+ All Categories
Home > Documents > Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei...

Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei...

Date post: 28-Jul-2020
Category:
Upload: others
View: 1 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
24
Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei campioni Nuovo modello animale della malattia di Alzheimer: accordo Italia-USA Alluminio a contatto alimentare: studi sperimentali e aspetti tecnici Inserto BEN Bollettino Epidemiologico Nazionale Conoscenze e comportamenti dei gestori di locali pubblici prima dell’entrata in vigore della legge sul fumo Intossicazioni da farmaci in Italia Volume 18 - Numero 3 Marzo 2005 ISSN 0394-9303 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Lazio - Roma
Transcript
Page 1: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei campioni

Nuovo modello animale della malattia di Alzheimer: accordo Italia-USA

Alluminio a contatto alimentare: studi sperimentali e aspetti tecnici

Inserto BENBollettino Epidemiologico Nazionale

Conoscenze e comportamenti dei gestori di locali pubblici prima dell’entrata in vigore

della legge sul fumo

Intossicazioni da farmaci in Italia

Volume 18 - Numero 3Marzo 2005ISSN 0394-9303

Post

e It

alia

ne

S.p

.A. -

Sp

ediz

ion

e in

ab

bo

nam

ento

po

stal

e 70

% D

CB

Laz

io -

Ro

ma

Page 2: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

L’Istituto Superiore di Sanitàè il principale ente di ricerca italiano per la tutela della salute pubblica. È organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale e svolge attività di ricerca, sperimentazione,controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica. L’organizzazione tecnico-scientifica dell’Istituto si articola in Dipartimenti, Centri nazionali e Servizi tecnico-scientifici

Dipartimenti• Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria• Biologia Cellulare e Neuroscienze• Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare• Farmaco • Malattie Infettive, Parassitarie

ed Immunomediate • Sanità Alimentare ed Animale• Tecnologie e Salute

Centri nazionali• Epidemiologia, Sorveglianza

e Promozione della Salute• Qualità degli Alimenti e Rischi Alimentari• Trapianti

Servizi tecnico-scientifici• Servizio Biologico e per la Gestione

della Sperimentazione Animale• Servizio Informatico, Documentazione,

Biblioteca ed Attività Editoriali

Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Enrico Garaci

Redattore capo: Paola De CastroRedazione: Anna Maria Rossi, Giovanna Morini

Progetto grafico: Alessandro SpurioImpaginazione e grafici: Giovanna MoriniFotografia: Luigi Nicoletti, Antonio Sesta

Distribuzione: Patrizia Mochi, Sara Modigliani

Redazione del NotiziarioSettore Attività Editoriali

Istituto Superiore di SanitàViale Regina Elena, 299 - 00161 Roma

Tel. +39-064990 2260-2428 Fax +39-0649902253

e-mail: [email protected]

Iscritto al n. 475/88 del 16 settembre 1988. Registro Stampa Tribunale di Roma© Istituto Superiore di Sanità 2005

Numero chiuso in redazione il 22 marzo 2005Stampa: Tipografia Facciotti s.r.l. - Roma

SOMMARIO

Gli articoli

Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei campioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3Nuovo modello animale della malattia di Alzheimer:accordo Italia-USA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8Alluminio a contatto alimentare: studi sperimentali e aspetti tecnici . . 11

Le rubriche

Nello specchio della stampa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16Visto... si stampi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18News . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

Bollettino Epidemiologico Nazionale (Inserto BEN)

Conoscenze e comportamenti dei gestori di locali pubblici prima dell’entrata in vigore della legge sul fumo (dicembre 2004-gennaio 2005) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . i

Intossicazioni da farmaci in Italia: la casistica presa in esame dal centro antiveleni di Milano nel 2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . iii

Presso l’Istituto Superiore di Sanità sono state redatte linee guida con lo scopo di informarei soggetti coinvoltisulle modalità operative relative alla ricezione di materiale biologico pericoloso e non

pag. 3

pag. 8

pag. 11

L’alluminio è tra i materiali maggiormenteimpiegati per la produzione di imballaggie recipienti destinati al contattocon gli alimenti

La Fisher Center for Alzheimer’s ResearchFoundation ha scelto l’ISS per finanziare

un progetto innovativo relativo alla generazione di un nuovo modello

di animale della malattia di Alzheimer

Page 3: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7 3

LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEI MATERIALI BIOLOGICI:RICEZIONE DEI CAMPIONI

RIASSUNTO - Le attività connesse alla spedizione e alla ricezione di materiale biologico, se non gestite cor-rettamente, rappresentano un potenziale fattore di rischio per la salute sia dei ricercatori sia della popola-zione in generale. Allo scopo di definire le responsabilità e le modalità operative da applicare per una cor-retta gestione dei materiali biologici, pericolosi e non, recapitati all’Istituto Superiore di Sanità, sono statecreate delle linee guida che hanno anche lo scopo di informare tutti i soggetti esterni che spediscono mate-riale biologico per fini di studio, ricerca o istituzionali, circa i criteri adottati dall’ISS per l’accettazione o il rifiu-to.Parole chiave: materiale pericoloso, campioni, gestione

SUMMARY (Guidelines for the correct handling of biological materials: sample reception) - Shipping and recep-tion of biological materials, if incorrectly managed, can represent a potential risk factor for the health of bothresearchers and of population in general. In order to define responsibilities and the operations for an appro-priate handling of dangerous and non-dangerous biological materials delivered to the Istituto Superiore diSanità, specific guidelines have been defined. They are also aimed at informing all the external subjects, whosend biological materials for study, research or regulatory purpose, about the procedures applied for accep-tance or refusal of such goods by ISS .Key words: dangerous goods, samples, management [email protected]

Ida Luzzi1, Graziella Morace1, Giulio Pisani1, Sergio Sbrenni2,

Gabriella Bucossi3, Francesco Toscano3 e Giuseppe Forcina3

1Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate, ISS2Dipartimento di Tecnologie e Salute, ISS

3Ufficio II Risorse Umane, ISS

Istituto Superiore di Sanità (ISS), nell’e-spletamento dei suoi compiti istituziona-li di ricerca, controllo e consulenza alle

autorità competenti, è costantemente coinvoltonell’attività di gestione di materiali biologici, peri-colosi e non.

Allo scopo di assicurare una corretta euniforme gestione della spedizione e del ricevi-mento di tali materiali, nell’anno 2003 è statoistituito un gruppo di lavoro multidisciplinarecon specifiche competenze nei settori: batterio-logia, immunologia, virologia, sistemi di qua-lità, tecnico-logistico e amministrativo. Il primolavoro prodotto dal gruppo è stata la procedura“ISPGMBGE01.000 - Spedizione di materialebiologico o altro materiale rilevante per la ricer-

ca scientifica”. L’applicazione dei criteri conte-nuti nel suddetto documento ha evidenziato lanecessità di elaborare linee guida destinate alpersonale dell’Istituto direttamente coinvoltonella ricezione del materiale biologico. Alloscopo, nel 2004 è stato emesso e distribuitointernamente il documento “Ricezione di mate-riale biologico o altro materiale rilevante per laricerca scientifica”.

La pubblicazione delle presenti linee guidanasce dalla necessità di informare tutti i commit-tenti esterni, intenzionati a inviare materiale bio-logico all’Istituto per le attività sopra citate, circala metodologia adottata dall’Istituto per accettareo rifiutare materiale biologico pericoloso o nonpericoloso in ingresso.

L

Page 4: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Scopo delle linee guida

Obiettivo delle linee guida è di definiretutte le responsabilità, le informazioni e lemodalità operative da conoscere e applicare alfine di gestire correttamente la ricezione dimateriale biologico o altro materiale rilevanteper la ricerca scientifica, inviato da un soggettoesterno all'ISS, di seguito identificato comemittente.

La presente procedura tratta nel dettaglio:• la definizione dei materiali oggetto della proce-

dura;• le modalità di accettazione in ingresso dei ma-

teriali;• le responsabilità in materia di gestione (con-

trollo alla ricezione, corretta conservazione,consegna al destinatario responsabile dell’atti-vità da svolgere mediante il materiale);

• le modalità per l’eventuale rifiuto dei materialirisultati non conformi ai dettami della presen-te procedura.

Modalità operative

La Figura illustra le attività da eseguire per lagestione dei materiali ricevuti.

Ricezione materiali biologici

Il materiale biologico, pericoloso o non peri-coloso, così come definito precedentemente, reca-pitato all'ISS a mano, tramite corriere o serviziopostale deve transitare obbligatoriamente attra-verso l'Ufficio Campioni, sito presso l’edificio 28,piano A, responsabile della ricezione e della regi-strazione del materiale.

I committenti abituali dell’ISS hanno ricevutoadeguate istruzioni e indirizzi per la spedizione delmateriale. Tutto il personale dell’Istituto che doves-se ricevere direttamente, per errore, del materialebiologico o altro materiale rilevante per la ricercascientifica dovrà informare il proprio committentedella nuova procedura in atto e provvedere autono-mamente al transito del materiale presso l’UfficioCampioni per le operazioni di registrazione.

I. Luzzi, G. Morace, G. Pisani et al.

4

DEFINIZIONI

Materiale biologico pericoloso

Qualsiasi materiale di origine umana, animale e vegetale o microrganismi, incluse loro parti e loroprodotti, in grado di produrre, direttamente o indirettamente, anche potenzialmente, danno all'uo-mo, agli animali e/o all'ambiente.

Materiale biologico non pericoloso

Qualsiasi materiale di origine umana, animale e vegetale o microrganismi, incluse loro parti e loroprodotti, non previsto dal precedente paragrafo.

Unità operativa ISS

Dipartimenti, Centri Nazionali e Servizi tecnico-scientifici dell’ISS.

Mittente

Persone fisiche, enti, istituzioni, autorità competenti, pubbliche amministrazioni centrali e periferi-che aventi diritto, a qualunque titolo, all’invio di materiale biologico o altro materiale, rilevante perla ricerca scientifica, all’ISS.

Destinatario

Persona fisica, dipendente dell’ISS, appartenente a una delle unità operative specificate sopra defi-nite, responsabile dell’attività da svolgere sul materiale o per mezzo del materiale ricevuto.

Registrazione

Sistema di gestione delle informazioni relative ai materiali ricevuti costituito dal Registro Corrierimodulo ISPGMBGE02.I20 e dalle Schede Rifiuto Corrieri modulo ISPGMBGE02.I30. Le modalità diregistrazione sono descritte in queste linee guida.La conservazione dei Registri Corrieri e delle Schede Rifiuto Corrieri è a cura del responsabile dell’ar-chivio centrale dell’ISS, che ne garantirà l’archiviazione per almeno 5 anni.

Page 5: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Linee guida per la gestione dei materiali biologici

5

Si

No

Materialein quarantena

No

No Si

Si

No

Si

Si

Materiale in Istituto

Consegna in accettazione materiali

Esame documentazionee confezionamento

Registrazione dati alla ricezione

Materialeaccettabile?

Registrazione dati al rifiuto

No

Materialerestituibile al

vettore?

Consultazione elencocommittenti abilitati

Materiale al vettore perla restituzione al mittente

Mittenteabilitato?

Materialein quarantena

Verifica del mittente

Mittenteidentificato?

Aggiornamento elencocommittenti abilitati

Si

No

Destinatariopersonalmente

identificato?

Registrazione dati al rifiuto

Materiale in quarantenaUnità

operativa ISSidentificata?

Contatto con l’unità operativacompetente

Contattocon il mittente

No

Destinatarioidentificato? Si

Registrazione datial rifiuto

Registrazione datialla trasmissione

Materiale all'unità operativacompetente

Figura - Diagramma di flusso relativo alla gestione dei materiali biologici ricevuti

Page 6: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Il personale addetto all’Ufficio Campioniprovvederà a:• esaminare la documentazione allegata (ad esem-

pio, bolla di trasporto) per verificare la presen-za del destinatario e del mittente;

• esaminare il confezionamento esterno per veri-ficare: l'integrità del confezionamento stesso,presenza di sigilli ecc.; la corrispondenza delmittente/destinatario (se presente) con quantoriportato nella documentazione allegata; la pre-senza di eventuali etichette per la corretta con-servazione del contenuto;

• registrare l'avvenuta ricezione del materiale indi-cando il mittente, il luogo di provenienza, la da-ta di arrivo, gli estremi del documento di tra-sporto (nel caso di consegna mediante corriere oservizio postale) o la dicitura “a mano” (in man-canza di un documento di trasporto) e le condi-zioni di conservazione (refrigerato, congelato, atemperatura ambiente) nel Registro Corrieri.Il materiale viene dichiarato non accettabile se

risulta:• privo di mittente o con mittente indecifrabile;• con l’indicazione del mittente difforme tra la

confezione e la bolla di trasporto;

• privo di destinatario o con destinatario indeci-frabile;

• con destinatario diverso dall'ISS e/o difformedalla bolla di trasporto;

• con destinatario generico (ad esempio, ISS) edevidentemente danneggiato, aperto o, se previ-sto, privo dei necessari sigilli. In tal caso si procede secondo le modalità illu-

strate nel paragrafo riguardante la gestione deimateriali biologici non accettabili.

Se il materiale è accettabile, il personaledell’Ufficio Campioni verifica che il mittenteindicato nella bolla e/o sulla confezione sia inclu-so nell’elenco committenti abilitati, elenco redat-to dinamicamente dal personale stesso utilizzandoil modulo ISPGMBGE02.I10; nel caso in cui ilmittente non sia incluso in detto elenco si prov-vederà a rintracciare il destinatario o l’unità ope-rativa per l’autorizzazione all’aggiornamento deldocumento e al proseguimento della procedura.

Consegna al destinatario del materiale biologico

Il materiale biologico, dichiarato accettabiledall'Ufficio Campioni, deve essere consegnatoimmediatamente al legittimo destinatario o, inmancanza di questi, all’unità operativa compe-tente.

A tale scopo, il personale addetto all’UfficioCampioni provvederà a individuare l’unità opera-tiva del destinatario e a comunicare l’arrivo delmateriale chiamando il relativo numero telefoni-co, che deve essere attivo negli stessi oraridell’Ufficio Campioni, riportato nell’elencotelefonico unità operative modulo ISPGMB-GE02.I00.

Il materiale viene dichiarato non accettabile senon si riesce in alcun modo a individuare undestinatario né un’unità operativa competente,anche dopo aver contattato direttamente il mit-tente; in tal caso si procede secondo le modalitàillustrate nel paragrafo riguardante la gestione deimateriali biologici non accettabili.

Se il materiale è accettabile, il personaledell’Ufficio Campioni lo consegna al legittimodestinatario o, in alternativa, al personale dell’u-nità operativa competente preposto al ritiro delmateriale biologico. Contestualmente viene com-pletata la registrazione dei dati all’accettazione,inserendo i nominativi del destinatario e dell’in-caricato del ritiro e la data del ritiro nel RegistroCorrieri.

6

I. Luzzi, G. Morace, G. Pisani et al.

Page 7: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Gestione dei materiali biologici non accettabili

I campioni biologici dichiaratinon accettabili vengono registratidal personale addetto all’UfficioCampioni, procedendo comesegue:• riportando nel Registro Corrieri

la dicitura “non accettabile” nel-la colonna incaricato del ritiro;

• compilando in tutti i suoi cam-pi la Scheda Rifiuto Corrierimodulo ISPGMBGE02.I30,indicando nel dettaglio il moti-vo del rifiuto e le modalità discarico: restituito al vettore,qualora possibile; in quarante-na, secondo le modalità illu-strate nel relativo paragrafo, intutti gli altri casi.

Messa in quarantena di materiali biologiciI campioni biologici dichiarati non accetta-

bili, secondo quanto prescritto nei paragrafirelativi alla ricezione e consegna al destinatariodel materiale biologico, e non direttamenterestituibili al vettore, devono essere posti inquarantena e conservati, unitamente a unacopia della relativa Scheda Rifiuto Corrieri,all’interno di un locale dedicato presso l’UfficioCampioni.

Il materiale biologico viene mantenuto inquarantena per un minimo di cinque giornilavorativi dalla data riportata sulla relativaScheda Rifiuto Corrieri; al termine di taleperiodo l'addetto dell'Ufficio Campioni contat-terà l'autorità competente per lo smaltimento,registrando la data di uscita nel campo annota-zioni della suddetta scheda.

Contestualmente alla messa in quarantena diciascun materiale non accettabile, l’UfficioCampioni provvederà a inviare a tutto il persona-le dell'ISS un messaggio di posta elettronica persegnalare la presenza di materiale biologico inquarantena; il messaggio dovrà contenere tutte leinformazioni disponibili e utili per l’identificazio-ne del materiale.

Qualora durante il periodo di quarantenavenisse individuato il legittimo destinatario delmateriale, il personale addetto all’UfficioCampioni dovrà:

• riportare nel campo annotazioni della SchedaRifiuto Corrieri la dicitura “consegnato al de-stinatario” e la data del ritiro;

• compilare nuovamente il Registro Corrieri ri-portando nella colonna mittente la dicitura“dalla quarantena” e nella colonna data arrivo ladata di uscita dalla quarantena.

Bibiliografia consigliata

IATA. Dangerous goods regulations, 45th edition 2004.Disponibile all’indirizzo: http://www.iata.org /

DLvo 19 settembre 1994, n. 626 e successive modificheed integrazioni.

Circolare del Ministero della Salute, 8 maggio 2003, n. 3.Raccomandazioni per la sicurezza del trasporto di materia-li infettivi e campioni diagnostici. Disponibile all’indirizzohttp://www.ministerosalute.it

Circolare 7 gennaio 2004 del Ministero della SaluteIndicazioni esplicative per l'applicazione del DLvo 14marzo 2003, n. 65.

DLvo 14 marzo 2003, n. 65. Attuazione delle Direttive1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione,all'imballaggio e all'etichettatura dei preparati pericolosi.

Procedura ISPGMBGE01.000 Spedizione di materiale bio-logico o altro materiale rilevante per la ricerca scientifica,emessa dal Gruppo materiali biologici e messa in vigoreil 9 luglio 2003 con Protocollo ISS n. 35851/SP 3.3

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. AutoritàCompetente in materia. Disponibile all’indirizzo:http://www.infrastrutturetrasporti.it

Linee guida per la gestione dei materiali biologici

7

Page 8: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

8 Not Ist Super Sanità 2005;18(3):8-10

La malattia di Alzheimer

provoca un declinodelle funzioni

intellettive e undeterioramento

della personalità

a malattia di Alzheimer, cherappresenta il 60% di tuttele demenze, è un processo

degenerativo cerebrale che provocaun declino progressivo e globale del-le funzioni intellettive associato a undeterioramento della personalità edella vita di relazione.

La malattia colpisce la memoria ele funzioni cognitive, si ripercuotesulla capacità di parlare e di pensa-re ma può causare anche altri pro-blemi fra cui stati di confusione,cambiamenti di umore e disorien-tamento spazio-temporale. Essacolpisce senza distinzione di nazio-nalità, di razza, di gruppo etnico odi livello sociale e interessa indiffe-rentemente uomini e donne. At-tualmente, nel mondo, ne soffre cir-

ca il 5% delle persone con più di 60anni; in Italia si stimano circa500.000 ammalati e si prevede cheil numero raddoppierà per il 2020.I costi umani e sociali sono elevatis-simi poiché si tratta di una patolo-gia neurodegenerativa a lenta pro-gressione e, in media, i pazienti pos-sono vivere fino a 8-10 anni dalladiagnosi della malattia.

Nei pazienti affetti da demenza diAlzheimer si osserva una perdita dicellule nervose nelle aree cerebralivitali per la memoria e per altre fun-zioni cognitive, quali la corteccia el’ippocampo. Si riscontra, inoltre,un basso livello del neurotrasmetti-tore acetilcolina, coinvolto nella co-municazione tra le cellule nervose.All'esterno dei neuroni in via di de-

NUOVO MODELLO ANIMALE DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER: ACCORDO ITALIA-USA

RIASSUNTO - La malattia di Alzheimer è una patologia altamente invalidante: i costi umani e sociali sono ele-vatissimi poiché si tratta di una patologia neurodegenerativa a lenta progressione. Anche se sono stati realiz-zati modelli sperimentali della malattia, nessuno di essi riproduce tutti i marcatori che si ritrovano tipicamen-te nei pazienti affetti da Alzheimer. La mancanza di modelli sperimentali rappresenta il maggior ostacolo perlo sviluppo di nuovi protocolli diagnostici e terapeutici. La Fisher Center for Alzheimer’s Research Foundation(USA) ha recentemente finanziato un progetto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per la realizzazione di unnuovo modello animale.Parole chiave: Alzheimer, neurodegenerazione, modelli sperimentali

SUMMARY (A new animal model of Alzheimer’s disease: Italy-USA agreement) - Alzheimer’s Disease (AD) is acommon and chronic dementing disorder among elderly people. Due to lack of treatment and to the invali-dating nature, the social and economic impact of this disease is high. Although different subset of AD phe-notypic traits are reproduced in animal models, none of them recapitulate all features typical of the disease.Lack of experimental animal models represents the major problem for the development of novel diagnosticand therapeutic protocols. The Fisher Center for Alzheimer’s Research Foundation (USA) has recently financedto the Istituto Superiore di Sanità - Italian National Institute of Health - a project for the development of a newanimal model. Key words: Alzheimer, neurodegeneration, experimental models [email protected]

Daniela MerloDipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze, ISS

L

Page 9: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Nuovo modello della malattia di Alzheimer: accordo Italia-USA

9

generazione e morte, si vengonoprogressivamente a depositare dellefibrille altamente insolubili formateda un peptide denominato beta-amiloide, proveniente da una pro-teina chiamata precursore dell'ami-loide (APP), il cui alterato metabo-lismo risulta appunto in un'aumen-tata produzione del peptide. All'in-terno delle cellule si riscontrano del-le strutture denominate groviglineurofibrillari derivati dall’accumu-lo di polimeri della forma iperfo-sforilata della proteina tau, che nor-malmente svolge un ruolo fonda-mentale nell'assemblaggio e nellastabilità dei microtubuli.

Non esiste a tutt'oggi un’adeguatadiagnosi precoce né una terapia per lamalattia di Alzheimer. Anche se sonostati realizzati modelli sperimentali,nessuno di essi riproduce l'interospettro di sintomi e marcatori che siritrovano tipicamente nei pazienti af-fetti da Alzheimer. La mancanza diun adeguato modello sperimentale èunanimamente riconosciuta comeun grave ostacolo per la sperimenta-zione di nuovi farmaci o di innovati-vi approcci terapeutici. Utilizzandole metodologie che permettono digenerare animali transgenici, si sonoresi disponibili animali che produco-no in grandi quantità la beta-amiloi-de, simulando così una parte della

patologia che colpiscel'uomo. Allo stessomodo, si sono gene-rati animali transge-nici che esprimonomutanti della protei-na tau o della prese-nilina, un enzimapresente nella mem-brana plasmatica, conattività proteoliticasull’APP. Il maggiorelimite di questi mo-delli è rappresentatodal fatto che non con-sentono di studiare la

sequenza temporale degli eventi neu-ropatologici che caratterizzano la ma-lattia. Secondo quella che viene defi-nita “ipotesi colinergica”, esiste in-fatti una relazione causale tra i diver-si eventi patogenici associati alla ma-lattia che originano dal declino dellatrasmissione sinaptica colinergica neltelencefalo basale dei cervelli dei pa-zienti affetti da Alzheimer. Numero-se osservazioni effettuate sull’uomopost mortem, ante mortem e su mo-delli animali sostengono questa ipo-tesi, in particolare: la diminuita atti-vità della acetilcolintransferasi (l’en-zima che catalizza la sintesi della ace-tilcolina), il ridotto rilascio di acetil-colina, la ridotta espressione dei suoirecettori muscarinico e nicotinico edella loro affinità di legame con ilneurotrasmettitore.

La Fisher Center for Alzheimer’sResearch Foundation (USA), pre-sieduta da Michael Stern (vicepre-sidente il Nobel Paul Greengard),ha scelto di recente l’Istituto Su-periore di Sanità per finanziare unprogetto innovativo volto alla ge-nerazione di un nuovo modelloanimale della malattia di Alzhei-mer. Tale modello permetterebbedi chiarire la cascata di eventi allabase dell’insorgenza della malattiacosì da individuare nuovi bersaglimolecolari per lo sviluppo di

La Fisher Centerfor Alzheimer’s

Research Foundation (USA)

ha scelto l’ISS per finanziare

un progetto innovativo voltoalla generazione

di un nuovo modello animale

della malattia di Alzheimer

Il Professor Enrico Garaci, Presidente dell’ISS, e il ProfessorStern, Presidente della Fisher Center for Alzheimer’s Re-search Foundation, firmano l’accordo Italia-USA per il fi-nanziamento del progetto. (Roma, 5 febbraio 2005)

Page 10: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

D. Merlo

10

Gli animali transgenici conun’espressione

tessuto-specifica e inducibile

verranno generatimediante l’utilizzo

del “Tetracycline-Regulated System”

farmaci. In particolare, sarannorealizzati alcuni topi transgenici incui sia possibile indurre la mortedei neuroni colinergici, specifica-mente nel telencefalo basale, inmaniera controllata nel tempo.L’ipotesi alla base di tale modellosperimentale prevede che l’over-espressione della proteina p49, ap-partenente alla famiglia del fattoredi trascrizione NFκB, sia in gradodi ridurre l’attività della acetilco-lintransferasi con conseguente ri-duzione della trasmissione sinap-tica colinergica. Un’aumentata tra-slocazione nucleare del fattore ditrascrizione NFκB è stata infattiosservata nei neuroni colinergici dipazienti Alzheimer. Studi effettua-ti sulle cellule di feocromocitomadi ratto (PC12), differenziate inneuroni colinergici mediante trat-tamento con il Nerve Growth Fac-tor (NGF) dimostrano inoltre chela proteina p49 è in grado di le-garsi a un sito all’interno del pro-motore dell’enzima acetilcolin-transferasi riconosciuto anche dafattori di trascrizione attivati dal-

l’NGF, scalzandone il legame eprovocando la riduzione della tra-scrizione dell’enzima. La proteinap49 può dunque essere un regola-tore negativo dell’attività della ace-tilcolintransferasi.

Gli animali transgenici con un’e-spressione tessuto-specifica e indu-cibile verranno generati mediantel’utilizzo del “Tetracycline-Regula-ted System” (Figura). Questo siste-ma prevede la generazione di due li-nee di animali transgenici. La pri-ma linea esprimerà un regolatoretrascrizionale controllato dalla te-traciclina (rtTA) posizionato sottoil controllo di un promotore speci-fico per il tessuto in cui si vuoleesprimere il gene di interesse; la se-conda linea esprimerà il gene di in-teresse (p49) sotto il controllo delpromotore “rtTA-responsive” (Te-tOp promoter). Il transattivatore rt-TA si lega e attiva la trascrizione dalTetOp promoter solo in presenzadella doxiciclina, un analogo dellatetraciclina (Tet-On System). Ledue linee di topi transgenici verran-no incrociate per ottenere una lineabigenica in cui si avrà l’espressionetessuto-specifica e inducibile, me-diante somministrazione di doxici-clina nell’acqua da bere, del genedesiderato.

I topi transgenici p49, rappre-sentando un modello sperimenta-le alternativo dell’Alzheimer, con-sentiranno lo studio della relazio-ne causale tra la disfunzione si-naptica colinergica e la cascata dieventi patologici caratteristici del-la malattia e del ruolo di NFκBnella degenerazione neuronale. Ilchiarimento delle caratteristichemolecolari che rendono i neuronidella corteccia e dell’ippocamposuscettibili alla morte, contribui-rebbe allo sviluppo di strumenti didiagnosi precoce e allo sviluppo dinuovi target terapeutici per la ma-lattia di Alzheimer.

Figura - Sistema inducibile (Tet-On System) per la generazione di topitransgenici esprimenti la proteina p49 ■

Page 11: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

l "fumo passivo", inalato invo-lontariamente dalle personeche entrano a contatto con

uno o più fumatori attivi, è il princi-pale inquinante degli ambienti chiu-si (1). Si stima che in Italia le personeesposte al fumo passivo siano oltrequindici milioni, pari al 26% della po-polazione. Particolarmente a rischiosono i bambini, gli anziani, i bron-chitici cronici, gli asmatici e i cardio-patici. Il fumo passivo, oltre a distur-bi temporanei quali irritazione e la-crimazione degli occhi, mal di testa,tosse, irritazione della mucosa nasa-le e della gola, nausea, può esserecausa di condizioni ben più graviquali riduzione di alcuni parametri difunzionalità respiratoria, tumore pol-monare e in altre sedi, aggravamen-to di patologie preesistenti come an-gina pectoris, asma, bronchite croni-ca e allergie (2).

La Legge n. 3 del 16 gennaio 2003,all’art. 51, comma 6 con proroga al10 gennaio 2005 (DL 9 novembre2004, n. 266) ha come obiettivoprincipale la tutela della salute dei

non fumatori nei locali pubblici. L’I-talia è uno dei pochi Paesi al mondoche abbia adottato una simile legi-slazione, un approccio che in altriPaesi si è rilevato efficace per osta-colare l’esposizione al fumo passivonegli ambienti pubblici; oltre a ciòsembra avere l’ulteriore effetto di in-coraggiare le persone che lavoranoin questo tipo di locali a smettere difumare, o comunque ridurre il con-sumo di tabacco (3).

Per meglio comprendere gli in-tendimenti e gli ostacoli potenzialiall’attuazione della legge, il GruppoPROFEA (PROgramma di Formazio-ne in Epidemiologia Applicata) delCentro Nazionale di Epidemiologia,Sorveglianza e Promozione della Sa-lute dell’Istituto Superiore di Sanità,nel dicembre 2004 ha intrapreso unmonitoraggio sull’applicazione del-la legge da cui si ripromette di rica-vare un quadro multiregionale.

Più specificamente, in un cam-pione di ASL che ha aderito spon-taneamente, è stato intrapreso unostudio per:

• descrivere conoscenze, attitudinie comportamenti in relazione al-la legge da parte dei proprietaridi locali pubblici, quali bar, pizze-rie, pub, ristoranti;

• stimare l'adesione alle disposizio-ni di legge nei locali prima e dopola data di entrata in vigore del di-vieto di fumo nei locali pubblici il10 gennaio 2005.Per sette Regioni italiane (Calabria,

Campania, Emilia-Romagna, Piemon-te, Puglia, Toscana e Sicilia), almenouna ASL ha aderito allo studio. In ogniASL partecipante sono stati selezio-nati in modo casuale 50 locali (bar, ri-storanti, pizzerie e pub) da una listaricavata dalle Pagine Gialle. È statoutilizzato un questionario in due par-ti: una parte riempita dal gestore dellocale e l’altra dal ricercatore dellaASL, riguardante l’eventuale presenzadi fumatori nei locali nell’orario dimaggiore affluenza della clientela eregistrando sia la presenza diretta diclienti fumatori sia le tracce even-tualmente lasciate da questi ultimi(livello visivo e olfattivo di fumo).

Le osservazioni sulla seconda par-te del questionario sono state fattequando i ricercatori sono tornati araccogliere la prima parte. Le visiteper raccogliere il questionario sonostate fatte, quando possibile, du-rante le ore di maggior afflusso del-la clientela.

Not Ist Super Sanità 2005;18(3):i-ii i

Inserto BENBollettino Epidemiologico Nazionale

CONOSCENZE E COMPORTAMENTI DEI GESTORI DI LOCALI PUBBLICI PRIMA DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SUL FUMO

(DICEMBRE 2004 - GENNAIO 2005)

Gruppo ENFASI*

STUDI DAL TERRITORIO

I

(*) Gianfranco Accordino, ASL 5 Messina; Valerio Aprile, Dipartimento di Prevenzione SISP - AUSL Lecce 1-PROFEA); Mario Cuccia, Dipartimento di Prevenzione - ASL 3 Catania; Angelo D’Argenzio, Servizio diEpidemiologia e Prevenzione - ASL Caserta 2 - PROFEA; Carla Fiumalbi, Dipartimento di Prevenzione -AUSL 10 Firenze; Salvatore Lopresti, Dipartimento Sanità Regione Calabria - PROFEA; Oscar Mingozzi,Servizio di Igiene Pubblica - Area Epidemiologia e Comunicazione - AUSL Forlì - PROFEA; Alfredo Ruata,AUSL 18 Alba - Bra; Salvatore Scondotto, Dipartimento Osservatorio Epidemiologico - Assessorato allaSanità Regione Sicilia - PROFEA; Francesco Sconza (Dipartimento di Prevenzione - AS 4 Cosenza - PROFEA;Lorenzo Spizzichino - DG Prevenzione, Ministero della Salute; Alberto Perra, Paola Scardetta, Nancy Binkin- Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS

Page 12: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Complessivamente tra il 29 di-cembre 2004 e il 7 gennaio 2005 so-no stati visitati 471 locali pubblici:39% bar e 61% ristoranti, pizzerie opub. Nel 41% il cartello con l’indi-cazione di divieto di fumo era giàstato affisso. Solo il 2% era dotatodi aree separate per i fumatori,conformemente alle norme previ-ste dalla nuova legge. Durante i so-pralluoghi nei locali erano presenti,in media, nove persone. La percen-tuale dei locali in cui c’era almenoun fumatore era il 31% (range:18%in Sicilia - 52% a Forlì). Nel 34% deilocali il fumo era visibile e nel 40%c’era odore di fumo.

L’82% delle persone che ha com-pletato il questionario era proprie-tario o gestore del locale e il 18%socio o dipendente. La maggioran-za (72%) era rappresentata da uo-mini. Il 42% era fumatore, il 15% ex-fumatore e il 43% non fumatore. Frai gestori di bar si sono identificatipiù fumatori che fra i gestori di altritipi di locali (47% contro 39%; p =0,08).

Il 99% era informato sulle dispo-sizioni previste dalla normativa ela principale fonte d’informazioneera rappresentata da quella radio-televisiva (segnalata per l’82% deicasi), seguita dai giornali (62%) edalle associazioni di categoria(20%). È degno di nota che solo il16% abbia citato l’ASL e il 3% leforze dell’ordine.

La conoscenza sugli effetti del fu-mo passivo era molto diffusa. Lamaggioranza (79%) delle personeintervistate ha dichiarato che il fu-mo passivo è una minaccia per lapropria salute o per quella dei pro-pri collaboratori. Un ulteriore 14%ha risposto che dipende dalla du-rata dell’esposizione. Il 77% si è det-to convinto che la corretta applica-zione della legge avrebbe, certa-mente o probabilmente, ridotto peri non fumatori il rischio di averemalattie fumo-correlate, come, adesempio, asma e bronchiti. Co-munque, solo il 27% delle personeintervistate ha dichiarato che sicu-ramente o probabilmente questalegge farà fumare di meno le per-sone o addirittura le farà smetteredi fumare.

Riguardo ai propri locali, il 55% haosservato che in genere, nell’ora dipunta, almeno la metà dei clientifuma (64% di quelli con bar versus il50% di quelli con ristoranti, pizze-rie e pub; p = 0,006). La maggio-ranza (68%) ha riferito che all’ora dipunta i non fumatori sembravanoinfastiditi dal fumo, e il 36% ha di-chiarato che nell’ultimo mese, qual-che volta o frequentemente, ha ri-cevuto lamentele per la presenza difumo nel locale da parte di clientinon fumatori.

Alla domanda “In che misura ri-tiene che i suoi clienti fumatori ri-spetteranno questa legge?”, lamaggioranza (82%) ha risposto chetutti, o la maggior parte, la rispet-teranno.

Ai gestori è stato anche doman-dato se prevedevano, dopo l’entra-ta in vigore della legge, di chiederedi smettere di fumare a un even-tuale cliente fumatore, e anche sepensavano di segnalare alle forzedell’ordine un cliente che avrebbecontinuato a fumare nonostante glisia stato richiesto di smettere. Co-me mostrato nella Figura, la gran-de maggioranza dei gestori ha af-fermato che dopo l’entrata in vigo-re della legge, avrebbe chiesto aiclienti di smettere di fumare. Un nu-mero inferiore ha affermato che de-nuncerebbe alle forze dell’ordinecoloro che non ottemperano allalegge.

Una delle principali preoccupa-zioni riguardo la nuova legge sonole possibili implicazioni economi-

che negative. Anzi, il 24% degli in-tervistati era convinto che avrebbesubito una perdita significativa deiprofitti, mentre un ulteriore 19% siaspettava una perdita lieve.

Questo spaccato della situazionedei locali in un campione non-ran-dom di ASL in 7 regioni del Paese al-la vigilia dell’entrata in vigore dellalegge sul fumo, mostra la presenzadi fumatori in circa un terzo dei lo-cali, sebbene la maggior parte deigestori abbia percepito che i loroclienti non fumatori sono disturbatidal fumo, fino al punto di lamentar-sene in qualche occasione. I gestoriintervistati conoscevano gli aspettiprincipali della nuova legge, e lamaggior parte era consapevole de-gli effetti nocivi del fumo passivo edei benefici potenziali della leggeper la salute della loro clientela.

La grande maggioranza si è dettacerta di chiedere ai clienti di smet-tere di fumare, sebbene solo la mi-noranza si dichiari pronta a denun-ciare alle forze dell’ordine coloroche non rispetteranno la legge.Probabilmente la maggiore preoc-cupazione dei gestori riguarda unpotenziale danno economico, conquasi la metà preoccupata di subi-re perdite significative o lievi per lapropria azienda.

Dopo la rilevazione dei dati pre-cedente l’entrata in vigore della leg-ge, si prevede di completare il mo-nitoraggio effettuando negli stessilocali due o tre successive raccoltedi dati a distanza di alcuni mesi e diun anno a partire dal 10 gennaio.

Inserto BEN

ii

Probabilmente no

Dipende dalla persona0

20 40 60 80 100

Sicuramente sì

Probabilmente sì

Sicuramente no

6

410

216

925

4284

0%

Chiedere di smettereSegnalare alle forze dell’ordine

Figura - Prevalenza di gestori che pensano, dopo l’entrata in vigore della legge,di chiedere di smettere di fumare ai clienti che fumano e che in caso di rifiutoli segnaleranno alla pubblica autorità (dicembre 2004-gennaio 2005)

Page 13: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

centri antiveleni (CAV) attivi inItalia ricevono ogni anno cir-ca 67.000 richieste di consu-

lenza per presunte intossicazioni(1). Le principali categorie di agen-ti associati a questi incidenti com-prendono: i farmaci (circa il 34% deicasi), i prodotti domestici (circa il23% dei casi), prodotti industria-li, antiparassitari, alimenti/vegetali(circa il 5% dei casi per ciascuna ca-tegoria), cosmetici e prodotti per l’i-giene personale (circa il 4% dei ca-si) (1, 2). Le esposizioni risultano ve-rificarsi per circa l’87% dei casi inambiente domestico; una parte ri-levante dei soggetti intossicati so-no bambini di età inferiore a 5 anni,

che rappresentano circa il 44% del-l’intera casistica (1-3).

La rilevazione con procedurestandard e la disamina sistematicadei casi di intossicazione riferiti aiCAV può fornire un’importante ba-se di dati per la precoce individua-zione di agenti o condizioni diesposizione particolarmente peri-colosi, indirizzare interventi per laprevenzione e la formazione, gui-dare la ricerca clinica e in altri set-tori, costituire un supporto per in-terventi di tipo normativo. Inoltre,può fornire indicazioni per la rifor-mulazione, il confezionamento o larevoca di prodotti commerciali siadi tipo farmaceutico che non far-

maceutico e contribuire alla tem-pestiva rilevazione di atti terroristi-ci di tipo chimico e biologico (4, 5).

Considerando la rilevanza sanita-ria che i dati sulle intossicazioni pos-sono avere, è stato recentementeavviato presso il Centro Nazionale diEpidemiologia, Sorveglianza e Pro-mozione della Salute dell’Istituto Su-periore di Sanità un piano di lavoroper la definizione di un sistema na-zionale di sorveglianza delle esposi-zioni tossiche e delle sindromi a es-se associate, basato sul contributodei CAV. Contestualmente, è statoanche avviato un rapporto di stret-ta collaborazione con il CAV di Mila-no, centro di riferimento nazionale

INTOSSICAZIONI DA FARMACI IN ITALIA: LA CASISTICA PRESA IN ESAME DAL CENTRO ANTIVELENI DI MILANO NEL 2004

Franca Davanzo1, Laura Settimi2, Sergio Manfrè1, Maurizio Bissoli1, Marcello Ferruzzi1, Fabrizio Maria Sesana1,Rossana Borghini1, Angelo Travaglia1, Valeria Dimasi1, Tania Giarratana1 e Giuseppe Vighi1

1Centro Antiveleni, Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano2Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS

3Gruppo di Farmacovigilanza, Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano

Not Ist Super Sanità 2005;18(3):iii-iv iii

Inserto BEN

I

Contemporaneamente, in un vastocampione di locali afferenti ad ASLdi altre regioni, si stanno racco-gliendo altri dati - utilizzando unquestionario leggermente modifi-cato - che metteranno a disposi-zione informazioni più precise sul-l’efficacia della legge anti-fumo.

Riferimenti bibliografici

1. Ministero della Salute. La tutela ela promozione della salute negliambienti confinati. Commissionetecnico scientifica per l’elaborazio-ne di proposte d’intervento legisla-tive in materia d’inquinamento in-door; 1998.

2. Respiratory Health Effects of PassiveSmoking: Lung Cancer and OtherDisorders. EPA/600/6-90/006F

3. Heloma A, Jaakkola MS. Four-year fol-low-up of smoke exposure, attitudes andsmoking behaviour following enactmentof Finland's national smoke-free work-place law. Addiction 2003;98(8):1111-7.

Paolo D’ArgenioDirezione Generale Prevenzione, Ministero della Salute, Roma

L’applicazione della legge sulla tutela dei non fumatori dal fumopassivo potrà migliorare la qualità dell’aria nei locali chiusi e di con-seguenza il benessere e la salute di quanti vi soggiornano. La legge,che amplia i diritti dei non fumatori, può costituire un formidabilestimolo per rendere più respirabile l’aria anche nelle abitazioni e peraumentare la frequenza dei tentativi di chi vorrebbe smettere difumare. I professionisti della sanità pubblica sanno che l’azione dicontrasto al fumo è difficile se non è accompagnata da misure chemodificano il sistema di regole sociali, come i divieti nei locali chiusi

o l’aumento dei prezzi. D’altro canto, le norme possono restare inap-plicate se non sono accompagnate da un atteggiamento favorevoledi specifici gruppi della popolazione, e dalla valutazione dei suoieffetti. Infine, la constatazione di effetti positivi aumenta il sostegnoalla legge. Questo articolo riporta i risultati di un monitoraggio sem-plice e utile, realizzato da servizi di sanità pubblica che, in questomodo, diventano un soggetto attivo nell’applicazione della legge n.3 del 16 gennaio 2003 appropriandosi dei suoi obiettivi di salute. Lostudio evidenzia il ruolo positivo svolto dai media nell’informare lapopolazione. I media sono interessati agli effetti di una legge chemodifica la vita quotidiana del loro pubblico e potranno continuarea costituire un canale importante di comunicazione se sapremo for-nire ad essi dati e informazioni tratti dal monitoraggio. Con la valu-tazione e la comunicazione possiamo contribuire a realizzare un suc-cesso della sanità pubblica italiana.

Il commento

Page 14: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

a cui perviene circa il 60% dell’insie-me delle richieste di consulenza tos-sicologica inoltrate ai CAV (1) epresso cui è attivo un sistema infor-matizzato di rilevazione dei casi (6).Tale collaborazione è finalizzata auna valutazione preliminare delleprincipali caratteristiche della casi-stica associata alle diverse categoriedi esposizione.

Nel presente contributo viene pre-sentata una prima analisi dei casi diintossicazione da farmaci presi inesame dal CAV di Milano nel 2004.

Nel corso del periodo in esame IlCAV di Milano ha preso in esame19.539 richieste di consulenza rife-rite a esposizione a prodotti farma-ceutici, pari a circa il 37% del tota-le dei 52.295 interventi effettuati.Per il 63% dei casi considerati, la ri-chiesta di assistenza è stata effet-tuata da servizi ospedalieri, per il32% da referenti extraospedalieri oda privati cittadini, e per il restante5% il richiedente non è risultato no-to. Dalla regione Lombardia è per-venuto circa il 35% della casisticaconsiderata (6.846). Le altre regioniche più frequentemente hannoconsultato il CAV di Milano in riferi-mento a intossicazioni da farmacisono state la Sicilia (1.500), l’Emilia-Romagna (1.470), la Campania(1.084), la Toscana (1.067), la Puglia(987) e il Piemonte (910). Per quan-to riguarda le modalità di esposi-

zione, il 49% dei casi è risultato ditipo accidentale, il 33% di tipo in-tenzionale, e il 17% non noto. Tra ipazienti con esposizione di tipo ac-cidentale, il 69% è risultato costi-tuito da bambini con età inferiore a5 anni e le intossicazioni messe inrelazione a errori terapeutici sonorisultate pari al 14%. Le categorie difarmaci più frequentemente asso-ciate ai casi di intossicazione invo-lontaria sono state: analgesici/anti-infiammatori (13%); sedativi/ipno-tici/antipsicotici/antidepressivi(10%); anti-istaminici (8%); ormoni(7%); antibiotici (6%); prodotti perla profilassi della carie dentaria(fluoro) (3%); antisettici (3%). I di-sinfettanti, classificati come pro-dotti parafarmaceutici, sono statiassociati al 6% dei casi di intossica-zione accidentale.

Le osservazioni sino a ora effettua-te risultano confrontabili con quan-to osservato nell’ambito del sistemadi sorveglianza attivo negli Stati Uni-ti con il contributo di 64 CAV (ToxicExposure Surveillance System - TESS)(4) e incoraggiano ulteriori ap-profondimenti dello studio sui datiitaliani disponibili per acquisire indi-cazioni più dettagliate sulle diversedinamiche di esposizione e sugliagenti che più frequentemente ri-sultano causa di intossicazione nellediverse fasce di età. L’insieme dei ri-sultati ottenuti potrà essere propo-

sto come una prima base conosciti-va per indirizzare campagne diinformazione e prevenzione rivolteal pubblico e al personale sanitario.

Riferimenti bibliografici

1. Ministero della Sanità. Compendiodelle relazioni armonizzate dei cen-tri antiveleni italiani per l’anno1998; 2000.

2. Davanzo F, Faraoni L, Sesana FM etal. Intossicazioni acute tra le donnee i bambini. Anni 1997-1999. In: A.Leonardi, G. Scaravelli (Ed.). Salu-te della donna e del concepito: pre-venzione dei rischi ambientali e occu-pazionali. Roma: Istituto Superioredi Sanità; 2004. (Rapporti ISTI-SAN 04/20). p. 22-6.

3. Settimi L, Davanzo F, Faraoni L. In-tossicazioni acute nei bambini. In:Figà-Talamanca, 2004, A. Manto-vani (Ed.). Ambiente e infanzia inItalia. Roma: Verduci Editore; 2004.

4. Watson AW, Litovitz TL, Klein-Schuartz W et al. 2003 Annual Re-port of the American Association ofPoison Control Centres Toxic Ex-posure Surveillance System. Am JEmerg Med 2004; 22(5):335-421.

5. Krenzelok EP, Allswede M, MrvosR. The poison centre role in biolo-gical and chemical terrorism. VetHum Toxicol 20000;42(6):237-300.

6. Davanzo F, Travaglia A, Chiericozzi Met al. Intossicazioni da prodotti anti-parassitari rilevate dal Centro Antive-leni di Milano (1995-1998). Ann IstSuper Sanità 2001;37(2):127-34.

Inserto BEN

Luisa SodanoDirezione Generale Prevenzione, Ministero della Salute, Roma

I CAV rivestono un ruolo importante nel fornire agli operatori sanitari e alpubblico informazioni sull’identificazione e il trattamento di vari tipi diintossicazione. Oltre a rappresentare un importante servizio in ambitopubblico, essi sono una fonte informativa di eventi acuti accidentali eintenzionali di varia natura tale da far ritenere questi centri uno dei cardi-ni della SOrveglianza Sindromica (SOS) (1). Questa, secondo la definizio-ne dei Centers for Disease Control and Prevention americani (1) è “unapproccio investigativo in cui lo staff dei dipartimenti di sanità pubblica,assistito dall’acquisizione di dati automatizzati e dalla generazione di“alert” statistici, monitora gli indicatori di malattia in tempo reale o quasiper rilevare epidemie prima di quanto sarebbe possibile con i metodi tra-dizionali di sanità pubblica”; a tal fine, si ricorre a dati prediagnostici, tracui le richieste di consulenza ai CAV. Pertanto, nel progetto sulla SOS messoa punto dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie del

Ministero uno degli obiettivi specifici è implementare una rete dei CAVattivi in Italia per la sorveglianza delle esposizioni ad agenti tossici e dellesindromi ad essi associate. Per far ciò è necessario procedere all’omoge-neizzazione delle informazioni da raccogliere e dei relativi strumenti dirilevazione e alla predisposizione di un unico sistema informatico di sup-porto. L’obiettivo ultimo è usare il grande potenziale informativo di questicentri per meglio indirizzare la prevenzione di eventi rilevanti per fre-quenza e gravità, quali le intossicazioni acute.

Riferimenti bibliografici

1. Henning KJ. What is Syndromic Surveillance? In: Syn-dromic Surveillance: Reports from a National Conferen-ce, 2003. MMWR 2004;53(Suppl):7-11.

Il commento

Comitato editoriale BEN

Nancy Binkin, Paola De Castro, Carla Faralli, Marina Maggini, Stefania Salmaso

e-mail: [email protected]

iv

Page 15: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Not Ist Super Sanità 2005;18(3):11-15 11

alluminio (Al) e le sueleghe, per l’elevatalavorabilità, leggerez-

za e resistenza alla corrosione,occupano un posto di primariaimportanza tra i materiali dimaggior impiego per la realizza-zione di imballaggi e recipientidestinati a venire in contattocon gli alimenti.

In campo alimentare, l’Altrova applicazione sotto dueforme, il tipo A (alluminiopuro) impiegato soprattutto perfilm per avvolgere, vaschette perla cottura e la conservazione epentolame, anche se spesso que-sti ultimi articoli sono rivestitida strati di materiale antiaderen-

te, e il tipo B (leghe a base dialluminio) impiegato soprattut-to per oggetti “fusi”, ad esempiocaffettiere o piastre per toast,oggetti destinati a contatti perperiodi di tempo limitati e nelcaso delle caffettiere, a contattosolo con acqua.

L’Al e le sue leghe stanno ormaiavviandosi verso una regolamen-tazione nazionale specifica. Atutt’oggi infatti, l’Al rientra sol-tanto nelle disposizioni di caratte-re generale come tutti i materialidestinati al contatto alimentare edeve riferirsi alla norma generale:DL n. 108 del 25 gennaio 1992(1) e al DPR n. 777 del 23 agosto1982 (2). Questi due provvedi-

menti riassumono anche quantogià stabilito dalla Legge n. 283del 1962 (3) fissando due princi-pi di base applicabili a tutti imateriali che, quando posti acontatto con gli alimenti:• non debbono cedere sostanze

che li rendano nocivi;• non debbono alterarne le

caratteristiche organolettiche. Nel settore alimentare, a livel-

lo di applicazione normativa,può essere inoltre fatta unadistinzione tra oggetti nei qualil’Al (o le sue leghe) sono “rive-stiti” o nei quali il materiale è acontatto “tal quale”.

Infatti, in alcuni casi (tubettio lattine), l’Al viene rivestito

ALLUMINIO A CONTATTO ALIMENTARE:STUDI SPERIMENTALI E ASPETTI TECNICI

RIASSUNTO - L’alluminio è sicuramente tra i materiali di maggior impiego per la produzione di imballaggi econtenitori destinati a venire in contatto con gli alimenti. Attualmente, a livello nazionale, l’alluminio non èregolamentato in maniera specifica e rientra pertanto nelle disposizioni di carattere generale del DL n. 108 del25 gennaio 1992 e del DPR n. 777 del 23 agosto 1982. Allo scopo di fornire elementi tecnici utili all’elabora-zione di una normativa specifica, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha effettuato diversi studi sperimentali. Glistudi sono stati effettuati sia sugli alimenti stessi, cotti o conservati nei contenitori in alluminio, sia su simulantialimentari, riproducenti le reali condizioni d’uso.Parole chiave: alluminio, imballaggi, alimenti

SUMMARY (Aluminium for food contact: experimental studies and technical considerations) - Aluminium is oneof the most widely used materials both for food containers and packaging. Today, at a national level, there isnot any specific regulation, therefore only the generic provisions from DL108 and DPR 777 apply. To supplyuseful technical elements for the elaboration of a specific regulation, the Istituto Superiore di Sanitá perfor-med a number of experimental studies. Such studies were done both on foodstuffs (raw or coocked) stored inaluminium containers, and on food simulants; time and temperature conditions were choosen to simulatethose which are normally expected during real life. Key words: aluminium, packaging, food [email protected]

Roberta Feliciani, Massimo Denaro, Silvia Giamberardini, Antonino Maggio e Maria Rosaria Milana

Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, ISS

L

Page 16: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

R. Feliciani, M. Denaro, S. Giamberardini et al.

di una vernice che lo isola dalcontatto diretto con l’alimento:tale rivestimento è importantesoprattutto quando il materialeè destinato a venire in contattocon bevande o alimenti partico-larmente aggressivi, come ali-menti acidi o ad alto contenutodi sale, o quando è previsto uncontatto prolungato.

In questi casi, se lo strato divernice isola l’alimento dal con-tatto con il metallo, e quindi lostrato funziona da barriera, ilcontenitore viene consideratocome materia plastica e pertan-to, come tale, sottoposto ai con-trolli igienico-sanitari previstiper le materie plastiche.

Studi sperimentali

All’Al non rivestito, ai sensidella normativa, non risultanoapplicabili le prove di migrazioneglobale e specifica realizzatemediante l’uso dei simulanti.Ciò avviene sia dal punto di vistastrettamente legislativo, non esi-stendo, come prima riportato,norme specifiche in tal senso, siadal punto di vista pratico, inquanto è stato dimostrato speri-mentalmente che il potere estrat-tivo esercitato dai simulanti neiconfronti della superficie in Al e,in particolare, dalla soluzione diacido acetico al 3% non è para-gonabile a quello realizzato daglialimenti stessi (4).

Infatti, allo scopo di fornireelementi tecnici utili per l’elabo-razione di una normativa speci-fica sono stati effettuati nume-rosi studi sperimentali chehanno posto in raffronto i datiottenuti dai test di migrazionein simulanti alimentari conquelli rilevati direttamente suglialimenti posti nelle stesse condi-zioni di contatto.

Un primo studio è stato effet-tuato su vaschette monouso,adottando i tempi e le tempera-ture di contatto previsti dallaDirettiva 90/128/CEE per lematerie plastiche (5) e riprodu-cendo le reali condizioni diimpiego e di conservazione dellevaschette di Al (6).

Le vaschette di Al sono statequindi poste in contatto consimulanti alimentari per periodidi tempo compresi tra 0,5 h e10 giorni, e temperature com-prese tra 5 °C e 175 °C.

Dai risultati ottenuti riportatinella Tabella 1 e nella Tabella 2,si sono tratte le seguenti consi-derazioni.

I contatti realizzati a 80 °Cper due ore hanno fatto riscon-trare un livello di Al migrato di0,5 mg/dm2. Nessuna migrazio-ne, ai limiti di rivelabilità del

metodo, è stata invece riscontra-ta dopo le prove effettuate a100 °C per 0,5 ore in acido ace-tico al 3% e dopo quelle in oliod’oliva effettuate per due ore a175 °C.

Nei simulanti provenientidalle prove condotte in acidoacetico al 3% i livelli di cessioneriscontrati sono risultati conte-nuti entro limiti accettabili nellecondizioni di conservazionerefrigerata (5 °C), anche perperiodi prolungati, nelle condi-zioni di conservazione a tempe-ratura ambiente (40 °C) entro le24 ore mentre già dopo il primogiorno a 40 °C i livelli di cessio-ne si sono rivelati piuttosto ele-vati.

Come già detto, le prove dimigrazione sono state effettuateoltre che nei simulanti alimenta-ri anche in diversi tipi di ali-

12

Tabella 1 - Migrazione di alluminio da vaschette monouso a 40 °C e a 5 °C

Giorni di contatto Migrazione a 40 °C Migrazione a 5 °C

mg/L mg/dm2 mg/L mg/dm2

1 29,0 3,0 - -2 84,0 8,0 - -3 11,0 10,5 - -4 19,5 18,0 - -5 26,0 24,0 - -6 38,5 35,5 - -7 41,5 37,5 - -8 471,5 43,0 - -9 565,0 51,5 tracce tracce

10 729,5 66,5 3,0 0,5

Tabella 2 - Migrazione di alluminio da vaschette monouso da test a brevecontatto

Condizioni di contatto Migrazione

mg/L mg/dm2

2 ore a 40 °C (acido acetico 3%) - -2 ore a 80 °C (acido acetico 3%) 3,5 0,51/2 ora a 100 °C (acido acetico 3%) - -2 ore a 175 °C (olio d’oliva) - -

Page 17: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

13

menti che, dopo cottura o con-servazione nel contenitore di Al,sono stati omogeneizzati, liofi-lizzati e sottoposti ad analisi perla determinazione del metallo(Tabella 3) (7).

I risultati ottenuti hannodimostrato come un maggiorrilascio di Al dai contenitori sisia verificato negli alimentiacidi, sia a basse che ad alte tem-perature, e come l’addizione disale all’acqua durante l’ebollizio-ne comporti un aumento di Almigrato.

I risultati ottenuti dalle speri-mentazioni effettuate,hanno quindi dimo-strato come la contami-nazione di alimenti daparte di contenitori inAl durante la cottura ola conservazione dipen-da dai seguenti fattori:• temperatura di con-

tatto;• durata del contatto;• composizione degli

alimenti.Mentre nei film,

nelle vaschette mono-uso e nel pentolamel’Al è del tipo che pos-siamo definire “tipoA” cioè Al puro al99% circa, nelle caffet-tiere è di “tipo B” cioèleghe a base di Al nellequali l’Al è pari a 85-90%circa, trovandosi sotto forma dileghe con altri metalli quali:silicio (Si), rame (Cu), ferro(Fe) e zinco (Zn).

A tale proposito, le normespecifiche europee, che sonostate concordate e pubblicatecome norme UNI EN, riporta-no le composizioni chimiche siaper gli oggetti “fusi” (UNI EN601) (8) sia per i semilavorati(UNI EN 602) (9).

In particolare, le suddettenorme europee fissano un limiteper il Cu pari al 0,6%.Ovviamente il recepimentointegrale nella legislazione italia-na delle Norme UNI EN 601 eUNI EN 602 comporterebbel’inevitabile esclusione di buonaparte del mercato italianodell’Al, in particolare quelloriguardante gli oggetti ottenutiper fusione per gravità (ad esem-pio, le caffettiere) in cui, perragioni di maggior lavorabilitàdel materiale è indispensabilel’aggiunta di una quantità di Cu

pari al 6%. Pertanto, l’Italia haproposto un limite di Cu del6%, quindi dieci volte inferioreall’attuale proposta.

A tale proposito, pur nonessendo state fino a oggi segna-late situazioni di rischio per talitipi di articoli nelle normalicondizioni di uso, si è ritenutoopportuno e interessante effet-tuare una sperimentazione alloscopo di valutare proprio ilcomportamento delle caffettiere

in leghe di alluminio in seguitoall’uso ripetuto attraverso ladeterminazione della migrazio-ne di alcuni metalli presentinella lega, più significativi dalpunto di vista tossicologico (Pb,Cu, Zn) in condizioni di provariproducenti le normali condi-zioni di uso (10).

Sono state effettuate pertantoprove di migrazione specificaper valutare la migrazione di Pb,Cu, Zn in acqua distillata e inacqua potabile, poste a contattocon i campioni presi in conside-razione.

Parallelamente è stata deter-minata, sempre sul liquidosimulante, la migrazione globa-le, allo scopo puramente indica-tivo del comportamento delmateriale.

Successivamente, allo scopo divalutare il comportamento dellecaffettiere in seguito all’uso ripe-tuto, si è ritenuto necessarioeffettuare una seconda speri-mentazione, sottoponendo lestesse caffettiere analizzate

Alluminio a contatto alimentare: studi sperimentali e aspetti tecnici

Tabella 3 - Confronto fra migrazione di alluminio in alimenti preparati e cotti in conte-nitori di alluminio e in contenitori di vetro o di acciaio inox (valori medi)

Alimenti Alluminio (mg/kg)

Dopo contattoa Biancob c

Pasta 7,06 ± 0,77 6,76 ± 0,64b

Salsa di pomodoro 5,53 ± 1,28 2,84 ± 0,57b

Fagioli 3,35 ± 2,53 1,38 ± 1,10 b

Bieta 7,10 ± 0,59 7,00 ± 0,63 b

Patate bollite 1,63 ± 0,36 0,69 ± 0,20 b

Patate arrosto 0,94 ± 0,37 0,91 ± 0,39 b

Pesce fresco < 0,01 < 0,01c

Cannelloni di carne 0,05 ± 0,01 0,04 ± 0,01 b

Sottaceti 19,30 ± 1,31 1,90 ± 0,17 b

Caffè 0,93 ± 0,34 0,37 ± 0,16 c

Acqua potabile salata 3,93 ± 1,43 0,37 ± 0,16 b

Acqua potabile non salata 1,27 ± 0,70 0,12 ± 0,08 b

(a) Contenitori di alluminio (vaschette, fogli, pentole, caffettiere, coperchi, ecc.)(b, c) Contenitori di vetro e acciaio inox, rispettivamente

Page 18: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

nella prima sperimentazione aulteriori prove di migrazioneglobale e specifica nelle stessecondizioni sperimentali adottateprecedentemente.

Per tali prove sono stati messia punto un metodo di spettrofo-tometria di assorbimento atomi-co e un metodo gravimetricoindiretto. Le analisi sono statecondotte su alcuni tipi di caffet-tiere “Moka”, comunementeutilizzate anche a livello dome-stico, diverse sia per composi-zione della lega utilizzata che percapacità della caldaia.

La considerazione più interes-sante tratta dallo studio effettua-to riguarda la tendenza a unandamento decrescente delfenomeno di migrazione inseguito a un uso ripetuto dellacaffettiera (11).

In particolare, dai risultatiottenuti si può dedurre che: ladiversa percentuale di Cu pre-sente nelle leghe, pur influen-zando lievemente i valori dimigrazione, provoca livelli dicontaminazione molto più bassidi quelli individuati comel’Acceptable Daily Intake (DoseAccettabile Giornaliera-ADI)che fissa per il Cu un valore di

“daily intake” pari a35 mg/giorno peruna persona di 70kg (12). Per quantoriguarda il Pb, pre-sente nella lega, èstato invece indivi-duato un valore di“daily intake” pari a0,25 mg/giorno peruna persona di 70kg (13, 14).

Quindi, assumen-do 7-8 tazzine dicaffè al giorno (con-sumi medi elevati),può essere fatta una

stima sulla quantità di Cu e diPb assumibili giornalmente. Diseguito è riportato un esempiodi calcolo utilizzando i valori dimigrazione più alti di Pb e diCu ottenuti nella sperimenta-zione descritta (Tabella 4).

Quindi è stato confermatosperimentalmente che il 6% diCu presente nelle leghe utilizza-te per i fusi non rappresenta, invista di un’eventuale migrazionecontenitore/contenuto, alcunrischio tossicologico per il con-sumatore. Di conseguenza, sipotrebbe accettare una percen-tuale di Cu fino a un valoremassimo del 6% esclusivamenteper quanto riguarda questa tipo-

logia di oggetti e cioè gli oggettiin Al ottenuti per fusione pergravità destinati al contatto conestratti acquosi (caffettiere, pia-stre per toast, ecc.).

Conclusioni

I risultati ottenuti in proveeffettuate sugli alimenti, nellereali condizioni di cottura e con-servazione, non hanno indicatovalori di migrazione tali da lasciaripotizzare un rischio per la salutedel consumatore, nelle normali ecorrette condizioni d’uso.

Infatti, in base ai dati speri-mentali ottenuti (7), è stato sti-mato che il valore di “dailyintake” di alluminio, se tutti glialimenti di una dieta tipica ita-liana fossero stati preparati econservati in contenitori di Al,sarebbe approssimativamenteintorno a 6 mg/giorno, un valo-re molto basso se comparato conil Provisional Tolerable WeeklyIntake (PTWI) di 7 mg/kg pesocorporeo/settimana (equivalen-te a 60 mg/giorno per un uomoadulto) stabilito dal “JointFAO/WHO Expert Committeeon Food Additives” (14).

Inoltre, per quanto riguarda lapotenziale alterazione dellecaratteristiche organolettiche

R. Feliciani, M. Denaro, S. Giamberardini et al.

14

Tabella 4 - Quantità di metalli potenzialmente assumibile con consumo dicaffè di otto tazzine/giorno

Piombo3 µg Pb/tazzina di caffè x 8 tazzine di caffè al giorno

= 24 µg/giorno = 0,024 mg Pb/giorno“Daily Intake” accettabile Pb = 0,25 mg/die (peso corporeo = 70 kg)

0,024 << 0,25

Rame2 µg Cu/tazzina di caffè x 8 tazzine di caffè al giorno

= 16 µg/giorno = 0,016 mg Cu/giorno“Daily Intake” accettabile Cu = 35 mg/die (peso corporeo =70 kg)

0,016 << 35

Page 19: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

15

degli alimenti, dovuta al saporemetallico che il contenitorepotrebbe impartire all’alimentostesso, si ritiene che alcuniaccorgimenti nell’uso di talemateriale dovrebbero però esseretenuti presenti.

Considerando infatti che ilprotrarsi del contatto contenito-re/contenuto a temperature nonrefrigerate incrementa il valoredella migrazione del metallo,sarebbe opportuno etichettaretali contenitori in modo tale dapermetterne un uso corretto eappropriato da parte del consu-matore. Una tra le possibiliavvertenze che dovrebbero esse-re riportate nell’etichettaturapotrebbe essere, ad esempio,quella di non conservare perperiodi superiori alle 24 ore glialimenti in contenitori di Al atemperature superiori a quelledel frigo, salvo qualche caso par-ticolare, che verrà preso in con-siderazione nella normativa spe-cifica in corso di elaborazione.

Le conclusioni sopra riportatederivate dai diversi studi speri-mentali, hanno trovato rispon-denza con quanto riportato nellaspecifica linea guida sull’Al, con-tenuta nel documento su “Lineeguida su metalli e leghe destinati

al contatto alimentare” pubblica-to dal Consiglio d’Europa nel2001 (15).

È importante sottolineare che,pur non essendo norme vinco-lanti a livello nazionale, tali lineeguida rappresentano comunqueun valido punto di riferimentoper i materiali che non sonoregolamentati in maniera specifi-ca, come è attualmente per l’Al,o per i materiali per i quali è incorso una revisione della norma-tiva vigente.

Riferimenti bibliografici

1. Italia. Ministero della Sanità.DLvo 25 gennaio 1992, n. 108.Attuazione della Direttiva n.89/109/CEE concernente i mate-riali e gli oggetti destinati a veni-re a contatto con i prodotti ali-mentari. Gazzetta Ufficiale -SerieGenerale n. 39, SupplementoOrdinario, 17 febbraio 1992.

2. Italia. Decreto del Presidentedella Repubblica 23 agosto 1982,n. 777. Attuazione della Direttivan. 76/893/CEE relativa ai materialie agli oggetti destinati a venire acontatto con i prodotti alimentari.Gazzetta Ufficiale - Serie generalen. 298, 28 ottobre 1982.

3. Italia. Legge n. 283 del 30 aprile1962. Disciplina igienica dellaproduzione e della vendita dellesostanze alimentari e dellebevande.

4. Gramiccioni L, Feliciani R,Milana MR. Normativa suimateriali e oggetti a contatto

con gli alimenti. Di Renzo edi-tore; 2004.

5. Direttiva 90/128/CEE, febbraio1990 relativa ai materiali eoggetti di materia plasticadestinati a venire a contatto coni prodotti alimentari. GazzettaUfficiale della Comunità europea- L. 349/26, 13 dicembre 1990.

6. Gramiccioni L, Cardarelli E,Milana MR et al. An experimen-tal study about aluminiumpackaged foods. NutritionalToxicological Aspects of FoodProcessing 1988; 331-6.

7. Gramiccioni L, Ingrao G, MilanaMR et al. Aluminium levels inItalian diets and in selectedfoods from aluminium utensils.Food Additives and Contaminants1996;13(7):767-74.

8. UNI EN 601. Alluminio e leghe dialluminio. Getti. Composizionechimica dei getti destinati al con-tatto con gli alimenti; 1995.

9. UNI EN 602. Alluminio e leghe dialluminio. Semilavorati. Compo-sizione chimica dei semilavoratinella fabbricazione di oggettidestinati al contatto con gli ali-menti; 1995.

10. Gramiccioni L, Beccaloni E,Ciaralli L et al. Studio sullapotenziale migrazione di metal-li per le caffettiere in leghe o abase di Al. Alluminio Magazine1996;9(10):14-9.

11. Gramiccioni L, Beccaloni E,Ciaralli L et al. Caffettiere e usoripetuto. Alluminio Magazine1997; (2):8-32.

12. Evaluation of certain food additi-ves and contaminants. Twenty-sixth Report of the JointFAO/WHO Expert Committee onFood Additives. Geneva: WHO;1982 (WHO Technical ReportSeries 683)

13. Evaluation of certain food additi-ves and contaminants. Forty-firstReport of the Joint FAO/WHOExpert Committee on FoodAdditives. Geneva: WHO; 1993(WHO Technical Report Series 837)

14. Evaluation of certain food additi-ves and contaminants. Thirty-third Report of Joint FAO/WHOExpert Committee on FoodAdditives. Geneva: WHO; 1989,(WHO Technical Report series776). p. 26-7.

15. Technical Document Guidelineson metals and alloys used as foodcontact materials. Council ofEurope’s policy statement con-cerning materials and articlesintended to come into contactwith foodstuffs, 23 marzo 2001.

Alluminio a contatto alimentare: studi sperimentali e aspetti tecnici

Page 20: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Le rubriche del Notiziario

16 Not Ist Super Sanità 2005;18(3):16-17

I giovani italiani nel ritratto dell’Istituto Superiore di Sanitàa cura di Daniela De VecchisUfficio Stampa, ISS

onostante la voglia di indipendenza, tipicadell’età adolescenziale, per i giovani italiani la

famiglia rimane un valore assoluto. Al primo postorispetto a tanti altri. Per nulla attaccati al denaro, i gio-vani scelgono la sicurezza di un posto fisso. Sonoattenti alla “linea” e, a 15 anni, credono di sapere cos’èl’amore. È questa la fotografia delle giovani genera-zioni emersa dall’indagine appena conclusa su “Guidae comportamenti a rischio” realizzata dal Reparto“Ambiente e Traumi” diretto da Franco Taggi, delDipartimento di Ambiente e Connessa PrevenzionePrimaria dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).L’indagine, la prima di così ampio respiro, è stata con-dotta nel corso dell’anno scolastico 2002-03 in tutte leregioni (61 province, 211 scuole superiori). A essahanno partecipato 25.000 studenti tra i 14 e i 19 anni,consentendo anche di inquadrare il tema della sicu-rezza stradale tra i giovani anche in un contesto socia-le e comportamentale.

Per giorni interi, i giovani sono stati sotto la lucedei riflettori, protagonisti di pagine di giornali, diservizi televisivi e radiofonici. La stampa, infatti, nonè stata parca di notizie riguardanti gli stili di vita, icomportamenti, le aspirazioni e le ambizioni deinostri ragazzi. Proprio quegli argomenti che erano

stati nel mirino dello studio dell’ISS. “I giovani?Vogliono il posto fisso”, così titolava Il Messaggero il18 novembre scorso; “I ragazzi di oggi: 15 SMS algiorno”, così Il Corriere della Sera; “Teenager mammo-ni e narcisi”, questo l’articolo su La Stampa; “Famigliae posto fisso: i desideri dei ragazzi”, quello su IlMattino, mentre L’Unità titolava “Quei mammoniimpauriti dalla generazione x” e Il Giornale “I giovanisono tutti famiglia e lavoro. Il denaro? Un dettaglio”,e ancora “Osservati speciali. Quei ragazzi così perfet-ti. Forse un po’ troppo’ perfetti”, su L’Avvenire. E cosìvia, solo per citare i titoli dei principali quotidianinazionali.

Ma cosa hanno scoperto i ricercatori dell’ISS persuscitare tanto interesse? Ecco di seguito, una sintesi.

Gli affetti

La famiglia è al primo posto nella scala dei valoridei giovani italiani, seguita dagli amici e dall’amore.Più del 47% degli intervistati definisce l’interazionecon la famiglia “normale”, mentre il 34% sostiene diavere un rapporto “molto buono” con i membri dellapropria famiglia. Tra la famiglia d’origine, il metternesu una propria, gli amici e l’amore, il 55% dei giova-ni, senza particolari differenze tra maschi e femmi-ne, ritiene che genitori, fratelli e sorelle siano la cosapiù importante nella vita. Un quarto del campionepreferisce invece gli amici (verso i quali è disposto aun’apertura a “tutto campo” quasi il 60% del cam-pione, mentre un altro 37% mostra un atteggiamen-to più selettivo, specie le ragazze). Il 17% sceglie l’a-more, e solo il 4% dei ragazzi desidera, come primovalore, crearsi una propria famiglia. Man mano che igiovani crescono, le questioni di cuore diventanosempre più coinvolgenti per entrambi i sessi, a sca-pito dei propri amici per le ragazze e della propriafamiglia per i maschi.

L’amore

Nonostante la giovane età, quasi la metà dei ragazzimostra di sapere già cosa vuol dire amare. Circa il 30%ha, infatti, un partner stabile. Un altro 3% vive un rap-porto di coppia, che definisce tuttavia in fase di “speri-mentazione”, mentre il 12% si dichiara deluso da espe-

N

Page 21: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Nello specchio della stampa

17

rienze avute in passato. Con il crescere dell’età il quadronon cambia, anche se nell’insieme le ragazze sembra-no meno soddisfatte dei ragazzi. Il 68% dei maschi e il49% delle ragazze non ha invece relazioni stabili dicoppia. A parte i pochi “single” incalliti, la dolce metàmanca, un po’ perché l’anima gemella tarda ad arrivaree un po’ perché si pensa di essere ancora troppo giova-ni per un rapporto serio. Non manca, infine, qualchepessimista che ritiene di avere poche speranze perchéqualcuno possa innamorarsi di lui/lei.

Ambizioni e lavoro

Tra il potere, la carriera o un lavoro sicuro, i giovaniitaliani preferiscono non correre rischi e affidarsi a unimpiego stabile. Il 57% dei ragazzi e il 66% delleragazze rinuncia, infatti, a una brillante carriera o alpotere in favore di un’occupazione sicura. Una pro-fessione che porti fino al successo è ambita dal 30%del campione, mentre il potere puro e semplice fagola all’8% dei ragazzi, ma si tratta in ogni caso diaspirazioni che allettano più che altro il sessomaschile.

Valori

Alla richiesta di definire una scala di importanza tracultura, tempo libero, impegno sociale e fede, la metàdei giovani risponde di preferire il tempo libero e losvago come spazio ideale dove realizzare la dimensio-ne di sé. Quasi il 30% del campione, questa volta conuna leggera maggioranza femminile, ritiene che lacosa più importante sia la cultura, il 13% l’altruismo el’impegno sociale, il 9% la fede religiosa. L’età in que-sto campo conta molto: con l’andare degli anni, i gio-vani sacrificano il tempo libero a favore della cultura edell’impegno sociale.

Qualità caratteriali

Generosità e simpatia sono le qualità che i giovanipiù apprezzano in una persona. Il 55% le preferiscealla bellezza e all’intelligenza, giudicate più importan-

ti rispettivamente dal 14% e dal 31% del cam-pione. Crescendo, il bene dell’intelletto con-quista strada, mentre la bellezza rimane stabi-le per i ragazzi e perde quota tra le ragazze. Ildenaro, poi, è quasi un dettaglio: solo l’8% delcampione lo ritiene più importante della salu-te, giudicata una priorità dal 62% degli inter-vistati, mentre a favore della libertà che a que-st’età conserva sempre un suo fascino, siesprime il 30% degli intervistati.

I luoghi più frequentati

Sale cinematografiche e impianti sportivisono i luoghi più frequentati tra i 14 e i 19anni. Una buona metà dei giovani (il 50%con una forte prevalenza tra le ragazze) vainfatti volentieri al cinema, mentre il 48%pratica sport con regolarità, più spesso in

piscina o in palestra. Al terzo posto si piazzano lediscoteche con circa il 30% delle preferenze. Inbuona posizione anche le sale giochi con il 18% e lostadio con un 15%, dove si recano soprattutto imaschi. Con l’età le abitudini cambiano: si fa menosport, si va molto di più in discoteca e mostre, tea-tro e concerti cominciano a guadagnar terrenomentre cala l’interesse per le sale giochi e si ridi-mensiona di molto la partecipazione alle attivitàdella parrocchia.

Tempo libero

Come impiegano i giovani italiani il tempo libero adisposizione? Prevalentemente guardando la televi-sione (63%) o ascoltando la radio (58%). In alternativail 26% gioca ai videogames, mentre la sana abitudinedi leggere un libro viene seguita appena dal 24% deiragazzi. Alcuni poi, circa il 20%, si dedicano al compu-ter e alla navigazione su Internet.

“Linea” e alimentazione

Timorosi di esser “più grassi del dovuto” e inten-zionati ad avere un fisico da copertina, più del 70%dei giovani dichiara di fare attività fisica due o trevolte la settimana. Le ragazze hanno un rapportopiù soft con lo sport: fanno meno esercizi ma conregolarità, mentre i ragazzi si distinguono per unapproccio più intenso, che li vede protagonisti diesercizi più pesanti e frequenti ma meno dediti aun’attività costante nel tempo. Tuttavia, per conser-vare o riacquistare una forma smagliante è ancheimportante seguire una corretta alimentazione.Molte ragazze, il 60%, dichiarano di prestare parti-colare attenzione alle calorie contenute nei cibi. Uncontrollo che interessa meno i ragazzi, che nel 67%dei casi si disinteressano di calcolare l’apporto calo-rico giornaliero. A riprova di quanto l’aspetto esteti-co sia importante per i giovani italiani, basti pensa-re che il 29% dei ragazzi e il 35% delle ragazze affer-ma di fare esercizio fisico proprio allo scopo didimagrire. ■

Page 22: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

18 Not Ist Super Sanità 2005;18(3):18

Le rubriche del Notiziario

Visto... si stampia cura di Paola De CastroSettore Attività Editoriali, ISS

In questa rubrica sono annunciate tutte le pubblicazioni edite direttamente da questo Istituto, disponibili online in full-text e su supporto cartaceo. La produzione monografica è suddivisa in ampie aree tematiche:Ambiente e salute, Epidemiologia e sanità pubblica, Formazione e informazione, Patologie, Tecnologie e salute. Per essere informati sulle novità editoriali prodotte da questo Istituto, comunicate il vostro indirizzo e-mail a:[email protected]. Riceverete un avviso per ogni nuovo prodotto editoriale che potrete liberamente scaricaredal sito: www.iss.it La copia cartacea delle pubblicazioni è riservata a determinate categorie di utenza.

Statistiche del sito istituzionale www.iss.it: analisi del traffico come ausilio alla ottimizzazione.Eugenio Carrani, Paolo Roazzi, Mariano Santaquilani, Cinzia Sellitri2004, 21 p.

In uno scenario in frenetica evoluzione, quale è Internet, l'analisi dei dati di accesso ad unsito è uno strumento fondamentale per la conoscenza del pubblico Internet, per identificareil suo profilo, i suoi gusti e le sue tendenze. Attraverso una loro dettagliata analisi può es-sere incrementato il numero e la qualità di contatti al sito, approntando i necessari corretti-vi per migliorare il progetto e renderlo in linea con la sua missione. In questo rapporto ven-gono esaminati i dati del periodo 14 agosto 2003 - 29 febbraio 2004 relativi al sito istituzio-nale dell'Istituto Superiore di Sanità (www.iss.it).

[email protected]

Rapporti ISTISAN 04/31Area tematicaFormazione e informazione

Dinamica di specie algali tossiche nei laghi di Albano e di Nemi.Milena Bruno, Valentina Messineo, Daniela Mattei, Serena Melchiorre

2004, 55 p.

I risultati dello studio di 27 mesi (gennaio 2001 – aprile 2003) compiuto dall’IstitutoSuperiore di Sanità hanno evidenziato la presenza di due popolazioni stabili dell’algaCianoficea tossica Planktothrix rubescens nei laghi di Albano e Nemi nel Lazio. LaCianoficea è in grado di produrre microcistine, potenti epatotossine che agiscono comeagenti inibitori degli enzimi proteinfosfatasi 1, 2A e 3, presenti in tutti gli organismi viven-ti. Poiché si pensa che le proteinfosfatasi possano invertire l’azione della proteina chinasiC, la loro inibizione si traduce nell’attivazione di una serie di processi metabolici che hannorisvolti acuti, riguardanti la disgregazione delle membrane citoplasmatiche, e cronici,riguardanti l’attivazione di oncogeni che innescano tumori gastrointestinali ed epiteliali.Le ipotesi di recupero dei due laghi dalla pesante compromissione trofica che li caratteriz-za rappresentano l’unica strada per impedire la dominanza e le fioriture di P. rubescens o dialtre Cianoficee tossiche e per rivalutare un territorio prezioso dal punto di vista paesag-gistico e storico.

[email protected]

Rapporti ISTISAN 04/32

Area tematicaAmbiente e salute

Page 23: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Not Ist Super Sanità 2005;18(3):19 19

Istituto Superiore di Sanità

Progress report meetingV Programma nazionale di ricerca sull’AIDS

Roma, 2-6 maggio 2005

Negli ultimi anni, nell’ambito delle discipline biomediche e della gestione dei sistemi sanitari, è divenuto sempre più frequente il riferi-mento al concetto di complessità. A questa interpretazione della realtà e della conoscenza è riconducibile il crescente ricorso all’approcciomultidisciplinare in clinica e nella ricerca e la rivalutazione del contesto e della praticalità nei programmi sanitari. In questo quadro, poten-ziali conseguenze di rilievo si prospettano anche per lo sviluppo della Medicina basata sulle prove scientifiche (EBM), soprattutto per quan-to riguarda il valore delle evidenze derivanti dagli studi di efficacia, il contributo degli studi osservazionali e qualitativi, l’enfasi sui fattorisocioeconomici e contestuali. Per approfondire questi temi diviene utile discutere le basi epistemologiche su cui si fonda l’epidemiologiaclinica e la statistica biomedica e analizzare la sfida in corso tra i diversi modelli della conoscenza nei campi del sapere umano.

17 marzo Sanità pubblica ed epistemologia della complessità, Enrico Materia e Giovanni Baglio (Agenzia di Sanità Pubblica -Regione Lazio, Roma),

5 aprile L’antropologia tra individuo e contesto, Tullio Seppilli (Presidente della Fondazione Angelo Celli, Perugia)19 maggio Fisica e teoria della complessità, Giorgio Parisi (Dipartimento di Fisica - Università “La Sapienza”, Roma)7 giugno La complessità nella relazione psicoanalitica, Saro Brizzi (Istituto di Psicoterapia Analitica, Firenze)21 giugno Sistemi sanitari tra complessità, incertezza, mercato e conflitti di interesse, Gianfranco Domenighetti (WHO

Collaborating Centre for Health Policy, Planning and Management, Bellinzona)13 ottobre Evidence-based medicine fra ragione e passione, Alessandro Liberati (Agenzia Sanitaria Regionale Emilia-Romagna,

Bologna - Centro Cochrane Italiano, Milano)3 novembre Complessità ristretta e complessità generale, Edgar Morin (Presidente dell’Agenzia Europea per la Cultura, UNESCO, Parigi)

Segreteria scientifica Segreteria tecnicaA. Mele, S. De Masi, V. Wenzel e L. Sampaolo

E. Materia, G. Baglio e L. Carra Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS

Tel. 06 4990 4165-4146; e-mail: [email protected]; [email protected]

Ciclo di seminari su:

Salute, scienza ed epistemologia della complessità: un viaggio nei campi del sapere

Istituto Superiore di Sanità (Aula Pocchiari e Aula Bovet)

Roma, marzo-novembre 2005

NEWS

2 maggio Progetto “Azione concertata italiana per lo sviluppo di un vaccino contro HIV/AIDS (ICAV)”3 maggio Progetto “Epidemiologia dell’HIV/AIDS”3 maggio Progetto “Aspetti psicosociali”3-4 maggio Progetto “Coinfezioni, infezioni opportunistiche e tumori associati all’AIDS”4-5 maggio Progetto “Ricerca clinica e terapia della malattia da HIV”5-6 maggio Progetto “Eziopatogenesi e studi immunologici e virologici dell’HIV/AIDS”

Programma nazionale di ricerca sull’AIDS Per informazioni rivolgersi a: Coordinatore: Barbara Ensoli Giovanni Caricati

Tel. 06 4990 3210-3226; e- mail: [email protected]

Page 24: Linee guida per la gestione dei materiali biologici: ricezione dei …old.iss.it/binary/publ/publi/Notiziario marzo.1113480789.pdf · 2011-05-03 · Not Ist Super Sanità 2005;18(3):3-7

Nei prossimi numeri:

I vaccini della povertà: malaria, tubercolosi, AIDS

Istituto Superiore di Sanità

Presidente: Enrico GaraciDirettore Generale: Sergio Licheri

Viale Regina Elena, 299 - 00161 RomaTel. +39-0649901 Fax +39-0649387118

a cura del Settore Attività Editoriali


Recommended