Date post: | 12-Mar-2016 |
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L’Ora di Giurisprudenza’’ ’’’ ’ ’’
’Roma TreNumero 2 Anno IV
Dicembre 2013
Università:Intervista al professore
D’Avackpag. 2
AttualitàPrimarie PD:
il backstage
pag. 9
Cultura125 anni di National
Geographic: la grande avventura
pag. 11
facebook.com/ora.giurisprudenza
La religione delle raccomandazioni: cellule di disonestàa pag. 13
2INTERVISTA
Un’ intera carriera all’insegna della passione per il dirittoIntervista al Prof. D’Avack.
DI GIULIA ROMANO
Ho avuto l’onore, di intervistare il professore D’Avack,
alla fine della sua carriera accademica. Per chi già
non lo sapesse, infatti, il professore mi ha annunciato,
con molto dispiacere, che questo è il suo ultimo
anno di insegnamento. Chi ama il proprio lavoro, si
sa, non si stanca mai di farlo e non poter più vantare
la presenza di un professore di tale spessore sarà
sicuramente una perdita per la nostra università
ma, dopo tutto, per ragioni economiche vanno
fatte delle scelte e il professore stesso dice : “diamo
largo ai giovani” ribadendo che i docenti giovani, e
soprattutto bravi, sono un privilegio di Roma Tre. Ma
non temete: il professore non si darà certo all’ozio, la
sua passione per il diritto lo ha sempre impegnato,
sia da un punto di vista accademico, sia da un punto
di vista pratico, il professore, infatti, è avvocato
cassazionista, iscritto all’Albo dei Gionalisti e vice-
presidente del Comitato nazionale per la bioetica. La
passione per il diritto non è però l’unica, lo affascina,
infatti, la pittura, nonostante mi confessi di non
essere per niente portato per il disegno, e ciò a cui
gli piacerebbe dedicare il suo tempo libero è invece,
pensate un po’, il giardinaggio. Sono d’accordo con
lui quando mi dice che “i lavori manuali sono l’unica
vera distrazione per chi svolge attività intellettuali”,
non è forse questo il motivo per cui, una volta iscritti a
Giurisprudenza, anche i più accaniti lettori prendono
le distanze da tutto ciò che ricordi un manuale?
Chiedo poi, la classica domanda: “cosa sarebbe
adesso se non fosse diventato un professore?” e il
professore mi risponde: “il dottore, mi affascina il
rapporto medico-paziente, un rapporto stimolante
e solidaristico”. Il professore mi racconta poi di
quando era lui uno studente, mi parla molto bene
della Sapienza, a quei tempi ancora unica università
di Roma, composta da pochi professori molto
bravi, ne ricorda in particolare due: il professore
Calasso, insegnante di Storia del diritto italiano,
la materia che al professore è piaciuta di più, e
il professore di Scienza delle finanze, la materia
che al professore venne più ostica (si fa per dire
dato che racconta di aver poi preso trenta!). Il
professore D’avack, come il professore Carnevale
nella scorsa intervista, si dichiara contento della
nostra facoltà di cui dice : “esteticamente gradevole,
ben organizzata, piena di giovani”. Ciò che invece
trova negativo è la frattura tra il primo periodo di
lezioni e il secondo, di preparazione all’esame, in
Responsabile:
Giulia Romano
Contatti
348.0985291
yieldroma3.blogspot.com
facebook.com/ora.giurisprudenza
L’Ora di Giurisprudenza’’ ’
’’ ’ ’’
’Roma Tre
3cui il rapporto studente-professore viene sospeso
fino al momento dell’esame stesso, ecco perché
proporrebbe più incontri docente-alunni, anche al
fine di chiarire gli ultimi dubbi in vista dell’esame.
Dato che la fatidica parola “esame” è ormai stata
scritta passiamo alla parte più interessante per i
lettori del primo anno: cosa pensa il professore del
canale P/Z ? Dove li porterebbe se avesse un giorno
a disposizione con loro e soprattutto che consigli dà
per affrontare l’esame? Il professore ritiene di essere
stato fortunato e, in un certo senso, premiato per
aver avuto, a chiusura della sua carriera accademica,
un canale come il vostro, che gli ha mostrato
interesse e soddisfacimento riguardo le lezioni. Mi
confessa che vi porterebbe al cinema a vedere un
bel film, problematico e legato a quello che studiate
e poi passa ai consigli: seguire, se possibile, tutte le
lezioni fino in fondo e, soprattutto, studiare tutti i libri.
Non vorrebbe trovarsi, in sede d’esame, di fronte ad
un ragazzo che, pur avendo studiato benissimo un
libro, non sappia niente degli altri tre. Ciò che, invece,
lo colpisce in sede d’esame è sentirsi dire cose non
scritte sui testi ma dette a lezione anche se, ci tiene a
specificare, non intende dare alcun valore negativo
all’esame dei non frequentanti. Detto questo, come
di prassi, vi faccio il mio in bocca al lupo e vi invito
a lasciare un bel ricordo di Roma Tre al professore
D’avack!
4UNIVERSITA’
Per un pugno di libri...DI MARTA CERRITO
Tutti ricorderete il programma televisivo “Per un
pugno di libri”, per chi non lo avesse visto era un
gioco televisivo: due classi liceali si sfidavano a
colpi di cultura, rispondendo a domande su libri,
scrittori, letteratura, in palio non soldi ma libri, un
carrello pieno di libri!
Non tutti -a parte pochi “eletti” che lo vengono
a scoprire in maniera empirica!- sanno, però. che
ogni anno un numero impressionante di libri,
appartenenti a biblioteche comunali - e quelle
universitarie non ne sono immuni- insomma, in
una sola parola, pubbliche e dunque appartenenti
a tutti (e non a nessuno!), o anche case editrici ven-
gono destinati al macero.
Stiamo parlando di circa 75.000.000 (sì, con tutti
gli zeri perché rende molto più l’idea!) volumi che
hanno la sola colpa di essere, il più delle volte, pos-
seduti in doppia copia, o peggio ancora essere un
po’ vecchi, come dire, non più di moda. Si sa, i libri
occupano spazio, accumulano polvere, e nell’era
del digitale e del progresso tecnologico si pensa,
sempre più, che possano essere sostituiti del
tutto con pratici supporti alternativi, ma il fatto è
un altro. Che si preferisca mandare al macero una
quantità impressionante di produzione scientifica
e letteraria, piuttosto che venderla a prezzi sim-
bolici, o ancor meglio (nel caso delle biblioteche)
regalarla all’utenza è un chiarissimo segno, non
solo di ignoranza, ma ancor di più di regresso.
Regresso è la parola giusta, dal momento che non
è passato poi così tanto tempo da quando i libri
venivano bruciati, da quando la cultura era vista
come un pericoloso strumento, da quando per
pensare autonomamente era necessario chiedere
il permesso!
Sono però molte le iniziative, in Italia e non solo,
volte a limitare -evitare sarebbe un obiettivo deci-
samente utopistico- che questi libri finiscano al
macero, ovviamente sorte, nella maggior parte
dei casi da chi i libri li legge, li scrive, li studia e
non da chi sarebbe deputato (leggi pagato!) ad
occuparsene.
Per esempio il progetto “Last Minute Market-
Book”, dal 2004, ad oggi è riuscito a salvare più
di 44.000 libri dal macero e donarli gratuita-
mente a chi non può comperarli. Nata da un’idea
di Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria
dell’Università di Bologna e col contributo dalla
Regione Emilia Romagna, con questo piano di
“salvataggio” questi libri vengono forniti gratuita-
mente non solo a comunità nazionali, ma anche
estere come le comunità di italiani in Argentina,
Brasile, Uruguay o istituti di italianistica come
quello all’Havana ed in Italia alcuni libri sono stati
destinati a centri anziani, scuole, ospedali, carceri,
biblioteche comunali, case famiglia.
Il problema reale non è solo il fatto che nessuno,
a livello di soggetti apicali dei sistemi bibliotecari,
pensi a queste soluzioni alternative, ma anche che
l’utenza delle biblioteca ed in generale i lettori
non sappiano, il più delle volte, cosa stia succe-
dendo sotto i loro occhi!
5
ATTUALITA’
La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donneDI GEA OTTAVIANI
Il 25 novembre in tutto il mondo si è dedicata
l’intera giornata ad un argomento in cui,
purtroppo , è facile imbattersi leggendo i
giornali o ascoltando il telegiornale.
In questa giornata, scelta dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite è stato
ufficializzata la data per ricordare le violenze
subite, nel passa to e nel presente, dalla donne
di tutto il mondo. Violenza non esclusivamente
fisica, ma anche psicologica, fatta di minacce,
di soprusi, di ricatti,di molestie; violenza che
crea nella donna uno stato di terrore che le
impedisce di reagire e sottrarsi a volte a colui
che, talvolta, abita sotto lo stesso tetto.
Casi e notizie di violenza di genere sono ormai
all’ordine del giorno, così come casi di stalking
e denunce, che purtroppo non sembrano
bastare per tutelare la donna, nonostante le
leggi approvate, così come in Italia, che con il
D.L. 23.2.2009, n. 11, recante «Misure urgenti
in materia di sicurezza pubblica e di contrasto
alla violenza sessuale, nonché in tema di atti
persecutori» ha introdotto l’articolo 612 bis
che così dice: “Salvo che il fatto costituisca
più grave reato, è punito Segue a pag. 6
6con la reclusione da sei
mesi a quattro anni chiunque, con condotte
reiterata, minaccia o molesta taluno in modo da
cagionare un perdurante e grave stato di ansia
o di paura ovvero da ingenerare un fondato
timore per l’incolumità propria o di un prossimo
congiunto o di persona al medesimo legata
da relazione affettiva ovvero da costringere lo
stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.(…).
Nonostante questo non è difficile ascoltare la
notizia di donne uccise, massacrate, abusate.
Campagne pubblicitarie, incontri, seminari,
conferenze e opere di sensibilizzazioni stanno
aiutando a meglio comprendere il fenomeno
della violenza di genere, fenomeno che viene
dal passato, ma che trova ora maggiore visibilità.
Inoltre la condizione femminile è notevolmente
cambiata dal passato, ora la donna è più libera,
autonoma, indipendente…Ora la donna è libera
di scegliere davvero se continuare a condividere
la propria vita con un uomo. A volte questa
libertà non viene concessa. A volte, nel peggiore
dei casi, questa libertà di scelta è la causa di
un omicidio .
Dedicare un’intera giornata , a livello
internazionale, a l l ’el iminazione del la
violenza sulle donne è un modo per puntare
grande attenzione su questo argomento, per
comprendere che è un problema mondiale, che
donne di diversi paesi, di diverse culture, per
diverse religioni, vengono perseguite per il solo
fatto di essere quello che sono : donne, indifese,
che non sono libere di scegliere della loro vita.
La scelta della data del 25 novembre trova
le proprie radici nel passato: l’ ONU scelse
questa data il 17 novembre del 1999 , con la
risoluzione 54/134 su proposta di un gruppo di
donne attiviste, che si riunirono per la prima
volta per l’incontro femminista latinoamericano
e dei caraibi, tenutosi a Bogotá, nel 1981. La
data scelta dalle attiviste fu in ricordo di un
brutale assassinio tenutosi nel 1960 , ai danni
delle sorelle Miramar.
Le tre sorelle domenicane Patria, Minerva e
Maria Teresa Miramar erano attiviste politiche
contro la dittatura trujillista, una delle più severe
dell’America Latina. Quando, in seguito alla
detenzione in carcere dei loro mariti , attivisti
politici anche loro, e il trasferimento in un
altro carcere, il 25 novembre del 1960 le tre
donne si misero in macchina per recarsi a far
visita ai mariti, subirono un agguato da parte
della polizia segreta trujillista. La loro auto fu
intercettata e le tre sorelle, con l’autista, furono
obbligate a scendere e condotte in un campo
abbandonato.
Li furono uccise a bastonate.
Nel nostro paese e in tutto il mondo il 25
novembre si ricorda la giornata contro la
violenza sulle donne. Un ricordo per tutte le
vittime di questa assurda forma di violenza . Un
ricordo e una commemorazione per le sorelle
Miramar..
Segue da pag. 5
7ATTUALITA’
Berlusconi, la sua decadenza e le problematicità della Legge Severino
DI GABRIELE MARANGONI
Il 27 Novembre 2013 alle ore 17.43 l’Aula
del Senato ha votato sì alla decadenza del
senatore Silvio Berlusconi, condannato in
via definitiva a quattro anni per frode fiscale.
Nonostante gli sforzi comprensibili dei fedelis-
simi del Cavaliere, i quali prontamente hanno
sottolineato come la decadenza da senatore
non implichi la sua emarginazione dalla vita
politica, è un dato di fatto che Berlusconi
non potrà più candidarsi alle future elezioni
politiche.
Lasciando a voi lettori ogni valutazione poli-
tica al riguardo, vorrei soffermarmi sul profilo
squisitamente giuridico della questione: quale
legge ha permesso alla camera di apparte-
nenza dell’onorevole Berlusconi di dichiararlo
decaduto o per meglio dire non ha convalidato
la sua proclamazione a senatore avvenuta
nella regione Molise?
Mi riferisco al decreto legislativo 31 Dicembre
2012, n.235, ai più conosciuto come “Legge
Severino” dal nome del guardasigilli Paola
Severino.
Il decreto prevede l’incandidabilità alle ele-
zioni politiche per coloro che hanno riportato
condanne definitive a pene superiori a due
anni di reclusione.
Prevede inoltre, per quanto qui più interessa,
la decadenza dalle cariche elettive in corso di
tutti i soggetti che si trovino nelle condizioni
di sopra indicate.
Prima di Silvio Berlusconi sono decaduti in
37(17consiglieri regionali più 20 tra provin-
ciali e comunali).
Per questi ultimi la decadenza dalle cariche
elettive è automatica mentre per i consiglieri
regionali è richiesto un apposito decreto del
Presidente del Consiglio.
E Letta, dal giorno dell’insediamento, non s’è
mai tirato indietro. Per 15 volte ha firmato,
di suo pugno, i decreti sanzionatori della
legge applicata poi al senatore Berlusconi.
E nessuno, tantomeno dal Pdl, ha sollevato
dubbi su retroattività e legittimità della legge
accampando pretese sull’“agibilità politica”
dei decaduti.
Il 18 luglio, a due settimane dal verdetto che
inchioda definitivamente il leader del Pdl,
Letta firma il decreto che colpisce il consigliere
della Campania Sergio Nappi (Pdl). Era finito ai
domiciliari il 18 aprile a seguito dell’inchiesta
sui rimborsi con l’accusa di peculato e tornato
in libertà a metà maggio con il solo obbligo
di firma. Ma il premier si ritrova sul tavolo
l’ordinanza con le misure cautelari e applica
l’articolo 8 della legge Segue a pag. 8
8Severino. Nessuno solleva la
questione della retroattività che, di lì a pochi
giorni, avrebbe invece occupato giornali e
pensieri degli uomini di Berlusconi e perfino
di esponenti-mediatori del Pd.
Ma su cosa si fonda la tesi della irretroattività
della Legge Severino e ancora prima qual è la
natura dell’istituto della decadenza?
Se considerassimo la decadenza come una
sanzione, fosse essa penale o amministrativa,
dovremmo concludere dicendo che la Legge
Severino è irretroattiva, rispettivamente in
base all’articolo 25 secondo comma della
costituzione, secondo il quale” Nessuno può
essere punito se non in forza di una legge
che sia entrata in vigore prima del fatto com-
messo” ed in forza dell’articolo 1 della Legge
24/11/1981, n.689 il quale prevede: “Nessuno
può essere assoggettato a sanzioni ammini-
strative se non in forza di una legge che sia
entrata in vigore prima della commissione
della violazione”.
Ovviamente i sostenitori dell’irretroattività
della legge Severino fondano la loro tesi sulla
natura sanzionatoria della decadenza.
Altri autorevoli giuristi sostengono che si
tratta di una norma che concerne un requisito
di eleggibilità: non ci troveremmo di fronte ad
una sanzione bensì di fronte alla disciplina
dello status di un determinato soggetto, in
funzione dell’indegnità ritenuta dal consesso
di cui è membro e pertanto non si porrebbe il
problema dell’irretroattività.
Questa è la tesi adottata per i 37 politici e per
Silvio Berlusconi.
Fine della vicenda?
Non proprio.
Occorre prendere in considerazione l’articolo
11 delle preleggi: “ La legge non dispone che
per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”.
Di natura penale o amministrativa, sanzionato-
ria o semplicemente costitutiva di uno status
diverso da quello precedentemente posse-
duto da un certo soggetto, la legge Severino è
pur sempre una legge.
Sapendo che c’è retroattività se la norma si
applica anche a vicende costituite, in tutto o in
parte, da elementi, di fatto o di diritto, neces-
sari ad una determinata conseguenza giuridica,
verificatisi prima dell’entrata in vigore della
norma stessa, cioè quando il soggetto desti-
natario delle conseguenze giuridiche, non
poteva calcolare tali elementi, in quanto con-
dizionanti determinati effetti, sì da regolarsi
a ragion veduta, bisogna capire se la legge
Severino debba essere letta come se dispo-
nesse la propria retroattività.
Dal testo non emerge una volontà in tal senso
sebbene la stessa potrebbe ricavarsi da un
esame più approfondito dei suoi commi.
Lasciando a voi la soluzione del caso, sarete
sicuramente d’accordo con me sul fatto che
una legge dovrebbe essere proclamata in
modo chiaro e diretto proprio per evitare
simili problematiche interpretative.
Commenti:
@lelemarangoni.
Segue da pag. 7
9
ATTUALITA’
Primarie PD: il backstageDI BENEDETTA RINALDI FERRI
E’ già golden boy, l’astro nascente della
politica italiana, una stella nel panorama
europeo, da casa Clinton la speranza di
una nuova era. L’anno scorso era il ragazzaccio
sconfitto, quest’anno il riformista sgominatore
dell’eredità comunista, Matteo Renzi vincitore
incontestato delle primarie dem di Domenica
scorsa.
Bastano due numeri per descrivere il trionfo già
decantato su tutte le prime pagine di Lunedì.
Su 2,9 milioni di votanti, il 70% va al Sindac(h)
o fiorentino, con picchi del 94% a San Miniato
(Toscana), 82% a Pesaro (Marche), una media
del 75% nelle regioni rosse centro-settentrionali,
casa Bersani compresa (Bettola) e un primo posto
nella (giallo)rossa Roma.
Domenica sera, al momento dello scrutinio il
ritmo è esasperante, il presidente di seggio regge
a malapena: Renzi, Renzi, Renzi, Renzi, Civati.
Renzi, Renzi, Renzi, Renzi, Cuperlo. E così in tutta
la penisola. Intanto arrivano dati inquietanti al
Comitato elettorale in via dei Pianellari (dietro il
Pantheon), non ci crede.
Nella Federazione Romana PD (via delle Sette
Chiese, qua dietro) consegnano simbolicamente
le chiavi al referente capitolino, Luciano Nobili, un
giovane consigliere municipale gira per le stanze
con i volantini dello sconfitto “un aiuto per questo
ragazzo in difficoltà” (il volantino è di Gianni
Cuperlo). I funzionari, animatori dei comitati
Cuperlo nella Capitale, rendono le armi, 18%. A
Roma sono arrivati addirittura dietro Civati. Terzi
classificati.
A Largo del Nazareno invece (sede Nazionale del
Partito), il marciapiede è invaso dai giornalisti,
RaiNews inaugura la diretta, Segue a pag. 10
10tutti i media mainstream sono
schierati e però, non c’è nessuno, la sala stampa
rimane vuota, i corridoi tacciono.
Poco lontano, al Comitato Cuperlo si organizza
la resa dignitosa. Si pensava di arrivare almeno
a un 30%, ora però è più dura la prospettiva
della minoranza. Ah, frattanto Ciwati, quasi con
baldanza, annuncia il suo inedito posizionamento:
l’opposizione interna.
Inutile continuare con le reazioni degli iscritti
(scrutatori). Per fare un esempio, nel circolo di
Ponte Milvio, storica sede di Enrico Berlinguer,
l’aria è quasi dionisiaca (nel senso più negativo
del termine): il PD è ufficialmente una “variante
progressista del centro-destra”, il Segretario
un “liberista”, fratello di Hayek, Blair de noantri,
ambizioso frequentatore di Arcore, sostenuto
da Flavio Briatore che intanto tiene aperto il
Billionaire per gli sfollati sardi e infine votato “da
note facce di Alleanza Nazionale del quartiere”.
Al PD di via dei Giubbonari non ci si crede: è
la roccaforte di Matteo Orfini (promessa del
dalemismo)! Per non parlare del PD Mazzini,
circolo di Sassoli, Epifani (Segretario uscente),
D’Alema, Zingaretti, Raciti (deputato per i Giovani
Democratici), dove Renzi incassa un magro 60%.
Più tardi, dopo la mezzanotte è ora di cena, arriva
la ciliegina sulla torta: in una birreria di Piazza del
Fico volano gli applausi per il deputato renziano
Ivan Scalfarotto che a Foggia vince sul super-
avversario Massimo D’Alema (fuggito da Bari e dal
sindaco renziano Michele Emiliano).
Questo nella notte. Dopo il discorso della vittoria,
un saluto alla moglie Agnese e per Renzi è già
tempo di nominare la Segreteria, tempo di parlare
con Napolitano, Letta, Alfano, e con i gruppi
parlamentari (di nomina bersaniana). Insomma
nella notte la gioia di una vittoria sugli sconfitti
della storia, linea dei 100 m.
Domani all’alba la lotta è con i vincenti. E ammesso
che se ne abbia ancora la forza, tocca percorrere
ancora qualche giro. Di corsa.
.
Segue da pag. 9
“La Bussola: 3 cose su Roma3”
Anche quest’anno continua l’e-sperienza de “La Bussola: 3 cose su Roma3” un piccolo focus che si propone di mettere in luce, ogni mese, alcune delle iniziative esistenti nel nostro ateneo ma purtroppo sconosciute a moltis-simi. In questo numero la nostra attenzione si è concentrata sui servizi bibliotecari.
Coro Polifonico “Roma Tre” dal 1999 la nostra Università ha
un coro ufficiale composto da studenti e non solo con la pas-sione per la musica. Per maggiori informazioni sull’attività artistica e sulle selezioni consultare il sito http://host.uniroma3.it/associa-zioni/coro_romatre/index.php oppure contattare il direttore del coro M° Isabella Ambrosini e-mail :[email protected]
a cura di Marta Cerrito
11
CULTURA
La Grande avventura.125 anni di National Geographic e qualche riflessione sul futuro
DI ARIANNA DI MAULO
“La fotografia è probabilmente fra
tutte le forme d’arte la più acces-
sibile e la più gratificante. Può re-
gistrare volti o avvenimenti oppure narrare
una storia. Può sorprendere, divertire ed
educare. Può cogliere e comunicare emo-
zioni e documentare qualsiasi dettaglio con
rapidità e precisione.”John Hedgecoe
Partendo dalla frase di Hedgecoe si arriva
in maniera facile ed intuitiva ad una grande
verità.
Innanzitutto, la fotografia è accessibile. Chi
di noi, oggi, non possiede uno smartphone
od un dispositivo digitale con cui catturare
tutto quello che capita a tiro, dalla più sen-
sazionale esperienza di viaggio al consuetu-
dinario pranzo domenicale?
In seconda battuta, la fotografia è gratifican-
te. Le nuove generazioni lo possono confer-
mare: una foto può arrivare a raccogliere
migliaia di “Like”, su Instagram o Facebook
che sia.
Ma soprattutto, la fotografia può sorpren-
dere, può divertire, può documentare, può
educare. E questo, lo sa bene la National Ge-
ographic Society.
Chi di noi non ne ha mai sentito parlare? Chi
di noi non ha mai visto, o Segue a pag. 12
12intravisto, la famigerata
cornice gialla fare capolino da una pagina
web, da una rivista, da un angolo del televi-
sore?
Forse non tutti sanno, però, che la National
Geographic Society è una delle più impor-
tanti istituzioni scientifiche ed educative no
profit. Forse non tutti sanno che l’obiettivo
che si prefissarono nel lontano 1888 i suoi
33 fondatori fu quello di “incrementare e
diffondere la conoscenza geografica e allo
stesso tempo di promuovere la protezio-
ne della cultura dell’umanità, della storia e
delle risorse naturali” portando “le persone
a prendersi cura del proprio pianeta”. No,
forse non tutti lo sanno. Tuttavia, chiunque
può notare che la promessa fatta 125 anni
fa, è stata mantenuta alla grande. Ed è stata
mantenuta grazie alla fotografia,grazie all’o-
pera di fotoreporter di bravura e coraggio
eccezionali che hanno visitato luoghi eso-
tici e remoti, che sono entrati in contatto
con genti e culture sconosciute, portandoci
testimonianze incredibili, aiutandoci a ca-
pire meglio e ad affrontare temi di grande
attualità ed importanza, dall’ecologia alle
carestie, dalla scomparsa di specie animali e
vegetali alla condizione dei profughi in tutto
il mondo.
Proprio per festeggiare il 125esimo comple-
anno di questa incredibile società, al Palazzo
delle Esposizioni, qui a Roma, saranno esi-
bite (fino al 2 marzo 2014) 125 fotografie,
insieme a pannelli espositivi, cover della
rivista, e tanto altro. Attraverso un percorso
narrativo semplice e chiaro Guglielmo Pepe,
curatore della mostra, con il contributo fon-
damentale della National Geographic Maga-
zine, ci catapulta in un’avventura mozzafiato
che attraversa tempo e spazio, facendoci ve-
dere luoghi che non avremmo mai sognato
di vedere e incontrare personaggi che non
avremmo mai sognato di incontrare.
La verità è che, in un mondo dominato
dall’informazione in tempo reale, in cui ogni
giorno veniamo bombardati da miliardi di
immagini di tutti i tipi provenienti dai siti e
dai social network più disparati, le fotografie
e le storie della National Geographic riesco-
no ancora a stupirci e ad emozionarci.
Il fotogiornalismo è un mezzo di comunica-
zione potente, forse uno dei più potenti al
mondo. Non si può fuggire all’incredibile po-
tenza delle immagini, non si può scegliere di
non guardare. Per questo, in molti si stanno
domandando quale sarà il suo futuro, in un
era in cui i nuovi media stanno stravolgendo
il sistema dell’informazione. Riusciranno gli
smart-phone e i social network come Insta-
gram a dare nuova energia e nuove frontiere
alla fotografia, oppure rimarremo impri-
gionati nella trappola dei “Like”, costretti a
guardare foto banali aventi la portata edu-
catrice di una scatola di scarpe, e rimpian-
geremo i tempi in cui National Geographic
ci faceva sorridere, indignare, arrabbiare, e
sperare?
Segue da pag. 11
13
CULTURA
La religione delle raccomandazioni:cellule di disonestàDI CHIARA ARRUZZOLI
“Mafia.
Per chi nasce nel paradiso abitato dai dia-
voli, per chi nasce in quell’isola africana
che gli italiani chiamano Sicilia, è lo spec-
chio cui non si può sfuggire, la Cosa No-
stra contro la quale si combatte dal primo
all’ultimo giorno affinché resti, almeno,
una cosa loro.” Alfio Caruso, scrittore e
saggista siciliano, ma anche, soprattutto
e profondamente italiano, ci ha donato
questa piccola riflessione e lo ha fatto tra-
mite uno strumento tanto bislacco, quanto
sagacemente geniale, qual è il “Dizionario
affettivo della lingua italiana”.
Siamo nel 2013 però, e la mafia non è più
un fenomeno solamente siculo, calabrese,
pugliese, campano : non possiamo con-
tinuare a far finta di niente, a relegare il
fenomeno ai lati della discussione politi-
ca, nelle zone d’ombra di un dibattito così
fervente come quello odierno. La mafia,
diversamente da quello che pensa Dell’U-
tri - “non esiste”, disse - e da quanto han-
no detto e dicono inverosimili scempi del
genere umano, esiste. Ma noi lo sappiamo
questo, non è certo una novità. Allora per-
ché, per quale arcano motivo nessuno ne
ha parlato e nessuno lo ribadisce in questi
momenti cosi fragili e delicati per la no-
stra bella Italia? Risvegliamo la lotta con-
tro chi dice che non esiste la mafia, che
la camorra è solo il “sistema”, ‘o sistem’...
Insomma, non mi si venga a dire che la po-
litica è “pulita”, che sono discorsi creati
ad hoc dai più abili strateghi demagoghi
e populisti: certo, la politica non è com-
posta da personaggi tutti, Segue a pag. 14
14meravigliosamente, com-
pletamente (Cetto La Qualunque docet)
ligi alla legge, ma la politica è un mezzo,
deve parlare dei problemi, sollevarli dalle
zone d’ombra, riportarli sotto l’attenzione
di tutti - sotto l’occhio di chi nega innanzi-
tutto! - e una volta scoperti, deve scioglier-
ne i nodi e predisporre gli strumenti utili
alla giustizia, affinché i suoi dispensatori
possano riporre nel cassetto i fili difetto-
si dell’umanità, almeno fino a quando non
saranno in grado di tornare a ricucirsi in un
abbigliamento consono ad uno stato di di-
ritto. Si sente tanto parlare di rottamare, la
rottamazione sembra essere il primo pun-
to all’ordine del giorno di ogni talk show,
ma che senso ha la rottamazione se non si
discute PRIMA dei cancri di politiche am-
muffite, vecchie come chi finge qualche
centimetro in più di altezza e si riempie le
guance di involtini siliconati per dimostra-
re - a se stesso? - che gli anni non passano,
che non siamo tutti uguali?
Il problema, mi permetto di azzardare,
sembra essere uscito dai ranghi del bino-
mio criminalità organizzata – vittima, e
sembra essersi sciolto nella soluzione del-
la collettività.
Se proviamo a scoprirci dal velo di “ita-
lianomedismo” che ci ammanta, forse
potremmo riuscire a scorgere quelle gi-
gantesche ipocrisie che albergano nella
religione delle raccomandazioni, quei la-
scia passare che “quatti quatti”, ci stroz-
zano nel torpore della quotidianità e che
ci fanno portatori sani di cellule di medio-
crità. Se decidiamo di non starci, di essere
onesti nell’auto-dichiarazione ISEE, tanto
per fare un esempio, o di andare fino in
fondo nel cercare di comprendere le di-
namiche che stanno dietro qualche fatto
che non ci convince, forse chissà, magari il
mio è il più bieco degli utopismi, ma credo
fermamente che potremmo sostituire una
goccia di legalità nell’oceano delle ingiu-
stizie e così avvicinare quell’obiettivo au-
spicato da Falcone, quando ci disse che “la
mafia è un fatto umano, e come tutti i fatti
umani ha avuto un inizio e avrà anche una
fine”. Seguiamola! Seguiamo quella strada
che conduce alla fine della mafia.
“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in
televisione, sui giornali. Però parlatene”.
Paolo Borsellino.
Segue da pag. 13
CENTRO DI ASCOLTO PSICOLOGICOda più di dieci anni è attivo uno sportello a disposizione degli studenti ovviamente totalmente gratuito. Per informazioni rivol-gersia via Ostiense, 169 o al numero 06 57332705/04
a cura di Marta Cerrito
15FASHION PHILOSOPHY
Talking aboutfashionDI GIULIA SULIS
Buongiorno fashion addict , questo è
i l mese che fa per voi . Come nascon-
dere la voglia irrefrenabile di danzare
p e r o re t r a u n n e g oz i o e l ’ a l t ro i n
cerca del regalo perfetto, fino o quasi
d i m e n t i c a n d ov i l a p a u s a p ra n zo e d
esser costrette ad un salto fugace al
primo fastfood che incontrate per la
via, quanti sacrifici pur di impacchet-
tare qualcosa alle amiche, al ragazzo
e perché no a voi stesse, che alla fine
dei conti nessuno vi conosce meglio
di voi ! Dicembre, possiamo dire, è i l
mese dello shopping, babbo Natale e
della bilancia , s i perché con tutte le
pietanze pronte da far fuori , sta a voi
scegliere se salire ogni mattina sullo
strumento degli orrori e rovinarvi le
feste , oppure dimenticar la f ino al la
b efa n a e rov i n a r v i l ’ e s t a t e . M a t o r -
niamo ai regali , che bell i , r ichiesti o
a sorpresa che siano, ci rendono sem-
pre fel ic i come chi l i porta in dono.
Dopotutto, come dimenticare le cami-
cette di zia Maria, sempre perfette in
c a s a co n l ’ i n f l u e n z a e p e r t o g l i e re
v ia la polvere la domenica matt ina .
E c h e b e l l a l a co l l ez i o n e d i b a g n o
s c h i u m a c h e r i p r o p o n e o g n i a n n o
qualcuno che all ’ ultimo minuto, non
sapendo più che farci ha visto bene
d i c o m p r a r e q u a l c o s a d i o r i g i n a l e
nel proprio bagno. Ma forse, infondo,
l i dove le più addict non r iescono a
vedere , la s tor ia del “basta un pen-
siero” era vera, r imaneva soltanto da
a g g i u n ge re c h e s e q u e l p e n s i e ro è
una chanel in pelle, classica, nuova o
vintage che s i r ispett i , ogni ragazza
d i questo mondo, ora , s tarebbe per
v ivere i l nata le p iù bel lo del la pro-
pria vita.
Good fashion everybody.
Teatro Palladiumgli studenti di Roma Tre hanno dir itto a riduzioni su tutta la p rog ra m m a z i o n e e per le varie rassegne organizzate nel corso dell’anno. Il teatro si trova in piazza Bar-tolomeo Romano, 8 (zona Garbatella).
a cura di Marta Cerrito
16
CINEMA
Blue Jasmine (Woody Allen)
DI LORENZO TARDELLA
Di crolli emotivi, sbalzi d’umore, coc-
ktail antidepressivi e conversazioni con
se stessi Woody Allen ce ne ha mostrati
molti. E’ un marchio di fabbrica, per un
regista che ha fatto dei dialoghi (e del
loro potere di rivelare la psicologia dei
personaggi) il centro di ogni sua crea-
zione, al ritmo di un film l’anno e con
una inesauribile sensibilità creativa. Ma
questa volta siamo di fronte a qualcosa
di più. Questa volta i personaggi sono più
che semplici personaggi: sono dei veri
capolavori di scrittura. Cominciamo da
quello di Jasmine: una donna quarantenne
dell’upper class newyorkese che, messo
alle spalle un matrimonio con un uomo
rivelatosi un truffatore, si trasferisce
nella modesta casa della sorella, a San
Francisco. Quello di Jasmine e’ un perso-
naggio debole, fragile. Vive di apparenze,
si sforza con tutto l’impegno possibile di
mantenere, agli occhi degli altri, lo status
in cui ha vissuto il resto della sua vita, e
cerca nel frattempo di cambiare ogni cosa
la circondi, compresa la vita amorosa della
sorella Ginger, a suo giudizio attratta da
uomini destinati al fallimento. E’ un per-
sonaggio tutto sbagliato, e lo capiamo da
subito. Ma, come in tutte le grandi sce-
neggiature, questo non ci impedisce di
sentirlo vicino, di metterci dalla sua parte,
anche quando il raziocinio e il buon senso
ci dicono il contrario. Capita raramente
17(almeno da un po’ di anni) di sentirci
vicini ad un personaggio sgorgato dalla
penna di Woody Allen, di spalleggiare le
nevrosi, le sfuriate, i pianti, le crisi, tanto
ci sembrano eccessive, smodate e distanti.
Questa volta e’ accaduto. Merito forse di
una Cate Blanchett in stato di grazia, che
riesce con una naturalezza impressio-
nante a passare dalle lacrime alle risate,
dal sole delle ville californiane alla luce
più tenue degli appartamenti di San
francisco. Come in ogni film di Woody
Allen, le risate ci sono, ma sono amare, e
forse questa volta più di altre. E lasciano,
al termine della proiezione, un senso di
rassegnazione, per un personaggio che
fin dall’inizio capiamo essere senza spe-
ranza. Ma che, nonostante tutto (o forse
proprio per questo) abbiamo amato dal
primo all’ultimo fotogramma.
Best Insulted1. #2293 GIURISPRUDENZA
Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina
quando sorge il sole uno studente arriva e sa che
dovrà correre più dei suoi colleghi o non troverà
parcheggio.
Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina
quando sorge il sole uno studente arriva in aula
studio e sa che dovrà correre più dei suoi colleghi
o l’armadietto è meglio che se lo porta da casa.
Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina
quando sorge il sole uno studente arriva a lezione
e sa che dovrà correre più dei suoi colleghi o si
dovrà fare il culo quadrato sulle scale.
Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina
quando sorge il sole uno studente arriva al bar e
sa che dovrà correre più dei suoi colleghi o troverà
i cornetti del giorno prima.
Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina
quando sorge il sole non è importante se sei uno
studente che si lava o uno che piscia ‘ndo capita,
l’importante è che non vai all’università.
2. #2261 Giurisprudenza:
il prossimo cojone che se ne esce con “ quando
faremo privato il resto sarà tutta discesa... lo sanno
tutti che dopo privato sei mezzo avvocato! “ ..... vi
giuro che verrà bruciato nel piazzale davanti al bar
come giovanna d’ arco.
Basta illusioni!!! basta!!!
3. #2288 BIBLIOTECA GIURISPRUDENZA
...raga qui qualcuno ha abbaiato
Allora avevano ragione
18
IL LIBRO
Se mi distraggo perdo (Anna Giurickovic)
DI LIVIA SICLARI
Teneri, forti, dolce amari e intrisi di una malinco-
nica violenza. Sono i quattordici racconti di “Se mi
distraggo perdo”, libro di esordio della giovane Anna
Giurickovic.
Quattordici perle, diverse per personaggi e ambien-
tazioni, ma tutte infilate sul medesimo filo rosso di
forza e fragilità, binomio indissolubile della fem-
minilità e dell’umanità in generale. Leggendoli ci si
potrebbe stupire dell’abilità narrativa e forza creativa
di un’autrice così giovane, se non la si conoscesse.
Anna infatti è una nostra collega che si sta laureando
in giurisprudenza, e quando parla dei suoi racconti lo
fa con lo sguardo premuroso e attento di una madre.
Mentre scrivevo la recensione ho deciso di porle
qualche domanda per vedere meglio l’anima di que-
sto libro, ci prendiamo quindi qualche minuto fuori
dalla facoltà. Quando le chiedo se ne preferisce uno
in particolare mi risponde subito “Rinasco Lucertola”,
uno dei più pulp di tutta la raccolta.
Parla di una giovane donna che cerca di riprendere
in mano la vita di cui non è soddisfatta -per il suo
aspetto fisico, la sua vita personale, la sua carriera-
cadendo però in una spirale autodistruttiva: “Mi
piace soprattutto per come sono riuscita a intrecciare
realtà e delirio onirico.”
Nei racconti, in tutti, c’è molto della sua personalità.
Impossibile-per chi è sua amica, oltre che let-
trice- non riconoscere il suo carattere provocatorio
nell’impianto narrativo: “Mi piace provocare con le
mie storie, proprio come faccio quando parlo con
qualcuno. Voglio un lettore scandalizzato.”
Alzo gli occhi dal foglio su cui sto appuntando
quest’ultima affermazione, lei sorride e mi domanda:
“A te quale è piaciuto?”
Io sono meno pulp e amo il lieto fine, quindi dico:
“Quercia sono, quercia di città”, ambientato nella
campagna siciliana degli anni quaranta, ripercorre
le vicende di una famiglia numerosa attraverso lo
sguardo limpido della figlia più piccola.
L’autrice ricorre spesso a momenti del ‘900 italiano
(gli anni quaranta o il ‘68) per riprendere le fila di
un’analisi più ampia, che va oltre la pagina scritta e
i suoi personaggi, e incontra le mille e mille storie di
un popolo omogeneo e al contempo multiforme. Il
suo prossimo capolavoro sarà la tesi di laurea, ma ha
già un mezzo romanzo avviato, e sicuramente “Se mi
distraggo perdo” è solo l’inizio della produzione di
questa intraprendente scrittrice giurista
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l’Ora portando una copia del giornale
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Best Spotted1. (SAN PAOLO) GIURISPRUDENZA
Al ragazzo alto e moro che ha lasciato que-
sto biglietto auguro che gli vada tutto bene
con la ragazza in questione! E voi ragazze che
dite che non c’è più romanticismo..
Il biglietto dice:Marti, certe luci non puoi più
spegnerle..
2. GIURISPRUDENZA
2. A te che pensando di essere solo visto il
tardo orario, decidi di “toccarti” nel bagno
senza chiudere la porta. Ci sarebbe da insul-
tarti e non poco, ma ammetto che non eri
niente male, né tu, né il tuo amichetto!!!!
Capisco che probabilmente non ti palese-
rai, ma vista la disinibizione di oggi (per non
dire sfacciataggine!) posso ancora sperarlo. I
LOVE YOU P.s: davvero non ti eri accorto di
non essere solo in Facoltà?!?
3. GIURISPRUDENZA, ore 7:20 circa.
A Te,dagli occhi grandi,celesti ‘che conten-
gono il cielo! Grazie per i tuoi evidenziatori
che illuminano i miei studi,ma ancor più
grazie per la tua amicizia che illumina il mio
cuore! speriamo di aver fatto in tempo que-
sta volta .
ORIZZONTALI
1. Diritto reale di garanzia
7. Il numero degli organi governativi
necessari
10. Città natale di Pietro Grasso
11. Il cuore dell’arcaismo
12. Livorno
13. Deve esserlo l’oggetto di un contratto
14. Teologo tedesco del ‘900
16. Uno dei canali Rai
17. Prigioniero
19. Commissione Economica Per l’Ame-
rica Latina
20. Ancona
21. ...su mille ce la fa
22. Scudiero di Eracle
23. Essere all’oscuro
26. Regnò insieme a Romolo
28. Ubi societas...ius
29. Colpevoli
30. Dialogo di Platone
33. Parola francese
34. Può essere di legittimità
35. Ordine
37. Personale della P.A.
38. Lo è...di patria
39. Con...venture, è un accordo tra imprese
41. Territori feudali
43. Violazione della fedeltà conugale
46. Strumento di indirizzo politico
Cruciverbagiuridico
VERTICALI
1. Contrari all’ordinamento giuridico
2. Chi resta libero pur sottoposto a processo ?
3. Popolazione attiva
4. Lingua del Siam
5. Cento litri
6. Disordine
7. Indice del tasso di interesse di un
finanziamento
8. Anello inglese
9. Insieme a quella d’oc
12. Sesto Presidente della Repubblica
14. Capitale del Vietnam
15. Nel diritto processuale è un mezzo di
prova
18. Fondò Parmalat
24. Vi si rifugiò Pio IX
25. E’ sacra nella curia romana
27. Succede con gli altri
31. Bonaria irrisione
32. Morto per la patria
33. Garibaldi, l’eroe dei due...
34. La segnò la Conferenza di Parigi del
1919
35. Il John congiurato che tentò di ucci-
dere Hitler (iniz.)
36. Sostituì Cadorna
40. Né mio né suo
42. ...et labora
44. Nel lino e nella lana
45. Apre il testamento