LO SPECCHIO DI BIANCANEVEMITI MODERNI E STEREOTIPI DI GENERE. INTRODUZIONELO SPECCHIO DI BIANCANEVEMITI MODERNI E STEREOTIPI DI GENERE. INTRODUZIONEProf.ssa Irene Baldriga, staff nazionale ANP, storica dell’arteProf.ssa Irene Baldriga, staff nazionale ANP, storica dell’arte
IL PROGETTO «LO SPECCHIO DI BIANCANEVE. MITI MODERNI E STEREOTIPI DI GENERE» E’ FINANZIATO DAL DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, NELL’AMBITO DI UN’AZIONE VOLTA ALLA PREVENZIONE E CONTRASTO ALLA VIOLENZA ALLE DONNE ANCHE IN ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
SOGGETTI PROMOTORI: DIRSCUOLA SOC.COOP. E ANP – ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIRIGENTI PUBBLICI E ALTE PROFESSIONALITA’ DELLA SCUOLA
DURATA DEL PROGETTO. 18 MESI (DICEMBRE 2018 – MAGGIO 2020)
AZIONI PREVISTE:a) Formazione del personale scolastico;b) Interventi formativi rivolti agli studenti del Triennio della scuola secondaria superiore;c) Campagna di comunicazione e disseminazione;d) Attività culturali aperte al territorio
IL PROGETTO
PERCHE’ BIANCANEVE?PERCHE’ BIANCANEVE?
DISNEY E IL MITO DELLA PRINCIPESSA DI NAUMBURGDISNEY E IL MITO DELLA PRINCIPESSA DI NAUMBURGUn libro di Stefano Poggi (2007) narra la vicenda delle origini del personaggio di Grimilde, la bella strega cattiva che contrasta il destino di Biancaneve. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, Disney la scelse ispirandosi alle fattezze di una scultura del Duomo di Naumburg, scoperta in un libro di storia dell’arte medievale, al fine precipuo di colpire un simbolo della donna e della bellezza germanica.
Biancaneve come stereotipo
di genere
Biancaneve come stereotipo
di genere
�Ma la favola di Biancaneveè soprattutto un modello di donna incardinato suglistereotipi di genere: fanciulladevota e servizievole, ha come unica ambizione quelladi prendere marito e trascorreil suo tempo ad accudire isette nani.
�La sua candida bellezza è autentica e minaccia la regina/strega - donna potente, maschile - che ha deciso di insidiarla e di distruggerla. Il suo «vero volto» è sgradevole e cadente.
I TEMI
�RILETTURA DEI MODELLI CULTURALI DEL ‘900, ESPRESSI NEI VARI LINGUAGGI E DOCUMENTATI DALLE MOLTEPLICI ARTICOLAZIONI DELLA RICERCA SCIENTIFICA, NONCHE’ DEI FENOMENI POLITICI E SOCIALI
�LA CONDIZIONE FEMMINILE, L’AFFERMAZIONE DI NUOVI E ANTICHI STEREOTIPI, LE TRASFORMAZIONI SUBITE DAI RAPPORTI TRA UOMINI E DONNE, SARANNO AFFRONTATI ATTRAVERSO ALCUNI «CASI ESEMPLARI» CHE HANNO EFFETTIVAMENTE CONTRIBUITO A CONFEZIONARE PERCEZIONI E MODELLI DI COMPORTAMENTO
�AMBITI ANALIZZATI SARANNO: CINEMA, MODA, LETTERATURA, PUBBLICITA’, SPORT, SCIENZA, POLITICA, ARTI FIGURATIVE, MUSICA
GLI OBIETTIVI
� PROMUOVERE DIVERSI E PIU’ INNOVATIVI APPROCCI DIDATTICI PRESSO I DOCENTI
� RENDERE PIU’ EFFICACI LE INZIATIVE DI EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA
� RAFFORZARE LA CONOSCENZA DELLA CULTURA DEL ‘900 NELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE
� SVILUPPARE PRESSO I GIOVANI COMPETENZE DI «GENERE», INTESE COME AUTONOMIA DI PENSIERO E CAPACITA’ DI RICONOSCERE E DECODIFICARE MESSAGGI VOLTI ALLA TRASMISSIONE DEGLI STEREOTIPI
� PREVENIRE COMPORTAMENTI DISCRIMINATORI, PROMUOVERE LA CULTURA DEL RISPETTO E L’APPREZZAMENTO DELLE DIVERSITA’
IL CONTEST
� LE SCUOLE COINVOLTE PARTECIPERANNO AD UN CONTEST FINALE, ELABORANDO DEI PROGETTI DI COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE IMPOSTATI SULLA CREAZIONE E SULLA DESTRUTTURAZIONE DEGLI STEREOTIPI.
Mesi1 DIC ‘18 Formaz. DS2 GEN 193 FEB ‘19 Formaz.
Docenti 4 MAR ‘195 APR ‘19 Laboratori
Studenti6 MAG ‘19
7 GIU ‘198 LUG ‘199 AG ‘1910 SET ‘ 19 Formaz.
Docenti
Laboratori
Studenti11 OTT ‘19
12 NOV ‘19 Valutazione
Lavori13 DIC ‘19
14 GENN. ‘20 Preparazione e
Svolgimento Evento
Finale
Pubblicazione dei
materiali15 FEBBR ‘2016 MAR ‘2017 APR ‘2018 MAG ‘20 Monitoraggio e
Rendicontazione
CREARE UN ARCHIVIO DI MATERIALI CREARE UN ARCHIVIO DI MATERIALI
IL PROGETTO PUNTA ANCHE A COSTITUIRE UNA «RETE DI BUONE PRATICHE» CHE POTRA’ PROSEGUIRE LE PROPRIE ATTIVITA’ ANCHE DOPO LA CONCLUSIONE DEL PROGRAMMA DI AZIONI.
I MATERIALI, I CONTRIBUTI E LE IDEE CHE VERANNO PRODOTTI DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO, SARANNO RACCOLTI PER COSTITUIRE UN ARCHIVIO COMUNE DI RIFERIMENTO.
E’ INOLTRE PREVISTA UNA PUBBLICAZIONE FINALE
L’azione formativaL’azione formativa
Il progetto si articolerà nella prima parte attraversointerventi formativi rivolti a
�DIRIGENTI SCOLASTICI
�DOCENTI DI TUTTE LE DISCIPLINE
Le aree di approfondimentodell’azione formativaLe aree di approfondimentodell’azione formativa
�IL CONTESTO NORMATIVO
�LE PROSPETTIVE PEDAGOGICHE, CULTURALI, EDUCATIVE
�LA TUTELA DEI DIRITTI
�LA DIMENSIONE STORICO-CULTURALE
�LA DIMENSIONE ARTISTICA E PERFORMATIVA
�I LINGUAGGI DELLA COMUNICAZIONE
�LA DIMENSIONE PSICO-SOCIOLOGICA
�LA RELAZIONE, IL CONFRONTO
Nel dettaglio… il progetto esaminerà il fenomeno della formulazione, diffusione e recezione degli stereotipi di genere attraverso una rilettura della cultura di massa del ‘900
Nel dettaglio… il progetto esaminerà il fenomeno della formulazione, diffusione e recezione degli stereotipi di genere attraverso una rilettura della cultura di massa del ‘900
�NEL CINEMA
�NEL TEATRO
�NELLA LETTERATURA
�NELLE ARTI FIGURATIVE
�NEI COSTUMI
�NELLA MODA
�NELLA POLITICA
�NELLO SPORT
�NEL DIRITTO
�NELLA COMUNICAZIONE
�NEI COSTUMI
�NEL CINEMA
�NEL TEATRO
�NELLA LETTERATURA
�NELLE ARTI FIGURATIVE
�NEI COSTUMI
�NELLA MODA
�NELLA POLITICA
�NELLO SPORT
�NEL DIRITTO
�NELLA COMUNICAZIONE
�NEI COSTUMI
LA CONVENZIONE DI ISTANBULLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
La convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (convenzione di Istanbul) è il primo strumento in Europa a fissare norme giuridicamente vincolanti per prevenire la violenza basata sul genere, proteggere le vittime di violenza e punire gli autori dei reati.
La convenzione riconosce la violenza contro le donne come VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI, oltre che come forma di discriminazione.
L’ITALIA HA SOTTOSCRITTO E RATIFICATO IN LEGGE LA CONVENZIONE NEL 2013, CONVERTENDOLA CON LA L. 119 DEL 15 OTTOBRE 2013.
LA CONVENZIONE DI ISTANBULLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
A differenza degli altri trattati internazionali, la Convenzione prevede l’attuazione di politiche globali e coordinate tra gli organismi governativi e nazionali responsabili di prevenzione, persecuzione dei reati e protezione.
Contenuti:
a) Definisce e qualifica come reati le varie forme di violenza contro le donne (dallo stupro, allo stalking, al matrimonio forzato, ecc.)
b) Promuove la prevenzione della violenza imponendo alle parti l’obbligo di investire in campagne di sensibilizzazione, istruzione, formazione professionale, programmi di recupero, ecc.;
c) Protegge le vittime attraverso servizi dedicati che devono essere intrapresi dagli Stati membri;d) Impone l’obbligo di raccogliere dati sui fenomeni di violenza;e) Affronta le questioni dell’asilo e della migrazione (status di rifugiato) e adotta un approccio
transfrontaliero;
LA CONVENZIONE DI ISTANBULLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
f) Introduce una definizione differente di «GENERE», intesocome «RUOLI, COMPORTAMENTI, ATTIVITA’ E ATTRIBUTISOCIALMENTE COSTRUITI CHE UNA DETERMINATA SOCIETA’CONSIDERA APPROPRIATI PER DONNE E UOMINI», RISPETTOALLA TRADIZIONALE DEFINIZIONE BASATA SUL SESSODELL’INDIVIDUO;
h) Include ragazzi e uomini con le ragazze e le donnequali possibili vittime di violenza domestica e matrimonioforzato.
(FONTE: Servizio Ricerca del Parlamento Europeo http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2017/608671/EPRS_ATA(2017)608671_IT.pdf )
LA CONVENZIONE DI ISTANBUL.MECCANISMI DI ATTUAZIONELA CONVENZIONE DI ISTANBUL.MECCANISMI DI ATTUAZIONE
GREVIOGRUPPO DI ESPERTI
INDIPENDENTE
REDIGE RELAZIONI SULLE TEMATICHE
DELLA CONVENZIONE
COMITATO DELLE PARTI
DA’ SEGUITO ALLE RELAZIONI STILATE DA GREVIO E FORMULA
RACCOMANDAZIONI ALLE PARTI
INTERESSATE
PROCEDURE DI CONTROLLO:
1) PROCEDURA DI VALUTAZIONE PER PAESE, AVVIATA DA UNA RELAZIONE DI RIFERIMENTO E COMPLETATA DA UNA RELAZIONE FINALE/CONCLUSIONE DEL GREVIO;
2) PROCEDURA D’INDAGINE URGENTE CHE PUO’ ESSERE AVVIATA DA GREVIO IN PRESENZA DI DATI OGGETTIVI RELATIVI A VIOLENZE GRAVI, DIFFUSE, RICORRENTI.
L’Italia ha svolto un ruolo importante nel consolidamento della Convenzione, essendo stata tra i primi paesi europei a ratificarla, convertendola in Legge nel 2013.
IL RUOLO DELL’EDUCAZIONE NELLA CONVENZIONE DI ISTANBULIL RUOLO DELL’EDUCAZIONE NELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
L’EDUCAZIONE PER IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE L’EDUCAZIONE PER IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
1
IL CAPITOLO III DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL E’ INTERAMENTE DEDICATO ALLA PREVENZIONE DEI FENOMENI DI VIOLENZA E DI DISCRIMINAZIONE CONTRO LE DONNE.
2
L’ARTICOLO 12 INDIVIDUA GLI OBBLIGHI CHE SONO IN CARICO AGLI STATI MEMBRI PER SUPERARE GLI STEREOTIPI DI GENERE.
3
LA PRIMA FINALITA’ DEL PIANO D’AZIONE STRAORDINARIO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE RIGUARDA I PROCESSI DI INFORMAZIONE E DI SENSIBILIZZAZIONE DELLA COLLETTIVITA’.
4
L’ARTICOLO 14 E’ ESPRESSAMENTE DEDICATO AL RUOLO DELL’EDUCAZIONE.
IL RUOLO DELL’EDUCAZIONE NELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL IL RUOLO DELL’EDUCAZIONE NELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
ARTICOLO 14. EDUCAZIONE
LE PARTI INTRAPRENDONO, SE DEL CASO, LE AZIONI NECESSARIE PER INCLUDERE NEI
PROGRAMMI SCOLASTICI DI OGNI ORDINE E GRADO DEI MATERIALI
DIDATTICI SU TEMI QUALI LA PARITA’ TRA I SESSI, I RUOLI DI GENERE NON
STEREOTIPATI, IL RECIPROCO RISPETTO, LA SOLUZIONE NON VIOLENTA DEI CONFLITTI NEI RAPPORTI PERSONALI, LA VIOLENZA
CONTRO LE DONNE BASATA SUL GENERE E IL DIRITTO ALL’INTEGRITA’ PERSONALE, APPROPRIATI AL LIVELLO COGNITIVO
GLI STESSI TEMI DEVONO ESSERE PROMOSSI NELLE STRUTTURE DI ISTRUZIONE NON FORMALE, NONCHE’ NEI CENTRI SPORTIVI, CULTURALI E DI SVAGO E NEI MASS MEDIA
LE ORIGINI E LE ISPIRAZIONI DELLA CONVENZIONE DI ISTANBULLE ORIGINI E LE ISPIRAZIONI DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL
� 1979 – CEDAW (CONVENTION ON THE ELIMINATION OF ALL FORMS OF DISCRIMINATION AGAINST WOMEN). TESTO FONDAMENTALE DI RIFERIMENTO IN TEMA DI DIRITTI DELLE DONNE. ESSO PONE L’EDUCAZIONE AL CENTRO DELLA DIFESA DELLE DONNE. INVITA GLI STATI A «GARANTIRE L’ELIMINAZIONE DI OGNI CONCEZIONE STEREOTIPATA DEI RUOLI DELL’UOMO E DELLA DONNA A TUTTI I LIVELLI E DI OGNI FORMA DI INSEGNAMENTO, INCORAGGIANDO L’EDUCAZIONE MISTA E ALTRI TIPI DI EDUCAZIONE CHE TENDANO A RELIZZARE TALE OBIETTIVO E RIVEDENDO I TESTI E I PROGRAMMI SCOLASTICI, NONCHE’ ADATTANDO I METODI PEDAGOGICI IN CONFORMITA’»
� 1995 – CONFERENZA MONDIALE DI PECHINO. ADOTTA I PRINCIPI DI EMPOWERMENT E DI MAINSTREAMING, ORIENTANDO LE POLITICHE PUBBLICHE VOLTE A COMBATTERE LA DISCRIMINAZIONE E DETERMINANDO IL PASSAGGIO EPOCALE DAL CONCETTO DI «QUESTIONI DELLE DONNE» AL CONCETTO DI «QUESTIONI DI GENERE». LA DONNA NON E’ CONSIDERATA SEMPLICEMENTE COME SOGGETTO DA TUTELARE, MA COME SOGGETTO DA RICONOSCERE, VALORIZZARE NELLA SUA SPECIFICITA’
� 1979 – CEDAW (CONVENTION ON THE ELIMINATION OF ALL FORMS OF DISCRIMINATION AGAINST WOMEN). TESTO FONDAMENTALE DI RIFERIMENTO IN TEMA DI DIRITTI DELLE DONNE. ESSO PONE L’EDUCAZIONE AL CENTRO DELLA DIFESA DELLE DONNE. INVITA GLI STATI A «GARANTIRE L’ELIMINAZIONE DI OGNI CONCEZIONE STEREOTIPATA DEI RUOLI DELL’UOMO E DELLA DONNA A TUTTI I LIVELLI E DI OGNI FORMA DI INSEGNAMENTO, INCORAGGIANDO L’EDUCAZIONE MISTA E ALTRI TIPI DI EDUCAZIONE CHE TENDANO A RELIZZARE TALE OBIETTIVO E RIVEDENDO I TESTI E I PROGRAMMI SCOLASTICI, NONCHE’ ADATTANDO I METODI PEDAGOGICI IN CONFORMITA’»
� 1995 – CONFERENZA MONDIALE DI PECHINO. ADOTTA I PRINCIPI DI EMPOWERMENT E DI MAINSTREAMING, ORIENTANDO LE POLITICHE PUBBLICHE VOLTE A COMBATTERE LA DISCRIMINAZIONE E DETERMINANDO IL PASSAGGIO EPOCALE DAL CONCETTO DI «QUESTIONI DELLE DONNE» AL CONCETTO DI «QUESTIONI DI GENERE». LA DONNA NON E’ CONSIDERATA SEMPLICEMENTE COME SOGGETTO DA TUTELARE, MA COME SOGGETTO DA RICONOSCERE, VALORIZZARE NELLA SUA SPECIFICITA’
Lo scenario europeoLo scenario europeo
«NELL’UNIONE EUROPEA, UNA DONNA SU TRE DOPO I 15 ANNI DI ETA’ HA SUBITO VIOLENZE FISICHE E/O SESSUALI; IL 75% DELLE DONNE PROFESSIONISTE O CHE RICOPRONO INCARICHI DIRIGENZIALI E’ STATO VITTIMA DI MOLESTIE SESSUALI E UNA DONNA SU DIECI HA SUBITO MOLESTIE DI TALE GENERE O E’ STATA VITTIMA DI ATTI PERSECUTORI ATTRAVERSO LE NUOVE TECNOLOGIE» (Fonte: Servizio di Ricercadel Parlamento Europeo, 2017)
La segregazione formativa: il peso degli stereotipi nelle scelte di studio e occupazionali
La segregazione formativa: il peso degli stereotipi nelle scelte di studio e occupazionali
UN METRO DI VALUTAZIONE IMPORTANTE PER LA COMPRENSIONE LA MISURAZIONE DEL LIVELLO DI «PARI OPPORTUNITA’» DI UN PAESE E’ QUELLO DELLA COSIDDETTA SEGREGAZIONE FORMATIVA.
FINO A CHE PUNTO LE SCELTE NEGLI INDIRIZZI DI STUDIO SONO INFLUENZATE DAGLI STEREOTIPI E DALLE «ASPETTATIVE» VINCOLATE AL GENERE?
I DATI RELATIVI ALLE SCELTE DI RAGAZZI E RAGAZZE CONFERMANO L’ESISTENZA DI UN FENOMENO SICURAMENTE DETERMINATO DALL’EFFETTO DEGLI STEREOTIPI.
In Italia, le ragazze iscritte alle facoltà di ingegneria contano circa il 23% del totale
Per l’area scientifica, le ragazze coprono il 26%
Nell’insegnamento i ragazzi arrivano solo all’8%
Nell’area linguistica, le ragazze contano per l’83%
Il rapporto «Gender differences in Educationoutcomes» (Eurydice, 2010)
Il rapporto «Gender differences in Educationoutcomes» (Eurydice, 2010)
IL DIVARIO DI GENERE NELL’ACCESSO AGLI STUDI SCIENTIFICI E’ ESTREMAMENTE EVIDENTE IN TUTTI I PAESI EUROPEI.
OVUNQUE, LA SCELTA UNIVERSITARIA DELLE RAGAZZE PREVALE NEI SETTORI EDUCATIVI, ASSISTENZIALI E UMANISTICI
IL DIVARIO DI GENERE NELL’ACCESSO AGLI STUDI SCIENTIFICI E’ ESTREMAMENTE EVIDENTE IN TUTTI I PAESI EUROPEI.
OVUNQUE, LA SCELTA UNIVERSITARIA DELLE RAGAZZE PREVALE NEI SETTORI EDUCATIVI, ASSISTENZIALI E UMANISTICI
http://www.bollettinoadapt.it/old/files/document/7568GENDER_EDU_OUTCO.pdf
L’importanzadell’azione della scuolaL’importanzadell’azione della scuola
�Decreto Legge 104/2013 (art. 16) «al fine di migliorare ilrendimento della didattica» si prevedono «attività e aggiornamento obbligatori del personale scolastico» in tema di «competenze relative all’affettività, alla diversitàe delle pari opportunità di genere e al superamento deglistereotipi di genere»
�Decreto Legge 93/2013 (Piano d’Azione straordinariocontro la violenza sessuale e di genere): «promuovereun’adeguata formazione del personale della scuola allarelazione e contro la violenza e la discriminazione di genere e promuovere nell’ambito della scuoladell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, delle indicazioninazionali per i licei e delle linee guida per gli istituti tecnicie professionali, nella programmazione didatticacurricolare ed extracurricolare delle scuole di ogni ordinee grado, la sensibilizzazione, l’informazione e la formazionedegli studenti al fine di prevenire la violenza nei confrontidelle donne e la discriminazione di genere, ancheattraverso un’adeguata valorizzazione delle tematica neilibri di testo»
�Legge 107/2015 prevede «l’educazione alla parità tra isessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare glistudenti, i docenti e i genitori» .
L’agenda 2030 e le pari
opportunità
L’agenda 2030 e le pari
opportunità
TRA GLI OBIETTIVI DELL’AGENDA 2030 SONO COMPRESI:
«FORNIRE UN’EDUCAZIONE DI QUALITA’, EQUA ED INCLUSIVA, E OPPORTUNITA’ DI APPRENDIMENTO PER TUTTI» (OBIETTIVO 4)
«RAGGIUNGERE L’UGUAGLIANZA DI GENERE ED EMANCIPARE TUTTE LE DONNE E LE RAGAZZE» (OBIETTIVO 5)
TRA GLI OBIETTIVI DELL’AGENDA 2030 SONO COMPRESI:
«FORNIRE UN’EDUCAZIONE DI QUALITA’, EQUA ED INCLUSIVA, E OPPORTUNITA’ DI APPRENDIMENTO PER TUTTI» (OBIETTIVO 4)
«RAGGIUNGERE L’UGUAGLIANZA DI GENERE ED EMANCIPARE TUTTE LE DONNE E LE RAGAZZE» (OBIETTIVO 5)
LE INDICAZIONI NAZIONALI. RIPENSARE L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA IN CHIAVE DI PARI OPPORTUNITA’ E DI SUPERAMENTO DEGLI STEREOTIPI
LE INDICAZIONI NAZIONALI. RIPENSARE L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA IN CHIAVE DI PARI OPPORTUNITA’ E DI SUPERAMENTO DEGLI STEREOTIPI
DAL TESTO DELLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL PRIMO CICLO DEL 2012, RIPRESO DAL NUOVO DOCUMENTO DEL 2018 (NUOVI SCENARI)
LA NUOVA RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA IN TEMA DI COMPETENZE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE (2018)
LA NUOVA RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA IN TEMA DI COMPETENZE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE (2018)
COMPETENZA DI CITTADINANZA E PARITA’ DI GENERE
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Percorsi operativi proposti dal progetto per favorire le pari opportunità e contrastare il fenomeno degli stereotipi di generePercorsi operativi proposti dal progetto per favorire le pari opportunità e contrastare il fenomeno degli stereotipi di genere
Stimolare nei giovani l’autonomia di pensiero,
anche attraverso l’analisi e la decodificazione degli
stereotipi culturali
Creare nella scuola spazi di confronto e di discussione sul tema delle pari opportunità
Accompagnare la riflessione dei docenti e dei dirigenti scolastici sul tema degli
stereotipi culturali attraverso suggerimenti e stimoli
interdisciplinari
Calibrare l’azione di orientamento scolastico e
professionale anche attraverso la lente degli
stereotipi di genere
L’orientamento formativo e il progetto di vita. Il ruolo degli stereotipi e delle «gabbie» di genere.
1) Fornire ai giovani il più ampio spazio di «pensabilità» per progettare il loro futuro
2) Individuare possibili vincoli di genere nell’azione di orientamento scolastico, universitario e professionale
3) Definire l’universo simbolico-culturale verso il quale si sta orientando
“Ogni seria attività orientativa dovrebbe mirare allavalorizzazione delle diversità inter e intra invididuali […] ed è uno strumento decisivo nella determinazione del successoscolastico individuale e collettivo” (G. Domenici, 2009)
“Ogni seria attività orientativa dovrebbe mirare allavalorizzazione delle diversità inter e intra invididuali […] ed è uno strumento decisivo nella determinazione del successoscolastico individuale e collettivo” (G. Domenici, 2009)
Costruire una soggettività consapevoleCostruire una soggettività consapevole
L’orientamento scolastico dovrebbe superare il prevalente «modello informativo» e accompagnare CIASCUNO studente nello sviluppo di quelle COMPETENZE che lo aiuteranno a compiere scelte coerenti con le proprie inclinazioni e i propri interessi:- Affrontare la complessità;- Gestire i cambiamenti;- Partecipare alla vita della comunità
«Le questioni di genere sottese alla predilezione per una professione sono nascoste, difficilmente percepibili a meno di non avere avuto una formazione ad hoc, a scuola o in famiglia. La suddivisione dei «destini» in femminile e maschile è talmente dentro alla nostra cultura da non essere percepita» (Biemmi-Leonelli, p. 96)
Scelta e consapevolezzaScelta e consapevolezza
L’AZIONE ORIENTATIVA DELLA SCUOLA DOVREBBE DUNQUE TENERE CONTO, OLTRE CHE DELLE COMPETENZE INDIVIDUALI E DEI FATTORI DI CONTESTO SOCIO-ECONOMICO, DEGLI STEREOTIPI CHE
POSSONO MINARE LA PROGETTUALITA’ E AI MODELLI DI VITA CHE POSSONO DARE FORMA ALLA COSTRUZIONE DEL FUTURO DEI GIOVANI (Biemmi-Leonelli)
E’ NECESSARIO UN PROCESSO DI DECOSTRUZIONE DELLE
RAPPRESENTAZIONI SOCIALI DELLE PROFESSIONI
ContattiContatti
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06/44245820 – 06 / 44243262
