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LUCI E OMBRE DEL COMMERCIO ONLINE IN TALIA - BEM … · passato, però, la sua quota è diminuita...

Date post: 23-Feb-2019
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LUCI E OMBRE DEL COMMERCIO ONLINE IN ITALIA IDENTIKIT DEL CONSUMATORE ONLINE E DELLE IMPRESE IN EUROPA NOVEMBRE 2017 RAPPORTO SULLE-COMMERCE 2017
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LUCI E OMBRE DEL COMMERCIO ONLINE IN ITALIA IDENTIKIT DEL CONSUMATORE ONLINE E DELLE IMPRESE IN EUROPA

NOVEMBRE 2017

RAPPORTO SULL’E-COMMERCE 2017

Indice

Executive summary

1. Premessa

2. E-commerce: diffusione tra i consumatori europei

3. Imprese e web

Copyright © BEM Research 2017 È possibile utilizzare le informazioni presenti nel Report nei propri documenti, blog e siti web a condizione di citare la fonte.

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

Executive summary

Sul fronte dell’e-commerce il 2016 si presenta con luci e ombre. Rispetto all’anno

precedente è infatti aumentato il giro di affari del mercato italiano online, salito

secondo le nostre stime a 26 miliardi di euro rispetto ai 21 miliardi del 2015. La quota

sul mercato europeo a 28 paesi, il cui valore stimato è pari a 625 miliardi di euro (nel

2015 ammontava a 580 miliari di euro), è quindi passata dal 3,6 al 4,2%. Se un

miglioramento c’è stato, il ritardo italiano però risulta ancora abissale. Germania,

Francia e Spagna evidenziano quote di mercato ben più ampie della nostra (16,4%,

10,1% e 6,4% rispettivamente).

L’utilizzo di Internet per acquistare beni e servizi da parte delle famiglie continua a

essere un’attività non molto diffusa in Italia. Appena il 29% della popolazione di età

compresa tra i 16 e i 74 anni ha utilizzato almeno una volta il web per effettuare

acquisti nel 2016. Rispetto all’anno passato si è registrato un aumento della diffusione

di soli 3 punti percentuali, ma il gap rispetto al resto d’Europa resta ancora ampio (nei

paesi dell’Area euro l’e-commerce risulta avere una diffusione tra la popolazione attiva

pari al 55%; 53% nel 2015). L’Italia si posiziona davanti solo a Cipro, Bulgaria e

Romania. Mediamente. Il divario italiano diventa ben più grande se si considerano

Francia (66%) e Germania (74%), paesi non molto distanti dalla testa della classifica

occupata da Danimarca (82%) e Lussemburgo (79%).

Guardando i dati quali genere ed età possiamo dire che nel Bel Paese acquistano

online soprattutto uomini e utenti con età compresa tra i 25 e 34 anni. In un arco di

tempo di 3 mesi sono appena il 17% le donne italiane che nel 2016 hanno utilizzato

Internet per le loro spese, contro il 23% degli uomini.

In termini di area geografica è il Nord-Est ad aver registrato il maggiore incremento

(+3,2 punti percentuali rispetto al 2015) mentre il Sud resta indietro e il Centro si

ferma ai livelli del 2015. I residenti della Valle d’Aosta sono quelli più propensi

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

all’utilizzo del web per effettuare acquisti, seguiti da Trentino-Alto Adige e dalla

Lombardia. In fondo alla classifica si attestano ancora una volta Campania, Calabria e

Sicilia, regioni che rispetto all’anno passato non sono riuscite a mostrare

miglioramenti.

Tra i prodotti maggiormente acquistati online troviamo viaggi e trasporti (18%),

abbigliamento (18%), prodotti tecnologici (14%), articoli per la casa (13%), libri e

giornali (13%), film musica e biglietti spettacoli (11%) e telefonia e assicurazioni (5%).

Dal dettaglio per classi di età si osserva come i giovani concentrino i loro acquisiti

online soprattutto sui capi di abbigliamento. I più anziani, invece, quando utilizzano il

web si dirigono principalmente verso libri e giornali. La popolazione di mezza età

predilige comprare online viaggi e titoli di trasporto. I prodotti tecnologici sono quelli

con la propensione a essere acquistati sul web più simile per tutte le classi d’età

considerate.

Dal punto di vista dell’offerta, nel 2016 sono state appena l’8% le imprese italiane con

almeno 10 dipendenti ad aver ricevuto un ordine tramite l’online (in aumento di un

solo punto percentuale rispetto all’anno passato). La media dell’Area euro si attesta al

18% (17% nel 2015). Tra i paesi europei più virtuosi troviamo Danimarca (28%),

Repubblica Ceca e Svezia (27%), Germania (26%) e Belgio (24%).

Il divario tra Italia ed Europa in riferimento all’offerta si è ridotto se si guarda alle sole

grandi imprese, mentre le piccole e medie imprese lo hanno visto aumentare. Il

fatturato prodotto da Internet nel 2016 da queste ultime è stato infatti pari al 6% del

totale nel 2016, contro l’8% del 2015.

Tenendo conto del fatto che le piccole e medie imprese rappresentano il tessuto

economico italiano è su questo fronte che sarebbe opportuno impiegare la maggior

parte delle risorse pubbliche e private. Lasciare che le PMI vengano fagocitate dai

giganti del web significa privarle della possibilità, ad esempio, di poter creare strategie

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

di marketing online perfettamente disegnate sui desideri e necessità degli utenti,

caratteristica che generalmente assicura un maggior numero di vendite sul web e una

migliore affermazione del brand. La creazione di un portale web che promuova il

made in Italy nel mondo, mettendo in rete le tante piccole realtà produttive di qualità

che in Italia abbondano in campi quali il settore alimentare, la moda e l’arredamento, è

un passo che deve essere compiuto.

Un aiuto alle PMI italiane potrebbe giungere anche da azioni sul fronte della domanda.

Permangono infatti vincoli culturali, soprattutto nelle persone più anziane che in Italia

rappresentano una grande fetta della popolazione, che impediscono di accedere a

Internet o di valutarne l’utilità. Campagne informative specifiche per questa tipologia

di consumatori, potenzialmente più orientati verso il made in Italy, potrebbero favorire

una maggiore diffusione dell’e-commerce a vantaggio soprattutto delle aziende

italiane. Più specificatamente per il Mezzogiorno, andrebbe creato un sistema di

incentivi fiscali e/o contributi volti a sostenere le spese necessarie per poter accedere

al web.

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

1. Premessa

Nel Rapporto e-commerce dello scorso anno abbiamo messo in evidenza come il

divario italiano circa l’accesso alla connessione Internet in banda larga sia contenuto

rispetto ai principali paesi europei. Ben diversa è però la situazione se si guarda

all’interno dei confini italiani. Secondo i dati relativi al 2016, il divario tra Centro-Nord

e Mezzogiorno è molto ampio (grafico 1). Solo il 40% delle famiglie meridionali

dispone di una connessione a banda larga dalla propria abitazione, contro il 53% di

quelle residenti nel Centro-Nord. Per compensare quella che appare una barriera

infrastrutturale all’accesso alla banda larga fissa, le famiglie del Sud d’Italia utilizzano in

modo più diffuso la connessione attraverso strumenti mobile. Nonostante ciò, il 37% di

queste famiglie non dispone di una connessione Internet, contro il 28% di quelle

residenti nel Nord-Italia.

Analizzando nel dettaglio i fattori che impediscono alle famiglie di accedere a Internet

da casa si scopre però che le barriere tecnologiche, dovute all’assenza della banda

larga, impattano in minor misura. Infatti solo il 2% delle famiglie del Mezzogiorno, così

come quelle del Centro-Nord, segnalano questo problema come il principale ostacolo

all’accesso al web (grafico 2). Le nuove tecnologie, basate proprio sulla connessione

attraverso strumenti mobile, stanno permettendo di superare quei vincoli

infrastrutturali che non consentono di accedere alla connessione fissa. Ben più rilevanti

risultano essere gli ostacoli di natura culturale, legati sia alla scarsa conoscenza degli

strumenti digitali sia alla mancanza della percezione dell’utilità nell’accesso al web.

Interessante notare come tali vincoli pesino leggermente di più nel Centro-Nord che

nel Mezzogiorno. L’età media più alta dei residenti nell’area economicamente più

sviluppata del paese può spiegare in parte questa evidenza.

Dall’altro lato, le barriere economiche “mordono” di più nel Mezzogiorno. Le famiglie

che risiedono in questa area del paese hanno infatti difficoltà nel sostenere sia le spese

necessarie per ottenere il servizio Internet dai provider telefonici, sia nell’acquistare i

dispositivi tecnologici necessari per connettersi.

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

Grafico 1. Italia: accesso a Internet da casa Percentuale di famiglie – classificazione in base alla macroarea geografica

dati relativi al 2016

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

Grafico 2. Italia: fattori che impediscono l’accesso a Internet Percentuale di famiglie – classificazione in base alla macroarea geografica

dati relativi al 2016

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

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banda larga fissa banda larga mobile nessuna connessione

Centro-Nord Mezzogiorno

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Barriere culturali Barriere tecnologiche Barriere economiche

Centro-Nord Mezzogiorno

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

Il Rapporto è articolato nel seguente modo: nel Capitolo 2 verranno analizzate le

abitudini di consumo delle famiglie italiane attraverso il web, che saranno anche

messe in comparazione con quelle degli altri paesi dell’Unione Europea. Verranno

inoltre considerati come i fattori socio-demografici, quali età, sesso e regione di

residenza, influenzino le scelte di consumo via Internet.

Nel Capitolo 3 il focus sarà sulle imprese. Se le famiglie italiane sono poco avvezze a

Internet, le aziende domestiche potrebbero potenzialmente avere comunque una

buona operatività sul web puntando attraverso questo canale per la vendita in altri

paesi. Verranno in particolar modo riportate le evidenze circa gli ordinativi e il

fatturato prodotto mediante la vendita online, distinguendo tra imprese di piccole e

media dimensione e quelle di maggiore grandezza.

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

2. E-commerce: diffusione tra i consumatori europei Nel complesso il valore dell’e-commerce tra imprese e consumatori (business-to-

consumer, o B2C) in Italia è da noi stimato pari a 26 miliardi di euro nel 2016 (grafico

3). Rispetto al 2015 si è registrato un aumento di 5 miliardi di euro, pari ad una

variazione percentuale del +23,4%. Tra i grandi paesi dell’Area euro la Francia ha

registrato una performance migliore, con un incremento del mercato pari a 28 miliardi

di euro (+81,2%). In Germania si è invece segnato un aumento di 4,6 miliardi (+4,7%) e

in Spagna di 1,3 miliardi (+3,3%).

Rispetto all’e-commerce B2C complessivo del mercato europeo a 28 paesi, valutabile

in circa 625 miliardi di euro nel 2016 (580 nel 2015), il mercato italiano è pari al 4,2%,

in aumento di 6 decimi rispetto all’anno precedente (grafico 4). I consumi delle

famiglie italiane, effettuati attraverso tutti i canali di acquisto possibili, rappresentano

invece il 12,2% dell’intero mercato europeo.

Grafico 3. UE28: mercato dell'e-commerce B2C Dati in miliardi di euro relativi al 2016 - prodotti e servizi non finanziari

Fonte: elaborazioni e stime BEM Research su dati Eurostat.

Il Regno Unito, con una quota del 38,5%, mantiene la prima posizione dei paesi

europei che generano il maggior giro di affari sull’e-commerce. Rispetto all’anno

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

passato, però, la sua quota è diminuita di circa 3 punti percentuali. Rilevante è anche la

quota di mercato della Germania (16,4%), della Francia (10,1%) e della Spagna (6,4%).

Grafico 4. UE28: mercato dell'e-commerce B2C – composizione percentuale prodotti e servizi non finanziari

Fonte: elaborazioni e stime BEM Research su dati Eurostat.

Grafico 5. UE28: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi Dati relativi al 2016 in percentuale della popolazione con età 16-74

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

L’utilizzo di Internet per acquistare beni e servizi è un’attività scarsamente diffusa in

Italia. Secondo le statistiche ufficiali di Eurostat appena il 29% della popolazione di età

compresa tra i 16 e i 74 anni ha utilizzato almeno una volta il web per effettuare

acquisti nel 2016 (grafico 5). Rispetto all’anno passato si è registrato un aumento della

2015 2016

UK38,5%

Germania16,4%

Francia10,1%

Spagna6,4%

Italia4,2%

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Svezia3,3%

Resto UE2817,8%

UK41,4%

Germania16,9%

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Spagna6,7%

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Bu

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

diffusione di soli 3 punti percentuali. L’Italia si posiziona davanti solo a Cipro, Bulgaria

e Romania. Mediamente nei paesi dell’Area euro l’e-commerce risulta avere una

diffusione tra la popolazione attiva pari al 55% (53% nel 2015). Il divario italiano

diventa ben più grande se si considerano Francia (66%) e Germania (74%), paesi non

molto distanti dalla testa della classifica occupata da Danimarca (82%) e Lussemburgo

(79%).

Anche dall’analisi in termini dinamici l’Italia risulta aver fatto minor passi avanti nella

diffusione dell’e-commerce rispetto agli altri principali paesi europei (grafico 6). Negli

ultimi 10 anni, infatti, Francia, Germania e Spagna hanno visto incrementare la

percentuale di famiglie che hanno utilizzato il web per gli acquisti tra i 30 e i 40 punti

percentuali, contro i 20 punti dell’Italia.

Grafico 6. UE4: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi Dati in percentuale della popolazione con età 16-74

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Scendendo più nel dettaglio, si osserva che in Italia il sesso femminile è quello che ha

acquistato meno tramite il web. In un arco di tempo di 3 mesi sono appena il 17% le

donne italiane che nel 2016 hanno utilizzato Internet per le loro spese, contro il 23%

degli uomini (grafico 7). Un certo divario tra uomini e donne si riscontra anche negli

altri principali paesi europei, seppur meno ampio rispetto all’Italia.

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Area euro

Germania

Spagna

Francia

Italia

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

Grafico 7. UE4: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi

Dati relativi al 2016 in percentuale della popolazione con età 16-74

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Grafico 8. Italia: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi – classificazione per fascia di età

Dati relativi al 2016 in percentuale della popolazione

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

Dalla classificazione per fascia di età si nota come il divario di utilizzo tra uomini e

donne si ampli al crescere dell'anzianità (grafico 8)1. Più in generale, nell’attitudine ad

1 Le informazioni di fonte Istat differiscono leggermente da quelle Eurostat per il diverso perimetro di riferimento, includendo nel caso Istat anche la popolazione di età pari o superiore ai 75 anni.

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Totale 2016

Totale 2015

Femmine

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

acquistare online si osserva una tendenza ad “U” rovesciata. In altri termini, la

frequenza di utilizzo aumenta fino agli individui di classe di età compresa tra i 25 e i 34,

per poi diminuire progressivamente fino a toccare il minimo per gli ultra

settantacinquenni. Rispetto al 2015 la tendenza ad utilizzare di più il canale online si è

concentrata quasi esclusivamente nelle fasce più giovani, quelle che già avevano una

maggiore attitudine all’e-commerce. Per la popolazione più anziana la tendenza si è

mantenuta sostanzialmente invariata, mostrando per talune coorti di età perfino un

peggioramento nell’utilizzo di Internet per l’acquisto di beni e servizi.

Grafico 9. Italia: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi – classificazione per macroarea geografica

Dati in percentuale della popolazione con età 16-74

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

Queste informazioni, sia sulla distribuzione per sesso che per età, sono un’evidenza del

fatto che le caratteristiche socio-culturali incidono profondamente nella propensione

ad utilizzare il canale web per effettuare acquisti.

Nella stessa direzione vanno le evidenze che si possono riscontrare dalla

classificazione per area geografica (grafico 9). Isole e Sud d’Italia evidenziano infatti un

ritardo rispetto al resto del paese, anche se in lieve riduzione rispetto all’anno scorso.

In questo contesto il divario, oltre che essere giustificato da una differente attitudine

34,3 33,7

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2016 2015

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

all’utilizzo dei diversi canali di acquisto, può essere anche attribuibile al digital divide,

ovvero alle carenze sulla diffusione della banda larga nel Mezzogiorno d’Italia (si veda

al riguardo il Capitolo 1). L’area del paese che ha evidenziato il maggior incremento

nell’utilizzo di Internet per acquistare beni e servizi è il Nord-Est (+3,2 punti percentuali

rispetto al 2015), mentre quella peggiore è stata il Centro, in cui la diffusione è rimasta

ferma sul livello del 2015.

Grafico 10. Italia: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi – classificazione per regione

Dati in percentuale della popolazione con età 16-74

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

Osservando il dettaglio per singola regione si rileva come anche nel 2016 siano i

residenti della Valle d’Aosta quelli più propensi all’utilizzo del web per effettuare

acquisti, seguiti da Trentino-Alto Adige (quinti nel 2015) e dalla Lombardia (grafico

10). In fondo alla classifica si attestano ancora una volta Campania, Calabria e Sicilia,

regioni che rispetto all’anno passato non sono riuscite ad evidenziare miglioramenti. Il

Lazio, che nel 2015 risultava essere in linea con la media nazionale, perde invece

terreno.

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2016 2015

Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

Grafico 11. Italia: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi – classificazione per dimensione comune di residenza

Dati relativi al 2016 in percentuale della popolazione con età 16-74

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

Grafico 12. Italia: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi – tipologia di acquisto

Dati relativi al 2016

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

L’informazione circa la distribuzione dell’uso dell’e-commerce in funzione della

dimensione del comune di residenza dell’utente offre un ulteriore interessante spunto

di analisi. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, la propensione all’uso del web per

effettuare gli acquisti è più alta nei piccoli comuni (grafico 11). Ciò evidenzia come le

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Tecnologia14%

Libri, giornali13%

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Telefonia, serv. assicurativi

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Abbigliamento18%

Articoli per la casa 13%

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

famiglie italiane riescano a percepire i vantaggi dall’utilizzo di Internet soprattutto

quando le alternative per acquistare direttamente presso punti vendita sono ridotte.

I prodotti e servizi acquistati dalle famiglie italiane attraverso il web si concentrano per

il 18% su viaggi e trasporti (stessa quota del 2015), seguiti da abbigliamento (18%,

16% nel 2015), prodotti tecnologici (14%), articoli per la casa (13%), libri e giornali

(13%), film, musica e biglietti per spettacoli (11%), telefonia e servizi assicurativi (5%)

(grafico 12).

Dal dettaglio per classi di età si osserva come i giovani concentrino i loro acquisiti su

Internet soprattutto sui capi di abbigliamento (grafico 13). I più anziani, invece, quando

utilizzano il web si dirigono principalmente verso libri e giornali. Viceversa, la

popolazione di mezza età predilige comprare online viaggi e titoli di trasporto.

Interessante notare come i prodotti tecnologici siano quelli con la propensione ad

essere acquistati sul web più simile per tutte le classi d’età considerate.

Grafico 13. Italia: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi – tipologia di acquisto per fascia di età

Dati relativi al 2016

Note: sono possibili più risposte.

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Istat.

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Tecnologia

Libri, giornali

Articoli per lacasa

Rapporto sull’e-commerce 2017

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3. Imprese e web

Analizzare i dati sull’e-commerce dal lato dell’offerta permette di avere ulteriori

elementi di riflessione. Il bacino dei potenziali utenti di un’impresa che vende tramite

Internet non si ferma infatti solo al mercato domestico, così come va ricordato che gli

acquisti effettuati sul web dalle famiglie italiane potrebbero riguardare anche imprese

estere.

Anche dal lato dell’offerta l’Italia mostra un ritardo rispetto alla concorrenza europea.

Nel 2016 sono state infatti appena l’8% le imprese non finanziarie italiane con almeno

10 dipendenti ad aver ricevuto un ordine tramite l’online (grafico 14), in aumento di un

solo punto percentuale rispetto all’anno passato.

La media dell’Area euro è stata invece pari al 18% (17% nel 2015). In testa alla classifica

si trovano le aziende di Danimarca (28%), Repubblica Ceca e Svezia (27%), Germania

(26%) e Belgio (24%). In linea con la media europea risultano essere le imprese

spagnole e quelle francesi. Peggio dell’Italia fanno solo Romania (7%) e Bulgaria (5%).

Grafico 14. UE28: percentuale di imprese che hanno ricevuto ordini online Dati relativi al 2016 - Imprese non finanziarie con almeno 10 dipendenti

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

L’incidenza percentuale delle aziende che hanno ricevuto ordini via Internet sale se si

considerano solo le grandi imprese (almeno 250 dipendenti). In questo caso sono il

21% le aziende italiane che nel 2016 hanno ricevuto almeno ordinativi via web (grafico

15). Anche per le grandi aziende italiane l’incremento degli ordinativi online rispetto

all’anno passato è stato pari ad un punto percentuale.

Il divario rispetto alla media europea permane comunque rilevante: per l’Area euro si

riscontra infatti un’incidenza pari al 38% (39% nel 2015). Belgio, Danimarca, Irlanda e

Svezia superano il 50%. Dietro l’Italia si trovano Grecia, Lettonia, Lussemburgo,

Romania e Bulgaria.

Grafico 15. UE28: percentuale di grandi imprese che hanno ricevuto ordini online Dati relativi al 2016 - Imprese non finanziarie con più di 250 dipendenti

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Stesso quadro si ritrova considerando l’incidenza percentuale delle piccole e medie

imprese che hanno ricevuto ordini online nel 2016 (grafico 16). La percentuale di PMI

italiane che ha ricevuto ordinativi via internet è pari al 7%, stesso livello osservato nel

2015.

Considerando l’incidenza del fatturato ottenuto tramite l’e-commerce si ottiene una

fotografia per il 2016 leggermente migliore rispetto a quella degli ordinativi. Infatti,

sul totale delle imprese italiane con almeno 10 dipendenti il 9% del fatturato è

ottenuto per il tramite di Internet, contro una media del 15% dell’Area euro (grafico

17). Questo risultato indica che si sono impegnate sul web soprattutto aziende che

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

vendono prodotti a maggior valore aggiunto. Rispetto al 2015, l’incidenza sul fatturato

del mercato digitale per le imprese italiane è rimasta invariata, mentre per la media

dell’Area euro è diminuita di un punto percentuale.

Grafico 16. UE28: percentuale di piccole e medie imprese che hanno ricevuto ordini online

Dati relativi al 2016 - Imprese non finanziarie con 10-250 dipendenti

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Grafico 17. UE28: percentuale del fatturato ottenuto tramite l'e-commerce Dati relativi al 2016 - Imprese non finanziarie con almeno 10 dipendenti

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Tra le imprese europee quelle più vocate all’e-commerce hanno sede in Irlanda (il 35%

del fatturato viene dall’online; 37% nel 2015), anche grazie al fatto che questo paese

viene utilizzato da molte multinazionali del web come hub attraverso cui accedere al

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

mercato unico europeo. Seguono la Repubblica Ceca (31%) e la Slovacchia (21%).

L’apporto dell’e-commerce è più basso dell’Italia per le aziende della Lettonia,

Romania, Grecia, Cipro e Bulgaria.

Analizzando la classificazione in base alla dimensione di impresa, si trova che per le

grandi aziende il fatturato dal web generato nel 2016 si ferma al 12% in Italia (11% nel

2015), contro il 21% medio dell’Area euro (grafico 18). Rispetto all’anno passato le

grandi aziende italiane sono però riuscite a ridurre il divario con la media europea, che

nel 2015 ammontava a 12 punti percentuali. Ancora una volta Irlanda e Repubblica

Ceca primeggiano in questa classifica.

Grafico 18. UE28: percentuale del fatturato delle grandi imprese ottenuto tramite l'e-commerce

Dati relativi al 2016 - Imprese non finanziarie con più di 250 dipendenti

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

Se le grandi le grandi aziende italiane hanno ridotto il gap esistente con i competitors

europei sul fronte dell’e-commerce, quelle di piccola e media dimensione lo hanno

invece visto aumentare. Il fatturato prodotto da Internet nel 2016 è stato infatti pari al

6% del totale nel 2016, contro l’8% del 2015 (grafico 19). Per le PMI europee la media

è invece rimasta stabile al 9%. Non molto distante dalle piccole aziende italiane sono

anche le PMI tedesche, che nel 2016 hanno fatturato il 7% per il tramite del web (10%

nel 2015).

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

Grafico 19. UE28: percentuale del fatturato delle piccole e medie imprese ottenuto tramite l'e-commerce

Dati relativi al 2016 - Imprese non finanziarie con 10-250 dipendenti

Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat.

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Rapporto sull’e-commerce 2017

BEM Research

BEM Research si occupa di big data, ricerca economico-finanziaria e analisi nel campo del web marketing. È partner dell’AgID - Agenzia per l'Italia Digitale - per la definizione delle Linee guida dei siti web della Pubblica Amministrazione. Si occupa anche di formazione privata e in ambito universitario. Elabora l’indice di performance online, il BEM Rank®, che esprime la classifica dei migliori brand online sulla base di un algoritmo che considera diversi cinque fattori: i trend di ricerca su Google; la visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico; la velocità di caricamento delle pagine web; l’usabilità dei siti web; il grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera.

Contatti

BEM Research s.r.l. Big data - Economics - web Marketing Viale Primo Maggio 86/2A – 00047 Marino (RM) [email protected] www.bemresearch.it


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