Date post: | 15-Feb-2019 |
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L’Italia repubblicana
Il Dopoguerra
Un paese prostrato dalla devastazione della guerra e dagli strascichi di una guerra di liberazione
che era stata anche una guerra civile
L’economia nazionale al di sotto dei livelli anteguerra:
agricoltura – 60% rispetto al 1938;
zootecnia distrutta per il 75%;
le calorie pro capite nel ‘45 erano meno della metà dei livelli già carenti del ‘38
I prezzi crescono di 18 volte in sei anni polverizzando risparmi e salari
Sistema dei trasporti devastato
Danni all’edilizia abitativa
Fame, disoccupazione, mancanza di alloggi
Situazione critica
dell’ordine pubblico e
fragilità delle istituzioni
Diffusione di borsa nera e
contrabbando
Dalla prima vera del 1944
occupazione di terre incolte e di
latifondi
La mafia si riorganizza
Indipendentismo siciliano
Gli strascichi della guerra civile in
alcune aree del Nord
L’epurazione e l’amnistia voluta da
Togliatti
La questione del confine orientale:
foibe e rapporti con la Jugoslavia
La ricostruzione democratica
Elezioni costituenti del 1946 a suffragio universale maschile e femminile. Si
decide sulla forma istituzionale dello Stato:
Partecipazione massiccia, il 90% degli aventi diritto
La Repubblica prevale con circa due milioni in più della monarchia
All’Assemblea costituente si impone la DC col 35,2%, il PSIUP (poi PSI) con il
20,7%, il PCI col 19%; Unione democratica nazionale (liberali, demolaburisti)
6,8%; qualunquisti 5,3%, repubblicani 4,4%, monarchici 2,8%
Lavori per la redazione della Costituzione
Primo Presidente provvisorio della Repubblica: Enrico De Nicola
Gennaio 1947 scissione del PSIUP tra nenniani favorevoli all’alleanza al PCI e
gli anticomunisti di Saragat che costituiscono il Partito Socialista dei
lavoratori italiani (poi PSDI)
I governi di De Gasperi, inizialmente di coalizione con le sinistre. Dal 1947
incombe la guerra fredda e il piano Marshall: fuori le sinistre dal governo
La Costituzione entra in vigore il primo gennaio 1948
La Costituzione
Repubblica parlamentare col governo responsabile di fronte alle due camere
Le Camere (Camera dei Deputati e Senato) hanno il potere legislativo
Presidente della Repubblica eletto dalle due camere ( e da rappresentanti
delle regioni) per 7 anni
Corte costituzione che vigilia sulla costituzionalità delle leggi (inattuata per
molti anni)
Consiglio Superiore della magistratura che ne garantisce l’autonomia
(inattuata per molti anni)
Ordinamento regionale e riconoscimento dello Statuto siciliano
Previsione dei referendum abrogativi
Articolo 7 sui rapporti tra Chiesa e Stato: l’accettazione dei comunisti
1948 elezioni di Luigi Einaudi alla Presidenza della Repubblica
1956, istituzione della Corte Costituzionale
Le elezioni decisive
Nel 1948 la guerra fredda è ormai una realtà. Il confronto tra DC e il Fronte
Popolare, che riunisce PCI e PSI, è un riflesso ed è collegato alle vicende
internazionali. Da che parte stare.
Una campagna elettorale durissima: lo scontro di civiltà
La Chiesa di PIO XII si schiera in prima persona: i comitati civici
Gli USA appoggiano la DC: il Piano Marshall sospeso in caso di vittoria delle
sinistre
Toni democratici populisti del Fronte popolare: difficoltà legate
all’irrigidimento della politica staliniana nei Paesi dell’Est
La DC ottiene il 48,5% e la maggioranza assoluta dei seggi, Il FP ottiene solo il
31% (il PSI si dimezza)
14 luglio 1948 attentato a Togliatti: il rischio della guerra civile e la rottura
dell’unità sindacale (nascono CISL e UIL)
Conventio ad excludendum. I comunisti non potevano andare al governo
Ricostruzione economica
La linea liberista del ministro del bilancio Einaudi. Porre limiti all’inflazione,
stabilità monetaria e risanamento del bilancio:
a) inasprimenti fiscali;
b) svalutazione della lira per favorire esportazioni e rientro dei capitali;
c) restrizione del credito per limitare la circolazione di moneta e spingere i
possessori di capitali a investirli
La lira recupera potere di acquisto, capitali rientrarono in Italia, i salariati
furono favoriti dalla limitazione dei prezzi
Mantenimento degli enti statali di controllo dell’economia creati durante il
fascismo: Iri e Agip (rilanciato da Mattei e dalla scoperta di idrocarburi nella
pianura padana)
Riforma agraria del 1950: esproprio e frazionamento di grandi proprietà
terriere per favorire la piccola proprietà contadina (egemonizzata dalla DC) e
allentare il clima di tensione nelle campagne del Sud
Cassa del Mezzogiorno: ente pubblico per favorire lo sviluppo del Meridione. Nei primi 10 anni 1550 miliardi per interventi indiretti finalizzati alla creazione di infrastrutture (dighe, strade, etc…)
Piano Ina-casa, piano di intervento per l’edilizia residenziale destinato ai lavoratori
Riforma Vanoni che introduce la dichiarazione annuale dei redditi
1953 viene creata L’ENI per la politica energetica nazionale. Mattei diventa uno dei protagonisti della scena politica ed economica italiana e internazionale. Muore in un attentato aereo nel 1962
1955 Piano Vanoni, primo esempio di programmazione economica
1956 viene creato il Ministero delle Partecipazioni Statali per coordinare le aziende di Stato
Edifici Ina Casa a Milano
Gli anni del centrismo
Predominio della DC nelle prime tre legislature e governi appoggiati anche da partiti minori: PLI, PSDI e PRI
Solo nella prima legislatura: Cassa del Mezzogiorno, Piano Ina casa, riforma agraria, riforma fiscale Vanoni
Mobilitazione operaia e repressione della polizia riorganizzata dal ministro degli interni Scelba (1947-55): numerosissimi fatti di sangue
1953: la legge truffa. Correzione in senso maggioritario della legge elettorale, che assegnava il 65% dei seggi al partito o gruppo di partiti che avesse ottenuto la maggioranza assoluta. Alle elezioni del 1953 la DC non raggiunge la maggioranza assoluta per una manciata di voti
Finisce l’era de gasperiana: ricerca di nuovi equilibri politici in una società in trasformazione
Ristrutturazione organizzativa della DC, intervento dello Stato in economia, apertura ai socialisti (processo graduale): Fanfani, Moro, Rumor, Taviani etc
1955 elezioni alla Presidenza della Repubblica di Giovanni Gronchi, dc di sinistra, ma contro le indicazioni della segreteria di Fanfani che appoggiava un altro candidato. La DC un partito in trasformazione e in ebollizione
All’interno del PSI si rafforza la corrente autonomista, favorevole ad un allontanamento dalla DC. I fatti di Budapest del 1956 segnano la fine dell’alleanza
De Gasperi, Nenni,
Togliatti, Mattei, Di
Vittorio (CGIL), Pio XII,
Fanfani
La grande Trasformazione: il miracolo
economico 1958-1963 gli anni del boom
a) PIL +6,5% ( ma già negli anni cinquanta era cresciuto del 5,3% annuo)
b) Reddito pro capite, dalle 296 mila del 1951 alle 536 mila del 1963
c) Industria manifatturiera triplica la produzione rispetto al 1938
d) Sviluppo impetuoso delle esportazioni
e) Solidità della lira e stabilità dei prezzi
f) Gli addetti all’industria e ai servizi crescevano ( nel 1961 rispettivamente il 37% e il 32%) e quelli all’agricoltura diminuivano ( 30% ovvero - 10% rispetto al 1951)
I fattori del miracolo economico
i. congiuntura internazionale e politiche di libero scambio
ii. Nascita del MEC
iii. Bassa imposizione fiscale
iv. Aumento della produttività
v. Bassi salari e debolezza dei sindacati
vi. Emigrazione e disponibilità di manodopera
Crisi dell’agricoltura, debole modernizzazione e tassi di sviluppo modesti
L’italia che cambia
Crescita dei consumi, diminuzione della disoccupazione e dal 1963 aumenti salariali
(che blocca la crescita)
Esodo dal Sud al Nord, 2 milioni di persone in 10 anni (1951-61) abbandonano il
Mezzogiorno. Disordine urbano, degrado e speculazione. Le periferie, le «Coree»
Processi impetuosi di urbanizzazione, Milano cresce del 22%, Roma del 27%, Torino
del 40%
Crescita dell’edilizia e del commercio
I nuovi media: la televisione e la cultura nazionale. 4 apparecchi ogni 1000 abitanti
nel 1955, 43 nel 1960, 117 nel 1965
I nuovi consumi: l’auto, il frigorifero etc… da 318 mila auto nel 1957 a 1,1 milioni
nel 1963, dalle 18 abitanti per 1000 abitani nel 1955 alle 105 del 1965
Immagini di
Torino, Milano,
Palermo
(quartiere
Malaspina),
Catania
(sventramento di
San Berillo)
Il centro-sinistra
Lo scontro politico dentro la DC e fuori da questa si concentra sull’opportunità di aprire ai
socialisti. Un dibattito che si apre nel 1954 fino al 1962.
Un processo articolato e complesso per l’opposizione della destra DC, del mondo
imprenditoriale, della Chiesa, della destra liberale, degli USA
tentativo di svolta a destra con Tambroni (governo monocolore DC con appoggio esterno del
MSI) e fatti del luglio ’60: 10 (5 a Reggio Emilia e 5 in Sicilia) morti nel corso di manifestazioni
di protesta
Governo Fanfani del 1960 con l’appoggio esterno dei socialisti, comincia una nuova fase
1962, governo Fanfani di centro-sinistra DC, PRI, PSDI con appoggio esterno del PSI
Accordo programmatico: scuola media unificata, attuazione dell’ordinamento regionale,
imposizione fiscale nominativa sui titoli azionari, nazionalizzazione industria elettrica.
Avvio di una programmazione economica con l’obiettivo anche di ridurre il divario tra le aree
del Paese. Rimane lettera morta
La stagione delle riforme: 1962 nasce l’ENEL e viene
varata la scuola media unificata
Frenata della spinta riformista, i fallimenti: Riforma
urbanistica di Sullo, la nominatività dei titoli revocata
già nel 1964, le regioni si attueranno solo nel 1970
1964 rumori di golpe, il generale De Lorenzo e il
«tintinnar di sciabole»
La DC blocca il processo, lo rallenta
Il PSI si spacca. Scissione della sinistra che fonda il
Partito Socialista di Unità Proletaria. Dentro il PSI
confliggono due linee, quella più radicale e riformista
di Riccardo Lombardi e quella più moderata e
possibilista di Nenni
Il rafforzamento del PCI. Muore Togliatti (1964). La via
italiana al socialismoGuttuso, I funerali di
Togliatti
Il ’68, l’autunno caldo
Radicalizzazione dello scontro sociale negli anni sessanta che per protagonisti
studenti e operai
1967, comincia la contestazione studentesca con l’occupazione di università,
manifestazioni di piazza e scontri con le forze dell’ordine. Una contestazione che
attraversa l’Occidente e contagia anche alcuni paesi del blocco sovietico (Polonia e
Cecoslovacchia)
Il mito della rivoluzione, il terzomondismo, l’anti imperialismo, il marxismo, la
contestazione dei modelli culturali «borghesi», dell’autoritarismo nelle università
e nella società, la critica del consumismo, del capitalismo, il mito unificante della
guerra del Vietnam
Esaltazione della democrazia di base (assemblearismo), dell’egualitarismo
Nuovi costumi
1968, Tommie Smith e John Carlos sul podio delle
olimpiadi di Città del Messico; omicidio in diretta a
Saigon; una manifestazione contro la guerra
Operaismo e collegamento con le lotte operaie: l’autunno caldo
I fatti di Avola, la questione meridionale rimbalza all’interno della contestazione
Nascono gruppi extraparlamentari: Potere Operaio, Lotta Continua, Avanguardia operaia, L’unione
Marxista-leninista (maoisti); Il Manifesto (scissione del PCI del ‘69)
Autunno caldo: stagione di lotte e rivendicazioni operaie. I sindacati assumono la guida delle lotte
conseguendo rilevanti aumenti salariali (+18% di crescita dei salari)
Breve stagione dell’unità sindacale, nascono i consigli di fabbrica e nel 1970 Una breve stagione di
riforme:
1. viene approvato lo Statuto dei Lavoratori
2. attuazione delle regioni e prime elezioni regionali
3. Legge Fortuna- Baslini: il divorzio
La società in ebollizione: il referendum per il divorzio del 1974; la riforma del diritto di famiglia
del 1975 e l’abbassamento della maggiore età; giugno 1978 legge sull’interruzione volontaria di
gravidanza
Compromesso storico: Enrico Berlinguer, segretario del PCI, a favore
dell’intesa tra forze comuniste, socialiste e comuniste contro derive
autoritarie e per normalizzare la situazione di instabilità della democrazia
italiana
Crescita del PCI alle elezioni del ‘75 (regionali) e ‘76 (politiche) coi il 33,4% e
il 34,4%
Riforma fiscale del 1974
I governi di solidarietà nazionale di fronte all’emergenza terrorismo (fino al
1979)
Legge del 1978 sull’equo canone per calmierare gli affitti
La riforma sanitaria del 1978: nascono le USL
La linea d’ombra
Il terrorismo di destra e le stragi indiscriminata. 1969, la strage di Piazza Fontana, 17 morti e 100
feriti.
L’inizio della Strategia della Tensione: generare caos e disordine alfine di favorire una soluzione
autoritaria di destra
1970 la rivolta di Reggio Calabria
1974-1980: stragi di Brescia, dell’Italicus e della Stazione di Bologna
Crisi economica e debolezza dei governi (ristagno produttivo e crescita della spesa pubblica, aumento
del prezzo del petrolio, aumento dell’inflazione). Il PIL nel ‘75 si ridusse del 3,6%, l’inflazione tra il 17
e il 19%. L’accordo per la scala mobile ( i salari collegati al costo della vita) del ‘75 peggiora le cose.
Disoccupazione giovanile
Il terrorismo di sinistra: La psicosi del golpe e il mito della lotta armata. Mobilitare la classe operaia
per il rovesciamento dello stato capitalista e borghese. Le Brigate Rosse, I Nuclei Armati Proletari,
Prima Linea
Il Movimento del 1977: Autonomia Operaia. Radicalizzazione, critica della sinistra moderata, violenza
16 marzo 1978 rapimento di Aldo Moro
1980: lo scandalo della P2
Gli attentati mafiosi: i giudici e i politici uccisi tra gli ‘70 e gli ‘80