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logos numero 1- 2010
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Periodico di informazione, S anità e cultura edito da Foniatria Un aiUto per comUnicare meglio Volontariato Udisens in albania per aiUtare i bambini sordi natura e Viaggi alla scoperta delle terre del chianti logopedia l’associazione logopedisti piemontesi compie compie 30 anni Salute e BeneSSere otorinolaringoiatria. nUovi svilUppi diagnostici e terapeUtici 1/2010
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Periodico di informazione, Sanità e cultura edito da

FoniatriaUn aiUto per comUnicare meglio

VolontariatoUdisens in albania per aiUtare i bambini sordi

natura e Viaggialla scoperta delle terre del chianti

logopedial’associazione logopedisti piemontesi compie compie 30 anni

Salute e BeneSSereotorinolaringoiatria. nUovi svilUppi diagnostici e terapeUtici

1/2010

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02 LogoS1_2010

sommario_LogoS

03 EditorialEL’importanza deLLa paroLa

04 tEatroQuesto piccoLo Grande teatro saLvini

06 NaturaEViaggiaLLa scoperta deLLe terre deL chianti

10 artEECulturade dominicis L’immortaLe

12 PuratECNologiaLa meLa morsicata neLLa Grande meLa

15 NotiziEdallEaziENdEdaL cornetto acustico aLLe protesi WireLess

18 ilParErEdElMEdiCoL’orecchio è otturato. come comportarsi?

20 SalutEEBENESSErEotorinoLarinGoiatria

23 NotiziEdallEaziENdEudisens. miGLioriamo iL tuo udito

26 FoNiatriaun aiuto per comunicare meGLio

29 logoPEdiaL’aLp compie 30 anni

32 VoloNtariatoudisens in aLbania

36 Motorimercedes F800 styLe

40 SiCurEzzaElaVoro“indistruttibiLe” iL dramma deLL’amianto diventa un FiLm

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En arche en o Logos. In principio era il Verbo. La Parola. Il mondo inizia con la Parola. E ancora oggi la parola (scritta e parlata) è fondamentale nella vita di tutti i giorni, in ogni angolo del globo. Nel rapporto con gli altri, sul lavoro e nel tempo libero. Potersi esprimere libera-mente, così come riuscire ad ascoltare, sono caratteristiche irrinunciabili della personali-tà di un individuo.Logos vuole dare voce all’informazione, alla sanità e alla cultura, nei suoi diversi aspet-

ti: arte, design, fotografia, attualità, viaggi e relax. Con un punto di vista privilegiato sulle moderne tecniche e sugli ultimi ritrovati della medicina. Per offrire, grazie alla collaborazione con medici e operatori sanitari, op-portunità di salute e benessere ai nostri lettori.In questo primo numero, raccontiamo l’importanza degli ausili per l’udito per una migliore qualità della vita. Diamo la parola a otorini, audioprotesi-sti, audiometristi, logopedisti e foniatri, che ridanno voci, suoni ed emozioni ai loro pazienti.Raccontiamo quindi l’esperienza dei volontari Udisens che lavorano in Al-bania al progetto Mir per aiutare i bambini e gli adulti sordi.E infine, festeggiamo insieme all’Associazione Logopedisti Piemontesi (ALP) i loro trent’anni di attività.

_Massimiliano Quirico

Scrivi al [email protected]

editoriale_LogoS

Logos, l’importanza della parola

Massimiliano Quiricodirettore Logos

LogosANNO 1 | 1 - 2010 Reg. Tribunale di Roma rich.

direttore responsabileMassimiliano Quirico

direzione e redazioneUdiservice srl - UdisensViale Guglielmo Marconi 440 - 00146 Roma

contatti redazione e pubblicità[email protected]

hanno collaboratoErica Arnaudo, Luciano Bencivenga, Livio Bonino, Laura Cavallo, Carlo Chiurati, Michele Citoni, Ivan Compasso, Sara Curzio, Giorgio Di Porto, Anna Macchieraldo, Giuseppe Magliulo, Carlo Mazza, Barbara Monti, Elisa Muntean, Rossella Muò, Andrea Nitais, Loredana Polito, Simona Raimondo, Margherita Ricci, Agostino Sperati, Angelica Trovarelli, Irene Vernero.

progetto artisticoLoredana Polito

grafica e impaginazioneAndrea Carraro - www.fotoqui.it

stampaCierre & Grafica srl - Via del Mandrione 103 - 00181 Roma

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Questo piccolo grande Teatro Salvini

Il più piccolo teatro del mondo è il Salvini, a Pieve di Teco, borgo medioevale di neanche 1.500 anime nella provincia ligure di Impe-ria, a venti chilometri da Ormea, zona nota per la produzione di olio.

Così almeno sostengono con orgoglio i pievesi, che tuttavia ammettono di dividere il primato con un altro teatro, il Catalani a Vetriano di Pescaglia, nei pressi di Lucca, costruito nel 1890 in un vecchio fienile.

Comunque sia, il Teatro Salvini è davvero un gioiel-lo, realizzato nel 1834 (ma già nel Settecento a Pieve di Teco si esibivano compagnie teatrali). Una bombo-niera in grado di accogliere un centinaio di spettatori, tra la platea e i due ordini di “mini palchi”. Certo, lo spazio è quello che è: da seduti non c’è modo di al-lungare molto le gambe (sembra di stare su un aereo di linea), manca il bar, il foyer è quasi inesistente, ma l’acustica è perfetta e le emozioni che può vivere lo spettatore sono davvero uniche.

Semi-distrutto, dopo cinquant’anni di abbandono, il teatro è stato acquistato dalla Provincia di Imperia, che ha provveduto a restaurarlo, grazie anche al con-

A Pieve di Teco (Imperia) il teatro il più piccolo del mondo

teatro_LogoS

Di LoreDana PoLito

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tributo della Fondazione Carige. Così, dopo decenni di inattività, nel settembre 2004 il Salvini ha riaperto i battenti, diventando in breve tempo un riferimento culturale dell’entroterra di Imperia.

Ogni estate ospita rappresentazioni teatrali, spettacoli di burattini, concerti, per la gioia degli abitanti del borgo e dei turisti, che arrivano da tutto il Ponente ligure, e non solo. La stagione teatrale, concentrata nei mesi estivi, è gestita dalla Uilt, Unio-ne Italiana Libero Teatro, che raggruppa 800 com-pagnie di attori non professionisti. E può capitare, alla fine dello spettacolo, che venga offerto a tutti gli spettatori un rinfresco con prodotti e vini locali: Vermentino, Pigato, Ormeasco. Incluso nel prezzo del

biglietto: 10 euro intero, 8 euro ridotto per chi non ha ancora compiuto 18 anni e gli ultrasessantacinquen-ni. Per informazioni e per visitare il teatro, si può con-tattare il Comune di Pieve di Teco, telefonando allo 0183/36.313.

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Alla scoperta delle terre del Chianti

Dove uomo e natura vivono in armonia

Di Margherita ricci

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TTerre dell’armonia e di serenità, dove regna un per-fetto equilibrio tra l’uomo e la natura. Sono le terre del Chianti, 70.000 ettari tra le province di Firenze e Siena, note in tutto il mondo per il vino e il paesaggio da fiaba.

È una zona collinare, ricca di boschi di querce e castagni, dove il tempo sembra essersi fermato. Co-stellata da antichi borghi, roccaforti, castelli medio-evali e, soprattutto, vigneti e oliveti, già coltivati da Etruschi e antichi Romani.

Fanno parte del territorio che produce il vino Chianti “classico” quattro Comuni in provincia di Sie-na (Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti) e sei in provincia di Firenze (Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti,

Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Impruneta).

È un vino esportato ovunque, che ha estimatori in ogni angolo del globo: molte le star di Hollywood che acquistano regolarmente casse del pregiato nettare oppure che, come il cantante Sting, scelgono addirit-tura di produrlo (l’ex leader dei Police ha acquistato un’intera collina a Figline Valdarno). Ma molti sono anche gli imitatori, tanto che risale al 1716 il bando del Granduca di Toscana Cosimo III per delimitare i confini del Chianti Classico. E’ il primo documento le-gale al mondo per definire una zona di produzione vinicola, anche se il Chianti veniva già citato in un documento notarile del 1404.

Visitare le colline del Chianti è semplice: basta

Alla scoperta delle terre del Chianti

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La via delle Volte all’interno delle mura quattrocentesche di Castellina in Chianti

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seguire la Via Chiantigiana (SR 222). Un percorso che inizia a venti chilometri dall’uscita Firenze Sud dell’autostrada A1, a Greve in Chianti, con la sua ca-ratteristica piazza del mercato, attraversa Panzano (da visitare la Pieve di San Leonino, chiesa romanica del XII secolo), Castellina e Fonterutoli, sino ad arri-vare all’incantevole Siena, con la famosa Piazza del Campo in cui ogni anno, il 2 luglio e il 16 agosto, dieci contrade cittadine si sfidano nella corsa equestre del Palio.

Molte le deviazioni possibili lungo la Via Chianti-giana, che conducono a piccoli centri e fortificazioni medievali. Come il Castello di Brolio, dove nel 1874 il barone Bettino Ricasoli elaborò l’uvaggio, ovvero la “ricetta”, del Chianti Classico. Oppure gli antichi bor-ghi di Lucignano e Radda, capitale dell’antica “Lega del Chianti”. O ancora, a 30 km da Radda e a 15 da Ca-stellina, Monteriggioni, con la cinta muraria del 1200 ancora intatta che “accerchia” l’intero paese, citata da Dante Alighieri nel XXXI canto dell’Inferno. Sen-za dimenticare, a mezz’ora di auto, le 14 torri medio-evali e il centro storico di San Gimignano, dichiarato dall’Unesco patrimonio storico dell’Umanità.

Impossibile non fare tappa nelle tante cantine,

osterie e ristoranti disseminati lungo il percorso. Per degustare il Chianti Classico Docg naturalmente (ottenuto con uve Sangiovese in purezza o con l’ag-giunta di altri vitigni a bacca rossa, come Lanaiolo e Colorino), ma anche per assaggiare l’olio extraver-gine di oliva dop (dalla spremitura a freddo di olive di varietà Frantoio, Correggiolo, Moraiolo e Leccino) e il Vinsanto del Chianti Classico doc, prodotto con uve bianche appassite di Malvasia e Trebbiano, da assaporare rigorosamente con i cantucci, duri, ma squisiti biscotti alle mandorle. Per gli amanti della

In Chianti non si produce solo vino, ma anche olio extravergine dop

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carne, ci sono la bistecche di chianina e un’infinita varietà di salumi: di maiale, cinta senese e cinghiale.

Il Chianti, però, non offre solo vino eccellente e una buona tavola. Basta dare uno sguardo ai Musei di Arte Sacra a Greve, San Casciano e Radda per ren-dersene conto. Agli appassionati d’arte contempora-nea segnaliamo le collezioni internazionali del Parco Sculture del Chianti, a Pievasciata, 10 km a nord di Siena (www.chiantisculpturepark.it) e, a 20 km di di-stanza, il Castello del borgo medioevale di Ama, che ospita una dozzina di installazioni di famosi artisti,

tra cui Michelangelo Pistoletto, Daniel Buren e Giu-lio Paolini (www.arte.castellodiama.com).

Per una riflessione sulla storia e sulle ricchezze del territorio, si possono visitare il Museo del Paesag-gio a Castelnuovo Berardenga (tel. 0577/35.20.35) e il Museo del Vino a Greve (www.museovino.it).

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Foto: aPt Firenze

Dal 1924 il Consorzio del Gallo Nero, con sede a San Casciano, tutela i pro-duttori del Chianti (www.chianticlassico.com). Ini-zialmente, i soci erano 33; oggi sono oltre 600, con 250 diverse etichette. Sono piccoli, medi e grandi produt-tori, cantine sociali e industriali, che producono oltre l’80% di tutto il vino “Chianti Classico”. Imbottigliato rigorosamente sul territorio, nonostante ciò non venga imposto da alcuna legge italiana, così da avere un re-ale controllo della produzione complessiva. A Firenze, invece, dal 1927 è attivo il Consorzio Vino Chianti, che raggruppa viticoltori delle province di Firenze, Siena, Arezzo e Pistoia: oltre 2.500 produttori che coltivano più di 10.500 ettari di vigneti, per un totale di 550.000 ettolitri di Chianti (www.consorziovinochianti.it).

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PAl MAXXI di Roma la più completa retrospettiva

dell’artista marchigiano

De Dominicis l’Immortale

Di carLo Mazza

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PPer la prima mostra nel museo più avveniristico di Roma, il MAXXI (Museo delle Arti del XXI secolo), è stato scelto Gino De Dominicis. Negli immensi spazi ideati dall’architetta irachena Zaha Hadid trovano collocazione 130 opere dell’artista marchigiano, nato ad Ancona nel 1947 e morto nel 1998 proprio nella città capitolina, dove ha vissuto per trent’anni.

L’esposizione, curata da Achille Bonito Oliva, riper-corre tutta la carriera artistica di De Dominicis. Dalle ricerche oggettuali e performative degli anni Ses-santa e Settanta alle sperimentazioni fotografiche e video. Per arrivare ai quadri e alle sculture degli anni Ottanta e Novanta, che stravolgono i linguaggi tradizionali dell’arte, esprimendo, in una dimensione quasi magica, votata all’immortalità, le tensioni e le aspettative dell’uomo contemporaneo. Proprio l’im-mortalità è infatti il filo conduttore di tutte le ope-re in mostra, che quindi non sono esposte secondo un criterio cronologico. Dominano l’immortalità della materia e l’entropia, il rovesciamento prospettico e l’ubiquità, la metamorfosi e l’evoluzione, il confine tra visibile e invisibile, l’ironia, la sospensione tra passa-to e avvenire.

Ad accogliere i visitatori nel cortile del MAXXI, c’è forse l’opera più rappresentativa e ambiziosa di De Dominicis: la “Calamita cosmica”. Un gigantesco sche-

letro bianco, lungo 24 metri, realizzato nel 1988 e presentato per la prima volta al pubblico a Grenoble nel 1990. Un’opera mastodontica, che soltanto un mu-seo come il MAXXI poteva accogliere. Alla Biennale di Venezia nel 1990 infatti venne esposto solo il teschio, dato che il Padiglione Italia destinato ad accogliere l’opera non era sufficientemente grande.

Le sorprese continuano appena varcata la soglia del museo. La fragorosa e isterica risata dell’opera “D’io” invade infatti il corpo scala, collegando ideal-mente (e sonoramente) i diversi piani su cui si svilup-pa l’esposizione.

“Gino De Dominicis: l’Immortale” è una mostra visio-naria, da non perdere. Resa ancora più spettacolare dalle sinuose architetture del MAXXI, che nascondo-no e svelano emozioni dietro ogni angolo. Fino al 7 novembre 2010.

Orario di apertura:Il MAXXI è aperto dal martedì alla domenica dalle

ore 11.00 alle 19.00 (giovedì fino alle 22.00); lunedì chiuso. Biglietti: euro 11 (normale); euro 7 (ridotto). La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura del museo.

Info: www.fondazionemaxxi.it

De Dominicis l’Immortale

Le risate dell’opera “D’io” di De Dominicis accompagnano il visitatore lungo il percorso espositivo.

Uno scheletro di 24 metri (“Calamita cosmica”, 1988) introduce la mostra “Gino De Dominicis: l’Immortale”.

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La mela morsicata nella Grande Mela

A New York l’Apple Store non chiude mai

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Di Sara curzio

L’Apple Store sulla V Avenue di New York è aperto 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

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entiquat tro ore su ventiquat-

tro. Trecentosessanta-

cinque giorni all’anno. Non è l’orario del nuovo

centro Ikea (gli svedesi si ri-posano almeno qualche giorno

all’anno e di notte dormono), ma quello dell’Apple Store di New York. Situato nel cuore del-la città, al 767 della V Avenue, tra la 58esima e la 59esima strada, il negozio della mela morsicata non chiude mai. Per la gioia dei tanti appassionati delle invenzioni di Steve Jobs.

Nello Store sono disponibili tutti i prodotti dell’azienda di Cupertino. Le star del momento sono senza dubbio l’iPhone 4 e l’iPad. Sempre molto ap-prezzato dai clienti è il MacBook (notebook), in parti-colare nella versione ultrasottile Air.

Ci sono anche i nuovi iMac, i computer all-in-one (senza case), con grandi schermi da 21,5 e 27 pollici retroilluminati a led, con webcam iSight integrate,

per videochattare, videotelefonare o scattare foto. Da usare con il Magic Mouse wireless oppure con il Magic Trackpad multi-touch, simile ai touch pad dei computer portatili.

Per i più esigenti, è possibile farsi personalizzare un computer Mac Pro, con processori fino a 12 core (fino a 1,5 volte più veloci rispetto alla generazione precedente) e su cui possono essere installati fino a 4 hard disk a stato solido ultraveloci da 512GB.

Non possono mancare i classici iPod, di tantissimi colori, nelle versioni shuffle, nano, classic oppure touch, per ascoltare musica mp3 ovunque.

Il negozio tende a essere più affollato verso metà giornata. Per cui, se amate svegliarvi presto, vi con-sigliamo di fare i vostri acquisti nelle prime ore della giornata. Oppure la sera tardi, dopo la movida new-yorkese. O meglio ancora, se magari lavorate di gior-no o soffrite d’insonnia, nel cuore della notte.

E’ anche possibile prendere un appuntamento e farsi assistere da uno specialista, che vi permetterà di provare qualsiasi prodotto Apple possa interes-sarvi, risponderà a tutte le vostre domande e saprà consigliare l’acquisto più indicato per le vostre esi-genze.

Unica limitazione dell’Apple Store newyorkese: se volete attivare un iPhone potete farlo “soltanto” dal-le 7 del mattino alle 11 di sera.

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V

iPad

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Il nuovo cellulare della Apple ha un display Retina da 3,5 pollici, retroilluminato a led, con una risoluzio-ne 960x640, molto nitido: i pixel sono larghi appena 78 micrometri, con una densità 4 volte superiore ri-spetto ai modelli precedenti. Il display, rinforzato per essere più robusto e resistente ai graffi, ha un rivestimento oleorepellente a prova di impronte e include un sensore di luce ambientale che regola la luminosità per ottimizzare la visione e la durata della batteria (per ridurre i consumi, lo schermo si spegne quando si avvicina il telefono all’orecchio).

L’iPhone 4 è dotato di due fotocamere, una frontale e una posteriore, per videochiamare tramite FaceTi-me. Inoltre può registrare e montare video ad alta definizione grazie all’applicazione iMovie. La fotoca-mera, dotata di flash a led, ha una risoluzione di 5 megapixel.

E’ possibile utilizzare contemporaneamente più ap-plicazioni (multitasking). E’ anche possibile ricevere chiamate Skype o VoIP mentre si stanno usando altri programmi.

L’iPhone 4 è disponibile nelle versioni da 16 e 32 GB, nei colori bianco o nero. E’ alto 115,2 mm, largo 58,6 mm e profondo 9,3 mm. Pesa 137 grammi.

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iPhone 4

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L’ipoacusia è un problema di tante persone. Nella maggiore parte dei casi è l’età a giustificare un calo dell’udito, ma anche lo stile di vita delle persone può esse-re causa di problemi nel sentire. E la nostra

società, sempre più rumo-rosa, mette davvero a dura prova l’apparato uditivo.

Nel tempo si sono susseguiti i più diver-si sistemi per cercare di risolvere questo problema. Dal cornet-to acustico, il più antico degli strumenti, risalente al diciassettesimo secolo, si è dovuto attendere gli anni Sessan-ta del Novecento, con l’avvento del primo apparecchio “a scatola”, per cominciare seriamente a parlare di protesi acustiche. Microfono, amplificato-re e ricevitore erano gli elementi che essenzialmente componevano un apparecchio acustico, contenuti ap-punto in una scatola collegata all’orecchio attraver-so un filo e una capsula. Tale apparecchio a scatola, grande una decina di centimetri per lato, è il parente più lontano dei ritrovati tecnologici che abbiamo a disposizione oggi.

Gli apparecchi acustici dagli anni Sessanta a oggi

si sono molto evoluti. Sono stati creati i modelli “endoauricolari” (apparecchi acustici posti diretta-mente all’interno del condotto uditivo) e i dispositivi “retroauricolari” sempre più piccoli. Probabilmente, il passaggio più importante è quello che ha portato

all’ideazione di un apparecchio acustico digitale. Siamo già alla fine de-

gli anni Novanta, ma da lì in poi i cambiamenti e

i miglioramenti sa-ranno sempre più frequenti. Sem-pre più incen-trati sull’offrire un’oppor tunità che semplifichi e renda meno gra-

vosa la perdita uditiva. L’introdu-

zione di apparecchi acustici “Open Fitting” e

successivamente di dispositivi con ricevitore all’interno dell’orecchio, hanno dato molti vantaggi a persone con particolari tipologie di perdita uditiva (in caduta, con le basse frequenze conservate) tipica della presbiacusia. Solo nel 2004, con l’avvento dell’applicazione Open Fitting intro-dotto da ReSound, si è arrivati infatti a una soluzio-ne anche per questo tipo di problema.

Da qui in poi i miglioramenti si susseguono sempre più velocemente. La nuova sfida è quella di rispon-dere il più possibile alle esigenze di tutti coloro che

Dal cornetto acustico alle protesi wireless

L’eccezionale evoluzione degli apparecchi per chi ha problemi di udito

Di ivan coMPaSSo

notizie dalle aziende_LogoS

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si avvicinano agli apparecchi acustici, te-nendo sempre presente anche le esigenze estetiche.

Ancora oggi una delle problematiche maggiori per chi utilizza un apparecchio acustico è quella di potere ascoltare il parlato in ambienti rumorosi. I sistemi “di-rezionali” hanno cercato di rispondere a questa esigenza. Negli anni si sono trova-te molte soluzioni: dai sistemi direzionali “adattivi” a quelli “automatici”, fino ad ar-rivare all’ultima evoluzione con l’avvento della direzionalità “Surround Sound”, che unisce grandi prestazioni di comprensio-ne del parlato nel rumore a una qualità di ascolto eccezionale.

Questo sistema, imitando le funzioni direzionali dell’orecchio umano, aumenta persino la capacità di comprendere da dove provengono i suoni, anche negli am-bienti di ascolto “complessi”, ormai norma-li nella vita di tutti i giorni.

Con l’introduzione di “ReSound Alera” si raggiunge finalmente quella che è in-dicata come la nuova frontiera nel campo degli apparecchi acustici. La possibilità di non rinunciare a nulla di ciò che la vita of-fre è la prerogativa principale di questo innovativo e rivoluzionario apparecchio acustico. Potere ascoltare la televisione

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liberamente, parlare al telefono con estrema facili-tà, sono solo alcuni degli aspetti di ReSound Alera. Ma la vera novità di questo apparecchio è la facilità con cui, grazie a un sistema completamente wireless, è possibile connettersi a tutte le fonti desiderate in massima libertà. Tutte operazioni che fino a poco tempo fa erano difficoltose.

Qualche azienda produttrice ha provato in passato a risol-vere questo problema, sempre però con-dizionando il paziente e of-

frendogli altri oggetti da portare con sé. Si è ricorsi infatti a oggetti, spesso molto ingombranti, collegati con fili agli apparecchi, se non addirittura appesi al collo.

Ancora una volta ReSound è riuscita ad arrivare a una soluzione altamente tecnologica destinata a se-gnare un’epoca nel campo dei dispositivi acustici. Una soluzione che cambierà sicuramente la storia degli apparecchi acustici e la vita di chi li indossa.

notizie dalle aziende_LogoS

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LL’orecchio chiuso, otturato o ovattato e’ uno dei di-sturbi più frequenti in otorinolaringoiatria. Spesso però viene sottovalutato, sia dal medico di famiglia, sia dagli stessi pazienti, che pensano si tratti “solo di cerume”.

Nell’immaginario collettivo, ogni disturbo dell’orec-chio viene quasi sempre identificato con l’accumulo di secrezioni ceruminose, e il paziente prova a destreg-giarsi tra i consigli della nonna, del vicino di casa, dei colleghi di lavoro, del farmacista e di chissà chi altro ancora. Così viene messo nelle orecchie di tutto: olio caldo, gocce di vario tipo, coni scioglicerume, la-vaggi casalinghi… Immaginando di rimuovere questo “ostacolo all’udito” agevolmente e senza alcuna pre-occupazione: tanto è solo cerume. Spesso, tuttavia,

L’orecchio è otturato. Come comportarsi?Meglio evitare rimedi “fai da te” e rivolgersi a un medico specialista

Di Luciano Bencivenga

il problema non si risolve, anzi i sintomi peggiora-no, l’orecchio si irrita, il dolore aumenta. E di notte, quando le sensazioni si amplificano, può capitare di dover correre al pronto soccorso dove, magari dopo ore di attesa, un medico (presumibilmente non un otorinolaringoiatra) esaminerà le orecchie, prescri-verà un antibiotico e magari consiglierà una visita dall’otorino.

Per evitare inutili complicazioni è meglio prevenire possibili situazioni di pericolo o di malessere.

L’orecchio, infatti, è un organo complesso e delica-to, che può essere colpito da malattie anche gravi. Le cause dell’otturamento e dell’ovattamento sono mol-teplici: tappi di cerume, tappi epidermici, micosi (fun-ghi) dell’orecchio esterno, otiti esterne, circoscritte e diffuse, versamenti endotimpanici di vario tipo, ischemie dell’orecchio interno, malattia di Meniere,

glomi timpano giugulari, otosclerosi, e altre ancora.

Per curarle adeguata-mente, non si può ri-correre a rimedi “fai da te”, ma bisogna ri-volgersi a un medico specialista: l’otorino-laringoiatra.

il parere del medico_LogoS

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Nessuno streamer ingombrante da indossareTi collega al cellulare senza fili e in stereofonia

Puoi telefonare con il cellulare alla guida nel rispetto delle norme del codice della stradaAssenza di cavi di connessione per TV – Stereo – Cellulare

GLI APPARECCHI ACUSTICI DELLA NUOVA ERA, TECNOLOGIA WIRELESS A 2.4 GHz

Ti collega senza fili alla televisione

apparecchi acustici

reddot awardproduct design 2010

Per informazioni sul nuovo apparecchio acustico

ReSound Alera contattare

GN ReSound Italia 049 8911511

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Lo specialista otorinolaringoiatra si muove nella regione anatomica rappre-sentata dall’orecchio, dal naso, dalla faringe e dalla laringe. Questo sistema è complesso e interconnesso. Le malat-

tie dell’orecchio medio con danni a carico della mem-brana timpanica e della catena degli ossicini, infatti, possono essere innescate da patologie del naso o della faringe. Analogamente, lesioni dell’orecchio interno, la componente nervosa dell’udito costituita dalla coclea e dal nervo acustico, possono insorgere per malattie del sistema nervoso o del sistema me-tabolico, causate da livelli di colesterolo o zucchero elevati, o del sistema vascolare.

Soprattutto per le malattie dell’orecchio con di-sturbi dell’udito e/o disturbi vertiginosi, la diagnosi precoce e, contestualmente, un’efficace e mirata te-rapia medica, o se necessario chirurgica, è essen-ziale per ottenere una guarigione rapida e senza complicanze.

Cosa c’è di nuovo in questo campo?In tempi recenti, lo sviluppo tecnologico ha fornito

una serie di metodi di indagine e di trattamenti te-rapeutici e riabilitativi per il recupero dei pazienti sordi e/o vertiginosi.

Vanno ricordati in campo audiologico le otoemis-sioni acustiche. La scoperta che l’orecchio interno non solo ha la capacità di percepire i suoni, ma ha anche la funzione di emettere suoni, ha aperto nuo-ve possibilità alla diagnosi precoce delle sordità.

Le otoemissioni acustiche consentono attual-

mente di identificare fin dai primi giorni di vita una grave compromissione uditiva del neonato, indiriz-zandolo senza ulteriori ritardi al trattamento tera-peutico e riabilitativo

In vestibologia i potenziali evocati miogenici vesti-bolari hanno permesso di indagare la funzionalità di

Otorinolaringoiatria

Nuovi sviluppi diagnostici e terapeuticiDi giuSePPe MagLiuLo

salute e benessere_LogoS

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strutture ana-tomiche prepo-ste al controllo dell’equilibrio, il sacculo e l’utricolo, la cui analisi non era possibile fino a pochi anni fa, con immedia-te ricadute favore-voli per la loro cura. Questi esami rappre-sentano solamente un piccolo esempio dell’evoluzione clinico-diagnostica dell’otorinola-ringoiatria attuale.

Né la terapia chirurgica e riabilitativa sono state da meno.

La chirurgia otologica consente ormai di recupe-rare quasi tutte le varie tipologie di sordità. Si pos-sono ottenere risultati ottimi con protesi specifi-che nella cura di danni a carico della membrana tim-panica e/o della catena ossiculare, costituita dal

martello, dall’incu-dine e dalla staffa nel l ’otosc ler osi , nell’otite cronica e nel colesteatoma. Il recupero dell’udito completo può in-teressare oltre il 90% di questi pa-zienti.

Nelle forme di sor-dità neonatale della

componente cocleare dell’orecchio interno e del nervo acustico, l’introduzione degli impianti cocleari ha assicurato a bambini destinati a essere sordomuti un normale vita sociale. Questi impianti sono apparecchi acustici inseriti chirurgi-camente che danno non solo la capacità di perce-pire e comprendere suoni e parole, ma anche l’ac-quisizione del linguaggio. Vanno ricordati inoltre gli ulteriori sviluppi in essere. Sono in fase avan-zata di sperimentazione clinica apparecchi acustici

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impiantabili chirurgicamente che potranno sosti-tuire gli apparecchi acustici tradizionali. E’ nota infatti la scarsa accettazione in alcune persone, soprattutto anziane, degli apparecchi acustici tradi-zionali, sia per motivi estetici che per motivi di distorsione dei suoni.

Queste nuove protesi sono in-visibili, hanno una distorsione delle pa-role quasi assente e, soprattutto, non debbo-no essere tolte quando il paziente va a letto, permettendo una ca-pacità uditiva conti-nua.

Non vanno dimen-ticate infine tutte quel-le tecniche otoneurochiru-giche che consentono di con-servare l’udito quando sono presenti lesioni tumorali benigne e non del nervo acustico, come il

neurinoma dell’acustico.Per quanto concerne l’apparato vestibola-

re, la diagnosi sempre più precoce favorisce il ritorno dei pazienti alle normali attività in tempi molto più contenuti.

La corretta e rapida diagnosi ha stimolato la crescita e l’affermazione di tecniche di ri-abilitazione vestibolari con esercizi specifici eseguibili sia in gruppo, sotto la direzione di un terapeuta, sia singolarmente.

Il presente del paziente sordo e vertigi-noso è quindi governato dalla ragionevole certezza di un buon se non ottimale recupe-ro e il futuro si presenta pieno di ulteriori speranze.

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Udisens è una nuova grande realtà italiana nata per offrire una seria risposta per risolvere i problemi di udito. Nasce dall’unione di specialisti di settore che, grazie alla loro pluriennale esperienza, hanno la possibilità di mettere a disposizione dei pazienti un’alta professionalità, i migliori prodotti e le più re-centi tecnologie.

I Centri Udisens sono specializzati nell’individua-zione di eventuali problemi legati alla cattiva per-cezione dei suoni e, servendosi di apparecchiature scientifiche di ultima generazione presenti in ogni struttura Udisens in Italia, sono in grado di fornire le migliori soluzioni possibili.

La riduzione della capacità di sentire è fortemente legata a una serie di circostanze e di eventi stretta-mente correlati allo stile di vita che si conduce oppu-re che si è condotto negli ultimi anni.

Un semplice test gratuito presso i Centri Udisens permette di misurare l’udito e capire se i suoni, in particolare il parlato, vengono percepiti in maniera corretta. Il test è assolutamente indolore e dura so-lamente 10 minuti. Alla fine, lo specialista Udisens di-segnerà una “mappa” che consente di valutare se le capacità uditive sono nella norma oppure se ci sono dei deficit, eventualmente recuperabili con l’utilizzo di dispositivi protesici.

Udisens, miglioriamo il tuo udito

notizie dalle aziende_LogoS

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Oltre al test gratuito dell’udito, i Centri Udisens sono specializzati nel trattamento degli acufeni, nell’applicazione di protesi di ultima generazione e nella riparazione e assistenza tecnica di protesi di ogni tipo e di tutte le marche.

Udisens è convenzionato con Asl e Inail e offre vi-site domiciliari gratuite. Chi lo desidera, può inoltre

usufruire di pagamenti personalizzati e dilazionabili con formule a tasso zero.

Udisens è anche solidarietà. Partecipa infatti al Progetto M.I.R. attivo in Albania, nella città di Scu-tari. Lì, grazie ai suoi volontari, vengono seguiti gra-tuitamente bambini affetti da sordità, dando loro la possibilità di frequentare regolarmente la scuola.

Inoltre, i Centri Udisens raccolgono le protesi acu-stiche vecchie, che non vengono più usate, le rigene-rano e le donano ai bambini albanesi.

Se hai una protesi che non serve più, portala in un Centro Udisens oppure contatta il sito www.udisens.ito telefona al numero verde Udisens 800.222.300 (chiamata gratuita). Servirà ad aiutare un bambino.

Il dott. Agostino Sperati, come tanti altri in Italia, ha scelto di aderire a Udisens. “Mi ha convinto la serietà e la professionalità degli specialisti Udisens. Offrono servizi e assistenza di qualità, a prezzi contenuti. Per questo ho deciso di entrare nella famiglia Udisens, dove ognuno può avere il proprio spazio e fare valere le proprie capacità e competenze tecniche.

La realtà Udisens è in forte espansione e sono con-vinto che presto molti altri professionisti faranno la mia stessa scelta e saranno, come me, soddisfatti e ampiamente ripagati”.

Dott. Agostino Sperati, Udisens Roma.

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Elisa Muntean, responsabile Udisens Piemonte e Valle d’Aosta.

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Elisa Muntean, responsabile Udisens Piemonte e Valle d’Aosta.

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VViene definita come foniatria la branca della medicina che si occupa della fisiopatologia della comunicazione umana.

In questo ambito svolgono la loro opera i foniatri, ovvero medici specialisti, e i logopedisti, operatori sa-nitari in possesso di un diploma universitario o, in anni più recenti, di un titolo di laurea breve.

Nel corso del processo evolutivo, la comunicazione di tipo verbale compare solamente 50.000 anni fa con l’Homo sapiens sapiens. La comunicazione di tipo non verbale è presente invece da molto più tempo e viene genericamente definita come lo scambio di messaggi o informazioni tra due o più individui.

La foniatria valuta, da un lato, le fisiologiche tappe evolutive di acquisizione del linguaggio, dall’altro tutte le possibili variazioni patologiche, dovute a un mancato o ritardato sviluppo delle stesse, oppure a una perdita di capacità già acquisite.

Sono di pertinenza della foniatria numerose sindro-mi che possono interessare l’età evolutiva o l’adulto:

_Il ritardo o la mancata acquisizione del lin-guaggio verbale, anche in presenza di ritardi multi-sistemici (paralisi cerebrali infantili, autismo);

_Alterazioni della pronuncia di alcuni fonemi (dislalie) anche come conseguenza di persi-stenza di deglutizione infantile o di patologie meccaniche periferiche (palatoschisi);

_Alterazioni qualitative e quantitative della voce (disfonia) più frequentemente da scorretto utilizzo o abuso vocale, ma anche in seguito a interventi più o meno demolitivi sulla laringe o su altri organi del collo (ad esempio, la tiroide);

_Alterazioni della voce cantata (disodia);

Foniatria un aiuto per comunicare meglio

Di anna MacchieraLDo

foniatria_LogoS

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_Alterazioni dell’articolazione della voce (disartria), spesso presenti in patologie di tipo neurologico (ad esempio, morbo di Parkinson);

_Alterazioni della fluenza verbale (balbuzie, di-sfluenze);

_Disturbi della produzione verbale (afasia) conse-guenti a patologie neurologiche o insulti cerebrali (ictus, emorragie cerebrali e varie forme di demenza);

_Disturbi sensoriali (sordità);_Disturbi dell’apprendimento (dislessia, disgrafia,

discalculia);_Alterazioni della deglutizione (disfagia) conse-

guenti a patologie neurologiche o ad alterazioni degli organi periferici.

La complessità e la varietà delle patologie elencate fanno sì che il foniatra si trovi quasi sempre a operare di volta in volta in multidisciplinarietà con altri specia-listi: otorinolaringoiatri, neurologi, odontostomatolo-gi, neuropsichiatri infantili, fisiatri, ma anche con figu-re professionali non mediche, quali insegnanti della scuola e maestri di canto. La valutazione foniatrica non può che partire da un’accurata e approfondita anamnesi, in quanto il linguaggio non è che l’espres-sione di processi cognitivi e organici complessi che coinvolgono molti sistemi.Segue una valutazione obiettiva che, a seconda dei

casi e delle patologie, può prevedere o meno inda-

gini di tipo strumentale.Se vi è l’indicazione a un trattamento, il foniatra in-

via quindi il paziente al logopedista che, dopo la stesu-ra di un accurato bilancio logopedico, provvederà alla presa in carico terapeutica attraverso cicli di sedute di durata variabile a seconda del grado di complessità della sintomatologia.

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FFondata il 28 agosto 1980 e associata alla Federa-zione Logopedisti Italiani, l’Associazione Logopedisti Piemontesi (ALP) ha operato, fin dalla nascita, sul territorio della Regione Piemonte nella formazione, nell’aggiornamento professionale e nella promozio-ne e tutela della professione dei logopedisti, con il co-stante contributo di Oskar Schindler, professore or-dinario di Audiologia e Foniatria presso l’Università degli Studi di Torino.

Sin dagli inizi, l’ALP ha fermamente creduto nella necessità di accompagnare la crescita del logopedi-sta anche al di fuori della propria regione di appar-tenenza: tra i momenti storici rilevanti, nel 1988, il ruolo di membro firmatario e fondatore della carta costitutiva del Comité Permanent de Liaison des Orthophonistes/Logopedes de l’Union Européenne CPLOL (organismo rappresentativo dei Logopedisti in Europa) e, nel 1989, il merito di aver istituito, insie-me all’ALC (Campania), all’ALL (Lombardia), all’ALS (Si-cilia) e all’ULI (Veneto), il primo organismo nazionale della Federazione Logopedisti Italiani.

L’associazione ha seguito inoltre da vicino i cambia-

menti che hanno interessato l’evoluzione delle pro-fessioni sanitarie a livello nazionale.

Alcuni membri di ieri e di oggi dell’ALP hanno dato il proprio contributo scientifico e organizzativo alla realizzazione di numerosi documenti, che sono stati poi tradotti in leggi dello Stato o che hanno carat-terizzato la formazione e la pratica del logopedista.

Tra i contributi dati riteniamo importante ricordare:_la creazione degli ordinamenti universitari, che nel 1992 hanno portato i logopedisti a confer-mare l’importanza di un sistema di formazione universitario, con la conseguente trasformazione delle vecchie Scuole dirette a fini speciali in Diplo-mi Universitari;_la pubblicazione, nel 1994, del Profilo profes-sionale del logopedista, che delinea e riconosce i requisiti e le aree di competenza, di attività e responsabilità che caratterizzano la professione;_la creazione, nel 1994, dello specifico setto-re scientifico disciplinare universitario (anche se presto riaccorpato nell’attuale “MED 50”) in Scienze della Riabilitazione in Logopedia;

1980 - 2010:

l’Associazione Logopedisti Piemontesi ALP compie 30 anni

Di S. raiMonDo, i. vernero, r. Muò, a. trovareLLi

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_l’organizzazione della Consensus Conference “Linee Guida: la gestione del paziente disfagico in foniatria e logopedia”, che nel 2007, a Torino, ha portato al consenso i principali organismi rap-presentativi dei logopedisti e dei foniatri in Italia, con l’approvazione di rappresentanti di utenti, per la definizione di raccomandazioni utili alla ge-stione della disfagia nell’adulto;_il contributo alla definizione di Core Competence e Core Curriculum del logopedista (FLI, 2009);_la realizzazione e il costante aggiornamento del sito www.alplogopedia.it, un tramite continuo con i logopedisti piemontesi, italiani e in generale con chiunque abbia interessi legati al settore.

A livello locale, con l’intenzione di condividere i pro-pri contributi anche con i colleghi e gli utenti delle al-tre Regioni, l’associazione continua oggi a sostenere

l’evoluzione della formazione e della pratica profes-sionale, e a promuovere iniziative volte a garantire l’informazione inerente il ruolo dei logopedisti nella gestione e nello studio scientifico dei disturbi di co-municazione, linguaggio e deglutizione.

I membri della Segreteria e del Direttivo dell’ALP ritengono infatti che l’informazione sia indispensa-bile agli utenti per conoscere il percorso che la lo-gopedia può offrire loro in caso di necessità, anche in risposta a situazioni di criticità o abusivismo pro-fessionale; ed ancora, agli organismi e alle istituzioni per comprendere di cosa la logopedia abbia ancora bisogno per poter garantire al meglio la propria pro-fessionalità e crescita.

Ci auguriamo che l’ALP possa continuare anche nei

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prossimi anni a contribuire alla crescita e all’affer-mazione della professione, in linea con gli obiettivi nazionali della Federazione Logopedisti Italiani a cui afferisce.

Sposiamo appieno la sfida del professor Schindler di continuare, con impegno ed entusiasmo, a coltiva-re l’interesse di coloro che hanno turbe anche gra-vissime della comunicazione e della deglutizione e di contribuire a far sì che la logopedia, in Italia, pro-segua sulla strada che le permetterà di seguitare a crescere.

La storia dell’ALP è da ricercare in ogni Socio, in ogni Presidente, in ogni Segreteria, in ogni Diretti-vo, di ieri e di oggi e nelle realtà di coloro che sono ricorsi agli atti dei logopedisti.

L’Associazione Logopedisti Piemontesi, associata alla Federa-zione Logopedisti Italiani, celebra, il 7 ottobre 2010, i 30 anni dalla fondazione, presso il Centro Congressi Molinette Incon-tra dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino. In programma, per i festeggiamenti, la proiezione, alle 16.30, del film documentario “La Voce Stratos” e a seguire un brin-disi di “Buon Compleanno”.Iniziativa organizzata in collaborazione con il Servizio di ORL-Audiologia e Foniatria, Direttore Professore R. Albera, dell’A.U.O. San Giovanni Battista di Torino.Informazioni disponibili sul sito www.alplogopedia.it.L’iniziativa è a sostegno dell’Associazione Onlus Il Pensatore Matteo Amitrano.

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“Mir”, parola russa che significa “pace” (ma an-che “mondo”), è il nome scelto per un progetto internazionale di volontariato, sostenuto da

Udisens, realtà leader in Italia nel campo della solu-zione dei problemi uditivi.

Il “Progetto Mir” nasce per aiutare all’estero le persone più deboli e povere, in particolare i bambi-ni, che non hanno la possibilità di usufruire di cure mediche e sanitarie adeguate. Creando così le basi per una società e un mondo in cui comunità, culture, tradizioni e lingue differenti possano convivere nel rispetto delle ricchezze e diversità di ognuno.

Il percorso è iniziato nel 2007, in Albania, grazie al supporto dell’Istituto dei sordi di Torino, che dal 2004 aveva avviato contatti e interventi nel “Paese delle aquile” per aiutare bimbi sordi e privi di mezzi econo-

mici tramite don Carlo Zaccaro e l’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.

Udisens ha finanziato l’allestimento di un centro diurno, di un ambulatorio per le visite mediche e di uno spazio di incontro per le famiglie a Shkodër (Scu-tari, in italiano), città di centomila abitanti nella parte nord-occidentale dell’Albania, capoluogo del distret-to e situata sul lago omonimo, alla confluenza dei fiu-mi Buna e Drin.

Per evitare di svolgere una semplice opera di assi-stenzialismo fine a se stessa, si è deciso di costituire un’associazione ad hoc per la gestione del Centro. E’ nata così Sh.E.Sh.I.T. - Shoqata për Edukimin e Shur-dherve dhe Integrimin e Tyre (Associazione per l’Edu-cazione dei Sordi e la loro Integrazione).

La prima fase del progetto (aprile-giugno 2006) ha

udiSENS in alBaNiaper aiutare i bambini sordi

In Albania la prima tappa del Progetto Mir, un percorso internazionale di volontariato

Di carLo chiurati

volontariato_LogoS

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avuto come obiettivo quello di fornire una formazione adeguata a educatori e insegnanti. E’ stato organiz-zato un corso (200 ore di teoria e 100 ore di tirocinio), che ha affrontato gli argomenti legati alla sordità e all’educazione dei sordi, sia dal punto di vista te-orico che pratico. I docenti provenivano dall’Istituto dei Sordi di Torino e dall’Istituto per studenti sordi di Tirana. Importante è stato fin dall’inizio l’appoggio e il rapporto con l’istituto di Tirana, la cui direttrice, Lindita Klimi, è tra i membri fondatori dell’associazio-ne stessa.

Una delle partecipanti al corso ha svolto uno sta-ge in Italia, presso l’Istituto dei Sordi di Torino, della durata di tre settimane. Parallelamente, sono stati avviati alcuni interventi educativi con 10 bambini e ragazzi sordi presenti nella zona, seguiti dai parte-

cipanti al corso.Alla fine del corso, alcune educatrici sono state as-

sunte per continuare il lavoro educativo con questi ragazzi.

Nel periodo novembre 2006 - maggio 2007 si è svol-to un secondo corso di specializzazione, destinato a coloro che già stavano lavorando con persone sorde, della durata di 100 ore e riconosciuto dal Ministero del Lavoro, degli Affari Sociali e delle Pari Opportu-nità albanese. Il corso si è svolto con la collaborazio-ne del centro servizi formativi QAFS “Don Bosko” di Scutari e la presenza di docenti italiani e albanesi.

È stato così elaborato un modello bilingue di PEI (Progetto Educativo Individualizzato) per le educatrici operanti sul territorio. Anche per que-sto corso è stato previsto uno stage in Italia

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presso l’Istituto dei Sordi di Torino della durata di due settimane.

Tra le varie iniziative, nell’ottobre 2007, l’associa-zione Sh.E.Sh.I.T. ha organizzato a Scutari la prima Conferenza nazionale sulla sordità, in collaborazio-ne con le autorità locali e il Consolato italiano. Tra i relatori la dottoressa Barbara Monti (audiologa) e il dottor Livio Bonino (audioprotesista), intervenuti sul tema “La diagnosi della sordità infantile e la prote-sizzazione”. All’iniziativa hanno concesso il patroci-nio: Prefettura di Scutari, Comune di Scutari, Regio-ne di Scutari, Consolato d’Italia a Scutari, Ministero dell’Istruzione e delle Scienze Ministero della Sanità, Ministero del Lavoro, degli Affari Sociali e delle Pari Opportunità, Università di Scutari ”Luigj Gurakuqi”, CSDC, SHDP.

Vengono tuttora periodicamente svolti interven-ti educativi rivolti ad adulti scolarizzati e non, con

l’obiettivo di dare delle basi di lettura e scrittura del-la lingua albanese.

La sede operativa e il centro audioprotestico alle-stiti a Scutari da Udisens e gestiti dai suoi volontari, provenienti in particolare da Torino e da Roma, fun-ziona inoltre come uno spazio di socializzazione per bambini e ragazzi sordi, che possono incontrarsi e confrontarsi in modo sereno e costruttivo. L’incontro tra sordi di età diverse favorisce infatti la crescita dell’identità e la formazione di una cultura delle di-versità con un’accezione positiva.

Una delle azioni più importanti dell’associazione è stata quella di avviare una campagna di sensibiliz-zazione e prevenzione della sordità, attraverso la rete di contatti con strutture mediche e la creazione di un ambulatorio di diagnosi. L’obiettivo è arrivare a creare figure professionali di audioprotesisti, che possano prendere le impronte per le “chiocciole” (le protesi acustiche), applicarle e seguirne la piccola manutenzione.

La figura dell’audioprotesista è infatti sinora to-talmente assente in Albania, dove manca quasi com-pletamente anche l’abitudine a portare qualsiasi tipo di ausilio protesico.

Gli ulteriori obiettivi che si pone l’associazione sono:

• aumentare la sensibilizzazione dei rischi di sordità durante la gravidanza, attraverso un programma di informazione e prevenzione, in col-laborazione con l’Ospedale di Scutari e le asso-ciazioni non governative che lavorano in tal senso (è attivo infatti un progetto di accompagnamento

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alla gravidanza operati dalla ONG COSPE di Bolo-gna, insieme al Centro delle Donne “Passi legge-ri” di Scutari);• la formazione di personale medico affinché possa avvenire in ospedale uno screening neo-natale per la sordità (Shkoder è stata inserita in un progetto che è in fase di valutazione presso la Co-operazione Italiana allo Svilup-po e che prevede la creazione di strutture adeguate nei punti nascita di vari ospedali dell’Al-bania, insieme alla ONG Magis);• la diagnosi precoce di bambini a rischio di sordità;• la protesizzazione dei soggetti idonei e l’assistenza tecnica;• la creazione di un servizio di riabilitazione e logopedia insieme agli enti locali.

Durante le visite effettuate è stata infatti riscon-trata molta incertezza per quanto riguarda il proble-ma uditivo, che spesso viene confuso con altri tipi di disabilità. Inoltre, dai racconti dei volontari Udisens emerge molto spesso un’insorgenza della sordità in seguito a febbri e infezioni o una mancata cura dopo malattie o l’uso di antibiotici ototossici.

Nel momento in cui viene diagnosticata la perdi-ta uditiva le famiglie hanno aspettative molto alte sul recupero attraverso le protesi o, talvolta, han-no informazioni errate su improbabili operazioni dell’orecchio.

Molto importante è perciò la spiegazione, anche attraverso materiale informativo, del problema udi-tivo e delle possibili reali soluzioni. Pertanto, Udi-

sens ha pubblicato brochure informative (in italiano e albanese) sulla sordità e sulle protesi acustiche. Inoltre, sono stati organizzati incontri di formazione rivolti a famiglie e operatori sulla prevenzione della sordità e la riduzione dei rischi durante la gravidan-za e l’infanzia, sulle protesi acustiche e l’impianto cocleare.

Quando viene proposta la protesizzazione ven-gono spiegati alla famiglia l’uso e la manutenzione della protesi e ne viene monitarato l’utilizzo.

Uno degli obiettivi è anche quello di aprire un Cen-tro audioprotesico specializzato con personale alba-nese formato appositamente per la manutenzione e l’applicazione delle protesi, in modo da poter creare uno sviluppo locale in tal senso. Così sarà anche pos-sibile aumentare il numero di inserimenti scolastici e

diminuire la dispersione scolastica, grazie al recu-pero delle abilità residue dei bambini e a

un adeguato supporto.Importante è creare una cultura

dell’integrazione, favorendo la na-scita di un modello positivo della sordità e dando anche ai soggetti più deboli la possibilità di accedere

alla cultura e all’istruzione.E’ necessario quindi sensibilizzare i

direttori delle scuole della città affinché accettino anche i bambini sordi nei loro istituti.

Udisens ha avviato percorsi di autonomia per l’in-tegrazione dei sordi che favoriscano il progresso e la crescita della società albanese, senza imporre il modello educativo e riabilitativo italiano, bensì re-alizzando in loco, insieme alle realtà locali, servizi in grado di offrire una prima risposta alle persone sorde, formando e impiegando personale albanese.

Periodicamente, i volontari si recano negli am-bulatori Udisens di Scutari per fornire assistenza medico-sanitaria gratuita agli abitanti della zona. Inoltre, i Centri Udisens in Italia raccolgono vecchie protesi non più utilizzate, le rigenerano e le utilizza-no nell’ambito del Progetto Mir.

Per partecipare ai progetti, donare una vecchia protesi acustica, oppure per avere informazioni sulle prossime iniziative di volontariato, è possibile contattare il numero verde di Udisens: 800.222.300 (chiamata gratuita).

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Mercedes F800 Style

Di erica arnauDo

piacere di Guida e rispetto per L’ambiente neLLa concept car di stoccarda

al volante del futuro

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l rispetto per l’ambiente e lo stile originale e inconfondibile della Casa di Stoccarda.

La vettura sperimentale F800 Style di Merce-des-Benz rappresenta il futuro dell’auto: zero

emissioni inquinanti, ma grande fascino, design e ottime prestazioni di guida. Senza rinunciare a

sicurezza e comfort eccellenti.

La F 800 è un prototipo a cinque posti lungo 4,75 metri, che può offrire propulsione Plug-in Hybrid oppure utilizzare sistemi con pile a combustibile. I componenti sono alloggiati, senza interferire con la vivibilità dell’abitacolo, nel vano motore e negli spazi intermedi del telaio. Entrambe le motorizzazioni ri-chiedono uno spazio di alloggiamento ridotto. Questo vale in particolare per la trazione elettrica con pile a combustibile, ottimizzata in termini di ingombri e

motori_LogoS

I

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potenza: grazie al downsizing di tutti i componenti, nella versione F-CELL è stato possibile realizzare un modulo dell’avancorpo estremamente compatto.

Il risultato è che lo spazio rimane molto ampio e permettere di accogliere comodamente fino a cinque passeggeri.

Con la trazione elettrica con pile a combustibile l’autonomia è di quasi 600 chilometri, mentre utiliz-zando il sistema di propulsione Plug-in-Hybrid si possono percorrere fino a 30 chilometri in modalità esclusivamente elettrica (sistema che verrà utilizza-to nella S 500 Plug-in HYBRID di serie). Entrambe le versioni della vettura sperimentale F800 Style con-sentono una mobilità ad emissioni zero, unita a un grande piacere di guida.

Fascino e responsabilità sono infatti le caratteri-stiche di quest’auto. Il gruppo motopropulsore, com-posto da un motore a benzina V6 da circa 220 kW (300

CV) a iniezione diretta di prossima generazione e da un modulo ibrido da circa 80 kW (109 CV), mette a di-sposizione una potenza complessiva di circa 300 kW (409 CV). La batteria agli ioni di litio con capacità di accumulo è ricaricabile presso stazioni di rifornimen-to o direttamente da una presa domestica.

La F 800 Style Plug-in Hybrid, grazie all’efficiente propulsore, registra un consumo certificato di ap-pena 2,9 litri per 100 km. Da ciò derivano emissioni estremamente contenute di CO2, pari a soli 68 gr/km. Grazie alla sua straordinaria efficienza, la F 800 Style Plug-in Hybrid ha prestazioni da auto sporti-va (0–100 km/h in 4,8 secondi e velocità massima 250 km/h). La velocità massima nella modalità elettrica arriva a 120 km/h. Per soddisfare qualsiasi esigenza anche sulle strade extraurbane.

Il potente modulo elettrico da 80 kW della F 800 Style è completamente integrato nella scatola del

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cambio automatico a sette rapporti 7G-TRONIC, come nella S 400 HYBRID e nella Vision S 500 Plug-in HYBRID. Nella nuova concept, la batteria agli ioni di litio è alloggiata sotto il sedile posteriore, in una posizione che garantisce un baricentro basso e massima sicurezza in caso di collisione.

Anche nella variante a trazione elettrica con pile a combustibile, la F 800 Style garantisce piacere di

guida eco-compatibile. Il suo motore elettrico da 100 kW (136 CV) mette a disposizione una coppia pari a 290 Nm. La corrente necessaria per la tra-zione viene prodotta a bordo dalla pila a combusti-bile attraverso una reazione chimica tra idrogeno e ossigeno. L’unica emissione generata è semplice vapore acqueo.

Il futuro dell’auto ecologica è già qui.

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“Anche le cose brut-te mi hanno dato la forza di lottare sempre, per tutto,

perché se non si lotta non si ottiene niente. Ecco, mi ha dato la forza, quella for-za lì. Sarà magari una sod-disfazione un po’ magra, di-ciamo, però è giusto così.» Sono le parole di Anna Gio-vanola, che in questo modo, di fronte alla mia telecame-ra, faceva un bilancio del-la sua esperienza più che trentennale di lavoratrice Eternit e del suo lungo im-pegno contro la nocività dell’amianto. Non posso dimenticarle, così come il suo sguardo serio e deciso mentre le pronunciava, su-bito rotto da una venatura ironica e disincantata. E da quando Anna, anche lei come tanti altri, se n’è andata mi è stato ancora più chiaro il valore di quel momento vissuto insieme.

Era il settembre del 2003. Un piccolo festival, il MonFilmFest di Vignale Monferrato, mi aveva invita-to a partecipare a un “gioco di cinema” insieme ad altri sei autori. Ognuno di noi avrebbe dovuto rea-lizzare un video in una settimana, con l’unico vinco-lo che fosse girato nel Monferrato. Da molto tempo ero impegnato sui temi dell’ambiente e avevo svolto

ricerche sulla storia delle lotte per la salute e contro la nocività del lavoro. E per prepararmi alla trasferta avevo studiato un libro e una tesi di laurea sulla vi-cenda dello stabilimento Eternit per la lavorazione dell’amianto di Casale. Ma una conoscenza molto più profonda fu possibile solo grazie al contatto diretto con la città.

Quando arrivai a Casale (insieme al mio collabora-tore Federico Triulzi), la stampa locale annunciò che qualcuno si aggirava per le strade con la tele-camera per raccontare l’Eternit. Capii subito l’im-portanza che rivestiva nel-la comunità la storia, e le

storie personali, che volevo approfondire e ne sentii la responsabilità.

Mi misi all’ascolto e quello che trovai fu un raccon-to composto, maturo, di gente capace di coltivare la memoria per proporla a tutti, consapevole del gran-de potere degli avversari, ma anche della forza di una comunità ferma e determinata nella difesa dei propri diritti e nell’impegno per obiettivi non certo unicamente locali. Complice anche, occorre dirlo, la povertà dei mezzi produttivi a disposizione, fu tutta-

“Indistruttibile”il dramma dell’amianto diventa un film

sicurezza e lavoro_LogoS

Di MicheLe citoni

Il regista Michele Citoni.

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via un indirizzo preciso quello di affidare la narrazio-ne essenzialmente a questi volti e a queste voci così naturalmente potenti, riservando alla scelta registi-ca solo la selezione dei punti di vista emblematici (sin-dacalisti, ex lavoratori, familiari delle vittime, medici, alcuni cittadini fermati per strada) e la composizione dell’intreccio narrativo delle varie testimonianze.

Il titolo scelto per il mio lavoro è stato “Indistrutti-bile”, traduzione del termine greco “asbestos”, ma an-che - è stato notato - attributo caratteriale dei prota-gonisti del documentario. Il film è cresciuto nelle mie mani, in certo modo, così come “chiedeva” di essere fatto. E poiché vive in primo luogo nei suoi protagoni-sti, lo considero un’opera fatta “per”, ma anche “con”, queste persone.

Mentre il “girato” si accumulava nel corso della settimana a nostra disposizione, presto mi fu chiaro che avevo troppo materiale, troppe storie per riuscire a montare e rifinire in quelle poche ore un prodotto compiuto da presentare alla giuria. Ma non volevo limi-tarmi, né sacrificare alle esigenze della competizione la ricchezza dell’esperienza che stavo vivendo. Non stavo giocando per vincere, ma proprio per “giocare”.

Alla fine della settimana consegnai in extremis un

film ancora grezzo. La visione era faticosa, ma l’im-patto fu forte e la vincita del Premio del pubblico, di quel pubblico, fu un riconoscimento particolarmente gradito e un segnale del fatto che quelle comunità sceglievano il ricordo e non la rimozione.

Successivamente, ebbi modo di mettere ordine nel montaggio e di arricchirlo con qualche elemento di contestualizzazione, come fotografie, articoli di gior-nale, dati. Tornai diverse volte a Casale e i rapporti con i protagonisti della lotta di Casale e del mio do-cumentario - Bruno Pesce, Nicola Pondrano, Romana Blasotti Pavesi e diversi altri - diventavano vere ami-cizie.

Nel frattempo, succedevano molti altri avvenimen-ti: dagli sviluppi delle vicende giudiziarie di Siracusa e Torino, al tragico aumento del conto dei morti per mesotelioma pleurico a Casale.

Tra i decessi ci fu quello della figlia di Romana, Maria Rosa, ultimo di tanti lutti di una sfortunata famiglia. La scena finale in cui Romana, durante l’assemblea del marzo 2004 (in cui veniva lanciato il nuovo espo-sto giudiziario dei familiari delle vittime e degli am-malati) annuncia che sua figlia è stata colpita anche lei dalla malattia e esorta tutti con straordinaria

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forza a continuare l’impegno per la bonifica, è l’unica sostanziale aggiunta a un lavoro che nel complesso, anche se con più compattezza e fluidità, è quello ela-borato nella settimana del MonFilmFest.

“Indistruttibile” resta quindi, anche nella versione finale, un lavoro scarno ed essenziale. Avrebbe potu-to essere più ricco, ma mi è sembrato giusto metterlo in circolazione senza attendere che si presentasse la possibilità di condizioni produttive più solide (cosa peraltro rara nel mondo del documentario italiano). Rappresenta soprattutto uno strumento di video-azione con il quale sono intervenuto nel pieno delle stesse vicende che racconta. Molti festival l’hanno selezionato in concorso, ma le soddisfazioni maggiori, ciò per cui sono veramente grato a questa esperien-za, sono altre: l’abbraccio di Romana a ogni incontro

e il sentirsi dire ogni volta: «io non mollo»; il ricordo di Anna; quello che ho imparato da Bruno e Nicola, sindacalisti e uomini straordinari; e poi l’apprezza-mento del pubblico, anche della più piccola platea di provincia, dove il senso dell’impegno civile si rinnova continuamente.

“Indistruttibile” è una delle prime opere in video che ho fatto, con i mezzi poveri dell’autoproduzione e la scarsa esperienza che avevo allora, ma senz’al-tro quella che sento più forte, più necessaria, forse persino utile. Attraverso la Camera del Lavoro di Ca-sale e l’Inca Cgil, il video ha raggiunto assemblee di lavoratori e di cittadini italiani e di altri Paesi, dalla Francia all’America del Sud.

Qualcuno, sull’altra faccia del pianeta, può sicura-mente giovarsi dell’esperienza di lotta e della com-petenza sociale e tecnica di Anna Giovanola, Bruno Pesce, Nicola Pondrano, Romana Blasotti Pavesi, Giovanna Patrucco, Daniela Degiovanni, Sergio Bo-netto e di tutti gli altri.

Mi piace pensare che questo avvenga anche con il mio contributo.

In collaborazione con Sicurezza e Lavoro, periodico a diffusione nazionale (cartaceo e on line) per la promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

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