Date post: | 01-May-2015 |
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LO SPAZIO VISIBILE
La geografia dello spazio sintattico è
mobile: in essa ciascun elemento ridefinisce il proprio statuto e la propria collocazione in funzione del percorso di
lettura
Uno spazio sintattico
Ospita componenti eterogenee, ognuna con una funzione specifica
In questo modo lo spazio visibile dell’ipertesto si definisce nella rete di relazioni tra le parti che lo compongono, più che nelle parti in se stesse (dimensione centripeta)
Icone, intertitoli, indici e mappe mettono in evidenza la natura di nodo interconnesso ad altri, in una struttura reticolare (dimensione centrifuga)
SINTASSI INTERNADimensione parziale e parcellizzata, configurata come
sintattica: Rapporto tra le parti in cui peculiare è non tanto il
valore semantico, quanto la natura relazionale Sono gli elementi reciprocamente connessi a definire i
limiti di tale spazialità E’ l’articolazione spaziale a dare un contributo alla
definizione del senso
La struttura spaziale costruisce gerarchie di rilevanza e di priorità, sia tra i codici sia tra i diversi nodi
La pagina deve contenere più livelli di informazioni percepibili contemporaneamente
La decodifica degli elementi
Primo livello: colpo d’occhio (elementi percepiti tutti insieme)
Secondo livello: percorsi di lettura tipica dei testi scritti e delle fotografie
Macrocategorie di significazione plastica
dentrofuori
su-giù
davantidietro
sinistra - destra
•Contenimento (dentro - fuori)
•Percorso (verso - da)
•Frontalità (davanti - dietro)
•Lateralità (destra - sinistra)
Lettura dello spazio sintattico
…e organizzazione dell’immagine Orizzontale Verticale Diagonale Primo piano / sfondo Centralità / perifericità
SINTASSI ESTERNA
Direzionalità che dalla pagina muove verso il complesso della rete ipertestuale:
Link = iconizzazione/visualizzazione
anaforica
Zone di navigazione Unitarietà semantica/funzionale
(barra di navigazione) Eterogeneità (zone a fondo pagina,
raccolte di link più interessanti) Dispersività/ridondanza (stesso
elemento in più punti)
Alcuni spunti www.gemielettronica.it www.kinderusa.com www.arcade-revival.com www.7ate9.tv www.fujitsu-siemens.com www.leon.seat.es
Riguardo a forme e colori
Le categorie plastiche
tratto da Piero Polidoro
Le categorie plastiche Le categorie plastiche servono ad identificare quelli che
potremmo chiamare “tratti distintivi”. Questi sono delle caratteristiche elementari che, unendosi, danno origine ad un’unità minimale dell’espressione plastica (una figura plastica).
Es.: una linea sarà una figura plastica (un’unità minimale senza significato), mentre le sue caratteristiche (descrivibili attraverso le categorie plastiche) saranno i suoi tratti distintivi.
Le figure possono avere diversi livelli di complessità. Quando una figura o un insieme di figure sono tali da assumere un significato si parla di formanti plastici.
Costituzionale/non costituzionale
Secondo Thürlemann le categorie plastiche si possono innanzitutto distinguere in:
costituzionali: sono quelle che ci permettono di considerare gli elementi come unità isolabili, indipendentemente dal contesto in cui si trovano. Le categorie costituzionali ci permettono di descrivere forme (nel senso comune del termine) e colori.
non costituzionali: sono di natura topologica e definiscono alcuni aspetti relativi dell’elemento (posizione, orientamento, ecc.).
Costituente/costituito
categorie costituite (linee e contorni) categorie costituenti (superfici piene)
Categorie cromatiche Le categorie cromatiche sono
sostanzialmente tre: i radicali cromatici, cioè quelli che in altre
terminologie vengono chiamati “toni”: rosso, verde, giallo, ecc.;
la saturazione; il valore, cioè la luminosità di una tinta.
Esempi:
rosso
più saturo
più luminoso
vs
vs
vs
blu
meno saturo
meno luminoso
Radicali cromatici
Per quanto riguarda i radicali cromatici, Thürlemann ne identifica undici:
nero, bianco, rosso, verde, giallo, blu, bruno, viola, rosa, arancione e grigio
Categorie topologiche Quando guardiamo un dipinto ci troviamo di fronte a
due tipi di spazio. Abbiamo lo spazio che viene rappresentato (per esempio, una sala in cui si sta consumando l’ultima cena). Oltre allo spazio rappresentato abbiamo anche lo spazio rappresentante: quello bidimensionale consistente nel piano su cui sono stati tesi i colori.
Le categorie topologiche servono a descrivere questo spazio e gli elementi che si trovano su di esso.
Parliamo di categorie topologiche rettilinee quando abbiamo opposizioni come alto/basso, destra/sinistra;
Le categorie topologiche curvilinee sono invece quelle tipo centrale/periferico, inglobante/inglobato.
Formato immaginiNel caso della pittura classica europea Thürlemann nota la posizione privilegiata del formato rettangolare.I lati che lo compongono ci forniscono già delle opposizioni topologiche, quali alto/basso e destra/sinistra. E’ in base ad esse che possiamo individuare degli assi verticali ed orizzontali. Ad essi si aggiungono a volte anche le diagonali, che uniscono i vertici opposti della tela.
Gli assi svolgono di solito una duplice funzione. Possono infatti servire sia da “supporto” degli elementi che sono collocati su di essi, sia da linee di separazione delle differenti zone del dipinto. In quest’ultimo caso possono anche diventare degli assi di simmetria.
funzione di supporto funzione di separazione