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Luca Rizzardi - Conservatorio C.pollini Padova - The Hum

Date post: 01-Dec-2015
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Tesi di ricerca sul fenomeno noto come "The Hum", un rumore a bassa frequenza udito in tutto il pianeta da una piccola ma importante percentuale di popolazione.Analisi degli studi e pubblicazioni sul fenomeno, su dati e testimonianze presenti in rete, studio delle possibili cause del fenomeno ed esperimento di registrazione del rumore.Audio e spettrogramma della registrazione:http://www.youtube.com/watch?v=MhNCdzA6FmcPer qualsiasi informazione o per segnalare la tua esperienza: [email protected]
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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum Tecnico di Sala di Registrazione THE HUM Studio del fenomeno tra fisica acustica, psicoacustica ed elettromagnetismo Diplomando: Luca Rizzardi Matricola: 00185 Relatore: Matteo Costa Anno Accademico 2011 – 2012
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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

Tecnico di Sala di Registrazione

THE HUM

Studio del fenomeno tra fisica acustica, psicoacustica ed elettromagnetismo

Diplomando: Luca Rizzardi

Matricola: 00185

Relatore: Matteo Costa

Anno Accademico 2011 – 2012

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

Tecnico di Sala di Registrazione

THE HUM

Studio del fenomeno tra fisica acustica, psicoacustica ed elettromagnetismo

Diplomando: Luca Rizzardi

Matricola: 00185

Relatore: Matteo Costa

Anno Accademico 2011 – 2012

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

PREFAZIONE

“Non ho particolari talenti,

sono solo appassionatamente curioso.”

A. Einstein

Cos'è il silenzio nel ventunesimo secolo?

L'evoluzione e lo sviluppo esponenziale delle tecnologie nel secolo scorso hanno

portato, oltre che a grandi benefici, anche a dei forti cambiamenti nell'ambiente in cui

viviamo.

L'ambiente acustico che ci circonda è più che mai contaminato da innumerevoli sorgenti

antropogeniche di rumore ed il silenzio è oramai una cosa più unica che rara.

Sfuggire al rumore di traffico, trasporti, infrastrutture, industrie, apparecchiature

elettriche ed elettroniche è sempre più difficile, sia in ambiente urbano che in ambiente

domestico.

Un fenomeno noto come “The Hum”, un rumore a bassa frequenza che disturba il

quieto vivere di un indefinito ma notevole numero di persone in vari luoghi del mondo,

sta assumendo una dimensione sempre più impressionante.

La causa di questo rumore non è ancora stata scoperta ed il fenomeno è quindi oggetto

di grande attenzione da parte di studiosi ed appassionati della materia: questo, oltre ad

accrescere la mia curiosità verso il fenomeno, è stato di grande stimolo per il mio

lavoro, poiché ho potuto assistere in tempo reale al progresso di varie ricerche e alla

nascita in rete di comunità e portali volti allo scambio di informazioni tra i cosiddetti

“hummers” ma anche tra gli studiosi del fenomeno.

La quantità di testimonianze ed informazioni aneddotiche presenti in rete è enorme; al

contrario, le pubblicazioni e gli studi a riguardo non sono molti, ma negli ultimi 20 anni

sono state avanzate diverse ipotesi e teorie: quando cominciai la mia ricerca, sei mesi fa,

mai avrei pensato di dedicare così tanto tempo allo studio di concetti di fisica, acustica,

psicoacustica, elettromagnetismo, storia, geologia, scienze mediche, astronomia,...

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Tutto questo non con la presunzione di voler dare risposta ad una domanda a cui

nessuno mai è riuscito a rispondere, ma con l'intento di voler dare in qualche modo il

mio contributo.

Il mio obiettivo è innanzitutto studiare le teorie e tutto il materiale pubblicato per poter

farmi una mia personale idea sull'Hum, per poi in seguito studiare più da vicino il

fenomeno, anche grazie al prezioso aiuto di Andrea e Sandro, fili diretti tra me e l'Hum.

Vorrei inoltre contribuire alla diffusione di informazioni che non sono facilmente

accessibili, soprattutto in lingua italiana: la storia del fenomeno insegna che sono

numerosissime le persone che, in contatto con l'Hum, non immaginano nemmeno la

portata del fenomeno e spesso pensano che il rumore provenga dall'abitazione o dalle

vicinanze e successivamente, non trovando la sorgente e magari essendo gli unici a

percepirlo, credono di avere dei problemi uditivi o addirittura psichici.

Cercherò quindi di spingermi nella ricerca fin dove mi sarà consentito dalle mie

conoscenze e capacità, per poi diffondere il più possibile queste informazioni attraverso

il mezzo di comunicazione che lega hummers e studiosi da tutto il globo ed è parte

attiva della ricerca alla soluzione di questo mistero: la rete.

RINGRAZIAMENTI

Un ringraziamento speciale:

ai compagni tecnici del suono e ai docenti del conservatorio Pollini per questi

fantastici tre anni.

Alla mia famiglia, per aver permesso tutto ciò.

Al relatore di questa tesi, l'Ing. Matteo Costa, per il prezioso supporto.

Ad Andrea Palonta, Sandro Zanol, Pier Giorgio De Zorzi e Mark Russel per

l'indispensabile aiuto.

Al Prof. Tom Moir, al Dr. Chris Barnes e al Dr. Glen MacPherson per condividere la

loro ricerca.

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INDICE

PREFAZIONE pag. 2

RINGRAZIAMENTI pag. 3

INDICE pag. 4

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE AI RUMORI A BASSA FREQUENZA

1.1 Cosa sono i rumori a bassa frequenza pag. 6

1.2 Effetti sull'individuo pag. 12

1.2.1 Vibrazioni del corpo pag. 13

1.2.2 Effetti sullo stato psicofisico, sulla concentrazione, stress pag. 15

1.2.3 Applicazioni terapeutiche pag. 17

1.3 Sorgenti note di suoni reali pag. 18

1.3.1 Sorgenti naturali e antropogeniche di infrasuoni

o rumore a bassa frequenza pag. 18

1.3.2 Fenomeni acustici causati di origine elettromagnetica pag. 23

1.4 Falsa percezione di rumore pag. 25

1.4.1 Tinnitus pag. 25

1.4.2 Effetto auditorio delle onde elettromagnetiche pag. 26

1.4.3 Sinestesia pag. 28

1.4.4 Percezione attraverso la pelle pag. 29

1.4.5 Esperienze ipnagogiche e ipnapompiche pag. 30

1.4.6 Il “cognitive itch” pag. 31

CAPITOLO 2: THE HUM

2.1 Un fenomeno inspiegabile pag. 32

2.1.1 La storia pag. 33

2.2 Hummers: sintomi e numeri pag. 35

2.2.1 The World Hum Map and Database pag. 35

2.2.2 Altre testimonianze, sintomi ed espedienti pag. 39

2.3 Le ipotesi sulle cause pag. 45

2.3.1 Le telecomunicazioni pag. 49

2.3.2 La rete elettrica e le interazioni con la magnetosfera

e l'ambiente terrestre pag. 53

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CAPITOLO 3: STUDI E PUBBLICAZIONI SUL FENOMENO

3.1 Studi e pubblicazioni del Dr. Chris Barnes pag. 59

3.1.1 Alla ricerca delle cause: interno o esterno? Pag. 59

3.1.2 Metodo di previsione dei siti con Hum pag. 72

3.1.3 Collegamento tra il fenomeno Hum e le correnti di terra pag. 81

3.1.4 Collegamento tra il fenomeno Hum e le correnti nella

ionosfera pag. 85

3.1.5 Tre tipi di Hum pag. 87

3.2 Studi e pubblicazioni sul Kokomo Hum pag. 88

3.3 Studi e pubblicazioni del Prof. Tom Moir pag. 94

CAPITOLO 4: LA MIA RICERCA

4.1 Studio dell'Hum in località Soranzen (BL) pag. 98

4.2 Studio dell'Hum in località Cencenighe (BL) pag. 100

4.3 Esperimento di registrazione dell'Hum pag. 102

CONCLUSIONI pag. 107

BIBLIOGRAFIA pag. 111

SITOLOGIA pag. 113

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Capitolo 1 – INTRODUZIONE AI RUMORI A BASSA FREQUENZA

1.1 – Cosa sono i rumori a bassa frequenza

Con i termini “suono” e “rumore” definiamo ciò che fisicamente è la medesima cosa:

una vibrazione delle particelle d'aria o di un altro mezzo elastico, un'onda sonora.

Perché allora due termini differenti? Comunemente si utilizza il termine “rumore” per

definire un fenomeno acustico molesto o sgradito, che può portare anche a effetti

negativi per la salute fisica e la tranquillità psichica dell'uomo o degli animali.

Questa definizione è senz'altro soggettiva, poiché ogni individuo è diversamente

sensibile agli stimoli sonori e la “gradevolezza” è relativa all'individuo e soprattutto

all'ambiente e alla circostanza.

Nella teoria musicale invece, la differenza tra suono e rumore sta nella “regolarità” della

vibrazione. Il grande fisico tedesco Helmholtz diceva: “La sensazione del suono

musicale è data dai movimenti rapidi e periodici, quella del rumore da movimenti non

periodici”.

Parliamo invece della frequenza: con questa grandezza, misurata in Hertz (Hz),

definiamo il numero di vibrazioni in un secondo, quindi “l'altezza” del suono o del

rumore.

La teoria dice che il range di frequenze udibili dall'orecchio umano si estende tra i 20

Hz e i 20 kHz (frequenze acustiche), ma in realtà sappiamo che il corpo umano è in

grado di percepire, a discreti livelli di pressione, anche frequenze più basse di 20 Hz che

sono dette frequenze infrasoniche. Come vedremo in seguito, c'è una discreta continuità

di percezione tra le frequenze acustiche e quelle infrasoniche, di conseguenza non vi è

un preciso motivo per una distinzione così netta tra campo acustico e campo

infrasonico.

L'essere umano ha una perdita nella percezione della tonalità al di sotto dei 16 – 18 Hz

(anche se questo è un parametro fortemente soggettivo) (Benton 2003), ma trattando di

rumore e non di suoni, non abbiamo motivo di fare una diversificazione così netta tra

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suoni ed infrasuoni sulla soglia 20 Hz: quindi d'ora in poi definiremo “rumore a bassa

frequenza” un fenomeno acustico indesiderato, generato da un numero di vibrazioni al

secondo che va da 10 a 200.

Mentre la soglia di udibilità umana nel range delle frequenze acustiche è definita dalla

tabella ISO 226 (ultima revisione del 2003 in Figura 1), la soglia di udibilità per

frequenze al di sotto dei 20 Hz è stata oggetto di vari studi, tra cui quello di Watanabe e

Moller del 1990.

Il fatto che siano state utilizzate tecniche differenti e che gli esperimenti siano stati

condotti su un numero ridotto di individui (10/20), ha portato a delle leggere differenze

nei risultati; tuttavia oggi la soglia di udibilità alle basse frequenze è ben definita.

Queste soglie sono la media ottenuta da vari test su individui maschi e adulti

(generalmente 18 – 25 anni), normalmente udenti; di conseguenza per definizione, circa

il 50% della popolazione avrà una soglia più alta e il restante 50% una soglia più bassa.

Si calcola che circa il 16% della popolazione è di 6 dB più sensibile rispetto alla media,

circa il 2% addirittura di 12 dB (Leventhall).

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Figura 1: Tabella ISO 226

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Gli esperimenti condotti da Watanabe e Moller comprendevano il range tra i 4 e 125 Hz:

i risultati sopra i 20 Hz sono molto vicini a quelli della curva isofonica ISO 226, quindi

si può formare una tabella complessiva come in Figura 2.

Questi studi ed i conseguenti risultati rappresentano una media tra i vari soggetti che

hanno partecipato agli esperimenti, ma ovviamente ognuno di noi esseri umani ha una

soglia di udibilità diversa ed unica.

Un fattore di grande rilevanza è certamente l'età: si calcola che la popolazione anziana

abbia una sensibilità di 6 – 7 dB minore rispetto alla popolazione giovane. In generale si

ha una perdita d'udito alle alte frequenze, mentre sulle basse il comportamento è

diverso: si ha motivo di pensare, come vedremo più avanti, che sia addirittura contrario.

In un certo senso l'udito tenderebbe a “compensare” la perdita di udito alle alte

frequenze con un aumento della sensibilità alle basse frequenze.

Ad esempio si calcola che il 10% dei sessantenni maschi abbia la soglia di udibilità a

125 Hz a -4 dB o più bassa, che significa almeno 4 dB in più rispetto media dei

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Figura 2: Estensione della tabella ISO 226 alle frequenze infrasoniche (Watanabe & Moller)

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diciottenni.

La perdita di udito riguarda le alte frequenze, a 8000 Hz il 10% dei sessantenni ha una

soglia a +10 dB (Leventhall).

Analizziamo ora un esperimento condotto da Frost nel 1987, quando ha tracciato la

soglia di udibilità di due soggetti (uno di 21 anni e l'altro di 35) ad intervalli di 5 Hz.

I risultati si possono vedere in Figura 3.

Dal grafico dei risultati si evince, oltre che l'udito dei due soggetti non era

particolarmente buono, che la soglia di udibilità non è una linea continua ma presenta

dei picchi e dei cali. Ad esempio il soggetto A è circa 15 dB più sensibile del soggetto B

sui 40 Hz ma di soli 5 dB sui 45 Hz. Entrambi i soggetti hanno invece un audiogramma

simile a 250, 500 e 1000 Hz.

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Figura 3: Risultato dell'esperimento di Frost del 1987

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Un altro studio interessante è quello di Yamada, che nel 1980 ha studiato la diversa

sensibilità delle donne rispetto a quella degli uomini nel range 8 – 63 Hz : il risultato ha

effettivamente evidenziato delle diversità: ad esclusione delle prime due frequenze (8 e

10 Hz) le donne hanno dimostrato una sensibilità di 3 dB maggiore rispetto agli

individui di sesso maschile.

La differente sensibilità uditiva di ogni individuo ha quindi un'importanza fondamentale

nella percezione di questi rumori a bassa frequenza. Questa sensibilità è senz'altro

congenita, ma studi dimostrano che grazie alla “plasticità cerebrale”, le diverse regioni

del nostro cervello sono in grado di modificare la propria struttura e le proprie

funzionalità a seconda degli stimoli. Come i taxisti di Londra hanno dimostrato un

ippocampo posteriore allargato rispetto ai soggetti normali, stimolato dall'esigenza di

memorizzare migliaia di percorsi necessari al proprio lavoro (Maguire 2000),

probabilmente anche chi sente questo tipo di rumori e spende molto tempo ad ascoltarli

o a cercare di sentirli, potrebbe sviluppare una maggiore suscettibilità e sensibilità ad

essi.

Parliamo ora del comportamento di queste onde sonore nell'ambiente.

Come abbiamo detto inizialmente, il suono è una vibrazione e come tale si propaga in

qualsiasi mezzo elastico, che sia esso gassoso, liquido o solido.

Mentre i liquidi e gli aeriformi hanno solo un'elasticità di compressione, quindi la

vibrazione viene trasmessa solamente in modo longitudinale, nei solidi esistono forze

elastiche anche per gli sforzi di trazione e di taglio 1.

Il suono nei solidi quindi si può propagare in due modi differenti: tramite onde

longitudinali, in cui il solido viene sollecitato con sforzi di compressione, e onde

trasversali, in cui la sostanza è sottoposta a sollecitazioni di taglio.

________________________________________________________1 Nei solidi le forze di coesione tra le molecole sono molto più intense che nei fluidi, infatti i solidi

possiedono forma e volume proprio. Le forze si esercitano in tutte le direzioni, quindi una deformazione

arbitraria del corpo può dare origine a uno sforzo complesso e distribuito.

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La velocità di propagazione delle onde sonore dipende dalla temperatura, dalla

pressione e dall'umidità del mezzo attraverso il quale si propagano 2.

Alcuni esempi: nell'aria, a 20°C, il suono si propaga circa a 343 m/s.

Nell'acqua, a 20°C, a circa 1480 m/s.

Nell'acciaio, a 20°C, il suono si propaga per modo longitudinale a 5980 m/s e per modo

trasversale a 3300 m/s.

Nella maggior parte dei casi, la velocità del suono nei solidi è superiore alla velocità del

suono nell'aria.

Oltre alla velocità di propagazione del suono, è importante tenere conto di altri fattori

come l'attenuazione, la rifrazione e l'assorbimento.

Generalmente, l'attenuazione aumenta proporzionalmente con il quadrato della

frequenza, di conseguenza i suoni a bassa frequenza sono molto difficili da attenuare e

viaggiano quindi per lunghe distanze.

Anche altri fattori come l'assorbimento e la rifrazione sono molto complessi quando si

parla di frequenze basse: per assorbire un suono ci vuole una parete assorbente di uno

spessore di circa ¼ della lunghezza d'onda. Trattandosi di basse frequenze, quindi

grandi lunghezze d'onda, ci vogliono grandi spessori.

Nella percezione di questi suoni all'interno di uno spazio chiuso o semi-chiuso, un

grande contributo lo fornisce il fenomeno della risonanza.

La prima condizione per un effetto di risonanza, detta modo primario, si ha quando una

stanza ha una dimensione uguale alla metà della lunghezza d'onda.

Una stanza avrà quindi tre modi primari: uno per la larghezza, uno per l'altezza e uno

per la lunghezza. Naturalmente saranno presenti anche i modi secondari (frequenza

doppia di quella del modo primario corrispondente), modi terziari (frequenza tripla) e

così via.

________________________________________________________2 La velocità del suono nei solidi per propagazione in modo longitudinale varia anche a seconda della

forma del materiale.

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Oltre a questi modi di risonanza, detti modi assiali, esistono anche i modi tangenziali

(che si sviluppano fra quattro superfici) e modi obliqui (che coinvolgono tutte e sei le

superfici).

La combinazione di questi tre modi può dare un insieme molto fitto di risonanze, ma

generalmente i modi primari sono quelli che modificano maggiormente la risposta

acustica di un ambiente: i problemi di risonanza nelle stanze domestiche riguardano

quindi le basse frequenze, indicativamente tra i 25 e i 150 Hz.

Una stanza con una porta, una finestra aperta o un caminetto può agire come un

risuonatore di Helmholtz: in questo modo possono risuonare anche infrasuoni a 5 – 10

Hz.

Questo principio trova applicazione ad esempio nelle casse armoniche degli strumenti a

corda come la chitarra acustica o il violino, oppure nei reflex dei sub woofer.

1.2 – Effetti sull'individuo

Gli effetti del rumore a bassa frequenza sull'essere umano, data la sua onnipresenza e il

sempre maggiore numero di fonti antropogeniche, sono di particolare interesse

scientifico. Come abbiamo detto, la grande facilità di propagazione e la ridotta capacità

delle strutture (edifici, costruzioni) e delle protezioni per l'udito (tappi, cuffie) di

attenuare questi rumori rispetto ai rumori normali, rendono questo tipo di frequenze dei

possibili pericoli per il benessere degli individui.

Esistono persone particolarmente sensibili a questi rumori, che potrebbero accusare

diversi sintomi ed essere costrette a dover modificare le proprie abitudini per

proteggersi.

Analizziamo degli studi sugli effetti del rumore a bassa frequenza sul corpo e sullo stato

psicofisico degli individui.

In generale questi rumori sono in grado di causare nell'umano un calo generale della

condizione psicologica e fisiologica.

Si pensa che questi sintomi siano dovuti ad una correlazione tra la percezione uditiva e

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la conseguente stimolazione del sistema nervoso centrale.

Sappiamo, proprio attraverso l'uso dell'elettroencefalogramma, che l'attività elettrica del

nostro cervello comprende onde elettriche a bassa frequenza che si dividono nelle

seguenti gamme di frequenza:

- onde Delta: da 0,1 a 3.9 Hz.

Sono le onde che caratterizzano gli stadi di sonno profondo;

- onde Theta: da 4 a 7.9 Hz.

Caratterizzano gli stadi 1 e 2 del sonno REM. In stato di veglia si

raggiungono solo attraverso la profonda meditazione: esperimenti con

elettroencefalogramma hanno riscontrato onde Theta in monaci Zen

durante le loro pratiche;

- onde Alfa: da 8 a 13.9 Hz.

Sono tipiche del rilassamento, della profonda concentrazione, della

veglia ad occhi chiusi e degli istanti precedenti l'addormentamento. Una

delle caratteristiche delle onde Alfa è la loro configurazione regolare e

sincronizzata.

- onde Beta: da 14 a 30 Hz.

Si registrano in un soggetto cosciente. Associate all'attenzione, allo stato

di veglia;

- onde Gamma: da 30 a 42 Hz.

Caratterizzano gli stati di particolare tensione; collegate a disagio, stress,

ansia e nevrosi.

Studi hanno dimostrato che attraverso stimoli uditivi è possibile indurre la produzione

di queste onde e quindi di influenzare lo stato psicofisico dell'essere umano 3.

1.2.1 – Vibrazioni del corpo

Probabilmente il primo sintomo di cui ci si rende conto in presenza di suoni a bassa

frequenza di una certa intensità è la sensazione di vibrazione del corpo e degli organi

interni.

Ogni nostro organo ha una frequenza di risonanza, collocata nella parte bassa dello

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spettro acustico.

In uno studio condotto da Brown, Kyriakides e Leventhall (1974, 1976, 1977) dentro

una piccola stanza, è stato riprodotto uno sweep da 3 a 100 Hz a 107 dB mentre degli

accelerometri posizionati sopra lo sterno misuravano le vibrazioni del torace ed altri

misuravano le vibrazioni sullo stomaco e sugli stinchi.

In Figura 4 abbiamo un esempio di vibrazione del petto: si nota subito una evidente

risonanza tra i 30 e gli 80 Hz (massima a 0.05g), che varierà comunque a seconda del

sesso e dell'altezza dell'individuo. Gli individui hanno chiaramente percepito la

vibrazione, che ha anche modulato la loro voce producendo un effetto gracchiante.

________________________________________________________3 Tecniche di questo tipo sono oggi molto utilizzate per l'induzione di stati psicofisici ad uso medico o

meditativo, come ad esempio la tecnica dei “battimenti binaurali”, scoperti nel 1839 dal tedesco H. W.

Dove e sperimentate sul cervello dal Dott. Gerald Oster nel 1973 al Mount Sinai school of Medicine di

New York: questa tecnica viene utilizzata per ovviare al fatto che l'orecchio umano fatica a percepire le

onde sonore al di sotto dei 20 Hz, quindi mediante l'uso di cuffie stereo si applica ad un orecchio un tono

di una certa frequenza e all'altro orecchio un tono ad una frequenza leggermente diversa. Il cervello verrà

stimolato, dalla percezione di questa differenza tra le due frequenze (ad esempio 10 Hz), alla produzione

di onde Alfa, agevolando il rilassamento, l'apprendimento, la meditazione, il sonno e molti altri aspetti

della vita.

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Figura 4: Risultato dell'esperimento di Brown, Kyriakides e Leventhall

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1.2.2 – Effetti sullo stato psicofisico, sulla concentrazione, stress

Nonostante l'esposizione a suoni a bassa frequenza nelle ore notturne causi

notoriamente un disturbo e quindi una perdita di sonno, l'esposizione in stato di veglia

potrebbe causare sonnolenza.

Landstrom (1983, 1986) ha effettuato una serie di valutazioni in laboratorio sugli effetti

biologici del rumore a bassa frequenza, con particolare attenzione ai periodi di sonno,

utilizzando l'elettroencefalogramma.

I risultati hanno dimostrato che:

– un'esposizione ad un rumore intermittente a 16 Hz, ad un livello di 125 dB, ha

causato nei soggetti una riduzione dello stato di veglia;

– per una esposizione a rumori a 6 e 16 Hz, ad un livello tra 10 dB sotto e 10 dB

sopra la soglia di udibilità, i livelli sopra la soglia hanno causato una riduzione

dello stato di veglia, mentre i livelli sotto la soglia non hanno avuto lo stesso

effetto;

– quando 10 soggetti udenti e 10 soggetti non udenti sono stati esposti ad un

rumore a 6 Hz, a livelli di 115 dB per 20 minuti, è stato riscontrato un ridotto

stato di veglia nei soggetti udenti ma non in quelli non udenti.

Questo significa che gli effetti dipendono dalla stimolazione cocleare, poiché il

rumore è al di sopra della soglia di udibilità.

Nel 2001 Kerstin Persson Waye, del Dipartimento di Medicina Ambientale

dell'Università di Goteborg, ha effettuato uno studio sugli effetti del rumore a bassa

frequenza sulla performance dell'uomo durante lo svolgimento di attività.

Un campione di 32 persone normalmente udenti, ma diversamente sensibili al rumore a

bassa frequenza, è stato sottoposto all'ascolto di rumore a bassa frequenza mentre era

intento a svolgere quattro diverse attività: tre con l'utilizzo del personal computer e uno

con carta e penna.

Sono stati utilizzati dei questionari per monitorare il livello di alterazione della

concentrazione e prelevati dei campioni di saliva per monitorare il livello di stress.

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Misurare direttamente il livello di stress è molto complicato: la scienza generalmente si

aiuta misurando il livello del cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”, che si usa

come indicatore in quanto l'organismo umano aumenta la sua produzione in stati di

stress psicofisico.

Il rumore era di due tipi: un rumore di riferimento, registrato da un impianto di

ventilazione (flat) e un secondo rumore a bassa frequenza che è stato ottenuto dal primo

rumore enfatizzando il range 31.5 – 125 Hz con un equalizzatore software. Entrambi i

rumori sono stati riprodotti ad un'intensità di 40 dB.

Il risultato ha confermato che il rumore a bassa frequenza, a livelli normalmente

riscontrabili negli uffici, è più difficile da ignorare rispetto al rumore di riferimento ed è

in grado di compromettere la capacità di lavoro, influenzando negativamente la

performance soprattutto in attività verbali impegnative.

Questi effetti sono più accentuati nei soggetti più sensibili al rumore a bassa frequenza.

Studi precedenti avevano già dimostrato peggioramenti della performance nello

svolgimento di attività orale o che richiedano un discreto sforzo cerebrale (Smith 1989,

Smith & Jones 1992, Kjellberg & Landstrom 1994) ma la novità di questo studio è stato

l'utilizzo di livelli di rumore minori, dato che la soglia di udibilità a 31.5 Hz è di circa

60 dB e un suono a 40 dB è generalmente percepibile se di frequenza maggiore di 60

Hz.

Hartmuth e Martin Ising (Berlino, 2002), hanno condotto uno studio su 56 bambini tra i

7 e i 10 anni, alcuni dei quali vivevano in prossimità di una strada molto trafficata. I

risultati dello studio hanno dimostrato un aumento della produzione di cortisolo e

conseguente modificazione della qualità del sonno collegati con il rumore del traffico

notturno.

Inoltre i bambini esposti al rumore hanno dimostrato minor attenzione e memoria.

Un ultimo esperimento di grande interesse è quello condotto il 31 maggio 2003 alla

London Concert Hall da Richard Lord, studioso di acustica del National Physical

Laboratory.

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Lord e i suoi colleghi hanno riprodotto degli infrasuoni a 17 Hz, ad un livello definito

come “vicino alla soglia di udibilità”, durante un concerto di musica contemporanea con

750 spettatori.

A fine concerto è stato chiesto agli spettatori, ignari dell'esperimento, di descrivere le

loro reazioni: il 22% ha riportato insolite esperienze come sentimenti di disagio,

tristezza, nervosismo, paura e brividi lungo la spina dorsale.

In conclusione, non vi è dubbio che in certi soggetti i rumori a bassa frequenza

inducano dei sintomi causati da un'esperienza uditiva anomala, dal sistema nervoso e

dalla risonanza che sono reali e stressanti. Se questo non viene riconosciuto dal medico

curante o da chi di dovere e affrontato con comprensione, una reazione psicologica

seguirà i primi sintomi e la situazione potrebbe peggiorare.

1.2.3 – Applicazioni terapeutiche

Sono in studio anche applicazioni terapeutiche delle onde sonore a bassa frequenza.

Una società di apparecchiature mediche olandese, la InfraMed, pubblicizza un

dispositivo chiamato SonoMat che utilizza infrasuoni per rompere blocchi arteriosi.

Esistono anche dispositivi per la “vibroterapia” pubblicizzati al pubblico, come il

dispositivo “Infratronic QGM Quantum”, sviluppato dai ricercatori di Pechino, che

utilizzerebbe gli infrasuoni a 8 e 14 Hz ad un'intensità di 70 dB per stimolare il

rilassamento dei pazienti e la loro guarigione.

Un altro dispositivo, prodotto dalla Novafon, è il “Nostrafon Infrasound Wave

Massager” (prodotto in Germania, disponibile anche in Italia).

Questo dispositivo, attraverso delle onde sonore a bassa frequenza (100 – 400 Hz),

fornisce un massaggio in profondità utilizzato per ridurre il dolore causato soprattutto

da infiammazioni (utilizzato infatti dagli sportivi) ma anche il mal di testa.

L'”HydroSonic Relaxation System” fornisce infrasuoni ed altri suoni a bassa frequenza

al corpo attraverso la conduzione dell'acqua in un materasso ad acqua riscaldato.

Il trattamento può essere applicato attraverso i vestiti e le onde a bassa frequenza

possono essere programmate per penetrare i muscoli superficiali e gli organi interni, in

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modo da raggiungere e massaggiare i tessuti profondi. I trattamenti durano solitamente

30 minuti ed è utilizzato anche da medici, allenatori, fisioterapisti, chiropratici e nei

centri di benessere.

1.3 – Sorgenti note di suoni reali

1.3.1 – Sorgenti naturali e antropogeniche di infrasuoni o rumore a bassa

frequenza

Sul pianeta esistono innumerevoli sorgenti di rumore a bassa frequenza e infrasuoni;

alcune già note, altre oggetto di studi, chissà quante ancora da scoprire.

Eventi naturali come turbolenze atmosferiche, vento, fulmini, tuoni, onde marine,

cascate, valanghe, cadute di iceberg, terremoti, eruzioni vulcaniche ma anche fattori

provenienti dallo spazio come meteore, meteoriti, bolidi sono associati all'origine di

infrasuoni e rumore a bassa frequenza.

Alcuni infrasuoni particolarmente continui (per diversi giorni) sono stati associati al

vento che soffia sopra le catene montuose, producendo un movimento oscillatorio

dell'aria, quindi del suono. Sembra che quando questi venti (come ad esempio il

Chinook negli USA o il Fohn nelle Alpi) soffiano oltre una certa velocità, siano in grado

di dare origine a infrasuoni abbastanza stabili tra gli 0.01 e i 10 Hz (Chimonas 1977,

Wilson and Olson 2003, Bedard Jnr. 2007).

In Figura 5 vediamo uno spettrogramma dove sono state misurate le variazioni di

pressione nel range infrasonico nell'arco di 30 minuti: i segnali a frequenza costante

sotto i 10 Hz sono probabilmente di origine antropogenica, ma si vedono chiaramente

degli altri segnali, oscillanti in frequenza, di probabile origine naturale sconosciuta.

Anche le CAT 4 sono associate alla generazione di infrasuoni nel range 1 – 16 Hz

(Posmentier 1973).

________________________________________________________4 Clean Air Turbulence: delle turbolenze generate, anche in assenza di segnali visivi come le nuvole, dal

movimento di grandi masse di aria che si creano quando corpi di aria a differenti velocità si incontrano.

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Studi sugli infrasuoni nelle zone delle Rocky Mountains, dove le CAT sono un noto

problema, hanno dimostrato che queste irradiano infrasuoni con sorprendente costanza

anche per diverse ore (Bedard Jnr. 2007).

CAT sono state riportate anche a Taos, nel New Mexico, un luogo che scopriremo essere

di particolare interesse nel prossimo capitolo (Reiter 2005).

Secondo uno studio di Hardin e Pope (1989), si generano infrasuoni nel range 2 – 20 Hz

in conseguenza alla miscelazione di aria calda e fredda sulla superficie terrestre: questi

infrasuoni sarebbero percepibili a livelli di 60 dB anche a 100 km di distanza dalla

sorgente.

Come abbiamo detto, anche fattori provenienti dall'esterno, dallo spazio, sono associati

alla generazione di infrasuoni: il fenomeno dell'Aurora Polare (Boreale e Australe), che

nasce dall'interazione dei venti solari con la ionosfera terrestre, è associato alla

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Figura 5: Spettrogramma con infrasuoni atmosferici (1 – 20 Hz) in un periodo di 30 minuti. From Science Frontiers #131, SEP-OCT 2000. © 2000 William R. Corliss

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creazione di infrasuoni nel range 0.015 – 0.1 Hz, frequenze talmente basse che possono

viaggiare per migliaia di chilometri (Wilson C.R. 1969).

Anche meteore, meteoriti e bolidi possono originare dei rumori simili a tuoni o

esplosioni, percepiti però da 1 a 3 minuti dopo l'apparizione visiva (dato che il suono

viaggia molto più lentamente rispetto alla luce).

Il corpo meteorico entrando nell'atmosfera incontra strati d'aria sempre più densi che

oltre a renderlo incandescente per attrito, provocano la generazione di onde acustiche e

infrasoniche.

Le onde infrasoniche generate dal meteorite caduto lo scorso 15 febbraio 2013 sui monti

Urali, in Russia, sono state registrate da 17 stazioni dell'International Monitoring

System del CTBTO 5.

Queste onde infrasoniche sono le più forti mai registrate dal 2001, da quando è

operativa la prima stazione del CTBTO in Germania. La stazione più distante dal punto

di impatto che è riuscita a registrare il rumore si trova a 15000 km di distanza, in

Antartide.

E' stato registrato un segnale che copre tutto il range di frequenze utilizzato per il

monitoraggio delle esplosioni nucleari (0.07 – 4 Hz), tuttavia il segnale si estenderebbe

oltre questi limiti (in basso ma soprattutto in alto, dove probabilmente va oltre i limiti

del sensore a circa 8 – 9 Hz) (CTBTO Preparatory Commission 2013).

Secondo gli scienziati russi il meteorite, che viaggiava a circa 30 km/s, si sarebbe

disintegrato a 30 – 50 km dal suolo e l'onda d'urto causata dall'impatto dei frammenti

con l'atmosfera avrebbe causato la rottura di circa 200 mila metri quadrati di vetri.

________________________________________________________5 Il CTBTO (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization) è un'organizzazione internazionale

con sede a Vienna che verrà fondata con l'entrata in vigore del Trattato di bando complessivo dei test

nucleari, adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996.

Questo trattato costituisce un'evoluzione del Partial Test Ban Treaty (Trattato di bando parziale dei test

nucleari) del 1962, il quale aveva permesso che i test continuassero nel sottosuolo.

Nel frattempo, nel 1997, è stata fondata la Commissione Preparatoria del CTBTO con l'intento di

sorvegliare le esplosioni sul pianeta, attraverso l'utilizzo di stazioni infrasoniche, idro-acustiche, sismiche.

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Gli infrasuoni sono noti anche nel regno animale: balene, elefanti, ippopotami,

rinoceronti, giraffe e alligatori utilizzano gli infrasuoni per comunicare. Grazie a questi

le balene possono comunicare addirittura a distanza di centinaia di chilometri.

In Figura 6 sono mostrate le soglie di udibilità, del dolore e il punto di rottura del

timpano. Come si può vedere la maggior parte degli infrasuoni di origine naturale è ben

al di sotto della soglia di udibilità umana. D'altronde, se fosse il contrario, la nostra vita

sarebbe condizionata non poco da queste vibrazioni.

Tuttavia non per tutti è così, perché nonostante la maggior parte degli esseri umani viva

ignara della presenza di questi infrasuoni, alcune frequenze sembrerebbero avere un

effetto negativo su qualche individuo.

Questo tipo di effetti destano sempre più curiosità a livello scientifico, curiosità dovuta

al fatto che oltre a queste sorgenti naturali, l'uomo nell'ultimo secolo ha contribuito alla

creazione di questo tipo di rumori con industrie, strutture, macchinari, trasporti,...

Tipiche sorgenti antropogeniche potrebbero essere macchinari industriali di vario

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Figura 6: La maggior parte degli infrasuoni di origine naturale è al di sotto della soglia di udibilità

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genere, compressori, pompe, motori, impianti di condizionamento, refrigerazione o

riscaldamento, ventole, caldaie, compressori, bruciatori, macchinari rotanti pesanti,

trasformatori elettrici, ciminiere, strutture oscillanti (come ponti sospesi o grattacieli in

presenza di forti venti), tunnel, autostrade e traffico (Fox 1992), gasdotti, treni

(specialmente treni ad alta velocità e nei loro passaggi all'interno di tunnel), aerei ,...

Ryback (2000) ha individuato due distinti gruppi di frequenze associate al traffico ad

alta velocità delle autostrade: la prima tra 0.5 e 1 Hz, la seconda tra 5 e 8 Hz.

In campo aperto, i motori diesel generano frequenze tra i 10 e i 20 Hz a livelli fino a 110

dB. Motori di jet, elicotteri e altri mezzi possono generare infrasuoni di frequenze tra 1

e 20 Hz, a livelli fino a 150 dB.

Il Tappan Zee Bridge è stata la prima struttura nella letteratura accademica ad essere

studiata per la sua generazione di infrasuoni a 8.5 Hz (Donn 1974).

Sorgenti antropogeniche di infrasuoni sono anche la rete elettrica, quella di

distribuzione ma anche quella di generazione.

La generazione di energia, in particolare quella idroelettrica per via della lenta rotazione

delle turbine e il pompaggio, è nota per essere sorgente di rumore “sismico” a frequenze

infrasoniche (Hjortenberg & Risbo 1975, Kvaerna 1990, Yakovlevand Aleshin 1994,

Bockelman & Baisch 1999, Lui & Gao 2001).

Il trasporto dell'alta tensione potrebbe generare infrasuoni o suoni a bassa frequenza in

conseguenza ai modi eoli 6 dei cavi, con frequenze che variano da 3 a 150 Hz in base

alla velocità del vento (Irvine 2006).

________________________________________________________6 Eolo, nella mitologia greca, era il Dio del vento. Proprio gli antichi greci avevano scoperto che il vento

era in grado di far vibrare una corda tesa e inventarono l'arpa eolia (o eolica), strumento cordofono molto

particolare che viene appunto suonato non dall'uomo ma dal vento.

Il principio è il seguente: un leggero vento perpendicolare ad un cavo può causare un'eccitazione “a

vortice” del cavo stesso. Il tipo di vortice dipende dalla velocità del vento e dal numero di Reynolds. I due

parametri chiave per analizzare l'andamento a vortice di un cavo sono il numero di Reynolds e il numero

di Strouhal, due gruppi adimensionali utilizzati in fluidodinamica.

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I gasdotti ad alta pressione sono in grado di generare infrasuoni vicini ai 10 Hz (Bell,

PGI International).

In mare invece, grandi navi portacontainer e petroliere sono note sorgenti di infrasuoni e

rumore a bassa frequenza tra i 7 e i 33 Hz (Arveson & Vendittis, 2000, Aucan 2006),

mentre le esplorazioni di gas e petrolio possono produrre rumore nel range 10 – 60 Hz e

le trivelle perforatrici producono infrasuoni attorno ai 5 Hz (Gales 1982).

Se, come abbiamo visto, il rumore a bassa frequenza generato da fenomeni naturali è

difficilmente percepibile dall'essere umano in quanto spesso di intensità ben al di sotto

della soglia, non si può affermare lo stesso di quello di origine antropogenica.

Oggigiorno siamo immersi nel rumore, dal quale non si può scappare nemmeno

all'interno delle nostre abitazioni: basti pensare che, ad esempio, una lavatrice in

centrifuga può emettere infrasuoni a 80 dB (Okada 1990).

Anche viaggiare in auto espone il guidatore e i passeggeri a infrasuoni tra 1 e i 20 Hz, di

intensità fino a 120 dB. In mezzi più veloci si viene sottoposti anche a pressioni

maggiori.

Questi rumori possono turbare gli individui che, per loro sfortuna, hanno una particolare

sensibilità alla percezione di tali frequenze, con conseguenze a volte non trascurabili.

1.3.2 – Fenomeni acustici di origine elettromagnetica

Analizziamo ora un'altra causa di rumore fino a poco tempo fa sconosciuta.

Durante eventi naturali come l'aurora boreale, o il passaggio di oggetti celesti

particolarmente luminosi (bolidi) nell'atmosfera terrestre, testimonianze narrano di

strani suoni (borbottii, scoppi, fischi) legati ai fenomeni visivi.

Abbiamo visto che fenomeni naturali di questo tipo sono collegati alla creazione di

rumore, ma l'incongruenza di queste testimonianze sta nel fatto che si percepiscano

questi effetti visivi e uditivi contemporaneamente e non a distanza di tempo come

dovrebbe succedere (la contemporaneità dei due eventi non sarebbe plausibile in quanto

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le due velocità di propagazione, del suono e della luce, non sono rapportabili fra loro).

I ricercatori della Aalto University di Helsinki, Finlandia, sono riusciti a registrare i

suoni legati all'Aurora Boreale e a determinarne la posizione della sorgente sonora a 70

metri sopra il livello del terreno, confrontando i suoni catturati da tre microfoni in tre

differenzi posizioni.

"In passato si riteneva che l'aurora boreale fosse troppo lontana perché le persone

potessero sentire i suoni che produce" ha spiegato Unto K. Laine, della Aalto

University, "tuttavia, la nostra ricerca dimostra che la fonte dei suoni associati

all'aurora boreale è probabilmente da ricercare nelle stesse particelle energetiche che

creano le luci nella zona alta dell'atmosfera, ma i disturbi geomagnetici prodotti

sembrano creare suoni molto più vicini al terreno."

Dunque la causa di questi suoni si trova a decine di chilometri dalla superficie terrestre,

ma la sorgente sembrerebbe trovarsi vicino al suolo. Com'è possibile?

Colin Keay, fisico dell'University of Newcastle, Australia, spiega questi suoni con il

fenomeno dell'elettrofonia geomagnetica, che lui stesso definisce come “la produzione

di rumori udibili di vario genere attraverso la conversione diretta da trasduzione di

energia elettromagnetica, a frequenze molto basse, generata da fenomeni geofisici”.

I bolidi ad esempio, come dimostrato poi dallo stesso Keay nel 1998, generano una

radiazione elettromagnetica nel range delle ELF/VLF (Extremely Low Frequency/Very

Low Frequency, frequenze che corrispondono circa a quelle acustiche), con potenze

nell'ordine dei megawatts e queste radiazioni generano dei segnali acustici eccitando dei

trasduttori nell'ambiente.

Una situazione analoga avverrebbe anche nelle fasi più intense dell'Aurora.

Degli esperimenti svolti in camera anecoica hanno dimostrato che materiali banali come

determinati oggetti di particolare forma, dimensione e composizione come capelli, fogli

di alluminio, fili sottili, aghi di pino, e occhiali di metallo, sottoposti a determinate

intensità di campo elettromagnetico ELF/VLF, emanano suoni paragonabili a quelli

descritti nelle testimonianze.

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Potenti onde VLF possono indurre una vibrazione in questi oggetti, che viene trasmessa

all'aria sotto forma di onde sonore.

Con molta probabilità quelli che riuscivano a percepirli si trovavano in prossimità di

alberi o arbusti, oppure indossavano occhiali o altri oggetti che si comportavano da

trasduttori.

1.4 – Falsa percezione di rumore

Nel caso in cui una persona denunci un rumore che nessuna apparecchiatura audio sia in

grado di misurare, è necessario prendere in considerazione la possibilità che la causa

non sia un fenomeno acustico reale ma che si tratti di una falsa percezione di rumore.

Esiste la possibilità che il nostro apparato uditivo o direttamente il nostro cervello

creino, in maniera autonoma o in risposta ad uno stimolo esterno, delle false percezioni

sonore che l'individuo potrebbe percepire come reali stimoli acustici, ma che in realtà

non lo sono.

Analizziamo quindi le possibili cause di una falsa percezione di rumore.

1.4.1 – Tinnitus

L'acufene (o tinnitus) è un disturbo costituito da rumori che, sotto diversa forma (fischi,

ronzii, fruscii, soffi, pulsazioni, ecc...) vengono percepiti da un orecchio o da entrambi o

in generale all'interno della testa di chi ne soffre, da circa il 4% della popolazione

(Pierpont 2010). Inizialmente questi suoni vengono illusoriamente percepiti

dall'individuo come provenienti dall'esterno ma in realtà sono generati all'interno

dell'apparato uditivo.

La maggior parte delle persone che soffre di acufeni, associa il suono creato dal loro

orecchio ad un tono di frequenza tra i 3000 e i 6000 Hz; raramente, se non mai, ad un

tono sotto i 1000 Hz. (Mullins & Kelly)

La maggior parte dei medici, quando consultati da un individuo che accusa la

percezione di strani rumori, tende a giustificare questi fenomeni altrimenti difficilmente

spiegabili con gli acufeni, essendo questa l'unica opzione nota alla scienza medica. In

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realtà però potrebbero esistere diverse spiegazioni, che spesso non vengono nemmeno

prese in considerazione.

Oltre agli acufeni esiste un altro fenomeno, collegato presumibilmente al flusso

sanguigno, che è noto produrre oscillazioni a bassa frequenza all'interno del corpo

umano.

1.4.2 – Effetto auditorio delle onde elettromagnetiche

Questo fenomeno è stato riportato la prima volta negli anni '40, durante la seconda

guerra mondiale, quando alcune persone che lavoravano nelle vicinanze di impianti

radar denunciarono di sentire dei rumori, dei “clicks”. Vennero inizialmente considerati

malati mentali, tuttavia la ricerca negli anni successivi ha dimostrato che gli umani, in

determinate condizioni, hanno la capacità di “sentire” le onde radio.

Allan Frey fu il primo, nel 1962, a dimostrare che le onde radio nel range delle

microonde possono indurre ad una percezione di suono acustico.

Dal documento pubblicato nel Journal of Applied Physiology, Vol. 17, pagine 689–692:

“L'intento di questo documento è portare all'attenzione dei fisiologi un nuovo

fenomeno. Utilizzando energia elettromagnetica a densità di potenza media molto

bassa, questa induce una percezione di suoni in individui udenti e non. Questo effetto è

indotto a centinaia di piedi dall'antenna nell'istante di accensione del trasmettitore ed è

legato alla frequenza portante e alla modulazione. […] Si sta discutendo sui possibili

siti o organi sensibili all'energia elettromagnetica ma le località periferiche alla coclea

sono escluse.”

Frey utilizzò per gli esperimenti microonde nel range 425 – 1310 MHz a una densità di

potenza media di 275 mW/cm2.

Studi successivi hanno confermato la percezione uditiva umana delle radiofrequenze tra

2.4 e 10000 Mhz.

Il fattore chiave per l'effetto auditorio non è il valore medio di potenza ma il picco di

potenza (Elder & Chou, 2003).

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Da questi esperimenti si comincia a parlare di “Microwave auditory effect” o, appunto,

di “Frey effect”.

Ci sono stati alcuni effetti collaterali provocati

dagli esperimenti di Frey:

“Con alcuni parametri del trasmettitore,

abbiamo indotto giramenti di testa, senza nausea

o vertigini. Cambiando ancora i parametri, sono

comparse sensazioni di formicolio” (Frey, 1962).

Successivamente Frey ha rilevato che la parte del

cervello che interpreta come suono le microonde

è la zona sopra il lobo temporale (Figura 7).

La conversione ha inizio all'esterno della coclea,

in conseguenza dell'assorbimento dell'energia

elettromagnetica nei tessuti della testa che porta

ad una rapida espansione termica. L'impulso

risultante giunge alla coclea, organo

sensibilissimo, per conduzione ossea.

L'effetto può essere bloccato con un normale cavo schermato da 2 pollici (circa 5 cm) o

un semplice foglio di alluminio posizionato tra la sorgente e l'individuo.

Anche un piccolo schermo di metallo (50 x 50 mm) posto sopra il lobo temporale del

cervello, fa svanire totalmente il suono.

Frey ha dimostrato che una condizione fondamentale per la percezione uditiva delle

onde elettromagnetiche è un discreto udito alle alte frequenze, nel range dei chilohertz.

I dottori Joe Elder e C.K. Chou del Motorola Florida Research Laboratories hanno

studiato il fenomeno e prodotto quello che probabilmente è il miglior documento a

riguardo: “Human Auditory Perception of Pulsed Radiofrequency Energy”.

Qui un estratto:

“La percezione umana di radiazioni in radio frequenza è un fenomeno ben noto che non

è considerabile un effetto negativo. I suoni indotti dalla percezione di radio frequenze

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Figura 7: La zona sopra il lobo temporale è responsabile, secondo Frey, della percezione delle onde elettromagnetiche

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sono simili ad altri suoni comuni come “ronzii”, “click”, ”fischi”, “colpi” o il “chirp”

(segnale nel quale la frequenza varia linearmente con il tempo).

Inoltre, il fenomeno è caratterizzato da suoni quasi impercettibili, è necessario quindi

un ambiente tranquillo e silenzioso per sentirli.

Per sentire i suoni, l'individuo dev'essere in grado di udire onde acustiche ad alta

frequenza nell'ordine dei kHz e dev'essere esposto a campi elettromagnetici nell'ordine

dei MHz. L'esperimento non prova la diretta stimolazione del sistema nervoso centrale

da parte degli impulsi radio.”

Molti dei sintomi collegati al rumore a bassa frequenza, come ad esempio nausea,

sensazione di malessere, stress e stanchezza, sono accusati anche da persone che

lamentano un'ipersensibilità alle onde elettromagnetiche.

Nessuna sperimentazione è riuscita ancora a dimostrare un legame univoco tra questi

sintomi e la cosiddetta “sindrome da elettro-ipersensibilità”, ma i casi sono sempre più

numerosi e la conferma scientifica potrebbe essere solamente questione di tempo.

1.4.3 – Sinestesia

La sinestesia è un fenomeno sensoriale-percettivo, che indica una “contaminazione” dei

sensi della percezione; si ha quando la percezione di uno stimolo (ad esempio un

suono), provoca una reazione netta di un altro senso (ad esempio la vista).

Nelle sue forme più estrema può ad esempio far “sentire i colori” e “vedere la musica”,

ciò la rende un fenomeno a dir poco curioso; esistono degli artisti che hanno fatto della

sinestesia la loro fortuna.

E' un fenomeno noto da molto tempo, si calcola che una persona ogni 2500 abbia

esperienze sinestetiche in forma pura. Si presenta spesso negli individui mancini, più

nelle donne che negli uomini, in concomitanza con altre affezioni come l'allochiria,

scarso senso dell'orientamento, dislessia, deficit di attenzione e, più raramente, autismo.

Allora la domanda è: potrebbe essere, nel caso l'individuo denunci la percezione di un

suono ma che questo non venga misurato da nessuna apparecchiatura, che si tratti di una

forma di sinestesia per cui la percezione di un input di un altro senso stimoli una

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percezione uditiva?

Il Prof. Sean Day della Miami University, anche presidente della Miami Synaesthesia

Association, ha pubblicato delle statistiche basate su 572 individui affetti da sinestesia,

qualcuno con anche più di una forma.

La forma più comune (68,8%) è la visione di lettere colorate anche se in realtà sono

scritte nero su bianco, ma c'è una piccola percentuale (circa l'1%) che sente dei suoni se

viene stimolato l'olfatto, il gusto o il tatto.

1.4.4 – Percezione attraverso la pelle

Il nostro corpo è in grado di “comprendere”, “decifrare”, “sentire” il suono non solo

attraverso le orecchie, ma anche attraverso altri percorsi.

La pelle, il più vecchio sensore nervoso nell'evoluzione umana, è la sorgente di tutti i

nostri sensi: contiene più sensori (per il calore, tatto, dolore, ecc...) di ogni altra parte

del nostro corpo.

Le cellule recettoriali di Merkel e i corpuscoli di Maissners e Pacini (altri recettori

sensoriali presenti nella cute) rispondono alle vibrazioni rispettivamente a 5 – 15 Hz, 20

– 50 Hz e 60 – 400 Hz (Jones).

Queste cellule più o meno sensibili dell'orecchio a frequenze molto basse?

Yamada nel 1983 ha condotto degli esperimenti con degli individui normalmente udenti

e degli individui totalmente sordi e ha riscontrato che, in una persona normalmente

udente, l'orecchio ha la precedenza.

La soglia di sensibilità dei soggetti sordi era 40 – 50 dB sopra la soglia di udibilità dei

soggetti normalmente udenti fino a 63 Hz e maggiore a frequenze più alte (100 dB a 1

kHz). I soggetti sordi hanno dimostrato sensibilità principalmente sul petto.

Il dottor Flanagan, sostiene che la pelle, essendo il precursore di tutti i sensi quindi

anche delle orecchie, dovrebbe essere in grado di trasmettere la sensazione uditiva al

cervello senza l'utilizzo dell'ottavo nervo cranico (o vestibolococleare).

Per dimostrare ciò, Flanagan ha inventato il Neurofono Subdermale, che agisce

attraverso due elettrodi di ceramica sulla pelle dell'individuo, convertendo “onde radio

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modulate in un segnale modulato “neuralmente” che bypassa l'ottavo nervo cranico

(nervo vestibolococleare o statoacustico) e trasmette le informazioni direttamente nei

centri di apprendimento del cervello”.

In altre parole il Neurofono permette all'ascoltatore di “sentire” senza dover usare il

canale uditivo o le ossa e i nervi che normalmente associamo all'udito.

Il nuovo concetto introdotto da Flanagan è che noi utilizziamo la nostra stessa pelle

come trasmettitore neurale.

La pelle ha sia proprietà piezo-elettriche che opto-elettriche, quindi quando è stimolata

da un campo elettrico o un campo elettromagnetico, vibra. Viceversa, se è

meccanicamente stimolata, genererà un suo campo elettrico.

Il Neurofono Subdermale prende un segnale audio complesso (ad esempio l'uscita di un

lettore CD) e lo processa elettricamente, in modo da tradurlo in un linguaggio simile a

quello delle onde cerebrali umane.

Il circuito elettronico del Neurofono trasmette alla pelle informazioni audio nella

maniera in cui essa riceveva e decifrava le informazioni eoni fa.

Anche in questo caso, gli esperimenti con l'uso del Neurofono hanno dimostrato la

presenza di individui più sensibili rispetto ad altri.

1.4.5 – Esperienze ipnagogiche o ipnapompiche

Questi termini descrivono le esperienze inusuali che possiamo provare quando ci stiamo

addormentando (ipnagogiche) o ci stiamo risvegliando (ipnapompiche). Queste

esperienze sono associate alla fase REM assieme a paralisi del sonno, sensazione di

presenze estranee, sensazione di pressione sul corpo, sensazione di galleggiamento,

allucinazioni uditive e visive.

Uno studio condotto da J.A. Cheyne nel 1999 su un campione di 870 studenti ha

riscontrato che il 12% ha sentito suoni, descritti come ronzii, squilli, cigolii, fischi,

ruggiti, suoni stridenti.

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1.4.6 – Il “cognitive itch”

Un altro fenomeno di tipo allucinatorio che potrebbe portare l'individuo ad una falsa

percezione di rumore è il “cognitive itch”.

Come suggerito da Sargent nel 1996, alcuni soggetti potrebbero sviluppare una memoria

di un suono. E' lo stesso principio che porta alcune persone ad avere l'impressione che il

cellulare stia squillando per poi in realtà scoprire che non c'è nemmeno l'ombra di

chiamate o messaggi.

Itch significa prurito: come il prurito richiama l'attenzione, lo stesso fa questo rumore.

E' legato alla endomusia, patologia in cui le melodie sono richiamate nella testa, fino a

diventare in certi casi un'ossessione.

Un effetto simile potrebbe essere rilevante per alcuni problemi di rumori a bassa

frequenza, a cui l'esposizione avrebbe potuto sviluppare una memoria del rumore. Per

questo soggetti affetti da questo problema, che magari lavorano in ambienti rumorosi

(come fabbriche, officine, cantieri,...), potrebbero sviluppare una memoria di questi

rumori e sentirli anche quando non ci sono.

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Capitolo 2 – THE HUM

2.1 – Un fenomeno inspiegabile

Dopo aver analizzato le possibili sorgenti di rumore a bassa frequenza ed altri fenomeni

legati ad una falsa percezione di rumore, possiamo affrontare lo studio di un rumore

decisamente anomalo, la quale origine non sembrerebbe essere collegabile a nessuno dei

fenomeni che abbiamo introdotto.

Questo rumore, comunemente chiamato “The Hum” (tradotto letteralmente “Il

Brusio”), disturba il quieto vivere di un notevole numero di persone in molti luoghi del

pianeta, prevalentemente nel mondo occidentale.

Le descrizioni del rumore provenienti da tutto il mondo sono spaventosamente simili:

un brusio, un rumore a bassa frequenza persistente, talvolta pulsante, molto simile a

quello di un motore diesel di un camion o di un treno, acceso al minimo in lontananza.

L'Hum è percepito maggiormente nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino e

all'interno degli edifici, ma non mancano i casi di persone che lo sentono durante tutto il

giorno e anche all'esterno.

Fare delle stime sul numero di “hummers” (o “hearers”, come vengono chiamati gli

sfortunati individui che sentono l'Hum) a livello globale è difficile, poiché sono gli

stessi hummers, spesso, a non sapere con cosa hanno a che fare.

Queste persone, una volta in contatto con il fenomeno, generalmente si comportano

tutte allo stesso modo: inizialmente cercano la sorgente del rumore all'interno delle loro

abitazioni, provando a spegnere qualsiasi dispositivo elettrico o elettronico

(cominciando da frigo e caldaia, per poi passare agli altri elettrodomestici) o addirittura

spegnendo l'impianto elettrico della casa.

La fase successiva è andare alla ricerca del rumore nel vicinato, a piedi o in macchina,

preferibilmente nelle ore notturne. Ma le ricerche sono sempre vane, la sorgente del

rumore non si troverà.

Se poi queste persone sono le uniche in famiglia o nel quartiere a sentire il rumore, c'è il

pericolo che comincino a credere di avere dei problemi uditivi o addirittura mentali.

32

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

Per alcuni non è niente di più che un fastidioso ma sopportabile rumore di fondo, per

altri un vero e proprio tormento a cui non c'è scampo.

La vicenda si fa ancora più enigmatica quando scopriamo che ci sono luoghi nel

pianeta, come ad esempio Taos nel New Mexico, dove l'Hum viene percepito da una

fetta di popolazione stimata tra il 2 e l'11%.

Altri Hum celebri oltre a quello di Taos sono il Bristol Hum (Inghilterra), il Windsor

Hum (Ontario, Canada), il Kokomo Hum (Indiana, USA), il Largs Hum (Scozia),

l'Auckland Hum (Nuova Zelanda).

Questo mistero tuttora irrisolto ha catturato l'attenzione di numerosi scienziati, tecnici

ed appassionati di tutto il mondo, che negli anni hanno avanzato numerose ipotesi

sull'origine di questo rumore. Nel prossimo capitolo ne approfondiremo alcune.

In molti hanno tentato di registrare il rumore ma riuscirci non è assolutamente impresa

facile, in quanto ogni tentativo raccoglierà inevitabilmente normali rumori ambientali a

bassa frequenza; tanti hanno fallito ma qualcuno, come il Prof. Tom Moir della Massey

University di Auckland, ci è riuscito con successo ed in rete si possono ascoltare delle

buone registrazioni del rumore che gli hummers da tutto il mondo riconoscono come

quello da loro udito.

2.1.1 – La storia

Le prime segnalazioni di uno strano rumore a bassa frequenza provengono dalla Gran

Bretagna, storicamente l'area più colpita dal fenomeno fin dai primi anni '70.

Nel 1970, una lettera pubblicata dal giornale “New Scientist” parlava di un “rumore

che si sente solo all'interno degli edifici”; mentre nel 1973 lo stesso giornale segnalava

l'esistenza di “50 casi di persone che lamentano un bassissimo rumore di fondo che

nessun altro può sentire”.

Bristol, nel sud-ovest dell'Inghilterra, è celebre per il fenomeno del “Bristol Hum” dai

primi anni '70. Nel 1995, secondo il “Daily Telegraph”, il Bristol Hum era “sentito da

circa il 2% della popolazione”.

Sempre nel 1995, il giornale “The Independent” scriveva che “negli ultimi 30 anni le

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

segnalazioni dell'Hum sono sempre più frequenti e diffuse”.

Le prime testimonianze importanti nei media popolari sono tre storie pubblicate dal

famoso “Sunday Mirror” nel 1977. Dopo la pubblicazione di questo articolo il giornale

venne letteralmente sommerso da 768 lettere di lettori che lamentavano lo stesso

problema.

Sempre del 1977 è il primo studio scientifico sull'Hum, pubblicato nel giornale

“Applied Acoustics”. I ricercatori concludevano che “Il fenomeno di questo rumore

pulsante a bassa frequenza che è stato oggetto di fastidi per un piccolo ma significativo

numero di persone nell'area geografica studiata è molto probabilmente un fenomeno

reale e non immaginario o auto-generato” (Vasudevan & Gordon, 1977).

Numerose segnalazioni arrivano anche dalla Scozia: a partire dagli anni '80 gli abitanti

di Largs e di altre cittadine sulla costa orientale hanno avuto a che fare con questo

fenomeno. Nel 2001 l'Hum è stato segnalato anche a Whitehills, nella costa

settentrionale.

Le prime segnalazioni provenienti dagli Stati Uniti invece risalgono al 1992.

Gli abitanti di Taos, New Mexico, cominciarono a sentire questo rumore attorno al

Maggio del 1991. Anche se il Taos Hum ha ricevuto più attenzione dai media, era stato

preceduto qualche mese prima da diverse segnalazioni provenienti da Hueytoen,

Alabama.

I ricercatori di Taos dichiararono di aver ricevuto lettere da tutto il paese che

descrivevano lo stesso fenomeno.

Per quantificare il numero di persone affette da questo problema, mandarono 8000

questionari ad altrettanti residenti nel raggio di 40 miglia (64 km) dalla cittadina.

Ottennero 1440 risposte, di cui 161 con esito positivo.

Supponendo che tutti coloro che sentivano l'Hum abbiano risposto al questionario,

allora questi sono almeno il 2% della popolazione. A loro fu anche chiesto di

confrontare e paragonare il rumore a dei toni musicali, avendo come risultato toni nel

range tra i 40 e gli 80 Hz (Mullins & Kelly 1995).

Gli abitanti di Taos dicevano che l'Hum si sentiva con più intensità durante le ore

notturne ma che fosse persistente tutto il giorno.

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

2.2 – Hummers: sintomi e numeri

Dagli anni duemila, con la diffusione di Internet, dei nuovi media di informazione e di

nuovi metodi di comunicazione quali i forum e i social network, hummers da tutto il

mondo hanno potuto constatare di non essere soli.

La rete ha contribuito alla formazione di gruppi, forum dedicati ma anche blog e siti di

ricerca, dove gli hummers possono scambiare consigli per trovare sollievo dal rumore,

opinioni sulle possibili cause o semplicemente raccontare la propria esperienza.

Queste testimonianze sono indispensabili, per coloro che svolgono un lavoro di ricerca,

per comprendere delle caratteristiche fondamentali del fenomeno.

2.2.1 – The World Hum Map and Database

Nel dicembre 2012, il Dr. Glen MacPherson ha creato il “World Hum Map and

Database” (URL: http://www.thehum.info/).

Su questo sito è possibile raccontare la propria esperienza legata al fenomeno attraverso

un semplice questionario e segnalare i luoghi nel quale si percepisce l'Hum in una

mappa di Google, per contribuire a creare una panoramica globale del fenomeno.

Questa è, ad oggi (12/4/2013), la mappa delle segnalazioni:

35

Figura 8: La mappa del "World Hum Map and Database"

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

Si può vedere chiaramente quello che già si sospettava: il fenomeno è globale, ma con

particolare interessamento del mondo occidentale e industrializzato.

Il nord America e l'Europa occidentale (in particolare la Gran Bretagna) sono le aree più

colpite, ma ci sono segnalazioni provenienti dall'Asia, dal sud America, dall'Oceania e

dall'Africa.

Altro fatto che salta immediatamente all'occhio è che le segnalazioni siano più

concentrate verso le zone costiere.

Oltre ai luoghi, vengono raccolte nel database testimonianze e informazioni molto utili

per l'analisi del fenomeno.

Il database ha raccolto, ad oggi (12/4/2013), 313 risposte al questionario. In meno di

quattro mesi il sito ha acquisito discreta popolarità (terzo risultato su google digitando

“the hum”) ed ogni giorno vengono inserite una media di quattro nuove segnalazioni.

Analizziamo gli aspetti più importanti che emergono da queste testimonianze.

– Quando sente il rumore più intensamente?

Solamente 6 persone su 313 hanno affermato di sentire l'Hum più intensamente

di giorno, 77 allo stesso modo durante il giorno e la notte, mentre le restanti 230

affermano di sentirlo più intensamente durante la notte.

I dati confermano quindi che l'Hum è un fenomeno prevalentemente notturno,

ma non solo.

– Descriva il rumore.

Le descrizioni del rumore fanno pensare che tutti stiano descrivendo lo stesso

fenomeno, anche se con parole diverse: una vibrazione, un brusio, un rombo, un

rumore a bassa frequenza persistente, talvolta pulsante; descritto come un

motore di un camion, di un treno, di un aereo, di un elicottero o di un qualche

macchinario, generatore, turbina in lontananza.

– Il rumore si ferma mai?

La maggior parte afferma che durante il giorno, quando sopraggiungono dei

rumori mascheratori, il rumore viene coperto e non si sente più.

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

Altri affermano di non sentirlo per alcuni periodi che possono essere giorni

come settimane, mesi o stagioni.

Quasi tutti affermano che l'intensità sia variabile: in alcuni momenti può essere

assente o appena percettibile, in altri fortissimo e impossibile da trascurare.

– Questo suono pulsa?

Le risposte a questa domanda sono abbastanza variabili.

101 persone affermano che sia un rumore stabile e costante, mentre le altre 200

risposte si dividono tra: pulsa con una frequenza < 1 Hz, ≈ 1 Hz, > 1 Hz.

– Dove sente il rumore più intensamente?

Solo 19 persone hanno affermato di sentire l'Hum più intensamente all'esterno.

134 persone dichiarano di sentire l'Hum più intensamente al piano terra e 105 al

primo piano degli edifici. Da segnalare anche 10 persone che hanno risposto

“nel seminterrato” e altre 8 “nell'auto in sosta”.

Anche questi dati confermano ciò che già era noto: tranne poche eccezioni, gli

hummers percepiscono il rumore più intensamente all'interno degli edifici.

– Quando ha cominciato a sentirlo?

17 persone convivono con l'Hum dagli anni '90, una sessantina dagli anni 2000,

ma la maggior parte (circa l'80%) è entrata in contatto con il fenomeno solo

negli ultimi 3 anni.

Senz'altro in questo dato potrebbe influire la maggior probabilità che sia un

“neo-hummer”, spinto dalla curiosità e dalla facilità di ricerca che fornisce oggi

la rete, a ritrovarsi su questo sito rispetto a qualcuno che sente e convive con

l'Hum da 10 o 20 anni, però credo si possa interpretare il dato anche con un

incremento del fenomeno negli ultimi anni.

– In quale orecchio è più forte?

Un dato decisamente interessante: circa 40 persone affermano di percepirlo

maggiormente con l'orecchio destro e altrettante con l'orecchio sinistro. Circa

200 persone invece percepiscono il rumore ugualmente con entrambe le

orecchie.

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

E' noto come ognuno di noi abbia generalmente un emisfero dominante e che,

nella complessità del sistema nervoso, si possano generare dei meccanismi di

predominanza funzionale. Prendendo in esame il sottoscritto, ad esempio, la

perdita della vista è leggermente più accentuata nell'occhio destro e l'esame

audiometrico rileva una minor sensibilità alle basse frequenze dell'orecchio

destro rispetto a quello sinistro (-10 dB a 250 Hz).

– Se ha provato ad individuare la frequenza del rumore utilizzando un

generatore di frequenza, ci dica il risultato.

Chiaramente non in molti hanno risposto a questa domanda. Le risposte sono

varie e non c'è la certezza che dietro ad ognuna ci sia un preciso lavoro di

comparazione, comunque ben 14 persone hanno individuato la frequenza del

rumore tra i 56 e i 60 Hz, altre 9 tra i 50 e i 55 Hz e 10 persone tra i 21 e i 30 Hz.

3 persone hanno indicato una frequenza precisa, 56 Hz, che nel prossimo

capitolo scopriremo essere importante.

– Età?

Altro dato davvero interessante. Su un campione di 150 risposte, ho individuato:

– 4 under 20;

– 15 persone di età compresa tra 20 e 30 anni;

– 26 persone di età compresa tra 30 e 40 anni;

– 45 persone di età compresa tra 40 e 50 anni;

– 45 persone di età compresa tra 50 e 60 anni;

– 15 over 60;

– ho calcolato quindi un'età media di 45 anni.

Il fenomeno sembra riguardare una fetta di popolazione di età più avanzata.

– Sintomi?

Non sono molti i fortunati hummers che riescono a convivere con il problema in

maniera serena. Il sintomo più comune è ovviamente il disturbo del sonno (190),

seguito da nervosismo e irritabilità (129); 82 persone lamentano una sensazione

di malessere alle orecchie, 87 una sensazione di fatica, 59 persone soffrono di

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

mal di testa, 35 di nausea, 5 di sanguinamento dal naso.

Quando il rumore è più intenso alcuni lamentano vertigini, sensazioni di ansia e

paura.

– Luogo?

Hanno risposto al questionario persone da svariati paesi di tutto il mondo: Stati

Uniti, Canada, Messico, Spagna, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Galles, Danimarca,

Italia, Austria, Nuova Zelanda, Tailandia, Slovacchia, Porto Rico, Australia,

Germania, Svezia,...

– Ha problemi di udito?

La maggior parte dichiara di avere un udito in buone condizioni, qualcuno più

avanti con gli anni dichiara di avere una normale perdita d'udito dovuta all'età.

Interessante il fatto che una ventina di persone dichiari di soffrire di tinnitus,

patologia che abbiamo visto essere discretamente diffusa, ma si dichiara sicura

che i fenomeni siano di diversa natura.

2.2.2 – Altre testimonianze, sintomi ed espedienti

Tra queste testimonianze, vi era quella di Mark Russel, un hummer di Marbella, Spagna.

Mark asserisce di sentire l'Hum da ormai 20 anni, di averlo sentito ovunque nel mondo

durante i suoi numerosi viaggi, di aver raccolto un notevole numero di informazioni, di

essersi fatto un'idea riguardo al fenomeno e che avrebbe volentieri scambiato delle

opinioni con chiunque fosse interessato a saperne di più.

Non ho esitato dunque a contattare Mark, che si è dimostrato molto interessato al mio

lavoro e disponibile a seguire la mia tesi.

Per quanto riguarda la sua esperienza con il fenomeno, mi ha rimandato ad un suo

intervento sul forum Yahoo degli hummers

(URL: http://tech.groups.yahoo.com/group/humforum/), forum che vanta ben 590

iscritti in 10 anni.

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(Da “My two cents”, intervento di Mark Russel sul forum Yahoo! degli hummers, 22 marzo 2010,

intervento n° 11994)

La prima volta che ho notato l'Hum è stato durante l'aprile del 1992, in Spagna.

Durante questi anni ho annotato i luoghi dove potevo percepire l'Hum, le sue differenti

intensità, alcuni fatti che ho scoperto e quali penso siano le cause del fenomeno.

Luoghi e intensità

Dal 1992 ho sentito l'Hum in: Spagna (dove vivo), Gran Bretagna, Francia, Germania,

Svizzera, Italia, Repubblica Ceca, Polonia, Turchia, Marocco, Tunisia, Malta, Maiorca,

Canarie, Singapore, Malesia, Indonesia, Honk Kong, Stati Uniti d'America, Nuova

Zelanda.

In tutti questi luoghi, il suono era esattamente lo stesso, un brusio distante che oscilla

tra basse frequenze. Sono convinto che l'Hum sia un fenomeno globale.

Livelli di intensità dell'Hum

A – A volte un Hum di sottofondo, moderato.

B – Solitamente un brusio composto da più frequenze che produce un rumore pulsante.

C – Raramente un brusio veramente forte, vibrante, come se fosse generato da una

flotta di velivoli ad elica fermi nel cielo, che talvolta può essere sentito anche da

persone che solitamente non sentono l'Hum.

D – Ancor più raramente nessun Hum, completamente nullo.

Quando l'Hum è blando è più facile da percepire all'interno degli edifici. La ragione, a

mio parere, è che all'interno la maggior parte dei rumori ambientali viene bloccata.

Quando invece l'Hum è a intensità normale/forte si può percepire ovunque! Ci si sente

come se tutto si fosse trasformato in un altoparlante o un woofer. Come se edifici,

strutture, rocce, montagne o la terra stessa creino questo irritante rumore.

Sfortunatamente, dopo tanti anni da hummer mi sono accorto che riesco a “filtrare” la

maggior parte dei rumori ambientali e sentire l'Hum praticamente sempre ed è un vero

peccato.

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

La sorgente del rumore è decisamente esterna; io soffro di tinnitus, nella forma comune

di un suono ad alta frequenza nel mio orecchio sinistro 24 ore su 24, dal 1995.

Quando giro la mia testa, il fischio gira assieme alla mia testa, invece l'Hum non gira

assieme a me.

I fenomeni quindi, a mio parere, non sono direttamente collegati; anche se chissà, forse

le persone che soffrono di tinnitus, le quali quindi hanno un udito alterato, potrebbero

essere più suscettibili a suoni a bassa frequenza come l'Hum.

L'Hum è fastidioso, ma non mi sta rovinando la vita; il tinnitus è in realtà molto più

fastidioso. L'assenza di una spiegazione a questo fenomeno al momento mi urta più del

rumore stesso.

Momenti che sono stati punti di svolta

Dicembre 2000.

Provando a spiegare l'Hum ai membri della mia famiglia, amici e altre persone, ho

realizzato che la maggior parte delle persone non è in grado di credermi e la reazione

varia da un amichevole “sei un po' fuori di testa, quello che senti è solo il traffico” a

un più ostile “tu se completamente matto, quello che senti e tutto dentro la tua testa!”.

Luglio 2004, crociera sul Mediterraneo.

La sera, scendendo sul ponte più basso della nave, ho scoperto che il rumore dei motori

della nave era una versione amplificata del rumore dell'Hum. Il suono che la nave

stava producendo avrebbe potuto viaggiare enormi distanze (data la grande lunghezza

d'onda e l'assenza di ostacoli) e se fossi stato sulla terra non sarei stato in grado di

distinguere il suono della nave dal suono dell'Hum.

Ottobre 2007.

Sono stato alla Massey University in Nuova Zelanda per incontrare Tom Moir (studioso

del fenomeno di cui parleremo nel prossimo capitolo), che non è un hummer ma è

riuscito a registrare il rumore.

Abbiamo parlato per circa un'ora sulle possibili cause ed è stato divertente perché

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

mentre parlavamo nel suo ufficio potevo sentire l'Hum forte e chiaro mentre lui no!

Quindi ho realizzato che c'è qualche persona che non può sentirlo ma è pronta per

credere al fatto che esista.

Settembre 2009, gita speleologica a Malaga.

La nostra guida ci ha portato nella parte più profonda della cava e ci ha chiesto di

spegnere le torce e di fare silenzio. Successivamente ci ha chiesto se potevamo “godere

del silenzio”. Stavo per rispondere “sì, ma nessun altro può sentire questo rumore

infernale?” quando mia moglie mi sussurrò all'orecchio “non ci provare”. Ho

realizzato che mia moglie mi conosce abbastanza da sapere cosa sto per dire prima che

lo dica e che a 150 metri sotto terra l'Hum si sente perfettamente.

Dicembre 2009, aeroporto Changi di Singapore.

Ho provato delle cuffie professionali per la cancellazione del rumore, ma non hanno

avuto alcun effetto sull'Hum. Anzi, hanno solo reso l'Hum più percepibile cancellando i

rumori mascheratori.

Ho realizzato che nel prossimo futuro la tecnologia non potrà aiutarmi a scappare da

questo frastuono infernale.

Qualsiasi sia la causa dell'Hum, la spiegazione finale dovrà giustificare le seguenti

osservazioni:

1 – L'Hum può essere udito ovunque.

2 – Suona allo stesso modo indipendentemente dal luogo.

3 – Occasionalmente varia di intensità.

4 – Raramente cessa.

La mia spiegazione del fenomeno: il suono dell'umanità

E se la sorgente dell'Hum fosse esattamente quello che sembra? Sul pianeta ci sono

quasi 7 miliardi di persone che utilizzano, direttamente o indirettamente, dispositivi

meccanici che producono suoni a bassa frequenza.

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

Sono convinto che l'Hum sia causato da un effetto cumulativo del rumore di tutti i

dispositivi, motori, macchine, navi, generatori, treni, fabbriche, centrali elettriche,

condizionatori, pompe, turbine del pianeta.

Questi rumori sono generati in ogni città nel pianeta ed essendo rumori a bassa

frequenza possono viaggiare per lunghe distanze con scarsa attenuazione. Negli ultimi

decenni queste vibrazioni hanno cominciato ad interagire tra di loro su scala globale. Il

risultato è che la terra ora sta suonando come una campana!

Immagino la terra come se fosse un bicchiere di cristallo o un calice di vetro.

Se con il dito bagnato strofiniamo il bordo del bicchiere o del calice, questo comincerà

a vibrare producendo un suono. Sono sicuro che alla terra sta succedendo la medesima

cosa, ma la causa, invece del dito bagnato, è qualsiasi cosa di meccanico è presente sul

pianeta.”

Mark mi ha riferito che da quando ha scritto questo articolo ha sentito l'Hum in qualche

altro paese, recentemente in Tailandia. Ha aggiunto che l'Hum suona sempre allo stesso

modo, ma ora è permanente e non “si spegne” come faceva saltuariamente tempo fa. E'

sempre più convinto che questo rumore sia il risultato dell'attività umana nel pianeta.

In una delle mail che ci siamo scambiati, scriveva: “è un po' come un grande traffico di

formiche all'interno di una campana. Qualche migliaio di formiche non provocheranno

un gran rumore, ma mettici qualche milione di formiche e la campana comincerà a

suonare. Allo stesso modo, l'energia elettro/acustico/meccanica è assorbita da ogni

punto della terra e adesso il pianeta sta risuonando”.

Spulciando tra le migliaia di testimonianze sui forum, si possono trovare curiosi consigli

per trovare del sollievo dall'Hum.

Numerose sono le segnalazioni di persone che sono riuscite a “coprire” il suono

dell'Hum con normali elettrodomestici come il compressore di un frigorifero o quello di

un condizionatore, oppure un semplice ventilatore elettrico; certo è che non è

conveniente tenere accesi questi dispositivi durante 24 ore su 24.

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(Dal forum Google degli Hummers, intervento di [email protected])

“Io e mia moglie siamo afflitti dall'Hum da 4 anni. Abbiamo tentato di tutto per trovare

la causa e bloccarlo e l'unica cosa che riesce a mascherare in qualche modo il rumore

è il ventilatore a soffitto. [...]”

Altre persone trovano sollievo riproducendo il suono della pioggia o altri suoni naturali

attraverso l'impianto audio della casa, riuscendo così a coprire l'Hum e a dormire

meglio.

(Da un articolo della BBC, intervento di Steve)

“Grazie, pensavo di essere l'unico ad avere questo problema. Sento questo rumore

durante il giorno e la notte, ma solo dentro casa. Inizialmente avevo incolpato il freezer,

i tubi e i vicini. La mia unica soluzione al problema è tenere la radio vicino al letto e

riprodurre una “birdsong” (canti degli uccelli) tutta la notte. Funziona abbastanza

bene per attutire il brusio e riuscire a dormire bene.”

Altri invece dichiarano di riuscire a fermare l'Hum per qualche secondo semplicemente

con un movimento improvviso della testa oppure con uno schiocco di dita.

C'è qualcuno che dice di essere riuscito a bloccare il suono dell'hum anche con l'uso di

cuffie o tappi, ma nella maggior parte dei casi questi strumenti sono totalmente

inefficaci. Anzi a volte, come nel caso di Mark, questi dispositivi potrebbero bloccare

solamente i “rumori mascheratori” dell'ambiente e rendere l'Hum ancora più

percepibile.

I sintomi lamentati sulle varie testimonianze presenti in rete, come abbiamo visto, sono

vari: mal di testa, senso di disagio, insonnia, ansia, stress, fatica cronica, nausea, sangue

di naso, vertigini, a cui si aggiungono difficoltà di concentrazione e disturbi della

memoria.

Inoltre, il fatto che tra famigliari e conoscenti potrebbero non esserci altre persone che

sentono il rumore, potrebbe creare delle sensazioni di disagio nell'individuo, che a volte

si auto convince di avere un problema di tipo uditivo o psichico.

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(Da un articolo della BBC, intervento di Andy)

“Grazie a Dio non sono solo! Mia moglie e i miei figli credono che sia matto.

E' un rumore a bassa frequenza, si sente di tanto in tanto, spesso di notte. E' veramente

oppressivo.”

Da notare come l'Hum non sia percepito alla stessa maniera da tutti gli hummers:

mentre alcuni imparano a convivere con il rumore, per altri diventa un vero e proprio

incubo. Ci sono testimonianze di persone che hanno addirittura optato per scelte

drastiche come il cambio di abitazione, ma spesso anche questo si rivela inutile.

L'Hum è stato collegato anche a degli episodi di suicidio come quelli di Mr. James Hall

(1997) e Mrs. Joyce Durbin (1998), entrambi vittime del famigerato Bristol Hum.

2.3 – Le ipotesi sulle cause

Come detto in precedenza, l'Hum non sembra essere una conseguenza di una delle

possibili false percezioni di rumore descritte nel primo capitolo: il fatto che l'Hum sia

stato registrato con successo da Tom Moir e da altri, lo dovrebbe escludere.

Per i più scettici, analizziamo caso per caso: partiamo dal tinnitus.

Abbiamo detto che la maggior parte delle persone che soffre di acufeni associa il suono

creato dal loro orecchio ad un tono di frequenza tra i 3000 e i 6000 Hz e raramente, se

non mai, ad un tono sotto i 1000 Hz.

Si tratta quindi di suoni ad alta frequenza, che potremmo definire “fischi”; l'Hum invece

è descritto come un brusio a bassa frequenza, paragonato dagli hummers ad un tono tra i

30 e gli 80 Hz.

Inoltre il tinnitus non sarebbe in grado di spiegare le sensazioni di vibrazione del corpo

e delle abitazioni.

Infine se l'Hum fosse dovuto agli acufeni, il numero di individui colpiti dovrebbe essere

distribuito più o meno proporzionalmente, indipendentemente dalla posizione

geografica, ma non è così.

Un esempio lampante è la già citata cittadina di Largs, in Scozia: con una popolazione

di 12000 abitanti, è tristemente nota per il suo problema legato all'Hum. Se l'Hum fosse

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legato all'acufene, a Glasgow, 31 km nell'entroterra da Largs, dovremmo avere una

quantità sproporzionata di segnalazioni visto che la sua popolazione supera il milione di

abitanti, invece non vi è traccia né nella lettura popolare, né in quella scientifica, di

problemi simili.

Per quanto riguarda l'effetto auditorio di onde elettromagnetiche, il discorso è simile:

sappiamo che l'effetto Frey provoca la percezione di rumori descritti come “ronzii”,

“click”, ”fischi”, “colpi” o il “chirp”, ma non è mai stato collegato alla percezione di

rumori a bassa frequenza o a sensazioni di vibrazione. Tuttavia la “pista

elettromagnetica” rimane, soprattutto tra gli hummers, una delle più gettonate e verrà

quindi approfondita nelle prossime pagine.

Sinestesia, esperienze ipnagogiche e ipnapompiche sono da escludere perché

decisamente poco plausibili. L'Hum non è un fenomeno legato ad altri stimoli non

uditivi (ad esempio visivi) o solamente alla fase pre e post sonno.

Il “Cognitive Itch” potrebbe essere un fenomeno in grado di peggiorare la percezione

del rumore, sviluppando una “memoria” nella testa di chi lo sente, ma non credo possa

essere l'origine del problema.

Per cercare la giusta strada da seguire verso la risoluzione di questo mistero occorre a

mio avviso dare uno sguardo all'evoluzione del fenomeno.

Sappiamo che l'Hum è un fenomeno “giovane”, comparso circa 40 anni fa e che negli

ultimi anni sta espandendosi vistosamente; dalla sua storia quindi si potrebbe evincere

che sia in una qualche maniera collegato alle nuove tecnologie e infrastrutture che

hanno preso piede negli ultimi decenni e non di certo a fenomeni naturali che sono

presenti sul nostro pianeta da milioni di anni.

L'ambiente naturale, acustico ed elettromagnetico in cui viviamo ha subito un

cambiamento repentino se rapportato all'età del nostro pianeta.

Oggigiorno la maggior parte di noi vive in città e centri abitati dove, come abbiamo

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visto nel capitolo precedente, esistono innumerevoli sorgenti di rumori a bassa

frequenza.

Difficilmente però l'origine di questo fenomeno si può ricondurre solamente a queste

sorgenti di rumore (ad esempio un rumore industriale o del traffico), altrimenti le

segnalazioni sarebbero raggruppate attorno alle fonti di rumore, invece siamo d'innanzi

ad un fenomeno “geo-sporadico” e di livello globale.

Certamente però non si può escludere il coinvolgimento di questi fattori nella

percezione del fenomeno.

Un altro aspetto di questo cambiamento da tenere in considerazione è la sempre

maggiore diffusione di dispositivi elettrici ed elettronici che generano campi

elettromagnetici 7 artificiali, causando una nuova forma di inquinamento, quello

elettromagnetico, che fino a un secolo fa esisteva solo nella sua componente naturale.

Gli effetti dei campi elettromagnetici sul corpo umano dipendono non solo dalla loro

intensità, ma anche dalla loro frequenza.

L'uomo moderno è sottoposto all'effetto di campi elettromagnetici ELF variabili,

derivanti da ogni sistema o dispositivo crei, distribuisca o utilizzi corrente elettrica

alternata (a 50 o 60 Hz) e campi a frequenze più alte utilizzati per trasmettere

informazioni a lunghe distanze attraverso antenne televisive, impianti satellitari,

impianti radiofonici o stazioni radio base per telefonia mobile ma anche provenienti da

elettrodomestici come forni a microonde e monitor.

________________________________________________________7 I campi elettrici (V/m, Volt per metro) sono creati da differenze di potenziale elettrico, o tensioni: più

alta è la tensione, più intenso è il campo elettrico risultante.

I campi magnetici (Asp/m, Amperspire per metro) si creano quando circola una corrente elettrica:

l’intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale all’intensità della corrente (Legge di Biot –

Savart).

In un sistema a corrente variabile, in particolare sinusoidale, campo elettrico e magnetico sono

intimamente legati e si parla quindi di campo elettromagnetico, il quale livello viene misurato in termini

di densità di potenza in watt al metro quadro, W/m2.

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Il riscaldamento è il principale effetto biologico dei campi elettromagnetici a

radiofrequenza (nei forni a microonde ad esempio questo effetto è sfruttato per

riscaldare i cibi). Gli effetti di riscaldamento delle radioonde costituiscono la base su cui

si fondano le attuali linee guida sui livelli massimi di tolleranza per la salute degli

individui. I livelli dei campi a radiofrequenza ai quali la gente è normalmente esposta

sono di gran lunga inferiori a quelli richiesti per produrre un riscaldamento

significativo, ma gli scienziati stanno indagando anche la possibilità che, al di sotto dei

livelli di soglia necessari per provocare il riscaldamento corporeo, si manifestino altri

effetti legati ad esposizioni a lungo termine (World Health Organization).

Ciò con cui siamo abituati a convivere e che reputiamo normale, non è necessariamente

salutare e le persone si pongono sempre più domande sugli effetti di questi campi.

La mancanza di risposte da parte delle istituzioni e la ancora scarsa conoscenza degli

effetti che le onde elettromagnetiche hanno sull'essere umano, ha portato molti hummers

a puntare il dito contro le telecomunicazioni, in particolar modo quelle militari che sono

spesso coperte da segreti e un velo di mistero.

Altri incolpano i gasdotti e le autostrade (Fox 1992) ed altri ancora, come John Dawes,

incolpano la rete di distribuzione dell'energia elettrica e la sua interazione con lo spazio

e l'ambiente.

(Da “The Survival of the Fittest” di John Arthur Dawes)

“Per la maggior parte delle persone la teoria Darwiniana è un processo lungo e lento

che riguarda periodi di tempo lunghi migliaia o milioni di anni, ma abbiamo prove

intorno a noi che una grande evoluzione può accadere anche in periodi più corti di un

secolo.

Per milioni di anni, gli unici fenomeni elettrici sulla terra erano le correnti elettriche

presenti naturalmente nella ionosfera, nelle nubi di un temporale e i fulmini.

Dagli albori della vita sulla terra, tutte le creature si sono evolute in questi campi

elettrici, ma nel 1888 un uomo chiamato Nikola Tesla ha inventato il generatore di

corrente elettrica alternata e tutto è cambiato.

L'immagine che la maggior parte di noi ha dell'elettricità è che la corrente scorra tra i

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fili come l'acqua scorre dentro un tubo e che solamente in prossimità dei tralicci

dell'alta tensione ci sia un qualche pericolo. Ma nel 1889 Heinrich Hertz dimostrò che

un campo elettrico esiste anche nello spazio attorno ai cavi ed è questa la ragione

principale per cui grandi zone del pianeta sono oggi sature di campi elettrici che

oscillano a 50 o 60 Hz.

Tali campi elettrici sono totalmente estranei a tutte le forme di vita e in termini

geologici questo cambiamento è avvenuto in tempi talmente rapidi che è impossibile

per ogni creatura adattarcisi. […]”

2.3.1 – Le telecomunicazioni

L'utilizzo delle onde radio, in particolar modo per usi collegati alle telecomunicazioni, è

aumentato a dismisura negli ultimi decenni, estendendo lo spettro sia in alto che in

basso.

In Figura 9 vediamo lo spettro delle onde radio e i suoi vari utilizzi: qualsiasi tipo di

comunicazione, dalla televisione alla radio, dai telefoni cellulari ai GPS, dal Wi-Fi ai

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Figura 9: Spettro elettromagnetico delle onde radio ed i suoi utilizzi

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telecomandi per i giocattoli utilizza onde radio nel range 3 kHz – 300 Ghz.

Molti hummers hanno ipotizzato che la colpa dell'Hum potesse essere dell'uso di

telefoni cellulari, che è proliferato in maniera esponenziale negli ultimi 20 anni ed è

diventato oggi quasi indispensabile. Negli Stati Uniti, dal 1985 al 2001 si è passati da

500 mila a 120 milioni di utenti (Deming 2004).

Le bande di frequenza utilizzate per le comunicazioni via cellulare possono variare da

paese a paese. Generalmente, le tecnologie di seconda generazione (2G) GSM lavorano

sui 900 e sui 1800 MHz (come in Italia e in Europa), ma anche sugli 850 e 1900 MHz

(come in America).

Le tecnologie di terza generazione (3G) UMTS e HSPA lavorano generalmente sui 900,

1900 e 2100 MHz.

Da qualche mese soltanto è arrivata in Italia anche la tecnologia LTE di quarta

generazione (4G), che per ora è disponibile soltanto a Milano, Roma, Torino e Napoli

nella banda 1800 MHz. In altri paesi la tecnologia è già diffusa e utilizza frequenze fino

a 2600 MHz.

Negli USA, ad esempio, si utilizzano tecnologie GSM 850, GSM 1900, UMTS 850,

UMTS 1900, UMTS 1700, UMTS 2100, LTE 700, LTE 1700, LTE 1900, LTE 2100.

Ancora più sospetti hanno destato le telecomunicazioni militari, in particolare LORAN,

TACAMO e TETRA.

Nel 1999, Arthur Firstenberg ipotizzò che la causa dell'Hum potesse essere LORAN

(LOng RAnge Navigation), un sistema di radionavigazione terrestre tramite onde radio

LF.

Il sistema LORAN consiste in una rete di potenti radio trasmettitori che trasmettono

continuamente segnali nel range 90 – 110 kHz e viene utilizzato per localizzare la

posizione di navi o aerei comparando gli intervalli di tempo tra i segnali ricevuti da 3 o

più stazioni.

Varie nazioni utilizzano questo sistema, oggi nominato LORAN-C: negli USA sono

presenti 25 trasmettitori. La loro potenza di trasmissione varia da 100 kW a 4 MW.

In Italia ne sono presenti due, una a Lampedusa e una a Sellia Marina, ma entrambi non

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sono più in funzione.

TACAMO (TAke Charge and Move Out) nasce nel 1961 quando si propone l'idea di

utilizzare gli aerei per comunicare con i sottomarini per rimpiazzare il sistema di

comunicazione ELF a terra, molto più vulnerabile in caso di attacchi nucleari.

E' progettato per poter comunicare virtualmente con qualsiasi banda radio dalle VLF

alle UHF, utilizzando diversi tipi di modulazione, crittografizzazione e reti.

Dal 1971 gli aerei TACAMO incorporano trasmettitori da 200 kW e due cavi che

fungono da antenne, uno lungo 1500 metri, l'altro 8500 metri, che vengono fatti

oscillare in orbite circolari.

Nei primi anni '90 il prof. David Deming ipotizzò un collegamento del fenomeno Hum

con l'utilizzo di queste tecnologie di comunicazione, dato che le prime denunce del

fenomeno arrivano dall'Inghilterra negli anni 60, proprio negli anni in cui è nata questa

tecnologia; in effetti il nord atlantico durante la guerra fredda era un'area dove

operavano i sottomarini americani e in particolare la Gran Bretagna era un punto di

grande importanza strategica e un importante polo di comunicazioni.

TETRA (TErrestrial Trunked RAdio) è uno standard di comunicazione a onde radio per

uso professionale, con sistemi veicolari e portatili, che negli ultimi anni sta prendendo

piede principalmente per usi militari ma anche civili, servizi di emergenza e tra le forze

di pubblica sicurezza.

Utilizza diverse bande di frequenze dai 380 ai 470 e dagli 870 ai 921 MHz e un tipo di

modulazione digitale DQPSK, una forma di “phase-shift keying”.

Trasmette a una frequenza di ripetizione degli impulsi di 17.65 frame al secondo.

Un altro sistema entrato nella lista nera dei presunti colpevoli è l'HAARP (High

frequency Active Auroral Research Program), fondato nel 1993.

Non è un vero e proprio sistema di telecomunicazione, ma un programma di ricerca

sulla ionosfera terrestre, che consiste nell'irradiare in essa delle onde radio di sufficiente

densità di energia da modificarne temporaneamente le proprietà fisiche ed elettriche.

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La tecnologia HAARP è basata su tre brevetti del fisico Bernard J. Eastlund, simili alle

idee di Nikola Tesla (una in particolare ricorda il famoso “raggio della morte”).

Nel 2002 il giornale “The Observer” riportò che il parlamento russo chiese lo stop della

costruzione di HAARP in seguito all'analisi di uno scienziato che denunciava un

pericolo di un cambiamento permanente del comportamento climatico e un danno

ambientale.

Gli obiettivi ufficiali della stazione HAARP situata in Alaska sono la ricerca scientifica

sugli strati alti dell'atmosfera terrestre e sulla ionosfera e la ricerca sulle trasmissioni

radio ad uso militare.

Il progetto è senz'altro affascinante, anche per questo sono nate varie teorie

complottistiche a riguardo, ma tralasciando gli scopi di questo progetto, concentriamoci

su cosa producono queste stazioni: il trasmettitore è in grado di direzionare onde

elettromagnetiche nel range 2,8 – 10 MHz con una potenza di 960 KW verso la

ionosfera. Due frequenze usate spesso sono 3,39 e 6,99 MHz.

Sebbene il trasmettitore funzioni in una gamma tra i 2,8 e i 10 MHz, ha il potenziale di

indurre una radiazione secondaria sia a frequenze molto basse (0,001 Hz) che molto alte

(>1GHz).

Esistono impianti simili negli USA, in Norvegia, in Russia, a Porto Rico,...

Quasi tutti i sistemi di telecomunicazione radio esistenti, compresi anche quelli che

abbiamo analizzato, operano in bande di frequenza entro il range degli esperimenti di

Frey. Sappiamo quindi che in presenza di determinati picchi di tensione, potrebbero

provocare degli effetti auditori 8 anche se, come abbiamo detto, gli effetti dovrebbero

essere diversi dalla percezione di un rumore a bassa frequenza come l'Hum.

________________________________________________________8 Unica eccezione tra quelli che abbiamo visto è il TACAMO, che utilizza frequenze più basse. Non si è a

conoscenza di un effetto auditorio delle onde a bassa frequenza: il fatto che la comparsa di questi

fenomeni coincida con la diffusione di queste trasmissioni potrebbe far pensare a un collegamento,

tuttavia è difficile che questo possa accadere poiché l'assorbimento dei tessuti del corpo a queste

frequenze, requisito fondamentale dell'effetto auditorio, è molto basso.

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Non si può però escludere che queste radiazioni potrebbero avere un altro tipo di effetto

sull'apparato uditivo umano, come vedremo nel prossimo capitolo.

2.3.2 – La rete elettrica e le interazioni con la magnetosfera e l'ambiente terrestre

Oltre alle telecomunicazioni, anche la rete elettrica è proliferata in maniera esponenziale

negli ultimi decenni, raggiungendo dimensioni enormi.

E' interessante comparare la potenza della rete elettrica creata dall'uomo con la potenza

dei fenomeni elettromagnetici naturali.

E' stimato che un temporale di entità moderata possa produrre circa 500 MW di potenza.

Contando circa 2000 temporali che si abbattono sul suolo terrestre in ogni momento

abbiamo circa 1 TW di energia elettrica che la natura ci scaglia contro.

La rete elettrica mondiale trasporta oggi diversi TW di potenza, quindi diverse volte la

potenza di tutti i temporali presenti sul pianeta in questo istante!

Tutti i fulmini che cadono sulla terra causano un'eccitazione sulla ionosfera, che è

risonante in base alla sua lunghezza (26,571 / 24,800 miglia, la lunghezza varia a

seconda dell'interazione con i flussi solari) e quindi risuona a circa 7.81, 14.3, 20.8,

27.3, 33.8,... Hz (come detto, variabili) e secondo alcuni risuonerebbe anche alla metà,

approssimativamente a 3.5 Hz. Questo fenomeno è noto come “risonanza di Schumann”

e le sue frequenze, assieme a quelle della rete elettrica mondiale, compongono la

maggior parte del rumore elettromagnetico terrestre, nella parte bassa dello spettro.

A questo proposito è interessante dare un'occhiata allo studio “Reception of ELF signals

at antipodal distances” di Fraser-Smith & Bannister, pubblicato sul volume 33 di Radio

Science, nel gennaio 1998.

L'obiettivo dello studio era quello di misurare un segnale radio a 82 Hz di una

trasmittente russa posizionata nella penisola di Kola, in vari luoghi del pianeta tra cui

Dunedin (Nuova Zelanda) e Arrival Heights (Antartide) che sono circa a distanze

antipodali dal trasmettitore.

Questo esperimento, oltre a studiare la propagazione di queste onde ELF e confermare il

fatto che percorrono enormi distanze senza grandi attenuazioni, ci mostra anche

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chiaramente come le frequenze di Schumann e quelle della rete elettrica siano

onnipresenti, creando disturbo per qualsiasi tipo di rilevazione nella parte bassa dello

spettro, ad esempio quelle sismiche.

In Figura 10 si possono vedere chiaramente, oltre al segnale radio a 82 Hz oggetto dello

studio, le prime sette risonanze di Schumann e le frequenze delle reti elettriche a 50 e 60

Hz (e relative armoniche).

Giunti ad un'espansione tale della rete di distribuzione e quindi a gigantesche potenze, è

il caso di pensare ai due sistemi, quello naturale e quello antropogenico, non più come

due sistemi slegati ma come sistemi che si influenzano a vicenda.

Vedremo che come i fenomeni elettromagnetici presenti sulla ionosfera possono indurre

correnti sulla litosfera terrestre (in grado anche di interferire con la rete elettrica e le

telecomunicazioni), viceversa le frequenze irradiate dalla rete di distribuzione

dell'energia elettrica mondiale possono influenzare il comportamento della

magnetosfera e di alcuni fenomeni naturali rendendole rilevabili ovunque, dalla terra

allo spazio!

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Figura 10: Variazione in frequenza del campo ELF misurato a Søndrestrømfjord, Groenlandia

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Esistono decine di studi volti a dimostrare gli effetti di queste frequenze della corrente

alternata sulla magnetosfera terrestre, in particolare gli effetti delle cosiddette Power

Line Harmonic Radiations (PLHR), discussi da svariate pubblicazioni da quando

sono state riportate per la prima volta da Helliwell nel 1975.

Le PLHR sono onde elettromagnetiche irradiate dalla rete elettrica mondiale a

frequenze armoniche 9 di 50 o 60 Hz.

Queste armoniche, come dimostra lo studio “The Control of the Magnetosphere by

Power Line Radiation”, pubblicato l'1 giugno 1979 dal Journal of Geophysical Research

Vol.84, sono in grado di stimolare la magnetosfera terrestre e di modificare la creazione

di un fenomeno naturale già esistente, il cosiddetto “chorus” 10 (“coro”).

I dati del satellite OGO 3 (Orbiting Geophysical Observatories), raccolti in 3 giri della

terra hanno dimostrato che le frequenze di partenza di tutti i cori misurabili erano entro

qualche hertz dalle armoniche della rete elettrica.

________________________________________________________9 Data una grandezza sinusoidale (fondamentale) si definisce armonica una grandezza sinusoidale di

frequenza multipla. La somma della fondamentale e delle armoniche dà luogo ad una funzione risultante

periodica, ma non sinusoidale (forma d’onda distorta). I generatori elettrici forniscono una tensione

sinusoidale a 50 Hz, ma non sempre la corrente che fluisce nel carico è sinusoidale. La corrente non è

sinusoidale quando il carico non è lineare, cioè quando presenta una impedenza variabile durante il

periodo T (pari a 20 ms a 50 Hz).

Esempi tipici di carichi non lineari sono i trasformatori, i raddrizzatori (carica batterie, saldatrici, celle

elettrolitiche, ecc.), gli inverter, gli avviatori elettronici, gli azionamenti di motori a frequenza variabile,

gli alimentatori elettronici a commutazione (switching), le lampade a scarica (tubi fluorescenti, lampade

al sodio, a vapori di mercurio, ecc.). La rete elettrica può essere quella dell’ente distributore, disturbata da

utenti che producono armoniche, oppure quella interna dell’utente stesso.

10 Il “chorus” è un fenomeno elettromagnetico causato dalle onde di plasma nelle fasce di van Allen,

formato da onde radio che oscillano tra 0 e 10 kHz.

Essendo queste frequenze nello spettro udibile, tramutando le onde elettromagnetiche in onde acustiche si

ottiene un curioso effetto musicale, da qui il nome “coro”.

Il “coro” è come suonerebbero le fasce di van Allen se al posto delle orecchie avessimo delle antenne!

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Ancor più interessante è il fatto che le emissioni registrate sopra l'europa occidentale

erano controllate dalle armoniche dei 50 Hz, sopra gli USA e il Canada dalle armoniche

dei 60 Hz e sopra il meridiano Alaska - Nuova Zelanda da entrambe.

Un altro studio pubblicato il 7 aprile 2007 sempre dal Journal of Geophysical Research

Vol. 112, intitolato “Comparison of magnetospheric line radiation and Power Line

Harmonic Radiation”, pubblica i risultati di uno studio sui fenomeni elettromagnetici

connessi alle attività sismiche o umane dal microsatellite francese Demeter, in orbita a

700 km dalla terra dal giugno 2004.

E' dimostrato come siano rilevabili dallo spazio due classi principali di eventi: eventi

con frequenze relative ai 50/100 – 60/120 Hz o eventi con frequenze differenti.

I primi sono facilmente riconoscibili quando, rappresentati in forma di spettrogramma

come quello di Figura 11, dimostrano intense linee parallele con distanze reciproche di

50 o 60 Hz (o 100/120 Hz perché armonici pari o dispari possono talvolta essere

fortemente attenuati).

Questi eventi, evidentemente legati alla rete elettrica, spaziano generalmente tra i 2 e i 3

kHz; i secondi, prevalentemente sotto i 2 kHz e generalmente più intensi, sono invece di

probabile origine naturale.

In Figura 11 possiamo vedere: sopra, un esempio di spettrogramma raffigurante una

fluttuazione del campo elettrico corrispondente a uno degli eventi PLHR analizzati, con

frequenze armoniche dei 50 Hz. Sotto invece, lo spettro dei primi 18 secondi di dati: i

picchi, chiaramente a distanze di 100 Hz, sono indicati dalle frecce.

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Il numero di eventi PLHR non varia da giorno a notte ma chiaramente di giorno sono

più intensi e sono indipendenti dall'attività geomagnetica.

Gli eventi di origine naturale invece sono più frequenti in condizioni geomagnetiche

disturbate.

Le correnti telluriche

Un'altra parte rilevante dell'ambiente elettromagnetico terrestre sono le cosiddette

correnti telluriche, correnti ELF presenti sulla crosta e sul mantello terrestre. Queste

correnti elettriche sono una manifestazione, a livello terreno, del comportamento della

ionosfera e della magnetosfera terrestre e quindi dell'interazione umana su di esse.

Il campo elettromagnetico indotto causa delle correnti (chiamate anche GIC,

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Figura 11: Evento PLHR misurato il 25 marzo 2006 mentre il satellite volava sopra la Finlandia

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Geomagnetically Induced Currents) che scorrono in qualsiasi conduttore come la rete

elettrica, cavi interrati, gasdotti, acquedotti, oleodotti e la terra stessa che, non

dimentichiamo, è un conduttore: la conduttività dei materiali che compongono il suolo

determinerà la magnitudine e il percorso di queste correnti.

Terreni saturi di acqua come paludi, laghi, torrenti e fiumi trasportano più corrente di un

terreno secco e asciutto.

Ad esempio, un terreno argilloso in condizioni normali ha una resistività di circa 10

Ω/m, un terreno roccioso di 500 Ω/m, un terreno sabbioso/ghiaioso 1000 Ω/m.

La natura del fenomeno non è ancora ben definita, ma la presenza di queste correnti è

nota sin dal diciannovesimo secolo, quando proprio le correnti di terra derivanti da

sorgenti naturali come i fulmini, dalla rete elettrica, dai trasporti elettrici a rotaia o altri

sistemi di telecomunicazione, provocavano delle interferenze sulle telecomunicazioni

via telegrafo.

E' ragionevole pensare che una grande componente di queste correnti sia riconducibile

al sistema di distribuzione dell'energia elettrica.

Queste correnti telluriche e più in generale l'ambiente elettromagnetico (ma anche

acustico) terrestre saranno un elemento chiave delle teorie che studieremo nel prossimo

capitolo.

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Capitolo 3 – STUDI E PUBBLICAZIONI SUL FENOMENO

Le pubblicazioni sul fenomeno, soprattutto a livello scientifico, non sono molte: si tratta

di un fenomeno decisamente anomalo, assolutamente soggettivo e difficilmente

misurabile, di conseguenza la ricerca per anni si è basata quasi esclusivamente su

racconti anettodicali. Dal 2006 alcuni studiosi come il Dr. Chris Barnes di Bangor (UK)

e il Prof. Tom Moir di Auckland (NZ) hanno approfondito la ricerca, ottenendo dei

notevoli risultati.

3.1 - Studi e pubblicazioni del Dr. Chris Barnes

3.1.1 – Alla ricerca delle cause: interno o esterno?

Da “Search for the Cause of the HUM, the case for infrasound” Di Chris Barnes and Bangor Scientific

Consultants

L'ipotesi principale avanzata da Barnes in queste pubblicazioni è che l'Hum sia un

fenomeno sia interno che esterno agli individui e che per la percezione dell'Hum sono

necessari almeno due componenti, una di queste infrasonica.

L'ipotesi è supportata da esperimenti su tre soggetti che hanno una considerevole

sensibilità agli infrasuoni all'orecchio destro.

Esperimenti effettuati su questi stessi soggetti hanno dimostrato che l'esposizione a

radio frequenze sopra i 30 MHz potrebbe aumentare la sensibilità umana agli infrasuoni

e quindi all'Hum.

La proliferazione di infrastrutture e tecnologie capaci di creare rumore a bassa

frequenza, infrasuoni e inquinamento elettromagnetico potrebbero essere quindi

corresponsabili del sempre crescente numero di casi di Hum.

L'Hum potrebbe essere quindi sia interno che esterno e potrebbe dipendere da uno o più

segnali esterni e dalla processazione di questi segnali da parte dell'apparato uditivo

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umano.

Come stiamo per vedere, Barnes ha dimostrato in condizioni di laboratorio che due o

più segnali esterni di appropriate frequenze di cui almeno uno nel range infrasonico

possono produrre un'esperienza simile all'Hum in certi soggetti e che alcune

radiofrequenze sembra aumentino la percezione di questi segnali in questi soggetti.

Frequenza e ampiezza

Come abbiamo detto gli hummers comparano l'Hum a delle frequenze tra i 30 e gli 80

Hz; in più il rumore sembra pulsi ad una frequenza tra 0.5 e 5 Hz.

L'ampiezza invece varia dall'”appena udibile” all'”insopportabile”, con addirittura la

sensazione che la testa e l'intero corpo stiano vibrando e che il timpano stia

“schioccando”.

Il fatto che spesso non si riesca a registrare il rumore non significa che non esista il

problema, perché sappiamo che l'apparecchiatura acustica è inaccurata alle bassissime

frequenze, in particolare quelle infrasoniche; in più sappiamo che esiste una piccola

percentuale della popolazione che ha una sensibilità estrema alle basse frequenze.

I luoghi dell'Hum

L'Hum è riportato in moltissime zone del pianeta, spesso in zone di costa o zone

montane: entrambe zone dove la presenza di infrasuoni è comprovata.

L'Hum è raramente riportato all'esterno degli edifici, al contrario quasi tutti lo

percepiscono all'interno di edifici o di automobili i sosta, che in qualche modo

amplificherebbero il fenomeno.

Un'ipotesi è che queste possano bloccare i suoni mascheratori come il vento o i rumori

ambientali; un'altra è che facilitino la trasmissione delle vibrazioni.

Ci sono testimonianze di hummers che hanno confermato la percezione dell'Hum sia

all'interno di gabbie di Faraday che in camera anecoica; queste ultime però non possono

escludere che si tratti di un fenomeno acustico, poiché anche le camere più grandi

(come quella dell'ISVR, Institute of Sound and Vibration Research, Inghilterra) sono da

considerarsi anecoiche per frequenze superiori agli 80 Hz.

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Condizioni atmosferiche e ambiente

Ci sono testimonianze che dicono che l'Hum vari con il tempo atmosferico, ma senza

dimostrazioni. La più credibile è che sembra che l'Hum cessi dopo una forte nevicata: in

effetti la neve sul suolo potrebbe fermare la trasmissione dell'Hum, se si tratta di un

fenomeno vibratorio.

Altri sensi

Ci sono testimonianze di persone che dichiarano di sentire l'Hum più intensamente

mentre guardano una luce artificiale o la luce lunare. Potrebbero essere casi di

sinestesia, fenomeno che abbiamo trattato nel primo capitolo.

Sollievo

L'Hum è noto per comparire e scomparire in maniera spontanea in alcuni luoghi, invece

in altri rimane persistente nelle 24 ore. Alcuni soggetti dichiarano di ottenere sollievo

dall'Hum solamente quando viaggiano in macchina per parecchi chilometri, ma anche

quando si recano in un altro luogo che non sia la loro abitazione, l'Hum ritorna a farsi

sentire qualche giorno dopo.

Barnes, anch'esso un hummer, conferma che quando guida per diversi chilometri, una

volta tornato a casa trova sollievo dall'Hum per almeno la prima notte.

La sua ipotesi è che il viaggiare in auto causi uno spostamento della soglia di udibilità, a

causa degli infrasuoni a cui si viene esposti durante il viaggio (vedi cap. 1.3.1).

Alcuni, ma non tutti, dicono di trovare del sollievo con delle cuffie, suggerendo che

alcune componenti dell'Hum, se non tutte, potrebbero essere acustiche. Un Hum

completamente infrasonico dovrebbe essere impossibile da attenuare con delle cuffie,

perché questo genere di vibrazioni, come abbiamo visto, viene percepito dal corpo

umano attraverso delle vibrazioni interne ed ossee.

Alcuni dichiarano di ottenere del sollievo scendendo in profonde cave sotterranee di

calcare. L'Hum inoltre non è riportato all'interno di auto in movimento.

Molto sottoterra tutte le forme di energia sinusoidale (che sia acustica, infrasonica o

elettromagnetica, escluse le ELF) sono pesantemente attenuate.

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Una serie di esperimenti atti a testare l'ipotesi che almeno una componente dell'Hum sia

infrasonica sono stati compiuti.

A questi esperimenti sono stati sottoposti la moglie ed il figlio di Barnes, entrambi

hummers come lui.

Sua moglie lo è dall'ottobre 2003, lui e suo figlio hanno cominciato a sentire l'Hum solo

15 mesi dopo.

Esperimento 1: udito infrasonico dei soggetti

E' stato condotto un esperimento per verificare l'udito infrasonico dei soggetti,

utilizzando un generatore di frequenza software e delle cuffie.

Il risultato è interessante: tutti e tre i soggetti sono in grado di sentire segnali sino ai 5

Hz, monauralmente, con l'orecchio destro. Sull'orecchio sinistro invece, Barnes e suo

figlio hanno udito normale, da 27 Hz a circa 16 kHz.

La moglie invece ha una normale perdita di udito dovuta all'età; può appena percepire i

10 kHz ma l'udito infrasonico è notevole in entrambe le orecchie, con il sinistro circa 10

dB meno sensibile del destro.

La moglie e il figlio perdono la sensazione tonale del suono verso i 30 Hz, descrivendo i

suoni più bassi come un semplice “brusio”.

Barnes invece mantiene una discriminazione tonale anche mentre la frequenza scende

da 40 a 15 Hz, ma al di sotto dei 15 Hz può solamente distinguere dei click ben definiti.

Esperimento 2: misurazione degli infrasuoni

Barnes decide di provare a misurare il livello di infrasuoni presenti in vari luoghi, tra

cui la vicina centrale idroelettrica di Dinorwig, nota sorgente di infrasuoni a 8.33 Hz

(Grainger and McCann 1977, Pritchard 1988), un luogo in prossimità delle linee di alta

tensione e la sua abitazione.

Le misurazioni sono state effettuate sia nei momenti in cui i due soggetti percepivano

l'Hum, sia nei momenti in cui non era percepibile, con un microfono dinamico

parabolico (di sensibilità -60 dbSPL da 8 a 80 Hz) e un PC con caricato Spectrum Lab

software.

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Risultati

Scale: asse x, frequenza → 0 – 53 Hz

asse y, tempo → 3 minuti

Entrambi i soggetti potevano percepire l'Hum alla centrale di Dinorwig (Figura 12).

Si nota una discreta presenza di infrasuoni nella banda tra i 2 e gli 11 Hz, con burst

monocromatici a 3.5, 6.5, 8.5 Hz.

Immancabili i 50 Hz della rete, anche se il segnale si crede non sia acustico ma dovuto

al campo magnetico indotto all'avvolgimento del microfono da un vicino trasformatore.

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Figura 12: Spettrogramma misurato alla centrale idroelettrica di Dinorwig

Figura 13: Altro spettrogramma misurato alla centrale di Dinorwig

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Uno spettro più ampio di una registrazione ottenuta in un'altra posizione (Figura 13),

sempre alla centrale di Dinorwig (nelle vicinanze del lago inferiore per la precisione)

mostra una presenza di infrasuoni di banda più stretta a 3.5, 10 e 32 Hz e una discreta

presenza di rumore acustico tra i 60 e i 70 Hz.

In Figura 14 si può vedere del rumore infrasonico registrato sotto i tralicci dell'alta

tensione (400 kV), in particolare tre bande a 11, 13.5 e 32 Hz. L'enorme segnale a 50 Hz

è probabilmente dovuto all'induzione elettromagnetica perché entrambi i soggetti non

percepiscono nessun rumore a 50 Hz, nonostante la presenza dell'Hum.

In generale nello spettro 0 – 50 Hz è presente molto rumore (possibile complice

“l'effetto corona”, responsabile del rumore udibile sotto i tralicci dell'alta tensione).

In Figura 15 vediamo invece lo spettro registrato in un sito di campagna, dove l'Hum

era assente quindi non percepito da entrambi i soggetti: la parte di spettro tra i 4 e i 53

Hz è pressoché priva di infrasuoni e rumore acustico.

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Figura 14: Spettrogramma misurato sotto i tralicci dell'alta tensione

Figura 15: Spettrogramma misurato in campagna, in assenza di Hum

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Troviamo solamente qualche spontaneo e naturale infrasuono tra 1.5 e 3.5 Hz ma

evidentemente non forte, continuo abbastanza o di una frequenza non adatta per indurre

una percezione di Hum.

La figura 16 mostra lo spettrogramma di una registrazione effettuata in un sito dove

entrambi i soggetti percepivano l'Hum all'interno dell'auto in sosta.

Come si può vedere c'è una forte presenza di infrasuoni a 11 Hz, ma anche di segnali

acustici sui 19, 29 e 32 Hz e rumore acustico a banda larga sopra i 30 Hz.

Si notano inoltre dei burst a banda molto larga che durano 6-9 secondi, 60 dB più forti

in ampiezza: sono dovuti al transito di veicoli.

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Figura 16: Spettrogramma misurato in un luogo con Hum

Figura 17: Spettrogramma misurato presso l'abitazione di Barnes in presenza di Hum

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La figura 17 mostra lo spettrogramma di una registrazione effettuata nella camera da

letto di Barnes la mattina del 26 luglio 2007, mentre entrambi i soggetti percepivano

l'Hum. Come si può vedere ci sono due bande di infrasuoni a 5.5 e 9 Hz e una banda

decisamente molto debole a 3.5 Hz (riferisce l'autore).

Ci sono anche due segnali acustici meno coerenti a 31 e 34 Hz e la solita interferenza

della rete elettrica a 50 Hz. Abbiamo anche qui di nuovo dei burst a banda larga dovuti

al transito di veicoli.

La figura 18 mostra lo spettrogramma di una registrazione effettuata qualche minuto

prima, sempre presso l'abitazione di Barnes, quando l'Hum non era presente.

C'è del rumore acustico a banda larga dai 22 Hz in su e qualche burst dovuto

all'interferenza degli onnipresenti 50 Hz, ma il range infrasonico è pulito ad esclusione

dei deboli burst incoerenti nel range 2 – 16 Hz, dovuti sempre al transito di veicoli.

La cancellazione degli infrasuoni alle frequenze più basse dello spettro potrebbe aver

causato la scomparsa dell'Hum. Tali segnali potrebbero essere disturbati, su base locale,

proprio dal transito dei veicoli (Daigle 1984) e questa potrebbe essere una spiegazione

al fatto che sono rare le segnalazioni di Hum nelle grandi città, dove il traffico di auto è

di intensità maggiore.

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Figura 18: Spettrogramma misurato presso l'abitazione di Barnes in assenza di Hum

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Lo spettrogramma in Figura 19 è stato misurato in tarda mattinata, quando l'Hum non

era più percepibile, qualche giorno dopo la registrazione precedente.

Anche se ci sono dei rumori acustici casuali attorno ai 20 Hz e qualche segnale a banda

stretta a 30 Hz, la parte dello spettro riguardante gli infrasuoni è particolarmente

tranquilla.

Da queste misurazioni si potrebbe ipotizzare quindi che perché avvenga una percezione

di Hum, nei soggetti studiati, ci sia bisogno della presenza di infrasuoni sotto la soglia

dei 20 Hz.

Questo non esclude che segnali elettromagnetici come quelli irradiati dagli impianti

TACAMO, TETRA e altri sistemi di telecomunicazione possano essere causa o

concausa di Hum.

Questi segnali potrebbero generare dei suoni per mezzo di intermodulazione passiva,

modulazione passiva direttamente dalla loro antenna o a causa di effetti non lineari in

superfici metalliche corrose, oppure attraverso l'induzione magnetica.

A seconda della precisa frequenza e della frequenza di modulazione, la generazione di

infrasuoni è una possibilità.

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Figura 19: Spettrogramma misurato presso l'abitazione di Barnes in assenza di Hum

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Seguendo questa ipotesi, i dati di Figura 20 sono affascinanti:

Questi dati sono stati registrati a 100 metri di distanza da un radio trasmettitore TETRA

(che dovrebbe trasmettere a circa 26 dbW), in campagna, con un leggero vento e poco

traffico. L'Hum veniva percepito da entrambi i soggetti.

Oltre a qualche infrasuono a banda larga tra i 3 e gli 8 Hz e un segnale a banda più

stretta sui 12 Hz, c'è anche un chiaro ma abbastanza debole segnale a banda stretta a

17,6 Hz, che come abbiamo visto è una delle frequenze di pulsazione dei sistemi

TETRA.

Non si può sapere però se un segnale a questa frequenza, da solo, possa causare l'Hum.

Altri effetti soggettivi osservati in questi studi

Tutti e tre i soggetti affermano che il livello dell'Hum si riduce con l'incremento della

velocità del vento. Il vento è noto per “distruggere” la coerenza degli infrasuoni

(Withers 1996) o nel caso dell'Hum potrebbe semplicemente fungere da un “rumore

mascheratore” più familiare e tollerabile.

Withers ha dimostrato che venti di velocità a partire da 3 m/s possono, in certe

circostanze, distruggere la coerenza di infrasuoni a 15 Hz e più bassi e venti di velocità

8 m/s o maggiore invece riducono la coerenza di suoni nel range 23 – 55 Hz.

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Figura 20: Spettrogramma misurato in campagna, nei pressi di un trasmettitore TETRA

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Tutti e tre i soggetti percepiscono il seguente effetto quando provano a difendersi

dall'Hum utilizzando dei tappi per le orecchie: senza tappi, l'Hum presenta il suo solito

effetto pulsante, il quale sembra che oscilli a 1 – 3 Hz. Durante la notte, quando l'Hum è

più forte, l'uso dei tappi rimuove la componente tonale del suono, lasciando un suono

che può essere descritto come un “martellamento” veloce nella regione dei 10 Hz circa.

Una conclusione potrebbe essere che due o più frequenze, misurate negli esperimenti,

potrebbero in qualche maniera creare un effetto battimento nelle orecchie e nella testa

dei soggetti, producendo l'effetto Hum.

Questo è di forte supporto all'ipotesi che si tratti di un fenomeno che è sia interno che

esterno all'individuo e che registrare l'effetto Hum sia impossibile, ma sia possibile

solamente registrarne le cause.

Esperimento 3: simulazione dell'Hum

Seguendo l'ipotesi che per la percezione dell'Hum ci sia bisogno di più di una

componente esterna e i risultati delle misurazioni che mostrano come in tutti i siti

dov'era percepito l'Hum vi era la presenza di infrasuoni in due o più bande di frequenza

sotto i 20 Hz, spesso accompagnati da segnali acustici sui 30 Hz, Barnes decide di

provare a ricreare queste condizioni in laboratorio, con l'utilizzo di tre PC con caricati

dei software (V. Burel) collegati a tre separati sistemi di altoparlanti.

I soggetti erano seduti a distanza di 1 metro dagli altoparlanti.

E' stato provato che esperienze simili all'Hum potevano essere ricreate con un qualsiasi

infrasuono nel range 9 – 17 Hz, quando riprodotto con un'ampiezza simile ad un

secondo tono acustico nel range 29 – 75 Hz.

Un terzo tono, non sempre necessario, di ampiezza uguale a 4, 10 e 29 Hz dava un

effetto particolarmente disturbante e i soggetti si sono sentiti storditi per un po' di ore a

seguire.

Un simil-Hum, con la sua tipica quasi periodicità, è stato massimizzato per due toni:

uno acustico nel range 29 – 75 Hz e uno infrasonico di frequenza tale che la sua terza

armonica fosse a circa 2 Hz rispetto al tono acustico.

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Questo esperimento supporta la teoria che almeno una componente dell'Hum sia

infrasonica e che potrebbe essere impossibile misurare l'Hum com'è percepito

dall'individuo perché la quasi periodicità descritta dagli hummers potrebbe essere un

effetto interno dovuto alle latenze dei prodotti lineari e non lineari dell'orecchio.

I prodotti non lineari della coclea umana sono noti essere nella forma di 2f1 – f2 e 2f2 – f1

per frequenze nell'ordine di qualche kHz, ma la generazione di armonici dispari è nota

anche a frequenze minori, in linea con i risultati sopra.

Alternativamente, il comportamento pulsatorio dell'Hum potrebbe essere dovuto al

suono che, per giungere all'individuo, percorre più di un mezzo, come ad esempio l'aria

(a 330 m/s) e la terra (approssimativamente a 5 km/s).

Lo stesso suono generato da un'ipotetica sorgente fissa A, giungerà all'ascoltatore B

attraverso i due mezzi con una certa differenza di fase.

Questo potrebbe essere sufficiente a produrre la pulsazione in ampiezza caratteristica

dell'Hum.

I veicoli in transito sembra che attenuino momentaneamente l'Hum alla residenza di

Barnes, mentre i rumori all'interno della casa non riescono. Questo effetto è ironico se si

pensa che qualcuno abbia ricondotto la causa dell'Hum a traffico e autostrade (Rybak

2000, Fox 1992).

I veicoli producono rumore infrasonico a banda larga oltre al rumore a banda più stretta

del motore. L'Hum sembra avere un tempo morto fino a 5 secondi dopo il passaggio del

veicolo. A 10 Hz questo rappresenterebbe circa 500 cicli dell'Hum.

Nel dominio di Fourier, questo è circa il numero di cicli necessari per identificare

un'onda sinusoidale coerente: potrebbe sembrare quindi che questi 5 secondi siano il

tempo necessario al corpo e al cervello dell'individuo per “rilevare” l'Hum.

Dal momento che queste frequenze infrasoniche, come abbiamo visto nel primo

capitolo, sono simili a quelle cerebrali, è possibile che il cervello cerchi in qualche

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modo di “sintonizzarsi” su queste frequenze.

Il transito di veicoli può inoltre disturbare la propagazione di infrasuoni sia sismici che

via etere (Daigle 1984). Alla residenza di Barnes queste distorsioni o interferenze

sembra che si verifichino in un raggio di 300 metri.

Con un calcolo approssimativo, dai dati sopra, si può calcolare che se passano più di

700 auto all'ora l'Hum non potrà essere percepito.

Come di notte transitano meno auto, fatto che favorirebbe la percezione dell'Hum, nelle

grandi città dove transitano migliaia di auto all'ora ci saranno minime chance per sentire

l'Hum.

Esperimento 4: aumento della percezione a causa di radio frequenze

Alcuni hanno affermato che l'Hum sia o potrebbe essere in origine un fenomeno

elettromagnetico: Barnes quindi decide di condurre un esperimento per verificare

un'eventuale influenzamento dell'udito a basse frequenze in presenza di campi RF.

I soggetti sono stati sottoposti a eccitazioni continue, da parte di onde portanti a

frequenze di 7, 30, 50 e 144 MHz, radiate da un trasmettitore indoor (non è stata

specificata l'intensità dei campi).

Nessun effetto acustico è stato registrato in presenza delle sole radiazioni

elettromagnetiche.

Per gli infrasuoni nel range 17 – 30 Hz riprodotti monauralmente, tutti i soggetti hanno

riportato un lieve incremento nella percezione in ampiezza nell'orecchio destro, in

presenza di onde radio a 50 e 144 MHz. Barnes invece ha notato uno lieve incremento

nella percezione di un segnale attorno ai 30 Hz nel suo orecchio sinistro, che ricordiamo

essere sordo agli infrasuoni.

Barnes sostiene quindi che le sempre più numerose emissioni elettromagnetiche

potrebbero “migliorare”, “aiutare” l'udito alle basse frequenze degli individui.

Discussione dei risultati degli esperimenti

Infrasuoni a banda stretta o monocromatici sono stati misurati solo nei luoghi dove i

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soggetti potevano sentire l'Hum, di conseguenza sembrano un requisito per la sua

percezione.

Almeno per l'autore, la frequenza esatta di tale infrasuono non sembra importante, ma

sembra si possa localizzare tra i 5 e i 17 Hz.

Potrebbe non essere una coincidenza il fatto che in questo range siano situate le onde

cerebrali Alfa.

Con un'ispezione più precisa delle immagini sopra, raffiguranti lo spettrogramma delle

registrazioni effettuate da Barnes, possiamo vedere che gli infrasuoni in tutte le

immagini dove sono presenti (in tutte, esclusa Figura 18) hanno delle variazioni in

ampiezza, nell'ordine di 1 s circa.

Questo potrebbe essere sufficiente per giustificare l'andamento pulsatorio dell'Hum, in

particolare seguendo i commenti di Mollerand Pederson (2004), che afferma che piccoli

cambiamenti in ampiezza per gli infrasuoni possono fortemente alterarne la percezione.

Alternativamente, come abbiamo detto, questo andamento pulsatorio potrebbe essere

dovuto ad una latenza interna nella percezione di questi infrasuoni.

In tutte le misure effettuate quando i soggetti dichiarano di percepire l'Hum, vi è anche

la presenza di rumore acustico e di segnale acustico a banda stretta nelle vicinanze dei

32 Hz. E' possibile che questo rappresenti la terza o quarta armonica di una componente

infrasonica. Sembrerebbe quindi che questa frequenza sia prevalente nell'ambiente e in

questo caso si potrebbe trattare della terza armonica degli 8,33 Hz delle turbine di

Dinorwig.

Vicino ai luoghi noti per l'irradiazione di infrasuoni, i soggetti possono chiaramente

percepire l'Hum in auto di notte e di giorno, mentre a casa l'Hum è maggiormente

percepito di notte (dalla sera, circa alle 21 fino alla mattina, circa alle 10).

3.1.2 – Metodo di previsione dei siti con Hum

(Da “Active Prediction of Sites Prone to the Hum by Aharonov-Bohm Criteria” Di Dr Chris Barnes,

Bangor Scientific Consultants)

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Abbiamo avuto la conferma, dagli esperimenti descritti precedentemente, che una

sensazione simil-Hum viene provata dai soggetti in presenza di almeno due sorgenti

infrasoniche, oppure di una infrasonica e una acustica a bassa frequenza, in possibile

relazione armonica. Abbiamo visto inoltre come, in questi soggetti, l'udito alle basse

frequenze venga “migliorato” in presenza di onde RF portanti di frequenza maggiore a

30 MHz. Barnes sostiene che se l'Hum fosse di natura puramente infrasonica saremmo a

conoscenza di questo fenomeno da sempre, almeno nelle zone costiere e di montagna.

Anche se è stato dimostrato che in presenza di Hum sono sempre presenti degli

infrasuoni, è evidente che c'è dell'altro; quindi, per verificare una relazione tra la

percezione dell'Hum e la possibile influenza sull'udito delle onde radio, decide di

cercare una relazione tra i luoghi e limitrofi trasmettitori radio e TV.

Barnes afferma che esiste una vasta letteratura scientifica che tratta degli effetti

biologici delle radiazioni elettromagnetiche, che sono reali e significanti (molto

materiale è raccolto da Henry Lai su energyfields.org); alcuni studi ipotizzano anche

collegamenti con patologie gravi come i tumori.

Nella ricerca di nuovi meccanismi per spiegare questi sottili effetti biologici dovuti alle

radiazioni, Smith (2001, 2004) e altri (Pitkanen 2006) hanno recentemente discusso il

fenomeno di “memoria dell'acqua” 11.

________________________________________________________11 La “memoria dell'acqua” è la presunta possibilità dell'acqua di mantenere la memoria del DNA delle

sostanze con cui viene in contatto. Nel 2011 il premio nobel francese Luc Montagnier (lo stesso che

scoprì nel 1983 il virus dell'HIV) ha pubblicato sulla rivista scientifica “Journal of Physics” il suo articolo

“DNA, waves and water” (assieme, tra gli altri, agli italiani Emilio Del Giudice, fisico teorico

dell'Università di Milano e Giuseppe Vitiello, fisico teorico dell'Università di Salerno) nel quale viene

illustrato come alcune sequenze di DNA indurrebbero dei presunti segnali elettromagnetici di bassa

frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali manterrebbero poi "memoria" delle

caratteristiche del DNA stesso. L'esperimento è stato poi riprodotto con esiti positivi anche in altri

laboratori nel mondo. Questo fenomeno avviene solamente in presenza di “rumore elettromagnetico”,

cioè in presenza di radiazioni elettromagnetiche esterne come quelle naturale (Schumann) e ovviamente

anche a quelle di origine antropogenica.

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Un semplice esperimento che comprende un solenoide e un toroide collegati in serie, ha

dimostrato che quando il potenziale magnetico A e il campo magnetico B sono in

direzioni opposte (differenza di fase ∆ ϕ = 180° = π rad), si verifica la condizione

migliore, per la determinata frequenza, di essere impressa in acqua posta nelle

vicinanze; mentre quando il potenziale magnetico A e il campo magnetico B sono

paralleli (differenza di fase ∆ ϕ = 0°), questo effetto non si verifica.

Smith (2001) vede la cancerogenesi associata ai campi elettromagnetici come un sottile

effetto biologico relativo all'effetto Aharonov-Bohm 12.

Evans (2004) ha sottolineato l'importanza dell'effetto Aharonov-Bohm nelle tecnologie

radar e di segnalazione ed è convinto che l'effetto stesso sia responsabile di alcuni effetti

delle radiazioni da un punto di vista fisiologico umano ed animale.

Inoltre, se l'ipotesi di Batteaus (1968) sul funzionamento dei nervi si rivela corretta,

allora il potenziale magnetico A, con la sua capacità di turbare la funzione d'onda degli

elettroni a distanza, può essere in grado di influenzare direttamente nervi e tessuto

cerebrale.

Barnes è d'accordo con gli esperimenti di Smith, che sembrano dimostrare una

manifestazione dell'effetto Aharonov-Bohm. Ad esempio, la radiazione elettromagnetica

(campo magnetico B + campo elettrico E) irradiata da un trasmettitore, avrà a che fare

con l'indice di rifrazione e si propagherà alla velocità della luce nell'aria; ma il

potenziale magnetico vettoriale A (campo A), seguendo l'effetto di Aharonov-Bohm,

non interagisce con la materia e quindi si propaga alla velocità della luce nel vuoto.

________________________________________________________12 L'effetto Aharonov-Bohm è stato scoperto da Yakir Aharonov e David Bohm nel 1959, trenta anni dopo

la formulazione della meccanica quantistica. Nonostante la sua veridicità fosse accettata da tempo, la sua

conferma sperimentale e definitiva è avvenuta molto più recentemente, nel 1998, grazie agli esperimenti

fatti da Akira Tonomura.

Si tratta di un fenomeno di meccanica quantistica in cui una particella carica è influenzata da campi

elettromagnetici in regioni in cui tali campi sono nulli. In generale, la conseguenza profonda degli effetti

di Aharonov-Bohm è che il concetto del campo elettromagnetico classico che agisce localmente su una

particella non è sufficiente per predire il suo comportamento quantistico.

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A 5 km di distanza da un trasmettitore VHF FM a 100 MHz, ci sarà quindi una

differenza di tempo di transito tra il campo A e il campo B di 5 ns, sulla base di valori

standard per l'indice di costante dielettrica e rifrazione dell'aria.

A 100 Mhz, questa distanza o ritardo rappresenta uno sfasamento ∆ ϕ = 180° = π rad:

secondo gli esperimenti di Smith questa sarebbe la condizione ideale, per questa

frequenza, di essere impressa in qualsiasi acqua presente, come ad esempio un tessuto

vivente: l'effetto della radiazione sarebbe massimizzato.

L'ipotesi presentata da Barnes è che dovrebbe essere ragionevole aspettarsi un effetto

simile non solo a differenza di fase ∆ ϕ = π rad tra A e B, ma anche a multipli interi

dispari.

La banda di frequenza 70 – 130 MHz coprirebbe le deviazioni standard come

rappresentato dai dati di Smith: in Gran Bretagna le trasmissioni VHF FM possono

essere effettuate ovunque nella banda 88 – 108 MHz.

Nel suo studio del 2000 “Childhood cancer incidence in the vicinity of the Sutro Tower,

San Francisco”, il Dr. Neil Cherry ha analizzato l'incidenza di cancri e leucemie attorno

alla Sutro Tower di San Francisco. Non è il primo studio effettuato sulla coincidenza tra

vari casi di tumori, soprattutto in soggetti giovani quindi più improbabili, e la presenza

di questa torre alta 297.8 metri (ma posizionata sul Monte Sutro, alto 277 metri) che

dagli anni '70 fornisce copertura radio e TV alla Baia di San Francisco.

Mentre ci si aspetterebbe un decremento dei casi di cancro con l'aumentare della

distanza dal trasmettitore, Cherry dimostra con i dati ottenuti che i “focolai” di cancro

coincidono con le distanze radiali dei lobi dell'antenna.

Si può notare un incremento dei casi cancro a 0.9, 2.6, 4.3 e 6.3 km dal trasmettitore.

Gli attuali canali UHF in uso dal trasmettitore Sutro sono UHF 32, 44, 60 e 66, che

corrispondono a una frequenza minima di 560 MHz ed una massima di 834 MHz.

Questi picchi, a parere di Barnes, sono una probabile conseguenza degli effetti biologici

dell'effetto di Aharonov-Bohm quando, per le frequenze dei segnali trasmessi dalla

torre, la differenza di fase tra A e B è ∆ ϕ = n π rad dove n è un numero intero e dispari.

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Metodo per la previsione dei luoghi con Hum

I risultati discussi sopra sono talmente impressionanti che Barnes decide di verificare se

la stessa logica di calcolo per l'esposizione a onde elettromagnetiche e conseguente

fattore di rischio cancerogeno può essere applicata per la previsione esatta dei luoghi

dove l'Hum sarà percepito più forte e dove, invece, non sarà per niente percepito o per

lo meno in maniera minore.

La strategia della previsione, ovviamente, è di calcolare le esatte distanze dai

trasmettitori conosciuti in cui ci si aspetta che la differenza di fase tra il potenziale

magnetico A e il campo magnetico B sia ∆ ϕ = n π rad (dove n è un numero intero e

dispari), sulla base della frequenza di trasmissione e del percorso di propagazione.

Il metodo si basa semplicemente sul calcolo in accordo con Smith, considerando che il

campo B è affetto dall'indice di rifrazione e dalla costante dielettrica del percorso di

propagazione, mentre il campo A si propaga alla velocità della luce nel vuoto.

Le distanze, calcolate da diverse torri antenna tra cui un trasmettitore TETRA, due

GSM 900 MHz, un GSM 1800 MHz e un trasmettitore TV UHF situato assieme a un

VHF FM e DAB, sono state segnate con dei cerchi concentrici sulla carta topografica

dell'Istituto Geografico Militare e un numero di siti raggiungibili in auto è stato scelto.

Sono stati selezionati:

– sette siti a distanze dal trasmettitore TETRA in cui si calcolava una differenza di

fase tra A e B ∆ ϕ = π rad e altri cinque dove si calcolava ∆ ϕ = 3 π rad;

– cinque siti a distanze dal trasmettitore GSM 900 in cui si calcolava una

differenza di fase tra A e B ∆ ϕ = π rad e altri tre dove si calcolava ∆ ϕ = 3 π rad;

– tre siti a distanze dal trasmettitore GSM 1800 in cui si calcolava una differenza

di fase tra A e B ∆ ϕ = 3 π rad, ma non è stato possibile avvicinarsi abbastanza al

trasmettitore in auto per raggiungere un sito dove si calcolava ∆ ϕ = π rad;

– sette siti a distanze dal trasmettitore TV 100 KW UHF a Llandonna, sull'isola di

Anglesey, in cui si calcolava una differenza di fase tra A e B ∆ ϕ = n π rad, dove

n è 9, 11 o 13;

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– Infine sono stati scelti altri tre siti con una relazione di fase casuale per tutti i

trasmettitori in questione, pur cercando di restare in linea visiva con alcuni o

tutti i trasmettitori.

Scegliendo ogni sito si è fatta attenzione ad accertarsi che la zona fosse, nei limiti del

possibile, libera da altre sorgenti di segnali UHF e microonde.

Uno studio del genere è possibile solamente in una regione semi-rurale come il nord del

Galles, poiché altre aree sono altamente popolate con torri di comunicazione e

trasmissione di tutti i tipi.

E' doveroso segnalare che tutti i siti sono entro 15 km dal trasmettitore a onde medie a

10 KW di Radio Wales 882 kHz e dev'essere tenuto conto però che a questa distanza ci

dovrebbe essere un angolo di fase minimo tra il potenziale A e il campo B.

Il numero a sei cifre, rappresentante la posizione nella carta topografica dell'Istituto

Geografico Militare, è stato registrato per ogni sito e ogni trasmettitore.

Tutti luoghi si possono trovare sulla mappa “Landranger”, foglio 115, ovvero

“Snowdown” e zona circostante.

Questi i riferimenti sulla mappa:

TETRA → 579711

GSM 900 (1) → 570718

GSM 900 (2) → 579711

GSM 1800 → 581712

UHF TV → 583806 (situato assieme a VHF FM e DAB)

AM 882 Khz → 632805

Esperimento

Tutti gli esperimenti sono stati effettuati la stessa notte, nel gennaio 2007.

Le condizioni atmosferiche erano calme e asciutte e la temperatura era di circa 7°

Celsius.

L'Hum veniva percepito da Barnes nella sua abitazione prima di salire in macchina.

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Il livello di percezione dell'Hum nei vari siti è stato descritto da Barnes e dalla moglie

con un numero in scala da 0 a 10, dove 0 equivale a nessun Hum percepito e 10 all'Hum

più forte mai percepito.

Tutti gli esperimenti sono stati effettuati registrando il livello di percezione dell'Hum

all'interno dell'auto parcheggiata, con il motore spento; nessuna registrazione è stata

fatta in vicinanza di veicoli in transito.

Vediamo i risultati dell'esperimento nella tabella sottostante.

La colonna 1 della tabella mostra il riferimento del luogo sulla carta topografica

dell'Istituto Geografico Militare.

La colonna 2 mostra la relazione di fase tra il potenziale A e il campo B per ogni sito.

La colonna 3 mostra il tipo di trasmettitore dal quale è stata calcolata la distanza per

soddisfare le condizioni della colonna 2.

La colonna 4 mostra il livello soggettivo di percezione dell'Hum in ogni sito e la media

per ogni zona.

La colonna 5 è la colonna dei commenti: LOS sta per “line of sight”, in linea visiva con

il trasmettitore; NLOS sta per “not line of sight”, non in linea visiva con il trasmettitore.

Risultati

Riferimenti

sulla mappa Differenza di fase tra A e B Trasmettitore Intensità dell'Hum Commenti

573719 ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 10 LOS

578727 ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 10 LOS

586726 ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 10 LOS

593717 ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 8 NLOS

591706 ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 8 NLOS

583700 ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 8 LOS

568706 ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 7 NLOS

MEDIA ∆ ϕ = 180° = π rad TETRA 8.71

618712 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad TETRA 10 LOS

614697 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad TETRA 10 LOS

607687 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad TETRA 4 NLOS

598680 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad TETRA 10 LOS

78

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Conservatorio C. Pollini di Padova Luca Rizzardi – The Hum

548692 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad TETRA 10 LOS

MEDIA ∆ ϕ = 540° = 3 π rad TETRA 8.8

577715 ∆ ϕ = 180° = π rad GSM 900 6 NLOS

573713 ∆ ϕ = 180° = π rad GSM 900 6 LOS

584706 ∆ ϕ = 180° = π rad GSM 900 8 LOS

568706 ∆ ϕ = 180° = π rad GSM 900 8 LOS

573719 ∆ ϕ = 180° = π rad GSM 900 10 LOS

MEDIA ∆ ϕ = 180° = π rad GSM900 7.6

591718 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM900 9 LOS

588720 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM900 6 LOS

565708 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM900 6 LOS

MEDIA ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM900 7

585713 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM1800 6 LOS

568706 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM1800 8 LOS

571713 ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM1800 4 LOS

MEDIA ∆ ϕ = 540° = 3 π rad GSM1800 6

588716 ∆ ϕ = n π rad UHF TV 8 LOS

579715 ∆ ϕ = n π rad UHF TV 6 NLOS

574716 ∆ ϕ = n π rad UHF TV 6 NLOS

573719 ∆ ϕ = n π rad UHF TV 10 LOS

567717 ∆ ϕ = n π rad UHF TV 4 LOS

555718 ∆ ϕ = n π rad UHF TV 8 NLOS

544726 ∆ ϕ = n π rad UHF TV 10 LOS

MEDIA ∆ ϕ = n π rad UHF TV 7.4

597710 CASUALE NO LOS 0

605706 CASUALE NO LOS 2

557712 CASUALE NO LOS 0

557704 CASUALE LOS ALL 0

Si può vedere come in tutti i siti con una relazione di fase tra A e B ∆ ϕ = n π rad (dove

n è un multiplo intero dispari) si manifesti una percezione dell'Hum più o meno forte,

come previsto dall'ipotesi iniziale.

79

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Inoltre si può notare come soggettivamente TETRA e TV 100 KW UHF siano collegati

ad una maggiore percezione dell'Hum, seguiti dal GSM 900 e infine dal GSM 1800.

Si può vedere inoltre che i livelli soggettivi di percezione dell'Hum non sono dipendenti

dalla forza del campo elettromagnetico: spostandosi da un sito con ∆ ϕ = π rad a uno

con ∆ ϕ = 3 π rad, triplica la distanza dal trasmettitore e l'elettromagnetismo classico

prevederebbe una diminuzione del campo a 1/9 della sua forza iniziale, invece il livello

di percezione dell'Hum rimane inalterato o addirittura aumenta.

Si nota infine come i siti che non soddisfano i criteri di Aharonov-Bohm non abbiano

apparentemente le potenzialità per causare una forte percezione dell'Hum, nemmeno

quando si trovano in linea visiva con il trasmettitore.

Conferma della maggior parte dei meccanismi di percezione dell'Hum

Come precedentemente scoperto da Barnes, la percezione dell'Hum richiede la presenza

di frequenze infrasoniche precise. Effetti quantistici biologici richiederebbero invece

una precisa forza dei campi magnetici.

Alcuni scienziati contemporanei vedono certe proteine e certi segmenti di acido

nucleico delle cellule biologiche come dei superconduttori a temperatura ambiente che

quindi, in certe circostanze, potrebbero comportarsi come delle giunzioni Josephson

(Del Giudice 1989, Smith 2004).

Queste giunzioni Josephson sono utilizzate negli SQUID (Superconducting Quantum

Interference Devices), magnetometri estremamente sensibili utilizzati per misurare

campi magnetici poco intensi, come quelli generati dalle onde cerebrali.

Questi studi e gli esperimenti appena descritti portano Barnes a seguire la pista del

rilevamento biologico dell'Hum, anche se non è stato possibile localizzare dove questo

rilevamento avviene.

Conclusioni

Da questo studio Barnes trae le seguenti conclusioni:

– il criterio di Aharonov-Bohm, studiato precedentemente da Smith per quanto

80

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concerne l'imprinting di frequenze elettromagnetiche nella memoria dell'acqua,

per il quale la differenza di fase tra il potenziale A e il campo B dev'essere ∆ ϕ =

π rad, potrebbe essere esteso ai casi in cui la differenza di fase è ∆ ϕ = n π rad,

dove n è un numero intero e dispari;

– questo criterio è stato utilizzato da Barnes per prevedere i siti precisi dove l'Hum

sarà percepito a livelli massimi, in presenza di un campo di onde medie e di

infrasuoni;

– il tipo di trasmissione digitale a 400 MHz conosciuto come TETRA

sembrerebbe, secondo Barnes, avere una maggiore capacità di produrre l'effetto

Hum, seguito dal trasmettitore TV UHF a 500 – 800 MHz, GSM 900 MHz e

infine GSM 1800 MHz;

– la percezione soggettiva dell'Hum è causa di un effetto biologico non lineare nei

punti in cui i campi UHF/microonde, in un'appropriata relazione di fase tra A e

B, non sembrano seguire la classica legge di attenuazione

dell'elettromagnetismo. Dobbiamo ricordarci però che un forte campo di onde

medie è richiesto per la percezione dell'Hum e che tutti i siti erano solamente a

qualche decina di lunghezze d'onda di distanza rispetto al trasmettitore di onde

medie a 882 KHz (lunghezza d'onda = 340 m) di Penmon, ngr 632805.

– La rilevazione biologica dell'Hum potrebbe coinvolgere un equivalente

biologico delle giunzioni Josephson.

3.1.3 – Collegamento tra il fenomeno Hum e le correnti di terra

(Da “The Hum, a feature of infrastructure, a radical new explanation based on World power grid

interactions as to why it was reported in the UK some twenty years before the US; derived from spectral

analysis of ground currents, Bangor as an example.” Di Dr Chris Barnes Bangor Scientific

Consultants)

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, esiste uno stretto legame tra i fenomeni

elettromagnetici presenti sulla litosfera e quelli presenti sulla ionosfera e sulla

magnetosfera terrestre.

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Seguendo le ipotesi di chi collega la responsabilità del fenomeno alla rete elettrica e ad

altri fenomeni elettromagnetici, Barnes decide di effettuare delle misurazioni delle

correnti di terra nei momenti in cui l'Hum era percepibile e nei momenti in cui non lo

era, per registrare eventuali collegamenti tra l'intensità del fenomeno e il

comportamento di queste correnti.

L'ipotesi di Barnes è che l'Hum compaia e scompaia a seconda delle condizioni della

ionosfera e di generali condizioni geomagnetiche.

Per misurare le ground currents basterebbe piazzare due elettrodi nel terreno, ma il

segnale ricevuto dipenderebbe dall'umidità dello stesso e a basse frequenze ci

potrebbero essere problemi con la polarizzazione degli elettrodi.

Una volta l'impianto elettrico domestico veniva messo a terra utilizzando i tubi del gas,

mentre ora, nelle abitazioni moderne, si realizza un apposito impianto di terra. Barnes

vive in una vecchia abitazione ed il vecchio impianto di terra nei tubi del gas era

inutilizzato, quindi ha collegato una “earth loop antenna” 13 tra questo vecchio impianto

e un cavo di terra di un un palo del telefono situato da un'altra parte dell'abitazione.

Né l'antenna, né il PC erano collegati alla rete elettrica, di conseguenza non ci si

aspetterebbe di trovare nelle misurazioni forti correnti legate ai 50 Hz della rete.

I segnali sono stati registrati con la scheda audio standard del PC e “Spectrum Lab

Software”, un ottimo software per visualizzare l'FFT in real time.

Dopo aver testato il funzionamento delle apparecchiature registrando un “whistler”

(fenomeno elettromagnetico a bassa frequenza legato a eventi atmosferici), Barnes

effettuò le registrazioni tra il 10 e l'11 settembre 2011, quando l'Hum veniva percepito

costantemente, in altri momenti quando compariva e scompariva ed infine quando

sembrava cessato del tutto.

________________________________________________________13 Una loop antenna è un'antenna composta da anelli di conduttore. Esistono due tipi di loop antenna: la

“small loop” o “magnetic loop” (di una lunghezza 1/10 o meno della lunghezza d'onda, di bassa

efficienza, utilizzata per la ricezione di basse frequenze) e la “resonant loop” (più grandi ed efficienti, con

una circonferenza uguale circa alla lunghezza d'onda).

82

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Vediamo qui sotto, in Figura 21, una registrazione dell'11 settembre in assenza di Hum:

si vedono chiaramente numerose armoniche dei 50 Hz della rete elettrica, ma nient'altro

da segnalare.

In Figura 22 invece, vediamo una registrazione del 10 settembre in presenza di forte

Hum: oltre alle armoniche della rete elettrica si vedono chiaramente dei segnali

intermittenti a varie frequenze tra cui 10, 20, 30, 50, 60 Hz. La maggior parte di questi

segnali sembra variare in ampiezza e frequenza.

Lo studio delle reti di trasmissione come sistemi trasmettenti e riceventi o antenne non è

nuovo, ma risale addirittura agli anni '20 (Beverage 1923). Secondo Barnes le due reti di

distribuzione e le loro rispettive armoniche si potrebbero modulare a vicenda per via di

una interazione non lineare nello spazio, oppure ci potrebbe essere una ricezione diretta

da parte di una rete dei segnali dell'altra e viceversa e/o questi segnali o le pulsazioni

ULF che eccitano da processi non lineari nello spazio, nella forma di correnti di terra,

83

Figura 21: Misurazione delle ground currents presso l'abitazione di Barnes in assenza di Hum

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potrebbero interagire con materiali e rocce con proprietà piezoelettriche 14 nella litosfera

terrestre, producendo delle vibrazioni e quindi l'Hum.

Molte delle aree più famose per il fenomeno Hum come Taos, Kokomo, Bristol e

Auckland, hanno caratteristiche geologiche compatibili con questa ipotesi perché ricche

di quarzo (che è comunque il minerale più diffuso nella crosta terrestre, circa 12% del

suo volume) ed altri minerali con proprietà piezoelettriche.

________________________________________________________14 Un materiale piezoelettrico è un materiale che ha la proprietà di generare una carica elettrica quando è

sottoposto ad uno stress meccanico. Al contrario, una deformazione meccanica avviene quando gli si

applica un campo elettrico. Questo effetto si forma nei cristalli che non hanno un centro di simmetria.

I cristalli piezoelettrici si curvano in modi differenti in reazione alle diverse frequenze. Questa curva si

chiama modo di vibrazione.

Un gruppo importante di materiali piezoelettrici è quello delle ceramiche. Si utilizzano le ceramiche per

produrre dei risuonatori, dei filtri passa banda, altri tipi di filtro. Anche il famoso piezo delle chitarre!

84

Figura 22: Misurazione delle ground currents presso l'abitazione di Barnes in presenza di Hum

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Secondo questa teoria di Barnes quindi, la causa dell'Hum potrebbe essere riconducibile

al comportamento delle correnti di terra: queste correnti potrebbero trasformarsi in

vibrazioni grazie alle proprietà piezoelettriche di alcuni materiali presenti sulla crosta

terrestre.

Queste vibrazioni del terreno potrebbero creare un effetto di risonanza all'interno delle

abitazioni ed essere così percepibili per individui particolarmente sensibili.

L'andamento pulsante dell'Hum, descritto dagli hummers come una pulsazione nel range

0.2 – 5 Hz, coinciderebbe perfettamente con il range delle fluttuazioni delle PC1

(Pulsazioni Continue), uno dei tipi di fluttuazioni del campo magnetico terrestre.

3.1.4 – Collegamento tra il fenomeno Hum e le correnti nella ionosfera

(Da “The Hum Intensity in dependence on electrojet indices from personal observation” Di Dr C. Barnes

and Bangor Scientific Consultants)

Dopo aver dimostrato un plausibile collegamento tra le correnti di terra e l'intensità

dell'Hum, Barnes dimostra un chiaro collegamento anche con le correnti elettriche

presenti nella ionosfera, le cosiddette “electrojets”.

Per cortesia del Finnish Meteorological Institute, Barnes viene in possesso dei plots

della monitorizzazione delle correnti della ionosfera, da confrontare con i dati raccolti

dallo stesso Barnes relativi al comportamento dell'Hum nel tempo. L'ipotesi è che

queste correnti siano più facilmente modulabili quando sono di minore intensità e di

conseguenza avremo la massima radiazione artificiale, la massima presenza di correnti

telluriche, il massimo effetto magneto-sismico, quindi la massima intensità dell'Hum.

Mentre quando le correnti della ionosfera saranno “larghe” e sbilanciate avremo naturali

infrasuoni, naturale attività sismica, naturali correnti telluriche e Hum lieve o assente.

Come detto le electrojets sono correnti elettriche che viaggiano sulla ionosfera terrestre,

trasportate principalmente da elettroni tra i 100 e i 150 km di altitudine. Ci sono due

electrojets: una scorre sopra l'equatore magnetico (Equitorial Electrojet), l'altra sopra i

circoli polari artico e antartico (Auroral Electrojet).

85

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Il Finnish Meteorological Institute fornisce un sito web dove rende disponibili i dati di

calcolo delle magnitudini di varie componenti delle Auroral Electrojet, provenienti da

una catena di magnetometri.

Le Figure 23, 24, 25 e 26 presentano alcuni dei plots del FMI comparati con le note del

diario dove Barnes annota dati relativi alla percezione dell'Hum giorno per giorno.

I dati sono relativi al periodo tra fine 2010 e agosto 2011.

I risultati della comparazione tra le electrojets e gli appunti del Dr. Barnes sono

significativi: quando IL (blu) e IU (rossa) sono vicine allo 0 e quindi vicine tra di loro,

l'Hum è al massimo. Al contrario, quando IL ha valori molto negativi o IU è positiva

l'Hum è assente (o è debole).

86

Figura 23: “March 1st 2011: Hum at 3-30 am and 8am”

Figura 24: “April 8th 2011: 5a.m. Powerful Hum”

Figura 25: “April 18th 2011: Bad hum from midnight less after 6am”

Figura 26: “July 27th 2011: No Hum, a pleasure to be in bed!”

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3.1.5 – Tre tipi di Hum

(da “Three Hums, the last link in the chain, tying yours down! Firsthand experiences combined with

anecdotal clues have lead to scientific measurement. Most modern Hums are type 3 i.e. electricity

transmission network related.” Di Dr C. Barnes and Bangor Scientific Consultants)

Il termine “Hum” viene utilizzato per descrivere un rumore fastidioso, prevalentemente

notturno, che viene percepito da una piccola percentuale della popolazione in molti

luoghi sparsi per il pianeta, ma che è difficile (in certi casi impossibile) registrare con

apparecchiatura audio.

Il fatto che il termine non indichi un fenomeno noto e ben definito, implica che si

possano chiamare con lo stesso nome fenomeni con origini in realtà diverse.

Barnes infatti sostiene che esistano tre tipi di Hum.

I primi Hum, chiamati “Hummadruz”, risalgono alla rivoluzione industriale ed erano

descritti come uno sciame di api in lontananza, solitamente uditi all'alba o al tramonto e

sono con tutta probabilità riconducibili a rumori industriali a bassa frequenza che si

propagano quindi anche a lunghe distanze.

Questa sembra la spiegazione più semplice, ma francamente se fosse tutto qui, i casi

potrebbero venire tutti risolti effettuando delle rilevazioni acustiche e infrasoniche e

spesso la sorgente del rumore sarebbe localizzata.

Barnes sostiene che il famoso Windsor Hum potrebbe essere di tipo 1: il rumore

potrebbe provenire da Zug Island, un'isola della confinante Detroit pesantemente

industrializzata, dove hanno sede raffinerie di petrolio e acciaierie.

In effetti Zug Island è il primo nella lista dei sospettati degli abitanti di Windsor, che

lamentano un rumore ed una vibrazione talmente forte da far tremare le finestre.

Attualmente è in corso un “fund raising” per la realizzazione di un documentario

inchiesta (ad oggi sono stati raccolti circa 10000 su 15000 $ di obiettivo).

L'Hum di tipo 2 è simile al tipo 1 ma solitamente di origine più locale e di frequenza

più bassa. Gli Hum di tipo 2 sono i più semplici da individuare. Secondo Barnes il 16 –

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30 % dei casi di Hum sono di tipo 2. Un perfetto esempio è quello del Kokomo Hum

(che tratteremo in seguito), dove segnali audio a 36 Hz provenienti da una torre di

raffreddamento e dei segnali infrasonici a 10 Hz creati da due compressori, creavano dei

battimenti generando questo Hum “pulsante”, descritto come un motore al minimo e

difficilmente bloccato con delle semplici cuffie.

Alcuni casi di Hum di tipo 1 o 2 sono stati risolti, come nel caso dell'Hum delle Hawaii,

causato dagli infrasuoni provenienti da un vulcano, che venivano percepiti anche a

decine di chilometri di distanza.

L'Hum di tipo 3 è certamente il più misterioso. Probabilmente il famoso Taos Hum è di

tipo 3. Le caratteristiche principali sono la difficile tracciabilità e la difficoltà a

registrarlo. Le esperienze personali di Barnes e le testimonianze ed esperienze note di

altri hummers hanno portato ad una serie di misurazioni scientifiche più accurate che

confermano il coinvolgimento di fenomeni acustici ed elettromagnetici di probabile

origine antropogenica.

Barnes crede anche che in certe condizioni il tempo meteorologico spaziale, in

particolare le posizioni dello strato D e dello strato E sporadico della ionosfera, potrebbe

essere rilevante per una maggiore percezione dell'Hum di tipo 3.

A differenza degli Hum di tipo 1 e 2, quello di tipo 3 è un fenomeno magneto-acustico.

3.2 – Studi e pubblicazioni sul Kokomo Hum

Kokomo è una cittadina americana di circa 46000 abitanti resa celebre dal Kokomo

Hum.

In risposta a 126 segnalazioni di cittadini che denunciavano il problema, le istituzioni

locali hanno commissionato alla Acentech Inc., società di consulenza che lavora

nell'ambito dell'acustica, un lavoro di ricerca sulla causa del Kokomo Hum.

Studio dell'ambiente acustico di Kokomo

(Da “The Kokomo Hum Investigation”, Acentech Project No. 615411 di James P. Cowan,

INCE.Bd.Cert.)

88

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Sono state effettuate delle misurazioni acustiche con un registratore Racal-Heim A-80 a

16 canali e dei microfoni a condensatore Bruel & Kjaer 4176 e 4145: questi microfoni

sono considerati molto accurati anche sotto i 5 Hz.

Le vibrazioni del terreno invece sono state misurate con un accelerometro sismico

Wilcoxon model 731.

Il primo passo è stato misurare le vibrazioni del terreno in 12 luoghi scelti tra quelli

delle denunce, ottenendo però un risultato negativo. In tutti i luoghi la vibrazione era

più di dieci volte sotto la soglia minima per la percezione, compresi i luoghi dove i

residenti denunciavano di percepire una vibrazione durante la registrazione.

Successivamente sono state effettuate le misurazioni acustiche: sono state misurate delle

pressioni sonore a 10 Hz e a 36 Hz in diverse abitazioni dove i residenti avevano

presentato dei sintomi. Questi segnali erano 20 dB o più al di sopra del rumore di fondo.

La sorgente del tono a 10 Hz è stata localizzata nella struttura della Haynes

International, nello specifico in un compressore d'aria di aspirazione all'interno

dell'edificio R1. Tre compressori, uno nel lato est dell'edificio e due nel lato ovest,

emettevano lo stesso suono. La Figura 27 mostra lo spettro misurato a 10 piedi (3

metri) dal compressore, al confine della proprietà a 200 piedi (61 metri) e in una

residenza a 3000 piedi (915 metri).

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Figura 27: Emissioni acustiche del compressore della Haynes International misurate a varie distanze

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La sorgente del tono a 36 Hz invece è stata localizzata negli impianti di colata della

Daimler Chrysler, nello specifico in una torre di raffreddamento montata sul tetto

dell'edificio C.

La Figura 28 mostra lo spettro misurato a 10 piedi (3 metri) dalla torre e in strada, a

1000 piedi (305 metri) di distanza.

I proprietari di queste strutture si stanno adoperando per ridurre i livelli di queste

emissioni. Dopo che questo sarà fatto (e verificato da misurazioni) starà alla comunità

degli Hummers verificare se queste erano le cause del Kokomo Hum.

Studio dell'ambiente elettromagnetico di Kokomo

(Da “RF Radiation Measurements in Selected Locations In Kokomo, Indiana” di Bill P. Curry, Ph.D.

and Gretchen V. Fleming, Ph.D.)

Successivamente allo studio dell'ambiente acustico, la EMSciTek si è occupata della

misurazione delle radiazioni RF e del campo elettrico e magnetico a bassa frequenza di

Kokomo.

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Figura 28: Emissioni acustiche della torre di raffreddamento della Daimler Chrysler misurate a varie distanze

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La misurazione è stata effettuata in quattro luoghi, con l'intento di determinare se e quali

tipi di radiazioni nell'area di Kokomo potrebbero essere percepite come suono dai

residenti per via dell'effetto Frey.

I sintomi denunciati dai residenti, oltre alla percezione di rumore a bassa frequenza e

vibrazioni, comprendevano anche mal di testa, nausea, insonnia ed altri sintomi

comparabili anche con la sindrome da elettroipersensibilità.

La zona di Kokomo ha un ambiente elettromagnetico complesso, nonostante non sia una

grande città. Vediamone alcuni aspetti: dal 1990 sono state erette in città o nelle

vicinanze almeno 18 torri per comunicazione cellulare o PCS (Personal

Communications System).

La trasmissione telefonica wireless digitale della Nextel si trova in una regione dello

spettro adiacente ad altri sistemi radio vicino alla frequenza di 858 MHz.

Tutti gli altri servizi telefonici wireless di Kokomo utilizzano frequenze in un'altra

regione (1900 – 2000 MHz).

In più troviamo altri sistemi di radiocomunicazione RF utilizzati dalla polizia, dai civili

e dagli uffici commerciali.

La stazione TV di Kokomo WTTK opera nel range di frequenza 560 – 566 MHz, ad

un'effettiva potenza irradiata (ERP) di 3.09 MW.

Inoltre troviamo una stazione radio AM a sud di Kokomo che opera a 5 kW di potenza e

tre stazioni FM: il trasmettitore WIWC opera sui 91.7 MHz a 2.1 kW, il trasmettitore

WZWZ opera sui 92.5 MHz a 6 kW e la più potente, la stazione WWKI, opera sui 100.5

MHz a 50 kW. Tutte operano a uguale polarizzazione sia verticale che orizzontale.

L'ambiente RF è complicato ancora di più dagli impianti radar dell'aeroporto, l'ASR-9,

che opera nel range 2.7 – 2.9 GHz a 2.76 GW.

Inoltre c'è una vicina stazione LORAN-C che produce forti campi RF a terra che

possono viaggiare per centinaia di chilometri con piccole attenuazioni. Tutte le stazioni

LORAN-C operano a 100 kHz e questa stazione emette pulsazioni con un livello di

picco di 400 kW.

Il campo RF a Kokomo generato dal LORAN-C è comparabile con quello delle antenne

del cellulare, per cui verrano considerate le potenziali conseguenze di un mix di questi

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campi, processo chiamato “intermodulazione”.

Prendiamo come esempio le misurazioni effettuate nel primo dei quattro luoghi, al 3030

Terrace Drive (Figura 29 e 30).

92

Figura 29: Spettrogramma pulsante misurato al 3030 Terrace Drive

Figura 30: Spettro delle RF misurato al 3030 Terrace Drive

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Lo studio ha concluso che:

– La sorgente più forte di onde RF è la stazione Nextel, con frequenze nel range

858 – 859 MHz.

Questi segnali sono 10 – 20 dB più forti di quelli nel range 1900 – 2000 MHz in

tutti i luoghi delle misurazioni.

– Un'altra sorgente di RF molto forte è la stazione radio AM WIOU.

La forza del campo elettrico generato da questa stazione è doppia rispetto alla

maggior parte delle altre stazioni radio. In tre dei quattro luoghi dove sono state

effettuate le rilevazioni c'erano discreti campi irradiati dalle linee telefoniche,

dalle reti elettriche delle abitazioni e dai cavi CATV.

Il campo di questa stazione radio è abbastanza forte da aumentare d'intensità i

campi delle altre sorgenti di segnale pulsante e il campo risultante sarà

trascurabilmente diverso in frequenza, ma la pulsazione sarà quella della

sorgente originaria.

– Le misurazioni del campo RF a banda larga e della sua densità di potenza

mostrano segnali pulsanti in tutti i luoghi.

I sistemi di telefonia mobile che abbiamo analizzato sono sorgenti di segnale

pulsante. La tecnica di multiplazione TDMA (Time Division Multiple Access)

utilizzata produce delle pulsazioni a frequenze diverse: queste pulsazioni, se

percepite come suono, sono nella gamma alta di diversi kHz, altre nella gamma

bassa di qualche Hz.

– Nessuno di questi segnali RF però raggiunge la soglia di energia prevista per il

meccanismo di termoespansione dell'effetto auditorio delle microonde, ma la

possibilità di partecipazione subtermica non può essere scartata, in accordo con

il noto ricercatore Allan Frey. Se l'apertura della barriera emato-encefalica

causata dall'assorbimento delle radio frequenze gioca un ruolo nel processo di

trasduzione elettro-acustica, allora i livelli di radiazione misurati potrebbero

essere sufficienti per causare percezioni uditive.

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3.3 – Studi e pubblicazioni del Prof. Tom Moir

(Da “The hum” Di Tom Moir, IIMS NEWS)

Il Dr. Tom J. Moir dell'Università di Auckland, Nuova Zelanda, è venuto in contatto con

il fenomeno Hum a seguito di una segnalazione da parte di una donna che denunciava

un rumore apparentemente inspiegabile in casa sua.

Un elettricista era già stato nell'abitazione per effettuare un controllo ma, non avendo

trovato un'apparente causa, aveva consigliato alla donna di contattare l'Università di

Auckland.

Il pomeriggio stesso Tom Moir ed il suo collega Dr. Fakhrul Alam visitarono la casa

signora, che riferiva di sentire questo inquietante rumore in particolare di notte e nelle

prime ore del mattino, quando il rumore del traffico all'esterno era minimo.

Prima di effettuare qualsiasi misurazione, Moir chiese alla donna di effettuare un

accertamento medico sullo stato del suo udito e quando, qualche settimana dopo, la

donna dimostrò di non avere nessun problema uditivo, si ripresentò presso la sua

abitazione verso le 21 con un suo studente, credendo che lui avrebbe potuto sentire il

rumore data la giovane età e l'ottimo udito.

Nessuno dei due riusciva a sentirlo.

Provarono ad effettuare una registrazione e il giorno dopo la analizzarono.

Risultato: solo del rumore appena sopra la soglia del rumore di fondo standard, ma

nessun picco di rilevanza.

Allora Moir contattò il giornale locale per sapere se qualcun altro avesse denunciato

problemi simili; qui cominciò tutto.

Il giorno dopo il giornale è stato letteralmente innondato di e-mail e telefonate da

persone residenti in tutta la North Shore (zona a nord di Auckland): tutte denunciavano

lo stesso rumore.

La maggior parte denunciava un rumore a bassa frequenza, percepito maggiormente

dentro casa, che però spariva una volta aperte le finestre.

Alcuni potevano sentirlo all'interno dell'auto spenta, altri ne erano perseguitati da anni.

Escludendo quindi la possibilità che si tratti di tinnitus, che notoriamente genera una

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percezione di fischi o comunque rumori ad alta frequenza, uno specialista locale ha

ipotizzato che si potesse trattare rumore a bassa frequenza legato al pompaggio del

sangue.

“Ho dedicato molto tempo alla teoria del tinnitus e dei problemi di udito prima di

rifiutarla. La ragione? Ho visto più persone, nella stessa stanza, percepire lo stesso

andamento dell'Hum, i picchi e i cali di volume, tutte allo stesso tempo. Non ci può

essere un problema comune all'orecchio. Queste persone hanno un udito alle basse

frequenze estremamente sensibile, l'ho testato.”

(Tom Moir 6 Dicembre 2008)

Una delle persone che ha contattato Moir, Phil Strong, un ingegnere locale che lavorava

al centro di ricerca della Marina Militare, sentiva il rumore da 5 anni.

Moir a quel punto gli consigliò di riprodurre un'onda sinusoidale pura, di variare la sua

frequenza su e giù tra le basse e con la tecnica dei battimenti 15 individuare la frequenza

dell'Hum: Strong individuò la frequenza del rumore a 56 Hz.

Successivamente ricostruì una simulazione dell'Hum che venne distribuita agli altri

hummers e la maggior parte di loro dichiarò di sentire qualcosa di simile. Una minima

parte dichiarò di udire suoni di frequenze più alte, per cui vennero catalogati come casi

di tinnitus. La maggior parte invece riconobbe in quella simulazione il rumore che li

tormentava.

Phil riusciva a sentire l'Hum anche all'interno di una cabina schermata dalle RF.

Moir testò l'udito dei suoi studenti, riproducendo la simulazione del rumore ad

un'intensità simile a quella del vero Hum: nessuno di loro, tranne una ragazza, riusciva a

sentirlo.

________________________________________________________15 I battimenti sono un fenomeno acustico che si verifica quando due onde acustiche di frequenza diversa

e vicinale si sommano, dando come risultato un effetto vibratorio particolare.

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Portò quindi la ragazza, di 21 anni, in varie abitazioni dov'era stato denunciato

l'Auckland Hum e cominciò a sentirlo anche lei: la sua descrizione coincideva con le

altre, pur non avendone mai sentito parlare prima.

“La sua percezione sembra essere fortemente correlata a quella degli hummers nelle

rispettive abitazioni. La loro sensibilità alle basse frequenze è davvero notevole,

abbiamo fatto dei test su di loro con delle onde sinusoidali a bassa frequenza.

Si tratta di rumore acustico a banda stretta, il cui inviluppo varia lentamente nel tempo

(da qui l'intensità variabile). Si trasmette facilmente attraverso le pareti di legno e può

formare un'onda stazionaria se la stanza è grande abbastanza.

Non vedo un grande mistero, l'Auckland Hum è certamente di origine acustica! Queste

frequenze viaggiano per lunghe distanze, non c'è modo di localizzarne la sorgente se

non con delle misurazioni a larga scala, con diversi microfoni piazzati a miglia di

distanza.

Io non riesco a percepirlo e senza la mia studentessa avrei certamente fallito.

La questione elettromagnetica è un fenomeno del tutto differente: ho incontrato persone

che lamentavano clicks e ronzii alle loro orecchie, ma si tratta di un altro fenomeno.”

(Tom Moir, 13 Ottobre 2008)

Esperimento in una tenda di Faraday

Nel marzo del 2007, Nair Mana Tsuji ha testato una tenda di Faraday.

Una tenda di Faraday è come una gabbia di Faraday solo che portatile: è una struttura

coperta di materiale conduttore, quindi tecnicamente isolata alle radiazioni

elettromagnetiche.

Questa tenda a 1 MHz è in grado di attenuare un campo elettrico di 20 dB e a 500 MHz

– 1 GHz fino a 60 dB. La tenda lavora fino a 2.5 GHz.

Nair poteva sentire chiaramente l'Hum anche dentro la tenda, indicando che le

microonde dei telefoni cellulari, TETRA e la maggior parte degli altri comuni sistemi di

telecomunicazione (Wi Fi, Bluetooth, LAN, 3G, ecc) non sono responsabili.

Il suo telefono cellulare non funzionava all'interno della tenda, comprovando il corretto

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funzionamento della struttura.

Questa tenda non avrebbe però potuto bloccare le trasmissioni radio AM, poiché la

portante ha frequenza minore di 1 MHz. Lo stesso discorso vale per le onde VLF dei

sottomarini.

Moir quindi conclude che a suo parere telecomunicazioni ed altri fattori

elettromagnetici non siano responsabili dell'Hum, ma che invece si tratti di un fenomeno

di origine puramente acustica.

A sostegno della sua teoria Moir ha effettuato con successo delle registrazioni acustiche

dell'Hum, presenti sul suo sito (http://www.speechresearch.co.nz/hum.html) assieme

alla densità spettrale dell'Auckland Hum (in Figura 31) e ad altre osservazioni, come

l'aumento dell'intensità del rumore con una minore pressione atmosferica.

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Figura 31: Densità spettrale dell'Auckland Hum misurata da Tom Moir

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Capitolo 4 – LA MIA RICERCA

4.1 – Studio dell'Hum in località Soranzen (BL)

La mia ricerca sull'Hum comincia nell'ottobre 2012.

Qualche settimana prima ero venuto a conoscenza del fenomeno grazie ad Andrea,

musicista e tecnico audio residente a Soranzen (BL), che ormai da due anni convive con

il rumore.

Mentre mi occupavo della ricerca di documentazione e di studi sul fenomeno, la sua

collaborazione è stata fondamentale per permettermi di osservare più da vicino il

comportamento dell'Hum e per svolgere degli esperimenti che da solo non avrei mai

potuto realizzare.

Il 16 ottobre 2012, quando ho proposto ad Andrea di cominciare questo lavoro di

ricerca, l'Hum era quasi impercettibile. Il rumore all'interno della sua abitazione è molto

incostante, varia d'intensità e per alcuni periodi sembra sparire del tutto. La risonanza

avviene solo in ambienti chiusi e molto silenziosi ed è sufficiente il transito di un'auto in

strada per bloccare il rumore per 4 – 5 secondi, prima che si riformi la risonanza piena.

Andrea inoltre mi confermò di percepire l'Hum altrettanto bene anche presso

l'abitazione della sua compagna (la quale però non lo sente), a Castelcucco (TV).

Nel frattempo cominciavano i primi freddi e il solo fluire dell'acqua del riscaldamento

nelle tubature quasi copriva il rumore.

Il 3 novembre mi confermò che con l'accensione del riscaldamento a pavimento, suo e

dei vicini, l'Hum veniva praticamente coperto.

Inoltre mi disse di aver notato che quando tornava a casa da un concerto abbastanza

rumoroso, per i due giorni successivi la percezione dell'Hum era praticamente nulla.

Il giorno successivo, con Hum di intensità moderata e nonostante qualche rumore

ambientale, Andrea è riuscito ad effettuare un esperimento di comparazione per

determinare la frequenza del rumore attraverso i battimenti.

Con l'utilizzo di un generatore d'onda software e un altoparlante è stata riprodotta

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un'onda sinusoidale di frequenza variabile, regolata fino al punto in cui era possibile

percepire i battimenti.

In questo modo, potendo percepire quando la frequenza generata era di poco maggiore o

di poco minore rispetto a quella del rumore di riferimento, è stato possibile definirne la

frequenza tra i 56 e i 57 Hz. Andrea ha la sensazione che l'Hum, oltre a pulsare in

ampiezza, abbia una fluttuazione in frequenza: a causa di questa indeterminazione ha

ritentato l'esperimento con diversi generatori d'onda, ottenendo però il medesimo

risultato.

Secondo Andrea, questa è la frequenza fondamentale del rumore da lui udito.

Eccitante è stato, successivamente, scoprire dell'esperimento di Tom Moir e del

pressoché analogo risultato.

Un paio di settimane dopo il rumore comincia a diminuire d'intensità e sorgono quindi i

primi sospetti di un comportamento significativo: pare che nei periodi di pioggia

intensa, l'Hum quasi sparisca.

A dicembre Andrea mi conferma che l'Hum, dopo le forti piogge, non si sente più bene

e che ripensandoci, durante il periodo di forte siccità (nel mese di marzo 2012 a Belluno

si è verificata la più grande siccità degli ultimi 45 anni), l'intensità del rumore era

massima.

Il 13 dicembre l'Hum era praticamente scomparso da 15 giorni. Andrea mi disse che non

sapeva se sperare che tornasse per continuare ad indagare o se essere contento che fosse

finalmente scomparso: nei periodi di maggior vigore cominciava ad essere davvero

inquietante.

Per tutto il corso dell'inverno, l'Hum si faceva sentire sporadicamente, in base alle

piogge ma soprattutto alle nevicate e quindi alle condizioni del terreno, spesso intriso

d'acqua, gelato o coperto da diversi centimetri di neve.

Verso la fine del mese di febbraio 2013, Andrea mi disse che l'Hum era tornato con

un'intensità notevole, nonostante fosse ancora meno costante. Sembra che con lo

scioglimento della neve ed il conseguente disgelo del terreno, il rumore sia tornato a

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farsi vivo.

Per Andrea scoprire l'origine del rumore diventa sempre più importante: oltre al

fenomeno in sé, che è conturbante, anche domandare ad altre persone se sono in grado

di sentire il rumore e ricevere sempre risposta negativa è, per ovvi motivi, spiacevole.

La mattina del 18 marzo, dopo due giorni di Hum a intensità notevole, improvvisamente

si attenua: erano appena caduti 10 centimetri di neve.

La relazione tra le condizioni del terreno e l'intensità del rumore è sempre più provata.

La mattina del 24 marzo, alle ore 8.30, era di un'intensità tale che per la prima volta

anche il figlio di Andrea è riuscito a sentirlo.

Con il disgelo del terreno dovuto al cambio di stagione, quando questo non è intriso

d'acqua, il rumore torna ad un'intensità tale da essere ben udibile.

Cominceranno però tre settimane di pioggia continua e per tutta la prima metà del mese

di aprile l'Hum è praticamente scomparso.

4.2 – Studio dell'Hum in località Cencenighe (BL)

Nel frattempo, discutendo del mio lavoro di ricerca con Pier Giorgio, titolare di una nota

azienda bellunese che opera nel settore audio, scopro che nel 2009 era stato contattato

per effettuare delle misurazioni acustiche da una una signora di Cencenighe Agordino

(BL), che denunciava un fastidioso e misterioso rumore notturno.

Di quella vicenda sono rimasti a Pier Giorgio solamente dei foglietti sui quali il marito

della signora aveva riportato, per punti, la memoria di picco del rumore registrato

durante alcune notti dal suo analizzatore di spettro Klark Teknik DN60 con microfono

KT6051, che aveva lasciato sul posto per una settimana. Purtroppo però non è stata

annotata la scala di riferimento, quindi i dati hanno un valore del tutto relativo.

Non è possibile calcolare il livello dBSPL del rumore, però possiamo osservare

indicativamente lo spettro misurato dal DN60: i picchi variano discretamente da notte a

notte (per di più non siamo a conoscenza del livello di percezione del rumore da parte

della signora per ogni data), però notiamo un picco decisamente forte nella banda dei 31

Hz, misurato la notte del 27 novembre 2009 (Figura 32).

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Osservando una foto del display del Klark Teknik DN60, possiamo ipotizzare che

questo picco si trovi circa 14 dBSPL al di sopra del rumore di fondo.

Cercando di risalire al nominativo della signora, residente in Via Torino, Pier Giorgio

viene a sapere dall'ex sindaco di Cencenighe che quella della signora non era l'unica

segnalazione proveniente dai residenti della zona.

Vengo così in contatto con Sandro, che mi invita a casa sua per fare due chiacchiere su

questa vibrazione che tuttora lo perseguita.

Sandro ha 40 anni e ha cominciato a sentire questo rumore circa due anni fa.

Mi ha descritto il rumore come un'intensa vibrazione, che sente solamente all'interno

della sua abitazione o della falegnameria sottostante, dove lavora. Mai all'esterno.

Anche qui il rumore non è costante: ci sono periodi in cui non si percepisce e in alcune

ore del giorno, specialmente quelle notturne, è più intenso.

Inizialmente, pensando che il rumore provenisse proprio dall'abitazione, ha reagito

spegnendo l'interruttore generale della corrente e successivamente anche l'acqua, ma il

rumore persisteva. Il passo successivo è stato smettere di bere caffè, pensando di essere

lui stesso il problema. Da qualche tempo però anche la moglie Cristina, due anni più

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Figura 32: Annotazione della memoria di picco misurata dall'analizzatore di spettro nella notte del 27/11/2009

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giovane, ha cominciato a sentire questo rumore.

Sandro cominciò allora a sospettare che il rumore provenisse dal vicino stabilimento

della Luxottica, la quale però ha sempre sostenuto di non possedere alcun macchinario

che potesse essere l'origine di questa vibrazione e ancor meno che fosse in funzione

nelle ore in cui costui avvertiva il disturbo.

Per proteggersi dal rumore, da cui non riesce a sfuggire nemmeno utilizzando dei tappi

per le orecchie, Sandro ha persino sostituito gli infissi di casa e della falegnameria, con

esito negativo. Anzi, come abbiamo visto questo può essere controproducente, perché

rischia di rendere l'ambiente ancora più silenzioso e quindi l'Hum meno trascurabile.

Per questo e per altri motivi, mi confidò che entro qualche mese avrebbero cambiato

casa, andando ad abitare a qualche chilometro di distanza: Sandro però è a conoscenza

di altre persone che lamentano fastidiose vibrazioni in zona e una volta gli era parso di

sentire il rumore anche nella sua baita di montagna, quindi è consapevole che il

problema non è legato esclusivamente alla sua abitazione.

4.3 – Esperimento di registrazione dell'Hum

Tutte le caratteristiche del rumore e della sua percezione coincidono con quelle

dell'Hum, quindi il giorno successivo ritorno presso l'abitazione di Sandro per effettuare

delle registrazioni.

Poco distante scorre il torrente Bordon e fuori il tempo non è dei migliori: piogge

intermittenti. Nonostante questo l'ambiente in falegnameria era decisamente silenzioso:

io sentivo a malapena i rumori esterni, lui invece affermava di sentire la solita

vibrazione ed anche molto forte. Mi chiese se la sentissi anche io e alla mia risposta,

negativa, mi disse quasi in maniera rassegnata “ormai ce l'ho in testa”.

L'esperimento di registrazione è stato effettuato con:

– un registratore Tascam HS-P82 a 8 canali con funzionamento a batteria per

proteggere i microfoni dall'effetto di induzione dei 50 Hz della rete elettrica;

– un microfono Schoeps BLM3 posto a terra, nella parte destra del capannone, per

raccogliere eventuali vibrazioni del pavimento. Un utilizzo un po' inusuale per

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questo tipo di microfono, ma è ragionevole pensare che se la vibrazione si

propaga effettivamente via terreno, questa possa essere efficacemente catturata;

– un microfono Schoeps CMC6 linear con capsula MK2S omnidirezionale posto

circa al centro della parte sinistra del capannone. Questo microfono ha un'ottima

risposta alle basse frequenze, scende in maniera discretamente lineare fino a 3

Hz;

– un Sennheiser MKH8020 omnidirezionale posto al centro della parte destra del

capannone, vicino al BLM3. Anche questo microfono è discretamente lineare

fino ai 10 Hz ed è molto silenzioso.

Ho atteso la fine dell'ultimo turno di lavoro dello stabilimento Luxottica e alle 22:20 ho

cominciato a registrare, fino alle 23:00 circa.

Durante le registrazioni, ascoltando in cuffia ciò che stavano catturando i microfoni

senza l'ausilio di nessun tipo di filtro, ma solamente aumentando il guadagno, era

nettamente percepibile un suono di frequenza molto bassa, forte, pulsante, che poteva

ricordare la vibrazione emessa da un motore o da una turbina.

Ora è più semplice comprendere il disagio che può provocare un rumore di questo tipo:

anche solo l'ascolto in cuffia da l'impressione che l'ambiente in cui si trova l'ascoltatore

stia vibrando.

Una volta tornato a casa ho analizzato lo spettrogramma dei takes con il software Sonic

Visualizer ed il suddetto rumore è stato individuato nella banda dei 30 Hz.

Lo spettrogramma in Figura 33 (Schoeps BLM3) presenta, oltre alle armoniche della

rete elettrica che abbiamo visto essere presenti ovunque come segnali radio, del rumore

acustico nella banda dei 30 Hz. Il rumore pulsa discretamente in ampiezza e non è

costante: nel take in questione, dopo 20 secondi possiamo vedere come diminuisca

vistosamente d'intensità, per poi ritornare forte dopo 10 secondi, diminuire per altri 10

secondi e ritornare gradualmente forte.

Da segnalare che in cuffia questa dinamica non è così lampante, al contrario della

pulsazione. Vediamo inoltre del rumore molto incoerente nella banda dei 20 Hz, limite

della risposta in frequenza del microfono.

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Lo spettrogramma in figura 34 (MK2S) presenta anch'esso le armoniche della rete

elettrica e lo stesso rumore sulla banda dei 30 Hz, con il medesimo andamento nel

tempo.

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Figura 33: Spettrogramma del rumore registrato dal BLM3

Figura 34: Spettrogramma del rumore registrato dall'MK2S

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Qui però non è visibile nessun rumore sulla banda dei 20 Hz, mentre vediamo invece

del rumore costante nella banda infrasonica, al di sotto dei 12 Hz.

Lo spettrogramma in Figura 35 (MKH8020) presenta le armoniche della rete elettrica, il

rumore sui 30 Hz di intensità ed andamento analogo ai precedenti e di nuovo il rumore a

20 Hz visto nello spettrogramma del BLM3.

Quest'ultimo rumore sembra quindi presente solo nella parte destra del capannone.

Nessuna presenza da segnalare nella banda infrasonica: ricordiamo che la risposta in

frequenza di questo microfono scende linearmente fino ai 10 Hz.

Ho calcolato che nei picchi massimi, il segnale a 30 Hz raggiunge livelli di circa 59

dBSPL, che convenzionalmente è appena al di sotto della soglia di udibilità: ciò

significa che un'individuo con una sensibilità media non potrà percepirlo, mentre

qualcuno con una sensibilità anche leggermente sopra la media, in condizioni

favorevoli, potrebbe riuscirci.

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Figura 35: Spettrogramma del rumore registrato dal MKH8020

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Cercando di individuare le possibili sorgenti di rumore a bassa frequenza presenti in

zona ed escludendo l'ipotesi che questi possano provenire dallo stabilimento Luxottica

(in quanto sia in azienda sia in Comune dichiarino che non vi siano macchinari in grado

di generare tale vibrazione e le registrazioni sono state effettuate dopo la fine dell'ultimo

turno), rimembro come in tutte le misurazioni acustiche effettuate da Barnes in presenza

di Hum, vi fosse la presenza di rumore acustico nella banda dei 32 Hz. Barnes aveva

ipotizzato che questo rumore potesse provenire dalle turbine della vicina centrale

idroelettrica di Dinorwig.

Questa teoria sarebbe applicabile anche alla zona di Cencenighe e di Soranzen.

A circa 500 metri dall'abitazione di Sandro ed ancora più vicino a Via Torino, si trova la

centrale idroelettrica di Cencenighe: costruita nel 1939, terzo di una serie di impianti sul

torrente Bordon (o Cordevole), è alimentata dal bacino imbrifero dell'Avisio (TN),

serbatoio della Fedaia.

A circa 1 chilometro dall'abitazione di Andrea, a Soranzen, troviamo la centrale

idroelettrica di Arson: l’impianto lungo il torrente Caorame è entrato in servizio nel

1951 ed è alimentato dal bacino del Lago della Stua (BL).

Tutte le centrali idroelettriche in questione utilizzano turbine di tipo Francis.

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CONCLUSIONI

Seguendo la teoria di Barnes, la mia personale idea è che l'Hum non sia un preciso

fenomeno, ma un insieme di fenomeni: un rumore a bassa frequenza, che può essere

generato da sorgenti diverse ed avere caratteristiche diverse, ma che crea una analoga

sensazione all'orecchio e al fisico dell'individuo.

Le descrizioni del suono da parte degli hummers da tutto il pianeta sono simili, ma non

identiche. Tutti parlano di una vibrazione, di un rumore a bassa frequenza simile a

quello di un motore, ma generalmente differiscono per due aspetti: la pulsazione e la

frequenza. Per alcuni è un rumore stabile e costante, mentre per altri è un rumore

pulsante; inoltre le indicazioni riguardo alla frequenza del suono sono molto variabili.

La percezione del rumore e le conseguenti reazioni degli hummers sono però le stesse.

Le caratteristiche principali della percezione del rumore sono facilmente spiegabili: il

fatto che la quasi totalità degli hummers senta il rumore solo all'interno delle abitazioni

o degli edifici è probabilmente dovuto ad un fattore di risonanza che rende udibile il

suono, altrimenti impercettibile. Spesso basta aprire una finestra o una porta per fermare

la risonanza e smorzare di molto il rumore.

Inoltre un ambiente chiuso scherma da rumori ambientali esterni, gli stessi rumori (del

traffico e della normale attività umana) che diminuiscono drasticamente durante la notte

e le prime ore del mattino: questo spiega il motivo per cui l'Hum è percepito

maggiormente durante questi periodi del giorno.

Il fatto che solo alcuni riescano a percepirlo è esclusivamente un discorso di sensibilità

uditiva: se il rumore in questione è di intensità appena al di sotto della soglia di

udibilità, solo una piccola percentuale di popolazione con una sensibilità superiore alla

media riuscirà a percepirlo. Uno dei risultati più interessanti di questa ricerca è il

calcolo dell'età media degli hummers: 45 anni. La sensibilità alle basse frequenze

sembra aumentare con l'età.

Altro fatto curioso è la testimonianza di Andrea, che riferisce di non sentire l'Hum per

un paio di giorni successivamente a un concerto particolarmente rumoroso.

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Evidentemente l'orecchio si abitua a pressioni sonore maggiori e conseguentemente la

soglia si alza leggermente, rendendo l'Hum impercettibile com'è per la maggior parte

degli individui.

Il livello di sensibilità dell'individuo è fondamentale anche per un altro aspetto: la

costanza. Alcuni sentono l'Hum solamente in alcuni momenti del giorno o in alcuni

periodi, mentre una percentuale irrisoria di individui extrasensibili può percepire questi

rumori sempre, durante tutto l'arco del giorno, anche in ambiente esterno (vedi Mark

Russel), accusando a volte sintomi non trascurabili.

Molti dei sintomi lamentati dagli hummers tra cui stanchezza, mal di testa, disturbi del

sonno, stress, irritabilità, nervosismo, sensazioni di paura e disagio, sono riconducibili

alle note conseguenze del rumore a bassa frequenze sull'essere umano; alcune persone

però ne soffrono in maniera più grave, lamentando nausea e sanguinamento del naso.

Cosa che è importante sottolineare è che il rumore esiste, è reale e non è conseguenza di

tinnitus, effetto Frey o altre false percezioni di rumore: l'Hum è stato misurato e

registrato.

E' evidente che, oltre all'individuo, anche il luogo gioca un ruolo fondamentale nella

percezione del rumore. Esistono luoghi come Taos, Bristol, Kokomo, Largs e diversi

altri dove l'Hum è percepito da una notevole percentuale della popolazione. E' senz'altro

più plausibile che il rumore sia più intenso piuttosto che sia presente un numero

maggiore di persone iper sensibili.

In conseguenza al monitoraggio del comportamento del fenomeno nell'arco di sei mesi,

ho modo di credere che il terreno giochi un ruolo fondamentale nella trasmissione di

queste vibrazioni. Si è potuto constatare che con il terreno ghiacciato, intriso d'acqua o

coperto di neve, l'intensità del rumore diminuiva fino a rendersi impercettibile: questo

favorisce la teoria di una propagazione geologica piuttosto che via etere.

Le cause di questi rumori sono il vero mistero nel mistero.

Analizzando la storia e l'evoluzione del fenomeno, sembra palese che la causa sia

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collegabile allo sviluppo di tecnologie, strutture ed industria. Se fino a qualche decennio

fa il fenomeno era sconosciuto, negli ultimi anni è in continuo aumento; inoltre

guardando la mappa del World Hum Map and Database è chiaro come questo sia un

fenomeno che riguarda principalmente il mondo occidentale ed industrializzato.

Alcuni casi di Hum, come quello di Kokomo, sono stati “risolti” individuando delle

sorgenti industriali di rumore a bassa frequenza. E' stata ipotizzata una spiegazione

simile anche per gli Hum di Soranzen e Cencenighe, ipotizzando la complicità delle

turbine delle centrali idroelettriche nelle vicinanze, seguendo le ipotesi di Barnes per

l'Hum di Bangor. Sempre utilizzando la terminologia di Barnes, gli Hum di Soranzen e

Cencenighe potrebbero essere quindi di tipo 2. Il fatto che gli hummers in questione

abbiano cominciato a sentire il rumore solamente da due anni, mentre le centrali siano

in funzione da decine di anni, potrebbe essere dovuto ad una iper sensibilità acquisita

con l'età.

La frequenza da me misurata (30 Hz) coincide quasi con quella misurata da Barnes (32

Hz); picchi nelle vicinanze dei 30 Hz sono visibili negli spettri misurati da Tom Moir e

da Pier Giorgio. Anche la frequenza individuata da Andrea e quella individuata da Tom

Moir con il metodo dei battimenti coincidono (56 Hz).

Forse sono solo coincidenze, forse no.

Se i casi di Hum di tipo 2 sono il 16 – 30% (Barnes), per i restanti casi la spiegazione

potrebbe essere decisamente più complicata, includendo anche fattori non acustici, di

origine elettromagnetica.

Gli studi di Barnes sembrano muoversi verso la giusta direzione e sono fortemente

supportati dai risultati dei suoi esperimenti, che confermano un effettivo collegamento

tra la presenza e l'intensità del'Hum con fenomeni elettromagnetici nella litosfera e nella

ionosfera terrestre.

Una delle teorie più affascinanti di Barnes afferma che nei momenti in cui le correnti

presenti nella ionosfera sono di intensità minore, quindi più facilmente modulabili, le

frequenze delle due reti elettriche mondiali (50 Hz quella europea e 60 Hz quella

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americana), che notoriamente influenzano l'ambiente elettromagnetico terrestre, creano

un'interferenza che, sotto forma di correnti di terra indotte, provocherebbe delle

vibrazioni attraverso la trasduzione da materiali piezoelettrici presenti nel sottosuolo,

generando suono e risuonando all'interno degli edifici.

Il materiale piezoelettrico per eccellenza è il quarzo, che nel sottosuolo abbonda in

generale (compone il 12% della crosta terrestre).

Questa teoria potrebbe essere applicabile alla zona degli Hum studiati, ma solo in alcuni

luoghi difficilmente localizzabili.

Il quarzo in forma cristallina abbonda sulle Alpi, non molto sulle prealpi e sulle Alpi

meridionali (Dolomiti). Le Dolomiti tuttavia poggiano sul basamento cristallino

metamorfico della catena alpina, quindi le grandi quantità di quarzo saranno

sicuramente presenti ma a profondità variabili da pochi metri a qualche chilometro, in

base alla zona.

Il grande cambiamento dell'ambiente elettromagnetico terrestre potrebbe essere non solo

l'origine dell'Hum, ma anche un fattore di “aiuto” alla percezione delle basse frequenze:

Barnes ha dimostrato come le onde radio, in cui siamo oggi letteralmente immersi,

sarebbero in grado di “migliorare” l'udito alle basse frequenze.

Le cause ed i fattori in gioco possono essere molteplici: forse proprio per questo

potrebbe essere impossibile dare una spiegazione univoca al fenomeno.

Ciò che è evidente, è che i cambiamenti avvenuti nell'ambiente che ci circonda,

l'ambiente acustico nello specifico, hanno portato a delle conseguenze che non tutti

riescono ad ignorare.

Il recente e vertiginoso aumento delle segnalazioni provenienti da tutto il mondo rende

ipotizzabile che nel prossimo futuro ci troveremo a dover rispondere alla necessità di

proteggerci da questo tipo di rumori a bassa frequenza.

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