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L'insegnamento nei territori africani

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L'insegnamento nei territori africani Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 9, No. 3/4 (Marzo-Aprile 1954), pp. 73-76 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757941 . Accessed: 14/06/2014 19:55 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 188.72.126.88 on Sat, 14 Jun 2014 19:55:52 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: L'insegnamento nei territori africani

L'insegnamento nei territori africaniSource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 9, No. 3/4 (Marzo-Aprile 1954), pp. 73-76Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757941 .

Accessed: 14/06/2014 19:55

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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AFFRICA 73

L'insegnamento nei territori africani Una iniziativa dell' Associazione Internazionale della Stampa per lo Studio dei Problemi d'Oltremare (AJ.P.E.P.O.) che interessa la politica e l'economia non meno che la scuola e la cultura.

Il 15 aprile, nelle ospitali sale dell'Istituto Italiano per l'Africa in Roma, sotto la presidenza del Sen. Teresio Guglielmone e con Pintervento di personalità altamente rappresentative e qualificate, ha avuto luogo una riunione intesa a preparare, per i primi mesi del 1955, un conve- gno internazionale sul tema «Modalità e fini dell'insegna- mento nei territori africani », che la Sezione italiana del- FAssociation Internationale de Presse pour l'Etude des Problèmes d'Outre-Mer (A.I.P.E.P.O.) organizzerà in Roma, in istretta collaborazione con l'Amministrazione Fi- duciaria Italiana della Somalia, con la Direzione Generale Somalia del Ministero Affari Esteri e con l'Istituto Italiano per l'Africa, e con il concorso degli enti ed istituti italiani e stranieri interessati.

L'incontro ha tratto occasione dalla riunione in Roma del Consiglio Direttivo dell'A.I.P.E.P.O. e dalla presenza di illustri membri stranieri del predetto Consiglio Diret- tivo: M. Fred Van der Linden, Consigliere Coloniale del Governo Belga e Presidente dell'Associazione della Stam- pa Coloniale Belga, M. Georges Riond, Vice Presidente dell'Assemblea dell'Unione Francese e Presidente dei Giornali Regionali Associati di Parigi, M. Leon Bruneel, Presidente dell'Associazione degli Interessi Coloniali Bel- gi, M. Serge Sabattier, Capo dei servizi d'oltremare del- l'Agenzia «France Presse», M. Jacques Ruel, Segretario dei Giornali Regionali Associati di Parigi.

INCONTRI ROMANI

Già nel pomeriggio del giorno 14 i membri del Con- siglio Direttivo dell'A.I.P.E.P.O. avevano ricevuto, presso la sede del Gruppo Italia Centrale dell'Unione della Stam- pa Periódica Italiana (U.S.P.I.) il benvenuto del Munici- pio di Roma e della Presidenza Nazionale dell'U.S.P.I. e avevano avuto modo, in un cordiale scambio di idee, di gettare le basi di una interessante collaborazione avvenire tra FA.I.P.E.P.O. e l'U.SPI.

La sera dello stesso giorno 14 essi avevano partecipato ad una cena data in loro onore dal Ministero degli Affari Esteri. Alla cena, presieduta dal Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri On. Vittorio Badini Confalonieri, erano intervenuti, tra gli altri, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri On. Raimondo Man- zini, i Senatori Raffaele Ciasca e Teresio Guglielmone, il Reggente la Direzione Generale Somalia dott. Piero Fran- ca, il Segretario Generale della Società per l'Organizzazione Internazionale prof. Roberto Ago, il Capo dell'Ufficio III della Direzione Generale Affari Politici del Ministero de- gli Affari Esteri dott. Maurizio De Strobel, il Capo del- l'Ufficio di Legislazione Scolastica Comparata del Mini- stero della Pubblica Istruzione prof. Leo Magnino, il Vice Presidente dell'A.I.P.E.P.O. per l'Italia dott. Quirino Maf- fi, il Direttore della Rivista « Affrica » aw. Gregorio Con- siglio, il Segretario Generale dell'Istituto Italiano per l'A- frica dott. Mario Dorato, e - in rappresentanza dell'Am- ministratore della Somalia, dell'Ufficio Stampa del Mini- stero degli Esteri e dell'Ufficio Studi Africa - rispettiva- mente i dott. Chiti, Cancellano d'Alena e Guglielmi, non- ché altri funziona» del Ministero degli Affari Esteri.

In tale occasione il Sottosegretario di Stato On. Badini Confalonieri aveva pronunciato un significativo brindisi, nel quale aveva voluto esprimere l'alta considerazione di cui il Ministero degli Affari Esteri d'Italia onora PA.I. P.E.P.O. («considerazione della quale il Ministero degli Affari Esteri ha già dato da tempo una testimonianza for- male, e della quale non mancherà di dare testimonianze sostanziali >), rilevando che FA.I.P.E.P.O. «si ispira alla tradizione migliore della stampa europea, alla verità nel- l'informazione, il che presuppone lo studio serio dei fatti,

un senso acuto delle responsabilità e «no spirito sincero di comprensione e di collaborazione tra uomini », e con- cludendo: «Da tempo voi siete, nei vostri rispettivi Paesi, fra i difensori di questa tradizione, che è il patrimonio più puro della nostra civiltà «di libertà e di spirito cri- stiano; fondando l'Associazione Internazionale della Stam- pa per lo Studio dei Problemi d'Oltremare, voi avete vo- luto cercare fuori del vostro Paese coloro che lavorano sulla stessa linea ideale, ed io penso che voi abbiate tro- vato in Italia degli alleati sinceri ed attivi».

DECISIONI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA A.I.P.E.P.O.

II mattino del giorno 15 il Consiglio Direttivo dell'A.I. P.E.P.O. si era riunito presso la sede dell'Istituto Italiano per l'Africa e aveva esaminato un importante ordine del giorno, del quale rendiamo noti alcuni punti: a) l'amplia- mento del Consiglio Direttivo stesso per delega dell'As- semblea Generale tenutasi a Parigi nel novembre dello scorso anno, con l'ammissione di due nuovi membri per l'Italia (che pertanto sarà rappresentata, oltre che dai dot- tori Maf fi e Filesi, anche dal prof. leo Magnino e dal dott. Mario Dorato) e di due nuovi membri per il Belgio (che così avrà anch'esso quattro rappresentanti); b) l'in- tensificazione del lavoro di organizzazione dell'Associazio- ne in Inghilterra, in Portogallo e in Olanda (dove, per l'attivo interessamento del sig. Albert G. Aukes, Ministro Plenipotenziario e Direttore dell'Afrika Instituut di Rot- terdam, sta costituendosi una sezione nazionale); e) la gra- duale estensione dei rapporti con giornalisti, studiosi ed enti di altri Paesi interessati, quali la Germania Occiden- tale, la Spagna, l'Austria, il Sud Africa, l'Egitto e l'Etio- pia; d) la pubblicazione dell'Annuario dell'Associazione, che avverrà entro il prossimo giugno e che consentirà ai soci di mettersi in diretto rapporto tra loro; e) l'organizza- zione di missioni giornalistiche nei territori oltremare; /) l'adesione dell'A.I.P.E.P.O. all'iniziativa della Sezione Italiana per il Convegno in oggetto.

Nel discutere il bilancio finanziario 1953, il Consiglio Direttivo aveva espresso il suo vivo apprezzamento per l'apporto sostanziale di lavoro, di iniziative e di agevola- zioni dato dai Soci italiani e formulato l'augurio - cor- roborato dalle parole pronunciate la sera prima dal Sotto- segretario di Stato On. Badini Confalonieri - che il Mini- stero degli Affari Esteri Italiano, a simiglianza degli altri Ministeri stranieri del cui alto patrocinio FA.I.P.E.P.O. si onora (Ministeri degli Affari Esteri del Belgio, del Lus- semburgo e del Portogallo, Ministero per le Relazioni con gli Stati Associati alla Francia e Ministero della Francia d'Oltremare, Ministero delle Colonie del Belgio e Mini- stero dell'Oltremare del Portogallo), voglia partecipare attivamente alla vita dell'Associazione.

Colleghi stranieri e italiani dell'A.I.P.E.P.O. si ritro- vavano poi in cordiale incontro conviviale alla colazione offerta dell'On. Gianfranco AUiata, principe di Montereale, al Circolo della Caccia.

LA RIUNIONE PREPARATORIA DEL CONVEGNO

Alla riunione del pomeriggio del giorno 15, intesa, come si è detto, a preparare un convegno internazionale sull'insegnamento nei territori africani, partecipava un pub- blico numeroso ed eletto, che comprendeva - oltre ai già nominati esponenti stranieri del Consiglio Direttivo del- l'A.I.P.E.P.O., ai componenti il Comitato di Presidenza della Riunione (On. Gianfranco Alliata, Mons. Gaudenzio Barlassina, Governatore Francesco S. Caroselli, Sen. Raf- faele Ciasca, Sen. Teresio Guglielmone, nonché il Mini- stro Albert G. Aukes, l'Amb. Giuliano Cora, il dottor

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74 AFFRICA

Piero Franca, la On. Maria Jervolino e l'On. Giuseppe Vedovato, presenti con lettera di adesione) e ai membri del Comitato Promotore del Convegno (aw. Gregorio Con- siglio, prof. Paolo d'Agostino Orsini, dott. Mario Dorato, Teobaldo Filesi, Guglielmo Guglielmi e Quirino Maffi e prof. Leo Magnino) - FOn. prof. Alberto Enrico Folchi, rOn. Pietro Romani (Commissario per il Turismo), gli Ambasciatori Pasquale Diana e Sidney Ricotti-Prina ; i rappresentanti delle Ambasciate del Belgio, dell'Etiopia, della Francia e della Gran Bretagna in Roma; numerosi funzionari del Ministero degli Affari Esteri, fra cui i dot- tori Pagnutti, Cattàn, Pollici, Vestri, Vicari; vari funzio- nari della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei ser- vizi stampa e radio della medesima; il Marchese Giuseppe di Petro per la Radio Italiana; i giornalisti Cancellano d'Alena, Longo, Lovato, Müller-Minervo, Neri, Osea Fe- lici, Querèl, Quattrociocchi, oltre ai giornalisti membri del- FA.I.P.E.P.O.; i Procuratori Generali (o loro rappresen- tanti) delle Missioni cattoliche operanti in Africa (Conso- lata, Padri Bianchi, Padri Oblati ecc); membri del Col- legio Etiopico presso il Vaticano; il prof. Basilio Cialdea, il Ten. Col. Renato Rocca della Segreteria del Presidente della Repubblica, il prof. Enrico Felicella della Società Africana d'Italia, il prof. Giuseppe A. Costanzo e il dottór Franco Casadìo della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale, i dott. Enrico Insabato e Roberto Ferrara del Centro Relazioni Italo-Arabe, il dott. Emilio Inglesi s in rappresentanza dell'aw. Vittorino Veronese del Comi- tato Permanente per i Congressi dell'Apostolato dei Laici, Donna Matizia Maroni Lumbroso e la prof. Alice Virgilii della Fondazione Ernesta Besso, il dott. Mania Miniimi Caracciolo e il dott. Angiolino Albanese e numerosi altri funzionari del disciolto Ministero Africa Italiana, il dot- tor Luigi Furlotti della Camera di Commercio Italiana per l'Africa, il dott. Massimo Adolfo Vitale del Museo Colo- niale, la dott. Ester Panetta e numerosi altri soci e colla- boratori dell'Istituto Italiano per l'Africa, i proff. Cesare Cesari, Enrico De Leone, Bruno Francolini, Antonio D'Emi- lia e Stanislao Piccioli, il prof. Baglioni direttore delle scuole^ secondarie della Somalia, i dott. Enrico Montanari e Francesco Valori, numerosi esponenti del corpo inse- gnante italiano in Africa, il Gen. Giuseppe Simonetti, lo Ammiraglio Giuseppe Fioravanzo, Padre Alfonso Smetsers delle Missioni della Compagnia di Gesù, il produttore ci- nematografico dott. Guido Manera ecc. ecc. Fra le nume- rose adesioni per lettera, quelle dei soci dell'A.I.P.E.P.O. residenti fuori Roma, del belga M. Léo Le jeune, del pro- fessor Armando Maugini direttore dell'Istituto Agronomico per l'Oltremare, di Padre Merlo Pich delle Missioni della Consolata di Torino.

DICHIARAZIONI DELLA PRESIDENZA

Aprendo la riunione, il Sen. Teresio Guglielmone ne ha illustrato con stringata precisione il carattere e gli scopl.

«Quale Presidente dell'Istituto Italiano per l'Africa - egli ha detto - cioè di quel centro di studi, di attività e di speranze che ancora saldamente legano l'Italia alle terre d'Oltremare e in special modo al continente africano, ho il piacere e l'onore di accogliere i rappresentanti del go- verno, gli illustri ospiti stranieri e tutti coloro che qui sono convenuti per partecipare ad un Convegno che ha un tema e una finalità fra i più significativi.

«Non voglio anticipare nulla sull'argomento che tra poco esperti ed appassionati della materia cercheranno di inquadrare nelle sue linee essenziali ed organiche; né vo- glio esprimere intorno ad esso altro commento che non sia quello di soddisfazione per l'alto livello e i risultati che la trattazione di un simile argomento «Modalità e fini dell'insegnamento nei territori africani > è destinato a raggiungere. E formulare l'augurio che le nostre discussioni portino un'altra pietra alla costruzione di un avvenire di maggiore comprensione e collaborazione fra razze diverse sul Continente Africano.

«Questo pre-convegno, organizzato dall'Associazione Internazionale della Stampa per lo Studio dei Problemi d'Oltremare, in collaborazione con la Direzione Generale Somalia del Ministero degli Affari Esteri e con l'Istituto Italiano per l'Africa, ci ha offerto l'occasione attesa e gra- dita di poter ricevere nel nostro Paese e di poter avere fra noi i più alti rappresentanti della Associazione, che sono

poi anche i più illustri e qualificati rappresentanti della Stampa d'Oltremare della Francia e del Belgio».

Rivolto quindi un particolare affettuoso saluto a nome di tutti i convenuti ai singoli partecipanti stranieri, il Se- natore Guglielmone ha proseguito:

«L'Associazione ^nteftnazionale della Stampa per lo Studio dei Problemi d'Oltremare, organismo che, fondato ad Evian-les-Bains nel 1952, con la partecipazione dei giornalisti italiani Maffi e Filesi, trovò subito in Italia lusinghieri consensi sia negli ambienti ufficiali (in seno ai quali le fu accordato, fra l'altro, l'alto Patronato del Ministero degli Affari Esteri) sia tra i giornalisti, studio- si, scrittori specializzati, che hanno dato vita ad una Se- zione Italiana veramente numerosa e qualificata.

«L'Associazione trova la nostra spontanea e fraterna collaborazione e la comprensione di tutte le persone co- scienziose ed oneste, perché è una associazione che, esclu- dendo dal suo seno, per precise norme statutarie, qual- siasi substrato politico e di discriminazione razziale, reli- giosa e filosófica, tende unicamente ad un fine che è poi il fine più alto e la funzione più nobile cui la stampa do- vrebbe adempiere: la verità nell'informazione.

«Approfondire alla luce di questa verità - attraverso uno studio comune, uno scambio di documentazione e di vedute fra giornalisti e scrittori specializzati dei vari Pae- si - i problemi concernenti lo sviluppo morale, economico e sociale delle popolazioni d'Oltremare, costituisce il con- cetto base della Associazione. Da tale programma non può che derivare un contributo di inestimabile valore per la pacifica e proficua evoluzione dei territori non autonomi 0 sotto Amministrazione fiduciaria.

«Noi viviamo oggi in un'epoca che possiamo definire di trasformazione nei rapporti tra le società umane; assi- stiamo ad un processo laborioso per favorire il quale le Potenze responsabili stanno compiendo sacrifici pesanti ma illuminati; ci troviamo dinanzi alle porte che immetto- no nell'avvenire dei popoli di civiltà e di razze diverse.

« E' appunto compito di tutti lavorare affinchè questo avvenire sia nell'Oltremare un avvenire di solidarietà e di collaborazione; lavorare per quei fini che l'Associazione Internazionale della Stampa, che oggi abbiamo l'onore di ospitare, ha fatto propri; sgomberare cioè la via dagli equi- voci, dalle false interpretazioni, dai pregiudizi, dall'igno- ranza e puntarvi sopra i riflettori della verità, che sono poi quelli che aprono tutti gli orizzonti.

«La riunione preparatoria di oggi verte su un tema che potrà avere grande peso per il futuro dei popoli d'Oltre- mare; e il nostro incontro costituisce quindi già di per sé un auspicio di buona volontà e di fraterna collabora- zione. Auguriamoci che i risultati corrispondano alle pre- messe e segnino l'inizio di rapporti sempre più intimi fra 1 nostri Paesi su un terreno che tutti abbiamo a cuore e che tutti c'impegna nel vasto quadro della solidarietà occi- dentale ».

Sono seguite le comunicazioni di M. Georges Riond e di M. Fred Van der Linden sui principii e i metodi che presiedono all'istruzione nei territori d'oltremare sui quali si esercita l'azione di governò della Francia e del Belgio. Suggestiva esposizione di idee e di dati l'una e l'altra co- municazione, ci riserviamo di pubblicarle integralmente nel prossimo fascicolo di « Affrica ».

E' stata quindi letta dal Vice Presidente dell'A.I.P.E. P.O. per l'Itala, doit. Quirino Maffi, una sintetica illustra- zione del tema del futuro Convegno - di cui riportiamo la parte centrale - seguita da un progetto di risoluzione, sul quale il Presidente ha aperto la discussione.

LTMPOSTAZIONE DEL TEMA

/ consensi che hanno accolto Videa {consensi il cui va- lore e la cui portata sono impliciti nelTalta qualificazione dei presenti e di quanti, non potendo intervenire, hanno tuttavia comunicata la loro adesione) confermano Yimpor- tanza e Fattualità che si annette al tema.

Nella vita interna dei singoli paesi africani e nello svi- luppo dei loro rapporti reciproci e dei rapporti tra Europa ed Africa esso è «Za questione del giorno*, il problema n. 1.

La valorizzazione economica delV Africa è oggi, in pri- mo luogo, problema di valorizzazione umana.

La evoluzione sociale e politica delV Africa è diventata essenzialmente - anche se non esclusivamente - questio- ne di € educazione* degli africani.

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AFFRICA 75

/ rapporti tra Europa ed Africa - rapporti ben più in- timi, positivi, radicati, vitali degli stessi legami ammini- strativi o politici - nel mentre condizionano la politica dell insegnamento in Africa, ne sono, oggi, a loro volta condizionati.

V insegnamento nei territori africani è anche il terreno sul quale più naturale, e quindi più schietta e feconda, può manifestarsi e si manifesta la collaborazione e la comu- nione tra europei, e tra europei e africani.

Non vi è dubbio che fattuale evoluzione dell 'Africa - dovunque essa porti - è una fase, o meglio ancora un evento della civiltà occidentale.

E' con questo acuto senso di partecipazione alla vita deW Africa come alla vita stessa della nostra civiltà che noi poniamo il problema delV insegnamento in Africa co- me fondamentale ed urgente problema nostro.

Non intendiamo oggi anticipare impostazioni e tanto meno soluzioni del complesso problema. Cercheremo sol- tanto di raggnipparne gli elementi, perche attraverso tesa- rne organico di essi si possa, nel futuro Convegno, giun- gere a dare al problema un'impostazione quanto più pos- sibile completa, razionale e aderente alla realtà dei fatti che stanno alla base.

Non occorre chiarire l'interesse^ immediato che il tema riveste per la Direzione Generale Somalia del Ministero degli Affari Esteri e per V Istituto Italiano per V Africa. Ma qualcuno si potrà chiedere quale particolare interesse esso rivesta per una Associazione Internazionale della Stampa.

Non dimentichiamo che si tratta di una Associazione di stampa specializzata, di stampa per lo studio dei pro- blemi d'oltremare, e che aW insegnamento in Africa abbia- mo attribuito l'importanza di € questione del giorno».

E* dunque una di quelle questioni € tecniche * sulle qua- li è doveroso e urgente richiamare F attenzione delV opinio- ne pubblica.

Quello delV insegnamento nei territori africani è un campo nel quale si è percorsa molta strada, specie nelVul- timo decennio; nel quale molto si è fatto o tentato da par- te di Governi e di istituzioni. Ciò che è stato fatto e il perche è stato fatto hanno bisogno di essere posti nel giu- sto rilievo e nella vera luce. Su questo giusto rilievo e su questa vera luce deve concentrarsi appunto Topera della stampa che abbia, come nella nostra Associazione, lo sco- po di servire la causa della verità.

Tutte le Nazioni investite di responsabilità di governo in Africa hanno elaborato o hanno in corso di elaborazione grandiosi piani di sviluppo economico e sociale. Tali pia- ni contemplano dettagliati programmi relativi a ciascun settore: e fra questi - come abbiamo già osservato - par- ticolare rilievo viene dato alV educazione degli africani.

Gli indirizzi di massima, i metodi di insegnamento, i mezzi per la loro applicazione presentano aspetti e propor- zioni assolutamente nuovi: una prova, anche questa, della vitalità della nostra cultura.

La Stampa deve dunque dirigere la sua azione ai se- guenti fini:

- diffusione dei programmi elaborati o allo studio; - interpretazione dei criteri ai quali Governi ed isti- tuti ispirano la loro azione; - commento delle realizzazioni compiute e dei mez- zi e metodi adoperati per conseguirle; - massima sollecitazione delVinteresse della stampa africana, col fornire ad essa argomenti, materiale, chiari- menti atti a far valutare gli intenti e gli sforzi dei Governi e degli istituti locali.

Ma non esaurisce il suo compito una stampa che non sappia andar oltre la funzione informativa e di propagan- da e che non cerchi, fin dove è possibile, di darsi anche un^ contenuto tecnico e, quando necessario, critico pur- ché la critica sia suggerimento e non fine a se stessa.

Infine la stampa deve fare del tema e del campo del- f educazione un terreno di incontro che, ravvicinando po- poli e razze diversi, crei fra di essi vincoli sempre più sal- di di comprensione e di collaborazione anche in altri campl.

Il campo dell 'insegnamento è un campo che offre alla stampa specializzata la possibilità di rendere segnalati ser- vigi, consentendole da un lato di assolvere ai compiti già accennati e daW altro di esercitare il suo peso sulla stampa non specializzata, sia euro-americana sia africana.

Nel passare ora ad esaminare brevemente i singoli grup- pi dei problemi nei quali si articola il tema, è nostro in- tendimento considerarli come formanti oggetto di altret- tanti punti del futuro Convegno.

La questione della scuola nei territori dell 'Africa assu- me aspetti differenti a seconda dei territori stessi dove tale scuola sorge.

I molteplici problemi che pertanto si pongono alla no- stra attenzione devono essere esaminati alla luce dello svi- luppo economico, sociale e politico dei singoli paesi afri- cani.

Si tratta: 1. In primo luogo di determinare le modalità dell'in-

contro tra l europeo (o V euro-americano) e l africano (e in particolare f africano non mediterraneo) nel campo della scuola, e le possibilità di comunione tra una civiltà euro- americana, a cultura storica altamente avanzata, e menta- lità profondamente diverse e fra loro diversificate, alcune delle quali addirittura allo stadio prelogico.

Occorre quindi, particolarmente, studiare i differenti sistemi di educazione primitiva tuttora esistenti nelV Afri- ca centrale; ma tenere in pari tempo presenti i lineamenti della scuola nel mondo musulmano (che investe un terzo circa della popolazione africana), gli ordinamenti scolastici istituiti dalle diverse nazioni europee in Africa (origine di tali scuole e loro sviluppo attuale), gli ordinamenti scola- stici istituiti dalVEgiUo e dagli altri paesi che già posseg- gono la indipendenza in Africa. Tale studio dovrà essere di carattere eminentemente comparativo.

2.^ Il secondo problema che si pone alla nostra atte* zione è quello de/fadattamento : adattamento al linguaggio dei nativi innanzitutto, alle loro capacità intellettuali, alle condizioni geografiche, economiche e sociali delle varie regioni.

ài deve porre allo studio quale debba essere la Ungut da adottare nelle scuole africane: quella del paese avente responsabilità di governo in Africa o, là dove esiste, la lingua franca africana (come ad esempio il suonili), oppu- re, là dove esiste, la lingua franca non africana (come fa- rabo), oppure la lingua africana locale. Per V arabo occorre tener presente il particolare significato di questa lingua sul piano religioso e politico.

Per quanto riguarda V adozione della lingua africana lo- cale, occorre studiare come vada affrontata la questione della molteplicità dei dialetti disparati in uso in contrade abitate da mosaici di gruppi etnici, con raggravante della loro inadeguatezza alV espressione culturale.

Si tratta, invero - fatte rare eccezioni (come il tigrino e Vamarico) - di dialetti privi di letteratura e spesso non ancora tradotti in caratteri scritti, anche per il notevole ostacolo rappresentato dal noto fenomeno della oscillazione fonetica.

Alcuni paesi (Belgio, Inghilterra) si sono ispirati alla pedagogia missionaria ed ai principii politici del liberali- smo e del decentramento amministrativo, adottando, nel campo scolastico, la prassi dell 'adattamento al vernacolo locale.

Deve essere attentamente esaminato il pericolo che, nel caso di istituzioni scolastiche basate unicamente sulla dif- fusione della lingua e della cultura europea, può presen- tare un'educazione generale troppo accentuata e impartita troppo in fretta e indipendentemente dallo sviluppo delle limitate possibilità della vita economica locale.

3. NeW attuale evoluzione dell 'istruzione nei territori africani, occorrerà studiare il ruolo che ha avuto, ha ed avrà finsegnamento missionario ed i rapporti fra questo e Vinsegnamento laico.

4. Deve essere attentamente studiato il problema, che assilla ogni educatore in terra a9 Africa, se la struttura della scuola locale debba oppure no riprodurre il piano generale prevalente nelle scuole metropolitane, e ciò sopratutto in relazione alla libertà di fioritura del € genio della razza*.

5. Un quinto problema è quello della scelta e della formazione degli insegnanti per le scuole dei territori afri- cani: occorrono evidentemente insegnanti adeguatamente preparati; e si dovrà anche, in un quadro di gradualità, esaminare attentamente il problema della scelta di inse- gnanti europei o africani.

6. Un sesto problema è quello della introduzione e dello sviluppo del lavoro nella scuola dei territori africani, inteso a valorizzare le possibiltà economiche dei territori stessi (scuole rurali, istruzione artigianale, apprendistato industriale, ecc).

7. Vi sarà infine il problema, già illustrato in prece- denza, della funzione della stampa specializzata e della stampa in generale, ai fini dello sviluppo dell 'istruzione nei territori africani.

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76 AFFRICA

LA RISOLUZIONE CONCLUSIVA

Delineato così il tema nella sua attualità, nel suo si- gnificato e nei suoi singoli aspetti, noi presentiamo la se- guente risoluzione:

a) in data da stabilirsi, e comunque non prima del prossimo "ottobre, sarà indetto in Roma dalF Association Internationale de Presse pour F Etude des Problèmes ̂Ou- tre-Mer, in stretta collaborazione con l'Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia, con la Direzione Gene- rale Somalia del Ministero Affari Esteri e con l'Istituto Italiano per F Africa, un Convegno Internazionale sul tema « Modalità e fini dell'insegnamento nei territori africani » ;

b) il Comitato Promotore della riunione odierna si costituisce in Comitato Esecutivo dell * anzidetto Convegno Internazionale e procederà prontamente ad elaborare ed a comunicare agli interessati le modalità del Convegno stesso;

e) i componenti il Comitato di Presidenza della riu- nione odierna, nonché gli esponenti degli organismi gover- nativi e privati e delle istituzioni che hanno aderito alla odierna riunione, sono invitati ad assicurare la loro parte- cipazione ed il loro appoggio al futuro convegno;

d) in linea indicativa, il futuro convegno si articolerà nei sette punti illustrati sopra;

e) nelV ambito di ciascuno di questi sette punti, gli aderenti potranno presentare delle brevi comunicazioni (li- mite: 5-6 cartelle dattiloscritte), le quali dovranno perve- nire al Comitato Esecutivo almeno un mese prima della data che verrà fissata per il Convegno;

f) su ciascun punto sarà stesa una relazione sintetica; g) la Presidenza del Convegno riassumerà il tema nel-

la sua interezza; g) il Comitato Esecutivo rivolgerà, in tal senso, tem-

pestivo invito ai signori Relatori ed al Presidente del Con- vegno.

Aperta la discussione, gli interventi del Sen. Raffaele Ciasca, del Sig. Fred Van der Linden, del dott. Massimo A. Vitale, del dott. Enrico Insabato, del dott. Mattia Mi- ninni Caracciolo, dell'On. Gianfranco Alliata di Montereale, del Governatore Francesco S. Caroselli, del prof. Giuseppe A. Costanzo e del prof. Enrico De Leone, pur sollevando interessanti questioni particolari, che hanno poi permesso di completare la risoluzione finale, hanno rivelato l'una- nime accordo degli intervenuti sul progetto di Convegno. Il Sen. Ciasca ha portato l'adesione dell'Istituto per l'Orien- te, da lui presieduto; l'On. Alliata quella dell'Accademia del Mediterraneo, di cui è presidente; il prof. Costanze» quella della Società per l'Organizzazione Internazionale, che lo aveva delegato a rappresentarla.

La Risoluzione è stata quindi accolta all'unanimità, con la raccomandazione che: a) nell'ambito dei rapporti che FA.I.P.E.P.O. ha stabiliti o potrà aver stabiliti, l'invito a partecipare al futuro Convegno venga esteso al massimo numero di persone^ ente e istituti specializzati nei Paesi interessati, compresi i Paesi africani indipendenti; b) la convocazione del Convegno sia fatta preferibilmente tra il febbraio ed il marzo del 1955.

La riunione si è chiusa con brevi parole riassuntive del Sen. Guglielmone, il quale, tra l'altro, ha voluto esprimere il sentimento degli italiani presenti rivolgendo un partico- lare saluto al dott. Mons. Ghebrè Jesus Hailù, rappresen- tante dell'amica Etiopia.

Lo stesso Sen. Guglielmone ha poi offerto ai parteci- panti un riuscitissimo cocktail al Circolo della Stampa Romana, dove quel giorno si inaugurava la bella mostra di olii di soggetto africano del pittore Milo Corso Malverna.

Il giorno successivo, con il gradito intervento di S. E. Armando Felsani, che recava il saluto del Sottosegretario di Stato On. Roberto Lücifredi, impedito ¿all'assistere di persona, i membri del Consiglio Direttivo dell'A.I.P.E.P.O. visitavano il Museo Coloniale, rendendo omaggio al gene- roso tributo pagato dall'Italia in terra d'Africa al progresso della civiltà.

Lo stesso omaggio rendeva il 17 aprile, in una trasmis- sione dalla Radio Roma, il Sig. Fred Van der Linden.

Si chiudeva così, in una atmosfera di schietta cordialità e di operosi propositi, una breve ma concreta serie di ma- nifestazioni che hanno portato a contattò, unendoli nella comunione del lavoro, uomini e istituti di Paesi, di carat- tere e di ispirazione diversi.

Per la nostra Rivista esse hanno avuto un particolare significato, poiché è nel suo generóso grembo che è nata e si è sviluppata la sezione italiana dell'A.I.P.E.P.O. e perche «Affrica» è stata, ancora Una volta, un energico catalizzatore di idee e di energie.

LA CHIESA - OSSARIO DI NYERI

Lo stato dei lavori e la necessità di nuovi fondi

E' stata ripresa in Italia la raccolta dei fondi per por- tare a termine la costruzione della Chiesa-Ossario di Nyeri (Kenya),; che accoglierà, attorno alla salma del Duca Amedeo d'Aosta, le salme di tutti i Caduti italiani in Africa Orientale Britannica.

I lavori, iniziati con la posa della prima pietra il 3 marzo 1952, e proseguiti lentamente ma senza interru- zione, erano giunti il 3 marzo 1954 allo stato rilevabile dalle fotografie qui riprodotte fuori testo : la muratura e il tetto stavano per essere completati; mancava ancora il pavimento, i loculi non erano ancora sistemati, per la rifi- nitura si attendeva di poter predisporre, in base alla si tuazione finanziaria, il programma di esecuzione.

Nella chiesa non finita, il 3 marzo di quest'amio è stata celebrata una Messa in memoria del Duca Amedeo d'Aosta, alla quale ha assistiso la comunità italiana di Nairobi.

II Comitato costituito a Nairobi per l'erezione della Chiesa-Ossario, nel fare appello ad un più largo contributo da parte degli italiani in Italia, ha reso noto la situazione finanziaria alla data del 18 marzo 1954, situazione che si può così riassumere: Entrate, per sottoscrizioni raccolte in Italia (Shs. E.A. 194.030,50) e in Africa Orientale (Shs. E. A. 156.167,87), totale scellini East Africa 350.198,37; Uscite, per materiali (Shs. E.A. 213.184,16), manodopera (Shs. E.A. 209.001,12), spese generali (Shs. E.A. 29.171,92), varie (Shs. E.A. 9.005,78), totale scellini East Africa 460.362.,98; Saldo passivo, scellini East Africa 110.164,61, coperto principalmente dall'Impresa Astaldi Estero e dalla Stirling-Astaldi.

Si tratta quindi, per ultimare la costruzione e sal- dare l'attuale debito, di ripetere lo sforzo già fatto in Ita- lia e di raccogliere almeno un'altra dozzina di milioni.

Frattanto il Comitato di Nairobi ha deciso di continua- re i lavori prelevando da una banca gli ulteriori fondi ne- cessari, rimborsabili nel giro di qualche anno e garantiti dalle firme del dott. De Amici e dell'iñg. Astaldi della « Stirling-Astaldi », del comm. Tozzi, amministratore unico dell'Ufficio Viaggi Asmara, e del dott. Bortolotta.

In tal modo la costruzione potrà essere ultimata in tem- po utile per essere inaugurata il 3 marzo 1955.

Rimane però la questione dell'esumazione e della tra- slazione delle salme dai cimiteri prowisori sparsi in tutta l'Africa Orientale alla Chiesa Ossario. Il relativo costo non è, naturalmente, stato compreso nel preventivo dianzi ac- cennato, e parrebbe logico che esso sia assunto dal Go- verno Italiano, il quale dovrebbe anche - attraverso l'ap- posito Commissariato per le Onoranze ai Caduti (Ministe- ro Difesa) - fornire il personale specializzato e i mezzi adatti per la delicata operazione. Si era anche pensato alla eventuale collaborazione del Corpo di Sicurezza della Somalia, ma occorre tener conto che i militari somali non potrebbero e comunque non dovrebbero essere impiegati in tale operazione, e che i militari di truppa italiani, il cui numero è limitato, sono per la massima parte specializ- zati, e non in operazioni del genere.

Ci si augura quindi che il Ministero Difesa, sensibile alla questione, trovi e metta tempestivamente in alto la giusta soluzione; e che la stampa, la radio e il cinema ita- liani si dimostrino altrettanto sensibili e concorrano, con tutto il peso dei loro mezzi, al œmpletamento di q*ie- st'opera di pietà e di dignità nazionale.

Il « Gruppo Vittorio Bottego » di Milano si sta già at- tivamente interessando per la raccolta di nuovi fondi.

Per parte nostra, riapriamo sulle colonne di « Affrica » la sottoscrizione già chiusa con ü 31 dicembre 1952.

AFFRICA

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Page 6: L'insegnamento nei territori africani

Una riunione preparatoria per l'organizzazione di un convegno internazionale sul tema

MODALITÀ E FINI DELL'INSEGNAMENTO NEI TERRITORI AFRICANI

è stata tenuta in Roma, il 15 aprile, dall'Association Internationale de Presse pour PEtude des Problèmes d'Outre-Mer in collaborazione con la Direzione Generale Somalia e con l'Istituto Italiano per l'Africa. Parlano M. Fred Van der Linden, presidente delFA.I.P.E.P.O. (sopra), e il Sen. Teresio Guglielmone, presidente del-

l'Istituto Italiano per l'Africa, (sotto) (pag. 73)

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