti ric ava ti va lori unita ri (esp ressi in g / km) per g li inquinanti c onsidera ti utilizzando la metodolog ia COPERTIV per i gas c lima lteranti (CO2, CH4 e N2O). Come ipotesi genera le è sta ta c onsidera ta una pendenza dei perc orsi ugua le a zero e viagg i sempre a p ieno c a ric o su strade extraurbane. Per tutti i mezzi si è ipotizza ta una motorizzazione d iesel EURO III.

Nel passagg io a lla stima delle emissioni c omp lessive a livello p rovinc ia le, è sta ta ipotizza ta un evoluzione delle moda lità d i rac c olta nello sc enario d i p iano verso una gestione dell intero territorio p rovinc ia le c on moda lità d i rac c olta domic ilia re entro l anno 2012, nel qua le si p revede il ragg iung imento deg li ob iettivi d i p iano per quanto riguarda la rac c olta d ifferenzia ta . Per lo sc enario tendenzia le è sta to ipotizza to invec e d i mantenere per tutto l orizzonte d i p iano una ripa rtizione delle moda lità d i rac c olta ana loga a quella per l anno 2008 nella Tabella 2.9

Modalità di raccolta 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 domiciliare 4% 28% 52% 76% 100% 100% 100% 100% 100% 100%

stradale 96% 72% 48% 24% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

La Tabella 2.10 e la Tabella 2.11 riportano le stime sulle emissioni c omp lessive per tipolog ia d i emissione c onsidera ta p reviste nello sc enario d i p iano e in quello tendenzia le, mentre i g ra fic i suc c essivi evidenziano

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 CO2 equivalente 4.447 5.231 5.968 6.663 7.350 7.306 7.354 7.401 7.449 7.496

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 CO2 equivalente 4.448 4.517 4.586 4.656 4.727 4.798 4.870 4.942 5.015 5.088

Dalla stima effettua ta emerge c hia ramente un aumento d i tutte le emissioni c onsidera te in funzione della tipolog ia d i rac c olta e le variazioni tra uno sc enario e l a ltro sono per CO2

+ 47,3%.

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Fase di trasporto 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

CO2 scenario di piano TRASPORTO primario 2.584 3.010 3.408 3.736 3.954 3.921 3.945 3.969 3.993 4.016

TRASPORTO secondario 525 405 275 233 204 659 664 669 674 679

TRASPORTO totale 3.109 3.415 3.684 3.969 4.158 4.580 4.609 4.638 4.667 4.696 CO2 scenario tendenziale

TRASPORTO primario 2.449 2.545 2.644 2.745 2.838 2.925 3.013 3.103 3.195 3.289

TRASPORTO secondario 546 540 534 527 437 439 440 441 442 442

TRASPORTO totale 2.994 3.085 3.178 3.272 3.275 3.363 3.453 3.544 3.637 3.731

Vengono stimate le emissioni per ogni singola fase della gestione dei rifiuti, sia per lo sc enario d i p iano c he per lo sc enario tendenzia le. Di seguito si riporta il c onfronto tra lo sc enario d i p iano e lo sc enario BAU.

CO2 equivalente Fase di gestione Scenario 1A Scenario 1A normalizzato Scenario 0

RACCOLTA 68,6% 89,0% 14,4%

TRASPORTO 51,0% 69,3% 24,6%

TRATTAMENTO -78,2% -75,5% -15,4%

TOTALE -73,2% -70,0% -14,3%

(Fonte: Piano del Piano Provinc ia le d i Gestione dei Rifiuti - Doc umento Preliminare, Va lsa t Preliminare, Rapporto amb ienta le VAS - Provinc ia d i Bologna )

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Appendice D

Esempi di Schede d Azione

Esempio 1:

Direzione c entra le a ttività p roduttive

B (Il PER si p refigge d i aumenta re l effic ienza del sistema energetic o del Friuli Venezia Giulia riduc endo l assorb imento per unità d i servizio med iante l inc remento d iffuso dell innovazione tec nolog ic a e gestiona le, e d i favorire la riduzione dei c onsumi energetic i e l uso raziona le dell energ ia nei settori trasporti, p roduttivo, c ivile e terzia rio.)

B.6 (Promuovere la riduzione dei c onsumi energetic i p resso g li utilizza tori fina li dell 1% annuo anc he in relazione ag li spec ific i settori d i intervento d i risparmio energetic o ind ic ati da l PER e d i c ui a i due Dec reti ministeria li del 20 lug lio 2004.)

B.6.2 p red isposizione d i p rogrammi opera tivi e rela tive p revisioni d i finanziamenti per l a ttuazione delle misure d i risparmio energetic o nel settore della domanda dell industria fuori da i c asi d i c ui ad azione B61

Interventi d i risparmio energetic o nell industria (fuori da i c asi d i c ui a i due dec reti ministeria li sul risparmio e l effic ienza negli usi fina li)

azione da sc enario desidera to

(altre strutture regiona li c oinvolte)

(eventua le sudd ivisione dell azione in fasi suc c essive da c ollegarsi a l c ronogramma)

(eventua le c oinvolg imento d i enti loc a li e opera tori esterni)

CC.CC.I.A.A potranno -in base a lle nuove d irettive g iunta li- trasferire risorse finanzia rie da i settori ec onomic i, c he p resentano ec c edenze, a favore d i quelle in defic it, a l fine d i ottimizzare l utilizzo delle risorse medesime.

Effettivo Stima p revisiona le

2007- Meuro 1,047(Reg)+1,264(a ltri)

2007 - Meuro 6.000.000

2008 - 2008 -

2009 - 2009 -

2010 - 2010 -

Tota le Meuro 2,3 Tota le Meuro 6,0

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99

Risorse massime assegnab ili dec ise da lla GR

2007 -

2008 -

2009 -

2010 -

Tota le

L.R. 15/ 2/ 1999 n.4, a rt..8 c omma 33

L.R. 9/ 3/ 2005 n.4, a rt.42 c omma 1 lett. n) 461.456,55 c ap .7650 c ompetenza deriva ta . L. 448/ 1998, a rt. 8, c omma 10, lettera f) 249.390,53 c ap .7666. DOCUP Ob iettivo 2 2000-2006 Asse 2 Misura 2.6 Azione 2.6.2 Stanziamenti: Meuro 1,6 (d i c ui 0,336 a c a ric o Regione)

(kTep risparmiati e/ o MW insta lla ti, a ltro)

Nell anno 2001 sono sta ti risparmiati 2 Ktep . Risulta d iffic ile quantific a re g li ob iettivi (kTep risparmiati) da c onseguire, poic hé si rende nec essaria una quantific azione delle domande c ontributive p resenta te sia a i sensi della nuova d isc ip lina regolamenta re, d isposta c on DPREG 7/ 11/ 2006 n. 345/ Pres., c he da i nuovi possib ili c ana li c ontributivi p revisti da lla L.448/ 1998, a rt.8, c omma 10, lettera f) e da l DOCUP Obiettivo 2 2000- 2006-Asse 2-Misura 2.6-Azione 2.6.2.

Vi è il regolamento, d i c ui a L.R. 4/ 99, a rt.8, d i c ui a DPREG 7/ 11/ 2006 n. 345/ Pres., (B.U.R. n.48 del 29/ 11/ 2006). Da l 1° genna io 2006 l intervento è delegato a lle C.C.I.A.A., ( L.R. 9/ 3/ 2005 n.4). Le risorse a d isposizione serviranno a sodd isfa re una domanda g iac ente e non finanzia ta entro il 2005. Per quanto riguarda la L. 448/ 98, a rt.8, c omma 10 lettera f) deve essere verific a to l interesse genera le ed eventua lmente rivisto il Regolamento d i a ttuazione. Per il DOCUP Ob iettivo 2 2000-2006-Asse 2-Azione 2.6.2 è sta to p red isposto un bando c he, dopo il vag lio della Commissione Europea, sarà sottoposto a ll approvazione della GR, sentita la Direzione c entra le relazioni internaziona li. Circ a il Cronogramma , e c irc a la Stima p revisiona le i da ti forniti da lle CC per il risp . energ nell industria , viste le domande finora p resenta te nei p rimi 3 mesi del 2007 si stima lo stanziamento d i c irc a 1.500.000,00, per c ui si stimano 6.000.000 a l 2007. Per i nuovi possib ili c ana li c ontributivi L.448/ 98, a rt.8, c omma 10 lettera f) e DOCUP Ob iettivo 2 2000-2006-Asse 2-Azione 2.6.2

risulta d iffic ile una stima d i stanziamento (sa rebbe nec essaria una quantific azione delle domande c ontributive eventua lmente p resenta te e una verific a dell interesse da parte delle imprese).

(Fonte: Piano Energetic o

Regione Friuli Venezia Giulia )

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Esempio 2: Scheda per i Controbuti per l adesione alla certificazione energetico-ambientale degli edifici dello Schema di Piano Clima della Regione Marche

Cambiamenti c limatic i ed effetto serra

Riduzione delle emissioni dei gas c lima lteranti

1. perseguire il risparmio energetic o

2. perseguire l ec oeffic ienza energetic a

Revisione delle moda lità c ostruttive in ed ilizia c on l adozione d i tec nic he d i risparmio ed effic ienza energetic a e d i ed ilizia b ioc limatic a (ristrutturazione energetic a deg li ed ific i, imp iego d i energ ie rinnovab ili nel pa trimonio ed ilizio e utilizzo d i apparec c hia ture moderne c on basso c onsumo energetic o)

Promuovere il mig lioramento del rend imento energetic o e della sostenib ilità amb ienta le deg li ed ific i a ttraverso il sistema della c ertific azione fornendo c osì a l merc a to uno strumento d i va lutazione delle p restazioni energetic o-ambienta li deg li ed ific i. Il sistema va luta non solo il c onsumo energetic o dell ed ific io, ma anc he la sostenib ilità dei materia li utilizza ti sec ondo parametri sviluppa ti nell amb ito del gruppo d i lavoro ITACA.

Contributi a i Comuni / c ostruttori ed ili / c ittad ini per l adesione a lla c ertific azione energetic o amb ienta le deg li ed ific i

Territorio Regione Marc he

Imprese del settore ed ile e c ittad ini

Servizio Ambiente e Paesagg io

P. F. Aree Protette, Protoc ollo d i Kyoto e Riqua lific azione Urbana. Servizio Governo del Territorio Mob ilità e Infrastrutture - P. F. Ed ilizia Sc olastic a e Universita ria , Espropriazione e Sic urezza

Fasi

2008 2009

1° sem 2° sem 1° sem 2° sem

Tipolog ia ind ic a tore Target

n. ed ific i c ertific a ti

UE

Stato

Reg ione

Altri

(Fonte: Sc hema d i Piano Clima, Regione Marc he)

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Esempio 3: Scheda per il Miglioramento dell uso energetico nei processi produttivi del Piano Energetico della Provincia di Forlì-Cesena

Le aziende possono inna lzare l'effic ienza energetic a rea lizzando interventi qua li:

l adozione d i nuove tec nolog ie p roduttive a p iù a lta effic ienza ;

l'adozione d i apparec c hia ture e sistemi d i regolazione a tti a c onseguire risparmi in c ampo illuminotec nic o;

l'adozione d i apparec c hia ture effic ienti, appartenenti a lla c lasse A per g li apparec c hi elettric i ed a lla c lasse 4 stelle per i sistemi d i c ombustione;

app lic azione d i sistemi d i regolazione e d i telec ontrollo deg li imp ianti, e d i sistemi d i c ontab ilizzazione;

interventi d i mig lioramento dell'involuc ro ed ilizio deg li ed ific i.

app lic azione d i sistemi d i c ogenerazione, utilizzo d i rec uperi termic i e d i energ ia termic a .

Costruire dei modelli d i azione per poter a ttuare il risparmio a partire da l 2009. Informazione, c omunic azione e c oinvolg imento dei Comuni, delle Assoc iazioni d i Ca tegoria e delle imprese (sopra ttutto il terzia rio). Diffondere la c ultura dell effic ienza energetic a sul territorio.

Creazione d i una ESCO provinc ia le c he c oord ini un Gruppo d interesse sulle fonti d i energ ia rinnovab ile e imp iego d i imp ianti effic ienti, c ol c ompito d i ric erc a e d iffusione dei risulta ti.

Supporto a lle industrie. Va lutazione, a ll interno delle p roc edure d i AIA, delle effic ienze energetic he delle aziende, e app lic azione delle mig liori tec nolog ia d isponib ili.

Ric orso a mec c anismi d i finanziamenti tramite terzi (mec c anismo delle ESCO: Energy Servic e COmpanies).

Ac c ord i c on le banc he per c onc edere p restiti a c ond izioni agevola te.

Adozione d i nuove tec nolog ie p roduttive ad a lta effic ienza . Adozione d i sistemi a tti a c onseguire risparmi in c ampo illuminotec nic o. Adozione d i apparec c hi utilizza tori ad a lta effic ienza (c lasse A, 4 stelle). Interventi d i mig lioramento dell involuc ro ed ilizio deg li ed i-fic i. App lic azione d i sistemi d i c ogenerazione. App lic azione d i sistemi d i regolazione e telec ontrollo deg li imp ianti.

Riduzione c onsumi (TEP) 7.683

Provinc ia

Amministrazioni c omuna li

Aziende

Imprese d i c a tegoria

Agess

Piano d i Risanamento per zona A e Piano d i Mantenimento per zona B:

C. Azione 10 Contenimento dei c onsumi energetic i del sistema produttivo

Piano d i Risanamento per zona A:

C. Azione 11 Aree ec olog ic amente a ttrezza te E. Azione 5 - Comunic azione per favorire uno sviluppo sostenib ile delle a ttività p roduttive

B. Azione 8

Realizzazione d i reti d i telerisc a ldamento

(Fonte: Piano Energetic o Ambienta le, Relazione genera le

Provinc ia Forlì - Cesena)

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102

Appendice E

Formato del Documento di Progetto

RETE CARTESIO

FORMATO DEL DOCUMENTO DI PROGETTO (DDP) Versione 01 - in vigore dal

CONTENUTI

1. Descrizione generale delle attività di progetto

2. Baseline e monitoraggio

3. Durata del progetto / crediting period

4. Impatti ambientali generati dal Progetto

5. Commenti degli stakeholders coinvolti

ALLEGATI

Allegato 1: Contatti relativi ai partecipanti al progetto

Allegato 2: Informazioni riguardanti le risorse economiche destinate al progetto

Allegato 3: Informazioni sulla baseline

Allegato 4: Informazioni sul monitoraggio

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103

Sezione 1

Descrizione generale dell attività di Progetto

1.1 Tito lo del Progetto

1.2 Desc rizione del Progetto

1.3 Partec ipanti a l Progetto

1.4 Desc rizione tec nic a :

1.4.1 Loc a lizzazione geogra fic a ; 1.4.2 Tipolog ia e tec nolog ie d i p rogetto; 1.4.3 Quantità stima ta d i emissioni d i CO2 ridotte, titola rità delle quote d i riduzione

e c red iting period 1.4.4 Fond i da Finanziamenti Regiona li a sostegno del p rogetto;

1.5 Contributo del Progetto a l ragg iung imento deg li ob iettivi d i riduzione definiti nel Piano Clima / Piano settoria le

Sezione 2

e Monitoraggio

2.1 Desc rizione dei c onfini del p rogetto;

2.2 Definizione della Baseline;

2.3 Emissioni ridotte da l p rogetto:

2.3.1 Metodolog ia d i c a lc olo utilizza ta ; 2.3.2 Ca lc olo ex-ante delle emissioni ridotte;

2.4 Metodolog ia d i monitoragg io e p rinc ipa li ind ic a tori d i p restazione.

2.5 Va lutazione e d imostrazione dell add iziona lità

Sezione 3

Durata del Progetto/

3.1 Dura ta del Progetto (Da ta d i inizio a ttività e tempo d i vita del p rogetto)

3.2 Cred iting Period sc elto

Sezione 4

Impatti Ambientali generati dal Progetto

Sezione 5

Coinvolgimento degli

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104

Allegato 1

CONTATTI RELATIVI AI PARTECIPANTI AL PROGETTO

Pubb lic a Amministrazione: Ind irizzo Telefono: FAX: E-Ma il: Representa ta da : Tito lo: Cognome: Nome: Dipa rtimento: Cellula re: FAX: Telefono: E-Ma il:

Allegato 2

INFORMAZIONI RIGUARDANTI LE RISORSE ECONOMICHE DESTINATE AL PROGETTO

Allegato 3

INFORMAZIONI SULLA BASELINE

Allegato 4

INFORMAZIONI SUL MONITORAGGIO

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105

Appendice F

Esempi Progetti di Riduzione

Esempio 1: Progetto Specifico

CONTENUTI

1. Desc rizione genera le delle a ttività d i p rogetto

2. Baseline e monitoragg io

3. Dura ta del p rogetto / c red iting period

4. Impa tti amb ienta li genera ti da l Progetto

5. Commenti deg li stakeholder c oinvolti

ALLEGATI

Allega to 1: Conta tti rela tivi a i pa rtec ipanti a l p rogetto

Allega to 2: Informazioni riguardanti le risorse ec onomic he destina te a l p rogetto

Allega to 3: Informazioni sulla baseline

Allega to 4: Informazioni sul monitoragg io

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106

Sezione 1

Descrizione generale dell attività di Progetto

1.1 Titolo del Progetto:

Campagna per la d iffusione dell utilizzo d i lampade ad effic ienza energetic a in amb ito domestic o

1.2 Descrizione del Progetto

Il p rogetto p revede la d istribuzione d i 1 milione d i lampad ine ad effic ienza energetic a a ll interno del Comune d i XXX. Le lampad ine ad effic ienza energetic a sa ranno d isponib ili per uno sc amb io c on un equiva lente numero d i lampad ine ad inc andesc enza , p resso un eleva to numero d i punti d i d istribuzione a ll interno del Comune. Il p roc esso d i d istribuzione sa rà ac c ompagna to da una c ampagna d i educ azione per assic ura rsi c he i c ittad ini siano a c onosc enza dell inizia tiva e dei benefic i derivanti da i una maggiore effic ienza energetic a nell illuminazione domestic a . La sostituzione delle lampad ine avrà luogo p resso i negozi AAA, BBB, CCC, i c ui sa ranno p resenti stand c on 2 imp iega ti, c he effettueranno la reg istrazione del c liente su un da tabase , la sostituzione delle lampad ine (max 4 per c ittad ino) e la rac c olta delle lampad ine ad inc andesc enza , c he sa ranno poi invia te ad un c entro ric ic lagg io. La sostituzione delle lampad ine sa rà possib ile per un periodo d i 30 g iorni a pa rtire da l 01/ 01/ 2010.

1.3 Partecipanti al Progetto

Comune d i XXX

Rivend itori AAA, BBB, CCC

1.4 Descrizione tecnica:

1.4.1 Localizzazione geografica

Comune d i XXX

1.4.2 Tipologia e tecnologie di progetto;

Il p rogetto p revede la sostituzione d i lampad ine ad inc andesc enza c on lampad ine ad a lta effic ienza energetic a . Le lampade ad inc andesc enza p iù d iffuse nell amb ito dell illuminazione c ivile sono c a ra tterizza te da una bassissima effic ienza (c irc a 12 lumen/ wa tt) ed hanno una dura ta d i vita med ia pa ri a c irc a 1.000 ore. Le lampad ine c he verranno d istribuite nell amb ito del p rogetto sono lampade fluoresc enti c ompatte c on un effic ienza luminosa d i 60 lumen/ wa tt a sec onda del tipo (c onsentono d i ridurre d i c irc a il 70% i c onsumi d energ ia elettric a rispetto a lle lampade ad inc andesc enza d i equiva lente flusso luminoso) e una vita med ia d i 10.000 ore.

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107

1.4.3 Quantità stimata di emissioni di CO2 ridotte, titolarità delle

e

Anni Stima della riduzione annuale delle emissioni

(t CO2)

2010 20.000

2011 20.000

2012 20.000

2013 20.000

2014 20.000

Riduzioni totali stimate 100.000

5 anni

Media annua delle riduzioni delle emissioni stimante lungo il crediting period (tCO2)

20.000

Titolarità delle Quote di Riduzione Comune di XXX

1.4.4 Fondi da Finanziamenti Regionali a sostegno del progetto;

Non sono p revisti finanziamenti Reg iona li a sostegno del p rogetto.

1.5 Contributo del Progetto al raggiungimento degli obiettivi di riduzioni definiti nel Piano Clima/ Piano settoriale

Il p rogetto rientra nelle azioni p reviste da lla misura del Piano Clima : Riduzione dei c onsumi energetic i da ed ific i ad uso residenzia le .

Sezione 2

e Monitoraggio

2.1 Descrizione dei confini del progetto;

Ab itazioni ad uso residenzia le a ll interno dei c onfini del Comune d i XXX, p resso c ui verranno d istribuite un tota le d i 1 milione d i lampad ine ad effic ienza energetic a

Definizione della

La baseline del p rogetto è definita da lle emissioni d i gas serra c onnesso a ll uso d i lampad ine ad inc andesc enza , ovvero è definita c ome il p rodotto del c onsumo energetic o d i queste lampad ine moltip lic a to per il fa ttore d i emissioni dell energ ia elettric a fornita da lla rete.

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108

Dove:

Emissioni della baseline nell anno y (tCO2e); : Consumo d i energ ia nella baseline nell anno y (kWh);

: fa ttore d i emissione dell energ ia elettric a per l anno y (tCO2e / MWh);

: sommatoria per il gruppo d i i lampad ine sostituite; : numero d i lampad ine sostituite; : potenza elettric a delle lampad ine sostituite;

: ore annua li med ie d i funzionamento delle lampad ine sostituite.

[...]

Emissioni d i baseline / anno: 30.000 tCO2/ anno

2.3 Emissioni ridotte dal progetto:

2.3.1 Metodologia di calcolo utilizzata;

Per il c a lc olo delle emissioni assoc ia te a l p rogetto si è utilizza ta una metodolog ia ana loga a quella utilizza ta per il c a lc olo della baseline . Le emissioni d i gas serra c onnesso a ll uso d i lampad ine ad effic ienza energetic a è definita c ome il p rodotto del c onsumo energetic o d i queste lampad ine moltip lic a to per il fa ttore d i emissioni dell energ ia elettric a fornita da lla rete.

Dove:

Emissioni d i p rogetto nell anno y (tCO2e); : Consumo d i energ ia del p rogetto nell anno y (kWh);

: fa ttore d i emissione dell energ ia elettric a per l anno y (tCO2e / MWh);

: sommatoria per il gruppo d i i lampad ine ad effic ienza energ ic a d istribuite; : numero d i lampad ine ad effic ienza energ ic a d istribuite; : potenza elettric a delle lampad ine ad effic ienza energ ic a d istribuite; : ore annua li med ie d i funzionamento delle lampad ine ad effic ienza energ ic a

d istribuite.

[...]

Emissioni d i p rogetto/ anno: 10.000 tCO2/ anno

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109

2.3.2 Calcolo ex-ante delle emissioni ridotte;

Emissioni ridotte da l p rogetto/ anno = Emissioni d i baseline / anno

Emissioni d i

p rogetto/ anno = 30.000

10.000= 20.000 tCO2/ anno

Emissioni tota li ridotte da l p rogetto = 20.000 tCO2/ anno * 5 anni = 100.000 tCO2

2.4 Metodologia di monitoraggio e principali indicatori di prestazione.

Il monitoragg io del p rogetto verrà eseguito sia in fase d i sostituzione delle lampad ine, sia in fase d i utilizzo d i queste da parte dei c ittad ini. Nella p rima fase sono p revisti c ontrolli a c amp ione p resso i punti d i sostituzione delle lampad ine per verific a re c he:

- il p rogetto venga porta to avanti dag li addetti; - il numero d i c ittad ini reg istra ti sul da tabase per aver effettua to la sostituzione

c orrisponda c on le lampad ine effettivamente d istribuite e ritira te; - le lampad ine ad inc andesc enza ritira te vengano c orrettamente porta te ad il

c entro d i rec upero/ sma ltimento p revisto.

La pa rte d i monitoragg io dell effic ac ia del p rogetto nei 5 anni d i vita p revede invec e l ind ividuazione d i un gruppo c amp ione p resso c ui verrà insta lla to un d ispositivo c he misuri le ore d i funzionamento delle lampade ad effic ienza energetic a , c osì da poter c a lc ola re le effettive emissioni ridotte.

2.5 Valutazione e dimostrazione dell addizionalità

Il p rogetto risulta essere add iziona le sec ondo quelli c he sono i requisiti stab iliti da lle Linee Guida Cartesio. Il c riterio del Surp lus Leg isla tivo è rispetta to, non esistendo ad ogg i legge, regolamento o sta tuto c he obb lighi l Amministrazione Loc a le o i c ittad ini a p rovvedere ad una sostituzione delle lampad ine ad inc andesc enza c on lampade ad effic ienza energetic a Inoltre, c ome ostac olo a ll imp lementazione , è p resente il vinc olo tec nolog ic o , ovvero l ob iettivo del p rogetto è esp lic itamente quello d i abba ttere le emissioni d i gas serra da c onsumi energetic i d i ed ific i ad uso residenzia le.

Sezione 3

Durata del Progetto/

3.1 Durata del Progetto (Data d inizio attività e tempo di vita del progetto)

Il p rogetto avrà avvio il 01/ 01/ 2010, e la sostituzione delle lampad ine p resso i punti p red isposti sa rà possib ile per un periodo d i 30 g iorni da lla da ta d i avvio.

Si c onsidera un ac c ensione med ia g iorna liera delle lampad ine d i 5 ore. Avendo le lampad ine una vita med ia d i 10.000 ore, si ritiene c he la vita del p rogetto sia d i poc o superiore a i 5 anni.

5h * 365g/ anno = 1825h/ anno

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110

10.000h / 1865h/ anno = 5,3 anni

3.2

scelto

In ac c ordo c on quella c he è la vita stimata del p rogetto, si è sc elto un c red iting period d i 5 anni.

Sezione 4

Impatti Ambientali generati dal Progetto

L impatto amb ienta le del p rogetto è genera to da llo sma ltimento delle lampad ine ad effic ienza energetic a rac c olte da l Comune in seguito a lle sostituzioni effettua te. Ta le impatto non è da ritenersi signific a tivo, c osì c ome emerge da ll ana lisi ambienta le c ontenuta nell a llega to X.

Sezione 5

Coinvolgimento degli

Il Comune XXX ha c ondotto la p rima c onsultazione c on g li stakeholder durante un c onvegno d i p resentazione del p rogetto tenutosi in da ta ... Sono sta ti invita ti i seguenti stakeholder: ... A tutti i pa rtec ipanti è sta to c hiesto d i esp rimere un parere sug li impa tti soc ia li ed amb ienta li del p rogetto. Un report c he riassume i c ommenti ric evuti e c ome questi sono sta ti c onsidera ti nella stesura nella definizione del p rogetto è sta to pubb lic a to 2 settimane dopo. Tutti i doc umenti d i p rogetto sono sta ti resi d isponib ili a lla pubb lic a c onsultazione deg li stakeholder per 60 g iorni. Tutti i c ommenti ric evuti durante il periodo d i c onsultazione sono sta ti va luta ti e tenuti in c onsiderazione, quando ritenuti rilevanti, nel doc umento d i p rogetto fina le.

Tutti i c ommenti ric evuti, e c ome questi sono sta ti tenuti in c onto nella fase d i definizione del p rogetto, sono riporta ti nell Allega to Y

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111

Allegato 1

CONTATTI RELATIVI AI PARTECIPANTI AL PROGETTO

Allegato 2

INFORMAZIONI RIGUARDANTI LE RISORSE ECONOMICHE

DESTINATE AL PROGETTO

Allegato 3

INFORMAZIONI SULLA BASELINE

Allegato 4

INFORMAZIONI SUL MONITORAGGIO

Allegato X

Analisi Ambientale

Allegato Y

Commenti degli Stakeholder

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112

CONTENUTI

1. Desc rizione genera le delle a ttività d i p rogetto

2. Baseline e monitoragg io

3. Dura ta del p rogetto / c red iting period

4. Impa tti amb ienta li genera ti da l Progetto

5. Commenti deg li stakeholders c oinvolti

ALLEGATI

Allega to 1: Conta tti rela tivi a i pa rtec ipanti a l p rogetto

Allega to 2: Informazioni riguardanti le risorse ec onomic he destina te a l p rogetto

Allega to 3: Informazioni sulla baseline

Allega to 4: Informazioni sul monitoragg io

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113

Sezione 1

Descrizione generale dell attività di Progetto

1.1 Titolo del Progetto

Fornitura d i pannelli fotovolta ic i da 3kWp per ed ific i c omuna li

1.2 Descrizione del progetto

Il p rogetto p revede c he vengano insta lla ti 500 pannelli fotovolta ic i c on potenza med ia d i 3 kWp per ed ific i d i p rop rietà del Comune d i XXX. I benefic i in termini d i riduzione delle emissioni d i gas serra ottenib ili da ll'adozione d i sistemi fotovolta ic i sono p roporziona li a lla quantità d i energ ia p rodotta , in quanto questa va a sostituire dell'energ ia a ltrimenti fornita da fonti c onvenziona li. Il p rogetto è in linea c on le normative vigenti, e c on le politic he d i sviluppo sostenib ile loc a li e/ o naziona li. Il p rogetto, o ltre a i benefic i in termini d i riduzioni d i gas serra , c rea un benefic io soc ia le, avendo tra g li sc op i anc he una p iù genera le sensib ilizzazione dell'op inione pubb lic a nei c onfronti delle tematic he amb ienta li.

1.3 Partecipanti al progetto

Comune d i XXX

1.4 Descrizione tecnica.

1.4.1 Localizzazione geografica

I pannelli fotovolta ic i verranno insta lla ti sul territorio d i Reg ione AAA, Provinc ia BBB, Comune XXX, c on una d istribuzione va riab ile sul territorio c omuna le. Di seguito la mappa c he identific a g li ed ific i interessa ti da l p rogetto:

mappa

1.4.2 Tipologia e tecnologie di progetto

Il p rogetto rientra nell'amp ia c a tegoria d i imp lementazione d i tec nolog ia rela tiva a lle fonti rinnovab ili; i pannelli fotovolta ic i insta lla ti sono in silic io amorfo, la tensione p rodotta da ogni singolo modulo fotovolta ic o è d i 24 - 40 Volt [ ] (Spec ific a re la tec nolog ia del p rogetto inc ludendo anc he i dettag li tec nic i e c ostruttivi).

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1.4.3 Quantità stimata di emissioni di CO2 ridotte, titolarità delle quote di riduzione e

Anni Stima della riduzione annuale delle

emissioni

(t CO2)

2010 1.750,50

2011 1.750,50

2012 1.750,50

2013 1.750,50

2014 1.750,50

2015 1.750,50

2016 1.750,50

2017 1.750,50

2018 1.750,50

2019 1.750,50

Riduzioni totali stimate 17.505

10

Media annua delle riduzioni delle emissioni stimante lungo il crediting period (tCO2)

1.750,50

Titolarità delle Quote di Riduzione 7.002 Quote di riduzione: Regione AAA (40%)

10.503 Quote di Riduzione: Comune di XXX (60%)

Al va lore delle riduzioni stima te, dovrà essere sottra tto il va lore del leakage, sec ondo le moda lità p reviste da l punto 2.3.2 e da lla sezione 4.

1.4.4 Fondi da finanziamenti Regionali a sostegno del progetto

Il p rogetto è finanzia to da lla Reg ione XXX nella misura del 40% delle spese nec essarie a lla sua imp lementazione tramite Bando YYY

1.4.4 Contributo del Progetto al raggiugimento degli obiettivi di riduzioni definiti nel Piano Clima/ Piano settoriale

Il p rogetto c ontribuisc e a l ragg iung imento deg li ob iettivi p revisti da l Piano Clima della Reg ione XXX nella misura dell'X% delle quote d i imp lementazione d i energ ie rinnovab ili p reviste e per l'Y% delle quote d i riduzione delle emissioni.

Sezione 2

e Monitoraggio

2.1 Descrizione dei confini del progetto

La baseline ed il monitoraggio sono sta ti definiti fac endo riferimento a lla sola energ ia p rodotta da i pannelli fotovolta ic i. L'insta llazione dei pannelli avrà luogo neg li ed ific i x, y, z

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situa ti in via ... Comune d i........ Di seguito la mappa del territorio interessa to:

2.2 Definizione della

La baseline è lo sc ena rio d i emissioni d i gas serra c he si avrebbe in assenza del p rogetto, ovvero il c onsumo d i c ombustib ile della tec nolog ia in uso o c he sa rebbe sta ta utilizza ta in assenza del p rogetto per genera re l equiva lente quantità d i energ ia . Per il p resente p rogetto, la baseline è rappresenta ta da ll energ ia p rodotta da reti elettric a c he, in assenza dei panelli fotovolta ic i, avrebbe servito g li ed ific i oggetto del p rogetto.

Per il c a lc olo della baseline si è utilizza ta la seguente metodolog ia :

BECO2,y = EBL,y * EFCO2

dove:

BECO2,y = Emissioni d i baseline nell anno y (t d i CO2); EBL,y = Energ ia med ia d i baseline nell anno y (kWh); EFCO2 = Fa ttore d i emissione (t d i CO2 / kWh);

Il c a lc olo dell energ ia med ia annua le d i baseline (EBL,y) è sta to effettua to nel modo c he segue:

EBL,y = i EGi,y / (1- l)

dove:

EBL,y = energ ia med ia d i baseline nell anno y (kWh); i = somma delle i tec nolog ie d i energ ia rinnovab ile imp lementa te c on il p rogetto;

EGi,y = stima dell energ ia fornita da lle i tec nolog ie d i energ ia rinnovab ile imp lementa te c on il p rogetto (kWh); l = perd ita med ia d i c orrente elettric a ;

[...]

BECO2,y = 1.750,50 tCO2

2.3 Emissioni ridotte dal progetto

2.3.1 Metodologia di calcolo utilizzata Per c a lc ola re la riduzione delle emissioni, viene utilizza ta la formula genera le in c ui le riduzioni d i emissioni annua li sono sta te c a lc ola te c ome d ifferenza tra emissioni d i baseline ed emissioni d i p rogetto:

ERy = BEy - PEy - LEy

Dove:

ERy = riduzione delle emissioni nell anno y (tCO2) BEy = emissioni d i baseline nell anno y (tCO2) PEy = emissioni d i p rogetto nell anno y (tCO2)

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LEy = emissioni d i leakage nell anno y (tCO2)

2.3.2 Calcolo ex-ante delle emissioni ridotte

Nel c aso del p rogetto in esame quind i, il va lore ex-ante delle emissioni ridotte sa rà c a lc ola to sottraendo a lle emissioni d i baseline il va lore del Leakage nell anno y (la moda lità d i c a lc olo d i ta le va lore è spec ific a ta nella sezione 4), sec ondo la seguente espressione:

ERy= BEy - LEy

La tabella seguente esp lic ita i va lori d i riduzione delle emissioni anno per anno:

Anni Stima delle Emissioni di Progetto (t CO2e/ anno)

Emissioni di Baseline totali (t CO2e/ anno)

Stima dei Leakage (t CO2e/ anno)

Stima della Riduzione delle Emissioni (t CO2e/ anno)

2010 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2011 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2012 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2013 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2014 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2015 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2016 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2017 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2018 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

2019 0

1.750,50

L/ 10

1.750,50-L/ 10

Totale (t CO2e)

0

17.505

L

17.505-L

Tabella 2: Stima della riduzione delle emissioni per il c red iting period

2.4 Metodologia di monitoraggio e principali indicatori di prestazione.

Il p iano d i monitoragg io si c ostituirà d i due parti.

1. Controllo sulla rea lizzazione del p rogetto: Informazioni e da ti sulla rea lizzazione del p rogetto sa ranno rend ic onta ti mensilmente da ll azienda inc a ric a ta dell insta llazione dei pannelli fotovolta ic i;

2. Controllo sul funzionamento opera tivo dei pannelli fotovolta ic i: Informazioni e da ti sul funzionamento dei pannelli fotovolta ic i, in pa rtic ola re dell energ ia p rodotta , sa ranno rend ic onta ti da l tito la re del p rogetto ogni qua ttro mesi.

Inoltre l'a rc hiviazione dei da ti rilevanti sa rà effettua ta da ll'Ente X, tito la re del p rogetto; Di seguito la desc rizione dei pa rametri fondamenta li d i monitoragg io:

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117

Dato / Parametro

Energ ia p rodotta da un pannello fotovolta ic o c on potenza massima insta lla ta d i 3 kWp nel Comune d i XXX nell anno y (EGy)

Unità d i Misura :

kWh

Desc rizione: Energ ia fornita dag li imp ianti fotovolta ic i per unità ab ita tiva Fonte del da to:

Conta tore elettric o

Va lore del da to:

--

Desc rizion dei metod i d i misura e delle p roc edure app lic a te:

Informazioni e da ti sul funzionamento dei pannelli fotovolta ic i, in pa rtic ola re dell energ ia p rodotta , sa ranno rend ic onta ti da l tito la re del p rogetto ogni qua ttro mesi.

Proc edure d i QA/ QC:

Il c onta tore elettric o verrà sottoposto a c a lib razione period ic a da parte d i d itte autorizza te.

Eventua li c ommenti:

Il da to rac c olto durante tutto il c red iting period sa rà a rc hivia to per un periodo d i ulteriori 5 anni.

2.5 Valutazione e dimostrazione dell'addizionalità

Il p rogetto sodd isfa il test d i Surp lus Leg isla tivo, in quanto l'imp lementazione dello stesso non è manda toria a i fini legg i, norme o d irettive vigenti (a livello dell'Ente stesso e/ o d i un Ente sovraord ina to). Inoltre il p rogetto non si sovrappone a lle d irettive ETS. Nel c aso del p rogetto p roposto può essere ind ividua to il seguente ostac olo a ll' imp lementazione: Vinc olo finanzia rio Le voc i c he c ostituisc ono il c osto d i un sistema fotovolta ic o sono: c osti d i investimento, c osti d 'eserc izio (manutenzione e persona le) e a ltri c osti (assic urazioni e tasse). Il c osto d 'investimento è in p rima approssimazione d iviso a l 50% tra i moduli ed il resto del sistema . Nel c orso deg li ultimi due dec enni il p rezzo dei moduli è notevolmente d iminuito a l c resc ere del merc a to. Tuttavia , il p rezzo del kWp insta lla to è anc ora ta le da rendere questa tec nolog ia non c ompetitiva da l punto d i vista ec onomic o c on a ltri sistemi energetic i, se non in pa rtic ola ri nic c hie d i merc a to o in p resenza d i mec c anismi d i inc entivazione. Il p rogetto sodd isfa quind i i c riteri d i elegg ib ilità del Surp lus Leg isla tivo, ed inoltre d imostra d i supera re uno dei test sug li Ostac oli a ll Imp lementazione (Vinc oli Finanzia ri). Esso quind i è da c onsidera rsi add iziona le a i fini delle LLGG Cartesio.

Sezione 3

Durata del Progetto/

3.1 Durata del Progetto

15 anni, a pa rtire da l 1/ 01/ 2010.

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3.2 Crediting

scelto

10 anni e 0 mesi, c on da ta d 'inizio 1/ 01/ 2010.

Sezione 4

Impatti Ambientali generati dal Progetto

La va lutazione d i tipo amb ienta le sul p rogetto riguarda l'impa tto amb ienta le derivante da lla c ostruzione e da ll'imp lementazione dei pannelli, c on annessi c osti d i trasporto. I pannelli utilizza ti sono p rodotti da ll'azienda X. L'impa tto amb ienta le derivante da lla c ostruzione del singolo pannello, c ome c ertific a to da l c ostruttore, è quantific ab ile in N tonnella te d i CO2. Il leakage tota le derivante da lla c ostruzione dei pannelli sa rà dunque d i

C= 500* N (CO2 ton)

Il trasporto dei pannelli da lla sede d i c ostruzione a l luogo d i insta llazione è quantific ab ile in TR tonnella te d i CO2 .

Il leakage tota le derivante da ll'imp lementazione della tec nolog ia p resc elta sa rà dunque d i

Leakage= TR+C= xxx ton CO2

Il va lore d i ta le stima viene sottra tto da l va lore delle riduzioni d i gas serra , tramite una p roc edura d i ammortamento c he d istribuisc e il leakage in egua l misura su tutti g li anni d i vita utile del p rogetto.

Pertanto, a l c a lc olo ex-ante delle emissioni ridotte si sottra rrà il va lore del leakage d iviso per g li anni d i dura ta del p rogetto (c ome visib ile a l punto 2.3.2):

Leakage/ 10= L/ 10

Sezione 5

Coinvolgimento degli

Il Comune XXX ha p resenta to il p rogetto in esame durante il c onvegno . tenuto in da ta

Sono sta ti invita ti i seguenti stakeholders:

Rappresentanti dei c onsig li d i zona dei quartieri interessa ti da l p rogetto;

...

...

Sono sta ti ric evuti i seguenti c ommenti:

...

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ALLEGATO 1

CONTATTI RELATIVI AI PARTECIPANTI AL PROGETTO

ALLEGATO 2

INFORMAZIONI RIGUARDANTI LE RISORSE ECONOMICHE DESTINATE AL PROGETTO

ALLEGATO 3

INFORMAZIONI SULLA BASELINE

ALLEGATO 4

INFORMAZIONI SUL MONITORAGGIO

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Esempio 3: Progetto Quadro

CONTENUTI

1. Desc rizione genera le delle a ttività d i p rogetto

2. Baseline e monitoragg io

3. Dura ta del p rogetto / c red iting period

4. Impa tti amb ienta li genera ti da l Progetto

5. Commenti deg li stakeholders c oinvolti

ALLEGATI

Allega to 1: Conta tti rela tivi a i pa rtec ipanti a l p rogetto

Allega to 2: Informazioni riguardanti le risorse ec onomic he destina te a l p rogetto

Allega to 3: Informazioni sulla baseline

Allega to 4: Informazioni sul monitoragg io

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Sezione 1

Descrizione generale dell attività di Progetto

1.6 Titolo del Progetto

Progetto Quadro: Imp lementazione d i un sistema d i Car Sharing nel Comune d i XXX

1.7 Descrizione del Progetto

Il Progetto si inserisc e nella p iù amp ia serie d i misure definite da l Comune d i XXX per sostenere l utilizzo d i moda lità d i trasporto a lterna tive a i mezzi p riva ti motorizza ti per la c irc olazione nel p rop rio territorio. In pa rtic ola re, si riferisc e a ll imp lementazione d i un sistema d i Car Sharing , moda lità d i nolegg io d i auto da un parc o veic oli in c ond ivisione tra g li utenti abbonati a l servizio. Gli autoveic oli sono d isloc a ti in pa rc hegg i c onvenziona ti e possono essere p releva ti dag li abbona ti d ietro pagamento d i una quota annua le e delle ta riffe rela tive a ll effettivo utilizzo del veic olo (ta riffa ora ria , ta riffa per c hilometro), c he c oprono i c osti d i assic urazione, c a rburante e manutenzione del mezzo. Il servizio si c ostituisc e quind i c ome un a lterna tiva a l possesso d i un auto p ropria e c onsente, da un la to, d i d iminuire il numero d i autoveic oli d i p rop rietà in c irc olazione ed in sosta nel territorio c omuna le e, da ll a ltro, c ontribuisc e a l trasferimento moda le d i una parte deg li spostamenti verso il trasporto pubb lic o.

1.8 Partecipanti al Progetto

Comune XXX; Azienda d i gestione dei pa rc hegg i YYY; Soc ietà Car Sharing ZZZ.

1.9 Descrizione tecnica:

1.9.1 Localizzazione geografica;

Il Progetto p revede la definizione d i una rete d i pa rc hegg i c onvenzionati c on il servizio Car Sharing a ll interno del territorio c omuna le e ne p revede il rifornimento c on veic oli ded ic a ti a l Car Sharing. Prevede inoltre l a ttuazione d i ulteriori misure sul territorio c omuna le per inc entiva re i c ittad ini ad utilizza re il servizio, ad esemp io l ind ividuazione d i a ree per la sosta gra tuite per g li abbona ti Car Sharing nelle zone del territorio c omuna le c he a ttua lmente p revedono il pagamento d i un pedaggio per la sosta (es. c entro storic o e zone ad iac enti).

1.9.2 Tipologia e tecnologie di progetto;

Tipolog ia d i p rogetto : Progetto Quadro

Il Progetto è c ostituito da una c omponente informatic a , ded ic a ta a lla gestione deg li abbonamenti e delle p renotazioni dei veic oli, e d i una c omponente infrastruttura le,

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rela tiva a l pa rc o auto in c ond ivisione. In pa rtic ola re, il pa rc o auto è formato da veic oli a basse emissioni, qua li veic oli a limenta ti a GPL, metano, ib rid i ed elettric i.

1.9.3 Quantità stimata di emissioni di CO2 ridotte, titolarità delle

e

Il funzionamento del sistema d i Car Sharing c omporterà una riduzione d i emissioni pa ri a 7 ktonCO2/ anno.

Da l momento c he il pa rc o veic ola re è sottoposto ad un c ontinuo p roc esso d i ric ambio e d i effic ientamento in termini emissivi, si è ritenuto c orretto sc eg liere un c red iting period d i 5 anni, rinnovab ile per suc c essivi period i d i 5 anni p revia verific a dei pa rametri nec essari a lla stima delle emissioni (si veda paragra fo 2.4 del p resente DDP).

La tito la rità delle quote d i riduzione genera te risulta essere a l XX% del Comune XXX, da l momento c he l Azienda YYY e la Soc ietà ZZZ hanno sottosc ritto lettera forma le d i c essione delle quote d i loro tito la rità a l Comune, e a l XX% del Ministero dell Amb iente, in quanto c o-finanzia tore dell inizia tiva (si veda paragra fo 1.4.4. del p resente DDP).

1.9.4 Fondi da Finanziamenti Regionali a sostegno del progetto;

Non sono p revisti Finanziamenti Reg iona li a sostegno del Progetto. E p revisto un finanziamento ministeria le dell ammonta re d i x.xxx.xxx . Per ulteriori informazioni sulle risorse ec onomic he destina te a l Progetto, si veda l Allega to 2.

1.10 Contributo del Progetto al raggiungimento degli obiettivi di riduzioni definiti nel Piano Clima/ Piano settoriale

Il Progetto Quadro c ontribuisc e a l ragg iung imento deg li ob iettivi d i riduzione definiti nel Piano Clima in quanto a ttuazione della misura Interventi a sostegno della moda lità d i trasporto a lterna tive .

La riduzione delle emissioni ottenuta da l Progetto deriva da ll insieme d i due effetti: g li utenti Car Sharing effettuano med iamente perc orrenze annue inferiori rispetto ag li utilizza tori d i un automob ile d i p rop rietà ; le auto d isponib ili tramite il servizio Car Sharing hanno una mig liore effic ienza , in termini d i emissioni, rispetto a ll effic ienza med ia del pa rc o veic ola re d i p rop rietà .

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Sezione 2

e Monitoraggio

2.6 Descrizione dei confini del progetto;

Al fine del c a lc olo delle emissioni d i gas c lima lteranti evita te da l Progetto si c onsiderano g li spostamenti motorizza ti p riva ti evita ti nel Comune d i XXX da l funzionamento del sistema d i Car Sharing nel periodo 2010-2020.

2.7 Definizione della

Ipotizzando l a ttivazione del servizio d i Car Sharing nel c orso del 2010, si p revede c he l effetto sa rà d istribuito su c irc a 10 anni e porterà a ll isc rizione d i 10.000 utenti.

Come baseline si c onsiderano le perc orrenze annua li c he i 10.000 utenti effettuerebbero, nel c aso in c ui possedessero un autoveic olo d i p rop rietà .

La stima delle emissioni d i baseline (Eb ) si basa sulla relazione:

Eb= P * U * FE

Dove:

P = Perc orrenze med ie annue effettua te c on veic olo d i p rop rietà (km/ utente/ anno) U = n. d i utenti d i autoveic oli in p roprietà c onsidera ti FE = Fa ttore d i emissione

Da da ti d i lettera tura , emerge c he i servizi Car Sharing sono c onvenienti per g li utenti c he utilizzano l automob ile per perc orrenze inferiori ag li 8.000 km/ anno. Come sc elta c onserva tiva , si ipotizza c he i possessori d i autoveic oli, c he nello sc enario d i p rogetto dec idono d i rinunc ia re a lla p rop ria auto o a ll ac quisto d i un nuovo veic olo e d i rivolgersi in a lterna tiva a l servizio Car Sharing , effettuino med iamente c on il loro veic olo d i p rop rietà c irc a 4.000 km/ anno. E p lausib ile c he g li utenti p iù p ropensi a passare a l Car Sharing utilizzino g ià in maniera sostenuta il sistema d i trasporto pubb lic o c ittad ino: le perc orrenze annua li rela tivamente basse c he sono sta te ipotizza te, se c onfronta te a lle perc orrenze d i un automob ilista med io ita liano (c irc a 16.000 km/ anno, sec ondo ACI) sono quind i g iustific a te da ll ipotesi c he parte deg li spostamenti d i questi utenti sia sodd isfa tta tramite trasporto pubb lic o. Questa assunzione è inoltre supporta ta da i da ti dell indag ine svolta tra g li utenti del servizio Car Sharing .

Il Fa ttore d i Emissione med io in c ic lo urbano nel Comune d i XXX è sta to stimato da ll Uffic io JJJ dell Assessora to a lla Mob ilità e a l Tra ffic o, ed è pa ri a 212gCO2/ km.

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2.8 Emissioni ridotte dal progetto:

2.8.1 Metodologia di calcolo utilizzata

Per c a lc ola re la riduzione delle emissioni viene utilizza ta la seguente formula genera le, in c ui le riduzioni d i emissioni annua li c orrispondono a lla d ifferenza tra emissioni d i baseline (assoc ia te a lle perc orrenze effettua te c on veic oli in p roprietà ) ed emissioni d i p rogetto (assoc ia te a lle perc orrenze effettua te c on veic oli del servizio Car Sharing).

Er = Ep

Eb

Dove: Er = emissioni ridotte; Ep= emissioni d i p rogetto; Eb = emissioni d i baseline.

2.8.2 Calcolo ex-ante delle emissioni ridotte

Per c a lc ola re le emissioni c onnesse a ll imp lementazione del Progetto, ovvero l utilizzo del servizio Car Sharing da parte d i 10.000 utenti/ anno a l 2020, c i si è basa ti sulla seguente relazione:

Ep= Pc s * Uc s * FEc s

Dove:

Pc s = Perc orrenze med ie annue effettua te da un utente Car Sharing (km/ utente/ anno) Uc s= n. d i utenti Car Sharing c onsidera ti FEc s = Fa ttore d i Emissione med io del pa rc o veic ola re d isponib ile tramite servizio Car Sharing

Dag li esiti delle sperimentazioni d i servizi Car Sharing in a ltre c ittà ita liane, nell amb ito dell inizia tiva ICS del Ministero, risulta c he g li utenti Car Sharing effettuano med iamente 83,5 km/ utente/ mese, pa ri a c irc a 1.000 km/ utente anno (da to: Comune d i WWW).

Da lla va lutazione del Fa ttore d i Emissione med io dei veic oli destina ti a c omporre il pa rc o auto del servizio Car Sharing , p resenta ti in dettag lio nell Allega to X, sc a turisc e un va lore d i FEc s pari a 135 gCO2/ km.

L app lic azione della metodolog ia porta ad una stima d i emissioni evita te pa ri a c irc a 7 ktonCO2/ anno.

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Calcolo delle emissioni ridotte dal Progetto Quadro Implementazione di un servizio Car Sharing

Emissioni di baselineEb = P * U * FE

P 4.000U 10.000FE 212Eb (ktCO2) 8,48

Emissioni di progettoEp = Pcs * Ucs * FEcs

Pcs 1.000Ucs 10.000FEcs 135Ep (ktCO2) 1,35

Emissioni ridotteEr = Ep - Eb

Er (ktCO2) -7,13

2.9 Metodologia di monitoraggio e principali indicatori di prestazione.

Il Progetto p revede c he vengano eseguite indag ini period ic he d i monitoragg io del servizio Car Sharing , a l fine d i rileva re i parametri nec essari a stimare c on dettag lio le emissioni effettivamente abba ttute. Le indag ini sa ranno svolte a c amp ione tramite questionari da sottoporre ag li utenti del servizio e avranno c ome ob iettivo la verific a delle perc orrenze med ie mensili effettua te ed a ltri aspetti c onnessi a ll utilizzo del Car Sharing (i.a . verific a delle perc orrenze effettua te in amb ito esc lusivamente urbano; verific a del g rado d i integrazione del servizio c on il sistema d i trasporto pubb lic o). Sarà inoltre nec essario va luta re period ic amente il fa ttore d i emissione med io del pa rc o veic ola re d isponib ile tramite Car Sharing e del pa rc o veic ola re effettivamente c irc olante, a l fine d i poter va luta re il rilasc io d i quote d i riduzione nei period i suc c essivi a llo sc adere del p rimo c red iting period . Al termine d i ogni anno, verranno p rodotti report spec ific i nei qua li sa ranno riporta te le quantità d i anid ride c a rbonic a effettivamente ridotte da l funzionamento del servizio.

2.10 Valutazione e dimostrazione dell addizionalità

Il p rogetto sodd isfa il test d i Surp lus Leg isla tivo , non esistono leggi, norme o d irettive vigenti (a livello dell'Ente stesso e/ o d i un Ente sovraord ina to) c he impongano ag li Enti Loc a li d i a ttiva re servizi d i Car Sharing nel p rop rio territorio.

Inoltre, il Progetto rispetta il Vinc olo dell Innovazione , in quanto c ostituisc e una p ra tic a d i mob ilità urbana sostenib ile pa rtic ola rmente innova tiva e d iffusa in Ita lia solo a livello

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126

sperimenta le.

Sezione 3

Durata del Progetto/

3.3 Durata del Progetto (Data di inzio attività e tempo di vita del progetto)

10 anni, a pa rtire da l 01/ 01/ 2010

3.4

scelto

5 anni

Sezione 4

Impatti Ambientali generati dal Progetto

Il Progetto non genera impatti amb ienta li ulteriori rispetto a quanto si avrebbe per esito del p reved ib ile ric amb io d i pa rte del pa rc o veic ola re esistente c on veic oli a limenta ti tramite fonti a lterna tive. Potrebbero rendersi nec essari approfond imenti sug li impa tti amb ienta li lega ti a lla p red isposizione dell infrastruttura nec essaria a ll a limentazione d i veic oli Car Sharing elettric i, ove inc lusi nel p rogetto (per maggiori dettag li sulla c omposizione del pa rc o veic ola re del servizio Car Sharing e sulla possib ile introduzione d i veic oli elettric i, si veda l Allega to X).

Sezione 5

Coinvolgimento degli

[...]

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127

ALLEGATO 1

CONTATTI RELATIVI AI PARTECIPANTI AL PROGETTO

ALLEGATO 2

INFORMAZIONI RIGUARDANTI LE RISORSE ECONOMICHE DESTINATE AL PROGETTO

ALLEGATO 3

INFORMAZIONI SULLA BASELINE

ALLEGATO 4

INFORMAZIONI SUL MONITORAGGIO

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128

Esempio 4:

CONTENUTI

1. Desc rizione genera le delle a ttività d i p rogetto

2. Baseline e monitoragg io

3. Dura ta del p rogetto / c red iting period

4. Impa tti amb ienta li genera ti da l Progetto

5. Commenti deg li stakeholders c oinvolti

ALLEGATI

Allega to 1: Conta tti rela tivi a i pa rtec ipanti a l p rogetto

Allega to 2: Informazioni riguardanti le risorse ec onomic he destina te a l p rogetto

Allega to 3: Informazioni sulla baseline

Allega to 4: Informazioni sul monitoragg io

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Sezione 1

Descrizione generale dell attività di Progetto

1.11 Titolo del Progetto

Progetto Quadro: Interventi d i Effic ienza Energetic a neg li Ed ific i d i Nuova Costruzione nel Comune d i XXX

1.12 Descrizione del Progetto

Il Progetto p revede la definizione da parte del Comune XXX d i misure c he p romuovano l effic ienza energetic a neg li ed ific i d i nuova c ostruzione, c onseguente d iminuzione dei c onsumi energetic i per il risc a ldamento inverna le. In pa rtic ola re, il Comune, intende inc entiva re la rea lizzazione d i interventi d i mig lioramento dell effic ienza energetic a med iante:

riduzione deg li oneri d urbanizzazione per g li interventi fina lizza ti a l rispa rmio energetic o. Ta le riduzione viene c a lc ola ta sulla base dell ind ic e d i p restazione energetic a per la c lima tizzazione inverna le, fino ad un massimo del 30%, e si app lic a nel c aso d i nuove c ostruzioni, amp liamento d i ed ific i esistenti e ristrutturazione ed ilizia . I requisiti per l ottenimento della riduzione sono: - per g li interventi d i nuova c ostruzione e d i ristrutturazione c on demolizione e

ric ostruzione: - adozione d i sistemi d i risc a ldamento c entra lizza to neg li ed ific i c on p iù d i 5

unità ab ita tive; - adozione d i sistemi d i c ontab ilizzazione del c a lore per singola unità

immobilia re; - adozione d i sistemi d i reg istrazione dei c onsumi c on obb ligo d i d isponib ilità

a ll ac c esso in lettura remota da parte dell Amministrazione c omuna le, a i fini del sistema d i c ontrollo e d i monitoragg io;

- per g li interventi d i rec upero dei sottotetti: obb ligo d i rea lizzazione d i c opertura ventila ta .

Inserimento d i eleva ti standard d i effic ienza energetic a nei nuovi PII, nei band i rela tivi a l nuovo Programma d i Ed ilizia residenzia le pubb lic a ;

integrazione nel nuovo regolamento ed ilizio standard minimi d i effic ienza energetic a per le nuove ab itazioni, p iù restrittivi rispetto a lla legge reg iona le in vigore.

Inoltre, per la p romozione dell effic ienza energetic a nel settore residenzia le p riva to, il Piano genera le d i sviluppo del Comune d i XXX p revede la p red isposizione d i un p iano d i a ttuazione della c ertific azione energetic a deg li ed ific i.

1.13 Partecipanti al Progetto

Comune XXX

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1.14 Descrizione tecnica:

1.14.1 Localizzazione geografica;

Il Progetto si rivolge ag li interventi d i effic ienza energetic a opera ti in ed ific i d i nuova c ostruzione a ll interno dei c onfini Comuna li.

1.14.2 Tipologia e tecnologie di progetto;

Tipolog ia d i p rogetto : Progetto Quadro

Nel Progetto non si fa riferimento a spec ific he tec nolog ie d i effic ienza energetic a , ma si c onsiderano nel loro c omp lesso tutti i possib ili interventi c he c onsentono, per ed ific i d i nuova c ostruzione, il passagg io da ll a ttua le c lasse F rispetto c ui vengono c ostruti g li ed ific i (c onsumi c ompresi fra 145 e 175 kWh/ m2/ anno) a lla c lasse B (c he p revede c onsumi c ompresi fra 29 e 58 kWh/ m2/ anno.)

1.14.3 Quantità stimata di emissioni di CO2 ridotte, titolarità delle

e

Gli interventi d i effic ientamento energetic o su ed ific i d i nuova c ostruzione c omporteranno una riduzione d i emissioni pa ri a 97 ktonCO2/ anno.

Si è ritenuto c orretto sc eg liere un c red iting period d i 10 anni. Per quanto, infa tti, un ed ific io c on p restazioni energetic he partic ola rmente effic ienti c onsenta d i c onseguire risparmi energetic i rispetto a lla med ia del pa rc o ed ilizio c ostruito per un lasso d i tempo superiore a i 10 anni, si ritiene c he il periodo utile per genera re i c red iti debba essere nec essariamente ric ompreso a ll interno dell orizzonte tempora le del Piano Clima (i.e. 2020). Inoltre, trasc orso il p rimo c red iting period , è p lausib ile c he la regolamentazione sui requisiti p restaziona li energetic i dei nuovi ed ific i venga mod ific a ta e d iventi p iù stringente.

La titola rità delle quote d i riduzione genera te risulta essere a l 100% del Comune XXX.

1.14.4 Fondi da Finanziamenti Regionali a sostegno del progetto;

Non sono p revisti Finanziamenti Reg iona li a sostegno del Progetto.

1.15 Contributo del Progetto al raggiungimento degli obiettivi di riduzioni definiti nel Piano Clima/ Piano settoriale

Il Progetto Quadro c ontribuisc e a l ragg iung imento deg li ob iettivi d i riduzione definiti nel Piano Clima in quanto a ttuazione della misura Nuove ab itazioni c on interventi d i effic ienza energetic a

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131

Sezione 2

e Monitoraggio

2.11 Descrizione dei confini del progetto;

Al fine del c a lc olo delle emissioni d i gas c lima lteranti evita te da l Progetto si c onsiderano interventi sul pa trimonio ed ilizio in nuova c ostruzione nel Comune XXX nel periodo 2010-2020, stimati nella misura d i 51.000 nuove ab itazioni.

2.12 Definizione della

Ipotizzando l entra ta in vigore del nuovo regolamento ed ilizio nel 2010, si p revede c he l effetto sa rà d istribuito su 10 anni e porterà a l mig lioramento dell effic ienza energetic a d i c irc a 51.000 nuove ab itazioni p reviste da lla p roposta d i PGT nel periodo 2010-2020. Come baseline si c onsidera l ed ific azione d i 51.000 ed ific i c on c a ra tteristic he simili a quelli esistenti (c lasse F, c on c onsumi c ompresi fra 145 e 175 kWh/ m2/ anno), c onsiderando una superfic ie med ia d i 80 m2/ ab itazione.

La stima delle emissioni d i baseline (Eb ) si basa sulla relazione:

Eb= C * A * FE

Dove:

C = Consumo energetic o tota le annuo (kWh/ appartamento/ anno) A = n. d i nuovi appartamenti c ostruiti c on c lasse d i effic ienza energetic a Z FE = Fa ttore d i emissione La stima del fa ttore d i emissione è avvenuta sulla base della metodolog ia illustra ta nella seguente tabella . Il fa ttore d i emissione del gasolio e del metano è c a lc ola to c ome med ia pesa ta sui c onsumi d i c ombustib ili del Comune d i XXX.

Calcolo del fattore di emissione per le emissioni evitate grazie al miglioramento dell efficienza energetica nelle abitazioni

a 60 gCO2/MJ FE medio metano + gasoliob 0,277 kWh/MJ fattore di conversione

c=a/b 217 gCO2/kWh FE medio abitazioni

[...]

2.13 Emissioni ridotte dal progetto:

2.13.1 Metodologia di calcolo utilizzata

Per c a lc ola re la riduzione delle emissioni, viene utilizza ta la formula genera le in c ui le riduzioni d i emissioni annua li sono sta te c a lc ola te c ome d ifferenza tra emissioni d i baseline (ed ific i c ostruiti in c lasse energetic a Z) ed emissioni d i p rogetto (ed ific i c ostruiti in c lasse energetic a B).

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132

Er = Ep

Eb

Dove: Er = emissioni ridotte; Ep= emissioni d i p rogetto; Eb = emissioni d i baseline.

2.13.2 Calcolo ex-ante delle emissioni ridotte

Per c a lc ola re le emissioni c onnesse a ll imp lementazione del Progetto, ovvero l ed ific azione d i 51.000 ed ific i (c on una superfic ie med ia d i 80 m2/ ab itazione) in c lasse B (c he p revede c onsumi c ompresi fra 29 e 58 kWh/ m2/ anno) c i si è basa ti sulla seguente relazione:

Ep= C * A * FE

Dove:

C = Consumo energetic o tota le annuo (kWh/ appartamento/ anno) B= n. d i nuovi appartamenti c ostruiti c on c lasse d i effic ienza energetic a B FE = Fa ttore d i emissione

[...]

L app lic azione della metodolog ia porta ad una stima d i emissioni evita te pa ri a 97 ktonCO2/ anno.

2.14 Metodologia di monitoraggio e principali indicatori di prestazione.

Il Progetto p revede c he vengano eseguite adegua te verific he in c orso d opera ed anc he a lavori ultima ti. Verific he da parte dell Amministrazione Comuna le sono inoltre p reviste anc he neg li anni suc c essivi l entra ta in funzione dell ed ific io, a l fine d i ac c erta re il mantenimento dei requisiti p restaziona li d ic hia ra ti. In pa rtic ola re verranno eseguiti c ontrolli ex-post su un c amp ione a lmeno del 20 per c ento deg li interventi rea lizza ti, sia su ed ific i esistenti c he su ed ific i d i nuova c ostruzione. A ta l fine, l Amministrazione p revede d i utilizza re i da ti dei c onsumi rea li dell ed ific io e le tempera ture reg istra te med iante apposizione d i spec ific i rileva tori interni ed esterni a ll ed ific io stesso (moduli per la rilevazione termic a indoor e outdoor c on sistema wireless). Al termine d i ogni anno, verranno p rodotti report spec ific i nei qua li sa ranno riporta te le quantità d i anid ride c a rbonic a effettivamente ridotte grazie ag li interventi rea lizza ti.

2.15 Valutazione e dimostrazione dell addizionalità

Il p rogetto sodd isfa il test d i Surp lus Leg isla tivo , non esistono leggi, norme o d irettive vigenti (a livello dell'Ente stesso e/ o d i un Ente sovraord ina to) c he impongano c he g li ed ific i d i nuova c ostruzione rientrino in c lasse energetic a B, o c omunque rispettino vinc oli d i c onsumo energetic o equiva lenti. Inoltre il Progetto rispetta quanto p revisto da l Vinc olo Tec nolog ic o , ovvero la motivazione p rinc ipa le per l imp lementazione del p rogetto in questione è la sua c apac ità d i ridurre le

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emissioni d i gas serra a ll interno dei c onfini d i c ompentenza dell Ente p romotore.

Sezione 3

Durata del Progetto/

3.5 Durata del Progetto (Data di inizio attività e tempo di vita del progetto)

10 anni, a pa rtire da l 01/ 01/ 2010

3.6

scelto

10 anni

Sezione 4

Impatti Ambientali generati dal Progetto

Il Progetto non genera impa tti amb ienta li, in quanto c onsiste della definizione d i misure ed inc entivi per la c ostruzione d i ed ific i c on a lte p restazioni energetic he. Il Progetto d i per se non identific a spec ific he tec nic he e tec nolog ie ed ili da utilizza re per ottenere l effic ienza energetic a ric hiesta , c he c omunque si ritiene non abb iano impa tti ambienta li d ifferenti da quelle c he verrebbero utilizza te in uno sc enario d i baseline per c ostruire ed ific i in c lasse energetic a Z.

Sezione 5

Coinvolgimento degli

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134

ALLEGATO 1

CONTATTI RELATIVI AI PARTECIPANTI AL PROGETTO

ALLEGATO 2

INFORMAZIONI RIGUARDANTI LE RISORSE ECONOMICHE DESTINATE AL PROGETTO

ALLEGATO 3

INFORMAZIONI SULLA BASELINE

ALLEGATO 4

INFORMAZIONI SUL MONITORAGGIO

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135

Appendice G

Verifica dei Progetti contenuti in allegato F, secondo i criteri fissati nelle

Linee Guida

Esempio 1: Verifica della certezza e credibilità dei risultati ottenuti dal Progetto:

Il progetto p resenta i requisiti d i ammissib ilità a l sistema d i reg istrazione e va lorizzazione ec onomic a sec ondo le LLGG Cartesio in quanto i benefic i c he ne derivano sono:

Reali: il p rogetto determina una rea le riduzione delle emissioni, nelle quantità stimate e c ertific a te sec ondo le moda lità p reviste da l DDP. La riduzione delle emissioni è infa tti misurab ile essendo sta ta c orrettamente definita la baseline , le emissioni assoc ia te a l p rogetto durante la p ropria vita utile (pa ri a 0 tonCO2) e le emissioni genera te in fase d i c ostruzione ed insta llazione deg li imp ianti. Il monitoragg io delle emissioni rea lmente ridotte verrà effettua to sulla base dei kWh genera ti annua lmente da i pannelli fotovolta ic i.

Permanenti: g li effetti in termini d i riduzione delle emissioni perdureranno per tutta la vita utile del p rogetto, e non sono temporanei, transitori o reversib ili. Le emissioni genera te in fase d i c ostruzione, imsta llazione e manutenzione dei pannelli non annullano g li effetti del p rogetto in termini d i abba ttimento delle emissioni, essendo le p rime poc o signific a tive rispetto a lle 17.505 ton CO2 d i riduzione tota li stima te in 10 anni (in rea ltà nella c onc reta app lic azione d i una verific a su p rogetto le ton CO2

c onnesse a lle fasi c ita te andrebbero c a lc ola te o stima te e c ompara te c on la riduzione a ttesa ).

Attribuibili: Le quote d i riduzione ric onsc iute a l p rogetto sono c hia ramente a ttirbuib ili a l Comune XXX (p romotore del p rogetto e finanzia tore nella misura del 60%) e a lla Reg ione YYY (finanzia tric e del p rogetto per il 40%). Le quote d i riduzione sono dunque c osi ripa rtite: - Comune XXX: 10.503 quote d i riduzione ; - Reg ione AAA: 7.002 quote d i riduzione .

Addizionali: il p rogetto in questione supera il c riterio d i Surp lus Leg isla tivo , in quanto nessuna legge, norma o sta tuto Comuna le, Reg iona le, Naziona le o Comunita rio p revede l'a ttuazione delle misure p reviste da l p rogetto; inoltre, c ome Ostac oli a ll Imp lementazione, il p rogetto p resenta i fa ttori d i Vinc olo dell'Innovazione , in quanto rappresenta l'introduzione d i una tec nolog ia innovativa , in rapporto a lla situazione nel territorio d i riferimento (si supponga c he i pannelli fotovolta ic i rappresentino solo il 3% deg li investimenti in energ ia rinnovab ile nella Provinc ia d i XXX) e d i Vinc olo Tec nolog ic o , essendo l ob iettivo p rinc ipa le del Progetto quello d i mig liora re signific a tivamente le performanc e amb ienta li delle strutture del Comune XXX. Pertanto il p rogetto è da ritenersi add iziona le a i fini delle Linee Guida .

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Esempio 2: Verifica della certezza e credibilità dei risultati ottenuti dal Progetto:

Le riduzioni d i emissioni p rodotte da l Progetto sono:

Reali: il p rogetto determina una rea le riduzione delle emissioni, nelle quantità stimate e c ertific a te sec ondo le moda lità p reviste da l DDP. La riduzione delle emissioni è infa tti misurab ile essendo sta ta c orrettamente definita la baseline (sulla base del c onsumo energetic o delle lampad ine ad inc andesc enza ) e le emissioni assoc iab ili a l Progetto (c a lc ola te sulla base del c onsumo energetic o della lampad ine ad a lta effic ienza). La misura del quantita tivo rea le d i emissioni abba ttute da l Progetto viene effettua to sulla base delle lampad ine sostituite e sulle ore d i funzionamento delle lampad ine p resso un gruppo c amp ione d i ind ividui.

Permanenti: g li effetti in termini d i riduzione delle emissioni perdureranno per tutta la vita utile del p rogetto e non sono reversib ili. Si suppone inoltre c he i c ittad ini a c ui verranno c onsegna te le lampad ine ad effic ienza energetic a op teranno per questo tipo d i lampad ine anc he nel momento in c ui dovranno ac quista rne d i nuove, visti i vantaggi c he ne derivano da ll utilizzo in termini d i rispa rmio energetic o.

Attribuibili: Le quote d i riduzione ric onsc iute a l p rogetto sono c hia ramente a ttribuib ili a l Comune XXX, in quanto unic o p romotore e finanzia tore del Progetto

Addizionali: il p rogetto in questione supera il c riterio d i Surp lus Leg isla tivo , in quanto nessuna legge, a ttua lmente rec ep ita nella leg islazione vigente p revede l'a ttuazione delle misure p reviste da l p rogetto; inoltre, c ome Ostac oli a ll Imp lementazione, il p rogetto p resenta i fa ttori d i Vinc olo dell'Innovazione , in quanto p romuove la d iffusione d i una soluzione innovativa , in rapporto a lla situazione nel territorio d i riferimento (si supponga c he non siano ma i sta ti a ttua te inizia tive mira te a p romuovere la sostituzione delle lampad ine ad inc andesc enza ). Pertanto il p rogetto è da ritenersi add iziona le a i fini delle Linee Guida .

A fini esemp lific a tivi, supponiamo invec e c he l Ita lia abb ia rec ep ito p rima della definizione e va lidazione del p rogetto la d irettiva europea sull Ec odesign o d irettiva EUP (Energy Using Produc ts) 2005/ 32/ EC c he impone da l 1° settembre 2009 la p rogressiva d ismissione delle lampad ine a inc andesc enza . Si pa rte c on quelle da 100 wa tt, a seguire: da l 1° settembre 2010 sa rà vieta ta la vend ita delle lampade ad inc andesc enza d i potenza superiore a i 75 wa tt. Da l 1° settembre 2011 il d ivieto si estenderà a lle lampade da 60 wa tt. Da l 1° settembre 2012 sa rà la volta delle lampade d i potenza c ompresa tra i 25 e i 40 wa tt, mentre da l 1° settembre 2016 il d ivieto sa rà esteso a lle lampade a logene a bassa effic ienza

NON Addizionali: il p rogetto in questione in questo c aso non supera il c riterio d i Surp lus Leg isla tivo , in quanto la normativa europera 2005/ 32/ EC (c he nel p resente esemp io si suppone essere sta ta rec ep ita in Ita lia ) impone da l 1° settembre 2009 la p rogressiva d ismissione delle lampad ine a inc andesc enza , c on c hia ri ob iettivi d i abba ttimento dei c onsumi energetec i e delle emissioni d i CO2. Benc hè la normativa non imponga la sostituzione delle lampad ine ad inc andesc ienza c on lampad ine ad effic ienza energetic a , ma ne vieti solo la vend ita , la p rogressiva sostituzione delle lampad ine è

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una d iretta c onseguenza d i quanto imposto da lla normativa . Le lampad ine ad inc andesc enza infa tti non potranno p iù venire fornite a i punti vend ita da parte dell industria del settore, pa rtendo da quelle da 100 Watt nel settembre 2009.

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Esempio 3: Verifica della certezza e credibilità dei risultati ottenuti dal Progetto Quadro:

Il progetto p resenta i requisiti d i ammissib ilità a l sistema d i reg istrazione e va lorizzazione ec onomic a sec ondo le LLGG Cartesio in quanto i benefic i c he ne derivano sono:

Reali: il p rogetto determina una rea le riduzione delle emissioni, nelle quantità stimate e c ertific a te sec ondo le moda lità p reviste da l DDP. La riduzione delle emissioni è infa tti misurab ile essendo sta te c orrettamente definite la baseline e le emissioni assoc ia te a l p rogetto durante la p ropria vita utile. La riduzione d i emissioni stimata è pa ri a 7 ktonCO2/ anno. Le emissioni effettivamente abba ttute verranno va luta te med iante indagini period ic he d i monitoragg io del servizio Car Sharing . Le indag ini sa ranno svolte a c amp ione tramite questionari ag li utenti del servizio e avranno c ome ob iettivo la verific a delle perc orrenze med ie mensili effettua te. Verrà inoltre va luta to period ic amente il fa ttore d i emissione med io del pa rc o veic ola re d isponib ile tramite Car Sharing e del pa rc o veic ola re effettivamente c irc olante.

Permanenti: g li effetti in termini d i riduzione delle emissioni perdureranno per tutta la vita utile del p rogetto, e non sono temporanei e reversib ili. Si suppone inoltre c he i c ittad ini c he dec ideranno d i usufruire del servizio d i Car Sharing c ontinueranno ad utilizza rlo anc he oltre quello c he è il periodo d i generazione d i quote d i riduzione del Progetto, da ta la c onvenienza ec onomic a d i un auto in c ar sharing , rispetto a l possesso d i un auto p ropria , per c hi la utilizza per perc orrenze inferiori ad 8.000 km/ anno.

Attribuibili: Le quote d i riduzione genera te da l Progetto sono c hia ramente a ttribuib ili in pa rte a l Comune XXX nella misura del TOT %, da l momento c he l Azienda YYY e la Soc ietà ZZZ hanno sottosc ritto lettera forma le d i c essione delle quote d i loro tito la rità a l Comune e in pa rte a l Ministero nella misura del TOT % in rag ione del finanziamento c onc esso.

Addizionali: Il p rogetto sodd isfa il test d i Surp lus Leg isla tivo , in quanto non esistono legg i, norme o d irettive vigenti (a livello dell'Ente stesso e/ o d i un Ente sovraord ina to) c he impongano ag li Enti Loc a li d i a ttiva re servizi d i Car Sharing nel p rop rio territorio. Inoltre il Progetto rispetta quanto p revisto da l Vinc olo dell Innovazione , in quanto c ostituisc e una p ra tic a d i mob ilità urbana sostenib ile pa rtic ola rmente innovativa e d iffusa in Ita lia solo a livello sperimenta le.

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Esempio 4: Verifica della certezza e credibilità dei risultati ottenuti dal Progetto Quadro:

Il progetto p resenta i requisiti d i ammissib ilità a l sistema d i reg istrazione e va lorizzazione ec onomic a sec ondo le LLGG Cartesio in quanto i benefic i c he ne derivano sono:

Reali: il p rogetto determina una rea le riduzione delle emissioni, nelle quantità stimate e c ertific a te sec ondo le moda lità p reviste da l DDP. La riduzione delle emissioni è infa tti misurab ile essendo sta te c orrettamente definite la baseline e le emissioni assoc ia te a l p rogetto durante la p ropria vita utile. La riduzione d i emissioni stimata è pa ri a 97 ktonCO2/ anno. Il monitoragg io delle emissioni rea lmente ridotte anno per anno verrà effettua to tramite adegua te verific he in c orso d opera ed anc he a lavori ultima ti. Inoltre sono p reviste da parte dell Amministrazione Comuna le verific he anc he neg li anni suc c essivi l entra ta in funzione dell ed ific io, a l fine d i ac c erta re il mantenimento dei requisiti p restaziona li d ic hia ra ti.

Permanenti: g li effetti in termini d i riduzione delle emissioni perdureranno per tutta la vita utile del p rogetto, e non sono temporanei, transitori o reversib ili in quanto genera ti da interventi d i tipo struttura le su ed ific i d i nuova c ostruzione.

Attribuibili: Le quote d i riduzione ric onsc iute a l p rogetto sono c hia ramente a ttirbuib ili a l Comune XXX nella miura del 100% , in quanto p romotore delle misure volte ad inc entiva re l effic ienza energetic a nel settore residenzia le p riva to.

Addizionali: Il p rogetto sodd isfa il test d i Surp lus Leg isla tivo , in quanto non esistono legg i, norme o d irettive vigenti (a livello dell'Ente stesso e/ o d i un Ente sovraord ina to) c he impongano c he g li ed ific i d i nuova c ostruzioni rientrino in c lasse energetic a B, o c omunque rispettino vinc oli d i c onsumo energetic o equiva lenti. Inoltre il Progetto rispetta quanto p revisto da l Vinc olo Tec nolog ic o , ovvero la motivazione p rinc ipa le per l imp lementazione del p rogetto in questione è la sua c apac ità d i ridurre le emissioni d i gas serra a ll interno dei c onfini d i c ompentenza dell Ente p romotore.

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Appendice H

Checklist per la validazione di Progetti secondo lo standard definito dalle

Linee Guida Cartesio

DOMANDE COMMENTI

Descrizione Generale dell attività di Progetto

1 Il p rogetto è c onforme a lla normativa c ogente app lic ab ile?

2 Sono ind ividuati i p iani e le misure in riferimento a i qua li si c olloc a il p rogetto?

3 Sono ind ividuati tutti i soggetti (pubb lic i e p riva ti) c oinvolti nel p rogetto, in pa rtic ola re i soggetti a ttua tori e finanzia tori?

4 Sono ind ividuati g li eventua li a tti d i regolamentazione o strumenti d i p ianific azione c he orig inano il p rogetto?

5 La loc a lizzazione del p rogetto è definita in modo c hia ro?

6 È spec ific a ta la tipolog ia e tec nolog ia d i p rogetto?

, calcolo delle riduzioni di emissioni e Monitoraggio

7 E sta ta definita una baseline d i riferimento per il p rogetto?

8 I c onfini spazia li e tempora li del p rogetto sono definiti c on c hia rezza?

9 Lo sc enario della baseline tiene in suffic iente c onsiderazione politic he naziona li, loc a li e/ o settoria li, orientamenti e p rogrammi politic i?

10

I risc hi p iù rilevanti della baseline sono sta ti identific a ti? Le inc ertezze nelle stime delle emissioni d i GHG sono sta te ana lizza te in maniera appropria ta?

11

La baseline è sta ta determina ta utilizzando, dove possib ile, ipotesi c onserva tive?

12

E sta to definito il c red iting period del p rogetto?

13

La da ta d i inizio dell a ttività d i p rogetto (imp lementazione, c ostruzione o azione rea le) e il tempo d i vita sono c hia ramente definiti?

14

Il c red iting period sc elto risulta c ongruente c on il tempo opera tivo del p rogetto?

15

Viene stimato il quantita tivo d i riduzione delle emissioni (va lori fina li e intermed i) nel c red iting period sc elto?

16

La metodolog ia d i c a lc olo delle riduzioni d i emissioni è basata su c riteri oggettivi e ric onosc iuti?

17

E sta to definito un sistema d i monitoragg io per l a ttuazione del p rogetto e le riduzioni d i emissioni ottenute? E c oerente c on il monitoragg io in itinere p revisto da l p iano c ollega to?

18

Sono sta ti c orrettamente ind ividuati g li ind ic a tori per il monitoragg io?

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141

19

Sono fornite informazioni spec ific he su c ome vengono rac c olti i da ti da monitora re durante il monitoragg io del p rogetto?

Criteri di eleggibilità del progetto

20

Le moda lità p reviste per il monitoragg io del p rogetto permettono d i ga rantire c he le riduzioni ottenib ili durante il c red iting period siano effettive e rea li?

21

Le riduzioni d i emissioni d i gas serra ottenute tramite il p rogetto permangono durante tutta la vita utile del p rogetto stesso e danno benefic i a lungo termine a lla mitigazione dei c amb iamenti c limatic i?

22

Le quote d i riduzione c he possono deriva re da l p rogetto sono c hia ramente a ttribuib ili in base a l c riterio finanzia rio e/ o d i potere regolamenta re?

23

Le riduzioni d i emissioni ottenib ili da l p rogetto risultano add iziona li, in base a i requisiti d i surp lus leg isla tivo e d i ostac olo a ll imp lementazione (vinc olo finanzia rio, tec nolog ic o, istituziona le e/ o a ll innovazione)?

Impatti Ambientali generati dal Progetto

24

Sono sta ti c orrettamente identific a ti g li eventua li impatti amb ienta li assoc ia ti a lle a ttività d i p rogetto?

25

Gli impatti amb ienta li identific a ti sono sta ti ind ividuati nella stesura del p rogetto e sono sta te p reviste misure d i mitigazione?

26

Se app lic ab ile, la VIA è sta ta approvata?

27

Il p rogetto è in regola c on la leg islazione amb ienta le e le autorizzazioni c ollega te?

Coinvolgimento degli

28

Le p rinc ipa li pa rti interessa te sono sta te c onsulta te ric hiedendo loro dei c ommenti?

29

In c aso d i eventua li c ommenti ric evuti da lle pa rti interessa te, sono sta ti tenuti in c onsiderazione e c ome?

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142

Appendice I

La valorizzazione dei crediti di emissione sui mercati internazionali

Le pubb lic he amministrazioni c he vog liono rea lizza re p rogetti d i riduzione d i pa rtic ola re va lenza amb ienta le e tec nolog ic a hanno la possib ilità d i finanzia re e va lorizza re ta li p rogetti anc he a ttraverso la generazione d i c red iti VERs (Verified Emission Reduc tions).

In genera le, i p rogetti per essere p romossi a p rogetti VER, devono essere rea lizza ti in ac c ordo ad a lc uni standard internaziona li. Come antic ipa to, il sistema d i ric onosc imento p roposto da lle p resenti Linee Guida è basa to su un approc c io c he c ostituisc e una sorta d i minimo c omune denomina tore fra d iversi standard volonta ri internaziona li, e quind i ben

si p resta ad essere utilizza to c ome base c omune, da c ui g li enti possono eventua lmente muovere per ottenere la c ertific azione volonta ria delle p roprie quote d i riduzione c ome c red iti d i emissioni c ommerc ia lizzab ili sui merc a ti internaziona li. Na tura lmente, nel momento in c ui le quote d i riduzione ric onosc iute a i sensi del sistema p roposto a livello naziona le d iventassero c red iti VER , sa rebbero immed ia tamente ritira te da l Reg istro naziona le.

Un requisito d i c ruc ia le importanza per i p rogetti VER, c omune a tutti i p rinc ipa li Standard Internaziona li e c he permette l effettivo ric onosc imento dei c red iti d i emissione, è l add iziona lità . Il requisito d i add iziona lità in a lc uni standard internaziona li ha un ac c ezione c he d ifferisc e leggermente da quello p roposto nell amb ito del sistema d i ric nosc imento p rec edentemente p roposto per il livello naziona le. E quind i opportuno spec ific a re c he, per sodd isfa re i c riteri d i add iziona lità deg li standard internaziona li, i p roponenti del p rogetto devono d imostra re c he:

il p rogetto non avrebbe avuto c orso se non avesse p rodotto c red iti d i emissione: ta le d imostrazione solitamente si a ttua p rendendo in c onsiderazioni ba rriere d i tipo finanzia rio, politic o o tec nic o c he evidenzino la non c onvenienza ad a ttua re il p rogetto, se p rivo del ric onosc imento dei c red iti d i emissioni p rodotti;

la rea lizzazione del p rogetto non deve essere equiva lente a quella p revista da un possib ile business as usua l sc enario c omunemente definito c ome baseline d i riferimento: in p ra tic a è nec essario d imostra re c he le a ttività intrap rese non sa rebbero avvenute c omunque per oggettive nec essità imposte ad esemp io da vinc oli normativi, da ll app lic azioni d i standard d i riferimento, da lla nec essità d i adeguamento tec nolog ic o, da lla riqua lific azione e/ o sostituzione d i strutture ed apparec c hia ture c omunque obsolete, rientrando quind i in interventi c omunque p ianific a ti nella norma le gestione e non c hia ramente fina lizza ti a lla riduzione delle emissioni d i gas serra ;

le emissioni d i gas ad effetto serra devono risulta re inferiori rispetto a quelle c he si avrebbero avute in assenza d i p rogetto, oppure;

l assorb imento delle emissioni d i anid ride c a rbonic a deve risulta re magg iore d i quella c he si avrebbe avuta in assenza d i p rogetto.

I p rogetti possono essere definiti c ome nel momento in c ui le Emission Reduc tions vengono verific a te in ac c ordo ad uno Standard da una Terza Parte Ind ipendente. Nella sc elta dello Standard si deve perseguire la massima c red ib ilità e trasparenza , e c ontemporaneamente la massima semp lic ità dei p roc essi d i va lidazione e verific a in modo da non c omporta re un forte aumento c osti d i rea lizzazione, p rob lematic a c he si potrebbe p resenta re sopra ttutto per i p rogetti d i p ic c ola tag lia , i c osiddetti sma ll-sc a le.

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143

Quando un Ente Loc a le dec ide d i rea lizza re un p rogetto d i riduzione delle emissioni serra , deve anc he dec idere a qua le standard a ffida rsi per la va lidazione dei risulta ti c onseguiti. Di seguito si p ropongono a lc uni elementi d i a ttenzione c he possono supporta re una pubb lic a amministrazione nella sc elta : - Promotori dello standard , ovvero g li stakeholder assoc ia ti a llo sc hema c he ne

p romuovono sviluppo e d iffusione. La na tura deg li stakeholder p romotori si riflette neg li ob iettivi insiti nello standard e nella sua d iffusione.

- Quota d i merc a to , ovvero grado d i d iffusione dello standard , c ui sono lega te ric onosc ib ilità , utilizzab ilità e importanza dello standard in quanto ta le.

- Requisiti d i add iziona lità p revisti (ovvero maggiore o minore rigorosità d i app lic azione del requisito d i add iziona lità rispetto a l benc hmark - CDM), da va luta re anc he a lla luc e della soggettività d i c ui ha d imostra to d i soffrire il requisito (add iziona lità rispetto ad una baseline d i p rogetto da ta da lle politic he e da i p rogetti g ià p ianific a ti/ p rogrammati) e del p revisto sviluppo da pa rte d i a lc uni standard (es. VCS e VER+) d i un mec c anismo d i add iziona lità basa ti sulla p restazione amb ienta le ottenuta (c .d . benc hmark tool).

- Verific a d i terza pa rte , c he assic ura maggiore c red ib ilità a lle verific he c ondotte. - Separazione tra p roc essi d i verific a e approvazione dei p rogetti, ovvero esistenza o

meno d i un organismo p romotore c he ha la funzione d i ulteriore verific a tec nic a e d i approvazione ultima del p rogetto, suc c essivamente a lla verific a d i terza pa rte c ondotta da un ente ac c red ita to. Alc uni standard non p revedono ta le ruolo d i approvazione ma solo una verific a da parte d i un soggetto ind ipendente, dando luogo a lla possib ilità d i c onflitti d i interesse (c hi c onva lida i c red iti ottenuti viene paga to d irettamente da c hi rea lizza il p rogetto).

- Funzionamento d i un reg istro rela tivo a i c red iti c onva lida ti tramite lo standard , elemento molto importante sia per ga rantire l assenza d i dopp ie c ontab ilizzazioni sia per fornire c ertezza sul soggetto tito la re dei c red iti va lida ti (spec ie nel c aso in c ui d iversi stakeholder siano c oinvolti nel/ nei p rogetto/ i).

- Tipolog ie d i p rogetti c ertific ab ili: ogni standard ha un p roprio c ampo d i app lic azione, da to da lle tipolog ie d i p rogetti c ui è app lic ab ile.

- Esc lusione d i p rogetti c on impatti amb ienta li/ soc ia li negativi: a lc uni p rogetti d i riduzione delle emissioni possono avere impa tti d i tipo amb ienta le o soc ia le nega tivi (ad es. p rogetti d i p iantumazione o d i sviluppo d i monoc ulture susc ettib ili d i mod ific a re la b iod iversità d i un hab ita t). Alc uni standard ind ividuano ed esc ludono per questo motivo a lc une tipolog ie d i p rogetti da l p roprio c ampo d i app lic azione.

- Esistenza d i requisiti rela tivi a ll ottenimento d i benefic i c ong iunti (amb ienta li, ec onomic i, d i equità soc ia le), ovvero rela tivi a l c ontributo del p rogetto a llo sviluppo sostenib ile dell ec onomic a loc a le. Alc uni standard d i c ertific azione dei c red iti volonta ri inc ludono requisiti d i questo tipo e possono essere strumenta li rispetto a l p iù amp io sviluppo d i politic he o a l c oinvolg imento nei merc a ti volonta ri d i soggetti a ltrimenti tendenzia lmente ina ttivi.

- Prezzo d i merc a to del c red ito c ertific a to. Utilizzab ile sopra ttutto per una lettura c ompara ta del g rado c on c ui i merc a ti ric onosc ono il va lore d i una maggiore rigorosità e/ o c red ib ilità .

Attua lmente, in un panorama c he c ontemp la c irc a una ventina d i standard volonta ri rea lizza ti a livello internaziona le, i p rinc ipa li standards solitamente p iù utilizza ti in ambito volonta rio sono i seguenti:

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144

introdotto da ll ente d i Certific azione TÜV SÜD ha , utilizza c riteri in

linea c on quelli dei mec c anismi flessib ili introdotti da l Protoc ollo d i Kyoto (CDM e JI), inc lusa la ric hiesta dell add iziona lità del p rogetto c he deve p rovare d i non appartenere ad uno sc enario business as usua l. La d ifferenza p rinc ipa le rispetto a l CDM e a l JI risiede nel fa tto c he questi p rogetti non portano ad una reg istrazione c on l UNFCCC e quind i non vengono c onta ti nei b ilanc i dei Paesi dell Allega to I.

, nato da una inizia tiva del WWF ed è sta to sviluppa to da una serie d i

NGOs, aziende e organizzazioni governa tive. Risulta p iù restrittivo del CDM ed è c a ra tterizza to da lla nec essità , per g li sviluppa tori d i p rogetto, d i eseguire uno stud io approfond ito sul c ontributo dei p rogetti a llo sviluppo sostenib ile. Mentre lo standard è sta to orig ina riamente c rea to per supporta re i p rogetti CDM, esso è a ttua lmente utilizza to anc he per la rea lizzazione d i p rogetti volonta ri c on uno standard c ostruito ad hoc . I c red iti genera ti da ll imp lementazione d i p rogetti sec ondo ta le standard sono definiti Gold Standard Volunta ry Emission Reduc tions (GS VERs) e sono c ontab ilizza ti in un apposito reg istro. Ta le standard inc lude solamente p rogetti d i effic ienza energetic a ed energ ia rinnovab ile e c he c ontribuisc ano signific a tivamente a llo sviluppo sostenib ile. Lo standard esc lude p rogetti sull uso dei suoli e sulle foreste.

Voluntary Carbon Standard (VCS), sviluppa to da llo IETA (Interna tiona l Emission Trad ing Assoc ia tion), si foc a lizza solo sulle riduzioni d i emissioni mentre non ric hiede requisiti ragg iuntivi in termini benefic i soc ia li o ambienta li. Per quanto riguarda l ana lisi dell add iziona lità e il c a lc olo della baseline il VCS si basa sulle metodolog ie sviluppa te da ll UNFCCC per il CDM. Al VCS sono a ffilia ti d iversi reg istri dove sono c ontab ilizza ti i c red iti genera ti sec ondo lo standard , denomina ti Volunta ry Carbon Units (VCUs).

Una va lutazione dei c riteri c ita ti app lic a ta a questi 3 standard , per esemp io, può essere riassunta in forma tabella re.

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145

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dica

tivo)

CDM UNFCCC Ampia = Sì Sì Sì Tutte tranne REDD, HFC, nucleare

No = 14-30

Gold Standard

NGOs ambientali (tra cui WWF)

Piccola ma in crescita =/+4 Sì Sì Previsto

Solo progetti per Efficienza Energetica e sviluppo di Fonti Energetiche Rinnovabili

Sì + 10-20 (CER +10)

VCS 2007

Organizzazioni del mercato ETS (es. IETA)

Standard recente, prevista ampia

=5 Sì No Previsto Tutte tranne HFC No - 5-15

VER+

Organizzazioni del mercato ETS (es. TÜV SÜD)

Piccola ma in crescita = Sì No Sì

Tipologie CDM tranne grandi impianti idroelettrici

Sì - 5-15

Il VCS è lo standard c he si p resume possa avere la futura maggior d iffusione, in quanto risponde in maniera effic ac e a lle nec essità d i c red ib ilità e semp lic ità , fac endo c hia ro riferimento a i requisiti p revisti dag li standard ISO d i riferimento per la gestione e verific a d i p rogetti d i riduzione delle emissioni d i gas serra (ISO 14064). Il VCS è sta to idea to ed è gestito da llo IETA (Interna tiona l Emission Trad ing Assoc ia tion), Organizzazione non Governa tiva c he ne assic ura c riteri d i ind ipendenza . In pa rtic ola re, la c onformità della va lidazione, monitoragg io e verific a del p rogetto a i requisiti della ISO 14064-3:2006 assic urano l utilizzo d i metodolog ie internaziona lmente ac c etta te. Lo standard inoltre ammette tutte le tipolog ie d i p rogetti, a pa tto c he per le riduzioni o le rimozioni d i emissioni rea lizza te non si verific hi un dopp io c ontegg io dei c red iti genera ti e non impone nessuna restrizione in riferimento a lla loc a lizzazione dei p rogetti (esemp io paesi Annex I e non Annex I del Protoc ollo d i Kyoto). Per quanto riguarda la Verific a da Terza Parte Ind ipendente è solitamente appropria to c he la sc elta ric ada sui DOE (Designated Opera tion Entity), enti d i c ertific azione p reposti, le c ui c ompetenze in materia d i gas serra sono sta te verific a te e ac c red ita te da lle Nazioni Unite.

4 Per progetti di grande dimensione il requisito di addizionalità è lo stesso previsto dal CDM. Diversamente dal CDM, il GS prevede l addizionalità anche per i progetti di piccola scala. 5 Requisiti di addizionalità e relativi strumenti di verifica sono attualmente previsti, ma non ancora operativi

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146

I volumi d i sc amb io dei merc a ti volonta ri, se c onfronta ti c on quelli dei merc a ti c ogenti (es.: merc a to EU ETS), sono ogg i dec isamente minori, ma in c resc ita esponenzia le6. Nel merc a to volonta rio la c resc ita della domanda d ipende solamente da lla volontà d i c ompensare le p roprie emissioni, mentre in un merc a to c ogente la domanda d ipende essenzia lmente da lla nec essità d i essere c onforme a dei limiti stab iliti da un regolamento. Le possib ilità d i sviluppo del merc a to volonta rio riguardano spesso p rogetti d i riforestazione, nei qua li vengono c ertific a ti p rogetti d i amp liamento del pa trimonio foresta le d i un da to territorio c omuna le, p rovinc ia le o reg iona le, quantific ando la CO2

c he un'a rea bosc hiva è in grado d i a ttua re tramite sequestro e fissazione. L'abba ttimento dei gas serra può essere ottenuta grazie a lla riforestazione e la c orretta gestione delle foreste e delle terre agric ole, c on il c oinvolg imento a ttivo delle imprese agric ole p resenti sul territorio. Ana loga d iffusione risc ontrano i p rogetti tec nolog ic i, nei qua li viene c ertific a ta la riduzione delle emissioni dovuta a lla rea lizzazione d i p rogetti a tec nolog ia pulita intrap resi sul territorio. La rea lizzazione d i ta li p rogetti su base volonta ria può permettere ag li Enti loc a li la rea lizzazione d i ob iettivi spec ific i, qua li c a lc ola re e c ertific a re il c ontributo a ll'effetto serra d i una ben delimita ta a rea territoria le (es.: Provinc ia , d istretto industria le, ) e ga rantire la d iminuzione delle emissioni tramite azioni opportune, leg ittimando la p ropria c red ib ilità e trasparenza verso i fruitori del territorio e i singoli c ittad ini. Rela tivamente a i c ontributi loc a li a lla mitigazione dei c amb iamenti c lima tic i, infine, possono essere avvia ti e finanzia ti sul territorio p rogetti d i vasta porta ta da parte delle Pubb lic he Amministrazioni, in grado d i offrire un c ontributo signific a tivo a l c ontenimento dei gas serra .

6 Hamilton K., Sjardin M., Marcello T., Xu G. Forging A Frontier: State of the Voluntary Carbon Markets 2008. (2008) Washington, DC; London, UK: The EcoSystem Marketplace, New Carbon Finance

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Appendice L

Esempio di struttura del Registro Nazionale dei Progetti di Riduzione

1. PROCESSI DEL REGISTRO

Descrizione

Il reg istro naziona le, riguardante i p rogetti d i riduzione delle emissioni rea lizza te sul territorio in ac c ordo c on quanto definito da lle LLGG Cartesio, potrebbe essere rea lizza to c ome un app lic azione web c he c onsenta l effettuazione dei seguenti p roc essi:

iscrizione ed abilitazione degli utenti del reg istro (Ac c ount Holder): l isc rizione a l reg istro porterebbe a lla c reazione d i un ac c ount;

gestione degli account;

registrazione di progetti va lida ti (da pa rte d i un Va lida tore d i Terza Parte) c he generano quote d i riduzione (QDR);

registrazione delle

rela tive a i singoli p rogetti va lida ti ogni qua l volta il tito la re del p rogetto ric hieda la verific a da parte d i Verific a tori d i Terza Parte ab ilita ti;

gestione delle quote di riduzione :

o trasferimento delle QDR tra a ttori isc ritti a l reg istro, med iante operazioni d i acquisto e d i vendita ;

o ritiro permanente delle QDR da l reg istro, per:

trasferimento d i quote ad a ttori non isc ritti a l reg istro, c he intendano utilizza rle per neutra lizza re le emissioni c onnesse a lla p ropria a ttività .

trasformazione delle QDR in c red iti volonta ri nell amb ito d i a ltri sistemi volonta ri internaziona li (a l fine d i evita re doub le c ounting );

annullamento per compliance , ovvero ritiro delle QDR nel c aso queste vengano utilizza te da l tito la re per p rovare il ragg iung imento d i un ob iettivo d i riduzione imposto da un Ente Sovraord ina to (va lido solo in c aso d i burden sharing ) ;

a seguito d i risc ontro d i dopp ia reg istrazione d i riduzioni delle emissioni in sistemi d iversi

emissione di report e statistiche;

Utenti del registro (Account Holder)

Le tipolog ie d i a ttori isc ritti a l reg istro potrebbero essere:

amministratore/ i del registro = funzioni d i gestore del sistema inc a ric a te d i gestire il reg istro; ab ilita te a :

o visua lizza re tutta la doc umentazione (anc he quella non pubb lic a ) per tutti i p rogetti;

o c onfermare la isc rizione e pubb lic azione d i nuovi p rogetti;

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148

o isc rivere le QDR rela tive a l p rogetto, a seguito dell a ttesta to fornito da l verific a tore d i pa rte terza ;

o emettere un a ttesta to d i trasferimento ad a ltri sistemi o ritiro permanente d i QDR, ric hiesti da l tito la re delle quote;

o in genera le, gestire i c ontenuti pubb lic i e p riva ti del reg istro: news, doc umentazione, modulistic a , faq ;

Enti aderenti al sistema proposto nelle LLGG, nella forma d i:

titolari di progetto = Enti c he p resentano p rogetti d i riduzione delle emissioni;

titolari delle

= soggetti aventi d iritti d i tito la rità sulle quote d i riduzione perc hè genera te da l p rogetto da loro imp lementa to (sec ondo i requisiti fissa ti da l c ap ito lo 4 delle p resenti Linee Guida ) o perc hè ac quista te sulla p ia tta forma d i sc amb io.

Soggetti pubblici o privati, non aderenti al sistema proposto nelle LLGG, in qua lità d i ac quirenti d i quote d i riduzione . Ta li soggetti d ispongono d i uno spec ific o ac c ount c he c onsente unic amente operazioni d i ac quisto.

Va sottolinea to c he il Reg istro Naziona le si c omporrà d i sezioni rela tive a lle Reg ioni c he p rogressivamente dec ideranno d i app lic a re il sistema p roposto e si uniranno a l sistema d i rend ic ontazione e d i va lorizzazione delle QDR delinea to nelle p resenti Linee Guida . Le sezioni reg iona li del Reg istro Naziona le sa ranno struttura te in modo omogeneo e c ompatib ile, in modo da garantire l agg iornamento automatic o e l interc onnettività fra le d iverse sezioni.

2. SITO PUBBLICO

Proponiamo d i seguito a lc une esemp lific azioni rela tive a ll impostazione dei c ontenuti e a lla struttura gra fic a del Reg istro.

Contenuti

Il sito web dovrebbe essere c ostituito a lmeno da lle seguenti sezioni:

HOME PAGE

AREA PUBBLICA: quest a rea fornisc e le informazioni p rinc ipa li (loc a lizzazione geogra fic a , p romotore, DDP, QDR previste e/ o genera te) in merito a i Progetti p romossi dag li Enti Loc a li, siano essi reg istra ti, in reg istrazione, sotto revisione o termina ti

AREA RISERVATA: a rea del reg istro su c ui potranno ac c edere esc lusivamente i soggetti in possesso d i apposito ac c ount, in c ui sono d isponib ili, o ltre le informazioni p resenti nell Area Pubb lic a , il dettag lio d i QDR previste, genera te, trasferite, vendute

NEWS

DOCUMENTAZIONE

LINK

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149

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Progetto

QDR

maturate

Documentazione

Progetto 01

Progetto 02

Progetto 03

Progetto 04

Progetto 05

30.000

20.000 50.000 10.000 25.000

EE

ER MS ER EE

Anno

2010

2010 2011 2012 2011

AREA PUBBLICA

EE =

Efficienza Energetica

ER= Energia Rinnovabile MS = Mobilità Sostenibile ...

DDP

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Report di Validazione

Report di Monitoraggio

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Quadro riassuntivo delle QDR

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150

AREA RISERVATA: SCHEDA PROGETTO 01

AREA RISERVATA: QUADRO RIASSUNTIVO QDR

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Progetti registrati Progetti terminati Progetti in revisione Progetti terminati

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50.000

40.000 20.000 10.000

120.000

QUADRO RIASSUNTIVO QDR

Progetto

QDR

maturate

QDR

vendibili

QDR

vendute

QDR

annullate

QDR

disponibili

Progetto 01

Progetto 02

Progetto 03

Progetto 04

25.000

20.000 10.000 5.000

60.000

20.000

10.000 1.000

0

31.000

0

0 2.000

0

2.000

5.000

10.000 7.000 5.000 10.000 37.000

Anno di validazione

2010

2010 2011 2012

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acquistate

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PROGETTO 01 -

DETTAGLIO DELLE QDR

Anno

QDR

maturate

QDR

vendibili

QDR

vendute

QDR

annullate

QDR

disponibili

2010

2011 2012 2013

10.000

10.000 10.000 10.000

5.000

5.000 5.000 5.000

5.000

3.000 0 0

0

0 1.000

0

0

2.000 4.000 5.000

Quadro riassuntivo delle QDR

Quadro riassuntivo delle QDR


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