+ All Categories
Home > Documents > liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di...

liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di...

Date post: 23-Feb-2019
Category:
Upload: nguyenminh
View: 213 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
60
ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’ PIANO TRIENNALE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITÀ ASL NAPOLI 1 CENTRO 2014 – 2016 Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e della Legalità Capitolo I: Finalità e obiettivi Capitolo II: Soggetti e ruoli della prevenzione della corruzione Capitolo III: Misure finalizzate alla prevenzione della corruzione Capitolo IV: Gestione del rischio e Monitoraggio Capitolo V: Programma operativo del Piano 1
Transcript
Page 1: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

PIANO TRIENNALE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITÀ

ASL NAPOLI 1 CENTRO 2014 – 2016

Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e della Legalità

Capitolo I: Finalità e obiettivi

Capitolo II: Soggetti e ruoli della prevenzione della corruzione

Capitolo III: Misure finalizzate alla prevenzione della corruzione

Capitolo IV: Gestione del rischio e Monitoraggio

Capitolo V: Programma operativo del Piano

1

Page 2: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

CAPITOLO I

1.0 FINALITÀ E OBIETTIVI

PREMESSACon la legge 6 novembre 2012, n. 190, Gazzetta ufficiale n. 265 del 13 novembre 2012, sono

state approvate le "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione".

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha predisposto con il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), le linee guida per consentire ad ogni amministrazione pubblica di definire un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione ( PTPC), che sulla base delle indicazioni presenti nel P.N.A. effettua analisi e valutazione dei rischi specifici di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenirli.

I contenuti del P.N.A. sono consultabili nel sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri www.funzionepubblica.gov.it. Si consiglia di prenderne visione per entrare nel merito del processo organizzativo che si dovrà mettere in atto nel triennio, a cui si riferisce il piano aziendale per la prevenzione della corruzione della ASL Napoli 1 Centro oggetto di questo documento.

Sono destinatarie del P.N.A. tutte le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Quindi sono destinatari anche le regioni, gli enti del S.S.N., gli enti locali e gli enti ad essi collegati. Per enti di diritto privato in controllo pubblico si intendono le società e gli altri enti di diritto privato che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore delle pubbliche amministrazioni.

L’assetto normativo in materia di prevenzione della corruzione è poi completato con il contenuto dei decreti attuativi:

D.lgs. N° 82 del 7 marzo 2005 e modifiche successive “Codice dell’Amministrazione digitale”; Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche

elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell'articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190 , approvato con il decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235;

Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, approvato dal Governo il 15 febbraio 2013, in attuazione di commi 35 e 36 dell’art. 1 della L. n° 190 del 2012, decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;

Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma ell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190, decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39;

Codice di comportamento per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni,approvato con D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 in attuazione dell’art. 54 del d.lgs. n. 165 del 2001, come sostituito dalla l. n. 190.

DPCM 18 aprile 2013 (WHITE LIST) - Elenchi, istituiti presso le Prefetture, di fornitori, prestatori di servizi, esecutori di lavori non soggetti a tentativi di’infiltrazione mafiosa in settori sensibili.

Gli adempimenti di trasparenza si conformano alle Linee guida della C.I.V.I.T. riportate nella delibera n. 50/2013, alle altre delibere e alle indicazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione per la valutazione della trasparenza delle amministrazioni pubbliche.

2

Page 3: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

1.1 DEFINIZIONE DI CORRUZIONEPoiché il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione è uno strumento finalizzato alla prevenzione, il concetto di corruzione che viene preso a riferimento nel documento ha un’accezione ampia. Esso è comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati.Le situazioni rilevanti sono ampie e sono tali da comprendere non solo “l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale, ma anche le situazioni in cui a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo.”

1.2 FINALITÀ E STRUTTURA DEL PIANOIL Piano ha lo scopo di individuare le misure idonee a prevenire episodi di corruzione all’interno della ASLNapoli1centro e di perseguire le finalità:

ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; creare un contesto sfavorevole alla corruzione.

Con l’adozione del piano si intende fornire ai Direttori e ai soggetti responsabili individuati nel secondo capitolo un programma comune di principi, misure e azioni da veicolare a tutto il personale dell’ Azienda. L’adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione si configura come un processo ciclico in cui le strategie e gli strumenti vengono affinati,modificati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione. Il successo della sua azione dipende dal raccordo con gli altri strumenti di programmazione nell’ ambito della complessiva strategia aziendale. Fa parte del piano il Programma triennale della Trasparenza Il Piano della Prevenzione della Corruzione ed il Programma della Trasparenza – 2014 – 2016 si integrano e sono stati articolati seguendo un crono programma analogo. Si è comunque scelto di tenerli distinti per consentire la condivisione pubblica diffusa realizzata dal 31 marzo 2014 per il programma della trasparenza e per agevolare la consultazione di entrambi i documenti.

1.3 OBIETTIVI DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELLA ASL NAPOLI 1 CENTROIl Piano risponde alle esigenze di

individuare le attività,nell’ ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione. organizzare la formazione del personale sui temi dell’ integrità e della legalità; prevedere l’ attuazione e controllo delle decisioni idonee a prevenire il rischio di corruzione; prevedere gli obblighi di informazione nei confronti del Responsabile, individuato ai sensi del

comma 7, chiamato a vigilare sul funzionamento e sull'osservanza del piano; monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione

dei procedimenti; monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o

che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione;

attuare gli obblighi di trasparenza; individuare obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge.

3

Page 4: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

CAPITOLO II

1.0 Soggetti e ruoli della strategia della prevenzione della corruzione e dell’illegalità 1.1 .Soggetti e ruoli della strategia di prevenzione a livello nazionale

La strategia nazionale di prevenzione della corruzione è attuata mediante l'azione sinergica dei seguenti soggetti:- l’Autorità nazionale anticorruzione, svolge funzioni di raccordo con le altre autorità ed esercita

poteri di vigilanza e controllo per la verifica dell'efficacia delle misure di prevenzione adottate dalle amministrazioni nonché sul rispetto della normativa in materia di trasparenza (art. 1, commi 2 e 3, l. n. 190 del 2012);

- la Corte di conti, che partecipa ordinariamente all’attività di prevenzione attraverso le sue fondamentali funzioni di controllo;

- il Comitato interministeriale, che ha il compito di fornire direttive attraverso l'elaborazione delle linee di indirizzo (art. 1, comma 4, l. n. 190 del 2012);

- la Conferenza unificata che è chiamata a individuare, attraverso apposite intese, gli adempimenti e i termini per l’attuazione della legge e dei decreti attuativi con riferimento alle regioni e province autonome, agli enti locali, e agli enti pubblici e soggetti di diritto privato sottoposti al loro controllo (art. 1, commi 60 e 61, l. n. 190 del 2012);

- il Dipartimento della Funzione Pubblica che opera come soggetto promotore delle strategie di prevenzione e come coordinatore della loro attuazione (art. 1, comma 4, l. n. 190 del 2012);

- i Prefetti che forniscono supporto tecnico e informativo agli enti locali (art. 1, comma 6, l. n. 190 del 2012)

- La Scuola Nazionale della P.A., che predispone percorsi, anche specifici e settoriali, di formazione dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (art. 1, comma 11, l. n. 190 del 2012);

- le pubbliche amministrazioni, che sono responsabili dell’introduzione ed implementazione delle misure previste dalla legge e dal P.N.A. (art. 1 l. n. 190 del 2012);

- gli enti pubblici economici e i soggetti di diritto privato in controllo pubblico, che sono responsabili dell’introduzione ed implementazione delle misure previste dalla legge e dal P.N.A. (art. 1 l. n. 190 del 2012).

1.2. Soggetti, compiti e responsabilità della strategia di prevenzione della corruzione in ASL Napoli 1 Centro.Il Direttore Generale.- designa il responsabile (art. 1, comma 7, della l. n. 190);- assicura al responsabile della prevenzione della corruzione lo svolgimento di un adeguato

percorso formativo e l’ assegnazione di adeguate risorse umane, strumentali e di budget utili al raggiungimento degli obiettivi del PIANO;

- adotta il P.T.P.C. e i suoi aggiornamenti e li comunica al Dipartimento della funzione pubblica e alla regione (art. 1, commi 8 e 60, della l. n. 190);

- adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione (ad es.: criteri generali per il conferimento e l’autorizzazione allo svolgimento degli incarichi da parte dei dipendenti ex art. 53 del d.lgs. n. 165 del 2001);

Il Direttore Sanitario ed il Direttore Amministrativo sostengono il Direttore Generale nelle decisioni inerenti gli atti di indirizzo direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione e nelle decisioni strategiche utili alla adozione di regolamenti e procedure documentate per il miglioramento dell’organizzazione aziendale.

4

Page 5: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Inoltre il Direttore Amministrativo :- individua e assegna al Responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione e le

risorse utili al raggiungimento degli obiettivi assegnati;- individua gli ambienti e autorizza assegnazione degli arredi necessari per l’ istallazione del

gruppo di lavoro costituito dai Referenti della prevenzione della corruzione e per le attività di analisi e di confronto con i direttori e dirigenti dell’organizzazione aziendale, prevedendo due postazioni di lavoro attrezzate;

- individua ed assegna per l’ Accesso civico un funzionario ,ovvero un operatore opportunamente formato in comunicazione pubblica e sull’ utilizzo di strumenti informatici, per integrare le risorse umane già assegnate al Coordinamento delle Relazioni con il pubblico per l’espletamento delle attività connesse,

- individua ed assegna al Responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione un ambiente per l’archivio ed il protocollo con la necessaria postazione di lavoro informatizzata per una unità di personale .

- autorizza l’acquisto ovvero l’assegnazione, di una postazione di hardware, adeguata agli obiettivi assegnati, al Responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione, con il necessario corredo di software aggiornato ed i collegamenti in rete adeguati alle funzioni assegnate. .

Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione.La ASL Napoli 1 Centro ha nominato il Responsabile della prevenzione della corruzione(l.190/2012 art. 1, comma 7) e il Responsabile per la trasparenza con delibera n.39 del 31 gennaio 2014. Il dirigente individuato è la Dr.ssa Anna Maria Rotondaro Aveta.

Nella circolare n . 1 del 2013 del Dipartimento della funzione pubblica sono stati forniti indirizzi circa i requisiti soggettivi del responsabile, le modalità ed i criteri di nomina, i compiti e le responsabilità. Si rinvia alla delibera n. 39 del 31 gennaio 2014 per le indicazioni in proposito.

L’ obiettivo del Responsabile è quello di svolgere un’azione di prevenzione e di contrasto alla corruzione, anche attraverso la promozione della Trasparenza Amministrativa.

Le funzioni e l’attività del responsabile della prevenzione della corruzione sono strettamente collegate con quella di tutti i soggetti presenti nell’ organizzazione aziendale, che dovranno fornire la massima collaborazione. Le funzioni e i compiti del responsabile della prevenzione della corruzione sono:

- elaborare la proposta di piano della prevenzione per rispondere alle esigenze indicate dal comma 9 dell’ art. 1 della legge 190 /2012;

- Verificare l’ efficace attuazione del piano e della sua idoneità;- proporre modifiche al piano in caso di mutamenti dell’ organizzazione ovvero si verifichino

significative violazioni delle prescrizioni;- individuare le aree nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di

corruzione;- individuare il personale da inserire nei programmi di formazione;- definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in

settori particolarmente esposti alla corruzione.- Curare la pubblicazione nel sito istituzionale e la comunicazione all’Autorità nazionale

anticorruzione, di cui all’articolo 1, comma 2, della legge 6 novembre 2012,n. 190, dei risultati del monitoraggio.

- verificare, d'intesa con il dirigente competente, l'effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attivita' nel cui ambito e' piu' elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;

5

Page 6: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

vigilare sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità; (d.lgs. n. 39 del 2013 )

- diffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento dei pubblici dipendenti, e il monitoraggio annuale sulla loro attuazione, ai sensi dell’articolo 54, comma 7, del decreto legislativo n. 165del 2001.

I Referenti per la prevenzione della corruzione Si è deciso di nominare i referenti del Responsabile della Prevenzione della Corruzione in considerazione dell’ complessità della Azienda Sanitaria e delle funzioni assicurate sul territorio, al fine di consentire una partecipazione attiva delle varie articolazioni e come indispensabile supporto all’elaborazione del piano e delle misure più idonee alla prevenzione della corruzione e alla diffusione della cultura della trasparenza ed integrità. I Direttori dei Dipartimenti hanno individuato per l’area di rispettiva competenza; su invito del Responsabile del PTPC, del 12 febbraio 2014, i referenti per la prevenzione della corruzione e della promozione della trasparenza,secondo quanto previsto nella circolare Dipartimento della funzione pubblica n. 1 del 2013). I referenti svolgono:- attività informativa nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione, affinché

abbia elementi e riscontri sull’intera organizzazione ed attività dell’amministrazione, - forniscono indicazioni sulle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione,

proposte di soluzioni organizzative;- forniscono indicazioni sui procedimenti del dipartimento di appartenenza e del responsabile del

procedimento e delle altre informazioni necessarie come previsto dal programma della trasparenza e sulle modalità di svolgimento ,conclusione e adozione di provvedimento ;

- propongono soluzioni organizzative e producono strumenti utili alla organizzazione e alla attuazione delle misure per ridurre il rischio;

- partecipano all’ organizzazione per attuare la gestione e la valutazione del rischio,il monitoraggio sull’attività svolta nei servizi e dipartimenti di competenza;

- partecipano ai programmi di formazione;- provvedono al monitoraggio delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di

corruzione e propongono i provvedimenti gestionali di competenza,- partecipano all’ organizzazione per attuare la valutazione e il monitoraggio nei servizi e

dipartimenti di competenza in riferimento agli obblighi di rotazione del personale e al rispetto dei Codici di comportamento;

- comunicano tempestivamente al Responsabile quanto rilevato durante le azioni di verifica e monitoraggio;

- vigilano, anche verificando a campione, sull’effettiva attuazione di quanto messo in essere dal PIANO e dalle successive misure attuative nell’ ambito delle aree di rispettiva competenza;

- propongono indicatori e modalità di verifica dell’attuazione delle misure obbligatorie e specifiche della ASL napoli1 centro;

- osservano le misure contenute nel P.T.P.C. (art. 1, comma 14, della l. n°190 del 2012) e ne propongono il miglioramento;

- collaborano per l’ organizzazione ed il funzionamento dell’ ACCESSO CIVICO;- collaborano al processo attuativo dell’ amministrazione trasparente come previsto dal d,lgs n.33

del 2013, seguendo il Programma Triennale della trasparenza presente nel PIANO.

I referenti del Responsabile della prevenzione della corruzione individuati ai fini del presente piano e del programma triennale della trasparenza sono indicati nell’ allegato 1.

6

Page 7: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Il Direttore dell’U.O. C. Gestione Risorse Umane per la funzione di Ufficio Procedimenti Disciplinari, (U.P.D):

svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito delle attività di competenza ai sensi del art. 55 bisd .lgs. n. 165 del 2001;

provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria (art. 20 d.P.R. n. 3 del 1957; art.1, comma 3, l. n. 20 del 1994; art. 331 c.p.p.);

propone le procedure e le integrazioni ai documenti necessari per la definizione degli strumenti obbligatori individuati dalla legge per il personale;

relaziona sui casi di procedimenti disciplinari indicando la struttura, la tipologia e l’oggetto.

I Direttori dei Dipartimenti e delle Unità Operative per l’area di rispettiva competenza, nominati nell’allegato 1:

Realizzano le finalità le azioni e gli obiettivi del PIANO di Prevenzione dalla Corruzione e del Programma della Trasparenza ,

Coinvolgono e motivano il personale assegnato nel processo di gestione e prevenzione del rischio di corruzione e di promozione della legalità, integrità e trasparenza, anche inserendo, in accordo con l’UOC Formazione e Aggiornamento, nelle proposte formative per il personale coordinato seminari dedicati alla trasparenza ed integrità;

svolgono attività informativa nei confronti del responsabile, dei referenti e dell’autorità giudiziaria; assicurano l’applicazione delle misure obbligatorie all’interno del Dipartimento e delle sue

articolazioni per ridurre la probabilità che il rischio si verifichi, propongono le ulteriori misure; individuano processi e procedure ed in particolare quelle nel cui ambito è più elevato il

rischio che siano commessi reati di corruzione; osservano le misure contenute nel P.T.P.C. ed individuano le misure ulteriori; elaborano regolamenti e procedure documentate utili all’ organizzazione delle attività da loro

coordinate in riferimento ai principi della trasparenza ed integrità per adottarli in tutto il Dipartimento e nelle sue articolazioni;

propongono il personale da inserire nei programmi di formazione; propongono procedure documentate appropriate per nei settori esposti alla corruzione; partecipano al processo di gestione del rischio; anche attraverso il referente del proprio

dipartimento; individuano, propongono e pongono in essere le misure di prevenzione della corruzione,

regolamentando i processi e decretando procedure e linee guida per il personale di tutto il Dipartimento;

assicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione; adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e

rotazione del personale; partecipano all’ organizzazione per attuare la valutazione del rischio e il monitoraggio nei

servizi e dipartimenti di competenza; seguono il Programma della Trasparenza; Svolgono o sovraintendono alle attività connesse alla pubblicazione in AMMINISTRAZIONE

TRASPARENTE delle informazioni di competenza del dipartimento o servizio loro affidato, seguendo quanto previsto dal programma della trasparenza.

propongono al Responsabile le modifiche al Piano; Elaborano in caso si verifichino violazioni delle prescrizioni miglioramenti organizzativi e

idonee misure;

Qualora i direttori dei dipartimenti non abbiano adempiuto alla nomina del referente per la prevenzione della corruzione ,individuato ai fini del presente Piano e del programma triennale

7

Page 8: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

della trasparenza , dovranno assolvere in prima persona alle responsabilità dei referenti e agli obblighi di informazione nei confronti del Responsabile.

Tutti i dipendenti dell’amministrazione: osservano le misure contenute nel P.T.P.C. (art. 1, comma 14, della l. n. 190 del 2012); segnalano le situazioni di illecito al proprio dirigente o all’U.P.D. (art. 54 bis del d.lgs. n. 165

del 2001); segnalano casi di personale conflitto di interessi (art. 6 bisl. n. 241 del 1990; artt. 6 e 7 Codice

di comportamento); mantengono il personale livello di responsabilità in relazione ai compiti effettivamente svolti

presenti nell’organizzazione dell’amministrazione; rispondono alle richieste di contatto , di collaborazione e di informativa da parte del

responsabile della prevenzione e dei referenti indicati nel piano in base alle disposizioni del P.T.P.C.

partecipano al processo di gestione del rischio.

I collaboratori a qualsiasi titolo dell’amministrazione: osservano le misure contenute nel P.T.P.C. segnalano le situazioni di illecito (art. 8 Codice di

comportamento; mantengono il personale livello di responsabilità in relazione ai compiti effettivamente svolti

presenti nell’organizzazione dell’amministrazione; rispondono alle richieste di contatto, di collaborazione e di informativa da parte del

responsabile della prevenzione e dei referenti indicati nel piano in base alle disposizioni del P.T.P.

segnalano casi di personale conflitto di interessi (art. 6 bisl. n. 241 del 1990; artt. 6 e 7 Codice di comportamento);

2.0 LE STRUTTURE CON FUNZIONI STRATEGICHE PER IL PIANO.Nel raggiungimento degli obiettivi del PTPC e PTT alcune Unità Operative Complesse svolgono un importante ruolo strategico. Senza il supporto operativo e di competenza professionale, richiesto nello svolgimento delle loro funzioni istituzionali, risulterà difficile e aleatorio svolgere molte delle attività previste dal piano e dal programma operativo. Per questo motivo gli obiettivi e le azioni riferite a queste strutture sono accentrate nel primo anno di attività.

I processi di supporto gestiti da queste UOC comprendono le attività necessarie ad assicurare l’ efficace funzionamento dei processi istituzionali ed il corretto espletamento delle funzionalità del Piano come :

- Informatizzazione dei processi- Definizione delle procedure documentate- Pubblicazione degli obblighi e dei procedimenti- Comunicazione interna ed esterna- Formazione e aggiornamento del personale- Monitoraggio delle performance individuali nel raggiungimento degli obiettivi del PIANO- Monitoraggio degli indicatori di rischio

2.1 Unità operative responsabili di processi di supporto al PianoI Direttori delle Unità Operative qui elencate partecipano al Piano come tutti i Direttori e Dirigenti ed in particolare sono responsabili dei processi individuati in quanto specifici per le funzioni e attività loro assegnate:

8

Page 9: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Il Direttore dell’U.O C Sistemi Informatici:- Procede alla valutazione della postazione di lavoro del responsabile e individua la

configurazione di hardware e software ed i collegamenti per accesso alla rete interna ed esterna e con gli organismi nazionali di controllo, assicurando che i collegamenti abbiano caratteristiche di affidabilità, rapidità, efficienza, ampiezza, sicurezza.

- Predispone e attiva gli strumenti di raccordo necessari al processo attuativo del piano, utilizzando tecnologie informatizzate che consentano la tracciabilità dei processi e dei risultati e prevedendo strumenti utili alla condivisione dei documenti di lavoro per le postazioni di lavoro che i direttori dei Dipartimenti riterranno necessarie per il regolare svolgimento delle attività e procedure individuate dal piano.

- Crea interfaccia tra i dati riguardanti le procedure trasversali, come ad esempio gli accreditamenti e le verifiche degli standard per i centri convenzionali, come gli ordini di acquisto e le verifiche sulla qualità oltre che sulla quantità dei prodotti da effettuare prima dell’ordine di pagamento.

- Procede, in accordo con i Direttori dei Dipartimenti e delle U.O. ,ad organizzare le banche dati per consentire la gestione diretta e le azioni di organizzazione e gestione delle attività del monitoraggio, dell’analisi, di controllo, di valutazione e di pubblicazione delle informazioni;

- consente una facilitazione all’accesso su web delle informazioni in applicazione della delibera 50 della CIVIT ed adeguando le modalità già attuate agli standard europei.

- Collabora e facilita in base a quanto previsto dal PIANO il lavoro del Referente e di coloro che provvedono alla pubblicazione delle informazioni implementando il software necessario per il monitoraggio previsto per assicurare il corretto svolgimento del programma.

Il Direttore dell’U.O.C. Controllo Qualità:- collabora con il Responsabile della prevenzione della corruzione per la predisposizione di

procedure specifiche ed idonee alla gestione del rischio di corruzione e per la riduzione delle probabilità che il rischio si verifichi.

- collabora con i Direttori dei Dipartimenti e delle UOC per la predisposizione di procedure specifiche di settore e attività a rischio al fine di standardizzare e pianificare procedure documentate, che consentino la verifica e il controllo, ma anche la comunicazione interna ed esterna.

Il Direttore dell’U.O.C. Gestione Web e Comunicazione Aziendale Informatizzata nell’adempimento degli obblighi di pubblicazione deve programmare e adottare criteri di facile accessibilità, completezza, semplicità di consultazione e:

- Adeguare il portale alle esigenze dei vari fruitori;- inserire nella home page del sito istituzionale una opportuna la sezione: «Amministrazione

trasparente » (art. 9 d.lgs. n. 33 del 2013),all’interno della quale i direttori e i dirigenti Responsabili delle sottosezioni e degli obblighi di pubblicazione ,dovranno provvedere direttamente ,ovvero per il tramite del funzionario incaricato nella UOC WEB, alla pubblicazione delle informazioni e dei dati prescritti .

- Adottare le misure e le procedure utili al raggiungimento degli obiettivi del Piano e assicurare quanto previsto dal programma della trasparenza

- assicurare la pubblicazione di normative , documenti , atti deliberativi,impostando i link utili;

- assicurare la promozione della cultura della trasparenza ed integrità, predisponendo gli interventi di adeguamento informatico necessari;

- assicurare la pubblicazione delle informazioni sulla organizzazione aziendale e dell’ offerta di servizi utili a utenti, fornitori,organismi di controllo, in applicazione di quanto definito dalla normativa di settore. E utilizza a tale scopo tecniche utili alla facilitazione dell’accesso all’informazione ad esempio “help e link”e opzioni;

9

Page 10: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

- Informare e addestrare il personale dedicato all’immissione dei dati;- prevedere in una sezione dedicata le modalità per la trasmissione delle informazioni e la

procedura di pubblicazione, comprensiva dei tempi di attuazione,i nominativi del personale, i numeri di telefono e le email, le modalità della richiesta di assistenza all’ immissione dati;

- Assicurare che le informazioni fornite dai referenti della prevenzione della corruzione e dai direttori dei dipartimenti e dei servizi e dal responsabile siano accessibili e pubblicate tempestivamente e accuratamente, segnalando eventuali incongruità o errori materiali.

Il Direttore dell’ U.O.C. Formazione e aggiornamento del personale dovrà: - prevedere che la programmazione della formazione sia coordinata con quella prevista nel

piano triennale della Prevenzione della Corruzione e nel Programma della Trasparenza;- Prevedere che la programmazione della formazione contenuta nel P.T.P.C. sia coordinata con

quella prevista nel Piano Annuale della Formazione;- assolvere al compito di pianificare ed organizzare iniziative di formazione con la Scuola

Nazionale della P.A., ovvero individuando valide alternative, confrontandosi con il Referente per le proposte di formazione sulla trasparenza integrità, prevenzione della Corruzione, gestione del rischio per: il responsabile della prevenzione e i referenti della prevenzione e della trasparenza

individuati a seguito della informativa e richiesta n. 8 del 12 febbraio 2014; il personale individuato per l’accesso civico e il monitoraggio; i dirigenti e il personale addetti alle aree a rischio; tutto il personale coinvolto nelle azioni del Piano e del Programma della Trasparenza;

- organizzare nei tre anni seminari sui temi dell’etica e della legalità, con particolare riferimento ai contenuti del Codice di comportamento dei pubblici dipendenti.

il Direttore del Coordinamento delle Attività delle Relazioni con il Pubblico centrali e periferiche - Garantisce l’esercizio dei diritti di informazione, trasparenza, accesso e di partecipazione,

agevola l’utilizzo dei servizi ai cittadini anche attraverso l’illustrazione delle disposizioni e normative applica quanto definito dalla legge 150/2000;

- Comunica con le articolazioni periferiche i cittadini e le associazioni;- Partecipa alla diffusione dei valori e delle informazioni riguardanti le azioni previste dal Piano

di Prevenzione della Corruzione dal Programma della Trasparenza, ed informa l’utenza sui propri diritti di trasparenza e di partecipazione;

- partecipa con tutta la dirigenza ed il personale formato ai sensi del DPR 422/2000 ai seminari di formazione sui temi della trasparenza e integrità i direttori di struttura organizzeranno per il personale da loro coordinato il 2015 – 2016.

Il Nucleo di valutazione ovvero l’ organismo indipendente di valutazione (O.I.V). e gli altri organismi di controllo interno:

partecipano al processo di gestione del rischio ,considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti;

promuovono e attestano l’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità ( art 14 del d.lgs.n.150 /2009, delibera n.71 /2013 CIVIT);

programmano le azione di verifica in riferimento a quanto indicato dal presente piano triennale, svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza

amministrativa (artt. 43 e 44 d.lgs. n. 33 del 2013); esprimono parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna

amministrazione (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165 del 2001).

10

Page 11: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

2.2 Le strutture che monitorano gli indicatori del RISCHIO Le UOC Affari Legali, UOC Nucleo Ispettivo, il Coordinamento delle attività per le Relazioni con il Pubblico centrali e periferiche nello svolgimento delle funzioni istituzionali assegnate assistono a fatti di corruzione o di presunte corruzioni, questi fatti sono indicatori di rischio di corruzione accertata o presunta e la loro conoscenza fornisce un utile indicazione per la valutazione del rischio e dell’individuazione di aree a rischio di corruzione. Pertanto partecipano alle azioni di monitoraggio e di individuazione dei rischi specifici con le relazioni sulle evidenze di corruzione o di cattivo funzionamento dei servizi aziendali ovvero di comportamenti non adeguati da parte del personale ovvero di errori organizzativi

- L’ Unità Operativa Complessa Affari Legali partecipa con i risultati del monitoraggio annuale delle tipologie di contenzioso riferite ai casi di cattiva gestione e di presunta corruzione;

- L’Unità Operativa complessa Nucleo Ispettivo fornisce i dati riguardanti le tipologie delle indagini effettuate e le strutture di riferimento;

- Il Coordinamento delle Attività delle Relazioni con il Pubblico centrali e periferiche partecipa con il monitoraggio semestrale dei reclami e delle segnalazioni dell’utenza relazionando sui fattori di qualità e sulle strutture oggetto di segnalazione, regolamentato dalla Delibera 978 del 8.11.2005 e con le procedure documentate con Decreto del Direttore del Servizio per le Relazioni con il Pubblico N° 2618/2006 “Le Procedure” 12.9.2006;

CAPITOLO III

MISURE FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE1.0 Elaborazione , gestione e aggiornamento del P.T.P.C. della ASL NAPOLI1 Centro

L'attività di elaborazione del piano è stata affidata con Delibera n.39 del 31 gennaio 2014 alla dr.ssa A.M.Rotondaro Aveta, dandole mandato di adottare tutte le più opportune azioni di divulgazione ed aggiornamento necessarie nei confronti dei soggetti destinatari dell’ applicazione della normativa in oggetto. Il PIANO TRIENNALE DELLA PREVENZIONE ALLA CORRUZIONE( P.T.P.C. ) è stato inteso come lo strumento attraverso il quale la ASL sistematizza e descrive un “processo”- articolato in fasi tra loro collegate concettualmente e temporalmente, finalizzato a formulare una strategia di prevenzione della corruzione e dell’ illegalità .Il PTPC si realizza coordinando più azioni strategiche:

AZIONE 1. Analisi dell’organizzazione e dei processi in attoProgramma di attività consente di:- identificare i processi di supporto necessari ad assicurare l’ efficacia dell’ azione proposta;- esaminare l’organizzazione della ASL Napoli 1 centro ,le sue regole e le sue prassi di funzionamento

in termini di “possibile esposizione” al fenomeno corruttivo;- esaminare l’ organizzazione aziendale come insieme di procedimenti amministrativi collegati ai

responsabili di detti procedimenti, i tempi di conclusione e di risposta ,i recapiti telefonici e la casella di posta istituzionale;

AZIONE 2. Stesura, attuazione e aggiornamenti del P.T.P.C., come programma di attività per: - esaminare il sistema dei processi organizzativi, con particolare attenzione alla struttura dei controlli

ed alle aree sensibili nel cui ambito possono, anche solo in via teorica, verificarsi episodi di corruzione;

- organizzare e realizzare le misure previste dalla legge;- attivare azioni ponderate e coerenti tra loro capaci di ridurre significativamente il rischio di

comportamenti corrotti;- Prevedere una valutazione probabilistica di tale rischiosità e l’adozione di un sistema di gestione del

rischio, individuando le aree di rischio,i rischi specifici, le misure da implementare per la prevenzione in relazione al livello di pericolosità dei rischi specifici;

11

Page 12: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

- Identificare i processi di supporto necessari ad assicurare l’ efficacia dell’ azione proposta, come il monitoraggio e le segnalazioni da parte dei UOC specificamente individuate del programma di attività.

AZIONE 3. Elaborazione, stesura, condivisione, adozione e realizzazione del Programma Triennale della Trasparenza e dell’Integrità e degli obblighi previsti dal d.lgs. n. 33 del 2013 . Esaminata nel capitolo dedicato.

1.1 Individuazione dei contenuti del Piano della Prevenzione della Corruzione e del programma della Trasparenza e degli obblighi di pubblicazione.Su richiesta del Direttore Generale, prot. N° 1078 del 9.1.2014, si è proceduto ad una prima ricognizione e raccolta di proposte di soluzioni organizzative e gestionali .Nella ricognizione sono stati coinvolti i Direttori dei Dipartimenti e delle Unità operative attualmente attivi in ASL NAPOLI 1 centro ,individuati quali responsabili dell’ elaborazione e aggiornamento dei dati da PUBBLICARE E DA AGGIORNARE NELLA SEZIONE Amministrazione Trasparente per il primo anno di programmazione, e qui di seguito elencati:- Direttore del Dipartimento delle Fragilità Dott. Mario Scognamiglio - Direttore del Dipartimento Assistenza Primaria e Continuità delle Cure - Dott. Gennaro Volpe- Direttore del Dipartimento di Prevenzione D.ssa Giuseppina Amispergh- Direttore del Dip.to Assistenza Ospedaliera Dott. Rosario Lanzetta- Direttore del Dipartimento per la Salute Mentale Dott. Vito Villani- Direttore del Dipartimento Amministrativo Dott. Domenico Concilio- Direttore del Dip.to Affari Generali e G.R.U. Dott. Osvaldo Zaccaria- Coordinatore Area Farmaceutica Dr.ssa Gaetana La Bella- Direttore UOC Pianificazione Biotecnologie Ing. Gennaro Rutoli - Direttore UOC CUP dr. Antonio Stellato- Direttore UOC Affari Legali Avv. Maria Fusco

Inoltre, sono stati invitati a fornire la loro collaborazione e le loro proposte i direttori delle UOC, identificate come responsabili di strumenti operativi ed organizzativi e delle procedure per l’elaborazione , la gestione e la pubblicazione delle informazioni, quali :- Direttore UOC Sistemi Informatici Ing. Carlo Summonte- Direttore UOC Gestione del WEB e Comunicazione Aziendale Informatizzata Ing. Claudio Ragosta- Area flussi dati dr. Antonio Stellato.

Mentre per il miglioramento del programma triennale e delle azioni organizzative utili alla trasparenza e alla efficienza dell’amministrazione, nonché delle azioni del monitoraggio e delle segnalazioni delle criticità sono stati contattati i Direttori delle Unità operative:- U.O.C. Controllo Qualità dr. Enrico Guida- U.O.C. Formazione e aggiornamento del personale. dr. Renato Montella - UOC Programmazione e Pianificazione Aziendale dr. Marco Papa- Nucleo di Valutazione Componente interno dr Francesco Cascio - Servizio Umanizzazione dei percorsi sanitari dr. Vittorio D’ Alterio- U.O.C. Prevenzione e Protezione dr.ssa Paola Sardelli- U.O. C. Servizio Ispettivo dr. Luciano Hengeller- U.O.C. Affari Legali Dr.ssa Maria FUSCO- UOC Controllo Interno di Gestione dr. Domenico De Lucia

12

Page 13: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Successivamente Il Responsabile si è un confrontato con il Direttore Generale, Dr. Ernesto Esposito, il Direttore Amministrativo Dr. Daniele Baldi e il Direttore Sanitario Dr.ssa Antonella Guida, sul programma, i suoi contenuti, le azioni individuate sui tempi e le risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi previsti.Considerata l’organizzazione complessa della amministrazione della ASL Napoli 1 centro sono stati individuati , per meglio coinvolgere le articolazioni centrali e periferiche e sul processo di adozione del PIANO TRIENNALE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE e DELLA LEGALITA’,i referenti del Responsabile della Trasparenza.Su invito il 12 febbraio 2014 del Responsabile, i Direttori dei Dipartimenti e dei Servizi, che sono stati coinvolti nei lavori del primo anno di attività, hanno individuato i Referenti del Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza.Attualmente sono stati individuati:- dr. Nicola Accardo Dipartimento delle Fragilità - dr.ssa Ester Napolitano Dipartimento Assistenza Primaria e Continuità delle Cure - dr. Alfredo Savarese Dip. di Prevenzione - dr. Vincenzo Salzano Dip.to Affari Generali e G.R.U.- sig. Giuseppe Riccio UOC Sistemi Informatici- dr.ssa Silvana Francese UOC Gestione del WEB e Comunicazione Aziendale Informatizzata- dr. Giuseppe Schettini UOC Programmazione e Pianificazione Aziendale

I restanti dipartimenti e UOC individueranno nel corso del programma i loro referenti.

Il coinvolgimento dei Direttori e Referenti è stato realizzato in tre riunioni tenute dal Responsabile, nei giorni 21 febbraio e 3 marzo 2014 , con oggetto: Costituzione del Tavolo tecnico per il processo di adozione del Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza; il 14 aprile 2014 con oggetto: Condivisione e consultazione per la definizione degli strumenti utili alla rilevazione delle procedure e dei procedimenti amministrativi. Oltre agli incontri individuali e alle consultazioni dedicate ad approfondire specifici argomenti e misure si è richiesto formalmente sugli obblighi di pubblicazione, al fine di conoscere e condividere l’ attuale organizzazione delle informazioni e dei processi informativi ed informatizzati dei singoli Dipartimenti, prot. 22/RPC e RT del 21 febbraio 2014 e prot 56 del 21 marzo 2014.

Il Programma triennale è stato pubblicato sul portale per la consultazione pubblica il 31.3.2014 per la condivisione degli impegni in materia di trasparenza, ed è ancora in esposizione.

I portatori di interesse sono eterogenei e sono costituiti da Amministrazioni Pubbliche e Private, Associazioni e Organismi di tutela dei cittadini, Cittadini, Imprese , Fornitori, Organizzazioni Sindacali, Associazioni Professionali e di Categoria, Organizzazioni non lucrative. Pertanto la loro consultazione è avvenuta online, inviando e-mail per avvisarli dell’avvenuta pubblicazione del programma.

Prima della adozione definitiva del programma sono state esaminate le proposte argomentate e non anonime.

A seguito delle rielaborazioni eventualmente necessarie e dell’approvazione del programma da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione la ASL Napoli 1 Centro procederà con una opportuna formalizzazione a rimodulare il PIANO TRIENNALE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2014 – 2016 già adottato.

Inoltre, la Direzione strategica incontrerà nella Giornata della Trasparenza tutti i portatori di interesse per un confronto ulteriore pubblico e collettivo nell’ottobre 2014 su Piano e sul programma.

13

Page 14: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

1.2 Modalità per operare l’aggiornamento del P.T.P.C..Secondo la legge (art. 1, comma 8, l. n. 190) il P.T.P.C. deve essere adottato e aggiornato entro il 31 gennaio di ciascun anno e va comunicato al Dipartimento della Funzione Pubblica.

L’aggiornamento annuale del Piano terrà conto dei seguenti fattori:- normative sopravvenute che impongono ulteriori adempimenti;- normative sopravvenute che modificano le finalità istituzionali dell’amministrazione (es.:

acquisizione di nuove competenze);- emersione di rischi non considerati in fase di predisposizione del P.T.P.C.;- nuovi indirizzi o direttive contenuti nel P.N.A.- miglioramenti delle modalità individuate nel 2014 per gestione del rischio;- integrazione dei ruoli e responsabilità individuate nel 2014

L’adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione si configura come un processo ciclico in cui le strategie e gli strumenti vengono affinati,modificati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione, pertanto il processo di adozione e aggiornamento dovrà migliorare nel 2015 e si avvarrà di strumenti in rete di condivisione del documento, il Servizio Sistemi Informatici sosterrà opportunamente la condivisione del piano.

1.3 Consultazione e di confronto con gli stakeholder in sede di elaborazione, di integrazione e di verifica del P.T.P.C.La consultazione pubblica è avvenuta con la pubblicazione sul portale del testo del Programma della Trasparenza 2014-2016 il 31 marzo 2014, informando Associazioni di Volontariato e gli organismi sindacali della possibilità di segnalare integrazioni o modifiche trasmettendo e-mail al Responsabile.

Il programma rimane esposto fino alla sua adozione definitiva.

L’Asl Napoli 1 centro per perfezionare un’efficace strategia anticorruzione prevede la consultazione pubblica, con il coinvolgimento di cittadini e di organizzazioni di rappresentanze professionali, sindacali di categoria e in genere portatrici di interessi collettivi, ai fini del miglioramento del Piano delle procedure trattate , della trasparenza amministrativa, della diffusione delle strategie di prevenzione pianificate e messe in atto, nonché sui risultati del monitoraggio e l’implementazione delle relative misure. L’amministrazione terrà conto dell’esito della consultazione in sede di elaborazione delle integrazioni al P.T.P.C. per il secondo anno di attività e in sede di valutazione della sua adeguatezza, anche quale contributo per individuare le priorità di intervento ulteriori. Le consultazioni avverranno mediante raccolta dei contributi via web e nel corso di un incontro pubblico con i rappresentanti delle associazioni di utenti . L’esito sarà pubblicato sul sito internet in una sezione del P.T.P.C., con indicazione dei soggetti coinvolti, delle modalità di partecipazione e degli input generati da tale partecipazione.

2.0 AZIONI E MISURE GENERALI FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONEMisure di carattere generale applicate in ASL NApoli1 centro nel primo anno sono :- la trasparenza, che costituisce un’apposita sezione del P.T.P.C ,e i cui adempimenti sono

espressamente indicati rispetto agli obiettivi e alle responsabilità, come definito dalla delibera C.I.V.I.T. n. 50 del 2013;questa misura sarà avviata nel I anno e sarà arricchita progressivamente con continuità;

- la partecipazione e l’accesso agli atti ai sensi della 241/1990;- l’informatizzazione dei processi per tutte le attività dell’amministrazione, al fine di rendere

possibile la tracciabilità dello sviluppo del processo e ridurre quindi il rischio di rallentamenti dovuti all’individuazione delle responsabilità per ciascuna fase; questa misura già presente per alcune

14

Page 15: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

procedure sarà allargata prioritariamente a quelle obbligatorie nel I° anno e a tutte le altre nel II° e III°;

- l’accesso telematico a dati, documenti e procedimenti e il loro riutilizzo (d.lgs. n. 82 del 2005) consentirà l’apertura dell’amministrazione verso l’esterno e il controllo sull’attività da parte dell’utenza; questa misura va migliorata nel primo anno per tutte le procedure già informatizzate ed esistenti sul sito, prevedendo per tutte l’attivazione di un archivio facilitato con più chiavi di accesso, come: le prenotazioni ambulatoriali del Centro Unico di Prenotazione; la modulistica della Medicina Valutativa; l’ albo pretorio; albo dei fornitori , albo delle gare di appalto, Concorsi e bandi i curricula della dirigenza

- il monitoraggio sul rispetto dei termini procedimentali; utile poiché attraverso il monitoraggio emergono eventuali omissioni o ritardi che possono essere sintomo di fenomeni corruttivi. Nel I anno si procederà all’organizzazione metodologica e informatizzata del monitoraggio, alla implementazione del registro del procedimenti amministrativi e delle aree a rischio;

- le misure riferite alla gestione del personale;- il codice di comportamento;- la tutela del dipendente che segnala illeciti;- la formazione sui temi della etica, Trasparenza e formazione sulla gestione del rischio.

2.1 LA TRASPARENZALa trasparenza dell'attività amministrativa costituisce un livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m, della Costituzione. E’ assicurata mediante la pubblicazione nel sito web istituzionale, delle informazioni relative ai procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilita', completezza e semplicita' di consultazione. Nel sito web devono essere pubblicati relativi bilanci e conti consuntivi, nonchè i costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche e di produzione dei servizi erogati ai cittadini. Le informazioni sui costi sono pubblicate sulla base di uno schema tipo redatto dall'Autorita' per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ne cura altresi' la raccolta e la pubblicazione nel proprio sito web istituzionale al fine di consentirne una agevole comparazione.In applicazione degli articoli :

- n. 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, - comma 42 del articolo 32 della legge 190 / 2012- n.54 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e

successive modificazioni, - n. 21 della legge 18 giugno 2009, n. 69, e successive modificazioni, e nell'articolo 11 del decreto

legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;

La ASL Napoli 1 Centro assicura i livelli essenziali di pubblicazione nel proprio sito web delle informazioni relative ai seguenti procedimenti amministrativi :

a) autorizzazione o concessioneb) scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla

modalita' di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163;

c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonche' attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati;

15

Page 16: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

In riferimento ai processi b e c le stazioni appaltanti sono tenute a pubblicare, ed a conservare in archivi accessibili per ogni procedura:

- la struttura proponente; - l'oggetto del bando;- l'elenco degli operatori invitati a presentare offerte;- l'aggiudicatario;- l'importo di aggiudicazione;- i tempi di completamento dell'opera, servizio o fornitura;- l'importo delle somme liquidate.

Inoltre, entro il 31 gennaio 2015, tali informazioni, relativamente all'anno 2014, sono pubblicate in tabelle riassuntive rese liberamente scaricabili in un formato digitale standard aperto che consenta di analizzare e rielaborare,anche a fini statistici, i dati informatici.

Il Dipartimento Amministrativo trasmette in formato digitale tali informazioni all'Autorita' per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che prevede a pubblicare nel proprio sito web in una sezione liberamente consultabile da tutti i cittadini, catalogate in base alla tipologia di stazione appaltante e per regione, individuano le informazioni rilevanti e le relative modalita' di trasmissione.

2.2 LA PARTECIPAZIONE Nel sito web istituzionale, dovrà essere indicato per ogni Dipartimento l’ indirizzo di posta elettronica certificata cui il cittadino possa rivolgersi per trasmettere istanze ai sensi dell'articolo 38 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n.445, e successive modificazioni, e ricevere informazioni circa i provvedimenti e i procedimenti amministrativi che lo riguardano.

Inoltre nel rispetto della disciplina del diritto di accesso ai documenti amministrativi di cui al capo V della legge 7 agosto 1990, n.241, e successive modificazioni, in materia di procedimento amministrativo, è obbligo di rendere accessibili in ogni momento agli interessati, tramite strumenti di identificazione informatica di cui all'articolo 65, comma 1, del codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n.82, e successive modificazioni, le informazioni relative ai provvedimenti e ai procedimenti amministrativi che li riguardano, ivi comprese quelle relative allo stato della procedura, ai relativi tempi e allo specifico ufficio competente in ogni singola fase.

Per assicurare la comunicazione e l’ accesso ai documenti il Programma della trasparenza ha previsto la rilevazione dei procedimenti amministrativi che il Dipartimento effettuerà per ogni unità operativa di competenza utilizzando la scheda 2 in allegato al Piano, che contestualmente alla raccolta verrà informatizzata e costituirà la base della banca dati su i procedimenti e i processi amministrativi della ASL Napoli 1 Centro.

2.3 MISURE RIFERITE ALLA GESTIONE DEL PERSONALEI livelli essenziali e misure obbligatorie individuate dalla normativa riferite alla gestione del personale ed attuate in ASLNAPOLI1 centro nel primo anno di attività del Piano di prevenzione della corruzione sono quelle riferite alle seguenti procedure:

concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all'articolo 24 del citato decreto legislativo n.150 del 2009.

rotazione del personale obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse disciplina specifica in materia di svolgimento di incarichi d’ufficio ,attività ed incarichi extra-

istituzionali disciplina specifica in materia di conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività

o incarichi precedenti (pantouflage– revolving doors) incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali

16

Page 17: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

disciplina specifica in materia di formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso dicondanna penale per delitti

contro la pubblica amministrazione disciplina specifica in materia di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro

(pantouflage – revolving doors)

Queste misure obbligatorie, individuate dalla normativa, saranno oggetto di integrazioni delle precedenti procedure già in uso, ovvero dei documenti attualmente in uso presso la nostra amministrazione . Il Direttore del Dipartimento Affari Generali e GRU e dell’U.O. C..Risorse Umane

propone al Direttore Generale regolarmente procedure e integrazioni alla ridefinizione degli strumenti obbligatori individuati dalla legge per il personale.

collabora con il Responsabile della prevenzione: alla proposta e della definizione e l’aggiornamento dei Codici di comportamento e

partecipa alla condivisione e diffusione all’ interno della struttura aziendale; alla stesura della disciplina specifica in materia di tutela del dipendente che effettua

segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower); alla sensibilizzazione del personale in materia di etica, integrità ed altre tematiche

attinenti alla prevenzione della corruzione. Definisce con i servizi dedicati all’ informatizzazione dei processi la definizione del modello tipo e

dei campi obbligatori dei curricula, che i dirigenti devono pubblicare direttamente sul portale aziendale, integrando le informazioni con le relative posizioni dirigenziali attribuite. Attualmente i curricula sono pubblicati in un formato libero e non a norma europea , pertanto nel primo anno di attività del piano si procede ad aggiornare lo schema, informare sull’ obbligatoreità di compilazione, ad integrarli con link opportuni con le rispettive posizioni e gli incarichi ricoperti e con i relativi atti documentali, successivamente si provvederà ad organizzare il monitoraggio informatizzato per consentire al Responsabile di individuare chi non si attiene alla norma.

2.4 CODICE DI COMPORTAMENTOIl codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche Amministrazioni merita nel Piano una attenzione particolare poiché è stato nuovamente articolato al fine di assicurare la qualita' dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealta', imparzialita' e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico.

IL DPR N.62 del 16 aprile 2013 sul Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici contiene una specifica sezione dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite. Prevede per tutti i dipendenti pubblici il divieto di chiedere o di accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilita', in connessione con l'espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati. La violazione dei doveri contenuti nel codice di comportamento, compresi quelli relativi all'attuazione del Piano di prevenzione della corruzione, e' fonte di responsabilità disciplinare. La violazione dei doveri e' altresi' rilevante ai fini della responsabilita' civile, amministrativa e contabile ogniqualvolta le stesse responsabilita' siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti. Violazioni gravi o reiterate del codice comportano l'applicazione di sanzioni.

L’ Asl Napoli 1 Centro , nel primo anno di applicazione del PIANO , definisce, con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio Organismo Indipendente di Valutazione, propri codici di comportamento. Sull'applicazione dei codici vigilano i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici di disciplina. Il Responsabile e il direttore dell’ UOC Risorse Umane verificano annualmente lo stato di applicazione dei codici e organizzano attivita' di formazione del personale per la conoscenza e la corretta applicazione degli stessi.

2.5 TUTELA DEL DIPENDENTE PUBBLICO CHE SEGNALA ILLECITI

17

Page 18: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

“ Fuori dei casi di responsabilita' a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorita' giudiziaria o alla

Corte dei Conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non puo' essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.”

Le segnalazioni provenienti dal personale della ASL Napoli 1 Centro saranno considerate come indicatori di rischio ed in quanto tali parteciperanno alla valutazione delle aree a rischio di corruzione per la definizione di ulteriori misure.

Qualora la segnalazione dia adito al procedimento disciplinare, l'identita' del segnalante non puo' essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identita' puo' essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato.

La denuncia e' sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni».

2.6 FORMAZIONE SUI TEMI DELL’ETICA E DELLA LEGALITÀL’ U.O.C. Formazione e aggiornamento del personale nell’ambito del piano triennale dovrà pianificare ed organizzare iniziative di formazione rivolte:

- al responsabile della prevenzione e ai referenti della prevenzione e della trasparenza individuati a seguito della informativa e richiesta n. 8 del 12 febbraio 2014.

- per il personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione;- ai dirigenti e al personale addetti alle aree a rischio;- a tutto il personale sui temi dell’etica e della legalità, con particolare riferimento ai contenuti

del Codice di comportamento dei pubblici dipendenti;

La programmazione della formazione sarà inserita nel piano di formazione annuale e utilizzerà preferibilmente i corsi organizzati dalla Scuola superiore Nazionale della Pubblica Amministrazione (ai sensi dell’art. 1 della Legge 190/2013) e dovrà prevedere gli argomenti del programma Triennale della Trasparenza e dell’Integrità e gli obblighi previsti dal d.lgs. n. 33 del 2013.

Rispetto al Responsabile e ai Referenti la formazione prevederà anche uno specifico corso dedicato alla gestione del rischio e al monitoraggio riferito a quanto previsto dalla legge 190/201.

CAPITOLO IV

1.0 LA GESTIONE DEL RISCHIOIl punto centrale del Piano della Prevenzione della Corruzione è dato dall’ individuazione , valutazione e gestione del rischio di corruzione.

Per “rischio” si intende l’effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico e sull’obiettivo istituzionale della Azienda sanitaria, dovuto alla possibilità che si verifichino un insieme di circostanze che si frappongono o si oppongono al perseguimento dell’obiettivo istituzionale.

Per “gestione del rischio” si intende l’insieme delle attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo l’amministrazione con riferimento al rischio.

La gestione del rischio contribuisce al miglioramento della prestazione, del consenso, dell’efficienza. Fa parte delle responsabilità della dirigenza ed è parte integrante dei processi dell’organizzazione,

18

Page 19: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

facilitando le scelte e le priorità. Il P.N.A. consiglia per una corretta gestione del rischio di fare riferimento ai Principi e linee guida UNI

ISO 31000:2010, che rappresentano l’adozione nazionale, in lingua italiana, della norma internazionale ISO 31000 (edizione novembre 2009), elaborata dal Comitato tecnico ISO/TMB “Risk Management”.

L’U.O.C. Controllo Qualità dovrà prevedere nel proprio piano di attività iniziative per elaborare e proporre al Responsabile della prevenzione della corruzione procedure specifiche ed idonee alla gestione del rischio di corruzione e utili al raggiungimento degli obiettivi del Piano.

All’intero processo di gestione del rischio i Direttori e i Referenti partecipano per le aree di rispettiva competenza.

1.1 Individuazione delle aree di rischio.L’individuazione delle aree di rischio consente l’emersione delle attività che debbono essere presidiate più di altre mediante l’implementazione di misure di prevenzione. Rispetto a tali aree vanno identificate le loro caratteristiche, le azioni e gli strumenti per prevenire il rischio, stabilendo le priorità.

Per le aree individuate vanno identificati i processi e le procedure ad esse riferite nell’ambito dello svolgimento ed il raggiungimento delle finalità e obiettivi assegnati al dipartimento di competenza . Il monitoraggio periodico assicurerà il rispetto dei tempi procedimentali attraverso la tempestiva eliminazione delle anomalie. I risultati del monitoraggio dovranno essere consultabili nel sito web istituzionale. Gli interventi di informatizzazione dei processi risulterà strategicamente rilevante ai fini del raggiungimento dell’ obiettivo.

Per ciascuna area di rischio si identificheranno le esigenze di intervento utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi, con l’indicazione di modalità,responsabili, tempi di attuazione e indicatori.

1.1.1 Le aree individuate dalla legge n 190/2012.La L. n. 190 ha già individuato delle particolari aree di rischio ed i relativi processi ritenendole comuni a tutte le amministrazioni:

A) Area: acquisizione e progressione del personale: concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all'articolo 24 del citato decreto legislativo n. 150 del 2009 con i processi :1. Reclutamento2. Progressioni di carriera3. Conferimento di incarichi di collaborazione

B) Area affidamento di lavori, servizi e forniture, scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al d.lgs. n. 163 del 2006 con i processi:

1. Definizione dell’oggetto dell’affidamento2. Individuazione dello strumento/istituto per l’affidamento3. Requisiti di qualificazione4. Requisiti di aggiudicazione5. Valutazione delle offerte6. Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte7. Procedure negoziate8. Affidamenti diretti9. Revoca del bando10.Redazione del cronoprogramma11.Varianti in corso di esecuzione del contratto

19

Page 20: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

12.Subappalto13.Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali

durante la fase di esecuzione del contratto.

C) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;

D) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;

Il PIANO NAZIONALE fornisce l’Elenco dei rischi riferiti alle su elencate aree, precisando che la presente elencazione ha carattere meramente esemplificativo.

A) Area: acquisizione e progressione del personale- previsioni di requisiti di accesso “personalizzati” ed insufficienza di meccanismi oggettivi e

trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari;

- abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari;- irregolare composizione della commissione di concorso finalizzata al reclutamento di

candidati particolari;- inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell’imparzialità della

selezione, quali, a titolo esemplificativo, la cogenza della regola dell'anonimato nel caso di prova scritta e la predeterminazione dei criteri di valutazione delle prove allo scopo di reclutare candidati particolari;

- progressioni economiche o di carriera accordate illegittimamente allo scopo di agevolare dipendenti/candidati particolari;

- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.

B) Area: affidamento di lavori, servizi e forniture- accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara volti a manipolarne gli esiti,

utilizzando il meccanismo del subappalto come modalità per distribuire i vantaggi dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso;

- definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnico-economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa (es.: clausole dei bandi che stabiliscono requisiti di qualificazione);

- uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a favorire un’impresa;

- utilizzo della procedura negoziata e abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di favorire un’impresa;

- ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire all’appaltatore di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire extra guadagni;

- abuso del provvedimento di revoca del bando al fine di bloccare una gara il cui risultato si sia rivelato diverso da quello atteso o di concedere un indennizzo all’aggiudicatario;

- elusione delle regole di affidamento degli appalti, mediante l’improprio utilizzo del modello procedurale dell’affidamento delle concessioni al fine di agevolare un particolare soggetto;

C) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario- abuso nell’adozione di provvedimenti aventi ad oggetto condizioni di accesso a servizi

pubblici al fine di agevolare particolari soggetti (es. inserimento in cima ad una lista di attesa);

20

Page 21: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

- abuso nel rilascio di autorizzazioni in ambiti in cui il pubblico ufficio ha funzioni esclusive o preminenti di controllo al fine di agevolare determinati soggetti (es. controlli finalizzati all’accertamento del possesso di requisiti per apertura di esercizi commerciali).

21

Page 22: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

D) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario- riconoscimento indebito di indennità di disoccupazione a cittadini non in possesso dei

requisiti di legge al fine di agevolare determinati soggetti;- riconoscimento indebito dell’esenzione dal pagamento di ticket sanitari al fine di agevolare

determinati soggetti;- uso di falsa documentazione per agevolare taluni soggetti nell’accesso a fondi comunitari; - rilascio di concessioni edilizie con pagamento di contributi inferiori al dovuto al fine di

agevolare determinati soggetti.

In ASL Napoli 1 Centro le aree di rischio obbligatorie saranno analizzate nello svolgimento delle attività del primo anno del P.T.P.C. da parte dei Dipartimenti direttamente interessati , come il Dipartimento Amministrativo e il Dipartimento Affari Generali e Gestione Risorse Umane, e successivamente da tutte le strutture dell’ amministrazione che ne applicheranno le determinazioni adottate dalla direzione strategica, ovvero per queste aree saranno prodotte le correzioni e le integrazioni necessarie e previste dalle norme alle delibere già esistenti.

Si dovrà giungere alla determinazione, per ciascuna area di rischio, delle esigenze di intervento utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi, con l’indicazione di modalità,responsabili, tempi di attuazione e indicatori.

1.1.2 Aree a rischio e misure ulteriori da individuare nello svolgimento del piano.Superata la fase di prima applicazione, in sede di elaborazione dell’aggiornamento del P.T.P.C. saranno indicate ulteriori aree di rischio, che rispecchiano le specificità funzionali e di contesto della ASL NAPOLI 1 centro .

Si prevede per il terzo anno che saranno incluse nel P.T.P.C. tutte le aree di rischio relative alla attività specifica della ASL e della sua organizzazione , anche rispetto al processo di valutazione del rischio.

Per l’individuazione delle aree a rischio specifiche in ASL NAPOLI1 centro e la scelta delle misure ulteriori su indicazione del Direttore Generale la dr. AM Rotondaro Aveta , il 17 Gennaio 2014 ,ha richiesto ai direttori dei Dipartimenti la Ricognizione su procedure adottate e formulazione di proposte, procedendo ad una ricognizione.

In sede di elaborazione del P.T.P.C. sono state individuate ulteriori potenziali aree di rischio, che rispecchiano le specificità funzionali e di contesto della ASL Napoli 1 Centro .

Nella riunione del 21 febbraio 2014 i Direttori ed i Referenti da loro delegati hanno individuato specifiche aree dove è più elevato il rischio di corruzione e nel confronto hanno evidenziato soluzioni organizzative e gestionali, l’incontro ha dato l’avvio al piano attuativo per la prevenzione della corruzione, ed ha consentito la costituzione del tavolo tecnico per il processo di adozione del piano e per l’avvio di azioni di sensibilizzazione sul principio della trasparenza.

In particolare il Dipartimento Assistenza Ospedaliera ha individuato specifici obiettivi per la prevenzione elencati nel Capitolo IV al paragrafo 3 sul trattamento del rischio e le misure ulteriori per neutralizzarlo.

Dai lavori sono scaturiti la tempificazione degli interventi , i nominativi dei referenti , le priorità e le modalità di intervento.Si è inoltre evidenziata la necessità di organizzare i lavori del gruppo di referenti procedendo con le seguenti attività:

- mappatura dei processi attuati dall’amministrazione per ogni area potenziale individuata;- valutazione del rischio per ciascun processo; - trattamento del rischio.

22

Page 23: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Dagli incontri individuali successivi è emersa la necessità di elaborare strumenti utili alla mappatura e alla valutazione.

Nella riunione del 14 aprile si sono analizzate modalità e strumenti predisposti dal responsabile da utilizzare per la rilevazione dei dati.

2.0 La mappatura dei processi e valutazione del RISCHIO2.1 il registro dei processi La mappatura dei processi consente l’individuazione del contesto entro cui deve essere sviluppata la valutazione del rischio.

Per processo si intende un insieme di attività interrelate che creano valore trasformando delle risorse (input del processo) in un prodotto (output del processo) destinato ad un soggetto interno o esterno all'amministrazione (utente).

Il processo che si svolge nell’ambito di una unità operativa può da solo portare al risultato finale o porsi come parte o fase di un processo complesso, con il concorso di più unità operative. Il concetto di processo è più ampio di quello di procedimento amministrativo. La mappatura consiste nell’individuazione del processo, delle sue fasi e delle responsabilità per ciascuna fase. Essa consente l’elaborazione del Registro dei processi. La mappatura dei processi deve essere effettuata per le aree di rischio; sia per quelle obbligatorie sia per le altre aree di attività. L’analisi dei processi potrà portare ad includere nell’ambito di ciascuna area di rischio uno o più processi. Ad esempio “nel reclutamento e progressioni di carriera” saranno inclusi sicuramente più processi, quali: procedimento concorsuale, assunzioni mediante liste di collocamento, assunzioni per chiamata diretta nominativa ecc.. A seconda del contesto, l’area di rischio può coincidere con l’intero processo o soltanto con una sua fase che può rivelarsi più critica.

Tutti i direttori dei Dipartimenti e delle UOC debbono considerare le aree di rischio obbligatorie ; a queste si aggiungeranno le ulteriori aree individuate anche grazie alla mappatura dei processi. Nell’attività di mappatura dei processi sono coinvolti i dirigenti competenti e i referenti mentre il coordinamento sarà cura del Responsabile della prevenzione. A tale scopo sono state predisposte opportune schede di rilevazione per facilitare la raccolta delle informazioni. Nelle pagine seguenti sono le schede 1 e 2 e lo schema del Registro, che il responsabile terrà aggiornato con le informazioni che i referenti e i direttori gli forniranno tempestivamente.

23

Page 24: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Scheda 1AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 1 CENTRO

Piano triennale della Prevenzione della Corruzione 2014 - 2016

MAPPATURA DEI PROCESSI ASL NAPOLI 1 CENTRODipartimento _________________________ UOC _________________________Processo __________________________________________________________________________________________________________________________Definizione iso 9001:2008 nella Sanità: successione struttura di attività formalizzate a produrre un risultato (prodotto, servizio) che ha valore per il cliente finale. Secondo le norme ISO 9000 si intende: l’insieme di risorse ed attività tra loro interconnesse che trasformano elementi in ingresso in elementi in uscita. Esempi in campo sanitario possono essere: processi di effettuazione di cure, le modalità di accettazione, la compilazione della documentazione clinica, la revisione dei dati clinici, ecc.

Descrizione ________________________________________________________________________________________________________________________Procedure riferite al processo 1 ___________________________________________2 ______________________________________________________________3 ______________________________________________________________4 ______________________________________________________________Definizione iso 9001:2008 nella Sanità: insieme di azioni professionali finalizzate ad un obiettivo. In generale: maniera specifica di compiere un’attività.

Provvedimenti organizzativi esistenti riferimenti al processo e/o alle procedure

□ Regolamenti data ________________________ Prot. N° ___________________________

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________□ Procedure documentate 1 ____________________________________________________________

2 ______________________________________________________________3 ______________________________________________________________4 ______________________________________________________________□ Disposizioni di Direttori ___________________________________________________________________________________________________________________□ Altro _____________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________________Indicare i possibili rischi di corruzione (basandosi su dati storici, esperienza, informazioni di ritorno dai portatori d’interesse, osservazioni e previsioni). ___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

24

Page 25: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 1 CENTRO scheda 2/___Programma triennale della trasparenza 2014/2016Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione

SCHEDA DI RILEVAZIONE PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI (allegata alla scheda 1)

Dipartimento _________________________________________________________________________

Nome processo della scheda 1 ____________________________________________________________

Nome del procedimento ________________________________________________________________

Descrizione ___________________________________________________________________________

Riferimenti normativi ___________________________________________________________________

Unità operativa responsabile dell’istruttoria _____________________________________________

Nome del responsabile del procedimento ______________________ __________________________

Nome Cognome

Qualifica e/o Incarico ___________________________________________________________________

Tel. _____________________ e-mail: [email protected]

indirizzo della Sede _____________________________________________________________________

Unità Operativa responsabile di altri adempimenti riguardanti il procedimento: ________________

_____________________________________________________________________________________

Nome del responsabile _______________________________ ________________________________

Nome Cognome

Tel. _____________________ e-mail: [email protected] sede ____________

_____________________________________________________________________________________

Unità Organizzativa responsabile dell’adempimento finale __________________________________

Nome del responsabile del provvedimento finale _____________________________________________

tel. __________________________ e-mail: _________________________________________________

Tempo Massimo di conclusione/standard ___________ Tempo medio realizzato nel 2013 ____________

Per i procedimenti a istanza di parte

1. Indicare atti (prevista da norme di legge indicare quali) ____________________________________________

_______________________________________________________________________________

2. Documenti da allegare (prevista da norme di legge indicare quali) ____________________________________

3. La modulistica necessaria (facsimile anche per le autocertificazione) __________________________________

25

Page 26: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

4. Regolamenti interni o normative di riferimento ________________________________________

5. Strumenti di tutela __________________________ modalità di pagamento__________________

Modalità con il quale gli interessati possono ottenere le informazioni relative ai procedimenti che li

riguardano e a cui presentare le istanze

Ufficio _____________________________________________________ orario ____________________

orari e modalità di accesso _________________________- indirizzo_____________________________

telefono_________________________ email________________________________________________

Ufficio per informazioni ___________________________________________ orario ________________

modalità di accesso: ____________________________________________________________________

indirizzo: _____________________________________________________________________________

telefono: _____________________________________________________________________________

e-mail: _______________________________________________________________________________

inoltre indicare se è attività:

Link di accesso al servizio on line

Il provvedimento della ASL può essere sostituito da una dichiarazione dell’interessato

Il procedimento può concludersi con il silenzio assenso dell’ASL

Strumenti di tutela in favore dell’interessato

Nel corso del procedimento ________________________________________________________

Nei confronti del provvedimento finale _______________________________________________

Nei casi di adozione del provvedimento oltre il termine predeterminato ____________________

_______________________________________________________________________________

Modalità per attivarli ___________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________________

Dirigente a cui è attribuito il potere sostitutivo per la conclusione del procedimento in caso di inerzia

_____________________________________________________________________________________

Modalità per attivare il potere sostitutivo __________________________________________________

telefono _________________________ email _______________________________________________

Modalità di eventuali pagamenti art. 36 ____________________________________________________

_____________________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________________

Responsabile della pubblicazione in Amministrazione Trasparente ________________________________________________________________________________________________________________

26

Page 27: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

________________________ _______________________ _________________________ Nome Cognome Telefono e-mail

27

Page 28: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 1 CENTROPiano Triennale della Prevenzione della Corruzione

AREE DI RISCHIO PROCESSIDESCRIZIONE

Elencare le procedure

POSSIBILI RISCHI DI CORRUZIONE

VALUTAZIONE

RISCHIO INDICATORI DI RISCHIO

Potenziale

ALTO – MEDIO - BASSO

Segnalazioni whisleblowing

Reclami URP

Procedimenti disciplinari

Contenziosi

28

Page 29: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

29

Page 30: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

La scheda 1 va utilizzata per l’identificazione:- dei processi che il Dipartimento attiva al fine del raggiungimento degli obiettivi assegnati dalla

Direzione Strategica e per adempiere alle sue funzioni specifiche; - dei provvedimenti organizzativi esistenti;- dei suggerimenti sui possibili rischi di corruzione rispetto al processo o alle singole procedure.

La scheda 2 è collegata alla scheda 1 poiché è stata predisposta per essere compilata per ogni singola procedura. La sua articolazione segue il D.lg 33/2013 e le informazioni raccolte saranno quelle pubblicate per adempiere agli obblighi in esso prescritti. Fa quindi riferimento al Programma della trasparenza.

In prima applicazione sarà fondamentale l’azione congiunta di tutte le figure individuate nel PIANO per facilitare l’ acquisizione dei dati per l’ impianto iniziale. Come precedentemente detto le informazioni raccolte costituiranno il date base del PIANO della prevenzione della corruzione della ASL Napoli 1 centro. Il data base sarà implementato a cura del Servizio Sistema informatico.

2.1 Valutazione del rischioL’attività di valutazione del rischio deve essere fatta per ciascun processo o fase di processo mappato. Per valutazione del rischio si intende il processo di:

- identificazione- analisi- ponderazione del rischio.

2.1.1 L’identificazione del rischio consiste nella ricerca, individuazione e descrizione dei rischi.L’attività di identificazione richiede che per ciascun processo o fase di processo siano fatti emergere i possibili rischi di corruzione, considerando il contesto esterno ed interno all’amministrazione.

I rischi saranno identificati mediante consultazione e confronto tra i soggetti coinvolti, tenendo presenti le specificità di ciascun Dipartimento , di ciascun processo e del livello organizzativo a cui il processo si colloca. Inoltre poiché nello svolgimento delle funzioni istituzionali assegnate alcune Unità operative complesse, specificate nel seguito , assistono a fatti di corruzione o di presunta corruzione. Questi fatti sono indicatori di rischio di corruzione accertata o presunta e la loro conoscenza fornisce un utile indicazione per la valutazione del rischio e dell’ individuazione di aree a rischio di corruzione .Pertanto partecipano con azioni di monitoraggio all’individuazione dei rischi specifici con le relazioni sulle evidenze di corruzione o di cattivo funzionamento dei servizi aziendali, ovvero di comportamenti non adeguati da parte del personale ovvero di errori del processo organizzativo sono:- Il Coordinamento delle attività delle Relazioni con il Pubblico centrali e periferiche che partecipa

con il monitoraggio semestrale dei reclami e delle segnalazioni dell’utenza relazionando sui fattori di qualità riferiti alle strutture oggetto di segnalazione, regolamentato come definito dalla Delibera n.978 del 8/11/2005, REGOLAMENTO DI PUBBLICA TUTELA, e delle procedure documentate con Decreto n. 2618 del direttore del Servizio per le relazioni con il pubblico,del 12 /9/2006, LE PROCEDURE.

- L’ Unità Operativa Complessa Affari Legali che partecipa con i risultati del monitoraggio annuale delle tipologie di contenzioso riferite ai casi di cattiva gestione e di presunta corruzione,

- L’Unità Operativa complessa Nucleo Ispettivo che fornisce i dati riguardanti le tipologie delle indagini effettuate e le strutture di riferimento;

- l’Ufficio procedimenti disciplinati dell’ Unità Operativa Complessa Risorse Umane che relaziona sui casi dei casi di procedimenti disciplinari messi in atto indicando la tipologia dell’ oggetto e struttura .

30

Page 31: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

- il Nucleo di Valutazione che contribuisce alla fase di identificazione mediante le risultanze dell’attività di monitoraggio sulla trasparenza ed integrità dei controlli interni (art. 14, comma 4, lett. a), d.lgs. n. 150 del 2009).

Inoltre- un utile contributo che ogni Dipartimento fornirà facendo riferimento all’esperienza, a che

discrezionalità, alla rilevanza esterna, della complessità del processo, al valore economico, alla razionalità del processo, ai controlli.

L’attività di identificazione dei rischi è svolta dai direttori, dai referenti e dai dirigenti per l’area di rispettiva competenza. Il coordinamento generale dell’attività è assunto dal responsabile della prevenzione. A seguito dell’identificazione, i rischi vengono inseriti in un “registro dei rischi”.

2.1.2 L’analisi del rischio.L’analisi del rischio consiste nella valutazione della probabilità che il rischio si realizzi e delle conseguenze che il rischio produce (probabilità e impatto) per giungere alla determinazione del livello di rischio. Il livello di rischio è rappresentato dalla scelta tra Alto rischio /Medio/Bass .

Per ciascun rischio catalogato occorre stimare il valore della probabilità e il valore dell’impatto.

La stima tiene conto, dei controlli vigenti. A tal fine, per controllo si intende qualunque strumento di controllo utilizzato che sia utile per ridurre la probabilità del rischio e, quindi, sia il sistema dei controlli regolamentato da leggi o regolamenti, sia altri meccanismi di controllo utilizzati es. i controlli a campione in casi non previsti dalle norme. La valutazione sull’adeguatezza del controllo sarà fatta considerando il modo in cui il controllo funziona concretamente.

L’impatto si misurerà in termini di impatto economico, impatto organizzativo, impatto reputazionale.

3.0 Il trattamento del rischio e le misure ulteriori per neutralizzarlo.La fase di trattamento del rischio consiste nel processo per modificare il rischio, ossia nell’individuazione e valutazione delle misure che debbono essere predisposte per neutralizzare o ridurre il rischio e nella decisione di quali rischi si decide di trattare prioritariamente rispetto agli altri.

Poiché lo scopo del piano è la determinazione, per ciascuna area di rischio, delle esigenze di intervento utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi, con l’indicazione di modalità,responsabili, tempi di attuazione e indicatori per ciascuna area di rischio dovranno essere indicate le misure di prevenzione da implementare per ridurre la probabilità che il rischio si verifichi.Le misure sono; oltre quelle specificamente indicate nel capitolo III° :

- misure obbligatorie, quelle la cui applicazione discende obbligatoriamente dalla legge o da altre fonti normative,

- misure ulteriori, che, pur non essendo obbligatorie per legge, sono previste da disposizioni e delibere Aziendali della Direzione strategica , dai decreti e dalle procedure prodotte dai Direttori dei Dipartimenti e dei Servizi, identificate progressivamente nello svolgimento dei lavori previsti nel P.T.P.C..

Si prevede che per il terzo anno saranno incluse nel P.T.P.C. tutte le aree di rischio relative alle attività della ASL e della sua organizzazione , e attuato nella sua completezza il processo di valutazione del rischio e l’individuazione di ulteriori misure per neutralizzarlo.

L’individuazione delle misure ulteriori è compiuta del Responsabile su indicazione dei Referenti e dei Direttori dei Dipartimenti con il coinvolgimento di dirigenti per le aree di competenza.

31

Page 32: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Le misure di seguito indicate sono già previste nel programma di attuazione del piano:- Inserimento di disposizioni nei Codici di comportamento settoriali per fronteggiare situazioni di

rischio specifico (ad es. per particolari tipologie professionali, per condotte standard da seguire in particolari situazioni, come nel caso di accessi presso l’utenza).

- Introduzione di integrazioni a procedure e regolamenti decretati dai Direttori dei Dipartimenti o UOC.

- elaborazioni condivise di procedure documentate con la collaborazione dell’UOC Controllo Qualità;- regolazione dell’esercizio della discrezionalità nei procedimenti amministrativi e nei processi di

attività, mediante circolari o direttive interne.- svolgimento di incontri e riunioni periodiche tra dirigenti competenti in settori diversi per finalità di

aggiornamento sull’attività dell’amministrazione, circolazione delle informazioni e confronto sulle soluzioni gestionali.

- informatizzazione del servizio di gestione del personale.- creazione di meccanismi di raccordo tra le banche dati istituzionali dell’amministrazione, in modo

da realizzare adeguati raccordi informativi tra vari settori dell’amministrazione.- Intensificazione dei controlli a campione per specifiche procedure;- individuazione di indicatori di rischio al paragrafo 2.1.1, come tipologia del contenzioso, di indagini

ispettive, procedimenti disciplinari, contributi professionali.- individuazione del Coordinamento delle Relazioni con il Pubblico per il rapporto con le associazioni e

le categorie di utenti esterni, in modo da raccogliere suggerimenti, proposte sulla prevenzione della corruzione e segnalazioni di illecito, e veicolare le informazioni agli uffici competenti, utilizzando anche tutti i canali di comunicazione possibili, dal numero di telefono, alle segnalazioni via web.

- Elaborazione e condivisione dei Regolamenti sull’accesso civico e trasparenza, partecipare al procedimento e accesso agli atti, sul procedimento amministrativo ed i suoi tempi;

- Nello specifico si riportano gli obiettivi del Dipartimento Assistenza Ospedaliera:1. Attori di processo: Direttori Medici di Presidio Ospedaliero e Sanitario intermedio

Verifiche e controlli programmati e periodici sugli appalti di servizi connessi alle normali attività ospedaliere (quali ristorazione,, lava-nolo, pulizie, ritiro rifiuti speciali etc).

Due relazioni annuali a cadenza semestrale, le specifiche procedure individuate, in accordo con i Direttori Amministrativi presidiali.

2. Attori di processo: Responsabili UU.OO.SS.DD. Pianificazione Ospedaliera e Gestione Case di cura private accreditate Verifiche e controlli programmati e periodici sulle schede di dimissione ospedaliera delle

strutture di ricovero pubbliche e private. Due relazioni annuali a cadenza semestrale, che confermino la stretta sorveglianza

sull’appropriatezza delle prestazioni erogate e sull’esattezza delle codifiche usate.3. Attori di processo: Direttore DAO, Responsabile U.O.S.D. Gestione Casea di Cura private

accreditate, Coordinamento Reti di Assistenza Integrata Aziendali Epatologica, Endocrinometabolica, Oncoematologica: La Responsabile U.O.S.D. gestione Case di Cura private accreditate contribuirà all’obiettivo

mediante l’uso un sistema informatico di imminente adozione che le consentirà un incrocio dei dati SDO e delle corrispondenti fatture di pagamento alle case di cura delle prestazioni erogate. Le verifiche contestuali dovrebbero consentire il rapidissimo rilievo di difformità, con contestazione immediata e garanzia di trasparenza;

32

Page 33: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

Cartella clinica informatizzata per le reti di assistenza integrata aziendali, in grado di garantire sia un corretto trattamento di dati sensibili, sia una puntuale registrazione di dati clinici fruibili in rete da parte di tutti i Referenti Presidiali e della Direzione Strategica per opportune valutazioni,

Evento formativo volto a divulgare gli strumenti usati dal Dipartimento a favore del corretto governo clinico con finalità di miglioramento globale dell’assistenza, incremento della trasparenza nella fruizione delle prestazioni, lotta all’irregolarità nelle prese in carico dei pazienti.

4.0 MonitoraggioIl sistema di monitoraggio sull’implementazione delle misure e il sistema di reportistica dovrà consentire al Responsabile della prevenzione di monitorare costantemente “l’andamento dei lavori” e di intraprendere le iniziative più adeguate nel caso di scostamenti.

L’ U.O.C. Sistemi Informatici in collaborazione con l’U.O.C. WEB dovrà mettere a disposizione del Responsabile della prevenzione gli strumenti di hardware e di software utili al monitoraggio .I sistemi informatici dovranno consentire la tracciabilità dei processi e la verifica immediata degli stati di avanzamento. Il Responsabile della prevenzione della Corruzione fornirà pareri sulle misure individuate e proporrà modifiche o integrazioni se lo riterrà opportuno.

5.0 Individuazione per ciascuna misura del responsabile e del termine per l’attuazione, stabilendo il collegamento con il ciclo delle performance.

Nel PIANO e nel Programma Triennale della Trasparenza è individuato per ciascuna misura da implementare il responsabile dell’implementazione nel capitolo soggetti e ruoli della strategia di prevenzione e nell’articolato del Piano; inoltre nel Programma operativo sono indicati i termini per l’implementazione delle misure ed azioni. L’efficacia del P.T.P.C. dipende dalla collaborazione fattiva di tutti gli attori coinvolti. Il suo contenuto deve di volta in volta essere coordinato rispetto a quello degli altri strumenti di programmazione presenti nell’amministrazione.

La ASL NAPOLI 1 centro, impegnata a procedere alla costruzione di un ciclo delle performance, e dovrà prevedere, vista la rilevanza strategica dell’attività di prevenzione e contrasto della corruzione, l’inserimento delle attività per l’attuazione della legge n. 190 nella programmazione strategica e operativa del Piano delle Performans.

CAPITOLO V

PROGRAMMA OPERATIVO DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELLA ASL NAPOLI 1 CENTRO

I° ANNO: Introduzione delle misure propedeutiche e realizzazione delle obbligatorieGennaio- Maggio 2014

1. Individuare dei referenti della prevenzione della corruzione dei dipartimenti aziendali;2. implementare la sezione AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE nel Portale istituzionale;3. individuare le misure di carattere generale contestualizzandole nell’ organizzazione aziendale.4. Avviare la mappatura dei processi e individuare le attività,nell’ ambito delle quali è più elevato il

rischio di corruzione;5. Raccogliere le proposte dei direttori e responsabili, elaborate nell’ esercizio delle proprie

competenze;6. Individuare le misure esistenti e le modalità applicative per aree a rischio specifiche nei

Dipartimenti Aziendali;

33

Page 34: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

7. Individuare misure applicative per le aree a rischio e promuovere l’ adozione di regolamenti specifici con decreti dirigenziali o delibere del Direttore Generale.

8. Predisporre , condividere con i portatori di interesse ed adottare il Programma Triennale della Trasparenza;

9. Individuare e definire le strategie di risposta al rischio e progettazione di misure e azioni per prevenire gli eventi e ridurre i livelli dei rischio;

10. Definire gli indicatori di rischio ed individuare le Unità Operative competenti della comunicazione al Responsabile sui relativi monitoraggi;

11. Predisporre e adottare il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione;12. Trasmettere al Dipartimento della Funzione Pubblica e pubblicare il PIANO sul sito web;13. Implementare e pubblicare i documenti previsti con obbligo di pubblicazione dalla delibera n.

50/2013 della CIVIT. 14. Promuovere ed adottare le misure obbligatorie previste dalla legge prevedendo i necessari

interventi di aggiornamento ed integrazione del software, anche in riferimento agli archivi obbligatori per legge e per il tempo da essa definito;

15. Pubblicare l’organizzazione aziendale ed amministrativa dei dipartimenti;16. Realizzare i necessari interventi di aggiornamento ed integrazione del software in riferimento agli

archivi obbligatori e per il tempo da assicurare;17. Attuare quanto previsto nel programma della Trasparenza;18. Procedere con l’impianto del manuale dei processi.

Giugno- Settembre 2014 1. Inserire negli obiettivi strategici in tema di trasparenza nel piano delle performance;2. Implementare la sezione AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE nel Portale istituzionale e

predisporre l’ implementazione informatica necessaria al collegamento con le banche dati già esistenti per pubblicare i documenti previsti con obbligo di pubblicazione dalla delibera n.50 / 2013 della ANAC CIVIT;

3. Mettere a disposizione dell’ ANAC, degli organismi di controllo , dell’ utenza e del personale le basi informative mediante un accesso dedicato sul sito aziendale alla consultazione ed estrazione dei dati presenti;

4. Promuovere ed adottare le misure di carattere trasversale, come l’ informatizzazione dei processi, l’ accesso telematico, il monitoraggio sul rispetto dei termini;

5. Implementare attestazione e griglia di rilevazione dell’OIV ovvero del Nucleo di valutazione;6. Introdurre le misure di prevenzione della corruzione (direttive,raccomandazioni), e azioni per

assicurare la trasparenza amministrativa;7. Elaborare, condividere e pubblicare i codici di comportamento;8. Predisporre il Regolamento per l’Accesso Civico e la partecipazione al procedimento;9. Organizzare l’ ACCESSO CIVICO, formare il personale individuato, implementare gli interventi di

aggiornamento ed adeguamento del sotware;10. Riattivare le funzioni ed il Servizio per le relazioni con il pubblico come prevede la legge n.

150/2000 : Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni.

Ottobre- Dicembre 20141. Individuare ulteriori modalità applicative per aree a rischio nei Dipartimenti Aziendali

promuovendo l’ adozione di regolamenti e procedure documentate;2. Effettuare il monitoraggio agli indicatori di rischio e la valutazione del rischio specifico;

34

Page 35: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

3. Implementare e pubblicare le informazioni riguardanti attività e procedimenti con riferimento ai dipartimenti e centri di costo; individuando e pubblicando le informazioni riguardanti centri di costo ,servizi erogati ,tempi medi di erogazione, costi contabilizzati;

4. Diffondere buone pratiche per la prevenzione della corruzione, mediante seminari ,incontri;5. Programmare insieme alla Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione interventi di

formazione ai dipendenti sui temi della prevenzione della corruzione e il valore dell’ integrità;6. Programmare gli adempimenti necessari per l’ adozione di iniziative per il monitoraggio e lo

studio di misure di prevenzione in specifici settori , prevedendo le necessarie integrazioni del software organizzativo per i vari dipartimenti..

7. Attuare il monitoraggio sulla introduzione e sull’implementazione delle misure di prevenzione da parte dei Dipartimenti, anche al fine di individuare interventi di sviluppo e correttivi della strategia del P.T.P.C, Prevedendo le necessarie integrazioni del software;

8. Predisporre, condividere e adottare codici di comportamento settoriali ., contenenti misure specifiche per tipologie professionali , anche al fine di diffondere buone pratiche;

9. Integrare con altre misure di carattere trasversale al fine di migliorare l’ informatizzazione dei processi, l’ accesso telematico, il monitoraggio sul rispetto dei termini;

10. Attivare il monitoraggio rispetto alla verifica di attuazione del PIANO, le modalità di svolgimento dei processi , l’analisi e la verifica delle segnalazioni sui reati di corruzione;

11. Completare l’inserimento delle informazioni obbligatorie nella sezione AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE, implementando e regolamentando la pubblicazione e gli aggiornamenti delle informazioni.,attuando le necessarie integrazioni del software;

12. Effettuare la relazione annuale sulla base dei report acquisiti dai referenti del responsabile della prevenzione della corruzione;

13. Predisposizione il regolamento sui procedimenti ed i tempi da rispettare;14. Organizzare la giornata della trasparenza e consultazione pubblica sugli obiettivi del Piano ed il

loro raggiungimento;

II ANNO 2015 Aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione.1 Adottare gli aggiornamenti e adeguamenti del P.T.P.C. sulla base dei risultati dei monitoraggi,

del contributo dei portatori di interesse e prevedere il raccordo con gli organismi associativi rappresentativi e della modalità in esso prevista;

2 aggiornare la pubblicazione de i documenti previsti con obbligo di pubblicazione dalla delibera n.50 / 2013 della CIVIT;

3 assicurare la pubblicazione costante e tempestiva delle informazioni e dei dati in attuazione del programma triennale della trasparenza;

4 Porcedere con la mappatura dei processi, dell’ analisi dei rischi e del grado di esposizione alla corruzione;

5 promuovere ed adottare le ulteriori misure prevedendo i necessari interventi di aggiornamento ed integrazione del software, anche in riferimento agli archivi necessari.

6 organizzare strumenti e misure utili alla tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d whistleblower) via web;

7 attuare un’azione di sensibilizzazione attraverso atti di indirizzo e diffondere buone pratiche in materia di tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d whistleblower), mediante seminari;

8 attuare il monitoraggio delle segnalazioni di discriminazione nei confronti del whistleblower, al fine di valutare interventi di miglioramento;

9 Realizzare interviste in contesti selezionati per valutare la percezione della corruzione da parte dei dipendenti e il valore della integrità;

10 Attuare quanto previsto dal Programma della Trasparenza per il 2015;

35

Page 36: liv+2+-+all.+C+-++PTPC+2014-2016.…  · Web viewdiffondere la conoscenza dei codici di comportamento nell’amministrazione, art. 15 del D.P.R. n. 62 del 2013, Codice di comportamento

ASL NAPOLI 1 CENTRO . PIANO TRIENNALE DELLA PREVEMZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’

11 Effettuare la relazione annuale sulla base dei monitoraggi dei report acquisiti dai referenti del responsabile della prevenzione della corruzione, e delle rilevazioni effettuate sulla percezione della corruzione da parte dei dipendenti

12 Programmare insieme alla Scuola .Nazionale della Pubblica. Amministrazione interventi di formazione ai dipendenti sui temi della prevenzione della corruzione e il valore dell’ integrità.

III° ANNO 2016 Creare un contesto sfavorevole alla corruzione :1 Attuare forme di raccordo tra i soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione, mediante

linee guida, incontri o seminari;2 Coinvolgere i referenti della prevenzione e i responsabili del personale ed i direttori dei

dipartimenti e di struttura in ulteriori iniziative di sensibilizzazione e sull’ applicazione dei Codici di comportamento e delle misure previste;

3 Monitorare l’applicazione delle sanzioni disciplinari a carico dei dipendenti;4 Programmare insieme alla Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione interventi di

formazione ai dipendenti sui temi della prevenzione della corruzione e il valore dell’ integrità;5 Attuare quanto previsto dal Programma della Trasparenza per il 2016;6 Effettuare la relazione annuale sulla base dei monitoraggi, dei report acquisiti dai referenti del

responsabile della prevenzione della corruzione, e delle rilevazioni effettuate sulla percezione della corruzione da parte dei dipendenti;

Napoli, 16 Aprile 2014

Il Responsabile della Trasparenza e della Prevenzione della Corruzione

Dr.ssa Anna Maria Rotondaro Aveta

36


Recommended